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FLUSSO INCOMPRIMIBILE
INTORNO AD UN PROFILO
ALARE
Nel capitolo precedente abbiamo studiato i moti a potenziale, cioè quelli che
rappresentano il moto irrotazionale di un fluido ideale incomprimibile. Il
teorema di Kutta–Joukowski, ricavato per il flusso intorno ad un cilindro
circolare, ma valido per corpi di forma qualsiasi, mostra che il corpo può
sviluppare una portanza soltanto se intorno ad esso si crea una circolazione
diversa da zero. Tale circolazione è associata ad uno o più vortici puntiformi
presenti all’interno del corpo. Nel caso del cilindro circolare si era inserito un
solo vortice puntiforme nell’origine, mentre per considerare figure di forma
qualsiasi si potranno distribuire più vortici all’interno del corpo. Cerchiamo
di applicare i concetti illustrati nel capitolo precedente per analizzare il mo-
to di un fluido ideale incomprimibile intorno ad un profilo alare, cioè alla
sezione di un’ala di apertura alare infinita. Successivamente prenderemo in
considerazione lo studio del flusso intorno ad un’ala finita, per la quale, come
vedremo, sarà necessario introdurre alcuni nuovi concetti.
Come è stato già detto in precedenza, la possibilità di studiare il moto
dell’aria intorno ad un corpo assumendo l’ipotesi di incomprimibilità vale
nel caso in cui la velocità del fluido sia sufficientemente piccola rispetto alla
velocità del suono.
La possibilità di trascurare gli effetti viscosi, e quindi di assumere il fluido
come ideale, può essere valida per un corpo affusolato, come è un profilo alare
per valori non molto elevati dell’angolo di incidenza (corpo sottile + piccolo
angolo di incidenza = corpo affusolato). In questo caso, infatti, gli effetti
viscosi risultano significativi soltanto in un piccolo strato di fluido adiacente
il corpo e nella scia generata a valle di esso. In tutto il resto del campo il
110
Capitolo 5 111
Γ=0
Γ
KUTTA
prime fasi del moto successive alla partenza) a quella in basso, relativa alla
condizione di moto stazionario. Il flusso stazionario intorno ad un profilo
alare è rappresentato, mediante visualizzazione, nella figura 5.2.
Quindi, nel flusso reale, in questa zona la vorticità del fluido è elevata. Le
particelle di fluido vengono trasportate verso valle e quindi si ha un rilascio di
vorticità dal corpo con la produzione di una sottile scia vorticosa che tende
ad arrotolarsi su sé stessa. Dopo pochi istanti, però, il punto di ristagno
posteriore si è spostato in corrispondenza del bordo di uscita del profilo, le
linee di corrente non girano più intorno al corpo ed il gradiente di velocità si è
ridotto al punto di rendere trascurabili gli effetti viscosi. Di conseguenza non
si ha più generazione e rilascio di vorticità dal corpo, mentre quella generata
in precedenza continua a spostarsi verso valle e ad arrotolarsi su sé stessa
dando origine ad un vortice detto vortice di avviamento. Dopo molto tem-
po il vortice di avviamento si può pensare che sia all’infinito a valle mentre
vicino al corpo il moto si può considerare irrotazionale.
Tornando ad esaminare la circolazione intorno alla curva materiale C con-
siderata in precedenza, se questa curva era stata scelta abbastanza grande,
sia il corpo che il vortice di avviamento sono al suo interno e la circolazione
avrà lo stesso valore dell’istante iniziale, cioè zero. La stessa curva può es-
sere suddivisa in due parti C = C1 + C2 (v. fig. 5.3) in cui una parte, C2 ,
comprende il vortice di avviamento ed avrà circolazione espressa da:
I Z Z
Γ2 = ~ =
~v · d` ζ~ · ~n dA
C2 S
Γ=0
Γ1 Γ2 = − Γ1
c1 c2
Γ
8
ti vorticosi lungo una curva nel piano xz. L’intensità di ciascun filamento
vorticoso è infinitesima e corrisponde alla circolazione per unità di lunghez-
za, ovvero alla densità di circolazione γ(s) (con s ascissa curvilinea misurata
lungo la curva).
z
P
dV
r
θ
a γ ds b
x
Figura 5.6: Foglio vorticoso e velocità indotta.
