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E. Fabri
.1
.2
.3
.4
.c
.6
22. L)energia
Esistenza clella costante del nr.oto
Energia cinetica e potenziale
.1
Traiettorie chiuse
,2
.2
.3
.4
.b
Effetti quantistici
23a. Il pendolo
Il pendolo semplice
L'approssimazione delle piccole oscillazioni
Diagrammi di fase
.1
.2
.3
.4
.1
.2
.3
.1
.2
.3
.b
.6
.6
.l
'l
c)
I3-1
l7-
$,r
.1
.2
.2
.3
U
I1
D
P
Il principio di sovrapposizione
Il regime stazionario
Bilancio dell'energia
Esempi di risona,nze
ivl
IV
1
.
3
S
.1
.2
.4
Il caso irrazionale
Le costanti del moto
.1
,2
.3
.3
Moto piano
Un argomento di simmetria
L'oscillatore anisotropo
.1
.1
.2
.2
D
S
S
Il metodo di Eulero
Un esempio
1o stesso esempio
Problemi di stabilit
1
2
3
o
.1
.1
.2
.3
.4
.4
.1
.1
.3
.4
.D
Riassumendo e seneralzzando
.6
.7
.1
.1
.2
.4
.5
.c
2
4
2
3
2
2
13-3
,)
u: -(t-I
essendo fr la costante della fotza:
(r' - k l*),
(21-1)
F - -kr.
solo dagli spostamenti, ma non dalle velocit. Ci non sar mai esattamente vero,
ma in molti casi sar un'approssimazione sufficientemente buona della realt.
L'ambito delle situazioni in cui tutto ci accade assai esteso:
della
gravit
- pendoli, bilance, e in generale sistemi di uno o pir corpi rigidi, vincolati a
ruotare attorno a un asse non verticale. per effetto del loro peso
gas
racchiusi in recipienti con qualche parete mobile.
Se anche il sistema ha piu di un grado di libert, si potranno spesso anaIizzare separatamente i diversi moti possibili (quanto meno, questo vero nelI'approssimazione lineare: v. dopo); percio il caso di un solo grado di liberi
un utile punto di partenza per lo studio di sistemi pir complicati. \'edremo in
seguito, e lo si vedr. piu a fondo in corsi successivi, che i sistemi diversi da un
semplice punto materiale non presentano propriet sostanzialmente diverse da
questo, e ci spiega perch sia irnportante conoscere bene il comportamento del
sistema piu semplice.
21-1
Ci siamo dunque ridotti a un semplice punto materiale, che possiamo suppore mobile lungo una retta, e soggetto a una legge di forza .F(t) della quale
sappiamo soltanto che si annulla in un certa posizione (che possiamo sempre
prendere come origine delle t), e che ha segno contrario a a, almeno in un
certo intervallo intorno a quel punto (fig. 21-1). Baster allora fare I'ipotesi che
la .F'(o) sia derivabile, per poter scrivere
F(t):-kt*o(n)''
dove
F(t) : -kx
si chiarna elastica siamo quindi arrivati a concludere che per spostamenti abbastanza piccoli da una posizione di equilibrio stabile, ogni legge di forza pu
essere approssimata con una forza elastica,, e quindi il corrispondente sistema
meccanico approssimato da un oscillatore armonico.
Una seconda ragione per cui I'oscillatore armonico tanto importante, sta
nella semplicit della sua equazione del moto: pir esattamente, nel fatto che
si tratta di un'equazione lineare. Vedremo nel seguito le conseguenze di questa
propriet matematica; per ora osserviamo soltanto che proprio la linearit a
consentire quell'analisi separata dei diversi moti possibili per un sistema con pi
gradi di libert, di cui dicevamo all'inizio. Quando I'approssimazione lineare
non sia lecita, il problema diventa isrmediatamente pir complicato (a parte casi
fortunati).
dezza
:
'tt,
uu
(2r-2)
-wc.
Nel piano delle fasi (o, u) introduciamo I'ordinaria metrica euclidea; allora il
campo w ha modulo ur,, ortogonale alla direzione OP ed diretto in senso
or*io (fi,g.21-D. quindi chiaro che le traiettorie:
- sono cerchi con centro in O
-- sono percorse con velocit angolare t..'.
In formule:
r : Acos(cut - p)
(21-3)
u: -Asin(ar - p)
2L-2
uo
: -A
.4 cos(c.rs
sin(orto
- g)
-
p)
(2t-4)
uto
arg(cs, uo).
lka2
|mu2
il
il
il
periodo
2L-3
varrebbe per un'altra legge di forza, ed una caratteristica fondamentale delI'oscillatore armonico. Come possiamo spiegarla? Si vede subito che una delle
conseguenze della linearit delle equazioni (2I-_2): se si moltiplicano o e u per
una stessa costante, le equazioni restano inalterate; ne segue che se abbiamo
trovato una certa soluzione (con una certa ampiezza e un certo periodo) ne
abbiamo subito infinite altre, con ampi ezza qualsiasi ma sempre con lo stesso
periodo. Inoltre il periodo non pu dipendere dalla fase (sistema autonomo) e
quindi vero che il periodo lo stesso per tutti i moti possibili.
Un altro risultato di carattere qualitativo il seguente: il campo w ha un
solo punto f,sso (un punto dove w - 0). Se si parte da quel punto, si ottiene
una traiettoria che consiste solo di quel punto, ossia un equilibrio. Il punto fisso
unico, perch I'energia ha un solo minimol vedremo poi che in altri sistemi le
cose possono andare diversamente.
-a2n.
s:Acos(u,rt-g)
che si pu anche scrivere:
t:Acoscu(t-lr)
(21-5)
oppue
t:
acosc,,r
(21-6)
sincr,'l
I = Qtr,
Acos (p,
Asin
9a.
In qualunque forma, ci sono due costanti arbitrarie, che vanno determinate con
le conilizioni iniziali; r;r'afin qui abbiamo solo una verifica, in un caso particolare,
rlel teorema enunciato nel Cap.20.
Le due forme (2I-5) e (2L-6) sono per interessanti per i seguenti monella (21-5) accanto all'ampiezza. che gia conosciarno. compare la costant' li. che misura in termini di tempo la fase dei nroto. Diventa cos evid.ente
tivi:
2L-4
f:
cos
krtr
sin
co.
-iaz,
zo
"-iat.
(21-8)
I'equazione
che
dato
basta,
sola
ror
or.
(complesrut
bitraria
particolare
I'integrale
trovare
:
come
sappiamo
perci
e
z0
z(0)
che
Anzi si ved.e
I
0'
tempo
al
iniziale
condizione
data
che soddisfa una
-
))-
la
Osservazione; Inluogo di z - t*iu avrerlmopotuto porre z::t-iu:
seguiranno,
che
d.ifierenza sarebbe stata che nella (21-8), e in tutte le formule
avrerrlmo dovuto scambiare i con -i. Come abbiamo visto nel Cap. 20a, questo
i
succed.e perch la coniugazione complessa un automorfismo, per cui scambiare
possibilit
con -i non cambiala struttura matematica. Di conseguenza la doppia
non ha nessun significato fisico, ma crea il problema di dover fare una scelta
che per va rispettata con coerenza.
e come tale arbitraria
convenzionale
- qui adottata quella corrente in fisica,
scelta
la
uniforme:
non
I'uso
Purtroppo
nello studio delle onde come nella meccanica quantistica; viceversa la teoria dei
convenzione
2t-5
Il piano complesso di z coincide col piano delle fasi; percio la (21-8) mostra
subito quello che gi sapevamo, ossia che il punto t : (x,u) si muove di moto
circolare uniforme attorno all'origine, con velocit angolare u.' in senso orario. Se
poniamo z0 : Aeip (rappresentazione polare) la (21-8) diventa
z
e da questa si ottengono da capo
ginaria.
(e-wt)
Le
"i
Esiste una ragione "seria" p"r usare i numeri complessi, legata alle propriet
rnatematiche dell'osciliatore armonico. Lo stesso vale anche per i circuiti
elettrici, e in molte altre parti della fisica.
c)
Concludendo, e
nessun
ente rnaternatico lt,a significato fisico di per s: ne acquista una volta che venga
irsato in una ben detertninata teoria fisica (la meccanica newtoniana, oppure
la meccanica quantistica, o altre). Il fisico ha il diritto di usare sullo stesso
piano tutti gli enti e le strutture matematiche che risultino utili e valide per la
descrizione della realt-
2r-7
22. Ltenergia
Abbiamo visto nel cap. prec. che un oscillatore armonico possiede una costante del moto della forma:
n:kr2+*u'
(22-7)
l:u
:
dove
(22-2)
f(x).
otteniamo
u: f(r), -
(22-3)
f(a).
che anche
se chiamiamo
,l
dV dx
n. :
dtv("(t)) - ; ; - -F
-Tn
(che
f(r)i,
,l
-0.
"(+mu'2*v)
Dunque
(22-4)
mu2 +V@)
una costante del moto. che generafizzala (22-I). Infatti nel caso dell'oscillatore
armonico una primitiva di F
-f,kr'}.
-kr data da -V
22-L
La (22-4) ci dice che .E : T * I/ una costante del moto, ossia che per
qualunque possibile moto del sistema mantiene 1o stesso valore a ogni istante.
(S'intende che tale valore costante durante il moto, rna pu benissimo cambiare
a second,a delle condizioni iniziali: ad es" per I'oscillatore armonico sappiamo
che E proporzionale al quadrato dell'amprezza dell'oscillazione.) N 7 n V
sono separatamente costanti, mentre lo la somma: ci vuol dire che di quanto
aumenta I'energia cinetica, di tanto deve diminuire I'energia potenziale, e viceversa. Possiamo dunque dire che una stessa grandezza (l'energia) puo assumere
due forme, e passare dall'una all'altra (onseruandosi in totale. Ecco il motivo
del termine "potenziale": V pu "trasformarsi" in "movimento,," ossia movimento "in potenza." Sebbene ormai questa concezione aristotelica sia del tutto
estranea aI nostro modo di pensare, vediamo che sopravvive nel linguaggio.
assai utile avere sempre presente il gioco di scambio tra V e T durante il
moto. A titolo di esempio, illustrirtnolo per l'oscillatore armonico. Dalle (21-3)
si ottiene subito
v - +le A2 cos'} {ut - e)
f :
,b42 sin2(
rt - v\
i corrispondenti
grafici in funzione di
1 sono
necessariamente
V(x\
(22-5)
r in cui
perch dalla definizione si capisce che questa non pu essere nnica: se aggiungiamo a V una costante qualsiasi, la sua 'lerivata non cambia. Ne segue che
I'energia potenziale V definita & rneno d,i uns, castante arbi,traria, e Io stesso
accad,e di conseguenza per l'energia tato,le Fl
Questa costante arbitraria pu essere faciirnente motivo di equivoco, specie
22-2
Data una legge di forza, questa determina V a rneno d.i una costante: ci
vuol dire che sta a noi scegliere il valore della costante, ad es. assegnand,o conaenzionalmente il valore di I/ in un punto (cio per una certa r).
