Sei sulla pagina 1di 69

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA.

Capitolo 7 pagina 225

Aprile 16, 2009

225

CAPITOLO 7

Correnti aerodinamiche:
teoria dei profili sottili
Introduzione Nel capitolo precedente abbiamo formulato un modello matematico
adatto a rappresentare, in maniera approssimata, correnti incomprimibili esterne a
elevato numero di Reynolds. Abbiamo cos` ricavato le equazioni dello strato limite
ragionando prima sugli ordini di grandezza e utilizzando successivamente la teoria delle
espansioni asintotiche raccordate. Da questultima abbiamo visto come, per numeri
di Reynolds elevati, il campo di moto incomprimibile pu`o essere descritto vicino alla
parete dalle equazioni dello strato limite e nella zona esterna mediante le equazioni di
Eulero incomprimibili.

Nei capitoli precedenti abbiamo anche accennato al fatto che, se la viscosit`a fosse
nulla, ogni campo di velocit`a inizialmente irrotazionale rimarrebbe irrotazionale per
sempre. In realt`a, questo vale anche in un fluido viscoso purche non esistano pareti
solide in contatto con il fluido.
Daltra parte, nel capitolo 4 abbiamo visto che un campo di velocit`a irrotazionale
u pu`o essere rappresentato come gradiente di un potenziale cinetico, o potenziale
della velocit`a , ossia u = , tranne quando la regione occupata dal fluido non e`
semplicemente connessa e la circolazione lungo certi percorsi chiusi e` diversa da zero.
Questo tipo di campi di velocit`a irrotazionali ma non rappresentabili come gradiente di
uno scalare si incontrano, ad esempio, nello studio delle correnti piane attorno a corpi
cilindrici di lunghezza infinita. Si e` infine scoperto che, quando un potenziale non
esiste, vi sono infiniti campi di velocit`a irrotazionali che soddisfano le condizioni al
contorno assegnate e che differiscono fra loro per lintensit`a della componente rotatoria
attorno al cilindro.
Questo capitolo e il prossimo sono dedicati allo studio delle correnti incomprimibili
e irrotazionali attorno a corpi aventi una forma pi`u generale della semplice sfera e
del cilindro di sezione circolare considerate nel capitolo 4. Lobbiettivo e` quello di
determinare le caratteristiche delle correnti stazionarie intorno a corpi la cui forma sia
di interesse aerodinamico, quali, ad esempio, i profili alari o unala di estensione finita.
In effetti, la forma molto particolare della sezione di unala, di spessore sottile con il
bordo dattacco arrotondato e il bordo duscita piuttosto acuminato, e` indispensabile
per ottenere una corrente stazionaria regolare e senza separazione lungo tutto profilo.
Questa corrente sar`a caratterizzata da un valore determinato della circolazione attorno
al profilo e, in virt`u del teorema di KuttaJoukowski, da una forza portante che agisce
su di esso.
Da un punto di vista fisico, il meccanismo che instaura la componente circolante
della corrente attorno al profilo e` dovuto allazione della forza viscosa nello strato limite
nelle fasi iniziali di avviamento del moto. Tuttavia, una volta che la circolazione e` stata
creata, il moto stazionario del fluido che genera la portanza pu`o essere rappresentato in
maniera sufficientemente approssimata anche rimanendo nellambito della descrizione
delle correnti incomprimibili e irrotazionali.
In questo capitolo studieremo dapprima le correnti potenziali in tre dimensioni
attorno a corpi di estensione finita (ossia non cilindrici). Presenteremo un metodo
per determinare soluzioni assisimmetriche dellequazione di Laplace per il potenziale
cinetico, espressa in coordinate sferiche. Il metodo si basa sul principio di sovrapposizione degli effetti e richiede di introdurre alcune soluzioni elementari che potranno
poi essere sommate opportunamente per soddisfare le condizioni al contorno su corpi
di forma generale. In questa analisi delle correnti assisimmetriche risulta conveniente
introdurre anche una funzione di corrente in coordinate sferiche le cui curve di livello
rappresentano le linee di corrente.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 226

226

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Ci concentreremo poi sulle correnti piane e svilupperemo lo stesso metodo delle


soluzioni elementari dellequazione di Laplace in due dimensioni, includendo per`o
anche la componente con circolazione non nulla, che e` necessaria per avere soluzioni
portanti. Il metodo sar`a utilizzato per determinare il campo di moto attorno a un profilo
alare simmetrico dotato di spessore posto a incidenza nulla in un campo di velocit`a
uniforme a grande distanza (problema con corrente simmetrica).
Si affrontano successivamente i casi di un profilo sottile piatto posto a incidenza
non nulla rispetto alla corrente esterna e di un profilo, sempre supposto sottile, ma
dotato di curvatura. Entrambi questi problemi sono risolti per mezzo della teoria dei
profili sottili che si basa sullequazione integrale di Prandtl. Largomento e` qui sviluppato prestando attenziane ai suoi risvolti matematici, mentre per un approfondimento
degli aspetti aerodinamici del problem il lettore e` rinviato al classico testo di John D.
Anderson Fundamentals of Aerodynamics.
La determinazione della soluzione del caso generale, cio`e per un profilo non simmetrico e spesso, posto a incidenza piccola ma diversa da zero, e` costruita combinando
insieme la soluzione del profilo simmetrico a incidenza nulla con quella del profilo
sottile con curvatura posto a incidenza rispetto alla corrente esterna.
Nel prossimo capitolo, si estender`a la teoria dei profili sottili di Prandtl alla
corrente tridimensionale che si sviluppa attorno a un corpo avente le caratteristiche
geometriche di unala di apertura finita. Scopriremo che una tale corrente pu`o essere
modellata mediante unaltra equazione di tipo integrale, contenente anche la derivata
della funzione incognita, ovvero mediante unequazione integro-differenziale.

7.1 Correnti incomprimibili irrotazionali assisimmetriche


Equazione di Laplace del potenziale
Supponiamo di volere determinare la velocit`a di una corrente incomprimibile irrotazionale intorno a un corpo di dimensione limitata in qualunque direzione, senza fori
che lo attraversano, ma di forma qualsiasi. Come gi`a descritto nel paragrafo 4.2, il
carattere irrotazionale della corrente e la natura semplicemente connessa della regione
occupata dal fluido permettono di rappresentare il campo di velocit`a u mediante il
potenziale scalare , u = . La condizione di incomprimibilit`a, u = 0, conduce
allora allequazione di Laplace
2 = 0,
con le condizioni al contorno di non penetrazione sul solido, n u = n = 0, e di
corrente uniforme a grande distanza da esso, u = U per |r| .
Questa equazione ha la propriet`a fondamentale di essere lineare: se si conoscono
due soluzioni dellequazione, diciamo 1 e 2 , tali che 2 1 = 0 e 2 2 = 0, allora
qualunque loro combinazione lineare e` a sua volta soluzione dellequazione. Infatti, se
definiamo la funzione = 1 1 + 2 2 , con 1 e 2 costanti arbitrarie, risulta, per la
linearit`a delloperatore 2 ,
2 = 2 (1 1 + 2 2 ) = 1 2 1 + 2 2 2 = 0 + 0 = 0,
essendo 1 e 2 soluzioni dellequazione di Laplace. Questa propriet`a si estende in
modo ovvio alla combinazione lineare di un numero qualsiasi di soluzioni dellequazione
considerata.
La libert`a nella scelta delle soluzioni elementari e dei rispettivi coefficienti moltiplicativi e` alla base del metodo di separazione delle variabili utilizzato nei paragrafi 4.4
e 4.5 per determinare la corrente attorno a una sfera e a un cilindro circolare. Ma questa
stessa libert`a pu`o essere sfruttata, seppure in un modo un po diverso, per risolvere
lequazione di Laplace anche in regioni di forma arbitraria.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 227

ISBN XX-abc-defg-h

Aprile 16, 2009

PARAGRAFO 7.1: Correnti incomprimibili irrotazionali assisimmetriche

227

Nel caso di correnti intorno a corpi di forma semplice, sferica o cilindrica, abbiamo visto
che soltanto un numero molto piccolo di soluzioni elementari (ottenute per separazione
delle variabili) e` richiesto per rappresentare la soluzione. Nel caso di corpi di forma pi`u
complicata e` invece necessario includere un gran numero di soluzioni elementari ma
esse possono venire generate tramite un semplice spostamento nello spazio, tipicamente
una traslazione, delle soluzioni appartenenti a un insieme assai ristretto.
Le soluzioni elementari generatrici sono di solito funzioni singolari in un punto
dello spazio (dove sono quindi non definite), per cui la posizione di tale punto non
potr`a cadere nella regione del fluido ma dovr`a essere presa al di fuori del campo di
moto, per esempio dentro un corpo solido. Potremo costruire molte soluzioni elementari differenti semplicemente considerando varie soluzioni singolari ottenute mettendo
il punto singolare in posizioni diverse dentro il corpo. In questo modo avremo un
numero illimitato di funzioni elementari da potere utilizzare e labilit`a nellutilizzo
del metodo consister`a nellindividuazione delle posizioni pi`u opportune dove collocare
le singolarit`a delle componenti elementari della soluzione. I coefficienti della combinazione lineare saranno poi determinati imponendo le condizioni al contorno in un
numero di punti uguale al numero di funzioni utilizzate. Anche in questa seconda fase,
e` richiesta una certa abilit`a nella scelta dei punti (sul contorno) nei quali si impongono
le condizioni al contorno, in modo da garantire unaccuratezza ottimale.

Equazione di Laplace in problemi assisimmetrici


Nello sviluppare questo metodo di sovrapposizione delle soluzioni singolari, restringiamo ora la nostra attenzione a problemi assisimmetrici, ovvero che risultino invarianti
per rotazione attorno a un asse. Supponiamo di prendere lasse z nella stessa direzione
dellasse di simmetria del problema e scegliamo un sistema di coordinate sferiche
(r, , ) (la longitudine e` indicata con dato che la variabile di uso comune e`
gi`a impegnata a indicare il potenziale cinetico). Lequazione generale di Laplace in
coordinate sferiche e`

2
1
2
r
+
sin

+
= 0,
r

r 2 r
r 2 sin
r 2 sin2 2
e, per problemi assisimmetrici con incognita = (r, ), si semplifica in

1
2
r
+ 2
sin
= 0.
r

r 2 r
r sin
Soluzioni elementari di questa equazione sono state gi`a ricavate nel paragrafo 4.4
e potrebbero essere recuperate dai termini dellespansione in serie considerata in
quellanalisi. Tuttavia, per ragioni pedagogiche preferiamo introdurre ex novo le
soluzioni elementari derivando anche le componenti sferiche della velocit`a corrispondente. Ricordando la forma delloperatore gradiente in coordinate sferiche, le componenti sferiche del campo di velocit`a assisimmetrico in termini del potenziale sono date
da
ur =

,
r

u =

1
.
r

Ricaveremo inoltre anche una funzione scalare , detta funzione di corrente di Stokes
che permette di esprimere le componenti della velocit`a nelle correnti assisimmetriche
in coordinate sferiche mediante le relazioni:
ur =

1
,
r 2 sin

u =

1
.
r sin r

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 228

228

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Lintroduzione di questa funzione permette di soddisfare esattamente la condizione di


incomprimibilit`a u = 0 dato che, nel caso assisimmetrico, abbiamo

1
1
1

1
2
r 2
+
sin
u = 2
r sin
r sin r
r r
r sin

1
1
1
1
= 2

r sin r r
r r sin
1
2
2
1

r 2 sin r
r 2 sin r
2

1

2
= 2
= 0,

r
r sin r

per luguaglianza delle derivate seconde miste.

Soluzioni elementari 3D assisimmetriche


r

U sin
U z
U cos

Componenti sferiche di un
campo di velocit`a uniforme in direzione
dellasse z

Figura 7.1

Corrente uniforme. La prima soluzione elementare e` un campo di velocit`a uniforme,


che supponiamo diretto nella stessa direzione dellasse z del sistema di coordinate
sferiche, come mostrato in figura 7.1. Dalla figura si vede che le componenti sferiche
di U z sono
u runif ( ) = U cos

u unif
( ) = U sin ,

per cui scriveremo, compattamente,


uunif (r) = U cos r U sin .
Per determinare il potenziale corrispondente basta integrare (rispetto a r ) la definizione
di u r in termini di , ovvero

= u r = U cos
r

(r, ) = Ur cos + f ( ),

dove f ( ) e` una funzione arbitraria dintegrazione (per cos` dire, parziale). Tale
funzione e` determinata integrando la definizione di u rispetto allaltra coordinata,
ossia
1
= u = U sin
r

(r, ) = Ur cos + g(r ),

dove g(r ) e` unaltra funzione arbitraria. Confrontando le espressioni ottenute mediante


le due integrazioni, osserviamo che possono essere uguali se e solo se f ( ) = g(r ), il
che pu`o accadere solo se entrambe le funzioni sono costanti, cio`e indipendenti da e
da r . Possiamo assumere allora queste funzioni uguali a C, con C costante arbitraria
che si pu`o scegliere uguale a zero, essendo il potenziale definito a meno di una costante
additiva. Pertanto il potenziale del campo di velocit`a uniforme in direzione di z e`
unif (r) = unif (r, ) = Ur cos .
E` immediato verificare che questo potenziale soddisfa lequazione di Laplace. Del
resto esso coincide con il termine A r P (cos ), per = 1, ossia A1r P1 (cos ) =
A1r cos , dellespansione costruita mediante la separazione delle variabili nel paragrafo 4.4.
In modo analogo si determina la funzione di corrente (r, ). Dalla prima relazione che definisce u r in termini di abbiamo
1
= u r = U cos
r 2 sin

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 229

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.1: Correnti incomprimibili irrotazionali assisimmetriche

229

da cui

= Ur 2 sin cos

(r, ) = 21 Ur 2 sin2 + f (r ),

avendo usato cos d = d(sin ). Per trovare la funzione arbitraria f (r ), integriamo


anche la definizione della seconda componente della velocit`a in termini di , ovvero
1
= u = (U sin ) = U sin .
r sin r
Da questa e` immediato ricavare

= Ur sin2
r

(r, ) = 12 Ur 2 sin2 + g( ).

Si ottiene quindi la condizione f (r ) = g( ) = C, con C costante arbitraria, che pu`o


essere scelta uguale a zero. Quindi, la funzione di corrente del campo di velocit`a
uniforme in coordinate sferiche e`
unif (r) = unif (r, ) = 21 Ur 2 sin2 .
Sorgente 3D. La seconda soluzione elementare e` un potenziale di tipo
(r) = (r ) =

B
,
r

B
dove B e` una costante arbitraria. La funzione corrisponde al termine r +1
P (cos ), per
= 0, dellespansione in serie vista nel paragrafo 4.4, per cui e` certamente soluzione
dellequazione di Laplace considerata. Alternativamente, e` immediato verificare che
B/r soddisfa tale equazione in quanto risulta

1 d
1 d
1
1 d
2 B
2 d B
2 B
r
=
r
=
r
= 2 (B) = 0,
r r
dr r
r 2 r
r 2 dr
r 2 dr
r2
r dr
in tutti i punti dello spazio tranne in r = 0, dove la funzione (r ) non e` definita e
quindi nemmeno il suo laplaciano. Il campo di velocit`a associato a tale potenziale e`
dato da

sorg
u r (r )

B
B
d B
B
u(r) =
= r
= r
= 2 r ,
r
r r
dr r
r
r

Modulo della velocit`a del


campo radiale di una sorgente 3D

Figura 7.2

e quindi e` puramente radiale. Il modulo della velocit`a aumenta avvicinandosi allorigine,


come illustrato nella figura 7.2, ma in questo punto il campo non e` definito ne come
intensit`a ne come direzione, per cui esso ha una singolarit`a nellorigine. Possiamo
associare questo campo di velocit`a con una sorgente o pozzo di fluido in r = 0, a
seconda del segno della costante B.
La quantit`a di fluido che esce da questa singolarit`a o vi entra pu`o essere calcolata
richiudendola in una superficie sferica S di controllo di raggio r . Se indichiamo con
la quantit`a di volume1 di fluido che esce dalla superficie di controllo per unit`a di
tempo, detta portata volumetrica, avremo
=

u n d S =

B
r n d S.
r2

1 Se si preferisce pensare alla quantit`a di massa di fluido emessa dalla sorgente invece che al volume,

baster`a moltiplicare per la densit`a , che e` un valore costante nelle correnti incomprimibili con densit`a
uniforme.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 230

230

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Ma la superficie S e` la sfera di raggio r con centro nellorigine per cui n = r , quindi


Z
Z
B
B
B
= 2 dS = 2
d S = 2 4r 2 = 4 B.
r S
r
S r
E` allora conveniente usare la portata volumetrica come intensit`a della sorgente al
posto di B = /4 , per cui scriveremo il potenziale della sorgente 3D nella forma
seguente
sorg (r) =

1
.
4 r

Il corrispondente campo di velocit`a e`


usorg (r) =

r
.
4 r 2

Notare inoltre che per > 0 la singolarit`a e` una sorgente di fluido (ovvero il fluido
scaturisce dallorigine) mentre per < 0 la singolarit`a e` un pozzo 3D di fluido (ovvero
il fluido e` risucchiato nellorigine). Useremo comunque in ogni caso lindice sorg
indipendentemente dal segno di , per cui potremo pensare ai pozzi come a sorgenti
di segno negativo.
Ribadiamo che la direzione di usorg (r) e` puramente radiale, per cui le linee di
corrente sono le semirette uscenti dalla sorgente. La velocit`a dipende effettivamente
dal punto r e non solo dalla distanza r dal centro dato che u e` un vettore e che la
direzione del versore radiale r dipende da entrambe le coordinate angolari e , ossia
r = r (, ). Nella figura 7.3 si mostra la sezione del campo usorg (r) in un (semi)piano
assiale.

Figura 7.3

Campo di velocit`a della sorgente 3D

Il fatto che questo campo di velocit`a abbia una singolarit`a non impedisce di utilizzare
il potenziale corrispondente come componente per costruire la soluzione del problema
della corrente attorno a un corpo. Per quanto riguarda la singolarit`a, baster`a fare in
modo che essa si trovi allesterno della regione del fluido, ovvero essa dovr`a essere
posta allinterno del volume del corpo.
Calcoliamo ora la funzione di corrente della sorgente. Dalla definizione della
componente radiale u r della velocit`a avremo:
1
1
,
= ur =
4 r 2
r 2 sin
e quindi

=
sin (r, ) =
cos + f (r ),

4
4
dove f (r ) e` una funzione arbitraria dintegrazione. Daltra parte, essendo nulla la
componente angolare u , dovr`a essere:
1
= u = 0
r sin r

(r, ) = g( ),

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 231

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.1: Correnti incomprimibili irrotazionali assisimmetriche

231

per cui deve essere g( ) = 4


cos + C e f (r ) = C, dove la costante arbitraria C
pu`o essere scelta uguale a zero. Quindi, la funzione di corrente pu`o essere presa come

sorg (r) = sorg ( ) =

cos .
4

Questa e` una scelta possibile e corretta, ma non e` la pi`u conveniente nello studio
di problemi in cui esiste anche una corrente uniforme, parallela allasse z, nel verso
positivo di z. In questi casi pu`o convenire una scelta diversa della costante che permetta
alla funzione di assumere il valore nullo sul seminasse negativo da cui proviene il
fluido. In altre parole, si sceglie il valore (assolutamente arbitrario) della costante C
in modo che la funzione di corrente si annulli sullasse z, per z < 0. Si noti che
questa richiesta non ha alcun significato fisico, ma e` suggerita solo dal desiderio di
potere associare il valore = 0 alla linea di corrente passante per il punto di ristagno
a monte, che si trova sullasse z.
Se si adotta questa scelta, allora la funzione di corrente del campo di velocit`a della
sorgente 3D e` data da
sorg (r) =

(1 + cos )
4

e per = , sorg (r, ) = 0.


Doppietta 3D. La sovrapposizione di una sorgente e di un pozzo posti sullasse z
a una determinata distanza costituisce una soluzione con due punti singolari. Esiste
tuttavia un caso particolare di questa coppia di singolarit`a quando lintensit`a delle due
sorgenti sono uguali ed opposte, pari a . E` allora possibile considerare la situazione
limite in cui diviene arbitrariamente grande mentre la distanza di separazione d fra
le sorgenti tende a zero, mantenendo per`o costante il prodotto d, che sar`a indcato con
= d. Ricaviamo ora lespressione del potenziale e del campo di velocit`a di questa
distribuzione speciale di sorgenti che si chiama doppietta 3D o dipolo.
Supponiamo di avere una sorgente di intensit`a > 0 posta nellorigine e un pozzo
di intensit`a posto sullasse z a distanza d dallorigine, come mostrato in figura 7.4.
Il potenziale somma di queste sorgenti e`

r
rd

Sorgente e pozzo di intensit`a


uguali ed opposte, che si trovano a
distanza d

Figura 7.4

(r, ) =

1
1

r
rd

rd r
,
4 rrd

dove rd e` la distanza dal punto r alla posizione in cui si trova il pozzo, (0, 0, d) in
coordinate cartesiane. Questo potenziale soddisfa lequazione di Laplace (escluso nei
due punti singolari) essendo la somma di due soluzioni di tale equazione.
Avviciniamo ora il pozzo alla sorgente mentre facciamo tendere allinfinito la loro
intensit`a: ovverosia consideriamo il limite d 0 e , fatto per`o tenendo
costante la quantit`a = d. Dalla figura 7.4 si vede che (r rd ) d cos e
rrd r 2 , per cui il potenziale della doppietta sar`a
dopp (r, ) =

cos
.
4 r 2

La costante si chiama intensit`a della doppietta (3D); siccome la quantit`a emerge


dal prodotto d, e` chiamato anche momento della doppietta. Questa soluzione
elementare e` singolare nella sola origine.
Un modo pi`u rigoroso di ricavare il potenziale della doppietta si basa sulluso
della serie di Taylor nel calcolo del limite d 0. Dalla figura 7.4 possiamo infatti
esprimere la distanza rd tramite la legge del coseno, rd2 = r 2 + d 2 2r d cos , per cui

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 232

232

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

il potenziale della coppia di sorgenti e` dato da

1
1

r
r 2 + d 2 2r d cos

1
1
.
1 q
=
2
4 r
cos

1 + dr 2 2d
r

(r, ) =
4

Nel limite d 0 il termine con la radice quadrata tende alla funzione


1
q
1+

d2
r2

2d
r

cos

1
1

2d
r

,
cos

che pu`o essere calcolata utilizzando lapprossimazione lineare fornita dalla seguente
serie di Taylor, con piccolo,
1
(1)(1)

1
=
+
+ O( 2 ) = 1 + + O( 2 ).

2
1
10
2 10
Avremo pertanto, nel limite d 0,
1
q

1+

d2
r2

2d
r

cos

1+
=1+

1 2d
cos + O(d 2 )
2 r
d
cos + O(d 2 ),
r

e quindi

d
d cos
1
2
1 1 cos + O(d ) =
.
(r, ) =
4 r
r
4 r 2
Ponendo d = , si ottiene proprio il potenziale della doppietta ricavato in precedenza.
Il campo di velocit`a della doppietta si ottiene mediante il semplice calcolo del
gradiente in coordinate sferiche

cos
2 cos
,
=
2
4 r
4 r 3

1
cos
sin
u (r, ) =
,
=
r 4 r 2
4 r 3

u r (r, ) =
r

per cui, riassumendo,


udopp (r, ) =

2 cos
sin
r
.
4 r 3
4 r 3

La velocit`a della doppietta corrisponde quindi a una corrente di fluido che viene espulsa
dallorigine nella direzione negativa dellasse z e che viene riassorbita lungo quella
positiva. Il campo di velocit`a udopp (r, ) e` rappresentato in figura 7.5. Le frecce di nei
punti pi`u vicini alla singolarit`a non sono state disegnate a causa della loro lunghezza
eccessiva, che avrebbe reso confuso il disegno del campo vettoriale.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 233

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

0
Figura 7.5

233

PARAGRAFO 7.1: Correnti incomprimibili irrotazionali assisimmetriche

Campo di velocit`a della doppietta 3D

Figura 7.6

Linee di corrente della doppietta 3D

La funzione di corrente della doppietta si ricava nel solito modo, integrando la


definizione di u r in termini di :
1
2 cos
= ur =
,
4 r 3
r 2 sin
da cui e` immediato ricavare
2 sin cos
sin2

=
(r, ) =
+ f (r ).

