225
CAPITOLO 7
Correnti aerodinamiche:
teoria dei profili sottili
Introduzione Nel capitolo precedente abbiamo formulato un modello matematico
adatto a rappresentare, in maniera approssimata, correnti incomprimibili esterne a
elevato numero di Reynolds. Abbiamo cos` ricavato le equazioni dello strato limite
ragionando prima sugli ordini di grandezza e utilizzando successivamente la teoria delle
espansioni asintotiche raccordate. Da questultima abbiamo visto come, per numeri
di Reynolds elevati, il campo di moto incomprimibile pu`o essere descritto vicino alla
parete dalle equazioni dello strato limite e nella zona esterna mediante le equazioni di
Eulero incomprimibili.
Nei capitoli precedenti abbiamo anche accennato al fatto che, se la viscosit`a fosse
nulla, ogni campo di velocit`a inizialmente irrotazionale rimarrebbe irrotazionale per
sempre. In realt`a, questo vale anche in un fluido viscoso purche non esistano pareti
solide in contatto con il fluido.
Daltra parte, nel capitolo 4 abbiamo visto che un campo di velocit`a irrotazionale
u pu`o essere rappresentato come gradiente di un potenziale cinetico, o potenziale
della velocit`a , ossia u = , tranne quando la regione occupata dal fluido non e`
semplicemente connessa e la circolazione lungo certi percorsi chiusi e` diversa da zero.
Questo tipo di campi di velocit`a irrotazionali ma non rappresentabili come gradiente di
uno scalare si incontrano, ad esempio, nello studio delle correnti piane attorno a corpi
cilindrici di lunghezza infinita. Si e` infine scoperto che, quando un potenziale non
esiste, vi sono infiniti campi di velocit`a irrotazionali che soddisfano le condizioni al
contorno assegnate e che differiscono fra loro per lintensit`a della componente rotatoria
attorno al cilindro.
Questo capitolo e il prossimo sono dedicati allo studio delle correnti incomprimibili
e irrotazionali attorno a corpi aventi una forma pi`u generale della semplice sfera e
del cilindro di sezione circolare considerate nel capitolo 4. Lobbiettivo e` quello di
determinare le caratteristiche delle correnti stazionarie intorno a corpi la cui forma sia
di interesse aerodinamico, quali, ad esempio, i profili alari o unala di estensione finita.
In effetti, la forma molto particolare della sezione di unala, di spessore sottile con il
bordo dattacco arrotondato e il bordo duscita piuttosto acuminato, e` indispensabile
per ottenere una corrente stazionaria regolare e senza separazione lungo tutto profilo.
Questa corrente sar`a caratterizzata da un valore determinato della circolazione attorno
al profilo e, in virt`u del teorema di KuttaJoukowski, da una forza portante che agisce
su di esso.
Da un punto di vista fisico, il meccanismo che instaura la componente circolante
della corrente attorno al profilo e` dovuto allazione della forza viscosa nello strato limite
nelle fasi iniziali di avviamento del moto. Tuttavia, una volta che la circolazione e` stata
creata, il moto stazionario del fluido che genera la portanza pu`o essere rappresentato in
maniera sufficientemente approssimata anche rimanendo nellambito della descrizione
delle correnti incomprimibili e irrotazionali.
In questo capitolo studieremo dapprima le correnti potenziali in tre dimensioni
attorno a corpi di estensione finita (ossia non cilindrici). Presenteremo un metodo
per determinare soluzioni assisimmetriche dellequazione di Laplace per il potenziale
cinetico, espressa in coordinate sferiche. Il metodo si basa sul principio di sovrapposizione degli effetti e richiede di introdurre alcune soluzioni elementari che potranno
poi essere sommate opportunamente per soddisfare le condizioni al contorno su corpi
di forma generale. In questa analisi delle correnti assisimmetriche risulta conveniente
introdurre anche una funzione di corrente in coordinate sferiche le cui curve di livello
rappresentano le linee di corrente.
226
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
ISBN XX-abc-defg-h
227
Nel caso di correnti intorno a corpi di forma semplice, sferica o cilindrica, abbiamo visto
che soltanto un numero molto piccolo di soluzioni elementari (ottenute per separazione
delle variabili) e` richiesto per rappresentare la soluzione. Nel caso di corpi di forma pi`u
complicata e` invece necessario includere un gran numero di soluzioni elementari ma
esse possono venire generate tramite un semplice spostamento nello spazio, tipicamente
una traslazione, delle soluzioni appartenenti a un insieme assai ristretto.
Le soluzioni elementari generatrici sono di solito funzioni singolari in un punto
dello spazio (dove sono quindi non definite), per cui la posizione di tale punto non
potr`a cadere nella regione del fluido ma dovr`a essere presa al di fuori del campo di
moto, per esempio dentro un corpo solido. Potremo costruire molte soluzioni elementari differenti semplicemente considerando varie soluzioni singolari ottenute mettendo
il punto singolare in posizioni diverse dentro il corpo. In questo modo avremo un
numero illimitato di funzioni elementari da potere utilizzare e labilit`a nellutilizzo
del metodo consister`a nellindividuazione delle posizioni pi`u opportune dove collocare
le singolarit`a delle componenti elementari della soluzione. I coefficienti della combinazione lineare saranno poi determinati imponendo le condizioni al contorno in un
numero di punti uguale al numero di funzioni utilizzate. Anche in questa seconda fase,
e` richiesta una certa abilit`a nella scelta dei punti (sul contorno) nei quali si impongono
le condizioni al contorno, in modo da garantire unaccuratezza ottimale.
2
1
2
r
+
sin
+
= 0,
r
r 2 r
r 2 sin
r 2 sin2 2
e, per problemi assisimmetrici con incognita = (r, ), si semplifica in
1
2
r
+ 2
sin
= 0.
r
r 2 r
r sin
Soluzioni elementari di questa equazione sono state gi`a ricavate nel paragrafo 4.4
e potrebbero essere recuperate dai termini dellespansione in serie considerata in
quellanalisi. Tuttavia, per ragioni pedagogiche preferiamo introdurre ex novo le
soluzioni elementari derivando anche le componenti sferiche della velocit`a corrispondente. Ricordando la forma delloperatore gradiente in coordinate sferiche, le componenti sferiche del campo di velocit`a assisimmetrico in termini del potenziale sono date
da
ur =
,
r
u =
1
.
r
Ricaveremo inoltre anche una funzione scalare , detta funzione di corrente di Stokes
che permette di esprimere le componenti della velocit`a nelle correnti assisimmetriche
in coordinate sferiche mediante le relazioni:
ur =
1
,
r 2 sin
u =
1
.
r sin r
228
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
1
1
1
1
2
r 2
+
sin
u = 2
r sin
r sin r
r r
r sin
1
1
1
1
= 2
r sin r r
r r sin
1
2
2
1
r 2 sin r
r 2 sin r
2
1
2
= 2
= 0,
r
r sin r
U sin
U z
U cos
Componenti sferiche di un
campo di velocit`a uniforme in direzione
dellasse z
Figura 7.1
u unif
( ) = U sin ,
= u r = U cos
r
(r, ) = Ur cos + f ( ),
dove f ( ) e` una funzione arbitraria dintegrazione (per cos` dire, parziale). Tale
funzione e` determinata integrando la definizione di u rispetto allaltra coordinata,
ossia
1
= u = U sin
r
ISBN XX-abc-defg-h
229
da cui
= Ur 2 sin cos
(r, ) = 21 Ur 2 sin2 + f (r ),
= Ur sin2
r
(r, ) = 12 Ur 2 sin2 + g( ).
B
,
r
B
dove B e` una costante arbitraria. La funzione corrisponde al termine r +1
P (cos ), per
= 0, dellespansione in serie vista nel paragrafo 4.4, per cui e` certamente soluzione
dellequazione di Laplace considerata. Alternativamente, e` immediato verificare che
B/r soddisfa tale equazione in quanto risulta
1 d
1 d
1
1 d
2 B
2 d B
2 B
r
=
r
=
r
= 2 (B) = 0,
r r
dr r
r 2 r
r 2 dr
r 2 dr
r2
r dr
in tutti i punti dello spazio tranne in r = 0, dove la funzione (r ) non e` definita e
quindi nemmeno il suo laplaciano. Il campo di velocit`a associato a tale potenziale e`
dato da
sorg
u r (r )
B
B
d B
B
u(r) =
= r
= r
= 2 r ,
r
r r
dr r
r
r
Figura 7.2
u n d S =
B
r n d S.
r2
1 Se si preferisce pensare alla quantit`a di massa di fluido emessa dalla sorgente invece che al volume,
baster`a moltiplicare per la densit`a , che e` un valore costante nelle correnti incomprimibili con densit`a
uniforme.
230
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
1
.
4 r
r
.
4 r 2
Notare inoltre che per > 0 la singolarit`a e` una sorgente di fluido (ovvero il fluido
scaturisce dallorigine) mentre per < 0 la singolarit`a e` un pozzo 3D di fluido (ovvero
il fluido e` risucchiato nellorigine). Useremo comunque in ogni caso lindice sorg
indipendentemente dal segno di , per cui potremo pensare ai pozzi come a sorgenti
di segno negativo.
Ribadiamo che la direzione di usorg (r) e` puramente radiale, per cui le linee di
corrente sono le semirette uscenti dalla sorgente. La velocit`a dipende effettivamente
dal punto r e non solo dalla distanza r dal centro dato che u e` un vettore e che la
direzione del versore radiale r dipende da entrambe le coordinate angolari e , ossia
r = r (, ). Nella figura 7.3 si mostra la sezione del campo usorg (r) in un (semi)piano
assiale.
Figura 7.3
Il fatto che questo campo di velocit`a abbia una singolarit`a non impedisce di utilizzare
il potenziale corrispondente come componente per costruire la soluzione del problema
della corrente attorno a un corpo. Per quanto riguarda la singolarit`a, baster`a fare in
modo che essa si trovi allesterno della regione del fluido, ovvero essa dovr`a essere
posta allinterno del volume del corpo.
Calcoliamo ora la funzione di corrente della sorgente. Dalla definizione della
componente radiale u r della velocit`a avremo:
1
1
,
= ur =
4 r 2
r 2 sin
e quindi
=
sin (r, ) =
cos + f (r ),
4
4
dove f (r ) e` una funzione arbitraria dintegrazione. Daltra parte, essendo nulla la
componente angolare u , dovr`a essere:
1
= u = 0
r sin r
(r, ) = g( ),
ISBN XX-abc-defg-h
231
cos .
4
Questa e` una scelta possibile e corretta, ma non e` la pi`u conveniente nello studio
di problemi in cui esiste anche una corrente uniforme, parallela allasse z, nel verso
positivo di z. In questi casi pu`o convenire una scelta diversa della costante che permetta
alla funzione di assumere il valore nullo sul seminasse negativo da cui proviene il
fluido. In altre parole, si sceglie il valore (assolutamente arbitrario) della costante C
in modo che la funzione di corrente si annulli sullasse z, per z < 0. Si noti che
questa richiesta non ha alcun significato fisico, ma e` suggerita solo dal desiderio di
potere associare il valore = 0 alla linea di corrente passante per il punto di ristagno
a monte, che si trova sullasse z.
Se si adotta questa scelta, allora la funzione di corrente del campo di velocit`a della
sorgente 3D e` data da
sorg (r) =
(1 + cos )
4
r
rd
Figura 7.4
(r, ) =
1
1
r
rd
rd r
,
4 rrd
dove rd e` la distanza dal punto r alla posizione in cui si trova il pozzo, (0, 0, d) in
coordinate cartesiane. Questo potenziale soddisfa lequazione di Laplace (escluso nei
due punti singolari) essendo la somma di due soluzioni di tale equazione.
Avviciniamo ora il pozzo alla sorgente mentre facciamo tendere allinfinito la loro
intensit`a: ovverosia consideriamo il limite d 0 e , fatto per`o tenendo
costante la quantit`a = d. Dalla figura 7.4 si vede che (r rd ) d cos e
rrd r 2 , per cui il potenziale della doppietta sar`a
dopp (r, ) =
cos
.
4 r 2
232
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
1
1
r
r 2 + d 2 2r d cos
1
1
.
1 q
=
2
4 r
cos
1 + dr 2 2d
r
(r, ) =
4
d2
r2
2d
r
cos
1
1
2d
r
,
cos
che pu`o essere calcolata utilizzando lapprossimazione lineare fornita dalla seguente
serie di Taylor, con piccolo,
1
(1)(1)
1
=
+
+ O( 2 ) = 1 + + O( 2 ).
2
1
10
2 10
Avremo pertanto, nel limite d 0,
1
q
1+
d2
r2
2d
r
cos
1+
=1+
1 2d
cos + O(d 2 )
2 r
d
cos + O(d 2 ),
r
e quindi
d
d cos
1
2
1 1 cos + O(d ) =
.
(r, ) =
4 r
r
4 r 2
Ponendo d = , si ottiene proprio il potenziale della doppietta ricavato in precedenza.
Il campo di velocit`a della doppietta si ottiene mediante il semplice calcolo del
gradiente in coordinate sferiche
cos
2 cos
,
=
2
4 r
4 r 3
1
cos
sin
u (r, ) =
,
=
r 4 r 2
4 r 3
u r (r, ) =
r
2 cos
sin
r
.
4 r 3
4 r 3
La velocit`a della doppietta corrisponde quindi a una corrente di fluido che viene espulsa
dallorigine nella direzione negativa dellasse z e che viene riassorbita lungo quella
positiva. Il campo di velocit`a udopp (r, ) e` rappresentato in figura 7.5. Le frecce di nei
punti pi`u vicini alla singolarit`a non sono state disegnate a causa della loro lunghezza
eccessiva, che avrebbe reso confuso il disegno del campo vettoriale.
ISBN XX-abc-defg-h
0
Figura 7.5
233
Figura 7.6
=
(r, ) =
+ f (r ).