Esempio t: Nel caso dell'oscillatore armonico potremo decidere che V(0)
- Q;
questa una scelta naturale, perch r : 0 la posizione di equilibrio, in cui V
assume il valore minimo; ma non affatto obbligata. IJna volta fatta questa
scelta,, non c' pir nessuna arbitrariet, ne in V n n E: saranno possibili
moti con diversi (infiniti) valori di .O (naturalmente 2 0), u ciascuno dei quali
corrisponder una diversa ampiezza.
Esempio 2: Se Ia forza non dipende da r (come per il campo gravitazionale in
prossimit della superficie terrestre) abbiamo V : mg f c, avendo orientato
I'asse r verso I'alto. Possiamo fare anche qui I/(0) : 0, e risulter c
- 0; ma
non I'unica scelta possibile, e in qualche caso potrebbe convenire scegliere
diversamente.
formula di Bohr
F
uTl
mue4
-
2f'r2n2
(unit CGS)
(22-6)
di cambiarla,
dovrernmo
avremo
"r
+ Vt -
Tz
* Vz :+
T2
- Tt -
Vt
Vz,,
A?: -LV.
In parole: la variazione dell'energia cinetica sempre uguale e opposta a quella
dell'energia potenziale. Il fatto importante che in questa espressione la costante
arbitraria insita inV si cancella, perch la stessa nei due istanti. Si vede clunque
che tale costante non ha influenza sul calcolo di ?, quindi della velocit, ecc.
Conservazione delltenergia e reversibilit
Un sistema nel quale esista la costante del moto clell'energia si chiama con.ceraatiuo. Possiamo dunque asserire che ogni sistema con un solo grado di libert,,
in cu'i le forze non dipendano dalla uelocit", conseruatiuo.
22*3
E importante avvertire che questo risultato non s'i estende a pi, gradi, di liin tal caso la condizione perch il sistema sia conservativo piir restrittiva,
e la vedremo nel seguito.
bert,:
Chiediamoci ora com' fatto il campo di velocit w per un sistema conservativo (sottinteso: a un solo grado di libert). Ragionando sulle (22-2),, si vede
che in due punti del piano delle fasi che abbiano la stessa e u opposte, si avr
la stessa , mentre sar contraria; dunque il campo ha I'aspetto della fig.22-3.
Ne segue che a ogni arco di traiettoria nel semipiano superiore ne corrisponde
uno simmetrico nel semipiano inferiore (che non far parte necessariamente della
stessa traiettoria) e i due archi sono percorsi in senso opposto (frg. 22-q. Ailo
stesso risultato si poteva arrivare anche dalla (22-4), che per una data e fornisce
due valori opposti di u:
rz(')).
(22-7)
Traiettorie chiuse
LIna situazione particolarmente importante si presenta quando esiste un solo
punto
r in cui V'(r) :
mentre
'IT"
In tal
caso
periodici)"
22-4
v(') -
+oo'
i moti
sono
Osserviamo
cio
V'(r) : 0.
T,
A proposito di quest'ultirna, osserviamo che laforza rappresenta .51n'interazione fra corpi (3" principio); perci pir corretto attribuire l'energia potenziale
all'insieme dei due corpi, che non a uno solo. Ad es. si dice correntemente che un
grave possiede un'energia potenziale gravitazionale proporzionale alla sua quota,
ma non si dovrebbe dimenticare che in realt si tratta di un' energia d,'interazione
fra il grave e la Terra. In pratica, poich siamo interessati agli spostamenti del
grave. non ci sono inconvenierrti ad attribuire l'energia poterrzizrle al grave; ma il
cliscorso sarebbe diverso se stessimo parlando del sistema Terra-Luna, dove non
avrebbe senso pensare che l'energia sia posseduta d.aila Luna, e neppure che sia
in qualche modo ripartita fra i due corpi: si puo solo dire che esiste un'energia
potenziale dell'intero sistern
a.
22-5
sono
seguenti:
frequenza di vibrazione:
energia di legame:
m - 2.32. 10-26 kg
co : 1.09' 10-10 m
u : 7.08 . 1013 Hz
Et :1.18 ' 10-18 J.
molecola, ossia per separare i <lue atomi, basta una quantit finita d'energia,
quella che abbiamo chiamato energia di legame neila tabella iniziale. Questo
ci assicura che I'energia potenziale dovr avere un limite finito per ,r ---+ oo.
Inoltre ci aspettiamo che avvicinando molto i nuclei si faccia sentire fortemente
la repulsione fra le loro cariche positive,'e perci V(*) dovr crescere come 1/c
quando c
---+
0.
In questo tipo di problemi tradizionale prendere nullo il valore limite dell'energia potenziale a grande distanza, e ne segue il grafico qualitativo di fig. 23-I,
dove abbiamo gi indicato le coordinate del punto di minimo, che sono note. Ci
ovvio per os; quanto aV(xs), bisogna riflettere sul significato dell'energia di
legame"
Questa l'energia che occorre cedere alla molecola per staccare i due atomi,
portandoli fermi a grandissima distanza tra loro. Se Ia rnolecola a riposo sta
alla minima energia possibile, si vede dalla figura che cio accade quando gli
atomi si trovano fermi a distanza 0: allora l'energia cinetica nulla, quella
potenziale vale V(*o), e questa anche I'energia totale. Nello stato in cui gli
atomi sono fermi a grande distanza I'energia totale nulla, e perci cresciuta
diEr Q-V(ro)--V(*o),
La frequenza di vibrazione
Dobbiamo ora occuparci delle vibrazioni. Per ora non sappiamo niente
(o quasi) della funzione V(t), ma sappiamo che il grafico non una parabola:
dunque il nostro sistema non un oscillatore armonico. I\4a abbiamo visto nel
Cup. 21 che possiamo sempre usare I'oscillatore armonico come approssimazione,
tutte le volte che esiste una posizione di equilibrio stabile. se ci limitiamo alle
piccole oscillazioni. Per mettere in oscillazione la molecola non dobbiamo far
altro che scaldare il gas: penseranno gli urti fra le diverse molecole a provocare
le vibrazioni.
Se c differisce poco da c6, potremo scrivere:
V(*)
(, - *r)'
(23-1)
A parte la costante V(cs): -Et, questa I'energia potenziale di un oscillatore armonico, come ci aspettavamo; e vediamo che il tradizionaJe k dell'oscillatore coincide con V"(xs). Possiamo dunque scrivere
, - Jt'l*
23-2
(23-2)
mi1 - Pt
mi2 - Pr.
(23-3)
F2
F1
^Fr
: _Fz,e perci,
2Fz
sottraendo
- -2V'(x)
o anche
(28-4)
i*i - -V'(x).
La (23-4) mostra che per tener conto del moto dei due atomi dobbiamo
soltanto usare una massa met (rnassa ridotta). Ne segue che la
(28-Z) va
modificata
cos:
, - {fi^.
Possiamo servirci
trova
k
Se usiamo
(23_b)
2r2mr2
che c.r :
V(r) - -81+
cos:
(, _ *o),
2Et
:3.2. 10-ll
m.
(fig. 23-3).
(anche se piccola): I'errergia totale E del sistema in queste condizioni positiva. Se le velocita dei due zutomi sono tali da farli avvicinare, Ialorza attrattira
esistente a distanza maggiore di zs far aurnentare I'energia cinetica mentre la
distanza diminuisce, e questo processo continuer fino alla distarLZa" s. A quel
punto il moto relativo degli atomi prosegue, e la distanza diminuisce ancora, ma
Effetti quantistici
Anche se in tutto il nostro ragionamento non abbiarno tenuto conto di effetti
quantistici, essi esistono e sono anche essenziali per la validita del modello che
abbiamo fatto, per quanto ci possa sembrare paradossale.
Un atomo di azoto in quiete ha un insieme di possibili valori della sua energia
(i cosiddetti "livelli energetici"): dal pir basso al successivo ia differenza di
oltre 2eY, ossia pir di 3.10-leJ. Ne segue che se non disponibile un'energia
maggiore di questa, non possibile cambiare I'energia dell'atomo, che perci
si comporta proprio come t'atomo," ossia come se non avesse gradi di libert
interni. E questo che giustifica il nostro modello, in cui abbiamo trattato gli
atomi come punti materiali.
Invece le distanze fra i livelli di energia dovuti alle vibrazioni della molecola
valgono hu ru 0.5 . 10-le J, cio sono nettamente pi piccole (anche se non
molto): ne segue che ci sono situazioni in cui vengono eccitate le vibrazioni,
senza disturbare gli atomi come tali.
lYofa: In realt le cose sono piir complicate di cos; ma qui vogliamo soltanto
dare un'idea di quello che succede, anche al prezzo di qualche imprecisione.
Il fatto che V(r) non sia esattamente una funzione quadratica di r - z6 ha
una conseguenza: non si tratta di un oscillatore armonico, quindi le oscillazioni
non sono isocrone. Dovr esserci una dipendenza della frequenza dall'ampiezza.
23-4
Dal punto di vista sperinrentale. le oscillazioni deila rrtolecola si vedono attraverso I'emissione e assorbimento di radiazione elettromagnetica (infrarossa, corne
risulta dalla frequenza). Se si trattasse di un vero oscillatore armonico, si dovrebbe vedere una sola frequenza, mentre in realt se ne trovano parecchie vicine
tra loro. In termini quantistici, I'isocronismo dell'oscillatore armonico si traduce
nell'equidistanza dei livelli (fig. 23-6); I'anarmonicit significa che i livelli non
sono pir equidistanti, e di conseguenza i salti di energia in emissione e in assorbimento non sono tutti uguali (fig. 23-7). La relazione d.i Bohr L,E - hu
implica allora che si dovranno vedere diverse frequenze vicine, anzich una sola.
