sicurezza.
34. Flessione deviata: analisi dello stato di tensione.
1) FORZE E TENSIONI NEL CONTINUO TRIDIMENSIONALE
-Forze di superficie:
⃗= , , ⃗= ⃗ Dipendono dal punto
c considerato
-Forze di volume:
⃗= , , ⃗= ⃗
z
Q
⃗= ⃗
r’ P
r ⃗= ⃗
x
O
● Perché il corpo sia in equilibrio deve rispettare 3 condizioni di equilibrio alla traslazione ⃗ = 0⃗ e 3
condizioni di equilibrio alla rotazione ( ⃗)=0⃗
=0 ( ) =0
⃗ = 0⃗ => =0 e ⃗ = 0⃗ =>
( ) ( ) =0
=0 ( ) =0
⎧∫ +∫ =0 =0
⎪
⃗ = 0⃗ => ∫ +∫ =0 =0
⎨
⎪∫ +∫ =0 =0
⎩
- Per quanto riguarda la rotazione si devono considerare i bracci delle forze:
2
Pagina
( ) = ⃗∧ ⃗ = ( − )⃗ ∧ ⃗→ ( ) = ⃗∧ ⃗= ⃗∧ ⃗
( ) = ⃗∧ ⃗ = ( − )⃗ ∧ ⃗→ ( ) =∫ ⃗∧ ⃗=∫ ⃗∧ ⃗
( ) = ⃗∧ ⃗ + ⃗′ ∧ ⃗
⃗ ⃗ ⃗
⃗∧ ⃗= = +⃗ −⃗ + ⃗ =
=⃗ − − ⃗( − )+ ⃗ − ;
Mx My Mz
⃗ ⃗ ⃗
⃗′ ∧ ⃗ = ′ ′ ′ ′ ′ ′ ′
′ ′ = +⃗ −⃗ + ⃗ =
=⃗ ′ − ′ − ⃗( ′ − ′ )+ ⃗ ′ − ′ ;
Mx’ My’ Mz’
⎧ ( ) =0 → ∫ − +∫ ′ − ′ =0
⎪
=0 Equilibrio alla rotazione
( ) ( ) =0 → ∫ ( − ) +∫ ( ′ − ′ ) =0
⎨
⎪ =0 → ∫ − +∫ ′ − ′ =0
⎩ ( )
- Equilibrio garantito!
CONTINUO DI CAUCHY:
Ω dΩ
P
3
y P
x
Τns
⃗= , ,
⃗= , ,
⃗= , ,
Passando ad un’altra rappresentazione, si prende e si ottiene una componente nella direzione del
vettore ⃗ e così via:
= + + → + + =
= + + → + + =
= + + → + + =
Se si conoscono i vettori agenti su tre giaciture ortogonali allora si può calcolare il vettore tensione secondo
Pagina
⃗ Ω − ⃗ Ω − ⃗ Ω − ⃗ Ω + ⃗ Ω + =0
P (equilibrio alla traslazione)
Dove
x y
⃗ − ⃗ Ω Ω , Ω , Ω , Ω = aree delle facce di normale x,y,z,n;
(Forza di volume) = volume dell’elemento;
Pertanto se , , sono i coseni direttori della normale ⃗ rispetto agli assi si ha:
Ω = Ω , Ω = Ω , Ω = Ω
Se si trascura si ottiene:
⃗= , ,
⃗= , ,
⃗= , ,
x y
= + +
Componenti x,y,z dell’equazione di
= + + Cauchy del vettore sforzo che agisce
= + + sulla faccia di normale ⃗;
⃗ = ⃗ ⟶ ⃗= ⃗
σ = tensore degli sforzi: le nove componenti sono dette componenti speciali di tensione;
Ω Ω Ω =
3
− =0
Ω 3
Ω Ω − =0 ⟶ =
Ω Ω − Ω =0
3 3
Ω Ω Ω =
3
Ω =
3 3
Ω
Ω − =0
Ω
( − ) =0 ⟶ =
3
Ω − Ω =0
Ω 3 3
Ω
Ω =
3
Ω
Ω =
3 3
− =0
Ω Ω
Ω − =0 ⟶ =
3
6
Pagina
Le nove componenti speciali di tensione si riducono a sei.
Le tensioni tangenziali agenti sui piani ortogonali e dirette perpendicolarmente allo spigolo comune degli
angoli e dirette verso lo spigolo non in comune in senso opposto.
Esistono particolari direzioni dette direzioni principali tali che il vettore sforzo , relativo a queste
giaciture, ha solo componenti normali: coincide con e = 0e = 0, ∀ ⃗ ⃗ ⊥ ⃗.
= → = + +
= → = + +
= → = + +
− −
( )=0⇒( − ) − + =0
( − ) ( − )
Dove:
= + +
= + + − + +
= +2 − + +
=
7
Pagina
= traccia di σ ovvero la somma degli elementi nella diagonale principale
=− + +
= det (σ)
In presenza di coefficienti , , generati da una matrice simmetrica le cui tre radici sono sempre reali e
sono , , e vengono chiamate tensioni principali e possono verificarsi tre casi:
=
⃗
=
P
=
1 2
= + +
Sostituendo: = + +
| |= + = + + ⟹ + = + +
( )( )
= ( )( )
≥
=
( )( )
= ( )( )
≤
( )( )
= ( )( )
≥
tangenziale massima:
Pagina
= ;
La tensione tangenziale massima equivale al raggio più grande dei tre cerchi C1,C2,C3 e si valuta con la
formula:
= {| − |, | − |, | − |};
≠ ≠ :
≠ = = ≠ :
Ogni stato di sforzo può essere scomposto in una parte di sforzo idrostatico e da una parte di sforzo
deviatorio => = + ′;
Nei materiali elastici lo sforzo idrostatico è responsabile dei cambiamenti di volume, quello deviatorio dei
cambiamenti di forma.
