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1. Forze e tensioni nel continuo tridimensionale. 35.

Azione assiale eccentrica: analisi dello stato di


2. Il tensore degli sforzi. tensione.
3. Componenti principali e invarianti di tensione. 36. Torsione di travi a sezione circolare: la soluzione del
4. Il cerchio di Mohr per stati tensionali spaziali. problema.
5. Il cerchio di Mohr per stati di sforzo piani. 37. Torsione di travi a sezione circolare: lavoro di
6. Le equazioni indefinite di equilibrio e le condizioni di deformazione e verifiche di sicurezza.
equilibrio al contorno. 38. Torsione di travi a sezione rettangolare sottile e di travi
7. La cinematica dei piccoli spostamenti in un mezzo a sezione sottile aperta.
continuo. 39. Torsione di travi a sezione sottile chiusa.
8. Componenti di moto rigido e componenti di 40. Flessione con taglio costante: la soluzione
deformazione. approssimata di Juravski per il calcolo della tensione
9. Interpretazione fisica delle componenti di tangenziale media su una generica corda.
deformazione: il caso di εx . 41. Flessione con taglio costante: analisi degli sforzi e delle
10. Interpretazione fisica delle componenti di deformazioni in una sezione rettangolare.
deformazione: il caso di γxy. 42. Flessione con taglio costante: analisi degli sforzi e delle
11. Componenti di deformazione relative a una terna deformazioni in una sezione simmetrica a T.
ortogonale qualunque. 43. Flessione con taglio costante: analisi degli sforzi e delle
12. Componenti principali e invarianti di deformazione. deformazioni in una sezione doppiamente simmetrica a I
13. L’equazione dei lavori virtuali per il continuo (ovvero a doppio T).
deformabile tridimensionale. 44. Il calcolo della deformata delle travi inflesse ad asse
14. Il corpo elastico. rettilineo con il metodo della linea elastica.
15. Il corpo elastico lineare. 45. Il calcolo delle travi inflesse iperstatiche ad asse
16. Il corpo elastico isotropo: la legge di Hooke; legame rettilineo con il metodo della linea elastica.
elastico diretto e inverso. 46. Il calcolo di una componente di spostamento in una
17. Il corpo elastico isotropo: significato fisico delle struttura isostatica con il principio dei lavori virtuali.
costanti elastiche. 47. Il calcolo delle travi iperstatiche mediante il principio
18. Il corpo elastico isotropo: delimitazioni dei valori dei lavori virtuali.
delle costanti elastiche. 48. Il problema della stabilità dell’equilibrio per carico di
19. Il problema del solido elastico: formulazione delle punta nel caso della trave appoggiata.
equazioni di campo e al contorno. 49. Il problema della stabilità dell’equilibrio per carico di
20. Il lavoro di deformazione nei corpi elastici lineari: punta nel caso della trave incastrata.
teorema di Clapeyron. 50. Limiti di validità dell’espressione del carico critico e
21. Materiali duttili e fragili: analogie e differenze di verifiche di sicurezza.
comportamento. 51. Effetto dell’eccentricità dello sforzo sul
22. Il criterio di sicurezza di Galilei-Rankine o della comportamento delle travi snelle.
massima tensione normale.
23. Il criterio di sicurezza di Grashof o della massima
dilatazione.
24. Il criterio di sicurezza di Tresca o della massima
tensione tangenziale.
25. Il criterio di sicurezza di von Mises o del massimo
lavoro di deformazione deviatorica.
26. Formulazione del problema di de Saint-Venant e
individuazione dei 4 casi fondamentali di sollecitazione.
27. Azione assiale centrata: la soluzione del problema.
28. Azione assiale centrata: considerazioni sulle
deformazioni della trave.
29. Azione assiale centrata: gli sforzi sulle sezioni
oblique. 30. Azione assiale centrata: lavoro di
deformazione e verifiche di sicurezza.
31. Flessione retta: la soluzione del problema.
32. Flessione retta: considerazioni sulle tensioni e
deformazioni della trave.
1

33. Flessione retta: lavoro di deformazione e verifiche di


Pagina

sicurezza.
34. Flessione deviata: analisi dello stato di tensione.
1) FORZE E TENSIONI NEL CONTINUO TRIDIMENSIONALE

In un corpo solido di volume V e superficie S abbiamo:

-Forze di superficie:
⃗= , , ⃗= ⃗ Dipendono dal punto
c considerato

-Forze di volume:
⃗= , , ⃗= ⃗
z
Q
⃗= ⃗

r’ P

r ⃗= ⃗

x
O

● Perché il corpo sia in equilibrio deve rispettare 3 condizioni di equilibrio alla traslazione ⃗ = 0⃗ e 3
condizioni di equilibrio alla rotazione ( ⃗)=0⃗

=0 ( ) =0
⃗ = 0⃗ => =0 e ⃗ = 0⃗ =>
( ) ( ) =0
=0 ( ) =0

- Le forze di superficie e di volume agenti sui 3 assi devono essere nulle:

⎧∫ +∫ =0 =0

⃗ = 0⃗ => ∫ +∫ =0 =0

⎪∫ +∫ =0 =0

- Per quanto riguarda la rotazione si devono considerare i bracci delle forze:
2
Pagina

( ) = ⃗∧ ⃗ = ( − )⃗ ∧ ⃗→ ( ) = ⃗∧ ⃗= ⃗∧ ⃗
( ) = ⃗∧ ⃗ = ( − )⃗ ∧ ⃗→ ( ) =∫ ⃗∧ ⃗=∫ ⃗∧ ⃗

( ) = ⃗∧ ⃗ + ⃗′ ∧ ⃗

⃗ ⃗ ⃗
⃗∧ ⃗= = +⃗ −⃗ + ⃗ =

=⃗ − − ⃗( − )+ ⃗ − ;
Mx My Mz

⃗ ⃗ ⃗
⃗′ ∧ ⃗ = ′ ′ ′ ′ ′ ′ ′
′ ′ = +⃗ −⃗ + ⃗ =

=⃗ ′ − ′ − ⃗( ′ − ′ )+ ⃗ ′ − ′ ;
Mx’ My’ Mz’

⎧ ( ) =0 → ∫ − +∫ ′ − ′ =0

=0 Equilibrio alla rotazione
( ) ( ) =0 → ∫ ( − ) +∫ ( ′ − ′ ) =0

⎪ =0 → ∫ − +∫ ′ − ′ =0
⎩ ( )

- Equilibrio garantito!

CONTINUO DI CAUCHY:

Supponiamo di sezionare il nostro solido da una superficie Ω;


sulla superficie si esercita una forza ⃗ = ⃗ Ω;

Il vettore tensione ⃗ dipende dal punto di applicazione P e dalla


normale ⃗ uscente dal piano che si considera:
⃗( , ⃗) → VETTORE TENSIONE DI CAUCHY;
⃗ ⃗

Ω dΩ
P
3

Il vettore ⃗ può essere scomposto in due modi distinti:


Pagina
- Assegnando componenti cartesiane;
z


⃗= ⃗, ⃗, ⃗;

y P
x

- Assegnando componenti speciali (cambiano in base all’orientamento del piano);


σn

Τnq ⃗ e ⃗ sono versori perpendicolari a ⃗;



⃗= , , ;

Τns

Le due componenti danno luogo alla tensione tangenziale totale = + ;

Le componenti dei versori rispettivi agli assi x,y,z sono:

⃗= , ,

⃗= , ,

⃗= , ,

Essendo dei versori hanno indice 1: + + = 1 ecc…

Passando ad un’altra rappresentazione, si prende e si ottiene una componente nella direzione del
vettore ⃗ e così via:

= + + → + + =

= + + → + + =

= + + → + + =

2) IL TENSORE DEGLI SFORZI


4

Se si conoscono i vettori agenti su tre giaciture ortogonali allora si può calcolare il vettore tensione secondo
Pagina

una qualsiasi giacitura ⃗;


z
− ⃗ Ω Affinché il tetraedro stia in equilibrio la risultante delle quattro
− ⃗ Ω
forze deve essere uguale a zero, ⃗ = 0⃗;

⃗ Ω − ⃗ Ω − ⃗ Ω − ⃗ Ω + ⃗ Ω + =0
P (equilibrio alla traslazione)
Dove
x y
⃗ − ⃗ Ω Ω , Ω , Ω , Ω = aree delle facce di normale x,y,z,n;
(Forza di volume) = volume dell’elemento;

Pertanto se , , sono i coseni direttori della normale ⃗ rispetto agli assi si ha:

Ω = Ω , Ω = Ω , Ω = Ω

Se si trascura si ottiene:

⃗= ⃗ + ⃗ + ⃗ Relazione di Cauchy: consente di valutare ⃗ noti ⃗, ⃗, ⃗;


z

⃗= , ,

⃗= , ,

⃗= , ,
x y

= + +
Componenti x,y,z dell’equazione di
= + + Cauchy del vettore sforzo che agisce
= + + sulla faccia di normale ⃗;

⃗ = ⃗ ⟶ ⃗= ⃗
σ = tensore degli sforzi: le nove componenti sono dette componenti speciali di tensione;

● Principio di reciprocità delle tensioni tangenziali:


5
Pagina

Il tensore degli sforzi è una somma di tre vettori: ⃗, ⃗, ⃗;


Ω − Ω =0
3 3
Ω
Ω =
3

Ω Ω Ω =
3

− =0
Ω 3

Ω Ω − =0 ⟶ =

Ω Ω − Ω =0
3 3
Ω Ω Ω =
3
Ω =
3 3
Ω
Ω − =0
Ω
( − ) =0 ⟶ =
3

Ω − Ω =0
Ω 3 3
Ω
Ω =
3
Ω
Ω =
3 3

− =0
Ω Ω

Ω − =0 ⟶ =
3
6
Pagina
Le nove componenti speciali di tensione si riducono a sei.
Le tensioni tangenziali agenti sui piani ortogonali e dirette perpendicolarmente allo spigolo comune degli
angoli e dirette verso lo spigolo non in comune in senso opposto.

