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Dispensa scienza delle costruzioni

Scienza delle costruzioni (Politecnico di Milano)

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Scaricato da Angelo Siciliano (lillo.joker96@gmail.com)
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Appunti dal Corso di

Scienza delle Costruzioni


Prof. Chesi

Anno Accademico 2006-07

Questi appunti costituiscono una bozza di lavoro


provvisoria, non ancora sottoposta a revisione.
Viene messa a disposizione degli allievi che hanno
frequentato il corso nel secondo semestre del presente
anno per loro esclusivo uso personale, ai fini della
preparazione dell’esame.

1 Equazione linea elastica 1

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CALCOLO DEGLI SPOSTAMENTI IN


TRAVI DALL’ASSE RETTILINEO
1.

Travi dall’asse rettilineo: trave o sistema di travi che giacciono lungo


un’unica direzione.
I carichi giacciono perpendicolarmente a quest’asse (non ci sono azioni
assiali – N – abbiamo solo taglio T e momento flettente M). La deformata
che andiamo a calcolare è generata solo da M, quindi trascuriamo il
contributo del taglio.
Ad ogni ascissa x corrisponde un valore del momento flettente M(x); ogni
punto della struttura subisce uno spostamento trasversale dato dalla funzione
y(x), che descrive nella sua totalità la deformata della trave.

y
fig. 1.1

Il metodo di calcolo della deformata è quello dell’equazione della linea


elastica, procedimento che ci permette di passare dal momento flettente alla
funzione della deformata.
Qual è in ogni punto della trave la rotazione della linea d’asse ( )? Il valore
di quest’angolo (espresso in radianti) è dato dalla derivata prima della
funzione y(x) nel punto di ascissa x.

1 Equazione linea elastica 2

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= y ’(x)
Infatti la derivata prima di una funzione in un punto è pari per definizione
alla tangente trigonometrica dell’angolo compreso tra la tangente alla curva
in quel punto e l’asse delle ascisse (v. figura 1.2).
x
y

φ
fig. 1.2 tg

Per piccoli valori dell’angolo ( ) si ha:


dy
α ≅ tgα = = y'
dx
Per una retta: Per una curva, ragionando
su incrementi infinitesimi dx
e dy:
⎛ dy ⎞ dy
α = arctg y/ x ≅ y/ x α = artg ⎜ ⎟≅
⎝ dx ⎠ dx
y
y

dy
α
α ∆y
dx
∆x

x
x

fig. 1.3 – 1.4 y


tg

x
fig. 1.5

1 Equazione linea elastica 3

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1.1 Deformata del concio inflesso (ipotesi di Navier)

L’ipotesi di Navier prende in esame un concio di trave di spessore


infinitesimo, a cui applica un momento flettente; il concio deformandosi
subisce una trazione nelle fibre inferiori, e una compressione in quelle
superiori (v. figura); le due facce trasversali ruotano restando piane; i loro
profili vanno a convergere in un punto, nel quale posso evidenziare l’angolo
d che descrive la deformazione locale del concio.
dφ Il valore dell’angolo d è:
Mdx
d = .
EI
z
M M

dx
fig. 1.6

Proviamo a ricavare la formula supponendo fissa la faccia di sinistra del


concio:
ε ⋅ dx
dϕ ≅ tg (dϕ ) = dove
z
dφ è la deformazione delle fibre a
distanza z dall’asse neutro e dx
dφ z è la lunghezza iniziale della
dφ=tg(dφ) fibra. Quindi, sapendo che
= /E (E=modulo di elasticità
dx longitudinale), possiamo
riscrivere l’espressione
dell’angolo d come:
fig. 1.7
σ /E
(dϕ ) = dx
z
M
Ma = ⋅ z , quindi
In
M ⋅z M ⋅ dx
(dϕ ) = ⋅ dx = . Questa formula descrive la deformazione
In ⋅ z ⋅ E E⋅I
locale del concio dovuta alla flessione.

1 Equazione linea elastica 4

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Dal disegno possiamo ricavare dx = r d , da cui


dϕ 1
r si ha che = . La quantità r viene
dx r
denominata “raggio di curvatura”, mentre il suo
1
inverso ( C = ) “curvatura” della trave.
r
In ogni punto della trave la curvatura è
esprimibile in funzione della deformata y(x):
1 y' '
fig. 1.8 C= =
r 1 + y'2 ( )3/ 2

y’’ indica la derivata seconda della funzione y(x).


Per le condizioni di abitabilità degli edifici,le rotazioni della trave pari a y’,
sono piccole, quindi possiamo assumere che il denominatore della frazione
sia pari ad 1. Così la formula si riduce a C ≅ y ' ' .
M ⋅ dx
Sapendo che d = , possiamo riscrivere l’espressione della curvatura
EI
dϕ M
come C = = = y’’
dx E ⋅ I
Quindi la relazione tra la deformata y(x) ed il momento M si esprime
attraverso la derivata seconda di y(x), ed è (EQUAZIONE DELLA LINEA
ELASTICA):
M
y' ' =
E⋅I
Per poter scrivere correttamente l’equazione della linea elastica, occorre
precisare il problema della convenzione di segno della curvatura.
y La positività della curvatura espressa come
C = y’’ dipende dalla scelta dell’asse y: la
concavità positiva è quella in direzione
dell’asse y.

Invece, la positività della curvatura espressa


C>0 M
come C = dipende dalla convenzione
x E⋅I
fig. 1.9
di segno del momento flettente: un
momento flettente che tende le fibre
inferiori genera una curvatura con concavità
M>0 C>0 verso l’alto.

fig. 1.10

1 Equazione linea elastica 5

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Se le due convenzioni definiscono come positiva una concavità dello stesso


tipo (entrambe verso l’alto o verso il basso) allora l’equazione della linea
M
elastica è y ' ' = + ; se invece,come nel caso della figura, le due
E⋅I
convenzioni sono una l’opposto dell’altra, l’equazione della linea elastica è
M
y' ' = − .
E⋅I

c>0
y

fig. 1.11 c>0

1.2 Esempi

Esempio 1: trave in semplice appoggio con carico uniformemente


distribuito. Ci interessano, in particolare, la freccia in mezzeria (f) e la
rotazione nei due estremi ( d e s).

φs φd
f
y

l
fig. 1.12

In base alla convenzione di


pl
segno del momento flettente:
x
pl px 2
M = ⋅x−
pl/2 pl/2 2 2
Scegliamo l’asse y verso il
fig. 1.13 basso, in modo che gli
spostamenti, che sappiamo
essere verso il basso, risultino
positivi: quindi le due curvature

1 Equazione linea elastica 6

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avranno segno opposto.


Scriviamo l’equazione della linea elastica:
M 1 ⎛ pl px 2 ⎞
y' ' = − =− ⎜⎜ ⋅ x − ⎟
E⋅I E⋅I ⎝ 2 2 ⎟⎠
Integriamo la funzione.
1 ⎛ pl x 2 p x 3 ⎞
y' = ⎜⎜ − ⋅ + ⋅ + A ⎟⎟
EI ⎝ 2 2 2 3 ⎠
La derivata prima descrive l’angolo di rotazione nei vari punti della trave.
1 ⎛ pl x p x 3
⎞ 4
y= ⎜⎜ − ⋅ + ⋅ + Ax + B ⎟⎟
EI ⎝ 4 3 6 4 ⎠
La funzione trovata y(x) indica lo spostamento trasversale nei vari punti
della trave.
Occorre trovare ora i valori delle costanti A e B per adattare la soluzione
generale al caso particolare. Imponiamo le condizioni al contorno date dai
vincoli della struttura: occorre garantire che nei due estremi della trave, dove
ci sono cerniera e carrello, non si verifichino traslazioni lungo l’asse delle y
(che siano quindi nulli i valori y(0) e y(l)).
1
y(0)=0 ⋅B = 0 B=0
EI
1 ⎛ pl l 3 p l 4 ⎞
y(l)=0 ⋅ ⎜⎜ − ⋅ + ⋅ + Al ⎟⎟ = 0
EI ⎝ 4 3 6 4 ⎠
⎛ pl 3 p 4 ⎞ 1 3
⎜− l + ⋅ l + Al ⎟ = 0 A= pl
⎝ 12 24 ⎠ 24
Quindi l’equazione particolare della deformata risulta:
1 ⎛ pl 3 p 4 pl 3 ⎞ pl 4 ⎡ ⎛ x ⎞3 ⎛ x ⎞ 4 x ⎤
y ( x) = ⎜− x + x + x ⎟⎟ = ⋅ ⎢− 2⎜ ⎟ + ⎜ ⎟ + ⎥
EI ⎜⎝ 12 24 24 ⎠ 24 EI ⎢⎣ ⎝ l ⎠ ⎝ l ⎠ l ⎥⎦

Possiamo ora trovare la freccia in mezzeria:


⎛l⎞ pl 4 ⎛ 1 1 1⎞ 5 pl 4
y⎜ ⎟ = ⎜ − 2 ⋅ + + ⎟ = ⋅
⎝ 2 ⎠ 24 EI ⎝ 8 16 2 ⎠ 16 ⋅ 24 EI
⎛l⎞ 5 pl 4
f = y⎜ ⎟ = ⋅
⎝ 2 ⎠ 384 EI
Facciamo un controllo dimensionale del risultato che abbiamo ottenuto:

1 Equazione linea elastica 7

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p, essendo un carico distribuito, si esprime come forza su unità di lunghezza;


E è una forza su lunghezza al quadrato; mentre il momento d’inerzia è una
lunghezza alla quarta; abbiamo dunque:
F 4
⋅l
l =l La freccia è infatti una lunghezza.
F 4
⋅l
l2
Se vogliamo ora calcolare la rotazione dei due estremi della trave, ci
riferiamo alla derivata prima y’(x):
pl 3
ϕ s = y ' (0) =
24 EI
1 ⎡ pl 2 p 3 pl 3 ⎤ pl 3 ⎛ 1 1 1 ⎞ pl 3
ϕ d = y ' (l ) = ⎢ − l + l + ⎥ = ⎜ − + + ⎟ = −
EI ⎣ 4 6 24 ⎦ EI ⎝ 4 6 24 ⎠ 24 EI

Le due rotazioni, come potevamo aspettarci, sono uguali in modulo e


opposte in segno. E infatti, considerando la convenzione di segno per le
rotazioni associate al sistema di riferimento che abbiamo assunto, sono
positive le rotazioni in senso orario (quello che porta l’asse delle ascisse a
sovrapporsi a quello delle ordinate).