Un ultimo effetto quantistico il seguente: I'energia minima di oscillazione
non zero (un oscillatore quantistico non sta mai fermo!) ma vale h". Ne segue
che I'energia di legame non lV(*o)|, *r lV(*o)l- |hu: perci lV(ro)l un
po'maggiore di .Er. Coi nostri dati avremmo 1.23 invece di 1.18: una diffete\za
deL 4%.
23-5
23a.
Il
pendolo
Molte delle idee che abbiamo introdotte nei capitoli dal 20 al 22 trovano
applicazione nello studio del pendolo, che un sistema meccanico di grande interesse sia teorico, sia sperimentale. La sua prima schemalizzazione il "pendolo
semplice."
Il pendolo
semplice
Abbiamo
dunque
*i : m + i,
ml - -mg sin
-ntlz : n'Lg cos + T,
19
T,la
componente radiale di
(23a-1)
(che
(23a-2)
che si chiataa "equazione del pendolo semplice" I la seconda serve solo a determinare ?', se interessa. Si noti che dalla (23a-2) scomparsa Ia massa: questa,
come sappiamo, una caratteristica di tutti i moti in cui la sola forza attiva
(ossia non vincolare) la gravit.
Poich il sistema conservativo, Ia (23a-2) ammette I'integrale primo delI'energia, che possiamo scrivere direttamente:
*V :
|mt2{)2 + mgl(1
:#
(23a-3)
costg)
anche moltipli-
- ,fi.
T,
: -T - S*gcos r? I
2mg.
23a-1
Dalla (23a-3) si vede che avremo diversi moti, a seconda del valore di .E:
a) Se.E 12mgl, esiste un rl : rl-r*, nel quale t9 : 0: il moto un'oscillazione fra *r.9-n* -d*.*, e si ha E : mgl(l - costg*.*); p". 9 : rgr.,.*,
T, - -Tng cosr9^u*. Si vede che se d*.* > nl2, T, > 0: perci il vincolo
non pu essere tealtzzato con un filo.
) Se E > 2mgl, non si ha mai rl : 0: il moto una rotazione (non uniforme)
attorno al punto di sospensione. In questo caso il massimo di ?; si ha
per t9 :n)evaleSmg -z0ll, che ) 0 se E a lmgl.Solo se E > lmgl
si pu usare un fllo.
c) E : Zmgl un caso limite: lo si pu avere col pendolo fermo nella posizione
pir alta (equilibrio instabile), oppure con un moto che si avvicina a quella
posizione senza mai raggiungerla (v. pir avanti).
Ci sono numerosi sistemi meccanici che sono descritti dalla stessa equazione
del pendolo semplice, e che hanno interesse pratico: citiamo tra gli altri il pendolo
balistico, il pendolo composto, il sismografo a pendolo. In tutti i casi si tratta di
sistemi il cui studio richiede nozioni di dinamica dei sistemi, per cui ne parleremo
nel seguito. Dato che per I'equazione del moto la stessa del pendolo semplice,
ad essi potranno applicarsi tutte le conclusioni che trarremo dalla discussione di
questo.
tali che -u,* piccolo. Allora rl rimane piccolo durante tutto il moto, ed
lecita un'approssimazione: confondere nella (23a-2) sind con d. Se si fa questo,
I'equazione diventa
,t - -r3r9,
che I'equazione di un oscillatore armonico. Si ottiene quindi per il periodo:
Ts-2n
uo -2n\l+,
v r'
Q3a-a)
dove
/s
T:To lt + *
quello dato dalla (23a-4),
3,"* + o(r9fr".;]
rl*r*
nsurato
(23a-5)
in radianti.
23a-2
il
Diagrammi di fase
Il moto del pendolo si descrive
+ 4 sin2
t:
cost.
-"1
(23a-6)
L.2.o, f,,
che d due archi di sinusoide passanti per i punti (r, 0) e (-n,0). Per attenzione:
in reaJt le due traiettorie non raggiungono quei punti: in queste condizioni il
periodo del pendolo i,nf,nito (ma non lo dimostriamo).
23a-3
due punti (t,0) e (-r,0) (che poi sorro un unico punto, per
quanto detto prirna) danno un'ultima possibile traiettoria, corrispondente alla
fermo alla massrna aJtezza"
fosizione d; equilibrio instabile in cui il pendolo
Abbiarno cos ritrovato i risultati della discussione fatta all'inizio del capitolo; i vari tipi di curve integrali sono indicate in fig. 23a-2.
In
23a-4
reaitr
i'
trascura qualsiasi effetto dissipativo (attriti e simili). perci di grande intedi mantenere per quanto possibile la semplicit matematica dello
schema, avvicinandolo per alla realt fisica. Le propriet importanti dell'oscillatore armonico sono due, come abbiamo visto: si tratta di un sistema autonomo
e lineare; cercheremo dunque di conservare queste propriet.
resse cercare
Definizioni
Conviene anzitutto precisare la terminologia, che stata introdotta nel
Cap. 2l senza insistere sulle definizioni. Diremo che un sistema della forma
: g(xru,t)
tt - f(a,u,t)
x
lineare se le funzioni
e u.
analoga per
essere
F--kx-XU:
-m (wfir -f ,ru),
dove accanto alla forza elastica I| _ -'u abbiamo aggiunto una resistenza
aiscosa r', - -XU, e abbiamo definito
(r0
: \/W,
^t
xlm.
Il cambiamento di notazione da c,,' a ir,rs ha una motivazione che risulter chia^ra nel
seguito. Chiameremo il sistema fisico cos definito oscillatore armonico smorzalo.
con la solita definizione 1t : u lao si ottiene allora il sistema
tt0U
7'
-
-QIr - 1u.
(24-r)
24-I
Discussione qualitativa
Nel piano delle fasi il campo w non piu ortogonale alla direzione OP,
ma ha sempre una componente "centripeta" (fig. 24-t). Questo si vede anche
calcolando
(24-2)
ossia sulle traiettorie la distanza da O diminuisce sempre (con I'uruca eccezlone
dei punti in cui u
- 0): si tratta di spirali (fr1.2a-2). Tutte le traiettorie tendono
a O, che perci un attraltore, ma il tempo di avvicinamento inf,ni,to. Questo
si dimostra, senza bisogno di risolvere il sistema, al modo seguente"
Sia P6 il punto di partenza, e P1 il punto raggiunto dopo un giro, ossia la prima intersezione della traiettoria col segmento OPo. Definiamo analogamente Pz, ecc. Indichiamo con o il rapporto fra i segmenti dFo e OP1:
sar cv ) 1. Dato che il sistema (24-I) lineare e autonomo, I'arco di traiettoria che va da P1 a P2 si otterr dall'arco PoPr contraendo tutte le distanze
da O del fattore a (omotetia) e sar percorso nello stesso tempo 7. Dunque i
punti Pr, Pz . . . vengono raggiunti ai tempi 7,27,. . . t
.ffoa 1: Abbiarno incidentalmente dimostrato un'altra propriet dell'oscillatore
armonico smorzato: le traiettorie di fase sono tutte a.utosimfli, ossia esiste una
similitudine (in realt infinite) che trasforma ciascuna traiettoria in se stessa.
.ffota 2: La dimostrazione che abbiamo data non vale se lo smorzamento cos
grande che la traiettoria non completa un giro. IJna volta scritto I'integrale
generale del sistema, potremo vedere se e quando il risultato sul tempo infinito
e quello sull'autosimilitudine delle traiettorie restino validi.
dE
i:;
d.t
d /1t 2 1 2'
(; kcz +i^r')
dt"
+u2\
+k+@2
' d"t
--k1u'2':-'"Trr,^tLi'
- -xr'.
dE - --yt,2dt 24-2
Frtt
dt
F,d'v
(24-3)
Il prodotto
.F,
della
f.orza; abbiamo quindi dimostrato che Ia aariazione dell'energia d,el sistema egua-
glia iI lcuoro della forza d,issipatiua (che sempre negativo, perch laforza d'attrito sempre opposta alla velocit. e quindi allo spostamento).
Possiamo interpretare la (24-3) in questo modo: il lavoro della forza esterna
(in questo caso la fotza di attrito) misura I'energia trasferita al sistema. Nel caso
che stiamo esaminando, dato che il lavoro della forza di attrito sempre negativo,
il trasferimento negativo, ossia I'energia viene trasferita in senso contrario: dal
s:stema verso ltesterno.
i sistemi lineari
r : Ae-
or cos(at
g),,
(24-4)
r
trA
==
a0
24-3
e da qui otteniamo u:
u
{Ae-otcos(cu - ?) *Y
(,0
Ae-otsin(c,,'
- ?) - *
Ae-ot
cos(c.r
- d.
u si arriva alla
seguente relazione:
o'
t/q
Ae-or
cos(
ee-o
ut - g) +2"P
t'g
sin(c..,t
- g) - t
*.;,oAe-o'cos(ut-+T,
^e-o'cos(
Dividendo per
Ae-ot
e raccogliendo
Ae-otcos(u,rl
LtJ0
i termini
ut - .,':)+ 12
- g):
Se-osin(a.'t
-.
simili:
(o2 a2
o\
, , \ * (2au l'\ ^,-,,.
^,;)cos(c,,'t
*(r0
-P) :0'
-?) ( * \,ro ,o
^)sin(at
t---
a2-u)2+rl-1a:0,
2a-1:0
a-
A:2^l ,
1
(24-5)
r:
!"-tt/z
cos(rr,'
")
I
^v
_A"-tt/2
cos(*./ - ?)l
,irr(rt
"l
la
- p) + -\ao
Lro
f ,.,
(24-6)
"-^rt
.Yota: Non abbiamo mai usato fin qui il termine frequenza, ma necessario
accennare alla terminologia in uso. A stretto rigore la frequenza I'inverso del
periodo: u_ IIT; ha dimensioni [z] : [t]-t, e unitr di misura s-l : Hz.
Spesso si usa per la stessa parola per indicare a - 2ru; qualcuno distingue
tra "freqverLza ciclica" per u e "frequenza angolare" per @" Il problema delle
d,imensioni e dell'unit di misura per u naturalmente legato a quello degli
angoli (v. cap. 19): l'uso pir corrente di misurare cr in rad/s.
