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Tensioni
L'oggetto dell'analisi un solido tridimensionale in equilibrio sotto lazione di forze esterne di massa e di superficie.
Lunica ipotesi fatta sul materiale che lo costituisce che sia continuo, per cui non vengono considerate le azioni
scambiate tra particelle e a livello di dimensioni molecolari.
Si suppone valida lipotesi di Cauchy secondo cui le forze che si scambiano le parti del corpo in un elemento
infinitesimo di superficie sono riducibili alla sola forza risultante applicata in un punto interno dellelemento stesso.
Per esaminare gli effetti del sistema di forze si pu immaginare il corpo diviso in due parti: affinch ciascuna parte
resti in equilibrio necessario applicare un sistema di forze esterne distribuite sulla superficie di separazione. Questo
sistema di forze equivalente allazione che laltra parte del corpo applicava prima della recisione.
y
F
Fy
F
P
Fx
nx
x Fz
y
M z
Fig.1.1 - Forze interne agenti su un elemento di superficie A in un solido caricato da forze esterne.
La fig.1 mostra il corpo tagliato da un piano parallelo al piano yz. La sua giacitura individuata dal versore
nx=[1 0 0] parallelo alla direzione x le cui componenti sono i coseni direttori della retta di direzione x. Se si considera
un elemento di superficie A=yz centrato in un punto P di coordinate P=(x,y,z) e si effettua la somma di tutte le
forze agenti su di esso indicando il risultante con F, si definisce tensione px agente nel punto P, relativamente alla
giacitura di normale nx, il rapporto:
F
p x = lim ; (1.1)
A 0 A
per lipotesi di Cauchy sopra riportata si deve avere:
M
lim =0. (1.2)
A0 A
In generale opportuno descrivere la tensione in termini delle sue componenti cartesiane: se consideriamo le
componenti di F nella direzione degli assi coordinati, le componenti della tensione sono definite dalle tre equazioni:
Fx Fy Fz
xx = lim xy = lim xz = lim (1.3)
A 0 A A0 A A0 A
Con il passaggio al limite le componenti di tensione sono associate ad un singolo punto P. In generale il vettore
tensione e le sue componenti assumono valori diversi in ciascun punto della superficie di separazione e ovviamente in
ciascun punto del solido cio px=px(x,y,z)=px(P), essendo P il vettore le cui componenti sono le coordinate cartesiane
del punto.
Fx e xx sono dirette lungo lasse x normale allarea A e quindi sono chiamate rispettivamente forza normale e
tensione normale. Le forze Fy e Fz e le tensioni xy e xz sono parallele allarea A e sono chiamate rispettivamente
forze e tensioni di taglio o tangenziali. Il primo indice si riferisce alla direzione della normale allarea ed il secondo
alla direzione della componente. Questo doppio indice non necessario per le tensioni normali e generalmente si
scrive semplicemente x.
La giacitura di un elemento di superficie individuata dal versore n della direzione normale alla superficie stessa:
una faccia si definisce positiva quando la sua normale diretta verso lesterno del corpo ha lo stesso verso di uno degli
assi coordinati, negativa in caso contrario. Le componenti normali di tensione sono considerate positive se hanno
1.1
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
verso concorde con la normale allelementino, cio risultano uscenti, e viceversa. Dando un senso fisico a questa
convenzione, si dice che sono di trazione se positive e di compressione se negative. I segni delle componenti
tangenziali sono regolati da 2 possibili convenzioni: la prima afferma che le tensioni sono positive se, agendo su facce
positive, hanno verso concorde con gli assi x, y, z, e se, agendo su facce negative, hanno verso discorde; negative nei
casi opposti; laltra convenzione le considera positive se tendono a provocare una rotazione oraria dellelemento su cui
agiscono e viceversa; questa convenzione verr utilizzata nel tracciamento dei cerchi di Mohr. Si noti che le due
convenzioni attribuiscono segni differenti a stati tensionali uguali.
Tensione al variare del piano di giacitura
Considerato un punto P del solido, i possibili piani di sezione passanti per esso costituiscono un insieme infinito,
definito stella di piani di centro P (fig.2); a loro volta le rette dazione dei versori n che identificano tali piani
costituiscono una stella di rette. Il vettore tensione agente nel punto varia in modulo e direzione al variare della
giacitura n del piano di sezione su cui agisce, cio si ha pn=pn(P,n).
