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Ottengo due corpi continui la cui unione mi restituisce il corpo iniziale.

Considero un punto P sul piano :lo ritroveremo nelle due parti.


Se noi supponiamo che il solido sia soggetto a delle azioni (concentrate o distribuite) e che
sotto queste azioni il solido sia in equilibrio, per il postulato di Eulero posso a ermare che le
due parti sono in equilibrio.
A mantenere l’equilibrio contribuiscono le azioni che le due parti di solido si scambiano fra
di loro: azioni applicate sulle super ci
Sulla super cie posso considerare una areola che è un intorno di P1 sulla
super cie ,identi cando così le azioni che il solido due esercita sull’areola
Adesso dividiamo ognuno dei due segmenti di tangente che vanno dal valore della funzione
al punto di contorno in un certo numero di parti uguali.
Dopo di che prendo il primo punto trovato sul segmento \ è lo unisco al primo trovato sul
segmento /
Il secondo con il secondo e così via. I segmenti che trovo unendo i punti sono tangenti alla
mia parabola “inviluppo delle tangenti”

Il diagramma dei momenti mi è venuto prima crescente e poi decrescente, quindi abbiamo
un punto di max. Per avere punti di max/min la derivata deve essere uguale a zero. Ma la
derivata non è altro che il taglio: T(0)=Mmax

Non ho ancora determinato le reazioni vincolari:


Posso andare a recuperare le equazioni al contorno che non ho ancora usato, oppure scrivo
direttamente le condizioni di equilibrio.
Dato che ho dei carichi distribuiti, per la determinazione delle reazioni vincolari posso
riferirmi alle condizioni di struttura NON deformata (ipotesi di piccoli spostamenti) —> corpo
rigido.
Questa è la determinazione della risposta meccanica di una struttura
ISOSTATICA: reazioni vincolari, le caratteristiche di sollecitazione per via analitica e i
diagrammi delle caratteristiche di sollecitazioni.
Ogni volta che ho una discontinuità di queste grandezze o dei carichi distribuiti, divido il mio
problema.
Le condizioni al contorno devono essere veri cate in A, B e C:
In A c’è un bipendolo con asse lungo lo sforzo normale, quindi nella direzione ortogonale all’asse il bipendolo
non può reagire. Cioè il taglio deve essere nullo.
In C ho un estremo libero, questo mi dice che in C devono essere nulli N, T ed M.

In B lo sforzo normale è continuo (non abbiamo discontinuità ed è corretto perché questa nello sforzo normale
si può avere se e solo se abbiamo una forza concentrata diretta lungo l’asse della trave)
Nel taglio abbiamo una discontinuità (dobbiamo veri care quindi che ci sia una forza concentrata è che
questa, a meno del segno, sia uguale alla discontinuità)
In B ho la reazione vincolare qL, quindi la discontinuità del taglio deve essere proprio qL.
Per il diagramma dei momenti non ho discontinuità, ed è corretto che sia così poiché non ho momenti
concentrati in B.
Abbiamo una cuspide: ciò indica che la derivata a sinistra e quella a destra non sono uguali.

Le reazioni vincolari le posso già determinare con le equazioni cardine della statica. B è un vincolo composto
(reazioni vincolari interne ed esterne)
Esamino le varie parti della struttura:
Devo scrivere adesso le equazioni di erenziali. Non posso considerare un solo tratto, quando si ha un vincolo
interno devo dividere la struttura in più parti. In questo caso a maggior ragione poichè ho una forza
concentrata ed una variazione del carico distribuito (ho delle discontinuità che mi obbligano a considerare due
tratti) AB-BC
Le reazioni interne sono già comprese, non vanno aggiunte.
Questo concio elementare deve essere in equilibrio.

Non ho ancora considerato che in B c’è una cerniera interna. La cerniera non sa esercitare momento, allora i
due momenti devono essere uguali a zero.
Fino ad adesso abbiamo usato direttamente le equazioni di erenziali di equilibrio, e potremmo farlo anche in
questo caso, ma dovrei considerare A-D , D-B , B-E , E-C.
Cioè 4 campi, e avremmo 12 equazioni in 12 incognite. Inoltre in D scrivere le equazioni al contorno diventa
complicato: dovrei comporre il taglio e lo sforzo normale.
Applico allora un altro metodo:
Metodo della sconnessione: se consideriamo la nostra struttura e la tagliamo in due punti con un piano di
separazione, per ripristinare l’equilibrio di ognuna delle due parti è necessario applicare le azioni interne che le
parti di struttura si scambiano fra di loro.
Non ho integrato nulla, non ho scritto 12 equazioni. Ho sconnesso una parte di struttura. Per veri care posso
risolvere le tre equazioni relative alla parte di struttura χC. SENZA CONSIDERARE le azioni interne.
Mi aspetto che le bre inferiori si allungano e le bre superiori si accorciano.
Come faccio a descriverlo? La bra si è incurvata (ho un arco di cerchio)
Posso de nire il raggio di curvatura: prolungo le sezioni trasversali no a che
non si intersecano in un punto C. La distanza tra il punto C e la bra
baricentrica indica il raggio di curvatura medio.
Calcolando il prodotto trovo la lunghezza della bra baricentrica,
uguale a Δx perché ho spostamenti in nitesimi.
Quindi le equazioni di compatibilità e le equazioni di equilibrio hanno la stessa struttura. Hanno inoltre lo stesso
operatore a meno della trasposizione, ma non è una coincidenza:
C’è qualcosa che lega fra loro le due equazioni. Parte meccanica e parte cinematica sono legate tra loro dal
principio dei lavori virtuali.
Voglio quindi analizzare il PLV con i solidi monodimensionali, e abbiamo bisogno di valutare anche il lavoro
interni (poichè non siamo più nelle ipotesi di corpo rigido).
Il lavoro è dato dalle forze interne per le corrispondenti componenti di deformazione.
Adesso dobbiamo aggiungere il lavoro esterno per cui abbiamo le forze concentrate e le forze distribuite.