3) COMPONENTI PRINCIPALI E INVARIANTI DI TENSIONE

Esistono particolari direzioni dette direzioni principali tali che il vettore sforzo , relativo a queste
giaciture, ha solo componenti normali: coincide con e = 0e = 0, ∀ ⃗ ⃗ ⊥ ⃗.

= → = + +

= → = + +

= → = + +

= Un sistema algebrico lineare omogeneo (con


( − ) + +
termini non nulli) ammette sempre soluzione
= + − + nulla;
+ +( − ) SISTEMA BANALE!
=

Un sistema algebrico lineare ed omogeneo a “n”


( − ) equazioni ed “n” incognite ammette soluzioni non
0
nulle, solo se la matrice dei coefficienti e delle
− = 0
incognite è singolare, cioè il suo determinante
( − ) 0
deve essere uguale a zero

− −
( )=0⇒( − ) − + =0
( − ) ( − )

( )=0⇒ − − − =0 Equazione cubica.

Dove:
= + +
= + + − + +
= +2 − + +

, , sono detti invarianti dello stato di sforzo e sono dei coefficienti;


invariante lineare, invariante seconda o quadrica, invariante terza o cubica.

=
7
Pagina
= traccia di σ ovvero la somma degli elementi nella diagonale principale
=− + +

= det (σ)

In presenza di coefficienti , , generati da una matrice simmetrica le cui tre radici sono sempre reali e
sono , , e vengono chiamate tensioni principali e possono verificarsi tre casi:

≠ ≠ ⇒ le tre direzioni sono ortogonali tra loro e unicamente definite;


= ≠ ≠ = ⇒ la direzione è distinta e tutte le direzioni perpendicolari a questa sono
principali;
= = ⇒ tutte le direzioni sono principali => stato di sforzo idrostatico.

4) IL CERCHIO DI MOHR PER STATI TENSIONALI SPAZIALI


3

⃗={ , , }

=

=
P
=
1 2

= + +
Sostituendo: = + +

| |= + = + + ⟹ + = + +

Rispettando la condizione + + = 1, si ottiene:

( )( )
= ( )( )

=
( )( )
= ( )( )

( )( )
= ( )( )

Può essere riscritta l’espressione in:


+ −
+ − ≥
2 2

L’equazione individua un luogo


geometrico di punti come quello della Un materiale si rompe quando viene
circonferenza; superato il valore della tensione
8

tangenziale massima:
Pagina

= ;
La tensione tangenziale massima equivale al raggio più grande dei tre cerchi C1,C2,C3 e si valuta con la
formula:

= {| − |, | − |, | − |};

Si possono avere tre casi:

 ≠ ≠ :

Tre sforzi principali distinti;

 ≠ = = ≠ :

= Due sforzi principali sono coincidenti;

 = = : Stato di sforzo idrostatico

= = I tre cerchi degenerano in un unico


punto;

Ogni stato di sforzo può essere scomposto in una parte di sforzo idrostatico e da una parte di sforzo
deviatorio => = + ′;
Nei materiali elastici lo sforzo idrostatico è responsabile dei cambiamenti di volume, quello deviatorio dei
cambiamenti di forma.

⎡ 0 0 ⎤
1 0 0
⎢ ⎥ Perché = + + ;
= 0 1 0 =⎢ 0 0 ⎥;
9

0 0 1 ⎢ ⎥
Pagina

⎣ 0 0 ⎦
= = ; Sforzo normale medio

⎡ − ⎤
⎢ ⎥
=⎢ − ⎥; Perché = − ;
⎢ ⎥
⎣ − ⎦

5) IL CERCHIO DI MOHR PER GLI STATI DI SFORZO PIANI

Uno stato tensionale è detto piano se esiste una giacitura ⃗ tale che:
=0
⃗ = 0⃗ ⇒ =0 ;
=0 (∀ ⃗ ⃗ )
=0

se si fa coincidere l’asse con le direzioni ⃗ si ha che: ⃗ = 0 ⇒ = = = = =0

0
= 0;
0 0 0
Per il calcolo degli sforzi principali si fa ( − ) = 0;
( − ) 0
− = − 0 ;
0 0 (0 − )
( − )
( − ) = (− ) = − + + − = 0;

Si risolve la quadrica:

+ +
, = ± − +
2 2

Questa è la formula che permette di calcolare gli sforzi principali , assumendo = 0.

6) EQUAZIONI INDEFINITE DI EQUILIBRIO E CONDIZIONI DI EQUILIBRIO AL CONTORNO

Definire lo stato di tensione di un corpo soggetto a date forze esterne significa definire le sei funzioni delle
coordinate , , , , , , le funzioni devono essere continue con le loro derivate prime in tutto il
volume , affinché lo stato tensionale sia considerato equilibrato internamente e al contorno;

z ⃗+ *Polinomio di Taylor:
− ⃗
( ) = ( )+
10


− ⃗ ⃗+
Pagina


⃗+ y
⃗ (Forza di volume)
x − ⃗
L’equilibrio comporta che la risultante ⃗ = 0⃗ e ⃗ = 0⃗;

⃗ ⃗
⃗ = 0⃗ − ⃗ + ⃗+ − ⃗ + ⃗+ − ⃗ + ⃗+

+ + ⃗ = 0⃗

⃗ ⃗ ⃗
 + + + ⃗ = 0⃗
⃗ ⃗ ⃗
 + + + ⃗ = 0⃗ Equazione di equilibrio in sede indefinita;

⃗ , , , ⃗ , , , ⃗ , , ,⃗ , , ;

⎧ =0 + + + =0 Equazioni indefinite di equilibrio:


⎪ gli incrementi dei vettori sforzo devono
⃗ = 0⃗ =0 + + + =0
⎨ obbedire a queste leggi per garantire
⎪ =0 + + + =0 l’equilibrio.

Ma per garantire l’equilibrio è necessario imporre anche ⃗ = 0⃗:

=0⟹ =
=0⟹ =
=0⟹ =

- ( )=0 G= baricentro

+
z
+

+
G
+
2
x y

↺ ( )= − + + − + =0
2 2 2 2
11

⇒ − + − =0
2 2
Pagina

⇒ − + − =0⇒ =
2 2
Si procede in maniera analoga per quanto riguarda ( )e ( );

Le situazioni di sforzo all’interno del corpo hanno bisogno per essere determinate delle equazioni di
equilibrio al contorno dove risulta: ⃗ + ⃗ + ⃗ = ⃗ = ⃗;

+ + =
+ + = Equazioni di equilibrio al contorno.
+ + =

7) LA CINEMATICA DEI PICCOLI SPOSTAMENTI IN UN MEZZO CONTINUO

Supponendo che in un mezzo continuo ciascun punto del corpo subisce uno spostamento ⃗ = ⃗( , , )
caratterizzabile attraverso le sue componenti secondo gli assi: = ( , , ); = ( , , ); = ( , , )

z
Configurazione corrente C

P ⃗ P’

Configurazione iniziale C0
x
P si trasporterà in P’ e il corpo assumerà la nuova configurazione C; per non avere lacerazioni o
compenetrazioni devono essere rispettate due condizioni per il vettore spostamento ⃗:

1. Ad ogni punto P in C0 corrisponde un unico punto P’ in C (non avvengono lacerazioni);


2. Dati due punti P e Q nella configurazione iniziale C0, i punti nella configurazione corrente C, P’ e Q’
sono tra loro distinti (non avvengono compenetrazioni);
- Lo spostamento ⃗ deve essere un funzione biunivoca: le sue componenti e le sue derivate prime
devono essere funzioni continue in tutte le regioni.
- Le componenti di spostamento u,v,w, escludendo un eventuale movimento rigido, sono quantità
infinitesime.
z

P(x,y,z) ⃗ P’(x,y,z)
d ⃗={ , , }
d
⃗ ⃗={ , , }
P0(x,y,z) P0’(x,y,z)
12

y
Pagina

x
= + ( − )+ ( − )+ ( − );

= + ( − )+ ( − )+ ( − );

= + ( − )+ ( − )+ ( − );

Queste condizioni consentono di studiare le deformazioni per effetto degli spostamenti u,v,w.
E possono essere riscritte:

⎡ ⎤ −
⎢ ⎥
= +⎢ ⎥+ − Dove c è il gradiente di spostamento
⎢ ⎥ −
⎣ ⎦ E⃗= { , , }

⃗ = ⃗ + + ⃗

8) COMPONENTI DI MOTO RIGIDO E COMPONENTI DI DEFORMAZIONE

Lo spostamento u(v,w) si considera somma di un moto rigido u’’(v’’,w’’) e di uno spostamento che produce
deformazione u’(v’,w’);

= +
= +
= + ′′ Moto rigido dell’intorno;

Spostamento che produce deformazione dell’intorno;

= −
= − Caratterizzano la deformazione pura;
= − ′′

= +
= +
= + ′′′

Moto rigido dell’intorno; Rotazione rigida;


Torsione rigida, spostamento del punto C0;


≡ , ,

⃗ ′
13
Pagina

≡ , ,
 Rotazione rigida attorno all’asse ξ,wx;

′′′
=0
′′′ =−
=

 Rotazione rigida attorno all’asse η,wy;

′′′ =
=0
=−
′′′

 Rotazione rigida attorno all’asse ζ,wz;

=−
′′′
=
=0
′′′

=0+ − ′′′ ⇒ −
=− +0+ ′′′ = ⇒
− 0
= − +0 ′′′ ⇒ − 0
⃗ = ⃗
W= Tensore di rotazione infinitesima, matrice antisimmetrica;