1 b
Z
ϕ(x, z) = θ γ ds . (5.2)
2π a
Nel paragrafo (4.6.3) si è visto che la circolazione lungo una linea chiusa
qualsiasi che comprende al suo interno un vortice puntiforme equivale all’in-
tensità Γ del vortice stesso. In presenza di più vortici puntiformi di intensità
dΓ, la circolazione sarà data dalla somma delle intensità di tutti i vortici
che si trovano all’interno della curva chiusa (in questo caso consideriamo una
curva che racchiude al suo interno tutto il foglio vorticoso a − b). Allo stes-
so modo l’intensità dello strato vorticoso è espressa dalla somma di tutti i
contributi elementari γ ds = dΓ secondo la:
Z b
Γ= γ ds (5.3)
a
Poiché lo strato vorticoso è costituito da una distribuzione continua di
filamenti vorticosi infinitesimi di intensità γ per unità di lunghezza, tenendo
conto anche del contributo della corrente indisturbata, la componente del-
la velocità tangenziale allo strato vorticoso sulla sua faccia superiore non
sarà uguale a quella sulla faccia inferiore. Il salto del valore della velocità
tangenziale tra le due facce dello strato vorticoso è pari proprio alla den-
sità di circolazione γ. Consideriamo un pezzetto dello strato vorticoso, come
mostrato in fig. 5.7, racchiuso all’interno del percorso rettangolare di altezza
dn e larghezza ds (linea tratteggiata) con intensità γ assunta costante. In-
dichiamo con u1 e u2 rispettivamente le componenti della velocità tangenziale
ai lati orizzontali inferiore e superiore e con v1 e v2 quelle delle componen-
ti verticali relative ai lati sinistro e destro (tutte queste componenti sono
positive se concordi con le direzioni positive dei rispettivi assi).
ds
u2
v1 v2 dn
u1
1 1 2
pIN F = p∞ + ρV∞2 − ρUIN F
2 2
da cui, sottraendo la prima dalla seconda, si ottiene:
1 2 2
∆p = pIN F − pSU P = ρ USU P − UIN F =
2
(USU P + UIN F )
=ρ (USU P − UIN F ) = ρV∞ γ (5.6)
2
avendo posto uguale a V∞ la media delle velocità sulle due facce dello strato
vorticoso.
Capitolo 5 121
media sia una linea di corrente, cioè che la velocità totale (somma di quella
indotta da tutto lo strato vorticoso e della corrente indisturbata) sia tan-
gente ad essa. Questo approccio semplificato ha il vantaggio di consentire di
ricavare la soluzione in forma analitica con la procedura nota come teoria di
Glauert che verrà illustrata più avanti.
u 2
u1 u 2
u
1
integrazione lungo tutta la linea d’inarcamento media (v. eq. 5.3) e di con-
seguenza la portanza, tramite il teorema di Kutta-Joukowsky. Allo stesso
modo si valuta il momento agente sul profilo.
Consideriamo uno strato vorticoso disposto lungo la linea d’inarcamen-
to media come illustrato nella fig. 5.10 in cui la velocità della corrente
indisturbata è V∞ e l’angolo d’incidenza è α.
z
w
s
0 α c x
V
8
Figura 5.10: Foglio vorticoso disposto lungo la linea d’inarcamento media del
profilo.