Per le norme vigenti, la freccia in mezzeria non deve superare 1/400 della
luce della trave. Nel nostro caso:
1 5 pl 4 5 pl 4 5
f= l= ⋅ ≅ ⋅ Si ha quindi: pl 3 ≅ 1
400 384 EI 400 EL EI
1 pl 3 1 pl 3 5
Essendo = ⋅ , moltiplicando e dividendo per 5, si ha ⋅ ⋅ ;
24 EI 24 EI 5
5 pl 3 1
posso sostituire il termine con 1, ottenendo ϕ ≅ (radianti) che, in
EI 120
1 180 1.5
gradi, è uguale a ⋅ = ≅ 0.5°
120 π 3.14
L’angolo così calcolato ( =0.5 °) rappresenta il massimo valore di rotazione
della struttura.
Si trova così conferma dell’ipotesi assunta, e cioè che le rotazioni siano
piccole.

1 Equazione linea elastica 8

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Esempio 2: mensola con carico uniformemente distribuito.

p Prendo come origine dell’asse x


l’estremo destro della trave.

y
l
fig. 1.14

1 px 2
M (x ) =
1
Mx=px²/2
y' ' = + ⋅
EI EI 2
1 ⎡ p x3 ⎤
x
y' = ⋅ ⎢ ⋅ + A⎥
EI ⎣ 2 3 ⎦
fig. 1.15 1 ⎡ p x4 ⎤
y= ⋅⎢ ⋅ + Ax + B ⎥
EI ⎣6 4 ⎦
Per calcolare A e B imponiamo le condizioni al contorno. In x=0 non
abbiamo condizioni, perché non ci sono vincoli. In x = l abbiamo invece due
condizioni: che non ci siano né traslazione sull’asse delle y né rotazione (che
siano quindi nulle le funzioni y(l) e y’(l)).
1 ⎡ p pl 3 ⎤ pl 4
⋅⎢ l4 − l + B⎥ = 0 B=
⎧ y (l ) = 0 EI ⎣ 24 6 ⎦ 8

⎩ y ' (l ) = 0 1 ⎡p 3 ⎤ pl 3
⋅ ⎢ l + A⎥ = 0 A=−
EI ⎣ 6 ⎦ 6

Sostituendo quindi nell’equazione della deformata:


1 ⎡ p pl 3 pl 4 ⎤ pl 4 ⎡⎛ x ⎞ 4 ⎛ x⎞ ⎤
y= ⋅ ⎢ x4 − x+ ⎥ = ⋅ ⎢⎜ ⎟ − 4⎜ ⎟ + 3⎥
EI ⎣ 24 6 8 ⎦ 24 EI ⎢⎣⎝ l ⎠ ⎝ l ⎠ ⎥⎦
Possiamo quindi calcolare lo spostamento e la rotazione nell’estremo libero
della trave:
pl 4 pl 4
f = y(0)= ⋅3 =
24 EI 8 EI
pl 3
ϕ = y ' (0) =
A
=− f
EI 6 EI φ

fig. 1.16

1 Equazione linea elastica 9

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Esempio 3: mensola con carico concentrato all’estremo libero.


F

y f

φ
fig. 1.17

M(x) M(x)=Fl-Fx M
y' ' = + =
1
(Fl − Fx )
Fl EI EI
1 ⎛ x2 ⎞
x y' = ⎜⎜ Flx − F + A ⎟⎟
EI ⎝ 2 ⎠
1 ⎛ x2 F x3 ⎞
fig. 1.18
y= ⎜⎜ Fl − ⋅ + Ax + B ⎟⎟
EI ⎝ 2 2 3 ⎠

y ' (0 ) = 0
A
=0 A=0
Condizioni al contorno:
EI
1
y (0 ) = 0 ⋅B = 0 B=0
EI
1 ⎛ Fl 2 F 3 ⎞
La soluzione è quindi: y = ⋅⎜ ⋅ x − x ⎟
EI ⎝ 2 6 ⎠
1 ⎛ Fl 2 F 3 ⎞ Fl 3 ⎛ 1 1 ⎞ Fl 3
Freccia f = y (l ) = ⋅⎜ ⋅l − ⋅l ⎟ = ⋅⎜ − ⎟ =
EI ⎝ 2 6 ⎠ EI ⎝ 2 6 ⎠ 3EI
⎛ 2 Fl 2 ⎞ 1 Fl 2
ϕ = y ' (l ) =
1
Rotazione ⋅ ⎜⎜ Fl − ⎟= ⋅
EI ⎝ 2 ⎟⎠ 2 EI

1 Equazione linea elastica 10

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Esempio 4: mensola con momento applicato all’estremo libero.

l
fig. 1.19

M=W M W
y' ' = =
EI EI
x
⋅ (W ⋅ x + A)
1
y' =
EI
fig. 1.20
1 ⎛ x2 ⎞
y= ⋅ ⎜⎜W + Ax + B ⎟⎟
EI ⎝ 2 ⎠

y (0 ) = 0 B
=0 B=0
Condizioni al contorno:
EI
A
y ' (0 ) = 0 =0 A=0
EI

⎛ Wx 2 ⎞
y ' (x ) =
1 1
Quindi y ( x) = ⋅ ⎜⎜ ⎟⎟ e ⋅ Wx
EI ⎝ 2 ⎠ EI
Wl 2
Calcolo della freccia f = y (l ) =
2 EI
Calcolo della rotazione ϕ = y ' (l ) =
Wl
EI

1 Equazione linea elastica 11

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Quindi riassumendo:

pl 2
p M max =
8
5 pl 4 pl 4
fig. 1.21
l
f = ⋅ ≅
384 EI 80 EI

p pl 2 pl 4
M max = f =
2 8EI
l
fig. 1.22

F 1 Fl 3
M max = Fl f = ⋅
3 EI
l
fig. 1.23

W 1 Wl 2
M max = W f = ⋅
2 EI
l
fig. 1.24

1 Equazione linea elastica 12

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Esempio 5: Mensola con carico concentrato posto a distanza a


dall’incastro.

P
Diagramma del momento.

y1 y2 Non siamo in grado di esprimere


il momento flettente con un’unica
a b espressione analitica: dobbiamo
fig. 1.25 formulare due equazioni della
linea elastica per le due parti in
Pa cui scomponiamo la trave (1 e 2).
x1 x2
M1 M2=0
Usiamo l’asse di riferimento x1
fig. 1.26 nella parte di sinistra (che parte
dall’incastro) e x2 nella parte di
destra.

L’ equazione della linea elastica per la parte di sinistra è:


M1
⋅ (Pa − Px )
1
y1 ' ' = + =
EI EI
1 ⎛ x2 ⎞
y1 ' = ⋅ ⎜⎜ Pax − P + A1 ⎟⎟
EI ⎝ 2 ⎠
1 ⎛ x2 P x3 ⎞
y1 = ⋅ ⎜⎜ Pa − ⋅ + A1 x + B1 ⎟⎟
EI ⎝ 2 2 3 ⎠
Si impongono ora le condizioni al contorno corrispondenti al vincolo ad
incastro (cioè si impongono uguali a 0 la rotazione e la traslazione verticale
nell’estremo di sinistra):
y1 (0 ) = 0 → B1 = 0
y1 ' = 0 → A1 = 0
Le espressioni degli spostamenti nella parte di sinistra risultano dunque:
P ⎛a 2 1 3⎞
y1 = ⋅⎜ x − x ⎟
EI ⎝ 2 6 ⎠
P ⎛ 1 ⎞
y1 ' = ⋅ ⎜ ax − x 2 ⎟
EI ⎝ 2 ⎠
Consideriamo ora la seconda parte della trave, di lunghezza b.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 12

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M2
Per essa la curvatura, che in generale è y 2 ' ' = + , ha risultato nullo,
EI
perché in questo tratto della trave M2=0.
Integrando l’equazione abbiamo:
y 2 ' = A2
y 2 = A2 x + B2
Non ci sono condizioni al contorno assolute da porre (poiché non ci sono
vincoli nell’estremo di destra); si devono porre allora condizioni di
continuità tra i due tratti della trave (che garantiscano la continuità di
spostamento e rotazione nel punto d’unione dei segmenti a e b).
Esse sono:
2
y 2 ' (0 ) = y1 ' (a ) → A2 =
Pa
rotazione
2 EI
spostamento y 2 (0 ) = y1 (a )
P ⎛ a 3 a 3 ⎞ Pa 3
ma y 2 (0 ) = B2 e y1 (a ) = ⎜ − ⎟⎟ =
EI ⎜⎝ 2 6 ⎠ 3EI
Pa 3
quindi B2 =
3EI

In conclusione si ha:
Pa 2
y 2 ' = A2 =
2 EI
Pa 2 Pa 3
y 2 = A2 x + B2 = x+
2 EI 3EI
Questa soluzione è ottenuta applicando il metodo della linea elastica,
imponendo le condizioni su spostamenti e rotazioni RELATIVE tra i due
tratti di asta.

Lo stesso risultato si può ottenere tramite un metodo più intuitivo che parte
dall’osservazione della deformata della trave.

Pa³ 3EI Il primo tratto dell’asta si


φ deforma secondo il caso (già
φxl/2 incontrato in precedenza) della
fig. 1.27 mensola caricata all’estremità con

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 13

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una forza concentrata P. Per essa la freccia massima, già calcolata, vale
Pa 3
. Nel secondo tratto dell’asta non agiscono ulteriori forze, e il suo
3EI
estremo non è vincolato: esso accompagna la prima parte di asta nella sua
deformazione, rimanendo rettilineo. Nell’estremo libero l’ulteriore
incremento rispetto alla freccia del primo tratto di asta corrispondente al
cateto minore di un triangolo rettangolo, ed è esprimibile come il prodotto
del cateto maggiore (b) per l’angolo , cioè
Pa 2
ϕ ⋅b = ⋅b
2 EI
La spostata y2 è descritta da una retta:
Pa 2 Pa 3
y2 = x+
2 EI 3EI
Pa 2
dove è il COEFFICIENTE ANGOLARE e indica l’inclinazione della
2 EI
Pa 3
retta; invece è la PARTE COSTANTE.
3EI

Esempio 6: Trave in semplice appoggio con momento W applicato ad un


estremo.