⎡ 0 0 ⎤
1 0 0
⎢ ⎥ Perché = + + ;
= 0 1 0 =⎢ 0 0 ⎥;
9
0 0 1 ⎢ ⎥
Pagina
⎣ 0 0 ⎦
= = ; Sforzo normale medio
⎡ − ⎤
⎢ ⎥
=⎢ − ⎥; Perché = − ;
⎢ ⎥
⎣ − ⎦
Uno stato tensionale è detto piano se esiste una giacitura ⃗ tale che:
=0
⃗ = 0⃗ ⇒ =0 ;
=0 (∀ ⃗ ⃗ )
=0
0
= 0;
0 0 0
Per il calcolo degli sforzi principali si fa ( − ) = 0;
( − ) 0
− = − 0 ;
0 0 (0 − )
( − )
( − ) = (− ) = − + + − = 0;
−
Si risolve la quadrica:
+ +
, = ± − +
2 2
Definire lo stato di tensione di un corpo soggetto a date forze esterne significa definire le sei funzioni delle
coordinate , , , , , , le funzioni devono essere continue con le loro derivate prime in tutto il
volume , affinché lo stato tensionale sia considerato equilibrato internamente e al contorno;
⃗
z ⃗+ *Polinomio di Taylor:
− ⃗
( ) = ( )+
10
⃗
− ⃗ ⃗+
Pagina
⃗
⃗+ y
⃗ (Forza di volume)
x − ⃗
L’equilibrio comporta che la risultante ⃗ = 0⃗ e ⃗ = 0⃗;
⃗ ⃗
⃗ = 0⃗ − ⃗ + ⃗+ − ⃗ + ⃗+ − ⃗ + ⃗+
⃗
+ + ⃗ = 0⃗
⃗ ⃗ ⃗
+ + + ⃗ = 0⃗
⃗ ⃗ ⃗
+ + + ⃗ = 0⃗ Equazione di equilibrio in sede indefinita;
⃗ , , , ⃗ , , , ⃗ , , ,⃗ , , ;
=0⟹ =
=0⟹ =
=0⟹ =
- ( )=0 G= baricentro
+
z
+
+
G
+
2
x y
↺ ( )= − + + − + =0
2 2 2 2
11
⇒ − + − =0
2 2
Pagina
⇒ − + − =0⇒ =
2 2
Si procede in maniera analoga per quanto riguarda ( )e ( );
Le situazioni di sforzo all’interno del corpo hanno bisogno per essere determinate delle equazioni di
equilibrio al contorno dove risulta: ⃗ + ⃗ + ⃗ = ⃗ = ⃗;
+ + =
+ + = Equazioni di equilibrio al contorno.
+ + =
Supponendo che in un mezzo continuo ciascun punto del corpo subisce uno spostamento ⃗ = ⃗( , , )
caratterizzabile attraverso le sue componenti secondo gli assi: = ( , , ); = ( , , ); = ( , , )
z
Configurazione corrente C
P ⃗ P’
Configurazione iniziale C0
x
P si trasporterà in P’ e il corpo assumerà la nuova configurazione C; per non avere lacerazioni o
compenetrazioni devono essere rispettate due condizioni per il vettore spostamento ⃗:
P(x,y,z) ⃗ P’(x,y,z)
d ⃗={ , , }
d
⃗ ⃗={ , , }
P0(x,y,z) P0’(x,y,z)
12
y
Pagina
x
= + ( − )+ ( − )+ ( − );
= + ( − )+ ( − )+ ( − );
= + ( − )+ ( − )+ ( − );
Queste condizioni consentono di studiare le deformazioni per effetto degli spostamenti u,v,w.
E possono essere riscritte:
⎡ ⎤ −
⎢ ⎥
= +⎢ ⎥+ − Dove c è il gradiente di spostamento
⎢ ⎥ −
⎣ ⎦ E⃗= { , , }
⃗ = ⃗ + + ⃗
Lo spostamento u(v,w) si considera somma di un moto rigido u’’(v’’,w’’) e di uno spostamento che produce
deformazione u’(v’,w’);
= +
= +
= + ′′ Moto rigido dell’intorno;
= −
= − Caratterizzano la deformazione pura;
= − ′′
= +
= +
= + ′′′
⃗ ′
13
Pagina
≡ , ,
Rotazione rigida attorno all’asse ξ,wx;
′′′
=0
′′′ =−
=
′′′ =
=0
=−
′′′
=−
′′′
=
=0
′′′
=0+ − ′′′ ⇒ −
=− +0+ ′′′ = ⇒
− 0
= − +0 ′′′ ⇒ − 0
⃗ = ⃗
W= Tensore di rotazione infinitesima, matrice antisimmetrica;
⃗= ⃗+ ⃗ ⟹ ⃗= ⃗+ ⃗+ ⃗ ⟹ ⃗ = ⃗ + ⃗( + );
Ogni matrice ( c ) può essere scomposta univocamente nella somma di una matrice simmetrica e di una
asimmetrica:
= +
⎡ ⎤
14
⎢ ⎥
= ( + )+ ( − ); =⎢ ⎥;
⎢ ⎥
Pagina
⎣ ⎦
⎡ 2 + + ⎤ ⎡ ⎤ Tensore di
⎢ ⎥ ⎢ ⎥ deformazione
= ( + )= ⎢ + 2 + ⎥⇒ =⎢ ⎥=
⎢ ⎥ ⎢ ⎥ infinitesima
⎣ + + 2 ⎦ ⎣ ⎦
Dilatazioni specifiche
= ; = ; = ;
= Scorrimenti angolari
= + ; = + ; = + ;
⎡ 0 − − ⎤ ⎧ = −
⎪ 0
⎢ ⎥
= ( + )= ⎢ − 0 − ⎥⇒ = − ⇒ = 0 ;
⎢ ⎥ ⎨ 0
− − 0 ⎪ = −
⎣ ⎦ ⎩
Ci permettono di definire le rotazioni
⃗ = ⃗ + ⃗ + ⃗
0 − ⎡ ⎤ −
− ⎢ ⎥ −
= + 0 +⎢ ⎥ ;
0 − ⎢ ⎥ −
⎣ ⎦
⎧ = + +
⎪
= + + ;
⎨
⎪ = + +
⎩
1 Coordinate di : = , = =0
2 = ;
′ = ;
′
= ;
=
= ′
1
15
2
Pagina
= ( + ) + + = + (1 + ) + + =
= 1+2 + + + ⇒ ≪ 1, ≪ 1, ≪1 ⇒
⇒ = 1+2 ≃ 1+ 2 ⇒ = ≃ (1 + )⇒ − = ;
− Δ [ ]
= = =
[ ]
∗
′ =
∗ 1
1 ∗
= =
2
1 2 1 =
2 =
′ 2
=
1 1 ∗ ∗ ∗
= =
2 2
1 =
2 1
=
2
∗ ∗
− = + = + = ⇒ = − ;
∗∗ ∗
1 = ∗∗ ∗ ≃ tan −( = ⇒ ≪ 1, = = ;
) ∗∗
2 ∗ ∗∗ ∗
= ∗∗ ∗ ≃ tan − = ⇒ ≪ 1, = = ;
∗∗
∗
La componente di deformazione rappresenta la variazione d’angolo
16
1
subita da due segmenti originariamente paralleli ad x e y e facenti capo a
2
Pagina
Se il punto P sta su una superficie sferica di raggio R=1 e centro P0, allora le sue coordinate sono i coseni
direttori della retta che congiunge P0 a P.