⃗= ⃗+ ⃗ ⟹ ⃗= ⃗+ ⃗+ ⃗ ⟹ ⃗ = ⃗ + ⃗( + );

Ogni matrice ( c ) può essere scomposta univocamente nella somma di una matrice simmetrica e di una
asimmetrica:
= +

Matrice generica Matrice asimmetrica Matrice simmetrica

⎡ ⎤
14

⎢ ⎥
= ( + )+ ( − ); =⎢ ⎥;
⎢ ⎥
Pagina

⎣ ⎦
⎡ 2 + + ⎤ ⎡ ⎤ Tensore di
⎢ ⎥ ⎢ ⎥ deformazione
= ( + )= ⎢ + 2 + ⎥⇒ =⎢ ⎥=
⎢ ⎥ ⎢ ⎥ infinitesima
⎣ + + 2 ⎦ ⎣ ⎦
Dilatazioni specifiche
= ; = ; = ;
= Scorrimenti angolari
= + ; = + ; = + ;

⎡ 0 − − ⎤ ⎧ = −
⎪ 0
⎢ ⎥
= ( + )= ⎢ − 0 − ⎥⇒ = − ⇒ = 0 ;
⎢ ⎥ ⎨ 0
− − 0 ⎪ = −
⎣ ⎦ ⎩
Ci permettono di definire le rotazioni

Intorno del punto :

⃗ = ⃗ + ⃗ + ⃗

0 − ⎡ ⎤ −
− ⎢ ⎥ −
= + 0 +⎢ ⎥ ;
0 − ⎢ ⎥ −
⎣ ⎦

Le componenti di spostamento responsabili delle deformazioni ora si scrivono:

⎧ = + +

= + + ;

⎪ = + +

9) INTERPRETAZIONE FISICADELLE COMPONENTI DE DEFORMAZIONE: IL CASO ε>0

1 Coordinate di : = , = =0
2 = ;
′ = ;

= ;

=
= ′
1
15

2
Pagina
= ( + ) + + = + (1 + ) + + =

= 1+2 + + + ⇒ ≪ 1, ≪ 1, ≪1 ⇒

⇒ = 1+2 ≃ 1+ 2 ⇒ = ≃ (1 + )⇒ − = ;

− Δ [ ]
= = =
[ ]

La componente di deformazione rappresenta la variazione di lunghezza di un segmento (di lunghezza


unitaria) originalmente parallelo ad x e facente capo a P0.

- Le deformazioni sono prive di unità di misura, si esprimono in percentuale, al contrario degli


spostamenti;
 Una deformazione è positiva quando Δ è positivo  Dilatazione
 Una deformazione è negativa quando Δ è negativo  Contrazione

10) INTERPRETAZIONE FISICA DELLE COMPONENTI DI DEFORMAZIONE: IL CASO γXY>0

Poniamo due punti P e Q sugli assi , , a distanza a e b da P0.


= , = 0, =0
Le coordinate di P e Q sono date dalle relazioni:
= 0, = 0, =0


′ =
∗ 1
1 ∗
= =
2
1 2 1 =
2 =
′ 2
=
1 1 ∗ ∗ ∗
= =
2 2
1 =
2 1
=
2

∗ ∗
− = + = + = ⇒ = − ;
∗∗ ∗
1 = ∗∗ ∗ ≃ tan −( = ⇒ ≪ 1, = = ;
) ∗∗
2 ∗ ∗∗ ∗
= ∗∗ ∗ ≃ tan − = ⇒ ≪ 1, = = ;
∗∗


La componente di deformazione rappresenta la variazione d’angolo
16

1
subita da due segmenti originariamente paralleli ad x e y e facenti capo a
2
Pagina

P0. Le tre componenti , , sono dette componenti di scorrimento


o anche scorrimenti relativi ai piani coordinati.
11) COMPONENTI DI DEFORMAZIONE RELATIVE AD UNA TERNA ORTOGONALE QUALUNQUE

Se il punto P sta su una superficie sferica di raggio R=1 e centro P0, allora le sue coordinate sono i coseni
direttori della retta che congiunge P0 a P.

= (1,0,0)
= (0,1,0)
= (0,0,1)

= , ,
dove , , sono i coseni direttori;

⎧ = + + ≡ , ,

= + + ≡ , , ;

⎪ = + + ≡ , ,

1 = cos = cos
2 = cos = cos
1
2 1 = cos = cos
2

1
1 = + + ′
2 1 2 1 1
2 1 = , , ′
2 2
2 = , ,

= + + + + + + + + =
= + + + + + + + + ;

Agiscono tutte le componenti ε


17

= + + + + + = (dilatazione) e assorbono gli spostamenti


in direzione γ (scorrimenti)
Pagina
1
= , , =
2
1 1 1 1 1 1
= + + + + + + + + =
2 2 2 2 2 2
1 1 1 1 1
= + + + + + + +
2 2 2 2 2
1
+ =
2
1 1 1
= + + + + + ( + )+ + =
2 2 2
=2 + + + + + ( + )+ + ;

Scorrimento tra due direzioni perpendicolari prefissate.

12) COMPONENTI PRINCIPALI E INVARIANTI DI DEFORMAZIONE

Vengono dette direzioni principali di deformazione quelle particolari direzioni α per le quali ′ ha
direzione coincidente con α e per le quali pertanto siano nulli gli scorrimenti e si abbiano solo dilatazioni εα;
i valori delle relative dilatazioni sono detti componenti principali di deformazione.

Supponendo che la retta sia direzione principale di deformazione, le sue componenti saranno:

=
=
′ ≡ ′
=

Noto che deve essere: ′

⎧ = + +

= + + ;

⎪ = + +

( − ) + + =0 ⟹ ⎡ − ⎤
+ − + =0 ⟹ ⎢ ⎥
⎢ − ⎥ ;
⎢ ⎥
+ +( − ) =0 ⟹ ⎣ − ⎦

La soluzione banale = 0, = 0, = 0 va scartata perché individua un punto non appartenente alla


superficie sferica.

Si hanno soluzioni non banali solo se:


⎛ ⎞ 1 0 0
− ⎟ = 0, ovvero [ − ] = 0, dove = 0 1 0 ;
18


0 0 1

Pagina

⎝ ⎠
[ − ]⇒ − − − =0

Dove:

= + + ;
1 Invarianti della
= + + − + + ;
4 deformazione
1 1
= + − + + ;
4 4

L’equazione cubica ammette tre radici reali , , che coincidono con le dilatazioni principali;
Sostituendo con (oppure con , ), assegnando la condizione + + = 1, si arriva a
determinare le direzioni principali.

Per garantire che il campo di spostamenti sia regolare devono essere soddisfatte le relazioni chiamate
Relazioni di Congruenza.

⎧ + = = + + ;

+ = ⟹ = + + ;

⎪ + = = + + ;

13) L’EQUAZIONE DEI LAVORI VIRTUALI PER IL CONTINUO DEFORMABILE TRIDIMENSIONALE

= , , , ⃗= , , , ⃗= , ,

=

Tensore degli sforzi associato alle distribuzioni di forze esterne
o sistema delle forze a.

⃗ e ⃗ costituiscono un sistema equilibrato:

⎧ + + + =0
⎪ + + =
in + + + = 0; in + + = ;
⎨ + + =
⎪ + + + =0

Si possono scrivere anche: ⃗+ ⃗+ ⃗+ ⃗ = 0; ⃗ ⃗ + ⃗ ⃗ + ⃗ ⃗ = ⃗;


19

Campo di spostamenti regolari e infinitesimi: ⃗={ , , };


Pagina
⎡ ⎤ Dove: = , = , = ;
⎢ ⎥
=⎢ ⎥;
⎢ ⎥
⎣ ⎦ = + , = + , = + ;

Sistema delle deformazioni;

Il sistema delle forze è indipendente dal sistema delle deformazioni perciò gli spostamenti non sono
connessi al sistema di forze α.
Si impone al corpo soggetto alle forze a, gli spostamenti b;
Le forze di massa ⃗ e le forze superficiali ⃗ compiranno per effetto degli spostamenti il lavoro:

=∫ ⃗ ⃗ +∫ ⃗ ⃗ ; Lavoro virtuale esterno. Che si può scrivere anche nella forma:

=∫ + + +∫ + + ;

Ora è necessario trovare il lavoro interno(utilizzando il teorema della differenza di Gauss):

∫ + + =∫ + + ;

∫ + + + + + + + + + +

+ + + + + + + + =∫ + +

+ + + + + + + + + + + +

+ + + + + ;

=∫ + + + + + ;

Il lavoro virtuale interno è la somma di tutti i lavori che le tensioni nel sistema di forze compiono per effetto
delle deformazioni associate al sistema di spostamento b.

Per un corpo rigido = = 0 infatti = = = = = =0

14) IL CORPO ELASTICO

Solido parzialmente vincolato in e soggetto a forze di


volume ⃗ e forze di superficie ⃗ note su ;

Su → ⃗ = { , , } = 0;

20

Incrementando di quantità infinitesime le forze di volume



e di superficie si ottiene:
Pagina

⃗= , , ; ⃗= , , ;
Si avrà anche un incremento degli spostamenti ⃗ = { , , } e delle deformazioni
, , , , , .
Si applica il PLV facendo lavorare le forze ⃗ e ⃗ per gli incrementi di spostamento ⃗:
⃗=∫ ⃗ ⃗ +∫ ⃗ ⃗ ;

=∫ Φ ⇒Φ=∫ + + + + + ;
Potenziale elastico (incremento del lavoro interno per unità di volume

Si definisce elastico un materiale per il quale il lavoro interno per unità di volume Φ dipende solo dallo
stato finale e non dal percorso di deformazione. Il materiale elastico è perfettamente reversibile.