4
r
4 r
Per determinare la funzione f (r ), si considera anche la definizione di u sempre in
termini di
sin2
1
sin
(r, ) =
= u =
+ g( ).
3
r sin r
4 r
4 r
Pertanto f (r ) = g( ) = C = 0, per cui la funzione di corrente della doppietta e`
dopp (r, ) =
sin2
.
4 r
Nella figura 7.6 sono mostrate alcune delle linee di corrente della doppietta, contenute
in un piano assiale qualsiasi. Esse sono descritte in coordinate polari dalla funzione
sin2
,
4
per valori diversi di . Nella figura le varie linee di corrente sono disegnate con un
incremento costante di . Di conseguenza, la densit`a minore di curve nelle zone pi`u
lontane dalla singolarit`a corrisponde a valori minori del modulo della velocit`a. Una
descrizione del moto tridimensionale della doppietta si ottiene facendo ruotare le linee
di corrente attorno allasse z della figura. Nella tabella che segue sono raccolte tutte
le funzioni riguardanti le soluzioni elementari delle correnti assisimmetriche da noi
analizzate.
Tabella 1. Soluzioni elementari di correnti incomprimibili irrotazionali in
coordinate sferiche (r, ). Le soluzioni elementari sono tutte
assisimmetriche e le singolarit`a sono nellorigine.
r ( ) =
Corrente
(r, )
u r (r, )
u (r, )
(r, )
uniforme
Ur cos
U cos
U sin
1
2
2
2 Ur sin
sorgente
1
4 r
1
4 r 2
doppietta
cos
4 r 2
2 cos
4 r 3
sin
4 r 3
(1 + cos )
4
sin2
4 r
234
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
Approfondimento 1
Doppietta 3D posta
nellorigine ma con direzione di
inclinata rispetto allasse z
Figura 7.7
dopp (r) =
1 r
.
4 r 2
2
3
r
r
r
r
3 r
= r 4 r + 3 = 4 r + 3
r2
r
r
r
r
3( r )r
3( r )r
=
+ 3 =
.
r3
r
r3
Avremo quindi:
udopp (r) =
r r
r
r
0
Doppietta 3D posta in un
punto generico r e avente direzione di
arbitraria
1 [ 3( r )r]
.
4
r3
Notiamo che ora la funzione dipende da tutto il vettore posizione r dato che non esiste
pi`u la simmetria di rotazione intorno allasse z. Infatti, la frazione dipende da r che
compare al denominatore ma anche da entrambi gli angoli e delle coordinate sferiche
tramite la dipendenza da essi del versore radiale, r = r (, ), nel numeratore. Di nuovo,
se la doppietta e` diretta come lasse z, si ha 3( r )r = z 3 cos r =
(cos r sin 3 cos r ) = 2 cos r sin , in conformit`a al risultato
gi`a ricavato.
Le relazioni che abbiamo scritto si riferiscono sempre a una doppietta posta
nellorigine del sistema di riferimento. Non e` difficile estendere questi risultati al
caso di singolarit`a localizzate in un punto arbitrario dello spazio. Supponiamo di
avere appunto una doppietta di direzione qualsiasi posta nel punto r , come mostrato
in figura 7.8. Il suo potenziale sar`a dato dalla stessa relazione appena scritta con la
sola avvertenza di sostituire il vettore posizione r (assoluta) con il vettore separazione
(r r ) avendo laccortezza di esprimere anche il versore r come (r r )/|r r |.
Allora il potenziale di questa doppietta traslata rispetto allorigine sar`a
Figura 7.8
dopp
(r) =
1 (r r )
.
4 |r r |3
ISBN XX-abc-defg-h
235
1 2 2
Ur sin
(1 + cos ).
2
4
Per ogni valore di fissato, questa relazione fornisce una linea di corrente. Precisamente, risolvendo rispetto a r , si ottiene la funzione della linea di corrente in un
semipiano assiale, espressa in coordinate polari,
s
4
1
+ 1 + cos
r ( ) =
sin 2U
u(r, ) = U cos +
r U sin .
4 r 2
Determiniamo poi i punti in cui si annulla la velocit`a, ossia i punti di ristagno. Avremo
le due equazioni:
U cos +
1
= 0,
4 r 2
U sin = 0.
La seconda equazione dice che gli eventuali punti di ristagno si trovano sullasse z
1
= 0, per
( = 0 oppure = ). La prima equazione diventa allora: U + 4
r2
= 0 e = , rispettivamente. Supponendo che sia U > 0 e > 0, la sola soluzione
possibile e` il punto sullasse z avente coordinate (sferiche)
r
(a, )
con
a=
.
4U
Il punto di ristagno si trova quindi sullasse di simmetria, a sinistra della sorgente. Il
valore di sulla linea di corrente che passa per il punto di ristagno e` allora 0 =
(a, ) = 12 U a 2 sin2 4
(1 + cos ) = 0 4
(1 1) = 0. Lequazione di questa
linea di corrente particolare si ottiene sostituendo il valore = 0 = 0 nella funzione
r = r ( ) generale calcolata in precedenza:
rc ( ) =
2U
1 + cos
,
sin
che abbiamo indicato come rc perche pu`o corrispondere a un corpo solido sulla cui
superficie deve valere la condizione di non penetrazione. Si osservi che la distanza
R r sin dallasse z dei punti di questa linea di corrente e` data dalla semplice
relazione
r
Rc ( ) =
(1 + cos )
2U
e quindi per 0 tende a
r
r
Rc ( 0)
(1 + 1) =
= 2a,
2U
U
ovvero al doppio della distanza fra il punto di ristagno e lorigine del sistema di
riferimento.
236
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
70.5
Figura 7.9
Rc 2a
z
2
|uc ( )|2 = u r (rc ( ), ) + u (rc ( ), )
2
2U sin2
+ U 2 sin2 .
= U cos +
4 1 + cos
1 cos 2
2
2
2
cos +
|uc ( )| = U
+ sin
2
1 + cos 2
2
2
+ sin
=U
2
U2
5 + 2 cos 3 cos2 .
4
E` immediato vedere che la semplice funzione di ottenuta ha un massimo per il valore
di soluzione dellequazione cos = 31 , per cui la velocit`a massima sul corpo e` data
=
2
|uc |max = U = 1.1547 U
3
ed essa e` raggiunta nel punto di coordinate = cos1 13 = 70.5 e r = rc (70.5 ) =
Solidi di Rankine
La sovrapposizione di una singola sorgente e di una corrente uniforme ha condotto a una
corrente assisimmetrica attorno a un corpo di rivoluzione semi-infinito. Per ottenere
una corrente attorno a un corpo di rivoluzione di dimensione finita, possiamo collocare
sullasse del corpo un pozzo di intensit`a uguale e opposta a quella della sorgente n
modo che tutte le linee di corrente uscenti dalla sorgente convergano nel pozzo, e che
quindi la corrente esterna si apra davanti al corpo per poi richiudersi dietro di esso.
ISBN XX-abc-defg-h
237
r sin
r
1
b
Costruzione trigonometrica
dei contributi di due sorgenti alla funzione
di corrente
Figura 7.10
r cos
r cos + b
r cos b
1 2 2
Ur sin
(cos 1 cos 2 ),
2
4
dove 1 e 2 sono gli angoli che le rette congiungenti il punto (r, ) con le due sorgenti
formano con lasse z. Questi angoli sono indicati con la lettera che e` (un po) diversa
da perche gli angoli 1 e 2 non sono due valori particolari della coordinata angolare
, bens` sono delle funzioni delle variabili r e , ovvero sono funzioni della posizione
del punto nello spazio.
Le funzioni 1 (r, ) e 2 (r, ) si ottengono osservando che i tre triangoli rettangoli
della figura 7.10 hanno il cateto verticale in comune. I tre cateti orizzontali dei triangoli
con angoli , 1 e 2 sono lunghi rispettivamente r cos , r cos + b e r cos b.
Esprimendo allora la tangente di 1 e 2 come rapporto fra i due cateti del triangolo
corrispondente, avremo
tan 1 =
r sin
r cos + b
tan 2 =
r sin
.
r cos b
Linversione della tangente fornisce quindi le due funzioni richieste. Tuttavia, siccome
occorre poi calcolare il coseno di 1 e 2 da sostituire nella
funzione di corrente, e` conveniente utilizzare lidentit`a trigonometrica cos = 1/ 1 + tan2 , che permette di
ricavare
cos 1,2 = q
r
b
r2
b2
cos 1
2r
b
cos + 1
=q
cos
1
2b
r
b
r
cos +
b2
r2
cos + br
1 2 2
q
(r, ) = Ur sin
2
4
1 + 2b
r cos +
b2
r2
cos
1
2b
r
b
r
cos +
b2
r2
238
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
Urc sin =
(cos 1 cos 2 ),
2
4
dove 1 = 1 (r, ) e 2 = 2 (r, ) sono le funzioni ricavate in precedenza. Introducendo la distanza dallasse z, R r sin , questa relazione si riscrive come
Rc2 =
(cos 1 cos 2 ).
2U
h
b
Figura 7.11
= 0.
4( + b)2
4( b)2
2
1
=0
U b2 b
b
2 cos 1 =
,
2
2U
U h + b2
+1=
.
b
b
U b2
h2 =
ISBN XX-abc-defg-h
239
per |r| ,
C n
U
n
Figura 7.12
costante
r
per |r| ,
Questo risultato e` noto dalla studio del campo di una carica elettrica ferma, il cui
1 q
potenziale
(r) sappiamo essere proporzionale a 4
r . Nel caso in cui la carica totale
R
Q = s(r) d V associata alla distribuzione di densit`a di carica s(r ) sia nulla, Q = 0,
allora risulta
|(r)|
costante
r2
per |r| ,
1
r
per |r| ,
240
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
Il campo di velocit`a a grande distanza dal corpo avr`a quindi il seguente andamento:
u(r) = (r) = U + O
1
r3
per |r| .
Determiniamo a questo punto la forza FC esercitata dal fluido in moto sul corpo fermo.
Il fluido e` supposto essere non viscoso, per cui tale forza e` data dalla sola forza della
pressione agente sulla superficie C del corpo, ovvero:
I
FC =
P n d S,
C
essendo la normale n a C diretta verso linterno del corpo. Per il principio di azione
e reazione, il corpo esercita sul fluido una forza opposta F = FC . Per calcolare FC
mediante la relazione scritta e` necessario determinare il campo di pressione P = P(r)
da cui poi ricavare i valori P(rC ), con rC C. La risoluzione del problema della
pressione e` tuttavia molto complicata e dipende dalla forma del corpo considerato.
Esiste invece un percorso alternativo per calcolare la forza totale FC che non dipende
dalla forma specifica del corpo e che non richiede la conoscenza del campo della
pressione.
Consideriamo una superficie chiusa esterna al corpo che contiene una parte
del fluido attorno al corpo. Indichiamo con Sest questa superficie, come mostrato
nella figura 7.13.
U
C
C
Superficie di controllo
esterna Sest per la dimostrazione del
paradosso di dAlembert
Figura 7.13
Sest
(Il flusso attraverso la superficie del corpo C e` nullo in virt`u della condizione al
contorno di non penetrazione.) Risolvendo la relazione rispetto alla forza FC ricercata
abbiamo
I
d S.
[P n + u (u n)]
FC =
Sest
Ma per la legge di Bernoulli, la pressione in ogni punto del fluido e` data dalla relazione
P(r) + 12 |u(r)|2 = K
ISBN XX-abc-defg-h
241
= 21 [u(r) + U] [u(r) U] + U 2 + K
= P0 12 [u(r) + U] [u(r) U],
1
r3
per |r| .
Sest
d S + Area(Sest ) O
u (u n)
Sest
dS + O
u (u n)
1
.
r
1
r3
Daltra parte, se i punti della superficie Sest sono molto lontani dal corpo, la velocit`a
u U + O r13 e quindi avremo
FC
Sest
d S.
U (U n)
Lultima ipotesi deve essere intesa alla luce del principio di relativit`a galileiana di equivalenza di tutti i sistemi di riferimento inerziali. Si pu`o infatti considerare un corpo
fermo, investito da una corrente uniforme a grande distanza da esso, e allora potr`a
esservi una corrente stazionaria. Ma, per il principio di relativit`a, questa situazione e`
del tutto equivalente a quella dello stesso corpo in moto rettilineo uniforme in un fluido
fermo a grande distanza da esso, e in tal caso il campo di moto sar`a necessariamente
variabile. Esamiamo ora il ruolo di alcune delle altre ipotesi.
242
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
La prima ipotesi e` molto importante in quanto e` allorigine della differenza fra il caso
tridimensionale e quello bidimensionale della corrente attorno a un corpo cilindrico.
Infatti, la regione allesterno di un corpo di dimensione finita e` semplicemente connessa mentre non lo e` quella esterna a un corpo cilindrico di lunghezza infinita (di
sezione qualsiasi). Nel caso particolare di un cilindro circolare, abbiamo dimostrato
nel paragrafo 4.5 che la corrente incomprimibile irrotazionale stazionaria piana provoca
sul cilindro una forza risultante non nulla, perpendicolare alla direzione della velocit`a
esterna, quando il campo di moto ha una componente circolante attorno al cilindro.
La validit`a del paradosso di dAlembert pu`o essere analizzata anche quando il
corpo e` investito da una corrente comprimibile di un fluido supposto ancora non
viscoso. Si dimostra che anche in questo caso la forza agente sul corpo e` nulla quando
la corrente e` subsonica in tutto il campo di moto, con le ultime quattro condizioni
sempre soddisfatte.
Invece, nel caso di una corrente ancora incomprimibile ma di un fluido viscoso
entra in gioco lattrito del fluido per cui lintera teoria irrotazionale qui considerata non
e` pi`u applicabile e la corrente esercita sul corpo una forza non nulla.