Dato che il concio è piccolo, posso considerare


COSTANTE il carico distribuito.
Il lavoro della forza F distribuita:
Adesso vogliamo applicare il PLV al caso della trave piana, per capire il risultato che il PLV ci permette di
ottenere. Il PLV applicato al caso dei corpi rigidi ci ha fatto trovare le condizioni di equilibrio (cinematismi).
Adesso non abbiamo più l’ipotesi di corpo rigido, il concio elementare può cambiare forma e due punti generici
del nostro solido possono variare la loro distanza. Va rispettata l’ipotesi di continuità, spostamenti in nitesimi e
l’ipotesi di conservazione delle sezioni piane. TRAVI deformabili.
Il PLV ci dice che condizione necessaria e su ciente a nché il nostro corpo sia in equilibrio, è che il lavoro
virtuale compiuto dalle forze attive sia uguale a zero.

Il cambiamento di con gurazione nel caso di trave piana lo descriviamo con il vettore degli spostamenti U e il
vettore delle deformazioni q virtuali, cioè compatibili con i vincoli.

Lungo l’asta devo rispettare il vincolo di continuità:

Stiamo considerando il caso più generale, in cui all’estremità possiamo avere forze concentrate, vincoli ecc.
mentre lungo la trave no.
Lungo la trave, in generale, ci saranno dei carichi distribuiti.
Quindi la condizione necessaria a nché la nostra trave monodimensionale sia in equilibrio è che siano
rispettate queste tre equazioni: equazioni di equilibrio inde nite e al contorno.
Conoscendo le equazioni di compatibilità e quindi conoscendo com’è possibile esprimere gli spostamenti
virtuali, il PLV mi aiuta a trovare le condizioni necessarie per l’equilibrio.
La condizione su ciente mi dice che se sono veri cate le condizioni di equilibrio, allora il cambiamento di
con gurazione virtuale mi dà lavoro nullo.
Abbiamo applicato il PLV al caso di un solido monodimensionale piano.
Se parto da a da A in B non ho problemi. In B la linea d’asse cambia direzione quindi N diventa T e viceversa.
Sicuramente le funzioni sforzo normale e taglio non possono essere continue. Da B verso E non ho problemi.
Da E in C cambia nuovamente direzione. Da C in D non ho problemi.
Ho quindi quattro tratti, per ognuno di questi tratti mi serve un sistema di riferimento locale.
Basta scegliere una delle caratteristiche: scegliamo le bre inferiori, così non si scambiano i segni.
Date le bre inferiori ho de nito univocamente il concio elementare e de nisco gli estremi del tratto.
Nel tratto AB devo prendere un taglio alla generica ascissa X, e questo taglio deve dividere la struttura in due
parti.
Mi disegno il diagramma di corpo libero dalla parte che ritengo più comoda: andando a sostituire nella
sconnessione, alla parte di struttura che non disegno, le azioni interne.

La sostituzione del diagramma di corpo libero con la risultante va


fatta dopo che disegno il diagramma di corpo libero.
Trovato il diagramma di corpo libero mi posso scrivere tre equazioni
di equilibrio e o tre incognite (caratteristiche di sollecitazione)
Ho ottenuto le stesse equazioni di equilibrio che ho ottenuto per il tratto CD. Quando vado ad analizzare
strutture più complesse (con più tratti) una possibilità che ho è operare delle sconnessioni successive in
corrispondenza dei vincoli interni. Ogni volta che taglio la struttura, metto in luce le azioni che, nel punto di
sconnessione, le parti di struttura si scambiano tra loro.
Le azioni dell’asta due sulla cerniera sono uguali e opposte a quelle che avevo considerato nel diagramma di
corpo libero.

In corrispondenza del punto in cui taglio la struttura, vedo le azioni che la parte in struttura che non ho
disegnato esercita sulla parte di struttura che sto analizzando.

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