Abbiamo gi visto che l'energia non si conserva, ma decresce; ora possiamo
vedere pir in dettaglio come. Dalle (24-6) si ottiene
k(*, + ur)
- |lcA2 e-tt
&)
[(r+
"o"2(,t
-*rsin2(c,.,r
- p)cos(u-' -
+
f
n2
- +hA2r-'' Lt . h
cos2(c,.,f
- e)
#sin(c,.,
^r'(D
sin2(,-'f
+
")]
o)l
Il
secondo e
il
terzo termine
= ikA2 e-^'1 -
Eo e-1t,
(24-8)
rla cui si vede che /'energia decresce anch'essa esponenzialmente nel tempo) con
costante di tempo 1/7.
Esercizio: \rerificare che la grandezza 12 * u2 * lruf a6 decresce esattamente
secondo una legge esponenziale, con costante rli tempo 1/7.
Si definisce fattore di merito il rapporlo Q - d0 f 1, che tanto piri grande
quanto pir lo smorzamento piccerlo. Urr'interpretazione ,li Q la seguente:
- Qlro =
24-5
QTl2r.
dE
dt
=+
-18
dE
-1dt.
-:E
LE :-^lt:
E
decrementc-r
2r
Q'
1012'
r - Acos g"-'o'
u: -Acosg e-uot
e si vede che le due costanti arbitrarie A e g, compaiono soltanto nella combinazione Acosg. Perci cambiare g equivale a cambiare A, e non abbiamo piri
realment e d,ue costanti arbitrarie, ma soltanto una. La stessa cosa si vede anche
dalla (21-T), d.ove il secondo termine sparisce e resta solo la costante arbitraria o.
Lasciamo al lettore di verificare che in queste condizioni I'integrale generale
(c
bt)
e-'o'
Soluzioni complesse
Vogliamo ora mostrare come si possa arrivare, in modo pir semplice e sistematico, all'integrale generale del nostro problema con una tecnica che generaJtzza
quella usata per I'oscillatore armonico "puro," e che fa intervenire i numeri complessi.
24-6
#i
Ripartiamo dal sistema (24-1), che differisce da quello dell'oscillatore armonico puro per il termine addizionale ^ru. Nel caso puro siarno riusciti a trasformare il sistema in un'unica equazione per la variabile complessa z - r * iu;
possiamo fare ancora lo stesso? Certamente non funziona souna^re le due equazioni dopo aver moltiplicato la seconda per i, a causa del termine 1u; proviamo
allora una posizione pir generale: z r -| ,\u, dove ,\ sar un coefficiente (pto
babilmente complesso) da determinare. Troviamo:
+
^-arg
u- ),asx - ^tu-
--,\cro
(- *
\Auo/^t-'o
r).
),u,
(24-e)
- -),utgz,
che sappiamo risolvere. Dobbiamo dunque richiedere
7-ro _\
ro
ossla
,,')o^2 -- 7),
cuo
0.
- 1+1/1'-+Q
2ro
-n
7rx
--l-;zQO
^fta +1_
2ao es'
!0
se
Discussione
1)
2)
3)
Nel caso aperiodico le due radici sono reali, positive e distinte; di conseguenza anche z sar, reale. Se indichiarno le radici con ,\1 e 2, avremo in
corrispondenza due soluzioni per z:
Zt : :l0 a-1u'rof
zz :
zZ0
)'zQst
"24-7
l-
z\: t * rz
22:r*zu
, - ---1- (rrro
^1-^2
"-),zutot
(24-10)
zznr-ru;o)
Il
altro.
Nel caso oscillante invece I'integrale generale dalla (24-9)
z:
z\e - 4r.,,6 t
z:
z0
e-1t/2
Il
"Ti'''tt.
doppio segno ricorda che esistono due radici. e corrisponde alle due scelte
possibili (i oppure -i) che avevamo per l'osciilatore armonico puro. Le due
radici sono tra loro coniugate, e come si vede dall'equazione, il loro prodotto
vale 1: ne segue ll - 1.
Dato che la soluzione complessa, lo stesso vero per la condizione iniziale zs, che dunque contiene suffi.cienti informazion per fornire anche l'integrale generale del sistema di partenza" Per coerenza con quello che abbiamo
fatto allora, terremo anche qui il segno meno:
z Ia (21-'1) rapp'"'":::
::::;.":
i,,t".",sante osservare .n"
"t:l
"",:n
spirale logaritmica, che si avvolge in senso orario attorno all'origine (fiS. 21-4).
Solo in questo caso, e non negli altri, si pu parlare di autosimilitudine: infatti
z(t
* T) :
z(t)
e-t/zr
il tempo ?
posizione
z : c*,\
, \*
z* -r+^u
24-8
ed eliuniamo u. troviamo
(24-r2)
Si noti che in realt nella (24-12) entrano tutt'e due le soluzioni, esattamente
come nella (24-70), attraverso z e z*.
Possiamo semplificare
r e u,. Invece di z
- r -f ),u poniamo
(r
:'; .a0 \
fra z,
*"/ \
(questa non che la vecchia z moltiplicata per ic....'6 l"o): allora si verifica, giocando un po' con i numeri complessi, che in luogo della (24-12) vale
: frz
(24-13)
(qui ft sta per "parte reale") e che perci le (2a-6) si ottengono prendendo
zg
AsiP.
E chiaro che anche con la nuova definizion e tli z resta valida l'equazione differenziale (24-9), e perci la sua soluzione (21-11).
Osserviamo che dalla (24-LI) si ricava immediatarnente
lrrl'
lzol'
"-",
che fa pensare all'andamento nel tempo dell'energia, dato dalla (24-8). La cosa
non casuale: infatti
,.2
l,l,
zz*
/d
: # (; *")
(^. u,)
:3k,
,.2
sempre piccolo se 7 (
un termine oscillante,
+u2 +
il
,"r.
o.ro
il
Riflessione finale
Abbiamo visto che in questo problerna nrolto utile usare numeri complessi,
grazie ai quali abbiamo ridotto il sistenra di equazioni differenziali a una sola
eqrrazione di primo ordine; abbiamo anche'visto che si finisce sempre per cadere in
urra soluzione di tipo esponenziale. naturali: chiedersi il perch di qrresti fatti.
24-,9
Osserviamo che nel piano delle fasi (r, u) il campo w delle velocit dipende
r: possiamo vedere questa dipendenza lineare
o ,.)f"l
(+\:(
\u/
\-,,r0
/ \u/
-1
o in forma pi astratta:
w - [Jr.
Il calcolo che abbiamo fatto stato semplicemente la ricerca degli autouettori
di t/. Sia infatti 11 un autovettore: abbiamo chiamato -.\o.rs il corrispondente
autovalore, avendo cos
ir : [/rr -
-.c.',sr1,
(24-11)
e da qui segue tutto il resto. C' solo un problema: non affatto detto che una
matrice reale abbia sempre autovettori e autovalori: I'equazione che deterrrrina gli
autovalori pu avere radici complesse. Ecco dove entrano in modo determinante
i numeri
uno).
Se due o
dettagli.
24-70
Simmetria e invarranza
b"t cominciare precisando i termini che adotteremo; infatti in
questo
"
argomento, che pure riveste grandissima import,anza nella fisica moderna, non
c' sempre accordo sull'esatto significato delle parole che si usano.
Chiarnererno trasformazione di simmetria (o brevemenle sirnrnetria) una
qualsiasi trasformazione alla quale verranno assoggettate le grandezze fisiche del
sistema. Esempi di simmetrie che abbiamo gi incontrato sono le traslazioni temporali, le rotazioni, Ie riflessioni (destra-sinistra), il passaggio da un riferimento
inerziale a un altro, ecc.
Diremo invece inaarianzo un particolare comportamento del sistema per
effetto di una trasformazione di simmetria: abbiamo visto ad es. che un sistema
autonomo invariante per traslazioni temporali, che molti sistemi sono invarianti
per riflessioni, che il principio di relativit esprime f invarianza per la trasformazione fra riferimenti inerziali.. . Dobbiamo ora precisare questi concetti.
additi,aa
arbitraria.
f
L'oscillatore armonico (ideale o smorzato) possiede I'invariaza per traslazioni temporali, ma non la sola. Il modo piu semplice per scoprirne altre
di esaminare il campo delle velocit nel piano delle fasi. Dalla fig. 24-t, e dalle
corrispondenti equazionl (24-L), si vede che una rotazione di 180" attorno all'origine, che equivale a cambiare segno tanto a r quanto ad u, lascia inalterato il
campo di velocit, ossia le citate equazioni. In poche parole, la simmetria
tt+-f)
U t-+
-U
$f
tratta di una propriet cire abbianro gi discussa al Cap. 2)., rna che ora inquaclreremo nel discorso generale delle invarianze.
t
Se dimentichiamo per
v-+
-t,
t t)
y t+ -?l,,
(24a-I)
stiamo portando ciascun punto nel suo simmetrico rispetto all'asse fr) tLe- si vede
dalla fig. 2l-2 che il campo w non resta invariato: la velocit, nel punto (*, -u)
non la simmetrica di quella nel punto (r,u). Ricordiamo per che abbiamo
invertito anche f : ci ha per effetto di cambiare segno a entrambe le componenti
di w, e il risultato finale quello desiderato: sotto Ia simmetria (24a-\) iI campo
delle aelocit, inaariante. La stessa cosa si vede anche direttamente guardando
le equazioni (21-2).
L'interpretazione fisica di questa invarianza quella che nel Cap" 22 abbiamo chiamata "reversibifit": naturale quindi che valga per I'oscillatore armonico ideale, che un sistema conservativo, e non per quello smorzato. Se
infatti appiichiamo l'inversione del tempo all'oscillatore smorzato, troviamo che
le traiettorie originarie, che sono spirali che si chiudono, si trasformano in spirali che si aprono: passiamo dunque da oscillazioni la cui ampiezza decresce nel
tempo, a oscillazioni di ampiezza crescente. Si noti che il punto essenziale non
che che negli oscillatori reali I'arnpezza sia sempre decrescente, ma solo che
la simmetria in questione ci porta da un certo sistema (l'oscillatore smorzato) a
uno diverso: dunque non s'i tratta d,i un'inuarianza.
Esercizio 1: Quali delle invarianze fin qui discusse valgono per ii pendolo (anche
al di l delle piccole oscillazioni)?
Esercizio 2: possibile trovare simmetrie che sono invarianze dell'oscillatore
armonico, ma non del pendolo? (La risposta pu essere intuita per via geometrica, ma la sua discussione completa richiede la meccanica analitica, che esce
dal nostro programma).
re+r*a.
chiaro che questa non un'invariantza per I'osciilatore armonico: infatti il
campo delle velocit, ha un punto fisso, che non resta lo stesso se si esegue la
traslazione.