= (1,0,0)
= (0,1,0)
= (0,0,1)
= , ,
dove , , sono i coseni direttori;
⎧ = + + ≡ , ,
⎪
= + + ≡ , , ;
⎨
⎪ = + + ≡ , ,
⎩
1 = cos = cos
2 = cos = cos
1
2 1 = cos = cos
2
1
1 = + + ′
2 1 2 1 1
2 1 = , , ′
2 2
2 = , ,
= + + + + + + + + =
= + + + + + + + + ;
Vengono dette direzioni principali di deformazione quelle particolari direzioni α per le quali ′ ha
direzione coincidente con α e per le quali pertanto siano nulli gli scorrimenti e si abbiano solo dilatazioni εα;
i valori delle relative dilatazioni sono detti componenti principali di deformazione.
Supponendo che la retta sia direzione principale di deformazione, le sue componenti saranno:
=
=
′ ≡ ′
=
′
Noto che deve essere: ′
⎧ = + +
⎪
= + + ;
⎨
⎪ = + +
⎩
( − ) + + =0 ⟹ ⎡ − ⎤
+ − + =0 ⟹ ⎢ ⎥
⎢ − ⎥ ;
⎢ ⎥
+ +( − ) =0 ⟹ ⎣ − ⎦
−
⎛ ⎞ 1 0 0
− ⎟ = 0, ovvero [ − ] = 0, dove = 0 1 0 ;
18
⎜
0 0 1
−
Pagina
⎝ ⎠
[ − ]⇒ − − − =0
Dove:
= + + ;
1 Invarianti della
= + + − + + ;
4 deformazione
1 1
= + − + + ;
4 4
L’equazione cubica ammette tre radici reali , , che coincidono con le dilatazioni principali;
Sostituendo con (oppure con , ), assegnando la condizione + + = 1, si arriva a
determinare le direzioni principali.
Per garantire che il campo di spostamenti sia regolare devono essere soddisfatte le relazioni chiamate
Relazioni di Congruenza.
⎧ + = = + + ;
⎪
+ = ⟹ = + + ;
⎨
⎪ + = = + + ;
⎩
= , , , ⃗= , , , ⃗= , ,
=
⃗
Tensore degli sforzi associato alle distribuzioni di forze esterne
o sistema delle forze a.
⃗
⃗
⎧ + + + =0
⎪ + + =
in + + + = 0; in + + = ;
⎨ + + =
⎪ + + + =0
⎩
Il sistema delle forze è indipendente dal sistema delle deformazioni perciò gli spostamenti non sono
connessi al sistema di forze α.
Si impone al corpo soggetto alle forze a, gli spostamenti b;
Le forze di massa ⃗ e le forze superficiali ⃗ compiranno per effetto degli spostamenti il lavoro:
=∫ + + +∫ + + ;
∫ + + =∫ + + ;
∫ + + + + + + + + + +
+ + + + + + + + =∫ + +
+ + + + + + + + + + + +
+ + + + + ;
=∫ + + + + + ;
Il lavoro virtuale interno è la somma di tutti i lavori che le tensioni nel sistema di forze compiono per effetto
delle deformazioni associate al sistema di spostamento b.
Su → ⃗ = { , , } = 0;
⃗
20
⃗= , , ; ⃗= , , ;
Si avrà anche un incremento degli spostamenti ⃗ = { , , } e delle deformazioni
, , , , , .
Si applica il PLV facendo lavorare le forze ⃗ e ⃗ per gli incrementi di spostamento ⃗:
⃗=∫ ⃗ ⃗ +∫ ⃗ ⃗ ;
=∫ Φ ⇒Φ=∫ + + + + + ;
Potenziale elastico (incremento del lavoro interno per unità di volume
Si definisce elastico un materiale per il quale il lavoro interno per unità di volume Φ dipende solo dallo
stato finale e non dal percorso di deformazione. Il materiale elastico è perfettamente reversibile.
Φ Φ Φ Φ Φ Φ
= , = , = , = , = , = ;
δΨ = δΦ = δ + + + + + ;
( , ) = (0,0) + + + + +2 + 0( );
, , , , ,
Si sviluppa la formula di Taylor troncata a due variabili:
Se risultano trascurabili le relazioni che collegano le tensioni alle deformazioni, i termini di ordine superiore
al primo nelle componenti di deformazione, risultano essere lineari ed il corpo è elastico lineare.
Si fanno le ipotesi:
= + + + + + + ;
16) IL CORPO ELASTICO ISOTROPO: LA LEGGE DI HOOKE, LEGAME ELASTICO DIRETTO E INVERSO
Nel caso isotropo non vi può essere dipendenza da angoli perciò: Ψ = Ψ( , , ) (ipotesi di isotropia) e
dipende solo dalle componenti principali.