Il paradosso di dAlembert non vale nemmeno quando il fluido occupa una regione
limitata per la presenza di una superficie libera, come, ad esempio, quando un corpo
si muove completamente immerso nellacqua di un lago. In tal caso sul corpo agisce
una forza diversa da zero che e` causata dallesistenza di unonda sulla superficie libera
dietro il corpo immerso e che e` chiamata resistenza donda.
Infine, anche nel caso di corrente non stazionaria, ovvero se il corpo si muove con
accelerazione non nulla in un fluido fermo, restando comunque in vigore tutte le altre
ipotesi, il fluido esercita sul corpo una forza diversa da zero.
E` opportuno ricordare che il paradosso di dAlembert riguarda solo la forza agente
sul corpo. Anche sa la risultante delle forze dovute allazione della pressione sulla
superficie del corpo risulta essere nulla, la risultante dei loro momenti (rispetto a qualche
punto) in generale non si annulla. Di conseguenza un corpo limitato di forma arbitraria
in moto uniforme in un fluido nelle condizioni considerate e` di solito sottoposto a un
momento delle forze anche se la forza totale e` nulla.
ISBN XX-abc-defg-h
243
in una tale regione, che, come si e` visto alla fine del paragrafo 4.5 per il caso del
cilindro circolare, ammette infinite soluzioni. Questa particolarit`a deve essere tenuta
in conto anche nel metodo di risoluzione mediante soluzioni elementari. Infatti, oltre
alle soluzioni elementari e singolari simili a quelle viste nel caso assisimmetrico, nel
caso dei problemi piani in un dominio molteplicemente connesso e` necessario includere
anche la soluzione elementare che rappresenta un vortice rettilineo.
r
z z
Costruzione della
componente R del vettore posizione r
perpendicolare allasse z e parallela al
piano x-y del moto del fluido
Figura 7.14
,
y
v=
,
x
ovvero
u = z ,
che sono state dimostrate nel paragrafo 3.9. Le curve di livello = costante sono le
linee di corrente del campo di velocit`a piano u = u(x, y).
Per rappresentare le soluzioni elementari singolari delle correnti piane e` possibile
utilizzare le coordinate cartesiane. Le espressioni matematiche risultano tuttavia pi`u
semplici se si adotta un sistema di coordinate cilindriche con lasse z perpendicolare
al piano del moto. Per essere pi`u precisi, quando il campo di moto e` piano, con componente z della velocit`a nulla e con le altre componenti indipendenti dalla coordinata
assiale z, e` naturale decomporre il vettore posizione spaziale r nelle sue componenti
perpendicolare e parallela allasse z nel seguente modo
r = R + z z .
Si e` introdotto pertanto il vettore posizione R appartenente a un piano del moto e che
pu`o essere rappresentato alternativamente in termini delle sue componenti cartesiane o
cilindriche, nei due modi seguenti:
).
R = x x + y y = R R(
La velocit`a del campo piano pu`o allora essere espressa in termini delle sue due componenti cilindriche (o polari)
) + u (R, ) ( )
u(R) = u(R, ) = u R (R, ) R(
Quando si utilizzano le coordinate cilindriche/polari, il potenziale cinetico e la funzione
di corrente dipendono dalle variabili R e e scriveremo indifferentemente = (R) =
(R, ) e = (R) = (R, ). Le componenti cilindriche della velocit`a piana sono
fornite dal gradiente (piano) del potenziale cinetico, , ovvero
uR =
,
R
u =
1
,
R
oppure possono essere calcolate anche in termini della funzione di corrente (R, )
per mezzo delle relazioni
uR =
1
,
R
u =
,
R
ovvero
u = z ,
come gi`a descritto nel paragrafo 3.9. Il campo vettoriale e` in ogni punto normale
alla velocit`a, ovvero vale la condizione di perpendicolarit`a u = 0, come e` facile
verificare.
2 Si noti che u non e` il modulo del vettore velocit`a
244
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
1 2
R
+ 2
= 0.
R R
R
R 2
Per quanto riguarda lequazione della funzione di corrente, osserviamo che la componente z di u espressa in termini di (R, ) e` data da
1 u R
Ru
R
R
1 1
R
R
R R
1 2
1
R
2
=
,
R R
R
R 2
1
R
1
=
R
z u =
1 2
1
R
+ 2
= 0,
R R
R
R 2
che e` la medesima equazione di Laplace del potenziale. Ovviamente, se le incognite e
sono considerate come funzione delle coordinate cartesiane x e y, esse soddisferanno
la stessa equazione di Laplace bidimensionale, ma con loperatore laplaciano espresso
2
2
nella sua forma cartesiana 2 = x 2 + y 2 .
()
R()
U sin
U x
U cos
u unif
R ( ) = U cos
x
Componenti cilindriche di
un campo di velocit`a uniforme in
direzione dellasse x
Figura 7.15
u unif
( ) = U sin ,
ovvero, compattamente,
) U sin ( ).
uunif (R) = U cos R(
Il potenziale corrispondente si determina integrando (rispetto a R) la definizione di u R
in termini di , ovvero
= u R = U cos
R
(R, ) = U R cos + f ( ),
ISBN XX-abc-defg-h
245
E` immediato verificare che questo potenziale soddisfa lequazione di Laplace in coordinate cilindriche. Si ha infatti
(U R cos )
1 2 (U R cos )
1
2 unif
R
+ 2
(R, ) =
R R
R
R
2
U cos d
dR
U d 2 cos
=
R
+
R
dR
dR
R d 2
U cos d R U cos
R
dR
R
U cos
U cos
= 0.
=
R
R
=
In modo analogo si determina la funzione di corrente unif (R, ). Dalla relazione che
definisce u R in termini di abbiamo
1
= u R = U cos
R
da cui
= U R cos
Per trovare la funzione arbitraria f (R), integriamo anche la definizione della componente u in termini di , ovvero
= u = U sin
R
(R, ) = U R sin + g( ).
d
,
dR
1 d
d
1 d
1
R
=
R
=
Ru R = 0,
R R
R
R dR
dR
R dR
246
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
d
A
Ru R = 0 u R (R) = ,
dR
R
dove A e` una costante qualsiasi. Il campo di moto incomprimibile e irrotazionale
dotato della simmetrica cilindrica in esame sar`a allora espresso dalla relazione
sorg
u R (R)
A
R( ).
R
Quindi lintensit`a della velocit`a e` inversamente proporzionale alla distanza R dallasse
z, come mostrato nell figura 7.16. Date le caratteristiche direzionali del campo di
moto, un tale campo pu`o essere interpretato come prodotto da una sorgente di fluido
distribuita uniformemente lungo tutto lasse z: se A > 0 il fluido e` eiettato verso
lesterno perpendicolarmente allasse e in modo uguale in tutte le direzioni. Si parler`a
quindi di una sorgente rettilinea o, pi`u brevemente sorgente 2D, per distinguere
questo campo piano da quello assisimmetrico della sorgente puntuale in tre dimensioni
(la sorgente 3D).
Invece della costante A si preferisce utilizzare un altro parametro, , che rappresenta la portata volumetrica per unit`a di lunghezza della sorgente. Il volume di
fluido P.V. L che attraversa nellunit`a di tempo una superficie cilindrica SL di raggio
R e di lunghezza L e` data dal seguente integrale
Z
Z
Z
A
A
n d S.
P.V. L =
u(R) n d S =
R n d S =
R
R SL
SL
SL R
u(R) =
Figura 7.16
per cui
In ogni punto di SL si ha n = R,
Z
Z
A
A
A
R R dS =
d S = 2 R L = 2 AL .
P.V. L =
R SL
R SL
R
La portata volumetrica per unit`a di lunghezza e` allora data da = P.V. L /L = 2 A,
da cui A = /(2 ). Scriveremo quindi il campo di velocit`a della sorgente 2D come
usorg (R) =
y
1
R( ),
2 R
ln R.
2
x
z
Figura 7.17
Figura 7.18
ISBN XX-abc-defg-h
247
1
1
= uR =
,
R
2 R
e quindi
(R, ) =
+ f (R),
2
= u = 0
R
(R, ) = g( ).
(R, ) =
() =
della soluzione ( ) = 2
Figura 7.19
.
2
Tuttavia, questa soluzione pu`o essere una funzione dei punti del piano solo a condizione
che la variabile vari in un intervallo minore di 2 . In caso contrario, se varia in un
intervallo maggiore o uguale a 2 , il punto (R, ) percorrerebbe unintera circonferenza
di raggio R e ritornerebbe quindi al punto di partenza. Ma in questo caso il valore di
alla fine sarebbe diverso dal valore nel punto iniziale, in quanto sarebbe incrementato
0 < 2,
(R, ) =
x
z
Figura 7.20
=
( ),
2
2
2
dove langolo e` funzione del punto, ovvero = (R, ), vedi figura 7.22.
Come nel caso della doppietta 3D, siamo interessati alla soluzione che si ottiene
facendo avvicinare le due sorgenti, ovvero nel limite d 0, mentre si fa aumentare la
loro intensit`a, , mantenendo per`o costante il prodotto d. Il parametro = d,
si chiama intensit`a della doppietta 2D.
248
CAPITOLO 7
R
d cos
=
d sin
Figura 7.21
ISBN XX-abc-defg-h
Dalla figura 7.21 si vede che langolo nel vertice (R, ) e` uguale alla differenza
( ), dato che + ( ) + = , per cui
d sin
.
R d cos
Quando d 0, langolo tende al rapporto fra larco d sin e il raggio (R
d cos ), ossia:
tan[(R, ) ] =
d sin
d sin
,
R d cos
R
per d 0. Di conseguenza la funzione di corrente della doppietta 2D e` data da
(R, )
dopp (R, ) =
sin
.
2 R
Le linee di corrente si ottengono dalla funzione polare R( ) = (cost sin )/, con
fissato che pu`o essere positivo e negativo, a seconda che sia [, 2 ] o [0, ].
Alcune linee, con incremento di costante, sono disegnate in figura 7.22. Le linee di
corrente della doppietta 2D sono delle circonferenze con il centro sullasse y e tutte
tangenti allasse x nellorigine.
Ci`o pu`o essere verificato analiticamente riscrivendo lequazione delle linee di
y = 0.
x 2 + y2 +
2
Ricorrendo al completamento del quadrato, ovvero aggiungendo a entrambi i membri
il quadrato di 4
in modo da avere un quadrato perfetto con y nel primo membro,
questa relazione equivale a
2
2
2
=
,
x + y+
4
4
Calcoliamo ora le componenti cilindriche della velocit`a della doppietta 2D ricorrendo alla loro definizione in termini della funzione di corrente. Avremo:
1
sin
cos
1
uR =
=
=
,
R
R
2 R
2 R 2
sin
sin
=
u =
=
,
R
R
2 R
2 R 2
y
x
x
Figura 7.23
ISBN XX-abc-defg-h
249
cos
sin
( ).
R( )
2 R 2
2 R 2
I vettori del campo di velocit`a della doppietta 2D sono disegnati nella figura 7.23,
evitando per`o la zona vicina alla singolarit`a nellorigine dove lintensit`a di u e` proporzionale a 1/R 2 e la lunghezza delle frecce avrebbe reso confusa la rappresentazione
del campo vettoriale lontano dallorigine.
Determiniamo infine il potenziale cinetico della doppietta 2D integrando la relazione
= u. Per la componente in direzione R abbiamo
cos
= uR =
R
2 R 2
(R, ) =
cos
+ f ( ),
2 R
1
sin
= u =
,
R
2 R 2
e integriamola rispetto a
sin
=
2 R
(R, ) =
cos
+ g(R),
2 R
Vortice rettilineo. Lultima soluzione elementare per le correnti piane che esaminiamo
e` il campo di moto di un fluido che ruota attorno a un asse ed e` irrotazionale in tutto lo
spazio tranne i punti dellasse z. Si tratta del vortice rettilineo che e` gi`a stato descritto
nel paragrafo 3.7, sia in coordinate cartesiane (esempio 3) sia in coordinate cilindriche
(esempio 4). In queste pagine, partiamo dallespressione del campo di velocit`a del
vortice in coordinate cilindriche stabilita nellesempio 5, ossia,
u vort
(R)
uvort (R) =
cos
.
2 R
( ),
2 R
250
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
Figura 7.25
Figura 7.26
Per prima cosa verifichiamo se uvort (R) e` effettivamente irrotazionale. Lunica componente non nulla della vorticit`a e` quella lungo z e abbiamo
vort
z u
(R) = z
2 R
1 d
=
R
2 R d R
( ) = 1 R 1
2 R R
R
1
0
=
,
R
2 R
per cui uvort = 0 in ogni punto del piano tranne il punto R = 0, ovverosia,
considerando lespansione in tre dimensioni del campo piano, in tutto lo spazio tranne
tutti i punti dellasse z. Su tale asse il campo del vortice e` singolare, perche la velocit`a
ha unintensit`a illimitata e assume ogni possibile direzione del piano. Quindi il vortice
rettilineo e` una soluzione singolare e, come ogni altra soluzione elementare singolare,
pu`o essere utilizzata solo se la singolarit`a e` allesterno del campo di moto.
Dal campo di velocit`a del vortice rettilineo e` facile ricavare la sua funzione di
corrente. Infatti, la definizione della componente in termini di fornisce
= u =
R
2 R
(R, ) =
ln R + f ( ),
2
ln R
2
e le sue linee di corrente sono semplicemente delle circonferenze con centro nellorigine,
come mostrato nella figura 7.26, coincidente con la figura 3.6.
Per quanto riguarda il potenziale cinetico, procediamo come al solito integrando
la definizione della velocit`a u = . Lequazione relativa alla componente R e`
= uR = 0
R
( ) = f ( ),
ISBN XX-abc-defg-h
251
= u =
R
2 R
=
d
2
( ) =
,
2
vort
(R) =
0 < 2,
Corrente
(R, )
u R (R, )
u (R, )
(R, )
uniforme
U R cos
U cos
U sin
U R sin
sorgente
ln R
2
1
2 R
1
2 R
sin
2 R 2
vortice
doppietta
cos
2 R
Approfondimento 1
cos
2 R 2
ln R
2
sin
2 R
Per completezza di informazione, analizziamo anche il caso di una doppietta 2D, sempre
posta nellorigine, ma avente una direzione in generale diversa da quella dellasse x.