Pir in generale ci accade tutte le voite che esiste una forza, con una sola
eccezione: se questa non dipende dalla po-sizione del punto materiale. Tutti gli
24a-3
esempi visti al C.p. 20, escluso I'oscillatore armonico, rientrano in questa classe,
come mostrano le figure 20-4,20-6,20-8, 20-10, dalle quali si vede che il campo
delle velocit resta invariato per una traslazione della r. Le figure 20-5,20-7,,
20-9r 20-11 mostrano la stessa cosa per le traiettorie di fase.
Per maggior chiarezza, ripeliamo in parole il significato dell'invarianza per
traslazioni spaziali, considerando ad es. il caso della caduta dei gravi. Possiamo
usare il solito principio del taccuino: se due fisici eseguono un esperimento di
caduta dei gravi, in due laboratori posti a diversa aJtezza, i loro appunti sono
indistinguibili. Si capisce anche che abbiamo dovuto trascurare la variazione
della orza di gravit con la quota: a stretto rigore i due esperimenti daranno
risultati leggermente diversi, il che vuol dire che I'invarianza solo approssimata.
24a-4
fff
- il pendolo o il bilanciere
di caricarlo)
la colonna d'aria in un flauto
-- i circuiti di sintonia di un radioricevitore
- il campo elettromagnetico nella cavit di un N{ASER, rifornito di energia
dagli atomi eccitati che I'attraversano...
Ltequazione differenziale
Possiamo schematizzae la situazione come segue: un oscillatore armonico
smorzato assoggettato a una forza esterna ,
- *f cosrlf (con u.r1 in generale
diversa sia da c.r.rs, sia da t,,'). Se inizialmente l'oscillatore fermo, si metter in
moto, oscillando con arnpiezza crescente (la forza esterna fa lavoro positivo, ossia qualche sistema esterno cede energia all'oscillatore) finch I'energia dissipata
dalla resistenza di attrito (che fa lavoro negativo) compensa quella guadagnata.
Si arriva cos a un regime stazionario, ossia a un'oscillazione cli ampiezza costante alla frequeLZa ay" \tedremo ora come si ritrova rigorosamente quanto
abbiamo asserito in forma intuitiva; ma dobbianr.o prima formulare esattamente
il problema matematico.
Per cambiare. partiremo questa volta dall'equazione del moto scritta per la
coordinata , come equazione differenziale di secondo ordine:
i*ti*ufir
-f
cosufi.
(25-1)
Questa equazione, che naturalmente valida per qualsiasi possibile moto del nostro oscillatore forzato, ancora lineare ma. non pi omogeneal causa la presenza
del termine forzante a secondo mernbro. Sempre a causa dello stesso termine., il
sistema non pi autonon'Lo.
Che cosa possiamo dire in generale delle soluzioni della (25-1X Siano
r(t), hz(t) due integrali particolari: non pir vero che ah1 * bhz ancora
soluzione per o e b qualsiasi, ma solo se a * b: 1 (verificare!) Molto pir interessante pero un altro fatto: ht - 2 non soddisfa la (25-1), bens l'equazione
ornogenea associata;
il+^lrfu,'frr:0,
(25*2)
25-"1
Il principio di sovrapposizione
Di grande importanza per questi sistemi il seguente
Teorema (principio di sovrapposizione): Date d.ue equazioni differenziali lineari
(anche non omogenee) che differiscono al pi per i termini n oli (ossia che hanno
la stessa equazione omogenea associata):
se
h(t) - a1h1(t)+a2h2(t)
Un esempio chia,rir meglio la seconda affermazione. Una data distribuDr di cariche genera nello spazio un certo campo elettrico .dr i una seconda
distribuzione D2 genera invece un altro campo r. S" le clue distribuzioni sono
presenti insieme (senza che nessuna modifichi I'altra) il campo elettrico prodotto
esattamente la sorruna r + 82, n ogni punto dello spazio. euesto perch anche le equazioni dell'elettrostatica sono lineari.
A causa della sua generalit si preferisce talvolta enunciare il principio di
sovrapposizione in una forma pir espressiva da un punto di vista fisico, ma anche
zione
pericolosamente vaga:
In un sistema lineare se due c&use agiscono insieme producono un effetto ch.e
la somma degli effetti ch.e ciascuna delle due produce se agisce da sola.
Abbiamo definito "pericolosamente vaga" questa formulazione, perch si nominano "cause" ed "effetti" senza definirli con precisione, e non si chia.risce che
la somma va intesa nel senso di una precisa operazione matematica. Il punto
centrale infatti che il principio di sovrapposizione ha senso solo nell'ambito di
una determinata teoria matematica, nella quale si riscontri la propriet di essere
Iineare.
Il regime stazionario
Abbiamo gi detto che deve esistere una soluzione stazionaria della (25-1),
I'oscillatore si muove con legge sinusoidale, alla frequenza del termine
forzante. Il modo pir semplice di trovarla di lavorare di nuovo nel corpo
complesso, studiando, in luogo della (2b-1), la seguente:
in cui
i+121_ulz:fs-iutt
(25-3)
i**^lz*+r3z*:f"nrtr.
(25-4)
i ("-''r' + "i"t) :
"orrr.
25-3
Dato
che
- -iwtzge-i''ttt
i - -a?zoe-i-t', si deve
avere
h:q
"o
- r,@3 - 4)=+
-+
(r-rm:try-zlffi
Se poniamo zs
^tQt
i(ul -'E)
s2
A':b,
r
,?_r'R
e-;*arctg};j-
(25-5)
d.ove
.,l'*W-t
-
wl - ufi - il',
e vale f
llr,
dovecu
- P-rf2Petut:LDo.
II tutto
Il
caso
curva di risonanza
Allora
(r3
e poi:
25-4
- ri)'+f
A2=e#
)2
+t?,.0?
4r3 [(ro
- ,r)' + if)
,*;+.arct*T
iT
L1
J0
poich in tat
dirnezzata rispetto alla risonanza, si dice che
la "larghezza d banda a met aJtezza" (half-height bandwidth) 7.
- Negli stessi punti, I - r f 2 X. tr 14.
- Per lrt - u0l > 1,Ia curva dell'ampiezza r.orl dipende da 1:
A- f lQc,r6lctrl -koi).
Tutte queste caratteristiche sono riassunte in fig. 25-3.
La larghezza della risona^nza ci d una nuova interpretazione del fattore di
merito: Q - roll il rapporto tra Ia frequenza di risonanza e la larghezza d
caso l'energia dell'oscillatore
banda.
Bilancio delltenergia
E iot"."rsante stud.iare il bilancio energetico a risonanza. L'energia dell'oscillatore
1 ) r)
E- = ;mu"sA'
-
mf2
n,
Questa si ma^ntiene costante, come abbiamo gia detto, perch La forza esterna
fa un lavoro positivo che compensa quello negativo della forza d'attrito. Calcoliamo il lavoro fatto dalla forza esterna: in un intervallo d avremo (a risona";rLza
ut ? 'i0j r - Asintl,rO)
F d,r - Fu dt - 1mf
y{'1
cos2
ust dt.
Questa espressione dipende da / a causa del termine cos2 r,.r9l, che oscilla fra
0 e 1; il suo valor medio 112, per cui il lavoro fatto in un periodo
r-$r-
'
lao
Trn
-r-E
-'" a
esso
mi-
sura (a meno del fattore 2r) il rapporto fra I'energia accumulata nell'oscillatore
e il lavoro fatto dalla forza esterna in un periodo. le segue che un oscillatore
con Q molto grande
da quella propria
l
Sono queste due qualit, sono (l'una o I'altra a seconda dei casi) che rendono
pregiati gli oscillatori con alto fattore di merito.
Esempi di risonarrze
come
Oscillazioni forzate e risonanza sono assai frequenti e irnportanti
anche
al
dell'ambito
tecnica,
di
fuori
nella
fisica
e
nella
-strettamente meccanico: vogliamo ora guardare pir da vicino alcuni esempi
significativi.
abbiamo gi osservato
1. .Strumenti musicali:
In quasi tutti gli strumenti musicali la risonanza gioca un ruolo importante,
rna il caso pi evidente e pir semplice quello degli strumenti a fiato della
famiglia del flauto. Qui il sistema oscillante ia colonna d'aria contenuta nel
tubo; la forza eccitante sono le fluttuazioru irregolari di pressione prodotte dal
soffi.o del suonatore sulf imboccatura. Il fatto per noi importante che il termine
forzante non affatto sinusoidale, ma ha invece le caratteristiche di un "rumore
bianco" (fig. 25- ).
Si pu considerare tale rumore come la somma di un gran numero di contributi sinusoidali, a diverse frequenze (Fourier) e graze al principio di sovrapposizione il flauto risponde a ciascuno, con un'ampiezza diversa a seconda della
frequenza. Se il Q sufficientemente alto, solo una ristrettissirna banda di frequenze dar. luogo a oscillazioni di arnpiezza apprezzabile, e il risultato sar un
suono pressoch puro. Per cambiare l'altezza del suono occorre e basta variare la
frequenza di risonanza) cosa che si fa coprendo o scoprendo i buchi che esistono
sul lato del tubo.
Non si pu fare a meno di osservare che una colonna d'aria come quella del
flauto (o di tutti gli strumenti a fiato) non ha in realt una sola risonanza, ma infinite (uno spettro): di conseguenza possibile ottenere diverse note (armoniche)
anche senza sfruttare l'apertura o chiusura dei buchi.
anche necessario avvisare che in realt il semplice schema che abbiauro
proposto non spiega a sufficienza il comportamento del flauto che ogni suonatore
conosce. Perch se non si soffia abbastanza foe il suono non si "innesca"?
Perche se si soffia pir forte si salta a un'armonica superiore? Infine, il suono
assai pir puro di quanto lascerebbe prevedere il Q dello strumento, che non
molto atto (dopo tutto, se noi sentiamo un suono, e piuttosto forte, vuol dire
che una buona parte dell'energia viene emessa nell'aria circostante). Tutti questi
elementi puntano in una sola direzione: il funzionamento di un fl.auto coinvolge
effetti non lineari, che qui non possiamo anafizzare.