La funzione Ψ non può dipendere dall’orientamento della terna prescelta; qualunque scambio mutuo tra i
valori delle tensioni principali , , non deve alterare il valore di Ψ.
La più generale espressione di una funzione quadratica delle tre variabili si scrive:
Ψ = (a σ + a σ + a σ + 2a σ σ + 2a σ σ + 2a σ σ );
Perciò Ψ = (a σ + a σ + a σ + 2a σ σ + 2a σ σ + 2a σ σ ) diventerà
( )
Ψ= ( +2 ) + = [ + 2(1 + ) ]; e definendo = → =
( )
= = − + ; = = ;
= = − ( + ); = = ;
= = − + ; = = ;
Alle dilatazioni contribuiscono tutti gli Allo scorrimento nel piano x,y
Pagina
Al fine di dare significato fisico alle costanti elastiche si considera un parallelepipedo rettangolo con spigoli
paralleli agli assi coordinati il cui stato di tensione è così caratterizzato:
= = = = = =
= = =0 = − + = ;
=− =0 Applicando le leggi di Hooke: = − ( + ) = ;
=− =0 = − + = ;
Gli spigoli ortogonali alla direzione della tensione applicata σ subiscono per ν>0, una contrazione se σ>0,
oppure una dilatazione se σ<0;
è un numero puro = = ;
= − =
⁄
Rapporto tra le componenti di =1−
= − = 2
⁄ deformazione trasversale e
deformazione longitudinale;
Permette di ricavare G, si vede che il parallelepipedo viene assoggettato allo stato di tensione
= = = = =
Le componenti dello stato di deformazione saranno:
= 0; = 0; = 0; = ; = 0; = 0;
prova di torsione;
Si ha coincidenza tra direzioni principali di tensione e direzioni principali di deformazione. In un corpo
Pagina
+ + = (1 − 2 ) + + ;
Dove = pressione idrostatica =
Riscrivendo si ha:
+ + = + + dove ≠ ;
=( (1 − ) + + ; = (1 + ) − + + ;
)( )
(1 − ) = − + + ;
=( )( )
+ ( + );
= + + ;
=( )( )
(1 − ) + + ;
( )
= ;
Oltre alle equazioni indefinite di equilibrio e alle equazioni di elasticità devono essere calcolate le condizioni
sulla frontiera:
- di equilibrio in S1
- di congruenza in S2 vincolato
24
Condizioni al contorno:
Pagina
+ + =
in + + = ; in = = = 0;
+ + =
Il sistema differenza:
Δ = − ;Δ = − ;…Δ = − ;
Δ = − ;Δ = − ;Δ = − ;
( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )
Δ = ;Δ = ;Δ = ;Δ = + ;Δ = + ;Δ = + ;
∫ Δ Δ +Δ Δ +Δ Δ +Δ Δ +Δ Δ +Δ Δ = 0;
Che equivale:
2∫ Φ Δ ,Δ ,Δ ,Δ ,Δ ,Δ = 0;
2∫ Ψ Δ ,Δ ,Δ ,Δ ,Δ ,Δ = 0;
Se Φ > 0 e Ψ > 0 , le equazioni possono essere nulle solo se sono nulle tutte le componenti di
deformazione e di tensione. Da qui il principio di Kirkoff che dimostra che se la soluzione esiste questa sarà
unica.
= ⇒ = =∫ Φ ⇒ =∫ Φ
Ricordando che Ψ dipende solo da deformazioni finali e nei corpi elastici si è visto che:
Φ= + + + + +
= ∫ + + + + +
∫ ⃗⃗ +∫ ⃗⃗ =∫ + + + + +
2 2
1
Pagina
= ⃗⃗ + ⃗⃗
2
Il lavoro di deformazione di un solido elastico lineare sollecitato da forze agenti staticamente è pari alla
metà del lavoro che tali forze compirebbero per gli spostamenti effettivi se conservassero costantemente la
loro intensità finale.
- Equilibrio
- Congruenza
- Legame costitutivo
Equilibrio:
⎧ + + + =0
⎪ + + =
(nei punti interni) in + + + = 0 in + + =
⎨ + + =
⎪ + + + =0
⎩
Congruenza:
= ; = + ; =0
In =0
in = ; = + ; =0
Legame costitutivo:
= − + ; =
= − ( + ); = Con = ( )
= − + ; =
La prova di trazione di un materiale viene fatta inserendo un provino cilindrico del materiale in esame in
una macchina che esercita su di esso una forza di trazione P crescente gradualmente e registra le variazioni
ΔL della lunghezza di prova L0 alla variazione della forza applicata P.
= ;
Tensione nominale;
= ;
Deformazione convenzionale;
26
Pagina
-Materiali duttili come (come acciaio e alluminio) presentano: risorse plastiche e comportamento
simmetrico sia a trazione che a compressione.
= Limite di proporzionalità (deformazione lineare);
= Tensione di snervamento (deformazione non lineare,
m ma in campo elastico, quindi reversibile);
= Deformazione totale (deformazione non reversibile);
= Deformazione elastica;
= Deformazione plastica;
= ;
= coefficiente di sicurezza;
-Materiali fragili (ghisa, vetro, calcestruzzo), presentano assenza di risorse plastiche ed un comportamento
non simmetrico a trazione e compressione.