Φ dipende perciò da ≡ , , , , , (stato di deformazione); si hanno delle


espressioni che consentono di correlare le tensioni con le deformazioni facendo così dei legami elastici che
valutano le tensioni corrispondenti ad un generico stato di deformazione:

Φ Φ Φ Φ Φ Φ
= , = , = , = , = , = ;

La funzione Φ = Φ , , , , , è il potenziale elastico;

Ψ=Ψ , , , , , è invece il potenziale elastico complementare.

15) IL CORPO ELASTICO LINEARE

δΨ = δΦ = δ + + + + + ;

Per dare una definizione a Ψ si utilizza la formula di Taylor:

( ) = (0) + + + 0( ) formula a una variabile

( , ) = (0,0) + + + + +2 + 0( );
, , , , ,
Si sviluppa la formula di Taylor troncata a due variabili:

Se risultano trascurabili le relazioni che collegano le tensioni alle deformazioni, i termini di ordine superiore
al primo nelle componenti di deformazione, risultano essere lineari ed il corpo è elastico lineare.

Si fanno le ipotesi:

- Φ nello stato indeformato = 0


- Le tensioni … nello stato indeformato = 0

Il potenziale elastico allora è forma quadrata;


In un corpo elastico lineare Ψ = Φ;
21

es: le derivata di Φ sono costanti dipendenti dalla natura del materiale


Pagina

= + + + + + + ;
16) IL CORPO ELASTICO ISOTROPO: LA LEGGE DI HOOKE, LEGAME ELASTICO DIRETTO E INVERSO

Un materiale si dice isotropo se la risposta del materiale è la stessa in ogni direzione;

Qualunque sia la direzione nella quale avviene la


sollecitazione la deformazione del materiale è la
stessa.

Sia dato il potenziale elastico complementare Ψ = Ψ , , , , , che può esprimersi anche


tramite le componenti principali e angoli di Eulero Ψ = Ψ( , , , , , );

Nel caso isotropo non vi può essere dipendenza da angoli perciò: Ψ = Ψ( , , ) (ipotesi di isotropia) e
dipende solo dalle componenti principali.

La funzione Ψ non può dipendere dall’orientamento della terna prescelta; qualunque scambio mutuo tra i
valori delle tensioni principali , , non deve alterare il valore di Ψ.

La più generale espressione di una funzione quadratica delle tre variabili si scrive:

Ψ = (a σ + a σ + a σ + 2a σ σ + 2a σ σ + 2a σ σ );

Se Φ deve rimanere immutato devono sussistere le ralazioni:

= = Le costanti elastiche si riducono da sei a due;


= =

= = = Dove E = modulo elastico di Young;


= = =− Dove ν = coefficiente di Poisson;

Perciò Ψ = (a σ + a σ + a σ + 2a σ σ + 2a σ σ + 2a σ σ ) diventerà

Ψ= ( + + )− ( + + )Potenziale elastico complementare per un corpo isotropo

( )
Ψ= ( +2 ) + = [ + 2(1 + ) ]; e definendo = → =
( )

Si possono scrivere i legami tra tensioni e deformazioni:

= = − + ; = = ;

= = − ( + ); = = ;

= = − + ; = = ;

1 Legge di Hooke 2 Legge di Hooke


22

Alle dilatazioni contribuiscono tutti gli Allo scorrimento nel piano x,y
Pagina

sforzi normali; contribuiscono solo gli scorrimenti


17) IL CAMPO ELASTICO ISOTROPO: SIGNIFICATO FISICO DELLE COSTANTI ELASTICHE

Al fine di dare significato fisico alle costanti elastiche si considera un parallelepipedo rettangolo con spigoli
paralleli agli assi coordinati il cui stato di tensione è così caratterizzato:

= = = = = =

Lo stato di deformazione è caratterizzato dalle componenti:

= = =0 = − + = ;
=− =0 Applicando le leggi di Hooke: = − ( + ) = ;
=− =0 = − + = ;

E risulta che se >0⇒ >0⇒ >

Cioè si ha l’estensione del prisma nella direzione parallela a σ;

σ>0 tensione di trazione


= =
σ<0 tensione di compressione

Gli spigoli ortogonali alla direzione della tensione applicata σ subiscono per ν>0, una contrazione se σ>0,
oppure una dilatazione se σ<0;

è un numero puro = = ;
= − =

Rapporto tra le componenti di =1−
= − = 2
⁄ deformazione trasversale e
deformazione longitudinale;

Stato di sforzo di puro taglio:

Permette di ricavare G, si vede che il parallelepipedo viene assoggettato allo stato di tensione

= = = = =
Le componenti dello stato di deformazione saranno:

= 0; = 0; = 0; = ; = 0; = 0;

= è il rapporto tra la tensione applicata e il corrispondente scorrimento si può sperimentare con la


23

prova di torsione;
Si ha coincidenza tra direzioni principali di tensione e direzioni principali di deformazione. In un corpo
Pagina

isotropo gli assi principali di tensione e deformazione coincidono.


18) IL CORPO ELASTICO ISOTROPO: DELIMITAZIONI DEI VALORI DELLE COSTANTI ELASTICHE

+ + = (1 − 2 ) + + ;
Dove = pressione idrostatica =

Invariante primo del tensore =3 = deformazione volumetrica


di trasformazione:
= + +
= = ;

Riscrivendo si ha:

= 3 ; un materiale in cui = è un materiale detto incomprimibile;

Si può dire, essendo + + = (1 − 2 ) + + invertibile, che:

+ + = + + dove ≠ ;

Aggiungendo agli sforzi espressi in funzione delle deformazioni:

1 Sommando membro a membro:


= − +
1 + + = + + −2 + + ;
= − ( + )
1 + + = + + (1 − 2 );
= − +
+ + = + + ;

=( (1 − ) + + ; = (1 + ) − + + ;
)( )

(1 − ) = − + + ;
=( )( )
+ ( + );
= + + ;
=( )( )
(1 − ) + + ;
( )
= ;

=( (1 − ) + + è l’equazione che inverte = − + ;


)( )

19) IL PROBLEMA DEL SOLIDO ELASTICO: FORMAZIONE DELLE EQUAZIONI DI CAMPO E AL


CONTORNO

Oltre alle equazioni indefinite di equilibrio e alle equazioni di elasticità devono essere calcolate le condizioni
sulla frontiera:
- di equilibrio in S1
- di congruenza in S2 vincolato
24

Condizioni al contorno:
Pagina
+ + =
in + + = ; in = = = 0;
+ + =

Il sistema differenza:

Δ = − ;Δ = − ;…Δ = − ;
Δ = − ;Δ = − ;Δ = − ;

è in equilibrio se le forze di massa e superficiali sono nulle e da luogo a un sistema di deformazioni


congruenti:

( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )
Δ = ;Δ = ;Δ = ;Δ = + ;Δ = + ;Δ = + ;

Si applica il PLV al sistema di tensioni equilibrate e di deformazioni congruenti:

∫ Δ Δ +Δ Δ +Δ Δ +Δ Δ +Δ Δ +Δ Δ = 0;

Che equivale:

2∫ Φ Δ ,Δ ,Δ ,Δ ,Δ ,Δ = 0;
2∫ Ψ Δ ,Δ ,Δ ,Δ ,Δ ,Δ = 0;

Se Φ > 0 e Ψ > 0 , le equazioni possono essere nulle solo se sono nulle tutte le componenti di
deformazione e di tensione. Da qui il principio di Kirkoff che dimostra che se la soluzione esiste questa sarà
unica.

20) IL LAVORO DI DEFORMAZIONE NEI CORPI ELASTICI E LINEARI: TEOREMA DI CLAPEYRON

= ⇒ = =∫ Φ ⇒ =∫ Φ

Ricordando che Ψ dipende solo da deformazioni finali e nei corpi elastici si è visto che:

Φ= + + + + +
= ∫ + + + + +

Se si indica con ⃗ = ( , , ), ⃗ = ( , , ), ⃗ = ( , , ) le forze di massa finali, le forze di superficie finale


e gli spostamenti finali si ottiene l’uguaglianza:

∫ ⃗⃗ +∫ ⃗⃗ =∫ + + + + +
2 2

Si ha così il teorema di Clapeyron:


25

1
Pagina

= ⃗⃗ + ⃗⃗
2
Il lavoro di deformazione di un solido elastico lineare sollecitato da forze agenti staticamente è pari alla
metà del lavoro che tali forze compirebbero per gli spostamenti effettivi se conservassero costantemente la
loro intensità finale.

Le equazioni governanti il comportamento in un solido deformabile sono di tre tipi:

- Equilibrio
- Congruenza
- Legame costitutivo

Equilibrio:

⎧ + + + =0
⎪ + + =
(nei punti interni) in + + + = 0 in + + =
⎨ + + =
⎪ + + + =0

Congruenza:

= ; = + ; =0
In =0
in = ; = + ; =0

= ; = + ; Componente solida vincolata

Legame costitutivo:

= − + ; =
= − ( + ); = Con = ( )
= − + ; =

21) MATERIALI DUTTILI E FRAGILI: ANALOGIE E DIFFERENZE DI COMPORTAMENTO

La prova di trazione di un materiale viene fatta inserendo un provino cilindrico del materiale in esame in
una macchina che esercita su di esso una forza di trazione P crescente gradualmente e registra le variazioni
ΔL della lunghezza di prova L0 alla variazione della forza applicata P.