4
r
4 r
Per determinare la funzione f (r ), si considera anche la definizione di u sempre in
termini di
sin2
1
sin
(r, ) =
= u =
+ g( ).
3
r sin r
4 r
4 r
Pertanto f (r ) = g( ) = C = 0, per cui la funzione di corrente della doppietta e`
dopp (r, ) =

sin2
.
4 r

Nella figura 7.6 sono mostrate alcune delle linee di corrente della doppietta, contenute
in un piano assiale qualsiasi. Esse sono descritte in coordinate polari dalla funzione
sin2
,
4
per valori diversi di . Nella figura le varie linee di corrente sono disegnate con un
incremento costante di . Di conseguenza, la densit`a minore di curve nelle zone pi`u
lontane dalla singolarit`a corrisponde a valori minori del modulo della velocit`a. Una
descrizione del moto tridimensionale della doppietta si ottiene facendo ruotare le linee
di corrente attorno allasse z della figura. Nella tabella che segue sono raccolte tutte
le funzioni riguardanti le soluzioni elementari delle correnti assisimmetriche da noi
analizzate.
Tabella 1. Soluzioni elementari di correnti incomprimibili irrotazionali in
coordinate sferiche (r, ). Le soluzioni elementari sono tutte
assisimmetriche e le singolarit`a sono nellorigine.
r ( ) =

Corrente

(r, )

u r (r, )

u (r, )

(r, )

uniforme

Ur cos

U cos

U sin

1
2
2
2 Ur sin

sorgente

1
4 r

1
4 r 2

doppietta

cos
4 r 2

2 cos
4 r 3

sin
4 r 3

(1 + cos )
4

sin2
4 r

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 234

234

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Approfondimento 1

Doppietta 3D con direzione generica.

Per completezza di informazione, analizziamo anche il caso di una doppietta, sempre


posta nellorigine, ma avente una direzione in generale diversa da quella dellasse z.
Questa soluzione elementare non ha la simmetria di rotazione attorno allasse e quindi
non potr`a essere usata per risolvere problemi assisimmetrici.
Indichiamo con il vettore il cui modulo e` lintensit`a della doppietta e la cui
direzione (dalla sorgente al pozzo, prima di effettuare il limite) e` arbitraria, come
mostrato in figura 7.7. Allora il potenziale sar`a evidentemente

Doppietta 3D posta
nellorigine ma con direzione di
inclinata rispetto allasse z

Figura 7.7

dopp (r) =

1 r
.
4 r 2

Si noti che, quando la direzione di e` parallela allasse z, si ha r = z r = cos


e lespressione coincide con quella della doppietta gi`a studiata.
La velocit`a si determina calcolando il gradiente di dopp (r) nel seguente modo:
r
1
r
1
=
= r 3 + 3 ( r).

2
3
r
r
r
r

Il termine ( r) e` pi`u facile da calcolare in coordinate cartesiane, ovvero esprimendo


r = x x + y y + z z , per cui abbiamo
( r) = (x x + y y + z z)
= (x x) + ( y y) + (z z)
= x x + y y + z z = .
Sostituendo nella relazione precedente otteniamo
r
3

3 r
= r 4 r + 3 = 4 r + 3

r2
r
r
r
r
3( r )r

3( r )r
=
+ 3 =
.
r3
r
r3
Avremo quindi:
udopp (r) =

r r

r
r
0

Doppietta 3D posta in un
punto generico r e avente direzione di
arbitraria

1 [ 3( r )r]
.
4
r3

Notiamo che ora la funzione dipende da tutto il vettore posizione r dato che non esiste
pi`u la simmetria di rotazione intorno allasse z. Infatti, la frazione dipende da r che
compare al denominatore ma anche da entrambi gli angoli e delle coordinate sferiche
tramite la dipendenza da essi del versore radiale, r = r (, ), nel numeratore. Di nuovo,
se la doppietta e` diretta come lasse z, si ha 3( r )r = z 3 cos r =
(cos r sin 3 cos r ) = 2 cos r sin , in conformit`a al risultato
gi`a ricavato.
Le relazioni che abbiamo scritto si riferiscono sempre a una doppietta posta
nellorigine del sistema di riferimento. Non e` difficile estendere questi risultati al
caso di singolarit`a localizzate in un punto arbitrario dello spazio. Supponiamo di
avere appunto una doppietta di direzione qualsiasi posta nel punto r , come mostrato
in figura 7.8. Il suo potenziale sar`a dato dalla stessa relazione appena scritta con la
sola avvertenza di sostituire il vettore posizione r (assoluta) con il vettore separazione
(r r ) avendo laccortezza di esprimere anche il versore r come (r r )/|r r |.
Allora il potenziale di questa doppietta traslata rispetto allorigine sar`a

Figura 7.8

dopp

(r) =

1 (r r )
.
4 |r r |3

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 235

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.1: Correnti incomprimibili irrotazionali assisimmetriche

235

Ogiva semi-infinita di Rankine


Sovrapponendo le soluzioni di una corrente uniforme e di una sorgente 3D si ottiene una
soluzione che pu`o rappresentare la corrente attorno a un corpo cilindrico semi-infinito,
di sezione circolare e con un naso tozzo arrotondato. Consideriamo la funzione di
corrente somma della corrente con velocit`a uniforme U diretta come lasse z e di una
sorgente di intensit`a posta nellorigine:
(r, ) =

1 2 2
Ur sin
(1 + cos ).
2
4

Per ogni valore di fissato, questa relazione fornisce una linea di corrente. Precisamente, risolvendo rispetto a r , si ottiene la funzione della linea di corrente in un
semipiano assiale, espressa in coordinate polari,
s

4
1

+ 1 + cos
r ( ) =
sin 2U

Per interpretare la corrente considerata, calcoliamo inizialmente il campo di velocit`a:

u(r, ) = U cos +
r U sin .
4 r 2
Determiniamo poi i punti in cui si annulla la velocit`a, ossia i punti di ristagno. Avremo
le due equazioni:
U cos +

1
= 0,
4 r 2

U sin = 0.

La seconda equazione dice che gli eventuali punti di ristagno si trovano sullasse z
1
= 0, per
( = 0 oppure = ). La prima equazione diventa allora: U + 4
r2
= 0 e = , rispettivamente. Supponendo che sia U > 0 e > 0, la sola soluzione
possibile e` il punto sullasse z avente coordinate (sferiche)
r

(a, )
con
a=
.
4U
Il punto di ristagno si trova quindi sullasse di simmetria, a sinistra della sorgente. Il
valore di sulla linea di corrente che passa per il punto di ristagno e` allora 0 =

(a, ) = 12 U a 2 sin2 4
(1 + cos ) = 0 4
(1 1) = 0. Lequazione di questa
linea di corrente particolare si ottiene sostituendo il valore = 0 = 0 nella funzione
r = r ( ) generale calcolata in precedenza:
rc ( ) =

2U

1 + cos
,
sin

che abbiamo indicato come rc perche pu`o corrispondere a un corpo solido sulla cui
superficie deve valere la condizione di non penetrazione. Si osservi che la distanza
R r sin dallasse z dei punti di questa linea di corrente e` data dalla semplice
relazione
r

Rc ( ) =
(1 + cos )
2U
e quindi per 0 tende a
r
r

Rc ( 0)
(1 + 1) =
= 2a,
2U
U
ovvero al doppio della distanza fra il punto di ristagno e lorigine del sistema di
riferimento.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 236

236

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

70.5

Linee di corrente dellogiva


semi-infinita di Rankine

Figura 7.9

Rc 2a
z

La figura 7.9 fornisce la rappresentazione di alcune linee di corrente allesterno della


linea r = rc ( ) passante per il punto ristagno. Pertanto, la corrente attorno a unogiva
semi-infinita, la cui forma corrisponde alla superficie ottenuta facendo ruotare la linea
r = rc ( ) intorno allasse z, avrebbe landamento delle linee mostrate nella figura 7.9.
Conoscendo lequazione della forma del corpo, possiamo calcolare analiticamente
la velocit`a sulla sua superficie. Il quadrato della velocit`a sul corpo e` infatti dato da
2

2
|uc ( )|2 = u r (rc ( ), ) + u (rc ( ), )
2

2U sin2
+ U 2 sin2 .
= U cos +
4 1 + cos

Ma sin2 = 1 cos2 = (1 + cos )(1 cos ), per cui lespressione dentro le


parentesi tonde si semplifica e abbiamo

1 cos 2
2
2
2
cos +
|uc ( )| = U
+ sin
2

1 + cos 2
2
2
+ sin
=U
2

U2
5 + 2 cos 3 cos2 .
4
E` immediato vedere che la semplice funzione di ottenuta ha un massimo per il valore
di soluzione dellequazione cos = 31 , per cui la velocit`a massima sul corpo e` data
=

2
|uc |max = U = 1.1547 U
3


ed essa e` raggiunta nel punto di coordinate = cos1 13 = 70.5 e r = rc (70.5 ) =

a 3. Per il teorema di Bernoulli la pressione sulla superficie dellogiva diminuisce


fino al punto di massima velocit`a. A valle di questo punto la pressione aumenta e c`e
un gradiente di pressione sfavorevole, mentre la velocit`a diminuisce gradualmente fino
al valore U . La teoria dello strato limite mostra che non si verifica una separazione
della corrente per cui la soluzione inviscida trovata fornisce una rappresentazione
soddisfacente della corrente intorno a unogiva semi-infinita.
Se si considera il caso di una corrente uniforme invertita che scorre lungo logiva
dalla base verso il naso, la soluzione e` ricavata nello stesso modo, ma prendendo U e
con segni opposti. La soluzione che si ottiene ha lo stesso aumento di velocit`a sulla
superficie dellogiva, ma ora il gradiente di pressione sfavorevole si manifesta in una
zona di brusca riduzione della sezione dellogiva (invece che del suo aumento) e in
questo caso la teoria dello strato limite prevede la separazione della corrente. Pertanto
nel caso di corrente inversa su unogiva semi-infinita la soluzione inviscida non fornisce
una rappresentazione realistica della corrente reale.

Solidi di Rankine
La sovrapposizione di una singola sorgente e di una corrente uniforme ha condotto a una
corrente assisimmetrica attorno a un corpo di rivoluzione semi-infinito. Per ottenere
una corrente attorno a un corpo di rivoluzione di dimensione finita, possiamo collocare
sullasse del corpo un pozzo di intensit`a uguale e opposta a quella della sorgente n
modo che tutte le linee di corrente uscenti dalla sorgente convergano nel pozzo, e che
quindi la corrente esterna si apra davanti al corpo per poi richiudersi dietro di esso.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 237

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.1: Correnti incomprimibili irrotazionali assisimmetriche

237

Sovrapponendo una sorgente e un pozzo di intensit`a uguali ed opposte in una corrente


uniforme e` possibile ottenere due punti di ristagno e una linea di corrente che passa
per entrambi e che prima e dopo di essi coincide con lasse z. La superficie chiusa
che si ottiene facendo ruotare questa linea di corrente intorno allasse z definisce
quindi la forma di una corpo tridimensionale assisimmetrico che, posto nella corrente
considerata, produrrebbe proprio il campo di moto allesterno della suddetta linea di
corrente. Un corpo con questa forma si chiama solido o ovoide di Rankine.
Consideriamo una sorgente di intensit`a e un pozzo di intensit`a posti a
distanza 2b. Prendiamo un sistema di coordinate sferiche con lasse z lungo la congiungente le due sorgenti e con lorigine nel punto di mezzo per cui le sorgenti si
trovano alla stessa distanza b dallorigine, come mostrato in figura 7.10.

r sin

r
1
b

Costruzione trigonometrica
dei contributi di due sorgenti alla funzione
di corrente

Figura 7.10

r cos

r cos + b

r cos b

La funzione relativa a queste due sorgenti immerse in una corrente uniforme U


diretta secondo la congiungente e nel verso positivo dellasse z e`
(r, ) =

1 2 2
Ur sin
(cos 1 cos 2 ),
2
4

dove 1 e 2 sono gli angoli che le rette congiungenti il punto (r, ) con le due sorgenti
formano con lasse z. Questi angoli sono indicati con la lettera che e` (un po) diversa
da perche gli angoli 1 e 2 non sono due valori particolari della coordinata angolare
, bens` sono delle funzioni delle variabili r e , ovvero sono funzioni della posizione
del punto nello spazio.
Le funzioni 1 (r, ) e 2 (r, ) si ottengono osservando che i tre triangoli rettangoli
della figura 7.10 hanno il cateto verticale in comune. I tre cateti orizzontali dei triangoli
con angoli , 1 e 2 sono lunghi rispettivamente r cos , r cos + b e r cos b.
Esprimendo allora la tangente di 1 e 2 come rapporto fra i due cateti del triangolo
corrispondente, avremo
tan 1 =

r sin
r cos + b

tan 2 =

r sin
.
r cos b

Linversione della tangente fornisce quindi le due funzioni richieste. Tuttavia, siccome
occorre poi calcolare il coseno di 1 e 2 da sostituire nella
funzione di corrente, e` conveniente utilizzare lidentit`a trigonometrica cos = 1/ 1 + tan2 , che permette di
ricavare
cos 1,2 = q

r
b
r2
b2

cos 1

2r
b

cos + 1

=q

cos
1

2b
r

b
r

cos +

b2
r2

Sostituendo nellespressione della funzione di corrente si ottiene

cos + br
1 2 2

q
(r, ) = Ur sin
2
4
1 + 2b
r cos +

b2
r2

cos
1

2b
r

b
r

cos +

b2
r2

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 238

238

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

La complessit`a analitica di questo risultato non permette di ricavare una funzione


esplicita che rappresenti le linee di corrente. Tuttavia e` possibile ricavare le dimensioni
del solido di Rankine.
Notiamo che, per come e` stata definita la funzione di corrente sorg ( ), il valore
di sulla linea di corrente passante per i punti di ristagno e` zero. La linea di corrente
r = rc ( ) che definisce il solido di Rankine e` quindi data dallequazione
1 2 2

Urc sin =
(cos 1 cos 2 ),
2
4
dove 1 = 1 (r, ) e 2 = 2 (r, ) sono le funzioni ricavate in precedenza. Introducendo la distanza dallasse z, R r sin , questa relazione si riscrive come
Rc2 =

(cos 1 cos 2 ).
2U

Quando 1 = 2 = 0 oppure 1 = 2 = , il valore di Rc e` nullo. Inoltre, il valore


massimo di Rc2 si verifica quando cos 2 = cos 1 , ovvero quando = 21 .

h
b

Sezione assiale del solido


ovoidale di Rankine

Figura 7.11

Di conseguenza la superficie (di rivoluzione) che corrisponde a = 0 definisce un


corpo, come mostrato in figura 7.11. Le dimensioni principali di questo corpo sono la
semi-lunghezza e la semi-altezza h, indicate nella figura. Entrambi questi parametri
dipendono dalla velocit`a U della corrente uniforme e dallintensit`a delle sorgenti.
Il valore di pu`o essere ottenuto osservando che la velocit`a in uno dei punti di
ristagno e` nulla. Ad esempio, la velocit`a nel punto di ristagno a valle e` data dalla
somma delle velocit`a di una corrente uniforme U , di una sorgente di intensit`a a una
distanza + b e di un pozzo di intensit`a a una distanza b, ovverosia dovr`a
essere
U+

= 0.
4( + b)2
4( b)2

Con semplici passaggi si ottiene lequazione



2
b

2
1


=0
U b2 b

per lincognita (adimensionale) /b.


In modo analogo, la semi-altezza h si ottiene notando che h e` semplicemente il
valore della distanza Rc dallasse quando cos 2 = cos 1 , ossia:

b
2 cos 1 =
,

2
2U
U h + b2

essendo cos 1 = b/ h 2 + b2 , quando = 12 . Con semplici passaggi si ottiene


infine la seguente equazione per lincognita (pure adimensionale) h/b:
h 2 r h 2

+1=
.
b
b
U b2
h2 =

Notiamo che entrambe le equazioni ottenute dipendono da un solo parametro, /(U b2 ),


il cui valore determina quindi univocamente la forma del solido ovoidale di Rankine.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 239

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.2: Paradosso di dAlembert in tre dimensioni

239

7.2 Paradosso di dAlembert in tre dimensioni


Nello studio della corrente incomprimibile inviscida stazionaria attorno a una sfera
presentato nel paragrafo 4.4 si e` dimostrato che la forza esercitata dal fluido sulla sfera
e` nulla. Questo risultato e` un caso particolare di un teorema generale, noto come
paradosso di dAlembert. Il teorema afferma che, nel caso di corrente stazionaria
incomprimibile irrotazionale attorno a un ostacolo di forma qualsiasi, purche di dimensione finita, che scorre con velocit`a uniforme allinfinito, la forza totale esercitata dal
fluido sul corpo e` nulla.
Per dimostrare questo risultato, consideriamo preliminarmente lequazione di Poisson 2 = s(r), dove s(r) e` una funzione nota, diversa da zero solo in una regione
limitata Vs6=0 dello spazio tridimensionale. La soluzione di tale equazione e`
Z
s(r )
1
d V ,
(r) =
4 Vs6=0 |r r |
dove d V rappresenta un elemento di volume attorno al punto r in cui si valuta la
sorgente nellintegrale. Essendo s(r) non nulla solo in una regione limitata vicino
allorigine, risulta
(r) = O

per |r| ,

dove r = |r|, per cui dovr`a essere anche


|(r)|

C n

U
n

Figura 7.12

Corpo immerso in una corrente esterna

costante
r

per |r| ,

Questo risultato e` noto dalla studio del campo di una carica elettrica ferma, il cui
1 q
potenziale
(r) sappiamo essere proporzionale a 4
r . Nel caso in cui la carica totale
R
Q = s(r) d V associata alla distribuzione di densit`a di carica s(r ) sia nulla, Q = 0,
allora risulta
|(r)|

costante
r2

per |r| ,

perche il primo termine dellespansione in serie di potenze di 1/r e` ora assente.


Consideriamo ora un corpo tridimensionale limitato ma di forma arbitraria, immerso in una corrente esterna, che e` uniforme a grande distanza dal corpo, come
schematizzato nella figura 7.12.
Supponiamo che la corrente attorno al corpo sia incomprimibile irrotazionale e
stazionaria. Dato che il dominio esterno al corpo e` semplicemente connesso, possiamo
scrivere u = e il potenziale deve soddisfare
2 = 0,

(r) U per |r| .

Si pu`o mostrare che la soluzione di questo problema soddisfa


(r) = U r + O

1
r

per |r| ,

in modo analogo al caso del problema elettrostatico appena esaminato. Tuttavia,


nel caso del potenziale cinetico il flusso netto della massa uscente da una qualunque
superficie chiusa deve essere nullo, supponendo che il corpo non si dilati, altrimenti
si avrebbe una
creazione di fluido allinterno della superficie. Come conseguenza, il
termine O r1 non pu`o essere presente e la soluzione deve tendere a zero a grande
distanza pi`u rapidamente di r1 . In altre parole, landamento del potenziale cinetico
deve essere
1
(r) = U r + O 2
per |r| .
r

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 240

240

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Il campo di velocit`a a grande distanza dal corpo avr`a quindi il seguente andamento:
u(r) = (r) = U + O

1
r3

per |r| .

Determiniamo a questo punto la forza FC esercitata dal fluido in moto sul corpo fermo.
Il fluido e` supposto essere non viscoso, per cui tale forza e` data dalla sola forza della
pressione agente sulla superficie C del corpo, ovvero:
I
FC =
P n d S,
C

essendo la normale n a C diretta verso linterno del corpo. Per il principio di azione
e reazione, il corpo esercita sul fluido una forza opposta F = FC . Per calcolare FC
mediante la relazione scritta e` necessario determinare il campo di pressione P = P(r)
da cui poi ricavare i valori P(rC ), con rC C. La risoluzione del problema della
pressione e` tuttavia molto complicata e dipende dalla forma del corpo considerato.
Esiste invece un percorso alternativo per calcolare la forza totale FC che non dipende
dalla forma specifica del corpo e che non richiede la conoscenza del campo della
pressione.
Consideriamo una superficie chiusa esterna al corpo che contiene una parte
del fluido attorno al corpo. Indichiamo con Sest questa superficie, come mostrato
nella figura 7.13.
U

C
C

Superficie di controllo
esterna Sest per la dimostrazione del
paradosso di dAlembert

Figura 7.13

Sest

Essendo la corrente stazionaria possiamo scrivere lequazione esprimente il bilancio


della quantit`a di moto del fluido contenuto in Sest : la somma di tutte le forze agenti
sul fluido pi`u la quantit`a di moto del fluido che entra nella regione considerata deve
essere nulla. Dobbiamo allora includere: la forza FC che il corpo esercita sul fluido
attraverso la superficie C, pi`u la forza che il fluido allesterno di Sest esercita sul
fluido interno e infine il flusso della quantit`a di moto che entra nella regione considerata
attraverso Sest : in formula
I
d S = 0.
[P n u (u n)]
FC +
Sest

(Il flusso attraverso la superficie del corpo C e` nullo in virt`u della condizione al
contorno di non penetrazione.) Risolvendo la relazione rispetto alla forza FC ricercata
abbiamo
I
d S.
[P n + u (u n)]
FC =
Sest

Ma per la legge di Bernoulli, la pressione in ogni punto del fluido e` data dalla relazione
P(r) + 12 |u(r)|2 = K

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 241

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.2: Paradosso di dAlembert in tre dimensioni

241

dove K e` una costante. Risolvendo rispetto alla pressione si ottiene:


P(r) = 21 |u(r)|2 + K

= 21 [u(r) + U] [u(r) U] + U 2 + K
= P0 12 [u(r) + U] [u(r) U],

dove P0 = K 21 U 2 e` unaltra costante. Se ora supponiamo di prendere Sest molto


grande in modo che ogni suo punto |r S | , allora vale lapprossimazione
P(r) = P0 + O

1
r3

per |r| .

SostituendoH nellespressione della forza, il termine contenente P0 e` nullo grazie


allidentit`a Sest n d S = 0, valida per qualunque superficie chiusa. Otteniamo allora
FC =

Sest

d S + Area(Sest ) O
u (u n)

Sest

dS + O
u (u n)

1
.
r

1
r3

Daltra parte, se i punti della superficie Sest sono molto lontani dal corpo, la velocit`a
u U + O r13 e quindi avremo
FC

Sest

d S.
U (U n)

Infine, il vettore U non dipende dalla


H posizione
per cui esce dal segno di integrale
e quindi avremo FC U U Sest n d S , ovvero, utilizzando ancora lidentit`a
H
d S = 0,
Sest n
FC = 0.
Si noti la forza FC e` nulla su qualunque superficie chiusa Sest , non solo sulle superfici
sufficientemente grandi. Si deve fare tendere Sest a una sfera di raggio infinito solo
per rendere il calcolo di FC indipendente dallandamento non uniforme (incognito)
della pressione nel fluido. In altre parole, il processo di limite serve per dimostrare la
relazione (esatta) FC = 0 non per calcolare un valore particolare di FC .
E` importante ricordare tutte le ipotesi che sono alla base del paradosso di dAlembert.
Esse sono le seguenti:
ll corpo e` tridimensionale di dimensione finita;
la corrente e` assunta essere incomprimibile con densit`a del fluido uniforme;
ll fluido e` supposto essere non viscoso;
il moto del fluido e` irrotazionale in tutta la regione esterna al corpo;
la regione di fluido in cui e` immerso il corpo e` illimitata;
il moto del fluido e` stazionario.