2. Sintonizzatori:
IJn caso apparentemente molto diverso. ma del tutto simile nei principi, si
ha nella tecnica radio. Un ricevitore radio (o anche un televisore) ha un'antenna,
che per effetto delle onde elettromagnetiche emesse da tutte le possibili sorgenti
25-6
*|
r -Il^r.
25-7
In
connesse a variazioni discrete dell'energia che l'atomo pu avere (livelli energetici): la relazione data dalla stessa formula di Bohr (LE : hu : har) che
abbiamo vista al Cap. 23. l{ascono a questo punto una serie di problemi:
Emissione e assorbimento della radiazione hanno luogo solo in "quanti" discreti, e ci porta ad attribuire carattere discreto anche alla stessa radiazione
elettromagnetica (fotoni ).
- Il singolo atto di emissione dovrebbe avvenire a un istante determinatol cosa
che non si concilia col carattere esponenziale che si osserva nell'emissione
da un insieme di atomi.
- Se la risonanza non ben definita, ma ha una certa larghezza. lo stesso si
dovr dire dell'energia del livello.. .
La soluzione di tutte queste difficolt si trova soltanto nella nreccanica quantistica.
Esperimenti analoghi si possono realiasvas con i nuclei atomici; la differenza
essenziale sta nell'ordine di grandezza delle energie in gioco, che sono circa 106
volte maggiori.
2,5-8
infatti
A:
essere
Ltintegrale generale
Ricordiamo quanto detto al cap. prec.: I'integrale generale della (25-1)
la sornma di un qualsiasi integrale particolare e dell'integrale generale dell'equazione omogenea associata. Un integrale particolare ci gi. noto:
Acos(cp
,.'rt),,
con A e g date dalle (25-b). Quanto all'integrale generale dell'equazione omogenea, I'abbiamo visto nel Cap. 24, per es. nella forma
t :
dove
t,,,
"-tt
/2 cos c.rt
: Acos(g - r) *
ue-^rt/2 .o,
ut + $""tt/2
sincuf
(25a-
1)
Le sezioni di Poincar
\bgliamo studiare le oscillazioni forzate di un oscillatore armonico smorzato usando la tecnica geometrica dello spazio delle fasi, gia vista al Cap. 21
per I'oscillatore libero. La differerLza essenziale che I'oscillatore forzato non
autonomo: occorre allora ricorrere all'espediente della variabile ausiliaria. cui
avevamo accennato alla fine del Cap. 20. Se indichizumo con q tale variabile ausiliaria, dovremo aggiungere I'equazione ri : 1, e la condizione iniziale q(0) : 0.
Si arriva cos al sistema di tre equazioni:
r
-1U+-
,J
(*l
Srnci/]q
(25a-1)
25a-I
r:
f sinu,'1/
(b cos art - a sin c.r1f )
acoscdll
Ql
"- ;
q--t.
Si vede che la traiettoria un'elica di passo 71, avvolta su di un cilindro con asse
senso orario se
25a-3
- -k + i: -r2 (, - /m)
Si parla in questo caso di oscillatore isotropo: termine che sta a significare che
il comportamento del sistema lo stesso in tutte Ie d,irez'ioni"
Abbiamo a che fare con un sistema autonomo, ma con due gradi di libert:
perci I'integrale generale richieder 4 costanti arbitrarie, e 4 dati occorreranno
per fissare le condizioni iniziali. Introducendo coordinate cartesiane con origine
in O si ottengono due equazioni uguali per le componenti di i:
: -u2x
i) - -r2 a.
(26-1)
Non conviene ridurre il sisterna (26-1) 4 equazioni del primo ordine, perch
" spazio delle fasi a 4 dimensioni, che
la discussione geometrica richiederebbe uno
non possibile rappresentare ed difficile "vedere." In termini astratti, quanto
abbiamo detto per i sistemi con un solo grado di libert resta valido (campo
delle velocit, traiettorie, ecc.) *u ne faremo a meno.
L'integrale generale delle (26-1)
r:
U:
- g) _ a cos at *
B cos(c,,'f - ,lr) : cos ut I
A cos(of
a' sin
u-:f
' sin
c.,.'t.
(26-2)
Abbiamo dunque due osciilazioni armoniche lungo i due assi, con la stessa frequenza ma con fasi e ampiezze arbitrarie. Dato che sempre lrl f A, lyl< B,
la traiettoria certamente contenuta in un rettangolo di lati 2A, 28, col centro
in O. Si vede inoltre che esistono istanti nei quali x : *A, e altri in cui A : !B:
26-7
c,rf
(ob' -bo')'.
A-B,g-2b*.n12.
Le costanti del moto
Dalle (26-2\ si ricava subito
i:-aAsin(r,-'-V)
y - -aB sin(c..'/ * ,)
(26-3)
x2+r2*2
t-yr.
r+r'ry,
(26-4)
Un teorema generale, che non vogliamo qui dimostrare, ci assicura che per un
sistema aulonomo in n gradi di libert, esistono al pi, 2n - I costanti del moto
ind,i,pend,enti: nel nostro caso 3. Dunque non dobbiamo cercarne altre, e ci resta
solo da interpretare quelle che abbiamo trovato.
L. L'energia;
E ovvio che le prime due hanno a che fare con Ie energie dei due oscillatori
armonici lungo r e lungo g: infatti
E"
: l*r2A2 -
|mi2 + ltx2
- l*(t'
+ r'r')
Attenzione: La notazione Er, Ev non deve trarre in inganno: non si tratta delle
componenti di un vettore!
Naturalmente sar anche costante la somma
E, * Eu -
|muz + lkr2,
leggere come
T
26-2
: in u2,,
v - |kr2,
\Ientre per I'energia cinetica non ci sono cornmenti da fare, dovremo tornare
sull'energia potenziale, per capire la sua relazione con la forza elastica -fl"
lfoa: Quando si parla cli costanti del moto indipendenti non ci si riferisce alf indipenderrza lineare, rna funzionale: in questo senso non soltanto E non
ind.ipendente da Er, Ey, essendone ia sornma; ma neppurc E| oppure E"lE,
lo sono. La defini zione esatta d'inclipendenza funzionale compito dei corsi di
Analisi, ma l'idea intuitiva che una grandezza non sia determinata quando
sono note le altre, come invece accade negli esempi che abbiamo dato.
2"
Il momento
angolare:
Possiamo vedere
trova
ry-y-r2r9.
Ricordando la (9-6)
L d,,
".^.
o anche
x:(xy-a)d",
(26-5)
x d : (r - yx), dt.
si pu interpretare come segue. Il primo membro ha un modulo che
Questa
misura il doppio dell'area del triangolo tratteggiato in fig" 26-2, e ii suo verso
quello di , o i'opposto, a seconda che il moto attorno ad O sia antiorario oppure
orario. Pertanto, se poniamo
aetocit,
areate,in quanto
misura
di tempo.
-^x*FxF,
o rnoTnento della quantit, di moto. Dunque:
In un moto aincolato a un piano, sotto l'azione di una forza radiale, si conseraa
di, _
dt
!,r
xF):*F*xF:
dt'
x(mu-)
llx F_ xF.
Sar dunque ai,1at : 0 sse Ia forza radiale lungo tutta la traiettoria; anzi
lungo tutte le trai,ettorie, se il risultato deve valere per tutte le possibli condizioni
iniziali. Abbiamo cos dimostrato di nuovo che condizione necessaria e sufiiciente
per la conservazione del momento angolare che Ia forza sia sempre radiale.
3" Relazione fra E e L,:
Nell'oscillatore armonico isotropo tanto .E quanto -t" sono costanti del moto:
ci vuol dire che possiamo avere moti con valori arbitrari di ciascuna? Dalle
definizioni che abbiamo dato si ricavano facilmente le relazioni:
E -|ma2(4zag'z)
L, : ma AB sin(v' - p).
(26-6)
E>ulL,l
e per l'uguaglianza si richiede ? : l.' L r 12 (perch sia j sin(cp - rl,)l : 1) e
poi A - B. Queste sono esattamente le condizioni per avere traiettoria circolare:
a parit di energia, iI momento angolare massimo si h"a per ttn moto circolare.
tra V e Ia forza F ?
lma6.d)
essere
(26-8)
dV -- -F ' cI : -F, dr - Fn dy,
in qualunque punto, e per quaisiasi spostamento df , ossia per arbitran dx e dy.
Quanto a dV , pensandola funzione delle coordinate cartesiane. e ricordando
quanto detto alla fine del Cap. 10. possiamo scrivere
d\r-Ya,+9!ay
o
oy
e
il
AV
OV
A
or
t u
-oy
- --;-.
(26-e)
di -F".
Dim.: L'espressione F
forza radiale; inoltre
Se prendiamo
I/(r) in
.af
dV :V'(r)dr'
e la (26-8) soddisfatta.
: -F,d.r - --F'd,
26-5
27
F0v
LI-^t
0x
t:
ra:
-
AV
Ay
Il fatto che O sia una posizione di equilibrio stabile significa in primo luogo
che F si annulla in O. Inoltre la forza deve opporsi all'allontanaurento da O:
questo non riciriede che essa sia radiale, rna soio cire la sua componente radiale
sa negatirrz, ossia che . F < 0. Prendendo I'origine delle coordinate cartesiane
in O, avremo
(27-r)
V:
Vo
* hr * ky * a,rr2 'l2a,nry *
aasA2
ayyA2
Fr:-*2arrt-2aroY
Fa---2aror*2auay'
(27-2)
27-r
in tal caso si dimostra che sempre possibile scegliere I'orientamento degli assi
cartesiani in modo che scornpaia il termine misto 2arrry (che ia forma quadratica
risulti diagonale):
V:ib,n2+kry,
con
F, - -ktr,,
Fa
-kvU,
ha isotropia:
infatti allora V :
+
+
m:-krr
m:-kyy
i--a\x
g--r'ra
(27-3)
dove
at,y:
:
A:
Acos(c..,'rl
B cos(u,,r
k, ,o
m
- V)_
- r/'):
o cos
cos
art *
urt *
ct'
sinutt
b' sinuut.
Il moto ancora confi.nato nel rettangolo di lati 2A, 28, come nel caso
isotropo, ma in generale non periodico: 1o sse (rr lr, razionale. Infatti r
lra periodo T" -- 2rf ur, e y ha periodo Ty :2rf an; il nroto sar periodico sse
questi due periodi hanno un multiplo comune:
T:nrTr-ngTy,
e allora
uJx
ttu
_Tu :rr,
T, n,
che la tesi.