Ad esempio (fig.3) si consideri una barra di materiale omogeneo di sezione quadrata avente superficie pari ad A e
lunghezza l abbastanza grande rispetto al lato della sezione. La barra sia disposta lungo la direzione x e sia soggetta
alle sezioni estreme a due distribuzione di forze di risultante rispettivamente F ed F in direzione x. Si pu
intuitivamente ritenere che la tensione agente su sezioni in prossimit del centro della barra aventi qualunque giacitura,
sia costante in tutti i punti della sezione stessa. Considerando un punto P al centro della barra:
se si effettua una sezione con un piano di normale parallela ad x, il vettore px risulta parallelo ad x con modulo
px=F/A (intuitivamente, per lequilibrio in direzione x, deve essere infatti F=pxA, da cui px=x=F/A);
se si effettua una sezione con un piano di normale n a 45 rispetto allasse x, pn risulta ancora parallelo ad x; in
questo caso la superficie della sezione ha un area pari a A/cos(45) e, per lequilibrio in direzione x, deve essere
F=pnA/cos(45), da cui pnpnx=Fcos(45)/A;
se si effettua una sezione con un piano di normale parallela ad y, si osserva che la tensione agente, rappresentata
dal vettore py, nulla.
Lo stato tensionale
Per definire lo stato tensionale in un punto del corpo non sufficiente conoscere la tensione agente su una sola
giacitura. Se si effettuano sezioni con piani xz e xy, aventi normali secondo le direzioni coordinate y (ny=[0 1 0]) e z
(nz=[0 0 1]), e si considerano le forze agenti in modo analogo a quanto mostrato per la direzione x, si osserva che nel
punto P, su detti piani, agiscono le tensioni py e pz diverse tra loro e da px (fig.4).
In definitiva le tensioni agenti nel punto P sui tre piani coordinati sono espresse dai tre vettori:
T T T
p x = x xy xz p y = yx y yz p z = zx zy z (1.5a,b,c)
possibile dimostrare che le 9 componenti di tensione presenti nelle eq.(5) sono sufficienti a definire lo stato di
sollecitazione in un punto al variare della giacitura. Usualmente esse vengono riunite nella matrice che prende il
nome di tensore degli sforzi:
x yx zx
= xy y zy (1.6)
xz yz z
Nel seguito si mostrer che sono valide le seguenti uguaglianze tra le tensioni tangenziali xy= yx, xz= zx, yz= zy,
per cui le grandezze indipendenti nella (6) si riducono a 6.
Nel S.I. la tensione viene misurata in MegaPascal (MPa) cio N/mm2 (1 MPa0.1 Kg/mm2).
La tensione non pu essere misurata sperimentalmente. Vi sono invece molte tecniche sperimentali che possono
essere usate per misurare deformazioni. In questi casi lo stato di tensione in un punto pu essere valutato se sono note
le relazioni fra tensione e deformazione.
y y py
y
F F
x
x
z
nx yz yx px
xy
n zy pz
x
xz
dy zx
z
ny dz
dx
Fig.1.2 Alcune delle possibili (infinite) giaciture Fig.1.3 - Variazione della tensione al variare del piano Fig.1.4 - Tensioni agenti secondo
relative ad un punto. di sezione in una barra soggetta a trazione. i piani coordinati.
1.2
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
ni = d Ai d An i=x, y, z (1.8) z py y
p n = [ n n ]
T
(1.10)
Le componenti cartesiane di pn
Mettiamo in relazione le componenti cartesiane di pn con il tensore degli sforzi .