Lultima ipotesi deve essere intesa alla luce del principio di relativit`a galileiana di equivalenza di tutti i sistemi di riferimento inerziali. Si pu`o infatti considerare un corpo
fermo, investito da una corrente uniforme a grande distanza da esso, e allora potr`a
esservi una corrente stazionaria. Ma, per il principio di relativit`a, questa situazione e`
del tutto equivalente a quella dello stesso corpo in moto rettilineo uniforme in un fluido
fermo a grande distanza da esso, e in tal caso il campo di moto sar`a necessariamente
variabile. Esamiamo ora il ruolo di alcune delle altre ipotesi.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 242

242

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

La prima ipotesi e` molto importante in quanto e` allorigine della differenza fra il caso
tridimensionale e quello bidimensionale della corrente attorno a un corpo cilindrico.
Infatti, la regione allesterno di un corpo di dimensione finita e` semplicemente connessa mentre non lo e` quella esterna a un corpo cilindrico di lunghezza infinita (di
sezione qualsiasi). Nel caso particolare di un cilindro circolare, abbiamo dimostrato
nel paragrafo 4.5 che la corrente incomprimibile irrotazionale stazionaria piana provoca
sul cilindro una forza risultante non nulla, perpendicolare alla direzione della velocit`a
esterna, quando il campo di moto ha una componente circolante attorno al cilindro.
La validit`a del paradosso di dAlembert pu`o essere analizzata anche quando il
corpo e` investito da una corrente comprimibile di un fluido supposto ancora non
viscoso. Si dimostra che anche in questo caso la forza agente sul corpo e` nulla quando
la corrente e` subsonica in tutto il campo di moto, con le ultime quattro condizioni
sempre soddisfatte.
Invece, nel caso di una corrente ancora incomprimibile ma di un fluido viscoso
entra in gioco lattrito del fluido per cui lintera teoria irrotazionale qui considerata non
e` pi`u applicabile e la corrente esercita sul corpo una forza non nulla.
Il paradosso di dAlembert non vale nemmeno quando il fluido occupa una regione
limitata per la presenza di una superficie libera, come, ad esempio, quando un corpo
si muove completamente immerso nellacqua di un lago. In tal caso sul corpo agisce
una forza diversa da zero che e` causata dallesistenza di unonda sulla superficie libera
dietro il corpo immerso e che e` chiamata resistenza donda.
Infine, anche nel caso di corrente non stazionaria, ovvero se il corpo si muove con
accelerazione non nulla in un fluido fermo, restando comunque in vigore tutte le altre
ipotesi, il fluido esercita sul corpo una forza diversa da zero.
E` opportuno ricordare che il paradosso di dAlembert riguarda solo la forza agente
sul corpo. Anche sa la risultante delle forze dovute allazione della pressione sulla
superficie del corpo risulta essere nulla, la risultante dei loro momenti (rispetto a qualche
punto) in generale non si annulla. Di conseguenza un corpo limitato di forma arbitraria
in moto uniforme in un fluido nelle condizioni considerate e` di solito sottoposto a un
momento delle forze anche se la forza totale e` nulla.

7.3 Correnti incomprimibili irrotazionali piane


Dopo avere introdotto le soluzioni elementari relative alle correnti assisimmetriche e
avere studiato alcune correnti particolari di questo tipo, consideriamo ora il caso di
correnti piane, cio`e tali che il moto del fluido ha solo due componenti diverse da zero,
appartenenti a un piano, con il medesimo campo di velocit`a in tutti i piani paralleli al
piano del moto del fluido. Queste correnti sono dette anche bidimensionali. Come
nei paragrafi precedenti considereremo solo correnti incomprimibili ( u = 0) e
irrotazionali (u = 0).
Affinche il moto possa essere bidimensionale e` necessario (ma non sufficiente)
che ogni ostacolo solido presente nel campo di moto si estenda indefinitamente, con
una sezione sempre uguale, in una direzione perpendicolare a quella della corrente
esterna. Si richiede cio`e che il corpo immerso nella corrente sia un cilindro infinito: la
sezione del cilindro potr`a essere di forma qualsiasi, ma la sua lunghezza sar`a supposta
illimitata da entrambe le parti. Naturalmente, non esiste alcun corpo reale con queste
caratteristiche estreme, per cui lanalisi che svilupperemo sar`a utile solo in senso
approssimato per i corpi cilindrici reali di estensione finita la cui lunghezza sia molto
maggiore della dimensione caratteristica della loro sezione trasversale.
Tuttavia, da un punto di vista teorico sappiamo che la situazione ideale di un corpo
cilindrico infinitamente lungo fa sorgere un problema delicato riguardo le caratteristiche topologiche del dominio occupato dal fluido. E` noto infatti che la regione dello
spazio tridimensionale esterna a un cilindro infinito e` molteplicemente connessa. Ci`o
ha una conseguenza sulle soluzioni dellequazione di Laplace per il potenziale cinetico

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 243

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.3: Correnti incomprimibili irrotazionali piane

243

in una tale regione, che, come si e` visto alla fine del paragrafo 4.5 per il caso del
cilindro circolare, ammette infinite soluzioni. Questa particolarit`a deve essere tenuta
in conto anche nel metodo di risoluzione mediante soluzioni elementari. Infatti, oltre
alle soluzioni elementari e singolari simili a quelle viste nel caso assisimmetrico, nel
caso dei problemi piani in un dominio molteplicemente connesso e` necessario includere
anche la soluzione elementare che rappresenta un vortice rettilineo.

Equazioni di Laplace del potenziale e funzione di corrente


Analogamente al caso del problema assisimmetrico, nelle correnti incomprimibili piane
e` opportuno affiancare al potenziale cinetico (x, y) la funzione di corrente (x, y).
Essa e` definita in termini delle componenti cartesiane2 della velocit`a (u, v) = u tramite
le relazioni
u=
y

r
z z

Costruzione della
componente R del vettore posizione r
perpendicolare allasse z e parallela al
piano x-y del moto del fluido
Figura 7.14

,
y

v=

,
x

ovvero

u = z ,

che sono state dimostrate nel paragrafo 3.9. Le curve di livello = costante sono le
linee di corrente del campo di velocit`a piano u = u(x, y).
Per rappresentare le soluzioni elementari singolari delle correnti piane e` possibile
utilizzare le coordinate cartesiane. Le espressioni matematiche risultano tuttavia pi`u
semplici se si adotta un sistema di coordinate cilindriche con lasse z perpendicolare
al piano del moto. Per essere pi`u precisi, quando il campo di moto e` piano, con componente z della velocit`a nulla e con le altre componenti indipendenti dalla coordinata
assiale z, e` naturale decomporre il vettore posizione spaziale r nelle sue componenti
perpendicolare e parallela allasse z nel seguente modo
r = R + z z .
Si e` introdotto pertanto il vettore posizione R appartenente a un piano del moto e che
pu`o essere rappresentato alternativamente in termini delle sue componenti cartesiane o
cilindriche, nei due modi seguenti:
).
R = x x + y y = R R(
La velocit`a del campo piano pu`o allora essere espressa in termini delle sue due componenti cilindriche (o polari)
) + u (R, ) ( )
u(R) = u(R, ) = u R (R, ) R(
Quando si utilizzano le coordinate cilindriche/polari, il potenziale cinetico e la funzione
di corrente dipendono dalle variabili R e e scriveremo indifferentemente = (R) =
(R, ) e = (R) = (R, ). Le componenti cilindriche della velocit`a piana sono
fornite dal gradiente (piano) del potenziale cinetico, , ovvero
uR =

,
R

u =

1
,
R

oppure possono essere calcolate anche in termini della funzione di corrente (R, )
per mezzo delle relazioni
uR =

1
,
R

u =

,
R

ovvero

u = z ,

come gi`a descritto nel paragrafo 3.9. Il campo vettoriale e` in ogni punto normale
alla velocit`a, ovvero vale la condizione di perpendicolarit`a u = 0, come e` facile
verificare.
2 Si noti che u non e` il modulo del vettore velocit`a

cartesiana lungo lasse x .

u, ossia u 6= |u|, ma solo la sua componente

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 244

244

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Grazie allincomprimibilit`a, il potenziale cinetico soddisfa lequazione di Laplace


2 = 0, che per correnti piane e in coordinate cilindriche significa:

1 2
R
+ 2
= 0.
R R
R
R 2
Per quanto riguarda lequazione della funzione di corrente, osserviamo che la componente z di u espressa in termini di (R, ) e` data da
1 u R

Ru
R
R

1 1

R
R
R R

1 2
1
R
2
=
,
R R
R
R 2
1
R
1
=
R

z u =

per cui la condizione di irrotazionalit`a u = 0 equivale allequazione

1 2
1
R
+ 2
= 0,
R R
R
R 2
che e` la medesima equazione di Laplace del potenziale. Ovviamente, se le incognite e
sono considerate come funzione delle coordinate cartesiane x e y, esse soddisferanno
la stessa equazione di Laplace bidimensionale, ma con loperatore laplaciano espresso
2
2
nella sua forma cartesiana 2 = x 2 + y 2 .

Soluzioni elementari piane


Corrente uniforme. Consideriamo un campo di velocit`a uniforme, diretto nella stessa
direzione dellasse x del sistema di coordinate cilindriche, come mostrato in figura 7.15.
Dalla figura si vede che le componenti cilindriche di U x sono

()
R()

U sin
U x
U cos

u unif
R ( ) = U cos
x

Componenti cilindriche di
un campo di velocit`a uniforme in
direzione dellasse x

Figura 7.15

u unif
( ) = U sin ,

ovvero, compattamente,
) U sin ( ).
uunif (R) = U cos R(
Il potenziale corrispondente si determina integrando (rispetto a R) la definizione di u R
in termini di , ovvero

= u R = U cos
R

(R, ) = U R cos + f ( ),

dove f ( ) e` una funzione arbitraria dintegrazione. Essa e` determinata integrando la


definizione di u rispetto allaltra coordinata, ossia
1
= u = U sin
R

(r, ) = U R cos + g(R),

dove g(R) e` unaltra funzione arbitraria. Le due integrazioni conducono al medesimo


potenziale cinetico solo se f ( ) = g(R) = C, dove C e` una costante arbitraria, che
possiamo prendere uguale a zero. Pertanto il potenziale del campo di velocit`a uniforme
in direzione di x e`
unif (R, ) = U R cos .

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 245

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.3: Correnti incomprimibili irrotazionali piane

245

E` immediato verificare che questo potenziale soddisfa lequazione di Laplace in coordinate cilindriche. Si ha infatti

(U R cos )
1 2 (U R cos )
1
2 unif
R
+ 2
(R, ) =
R R
R
R
2

U cos d
dR
U d 2 cos
=
R
+
R
dR
dR
R d 2
U cos d R U cos

R
dR
R
U cos
U cos

= 0.
=
R
R
=

In modo analogo si determina la funzione di corrente unif (R, ). Dalla relazione che
definisce u R in termini di abbiamo
1
= u R = U cos
R
da cui

= U R cos

(R, ) = U R sin + f (R).

Per trovare la funzione arbitraria f (R), integriamo anche la definizione della componente u in termini di , ovvero

= u = U sin
R

(R, ) = U R sin + g( ).

Si ottiene quindi la condizione f (R) = g( ) = C, con C costante arbitraria, che


pu`o essere scelta uguale a zero. Quindi, la funzione di corrente del campo di velocit`a
uniforme in coordinate cilindriche e`
unif (R) = U R sin .
Sorgente 2D (rettilinea). Consideriamo un campo di moto piano con la velocit`a in ogni
punto diretta radialmente e avente uguale intensit`a in tutti i punti di ogni circonferenza,
R = costante. Un tale campo vettoriale ha la simmetria cilindrica e la sua espressione
in coordinate cilindriche e` particolarmente semplice, del tipo
),
u(R) = u R (R) R(
dove la funzione u R (R) deve essere specificata. Per determinare la forma di questa
funzione nel caso incomprimibile e irrotazione cui siamo interessati, scriviamo per
prima cosa il legame fra la componente radiale della velocit`a e il potenziale cinetico
uR =

d
,
dR

dove si e` scritta la derivata ordinaria di rispetto a R invece di quella parziale in quanto


il potenziale cinetico che dipender`a solo da R in virt`u della simmetria cilindrica di
u(R) per cui u = 0.
Daltra parte, nel caso di corrente irrotazionale incomprimibile piana, il potenziale cinetico deve soddisfare lequazione di Laplace. Come si e` detto, in coordinate
cilindriche e tenendo conto che = (R), tale equazione diventa

1 d
d
1 d
1
R
=
R
=
Ru R = 0,
R R
R
R dR
dR
R dR

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 246

246

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

ovverosia, per qualunque R 6= 0,

d
A
Ru R = 0 u R (R) = ,
dR
R
dove A e` una costante qualsiasi. Il campo di moto incomprimibile e irrotazionale
dotato della simmetrica cilindrica in esame sar`a allora espresso dalla relazione
sorg

u R (R)

A
R( ).
R
Quindi lintensit`a della velocit`a e` inversamente proporzionale alla distanza R dallasse
z, come mostrato nell figura 7.16. Date le caratteristiche direzionali del campo di
moto, un tale campo pu`o essere interpretato come prodotto da una sorgente di fluido
distribuita uniformemente lungo tutto lasse z: se A > 0 il fluido e` eiettato verso
lesterno perpendicolarmente allasse e in modo uguale in tutte le direzioni. Si parler`a
quindi di una sorgente rettilinea o, pi`u brevemente sorgente 2D, per distinguere
questo campo piano da quello assisimmetrico della sorgente puntuale in tre dimensioni
(la sorgente 3D).
Invece della costante A si preferisce utilizzare un altro parametro, , che rappresenta la portata volumetrica per unit`a di lunghezza della sorgente. Il volume di
fluido P.V. L che attraversa nellunit`a di tempo una superficie cilindrica SL di raggio
R e di lunghezza L e` data dal seguente integrale
Z
Z
Z
A
A
n d S.
P.V. L =
u(R) n d S =
R n d S =
R
R SL
SL
SL R
u(R) =

Modulo della velocit`a del


campo cilindrico di una sorgente 2D

Figura 7.16

per cui
In ogni punto di SL si ha n = R,
Z
Z
A
A
A

R R dS =
d S = 2 R L = 2 AL .
P.V. L =
R SL
R SL
R
La portata volumetrica per unit`a di lunghezza e` allora data da = P.V. L /L = 2 A,
da cui A = /(2 ). Scriveremo quindi il campo di velocit`a della sorgente 2D come
usorg (R) =
y

1
R( ),
2 R

e il potenziale cinetico della sorgente 2D


sorg (R) =

ln R.
2

x
z
Figura 7.17

Sviluppo nello spazio della sorgente 2D

Entrambi i campi sono singolari nellorigine o meglio, considerando la loro espansione


in tre dimensioni, sono singolari su tutto lasse z. Il campo di velocit`a e` mostrato
nella figura 7.18. Questi campi potranno quindi essere utilizzati solo a condizione di
fare cadere la loro singolarit`a allesterno del campo di moto, ovvero dentro un corpo
solido cilindrico immerso nel fluido.
y

Figura 7.18

Campo di velocit`a della sorgente 2D

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 247

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.3: Correnti incomprimibili irrotazionali piane

247

Si noti che il potenziale sorg (R) = 2


ln R corrisponde al primo termine non costante
dellespansione della soluzione per la corrente attorno al cilindro circolare ricavata nel
paragrafo 4.5 mediante il metodo di separazione delle variabili.
Per determinare la funzione di corrente, ricorriamo come al solito alla definizione
della velocit`a in termini di . Per la componente R abbiamo:

1
1
= uR =
,
R
2 R
e quindi

(R, ) =

+ f (R),
2

con f (R) funzione da determinare. Lequazione della seconda componente della


velocit`a fornisce

= u = 0
R

(R, ) = g( ).

In conclusione, deve essere f (R) = C e g( ) = 2


+ C, dove la costante C pu`o
essere scelta in modo arbitrario, ad esempio uguale a zero. Pertanto si avrebbe

(R, ) =

() =

Carattere non periodico

della soluzione ( ) = 2

Figura 7.19

.
2

Tuttavia, questa soluzione pu`o essere una funzione dei punti del piano solo a condizione
che la variabile vari in un intervallo minore di 2 . In caso contrario, se varia in un
intervallo maggiore o uguale a 2 , il punto (R, ) percorrerebbe unintera circonferenza
di raggio R e ritornerebbe quindi al punto di partenza. Ma in questo caso il valore di
alla fine sarebbe diverso dal valore nel punto iniziale, in quanto sarebbe incrementato

2 = . La soluzione cos` trovata non e` pertanto una funzione dei


della quantit`a 2
punti del piano in quanto non assume uno e un sol valore in ogni punto del suo dominio
di definizione. In altre parole, la soluzione (R, ) non e` periodica rispetto a ,
di periodo 2 , vedi figura 7.19. E` comunque vero che loggetto matematico trovato
permette di determinare lo stesso il campo di velocit`a usorg (R) in modo univoco, per
cui manterremo ugualmente questa soluzione, scrivendola tuttavia tra virgolette.
Scriveremo quindi la funzione di corrente della sorgente 2D nel modo seguente
sorg (R) =

0 < 2,

che sottolinea la natura matematica particolare di questo tipo di soluzione, diversa da


una funzione dei punti del piano.
Doppietta 2D (rettilinea). Consideriamo ora il campo di moto associato alla presenza
simultanea di una sorgente 2D di intensit`a e di un pozzo 2D di intensit`a uguale e
opposta posti a una distanza d, come mostrato nella figura 7.20. La funzione di
corrente di questa distribuzione di sorgenti si ottiene sommando le loro funzioni di
corrente, ovvero risulta:

(R, ) =
x

z
Figura 7.20

Genesi spaziale della doppietta 2D

=
( ),
2
2
2

dove langolo e` funzione del punto, ovvero = (R, ), vedi figura 7.22.
Come nel caso della doppietta 3D, siamo interessati alla soluzione che si ottiene
facendo avvicinare le due sorgenti, ovvero nel limite d 0, mentre si fa aumentare la
loro intensit`a, , mantenendo per`o costante il prodotto d. Il parametro = d,
si chiama intensit`a della doppietta 2D.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 248

248

CAPITOLO 7

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

R
d cos

=
d sin

Angoli per la costruzione


della doppietta 2D

Figura 7.21

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

Dalla figura 7.21 si vede che langolo nel vertice (R, ) e` uguale alla differenza
( ), dato che + ( ) + = , per cui

d sin
.
R d cos
Quando d 0, langolo tende al rapporto fra larco d sin e il raggio (R
d cos ), ossia:
tan[(R, ) ] =

d sin
d sin

,
R d cos
R
per d 0. Di conseguenza la funzione di corrente della doppietta 2D e` data da
(R, )

dopp (R, ) =

sin
.
2 R

Le linee di corrente si ottengono dalla funzione polare R( ) = (cost sin )/, con
fissato che pu`o essere positivo e negativo, a seconda che sia [, 2 ] o [0, ].
Alcune linee, con incremento di costante, sono disegnate in figura 7.22. Le linee di
corrente della doppietta 2D sono delle circonferenze con il centro sullasse y e tutte
tangenti allasse x nellorigine.
Ci`o pu`o essere verificato analiticamente riscrivendo lequazione delle linee di

sin = 0 in coordinate cartesiane. Essendo sin = y/R e R 2 =


corrente R + 2
x 2 + y 2 , avremo lequazione cartesiana

y = 0.
x 2 + y2 +
2
Ricorrendo al completamento del quadrato, ovvero aggiungendo a entrambi i membri

il quadrato di 4
in modo da avere un quadrato perfetto con y nel primo membro,
questa relazione equivale a
2
2

2
=
,
x + y+
4
4

che e` lequazione di un cerchio di raggio 4||


.
con centro in 0, 4

Calcoliamo ora le componenti cilindriche della velocit`a della doppietta 2D ricorrendo alla loro definizione in termini della funzione di corrente. Avremo:

1
sin
cos
1
uR =

=
=
,
R
R
2 R
2 R 2

sin
sin

=
u =
=
,
R
R
2 R
2 R 2

y
x
x

Figura 7.22 Linee di corrente della doppietta 2D


parallela allasse x

Campo di velocit`a della doppietta 2D


parallela allasse x

Figura 7.23

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 249

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.3: Correnti incomprimibili irrotazionali piane

249

e quindi scriveremo compattamente


udopp (R) =

cos
sin
( ).
R( )
2 R 2
2 R 2

I vettori del campo di velocit`a della doppietta 2D sono disegnati nella figura 7.23,
evitando per`o la zona vicina alla singolarit`a nellorigine dove lintensit`a di u e` proporzionale a 1/R 2 e la lunghezza delle frecce avrebbe reso confusa la rappresentazione
del campo vettoriale lontano dallorigine.
Determiniamo infine il potenziale cinetico della doppietta 2D integrando la relazione
= u. Per la componente in direzione R abbiamo
cos

= uR =
R
2 R 2

(R, ) =

cos
+ f ( ),
2 R

dove f ( ) e` una funzione arbitraria da determinare. A questo scopo, consideriamo


allora lequazione che deve soddisfare in conseguenza dellequazione relativa alla
componente del gradiente, ossia,

1
sin
= u =
,
R
2 R 2
e integriamola rispetto a

sin
=

2 R

(R, ) =

cos
+ g(R),
2 R

dove g(R) e` unaltra funzione arbitraria. Le due forme ottenute di coincidono se


e solo se f ( ) = g(R) = C, dove C e` una costante arbitraria, che pu`o essere presa
uguale a zero. In conclusione, il potenziale cinetico della doppietta 2D e`
dopp (R, ) =

Vortice rettilineo. Lultima soluzione elementare per le correnti piane che esaminiamo
e` il campo di moto di un fluido che ruota attorno a un asse ed e` irrotazionale in tutto lo
spazio tranne i punti dellasse z. Si tratta del vortice rettilineo che e` gi`a stato descritto
nel paragrafo 3.7, sia in coordinate cartesiane (esempio 3) sia in coordinate cilindriche
(esempio 4). In queste pagine, partiamo dallespressione del campo di velocit`a del
vortice in coordinate cilindriche stabilita nellesempio 5, ossia,

u vort
(R)

uvort (R) =

Dipendenza della velocit`a


rotatoria del vortice rettilineo con la
distanza dal suo asse
Figura 7.24

cos
.
2 R


( ),
2 R

in cui compare il parametro che rappresenta la circolazione del vortice e misura


quindi la sua intensit`a. La diminuzione della velocit`a di rotazione al crescere della
distanza dallasse e` mostrata nella figura 7.24.
La struttura del campo di velocit`a del vortice rettilineo quando > 0 e` mostrata
nella figura 7.25, che riproduce la figura 3.5.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 250

250

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Figura 7.25

Figura 7.26

Campo di velocit`a del vortice rettilineo

Linee di corrente del vortice rettilineo

Per prima cosa verifichiamo se uvort (R) e` effettivamente irrotazionale. Lunica componente non nulla della vorticit`a e` quella lungo z e abbiamo
vort

z u

(R) = z
2 R

1 d
=
R
2 R d R

( ) = 1 R 1
2 R R
R

1
0
=
,
R
2 R

per cui uvort = 0 in ogni punto del piano tranne il punto R = 0, ovverosia,
considerando lespansione in tre dimensioni del campo piano, in tutto lo spazio tranne
tutti i punti dellasse z. Su tale asse il campo del vortice e` singolare, perche la velocit`a
ha unintensit`a illimitata e assume ogni possibile direzione del piano. Quindi il vortice
rettilineo e` una soluzione singolare e, come ogni altra soluzione elementare singolare,
pu`o essere utilizzata solo se la singolarit`a e` allesterno del campo di moto.
Dal campo di velocit`a del vortice rettilineo e` facile ricavare la sua funzione di
corrente. Infatti, la definizione della componente in termini di fornisce

= u =
R
2 R

(R, ) =

ln R + f ( ),
2

dove f ( ) e` una funzione arbitraria. Lequazione della componente R dice che


1
= uR = 0
R

(R, ) = (R) = g(R),

con g(R) funzione arbitraria. Segue necessariamente che f ( ) = C e g(R) =

ln R + C, dove la costante C pu`o essere presa uguale a zero. Quindi la fun 2


zione di corrente del vortice rettilineo e`
vort (R) =

ln R
2

e le sue linee di corrente sono semplicemente delle circonferenze con centro nellorigine,
come mostrato nella figura 7.26, coincidente con la figura 3.6.
Per quanto riguarda il potenziale cinetico, procediamo come al solito integrando
la definizione della velocit`a u = . Lequazione relativa alla componente R e`

= uR = 0
R

( ) = f ( ),

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 251

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.3: Correnti incomprimibili irrotazionali piane

251

con f ( ) funzione arbitraria. La seconda equazione, relativa alla componente angolare,


fornisce
1

= u =
R
2 R

=
d
2

( ) =

,
2

dove abbiamo scelto uguale a zero la costante dintegrazione arbitraria. Questultima


integrazione presenta tuttavia linconveniente di condurre a una soluzione che pu`o
essere una funzione dei punti del piano solo se la variabile non percorre un giro
completo (0, 2 ) attorno allorigine. Ma, nel problema che stiamo risolvendo, deve
proprio percorrere lintervallo completo perche il fluido riempie tutto lo spazio intorno
allasse z e quindi la funzione ( ) dovrebbe essere periodica di periodo 2 .