Questa soluzione elementare non ha la simmetria rispetto allasse x e quindi non pu`o
essere usata per risolvere problemi di correnti simmetriche rispetto a tale asse.
Indichiamo con il vettore il cui modulo e` lintensit`a di una doppietta posta
nellorigine e la cui direzione (dalla sorgente al pozzo, prima di effettuare il limite)
e` contenuta nel piano (x, y) ma per il resto generica, come mostrato in figura 7.27.
Allora, il potenziale sar`a evidentemente
Doppietta 2D posta
nellorigine ma con la direzione di
arbitraria
Figura 7.27
dopp (R) =
1 R
,
2 R
= R(
). Infatti, nel caso particolare = x , risulta R
= x R
= cos
dove R
e si riottiene il potenziale del dipolo 2D parallelo allasse x.
252
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
R
1
R
=
=
+ 2 ( R).
2
2
R
R
R
R
Conviene poi calcolare il termine ( R) in coordinate cartesiane, ricordando che
R = x x + y y , per cui avremo
( R) = (x x + y y) = (x x) + ( y y) = x x + y y = .
Sostituendo questo termine nella relazione precedente si ottiene
2 R
R
= R 3 R + 2 =
R+ 2
3
R
R
R
R
R
=
2( R)
2( R)
+
=
.
R2
R2
R2
Avremo quindi:
udopp (R) =
R]
1 [ 2( R)
.
2
R2
Nel caso di vettore della doppietta allineato con lasse x, questo campo di velocit`a
R
= x 2 cos R
=
coincide con quello gi`a noto, in quanto risulta 2( R)
ln R.
2
1
u(R, ) = = U cos +
R( ) U sin ( ).
2 R
Per quanto riguarda la funzione di corrente del campo di moto considerato, avremo:
(R, ) = U R sin +
.
2
Per ogni valore di fissato, questa relazione fornisce una linea di corrente. Precisamente, risolvendo rispetto a R, si ottiene la funzione della linea di corrente espressa in
coordinate polari
R( ) =
2U
1
.
sin
ISBN XX-abc-defg-h
253
1
= 0,
2 R
per = 0 e = , rispettivamente. Supponendo che sia U > 0 e > 0, la sola
soluzione possibile e` il punto sullasse x avente coordinate polari
U +
.
2U
Il punto di ristagno si trova quindi sullasse di simmetria, a sinistra della sorgente. Il
valore di sulla linea di corrente che passa per il punto di ristagno e` allora
(a, )
con
a=
0 = (a, ) = U a sin +
= .
2
2
,
2U sin
che abbiamo indicato come Rc perche pu`o corrispondere a un corpo solido che devia la
corrente uniforme lontano dal corpo. La semi-ampiezza asintotica dellogiva cilindrica
di Rankine si indica con h ed e` data da
h = lim Rc ( ) sin =
lim
sin =
.
0
2U 0 sin
2U
La figura 7.28 fornisce la rappresentazione di alcune linee di corrente allesterno della
linea R = Rc ( ) passante per il punto ristagno. Pertanto, mettendo una ogiva semiinfinita cilindrica la cui forma corrisponde alla superficie ottenuta facendo traslare la
curva R = Rc ( ) parallelamente allasse z, la corrente incomprimibile inviscida piana
attorno a tale corpo avrebbe landamento delle linee mostrate nella figura 7.28.
Conoscendo lequazione della forma del corpo, possiamo calcolare analiticamente
la velocit`a sulla sua superficie. Il quadrato della velocit`a sul corpo e` infatti dato da
2
2
|uc ( )|2 = u R (Rc ( ), ) + u (Rc ( ), )
2U sin 2
+ U 2 sin2 .
= U cos +
2
Rc ()
y
Figura 7.28
63
254
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
sin2
sin 2
sin(2 )
|uc ( )| = U
+ sin2 = U 1 +
+
.
cos +
( )2
Il grafico di |uc ( )|/U e` mostrato in figura 7.29. Il valore massimo della velocit`a
sulla superficie dellogiva si raggiunge per = 63 e vale |uc (63 )| = 1.26 U . Per
il teorema di Bernoulli, la pressione raggiunge in questo punto un valore minimo
sulla superficie del corpo. Dopo questo punto la corrente sulla superficie rallenta e
la pressione aumenta, con la possibilit`a che si verifichi una separazione dello strato
limite.
uc |/U
1.0
Figura 7.29
0.5
1
4
3
4
1
2
R
1
(R, ) = U R sin +
2
x
Figura 7.30
1 (R, ) 2 (R, ) ,
2
dove le funzioni relative agli angoli 1 (R, ) e 2 (R, ) si ricavano esattamente come
nel caso delle sorgenti 3D dellovoide di Rankine, illustrato nella figura 7.10 del paragrafo precedente.Abbiamo allora le funzioni
cos
2b
R
b
R
cos +
b2
R2
cos + Rb
1
q
+
cos
2
1 + 2b
R cos +
b2
R2
cos1 q
cos
1
2b
R
b
R
cos +
b2
R2
ISBN XX-abc-defg-h
255
La funzione di corrente attorno allovale cilindrico di Rankine pu`o essere scritta anche
in coordinate cartesiane. Esprimendo la tangente degli angoli 1 e 2 come rapporto
dei cateti, si pu`o scrivere
y
y
(x, y) = U y +
tan1
tan1
.
2
x +b
x b
Per mezzo di identit`a trigonometriche la differenza delle due tangenti inverse si riduce
a una sola funzione dello stesso tipo ma con un argomento pi`u complicato:
2by
1
(x, y) = U y
tan
.
2
x 2 + y 2 b2
Per fissato, questa equazione pu`o essere risolta rispetto a x ricavando:
s
2by
x(y; ) = b2 y 2 +
2U b y
.
tan b Ub
Nella figura 7.31 sono disegnate le linee di corrente attorno allovale cilindrico di
Figura 7.31
Per determinare il campo di velocit`a e` pi`u comodo partire dal potenziale cinetico
espresso in coordinate cartesiane e calcolare poi le componenti cartesiane u e v di u.
Il potenziale (x, y) e` dato da
R1
(x, y) = U x +
,
ln R1
ln R2 = U x +
ln
2
2
2
R2
dove R1 e R2 indicano la distanza dal punto generico (x, y) alle posizioni delle due
sorgenti, come illustrato nella figura 7.32. Essendo ovviamente
p
R1,2 (x, y) = (x b)2 + y 2 ,
si ottiene
(x, y)
(x, y) = U x +
R1
R2
Figura 7.32
(x + b)2 + y 2
ln
.
4
(x b)2 + y 2
x +b
x b
=U+
,
u(x, y) =
x
2 (x + b)2 + y 2
(x b)2 + y 2
y
v(x, y) =
=
.
y
2 (x + b)2 + y 2
(x b)2 + y 2
La figura 7.33 mostra il campo di moto attorno allovale limitando la rappresentazione
a un solo quadrante del piano dal momento che la velocit`a negli altri quadranti si ottiene
sfruttando la simmetria rispetto agli assi x e y.
256
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
Campo di moto in un
quadrante intorno allovale cilindrico di
Rankine per U
b =1
Figura 7.33
U+
2
1
1
= 0.
+ b b
= 0,
1
U b
b2
da cui e` immediato ricavare
r
= 1+
.
b
U b
Per quanto riguarda la semi-altezza h, il punto (x, h) e` sulla linea di corrente passante
per i punti di ristagno associata al valore = 0. Avremo quindi lequazione (0, h) =
0, ovverosia
2bh
2b/ h
h
1
Uh
tan1
=
tan
=
0
.
2
b
2U b
h 2 b2
1 b2 / h 2
2c
2 tan
1
Dato che tan(2) = 1tan
= 2 tan1 c, per cui lequazione
2 , risulta tan
1c2
trascendente si pu`o scrivere anche nella forma seguente
h
h
= 1.
tan
b
b U b
Infine, data la simmetria del problema e della soluzione rispetto allasse y, la velocit`a
massima sulla superficie dellovale si raggiunger`a nei due punti (0, h) e sar`a data
dalla relazione senguente:
|uc |max
/(U b)
=U 1+
.
1 + h 2 /b2
ISBN XX-abc-defg-h
257
|uc |max
2U b
b
b
h
U
Tabella 3.
0.0
0.01
0.1
1.0
10.0
100.0
1.0
1.010
1.095
1.732
4.583
14.177
0.0
0.031
0.263
1.307
4.435
14.130
32.79
4.169
1.326
1.033
1.003
1.000
1.0
1.020
1.187
1.739
1.968
1.997
2.000
Tutti gli ovali cilindrici di Rankine hanno un gradiente di pressione sfavorevole sulla
superficie nella zona a valle. Nella corrente reale si verificher`a quindi una separazione
nello strato limite con la formazione di una scia consistente dietro il corpo, per cui
landamento della corrente previsto dalla teoria non viscosa non e` realistico in questa
zona, tranne nel caso in cui lovale sia molto sottile.
y
(R,)
(x,y)
x = R cos ,
x
Figura 7.34 Legame delle coordinate
y = R sin .
R=
x 2 + y2,
tan =
y
,
x
ma non e` ancora utilizzabile direttamente in questa forma, dato che la seconda relazione
non e` unespressione esplicita dellangolo . A questo proposito si deve osservare che
non e` possibile esprimere in funzione delle coordinate cartesiane x e y mediante
la funzione tangente inversa tan1 (y/x). Infatti tale funzione assume valori solo
nellintervallo (/2, /2) (aperto) e questi angoli ricoprono soltanto il semipiano
positivo x > 0, mentre langolo delle coordinate cilindriche/polari pu`o assumere
ogni valore compreso nellintervallo (0, 2 ), di ampiezza doppia.
La determinazione dellangolo corrispondente al punto (x, y) pu`o essere realizzata solo mediante una funzione avente due variabili indipendenti, che scriveremo come
= tan21 (y, x), per non discostarci troppo dalla notazione consueta delle funzioni
trigonometriche inverse. Tale funzione tiene conto anche del quadrante in cui si trova il
punto (x, y) e fornisce il valore corretto dellangolo appartenente allintervallo completo (0, 2 ). Pertanto, la trasformazione esplicita corretta dalle coordinate cartesiane
(x, y) a quelle cilindriche (R, ) e` definita da
R=
x 2 + y2,
Nei linguaggi di programmazione la funzione inversa tan21 (y, x) e` indicata normalmente con atan2(y, x) oppure con ATAN2(y, x). Quando si usano queste funzioni
su un calcolatore, occorre stare attenti allordine inverso in cui compaiono i due
parametri y e x.
258
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
Nella tabella 4 riportiamo le soluzioni singolari delle correnti piane espresse in termini
delle coordinate cartesiane x e y. Esse sono ottenute applicando alle soluzioni in
coordinate cilindriche R e il cambiamento di variabili appena descritto.
Soluzioni elementari di correnti piane in coordinate cartesiane (x, y).
Tutte le singolarit`a sono nellorigine.
Tabella 4.
Corrente
(x, y)
u(x, y)
v(x, y)
(x, y)
uniforme
Ux
Uy
ln x 2 + y 2
2
x
2
2 x + y 2
y
2
2 x + y 2
tan21 (y, x)
2
y
2
2 x + y 2
2
2 x + y 2
2
2 x + y 2
y2 x 2
2 (x 2 + y 2 )2
2x y
2
2 (x + y 2 )2
sorgente
vortice
doppietta
tan21 (y, x)
2
p 2
ln x + y 2
2
y
2
2 x + y 2
0
y
R = (x, y)
R R0
x
R0
Sorgente 2D posta in un
punto R0 diverso dallorigine
Figura 7.35
(x, y) =
ln (x x0 )2 + (y y0 )2
2
u0 (x, y) =
x x0
y y0
x +
y .
2 (x x0 )2 + (y y0 )2
2 (x x0 )2 + (y y0 )2
ISBN XX-abc-defg-h
259
X
C
cos(k )
B ln R
sin(k )
ck k+1 + dk k+1
R
+
+ a1 cos + b1 sin +
R
R
R
R
k=1
X
sin(k )
cos(k )
.
ck k+1 dk k+1 +
+ a1 sin + b1 cos +
2 R
R
R
k=1
C
k
B ln R
ck cos(k ) + dk sin(k ) R
+
+ U cos
R
R
R k+1
k=1
X
+ U sin +
k=1
.
c
sin(k
)
d
cos(k
)
+
k
k
2 R
R k+1
k
Inoltre, la quantit`a netta di fluido che attraversa una superficie cilindrica di raggio tale
da racchiudere completamente il corpo, altrimenti si verificherebbe una generazione
di massa del fluido dal nulla allinterno della superficie cilindrica considerata. Di
conseguenza B = 0 e C = 0, per cui la soluzione si semplifica in
X
u(R) = U cos
k=1
R
c
cos(k
)
+
d
sin(k
)
k
k+1 k
k
X
+ U sin +
k=1
.
ck sin(k ) dk cos(k ) +
2 R
R k+1
k
a2
a2
cil. circ.
,
u
(R) = U 1 2 cos R + U 1 + 2 sin +
2 R
R
R
dove rappresenta il valore della circolazione attorno al cilindro.
Lannullamento di tutti i coefficienti della serie precedente tranne uno e` una conseguenza della semplicit`a delle condizioni al contorno sulla superficie del cilindro
circolare: annullamento della componente normale della velocit`a. La serie e` in realt`a
in grado di descrivere qualunque distribuzione della velocit`a normale sul cilindro e per
una data funzione u R (a, ) tutti i coefficienti ck e dk potranno essere non nulli.