Le equazione di equilibrio alla traslazione del tetraedro nelle tre direzioni coordinate possono essere scritte in
forma matriciale come segue:
ricordando che le forze agenti sulle facce si ottengono moltiplicando le tensioni per le superfici su cui agiscono e che il
segno attribuito a ciascuna forza coincide con il segno della faccia su cui agisce (in questo caso le facce di direzione
parallele agli assi cartesiani sono negative). Dividendo per An e ricordando la (8) si ottiene:
p n = p x n x + p y n y + p z nz p n = p j n j (1.12)
pnx x yx zx
p n = pny = xy nx + y n y + zy nz
(1.13)
pnz xz yz z
da cui
pnx x yx zx nx x nx + yx n y + zx nz
p n = pny = xy y zy n y = xy nx + y n y + zy nz (1.14)
pnz xz yz z nz xz nx + yz n y + z nz
cio:
pn = n pni = ij n j (1.15)
1.3
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
( n + yx ny + zx nz ) + ( xy nx + y ny + zy nz ) + ( xz nx + yz ny + z nz )
2 2 2
pn =
i= x, y, z
pni2 = x x (1.16)
La componente normale di pn
La componente di pn lungo la direzione n si ottiene effettuandone la proiezione con la nota espressione del prodotto
scalare fra vettori:
n = n pn =
i = x, y , z
ni pni = nx pnx + n y pny + nz pnz (1.17)
n = n p n = n p n = n n (1.19)
La componente tangenziale di pn
La componente di pn lungo la direzione tangenziale si ottiene come differenza tra il vettore pn stesso e il componente
normale n:
n = p n n = p n n p nn = ( n n ) n (1.21)
In base alle (15) e (20) o al termine a destra della (21) questa relazione pu essere riscritta come segue:
n = n n n = ( I n ) n = S nn (1.22)
essendo
x n yx zx
Sn = I n = xy y n zy (1.23)
xz yz z n
Scritta per esteso la (22) fornisce:
nx x n yx zx nx
n = ny = xy y n zy n
y (1.24)
nz xz yz z n nz
La direzione del vettore n pu essere esplicitata mediante le componenti del suo versore n. Tenuto conto delle
(20), (16) e (18), il modulo e il versore del vettore n, possono essere scritti come:
n =
i= x, y, z
2
ni = pn2 n2 n = n n (1.25a,b)
1.4
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
Direzioni principali
Le direzioni principali sono le direzioni dei versori dei piani sui quali le tensioni tangenziali risultano nulle, dove cio
si verifica:
n = Snn = 0 (1.26a)
cio:
x n yx zx nx
n = 0
xy y n zy y (1.26b)
z n
xz yz nz
Le (26) costituiscono un sistema di equazioni lineari omogeneo nelle variabili nx, ny ed nz; essendo incognito anche
il valore n associato a ciascuna soluzione del sistema. Affinch il sistema (26) ammetta soluzioni diverse da quella
identicamente nulla, deve essere:
Det ( S n ) = 0 (1.27)
Sviluppando la (27) si ottiene la cosiddetta equazione secolare o degli autovalori che permette di valutare i valori
n
n3 I1 n2 + I 2 n I 3 = 0 (1.28)
Fissato il punto del solido, al variare dellorientamento della terna x, y, z, tutte le componenti della matrice
assumono valori differenti, mentre le quantit (29) rimangono invariate.
Lequazione secolare (28) ammette 3 radici reali indicate con 1, 2 e 3. Tali valori di tensione sono detti tensioni
principali. Sostituendo uno alla volta questi valori nella (26) possibile ottenere i versori delle corrispondenti direzioni
principali n1, n2, n3. Se le tensioni principali sono distinte si pu dimostrare che sono ortogonali a due a due. Se due
tensioni principali coincidono, tutte le direzioni ortogonali allaltra sono direzioni principali (es. 1=2 e 30, tutte le
direzioni normali ad n3 sono direzioni principali). Se 1=2=3 tutte le direzioni uscenti dal punto sono principali. I tre
valori scalari delle tensioni principali e i tre versori sono rispettivamente gli autovalori e gli autovettori della matrice
, per cui, per la loro determinazione, conveniente utilizzare gli algoritmi appositamente sviluppati nel campo del
calcolo numerico.
Se si sceglie una terna di riferimento cartesiana i cui assi coincidono con le direzioni principali nel punto
considerato del solido, la matrice diventa:
x 0 0 1 0 0
= 0 y 0 = 0 2 0 (1.30)
0 0 z 0 0 3
La (14), che consente di ottenere la tensione agente sulla generica giacitura n, si trasforma come segue:
pn1 1 0 0 n1
p n = pn 2 = 0 2 0 n
2 (1.31)
pn 3 0 0 3 n3
La componente normale (18) diventa:
n = 1n12 + 2 n22 + 3 n32 . (1.32)
La componente tangenziale, utilizzando la (24), diventa:
1.5
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
Cerchi di Mohr
Fissato un punto del solido, si consideri una terna di riferimento (x1, x2, x3) con gli assi paralleli alle direzioni
principali. In tale riferimento il tensore diventa quello descritto dalla (30). Si consideri il fascio di piani i cui versori n
sono perpendicolari a x3 (fig.6): essendo n3=0, le eq.(32) e (34) assumono la seguente forma
( n 1 )( n 2 ) + n2 = 0 (1.40a)
2 2
1 + 2 1 2
n +n =0
2
(1.40b)
2 2
Le (40) sono le equazioni di una circonferenza nel piano n, n - la (a) del tipo (xa)(xb)+y2=0 - i cui punti sono i
valori di n e n che si ottengono al variare della direzione n (cio dellangolo 1). La circonferenza ha il centro
sullasse n in posizione (1+2)/2 e raggio pari a (12)/2. Questo valore coincide con quello della massima
tensione tangenziale nel punto max=(12)/2, che agisce nel piano a 45 rispetto ad n1 (1=45).