φs φd

l
fig. 1.28

W/l W/l Reazioni vincolari.


fig. 1.29

Grafico del momento flettente


fig. 1.30

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 14

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La convenzione di segno per gli spostamenti corrisponde ad una concavità


positiva opposta a quella del momento.

Si inserisce allora un segno negativo all’interno dell’equazione della linea


elastica:
M 1 ⎛W ⎞
y' ' = − = − ⎜ x⎟
EI EI ⎝ l ⎠
1 ⎛ W x2 ⎞
y' = ⎜⎜ − ⋅ + A ⎟⎟
EI ⎝ l 2 ⎠
1 ⎛ W x3 ⎞
y= ⎜⎜ − ⋅ + Ax + B ⎟⎟
EI ⎝ 2l 3 ⎠
Condizioni al contorno:

y (0) = 0 → B = 0
⎛ W ⎞
y (l ) = 0 → ⎜ − l 3 + Al ⎟ = 0 → A = +
Wl
⎝ 6l ⎠ 6
W ⎛l x ⎞ 2
W ⎛l x3 ⎞
Allora y ' = ⎜ − ⎟ e y= ⎜ x − ⎟⎟
EI ⎜⎝ 6 2l ⎟⎠ EI ⎜⎝ 6 6l ⎠
Si calcola ora la rotazione nei due estremi di destra e di sinistra:
W ⎛l l⎞
ϕ d = y ' (0) = ϕ s = y ' (l ) =
Wl Wl
⎜ − ⎟=−
6 EI EI ⎝ 6 2 ⎠ 3EI

Questo risultato concorda in segno con la scelta degli assi x e y di


riferimento, secondo i quali è positiva la rotazione in verso antiorario. La
rotazione nell’estremo di destra risulta inoltre più piccola di quella
nell’estremo di sinistra, coerentemente col fatto che il momento il momento
è applicato a sinistra.

Esempio 7:

W W
E’ un caso riconducibile all’es. 6,
φ φ in cui invece di un unico
y momento sono applicate due
coppie in entrambi gli estremi
l della trave.
fig. 1.31

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 15

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È uguale alla somma di questi due casi:

W W
+

fig. 1.32

La rotazione totale è la somma delle rotazioni parziali relative ai due estremi


in ognuno dei due casi esposti sopra.
ϕ=
Wl
+
Wl
=
Wl
(= ϕ s = ϕ d )
3EI 6 EI 2 EI

Esempio 8:
P
P
Il carico concentrato è applicato
esattamente al centro della trave
y in semplice appoggio.
l/2 l/2
fig. 1.33
P

P/2 P/2
Reazioni vincolari.

fig. 1.34

x Grafico del momento flettente.

fig. 1.35
M1 M2 Ho due momenti diversi,
( M1 =
P
x; M2 =
P
(l − x ) )
2 2
quindi due funzioni y(x) diverse.

M1 1 ⎛ P ⎞ M2 1 ⎛ P Pl ⎞
y1 ' ' = − = ⎜− x⎟ y2 ' ' = − = ⎜+ x − ⎟
EI EI ⎝ 2 ⎠ EI EI ⎝ 2 2⎠

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 16

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1 ⎛ P x2 ⎞ 1 ⎛ P x 2 Pl ⎞
y1 ' = ⎜⎜ − ⋅ + A1 ⎟⎟ y2 ' = ⎜⎜ ⋅ − x + A2 ⎟⎟
EI ⎝ 2 2 ⎠ EI ⎝ 2 2 2 ⎠
1 ⎛ P x3 ⎞ 1 ⎛ P x 3 Pl x 2 ⎞
y1 = ⎜⎜ − ⋅ + A1 x + B1 ⎟⎟ y 2 = ⎜⎜ ⋅ − ⋅ + A2 x + B2 ⎟⎟
EI ⎝ 4 3 ⎠ EI ⎝ 4 3 2 2 ⎠
Le condizioni al contorno sono ancora una volta quattro, quanti sono i
parametri (A1, A2, B1, B2) da trovare.
y1 (0 ) = 0 Cerniera
y 2 (l ) = 0 Carrello
⎛l⎞ ⎛l⎞
y1 ⎜ ⎟ = y 2 ⎜ ⎟ Condizioni relative (nel punto centrale della trave)
⎝2⎠ ⎝2⎠
⎛l⎞ ⎛l⎞
y1 ' ⎜ ⎟ = y 2 ' ⎜ ⎟
⎝2⎠ ⎝2⎠

B1 = 0 B1 = 0
3 3
Pl Pl 3 2
− + A2 l + B2 = 0 A2 = Pl
12 4 16
P l3 l P l 3 Pl l 2 l 1
− + A1 ⋅ = ⋅ − ⋅ + A2 ⋅ + B2 A1 = Pl 2
12 8 2 12 8 4 4 2 16
P l 2
P l 2
Pl l 1
− ⋅ + A1 = ⋅ − ⋅ + A2 B2 = − Pl 3
4 4 4 4 2 2 48

Il problema ancora una volta può essere semplificato ricorrendo


intuitivamente alla simmetria, per scomporre l’asta in due parti simmetriche
che diano luogo a problemi più semplici.

In particolare questo è un
problema a simmetria
+P/2
geometrica e di carico, in cui
risulta simmetrico il
-P/2 diagramma del momento,
fig. 1.36 mentre quello del taglio è
antisimmetrico:

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 17

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Studiamo solo metà dell’asta (in particolare la metà di destra) ridisegnandola


come segue:
P/2
Pl/4

y P/2 P/2
l/2
fig. 1.37 fig. 1.38

In essa il diagramma del taglio e del momento risultano essere:

-P/2
Pl/4
fig. 1.39 fig. 1.40

E quindi coincidono esattamente con la metà di destra dell’asta analizzata in


precedenza. Il vincolo del pattino inserito all’estremo di sinistra rispetta le
condizioni di simmetria della struttura, in quanto impedisce ogni rotazione in
quel punto (in mezzeria della trave originaria l’angolo di rotazione era nullo)
mentre permette la traslazione verticale del medesimo.
In questo modo il problema risulta notevolmente semplificato.

Equazione della linea elastica: Condizioni al contorno:


1 ⎛P ⎞
y' ' = − ⎜ x⎟
EI ⎝ 2 ⎠
y (0) = 0
1 ⎛ P x2 ⎞
y' = ⎜⎜ − ⋅ + A ⎟⎟ ⎛l⎞ (carrello + pattino)
EI ⎝ 2 2 ⎠ y' ⎜ ⎟ = 0
⎝2⎠
1 ⎛ P x3 ⎞
y= ⎜⎜ − ⋅ + Ax + B ⎟⎟
EI ⎝ 4 3 ⎠
B=0
P l2
− ⋅ +A=0
4 4

B=0
Pl 2
A=
16

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 18

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Espressione finale della deformata:


P ⎛ x3 l 2 ⎞
y= ⎜− + x⎟
EI ⎜⎝ 12 16 ⎟⎠
P ⎛ x2 l 2 ⎞
y' = ⎜− + ⎟
EI ⎜⎝ 4 16 ⎟⎠
La freccia in mezzeria è quindi:
⎛ l ⎞ Pl ⎛ 1 1 1 1 ⎞
3
Pl 3
f = y⎜ ⎟ = ⎜− ⋅ + ⋅ ⎟ =
⎝ 2 ⎠ EI ⎝ 12 8 16 2 ⎠ 48 EI
La rotazione in corrispondenza dell’appoggio risulta:
Pl 2
ϕ = y ' (0) =
16 EI

Esempio 9: Trave in semplice appoggio con momento W applicato in


mezzeria.
W

l/2 l/2
fig. 1.41

W
Reazioni vincolari.
W/l W/l
fig. 1.42

Grafico del taglio.

-W/l
fig. 1.43
W/l Grafico del momento flettente.

W/l
fig. 1.44

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 19

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È sufficiente risolvere una metà del problema, una volta considerata la


simmetria della struttura (che è antisimmetria per quanto riguarda il
momento flettente, simmetrica invece rispetto al taglio).
Inserisco una cerniera nel punto in cui taglio l’asta, in modo che resti
vincolata la traslazione di questo punto rispetto all’asse verticale, mentre sia
permessa la sua rotazione.
W /2 W/2

φ φ

l/2 l/2

fig. 1.45

La rotazione in mezzeria è la somma delle due rotazioni parziali.