Pertanto, se si include la soluzione speciale trovata, 2


, si deve tenere presente
che essa non rappresenta una funzione dei punti del piano. Scriveremo allora il
potenziale cinetico del vortice ricorrendo alla medesima notazione fra virgolette
che e` stata adottata per indicare la funzione di corrente di una sorgente 2D. Il
potenziale cinetico del vortice rettilineo e` quindi espresso nella forma seguente

vort

(R) =

0 < 2,

per ricordare la natura molto particolare di questa soluzione.


Nella tabella seguente sono raccolte tutte le soluzioni elementari relative alle
correnti incomprimibili irrotazionali piane che sono state qui analizzate.
Tabella 2.

Soluzioni elementari di correnti piane in coordinate cilindriche (R, ).


Le soluzioni 2D sono simmetriche rispetto allasse x e le singolarit`a sono
tutte nellorigine.

Corrente

(R, )

u R (R, )

u (R, )

(R, )

uniforme

U R cos

U cos

U sin

U R sin

sorgente

ln R
2

1
2 R

1
2 R

sin
2 R 2

vortice
doppietta

cos
2 R

Approfondimento 1

cos
2 R 2

ln R
2

sin
2 R

Doppietta 2D con direzione generica.

Per completezza di informazione, analizziamo anche il caso di una doppietta 2D, sempre
posta nellorigine, ma avente una direzione in generale diversa da quella dellasse x.
Questa soluzione elementare non ha la simmetria rispetto allasse x e quindi non pu`o
essere usata per risolvere problemi di correnti simmetriche rispetto a tale asse.
Indichiamo con il vettore il cui modulo e` lintensit`a di una doppietta posta
nellorigine e la cui direzione (dalla sorgente al pozzo, prima di effettuare il limite)
e` contenuta nel piano (x, y) ma per il resto generica, come mostrato in figura 7.27.
Allora, il potenziale sar`a evidentemente

Doppietta 2D posta
nellorigine ma con la direzione di
arbitraria

Figura 7.27

dopp (R) =

1 R
,
2 R

= R(
). Infatti, nel caso particolare = x , risulta R
= x R
= cos
dove R
e si riottiene il potenziale del dipolo 2D parallelo allasse x.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 252

252

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Il campo di velocit`a si determina calcolando il gradiente in coordinate cilindriche della


funzione dopp (R, ) nel seguente modo:

R
1
R

=
=

+ 2 ( R).
2
2
R
R
R
R
Conviene poi calcolare il termine ( R) in coordinate cartesiane, ricordando che
R = x x + y y , per cui avremo
( R) = (x x + y y) = (x x) + ( y y) = x x + y y = .
Sostituendo questo termine nella relazione precedente si ottiene

2 R

R
= R 3 R + 2 =
R+ 2

3
R
R
R
R
R
=

2( R)
2( R)
+
=
.
R2
R2
R2

Avremo quindi:
udopp (R) =

R]

1 [ 2( R)
.
2
R2

Nel caso di vettore della doppietta allineato con lasse x, questo campo di velocit`a
R
= x 2 cos R
=
coincide con quello gi`a noto, in quanto risulta 2( R)

(cos R sin 2 cos R) = cos R sin .

Ogiva cilindrica semi-infinita di Rankine


Sovrapponendo le soluzioni di una corrente uniforme e di una sorgente 2D si ottiene una
soluzione che pu`o rappresentare la corrente attorno a un corpo cilindrico infinito nella
direzione perpendicolare alla corrente, semi-infinito nella direzione della corrente e la
cui sezione presenta una forma di tipo parabolico ma di spessore finito. Consideriamo
il potenziale cinetico somma dei potenziali di una corrente con velocit`a uniforme U e
di una sorgente 2D di intensit`a :
(R, ) = U R cos +

ln R.
2

Il campo di velocit`a si determina calcolando il gradiente del potenziale cinetico:

1
u(R, ) = = U cos +
R( ) U sin ( ).
2 R
Per quanto riguarda la funzione di corrente del campo di moto considerato, avremo:

(R, ) = U R sin +

.
2

Per ogni valore di fissato, questa relazione fornisce una linea di corrente. Precisamente, risolvendo rispetto a R, si ottiene la funzione della linea di corrente espressa in
coordinate polari
R( ) =

2U

1
.
sin

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 253

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.3: Correnti incomprimibili irrotazionali piane

253

[R e` la distanza del punto (x, y) dallorigine, non dallasse orizzontale.] Determiniamo


poi i punti in cui si annulla la velocit`a. Avremo le due equazioni:
1
= 0,
U sin = 0.
2 R
La seconda equazione dice che gli eventuali punti di ristagno si trovano sullasse x
( = 0 oppure = ). La prima equazione diventa allora:
U cos +

1
= 0,
2 R
per = 0 e = , rispettivamente. Supponendo che sia U > 0 e > 0, la sola
soluzione possibile e` il punto sullasse x avente coordinate polari
U +

.
2U
Il punto di ristagno si trova quindi sullasse di simmetria, a sinistra della sorgente. Il
valore di sulla linea di corrente che passa per il punto di ristagno e` allora
(a, )

con

a=

0 = (a, ) = U a sin +

= .
2
2

Lequazione di questa linea di corrente particolare si ottiene sostituendo il valore =


nella funzione R = R( ) generale calcolata in precedenza:
Rc ( ) =


,
2U sin

che abbiamo indicato come Rc perche pu`o corrispondere a un corpo solido che devia la
corrente uniforme lontano dal corpo. La semi-ampiezza asintotica dellogiva cilindrica
di Rankine si indica con h ed e` data da

h = lim Rc ( ) sin =
lim
sin =
.
0
2U 0 sin
2U
La figura 7.28 fornisce la rappresentazione di alcune linee di corrente allesterno della
linea R = Rc ( ) passante per il punto ristagno. Pertanto, mettendo una ogiva semiinfinita cilindrica la cui forma corrisponde alla superficie ottenuta facendo traslare la
curva R = Rc ( ) parallelamente allasse z, la corrente incomprimibile inviscida piana
attorno a tale corpo avrebbe landamento delle linee mostrate nella figura 7.28.
Conoscendo lequazione della forma del corpo, possiamo calcolare analiticamente
la velocit`a sulla sua superficie. Il quadrato della velocit`a sul corpo e` infatti dato da

2
2
|uc ( )|2 = u R (Rc ( ), ) + u (Rc ( ), )

2U sin 2
+ U 2 sin2 .
= U cos +
2

Rc ()
y

Linee di corrente dellogiva


cilindrica semi-infinita di Rankine

Figura 7.28

63

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 254

254

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Semplificando, raccogliendo a fattore U 2 ed estraendo la radice quadrata si ottiene


s

sin2
sin 2
sin(2 )
|uc ( )| = U
+ sin2 = U 1 +
+
.
cos +


( )2
Il grafico di |uc ( )|/U e` mostrato in figura 7.29. Il valore massimo della velocit`a
sulla superficie dellogiva si raggiunge per = 63 e vale |uc (63 )| = 1.26 U . Per
il teorema di Bernoulli, la pressione raggiunge in questo punto un valore minimo
sulla superficie del corpo. Dopo questo punto la corrente sulla superficie rallenta e
la pressione aumenta, con la possibilit`a che si verifichi una separazione dello strato
limite.
uc |/U
1.0

Andamento della velocit`a


sulla superficie dellogiva cilindrica di
Rankine, muovendo dal punto di ristagno
in direzione della corrente

Figura 7.29

0.5

1
4

3
4

1
2

Ovale cilindrico di Rankine


Abbiamo visto che il moto che si ottiene dalla sovrapposizione di una sorgente 2D e
di una corrente uniforme pu`o rappresentare la corrente attorno a unogiva cilindrica
semi-infinita. Ci`o e` dovuto al fatto che e` presente una sorgente 2D (ovvero rettilinea)
la cui portata non pu`o scomparire perche la massa si conserva. Se ora, a valle della
sorgente, si aggiunge un pozzo 2D di uguale intensit`a, e` evidente che risulta possibile
ottenere un campo di moto che investe un corpo cilindrico limitato nella direzione della
corrente asintotica, noto con il nome di ovale cilindrico di Rankine.
Per realizzare queste condizioni, consideriamo allora il campo di moto che si
ottiene sovrapponendo a una corrente esterna uniforme U = U x una sorgente 2D di
intensit`a e un pozzo 2D di intensit`a uguale e opposta . Le rette delle sorgenti 2D
sono perpendicolari alla corrente esterna, si trovano a una distanza 2b e giacciono su
uno stesso piano parallelo alla corrente, come mostrato in figura 7.30. La funzione di
corrente del campo di moto complessivo sar`a

R
1

(R, ) = U R sin +

2
x

Angoli alle sorgenti 2D


dellovale cilindrico di Rankine

Figura 7.30


1 (R, ) 2 (R, ) ,
2

dove le funzioni relative agli angoli 1 (R, ) e 2 (R, ) si ricavano esattamente come
nel caso delle sorgenti 3D dellovoide di Rankine, illustrato nella figura 7.10 del paragrafo precedente.Abbiamo allora le funzioni

cos

1,2 (R, ) = cos1 q


1

2b
R

b
R

cos +

b2
R2

da sostituire nellespressione della funzione di corrente, ottenendo


(R, ) = U R sin

cos + Rb
1
q
+
cos
2
1 + 2b
R cos +

b2
R2

cos1 q

cos
1

2b
R

b
R

cos +

b2
R2

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 255

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.3: Correnti incomprimibili irrotazionali piane

255

La funzione di corrente attorno allovale cilindrico di Rankine pu`o essere scritta anche
in coordinate cartesiane. Esprimendo la tangente degli angoli 1 e 2 come rapporto
dei cateti, si pu`o scrivere

y
y
(x, y) = U y +
tan1
tan1
.
2
x +b
x b
Per mezzo di identit`a trigonometriche la differenza delle due tangenti inverse si riduce
a una sola funzione dello stesso tipo ma con un argomento pi`u complicato:

2by
1
(x, y) = U y
tan
.
2
x 2 + y 2 b2
Per fissato, questa equazione pu`o essere risolta rispetto a x ricavando:
s
2by
x(y; ) = b2 y 2 +
2U b y
.
tan b Ub

Nella figura 7.31 sono disegnate le linee di corrente attorno allovale cilindrico di

Rankine nel caso particolare U


b = 1.
y

Linee di corrente intorno


allovale cilindrico di Rankine per

U b = 1: data la simmetria della


corrente, si disegnano le linee allinterno
di un solo quadrante

Figura 7.31

Per determinare il campo di velocit`a e` pi`u comodo partire dal potenziale cinetico
espresso in coordinate cartesiane e calcolare poi le componenti cartesiane u e v di u.
Il potenziale (x, y) e` dato da

R1
(x, y) = U x +
,
ln R1
ln R2 = U x +
ln
2
2
2
R2
dove R1 e R2 indicano la distanza dal punto generico (x, y) alle posizioni delle due
sorgenti, come illustrato nella figura 7.32. Essendo ovviamente
p
R1,2 (x, y) = (x b)2 + y 2 ,
si ottiene

(x, y)

(x, y) = U x +
R1

R2

Distanze dalle sorgenti 2D


per la corrente attorno allovale cilindrico
di Rankine

Figura 7.32

(x + b)2 + y 2
ln
.
4
(x b)2 + y 2

Le componenti cartesiane della velocit`a saranno quindi:

x +b

x b

=U+

,
u(x, y) =
x
2 (x + b)2 + y 2
(x b)2 + y 2

y
v(x, y) =
=

.
y
2 (x + b)2 + y 2
(x b)2 + y 2
La figura 7.33 mostra il campo di moto attorno allovale limitando la rappresentazione
a un solo quadrante del piano dal momento che la velocit`a negli altri quadranti si ottiene
sfruttando la simmetria rispetto agli assi x e y.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 256

256

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Campo di moto in un
quadrante intorno allovale cilindrico di

Rankine per U
b =1

Figura 7.33

Determiniamo la semi-lunghezza e la semi-altezza h (vedi figura 7.33) dellovale che


corrispondono a valori determinati di U e . La velocit`a si annulla nei punti di ristagno,
ad esempio nel punto a monte (, 0), per cui possiamo scrivere lequazione

U+
2

1
1
= 0.

+ b b

Con semplici passaggi si ottiene lequazione di secondo grado in /b


2

= 0,
1
U b
b2
da cui e` immediato ricavare
r

= 1+
.
b
U b
Per quanto riguarda la semi-altezza h, il punto (x, h) e` sulla linea di corrente passante
per i punti di ristagno associata al valore = 0. Avremo quindi lequazione (0, h) =
0, ovverosia

2bh
2b/ h

h
1
Uh
tan1
=
tan
=
0

.
2
b
2U b
h 2 b2
1 b2 / h 2
2c
2 tan
1
Dato che tan(2) = 1tan
= 2 tan1 c, per cui lequazione
2 , risulta tan
1c2
trascendente si pu`o scrivere anche nella forma seguente

h
h
= 1.
tan
b
b U b
Infine, data la simmetria del problema e della soluzione rispetto allasse y, la velocit`a
massima sulla superficie dellovale si raggiunger`a nei due punti (0, h) e sar`a data
dalla relazione senguente:
|uc |max

/(U b)
=U 1+
.
1 + h 2 /b2

Al crescere del parametro U


b caratteristico di questa corrente, da zero a valori grandi,
la forma dellovale aumenta in lunghezza e spessore da una lamina piana di lunghezza
2b a un cilindro sempre pi`u grande e di forma che tende a diventare circolare. Questo

andamento e` mostrato dai valori riportati nella tabella 3. Nel limite U


b ,
il rapporto di forma dellovale (/ h) 1 e |uc |max 2U , che corrisponde alla
situazione ben nota della corrente incomprimibile non viscosa attorno a un cilindro
circolare.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 257

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.3: Correnti incomprimibili irrotazionali piane

257

Dimensioni dellovale cilindrico di Rankine in funzione del parametro


caratteristico della corrente.

|uc |max
2U b
b
b
h
U

Tabella 3.

0.0
0.01
0.1
1.0
10.0
100.0

1.0
1.010
1.095
1.732
4.583
14.177

0.0
0.031
0.263
1.307
4.435
14.130

32.79
4.169
1.326
1.033
1.003
1.000

1.0
1.020
1.187
1.739
1.968
1.997
2.000

Tutti gli ovali cilindrici di Rankine hanno un gradiente di pressione sfavorevole sulla
superficie nella zona a valle. Nella corrente reale si verificher`a quindi una separazione
nello strato limite con la formazione di una scia consistente dietro il corpo, per cui
landamento della corrente previsto dalla teoria non viscosa non e` realistico in questa
zona, tranne nel caso in cui lovale sia molto sottile.

Correnti elementari piane in coordinate cartesiane


Per utilizzare le soluzioni elementari in problemi in regioni di forma arbitraria, e` necessario mettere le singolarit`a in tanti punti diversi e ci`o significa traslare opportunamente
nel piano le soluzioni 2D fin qui presentate. Siccome la traslazione e` particolarmente
facile da esprimere lavorando con le coordinate cartesiane, e` conveniente riscrivere
tutte le soluzioni elementari delle correnti piane in termini delle coordinate cartesiane
(x, y) al posto di quelle cilindriche (R, ).
Il passaggio dalle coordinate cilindriche (R, ) a quelle polari e` dato dalle ben
note relazioni

y
(R,)
(x,y)

x = R cos ,

La trasformazione inversa e` definita da

x
Figura 7.34 Legame delle coordinate

cartesiane di un punto con le sue


coordinate cilindriche/polari

y = R sin .

R=

x 2 + y2,

tan =

y
,
x

ma non e` ancora utilizzabile direttamente in questa forma, dato che la seconda relazione
non e` unespressione esplicita dellangolo . A questo proposito si deve osservare che
non e` possibile esprimere in funzione delle coordinate cartesiane x e y mediante
la funzione tangente inversa tan1 (y/x). Infatti tale funzione assume valori solo
nellintervallo (/2, /2) (aperto) e questi angoli ricoprono soltanto il semipiano
positivo x > 0, mentre langolo delle coordinate cilindriche/polari pu`o assumere
ogni valore compreso nellintervallo (0, 2 ), di ampiezza doppia.
La determinazione dellangolo corrispondente al punto (x, y) pu`o essere realizzata solo mediante una funzione avente due variabili indipendenti, che scriveremo come
= tan21 (y, x), per non discostarci troppo dalla notazione consueta delle funzioni
trigonometriche inverse. Tale funzione tiene conto anche del quadrante in cui si trova il
punto (x, y) e fornisce il valore corretto dellangolo appartenente allintervallo completo (0, 2 ). Pertanto, la trasformazione esplicita corretta dalle coordinate cartesiane
(x, y) a quelle cilindriche (R, ) e` definita da
R=

x 2 + y2,

= tan21 (y, x).

Nei linguaggi di programmazione la funzione inversa tan21 (y, x) e` indicata normalmente con atan2(y, x) oppure con ATAN2(y, x). Quando si usano queste funzioni
su un calcolatore, occorre stare attenti allordine inverso in cui compaiono i due
parametri y e x.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 258

258

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Nella tabella 4 riportiamo le soluzioni singolari delle correnti piane espresse in termini
delle coordinate cartesiane x e y. Esse sono ottenute applicando alle soluzioni in
coordinate cilindriche R e il cambiamento di variabili appena descritto.
Soluzioni elementari di correnti piane in coordinate cartesiane (x, y).
Tutte le singolarit`a sono nellorigine.

Tabella 4.

Corrente

(x, y)

u(x, y)

v(x, y)

(x, y)

uniforme

Ux

Uy

ln x 2 + y 2
2

x
2
2 x + y 2

y
2
2 x + y 2

tan21 (y, x)
2

y
2
2 x + y 2

2
2 x + y 2

2
2 x + y 2

y2 x 2
2 (x 2 + y 2 )2

2x y

2
2 (x + y 2 )2

sorgente

vortice

doppietta

tan21 (y, x)
2

p 2
ln x + y 2
2
y

2
2 x + y 2

Se occorre considerare una singolarit`a in una posizione diversa dallorigine, si deve


effettuare una traslazione degli assi, ovvero un cambiamento dellorigine del sistema
di riferimento. Se, ad esempio, si desidera porre una sorgente 2D di intensit`a in un
punto R0 = (x0 , y0 ), come mostrato nella figura 7.35, il potenziale sar`a
sorg

0
y

R = (x, y)

R R0
x
R0

Sorgente 2D posta in un
punto R0 diverso dallorigine

Figura 7.35

(x, y) =

ln (x x0 )2 + (y y0 )2
2

e similmente il campo di velocit`a piano corrispondente sar`a


sorg

u0 (x, y) =

x x0
y y0

x +
y .
2 (x x0 )2 + (y y0 )2
2 (x x0 )2 + (y y0 )2

Naturalmente, se la traslazione del dipolo e` soltanto lungo lasse x, ovvero se R0 =


(x0 , 0) e la direzione del dipolo e` sempre parallela allasse x, allora la soluzione
elementare e` ancora simmetrica rispetto allasse x. Diversamente, se y0 6= 0, allora la
soluzione del dipolo traslato non rispetta questa simmetria.

7.4 Teorema di KuttaJoukowski per cilindri di forma qualsiasi


Nel paragrafo 4.5 e` stata ricavata la relazione fra la portanza agente su un cilindro di
sezione circolare immerso in una corrente incomprimibile inviscida piana uniforme
e la circolazione della componente della corrente che ruota attorno al cilindro. Tale
relazione e` nota con il nome di teorema della portanza di KuttaJoukowski per un
cilindro circolare ma essa e` valida per ogni cilindro, qualunque sia la forma della
sua sezione. In questo paragrafo si dimostra la versione generale del teorema di
KuttaJoukowski procedendo in modo analogo al calcolo della forza agente su un
corpo di dimensione finita di forma arbitraria immerso in una corrente tridimensionale,
effettuato nel paragrafo 7.2.
Consideriamo un corpo cilindrico con sezione di forma qualsiasi immerso in una
corrente esterna, uniforme a grande distanza dal corpo e diretta perpendicolarmente
allasse del cilindro. Supponiamo poi che la corrente incomprimibile irrotazionale e
stazionaria attorno al corpo sia piana e introduciamo un sistema di coordinate cilindriche
con lasse z parallelo a quello del cilindro in modo che il campo di velocit`a sia
+ u (R, ) .
esprimibile nel sistema di coordinate scelto u(R, ) = u R (R, ) R

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 259

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.4: Teorema di KuttaJoukowski per cilindri di forma qualsiasi

259

Nel paragrafo 4.5 il metodo di separazione delle variabili ha permesso di ricavare


lespressione generale del campo di velocit`a incomprimibile e irrotazionale, limitato
allinfinito, nella regione attorno a un cilindro circolare. Tale campo assume la forma
generale seguente:
u(R) =


X
C
cos(k )
B ln R
sin(k )
ck k+1 + dk k+1
R
+
+ a1 cos + b1 sin +
R
R
R
R
k=1


X
sin(k )
cos(k )

.
ck k+1 dk k+1 +
+ a1 sin + b1 cos +
2 R
R
R
k=1

Il valore delle costanti B, C, a1 , b1 , ck e dk , per k = 1, 2, . . . , dipende dalle condizioni


al contorno per la velocit`a, mentre e` la circolazione lungo una qualunque linea chiusa
che gira intorno al corpo cilindrico (una sola volta). Nel ricavare questa espansione
sono stati eliminati i termini che divergono per R .
Daltra parte, se allinfinito la corrente e` uniforme con velocit`a U = U x , avremo
a1 = U e b1 = 0 per cui il campo di velocit`a assume la forma
u(R) =

C
k
B ln R

ck cos(k ) + dk sin(k ) R
+
+ U cos
R
R
R k+1
k=1

X
+ U sin +
k=1

.
c
sin(k
)

d
cos(k
)
+
k
k
2 R
R k+1
k

Inoltre, la quantit`a netta di fluido che attraversa una superficie cilindrica di raggio tale
da racchiudere completamente il corpo, altrimenti si verificherebbe una generazione
di massa del fluido dal nulla allinterno della superficie cilindrica considerata. Di
conseguenza B = 0 e C = 0, per cui la soluzione si semplifica in

X
u(R) = U cos
k=1

R
c
cos(k
)
+
d
sin(k
)
k
k+1 k
k

X
+ U sin +
k=1

.
ck sin(k ) dk cos(k ) +
2 R
R k+1
k

I valori delle costanti ck e dk , k = 1, 2, . . . , dipendono dalle condizioni al contorno


per la velocit`a specificate sulla superficie del cilindro di sezione circolare. Imponendo
poi la condizione al contorno di non penetrazione sulla superficie del cilindro circolare
di raggio a, risulta c1 = U a 2 e ck+1 = dk = 0 per k = 1, 2, . . . , per cui il campo di
velocit`a e`

a2

a2
cil. circ.