Fig.1.7 Posizione delle coppie e sul cerchio di Mohr al variare della giacitura nel caso di stato tensionale monoassiale.
1.6
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
O n O n
x x
1 1=/4
B(y ,xy) 1
2 2 1
2 B(0,xy)
1 y y
2 1
Fig.1.10 - Cerchio di Mohr nel caso di 1>0 e 2<0. Fig.1.11- Cerchio di Mohr nel caso di 1>0 e 2=1 (tangenz.).
n N N A(x ,xy) n
N
1 x 1 x
xy xy
21 y 21 y
2=0 1=0
O n O n
x x
1 1
B(y ,xy) 1 B(y ,xy)
2
1 y 2 y
Fig.1.12 - Cerchio di Mohr nel caso di 1>0 e 2=0 (tens. monoass.). Fig.1.13 - Cerchio di Mohr nel caso di 1=0 e 2<0 (compr. monoass.).
Ovviamente le informazioni su n e n contenute nei 3 cerchi sono relative ai soli 3 fasci di piani aventi per asse le
direzioni principali, mentre le informazioni contenute nelle (18) e (25) o (32) e (33) sono relative alla stella che
comprende tutte le direzioni che passano per il punto, tuttavia esse richiederebbero una rappresentazione costituita da
2 superfici definite rispettivamente nello spazio n, nx, ny e n, nx, ny decisamente poco pratica. Il fatto che nei cerchi di
Mohr siano rappresentati i fasci contenenti le tensioni massime e minime rende superflua la rappresentazione di
quanto accade nelle altre giaciture per le applicazioni pratiche.
z
zy
zx
n
yx x
n y
Fig.1.14 I 3 cerchi di Mohr relativi a uno stato di sollecitazione puramente tangenziale nel quale 1=2. Fig.1.15 Caso di direzione z non
Varie giaciture e i corrispondenti punti e sui cerchi di Mohr. principale (zx0 e zy0).
1.7
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
n n n
a) b) c) d) n
n n n n
1
3
2 2 2 2
3 1 3 1 1 3
Se la terna di riferimento scelta tale che la direzione z non principale, come in fig.15, ancora possibile
tracciare dei cerchi di Mohr rappresentativi dello stato tensionale. In questo caso per, in corrispondenza delle
intersezioni di ciascun cerchio con lasse n, si vengono a determinare le cosiddette tensioni principali secondarie i.
Nelle giaciture di tali tensioni risultano nulle le tensioni tangenziali ortogonali allasse del fascio cui il cerchio di Mohr
si riferisce, cio parallele al piano in cui le tensioni principali secondarie agiscono, ma sono diverse da zero quelle
parallele allasse del fascio, tratteggiate nellesempio di fig.15.
Infine utile notare che se 2 tensioni principali sono uguali il cerchio di Mohr avente per fascio laltra direzione
degenera in un punto. Nel caso di sollecitazioni nelle quali tutte e 3 le tensioni principali sono uguali, definito stato
tensionale idrostatico, tutti cerchi di Mohr degenerano nello stesso punto.
x yx 0
= xy y 0 (1.42)
0 0 0
essendo le componenti di tensione in direzione z nulle, cio z=yz=xz=0. Si noti che zx e zy, anche se parallele al
piano xy, sono nulle per il principio di reciprocit essendo xz=yz=0. Per lo stesso motivo z risulta essere direzione
principale. I cerchi di Mohr di fasci x ed y passano per lorigine degli assi essendo z=0. In questo caso lorientazione
delle direzioni principali pu essere identificata tramite un solo parametro, cio langolo 1 tra la direzione 1 e lasse
x.
Si noti che lo stato di tensione sempre piano sulle superfici non sollecitate da forze esterne. In tal caso, infatti, le
tensioni agenti su di esse risultano nulle e la direzione normale ad esse anche direzione principale.
Gli invarianti (29) assumono la seguente forma:
In caso di stato di tensione piano, inoltre, le componenti n e n agenti su un piano ortogonale alla direzione z, la
cui normale forma un angolo con lasse x, ponendo nx=cos, ny=sin, possono essere espresse anche come:
x + y x y x y
n = + cos 2 + xy sin 2 n = sin 2 + xy cos 2 (1.46,47)
2 2 2
Le (46) e (47) possono essere ricavate rispettivamente dalla (45), utilizzando le formule trigonometriche di
bisezione, e sviluppando la (25a).
1.8
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
n n
n
2
1 2 1 2=1 1
Fig.1.17 - Cerchi di Mohr nel caso stato di tensione Fig.1.18 - Cerchi di Mohr nel caso di stato di tensione
piano per 1>0, 2>0 e 1>0, 2<0. puramente tangenziale.