Esempio 10: Trave in appoggio con sbalzo e carico concentrato


applicato all’estremità del tratto a sbalzo.
P

f
Ci interessa trovare il valore
y1 y2 della freccia f.
l l
fig. 1.46
Pl
M1 M2 Grafico del momento flettente.

x1 x2

fig. 1.47

Per trovare la freccia impiegando l’equazione della linea elastica, occorre


scrivere due equazioni e imporre quindi quattro condizioni al contorno:
1) la cerniera nell’estremo di sinistra non consente spostamenti verticali:
y1 =0
2e3) devo garantire la continuità tra primo e secondo tratto dell’asta: y1 = y 2
y '1 = y ' 2

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 20

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4) il carrello è un vincolo che non consente spostamenti verticali:


y1 = y 2 = 0

Oppure posso trovare lo stesso risultato in maniera intuitiva, per cui


scompongo l’asta in due tratti uguali secondo l’asse che passa per la
mezzeria.

fig. 1.48
La parte di destra, se avesse
all’estremo di sinistra un vincolo
f
ad incastro, sarebbe assimilabile
fig. 1.49
ad una mensola, con freccia pari a
Pl 3
f = .
3EI

φ
In realtà non c’è un incastro, ma
fig. 1.50 un vincolo che permette una
φ rotazione: l’asta parte quindi già
ruotata rispetto alla sua linea
d’asse. Ma di quanto?

fig. 1.51

Questa rotazione produce una freccia da sommare a quella già calcolata


Pl 3
(f = ) e che vale l; ma quanto vale ?
3EI
Per saperlo, consideriamo il tratto di sinistra dell’asta:

esso è assimilabile ad un esempio


W=Pl già incontrato (es. 6), in cui ad
φ
un’asta in semplice appoggio è
applicata una coppia ad
fig. 1.52 un’estremità.
Wl Pl Pl 2
Per esso la rotazione vale ϕ = cioè, in questo caso, ⋅l = .
3EI 3EI 3EI
La freccia totale dell’asta nell’estremo di destra vale dunque:

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 21

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Pl 3 Pl 2 2 Pl 3
f = + ⋅l =
3EI 3EI 3 EI

Esempio 11:

Un analogo metodo di risoluzione tramite la scomposizione in più casi noti


si può applicare alla seguente struttura (mensola + trave in appoggio):

l l
fig. 1.53

Se invece volessimo risolvere il problema con il metodo dell’equazione della


linea elastica, dovremmo scrivere due equazioni e porre quattro condizioni al
contorno (due per ogni tratto d’integrazione):

y1 = 0
(per il vincolo dell’incastro)
y1 ' = 0
y1 = y 2 (per la cerniera interna)
y2 = 0 (per il carrello)

Esempio 12: Trave in semplice appoggio con due sbalzi e carico


concentrato posto alle due estremità.

P P Il problema ha simmetria
geometrica e di carico.

l/2 l l/2

fig. 1.54
Una possibile soluzione intuitiva
P
potrebbe suggerire di sostituire un
pattino quale vincolo di simmetria
tagliando in mezzeria la trave.

fig. 1.55

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 22

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In realtà, osservando il diagramma del momento flettente:


P P

fig. 1.56

fig. 1.57

il problema del tratto centrale della struttura coincide esattamente con quello
dell’es. 7
W=Pl/2 W=Pl/2

fig. 1.58

Quindi riassumendo:
W
W Wl Wl
M = x ϕd = φs = −
l Mmax l 6 EI 3EI
fig. 1.59
W W

ϕ (= ϕ s = ϕ d ) =
Wl
Mmax
M =W
l 2 EI
fig. 1.60
P Pl 3
M1 = x f =
P 2 48EI
M 2 = (l − x )
P Pl 2
l/2 l/2
M1 M2
ϕ=
2 16 EI
fig. 1.61

2 Pl 3
P Mmax
M = Pl f = ⋅
3 EI
l l
fig. 1.62

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 23

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1.3 Le deformazioni termiche

La struttura disegnata in figura può essere vista come schema di una trave di
copertura; accade che essa si trovi soggetta a differenze di temperatura tra la
faccia esterna e quella interna (d’estate l’interno è ad una temperatura molto
più bassa dell’esterno, viceversa d’inverno).
dx

l l
fig. 1.63

In generale per effetto della variazione termica le fibre del materiale di cui la
trave è composta risultano soggette ad allungamenti disuguali facendo
deformare, la trave e, in particolare, i conci di trave di lunghezza infinitesima
dx.

l ∆l
fig. 1.64

Nel caso particolare in cui la variazione di temperatura è uniforme


l’allungamento della trave è direttamente proporzionale al T (la variazione
di temperatura): all’aumentare della temperatura, aumenta anche
l’allungamento della trave.
Possiamo affermare che l è proporzionale a T, ma anche alla lunghezza
iniziale dell’asta (l), secondo un coefficiente che tenga conto del materiale di
cui è fatta la trave ( , detto coefficiente di dilatazione termica).
La formula che esprime l’allungamento risulta quindi:
∆l = α ⋅ l ⋅ ∆T
∆l
Si può anche in questo caso parlare di deformazione ( ε = ), che però
l
σ
non è più dovuta ad uno sforzo ( ε = ), bensì alla variazione di
E
temperatura ( ε t = α ⋅ ∆T ).
Considerando le unità di misura di quest’ultima formula, se è un valore
adimensionale, e T si misura in °C, allora necessariamente avrà come
1
unità di misura il reciproco del grado [ ].
°C

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 24

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Analizzando ora il caso in cui la deformazione dovuta alla temperatura non è


uniforme (le fibre della trave non subiscono tutte lo stesso T); si ha un Ts,
che indica la variazione termica delle fibre superiori, e un Ti, che indica la
variazione termica delle fibre inferiori; tutte le altre fibre si trovano in uno
stadio intermedio rispetto a queste due.

dx
∆ts

h h

fig. 1.65 ∆ti

Studiamo il comportamento del singolo concio di lunghezza dx all’interno


della trave.

L’angolo di rotazione d t è ora generato da


una variazione termica che non è costante
sulla trave.
dφt

fig. 1.66

La deformazione che il concio subisce è molto piccola; questo implica che è


a sua volta piccolo l’angolo d , e che dunque può essere approssimato alla
sua tangente trigonometrica (cioè al rapporto tra il cateto maggiore e il
minore del triangolo, che sono rispettivamente l’altezza h del concio e il
segmento che indica la differenza d’allungamento tra le fibre superiori e
quelle inferiori).
dφt
L’allungamento delle fibre superiori del
concio è esprimibile come
h ∆l s = α ⋅ ∆Ts ⋅ dx
mentre quello delle fibre inferiori è:
∆l i = α ⋅ ∆Ti ⋅ dx
La loro differenza è quindi
dφt
∆l s − ∆l i = α (∆Ts − ∆Ti )dx

fig. 1.67

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 25

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Possiamo allora definire l’angolo di rotazione d dovuto alla variazione


termica come:
∆Ts − ∆Ti
dϕ t = α ⋅ ⋅ dx
h
Oppure, supponendo che la differenza tra Ts e Ti sia esattamente T (cioè
che Ti sia nullo), si ha
α ⋅ ∆T ⋅ dx
dϕ t = ; oppure ancora, se si assume che le fibre superiori si
h
trovino a + T, mentre quelle inferiori a – T, si ha
α [∆T − (− ∆T )] 2α ⋅ ∆T ⋅ dx
dϕ t = dx =
h h
dϕ t 2α ⋅ ∆T
e dunque = =C
dx h
C è un’espressione di curvatura termica: come già fatto in precedenza per le
deformazioni dovute a carichi, il passaggio attraverso l’espressione della
curvatura conduce alla definizione dell’equazione della linea elastica anche
per i casi di deformazione termica.

Esercizio sulle deformazioni termiche:


y
+∆x

-∆x
fig. 1.68

− 2α ⋅ ∆T
Equazione della linea elastica C= = y' '
h
Si noti l’aggiunta di un segno negativo nell’equazione appena scritta:
bisogna infatti confrontare le due convenzioni di segno (quella delle
deformazioni dovute alla variazione termica e quella dell’asse y), che nel
caso in esame sono discordi.
2α ⋅ ∆T
y' = − x+ A
h
2α ⋅ ∆T x 2
y=− ⋅ + Ax + B
h 2

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 26

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Condizioni al contorno:
y (0 ) = 0 → B = 0
2α ⋅ ∆T l 2 α ⋅ ∆T
y (l ) = 0 → − ⋅ + Al = 0 → A = l
h 2 h
Deformata:
α ⋅ ∆T α ⋅ ∆T ⋅ l α ⋅ ∆T
y=−
h
x2 +
h
x=
h
(lx − x )
2

La deformata è una parabola con concavità verso il basso (l’equazione della


deformata è infatti quella di una parabola). Se scritta in questo secondo
⎡α
( )⎤
modo: y = ⎢ lx − x 2 ⎥ ⋅ ∆T , è evidente la proporzionalità diretta, già
⎣h ⎦
osservata, tra questi spostamenti e il T.
La freccia massima (f) è in corrispondenza della mezzeria della trave:
⎛l⎞
f = y⎜ ⎟ .
⎝2⎠

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 27

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Il metodo della linea elastica nel calcolo delle strutture iperstatiche

ESERCIZIO 1

P
Sappiamo già, in quanto lo
f = Pl3 abbiamo calcolato nei precedenti
y
3 EI esercizi, che la freccia di una
Pl 3
l
mensola è pari a f = nel
3EI
caso di un carico concentrato
nell’estremo libero, mentre, con
p carico uniformemente distribuito
pl 4
f = pl4 p, è pari a f = . Possiamo
y
8 EI 8EI
applicare una forza concentrata in
l
questo estremo diretta in verso
opposto al carico, tale da
eliminare la freccia.
p
Tale forza deve dunque causare
F una freccia pari a quella generata
y
dal carico:
l Pl 3 pl 4
=
3EI 8EI
3
P = pl
8
Questa nuova forza non elimina
la rotazione nell’estremo libero
y
della struttura, ma solo la
freccia: tale condizione cor-
l
risponde a porre un vincolo sul-
l’abbassamento, rappresentabile
da un carrello.
p
I vincoli “in eccesso” delle
X iperstatiche corrispondono a
y
limitazioni di spostamenti e/o
l rotazioni.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 28

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Il calcolo delle reazioni iperstatiche si può condurre solo tenendo conto della
deformabilità della struttura e imponendo il rispetto (cinematico) dei vincoli
con un’equazione di congruenza al vincolo (come quella svolta sopra).

Il calcolo della reazione vincolare iperstatica può essere ottenuto applicando


direttamente il metodo della linea elastica.
Riconduco la struttura iperstatica ad un’isostatica scegliendo una reazione ed
evidenziandola come forza esterna applicata.
In questo caso considero il carrello come vincolo iperstatico, e lo sostituisco
con una forza X, applicata all’estremo libero della mensola.

Scrivo l’equazione dei momenti (separando gli effetti del carico p e di X per
semplicità).
pl 2 px 2
M (1) = − + plx −
2 2
M ( 2) = Xl − Xx

pl

Evidenzio le convenzioni di segno.