,
u
(R) = U 1 2 cos R + U 1 + 2 sin +
2 R
R
R
dove rappresenta il valore della circolazione attorno al cilindro.
Lannullamento di tutti i coefficienti della serie precedente tranne uno e` una conseguenza della semplicit`a delle condizioni al contorno sulla superficie del cilindro
circolare: annullamento della componente normale della velocit`a. La serie e` in realt`a
in grado di descrivere qualunque distribuzione della velocit`a normale sul cilindro e per
una data funzione u R (a, ) tutti i coefficienti ck e dk potranno essere non nulli.
Se ora consideriamo un cilindro avente sezione di forma arbitraria, possiamo
esaminare il campo di velocit`a della corrente incomprimibile e irrotazionale intorno a
esso considerando solo la regione che e` allesterno di un cilindro di sezione circolare
di raggio abbastanza grande da racchiodere completamente il corpo. La componente
normale della velocit`a su tale superficie immaginaria avr`a un andamento non ovvio

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 260

260

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

che dipende dalla forma della sezione del corpo cilindrico. Tuttavia, per quanto
appena detto, questo andamento pu`o essere rappresentato in modo esatto dallinsieme
dei coefficienti che assumeranno valori dipendenti dalla distribuzione della velocit`a
normale. Con i suddetti valori, la serie considerata rappresenter`a esattamente il campo
di velocit`a della corrente attorno al corpo cilindrico di sezione arbitraria, anche se
solo allesterno del cilindro circolare immaginario. Se ora consideriamo il campo di
velocit`a a una distanza sufficientemente grande, ovvero per |R| , esso pu`o essere
scritto mettendo in risalto il termine costante e quello che tendea zero pi`u lentamente,
nel modo seguente:
u(R) = U +

1

+O 2
2 R
R

per |R| .

Determiniamo ora la forza fc , per unit`a di lunghezza in apertura, esercitata dalla


corrente sul cilindro fermo. Il fluido e` supposto essere non viscoso, per cui la forza e`
data solo dallazione della pressione sulla superficie del cilindro, ovvero:
I
fc =
P n ds,
c

Le equazioni di bilancio della


quantit`a di moto in forma
integrale e differenziale sono
state ricavate nel paragrafo 2.3
nel caso generale di correnti
dipendenti dal tempo.

essendo la normale n a c diretta verso linterno del cilindro. Per il principio di azione
e reazione, il cilindro esercita sul fluido una forza opposta f = fc . Per calcolare fc
mediante la relazione scritta e` necessario determinare il campo di pressione P = P(R)
da cui poi ricavare i valori P(Rc ), con Rc c. La determinazione del campo di moto
e della pressione e` tuttavia complicata e dipende dalla forma della sezione del clindro
considerato. Esiste invece un percorso alternativo pi`u semplice per calcolare fc che
non dipende dalla forma della sezione del cilindro e che non richiede di conoscere il
campo della pressione.
Consideriamo una superficie cilindrica esterna al corpo cilindrico, che contiene la
parte del fluido compresa fra le due superfici. Indichiamo poi con Sest questa superficie
esterna, e con sest la curva (chiusa) che risulta dallintersezione di Sest con un piano
perpendicolare allasse del cilindro. Introduciamo infine una coordinata curvilinea s
di tale curva che rappresenta la lunghezza darco a partire da un punto fisso qualsiasi
della curva.
Essendo la corrente stazionaria, possiamo scrivere lequazione esprimente il bilancio della quantit`a di moto del fluido contenuto in Sest : la somma di tutte le forze
agenti sul fluido pi`u la quantit`a di moto del fluido che entra nella regione considerata
deve essere nulla. Dobbiamo allora includere: la forza fc che il cilindro esercita sul
fluido attraverso la superficie c, pi`u la forza che il fluido allesterno di Sest esercita sul
fluido interno e infine il flusso della quantit`a di moto che entra nella regione considerata
attraverso Sest , mentre attraverso la superficie del cilindro il flusso e` nullo. In formula
abbiamo quindi
I
ds = 0.
[P n u (u n)]
fc +
sest

Risolvendo la relazione rispetto alla forza fc ricercata otteniamo


I
ds,
[P n + u (u n)]
fc =
sest

e scrivendo in modo separato i due contributi,


I
I
ds.
u (u n)
P n ds
fc =
sest

sest

Valutiamo ora i due termini della forza. Per il teorema di Bernoulli relativo alle correnti
irrotazionali la pressione in ogni punto del fluido e` data dalla relazione
P(R) + 12 |u(R)|2 = K ,

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 261

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.4: Teorema di KuttaJoukowski per cilindri di forma qualsiasi

261

dove K e` una costante. Risolvendo rispetto alla pressione si ottiene:


P(R) = 21 |u(R)|2 + K

= 21 u(R) + U u(R) U + U 2 + K

= P0 12 u(R) + U u(R) U ,

dove P0 = K 12 U 2 rappresenta la pressione (uniforme) a grande distanza dal corpo


cilindrico. Se ora supponiamo di prendere Sest molto grande in modo che per ogni suo
punto |Rs | , allora vale lapprossimazione
P(R) = P0
= P0

2U +

1
1

+O 2
+ O 2
2 R
2 R
R
R

1
U
+O 2 .
2 R
R

Analizziamo ora il contributo alla forza dovuto alla presenza del termine non lineare
Questo e` il punto pi`u delicato della dimostrazione per il problema della
u (u n).
corrente piana rispetto al problema tridimensionale. Infatti, passando dal caso
3D
a
quello 2D, il primo termine che tende a zero a grande distanza cambia da O r13 in

O R1 , e questultimo e` associato alla componente rotante attorno al corpo clindrico.

Nel caso 3D il termine O r13 era poi moltiplicato per larea della superficie della

sfera, 4r 2 , e quindi tendeva a zero, mentre nel caso 2D il termine O R1 deve essere
moltiplicato per la lunghezza della circonferenza, 2 R, per cui d`a un contributo finito
alla forza. Un calcolo diretto permette di ricavare

1
1


= U+
U n +
+O 2
n + O 2
u (u n)
2 R
2 R
R
R

1
+
+U
+O 2
= U (U n)
(U n)
( n)
2 R
2 R
R
1


+ U ( n)
+O 2 .
+
(U n)
= U (U n)
2 R
R

Sostituiamo le due relazioni trovate nellespressione della forza Hsul cilindro. Osservando che lintegrale contenente P0 e` nullo in virt`u dellidentit`a sest n ds = 0, valida
per ogni linea chiusa, avremo
fc =

1
ds
+O 2
(U ) n
R
R
sest
I
1

+
+ U ( n)
+O 2
U (U n)

ds.
(U n)
2 R
R
sest

Senza ledere la generalit`a supponiamo che la superficie Sest abbia una sezione circolare
per cui n = R
= 0 e il
di raggio R. Allora il versore normale n coincide con R,
terzo termine del secondo integrale e` nullo. Raccogliendo in un unico integrale i due
termini rimanenti legati alla componente rotante, abbiamo allora:
fc =

sest

ds +
U (U n)

sest


(U ) n (U n)

ds
R

+O

1
,
R2

ovverosia, in virt`u della nota identit`a vettoriale a (b c) = (a c)b (a b)c,


fc =

sest

ds +
U (U n)

1
ds
U (n )
+O 2 .
R
R
sest

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 262

262

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Infine, il vettore U non dipende dalla posizione per cui esce dal segno di integrale e
inoltre n = z , per cui, osservando che ds = R d , si ha anche

I
Z 2
1

fc = U U
n ds +
U z
d + O 2
2
R
sest
0
H
e quindi, utilizzando di nuovo lidentit`a sest n ds = 0,
1
fc = U z + O 2 .
R
Effettuando il passaggio al limite per R 0 il secondo termine va a zero e si ha
fc = U z .

Notiamo che, proprio come nel caso della corrente tridimensionale, la forza fc per unit`a
di lunghezza in apertura non dipende dalla scelta della superficie chiusa Sest e da quanto
lontana essa risulta essere dal corpo cilindrico. La linea chiusa sest , che e` lintersezione
della superficie Sest con un qualunque piano perpendicolare allasse del cilindro, deve
tendere a un cerchio di raggio infinito solo per permettere di calcolare fc anche senza
conoscere landamento della pressione sulla superficie del corpo cilindrico. In altre
parole, anche in questo caso il processo di limite serve solo per dimostrare una formula
esatta, non per calcolare il valore asintotico di una determinata grandezza.
Se introduciamo il vettore = z , avente la stessa direzione dellasse del vortice
(che coincide con lasse z) e il modulo uguale allintensit`a del vortice, la forza per unit`a
di lunghezza agente su un cilindro di sezione qualsiasi e` data dalla relazione vettoriale
generale
fc = U .
Questa relazione costituisce il teorema di KuttaJoukowski e stabilisce che la forza
esercitata su un corpo cilindrico di sezione qualsiasi da una corrente incomprimibile
irrotazionale uniforme U allinfinito e` perpendicolare sia alla direzione di U sia a
quella dellasse del cilindro. La relazione trovata dice anche che la componente della
forza causata dalla corrente nella sua stessa direzione e` nulla. Questa proposizione
e` nota come versione bidimensionale del paradosso di dAlembert. Infatti, nel caso
in cui la circolazione e` nulla si ricade nella stessa situazione del caso di corrente
tridimensionale attorno a un corpo non clindrico in cui la forza totale e` nulla.
Se il sistema di riferimento cartesiano e` stato scelto con lasse x in direzione della
velocit`a U e lasse z parallelo allasse del corpo cilindrico, allora U = U x z =
U x z = U y , e la relazione del teorema di KuttaJoukowski diventa
fc = U y .

Pertanto, se la componente rotatoria e` in senso antiorario, > 0, allora la forza


verticale e` diretta verso il basso e si ha una deportanza, mentre se la rotazione e` in
senso orario, < 0, allora la forza verticale e` diretta in alto e si ha una portanza.

7.5 Soluzione numerica per un profilo simmetrico


Supponiamo di volere determinare il campo di velocit`a stazionario intorno a un profilo
alare simmetrico posto a incidenza nulla. Il profilo ha uno spessore variabile andando
dal bordo di attacco, che e` supposto arrotondato, fino al bordo duscita, che e` caratterizzato invece da uno spigolo molto acuto. La linea media del profilo e` dritta, ovvero
il profilo e` senza curvatura, e lo spessore del profilo e` simmetrico rispetto alla corda,
come, ad esempio, il profilo NACA0012 mostrato nella figura 7.36.

Figura 7.36

Profilo simmetrico NACA0012

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 263

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.5: Soluzione numerica per un profilo simmetrico

263

Il profilo e` immerso in una corrente incomprimibile e irrotazionale di un fluido nel


quale si suppone di potere trascurare gli effetti legati alla sua viscosit`a. Il campo di
moto e` descritto in un sistema di riferimento solidale con il profilo: lasse delle ascisse
e` preso coincidente con lasse di simmetria del profilo e lorigine e` posta nel suo bordo
di attacco.
Poiche la corrente e` irrotazionale e la regione in cui si calcola il campo e` simmetrica,
possiamo ricercare una soluzione simmetrica e rappresentare il campo di velocit`a
simmetrico mediante il gradiente di un potenziale cinetico = (R), dove R =
x x + y y , ovvero avremo
u = ,
dove indica loperatore gradiente nel piano (x, y) della corrente bidimensionale
considerata.
Avendo sfruttato la condizione di irrotazionalit`a per scrivere u = , possiamo
sostituire nella condizione di incomprimibilit`a ( u = 0) ottenendo lequazione
2 = 0, che e` lequazione di Laplace per il potenziale . Questa equazione deve poi
essere completata da opportune condizioni al contorno per imporre la velocit`a uniforme
allinfinito e la condizione di non penetrazione sul corpo. Avremo pertanto il seguente
problema armonico:
2 = 0,
n |profilo = 0

lim (R) = U,

|R|

dove U = U x e n indica il versore normale alla superficie del profilo diretto verso il
suo interno (la normale deve essere uscente dal dominio di calcolo). Ovviamente, qui
2
2
2 rappresenta loperatore laplaciano in due dimensioni, 2 = x 2 + y 2 .

Metodo di soluzione
Lequazione di Laplace e` lineare per cui si pu`o utilizzare il principio di sovrapposizione
degli effetti. Potremo allora rappresentare il campo di velocit`a allesterno del profilo
mediante la somma di opportuni campi elementari (corrente uniforme, sorgenti o pozzi
lineari, doppiette . . .). La presenza e la forma del profilo sar`a poi tenuta in conto
imponendo le condizioni al contorno sulla sua superficie, o meglio, in alcuni punti
opportunamente scelti su di essa.
Il potenziale attorno a un profilo simmetrico posto a incidenza nulla pu`o essere
visto come la somma del potenziale della corrente uniforme indisturbata e dei potenziali
di unopportuna distribuzione di J doppiette, poste dentro il profilo lungo la sua corda
e aventi la direzione parallela ad essa:
(R) = unif (R) +

J
X

dopp

j j

j=1

(R) + C,

dove C e` una costante arbitraria del tutto irrilevante. Il potenziale della doppietta
j-esima, di intensit`a unitaria, posta nel punto D j e` dato dalla relazione
dopp

(R) = dopp (R D j ),

dove dopp (R) e` il potenziale di una doppietta posta nellorigine. In coordinate cilindriche/polari R = (R, ) il potenziale dopp (R) e` espresso dalla relazione riportata in
tabella 2,
dopp (R) =

1 cos
,
2 R

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 264

264

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

mentre in coordinate cartesiane (x, y), con R cos = x e R =


dopp (R) e` dato dalla relazione riportata in tabella 4
dopp (R) =

x 2 + y 2 , il potenziale

1
x
.
2
2 x + y 2

Il potenziale della corrente uniforme parallela allasse x e` (vedi sempre tabella 4)


unif (R) = U x.
Per ottenere una soluzione simmetrica rispetto allasse x, conformemente alla simmetria
del profilo, le doppiette devono essere poste sulla corda 0 < x < c del profilo e possono
essere distribuite in modo uniforme secondo la relazione

D j = j 21 x x ,

j = 1, 2, . . . , J

dove x = c/J , come mostrato nella figura 7.37.

Figura 7.37

Posizione delle doppiette

J 1 J

Lespressione dettagliata del potenziale e` pertanto


(R) = unif (R) +

J
X
j=1

j dopp (R D j ) + C.

Il campo di velocit`a corrispondente e` allora dato dalla relazione


u(R) = unif (R) +

J
X
j=1

j dopp (R D j ).

Le incognite del problema sono quindi le intensit`a delle doppiette, cio`e, il vettore
= { j , j = 1, 2, . . . , J }, mentre la costante C non ne fa parte, potendo essere scelta
del tutto arbitrariamente.
Osserviamo che la condizione al contorno a grande distanza dal profilo e` soddisfatta
indipendentemente dai valori { j , j = 1, 2, . . . , J }, poiche
unif (R) U e dopp (R) 0

per

|R| .

Dobbiamo quindi imporre solamente la condizione al contorno sulla superficie del


profilo. Nel problema armonico considerato, la condizione di Neumann di non penetrazione sul profilo e` imposta in un numero di punti uguale al numero di incognite.
Pertanto imporremo J condizioni al contorno
n |Ci =


= 0,
n Ci

per i = 1, . . . , J,

dove Ci , i = 1, . . . , J , indica il generico punto di controllo posto sul dorso del


profilo. Scegliamo come punti di controllo i punti sul dorso del profilo che si trovano
sulla verticale di J punti della corda distribuiti con passo uniforme x = c/J . Ovvero
introduciamo i seguenti punti di controllo, mostrati nella figura 7.38

Ci = (i 1)x, ysp ((i 1)x) ,

i = 1, 2, . . . , J,

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 265

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.5: Soluzione numerica per un profilo simmetrico

J 1

Figura 7.38

265

Posizione dei punti di controllo

dove la funzione ysp (x) rappresenta lo spessore del profilo considerato in funzione della
coordinata x lungo la corda. Con questa scelta il primo punto di controllo coincide con
il punto centrale del bordo di attacco. Inoltre, data la singolarit`a del bordo di uscita,
nessun punto di controllo e` stato posto in questo punto. Notiamo che, per la simmetria
delle sorgenti usate, la stessa condizione di non penetrazione sar`a soddisfatta dalla
soluzione anche nei punti simmetrici posti sul ventre.
Otteniamo dunque il seguente sistema lineare
A = b
di J equazioni in J incognite, dove A R J R J e` la matrice dei coefficienti, R J
e` il vettore delle incognite e b R J e` il vettore del termine noto. Gli elementi di A e
b sono dati rispettivamente da
dopp
Ci

ai, j = n j

= n dopp (Ci D j ),

bi = n unif C = n unif (Ci ).


i

Calcolo degli elementi del sistema lineare


Il calcolo di queste quantit`a richiede di conoscere la direzione normale nei punti di
controllo. In effetti, le espressioni considerate devono essere sostituite dalle espressioni
pi`u appropriate
ai, j = n i dopp (Ci D j ),
bi = n i unif (Ci ),
nelle quali n i rappresenta la normale alla superficie del profilo nel punto di controllo
Ci . Per quanto riguarda il primo punto C1 = 0, che coincide con il naso del profilo,
la normale (entrante nel profilo) e` x , per cui la prima equazione del sistema richiede di
calcolare
a1, j =

dopp (D j )
,
x

b1 = U,
per j = 1, 2, . . . , J , dove si e` usata la relazione unif (R) = U x.
La direzione normale in tutti gli altri punti di controllo sul profilo pu`o essere
determinata ricorrendo alla derivata dello spessore ysp (x), cio`e alla funzione:
Ci

i
n i

Figura 7.39

Versore normale al profilo

ysp
(x) =

dysp (x)
.
dx

Infatti possiamo osservare nella figura 7.39 che, per ogni punto di controllo Ci , la
(x )). Il versore n
i
tangente al profilo forma con lasse x un angolo i = tan1 (ysp
i
normale al profilo e` quindi dato da
n i = (sin i , cos i ).

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 266

266

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Gli elementi della matrice e del vettore del termine noto per i = 2, 3, . . . , J e j =
1, 2, . . . , J sono quindi definiti da:
ai, j = sin i

dopp (Ci D j )
dopp (Ci D j )
cos i
,
x
y

bi = U sin i .
La matrice A e` non singolare essendo la costante C esclusa dalle incognite.

Coefficiente di pressione sul profilo simmetrico


La corrente attorno al profilo considerato e` stazionaria, incomprimibile (con densit`a
uniforme) e il fluido e` non viscoso, per cui il campo di pressione P(R) e` determinato dal
teorema di Bernoulli. Essendo inoltre il campo di velocit`a potenziale, potremo applicare
la versione del teorema per correnti irrotazionali potenziali e quindi la pressione in ogni
punto del campo di moto sar`a data dalla relazione
Si veda il paragrafo 4.3.

P(R)
|(R)|2
=
+ C,

2
dove C e` una costante legata al valore P della pressione a grande distanza dal
profilo, dove la velocit`a del fluido diventa uniforme, pari a U = U x . In base a questa
condizione si ha
P U 2
C=
+
,

2
per cui il campo di pressione assume la forma

1
P(R) P
= U 2 |(R)|2 .

2
Come noto, si introduce la quantit`a adimensionale coefficiente di pressione
P(R) P
c P (R) =
,
1
2
2 U
che indichiamo con una lettera minuscola per ricordare che si riferisce alla sezione di
un profilo in una corrente bidimensionale. Sostituendo lespressione della pressione
trovata, si ottiene
|(R)|2
.
U2
Essendo interessati allandamento della pressione sul profilo, calcoleremo quindi questa
funzione nei punti di controllo Ci che si trovano proprio sulla sua superficie
c P (R) = 1

c P (Ci ) = 1

|(Ci )|2
,
U2

dove naturalmente Ci = (xi , ysp (xi )) = ((i 1)x, ysp ((i 1)x)), per i =
1, 2, . . . , J . Si noti che il primo punto di controllo e` il bordo di attacco C1 = 0
2
= 1, poiche questo punto coincide con il punto di
per cui si ha c P (C1 ) = 1 |u(0)|
U2
ristagno e ivi u = 0 per definizione.
Il valore c P = 1 rappresenta il valore massimo che pu`o essere raggiunto dal
coefficiente di pressione poiche |u|2 0. Nellipotesi di corrente incomprimibile
adottata, il c P non ha invece un valore minimo. Infatti, dato che la pressione ha perso
il proprio significato termodinamico, sono ammissibili soluzioni con P < 0 e quindi la
velocit`a pu`o crescere in modo illimitato (come accade, ad esempio, in corrispondenza
di spigoli convessi). In questo caso c P diventa negativo e pu`o decrescere anchesso
indefinitamente. Si noti per`o che soluzioni in cui la velocit`a sia tale da rendere il valore
del numero di Mach locale piuttosto alto (diciamo > 0.3) non saranno fisicamente
plausibili perche il modello di corrente incomprimibile cade in difetto.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 267

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.6: Strato sottile di vortici rettilinei

267

7.6 Strato sottile di vortici rettilinei


La corrente simmetrica attorno a un profilo simmetrico a incidenza zero e` caratterizzata
da una portanza nulla e, nel caso di fluido ipoteticamente non viscoso, anche da una
resistenza nulla. Affinche esista portanza non nulla e` necessario che la corrente sia non
simmetrica, il che pu`o verificarsi se il profilo, anche simmetrico, e` posto a incidenza
diversa da zero o se il profilo e` non simmetrico. Quindi lo studio della portanza
dei profili alari richiede di determinare la corrente attorno a profili in generale non
simmetrici posti con un angolo dincidenza variabile. Sotto opportune condizioni, il
calcolo di correnti di questo tipo pu`o essere affrontato in modo approssimato separando
gli effetti dovuti allo spessore del profilo da quelli dovuti al carattere non simmetrico
del profilo e allangolo dincidenza rispetto alla corrente esterna.
Questo paragrafo e i prossimi sono dedicati allo studio della corrente attorno ai
cosiddetti profili sottili che sono dei profili di spessore praticamente nullo in ogni punto.
Linteresse allo studio della corrente attorno a profili di questo tipo e` dovuto al fatto
che qualunque profilo alare pu`o essere costruito partendo da una linea media di solito
curva e sommando a essa uno spessore simmetrico, come spiegato nellappendice G.
Come esempio di linea media nella figura 7.40 e` riportata la linea media dei profili
NACA53SS.

linea media
Figura 7.40

corda

Linea media NACA53SS

d = (s) ds
Figura 7.41

Strato sottile di vortici rettilinei

Supponiamo allora di avere un profilo di spessore nullo, definito da una funzione


ylm (x), per 0 x c, che chiameremo linea media in vista del suo utilizzo finale
per costruire un profilo con spessore di forma generale. Immaginiamo di introdurre
un numero infinito di vortici rettilinei paralleli fra loro, di intensit`a infinitesima, lungo
la linea media, che e` parametrizzata mediante lascissa curvilinea s, con s0 s sc ,
della linea media. Questi filamenti vorticosi sono mostrati nella figura qui di fianco.
La circolazione attorno al filamento di larghezza ds e` d = (s) ds, dove (s) e` la
circolazione per unit`a di lunghezza lungo il profilo. I filamenti costituiscono quindi
uno strato sottile di vortici rettilinei, che usiamo come singolarit`a per rappresentare
leffetto sulla corrente della forma (eventualmente piatta) del profilo sottile avente
una data inclinazione rispetto alla direzione della velocit`a nella corrente esterna. La
circolazione totale attorno allintero profilo e` la somma delle circolazioni di tutti i
vortici elementari dello strato sottile, ossia:
=

sc

(s) ds.
s0

Il vortice infinitesimo di circolazione (s) ds e` caratterizzato da un campo di velocit`a


di rotazione attorno al punto (xs , ys ) sulla linea media. In base a quanto indicato nella
tabella 2, il contributo di tale vortice al campo di velocit`a nel punto (x, y) e` dato dalla
relazione3

(du
)(x, y) =

1 (s) ds
,
2
R

dove R e` la distanza fra i due punti, come illustrato nella figura 7.42, ossia,
R = R(x, y; s) =

(x xs )2 + (y ys )2 .