Se ora consideriamo un cilindro avente sezione di forma arbitraria, possiamo
esaminare il campo di velocit`a della corrente incomprimibile e irrotazionale intorno a
esso considerando solo la regione che e` allesterno di un cilindro di sezione circolare
di raggio abbastanza grande da racchiodere completamente il corpo. La componente
normale della velocit`a su tale superficie immaginaria avr`a un andamento non ovvio
260
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
che dipende dalla forma della sezione del corpo cilindrico. Tuttavia, per quanto
appena detto, questo andamento pu`o essere rappresentato in modo esatto dallinsieme
dei coefficienti che assumeranno valori dipendenti dalla distribuzione della velocit`a
normale. Con i suddetti valori, la serie considerata rappresenter`a esattamente il campo
di velocit`a della corrente attorno al corpo cilindrico di sezione arbitraria, anche se
solo allesterno del cilindro circolare immaginario. Se ora consideriamo il campo di
velocit`a a una distanza sufficientemente grande, ovvero per |R| , esso pu`o essere
scritto mettendo in risalto il termine costante e quello che tendea zero pi`u lentamente,
nel modo seguente:
u(R) = U +
1
+O 2
2 R
R
per |R| .
essendo la normale n a c diretta verso linterno del cilindro. Per il principio di azione
e reazione, il cilindro esercita sul fluido una forza opposta f = fc . Per calcolare fc
mediante la relazione scritta e` necessario determinare il campo di pressione P = P(R)
da cui poi ricavare i valori P(Rc ), con Rc c. La determinazione del campo di moto
e della pressione e` tuttavia complicata e dipende dalla forma della sezione del clindro
considerato. Esiste invece un percorso alternativo pi`u semplice per calcolare fc che
non dipende dalla forma della sezione del cilindro e che non richiede di conoscere il
campo della pressione.
Consideriamo una superficie cilindrica esterna al corpo cilindrico, che contiene la
parte del fluido compresa fra le due superfici. Indichiamo poi con Sest questa superficie
esterna, e con sest la curva (chiusa) che risulta dallintersezione di Sest con un piano
perpendicolare allasse del cilindro. Introduciamo infine una coordinata curvilinea s
di tale curva che rappresenta la lunghezza darco a partire da un punto fisso qualsiasi
della curva.
Essendo la corrente stazionaria, possiamo scrivere lequazione esprimente il bilancio della quantit`a di moto del fluido contenuto in Sest : la somma di tutte le forze
agenti sul fluido pi`u la quantit`a di moto del fluido che entra nella regione considerata
deve essere nulla. Dobbiamo allora includere: la forza fc che il cilindro esercita sul
fluido attraverso la superficie c, pi`u la forza che il fluido allesterno di Sest esercita sul
fluido interno e infine il flusso della quantit`a di moto che entra nella regione considerata
attraverso Sest , mentre attraverso la superficie del cilindro il flusso e` nullo. In formula
abbiamo quindi
I
ds = 0.
[P n u (u n)]
fc +
sest
sest
Valutiamo ora i due termini della forza. Per il teorema di Bernoulli relativo alle correnti
irrotazionali la pressione in ogni punto del fluido e` data dalla relazione
P(R) + 12 |u(R)|2 = K ,
ISBN XX-abc-defg-h
261
= 21 u(R) + U u(R) U + U 2 + K
= P0 12 u(R) + U u(R) U ,
2U +
1
1
+O 2
+ O 2
2 R
2 R
R
R
1
U
+O 2 .
2 R
R
Analizziamo ora il contributo alla forza dovuto alla presenza del termine non lineare
Questo e` il punto pi`u delicato della dimostrazione per il problema della
u (u n).
corrente piana rispetto al problema tridimensionale. Infatti, passando dal caso
3D
a
quello 2D, il primo termine che tende a zero a grande distanza cambia da O r13 in
O R1 , e questultimo e` associato alla componente rotante attorno al corpo clindrico.
Nel caso 3D il termine O r13 era poi moltiplicato per larea della superficie della
sfera, 4r 2 , e quindi tendeva a zero, mentre nel caso 2D il termine O R1 deve essere
moltiplicato per la lunghezza della circonferenza, 2 R, per cui d`a un contributo finito
alla forza. Un calcolo diretto permette di ricavare
1
1
= U+
U n +
+O 2
n + O 2
u (u n)
2 R
2 R
R
R
1
+
+U
+O 2
= U (U n)
(U n)
( n)
2 R
2 R
R
1
+ U ( n)
+O 2 .
+
(U n)
= U (U n)
2 R
R
Sostituiamo le due relazioni trovate nellespressione della forza Hsul cilindro. Osservando che lintegrale contenente P0 e` nullo in virt`u dellidentit`a sest n ds = 0, valida
per ogni linea chiusa, avremo
fc =
1
ds
+O 2
(U ) n
R
R
sest
I
1
+
+ U ( n)
+O 2
U (U n)
ds.
(U n)
2 R
R
sest
Senza ledere la generalit`a supponiamo che la superficie Sest abbia una sezione circolare
per cui n = R
= 0 e il
di raggio R. Allora il versore normale n coincide con R,
terzo termine del secondo integrale e` nullo. Raccogliendo in un unico integrale i due
termini rimanenti legati alla componente rotante, abbiamo allora:
fc =
sest
ds +
U (U n)
sest
(U ) n (U n)
ds
R
+O
1
,
R2
sest
ds +
U (U n)
1
ds
U (n )
+O 2 .
R
R
sest
262
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
Infine, il vettore U non dipende dalla posizione per cui esce dal segno di integrale e
inoltre n = z , per cui, osservando che ds = R d , si ha anche
I
Z 2
1
fc = U U
n ds +
U z
d + O 2
2
R
sest
0
H
e quindi, utilizzando di nuovo lidentit`a sest n ds = 0,
1
fc = U z + O 2 .
R
Effettuando il passaggio al limite per R 0 il secondo termine va a zero e si ha
fc = U z .
Notiamo che, proprio come nel caso della corrente tridimensionale, la forza fc per unit`a
di lunghezza in apertura non dipende dalla scelta della superficie chiusa Sest e da quanto
lontana essa risulta essere dal corpo cilindrico. La linea chiusa sest , che e` lintersezione
della superficie Sest con un qualunque piano perpendicolare allasse del cilindro, deve
tendere a un cerchio di raggio infinito solo per permettere di calcolare fc anche senza
conoscere landamento della pressione sulla superficie del corpo cilindrico. In altre
parole, anche in questo caso il processo di limite serve solo per dimostrare una formula
esatta, non per calcolare il valore asintotico di una determinata grandezza.
Se introduciamo il vettore = z , avente la stessa direzione dellasse del vortice
(che coincide con lasse z) e il modulo uguale allintensit`a del vortice, la forza per unit`a
di lunghezza agente su un cilindro di sezione qualsiasi e` data dalla relazione vettoriale
generale
fc = U .
Questa relazione costituisce il teorema di KuttaJoukowski e stabilisce che la forza
esercitata su un corpo cilindrico di sezione qualsiasi da una corrente incomprimibile
irrotazionale uniforme U allinfinito e` perpendicolare sia alla direzione di U sia a
quella dellasse del cilindro. La relazione trovata dice anche che la componente della
forza causata dalla corrente nella sua stessa direzione e` nulla. Questa proposizione
e` nota come versione bidimensionale del paradosso di dAlembert. Infatti, nel caso
in cui la circolazione e` nulla si ricade nella stessa situazione del caso di corrente
tridimensionale attorno a un corpo non clindrico in cui la forza totale e` nulla.
Se il sistema di riferimento cartesiano e` stato scelto con lasse x in direzione della
velocit`a U e lasse z parallelo allasse del corpo cilindrico, allora U = U x z =
U x z = U y , e la relazione del teorema di KuttaJoukowski diventa
fc = U y .
Figura 7.36
ISBN XX-abc-defg-h
263
lim (R) = U,
|R|
dove U = U x e n indica il versore normale alla superficie del profilo diretto verso il
suo interno (la normale deve essere uscente dal dominio di calcolo). Ovviamente, qui
2
2
2 rappresenta loperatore laplaciano in due dimensioni, 2 = x 2 + y 2 .
Metodo di soluzione
Lequazione di Laplace e` lineare per cui si pu`o utilizzare il principio di sovrapposizione
degli effetti. Potremo allora rappresentare il campo di velocit`a allesterno del profilo
mediante la somma di opportuni campi elementari (corrente uniforme, sorgenti o pozzi
lineari, doppiette . . .). La presenza e la forma del profilo sar`a poi tenuta in conto
imponendo le condizioni al contorno sulla sua superficie, o meglio, in alcuni punti
opportunamente scelti su di essa.
Il potenziale attorno a un profilo simmetrico posto a incidenza nulla pu`o essere
visto come la somma del potenziale della corrente uniforme indisturbata e dei potenziali
di unopportuna distribuzione di J doppiette, poste dentro il profilo lungo la sua corda
e aventi la direzione parallela ad essa:
(R) = unif (R) +
J
X
dopp
j j
j=1
(R) + C,
dove C e` una costante arbitraria del tutto irrilevante. Il potenziale della doppietta
j-esima, di intensit`a unitaria, posta nel punto D j e` dato dalla relazione
dopp
(R) = dopp (R D j ),
dove dopp (R) e` il potenziale di una doppietta posta nellorigine. In coordinate cilindriche/polari R = (R, ) il potenziale dopp (R) e` espresso dalla relazione riportata in
tabella 2,
dopp (R) =
1 cos
,
2 R
264
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
x 2 + y 2 , il potenziale
1
x
.
2
2 x + y 2
D j = j 21 x x ,
j = 1, 2, . . . , J
Figura 7.37
J 1 J
J
X
j=1
j dopp (R D j ) + C.
J
X
j=1
j dopp (R D j ).
Le incognite del problema sono quindi le intensit`a delle doppiette, cio`e, il vettore
= { j , j = 1, 2, . . . , J }, mentre la costante C non ne fa parte, potendo essere scelta
del tutto arbitrariamente.
Osserviamo che la condizione al contorno a grande distanza dal profilo e` soddisfatta
indipendentemente dai valori { j , j = 1, 2, . . . , J }, poiche
unif (R) U e dopp (R) 0
per
|R| .
= 0,
n Ci
per i = 1, . . . , J,
i = 1, 2, . . . , J,
ISBN XX-abc-defg-h
J 1
Figura 7.38
265
dove la funzione ysp (x) rappresenta lo spessore del profilo considerato in funzione della
coordinata x lungo la corda. Con questa scelta il primo punto di controllo coincide con
il punto centrale del bordo di attacco. Inoltre, data la singolarit`a del bordo di uscita,
nessun punto di controllo e` stato posto in questo punto. Notiamo che, per la simmetria
delle sorgenti usate, la stessa condizione di non penetrazione sar`a soddisfatta dalla
soluzione anche nei punti simmetrici posti sul ventre.
Otteniamo dunque il seguente sistema lineare
A = b
di J equazioni in J incognite, dove A R J R J e` la matrice dei coefficienti, R J
e` il vettore delle incognite e b R J e` il vettore del termine noto. Gli elementi di A e
b sono dati rispettivamente da
dopp
Ci
ai, j = n j
= n dopp (Ci D j ),
dopp (D j )
,
x
b1 = U,
per j = 1, 2, . . . , J , dove si e` usata la relazione unif (R) = U x.
La direzione normale in tutti gli altri punti di controllo sul profilo pu`o essere
determinata ricorrendo alla derivata dello spessore ysp (x), cio`e alla funzione:
Ci
i
n i
Figura 7.39
ysp
(x) =
dysp (x)
.
dx
Infatti possiamo osservare nella figura 7.39 che, per ogni punto di controllo Ci , la
(x )). Il versore n
i
tangente al profilo forma con lasse x un angolo i = tan1 (ysp
i
normale al profilo e` quindi dato da
n i = (sin i , cos i ).
266
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
Gli elementi della matrice e del vettore del termine noto per i = 2, 3, . . . , J e j =
1, 2, . . . , J sono quindi definiti da:
ai, j = sin i
dopp (Ci D j )
dopp (Ci D j )
cos i
,
x
y
bi = U sin i .
La matrice A e` non singolare essendo la costante C esclusa dalle incognite.
P(R)
|(R)|2
=
+ C,
2
dove C e` una costante legata al valore P della pressione a grande distanza dal
profilo, dove la velocit`a del fluido diventa uniforme, pari a U = U x . In base a questa
condizione si ha
P U 2
C=
+
,
2
per cui il campo di pressione assume la forma
1
P(R) P
= U 2 |(R)|2 .
2
Come noto, si introduce la quantit`a adimensionale coefficiente di pressione
P(R) P
c P (R) =
,
1
2
2 U
che indichiamo con una lettera minuscola per ricordare che si riferisce alla sezione di
un profilo in una corrente bidimensionale. Sostituendo lespressione della pressione
trovata, si ottiene
|(R)|2
.
U2
Essendo interessati allandamento della pressione sul profilo, calcoleremo quindi questa
funzione nei punti di controllo Ci che si trovano proprio sulla sua superficie
c P (R) = 1
c P (Ci ) = 1
|(Ci )|2
,
U2
dove naturalmente Ci = (xi , ysp (xi )) = ((i 1)x, ysp ((i 1)x)), per i =
1, 2, . . . , J . Si noti che il primo punto di controllo e` il bordo di attacco C1 = 0
2
= 1, poiche questo punto coincide con il punto di
per cui si ha c P (C1 ) = 1 |u(0)|
U2
ristagno e ivi u = 0 per definizione.
Il valore c P = 1 rappresenta il valore massimo che pu`o essere raggiunto dal
coefficiente di pressione poiche |u|2 0. Nellipotesi di corrente incomprimibile
adottata, il c P non ha invece un valore minimo. Infatti, dato che la pressione ha perso
il proprio significato termodinamico, sono ammissibili soluzioni con P < 0 e quindi la
velocit`a pu`o crescere in modo illimitato (come accade, ad esempio, in corrispondenza
di spigoli convessi). In questo caso c P diventa negativo e pu`o decrescere anchesso
indefinitamente. Si noti per`o che soluzioni in cui la velocit`a sia tale da rendere il valore
del numero di Mach locale piuttosto alto (diciamo > 0.3) non saranno fisicamente
plausibili perche il modello di corrente incomprimibile cade in difetto.