Nella stessa figura la corda del profilo è lungo l’asse x (da 0 a c), la linea
d’inarcamento media è descritta dall’equazione z = z(x) mentre s è l’ascis-
sa curvilinea misurata lungo di essa. Affinchè la linea d’inarcamento media
sia una linea di corrente la velocità totale deve essere tangente ad essa in
ciascun punto, ovvero la componente normale deve essere nulla. Tale com-
ponente normale sarà espressa dalla somma del contributo V∞n = V ~∞ · ~n e di
quello w(s) dovuto allo strato vorticoso. Quest’ultimo contributo rappresen-
ta la velocità normale alla linea d’inarcamento media prodotta da tutto lo
strato vorticoso e dipende dalla forma della linea d’inarcamento media e dal-
la distribuzione γ(s). Facendo l’ipotesi che il profilo abbia un piccolo valore
dell’inarcamento, con una leggera modifica di quanto detto in precedenza,
anziché disporre lo strato vorticoso lungo la linea d’inarcamento media, lo
facciamo coincidere con la corda: anche in questo modo guardando il pro-
filo da lontano non si apprezzeranno le differenze ma in compenso i calcoli
successivi verranno semplificati. Per lo stesso motivo, invece di valutare la
velocità indotta dallo strato vorticoso in direzione normale a ciascun punto
della linea d’inarcamento media, calcoliamo quella normale alla corda, con-
fondendo cioè le due normali. A questo punto l’incognita è la densità γ(x)
del foglio vorticoso disposto lungo la corda in modo da consentire che la li-
nea d’inarcamento media sia una linea di corrente ed allo stesso tempo di
soddisfare la condizione di Kutta γ(c) = 0. Lungo ciascun punto della linea
d’inarcamento media deve quindi essere soddisfatta la relazione:
V∞n + w(x) = 0 (5.8)
Capitolo 5 125
z V n
8
w
0 α c x
8
Figura 5.11: Foglio vorticoso disposto lungo la corda.
wT OT = V∞ sinα + w
z
V sen α + w
8
s
V cos α
8
0 α c x
V
8
dell’incidenza e a valle del corpo si crea una scia sempre più ampia a cui cor-
risponde l’insorgere della condizione di stallo. La (5.10) esprime la condizione
che la linea d’inarcamento media sia una linea di corrente e vale per ciascun
punto della linea d’inarcamento media. Essa può essere riscritta come:
!
dz
w = −V∞ α − (5.11)
dx
in cui si ricorda che l’angolo α deve essere espresso in radianti.
Ricaviamo adesso l’espressione della velocità w(x) indotta da tutto lo
strato vorticoso in un punto generico di ascissa x. Facendo riferimento alla
fig. 5.13 consideriamo un tratto elementare (di lunghezza dξ e di circolazione
γdξ) del foglio vorticoso disposto lungo la corda a distanza ξ dall’origine.
L’intensità dello strato vorticoso γ = γ(ξ) varia lungo la corda.
La velocità dw in un punto di ascissa x indotta dall’elemento del foglio
vorticoso centrato in ξ è ottenuta tramite la (5.1) come:
γ(ξ) dξ
dw(x) = − (5.12)
2 π (x − ξ)
Il segno meno tiene conto che il vortice γ(ξ) dξ di circolazione positiva
(oraria) posto in ξ produce in un punto x alla sua destra una velocità dw
diretta verso il basso, quindi negativa.
dξ w
0
ξ
c x, ξ
γ(ξ) dξ
c
Z
w(x) = − (5.13)
0 2 π (x − ξ)
1 c γ(ξ) dξ dz
Z
= α − (x) (5.14)
2π V∞ 0 (x − ξ) dx
Tale equazione costituisce l’equazione fondamentale della teoria dei profili
sottili. Essa è scritta per un generico punto x lungo la corda e dz/dx è la
pendenza della linea d’inarcamento media calcolata nello stesso punto. Una
volta assegnato il profilo e l’angolo d’incidenza, sono noti sia dz/dx che α,
mentre l’intensità γ(ξ) variabile lungo la corda è l’incognita da calcolare
risolvendo l’equazione integrale (5.14). Questa equazione deve essere risolta
con il vincolo aggiuntivo di soddisfare la condizione di Kutta cioè γ(c) = 0.