3 Larchetto posto sopra la velocit`a indotta allude alla forma incurvata del profilo e non deve essere

confuso con il cappuccio usato per indicare un versore.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 268

268

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

alla velocit`
Il contributo du
a e` diretto perpendicolarmente a R e quindi tale direzione

cambia quando si integra lungo la linea media da s0 a sc . Di conseguenza i vari contributi


devono essere sommati vettorialmente. A causa di questo e` pi`u conveniente effettuare

tutto il calcolo ricorrendo al potenziale del campo di velocit`a. Riferendosi
sempre alla figura 7.42, il contributo d al potenziale nel punto (x, y) in base alla
tabella 2 e` dato da

y
(x, y)

ds

ISBN XX-abc-defg-h

c
x

(d)(x, y) =

d
(s) ds

=
=
(s) ds ,
2
2
2

Figura 7.42

Sezione dello strato sottile di vortici

dove langolo dipende dalla posizione dei due punti (x, y) e (xs , ys ):
= (x, y; s) = tan1

y ys
x xs

Il potenziale della velocit`a generata dallintero strato sottile di vortici e` allora dato
dalla relazione
Z sc
1

(x, y; s) (s) ds.
(x, y) =
2 s0

Supponendo che la funzione circolazione (per unit`a di lunghezza) (s) sia stata de
terminata, il campo vettoriale fornir`a il contributo al campo di velocit`a indotto

dalla distribuzione dei vortici rettilinei lungo il profilo sottile. La velocit`a non
e` per`o definita nei punti del profilo dato che esso e` uno strato sottile di singolarit`a di

tipo vorticoso. Attraversando il profilo la velocit`a indotta
u = subisce infatti
un salto che pu`o essere determinato nel modo seguente.
Cosideriamo uno strato sottile di vortici rettilinei la cui sezione normale e` mostrata
nella figura 7.43. Supponiamo di prendere un percorso chiuso di forma rettangolare,
molto allungato, di lati ds e d a cavallo dello strato, per cui |d| |ds|. Indichiamo
con d
u e v
u la velocit`a indotta del fluido in due punti che si trovano dalla parte del dorso
e del ventre del profilo, e molto vicini ad esso. La circolazione lungo il perimetro del
rettangolo e` data solamente dal campo di velocit`a del vortice elementare che interseca
il rettangolo, per cui
d
u

d = (s) ds =

ds
v
u

Salto della componente


tangenziale della velocit`a indotta da uno
strato sottile di vortici rettilinei, attraverso
lo strato

u (s ) (s ) ds

= v
u v ds + des
u des d + d
u d ds + sin
u sin d,

Figura 7.43

dove lindice superiore v indica il ventre, lindice d sta per dorso, mentre gli indici
des e sin si riferiscono, rispettivamente, ai lati corti del rettangolo a destra e a sinistra.
Possiamo ora fare tendere d a zero e abbiamo

v d
(s) ds = v
u v ds + d
u d ds = v
u d
u ds =
u u ds,

essendo d = v = , dove il pedice denota la componente tangente al profilo.


Da ci`o segue immediatamente
(s) =
u v (s)
u d (s),
ovvero, attraverso lo strato vorticoso del profilo la componente tangenziale della velocit`a indotta in ogni punto s ha un salto uguale al valore della distribuzione di circolazione (s) in quel punto. Il valore di (s) nel bordo di uscita del profilo e` molto
importante dal punto di vista fluidodinamico ed e` discusso nel prossimo paragrafo.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 269

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.7: La condizione di Kutta

269

7.7 La condizione di Kutta


Il teorema della portanza di KuttaJoukowski dimostrato nel paragrafo 7.4 stabilisce
che ogni corpo cilindrico infinitamente lungo immerso in una corrente incomprimibile
irrotazionale piana perpendicolare al suo asse e con velocit`a uniforme U a grande
distanza da esso e` sottoposto a una forza per unit`a di lunghezza in apertura data da
fc = U ,
dove = z e` la circolazione della corrente intorno al cilindro. Daltra parte, nelle
correnti di questo tipo in una regione molteplicemente connessa esterna a un cilindro
di sezione qualsiasi, il campo di velocit`a stazionario e` definito a meno di una corrente
circolatoria con valore della circolazione arbitraria. Da questo sembrerebbe che la
portanza su un profilo alare di estensione infinita, una volta fissati i valori di e U ,
sia in ogni caso arbitraria, dato che il valore della circolazione pu`o essere scelto
liberamente.

Correnti irrotazionali
attorno a un profilo. Sopra: senza
circolazione. Sotto: con circolazione che
soddisfa la condizione di Kutta.

Figura 7.44

Correnti irrotazionali
attorno a una lamina piana posta a
incidenza. Sopra: senza circolazione.
Sotto: con circolazione per soddisfare la
condizione di Kutta.

Figura 7.45

In realt`a, si constata invece che a ogni angolo dincidenza del profilo corrisponde
un valore determinato di . La ragione di questo va ricercata nel fatto che lapprossimazione di fluido non viscoso e` un modello che trascura un aspetto fisico fondamentale
del fenomeno fluidodinamico. Per renderci conto di ci`o, consideriamo un profilo in
una corrente esterna uniforme, posto a incidenza, e tracciamo le linee di una corrente
incomprimibile irrotazionale stazionaria con circolazione nulla attorno al profilo. I
punti di ristagno sulla superficie del profilo si dispongono uno sul ventre (nella zona
anteriore) del profilo e uno sul dorso (nella zona posteriore), come mostrato nel disegno
in alto della figura 7.44. Se esaminiamo le traiettorie delle particelle di fluido che
passano vicino alla parete sul dorso del profilo, osserviamo che esse sono regolari. Al
contrario, le traiettorie che stanno sotto il profilo e sono vicine alla sua superficie hanno
un andamento pi`u irregolare.
Infatti, tanto pi`u la traiettoria e` vicina alla parete, tanto pi`u deve seguire landamento
della forma del profilo, anche nella zona del bordo di uscita che ha uno spigolo appuntito, con un angolo piccolo. Seguendo tale spigolo, le traiettorie pi`u vicine al profilo
devono girare intorno al bordo duscita e tornare indietro rispetto alla direzione della
corrente esterna, andando verso il punto di ristagno sul dorso del profilo. Data la forma
acuminata del bordo duscita, queste traiettorie devono addensarsi nella zona di inversione. In effetti si pu`o dimostrare che la corrente incomprimibile irrotazionale senza
circolazione attorno a uno spigolo convesso come quello di un bordo duscita presenta
una singolarit`a nel punto angoloso nel quale la velocit`a tende allinfinito. Seguendo
landamento della velocit`a sul ventre del profilo, a partire dal primo punto di ristagno
(inferiore), in cui e` nulla, la velocit`a dovr`a aumentare fino allinfinito in corrispondenza
del punto angoloso per poi diminuire di nuovo fino a zero nel secondo punto di ristagno
(superiore).
Ci`o non e` fisicamente accettabile per diverse ragioni. Restando nellambito del
modello di corrente incomprimibile, nel quale la termodinamica e` stata esclusa completamente, osserviamo che le grandi variazioni della velocit`a su distanze molto piccole
vicino allo spigolo e la brusca decelerazione nella zona superiore del bordo duscita non
permettono pi`u di considerare trascurabili gli effetti causati dalla viscosit`a del fluido.
Nella corrente reale si scopre infatti che la corrente stazionaria assume landamento
mostrato nel disegno in basso della figura 7.44. Il punto di ristagno sul dorso si sposta
fino a coincidere con il punto angoloso dello spigolo. La corrente risultante da questo
aggiustamento causato dagli effetti viscosi ha una componente circolatoria in senso
orario e quindi avr`a un valore < 0 ben preciso.
Questo passaggio dalla corrente senza circolazione a quella con circolazione caratterizzato dalla posizione del punto di ristagno posteriore coincidente con lo spigolo
del bordo duscita e` illustrato forse meglio se si esamina il problema di una lamina
piana posta a incidenza, vedi figura 7.45. Si noti che nella corrente con circolazione
rappresentata nel disegno in basso la linea di corrente e` regolare nella zona del bordo

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 270

270

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

duscita dove e` parallela alla lamina. La presenza della circolazione lascia comunque
una singolarit`a nel campo di velocit`a nel bordo di attacco. Da ci`o deriva lesigenza
che il bordo dattacco dei profili alari (per le correnti incomprimibili) sia arrotondato
affinche la velocit`a possa essere regolare in tutto il campo di moto.
La figura 7.46 mostra il campo di velocit`a della soluzione esatta attorno a una
lamina piana, larga c = 2, posta in una corrente incomprimibile inviscida, uniforme a
grande distanza e diretta con un angolo dincidenza = 39 rispetto alla lamina.

Corrente inviscida
incomprimibile intorno a una lamina
piana, di larghezza c = 2, con incidenza
= 39 , in assenza di circolazione

Figura 7.46

1
2

La circolazione attorno ad essa e` nulla e si riconoscono due punti di ristagno, sulle


due faccie della lamina. In prossimit`a dei suoi estremi il fluido accelera e in effetti si
raggiungono velocit`a molto grandi nei punti molto vicini agli estremi.
Il processo che si sviluppa nella zona del bordo duscita in una corrente reale
e` molto complicato e coinvolge, come accennato, la viscosit`a del fluido. Dal punto
di vista dello studio di correnti puramente stazionarie, esiste una condizione supplementare, nota come condizione di Kutta o di JoukowskiTchaplyguine, nella
letteratura russa, per la quale la velocit`a nello spigolo del bordo duscita deve essere
finita.
Nella successiva figura 7.47 e` mostrato il campo di moto della soluzione esatta con
le stesse condizioni di corrente uniforme di prima, ma in presenza della componente
rotatoria della velocit`a avente circolazione
K = U c sin ,
che corrisponde al soddisfacimento della condizione di Kutta.

0
Corrente inviscida
incomprimibile intorno a una lamina
piana, di larghezza c = 2, con incidenza
= 39 , con circolazione che soddisfa la
condizione di Kutta: K = U c sin

Figura 7.47

1
2

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 271

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

b
c

Tipi diversi di bordi


duscita: a: con angolo finito,
b: cuspide, c: profilo sottile

Figura 7.48

PARAGRAFO 7.8: Equazione integrale di Prandtl per i profili sottili

271

Nella sua applicazione ai casi concreti la condizione di Kutta assume una forma
diversa a seconda delle caratteristiche geometriche del bordo duscita del profilo.
Esistono infatti tre tipi sostanzialmente diversi di spigoli del bordo duscita, che sono
rappresentati nella figura 7.48. Langolo dello spigolo pu`o essere finito (ovviamente
piccolo); oppure langolo pu`o essere nullo, nel qual caso si dice che il bordo duscita
e` una cuspide; infine si potr`a avere un profilo sottile, che pu`o essere visto come uno
strato sottile di vortici lungo il profilo stesso.
Nel primo caso, la condizione di Kutta e` molto semplice dato che il vettore velocit`a
deve avere componente normale nulla su entrambi i lati della punto spigoloso, ma le
due direzioni normali ad essi sono linearmente indipendenti per cui la velocit`a deve
essere necessariamente nulla nel punto del bordo duscita, ovvero la condizione di
Kutta assume la forma
u(b.u.) = 0,

bordo d uscita con angolo finito.

In altre parole, il punto spigoloso di un bordo duscita con angolo finito deve essere un
punto di ristagno.
Nel caso di un bordo duscita a forma di cuspide, le due normali sul dorso e sul
ventre sono (anti)parallele e quindi le componenti tangenti della velocit`a sul ventre e
sul dorso possono essere non nulle. In base alla condizione di Kutta, queste velocit`a
devono solo essere finite ma potrebbero avere anche valori diversi. Daltra parte,
uneventuale discontinuit`a della velocit`a nel bordo duscita e lungo la linea di corrente
che esce da esso comporterebbe, per il teorema di Bernoulli, che la pressione assuma
due valori differenti nei punti di discontinuit`a della velocit`a. Questo e` evidentemente
impossibilie, per cui, nel caso di bordo duscita a forma di cuspide la velocit`a tangente
deve essere finita e deve assumere lo stesso valore sul dorso e sul ventre del profilo,
ovverosia:
u d (b.u.) = u v (b.u.)

bordo d uscita a forma di cuspide,

dove il pedice denota la componente tangente alla superficie del profilo. Pertanto, la
linea di corrente che parte da un bordo duscita a forma di cuspide ha la stessa direzione
della tangente al profilo ma lestremo del bordo duscita pu`o anche non essere un punto
di ristagno, ossia in generale u d (b.u.) = u v (b.u.) 6= 0.

Lultimo caso riguarda un profilo sottile per il quale pu`o essere introdotta una
distribuzione di circolazione (s) per unit`a di lunghezza lungo il profilo, come visto
nel paragrafo precedente. La funzione (s) rappresenta il salto attraverso il profilo
della componente tangente della velocit`a, per cui la condizione di Kutta relativa al
bordo duscita di un profilo sottile diventa
(b.u.) = 0,

profilo sottile.

Si noti che la condizione di Kutta per il profilo sottile e` equivalente a quella per
la cuspide, ma e` riferita a una variabile diversa. Possiamo pertanto riassumere le
differenti versioni della condizione di Kutta relative ai tre tipi di bordo duscita nel
modo seguente:

u(b.u.) = 0,
angolo finito

condizione di Kutta = u d (b.u.) = u v (b.u.), cuspide

(b.u.) = 0,
profilo sottile

In generale la condizione di Kutta fissa il valore definito K della circolazione


attorno al profilo che dovrebbe essere assunto dalla corrente nellipotesi che essa possa
diventare stazionaria in conseguenza dellattrito viscoso.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 272

272

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

7.8 Equazione integrale di Prandtl per i profili sottili


Supponiamo di avere un profilo sottile curvo, definito da una linea media y = ylm (x),
per 0 x c, immerso in una corrente che e` uniforme a grande distanza dal profilo
e che ha un angolo dincidenza rispetto allasse x orizzontale, per cui scriviamo
come mostrato in figura 7.49. Il nostro obbiettivo e` quello di determinare
U = U ,
la distribuzione di circolazione (s) lungo il profilo in modo che il profilo costituisca
un ostacolo impermeabile al fluido, ossia che la linea media sia una linea di corrente,
e che sia soddisfatta la condizione di Kutta per un profilo sottile (b.u) = (sc ) = 0.
Una volta che sia stata determinata la funzione (s) che soddisfa queste condizioni, si
pu`o calcolare mediante la sua integrazione la circolazione totale intorno al profilo e
quindi, grazie al teorema di KuttaJoukowski, anche la portanza per unit`a di lunghezza
in apertura.
y

n(s)

ylm (x)

(x)
x

Componente della velocit`a


esterna U normale alla linea media nel
punto (x, ylm (x))
Figura 7.49

(x)

U sin( )

La velocit`a u del fluido in ogni punto del campo di moto sar`a espressa come
u(r) = U +
u (r)
dove
u (r) rappresenta il contributo alla velocit`a indotto dalla distribuzione di vortici
lungo il profilo sottile. La condizione che la linea media sia una linea di corrente si
scrive imponendo lannullamento della componente di u normale al profilo, ovvero:

n(s)
u| ylm = n(s)
U +
u | ylm = 0,
s0 s s c ,

dove n(s)
indica il versore normale alla linea media nel punto s. La variabile s
rappresenta, come si e` detto, la coordinata curvilinea corrispondente alla lunghezza
dove denota il versore della direzione
darco della linea media. Scrivendo U = U ,
della velocit`a U avente angolo dincidenza , lequazione precedente equivale a

U n(s)
+ n(s)

u | ylm = 0,

s0 s s c .

Esprimiamo i due termini contenuti nellequazione. Il primo rappresenta la componente


di U nella direzione normale alla linea media nel punto (x, ylm (x)), come mostrato
nella figura 7.49. Se indichiamo con = (x) langolo compreso fra lasse x e la retta
tangente alla linea media, avremo
i
= U sin( ).
Un = n U = U n = U coshn,
Teniamo ora conto esplicitamente che langolo dipende dallascissa x e che la sua
tangente e` la derivata di ylm (x). La componente Un (x) della velocit`a U normale alla
linea media nel punto (x, ylm (x)) e` allora data da
Un (x) = U sin[(x) ]

dylm (x)
.
= U sin tan1
dx

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 273

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.8: Equazione integrale di Prandtl per i profili sottili

273

Per quanto riguarda il secondo termine dellequazione considerata abbiamo:

n(s)

u | ylm = n(s)

u (x, ylm (x)),


dove naturalmente si deve intendere s = s(x), per 0 x c, con s(0) = s0 e
s(c) = sc . Utilizzando le espressioni dei due termini appena trovate, lequazione
originale assume la forma

dylm (x)

U sin tan1
+ n(s)

u (x, ylm (x)) = 0,


dx

0 x c.

Dobbiamo ora esprimere la velocit`a indotta


u in tutti i punti del profilo in termini
dellincognita (s). Introduciamo a questo punto lipotesi che la curvatura del profilo
sia molto piccola per cui la sua linea media e` molto vicina alla corda. Sotto questa

condizione, la componente normale della velocit`a indotta, n(s)


lm
u (s), pu`o essere
approssimata con la componente verticale, ovvero

n(s)
lm
u (s)

lm

(s) y lm
u (s)

e inoltre questa funzione pu`o essere calcolata lungo la corda invece che lungo il profilo,
ottenendo

v (x, 0) y
u (x, 0).

Notiamo che la riduzione a calcolare le funzioni sulla corda invece che sul profilo
e` possibile in quanto stiamo considerando la componente normale che e` continua
attraverso il profilo sottile. Sempre nellipotesi che la linea media del profilo non si
discosti molto dalla sua corda, possiamo pensare di collocare la distribuzione di vortici
sulla corda anziche sulla linea media e e di riguardare lincognita (s) come funzione
della variabile x,

( ) d

(s)
(x)
dv

Contributo alla componente


verticale
v (x) della velocit`a indotta dal
vortice elementare di intensit`a ( ) d

(x)

con 0 x c.

A questo punto possiamo valutare facilmente la funzione


v (x)
v (x, 0) considerando
il suo contributo elementare dovuto a un vortice posto lungo la corda nel punto x =
e dintensit`a infinitesima ( ) d , come mostrato in figura 7.50,

Figura 7.50

dv
(x) =

1 ( ) d
.
2 x

Integrando su tutta la lunghezza della corda si ottiene

v (x) =

c
0

dv
(x) =

1
2

( ) d
.
x

Utilizzando questa espressione nellequazione ricercata si ottiene


1
2

Langolo deve essere valutato


in radianti.

c
0

( ) d
1 dylm (x)
,
= U sin tan
x
dx

0 x c.

Avendo supposto che la linea media possa essere confusa con la corda, la derivata
dylm /d x e` molto minore di 1, per cui la funzione tan1 e` approssimabile con il suo
argomento. Inoltre, se consideriamo anche un angolo dincidenza piccolo (misurato
ovviamente in radianti), la funzione seno potr`a essere approssimata dal suo argomento.
Quindi, la forma finale dellequazione e`
1
2

c
0

dylm (x)
( ) d
.
= U
x
dx

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 274

274

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Lequazione trovata si chiama equazione dei profili sottili di Prandtl. Essa e`


unequazione integrale per la funzione incognita (x), 0 x c. Lequazione
rappresenta una relazione che deve essere soddisfatta per ogni valore di x che varia
nellintervallo [0, c]: per questa ragione essa determina i valori della variabile incognita per tutti i valori di x in quellintervallo. Notiamo che si tratta comunque
di unequazione lineare. Nellambito della teoria delle equazioni di tipo integrale
lequazione di Prandtl costituisce unequazione di Fredholm di prima specie.
E` importante notare che la funzione integranda non e` integrabile essendo singolare
nel punto = x in cui il denominatore si annulla. Inoltre, anche considerando
separatamente i due integrali da = 0 a = x e da = x a = c, essi non
sono nemmeno integrali impropri (di secondo tipo), perche sono entrambi illimitati.
Tuttavia, la singolarit`a non impedisce il calcolo dellintegrale complessivo dato che,
parlando grossolanamente, i due contributi divergenti sono di segno opposto e la loro
somma risulta essere finita. Si dice allora che lequazione integrale e` singolare e il
suo nucleo (la parte nota dellintegrando) e` detto debolmente singolare. Largomento
matematico dellintegrabilit`a pu`o essere reso rigoroso introducendo unoperazione di
limite che porta a sostituire il concetto di integrazione nel senso di Riemann con il
concetto di integrazione nel senso di Cauchy. Lintegrale di una funzione F(, x)
che e` singolare per = x e` definito dal limite della somma di due integrali propri nel
modo seguente
Z
Z c
F(, x) d lim
0

0+

x
0

F(, x) d +

c
x+

F(, x) d ,

ed e` quindi indicato dal simbolo di integrale con una sbarretta per distinguerlo dallordinario simbolo dintegrazione degli integrali propri.
A questo punto, per ottenere un problema completo, includiamo la condizione di
Kutta mediante la quale la soluzione del problema e` unica e scriviamo la forma finale
del problema della teoria dei profili sottili a bassa incidenza nel modo seguente

Z c
1
( ) d
dylm (x)
,

= U
2 0 x
dx
(c) = 0.
La soluzione del problema di Prandtl dipende dallangolo dincidenza e dalla forma
della linea media del profilo che e` descritta dalla funzione ylm (x), 0 x c. Langolo
dincidenza e il termine con la derivata della linea media sono scritti nel membro di
destra poiche assieme costituiscono il termine noto dellequazione. La variabile x
che compare nellequazione integrale e` la coordinata lungo lasse x e ha quindi la
dimensione di una lunghezza, come la corda c. Tuttavia, la presenza di rapporti fra
lunghezze nella frazione dellintegrale e nella derivata della funzione della linea media
permette anche di interpretare x come variabile adimensionale rispetto alla lunghezza
c della corda, con intervallo dintegrazione [0, 1], a condizione di prendere anche la
funzione ylm (x) in forma adimensionale, sempre rispetto a c.
Approfondimento 1

Equazione integrale di un problema inverso


Una particella si muove su una traiettoria rettilinea soggetta solo a una forza conservativa che e` descritta da una funzione energia potenziale E = E p (x) che non si conosce.
Si osserva il moto della particella per diversi valori della sua energia meccanica totale
E e il moto risulta essere in tutti casi periodico con periodo T che dipende da E, ossia,
T = T (E). Determinare landamento dellenergia potenziale E p (x) a partire dalla
funzione T = T (E) del periodo di oscillazione al variare dellenergia.
Soluzione

Questo problema e` un tipico esempio di problema inverso, in cui si


devono scoprire le propriet`a di un sistema fisico partendo dalla conoscenza del suo

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 275

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.8: Equazione integrale di Prandtl per i profili sottili

275

comportamento dinamico. Il problema diretto relativo a questo sistema sarebbe


infatti trovare il moto x = x(t) della particella conoscendo il potenziale E = E p (x)
della forza agente su di essa. Nel seguito, per semplicit`a supporremo che il potenziale
sia simmetrico, ovverosia E p (x) = E p (x), con un solo minimo nellorigine, dove il
potenziale si assume essere nullo: E p (0) = 0, come illustrato nella figura 7.51.