A sua volta, langolo 1 formato dallasse x e la direzione principale n1 dato dalla seguente espressione:
1 2 xy
1 = tan 1 (1.48)
2 x y
Ricordando che il valore della tensione tangenziale massima pari al raggio del cerchio di Mohr max=(12)/2,
utilizzando la (44), si ottiene:
2
y
max = x + xy
2
(1.49)
2
Se si scelgono gli assi x ed y coincidenti con le direzioni principali (x1, y2) le espressioni (42) e (46,47,49) si
modificano come segue:
1 0 0
= 0 2 0 (1.50)
0 0 0
1 2 1 2
n = 1 cos 2 1 + 2 sin 2 1 n = sen 21 max = (1.51-53)
2 2
In fig.17 sono mostrati cerchi di Mohr rappresentativi di due casi di stato di tensione piana. Si osserva come 2
cerchi risultano sempre tangenti in corrispondenza dellorigine degli assi.
Un caso importante quello di stato di tensione puramente tangenziale i cui cerchi di Mohr sono rappresentati
nelle fig.11 e 14 e riproposti in modo completo in fig.18. In questo caso esistono due piani ortogonali sui agisce solo
una tensione tangenziale m, come nel caso della torsione pura (fig.19). Le tensioni principali agiscono su piani
formanti un angolo pari a /4 con la direzione della m e risultano essere rispettivamente 1=m e 2=1. La tensione
tangenziale m quindi la massima nel punto al variare della la giacitura e risulta pari alla massima tensione
principale. Lo stato di tensione puramente tangenziale quello per il quale il rapporto tra la tensione tangenziale
massima e la massima tensione principale in valore assoluto, cio m/max{|1|,|2|}, il pi grande possibile, essendo,
in particolare, pari ad 1, m=max{|1|,|2|}.
Con opportuna scelta degli assi cartesiani, la (42) si trasforma nella (54) e la (50) nella (55):
0 yx = m 0 1 = xy 0 0
= xy = m 0 0
= 0 2 = 1 = xy 0 (1.54,55)
0 0 0 0 0 0
Mt Mt
n xy n
1
n n
x
2
y
Fig.1.19 Stato di tensione puramente tangenziale sulla superficie di un elemento sottoposto a torsione: a sinistra le tensioni tangenziali
cartesiane agenti in un punto della superficie, a destra le tensioni principali nello stesso punto. Accanto i punti corrispondenti sul cerchio
di Mohr.
1.9
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
cos
n = sin (1.57)
0
Nel caso tridimensionale lidentificazione delle componenti di n tramite i coseni direttori decisamente meno
agevole (fig.20b). Spesso pu essere opportuno utilizzare le coordinate sferiche nelle quali la direzione viene
identificata per mezzo degli angoli e mostrati in fig.20d. In particolare () langolo che la proiezione del
versore sul piano xy forma con lasse x (detto azimut) e (0) langolo che il versore forma con lasse z (detto
elevazione). In questo caso, con semplici considerazioni trigonometriche, possibile mostrare che il versore n assume
la seguente forma:
cos sin
n = sin sin (1.58)
cos
Come ovvio e facilmente verificabile, i moduli dei versori espressi dalle (57-58) sono unitari.
utile anche la relazione che lega gli angoli e agli angoli , , o alle componenti del versore n:
cos 1 ny
tan 1 tan
= cos = nx (1.59)
cos nz
1
Una direzione di un certo interesse quella della trisettrice, cio la retta che forma uguali angoli con tutti e tre assi
coordinati (fig.21). utile notare che, mentre nel caso piano, la bisettrice degli assi x ed y forma con detti assi un
angolo di 45, nel caso tridimensionale, la trisettrice del 1 quadrante forma con gli assi angoli ===54.74. Ci
facilmente dimostrabile dovendo essere 1=(nx2+ny2+nz2)0.5=(n2+n2+n2)0.5=(3n2)0.5, da cui risulta n=(1/3)0.5=0.5774 ed
===cos1(0.5774)54.74. La trisettrice del 1 quadrante pu essere identificata con angoli e pari
rispettivamente a =45 e =54.74 (=0.7854 rad, =0.9553 rad). Si noti che le trisettrici dei 4 quadranti non sono
mutuamente ortogonali.
z z z 3 =54.7
n n
n y =54.7
n =54.7 =54.7
y y y 2
n x x
x x 1 =45
(a) (b) (c) (d)
Fig.1.20 (a,b) Versori nel piano e nello spazio; convenzioni sulla misura degli angoli , e . Fig.1.21 La trisettrice del primo
(c,d) Determinazione pratica delle componenti dei versori; langolo (c) e gli angoli quadrante: ===54.74,
e (d). =45, =54.74.