Prima di discutere la soluzione della (5.14) è utile riassumere tutte le
ipotesi di validità della teoria di Glauert che è stato necessario adottare.
z
c/2
θ
0 ξ c/2 c
1 π γ(θ) senθ dθ dz
Z
= α − (θ0 ) (5.18)
2π V∞ 0 (cosθ − cosθ0 ) dx
1 π γ(θ) senθ
Z
dθ = α (5.19)
2π V∞ 0 (cosθ − cosθ0 )
insieme al vincolo di soddisfare la condizione di Kutta γ(π) = 0. Invece di ri-
solvere l’equazione precedente, supponiamo per ora di conoscerne la soluzione
ed esaminiamone i risultati. Più avanti la risolveremo nel caso generale di
profilo con inarcamento.
La teoria matematica delle equazioni integrali permette di dimostrare che
la (5.19) ha la seguente soluzione:
1 + cosθ
γ(θ) = 2V∞ α (5.20)
senθ
e per θ = π dà γ(π) = 00 ma applicando la regola di De L’Hopital si vede che
γ(π) = 0. Invece per θ = 0 la (5.20) dà γ(0) = ∞ che equivale ad un salto di
pressione infinito in corrispondenza del bordo di attacco. Questa situazione
è dovuta al fatto che le linee di corrente devono girare intorno al bordo di
attacco e per un corpo senza spessore ciò comporta una variazione infinita di
Capitolo 5 129
velocità (e di pressione). I profili reali sono fatti con il bordo di attacco bene
arrotondato in modo da rendere più graduale la variazione della velocità in
tale zona. Comunque rimane sempre una forte depressione sul dorso intorno
al bordo di attacco (leading edge suction) la quale produce il contributo più
rilevante per la portanza.
Una volta nota la distribuzione della densità di circolazione si può calco-
lare il valore totale della circolazione intorno al profilo. Utilizzando la stessa
trasformazione di coordinate introdotta in precedenza e tenendo conto della
(5.19) si ha:
c π c c π
Z Z Z
Γ= γ(x) dx = γ(θ) senθdθ = 2V∞ α (1 + cosθ)dθ = cπV∞ α
0 0 2 2 0
(5.21)
Per calcolare la forza agente sul profilo consideriamo un tratto elementare
di ampiezza dx e centro in x: il contributo alla portanza è:
Z c Z c
L= dL(x) dx = ρV∞ γ(x) dx = ρ V∞ Γ = ρ V∞2 c π α (5.22)
0 0
MLE = Mx − L x (5.27)
Definiamo adesso il centro di pressione, cioè il punto rispetto al quale
l’azione aerodinamica risultante si riduce alla sola forza, mentre il momento
è nullo. In altre parole sarà possibile trovare un’ascissa xCP rispetto alla
quale il momento Mx risulti nullo. Dalla (5.27) si ha
−MLE
xCP =
L
ovvero, in forma adimensionale:
xCP −CMLE
= (5.28)
c CL
Capitolo 5 131
M LE
c
Mx
c
x CP
Tenendo conto della (5.23) e della (5.26) si ottiene, per un profilo sim-
metrico, che il centro di pressione coincide con il quarto di corda:
xCP 1
= (5.29)
c 4
In generale il momento aerodinamico rispetto ad un generico punto x
varia al variare dell’angolo d’incidenza del profilo. Definiamo il centro aero-
dinamico o fuoco del profilo come quel punto rispetto al quale il momento