Nel caso di moto periodico la traiettoria puo assumere le forme pir diverse,
dette figure di Lissajous, tanto pir complicate quanto pi gli interi Tr, Dy (ridotti
primi fra loro) sono grandi" Alcuni esempi sono dati nelle figure.
qn f,
/-,-a
fl
caso irrazionale
S'intuisce che a maggior ragione il moto sar, complicato se le frequenze sono
tx:to+kT".
Sia ora
19
tate che B
cos
r.9
y ; posto
'9*
: vt* - th
(mod 2r)
fo
r97,
* r (t*, -
t1,,,)
to
* r(k' - k")7,,
in almeno uno di questi sar lr9 - rtl < 2rf l,{, da cui ly -ll <2rBf l{. t
Osservazione 1: Abbiamo dimostrato che la traiettoria passa uicino quanto si
auole a un punto comunque scelto nel rettangolo, il che cosa del tutto diversa
dal dire che passa per qualunque punto. Anzi questo impossibile: sapreste
dimostrarlo?
27-4
Ltoscillatore isotropo
Abbiamo ancora F
- -ft: la forza centrale, quindi conservativa, perch
la dimostrazione data nel Cap. 26 si estende tale e quale aI caso tridimensionale,
e si ha sempre
Dunque esiste la costante del
costanti del moto:
y : |kr2.
rnoto E, che si pu scrivere
come somma
di tre
E:8"*Er*E",
con
E, : i*it
+ !rlcx2,
ecc.
fatti
nel
L - x p
si conserva, e fornisce dunque altre lre costanti del moto.
In totale abbiamo cos 6 costanti del moto, che non possono essere ind,ipen-
Moto piano
La cosa piu interessante rrel problerna triclimensionale la seguente: QuoIunque siano le condizioni iniziali, il moto si suolge-tu,tto in un, piana per O.
Cio si vede deLl fatto che per clefinizione il vettore L sempre ortogonale a /:
poich i tt" direzione costante. ne segue che i cleve sempre stare nel piano per O
ortogonale a L (fig" 28-1).
ovvio che questo risultato non particolare clell'oscillatore armonico, ma
vale tutte le volte che la f.orza (in 3 dimensioni) racliale: il moto in un carnpo
di forza radiale sempre piano.
Ne segue che
il
cl.
S'intende che anche se il moto sempre piano, il piano in cui si svolge non
sempre lo stesso, ma dipende dalle condizioni iniziali: sar il piano per O che
contiene il punto di partenza e il vettore d (fiS. 28-2)"
LJn argornento
di simmetria
Ltoscillatore anisotropo
Anche in questo caso si ragiona come in quello bidimensionale; solo che ora
I'energia potenziale una forma quadratica in tre variabili. Potremo scegliere
gli assi in modo da avere
v:k,x2*kryr+)k,22
ossia tre oscillatori armonici (unidimensionali) lungo i tre assi cartesia.ni; le costanti ltr, ky,, k, saranno in generale diverse. Lafoma conservativa ma non
centrale, per cui si hanno le costanti del moto Er, Es, E" ma non pir i. La
traiettoria sempre inclusa in un parallelepipedo rettangolo centrato in O, ma
28-2
in generale
meno semplice.
28-3
Ricordiamo ancora la
2: Tutte le volte che esiste, I'energia potenziale definita a meno
dj una costante arbitraria, che si ripresenta anche nell'espressione dell'energia
totale.
In due o piu dimensioni occorrono ulteriori condizioni perch una forza sia
conservativa: in forma differenziale abbiamo
Proposizione
d,v
che
in componenti
(2e-1)
-F.ar
cartesia^ne si scrive
Ix:-
av tv:- av t":-E
0r,
Ayl
av
(2e-2)
29-l
due dati
equivalente
percorsi chiusi.
"lfoa: A rigore la condizione differenziale non equivalente a quella integrale:
e possibile trovare situazioni in cui localmente vale la (29-1), eppure esistono
cammini chiusi su cui il lavoro non nullo. Non riteniamo per opportuno
entrare in dettagli.
l[on abbiamo discusso come verificare se un dato campo di forze puo soddisfare Ie (29-2): abbiamo solo dirnostrato la
Proposizione 4: IJna forza centrale sernpre consen'ativa, e I'energia potenziale
la primitiva della componente radiale della fiot-za, cambiata di segno.
Osservazione 2: Occorre parlare di "componente racliale." e non di modulo, per
tener conto del verso della forza.
Controesempio: II campo di forza definito cla
F, * -lry,
Fv
= l;x, F, :0
non socldisfa le (29-2) per nessuna V, e infatti si verifica (esercizio) che il lavoro lungo una circonferenza nel piano (*,,y) con centro nell'origine e raggio r
vaJe 2rkr2. Non si tratta di un esernpio fittizio: si puo ottenere questo campo di
f.orza su di una carica, se la si mette in un carnpo magnetico rtniforme che cresce
linearmente nel tempo; e si pu usare questa tecrca per accelerare particelle
cariche ( "betatrone" ).
Il momento angolare
Il mornento angolare un vettore
(assiale) definito da
L:xF,
e abbiarrro visto che
Proposizione 5: In un moto piano il modulo dcl mornento angolare uguale al
valore assoluto della velocit areale rnoltiplicato per 2m. rnentre il verso quello
attorno al quale il moto antiorario.
Infine
Proposizione 7: Se il momento angolare (vettore) una costante del moto, la
traiettoria sta tutta nel piano ortogonale al momento angolare e che contiene il
centro della forza.
29-2
i - f (x,v)
- g(r,y)
per
il
Il metodo di Eulero
Scegliarno un psso temporale , e teniamo presente che
Allora, posto t*
r(t * h):
hr(t) + o(h).
"(t) +
to + lch, calcoliamo:
0,1
(30-1)
30*1
/,
finale.
Di conseguenza non vero in pratica che si possa ottenere un'approssimazione buona quanto si vuole, semplicemente riducendo h: cos facendo. si riduce
l'errore di troncamento, ma si accresce quello di arrotondamento: pu quindi accadere che da un certo punto in poi, al crescere di n, le cose peggiorino, anzich
migliorare.
Un esempio
Consideriamo
il
sistema
ey:-t
(30-2)
Applichiamo
il metodo di Eulero:
tk+l -.tk*hyx
yk+r:y*-hrr
30-2
:0'1'
Con le
Il
6
96
. 10-1
2s
3.6
1.7
9.0
3.9
2ra
1.9 . 10-2
211
212
9.7 . 10-3
4.9 . 10-3
213
2.5. 10-3
214
216
1.7 . 10-3
2.6 . 10-3
.1.9 . 10-3
217
g.g . 10-3
2t
2a
215
10-t
. 10-2
. 10-2
Come si vede, I'errore dapprima si dimezza raddoppiando rt, ma poi riconrincia ad aumentare: il miglior comprornesso si raggiunge -- in questo caso
particolare
per n :214.
rr :
Ut :
*
yo zo
hf ("o,yo)
hg(ro, yo).
x:k+L -.=
r,2.
".
e por
-c6Ihyo
-yo-hxo
: o-r *2hye
U,t+r : Ux_r -Zhx*
c+t
Il
lc
- t,2...
2a
27
28
2s
210
21r
212
213
2t4
215
2t6
217
1.0 . 10-2
2.5 . 10-3
6.2 . 10-4
1.4 . 10-4
1.0 . 10-6
6.7 . 10-5
1.5 . 10-4
3.1 . 10-4
6.2 . 10-4
1.3 . 10-3
2.5 . 10-3
4.9 . 10-3
Problemi di stabilit
l{on si deve credere che il metodo delle differenze centrali sia sempre superiore a quello di Eulero:
30-4
un esercizio utile.
e dal
(numericamente) che cosa succede se lo si applica all'equazione '- --t,, che con
r(0) - t ha la soiuzione esatta r(t) - ,-t.
Si trova che al crescere di dapprima il caicolo d una buona approssimazone della soluzione esatta; ma poi x, anzich tendere a zero, comincia a crescere
esponenzialmente (in valore assoluto), oscillando fra valori aiternatilramente positivi e negativi. Quel che peggio, ci accade qualunque sia h: ridurre h serve
solo a "diTazionare" I'insorgere dell'instabilit. Se invece per la stessa equazione
differenziale si usa il metodo di Eulero, I'instabilit. non si manifesta.
Abbiamo cos mostrato, con un esempio addirittura banale, un altro grave
problema dell'integrazione numerica: in certi casi il risultato pu divergere in
modo esponenziale dalla soluzione esatta. Se e quando questo accada, e quali ne
siano le ragioni, non questione che possiamo qui approfondire: si voleva solo
segnalare il fenomeno, per ribadire la regola enunciata all'inizio: mai affidarsi
ciecamente a un calcolo numericol.
30-5
fl sistema fisico
Consideriamo due punti materiali, entrambi vincolati a muoversi sulla stessa
retta, e soggetti ciascuno a una orza elastica. Fino a questo punto abbiamo due
oscillatori armonici disaccoppiati. In termini concreti, si potr trattare di due
masse (uguali o diverse) attaccate a due <listinte molle (fig. 30a-1)" Anche le
molle potranno essere uguali o diverse tra loro, quanto a costante elastica.
L'accoppiamento tra i due oscillatori si rcahzza aggiungendo una terza molla
tra le due masse: abbiamo quindi in totale due masse e tre molle (fig. 30a-2).
Vogliamo studiare i possibili moti di tale sistema. Supporremo che tutte le molle
siano ideali, che non ci siano attriti, ecc.
Converr discutere separatamente i casi con masse uguali e/o molle uguali,
da quelli meno simmetrici, cominciando dal pir semplice.
&
la costante elastica
delle due molle laterali, con q quella della molla centrale (vedremo che non si
guadagna niente, anzi si perde qualcosa, a supporre che anche questa molla sia
uguale alle altre due). Sia poi / la lunghezza di riposo delle molle esterne, /t
quella della moila centrale, .t la dist anza fra i punti cui sono fissati le molle
esterne.
Se X1 e Xz sono le ascisse delle due masse, rispetto all'origine O indicata
in fig. 30a-2, la forza prodotta dalla molla di sinistra sulla massa 1 vale
l1 _
e quella prodotta dalla molla
_k(h
_ t)
Fz:k(L-Xz-l).