1.10
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
x yx zx x yx zx
T
xy y z y = N xy y zy N (1.61)
xz yz z xz yz z
nella quale la matrice di rotazione N pu essere espressa come
N = n x n y n z (1.62)
essendo nx, ny ed nz i versori delle rette parallele agli assi xyz con le componenti espresse rispetto agli assi xyz, cio
z z z
z z z z
y
x z
y z y z y
x x x
x y
x
x
x y x
y y y
Fig.1.22 Trasformazione dassi: gli angoli , , tra gli assi x, y e z e gli assi il versore dellasse cui fa riferimento il pedice.
1.11
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
viene rispettata la regola della mano destra): ad esempio in fig.23 gli angoli e sono positivi, mentre langolo
negativo. opportuno sottolineare il fatto che la convenzione del segno relativa allangolo di rotazione simile a
quella della coordinata sferica , mentre quella relativa allangolo di rotazione differente.
Utilizzando la (58) possibile dimostrare che i versori degli assi xyz possono essere posti in relazione con gli
angoli , e mediante le seguenti relazioni:
cos cos cos sin sin sin cos cos sin cos + sin sin
N = sin cos sin sin sin + cos cos sin sin cos cos sin (1.66)
sin cos sin cos cos
z z z
z z
z
yaw
y y roll y
pitch
x x x
x x x
y
y y
Fig.1.23 Trasformazione dassi: gli angoli (imbardata/yaw) rispetto allasse z, (beccheggio/pitch) rispetto alla nuova posizione dellasse y,
(rollio/roll) rispetto allasse x.
/
Tensioni ottaedriche, tensori idrostatico e deviatorico, invarianti
I 4 piani le cui normali sono parallele alle trisettrici degli assi principali sono detti piani ottaedrici (fig.24). Tale
definizione nasce dal fatto che disegnando 2 coppie di piani simmetrici rispetto allorigine degli assi per ciascuna delle
4 trisettrici si genera un ottaedro (similmente a come, disegnando 3 coppie di piani simmetrici rispetto allorigine per
ciascuna delle tre direzioni principali si genera un cubo).
Come visto nel precedente paragrafo, le trisettrici delle direzioni principali formano con gli assi principali angoli
uguali di 54.74, per cui i versori n che identificano i piani corrispondenti hanno ciascuna componente pari a
n=(1/3)0.5=0.5774 in valore assoluto. Utilizzando le equazioni (32) e (33) o (34), che consentono di ottenere le tensioni
per assegnata giacitura, si pu mostrare che le tensioni normali e tangenziali agenti sui piani ottaedrici (fig.24), dette
tensioni ottaedriche, sono date dalle seguenti equazioni:
1 + 2 + 3
( 1 2 ) + ( 2 3 ) + ( 1 3 )
2 2 2
h = h = 13 (1.67,68)
3
La (68) pu essere scritta anche come
h = 2
3
12 + 22 + 32 ( 1 2 + 2 3 + 1 3 ) (1.69)
h = 2
3
x2 + y2 + z2 ( x y + y z + z y ) + 3 ( xy2 + yz2 + zx2 ) (1.70)
interessante osservare che la h e la h possono essere riscritte in funzione del primo e del secondo invariante
delle tensioni (29a,b) come segue:
1.12
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
2 2
h
h
n
1 54.7
54.7 54.7
1
3
3
Fig.1.24 Lottaedro e il piano ottaedrico relativo al primo quadrante.
h = 13 I1 h = 2
3
I12 3I 2 (1.71,72)
Unaltra caratteristica interessante delle tensioni ottaedriche riguarda il fatto che esse sono legate a valori medi
delle tensioni agenti nel punto, valutati rispetto a tutte le giaciture, cio considerando le direzioni che si ottengono al
variare degli angoli e in tutto il loro campo di definizione. In particolare, dalla (67) si osserva che la tensione h
pari alla media delle tensioni principali med, mentre dalla seguente relazione
1
( , )
2
h = sin d d (1.73)
4 0
n
si osserva che la tensione h pari alla radice quadrata del valor quadratico medio delle tensioni tangenziali che
agiscono secondo tutte le giaciture.
Nel caso in cui le tre tensioni principali agenti in un punto del solido sono uguali e pari ad un valore costante 0,
cio si ha 1=2=3=0, facile verificare che per qualunque giacitura n passante per il punto si ha n=0=h e
n=h=0. Questo stato tensionale si definisce stato di tensione idrostatico.