risulta indipendente dall’incidenza. Il momento rispetto ad una sezione x
generica, dalla (5.27) viene espresso come Mx = MLE + L x. Tenendo conto
della (5.22) e della (5.25) si ha:
c
2
Mx = ρ V ∞ α π c x −
4
L’unico punto in cui Mx risulta indipendente dall’angolo α è quando si
annulla, cioè per x = 4c . Rispetto a tale punto il momento è:
c
M 4c = MLE + L (5.30)
4
ovvero:
CL CL CL
CM c = CMLE + =− + =0 (5.31)
4 4 4 4
Capitolo 5 132
Rc Rπ
MLE = −ρV∞ 0 γ(x) x dx = −ρV∞ 0 γ(θ) 2c (1 − cosθ) 2c senθdθ =
Rπh i
A0 (1+cosθ)
2 P∞
= −2ρV∞2 c4 0 senθ
+ n=1 An sen(nθ) (1 − cosθ) senθdθ =
2 Rπ
= −ρV∞2 c2 [A0 0 (1 − cos2 θ) dθ+
P∞ Rπ
+ n=1 An 0 sen(nθ)(1 − cosθ)senθdθ]
(5.37)
Per quanto riguarda il primo integrale, poiché 1 − cos2 θ = sen2 θ, si ha
Rπ 2
0 sen θdθ = π/2. Per l’ultimo integrale invece si ha (1 − cosθ)senθ =
senθ − 21 sen(2θ) e quindi:
π π 1 π
Z Z Z
sen(nθ)(1 − cosθ)senθdθ = sen(nθ)senθdθ − sen(nθ)sen(2θ)dθ
0 0 2 0
(5.38)
Il primo integrale a secondo membro della (5.38) è diverso da zero solo
per n = 1 e vale π/2, mentre il secondo vale π/2 solo per n = 2. Inserendo
questi risultati nella (5.37), ed utilizzando l’operatore delta di Kroneker δin
(sempre nullo tranne per i = n per cui vale 1), si ha:
2
h i
P∞ 1π
MLE = −ρV∞2 c2 A0 π2 + n=1 An π
δ
2 1n
− δ
2 2 2n
=
(5.39)
c2 π A2
= −ρV∞2 2 2
(A0 + A1 − 2
)
Capitolo 5 134
MLE π A2 CL π
CMLE = 1 2 2 =− A0 + A 1 − =− − (A1 − A2 ) (5.40)
2
ρV∞ c 2 2 4 4
∞
" #
1 π (1 + cosθ) X senθ dθ dz
Z
2V∞ A0 + An sen(nθ) = α − (θ0 )
2π V∞ 0 senθ n=1 cosθ − cosθ0 dx
(5.43)
ovvero:
∞
" #
1 Z π
(1 + cosθ) X Z π
sen(nθ)senθ dz
A0 dθ + An dθ = α − (θ0 )
π 0 cosθ − cosθ0 n=1 0 cosθ − cosθ0 dx
(5.44)
Ricordando la formula di prostaferesi:
1
senθ sen(nθ) = [cos(n − 1)θ − cos(n + 1)θ]
2
e sostituendola nel secondo integrale della (5.44), tutti gli integrali presenti
diventano del tipo:
cos(nθ) πsen(nθ0 )
Z
In = dθ = π (5.45)
0 cosθ − cosθ0 senθ0
e vengono detti integrali di Glauert. Dalla (5.45) si ha: I0 = 0, I1 = π.
Quindi il primo integrale nella (5.44) vale π mentre per il secondo si ha:
h i
Rπ sen(nθ)senθ 1 Rπ cos(n−1)θ cos(n+1)θ
0 cosθ−cosθ0
dθ = 2 0 cosθ−cosθ0
− cosθ−cosθ0
dθ =
1
[sen(n−1)θ0 −sen(n+1)θ0 ]
(5.46)
=π 2
senθ0
= −πcos(nθ0 )
" #
π dz
Z
= α − (θ0 ) cos(mθ0 ) dθ0 (5.48)
0 dx
Sostituendo per semplicità θ0 con θ, per m = 0 si ricava:
1 π dz
Z
A0 = α − dθ (5.49)
π 0 dx
mentre per tutti gli altri m 6= 0 si ha:
2 π dz
Z
Am = cos(mθ) dθ (5.50)
π 0 dx
ed in particolare:
2 Z π dz
A1 = cos(θ) dθ (5.51)
π 0 dx
dz 2 π
Z
A2 = cos(2θ) dθ (5.52)
0 dx π
Come si vede i coefficienti An dello sviluppo in serie di Fourier per n ≥ 1
dipendono solo dalla forma della linea d’inarcamento media mentre il coeffi-
ciente A0 dipende anche dall’angolo di incidenza α.