= ;
Tensione nominale;

= ;
Deformazione convenzionale;
26
Pagina

-Materiali duttili come (come acciaio e alluminio) presentano: risorse plastiche e comportamento
simmetrico sia a trazione che a compressione.
= Limite di proporzionalità (deformazione lineare);
= Tensione di snervamento (deformazione non lineare,
m ma in campo elastico, quindi reversibile);
= Deformazione totale (deformazione non reversibile);

= Deformazione elastica;

= Deformazione plastica;

B-D = Fenomeno dell’incrudimento;


E = Rottura del provino;
= Tensore di rottura;
Criteri di sicurezza:
Servono a valutare se la combinazione di sollecitazioni alle quali il materiale costituente una struttura è
sottoposto, è tale da garantire che la risposta si mantenga elastica.

Fase perfettamente plastica;


− ≤ ≤
− ≤ ≤
Fase incrudente;
= tensione ammissibile = ′′

= ;

= coefficiente di sicurezza;

-Materiali fragili (ghisa, vetro, calcestruzzo), presentano assenza di risorse plastiche ed un comportamento
non simmetrico a trazione e compressione.
′ ′ = tensione
′= ammissibile a trazione;
′′ = tensione
ammissibile a
compressione;
= ′′
′′ =
− ′′ ≤ ≤ ′
′′
− ′′ ≤ ≤ ′

22) IL CRITERIO DI SICUREZZA DI GALILEI-RANKINE O DELLA MASSIMA TRAZIONE NORMALE


27

(Con GIP, gradiente indice del pericolo, si intende la massima tensione principale o minima tensione
principale)
Pagina
La crisi del materiale ha luogo quando una delle tre tensioni principali raggiunge la tensione limite a
trazione o a compressione:

{ , , }≤ ′ { , , } ≥ − ′′
Per materiali a comportamento simmetrico:

{| |, | |, | |} ≤

Nel caso piano: ( = 0);


Nel caso monoassiale: = 0, =0 ;


′′ ′
− ′′ ≤ ≤ ′

′′

Nel caso tridimensionale:

.  I punti interni sono sicuri (punto t)


.  I punti sulle facce sono casi limite (punto p)
 I punti esterni sono situazioni non
. sopportabili dal materiale (punto o)

23) IL CRITERIO DI SICUREZZA DI GRASHOF O DELLA MASSIMA DILATAZIONE

GIP = massima dilatazione principale/ minima dilatazione principale;

{ , , }≤ = { , , }≥− =−

In conformità con le equazioni di elasticità si ha:

= { − ( + )}; = { − ( + )}; = { − ( + )};

Trovate le tensioni ideali si avrà:

{ , , }≤ Delimitano un luogo che comprende le


condizioni ammissibili;
28

{ , , }≥−
Pagina
Per uguale comportamento a tensione e a compressione invece si deve:

{| |, | |, | |} ≤

Caso stati tensionali piani con ( = 0);

= − − ≤ − ≥−
= − → − ≤ ; − ≥−
=− − − ( + )≤ − ( + )≥−


′ ′ ′′ ′′
= − ; ; = − ;− ;
1− 1− 1− 1−
′ ′′
′ = − ;0 ; = ;0 ;

′ ′′
= 0; − ; = 0; − ;

Rappresenta la frontiera delle condizioni di crisi per stati tensionali, e per non avere la situazione
paradossale , dove il triangolo più piccolo sia totalmente interno all’altro si dovrà imporre ′ ≥ ;

24) CRITERIO DI SICUREZZA DI TRESCA O DELLA MASSIMA TENSIONE TANGENZIALE

In questo criterio lo snervamento avviene quando la tensione tangenziale associata allo stato di tensione
reale che eguaglia la massima tensione tangenziale in regime monoassiale ricordando che:

1
= {| − |, | − |, | − |}
2

Il limite della tensione tangenziale in regime monoassiale risulta essere:

{| − |, | − |, | − |} ≤ =
{| − |, | − |, | − |} ≤

Per stati tensionali piani ( = 0):


− =
| − |= − =− Esagono non
regolare: il piano
=
| |= − non è
=−
perpendicolare
29

= all’asse idrostatico;
| |= =−
Pagina


= =
Per stati spaziali:
asse idrostatico

Esagono regolare perpendicolare


all’asse idrostatico;

25) CRITERIO DI SICUREZZA DI VON MISES O DEL MASSIMO LAVORO DI DEFORMAZIONE


DEVIATORICA

GIP = massima tensione tangenziale media o massimo lavoro di deformazione deviatorica:

= + = ; = ; = − ;
( )
0 0 ⎤ ⎡ 0 0 ⎤
0 0 ⎡
0 ⎢⎢ ⎥ ⎢ ( ) ⎥
= 0 0 0 ⎥=⎢ 0 0 ⎥;
0 0 ⎢ ⎥ ⎢ ( )⎥
⎣ 0 0 ⎦ ⎣ 0 0 ⎦
Parte idrostatica (responsabile Deviatore degli sforzi (responsabile
dei cambiamenti di volume) dei cambiamenti di forma)
1
= [ ′ ′+ ′ ′+ ′ ′]
2
( ) ( )
= − ( ′+ ′) = − = ;
( )
= ;

( ) ( )
= ; = ;

( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )
= + +

= + + − − −

Abbiamo allora il criterio di von Mises:

+ + −( + + )≤  −3
30

Per gli stati di sforzo piano ( = 0): Stati di sforzo spaziali:


Pagina

+ −( )≤
= =
asse idrostatico

Ellisse: = 0, = 0, =0 Cilindro: con asse idrostatico = =

+ − +3 ≤ ; + + − − − +3 + + ≤

26) FORMAZIONE DEL PROBLEMA DI DE SAINT-VENANT E INDIVIDUAZIONE DEI 4 CASI


FONDAMENTALI SI SOLLECITAZIONE

Solido cilindrico ad asse rettilineo che coincide


con z;

≫ (R è la massima dimensione trasversale);

, = assi di inerzia sulla sezione trasversale;

Ipotesi sui carichi:

1 Forze di volume nulle: = 0; = 0; = 0;


2 Forze di superficie nulle: = 0; = 0; = 0;
3 Forze di superficie note su e in modo da rispettare l’equilibrio rigido;

Principio di Saint-Venant:

Ad una sufficiente distanza dalle basi e , lo stato di sollecitazione non dipende dalle particolari
distribuzioni delle forze , , applicate alle basi, ma solo dalla risultante ⃗ e dal momento risultante
⃗.

⃗= , , = , , ; ⃗=
( ) , , ;
, = Forze di taglio; , = Momento flettente;
= Azione assiale; = Momento torcente;
31
Pagina
Le condizioni di sollecitazione che si prendono in considerazione sono:

-1 : Azione assiale centrata;


-2 : Momento flettente o flessione retta;
-3 : Momento torcente o torsione;
-4 + :Taglio o flessione composta a taglio;

27) AZIONE ASSIALE CENTRATA: LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA

= ⃗ = {0,0, −1}
= ⃗ = {0,0,1}

=0
Su =0
=−
=0
Su =0
=

= = =0

Equazioni di equilibrio al contorno: In : = 0, = 0, = −1


(−1) = =− → =

+ + = In : = 0, = 0, =1
in , , + + = (1) = = → =
+ + =
In : ≠ 0, ≠ 0, =0
+ =0
+ =0
+ =0
Equilibrio:

⎧ + + =0

in V + + =0

⎪ + + =0

Legame costitutivo:
=0
= − + =− ; = − ( + )=− ;
32

= 0;
=
Pagina

= − + = ; = = = 0;
Equazioni di congruenza:

= ⇒ =− ; = ⇒ =− ; = ⇒ = ;

= + ; = + ; = + ;

( , , )= + ( , )
( , , )= + ( , )
( , , )= + ( , )

( , ) ( , )
+ =0⟶ + =0⟶ Non producono deformazione, è un
( , ) ( , ) moto rigido, e come tale si possono
+ =0⟶ + =0⟶ eliminare perché sono necessarie
( , ) ( , ) solamente le deformazioni;
+ =0⟶ + =0⟶

Sforzi: = 0; = 0; = ; = 0; = 0; = 0;

Deformazione: =− ; =− ; = ; = 0; = 0; = 0;

Spostamenti: ( , , ) = − ; ( , , )=− ; ( , , )= ;

28) AZIONE ASSIALE CENTRATA: CONSIDERAZIONI SULA DEFORMAZIONE DELLA TRAVE

Gli spostamenti longitudinali (w) non dipendono da x e y. Se la sezione della trave trasversale (insieme dei
punti x,y,z) si mantiene piana a deformazione avvenuta.

( , , )= Δ

+ = ( + )

= ( + )−

= =Δ +
33

+
Δ
Pagina
;

Per l’equilibrio in direzione z:


= cos = cos
= = sin = sin cos
= = ;
=
= cos per = 45° ;
=

La variazione totale di lunghezza della trave può valutarsi sommando la deformazione dei
singoli elementi come segue:
Δ =∫ Δ =∫ =∫ = ∫ = se > 0 Δ > 0, se < 0 Δ0

29) AZIONE ASSIALE CENTRATA: GLI SFORZI SULLE SEZONI OBLIQUE

La trave oltre a seguire un’estensione in senso


longitudinale si deforma anche trasversalmente
( , , )
e ci danno le componenti di nel piano e

′ Le componenti di spostamento nel piano x,y del punto p


sono:
=− ; =−
da cui si ottiene: =
Lo spostamento risultante ′ avviene nella direzione congiungente GP:

= lunghezza della congiungente GP

Δ = + =− + =−

La variazione del raggio è proporzionale alla lunghezza iniziale del raggio stesso: si deduce che la sezione
non varia di forma ma si contrae in modo affine se > 0, si espande in maniera affine se < 0.