′ ′ = tensione
′= ammissibile a trazione;
′′ = tensione
ammissibile a
compressione;
= ′′
′′ =
− ′′ ≤ ≤ ′
′′
− ′′ ≤ ≤ ′
(Con GIP, gradiente indice del pericolo, si intende la massima tensione principale o minima tensione
principale)
Pagina
La crisi del materiale ha luogo quando una delle tre tensioni principali raggiunge la tensione limite a
trazione o a compressione:
{ , , }≤ ′ { , , } ≥ − ′′
Per materiali a comportamento simmetrico:
{| |, | |, | |} ≤
′
′′ ′
− ′′ ≤ ≤ ′
′′
{ , , }≤ = { , , }≥− =−
{ , , }≥−
Pagina
Per uguale comportamento a tensione e a compressione invece si deve:
{| |, | |, | |} ≤
= − − ≤ − ≥−
= − → − ≤ ; − ≥−
=− − − ( + )≤ − ( + )≥−
′
′ ′ ′′ ′′
= − ; ; = − ;− ;
1− 1− 1− 1−
′ ′′
′ = − ;0 ; = ;0 ;
′ ′′
= 0; − ; = 0; − ;
Rappresenta la frontiera delle condizioni di crisi per stati tensionali, e per non avere la situazione
paradossale , dove il triangolo più piccolo sia totalmente interno all’altro si dovrà imporre ′ ≥ ;
In questo criterio lo snervamento avviene quando la tensione tangenziale associata allo stato di tensione
reale che eguaglia la massima tensione tangenziale in regime monoassiale ricordando che:
1
= {| − |, | − |, | − |}
2
{| − |, | − |, | − |} ≤ =
{| − |, | − |, | − |} ≤
= all’asse idrostatico;
| |= =−
Pagina
−
= =
Per stati spaziali:
asse idrostatico
= + = ; = ; = − ;
( )
0 0 ⎤ ⎡ 0 0 ⎤
0 0 ⎡
0 ⎢⎢ ⎥ ⎢ ( ) ⎥
= 0 0 0 ⎥=⎢ 0 0 ⎥;
0 0 ⎢ ⎥ ⎢ ( )⎥
⎣ 0 0 ⎦ ⎣ 0 0 ⎦
Parte idrostatica (responsabile Deviatore degli sforzi (responsabile
dei cambiamenti di volume) dei cambiamenti di forma)
1
= [ ′ ′+ ′ ′+ ′ ′]
2
( ) ( )
= − ( ′+ ′) = − = ;
( )
= ;
( ) ( )
= ; = ;
( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )
= + +
= + + − − −
+ + −( + + )≤ −3
30
+ −( )≤
= =
asse idrostatico
+ − +3 ≤ ; + + − − − +3 + + ≤
Principio di Saint-Venant:
Ad una sufficiente distanza dalle basi e , lo stato di sollecitazione non dipende dalle particolari
distribuzioni delle forze , , applicate alle basi, ma solo dalla risultante ⃗ e dal momento risultante
⃗.
⃗= , , = , , ; ⃗=
( ) , , ;
, = Forze di taglio; , = Momento flettente;
= Azione assiale; = Momento torcente;
31
Pagina
Le condizioni di sollecitazione che si prendono in considerazione sono:
= ⃗ = {0,0, −1}
= ⃗ = {0,0,1}
=0
Su =0
=−
=0
Su =0
=
= = =0
+ + = In : = 0, = 0, =1
in , , + + = (1) = = → =
+ + =
In : ≠ 0, ≠ 0, =0
+ =0
+ =0
+ =0
Equilibrio:
⎧ + + =0
⎪
in V + + =0
⎨
⎪ + + =0
⎩
Legame costitutivo:
=0
= − + =− ; = − ( + )=− ;
32
= 0;
=
Pagina
= − + = ; = = = 0;
Equazioni di congruenza:
= ⇒ =− ; = ⇒ =− ; = ⇒ = ;
= + ; = + ; = + ;
( , , )= + ( , )
( , , )= + ( , )
( , , )= + ( , )
( , ) ( , )
+ =0⟶ + =0⟶ Non producono deformazione, è un
( , ) ( , ) moto rigido, e come tale si possono
+ =0⟶ + =0⟶ eliminare perché sono necessarie
( , ) ( , ) solamente le deformazioni;
+ =0⟶ + =0⟶
Sforzi: = 0; = 0; = ; = 0; = 0; = 0;
Deformazione: =− ; =− ; = ; = 0; = 0; = 0;
Spostamenti: ( , , ) = − ; ( , , )=− ; ( , , )= ;
Gli spostamenti longitudinali (w) non dipendono da x e y. Se la sezione della trave trasversale (insieme dei
punti x,y,z) si mantiene piana a deformazione avvenuta.
( , , )= Δ
+ = ( + )
= ( + )−
= =Δ +
33
+
Δ
Pagina
;
La variazione totale di lunghezza della trave può valutarsi sommando la deformazione dei
singoli elementi come segue:
Δ =∫ Δ =∫ =∫ = ∫ = se > 0 Δ > 0, se < 0 Δ0
Δ = + =− + =−
La variazione del raggio è proporzionale alla lunghezza iniziale del raggio stesso: si deduce che la sezione
non varia di forma ma si contrae in modo affine se > 0, si espande in maniera affine se < 0.
Si ha: = ∫ ∫ = ∫ ∫ = ∫ ∫ = ∫ =
34
= ∫ = = ; con = ;
Pagina
Verifiche di sicurezza trattandosi di uno stato monoassiale:
= ≤ > 0, = ≥− <0
= ≤ ;
=0
Su =0 = {0,0,1};
=( + + )
=0
Su =0 = {0,0, −1}
= −( + + )
=0 =0 =0 = =0 =0
= 0; = 0; = 0; ( ) = 0; (− ) = 0; (− ) =0
1. 0 = ∫ ( + + )→ ∫ + ∫ + ∫ =0→ + 0+ 0=0→ = 0;
= 0 momento centrifugo della sezione, x y sono assi centrali di inerzia = momento d’inerzia rispetto l’asse x
⃗ ⃗ ⃗
3. 0 = ∫ + (− ) →− ∫ − ∫ =0→− − 0=0→ = 0;
= 0 momento centrifugo
⃗
= + + ;
35
⃗
Sforzi: = 0; = 0; = ; = 0; = 0; = 0;
Pagina
Equilibrio : Equilibrio in :
su / = 0; = 0; = ±1
+ + = =0 ⎧ + + =0
+ + = =0 ⎪
⎪
;
⃗ + + =0
+ + = =± ⎨
⎪
⎪ + + =0
⎩
su ≠ 0; ≠ 0; =0
= 0; = 0; = 0;
Legame costitutivo:
= → =− ; = → =− ; = → = ;
= + → + = 0; = + → + = 0; = + → + = 0;
( , , )=− + ( , );
( , , )=− + ( , );
( , , )= + ( , );
+ =0 ( , ) ( , )
+ − =0
( , ) ( , )
= −
( , )= + ( , )
+ =0 ( , ) ( , )
+ =0
+ =0 ( , )
+
( , )
+ =0
( , ) ( , ) ( , )
= → + + =0
( , )
=− −
( , )=− + ( , )
( , )= − + ( , )
( , , )=− [ + ( − )] + ( , )
=− ; =− [ + ( − )]; = ;
36
Pagina
32) FLESSIONE RETTA: CONSIDERAZIONI SULLE TENSIONI E DEFORMAZIONI DELLA TRAVE
<0
≡
>0
1
≅ =−
= = = ;
| |
Applicando il teorema di Clapeyron è immediato trarre per il lavoro dei deformazione relativo alla flessione
Pagina
retta l’espressione:
1
=
2
Ψ= =
2 2
A differenza dello sforzo normale, nella flessione le tensioni normali sono variabili da punto a punto e
cambiano segno attraversando l’asse neutro ≡ .