ISBN XX-abc-defg-h
267
linea media
Figura 7.40
corda
d = (s) ds
Figura 7.41
sc
(s) ds.
s0
(du
)(x, y) =
1 (s) ds
,
2
R
dove R e` la distanza fra i due punti, come illustrato nella figura 7.42, ossia,
R = R(x, y; s) =
(x xs )2 + (y ys )2 .
3 Larchetto posto sopra la velocit`a indotta allude alla forma incurvata del profilo e non deve essere
268
CAPITOLO 7
alla velocit`
Il contributo du
a e` diretto perpendicolarmente a R e quindi tale direzione
y
(x, y)
ds
ISBN XX-abc-defg-h
c
x
(d)(x, y) =
d
(s) ds
=
=
(s) ds ,
2
2
2
Figura 7.42
dove langolo dipende dalla posizione dei due punti (x, y) e (xs , ys ):
= (x, y; s) = tan1
y ys
x xs
Il potenziale della velocit`a generata dallintero strato sottile di vortici e` allora dato
dalla relazione
Z sc
1
(x, y; s) (s) ds.
(x, y) =
2 s0
Supponendo che la funzione circolazione (per unit`a di lunghezza) (s) sia stata de
terminata, il campo vettoriale fornir`a il contributo al campo di velocit`a indotto
dalla distribuzione dei vortici rettilinei lungo il profilo sottile. La velocit`a non
e` per`o definita nei punti del profilo dato che esso e` uno strato sottile di singolarit`a di
tipo vorticoso. Attraversando il profilo la velocit`a indotta
u = subisce infatti
un salto che pu`o essere determinato nel modo seguente.
Cosideriamo uno strato sottile di vortici rettilinei la cui sezione normale e` mostrata
nella figura 7.43. Supponiamo di prendere un percorso chiuso di forma rettangolare,
molto allungato, di lati ds e d a cavallo dello strato, per cui |d| |ds|. Indichiamo
con d
u e v
u la velocit`a indotta del fluido in due punti che si trovano dalla parte del dorso
e del ventre del profilo, e molto vicini ad esso. La circolazione lungo il perimetro del
rettangolo e` data solamente dal campo di velocit`a del vortice elementare che interseca
il rettangolo, per cui
d
u
d = (s) ds =
ds
v
u
u (s ) (s ) ds
= v
u v ds + des
u des d + d
u d ds + sin
u sin d,
Figura 7.43
dove lindice superiore v indica il ventre, lindice d sta per dorso, mentre gli indici
des e sin si riferiscono, rispettivamente, ai lati corti del rettangolo a destra e a sinistra.
Possiamo ora fare tendere d a zero e abbiamo
v d
(s) ds = v
u v ds + d
u d ds = v
u d
u ds =
u u ds,
ISBN XX-abc-defg-h
269
Correnti irrotazionali
attorno a un profilo. Sopra: senza
circolazione. Sotto: con circolazione che
soddisfa la condizione di Kutta.
Figura 7.44
Correnti irrotazionali
attorno a una lamina piana posta a
incidenza. Sopra: senza circolazione.
Sotto: con circolazione per soddisfare la
condizione di Kutta.
Figura 7.45
In realt`a, si constata invece che a ogni angolo dincidenza del profilo corrisponde
un valore determinato di . La ragione di questo va ricercata nel fatto che lapprossimazione di fluido non viscoso e` un modello che trascura un aspetto fisico fondamentale
del fenomeno fluidodinamico. Per renderci conto di ci`o, consideriamo un profilo in
una corrente esterna uniforme, posto a incidenza, e tracciamo le linee di una corrente
incomprimibile irrotazionale stazionaria con circolazione nulla attorno al profilo. I
punti di ristagno sulla superficie del profilo si dispongono uno sul ventre (nella zona
anteriore) del profilo e uno sul dorso (nella zona posteriore), come mostrato nel disegno
in alto della figura 7.44. Se esaminiamo le traiettorie delle particelle di fluido che
passano vicino alla parete sul dorso del profilo, osserviamo che esse sono regolari. Al
contrario, le traiettorie che stanno sotto il profilo e sono vicine alla sua superficie hanno
un andamento pi`u irregolare.
Infatti, tanto pi`u la traiettoria e` vicina alla parete, tanto pi`u deve seguire landamento
della forma del profilo, anche nella zona del bordo di uscita che ha uno spigolo appuntito, con un angolo piccolo. Seguendo tale spigolo, le traiettorie pi`u vicine al profilo
devono girare intorno al bordo duscita e tornare indietro rispetto alla direzione della
corrente esterna, andando verso il punto di ristagno sul dorso del profilo. Data la forma
acuminata del bordo duscita, queste traiettorie devono addensarsi nella zona di inversione. In effetti si pu`o dimostrare che la corrente incomprimibile irrotazionale senza
circolazione attorno a uno spigolo convesso come quello di un bordo duscita presenta
una singolarit`a nel punto angoloso nel quale la velocit`a tende allinfinito. Seguendo
landamento della velocit`a sul ventre del profilo, a partire dal primo punto di ristagno
(inferiore), in cui e` nulla, la velocit`a dovr`a aumentare fino allinfinito in corrispondenza
del punto angoloso per poi diminuire di nuovo fino a zero nel secondo punto di ristagno
(superiore).
Ci`o non e` fisicamente accettabile per diverse ragioni. Restando nellambito del
modello di corrente incomprimibile, nel quale la termodinamica e` stata esclusa completamente, osserviamo che le grandi variazioni della velocit`a su distanze molto piccole
vicino allo spigolo e la brusca decelerazione nella zona superiore del bordo duscita non
permettono pi`u di considerare trascurabili gli effetti causati dalla viscosit`a del fluido.
Nella corrente reale si scopre infatti che la corrente stazionaria assume landamento
mostrato nel disegno in basso della figura 7.44. Il punto di ristagno sul dorso si sposta
fino a coincidere con il punto angoloso dello spigolo. La corrente risultante da questo
aggiustamento causato dagli effetti viscosi ha una componente circolatoria in senso
orario e quindi avr`a un valore < 0 ben preciso.
Questo passaggio dalla corrente senza circolazione a quella con circolazione caratterizzato dalla posizione del punto di ristagno posteriore coincidente con lo spigolo
del bordo duscita e` illustrato forse meglio se si esamina il problema di una lamina
piana posta a incidenza, vedi figura 7.45. Si noti che nella corrente con circolazione
rappresentata nel disegno in basso la linea di corrente e` regolare nella zona del bordo
270
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
duscita dove e` parallela alla lamina. La presenza della circolazione lascia comunque
una singolarit`a nel campo di velocit`a nel bordo di attacco. Da ci`o deriva lesigenza
che il bordo dattacco dei profili alari (per le correnti incomprimibili) sia arrotondato
affinche la velocit`a possa essere regolare in tutto il campo di moto.
La figura 7.46 mostra il campo di velocit`a della soluzione esatta attorno a una
lamina piana, larga c = 2, posta in una corrente incomprimibile inviscida, uniforme a
grande distanza e diretta con un angolo dincidenza = 39 rispetto alla lamina.
Corrente inviscida
incomprimibile intorno a una lamina
piana, di larghezza c = 2, con incidenza
= 39 , in assenza di circolazione
Figura 7.46
1
2
0
Corrente inviscida
incomprimibile intorno a una lamina
piana, di larghezza c = 2, con incidenza
= 39 , con circolazione che soddisfa la
condizione di Kutta: K = U c sin
Figura 7.47
1
2
ISBN XX-abc-defg-h
b
c
Figura 7.48
271
Nella sua applicazione ai casi concreti la condizione di Kutta assume una forma
diversa a seconda delle caratteristiche geometriche del bordo duscita del profilo.
Esistono infatti tre tipi sostanzialmente diversi di spigoli del bordo duscita, che sono
rappresentati nella figura 7.48. Langolo dello spigolo pu`o essere finito (ovviamente
piccolo); oppure langolo pu`o essere nullo, nel qual caso si dice che il bordo duscita
e` una cuspide; infine si potr`a avere un profilo sottile, che pu`o essere visto come uno
strato sottile di vortici lungo il profilo stesso.
Nel primo caso, la condizione di Kutta e` molto semplice dato che il vettore velocit`a
deve avere componente normale nulla su entrambi i lati della punto spigoloso, ma le
due direzioni normali ad essi sono linearmente indipendenti per cui la velocit`a deve
essere necessariamente nulla nel punto del bordo duscita, ovvero la condizione di
Kutta assume la forma
u(b.u.) = 0,
In altre parole, il punto spigoloso di un bordo duscita con angolo finito deve essere un
punto di ristagno.
Nel caso di un bordo duscita a forma di cuspide, le due normali sul dorso e sul
ventre sono (anti)parallele e quindi le componenti tangenti della velocit`a sul ventre e
sul dorso possono essere non nulle. In base alla condizione di Kutta, queste velocit`a
devono solo essere finite ma potrebbero avere anche valori diversi. Daltra parte,
uneventuale discontinuit`a della velocit`a nel bordo duscita e lungo la linea di corrente
che esce da esso comporterebbe, per il teorema di Bernoulli, che la pressione assuma
due valori differenti nei punti di discontinuit`a della velocit`a. Questo e` evidentemente
impossibilie, per cui, nel caso di bordo duscita a forma di cuspide la velocit`a tangente
deve essere finita e deve assumere lo stesso valore sul dorso e sul ventre del profilo,
ovverosia:
u d (b.u.) = u v (b.u.)
dove il pedice denota la componente tangente alla superficie del profilo. Pertanto, la
linea di corrente che parte da un bordo duscita a forma di cuspide ha la stessa direzione
della tangente al profilo ma lestremo del bordo duscita pu`o anche non essere un punto
di ristagno, ossia in generale u d (b.u.) = u v (b.u.) 6= 0.
Lultimo caso riguarda un profilo sottile per il quale pu`o essere introdotta una
distribuzione di circolazione (s) per unit`a di lunghezza lungo il profilo, come visto
nel paragrafo precedente. La funzione (s) rappresenta il salto attraverso il profilo
della componente tangente della velocit`a, per cui la condizione di Kutta relativa al
bordo duscita di un profilo sottile diventa
(b.u.) = 0,
profilo sottile.
Si noti che la condizione di Kutta per il profilo sottile e` equivalente a quella per
la cuspide, ma e` riferita a una variabile diversa. Possiamo pertanto riassumere le
differenti versioni della condizione di Kutta relative ai tre tipi di bordo duscita nel
modo seguente:
u(b.u.) = 0,
angolo finito
(b.u.) = 0,
profilo sottile
272
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
n(s)
ylm (x)
(x)
x
(x)
U sin( )
La velocit`a u del fluido in ogni punto del campo di moto sar`a espressa come
u(r) = U +
u (r)
dove
u (r) rappresenta il contributo alla velocit`a indotto dalla distribuzione di vortici
lungo il profilo sottile. La condizione che la linea media sia una linea di corrente si
scrive imponendo lannullamento della componente di u normale al profilo, ovvero:
n(s)
u| ylm = n(s)
U +
u | ylm = 0,
s0 s s c ,
dove n(s)
indica il versore normale alla linea media nel punto s. La variabile s
rappresenta, come si e` detto, la coordinata curvilinea corrispondente alla lunghezza
dove denota il versore della direzione
darco della linea media. Scrivendo U = U ,
della velocit`a U avente angolo dincidenza , lequazione precedente equivale a
U n(s)
+ n(s)
u | ylm = 0,
s0 s s c .
dylm (x)
.
= U sin tan1
dx
ISBN XX-abc-defg-h
273
n(s)
u | ylm = n(s)
dylm (x)
U sin tan1
+ n(s)
0 x c.
n(s)
lm
u (s)
lm
(s) y lm
u (s)
e inoltre questa funzione pu`o essere calcolata lungo la corda invece che lungo il profilo,
ottenendo
v (x, 0) y
u (x, 0).
Notiamo che la riduzione a calcolare le funzioni sulla corda invece che sul profilo
e` possibile in quanto stiamo considerando la componente normale che e` continua
attraverso il profilo sottile. Sempre nellipotesi che la linea media del profilo non si
discosti molto dalla sua corda, possiamo pensare di collocare la distribuzione di vortici
sulla corda anziche sulla linea media e e di riguardare lincognita (s) come funzione
della variabile x,
( ) d
(s)
(x)
dv
(x)
con 0 x c.
Figura 7.50
dv
(x) =
1 ( ) d
.
2 x
v (x) =
c
0
dv
(x) =
1
2
( ) d
.
x
c
0
( ) d
1 dylm (x)
,
= U sin tan
x
dx
0 x c.
Avendo supposto che la linea media possa essere confusa con la corda, la derivata
dylm /d x e` molto minore di 1, per cui la funzione tan1 e` approssimabile con il suo
argomento. Inoltre, se consideriamo anche un angolo dincidenza piccolo (misurato
ovviamente in radianti), la funzione seno potr`a essere approssimata dal suo argomento.
Quindi, la forma finale dellequazione e`
1
2
c
0
dylm (x)
( ) d
.
= U
x
dx
274
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
0+
x
0
F(, x) d +
c
x+
F(, x) d ,
ed e` quindi indicato dal simbolo di integrale con una sbarretta per distinguerlo dallordinario simbolo dintegrazione degli integrali propri.
A questo punto, per ottenere un problema completo, includiamo la condizione di
Kutta mediante la quale la soluzione del problema e` unica e scriviamo la forma finale
del problema della teoria dei profili sottili a bassa incidenza nel modo seguente
Z c
1
( ) d
dylm (x)
,
= U
2 0 x
dx
(c) = 0.