Come si vedr nellapposito capitolo, questo tipo di sollecitazione importante nello sviluppo delle teorie relative
alla resistenza dei materiali soggetti a tensioni, in quanto, in generale, i materiali possono sopportare tensioni
idrostatiche estremamente maggiori di quelle monoassiali. Da questa osservazione sperimentale si ricava il fatto che
gli stati tensionali sono tanto pi pericolosi quanto pi si differenziano rispetto a quello idrostatico. Qualunque stato
tensionale pu essere scomposto nella somma di uno stato tensionale idrostatico e di un altro dato dalla differenza tra
lo stato di tensione originale e quello idrostatico stesso:
x yx zx 0 0 0 x 0 yx zx
= xy y zy = 0 0 0 + xy y 0 zy (1.74)
xz yz z 0 0 0 xz yz z 0
Nel caso in cui la tensione idrostatica scelta pari alla media delle tensioni principali, ovvero alla tensione
ottaedrica, cio
1 + 2 + 3 x + y + z I1
0 = = = = h = med (1.75)
3 3 3
il secondo stato tensionale definito deviatorico e si ha:
x yx zx h 0 0 x h yx zx h 0 0 x yx zx
= xy y zy = 0 h 0 + xy y h zy = 0 h 0 + xy y zy
(1.76)
xz yz z 0 0 h xz yz z h 0 0 h xz yz z
nella (76) le tensioni i (i=x,y,z) sono dette tensioni ridotte
i = i h (1.77)
1.13
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
1 0 0 h 0 0 1 0 0
= 0 2 0 = 0 h 0 + 0 2 0 (1.78)
0 0 3 0 0 h 0 0 3
In definitiva le (74-78) mostrano che il tensore rappresentativo di qualsiasi stato tensionale pu essere scomposto
nella somma dei tensori idrostatico e deviatorico.
possibile definire degli invarianti anche per le tensioni ridotte:
J 1 = 1 + 2 + 3 = x + y + z = 0
J 2 = 13 I12 + I 2 = 16 ( 1 2 ) + ( 2 3 ) + ( 1 3 )
2 2 2
(1.79a-c)
J 3 = I3 + 1
I I2 +
3 1
2
27
I13
Utilizzando le definizioni (79) e ricordando le (71-72) possibile dimostrare che la tensione tangenziale ottaedrica
proporzionale allinvariante J2, quindi le espressioni delle tensioni ottaedriche possono essere sintetizzate con le
seguenti relazioni:
h = 13 I1 h = 2
3
I12 3I 2 = 2
3
J2 (1.80,81)
1.14
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
u n + 2 v n
= = 2 (1.83,84)
u 2 v n
A loro volta le componenti cartesiane dei versori n, u e v possono essere ottenute mediante la (1.58) come
Le componenti del vettore (86) possono essere valutate effettuando il prodotto scalare tra il vettore pn=n (15) e i
versori n, u, v (85) mediante le seguenti relazioni:
n = n p n = n p n u = u p n = u p n v = v p n = v p n (1.87a-c)
Se utile, il modulo di n e langolo formato con lasse u (fig.26) possono essere ottenuti come
n = u2 + v2 = tan 1 v u (1.88)
In definitiva, la determinazione della posizione del vettore n nel piano di normale n pu essere effettuata
determinando i versori n, u e v mediante le (85) e le componenti di tensione mediante le (87), utilizzando le sole
coordinate sferiche n-n, oppure le 3 coppie di coordinate n-n e u-u, v-v ottenute con le (83,84).
Naturalmente se la direzione n coincide con una delle direzioni cartesiane xyz, gli assi u e v coincidono con le altre
due direzioni cartesiane stesse e il vettore pnuv (86) pu essere rappresentato direttamente con uno dei vettori px, py o pz
(5a-c).
a) z b) z
u c) z
u=90
v v v
v v=90n
n n n n v
v
n n n n
u u u
90
u=n+90 n
v v u
v
y y
v=n180 y
90
u 180 u u
n 90n u
x x x
n
Fig.1.25 Sistema di assi nuv e coordinate sferiche dei versori. a) orientazione del versore n, Fig.1.26 Componenti nuv del vettore tensione pn.
b) orientazione dei versori u e v, c) relazioni tra gli angoli.
1.15
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
w w
z b) c)
v w d)
v v
a)
n w w
n n w v sen
u v v
n
y
u cos
n
x P u u P u u
Fig.1.27 a) Le coordinate nuv e l'asse w, formante un angolo con lasse u; b-d) Proiezioni del vettore n lungo lasse w.