Il momento totale M è dato dalla somma dei due parziali:
pl 2 px 2
M = M (1) + ( 2) = − + plx − + Xl − Xx
2 2
L’equazione della linea elastica (presa con il segno negativo davanti ad uno
dei due termini) risulta:

1 ⎛ px 2 pl 2 ⎞
y' ' = ⎜⎜ − plx + + Xx − Xl ⎟⎟
EI ⎝ 2 2 ⎠
1 ⎛ px 3 plx 2 pl 2 x Xx 2 ⎞
y' = ⎜⎜ − + + − Xlx + A ⎟⎟
EI ⎝ 6 2 2 2 ⎠
1 ⎛ px 4 plx 3 pl 2 x 2 Xx 3 Xlx 2 ⎞
y= ⎜⎜ − + + − + Ax + B ⎟⎟
EI ⎝ 24 6 4 6 2 ⎠

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 29

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Per calcolare il valore delle tre incognite (A, B e X) impongo le condizioni


di vincolo, che sono date, oltre che dall’incastro, anche dal carrello:

x=0 x=l
⎧y = 0

⎩ y' = 0 {y = 0
y (0) = 0 → B = 0
y ' (0) = 0 → A = 0
⎛ pl 4 pl 4 pl 4 Xl 3 Xl 3 ⎞
y (l ) = 0 → ⎜⎜ − + − + ⎟⎟ = 0
⎝ 4 6 24 2 6 ⎠
1− 4 + 6 4 ⎛ 1⎞
pl + Xl 3 ⎜ − ⎟ = 0
24 ⎝ 3⎠
1 4 Xl 3
pl − =0
8 3
1 4 Xl 3
pl =
8 3
Ottengo la stessa equazione che avevo scritto direttamente.
3
X = pl
8
Per risolvere il problema originario (il calcolo dell’incognita iperstatica) ho
imposto un’ulteriore condizione, la condizione di rispetto del vincolo in
eccesso o condizione di congruenza, la quale si traduce in un’equazione
nell’ incognita X.

La scelta del vincolo iperstatico è libera, purché si rispetti il concetto di


degradare e non sostituire il vincolo, e non si creino labilità); la stessa
struttura si poteva anche studiare come:

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 30

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in cui applico come esterno il momento dato dall’incastro, degradandolo ad


una cerniera.
Posso tracciare i diagrammi
p del momento flettente
(scindendo quello causato dal
Z carico da quello causato da Z

Carico distribuito Momento Z

l l

Impongo le condizioni al contorno.

x=0 x=l
⎧y = 0

⎩ y' = 0 y=0
E’ possibile ora scrivere l’equazione della linea elastica e calcolare le tre
incognite A, B e X.
Ancora una volta, però, si può ottenere lo stesso risultato più velocemente
tramite l’imposizione diretta della congruenza, questa volta considerando la
rotazione causata dal carico distribuito e quella data dal momento Z:

Z φ = Zl
3 ΕΙ

pl 3 Zl
ϕ= ϕ=
24 EI 3EI

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 31

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Poiché in x=0 la trave ha un incastro, la rotazione complessiva deve essere


nulla.

pl 3 Zl pl 2
= → Z=
24 EI 3EI 8

Conoscendo il valore di Z possiamo calcolare le reazioni vincolari fornite dai


due vincoli.
Scindiamo l’apporto del carico distribuito da quello del momento Z.

2
pl
8

VA VB
VA VB

pl
V A = VB =
2
pl
V A = +VB =
8
2
p
pl
8
pl pl 5
VA = + = pl
2 8 8 5 pl
8
3 pl
8
pl pl 3
VB = − = pl
2 8 8

Consideriamo il diagramma del momento flettente.


2
pl
8
La sua equazione, l’abbiamo scritto in
precedenza, è
pl 2 px 2
M =− + plx − + Xl − Xx
2 2
pl
2
Confrontiamolo con il momento che interessa una
mensola (struttura isostatica) con la stessa
condizione di carico.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 32

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Nell’incastro, cioè nel punto in cui si esercita il momento maggiore, esso è


pl 2 pl 2
pari a − nell’iperstatica, e a nella mensola (quattro volte più
8 2
grande). Nell’iperstatica l’azione del momento è meglio distribuita; questo
comporta un migliore utilizzo del materiale.

Esercizio 2

-Sviluppo diretto con il metodo della linea elastica.

P P

x1 x
2
X
y1 y
2

l l

Individuo l’incognita iperstatica nella reazione del carrello, che sostituisco


con una forza esterna X.
Disegno il grafico del momento flettente distinguendo i due carichi.

Carico P Carico X

pl P 2Xl

X X
P

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 33

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M 1 = − Pl + Px -- M 2 = 0 M 1 = 2 Xl − Xx ..-- M 2 = Xl − Xx

y' ' =
1
(Pl − Px + Xx − 2 Xl )
EI
1 ⎛ Px 2 Xx 2 ⎞
y' = ⎜⎜ Plx − + − 2 Xlx + A ⎟⎟
EI ⎝ 2 2 ⎠
1 ⎛ Plx 2 Px 3 Xx 3 2 Xlx 2 ⎞
y= ⎜⎜ − + − + Ax + B ⎟⎟
EI ⎝ 2 6 6 2 ⎠
y' ' =
1
( Xx − Xl )
EI
1 ⎛ Xx 2 ⎞
y' = ⎜⎜ − Xlx + C ⎟⎟
EI ⎝ 2 ⎠
1 ⎛ Xx 3 Xlx 2 ⎞
y= ⎜⎜ − + Cx + D ⎟⎟
EI ⎝ 6 2 ⎠
Condizioni al contorno:

x1 = 0 x1 = l ; x 2 = 0 x2 = l
⎧y = 0 ⎧ y1 ' = y 2 '
⎨ ⎨
⎩ y' = 0 ⎩ y1 = y 2 y=0

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 34

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y1 (0 ) = 0 → B = 0
y1 ' (0) = 0 → A = 0
Pl 3 Pl 3 Xl 3 Pl 3 5 3
y1 (l ) = y 2 (0) → D = − + − Xl 3 → D = − Xl
2 6 6 3 6
2 2 2
y1 ' (l ) = y 2 ' (0 ) → C = Pl 2 −
Pl Xl Pl 3
+ − 2 Xl 2 → C = − Xl 2
2 2 2 2

Inoltre dall’ultima condizione ricaviamo il valore di X:

Xl 3 Xl 3 Pl 3 3 3 Pl 3 5 3
y 2 (l ) = 0 → − + − Xl + − Xl = 0
6 2 2 2 3 6

Dividiamo per l3.


⎛1 1 3 5⎞ ⎛1 1⎞
X ⎜ − − − ⎟ + P⎜ + ⎟ = 0
⎝6 2 2 6⎠ ⎝ 2 3⎠
5 ⎛ 2 ⎞
P + X ⎜ − − 2⎟ = 0
6 ⎝ 3 ⎠
8 5
− X + P=0
3 6
5
X = P
16

Svolgiamo lo stesso caso per imposizione diretta della congruenza.

P Calcolo la freccia dovuta a P.


Nel primo tratto dell’asta (in x1=l) la
f? Pl 3
freccia vale f = ; nel secondo
l 3EI
tratto (in x2=l) la freccia risulta
incrementata della rotazione
dell’asta per la lunghezza l:
Pl 3
f = ϕ ⋅l = .
2 EI
f
φ
f

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 35

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5 Pl 3
La freccia totale è la somma delle due parziali: f tot = .
6 EI
Calcolo la freccia dovuta a X.

f XL3
f = ; sapendo che L = 2l ,
3EI
la freccia risulta uguale a
X 8 Xl 3
f = .
l 3EI

Eguaglio le due frecce:

8 Xl 3 5 Pl 3 8 5 5
= → X = P→X = P
3 EI 6 EI 3 6 16

In alternativa (scegliendo come incognita iperstatica il momento


nell’incastro):

P P
Z

Scompongo la struttura separando gli effetti del momento da quelli del


carico P, e studio la rotazione nell’estremo di sinistra.

Carico P Momento Z

P
Z Z

PL2 ZL
ϕ= ϕ=
16 EI 3EI

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 36

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Devo imporre che nell’estremo di sinistra la rotazione sia nulla, quindi


eguaglio le espressioni delle due frecce.

ϕP = ϕZ
PL2 ZL
=
16 EI 3EI
3PL
Z=
16

ma L = 2l
3
dunque Z = Pl
8
Il valore del momento Z può essere utilizzato per calcolare le reazioni
verticali date dai vincoli della struttura; si verifica così il valore calcolato per
X in precedenza.

3 pl
8 p

11p 5p
16 16

Esempio

l l
Esistono molti metodi per risolvere questa struttura iperstatica, uno di questi
è quello del calcolo della linea elastica. Dobbiamo ricondurre la struttura
iperstatica ad una isostatica, quindi individuare un vincolo responsabile
dell'iperstaticità, eliminarlo, mantenendo comunque le reazioni che il
vincolo soddisfa.
In questo caso scelgo di togliere il carrello centrale: resta la reazione
vincolare iperstatica z che non conosciamo.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 37

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A questo punto ho una struttura isostatica di cui posso calcolare le reazioni


vincolari e il momento flettente dato dal carico distribuito P e quello dato dal
carico concentrato z.

Z Pl -Z Pl -Z
2 2

x x
Zl
y y
1
2 2

2
P(2l)

Per la parte di destra dell'asta e per quella sinistra si avranno due momenti
diversi quindi due equazioni della linea elastica. Se usiamo l'asse di
riferimento x1 nella parte di sinistra (che parte dalla cerniera) e x2 nella
parte di destra (che parte dal carrello posto all'estremità destra) (v .figura)
avremo anche due convenzioni di segno opposte, quindi le condizioni al
contorno saranno:

y1 (0 ) = 0 cerniera
carrello
y2 (0) = 0
y1 (l ) = y2 (l ) condizioni di continuità (il segno negativo è
y (l ) = − y (l )
'
1
'
2
dovuto al fatto che le due convenzioni di segno
dei sistemi di riferimento scelti, sono opposte)

Questo metodo risulta laborioso e lungo da sviluppare.