La soluzione del problema di Prandtl dipende dallangolo dincidenza e dalla forma
della linea media del profilo che e` descritta dalla funzione ylm (x), 0 x c. Langolo
dincidenza e il termine con la derivata della linea media sono scritti nel membro di
destra poiche assieme costituiscono il termine noto dellequazione. La variabile x
che compare nellequazione integrale e` la coordinata lungo lasse x e ha quindi la
dimensione di una lunghezza, come la corda c. Tuttavia, la presenza di rapporti fra
lunghezze nella frazione dellintegrale e nella derivata della funzione della linea media
permette anche di interpretare x come variabile adimensionale rispetto alla lunghezza
c della corda, con intervallo dintegrazione [0, 1], a condizione di prendere anche la
funzione ylm (x) in forma adimensionale, sempre rispetto a c.
Approfondimento 1
ISBN XX-abc-defg-h
275
E p (x)
E
xi (E)
xi (E)
2
1
2 mv
+ E p (x) = E,
dx
2
E E p (x) .
= v(x) =
dt
m
Esaminiamo il caso in cui la particella si muove da sinistra verso destra, per cui
v(x) 0. Separando le variabili dellequazione differenziale otteniamo
dx
q
2
m
E E p (x)
= dt,
t = t (x) =
m
2
x
x0
d
.
E E p ( )
Invertendo la funzione t = t (x) cos` trovata si ottiene il moto x = x(t) della particella
nel caso in cui la sua energia sia E e allistante iniziale t = 0 si trovi in x0 .
E
Figura 7.52 Funzione inversa x i (E) dei
punti dinversione
Esaminiamo ora il moto della particella fra i due punti xi e xi in cui la sua velocit`a
si inverte: questi punti si ottengono come soluzione dellequazione E p (x) = E, per
E assegnato, ovverosia xi (E) = E p 1 (E), dove E p 1 indica la funzione inversa di
E p , che e` mostrata nella figura 7.52. In questo caso lintegrazione dellequazione
differenziale fra xi (E) e xi (E) fornisce met`a del periodo doscillazione,
T
=
2
m
2
xi (E)
xi (E)
dx
,
E E p (x)
poiche unoscillazione completa comprende il moto di andata e ritorno fra gli estremi
xi (E). Il periodo completo di oscillazione dipende quindi dal valore dellenergia E
e, sfruttando la simmetria del potenziale, esso e` esprimibile mediante la relazione
T (E)
Z
T (E) = 2 2m
Figura 7.53
xi (E)
dx
.
E E p (x)
276
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
dU
T (E)
d xi (U )
= ,
dU
E U
2 2m
U
(A, A)
U=E
dE
AE
dU
1
d xi (U )
=
dU
E U
2 2m
T (E) d E
.
AE
Figura 7.54
. . . dU
0
dE =
A
0
... dE
dU,
come mostrato nelle figure 7.54 e 7.55, per cui la relazione diventa
d xi (U )
dU
Z A
1
T (E) d E
dE
dU =
.
(A E)(E U )
AE
2 2m 0
Lintegrale interno e` elementare e vale (vedi pi`u avanti) per cui il primo membro
dellequazione si riduce a
U
(A, A)
U=E
U
A
Figura 7.55
A
0
d xi (U )
dU = xi (A) xi (0) = xi (A).
dU
Utilizzando questo risultato nellequazione integrale e cambiando i simboli delle variabili, E U e A E, si ricava
Z E
1
T (U ) dU
.
xi (E) =
E U
2 2m 0
Una volta trovata la funzione x = xi (E), la sua inversione fornisce E = xi 1 (x) =
E p (x), che e` il potenziale richiesto.
Lintegrale definito
Z
dE
(A E)(E U )
2
= 41 (A U )2 E 21 (A + U ) ,
ISBN XX-abc-defg-h
277
dE
2
1
1
U
2
4 (A U ) E 2 (A + U )
E=A
1 2E (A + U )
= sin
|A U |
E=U
1 U A
1 A U
sin
= sin
AU
AU
dE
=
(A E)(E U )
dylm (x)
(x) U
dx
e che rappresenta la componente verticale della velocit`a del fluido sulla superficie
del profilo. Il problema di Prandtl della teoria dei profili sottili si scrive allora pi`u
semplicemente come
Z c
1
( ) d
= (x),
2 0 x
(c) = 0,
2
(c x)x
Z c
(c )
( ) d + C ,
x
0
contenente la costante C, che pu`o assumere qualunque valore. La presenza del termine
1
associato alla costante arbitraria C significa che la soluzione dellequazione
(cx)x
non e` unica, ossia che esistono infinite soluzioni dellequazione di Prandtl, o meglio
1
una famiglia a un parametro di infinite soluzioni. Dimostriamo che la funzione (cx)x
e` effettivamente soluzione dellequazione integrale di Prandtl con termine noto nullo
(cio`e dellequazione integrale omogenea), ovverosia che risulta
Z c
d
=0
(x ) (c )
per ogni x [0, c]. A tale fine, e` possibile verificare che la seguente funzione
c(x+
)2x + 2 (c )
1
(cx)x
,
ln
Q(x, ) =
|x |
(c x)x
278
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
considerata come funzione della variabile , con x come parametro, calcolando la sua
derivata rispetto a xi, risulta essere una primitiva della funzione integranda, per cui si
pu`o scrivere
Z
d
= Q(x, ) + A,
(x ) (c )
(x ) (c )
Z x
lim
0+
d
+
(x ) (c )
c
x+
d
,
(x ) (c )
(x ) (c )
0+
= lim
0+
= 0 0 = 0,
e quindi
1
(cx)x
Il valore del parametro C e` uguale alla met`a della circolazione attorno al profilo
sottile, ovvero
1
=
C=
2
2
(x) d x.
Per rendercene conto integriamo lungo il profilo la densit`a di circolazione (x) della
soluzione generale, separando i due contributi:
Z
(x) d x =
Z c
Z
2C c
dx
dx
(c )
( ) d +
.
x
0 (c x)x
(c x)x 0
Scambiamo poi lordine delle due operazioni dintegrazione del primo termine, ottenendo,
Z
c
0
(x) d x =
c
0
Z c
(c ) ( ) d
0
dx
(x ) (c x)x
Z
2C c
dx
.
+
0 (c x)x
dx
= sin1
(c x)x
2x
1 + A,
c
ISBN XX-abc-defg-h
279
dx
= sin1
(c x)x
Pertanto abbiamo
=
c
0
(x) d x =
2C
2x
1 = sin1 1sin1 (1) =
= .
c
2
2
0
dx
= 2C.
(c x)x
Possiamo allora imporre la condizione di Kutta (c) = 0 per il profilo sottile in modo
da trovare la circolazione attorno al profilo che rende regolare la corrente nel bordo di
uscita. Affinche la soluzione soddisfi questa condizione, lespressione contenuta fra
le parentesi graffe della soluzione generale deve annullarsi per x = c, ovverosia deve
essere
Z
(c )
( ) d + K = 0,
c
2
dove K rappresenta il valore della circolazione totale per cui la condizione di Kutta
risulta soddisfatta. Tale valore e` pertanto dato da
K = 2
c
0
( ) d.
c
Z c
2
(c )
( ) d
K (x) =
x
c
(c x)x 0
Z c
2
(c ) x + p
=
( ) d
(c x)x 0 (x ) c
r
Z c
1
2(c x)
( ) d
=
x
(c x)x 0
r
r
Z c
2 c
1
=
1
( ) d,
x
x
0
dove e` stato aggiunto lindice K a per sottolineare che la soluzione K (x) soddisfa
la condizione di Kutta. Riesprimendo il secondo membro (x) in termini dellangolo
dincidenza e della derivata della linea media, si ottiene
K (x) =
Z c
1
x
d =
c
2U
Z c
c
dylm ( )
1
d.
1
x
c
d
0 x
Lintegrale (improprio) del primo termine che coinvolge langolo dincidenza pu`o
essere calcolato esattamente e non dipende da x e il suo valore e` . Sfruttando
questa informazione lespressione esplicita finale della soluzione pu`o essere scritta
nella forma seguente:
K (x) = 2U
Z
c
dylm ( )
1 c 1
1 +
d .
x
0 x c
d
280
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
2x
,
0 x c,
x (x) = cos1 1
c
Cambiamento
di variabili
della
x (x) = cos1 1 2x
c
coordinata x lungo la corda
la cui inversa e`
Figura 7.56
x( ) =
c
(1 cos ),
2
0 .
( ) = (x( )),
dove si e` aggiunto il pedice alla variabile incognita per evidenziare il fatto che la
soluzione del problema, (x), dipende dallangolo dincidenza .
Usando la stessa trasformazione
per la variabile dintegrazione , ossia intro
= U ,
2 0 cos cos
( ) = 0.
Notare che e` la variabile dintegrazione mentre indica la variabile libera dellequazione
integrale, che varia nello stesso intervallo [0, ] su cui e` esteso lintegrale.
1 + cos
sin
sin(n )
cos(n)
d =
,
cos cos
sin
n = 0, 1, 2, 3, . . . .
=
+
= 0 + = .
cos cos
0
0 cos cos
0 cos cos
ISBN XX-abc-defg-h
281
1 + cos
11
= 2U
,
sin
0
sin
0
d(1 + cos )/d
= 2U
( ) = 2U
= 2U
= 0,
d(sin )/d =
cos
1
per cui la soluzione e` regolare e soddisfa la condizione di Kutta per un profilo sottile.
Viceversa, nel bordo di attacco, ossia per = 0, si pu`o osservare che la soluzione e`
singolare, tranne quando = 0, dato che
(0) = 2U
1 + cos 0
2
= 2U .
sin 0
0
Questa singolarit`a e` dovuta alla forma tagliente del bordo di attacco e, nel caso di
un profilo dotato di spessore, potr`a essere eliminata per un solo valore dellangolo
dincidenza che dipende dalla forma della linea media, come sar`a mostrato nel paragrafo
7.11. Nei profili reali di spessore finito la singolarit`a non e` pi`u presente ma permane un
picco di velocit`a in corrispondenza del bordo dattacco. La soluzione per lincognita
originaria si determina ricorrendo alla trasformazione inversa = (x) = cos1 (1
2x/c). Un semplice calcolo permette di ottenere la funzione
r
r
1 x/c
1 + cos (x)
c
x . x
=r
=
=
1,
1
sin (x)
c
c
x
x
x
1
c
c
che e` mostrata nella figura 7.57.
5
4
3
2
1
Equazione integrale di
Prandtl per un profilo sottile
piatto:
q
Figura 7.57
c
x
x/c
Lespressione della circolazione locale per il problema del profilo piatto e` quindi
(x) = ( (x)) = 2U
c
1
x
Come si e` visto, questa soluzione soddisfa la condizione di Kutta per cui sarebbe pi`u
corretto indicarla come K, (x).
Landamento della densit`a di circolazione (x) e` utile perche rappresenta anche
il salto della pressione attraverso il profilo sottile, relativo alla soluzione linearizzata.
Infatti, dal teorema di Bernoulli per una corrente irrotazionale (anche con uneventuale
circolazione attorno al profilo) abbiamo
P(r) P
= 21 |u(r)|2 U 2 .
282
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
P(x)
P v (x) P d (x)
Poiche il contributo alla componente x della velocit`a dovuto alla strato di vortici e`
antisimmetrico per riflessione rispetto allasse orizzontale e poiche il contributo del
campo uniforme e` simmetrico, la velocit`a sulle due facce del profilo piatto e` data da
u d (x) = U cos 21 (x),
u v (x) = U cos + 21 (x),
per 0 x c. Sostituendo queste espressioni nella relazione del salto della pressione
lungo il profilo, si ottiene
n
2
2 o
P(x)
= 12 U cos 12 (x) U cos + 21 (x)
x
Ma per angoli dincidenza piccoli cos 1, per cui
P(x)
= 2U 2
c
1.
x
La spinta e` quindi diretta verso lalto. Inoltre, il carico e` concentrato verso il bordo di
attacco e diventa infinito per x 0. Lelevato gradiente della pressione vicino al bordo
di attacco causer`a la separazione della corrente quando langolo dincidenza aumenta.
Cionondimeno, la pressione relativa al profilo sottile piatto fornisce la portanza di
qualunque profilo simmetrico dal momento che la distribuzione dello spessore del
profilo non influenza la componente non simmetrica della soluzione, che e` quella
responsabile della portanza e del momento delle forze aerodinamiche.
Integrando il salto P(x) su tutto il profilo si ottiene la portanza:
Z c
Z cr
c
2
() =
P(x) d x = 2 U
1 d x.
x
0
0
Per calcolare lintegrale e` necessario conoscere il seguente integrale indefinito:
Z
p
c 1 2x
(c x)x
d x = (c x)x + sin
1 + C,
x
2
c
da cui si ottiene facilmente lintegrale definito
Z cr
Z c
c
(c x)x
c
1 dx =
dx =
.
x
x
2
0
0
Risulta pertanto
() = U 2 c.
Naturalmente, il campo della velocit`a attorno al profilo sottile si ottiene dalla sovrapposizione della velocit`a uniforme con quella indotta dalla distribuzione di vortici lungo
la lamina:
u (x, y) = U +
c
0
[y x + (x ) y ] ( )
d,
(x )2 + y 2
ISBN XX-abc-defg-h
283
Coefficienti aerodinamici
Siamo ora in grado di determinare il coefficiente di portanza per il profilo sottile piatto.
Per prima cosa si determina la circolazione totale dovuta allintera distribuzione di
vortici, dal bordo di attacco al bordo duscita, che e` data da
Z c
() =
(x) d x,
0
1
2
2 U c
Luso della lettera minuscola ricorda che il coefficiente e` relativo a una sezione 2D di
un problema attorno a un corpo cilindrico. Il coefficiente di portanza del profilo sottile
piatto posto a incidenza e` allora
c () = 2 ,
Se langolo dincidenza e` dato
in gradi ed e` indicato con , la
sua misura in radianti e` data
da: = ( ) = 180
.