Quanto alla molla centrale, essa produrrr, sulla massa 1 la forza
Fi:
q(Xz
Xr
- /')
30a-1
e sulla ma^ssa
2la forza
Fl: -Fl :
S'intende che tutte
-f
-q(Xz -X1
dell'asse X.
Ne segue per la forza risultante su
).
1:
Fr + Fl, : -(/r + q) Xt
* qXz + hl -
ql'
(30a-1)
l) + ql'.
(30a-2)
e per quella su 2:
Fz
* Fl :
QXr
(k + q) Xz
(L
Dalte (30a-1), (30a-2) si trovano facilmente le posizioni delle masse per le quali
entrambe le forze si annullano (posizioni di equilibrio). Non occorre darne le
espressioni: ci basta indicarle con X1s e Xzo. Se poi facciamo le sostituzioni
Xr:Xro*cr
Xz:Xzo*nz
le (30a-1), (30a-2) diventano:
Fr +
qxz
Fz*Fl:Qrt-ftIq)xz.
(30a-3)
A questo punto non c' piir nessuna diffi.colta a scrivere le equazioni del
moto per le due masse:
mit-*k*t*q(tz-*t)
miz---k*z+q@t-*z).
(30a-a)
Abbiamo dato alle (30a-4) una forma che ne mette in evidenzala simmetria. e
che suggerisce subito di trasformarle al modo seguente.
Se sommiamo e sottraiamo membro a membro le due equazioni troviamo:
^'k
(rr I rz)
--(k + 2q1@z
- rt).
Osserviamo che
masse, mentre e
due
(30a-5)
m:-(h+2q)rt
cio il punto di rnezzo (che poi il centro di massa, visto che le masse sono
uguali) si muove con un moto armonico di frequerrza (t : t/kl^, mentre la
d'istarrzaosci1la(sempreconmotoarmonico)allafrequenzaa-\M.
Integrale generale e soluzioni particolari
Il sistema (30a-5) equivale a (30a-4), ma e di discussione assai pi semplice, perch le due variabili
sono separate. Per questo motivo si trova
"d ry
generale
imtnediatamente
I'integrale
:Asin(cu-g),
\:
B sin(Qf
rlt)
rl
r2
rb)
rl.
(30a-6)
Le (30a-6) non hanno certo untespressione semplice, per cur convlene esaminare prima due soluzioni particolari. La prima (che chiameremo soluzione A)
si ottiene se B : 0:
lr,r:2: Asin(c,rt -P).
t\ : -r2: -)A
sin(c,,,'l
0:
- .
degli oscillatori accoppiati: mentre in assenza di accoppiamento ciascun oscillatore si muove di moto armonico, ovviamente con la sua frequenza propria, ora
il moto risulta dalla sovrapposizione d due moti armonici a frequenze diverse.
Inoltre le due frequenze sono tanto pir diverse, quanto piu grande q, ossia
quanto pir forte L'interazione tra i due oscillatori. Una tale situaaione trova
analogie nei pir diversi campi della fisica, anche moito lontani dalle semplici
molle di cui ci stiamo occupando: fino allo studio delle interazioni fondamentali.
Non quindi possibile qui dare esempi, ma solo rimarcare che la ragione profonda dell'analogra una sola: in tutti i casi si ha a che fare con sisterni lineari
accoppiati.
.r2(0) -- Q, i2(O; : 6.
- s. ii(0) - 0:
In parole: alltistante t :0 le masse sono entrambe ferme, ma la prima spostata
r1(0)
-Asing-+Bsin:0
uAcosg-+QBcos-0
da],e quali
'sA
risurta:
cosg
cos
cos tb
-i 0
2AsinV =
- 0
A sin 1f :: s
'i :
)tz -
7f
=5
'*o
costp
e da queste infine:
? + +QB
,r
+ u'-:'z
a (cos
{o(cos
Ia
,'
B:a
et + cos Qf )
wt-
cosQf)
r,!:
&
30b.
Il comportamento caotico
di qualche esempio,
E chiaro I'interesse fisico della domanda: se la distanza cresce molto rapidarnente, sar molto difficile fare previsioni sulla posizione futura, a causa delI'inevitabile incert ezza sperimentale sulle condizioni iniziali. Dovremo dunque
distinguere sistemi a comportamento "buono" (quelli in cui la distanza non cresce rapidamente) da sistemi a comportamento "cattivo" (se la distanza aumenta
troppo velocemente). In pratica la distinzione si fa a seconda che l'aumento sia
con una potenza di , oppure con un esponenziale: il primo caso, che per noi
quello buono, si chiama stabile, mentre il secondo (cattivo) si chiama instabile.
Se
il
zialmente:
PF' x e'/'
e la costante di tempo r si chiama tempo di Liapunou del sistema. Per capire
che cosa questo significhi, descriviamo un esempio possibile.
Supponiamo di aver dimostrato che per un certo sistema di punti materiali,
vincolati a muoversi in una regione di spazio dell'ordine di un metro (potrebbe
ad es. tratta.rsi di un certo numero di palle su di un tavolo da biliardo) il tempo
di Liapunov sia di un minuto. Se I'incertezza nella misura delle posizioni iniziali
: 1 mm, dopo un minuto I'incertezza sar" salita solo a e\ 6 - 2.7 rnl:rr, ma dopo
10 minuti sar e10 ^, 2.L04 mm, cio molto pir grande dello spazio disponibile;
il che quanto dire che non sar, possibile fare nessuna previsione. Se anche, per
assurda ipotesi, riuscissimo a misurare le posizioni con errore
- 10-10 m, in
capo a mezz'ora avremmo
"306
103m.
L'esempio mostra a sufficienza che se il sistema instabile il suo comportamento a lungo termine del tutto imprevedibile. In queste condizioni il sistema
sembra evolvere senza nessuna regola, in maniera casuale: si parla perci di comportamento caotico. Un sistema stabile anche detto regolare. L'espressione caos
d,eterministico viene usata per mettere in eviderLza che il comportamento caotico
coesiste col carattere ancora deterministico delle equazioni differenziaJi.
30b-2
Proposizione 2: Un sistema lineare, quale clte sia il numero di, gradt, di libert,,
non mai caotico. Questo si capisce facilmente, ricordando che lo possiamo
sempre ricondurre a pir oscillatori armonici indipendenti (Crp. 30a).
abbiamo
pati"
Commento 2: Dato cire i sistemi lineari non sono mai caotici, e che per molto
tempo i fisici hanno creduto che il caos fosse un fenomeno solo di sistemi complessi (e percio difficili da studiare) si oggi diffusa, fuori dell'ambito specialistico, Itidea che t'caotico" equivalga a "non lineare," e si sente spesso dire che i
fisici capiscono e studiano solo i fenomeni lineari. Entrambe le affermazot sono
false se prese alla lettera, sebbene contengano una parte di verit.
30b-3
I
_l
-10(y-r)
:*(28- z)-y
2:tU_ftr.
>
xk (1
- tr)
3.56.
generalmente caotico, a meno che non sia lineare. Per verificarlo, mettiamo a
confronto due sistemi apparentemente molto simili.
Esempio L: Consiste di due oscillatori armonici accoppiati, ossia di due masse
e tre molle (fig. 30a-2). Supponiamo uguali, per semplicit, le due masse e
anche le due molle estreme; le equazioni differenziali del sistema sono allora
le (30a-4). Per semplificare ancora i calcoli possiamo scegliere I'unit di tempo
alora Ie equazioni si riducono a
uguale {ffi:
"
t:-rt*r(x2-ry)
iz:*rz*r(x1
-x2).
(3ob-1
i:t:-t*r(r2-x1\
iz: -*|+r(r1
(3ob-2)
x2),
r1(0)
r2(0)
30b--4
- Q, tr(il) -,u *
* [. i2(0) -= 6
-Q, ir(0)-u(1
c2(0) - S, i2(0) : g'
11(0)
il
calcolo
t)
Chiamiarnt, r1 la dift'erenza fra le r1() ottenute nei due casi, e r2 quella fra
le x2(i): ci proponiamo di studiare come 6r1, 6lc2 crescono col tempo"
Studic dell'esempio !
In questo cas nurr abbiamo bisogno cli fare calcoli, poich si tratta di un
srstema lineare: sappiamo quindi che r1 , 6rz soddisfano ancora le (30b-1), con
le conclizioni iniziaJi
rr(0) - 0, J1(0) : u
ar2(01 : g. i2(0) :0.
poi lacile capire, pensando ad es. alla conservazione dell'energia, che 611,6r2
sono funzioni lirnitale del tempo, e che il loro estremo superiore proporzionale
a e Dunque il sistema dell'esempio 1 stabile"
Esercizi.o: Dimostrat,: cht', 5lr1, 612 non superano mai
ue
Studio delltesempio 2
Questa volta il sistema non
"-0.1
Quanto a i,', ce rie serviremo per mostrare che il nostro sistema non sempre
caotico: faremc, i calcoii per due valori: u - 1.0 e u : 1.4, che sebbene poco
diversi danno luogo a omportamenti opposti. Infine prendiamo e molto piccolo,
per far vedere in modo appariscente l'effetto dell'instabilita: e 10-8
Abbiamo riportano nelle fig. 30b-2 e 30b--3 i risultati dell'integrazione nurnerica r.ispettirramente per i due valori di u. (Il grafico mostra l5x2l: quello
di lrr i det tutto simile)" Esaminiamoli separatamente.
In fig. 30b-2 vediarno che lr2 | oscilla con ampiezza cescente nel tempo;
nell'intervallo esaminatc (fino a t - 4 . 103) I'ampiezza delle oscillazioni proporzionale a t, e non supera 2.10-6. Dunque con queste condizioni iniziali il
comptrrtamento deJ sistenm regolare.
30b-5
Tutt'altro si vede in fig. 30b-3: ossen'iarno anzitutto che qui la scala delle
ordinate logaritmica, e I'intervallo di tempo pi breve: fino a 800. Dato
che le oscillazioni crescono con legge grosso modo lineare su scala semilogaritmica, ne deduciamo che la legge d'incrernento dell'arnpiezza esponenziale;
tracciando una retta che approssimi i dati, possiamo stimare anche la costante
di tempo, ossia il tempo di Liapunov. Si trova r .- 47
"
Si vede anche che neil'intervallo considerato 1612l cresce di 8 ordini di grandezza: in altre paroie un errore nelle condizioni iniziali viene amplificato cento
milioni di volte. il evidente la differenza rispetto all'altro caso: qui iI sistema si
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