30) AZIONE ASSIALE CENTRATA: LAVORO DI DEFORMAZIONE E VERIFICHE DI SICUREZZA

Dal teorema di Clapeyron: = ∫


essendo che: = ; = ;

Si ha: = ∫ ∫ = ∫ ∫ = ∫ ∫ = ∫ =
34

= ∫ = = ; con = ;
Pagina
Verifiche di sicurezza trattandosi di uno stato monoassiale:

= ≤ > 0, = ≥− <0

Per comportamento simmetrico:

= ≤ ;

31) FLESSIONE RETTA: LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA

=0
Su =0 = {0,0,1};
=( + + )

=0
Su =0 = {0,0, −1}
= −( + + )

Bisogna garantire l’equilibrio:

=0 =0 =0 = =0 =0

= 0; = 0; = 0; ( ) = 0; (− ) = 0; (− ) =0

1. 0 = ∫ ( + + )→ ∫ + ∫ + ∫ =0→ + 0+ 0=0→ = 0;

Momento statico rispetto all’asse y e preso sul baricentro =0 =0 = superficie quindi ≠ 0


=0 ⃗
2. = ∫ [( + ) ] → = ∫ + ∫ → = 0+ → = ;

= 0 momento centrifugo della sezione, x y sono assi centrali di inerzia = momento d’inerzia rispetto l’asse x

⃗ ⃗ ⃗
3. 0 = ∫ + (− ) →− ∫ − ∫ =0→− − 0=0→ = 0;

= 0 momento centrifugo


= + + ;
35


Sforzi: = 0; = 0; = ; = 0; = 0; = 0;
Pagina
Equilibrio : Equilibrio in :

su / = 0; = 0; = ±1

+ + = =0 ⎧ + + =0
+ + = =0 ⎪

;
⃗ + + =0
+ + = =± ⎨

⎪ + + =0

su ≠ 0; ≠ 0; =0
= 0; = 0; = 0;

Legame costitutivo:

= → =− ; = → =− ; = → = ;

= + → + = 0; = + → + = 0; = + → + = 0;

( , , )=− + ( , );
( , , )=− + ( , );
( , , )= + ( , );

+ =0 ( , ) ( , )
+ − =0
( , ) ( , )
= −

( , )= + ( , )

+ =0 ( , ) ( , )
+ =0

+ =0 ( , )
+
( , )
+ =0
( , ) ( , ) ( , )
= → + + =0
( , )
=− −

( , )=− + ( , )

( , )= − + ( , )
( , , )=− [ + ( − )] + ( , )

=− ; =− [ + ( − )]; = ;
36
Pagina
32) FLESSIONE RETTA: CONSIDERAZIONI SULLE TENSIONI E DEFORMAZIONI DELLA TRAVE

<0

>0

L’asse y = asse di sollecitazione


L’asse x = asse neutro dove = 0 e la tensione si annulla
Nella flessione l’asse neutro e l’asse di sollecitazione sono perpendicolari

Come si deforma l’asse della trave?

= (0,0, ) è il generico punto dell’asse geometrico e subisce queste componenti di spostamento:

(0,0, ) = 0; (0,0, ) = − ; (0,0, ) = 0;


2

L’asse geometrico della trave assume forma parabolica:

Il raggio di curvatura vale:

1
≅ =−

La curvatura della linea d’asse è proporzionale al momento flessionale applicato ≅ =− ;


Si considera la sezione (retta) z = c ; i punti appartenenti a questa sezione a deformazione avvenuta si
spostano in direzione z della quantità w’: = e la posizione finale sarà = + = + .
A deformazione avvenuta le facce sono ruotate l’una rispetto all’altra di un angolo di cui ruotano, per
effetto della flessione, due sezioni infinitamente vicine (a distanza ) vale:

= = = ;
| |

La rotazione relativa subita dalle sezioni di estremità della trave vale:

∆ =∫ = dove è detta rigidezza flessionale.

33) FLESSIONE RETTA: LAVORO DI DEFORMAZIONE E VERIFICHE


37

Applicando il teorema di Clapeyron è immediato trarre per il lavoro dei deformazione relativo alla flessione
Pagina

retta l’espressione:
1
=
2

Si può scrivere anche partendo dalla considerazione che:

Ψ= =
2 2

A differenza dello sforzo normale, nella flessione le tensioni normali sono variabili da punto a punto e
cambiano segno attraversando l’asse neutro ≡ .
Posto che sia positivo, la massima tensione di trazione è:

= ℎ max tensione di trazione;

Analogamente la massima tensione di compressione:

=− ℎ max tensione di trazione;

Le rette R’ e R’’, le tensioni ammissibili a trazione e compressione del materiale, le condizioni di sicurezza si
scrivono nella forma:

≤ ; ≥− ; >0
≥− ; ≤ ; <0

In relazione all’andamento lineare delle tensioni interne la tensione ammissibile può raggiungersi solo in
corrispondenza delle due fibre più distanti dall’asse neutro. È opportuno rivolgersi a tipi di sezione che
presentino una buona parte della propria area disposta il più distante possibile dall’asse neutro.

34) FLESSIONE RETTA: ANALISI DELLO STATO DI TENSIONE

Si ha una flessione deviata quando l’asse del vettore momento sollecitante non coincide con no degli assi
principali di inerzia. Si ha la sovrapposizione di due flessioni rette, una relativa all’asse principale x e una a
quello y.

Scomponendo il vettore momento nelle due componenti:

cos sin Relazione che stabilisce lo stato di


= cos
= − ; tensione associato alla coppia M;
= sin

Può essere scritto anche nella forma:

= − = 0 che è sempre soddisfatta ponendo x = y = 0,

un’altra espressione è = tan ;

Se ≠1→ = tan = tan − 1 → = tan tan l’asse neutro non coincide con l’asse in cui
38

è applicato il momento;
Pagina
Se = 1 in questo caso l’asse neutro coincide con l’asse del vettore momento, si torna ad un caso di
flessione retta;

è l’angolo formato dall’asse di sollecitazione con l’asse x

= + ; = −
2 2
1
tan = = − cot
tan

tan = tan

Essendo: = tan tan =− relazione di coniugo.


tan = =− ;
=

Gli angoli e sono formati dall’asse ⃗ con gli assi ⃗ e ⃗ e sono detti coniugati (anche se il momento
applicato rispetto agli assi è uguale a zero). L’asse neutro e l’asse di sollecitazione non risultano essere
ortogonali nella flessione deviata.

35) AZIONE ASSIALE ECCENTRICA: ANALISI DELLO STATO DI TENSIONE

Una trave è soggetta a sforzo normale eccentrico quando lo sforzo nomale N, applicato alle basi estreme,
ha retta d’azione parallela, ma non coincidente con l’asse baricentrico della trave.

Lo sforzo N è applicato in C e non in G ( ; ),


i momenti della forza N rispetto agli assi x e y
risultano essere: = ; = ; la sollecitazione di sforzo normale eccentrico può considerarsi
ottenuta per sovrapposizione di uno sforzo normale centrato rappresentato dall’unica componente =
e di due flessioni rette. La presenza contemporanea dei due momenti flettenti e da luogo alla
tensione:
39

= − risulta: = + − sforzo normale eccentrico.


Pagina
L’andamento delle tensioni è lineare in x e y come nella flessione deviata, il baricentro è caratterizzato da
= ≠ 0, l’asse neutro non è più baricentrico e ha espressione: =− − ;

Esiste una polarità tra l’asse neutro e il punto C, in base a questa si può stabilire se l’asse neutro è secante,
tangente o esterno alla sezione;

Si hanno i seguenti casi:

1.
C è esterno al nocciolo centrale di inerzia;
l’asse neutro taglia la sezione dalla parte opposta al
baricentro. La sezione risulta essere in parte tesa e in
parte compressa.

2.

C appartiene al contorno nel nocciolo centrale di inerzia;


l’asse neutro è tangente alla sezione. Le tensioni hanno
ovunque lo stesso segno e si annullano solo nei punti/o di
contatto tra sezione e asse neutro.

3.
C è interno al nocciolo centrale d’inerzia;
l’asse neutro è esterno alla sezione. Le tensioni hanno
ovunque lo stesso segno e non si annullano mai.
.

36) TORSIONI DI “TRAVI” A SEZIONE CIRCOLARE: LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA

La trave è soggetta sulle basi esterne alla coppia torcente , ogni sezione di essa subisce una rotazione
40

= ( ) = , angolo unitario di torsione. Le componenti dello spostamento sul piano xy del generico
Pagina

punto P sono espresse dalle relazioni:


( , , )=
⃗= ( , , )=
( , , )=0

Questo campo di spostamenti non produce deformazioni principali. A deformazione avvenuta la sezione
resta piana e perpendicolare all’asse z, secondo l’angolo ;

= + =− + =0

= + =−
Si hanno due scorrimenti angolari
= + =−

Ora è necessario verificare se esiste un campo di tensioni che soddisfi:

⎧ + + =0
⎪ + + =0
1) + + =0 2) + + =0
⎨ + + =0
⎪ + + =0

⎧ = − + + =
⎪ Condizioni imposte dal problema di De
3) = − ( + ) + =
⎨ Saint-Venant;
⎪ = − + + =

Confrontando i sistemi:

= − + =0 + = =0

= − ( + ) =0 + = =−
Torsioni esistenti
= − + =0 + = =

Le equazioni indefinite di equilibrio del sistema 1 sono soddisfatte, come quelle del sistema 2;
E’ necessario verificare che: + =0→− + = 0, equivale a imporre che il
vettore ⃗ = , abbia sul contorno la componente normale → − + ; deve essere
⃗ × ⃗ = 0.
Il vettore tensione ⃗ = deve essere tangente al contorno. In ogni punto della sezione il vettore ⃗ è
ortogonale al corrispondente vettore R:

= + ; = = ; = = ;
+ +
41

Sostituendo nella − + ;
Pagina

− + = − + =0


Esaminando le condizioni di equivalenza statica tra le tensioni e il momento applicato, sui due tappi e
le tensioni tangenziali devono produrre: = 0, = 0, ≠ 0;

=∫ = −∫ =− ∫ → =0
=∫ =∫ = ∫ → =0

=∫ − + =∫ + = ∫ ( + )
= ∫ = = → = Rigidezza torsionale

La soluzione completa del problema è individuata dalle componenti dello spostamento:

=− ; = ; = 0;

e dalle componenti di tensione non nulle ( = = = = 0), = ; = ;

37) TORSIONE DI TRAVI A SEZIONE CIRCOLARE: LAVORO DI DEFORMAZIONE E VERIFICHE DI


SICUREZZA

La deformazione di una trave soggetta a momento torcente si esplica attraverso una rotazione torsionale
intorno ad un asse qualunque parallela all’asse geometrico del solido e un ingobbamento della sezione
trasversale della trave.