Dalla (5.36) si ottiene:
" #
1 π dz
Z
CL = 2π α − (1 − cosθ)dθ = 2π [α − αL=0 ] (5.53)
π 0 dx
in cui αL=0 , detta incidenza di portanza nulla, corrisponde al valore dell’an-
golo di incidenza per cui si annulla la portanza ed è definita da:
1 Z π dz
αL=0 = (1 − cosθ) dθ (5.54)
π 0 dx
Di solito, per i profili con la linea d’inarcamento al di sopra della corda,
αL=0 è negativo ed ha un valore piccolo (qualche grado).
Il primo termine dello sviluppo (5.32) si annulla quando A0 = 0 e ciò
capita per un valore dell’angolo di incidenza α = αID detto incidenza ideale
che, tenendo conto della (5.49), è dato da:
1 π dz
Z
αID = dθ (5.55)
π 0 dx
Nel caso di un profilo simmetrico la pendenza della linea d’inarcamento
dz
media dx è nulla in tutti i punti e quindi si ottiene A1 = A2 = 0 mentre
Capitolo 5 137
Figura 5.17:
Nella figura 5.18 sono riportati, come esempio, i valori del coefficiente di
portanza in funzione dell’incidenza per un profilo con inarcamento. Si noti
che per incidenza nulla il valore del CL è ancora positivo.
Figura 5.18:
Capitolo 5 140
Figura 5.19:
Capitolo 5 141
Figura 5.20:
Capitolo 5 142
Figura 5.21:
In conclusione si sottolinea come, per avere la massima portanza, sia
necessario adottare valori intermedi dello spessore.
Capitolo 5 143
5.6.1 Ipersostentatori.
In figura 5.22 si mostra come varia la curva della portanza in funzione dell’in-
cidenza in seguito alla deflessione di un flap al bordo di uscita: la retta trasla
parallelamente verso l’alto per deflessione del flap verso il basso (o viceversa)
mostrando, a parità di incidenza, un aumento (o diminuzione) della portan-
za. Poiché la deflessione (verso il basso) del flap corrisponde ad un maggiore
inarcamento, il valore dell’incidenza di stallo αST ALLO si riduce leggermente.
Nelle figure 5.22-b e 5.22-c sono mostrate le linee di corrente senza flap e con
flap attivato.
Figura 5.22:
Capitolo 5 144
Figura 5.23:
Capitolo 5 145
Nella figura 5.24 viene mostrato come l’uso di uno slat al bordo d’attacco
modifica la distribuzione delle linee di corrente intorno al corpo. Si noti come
il flusso resta abbastanza attaccato al corpo anche per valori dell’angolo di
incidenza prossimi a 30o .
Figura 5.24:
Capitolo 5 146
Nella figura 5.25 sono riportate alcune configurazioni di profili con iper-
sostentatori sia al bordo d’attacco che al bordo d’uscita usati negli aerei mo-
derni. In particolare si mostrano le diverse disposizioni degli ipersostentatori
per le condizioni di volo di crociera, di decollo e di atterraggio.
Figura 5.25:
Capitolo 5 147
θF
xF
0 c
δF
dz
= δF per xF < x < c ovvero per θF < θ < π
dx
Dalla (5.54) si ha:
Capitolo 5 148
1 Z π dz 1 Z π dz 1Zπ 1Zπ
αL=0 = dθ − cos θ dθ = δF dθ − δF cos θ dθ =
π 0 dx π 0 dx π θF π θF
δF δF δF
= (π − θF ) + sen θF = (π − θF + sen θF ) (5.57)
π π π
Di conseguenza si può ricavare l’espressione del coefficiente di portanza:
5.7 Esercizi
1) Un profilo alare si muove in aria (condizioni standard) con bassa inci-
denza e velocità 50 m/s. Assumendo che esso posa venire schematizzato
mediante un foglio vorticoso di intensità 2(1 − xc ) disposto lungo la li-
nea d’inarcamento media, calcolare il salto di velocità uSU P − uIN F e
la differenza di pressione tra ventre e dorso per xc = 21 . [1 m/s; 61 P a]