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Ho preso un solido, soggetto a delle azioni.

Di questo solido ho
preso un punto, in questo punto ho scelto un sistema di
riferimento cartesiano x,y,z.
Ho trovato i vettori tensione sulle tre direzioni di normale x,y,z e
li metto a matrice.
In questo punto, ci sono direzioni per cui ho soltanto tensione
normale? Si, basta che trovo le soluzioni all’equazione secolare.
Date le soluzioni (che esistono e solo reali perché la mia matrice
è simmetrica), le chiamo
Mi trovo dal sistema N1, N2, N3, che sono i vettori normali ai
piani su cui le tensioni normali sono
Riepilogo: ho de nito il problema che è determinare se esistono, nell’intorno di un punto, delle direzioni su cui il vettore
tensione tangenziale (quindi la componente tangenziale) è zero.
Se trovo queste direzioni, le chiami direzioni principali. Sono le direzioni in cui il vettore tensione è allineato con la normale, non
c’è altro.
Le relative componenti di tensione normale per queste direzioni principali le chiamo tensioni principali.
Quindi il mio problema è determinare se nell’intorno di un punto esistono direzioni e tensioni principali.
Mi sono reso conto che questo equivale ad a ermare che il determinante di questa matrice deve essere uguale a zero.

In altre parole signi ca a ermare che i sigma n sono soluzione di questa equazione:

In cui i coe cienti sono I1, I2, I3, sono de niti in questo modo:

È un’equazione di terzo grado, quindi le soluzioni potrebbero essere reali oppure no. Invece, il fatto che il tensore sia
simmetrico, mi garantisce che le soluzioni siano sempre reali.
Allora queste soluzioni reali sono proprio le tensioni principali. Andandole a in lare in questo sistema qua:

Le soluzioni di questo sistema sono proprio le mie direzioni principali.


Allora trovo sempre tre direzioni principali e tre tensioni principali.
Abbiamo analizzato le loro proprietà:
La prima è che se sono diverse tra loro, allora sono ortogonali tra loro.
Ma ho dovuto imporre che
Che succede se invece ho una soluzione con molteplicità doppia? Cioè se
Avere una soluzione con molteplicità doppia, vuol dire che se prendo queste due direzioni e il piano che le contiene, qualsiasi
direzione appartenente al piano sarà anch’essa direzione principale, e avrà la stessa tensione principale.

Ho visto il caso di soluzioni tutte diverse tra loro, cioè tutte a molteplicità unitaria, ma voglio vederlo in una maniera più sica,
cioè voglio capire e ettivamente che succede.
Siamo nelle ipotesi di tre soluzioni diverse tra loro, e voglio considerare tutti i piani su cui agisce una tensione principale: li
chiamo piani principali. Se considero questi piani e faccio il volumetto, ottengo un cubo.
(Per il principio di azione e reazione). Ottengo lo stato tensionale cubico, caratterizzato da tre soluzioni dell’equazione secolare
tutte diverse tra loro.

Che succede se ho una soluzione a molteplicità doppia? Cioè


Visto che ho una soluzione a molteplicità 1, (proveniente da N3) vale quello che abbiamo detto in precedenza: se guardò
questo pianetto (che è un piano principale perché N3 è la normale), su esso agisce la tensione
Se adesso prendo una qualunque direzione ortogonale a N3, io so che anch’essa sarà una direzione principale ( in quanto
ortogonale e quindi appartenente al piano compreso tra e
Tutti questi pianetti sono quindi piani principali. Se faccio un inviluppo di tutti i piani che hanno come normale la direzione
principale, ottengo un cilindro.
E se tutte e tre le soluzioni sono coincidenti? Cioè se
Signi ca che ho una soluzione a molteplicità tripla, cioè che la mia matrice

Qualunque N è direzione principale.


In questo caso, facendo l’inviluppo del fascio di rette ottengo una sfera.
I materiali con stato tensionale sferico sono quelli sempre privi di tensione tangenziale.
È il caso dell’acqua; mi basta il valore di per de nire completamente lo stato tensionale.
Guardando il tensore vedo subito che non è diagonale, allora il sistema di riferimento cartesiano non è il sistema di
riferimento principale.
Posso dire qualche altra cosa?
La prima colonna è , la seconda , la terza
Guardando vedo che gli elementi fuori diagonale sono nulli, allora so che:

Ciò signi ca che se prendo il pianetto che ha come normale z, il vettore tensione che trovo è allineato proprio con z, cioè z è
una direzione principale.
Se non me ne fossi accorto, avrei scritto l’equazione secolare per trovare I1, I2, I3.

Allora l’equazione secolare diventa


Su queste direzioni qua, che stato tensionale agisce?

Come scelgo se è maggiore o minore di zero?