= angolo unitario
= =
= rotazione torsionale della generica sezione

La rotazione relativa ∆ tra le due sezioni estreme del solaio:

∆ = = =

Applicando il teorema di Clapeyron: ∫ = ∫ +

1
= ∆ = → =
2 2 2

Nel caso della torsione le uniche componenti di tensione diverse da zero sono le tensioni tangenziali e
. Il valore limite di tensione tangenziale tollerabile con un opportuno coefficiente di sicurezza del
materiale dipende dal criterio di crisi adottato.

Se si fa riferimento a Rankine o Grashoff:

1
= { , ′′}, = { , ′′}
1+
42

Essendo la tensione tangenziale ammissibile e e ′ la tensione ammissibile a trazione e


Pagina

compressione. Queste tensioni possono essere adottate per i materiali fragili con comportamento diverso a
trazione e compressione.
Nel caso dei materiali duttili con comportamento uguale a trazione e compressione dovrà invece
valutarsi attraverso il criterio di Tresca o di Von Mises, e risulta rispettivamente:

= e = ; Bisogna accertarsi che sia ≤


38) TORSIONE DI TRAVI A SEZIONE RETTANGOLARE SOTTILE E DI TRAVI A SEZIONE SOTTILE


APERTA

Le linee di flusso del vettore ⃗ sono parallele


all’asse :

= ; = ;
12

Il momento torcente: = −2 ( −

Le dono date dalle relazioni: = e =− ; =− ; = 0;

totale coincide con ; il massimo valore si ottiene per = ± e risulta essere = = ;

Lo sforzo tangenziale medio è legato alla risultante dalla seguente espressione:

=∫ ( )

= ∫ = ∫ Momento statico

= che fornisce le tensioni tangenziali parallele alla corda.

Travi a sezione sottile aperta:

Supponendo che la sezione trasversale della trave sia costituita da una striscia di materiale di spessore
(eventualmente variabile) avente come linea media la curva piana di equazione:

= ( ) = ( )

Essendo l’ascissa curvilinea del generico punto della linea media misurata a partire da 0. La suddetta linea
non deve formare circuiti chiusi ma deve essere aperta.
Per l’analogia tra elemento infinitesimo della sezione curva ed elemento infinitesimo della sezione
rettangolare si può affermare ancora che le uniche componenti diverse da zero sono le :
43

= ( ) funzione di se lo spessore è variabile;


se è il massimo spessore della torsione, il valore della
Pagina

massima tensione tangenziale nella sezione risulta:

= massima tensione tangenziale nella sezione.


39) TORSIONE DI TRAVI A SEZIONE SOTTILE CHIUSA

La linea media della sezione forma un circuito chiuso e, non esistendo più elementi terminali, le linee di
flusso delle tensioni tangenziali hanno certamente verso concorde.
Le tensioni tangenziali relative ad un generico spessore hanno tutte lo stesso verso, è pertanto logico
ritenerle uniformi nell’ambito dello spessore stesso. Il modo di resistere alla torsione delle travi di sezione
chiusa è molto differente da quella a sezione aperta sottile:

= ( )→ ( ) ( )=

= ( ) ( )ℎ( )

Dove è lo sviluppo della linea media ed ℎ( ) la distanza fra il baricentro e la tangente alla linea media
nel generico di ascissa curvilinea .

( )=  Formula di Breot
( )

Consente di valutare le tensioni tangenziali nelle travi tubolari soggette a torsione. Contrariamente al caso
delle sezioni aperte, la massima tensione tangenziale si verifica ove ( ) è minimo e vale:

= ;

40) FLESSIONE CON TAGLIO COSTANTE, LA SOLUZIONE APPROSSIMATA DI JURAVSKJ

Su una base la trave è soggetta a una forza agente


parallelamente all’asse principale di inerzia con
eccentricità . Sull’altra base è invece soggetta a una
forza uguale ed opposta e a una coppia flettente
=
Centro di taglio

Nono ci sono deformazione torsionali:


( )
( ) ( )=0
( )=
( ) =− + = ( − )
( ) ( ) = lo si ottiene con le azioni interne
44

( )
Pagina
= 0; = 0;
Per calcolare queste incognite si utilizzano le equazioni di
= 0; = ?;
equilibrio
= ?; = ?;

( ) ( − )
= =− ;

Equazioni indefinite di equilibrio: Equilibrio al contorno:

⎧ + + =0
⎪ + =0
+ + =0 + =0
⎨ + =0
⎪ + + =0 → =−

+ =−−

Sulle facce e è necessario avere condizioni di equivalenza statica tra tensioni e forze applicate:

∫ = =0 poiché ci sono solo forze ;


∫ = ≠0 → ∫ − + = =0

Il calcolo della tensione tangenziale media può avvenire solo in modo


approssimato. Nota una generica sezione e su di essa una generica corda
di lunghezza , il valore medio è valutabile solo con condizioni di
equilibrio:

=0=∫ − (∫ ( ) +∫ + =0

−∫ +∫ =0

41) FLESSIONE CON TAGLIO COSTANTE, ANALISI DEGLI SFORZI E DELLE DEFORMAZIONI IN UNA
SEZIONE RETTANGOLARE

Si consideri il caso di una sezione il cui asse principale di inerzia sia anche asse di simmetria. In tal caso il
centro di taglio della sezione gioca certamente su tale asse e se pertanto il taglio applicato non ha
componenti secondo l’asse esso deve avere retta d’azione coincidente con , affinché non vi siano
deformazioni torsionali nella trave.
Nel caso della sezione rettangolare siano e ℎ le dimensioni dei lati della sezione parallela agli assi e .
Per determinare le componenti si osserva che la generica corda alla quota risulta:
45

- Momento statico: = − ; Il diagramma delle si presenta parabolico e il momento si

- Momento di inerzia: = ; ottiene per = 0 e risulta valere (0) = ;


Pagina

Essendo nulla l’inclinazione delle tangenti nei punti estremi


- = − ;
della generica corda, le componenti risultano essere nulle.
43) FLESSIONE DI TAGLIO COSTANTE, SEZIONE A DOPPIO T

Si considera una sezione a doppio T sollecitata da uno sforzo di taglio agente secondo l’asse di simmetria
verticale. Ci si trova sempre nell’ambito delle sezioni sottili.

Momento statico: = ;

=
2

Le nella semi-ala inferiore sinistra risultano essere positive e dunque entranti nell’area A’ di cui si è
considerato il momento statico. Tali tensioni variano linearmente con e dunque si annullano con = 0 e
risultano massime per = .

44) IL CALCOLO DELLA DEFORMATA DELLE TRAVI INFLESSE AD ASSE RETTILINEO CON IL METODO
DELLA LINEA ELASTICA

Questo problema è noto come “problema delle travi inflesse”, affinché possa parlarsi esclusivamente di
flessione e taglio, è necessario che le forze applicate incontrino non l’asse geometrico della trave ma l’asse
dei centri di torsione che viene in genere definito come l’asse elastico.
In ogni sezione della trave risultano essere presenti le sole azioni interne e . Il moto di deformazione
pura dell’elemento tra due rette inizialmente parallele e alla distanza :

= rotazione relativa intorno all’asse ;

= , = slittamenti paralleli a e ;

Se in particolare la sezione trasversale della trave ha un asse di simmetria, si annulla il fattore di taglio
misto , in tal caso le azioni interne possono indicarsi con i simboli e e i movimenti di deformazione
pura con le quantità:

= ; = ;

Il tronco elementare in esame subisce anche moto rigido e si genera l’ulteriore spostamento relativo fra le
due sezioni estreme è ′ = + ′ , e devono essere soddisfatte le condizioni:

= ; = − ;

Note le funzioni = ( )e = ( ), le equazioni = e = − , possono essere integrate e


messe in relazione con le opportune condizioni al contorno, imposte sui movimenti dai vincoli della
struttura, con sentono di definire univocamente di definire le funzioni: = ( ) e = ( ), che
definiscono la deformata elastica della trave:
46
Pagina

=− equazione della linea elastica delle travi inflesse.


45) CALCOLO DELE TRAVI INFLESSE IPERSTATICHE AD ASSE RETTILINEO CON IL METODO DELLA
LINEA ELASTICA

Nelle strutture iperstatiche esiste un numero di vincoli sovrabbondanti le cui componenti di reazione non
sono valutabili con considerazioni di semplice equilibro. Occorre dunque definire equazioni che ne
definiranno il valore; il primo passo per giungere alla soluzione è quello di rendere la struttura isostatica, il
sistema ottenuto viene chiamato sistema principale.