Posto che sia positivo, la massima tensione di trazione è:
Le rette R’ e R’’, le tensioni ammissibili a trazione e compressione del materiale, le condizioni di sicurezza si
scrivono nella forma:
≤ ; ≥− ; >0
≥− ; ≤ ; <0
In relazione all’andamento lineare delle tensioni interne la tensione ammissibile può raggiungersi solo in
corrispondenza delle due fibre più distanti dall’asse neutro. È opportuno rivolgersi a tipi di sezione che
presentino una buona parte della propria area disposta il più distante possibile dall’asse neutro.
Si ha una flessione deviata quando l’asse del vettore momento sollecitante non coincide con no degli assi
principali di inerzia. Si ha la sovrapposizione di due flessioni rette, una relativa all’asse principale x e una a
quello y.
Se ≠1→ = tan = tan − 1 → = tan tan l’asse neutro non coincide con l’asse in cui
38
è applicato il momento;
Pagina
Se = 1 in questo caso l’asse neutro coincide con l’asse del vettore momento, si torna ad un caso di
flessione retta;
= + ; = −
2 2
1
tan = = − cot
tan
tan = tan
Gli angoli e sono formati dall’asse ⃗ con gli assi ⃗ e ⃗ e sono detti coniugati (anche se il momento
applicato rispetto agli assi è uguale a zero). L’asse neutro e l’asse di sollecitazione non risultano essere
ortogonali nella flessione deviata.
Una trave è soggetta a sforzo normale eccentrico quando lo sforzo nomale N, applicato alle basi estreme,
ha retta d’azione parallela, ma non coincidente con l’asse baricentrico della trave.
Esiste una polarità tra l’asse neutro e il punto C, in base a questa si può stabilire se l’asse neutro è secante,
tangente o esterno alla sezione;
1.
C è esterno al nocciolo centrale di inerzia;
l’asse neutro taglia la sezione dalla parte opposta al
baricentro. La sezione risulta essere in parte tesa e in
parte compressa.
2.
3.
C è interno al nocciolo centrale d’inerzia;
l’asse neutro è esterno alla sezione. Le tensioni hanno
ovunque lo stesso segno e non si annullano mai.
.
La trave è soggetta sulle basi esterne alla coppia torcente , ogni sezione di essa subisce una rotazione
40
= ( ) = , angolo unitario di torsione. Le componenti dello spostamento sul piano xy del generico
Pagina
Questo campo di spostamenti non produce deformazioni principali. A deformazione avvenuta la sezione
resta piana e perpendicolare all’asse z, secondo l’angolo ;
= + =− + =0
= + =−
Si hanno due scorrimenti angolari
= + =−
⎧ + + =0
⎪ + + =0
1) + + =0 2) + + =0
⎨ + + =0
⎪ + + =0
⎩
⎧ = − + + =
⎪ Condizioni imposte dal problema di De
3) = − ( + ) + =
⎨ Saint-Venant;
⎪ = − + + =
⎩
Confrontando i sistemi:
= − + =0 + = =0
= − ( + ) =0 + = =−
Torsioni esistenti
= − + =0 + = =
Le equazioni indefinite di equilibrio del sistema 1 sono soddisfatte, come quelle del sistema 2;
E’ necessario verificare che: + =0→− + = 0, equivale a imporre che il
vettore ⃗ = , abbia sul contorno la componente normale → − + ; deve essere
⃗ × ⃗ = 0.
Il vettore tensione ⃗ = deve essere tangente al contorno. In ogni punto della sezione il vettore ⃗ è
ortogonale al corrispondente vettore R:
= + ; = = ; = = ;
+ +
41
Sostituendo nella − + ;
Pagina
− + = − + =0
⃗
Esaminando le condizioni di equivalenza statica tra le tensioni e il momento applicato, sui due tappi e
le tensioni tangenziali devono produrre: = 0, = 0, ≠ 0;
=∫ = −∫ =− ∫ → =0
=∫ =∫ = ∫ → =0
=∫ − + =∫ + = ∫ ( + )
= ∫ = = → = Rigidezza torsionale
=− ; = ; = 0;
La deformazione di una trave soggetta a momento torcente si esplica attraverso una rotazione torsionale
intorno ad un asse qualunque parallela all’asse geometrico del solido e un ingobbamento della sezione
trasversale della trave.
= angolo unitario
= =
= rotazione torsionale della generica sezione
∆ = = =
1
= ∆ = → =
2 2 2
Nel caso della torsione le uniche componenti di tensione diverse da zero sono le tensioni tangenziali e
. Il valore limite di tensione tangenziale tollerabile con un opportuno coefficiente di sicurezza del
materiale dipende dal criterio di crisi adottato.
1
= { , ′′}, = { , ′′}
1+
42
compressione. Queste tensioni possono essere adottate per i materiali fragili con comportamento diverso a
trazione e compressione.