Altro metodo è quello dell'interpretazione diretta della freccia:
abbiamo la freccia dovuta al carico distribuito e quella dovuta al carico
concentrato.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 38

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P Z P

L(=2l)
5 pL4 1 zL3
f = f =
384 EI 48 EI

Imponiamo uguale a zero la freccia totale (somma delle due frecce).


5 pL 1 zL3
f = + =0
384 EI 48 EI

48 ⋅ 5 5 5
Si ricava quindi: z=− pL = − pL = − pl
384 8 4

Altro modo è agire su un vincolo interno: rendendo il carrello un semi-


carrello ottengo una struttura isostatica con una reazione interna iperstatica
(momento Z) che viene a crearsi dalla sostituzione dell'incastro delle aste
con una cerniera passante.

P
Z Z

l l

In questo caso potrei considerare la struttura solo per metà della sua
lunghezza in quanto è simmetrica rispetto ad un asse verticale:

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 39

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La condizione di congruenza è: ϕ d − ϕ s = 0 (avendo stabilito una


convenzione di segno sulle rotazioni);condizione derivante dal fatto che
nella situazione iniziale le due aste erano unite e non potevano ruotare una
indipendentemente dall'altra.

Z Z
s d

pl 3 zl
ϕd = +
24 EI 3EI pl 3 zl
ϕd − ϕs = 2 +2 =0
pl 3 zl 24 EI 3EI
ϕs = − −
24 EI 3EI

pl 2
da cui: z=−
8

Con questo approccio si considera facilmente qualsiasi condizione di carico:

Q 2

Q 1 P 2

l1 l2

ESEMPI SULLE DEFORMAZIONI TERMICHE

Qual è l'effetto della temperatura su una struttura iperstatica? La temperatura


produce generalmente uno stato di sforzo.

+T +T

- T - T

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 40

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Nel caso rappresentato in figura possiamo considerare mezza struttura,


sull'asse di simmetria la linea d'asse non ruota: pongo un incastro.

+ T
x

- T
y

Considerando il concio ho:

h la curvatura dovuta alla deformazione


termica è:

dϕ t 2α∆T
C= =
d t
dx h

Nella struttura considero come vincolo iperstatico il carrello a destra, quindi


ottengo:

f
3

f = Zl
3EI
Z

Per una mensola con gradiente termico era già stata studiata la
deformazione:

+ T 2α∆T
y" = +
h
f=? 2α∆T
y' = x+ A
h
- T 2α∆T x 2
y= + Ax + B
h 2

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 41

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Condizioni al contorno:
da cui B=0
y (0) = 0
y ' (0) = 0 da cui A=0
α∆T
Quindi ho y = x2
h

α∆Tl 2
f = y (l ) =
h

zl 3 α∆Tl 2
La freccia totale sarà f = − che imponiamo
3EI h
uguale a zero in modo da ricavare il valore di z.

zl 3 α∆Tl 2 α∆T ⎛ αEI ⎞


f = − =0 z =3 ⋅ EI = ⎜ 3 ⎟ ⋅ ∆T
3EI h hl ⎝ hl ⎠
cioè una forza.

In quanto forza, z produce momento(M) e di conseguenza sforzi ( =My\I)


Il diagramma del momento è:

La variazione termica T produce


Zl spostamenti della struttura e se è
iperstatica produce reazioni e quindi
stato di sforzo.

Altri due casi interessanti su strutture iperstatiche (casi di simmetria):

1. Trave a doppio incastro con carico uniformemente distribuito.


La struttura è due volte iperstatica ma con una sola incognita perché è
simmetrica.. Anche in questo caso rendiamo la struttura isostatica
riducendo gli incastri a cerniere. Tenendo presente che in questo tipo di
problema le azioni assiali sono nulle, la struttura resa isostatica è quella
indicata nella figura:

P
P

Z Z
l

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 42

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La rotazione dell’asta agli estremi è pari alla somma dell’angolo dovuto al


carico distribuito e di quello dovuto al momento Z:

+
Z

pl 3 Zl
ϕ= ϕ=
24 EI 2 EI

Poiché le due rotazioni sono di segno opposto, l’equazione dell’angolo


totale risulta:
pl 3 Zl
ϕ= − =0
24 EI 2 EI
pl 2
e il valore del momento Z risulta Z=
12

Grafico del momento: sommando gli effetti del carico uniformemente


distribuito e dell’iperstatica Z, si ottiene un momento flettente meglio
distribuito sulla trave.
2

Pl
2
12
+ Pl = Pl
2
2
12
Pl 8
8 2 2 2

Pl Pl Pl
8 12 24

2.Trave a doppio incastro con carico concentrato in mezzeria.


Anche in questo caso la struttura è due volte iperstatica, e per renderla
isostatica è necessario sostituire agli incastri due cerniere:

P Z Z
2

Pl
16EI

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 43

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Le rotazioni agli estremi dell’asta sono pari alla somma dell’angolo dovuto
al carico concentrato e di quello dovuto al momento Z:

P Pl 2
ϕ=
16 EI

Zl Z Z
ϕ=
2 EI

Pl 2 Zl Pl
ϕ= − =0 da cui: Z =
16 EI 2 EI 8

Grafico del momento: sommando gli effetti del carico uniformemente


concentrato e dell’iperstatica Z, si ottiene :

Pl Pl Pl
+ 8
= 8 8

Pl Pl
8
4

Si nota che, rispetto al caso della trave vincolata con cerniera e carrello, il
Pl
valore del massimo momento flettente risulta dimezzato (da M MAX = a
4
Pl
M MAX = ).
8

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 44

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1.6 Equazione della linea elastica e possibili applicazioni

Esempio 1: i vincoli cedevoli


Da un punto di vista cinematico
questa struttura è analoga ad una
trave su tre appoggi (quindi
iperstatica).
h
p Le due strutture si differenziano
però dal punto di vista degli
spostamenti: la biella è un
l l vincolo cedevole, che permette
alla mezzeria della struttura uno
fig. 1. spostamento tanto maggiore
quanto è minore la rigidezza del
materiale dell’asta che la
Z compone.
p

f
Metto in evidenza la reazione
iperstatica (la biella a sua volta
subisce una reazione uguale e
fig. 1. Z contraria lungo il suo asse):

Il punto in mezzeria non è più caratterizzato da uno spostamento nullo: lo


spostamento dipende dall’allungamento dell’asta centrale, che è pari a:
Zh
∆l = f =
EA
L’abbassamento della trave orizzontale in mezzeria è dato dalla somma di
due frecce parziali:

-quella data dal carico distribuito, -quella data dalla reazione Z dovuta
5 p(2l ) Z (2l )
4 3
pari a f = e diretta alla biella, pari a f = e
384 EI 48EI
verso il basso diretta verso l’alto

Z
fig. 1. fig. 1.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 45

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Lo spostamento totale in mezzeria è dunque pari a


5 p(2l ) Z (2l )
4 3
f tot = − , e dev’essere uguale all’allungamento della
384 EI 48EI
biella. Posso scrivere l’equazione di congruenza:
5 p(2l ) Z (2l )
4 3
Zh
f = −. − , da cui ricavo Z:
384 EI EI EA
5 16 pl 4

Z = 3843 EI
8 l ⎛ h ⎞
+⎜ ⎟
48 EI ⎝ EA ⎠
Osserviamo il grafico del momento flettente.
La struttura analizzata è un caso intermedio tra

una trave in appoggio con un


pl²/8 vincolo fisso in mezzeria, in cui il
pl 2
momento vale M =
8
fig. 1.

e una trave in appoggio senza


alcun vincolo in mezzeria, il cui
p(2l )
2
pl 2
momento M = =
8 2
pl²/2 cambia di segno ed è quattro volte
fig. 1. maggiore per valore assoluto.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 46

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Esempio 2: calcolo di spostamenti in una struttura iperstatica

È una struttura una volta


iperstatica.
p
Posso svolgerla secondo il
metodo della linea elastica:

-individuo l’incognita iperstatica


l l
(il momento dell’incastro, caso A,
fig. 1. oppure la reazione del carrello,
caso B)
A -scompongo il grafico del
Z p momento in due parti (prima e
dopo il vincolo del carrello); a
sinistra il grafico è lineare, a
fig. 1. destra parabolico.
B -integro entrambe le equazioni
p -impongo le condizioni al
contorno per trovare il valore
delle 5 incognite (2 per ogni
Z
equazione della linea elastica, e 1
fig. 1.
condizione di iperstaticità).
La svolgo ora imponendo direttamente l’equazione di congruenza .
Per fare ciò spezzo l’asta in due parti (rendo la cerniera vincolo interno), e
metto in evidenza i momenti simmetrici liberati in questo modo nei due
estremi.
pl 2
Tale momento vale M = .
2
pl
pl²/2 p
pl²/2

pl
fig. 1.
Nella parte di sinistra sono presenti le seguenti forze:
pl

pl²/2

Z+pl
fig. 1.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 47

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La freccia complessiva è data dalla somma della freccia generata dal


momento e di quella causata dalla reazione iperstatica del carrello.

Momento: Carrello:

pl²/2 f

f
Z
fig. 1.
fig. 1.

1 Wl 2 1 pl 4 Zl 3
f = = f =−
2 EI 4 EI 3EI
Per il rispetto della congruenza, in corrispondenza del vincolo non si hanno
spostamenti verticali: eguaglio le due frecce.
1 pl 4 Zl 3
=
4 EI 3EI
3
Z = pl
4
Il valore totale della reazione del carrello è quindi:
3 7
Z= pl + pl = pl
4 4
Dopo aver risolto l’iperstaticità, è possibile calcolare gli spostamenti della
struttura. Calcolo la rotazione sotto le due condizioni di calcolo.

Momento: Carrello:

pl²/2

3
4 pl
fig. 1.

Wl pl 3 1 Zl 2 3 pl 3 1
ϕ momento = = ϕZ = =
EI 2 EI 2 EI 4 EI 2
pl 3
ϕ tot = ϕ momento − ϕZ =
8 EI

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 48

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La parte di destra della struttura può essere considerata come una mensola,
in cui però l’incastro è cedevole: nel punto di mezzeria l’asta è ruotata di un
pl 3
angolo ϕ = .
8EI
La freccia totale nell’estremo di destra della mensola è pari alla freccia data
dal carico distribuito, incrementata della quantità l.
pl 4 pl 3
f = + l
8EI 8EI
φ

+
φl pl 4
8EI
fig. 1.