Le equazioni necessarie per la definizione delle incognite iperstatiche , risiedono nell’imporre che i
parametri di movimento di ( = 1 … … … … … ) rispettano le condizioni di vincolo iniziale esistenti nella
struttura di partenza.
Tali equazioni sono dette “equazioni di congruenza” e forniscono al sistema lineare non omogeneo di
equazioni in incognite la soluzione fornisce i richiesti valori delle reazioni iperstatiche:

= − −
= − − Una volta risolto offre il valore delle reazioni e ;

È opportuno rilevare che nelle travi iperstatiche, ulteriori cause di sollecitazione, oltre ai carichi, risultano
essere i cedimenti dei vincoli, le variazioni termiche, i difetti di montaggio e in generale ogni azione
distorcente che tende a provocare deformazione nella struttura.

46) CALCOLO DI UNA COMPONENTE DI SPOSTAMENTO IN UN’IPERSTATICA TRAMITE PLV

Si consideri una generica trave che si supporrà costituita di materiale elastico lineare soggetta ad un
generico sistema di forze e sono:

= ( ); = ( ); = ( );
= ( ); = ( ); = ( );

Le azioni interne che si generano in ogni sezione a causa del suddetto sistema di forze. Fatta per semplicità
l’ipotesi che siano assenti nella trave azioni distorcenti e che la sezione trasversale sia dotata di almeno un
asse di simmetria, alle azioni interne conseguono le componenti di deformazione pura:

= ; = ; = ;
= ; = ; = ;

Per ciascun tronco elementare la lunghezza della trave.

Considerando la struttura soggetta in un generico punto o una forza unitaria agente nella direzione , le
azioni interne associate a tale forza sono:

′ = ′( ); ′ = ′ ( ); ′ = ′ ( );
′ = ′ ( ); ′ = ′ ( ); ′ = ′ ( );

Applicando il PLV:
47
Pagina

1∙ = + ′ + ′ + ′ + ′ + ′
I contributi offerti dallo sforzo normale e dallo sforzo di taglio risultano essere trascurabili se
paragonati con quelli offerti dai momenti flettenti , e dal momento torcente , perciò:

= + + ;

Nel caso delle travi piane e in assenza di momenti torcenti le componenti dell’azione interna si riducono
esclusivamente alle tre caratteristiche:

= ( ); = ( ); = ( );

= ;

47) IL CALCOLO DELLE TRAVI: IPERSTATICHE TRAMITE IL PLV

Assegnata una generica struttura volte iperstatica siano ( = 1 … … … ) le reazioni dei vincoli
sovrabbondanti che sono stati eliminati per ricondurla ad un sistema isostatico equivalente. In tale sistema
le hanno il compito di rendere nulli gli spostamenti resi liberi dai vincoli eliminati, ponendo per
semplicità l’ipotesi che i vincoli sono perfetti.
Gli spostamenti (1 = … … … ) dei punti di applicazione delle reazioni iperstatiche ( … … … ) nella
direzione delle reazioni stesse, devono risultare nulli:

=1∙ = 1 ⋅ 0 = 0 e tale deve essere anche il .

- Componenti dell’azione interna generata dalla forza unitaria =1

= ( ) = ( )
= ( ) = ( )
= ( ) = ( )

- Componenti dell’azione interna nel sistema principale

= ( ) = ( )
= ( ) = ( )
= ( ) = ( )

Il principio dei lavori virtuali consente di affermare che devono sussistere le:

=∫ +∫ +∫ +∫ +∫ +∫ =0

Nel caso delle travi piane e in assenza dei momenti torcenti, poiché le azioni interne si riducono
esclusivamente allo sforzo normale , al taglio e al momento risulta trascurando, ove possibile, i
contributi di taglio e normali:

=∫ =0 ( = 1 … … … ).
48
Pagina
48) IL CARICO DI PUNTA (CASO TRAVE APPOGGIATA)

Si suppone che la struttura abbia le seguenti caratteristiche:

1- Comportamento elastico lineare


2- Spostamenti piccoli: la condizione di equilibrio si discosta poco da quella in deformata

Equilibrio stabile:

Il sistema tende a tornare nella sua configurazione iniziale, dopo aver


subito una qualunque piccola perturbazione.

Qui una piccola rotazione provoca, rispetto all’asse, una coppia che
tende a riportare il pendolo nella configurazione originaria.

Equilibrio instabile:

Il sistema non torna nella configurazione iniziale.

Qui la torsione provoca una coppia di momenti che continua a far


progredire il movimento.

L’instabilità in un solido elastico si verifica quando l’effetto instabilizzante, che le forze esterne generano a
seguito di una perturbazione, prevale sulle reazioni elastiche stabilizzanti associate alla perturbazione
stessa;

Condizione critica:

sin È una condizione quella dell’instabilità che dipende da carichi esterni:

sin < stabile;


sin > instabile;
sin = trave in equilibrio nella nuova configurazione perturbata;
49

Per spostamenti piccoli:


Pagina

< <
> >
= = Dove P è detto punto critico.
Trave appoggiata (soggetta a sforzo di compressione):

1) La trave viene inflessa secondo la curva ( );


2) Si genera in ogni sezione il momento interno
( )
( )=− e quello esterno
( ) ( )= ( );

3) La trave si mantiene in equilibrio nella configurazione imperturbata oppure raggiunge il punto


critico se = :

( ) ( )
( )= ( )=− = ( ) equilibrio indifferente; = ( )

4) Essendo = > 0 si avrà che:

( )+ ( )=0 ( )+ ( ) = 0 equazione che esprime il bilancio fra azioni


s stabilizzate e in stabilizzate;

5) Si integra l’equazione tenendo conto che le condizioni al contorno sono:

. → (0) = 0, ( ) = 0;
si ottiene l’integrale generale:
( )=− sin + cos ;
( )=− ( sin + cos );

6) Si ricavano i valori delle costanti:

per (0) = 0 → =0 = 0 soluzione banale non ammissibile;


per ( ) = 0 → sin
sin = 0 se = ;

= → = ∙

Equilibrio nella situazione perturbata e espressione della formula di Eulero: = ;

49) CARICO DI PUNTA: TRAVE INCASTRATA

Vedi parte generale del carico di punta (pagina


precedente);

Momento interno e momento esterno:


50

( )
Pagina

=− ; = − ( − );
=− ∙ ( )
Eguagliando i momenti: − ∙ ( ) = − ( − );

Si suppone che:
− ∙( − )=0

= → =

Sostituendo:

− ( − )=0

Condizioni al contorno:

(0) = 0; (0) = 0; ( )= ;
( ) = sin + cos + → = 0, =− ;
sin + cos =0 → cos = 0;
( ) = ( ∙ cos ) → ≠ 0, cos = 0, = ;
2
= ∙ ;
4

Per la mensola la lunghezza libera di inflessione è uguale a 2 . Il valore del carico critico di una mensola è
uguale a quello di una trave appoggiata di luce doppia.

50) LIMITI DI VALIDITA’ DELL’ESPRESSIONE DI CARICO CRITICO E VERIFICHE

Nel derivare la formula di Prandtl si è ammesso implicitamente che il materiale si comporti come elastico
lineare durante il fenomeno dello sbandamento flesso-torsionale della trave. Ovviamente ciò è vero se le
massime tensioni normali che si hanno nella sezione trasversale della trave in configurazione in deformata
per = sono inferiori o al limite uguali al limite di proporzionalità del materiale .

= ;

La tensione normale massima che si ha nella sezione trasversale della trave quando = deve risultare
≤ .
Il campo in cui è necessario premunirsi nei riguardi del pericolo di sbandamento flesso-torsionale della
trave risulta quindi definito dalla relazione:

= 0;

Facendo riferimento al caso di una trave a sezione rettangolare allungata di spessore e altezza ℎ ≫
poiché risulta:
51

ℎ ℎ ℎ
= , = , = =
12 3 6
Pagina
Equivale a imporre che si abbia:

≤ 2(1 + );

Lo sbandamento flesso torsionale della trave avviene quando ≤ 0,0023 e cioè per valori estremamente

bassi del rapporto . Il pericolo quindi presenta un concreto rilievo solo per travi alte e sottili. La verifica di
sicurezza va condotta imponendo che la tensione massima nella sezione della trave soddisfi la condizione
≤ essendo un opportuno coefficiente di sicurezza e la tensione critica.

51) EFFETTO DELL’ECCENTRICITA’ DELLO SFORZO SUL COMPORTAMENTO DELLE TRAVI SNELLE

Ora si può vedere cosa succede quando una trave


snella è sottoposta a uno sforzo che agisce
eccentricamente con eccentricità .
∗ Si suppone che il centro di sollecitazione cada
sull’asse principale in modo che l’asta sia
globalmente soggetta a sforzo normale e flessione
retta.
Se si tiene presente che l’asta deve necessariamente inflettersi nel piano , si osserva che l’effettiva
eccentricità dello sforzo rispetto alle sezioni della trave deformata, risulta essere data dalla relazione:
∗( )= − ( )+ dove: = spostamento della sezione estrema della mensola;
= proiezione del braccio e sulla verticale  supposto molto piccolo
e uguale a zero;

Il momento flettente esterno nella generica sezione dell’ascissa risulta dato dalla relazione:

=− ( − + ) ed eguagliato al momento interno =− porge l’equazione:

− =− ( − + ) dove = ;

=0 =0
+ = ( + ) considerando le condizioni ai limiti per = ;
=0
=

Integrale generale ( ) = sin + cos + + risulta che:

+ + = 0; =0 → = 0; = ; =− + ; ( )= ;
la freccia = ;

∗ ∗
Eccentricità massima dello sforzo della sezione di incastro: = + = ;
52

Se = allora = ∙ , quando raggiunge il valore le deformazioni e quindi le sollecitazioni


Pagina

nella trave vanno all’infinito. Non vi è quindi più proporzionalità fra forze e spostamenti, poiché questi
crescono molto più rapidamente delle forze e tendono ad assumere valori infiniti per
= .

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