Intanto vale il principio di reciprocità delle tensioni tangenziali sulle tensioni
tangenziali lungo i pianetti (vanno verso lo stesso spigolo)
questa direzione è quella che per Mohr avrà (perché la de niamo
positiva se da un verso di rotazione orario).
Quanto vale la su questi pianetti? Questi punti hanno coordinate ( )
e allora hanno
, invece, vale
Quindi abbiamo dei piani su cui agisce soltanto tensione tangenziale, ecco
perché lo chiamiamo stato tensionale piano puramente tangenziale.
In particolare, questa tensione tangenziale è proprio la massima che possiamo
trovare. La possiamo scrivere come , che nel SR principale può essere
scritto come raggio del cerchio massimo

Quindi lo stato tensionale puramente tangenziale e un particolare stato


tensionale piano in cui si ha solamente tensione tangenziale.
Possiamo immaginare di de nire lo stato deformativo della generica bra uscente dal punto, dato da una componente
normale e da una componente di scorrimento (quindi una componente di deformazione estensionale più una componente di
scorrimento) e de niamo una formula analoga a quella di Cauchy che è data da un tensore di deformazione.
Come abbiamo fatto per lo stato tensionale, possiamo considerare delle direzioni dove abbiamo solo deformazioni
estensionali e non abbiamo scorrimenti.
Cioè utilizziamo le direzioni principali per lo stato deformativo.
Un’altra misura della deformazione che utilizzeremo è la variazione di volume, cioè noi possiamo immaginare di prendere un
volumetto nel nostro S.R., cioè prendiamo tre bre disposte lungo i tre assi.
Applicando una forza che va crescendo, misuriamo la forza stessa e la lunghezza L del nostro provino. Dalla forza, misuriamo
la tensione; ma cosa misuriamo dalla variazione di lunghezza delle bre?
Noi ci aspettiamo che le bre che prima erano ortogonali abbiano una variazione dell’angolo? In realtà no, vedo che se io
allungo le bre no ad una lunghezza L*, dato che è un solido monodimensionale io mi aspetto di vedere una misura della
dilatazione assiale. Data la simmetria geometrica e di carico, mi aspetto costante in ogni punto.

Da un punto di vista cinematico, cosa ho fatto? Ho fatto la stessa cosa che ho fatto dal punto di vista
meccanico: l’unica componente di deformazione da solido monodimensionale che mi aspetto è la
dilatazione assiale ex, non mi aspetto ne scorrimenti ne curvatura essionale, ma allora se traduco in
ogni punto del mio solido queste ipotesi di questo stato deformativo, assumendo che tutto per la
simmetria sia lo stesso in ogni punto, allora in ogni punto ho la deformazione assiale

Ma ho anche delle deformazione trasversali (cioè delle bre disposte lungo la sezione trasversale),
che posso trovare attraverso delle misure.
Nel caso di compressione, la sezione trasversale aumenta.
La relazione che lega la deformazione in y e z rispetto a quella in x è di tipo lineare, secondo questa relazione:
La prova che facciamo per determinare la risposta alle tensioni tangenziali,
è una prova su barre a sezione cilindrica. Questa volta, al posto di due
forze, la barra è soggetta ad un momento.
Il momento nel piano della sezione trasversale, quindi con asse
longitudinale, lo abbiamo chiamato momento torcente o momento
torsionale.
Sul diagramma di corpo libero ho due momenti uguali e contrari, allora le
azioni interne su questo solido sono date solo dal momento torcente.
Quello che nasce è uno stato tensionale puramente tangenziale. Cioè se
prendo la coppia di bre che è sull’asse longitudinale e sull’asse
tangenziale, trovo solamente tensione tangenziale. Trovo una coppia di
assi caratterizzati solamente da

Varia l’angolo tra le due bre, sperimentalmente si è visto che ho uno scorrimento.
Ottengo che:

Non abbiamo l’e etto Poisson: se nasce una tensione tangenziale e quindi il corrispondente scorrimento, non nasce uno
scorrimento tra le altre bre.
Dal punto di vista degli scorrimenti, le bre sono indipendenti tra loro.
Le equazioni costitutive diventano semplici:
Tutte queste sono equazioni di erenziali con le condizioni al contorno, e delle equazioni scalari.
Le nostre incognite sono delle funzioni e non dei numeri: le componenti del vettore Sigma, le componenti del vettore Epsilon, le
componenti del vettore U.
In de nitiva abbiamo 15 incognite:
Con le relative condizioni al contorno.
Abbiamo a disposizione 15 equazioni in parte di erenziali.
Questo appena de nito, è il PROBLEMA ELASTICO LINEARE.
Il teorema di Kirchho mi assicura che la soluzione al problema esiste ed è unica.

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