3 Reazioni vincolari.
4 pl

3 7
pl²/4 4 pl + pl = 4 pl

fig. 1.
pl²/2
Grafico del momento flettente.

pl²/4

fig. 1.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 49

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Esempio 3: strutture non rettilinee; calcolo di spostamenti

Questo tipo di struttura può essere risolto attraverso l’analisi del grafico del
momento flettente. pl²/2 M1

h M2

l
fig. 1.
Si nota che la parte verticale è analoga ad una mensola incastrata al piede e
soggetta a un momento costate.La situazione di rotazione, quindi, è già stata
analizzata, ed è pari a:
⎛ pl 2 ⎞
φ ⎜ ⎟⋅h
Wl ⎜⎝ 2 ⎟⎠
pl²/2
ϕ= =
EI EI

fig. 1.
Prendiamo ora in considerazione il tratto di asta orizzontale:
se fosse incastrato a sinistra avremmo :

fig. 1. pl 4
dove f =
8EI

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 50

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ma nel nostro caso l’ incastro non è fisso a terra; si ha infatti un nodo con
l’asta verticale, la quale è soggetta a rotazione.(dell’angolo ϕ già trovato).
Quindi la freccia totale nell’estremo di destra della mensola è pari alla
freccia data dal carico distribuito, incrementata della quantità l.
φ
⎛ pl 2 ⎞
⎜ ⎟⋅h
pl 4 ⎜⎝ 2 ⎟⎠
f = + ⋅l
pl
4 8 EI EI
8EI
φl

fig. 1.

Lo spostamento totale subito dall’estremo libero dell’asta è composto dalla


somma della componente orizzontale e di quella verticale.

fig. 1.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 51

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Esempio 4
P Questa struttura a portale presenta
simmetria sia dal punto di vista
geometrico che di carico.

l/2 l/2

fig. 1.
P/2

Posso quindi studiare solo metà


struttura evidenziando il vincolo
che interpreta lo spostamento
verticale che si ha alla rottura
della cerniera in mezzeria. Di tale
reazione è responsabile il carrello
con piano di scorrimento
verticale; la forza che comporta è
p
pari a .
2
fig. 1.

Per risolvere il problema seguo il metodo dell’ equazione della linea elastica
sui due tratti di asta:
pl²/2
M2 - grafico del momento flettente

x2 - scelta degli assi di riferimento


(in modo separato per l’asta
y2
verticale e quella orizzontale)

M1

x1

fig. 1. y1

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 52

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- condizioni al contorno:
y1 (0 ) = 0 -Spostamento alla base
y1 (h ) = 0 -In sommità dell’asta verticale
y 2 (0 ) = 0
y1' (h ) = − y 2' (0 ) -nel nodo le due aste devono compiere la
medesima rotazione(il segno meno è perché le
convenzioni di segno sulle rotazioni nei due
sistemi di riferimento sono opposte)
Si può anche giungere rapidamente al calcolo dell’abbassamento della
cerniera sull’asse di simmetria, evitando di scrivere le due equazioni della
linea elastica.
Come nel caso precedente posso considerare l’asta orizzontale con un
vincolo ad incastro cedevole nell’estremo di sinistra, per cui la freccia totale
sarà pari alla somma della freccia data dalla forza concentrata e quella
dovuta alla rotazione all’incastro:
φ
3
p ⎛l⎞
P/2 ⋅⎜ ⎟
2 ⎝ 2⎠ l
f = + ϕ⋅
f di P/2 3EI 2
φ·l/2 ⎛ pl ⎞
⎜ ⎟⋅h
fig. 1.
dove ϕ =
⎝ 4⎠
3EI

L’asta verticale si comporta come


se fosse vincolata, all’estremo
pl/4=M
superiore, con un carrello con
piano di scorrimento verticale (lo
spostamento orizzontale è
impedito) e fosse soggetta a un
Pl
momento pari a , trasmesso
4
dall’asta orizzontale.

fig. 1.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 53

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Esempio 5

P P P P

Pl
f=? Pl

fig. 1.

Evidenziamo nel punto d’incastro


delle due aste il momento dato dal
carico P, che vale Pl .

P
Se l’asta orizzontale fosse una
mensola rigidamente incastrata, la
f freccia nell’estremo libero
sarebbe nota.
fig. 1.
Pl 3
f1 =
3EI
φ
Bisogna però incrementare questa
freccia della rotazione
dell’estremo di una quantità ϕ ⋅ l ,
φl
data dalla rotazione della trave
verticale sottoposta al momento
fig. 1. concentrato in mezzeria M = Pl.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 54

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Calcolo questa rotazione :

Studio metà della struttura,


poiché simmetrica.

φ
Pl/2
Pl
φ

fig. 1.

Pl 3
ϕ=
6 EI
Pl 3 Pl 3
f = f1 + ϕ ⋅ l = +
3EI 6 EI

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 55

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Esempio 6: struttura ad asse rettilineo


P1

P2

l/2 l/2
fig. 1.

Possiamo risolvere la struttura secondo il metodo dell’equazione della linea


elastica, disegnando due diagrammi di momento relativi ai due tratti dell’asta
(che subiscono differenti condizioni di carico), e svolgendo le due
integrazioni.
Oppure possiamo risolvere la struttura in maniera diretta:

Freccia dovuta al carico P1 Freccia dovuta al carico P2

P1 f

P2
φ
φ·l/2
fig. 1. fig. 1.
P2 l 3
f =
3EI
Scomposta a sua volta in due tratti:

sinistra destra
φ

P1

f f

fig. 1.
2 2
⎛l⎞ ⎛l⎞
P1 ⎜ ⎟ P1 ⎜ ⎟
Pl2
f = ⎝ ⎠
2 l ⎝2⎠
+ ϕ= = 1
3EI 2 EI 8EI
3
⎛l⎞
P1 ⎜ ⎟
P2 l 3
⎝ 2⎠ P1l 2 l P2 l 3 P1l 3 ⎛ 1 1⎞
f tot =− + + ⋅ =− + ⎜ + ⎟
3EI 3EI 8 EI 2 3EI EI ⎝ 24 16 ⎠

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 56

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1.7 Strutture iperstatiche

Esempio 7
q

p p

b a b
fig. 1.

È una struttura due volte iperstatica, ma che può essere semplificata


osservandone la simmetria geometrica e di carico.

q Ne studiamo allora una metà,


tagliando lungo l’asse di
p
simmetria e inserendo all’estremo
di destra un pattino (che non
vincola gli spostamenti lungo
l’asse verticale, ma che impedisce
fig. 1. la rotazione).

p Per rendere la struttura risultante


isostatica ne interrompo la
continuità inserendo una cerniera
X X
passante sull’appoggio interno:
fig. 1. con questa operazione, analoga
alla rottura di un incastro, libero
due momenti uguali e contrari
applicati nel punto di rottura
φsin φdes dell’asta. La condizione di
congruenza associata allo
svincolo è quindi: ϕ sin = ϕ des
fig. 1.

Come sempre, consideriamo separatamente gli effetti del carico distribuito e


del momento iperstatico X e stabiliamo positive le rotazioni orarie. Per la
trave di destra, si ha:

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 57

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Carico distribuito Momento X


3
qa Xa
ϕ= ϕ=−
24 EI 2 EI
q

φ
X

a/2 a/2
fig. 1. fig. 1.

Si osserva che, per la simmetria, queste rotazioni coincidono con quelle,


già calcolate, della trave di luce doppia:

q
φ φ

φ X X
φ

a a
fig. 1. fig. 1.
3
qa Xa
Complessivamente si ha quindi: ϕ des = −
24 EI 2 EI
Per la trave di sinistra si ha invece:

Carico distribuito Momento X


3
pb Xb
ϕ=− ϕ=
24 EI 3EI
p
φ
φ X

b b
fig. 1. fig. 1.

pb 3 Xb
Complessivamente risulta: ϕ sin = − +
24 EI 3EI

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 58

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Possiamo quindi scrivere l’equazione di congruenza, eguagliando il valore


della rotazione nell’asta di sinistra a quello dell’asta di destra:
pb 3 Xb Xa qa 3
− + =− +
24 EI 3EI 2 EI 24 EI
pl 2
Nel caso in cui a = b = l , e p = q , allora l’equazione si riduce a X =
10

Esempio 8: Portale iperstatico

p p

l
fig. 1. fig. 1.

È una struttura tre volte iperstatica, semplificabile ancora una volta


osservandone la simmetria di carico e di geometria.
In questo modo, si riduce di un grado l’iperstaticità del problema.
p
Per rendere la struttura isostatica,
X interrompo la continuità dell’asta
X
tramite una cerniera interna nel
punto B, e riduco l’incastro a terra
a cerniera. Le incognite
iperstatiche sono allora il
momento interno X e il suo
momento a terra Z.
Z

fig. 1.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 59

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Studio l’asta verticale,


X supponendo trascurabili le
deformazioni dovute alle azioni
assiali agenti su di essa.

fig. 1.

L’asta orizzontale a sua volta risulta:

fig. 1.

Riaffermo le condizioni di vincolo:


- il punto A, essendo un incastro, non ruota ( ϕ A = 0 )
- gli estremi delle due aste nel punto B non ruotano tra loro ( ϕ B sin = ϕ Bdes ):
non c’è rotazione relativa nel nodo B.
⎧ Zh Xh
⎧ϕ A = 0 ⎪⎪ 3EI − 6 EI = 0
⎨ ⎨
⎩ϕ B sin = ϕ Bdes
3
⎪ Xh − Zh = pl − Xl
⎪⎩ 3EI 6 EI 24 EI 2 EI

se l = h , il sistema si riduce a:

⎧ X ⎧ pl 2
⎪⎪Z = 2 ⎪⎪ X =
18
⎨ 2 ⎨
⎪ 5 X − Z = pl ⎪Z = pl 2
⎪⎩ 6 6 24 ⎪⎩ 36

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 60

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Grafico del momento flettente:

1 1
18 pl² 18 pl²
5
72 pl²

h/3
1 1
36 pl² 36 pl²
fig. 1.