E p (x)
E

Per la legge di conservazione dellenergia meccanica (cinetica + potenziale) della


particella deve essere

xi (E)

xi (E)

Figura 7.51 Energia potenziale e punti di


inversione del moto quando lenergia
totale della particella vale E

2
1
2 mv

+ E p (x) = E,

dove v e` la velocit`a della particella e la costante E rappresenta il valore della sua


energia in un ben determinato moto della particella. Risolvendo la relazione rispetto a
v e ricordando che v = d x/dt, si ottiene
r

dx
2
E E p (x) .
= v(x) =
dt
m

Esaminiamo il caso in cui la particella si muove da sinistra verso destra, per cui
v(x) 0. Separando le variabili dellequazione differenziale otteniamo
dx
q
2
m

E E p (x)

= dt,

e integrando dalla posizione iniziale x = x(0) = x0 alla posizione generica x


xi (E)

t = t (x) =

m
2

x
x0

d
.
E E p ( )

Invertendo la funzione t = t (x) cos` trovata si ottiene il moto x = x(t) della particella
nel caso in cui la sua energia sia E e allistante iniziale t = 0 si trovi in x0 .
E
Figura 7.52 Funzione inversa x i (E) dei
punti dinversione

Esaminiamo ora il moto della particella fra i due punti xi e xi in cui la sua velocit`a
si inverte: questi punti si ottengono come soluzione dellequazione E p (x) = E, per
E assegnato, ovverosia xi (E) = E p 1 (E), dove E p 1 indica la funzione inversa di
E p , che e` mostrata nella figura 7.52. In questo caso lintegrazione dellequazione
differenziale fra xi (E) e xi (E) fornisce met`a del periodo doscillazione,
T
=
2

m
2

xi (E)
xi (E)

dx
,
E E p (x)

poiche unoscillazione completa comprende il moto di andata e ritorno fra gli estremi
xi (E). Il periodo completo di oscillazione dipende quindi dal valore dellenergia E
e, sfruttando la simmetria del potenziale, esso e` esprimibile mediante la relazione

T (E)

Z
T (E) = 2 2m

Periodo delle oscillazioni al


variare dellenergia della particella

Figura 7.53

xi (E)

dx
.
E E p (x)

Quindi, se e` nota la funzione dellenergia potenziale, E p (x), il periodo di ogni moto


oscillatorio con energia E assegnata risulta determinato univocamente, ossia si conosce
landamento della funzione T = T (E), che potr`a essere, ad esempio, come mostrato
nella figura 7.53.
Ma possiamo riesaminare questa relazione con il primo e il secondo membro scritti
in ordine inverso
Z xi (E)
T (E)
dx
p
= ,
E E p (x)
2 2m
0

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 276

276

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

intendendo che la funzione del potenziale E p (x) e` incognita mentre si conosce il


periodo T (E) per valori diversi di E. In questo modo abbiamo una relazione in cui la
funzione incognita compare sotto il segno dintegrale e che deve essere soddisfatta per
ogni valore di E > 0. Questa e` quindi unequazione integrale. Essa ha una forma pi`u
semplice di quella dellequazione di Prandtl e pu`o essere risolta analiticamente, come
ora mostriamo.
Per prima cosa e` conveniente effettuare il seguente cambiamento di variabili
nellintegrale: x U = E p (x), dove si usa il simbolo U per la variabile energia
poiche la lettera E e` gi`a usata come variabile libera dellequazione integrale. Essendo
i (U )
x = E p1 (U ) = xi (U ) avremo anche d x = d xdU
dU e lequazione integrale diventa
E

dU
T (E)
d xi (U )
= ,

dU
E U
2 2m

per cui il cambiamento di variabili ha implicato anche il cambiamento dellincognita


dellequazione integrale: la vecchia incognita era il potenziale E p (x) quella nuova e` la
sua funzione inversa xi (U ) che definisce il punto di inversione in funzione dellenergia.
Per
risolvere la nuova forma dellequazione integrale dividiamo entrambi i membri per
A E e integriamo sulla variabile E da 0 ad A, ottenendo

U
(A, A)
U=E

dE
AE

dU
1
d xi (U )
=

dU
E U
2 2m

T (E) d E
.

AE

Cambiamo lordine delle due integrazioni del primo membro


E

Figura 7.54

. . . dU
0

dE =

A
0

... dE

dU,

come mostrato nelle figure 7.54 e 7.55, per cui la relazione diventa

Integrazione interna sulla variabile U

d xi (U )
dU

Z A
1
T (E) d E
dE
dU =
.

(A E)(E U )
AE
2 2m 0

Lintegrale interno e` elementare e vale (vedi pi`u avanti) per cui il primo membro
dellequazione si riduce a

U
(A, A)

U=E
U

A
Figura 7.55

Integrazione interna sulla variabile E

A
0

d xi (U )
dU = xi (A) xi (0) = xi (A).
dU

Utilizzando questo risultato nellequazione integrale e cambiando i simboli delle variabili, E U e A E, si ricava
Z E
1
T (U ) dU
.
xi (E) =

E U
2 2m 0
Una volta trovata la funzione x = xi (E), la sua inversione fornisce E = xi 1 (x) =
E p (x), che e` il potenziale richiesto.
Lintegrale definito
Z

dE
(A E)(E U )

si calcola ricorrendo alla tecnica del completamento del quadrato,


(A E)(E U ) = AU + (A + U ) E E 2
= AU + 41 (A + U )2 14 (A + U )2 + (A + U ) E E 2

2
= 41 (A U )2 E 21 (A + U ) ,

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 277

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.9: Soluzione dellequazione integrale di Prandtl

che lo riduce allintegrale elementare


quindi
Z

277

d x/ a 2 x 2 = sin1 (x/|a|) + C. Abbiamo

dE

2
1
1
U
2
4 (A U ) E 2 (A + U )
E=A

1 2E (A + U )
= sin

|A U |
E=U

1 U A
1 A U
sin
= sin
AU
AU

= sin1 1 sin1 (1) =


= .
2
2

dE
=

(A E)(E U )

7.9 Soluzione dellequazione integrale di Prandtl


Le conoscenze matematiche necessarie per la risoluzione delle equazioni integrali
vanno al di l`a di quelle richieste in uno studio introduttivo alla dinamica dei fluidi.
Senza addentrarci troppo nella teoria delle equazioni integrali singolari di Fredholm di
prima specie, vediamo che forma assume la soluzione generale del problema di Prandtl
introdotto nel paragrafo precedente. Per comodit`a di esposizione, scriviamo il membro
di destra dellequazione integrale come una unica funzione definita da

dylm (x)
(x) U
dx
e che rappresenta la componente verticale della velocit`a del fluido sulla superficie
del profilo. Il problema di Prandtl della teoria dei profili sottili si scrive allora pi`u
semplicemente come
Z c
1
( ) d

= (x),
2 0 x

(c) = 0,

dove compare il simbolo di integrale nel senso di Cauchy. La soluzione generale


dellequazione integrale di Prandtl e` data dalla seguente espressione, pure integrale,
(x) =

2
(c x)x

Z c

(c )

( ) d + C ,
x
0

contenente la costante C, che pu`o assumere qualunque valore. La presenza del termine
1
associato alla costante arbitraria C significa che la soluzione dellequazione
(cx)x
non e` unica, ossia che esistono infinite soluzioni dellequazione di Prandtl, o meglio
1
una famiglia a un parametro di infinite soluzioni. Dimostriamo che la funzione (cx)x
e` effettivamente soluzione dellequazione integrale di Prandtl con termine noto nullo
(cio`e dellequazione integrale omogenea), ovverosia che risulta
Z c

d
=0

(x ) (c )

per ogni x [0, c]. A tale fine, e` possibile verificare che la seguente funzione

c(x+
)2x + 2 (c )
1
(cx)x
,
ln
Q(x, ) =
|x |
(c x)x

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 278

278

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

considerata come funzione della variabile , con x come parametro, calcolando la sua
derivata rispetto a xi, risulta essere una primitiva della funzione integranda, per cui si
pu`o scrivere
Z

d
= Q(x, ) + A,

(x ) (c )

dove A e` una costante arbitraria.


Lintegrale nellespressione della soluzione generale e` improprio essendo la funzione integranda singolare e quindi e` definito nel senso di Cauchy dal seguente limite
Z c

(x ) (c )
Z x
lim

0+

d
+

(x ) (c )

c
x+

d
,

(x ) (c )

per cui, utilizzando la funzione primitiva Q(x, ), si ricava


Z c

(x ) (c )

= lim Q(x, x ) Q(x, 0) + Q(x, c) Q(x, x + )

0+

= lim

0+

Q(x, x ) Q(x, x + ) Q(x, 0) + Q(x, c)

= 0 0 = 0,
e quindi

1
(cx)x

soddisfa la versione omogenea dellequazione integrale di Prandtl.

Il valore del parametro C e` uguale alla met`a della circolazione attorno al profilo
sottile, ovvero
1

=
C=
2
2

(x) d x.

Per rendercene conto integriamo lungo il profilo la densit`a di circolazione (x) della
soluzione generale, separando i due contributi:
Z

(x) d x =

Z c
Z
2C c
dx
dx
(c )

( ) d +
.

x
0 (c x)x
(c x)x 0

Scambiamo poi lordine delle due operazioni dintegrazione del primo termine, ottenendo,
Z

c
0

(x) d x =

c
0

Z c
(c ) ( ) d
0

dx

(x ) (c x)x
Z
2C c
dx
.
+

0 (c x)x

Ma lintegrale interno e` uguale, a parte lo scambio dei ruoli fra le variabili x e e


il segno, allintegrale che abbiamo appena dimostrato essere nullo per tutti i valori
della variabile libera (qui ) nellintervallo [0, c]. Pertanto, ricordando la primitiva
dellintegrale indefinito elementare
Z

dx
= sin1

(c x)x

2x
1 + A,
c

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 279

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.10: Profilo sottile piatto

279

calcoliamo lintegrale definito corrispondente


Z

dx
= sin1

(c x)x

Pertanto abbiamo
=

c
0

(x) d x =

2C

2x

1 = sin1 1sin1 (1) =
= .
c
2
2
0

dx
= 2C.

(c x)x

Possiamo allora imporre la condizione di Kutta (c) = 0 per il profilo sottile in modo
da trovare la circolazione attorno al profilo che rende regolare la corrente nel bordo di
uscita. Affinche la soluzione soddisfi questa condizione, lespressione contenuta fra
le parentesi graffe della soluzione generale deve annullarsi per x = c, ovverosia deve
essere
Z

(c )
( ) d + K = 0,
c
2

dove K rappresenta il valore della circolazione totale per cui la condizione di Kutta
risulta soddisfatta. Tale valore e` pertanto dato da
K = 2

c
0

( ) d.
c

Sostituendo questa espressione del valore di K nella soluzione generale si ottiene


r

Z c
2
(c )

( ) d

K (x) =

x
c
(c x)x 0
Z c
2
(c ) x + p
=

( ) d

(c x)x 0 (x ) c
r
Z c
1

2(c x)
( ) d

=
x

(c x)x 0
r
r
Z c

2 c
1
=
1
( ) d,
x
x

0
dove e` stato aggiunto lindice K a per sottolineare che la soluzione K (x) soddisfa
la condizione di Kutta. Riesprimendo il secondo membro (x) in termini dellangolo
dincidenza e della derivata della linea media, si ottiene

K (x) =

Z c

1
x

d =
c

2U

Z c
c

dylm ( )
1

d.
1
x
c
d
0 x

Lintegrale (improprio) del primo termine che coinvolge langolo dincidenza pu`o
essere calcolato esattamente e non dipende da x e il suo valore e` . Sfruttando
questa informazione lespressione esplicita finale della soluzione pu`o essere scritta
nella forma seguente:
K (x) = 2U

Z
c
dylm ( )
1 c 1
1 +
d .
x
0 x c
d

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 280

280

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

7.10 Profilo sottile piatto


Consideriamo ora il caso particolare di un profilo piatto, chiamato anche lamina
piana, ossia con la linea media nulla: ylm (x) = 0, 0 x c. La soluzione
K (x) si ottiene direttamente dallultima formula del paragrafo precedente. Tuttavia,
per facilitare lo studio dellargomento, in questo paragrafo riesaminiamo il problema
da capo formulando lequazione di Prandtl in termini di nuove variabili tramite il
cambiamento di variabili seguente

2x
,
0 x c,
x (x) = cos1 1
c

Cambiamento
di variabili

della
x (x) = cos1 1 2x
c
coordinata x lungo la corda

la cui inversa e`

Figura 7.56

x( ) =

c
(1 cos ),
2

0 .

Quindi, come mostrato in figura 7.56, il bordo di attacco x = 0 corrisponde a = 0 e


il bordo di uscita x = c corrisponde a = .
La nuova incognita, funzione della nuova variabile indipendente, sar`a allora indicata nel modo seguente
(x)

( ) = (x( )),

dove si e` aggiunto il pedice alla variabile incognita per evidenziare il fatto che la
soluzione del problema, (x), dipende dallangolo dincidenza .
Usando la stessa trasformazione
per la variabile dintegrazione , ossia intro

ducendo ( ) = cos1 1 2c , abbiamo d = 2c sin d e il problema di Prandtl


per lincognita trasformata ( ) nel caso di profilo piatto assume la forma seguente:
Z
1
() sin d

= U ,
2 0 cos cos
( ) = 0.
Notare che e` la variabile dintegrazione mentre indica la variabile libera dellequazione
integrale, che varia nello stesso intervallo [0, ] su cui e` esteso lintegrale.

Soluzione dellequazione integrale


La soluzione di questo problema e`
( ) = 2U

1 + cos
sin

(profilo sottile piatto),

dove langolo dincidenza e` misurato in radianti. Si pu`o verificare che questa


funzione e` effettivamente soluzione dellequazione integrale utilizzando lespressione
del seguente integrale definito, detto integrale di Glauert, vedi appendice H,
Z

sin(n )
cos(n)
d =
,
cos cos
sin

n = 0, 1, 2, 3, . . . .

Usando questa relazione per i due casi particolari n = 0 e n = 1 si ottiene


Z
Z
Z
(1 + cos ) d
d
cos d

=
+
= 0 + = .
cos cos
0
0 cos cos
0 cos cos

Sostituendo ora lespressione della soluzione 2U 1+cos


sin nellequazione integrale e
tenendo conto dellintegrale appena calcolato si vede immediatamente che lequazione
integrale e` identicamente soddisfatta per qualunque appartenente allintervallo [0, ].

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 281

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.10: Profilo sottile piatto

281

Nel bordo di uscita, ossia per = , questa soluzione fornisce


( ) = 2U

1 + cos
11
= 2U
,
sin
0

ed e` quindi la forma indeterminata 0/0. Tuttavia, per la regola di de lHopital, si ottiene

sin
0
d(1 + cos )/d
= 2U
( ) = 2U
= 2U
= 0,
d(sin )/d =
cos
1

per cui la soluzione e` regolare e soddisfa la condizione di Kutta per un profilo sottile.
Viceversa, nel bordo di attacco, ossia per = 0, si pu`o osservare che la soluzione e`
singolare, tranne quando = 0, dato che
(0) = 2U

1 + cos 0
2
= 2U .
sin 0
0

Questa singolarit`a e` dovuta alla forma tagliente del bordo di attacco e, nel caso di
un profilo dotato di spessore, potr`a essere eliminata per un solo valore dellangolo
dincidenza che dipende dalla forma della linea media, come sar`a mostrato nel paragrafo
7.11. Nei profili reali di spessore finito la singolarit`a non e` pi`u presente ma permane un
picco di velocit`a in corrispondenza del bordo dattacco. La soluzione per lincognita
originaria si determina ricorrendo alla trasformazione inversa = (x) = cos1 (1
2x/c). Un semplice calcolo permette di ottenere la funzione
r
r
1 x/c
1 + cos (x)
c
x . x
=r
=
=
1,
1

sin (x)
c
c
x
x
x
1
c
c
che e` mostrata nella figura 7.57.
5
4
3
2
1

Equazione integrale di
Prandtl per un profilo sottile
piatto:
q

Figura 7.57

grafico della funzione

c
x

x/c

Lespressione della circolazione locale per il problema del profilo piatto e` quindi
(x) = ( (x)) = 2U

c
1
x

(profilo sottile piatto).

Come si e` visto, questa soluzione soddisfa la condizione di Kutta per cui sarebbe pi`u
corretto indicarla come K, (x).
Landamento della densit`a di circolazione (x) e` utile perche rappresenta anche
il salto della pressione attraverso il profilo sottile, relativo alla soluzione linearizzata.
Infatti, dal teorema di Bernoulli per una corrente irrotazionale (anche con uneventuale
circolazione attorno al profilo) abbiamo

P(r) P
= 21 |u(r)|2 U 2 .

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 282

282

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Consideriamo allora il salto di pressione fra la superficie inferiore (ventre) e quella


superiore (dorso), nei vari punti del profilo:

P(x)
P v (x) P d (x)

= 12 |ud (x)|2 |uv (x)|2 .

Poiche il contributo alla componente x della velocit`a dovuto alla strato di vortici e`
antisimmetrico per riflessione rispetto allasse orizzontale e poiche il contributo del
campo uniforme e` simmetrico, la velocit`a sulle due facce del profilo piatto e` data da
u d (x) = U cos 21 (x),
u v (x) = U cos + 21 (x),
per 0 x c. Sostituendo queste espressioni nella relazione del salto della pressione
lungo il profilo, si ottiene
n
2
2 o
P(x)
= 12 U cos 12 (x) U cos + 21 (x)

= 21 U cos (x) U cos (x) = U cos (x),


e, sostituendo la soluzione dellequazione integrale di Prandtl, si ha
r
c
P(x)
2
= 2U cos
1.

x
Ma per angoli dincidenza piccoli cos 1, per cui
P(x)
= 2U 2

c
1.
x

La spinta e` quindi diretta verso lalto. Inoltre, il carico e` concentrato verso il bordo di
attacco e diventa infinito per x 0. Lelevato gradiente della pressione vicino al bordo
di attacco causer`a la separazione della corrente quando langolo dincidenza aumenta.
Cionondimeno, la pressione relativa al profilo sottile piatto fornisce la portanza di
qualunque profilo simmetrico dal momento che la distribuzione dello spessore del
profilo non influenza la componente non simmetrica della soluzione, che e` quella
responsabile della portanza e del momento delle forze aerodinamiche.
Integrando il salto P(x) su tutto il profilo si ottiene la portanza:
Z c
Z cr
c
2
() =
P(x) d x = 2 U
1 d x.
x
0
0
Per calcolare lintegrale e` necessario conoscere il seguente integrale indefinito:

Z
p
c 1 2x
(c x)x
d x = (c x)x + sin
1 + C,
x
2
c
da cui si ottiene facilmente lintegrale definito
Z cr
Z c
c
(c x)x
c
1 dx =
dx =
.
x
x
2
0
0

Risulta pertanto

() = U 2 c.
Naturalmente, il campo della velocit`a attorno al profilo sottile si ottiene dalla sovrapposizione della velocit`a uniforme con quella indotta dalla distribuzione di vortici lungo
la lamina:
u (x, y) = U +

c
0

[y x + (x ) y ] ( )
d,
(x )2 + y 2

dove U = U cos x + U sin y .

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 283

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.10: Profilo sottile piatto

283

Coefficienti aerodinamici
Siamo ora in grado di determinare il coefficiente di portanza per il profilo sottile piatto.
Per prima cosa si determina la circolazione totale dovuta allintera distribuzione di
vortici, dal bordo di attacco al bordo duscita, che e` data da
Z c
() =
(x) d x,
0

ovvero, in termini della variabile trasformata ,


Z
Z
c
() =
( ) sin d = cU
(1 + cos ) d = U c.
2 0
0

Vedi paragrafo 7.4.

Questo valore corrisponde allapprossimazione per angoli piccoli della circolazione


K = U c sin della soluzione esatta relativa alla corrente attorno a una lamina
piana presentata nel paragrafo 7.7. Ribadiamo che la circolazione K = K ()
corrisponde a soddisfare la condizione di Kutta (per una data incidenza) e che non si
scrive il pedice K solo per non appesantire la notazione.
Sostituendo la circolazione trovata () nel teorema della portanza di Kutta
Joukowski, = U , dove indica la portanza per unit`a di lunghezza in apertura,
si ottiene il valore di questa grandezza quando langolo dincidenza e` :
() = U [U c] = U 2 c,

come si e` gi`a ricavato dallintegrazione del salto di pressione. E` conveniente introdurre


la versione adimensionale della portanza, chiamata coefficiente di portanza, che si
indica con c e che e` definita dal rapporto
c =

1
2
2 U c

Luso della lettera minuscola ricorda che il coefficiente e` relativo a una sezione 2D di
un problema attorno a un corpo cilindrico. Il coefficiente di portanza del profilo sottile
piatto posto a incidenza e` allora
c () = 2 ,
Se langolo dincidenza e` dato
in gradi ed e` indicato con , la
sua misura in radianti e` data

da: = ( ) = 180
.

dove langolo e` espresso in radianti. Quindi il coefficiente di portanza dipende


linearmente dallangolo dincidenza e la pendenza della retta vale
dc ()
= 2 rad1
oppure
0.11 gradi1 ,
d
a seconda che langolo sia espresso in radianti oppure in gradi, dato che risulta
2 2 /180 = 0.10966. La retta del coefficiente di portanza del profilo piatto o simmetrico e` disegnata nella figura 7.58, dove la scala dellasse orizzontale dellangolo e`
stata indicata i gradi.
c
2.0
1.6
1.2
0.8
0.4
(gradi)
32 24 16 8
0.4

Coefficiente di portanza di
un profilo piatto o simmetrico

Figura 7.58

0.8
1.2

16

24

32

40

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 284

284

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Calcoliamo infine il momento delle forze agenti sul profilo scegliendo come punto di
riferimento il punto corrispondent al bordo dattacco della linea media. Consideriamo
lelemento di vorticit`a di intensit`a (x) d x che si trova alla distanza x dal bordo di
attacco. La circolazione elementare associata a questo elemento e` d = (x) d x e
fornisce un contributo alla portanza pari a d = U d = U (x) d x. A sua
volta questo elemento di portanza provoca una contributo dm al momento della forza
rispetto al bordo di attacco dato da dm = x d = U x (x) d x. Il momento totale,
rispetto al bordo di attacco, delle forze aerodinamiche agenti sul profilo piatto posto a
incidenza sar`a
Z c
Z c
m b.a. () =
dm = U
x (x) d x.
0

Utilizzando il cambiamento di variabili x = 2c (1 cos ), per cui d x = 2c sin d , e

sostituendo lespressione della soluzione ( ) = 2U 1+cos


sin , si ottiene
Z

U 2 c2

1 cos2 d = U 2 c2 .
m b.a. () =
2
4
0

E` infine utile avere una versione adimensionale del momento delle forze m b.a. (). Si
introduce allora il coefficiente del momento delle forze, definito dal rapporto
cm, b.a. =

m b.a.
.
1
2 2
2 U c

Per il profilo sottile piatto posto a incidenza il valore del coefficiente del momento
delle forze e`
cm, b.a. () =

.
2

Osserviamo ora che entrambi i coefficienti di portanza e del momento delle forze
sono proporzionali allangolo dincidenza . Inoltre si vede che vale la relazione
cm, b.a. () = c ()/4. E` immediato ricavare la relazione che esprime il coefficiente
del momento delle forze cm, X valutato rispetto a un punto X lungo la corda, in funzione
di quello valutato rispetto al bordo di attacco:
X
c ,
c
dove c indica la lunghezza della corda del profilo. Mediante questa relazione possiamo
valutare il momento rispetto al punto x = c/4 a un quarto di corda al bordo di attacco,
ottenendo
cm, X = cm, b.a.

cm, c/4 () = cm, b.a. ()

14 2 = 0,

Centro delle pressioni di un


profilo sottile piatto

Figura 7.59

ovverosia

c
4

1
4 c ()

cm, c/4 = 0,
per qualunque angolo dincidenza. Pertanto, il punto a un quarto di corda dal bordo di
attacco di un profilo sottile piatto e` chiamato centro delle pressioni.