Nel caso dei materiali duttili con comportamento uguale a trazione e compressione dovrà invece
valutarsi attraverso il criterio di Tresca o di Von Mises, e risulta rispettivamente:
= ; = ;
12
Il momento torcente: = −2 ( −
=∫ ( )
∗
= ∫ = ∫ Momento statico
∗
= che fornisce le tensioni tangenziali parallele alla corda.
Supponendo che la sezione trasversale della trave sia costituita da una striscia di materiale di spessore
(eventualmente variabile) avente come linea media la curva piana di equazione:
= ( ) = ( )
Essendo l’ascissa curvilinea del generico punto della linea media misurata a partire da 0. La suddetta linea
non deve formare circuiti chiusi ma deve essere aperta.
Per l’analogia tra elemento infinitesimo della sezione curva ed elemento infinitesimo della sezione
rettangolare si può affermare ancora che le uniche componenti diverse da zero sono le :
43
La linea media della sezione forma un circuito chiuso e, non esistendo più elementi terminali, le linee di
flusso delle tensioni tangenziali hanno certamente verso concorde.
Le tensioni tangenziali relative ad un generico spessore hanno tutte lo stesso verso, è pertanto logico
ritenerle uniformi nell’ambito dello spessore stesso. Il modo di resistere alla torsione delle travi di sezione
chiusa è molto differente da quella a sezione aperta sottile:
= ( )→ ( ) ( )=
= ( ) ( )ℎ( )
Dove è lo sviluppo della linea media ed ℎ( ) la distanza fra il baricentro e la tangente alla linea media
nel generico di ascissa curvilinea .
( )= Formula di Breot
( )
Consente di valutare le tensioni tangenziali nelle travi tubolari soggette a torsione. Contrariamente al caso
delle sezioni aperte, la massima tensione tangenziale si verifica ove ( ) è minimo e vale:
= ;
2Ω
( )
Pagina
= 0; = 0;
Per calcolare queste incognite si utilizzano le equazioni di
= 0; = ?;
equilibrio
= ?; = ?;
( ) ( − )
= =− ;
⎧ + + =0
⎪ + =0
+ + =0 + =0
⎨ + =0
⎪ + + =0 → =−
⎩
+ =−−
Sulle facce e è necessario avere condizioni di equivalenza statica tra tensioni e forze applicate:
=0=∫ − (∫ ( ) +∫ + =0
−∫ +∫ =0
41) FLESSIONE CON TAGLIO COSTANTE, ANALISI DEGLI SFORZI E DELLE DEFORMAZIONI IN UNA
SEZIONE RETTANGOLARE
Si consideri il caso di una sezione il cui asse principale di inerzia sia anche asse di simmetria. In tal caso il
centro di taglio della sezione gioca certamente su tale asse e se pertanto il taglio applicato non ha
componenti secondo l’asse esso deve avere retta d’azione coincidente con , affinché non vi siano
deformazioni torsionali nella trave.
Nel caso della sezione rettangolare siano e ℎ le dimensioni dei lati della sezione parallela agli assi e .
Per determinare le componenti si osserva che la generica corda alla quota risulta:
45
Si considera una sezione a doppio T sollecitata da uno sforzo di taglio agente secondo l’asse di simmetria
verticale. Ci si trova sempre nell’ambito delle sezioni sottili.
Momento statico: = ;
=
2
Le nella semi-ala inferiore sinistra risultano essere positive e dunque entranti nell’area A’ di cui si è
considerato il momento statico. Tali tensioni variano linearmente con e dunque si annullano con = 0 e
risultano massime per = .
44) IL CALCOLO DELLA DEFORMATA DELLE TRAVI INFLESSE AD ASSE RETTILINEO CON IL METODO
DELLA LINEA ELASTICA
Questo problema è noto come “problema delle travi inflesse”, affinché possa parlarsi esclusivamente di
flessione e taglio, è necessario che le forze applicate incontrino non l’asse geometrico della trave ma l’asse
dei centri di torsione che viene in genere definito come l’asse elastico.
In ogni sezione della trave risultano essere presenti le sole azioni interne e . Il moto di deformazione
pura dell’elemento tra due rette inizialmente parallele e alla distanza :
= , = slittamenti paralleli a e ;
Se in particolare la sezione trasversale della trave ha un asse di simmetria, si annulla il fattore di taglio
misto , in tal caso le azioni interne possono indicarsi con i simboli e e i movimenti di deformazione
pura con le quantità:
= ; = ;
Il tronco elementare in esame subisce anche moto rigido e si genera l’ulteriore spostamento relativo fra le
due sezioni estreme è ′ = + ′ , e devono essere soddisfatte le condizioni:
= ; = − ;
Nelle strutture iperstatiche esiste un numero di vincoli sovrabbondanti le cui componenti di reazione non
sono valutabili con considerazioni di semplice equilibro. Occorre dunque definire equazioni che ne
definiranno il valore; il primo passo per giungere alla soluzione è quello di rendere la struttura isostatica, il
sistema ottenuto viene chiamato sistema principale.
Le equazioni necessarie per la definizione delle incognite iperstatiche , risiedono nell’imporre che i
parametri di movimento di ( = 1 … … … … … ) rispettano le condizioni di vincolo iniziale esistenti nella
struttura di partenza.
Tali equazioni sono dette “equazioni di congruenza” e forniscono al sistema lineare non omogeneo di
equazioni in incognite la soluzione fornisce i richiesti valori delle reazioni iperstatiche:
= − −
= − − Una volta risolto offre il valore delle reazioni e ;
È opportuno rilevare che nelle travi iperstatiche, ulteriori cause di sollecitazione, oltre ai carichi, risultano
essere i cedimenti dei vincoli, le variazioni termiche, i difetti di montaggio e in generale ogni azione
distorcente che tende a provocare deformazione nella struttura.