Coefficiente di portanza di
un profilo piatto o simmetrico
Figura 7.58
0.8
1.2
16
24
32
40
284
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
Calcoliamo infine il momento delle forze agenti sul profilo scegliendo come punto di
riferimento il punto corrispondent al bordo dattacco della linea media. Consideriamo
lelemento di vorticit`a di intensit`a (x) d x che si trova alla distanza x dal bordo di
attacco. La circolazione elementare associata a questo elemento e` d = (x) d x e
fornisce un contributo alla portanza pari a d = U d = U (x) d x. A sua
volta questo elemento di portanza provoca una contributo dm al momento della forza
rispetto al bordo di attacco dato da dm = x d = U x (x) d x. Il momento totale,
rispetto al bordo di attacco, delle forze aerodinamiche agenti sul profilo piatto posto a
incidenza sar`a
Z c
Z c
m b.a. () =
dm = U
x (x) d x.
0
U 2 c2
1 cos2 d = U 2 c2 .
m b.a. () =
2
4
0
E` infine utile avere una versione adimensionale del momento delle forze m b.a. (). Si
introduce allora il coefficiente del momento delle forze, definito dal rapporto
cm, b.a. =
m b.a.
.
1
2 2
2 U c
Per il profilo sottile piatto posto a incidenza il valore del coefficiente del momento
delle forze e`
cm, b.a. () =
.
2
Osserviamo ora che entrambi i coefficienti di portanza e del momento delle forze
sono proporzionali allangolo dincidenza . Inoltre si vede che vale la relazione
cm, b.a. () = c ()/4. E` immediato ricavare la relazione che esprime il coefficiente
del momento delle forze cm, X valutato rispetto a un punto X lungo la corda, in funzione
di quello valutato rispetto al bordo di attacco:
X
c ,
c
dove c indica la lunghezza della corda del profilo. Mediante questa relazione possiamo
valutare il momento rispetto al punto x = c/4 a un quarto di corda al bordo di attacco,
ottenendo
cm, X = cm, b.a.
14 2 = 0,
Figura 7.59
ovverosia
c
4
1
4 c ()
cm, c/4 = 0,
per qualunque angolo dincidenza. Pertanto, il punto a un quarto di corda dal bordo di
attacco di un profilo sottile piatto e` chiamato centro delle pressioni.
Z
dylm (x( ))
() sin d
1
,
( ) = 0.
= U
2 0 cos cos
dx
ISBN XX-abc-defg-h
285
Se la linea media e` curva, la funzione dylm (x)/d x e` non nulla e ci`o rende lanalisi pi`u
elaborata rispetto al caso di profilo piatto nel quale dylm (x)/d x = 0. Si ricerca una
funzione ( ), per 0 , che soddisfi lequazione scritta e rispetti la condizione
di Kutta per un profilo sottile, ossia ( ) = 0.
1 + cos X
An sin(n ) ,
+
( ) = 2U A0 ()
sin
n=1
che contiene una serie infinita di termini, ciascuno funzione della variabile trasformata
. Il primo termine ha una forma simile alla soluzione del profilo piatto ma con
un coefficiente A0 () da determinare, mentre gli altri termini costituiscono una serie
di Fourier di soli seni con coefficienti An , n = 1, 2, . . . , anchessi da determinare.
Tutti questi coefficienti dipendono dalla forma della linea media, tramite la funzione
dylm (x)/d x, ma il primo dipende anche dallangolo dincidenza . Comunque, in ogni
caso la condizione di Kutta per un profilo sottile ( ) = 0 risulta soddisfatta, per
quanto visto nel caso di profilo piatto e dato che sin(n ) = 0 per qualunque n intero.
Nel bordo di attacco = 0 si ha invece ( ) per qualunque valore di
tranne, al pi`u, per un valore di per il quale sia A0 () = 0. Questo angolo particolare
dincidenza per cui non si ha la singolarit`a nel bordo di attacco si chiama angolo di
Theodorsen e si indica con Th : esso e` definito dalla condizione
A0 (Th ) = 0.
Langolo Th e` chiamato anche angolo dincidenza ideale oppure angolo di progetto.
Per determinare il valore dei coefficienti, e` necessario scoprire cosa implichi
lequazione integrale per la serie ( ). Sostituiamo allora nellequazione integrale
lespressione appena scritta e utilizziamo una nuova formula (ricavata nellappendice
H) per calcolare gli integrali definiti che compaiono nellequazione considerata
Z
sin(n) sin
d = cos(n ),
cos
cos
0
n = 1, 2, 3, . . .
1
1 + cos X
dylm (x( ))
sin d
An sin(n)
A0 ()
+
=
.
0
sin
cos cos
dx
n=1
Separando gli integrali dei due termini e portando fuori dal segno dintegrale le quantit`a
indipendenti da , si ottiene
Z
Z
A0 () (1 + cos ) d
1X
sin(n) sin d
dylm (x( ))
+
=
.
An
cos cos
cos cos
dx
0
0
n=1
Calcolando gli integrali definiti per mezzo delle due formule introdotte in precedenza,
questa relazione diventa
A0 ()
X
n=1
An cos(n ) =
dylm (x( ))
,
dx
286
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
ovvero
X
dylm (x( ))
An cos(n ).
= A0 () +
dx
n=1
Osserviamo che questa espressione e` una serie di Fourier di soli coseni. Pi`u precisamente, data una funzione f ( ), definita nellintervallo 0 , la sua rappresentazione come serie di coseni avr`a la forma
f ( ) = f 0 +
f n cos(n ),
n=1
dove
1
f0 =
fn =
f ( ) d,
f ( ) cos(n ) d,
per n = 1, 2, . . .
n = 1, 2, . . . ,
0
dx
0
dx
(c x)x
Coefficienti aerodinamici
Consideriamo ora le espressioni dei coefficienti aerodinamici per il profilo sottile con
curvatura. La circolazione totale dovuta allintera distribuzione di vortici dal bordo di
attacco al bordo duscita e`
Z c
Z
c
() =
(x) d x =
( ) sin d.
2 0
0
Sostituendo la soluzione ( ) trovata, si ha
Z
Z
X
() = U c A0 ()
An
(1 + cos ) d +
0
n=1
sin(n ) sin d .
ISBN XX-abc-defg-h
287
() = U c A0 () + 12 A1 .
12
dylm (x( ))
d +
dx
2
dylm (x( ))
cos d = 0
dx
e risolvendo rispetto ad =0
=0 =
2
dylm (x( ))
(1 cos ) d =
dx
c
0
dylm (x)
dx
x dx
.
cx c
() = U c =0 e
A0 () = =0 21 A1 .
() = U U c =0 = U 2 c =0 .
c () = 2 =0 ,
Coefficiente di portanza di
un profilo con curvatura
Figura 7.60
0.8
1.2
16
24
32
40
288
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
La pendenza di questa retta per un profilo sottile curvo e` quindi ancora costante come
per il profilo piatto e ha lo stesso valore
dc ()
= 2 rad1
d
0.11 gradi1 ,
oppure
U c2
4
(1 cos ) sin ( ) d.
U 2 c2
2
1 + cos X
An sin(n ) d,
+
(1 cos ) sin A0 ()
sin
n=1
2
cm, b.a. () =
An sin(n ) d
A0 () 1 cos + (1 cos ) sin
0
= A0 ()
n=1
1 cos2 d +
X
n=1
An
sin sin(n ) d
1
2
sin(2 ) sin(n ) d =
n,1 n,2 ,
2
4
A2
cm, b.a. () =
A0 () + A1
,
2
2
ovvero, sostituendo A0 () = =0 21 A1 ,
cm, b.a. () =
A1
A2
=0 +
.
2
2
2
c ()
+ (A1 A2 ),
4
4
ISBN XX-abc-defg-h
289
In base alla definizione, il momento delle forze rispetto a un punto X fisso sulla corda
e` esprimibile come
Z c
m X () = U
(x X ) (x) d x
0
= U
= U
0
c
x (x) d x X
(x) d x
0
x (x) d x + X U
X
c ().
c
Si definisce centro aerodinamico di un profilo il punto rispetto al quale il momento delle forze aerodinamiche (in generale diverso da zero) non dipende dallangolo
dincidenza, ossia il punto xc.a. tale che
Z c
(x xc.a. ) (x) d x = costante.
0
= 0.
d
c
d
xc.a.
2 = 0
2
c
c.a.
0
c
4
xc.a. =
c
.
4
Allora il momento delle forze rispetto al centro aerodinamico a un quarto di corda dal
bordo di attacco, come mostrato in figura 7.61, e` dato da
cm, c.a. = cm, c/4 =
(A1 A2 ).
4
Figura 7.61
xc.p.
c () = 0
c
xc.p. () = c
cm, b.a. ()
c ()
c
(A1 A2 )
c
A1 A2
xc.p. () =
1+
=
1+
.
4
4
c ()
2( =0 )
Pertanto la posizione del centro delle pressioni di un profilo con curvatura dipende
dallangolo dincidenza e quindi dal coefficiente di portanza. Quando langolo dincidenza varia, anche il coefficiente di portanza varia e il centro delle pressioni xc.p. si
sposta: in particolare, quando la portanza tende a zero, xc.p. () si allontana dal profilo
e tende allinfinito. Per questo motivo il centro delle pressioni non e` sempre il punto
pi`u adatto dove porre il sistema delle forze agenti su un profilo alare.
290
CAPITOLO 7
Tabella 5.
ISBN XX-abc-defg-h
Eq. integ.
profilo piatto
R c ( ) d
1
0
= U
1+cos
sin
1
= U
2 0
x
2U
()
U c
U c ( =0 )
()
U 2 c
U 2 c ( =0 )
c ()
2( =0 )
dc ()
d
cm, b.a. ()
cm, c.a.=c/4
1
= 0.11 grado
dylm (x)
dx
2U A0 () 1+cos
n=1 An sin(n )
sin +
( )
1
rad
2x
c
1
rad
1
= 0.11 grado
=0 +
4 [A1
A2 ]
A1
2
A2
2
Per concludere lo studio della soluzione dellequazione integrale di Prandtl nella tabella
5 sono stati raccolti i risultati aerodinamici ottenuti nei due casi di profilo sottile piatto
e di profilo con curvatura.
ISBN XX-abc-defg-h
/K
0 xk
/2K
291
Distribuzione angolare
uniforme dei punti di quadratura della
formula con K = 6 punti
Figura 7.62
(2k 1)
,
2K
k =
k = 1, 2, . . . , K ,
f ( ) d =
K
X
k=1
K
X
f (k ).
f (k ) =
K
k=1
K
2 X dylm (xk )
cos(nk ),
K
dx
k=1
K
1 X dylm (xk )
.
K
dx
k=1
Figura 7.63
Profilo NACA5312
292
CAPITOLO 7
ISBN XX-abc-defg-h
Un modo alternativo per determinare il vettore velocit`a sul profilo consiste nel sommare
le variazioni di velocit`a 12 (x) e 21 (x), rispettivamente sul dorso e sul ventre del
profilo, alla componente orizzontale della velocit`a potenziale. In altri termini avremo
ud (x) = ()sp 21 (x) x ,
uv (x) = ()sp + 21 (x) x ,
per 0 x c. Il modulo delle velocit`a ud e uv sul dorso e sul ventre del profilo
generico posto a incidenza sono calcolate nei punti che corrispondono ai punti di
controllo Ci sul profilo simmetrico, ovverosia
(Ci ) 2
(Ci ) 1
,
(xi ) +
|ud,v (xi )|2 =
x
2
y
dove Ci = (xi , ysp (xi )), xi = (i 1)x, x = c/J , per i = 1, 2, . . . , J . Esprimendo
(Ci ) 1
( (xi ))
x
2
(Ci )
y
Questo modo appare essere pi`u soddisfacente dal punto di vista vettoriale ma produce
risultati non distinguibili dal quelli del metodo precedente su tutto il profilo ad esclusione della zona del bordo dattacco dove la soluzione e` comunque singolare, tranne
per = Th .
Naturalmente la soluzione ( ) sar`a valutata solo in modo approssimato tramite
la serie
N
1 + cos X
( ) = 2U A0 ()
An sin(n ) ,
+
sin
n=1
troncata a N termini. Il numero N di termini da tenere in conto dipende dalle caratteristiche della linea media. Un semplice criterio per scegliere N consiste nel calcolare il valore del rapporto An /A1 e prendere come N il primo intero tale che risulti
|A N /A1 | < , con abbastanza piccolo, trascurando poi tutti i termini con n > N .
P(R) P
1
2
2 U
sul dorso e sul ventre del profilo, consideriamo la sua espressione, che consegue dal
teorema di Bernoulli,
c P (R) = 1
|u(R)|2
.
U2
|ud,v (x)|2
.
U2
ISBN XX-abc-defg-h
293
Come gi`a visto per la corrente simmetrica attorno a un profilo con spessore, il valore
massimo assunto da c P e` 1 e si verifica nel punto di ristagno. Nel caso qui considerato,
tranne che per unincidenza pari allangolo di Theodorsen, nel bordo di attacco il valore
di c P tende a a causa del contributo divergente dovuto alla linea media.
La rappresentazione pi`u diffusa della distribuzione di pressione sui profili alari e`
ottenuta invertendo il verso dellasse del coefficiente di pressione. In questo modo la
parte superiore del grafico corrisponde alla pressione sul dorso mentre la parte inferiore
a quella sul ventre.
Un tipico andamento della distribuzione della pressione sul dorso e sul ventre di
un profilo NACA 23012 posto a incidenza di 9 e` mostrato nella figura 7.64, dove e`
fornito il confronto fra i risultati sperimentali e landamento previsto dal metodo di
calcolo approssimato qui illustrato, basato sulla teoria dei profili sottili.
4.0
Upper surface computed cp
lower surface computed cp
Upper surface real cp
lower surface real cp
3.5
3.0
2.5
2.0
Cp
1.5
1.0
0.5
0
0.5
Figura 7.64
1.0
1.5
0
10
20
30
40
50
60
70
80
% Chord
90
100