7.11 Profilo sottile curvo


La soluzione per un profilo sottile con curvatura (in inglese cambered airfoil) e` una
generalizzazione di quella per un profilo piatto visto nel precedente paragrafo. Per
trattare il profilo sottile con linea media definita dalla funzione y = ylm (x), 0 x c,
si deve partire dal problema dellequazione integrale di Prandtl generale, ovvero,

Z
dylm (x( ))
() sin d
1
,
( ) = 0.

= U
2 0 cos cos
dx

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 285

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.11: Profilo sottile curvo

285

Se la linea media e` curva, la funzione dylm (x)/d x e` non nulla e ci`o rende lanalisi pi`u
elaborata rispetto al caso di profilo piatto nel quale dylm (x)/d x = 0. Si ricerca una
funzione ( ), per 0 , che soddisfi lequazione scritta e rispetti la condizione
di Kutta per un profilo sottile, ossia ( ) = 0.

Soluzione dellequazione integrale


Partendo dalla soluzione del caso di profilo piatto, supponiamo che la soluzione del
problema della corrente attorno al profilo sottile con curvatura possa essere espressa
nella seguente forma

1 + cos X
An sin(n ) ,
+
( ) = 2U A0 ()
sin

n=1

che contiene una serie infinita di termini, ciascuno funzione della variabile trasformata
. Il primo termine ha una forma simile alla soluzione del profilo piatto ma con
un coefficiente A0 () da determinare, mentre gli altri termini costituiscono una serie
di Fourier di soli seni con coefficienti An , n = 1, 2, . . . , anchessi da determinare.
Tutti questi coefficienti dipendono dalla forma della linea media, tramite la funzione
dylm (x)/d x, ma il primo dipende anche dallangolo dincidenza . Comunque, in ogni
caso la condizione di Kutta per un profilo sottile ( ) = 0 risulta soddisfatta, per
quanto visto nel caso di profilo piatto e dato che sin(n ) = 0 per qualunque n intero.
Nel bordo di attacco = 0 si ha invece ( ) per qualunque valore di
tranne, al pi`u, per un valore di per il quale sia A0 () = 0. Questo angolo particolare
dincidenza per cui non si ha la singolarit`a nel bordo di attacco si chiama angolo di
Theodorsen e si indica con Th : esso e` definito dalla condizione
A0 (Th ) = 0.
Langolo Th e` chiamato anche angolo dincidenza ideale oppure angolo di progetto.
Per determinare il valore dei coefficienti, e` necessario scoprire cosa implichi
lequazione integrale per la serie ( ). Sostituiamo allora nellequazione integrale
lespressione appena scritta e utilizziamo una nuova formula (ricavata nellappendice
H) per calcolare gli integrali definiti che compaiono nellequazione considerata
Z
sin(n) sin
d = cos(n ),

cos
cos
0

n = 1, 2, 3, . . .

La sostituzione della soluzione in serie nellequazione integrale fornisce, dopo avere


semplificato il coefficiente U ,

1
1 + cos X
dylm (x( ))
sin d
An sin(n)

A0 ()
+
=
.
0
sin
cos cos
dx
n=1

Separando gli integrali dei due termini e portando fuori dal segno dintegrale le quantit`a
indipendenti da , si ottiene
Z
Z

A0 () (1 + cos ) d
1X
sin(n) sin d
dylm (x( ))

+
=
.
An

cos cos

cos cos
dx
0
0
n=1

Calcolando gli integrali definiti per mezzo delle due formule introdotte in precedenza,
questa relazione diventa
A0 ()

X
n=1

An cos(n ) =

dylm (x( ))
,
dx

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 286

286

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

ovvero

X
dylm (x( ))
An cos(n ).
= A0 () +
dx
n=1

Osserviamo che questa espressione e` una serie di Fourier di soli coseni. Pi`u precisamente, data una funzione f ( ), definita nellintervallo 0 , la sua rappresentazione come serie di coseni avr`a la forma
f ( ) = f 0 +

f n cos(n ),

n=1

dove
1
f0 =

fn =

f ( ) d,

f ( ) cos(n ) d,

per n = 1, 2, . . .

Di conseguenza le quantit`a [ A0 ()] e An , n = 1, 2, . . . , sono i coefficienti della


serie di coseni di Fourier di dylm (x( ))/d x, intesa come funzione della variabile .
Quindi i coefficienti richiesti sono dati dai seguenti integrali:
Z
1 dylm (x( ))
A0 () =
d,
0
dx
Z
2 dylm (x( ))
cos(n ) d,
An =
0
dx

n = 1, 2, . . . ,

dove x( ) = 2c (1 cos ). I valori di questi integrali dipendono dalla funzione


dylm (x)/d x che rappresenta la pendenza della linea media. Si noti che la dipendenza
dallangolo dincidenza del profilo influisce solo sul valore del primo coefficiente
A0 ().
Nota la forma assunta dal coefficiente A0 (), possiamo determinare il valore
dellangolo di Theodorsen Th ponendo, come detto, A0 (Th ) = 0, da cui si ricava
immediatamente
Z
Z
1 c dylm (x)
dx
1 dylm (x( ))
.
d =
Th =

0
dx
0
dx
(c x)x

Coefficienti aerodinamici
Consideriamo ora le espressioni dei coefficienti aerodinamici per il profilo sottile con
curvatura. La circolazione totale dovuta allintera distribuzione di vortici dal bordo di
attacco al bordo duscita e`
Z c
Z
c
() =
(x) d x =
( ) sin d.
2 0
0
Sostituendo la soluzione ( ) trovata, si ha

Z
Z

X
() = U c A0 ()
An
(1 + cos ) d +
0

n=1

sin(n ) sin d .

Ma il primo integrale e` ovvio, 0 (1 + cos ) d = 0 d = e gli altri sono tutti


nulli tranne il primo per la relazione di ortogonalit`a
(
Z
/2 per n = 1,

sin(n ) sin d = n,1 =


2
0 per n 6= 1,
0

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 287

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.11: Profilo sottile curvo

287

dove si e` usato il simbolo n,m di Kronecker. Pertanto si ottiene

() = U c A0 () + 12 A1 .

E` allora conveniente introdurre langolo dincidenza per il quale la circolazione, e


quindi anche la portanza, e` nulla. Langolo di portanza nulla si indica con =0 ed e`
definito dalla condizione (=0 ) = 0, ovverosia:
A0 (=0 ) + 12 A1 = 0.
Utilizzando le espressioni trovate dei coefficienti An , n = 0, 1, 2, . . . , si ha
=0

12
dylm (x( ))
d +
dx
2

dylm (x( ))
cos d = 0
dx

e risolvendo rispetto ad =0
=0 =

2
dylm (x( ))
(1 cos ) d =
dx

c
0

dylm (x)
dx

x dx
.
cx c

Esprimendo A1 nella funzione () in termini di =0 , si ottiene lespressione () =

U c A0 () A0 (=0 ) e quindi valgono le espressioni pi`u semplici

() = U c =0 e

A0 () = =0 21 A1 .

Sostituendo la circolazione () nel teorema della portanza di KuttaJoukowski visto


nel paragrafo 7.4, si ottiene la portanza per unit`a di lunghezza in apertura del profilo
sottile con curvatura:

() = U U c =0 = U 2 c =0 .

Quindi il corrispondente coefficiente adimensionale di portanza [/(U 2 c/2)] del


profilo sottile con curvatura posto a incidenza e` dato da

c () = 2 =0 ,

dove i valori degli angoli e =0 sono espressi in radianti. La retta relativa al


coefficiente di portanza del profilo con curvatura e` mostrata nella figura 7.60.
c
2.0
1.6
1.2
0.8
0.4
(gradi)
32 24 16 8
0.4

Coefficiente di portanza di
un profilo con curvatura

Figura 7.60

0.8
1.2

16

24

32

40

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 288

288

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

La pendenza di questa retta per un profilo sottile curvo e` quindi ancora costante come
per il profilo piatto e ha lo stesso valore
dc ()
= 2 rad1
d

0.11 gradi1 ,

oppure

a seconda che sia espresso in radianti o in gradi.


Il coefficiente del momento delle forze, agenti su un profilo sottile con curvatura
posto a incidenza , valutato rispetto al bordo di attacco, si calcola come per il profilo
piatto. Il momento totale delle forze aerodinamiche agenti sulla linea media del profilo
curvo e`
Z c
Z c
m b.a. () =
dm = U
x (x) d x
0

U c2
4

(1 cos ) sin ( ) d.

Sostituendo lespressione della soluzione ( ) relativa al profilo sottile curvo, si ha


m b.a. () =

U 2 c2
2

1 + cos X
An sin(n ) d,
+
(1 cos ) sin A0 ()
sin
n=1

ovvero, considerando la versione adimensionale costituita dal coefficiente del momento


delle forze aerodinamiche:

2
cm, b.a. () =
An sin(n ) d
A0 () 1 cos + (1 cos ) sin
0

= A0 ()

n=1

1 cos2 d +

X
n=1

An

(1 cos ) sin sin(n ) d.

Il primo integrale vale /2 mentre il secondo si scompone nel modo seguente:


Z
(1 cos ) sin sin(n ) d
0

sin sin(n ) d

1
2

sin(2 ) sin(n ) d =

n,1 n,2 ,
2
4

dove abbiamo usato la relazione di ortogonalit`a fra le funzioni sin(n ). Pertanto, il


coefficiente del momento aerodinamico rispetto al bordo di attacco del profilo con
curvatura risulta essere

A2
cm, b.a. () =
A0 () + A1
,
2
2
ovvero, sostituendo A0 () = =0 21 A1 ,
cm, b.a. () =

A1
A2
=0 +
.

2
2
2

Questa relazione si pu`o riscrivere anche facendo comparire il coefficiente di portanza


c (), nella forma
cm, b.a. () =

c ()
+ (A1 A2 ),
4
4

che, per A1 = A2 = 0, si riduce al risultato del profilo piatto.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 289

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.11: Profilo sottile curvo

289

In base alla definizione, il momento delle forze rispetto a un punto X fisso sulla corda
e` esprimibile come
Z c
m X () = U
(x X ) (x) d x
0

= U

= U

0
c

x (x) d x X

(x) d x
0

x (x) d x + X U

(x) d x = m b.a. () X (),

ovverosia, passando ai coefficienti adimensionali,


cm, X () = cm, b.a. ()

X
c ().
c

Si definisce centro aerodinamico di un profilo il punto rispetto al quale il momento delle forze aerodinamiche (in generale diverso da zero) non dipende dallangolo
dincidenza, ossia il punto xc.a. tale che
Z c
(x xc.a. ) (x) d x = costante.
0

Possiamo determinare la posizione del centro aerodinamico semplicemente imponendo


lannullamento della derivata seguente
dcm, xc.a. ()
=0
d

dcm, xb.a. () xc.a. dc ()

= 0.
d
c
d

Valutando le derivate si ottiene

xc.a.

2 = 0
2
c
c.a.
0

c
4

Posizione del centro


aerodinamico lungo la corda di un profilo
sottile curvo

xc.a. =

c
.
4

Allora il momento delle forze rispetto al centro aerodinamico a un quarto di corda dal
bordo di attacco, come mostrato in figura 7.61, e` dato da
cm, c.a. = cm, c/4 =

(A1 A2 ).
4

Figura 7.61

Pertanto, diversamente dal caso di profilo piatto, il punto a un quarto di corda di un


profilo sottile con curvatura non e` il centro delle pressioni.
La posizione xc.p. del centro delle pressioni si pu`o calcolare trovando il valore di
X che rende nullo il coefficiente di momento cm, X ():
cm, b.a. ()

xc.p.
c () = 0
c

xc.p. () = c

cm, b.a. ()
c ()

Sostituendo lespressione di cm, b.a. () ricavata, si ottiene

c
(A1 A2 )
c
A1 A2
xc.p. () =
1+
=
1+
.
4
4
c ()
2( =0 )
Pertanto la posizione del centro delle pressioni di un profilo con curvatura dipende
dallangolo dincidenza e quindi dal coefficiente di portanza. Quando langolo dincidenza varia, anche il coefficiente di portanza varia e il centro delle pressioni xc.p. si
sposta: in particolare, quando la portanza tende a zero, xc.p. () si allontana dal profilo
e tende allinfinito. Per questo motivo il centro delle pressioni non e` sempre il punto
pi`u adatto dove porre il sistema delle forze agenti su un profilo alare.

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 290

290

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

Tabella 5.

ISBN XX-abc-defg-h

Profili sottili a incidenza piccola: = (x) = cos1 1

Eq. integ.

profilo piatto
R c ( ) d
1
0

= U

1+cos
sin

profilo con curvatura


R c ( ) d

1
= U
2 0
x

2U

()

U c

U c ( =0 )

()

U 2 c

U 2 c ( =0 )

c ()

2( =0 )

dc ()
d

cm, b.a. ()

cm, c.a.=c/4

1
= 0.11 grado

dylm (x)
dx

2U A0 () 1+cos
n=1 An sin(n )
sin +

( )

1
rad

2x
c

1
rad

1
= 0.11 grado

=0 +

4 [A1

A2 ]

A1
2

A2
2

Per concludere lo studio della soluzione dellequazione integrale di Prandtl nella tabella
5 sono stati raccolti i risultati aerodinamici ottenuti nei due casi di profilo sottile piatto
e di profilo con curvatura.

7.12 Profilo con spessore e con curvatura


Siamo ora in grado di analizzare la corrente attorno a un profilo reale in condizioni
qualsiasi, ossia un profilo avente uno spessore non nullo e con una linea media curva,
quando langolo dincidenza rispetto alla direzione della corrente uniforme e` . Il
metodo adottato si basa sul risultato del calcolo per il profilo simmetrico con spessore
posto a incidenza nulla e sul risultato del calcolo per un profilo sottile costituito dalla
linea media del profilo in esame. Il metodo e` approssimato poiche si suppone che in
un generico punto del profilo il campo di velocit`a possa essere ottenuto combinando
opportunamente le due soluzioni indicate. Questa assunzione e` accettabile solo in
senso approssimato. Il metodo proposto ha per`o il pregio della semplicit`a e quindi pu`o
essere comunque uno strumento utile, almeno per angoli dincidenza piccoli.
Per prima cosa esaminiamo come si calcolano numericamente gli integrali che
definiscono i coefficienti A0 () e An della soluzione ( ) relativa al profilo sottile
curvo. Poi determiniamo landamento della velocit`a sul dorso e sul ventre del profilo avente uno spessore y = ysp (x) noto. Infine, grazie al teorema di Bernoulli,
calcoleremo la pressione e il suo coefficiente adimensionale sul profilo.

Calcolo degli integrali dei coefficienti


Con riferimento alla soluzione dellequazione integrale di Prandtl consideriamo i coefficienti
Z
2 dylm (x( ))
cos(n ) d,
An =
0
dx
per n = 1, 2, . . . , in cui le variabili x e y possono essere intese come adimensionali,
per cui x( ) = 21 (1 cos ).
Gli integrali che definiscono il valore dei coefficienti An possono essere calcolati in modo approssimato mediante quadratura numerica. Si pu`o utilizzare una
formula dintegrazione molto semplice basata su una distribuzione uniforme dei punti

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 291

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.12: Profilo con spessore e con curvatura

/K

di quadratura sullintervallo dintegrazione [0, ]. Supponendo di considerare k punti,


tutti interni allintervallo, le loro coordinate saranno date dalla relazione

0 xk

/2K

291

Distribuzione angolare
uniforme dei punti di quadratura della
formula con K = 6 punti

Figura 7.62

(2k 1)
,
2K

k =

k = 1, 2, . . . , K ,

di modo che la distanza fra punti consecutivi e` = /K mentre le distanze del


primo e dellultimo punto dagli estremi dellintervallo vale la met`a, ossia /(2K ).
Con questa distribuzione uniforme di punti la formula di quadratura per lintegrale di
una funzione f ( ) qualunque assume la seguente forma particolarmente semplice
Z

f ( ) d =

K
X
k=1

K
X
f (k ).
f (k ) =
K
k=1

Se lintegrazione fosse effettuata sulla variabile x = 21 (1 cos ), questa relazione


coinciderebbe con la formula di quadratura di GaussChebyshev i cui punti xk si
infittiscono alle estremit`a dellintervallo, come mostrato nella figura 7.62. Lintegrale
relativo al coefficiente An e` valutato quindi numericamente nel modo seguente
An =

K
2 X dylm (xk )
cos(nk ),
K
dx
k=1

dove xk = 21 (1 cos k ). La stessa espressione senza il termine cos(nk ) vale per


lintegrale del primo coefficiente A0 (), ovverosia
A0 () =

K
1 X dylm (xk )
.
K
dx
k=1

Andamento della velocita` su dorso e ventre del profilo


Per angoli dincidenza piccoli, la velocit`a sulla superficie del profilo si ottiene
combinando i risultati della corrente simmetrica attorno al profilo dotato di spessore
posto a incidenza nulla, calcolata nel paragrafo 7.5, con la corrente attorno alla linea
media calcolata mediante la teoria dei profili sottili, con o senza curvatura, nei paragrafi
7.10 e 7.11.

Figura 7.63

Profilo NACA5312

Pi`u precisamente, si considera la velocit`a in tutti i punti del profilo simmetrico


avente spessore y = ysp (x), ossia ()(x, ysp (x)) = ()sp , che e` tangente alla
superficie del profilo. Poi si tiene conto del salto di velocit`a dato da : esso e`
antisimmetrico e causer`a quindi una variazione della velocit`a tangente pari a 21 (x)
sul dorso del profilo e pari a 21 (x) sul suo ventre. In altri termini avremo
u d (x) = ||sp 12 (x),
u v (x) = ||sp + 12 (x),
per 0 x c, dove ||sp indica il modulo di ()sp . Le velocit`a u d e u v tangenti
sul dorso e sul ventre del profilo generico posto a incidenza sono calcolate nei punti
che corrispondono ai punti di controllo Ci sul profilo simmetrico, ovverosia
u d,v (xi ) = |(Ci )| 21 (xi ),
dove Ci = (xi , ysp (xi )), xi = (i 1)x, x = c/J , per i = 1, 2, . . . , J .

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 292

292

CAPITOLO 7

Aprile 16, 2009

Correnti aerodinamiche: teoria dei profili sottili

ISBN XX-abc-defg-h

Un modo alternativo per determinare il vettore velocit`a sul profilo consiste nel sommare
le variazioni di velocit`a 12 (x) e 21 (x), rispettivamente sul dorso e sul ventre del
profilo, alla componente orizzontale della velocit`a potenziale. In altri termini avremo
ud (x) = ()sp 21 (x) x ,
uv (x) = ()sp + 21 (x) x ,
per 0 x c. Il modulo delle velocit`a ud e uv sul dorso e sul ventre del profilo
generico posto a incidenza sono calcolate nei punti che corrispondono ai punti di
controllo Ci sul profilo simmetrico, ovverosia

(Ci ) 2
(Ci ) 1
,
(xi ) +
|ud,v (xi )|2 =
x
2
y
dove Ci = (xi , ysp (xi )), xi = (i 1)x, x = c/J , per i = 1, 2, . . . , J . Esprimendo

la soluzione in funzione della variabile (x) = cos1 1 2x


c per mezzo della
relazione (x) = ( (x)) avremo infine

|ud,v (xi )|2 =

(Ci ) 1
( (xi ))
x
2

(Ci )
y

Questo modo appare essere pi`u soddisfacente dal punto di vista vettoriale ma produce
risultati non distinguibili dal quelli del metodo precedente su tutto il profilo ad esclusione della zona del bordo dattacco dove la soluzione e` comunque singolare, tranne
per = Th .
Naturalmente la soluzione ( ) sar`a valutata solo in modo approssimato tramite
la serie

N
1 + cos X
( ) = 2U A0 ()
An sin(n ) ,
+
sin
n=1

troncata a N termini. Il numero N di termini da tenere in conto dipende dalle caratteristiche della linea media. Un semplice criterio per scegliere N consiste nel calcolare il valore del rapporto An /A1 e prendere come N il primo intero tale che risulti
|A N /A1 | < , con abbastanza piccolo, trascurando poi tutti i termini con n > N .

Calcolo del coefficiente di pressione


Per trovare landamento del coefficiente di pressione
c P (R) =

P(R) P
1
2
2 U

sul dorso e sul ventre del profilo, consideriamo la sua espressione, che consegue dal
teorema di Bernoulli,
c P (R) = 1

|u(R)|2
.
U2

Se ora R si trova sul dorso o sul ventre del profilo avremo


cd,v
P (x) = 1

|ud,v (x)|2
.
U2

Queste due funzioni saranno valutate in corrispondenza dei punti di controllo xi =


(i 1)x, 1 i J , dove x = c/J , ovvero
cd,v
P (x i ) = 1

|ud,v (xi )|2


.
U2

Quartapelle e Auteri: FLUIDODINAMICA. Capitolo 7 pagina 293

Aprile 16, 2009

ISBN XX-abc-defg-h

PARAGRAFO 7.13: Genesi e mantenimento della portanza

293

Come gi`a visto per la corrente simmetrica attorno a un profilo con spessore, il valore
massimo assunto da c P e` 1 e si verifica nel punto di ristagno. Nel caso qui considerato,
tranne che per unincidenza pari allangolo di Theodorsen, nel bordo di attacco il valore
di c P tende a a causa del contributo divergente dovuto alla linea media.
La rappresentazione pi`u diffusa della distribuzione di pressione sui profili alari e`
ottenuta invertendo il verso dellasse del coefficiente di pressione. In questo modo la
parte superiore del grafico corrisponde alla pressione sul dorso mentre la parte inferiore
a quella sul ventre.
Un tipico andamento della distribuzione della pressione sul dorso e sul ventre di
un profilo NACA 23012 posto a incidenza di 9 e` mostrato nella figura 7.64, dove e`
fornito il confronto fra i risultati sperimentali e landamento previsto dal metodo di
calcolo approssimato qui illustrato, basato sulla teoria dei profili sottili.

4.0
Upper surface computed cp
lower surface computed cp
Upper surface real cp
lower surface real cp

3.5
3.0
2.5
2.0

Cp

1.5
1.0
0.5
0
0.5

Coefficiente di pressione per


il profilo NACA 23012 con angolo
dincidenza di 9 : confronto fra i risultati
della teoria dei profili sottili e i valori
misurati sperimentalmente

Figura 7.64

1.0
1.5
0

10

20

30

40

50

60

70

80

% Chord

7.13 Genesi e mantenimento della portanza


Vortice di avviamento: No friction, no flight
Volo uniforme: No unsteadiness, no steady flight

90

100

Potrebbero piacerti anche