In alternativa alle componenti cartesiane u e v, in alcuni casi, utile determinare la proiezione del vettore n lungo
un asse w formante un angolo con lasse u (fig.27a,b), definita w. Proiettando le componenti u e v lungo lasse w
(fig.27c,d) e ricordando le (87b,c) si ottiene
nn = nx2 n y2 nz2 2 nx n y 2 nx nz 2n y nz
un = u x nx u y ny u z nz u x n y + u y nx u x nz + u z n x u y nz + u z n y
vn = vx nx v y ny v z nz v x n y + v y nx v x nz + v z nx v y nz + vz n y
w n = wx nx wy n y wz nz wx n y + wy nx wx nz + wz nx wy nz + wz n y (1.93a-d)
in modo che le relazioni (87a-c) possano essere convenientemente riscritte nel modo seguente:
1.16
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
1 0 0 x yx zx 1 0 0 x xy 0
= 0 2 0 = xy y zy = 0 2 0 = yx y 0
0 0
0 0 3 xz yz z 0 0 0 0
Invarianti Invarianti nel piano
I1 = x + y + z I1 = 1 + 2 = x + y I 2 = 1 2 = x y xy2
I 2 = x y + y z + z x xy
2
yz
2
zx2 Equazione secolare
I 3 = x y z + 2 xy yz zx 2
x yz
2
y zx
2
z xy
n3 I1 n2 + I 2 n I3 = 0
Versore nello spazio e nel piano Coordinate sferiche
1 2 x y
n = ( 1 2 ) n1n2 n = sen 21 n = sin 2 xy cos 2
2 2
Cerchi di Mohr
2 2
1 + 2 1 2
( n 1 )( n 2 ) + 2
n =0 n +n
2
=0
2 2
Tensioni normali - caso piano Tensioni tangenziali- caso piano
2 2
1 x + y y y
1 2
= x + xy max = = x + xy
2 2
2 2 2 2 2
+ 2 1 2 1
( 1 2 ) ( x y )
2 2
x, y = 1 cos 21 xy = 1 2 sin 21 =
2 2 2 2
Angolo 1 tra l'asse x e la direzione n1 Relazioni tra x e y
2 xy
( 1 2 ) 4 xy2
2
tan 21 = y =x
x y
y = x ( 1 2 ) cos 21
n
sin 21 = 2sin 1 cos 1 = 1
( 1 2 ) y = x 2 max
2
xy2
2
cos 21
x
1.17
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
( 1 2 ) + ( 2 3 ) + ( 1 3 )
2 2 2
1 + 2 + 3 h = 13
h =
3 h = 2
3
12 + 22 + 32 ( 1 2 + 2 3 + 1 3 )
x + y + z
h = h = 2
3
x2 + y2 + z2 ( x y + y z + z y ) + 3 ( xy2 + yz2 + zx2 )
3
h = 13 I1 h = 2 I12 3I 2 = 2 J2
3 3
i = i h J 1 = 1 + 2 + 3 = x + y + z = 0
J 2 = 13 I12 + I 2 = 61 ( 1 2 ) + ( 2 3 ) + ( 1 3 )
2 2 2
J3 = I3 + 1
I I2 + 2
I13
J 2 = 16 ( x y ) + ( y z ) + ( z x ) + xy2 + yz2 + zx2
2 2 2 3 1 27
x yx zx h 0 0 x yx zx 1 0 0 h 0 0 1 0 0
= xy y zy = 0 h 0 + xy y zy = 0 2 0 = 0 h 0 + 0 2 0
xz yz z 0 0 h xz yz z 0 0 3 0 0 h 0 0 3
Legge di trasformazione degli assi delle componenti cartesiane della tensione nel piano
cos cos cos sin sin sin cos cos sin cos + sin sin
N = sin cos sin sin sin + cos cos sin sin cos cos sin
sin cos sin cos cos
1.18
G. Petrucci Lezioni di Costruzione di Macchine
Il vettore pnuv
p nuv = [ n u v ]
T
n = u2 + v2 = tan 1 v u
pn = n
n = n p n = n p n u = u p n = u p n v = v p n = v p n
n u n + 2 v n
= 2 = 2
n u v n
La componente w
Componenti n, u, v e w
n = nns nn = nx2
n 2y nz2 2 nx n y 2 nx nz 2n y nz
x
y
u = uns un = u x nx u y ny u z nz u x n y + u y nx u x nz + u z nx u y nz + u z n y
s= z
xy
v = vns v n = vx nx v y ny v z nz v x n y + v y nx v x nz + v z nx v y nz + vz n y
xz
yz
w = w ns w n = wx nx wy n y wz nz wx n y + wy nx wx nz + wz nx wy nz + wz n y
1.19