Si consideri una generica trave che si supporrà costituita di materiale elastico lineare soggetta ad un
generico sistema di forze e sono:
= ( ); = ( ); = ( );
= ( ); = ( ); = ( );
Le azioni interne che si generano in ogni sezione a causa del suddetto sistema di forze. Fatta per semplicità
l’ipotesi che siano assenti nella trave azioni distorcenti e che la sezione trasversale sia dotata di almeno un
asse di simmetria, alle azioni interne conseguono le componenti di deformazione pura:
= ; = ; = ;
= ; = ; = ;
Considerando la struttura soggetta in un generico punto o una forza unitaria agente nella direzione , le
azioni interne associate a tale forza sono:
′ = ′( ); ′ = ′ ( ); ′ = ′ ( );
′ = ′ ( ); ′ = ′ ( ); ′ = ′ ( );
Applicando il PLV:
47
Pagina
1∙ = + ′ + ′ + ′ + ′ + ′
I contributi offerti dallo sforzo normale e dallo sforzo di taglio risultano essere trascurabili se
paragonati con quelli offerti dai momenti flettenti , e dal momento torcente , perciò:
= + + ;
Nel caso delle travi piane e in assenza di momenti torcenti le componenti dell’azione interna si riducono
esclusivamente alle tre caratteristiche:
= ( ); = ( ); = ( );
′
= ;
Assegnata una generica struttura volte iperstatica siano ( = 1 … … … ) le reazioni dei vincoli
sovrabbondanti che sono stati eliminati per ricondurla ad un sistema isostatico equivalente. In tale sistema
le hanno il compito di rendere nulli gli spostamenti resi liberi dai vincoli eliminati, ponendo per
semplicità l’ipotesi che i vincoli sono perfetti.
Gli spostamenti (1 = … … … ) dei punti di applicazione delle reazioni iperstatiche ( … … … ) nella
direzione delle reazioni stesse, devono risultare nulli:
= ( ) = ( )
= ( ) = ( )
= ( ) = ( )
= ( ) = ( )
= ( ) = ( )
= ( ) = ( )
Il principio dei lavori virtuali consente di affermare che devono sussistere le:
=∫ +∫ +∫ +∫ +∫ +∫ =0
Nel caso delle travi piane e in assenza dei momenti torcenti, poiché le azioni interne si riducono
esclusivamente allo sforzo normale , al taglio e al momento risulta trascurando, ove possibile, i
contributi di taglio e normali:
=∫ =0 ( = 1 … … … ).
48
Pagina
48) IL CARICO DI PUNTA (CASO TRAVE APPOGGIATA)
Equilibrio stabile:
Qui una piccola rotazione provoca, rispetto all’asse, una coppia che
tende a riportare il pendolo nella configurazione originaria.
Equilibrio instabile:
L’instabilità in un solido elastico si verifica quando l’effetto instabilizzante, che le forze esterne generano a
seguito di una perturbazione, prevale sulle reazioni elastiche stabilizzanti associate alla perturbazione
stessa;
Condizione critica:
< <
> >
= = Dove P è detto punto critico.
Trave appoggiata (soggetta a sforzo di compressione):
( ) ( )
( )= ( )=− = ( ) equilibrio indifferente; = ( )
. → (0) = 0, ( ) = 0;
si ottiene l’integrale generale:
( )=− sin + cos ;
( )=− ( sin + cos );
= → = ∙
( )
Pagina
=− ; = − ( − );
=− ∙ ( )
Eguagliando i momenti: − ∙ ( ) = − ( − );
Si suppone che:
− ∙( − )=0
= → =
Sostituendo:
− ( − )=0
Condizioni al contorno:
(0) = 0; (0) = 0; ( )= ;
( ) = sin + cos + → = 0, =− ;
sin + cos =0 → cos = 0;
( ) = ( ∙ cos ) → ≠ 0, cos = 0, = ;
2
= ∙ ;
4
Per la mensola la lunghezza libera di inflessione è uguale a 2 . Il valore del carico critico di una mensola è
uguale a quello di una trave appoggiata di luce doppia.
Nel derivare la formula di Prandtl si è ammesso implicitamente che il materiale si comporti come elastico
lineare durante il fenomeno dello sbandamento flesso-torsionale della trave. Ovviamente ciò è vero se le
massime tensioni normali che si hanno nella sezione trasversale della trave in configurazione in deformata
per = sono inferiori o al limite uguali al limite di proporzionalità del materiale .
= ;
La tensione normale massima che si ha nella sezione trasversale della trave quando = deve risultare
≤ .
Il campo in cui è necessario premunirsi nei riguardi del pericolo di sbandamento flesso-torsionale della
trave risulta quindi definito dalla relazione:
= 0;
Facendo riferimento al caso di una trave a sezione rettangolare allungata di spessore e altezza ℎ ≫
poiché risulta:
51
ℎ ℎ ℎ
= , = , = =
12 3 6
Pagina
Equivale a imporre che si abbia:
≤ 2(1 + );
ℎ
Lo sbandamento flesso torsionale della trave avviene quando ≤ 0,0023 e cioè per valori estremamente
bassi del rapporto . Il pericolo quindi presenta un concreto rilievo solo per travi alte e sottili. La verifica di
sicurezza va condotta imponendo che la tensione massima nella sezione della trave soddisfi la condizione
≤ essendo un opportuno coefficiente di sicurezza e la tensione critica.
51) EFFETTO DELL’ECCENTRICITA’ DELLO SFORZO SUL COMPORTAMENTO DELLE TRAVI SNELLE
Il momento flettente esterno nella generica sezione dell’ascissa risulta dato dalla relazione:
− =− ( − + ) dove = ;
=0 =0
+ = ( + ) considerando le condizioni ai limiti per = ;
=0
=
+ + = 0; =0 → = 0; = ; =− + ; ( )= ;
la freccia = ;
∗ ∗
Eccentricità massima dello sforzo della sezione di incastro: = + = ;
52
nella trave vanno all’infinito. Non vi è quindi più proporzionalità fra forze e spostamenti, poiché questi
crescono molto più rapidamente delle forze e tendono ad assumere valori infiniti per
= .