Osserviamo come questa struttura iperstatica sia più vantaggiosa per l’asta
orizzontale di quella in cui la stessa

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 61

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1.8 Esercizi da svolgere (calcolo di spostamenti)

Esercizio 1: Trave in semplice appoggio con carico uniformemente


distribuito solo per metà della sua lunghezza.

Il problema è antisimmetrico.

p
Con il metodo della linea elastica:

l/2 l/2

fig. 1.
-grafico del momento flettente:
nella parte destra dell’asta il
x1 M1 M2 x2
momento è lineare mentre in quella
sinistra parabolico; quindi è
y1 y2
descritto da due diverse espressioni;
-scelta degli assi di riferimento:
fig. 1. distinti nelle due parti dell’asta

-condizioni al contorno:
per x 2 = 0 → y 2 = 0
per x1 = 0 → y1 = 0
l
per x1 = x 2 = → y1' = − y 2'
2
Esercizio 2: calcolare la freccia nell’estremo libero

fig. 1.

Esercizio 3: Calcolare la freccia all’estremo destro

p f=?

fig. 1.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 62

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Esercizio 4: Calcolare le frecce nei punti d’applicazione di P1 e P2

P1 P2

fig. 1.

1. Calcolo degli spostamenti in travi dall’asse rettilineo 63

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IL LAVORO DI DEFORMAZIONE
2.

Il metodo della linea elastica consente di calcolare gli spostamenti di


strutture ad asse rettilineo considerando il solo effetto della flessione; in
alcune strutture, tuttavia, le azioni assiali e di taglio non possono essere
trascurati. Il metodo che ci permette di calcolare gli spostamenti nelle
condizioni più generali si riferisce al lavoro di deformazione.

2.1 Il lavoro di deformazione


P

α
f P
f s

fig. 2.1

Il verificarsi dello spostamento f del punto di applicazione di P indica che è


in atto un lavoro; il lavoro è pari al prodotto scalare tra forza e spostamento:
r r
p ⋅ s = p ⋅ s ⋅ cos α .
Nel trattare le strutture dobbiamo assumere che le forze vengano applicate
lentamente (da un valore iniziale pari a 0, fino ad arrivare al valore finale

2. Il lavoro di deformazione 64

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della forza), e che le strutture rispondano linearmente alla sollecitazione; in


questo modo le fasi intermedie di deformazione della struttura, dal valore
iniziale della forza a quello finale, si trovano tutte su una retta.
Diagrammando la risposta della struttura, ponendo lo spostamento s sull’asse
delle ascisse e il carico F su quello delle ordinate, nell’ipotesi di
comportamento lineare del materiale si ottiene un grafico di questo tipo:
F

s s
fig. 2.2
Il lavoro di deformazione totale compiuto dalla forza F per compiere lo
spostamento s è pari all’area del triangolo compreso tra l’asse di
1
riferimento orizzontale e la retta, e vale L = Fs .
2
Questo risultato può essere ricavato a partire dall’equazione della retta, cioè
F = K ⋅ s , dove K è il coefficiente angolare e rappresenta la rigidezza della
struttura.
Nell’istante generico, in cui la forza applicata è F e il corrispondente
spostamento della struttura è s , l’incremento dL del lavoro di deformazione
dovuto ad un incremento di spostamento ds è pari a dL = F ⋅ ds .
Sommando tutti gli incrementi infinitesimi si ottiene, per il lavoro totale:
s s s s
1 1
L = ∫ dL = ∫ F ⋅ ds = ∫ Ks ⋅ ds =K ∫ s ⋅ ds = Ks 2 = F s
0 0 0 0
2 2
(perché Ks è pari a F )

Nel caso di una mensola caricata all’estremità con un’unica forza P, il lavoro
è pari a:

P
1 1 Pl 3
L = Pf = P ⋅
f 2 2 3EI
fig. 2.3

2. Il lavoro di deformazione 65

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Nel nostro studio facciamo riferimento solo al caso in cui il sistema è


conservativo, in cui cioè i processi di carico sono reversibili: rimuovendo il
carico, la struttura torna nella condizione iniziale, e non rimangono tracce
dei carichi applicati. In queste condizioni, quando rimuovo il carico il lavoro
totale diventa nullo: tale caratteristica è propria di un sistema elastico.
Nei sistemi elastici, anche applicando i carichi con sequenze diverse, il
risultato finale, in termini di lavoro di deformazione, non dipende dalla storia
di carico.
Es.: sequenza di carico P1+P2
P1 P2 P1

f1
fig. 2.4

P1 P2

f tot
fig. 2.5

Applicando la sequenza P2+P1 ottengo lo stesso valore finale degli


spostamenti e del lavoro di deformazione, anche se attraverso fasi intermedie
diverse.

Questo fatto è conseguenza dell’ipotesi di elasticità del materiale.


Considerando infatti di applicare diversi carichi nello stesso punto:
Pa = P1
Pb = −2 P1
Pc = P1

Applico i carichi Pa, Pb, Pc con sequenze diverse:


1) Pa + Pb + Pc
2) Pb + Pc + Pa
3) Pc + Pa + Pb
La relazione forza – spostamento nella prima sequenza di carico sarà la
seguente:

2. Il lavoro di deformazione 66

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Ptot Ptot Ptot

P1 P1 P1
P1
=
Pa
-s1 -s1 0
s1 P1
s -2 s1 s P1
s1 s
= =
Pb Pc

-P1 -P1

fig. 2.6

con un lavoro totale pari a 0. Applicando le sequenze di carico 2) e 3), il


lavoro totale risulterà sempre nullo.
N.B.: in realtà i materiali hanno un comportamento elastico solo fino a un
certo valore dello sforzo, superato il quale le deformazioni non sono più
reversibili, e perdono il loro comportamento lineare.

2.2 Lavoro diretto e lavoro indiretto

P Q

fig. 2.7

In presenza di più forze agenti sulla struttura, sono dunque lecite diverse
sequenze nell’applicazione delle forze. Se per esempio si adotta la sequenza:
P + Q (prima viene applicata P e successivamente Q) si ha, dal punto di
vista degli spostamenti:

Applico P Applico Q
P P Q

f1
f2
fig. 2.8
Il lavoro prodotto da P è composto da due termini: una parte di lavoro diretto
(operato da P mentre cresce da 0 al suo valore finale), e da una parte di
lavoro indiretto (operato da P per l’incremento di spostamento prodotto dalla

2. Il lavoro di deformazione 67

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1
forza Q). Il lavoro totale è dunque dato da: LPtot = Pf1 + Pf 2 (in cui il
2
1
secondo termine, esprimendo il lavoro indiretto, non ha il coefficiente ).
2
Scriviamo quindi l’espressione del lavoro totale prodotto da P e da Q,
considerando entrambe le sequenze di carico:

P+Q Q+P
P Q

f g

fig. 2.9

P Q P Q

∆f g f ∆g
fig. 2.10

1 1 1 1
L1tot = Pf + P∆f + Qg L2tot = Qg + Q∆g + Pf
2 2 2 2
Abbiamo già osservato che, nelle strutture elastiche, il lavoro totale è uguale
in tutte le sequenze di carico. Si può dunque scrivere:
L1tot = L 2tot
1 1 1 1
Pf + P∆f + Qg = Qg + Q∆g + Pf
2 2 2 2
P∆f = Q∆g se P = Q → ∆f = ∆g
Questa importante relazione mostra che lo spostamento di un punto B della
struttura prodotto da una forza F applicata in un punto A è uguale allo
spostamento di A per effetto della forza F applicata in B (teorema di Betti –
Maxwell).

2.3 Lavoro esterno e lavoro interno

Finora abbiamo espresso il lavoro di deformazione come lavoro esterno


(compiuto dalle forze per gli spostamenti dei loro punti di applicazione); tale
lavoro è uguale a quello interno (quello compiuto su ogni concio dalle azioni
interne alla struttura).

2. Il lavoro di deformazione 68

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1
Lest = Pf = Lint
2
Il lavoro interno è dato dalla somma dei contributi dovuti a momento, taglio
ed azione assiale.
Considero l’elemento infinitesimo (il concio):

Momento:
1 M ⋅ dx
dL = Mdϕ dove dϕ =
2 EI
2
1 M dx
M M Quindi dL = ⋅
2 EI

dx
fig. 2.11

Taglio:
1 1 T2
dL = T ⋅ dt = χ dx
2 2 GA

T T

fig. 2.12

Azione assiale:
1 N ⋅ dx
dL = Ndn dove dn =
2 EA
2
1 N dx
Quindi dL =
N N 2 EA

fig. 2.13

Calcolo il lavoro interno totale:


1 M 2 dx 1 T 2 1 N 2 dx 1
Li = ∫ +∫ χ dx + ∫ = Lext = Pf
str
2 EI str 2 GA str
2 EA 2

2. Il lavoro di deformazione 69

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Conoscendo taglio, momento e azione assiale (nulla in questo caso) posso


calcolare il valore della freccia.
2 1 M 2 dx 2 1 T 2 2 1 N 2 dx
f = ∫ + ∫ χ dx + ∫ =
P str 2 EI P str 2 GA P str 2 EA
1 ⎛⎜ M 2 dx T 2 dx N 2 dx ⎞⎟
P ⎜⎝ ∫ EI ∫ GA ∫ EA ⎟
= + χ +

In questa particolare struttura sappiamo che
P

fig. 2.14

M T
-Pl Pl

x 0
y

fig. 2.15

M = − Pl + Px T = + Pl

Quindi la freccia risulta pari a


1 ⎛ (− Pl + Px ) P2 ⎞
l 2 l
f = ⎜∫ dx + ∫0 GA dx ⎟⎟⎠ =
χ
P ⎜⎝ 0 EI
1 ⎛ P 2 l 2 + P 2 x 2 − 2 P 2 lx χ 2 l ⎞⎟
l
⎜∫ dx + P ⋅ ∫ dx ⎟ =
P ⎜⎝ 0 EI GA 0 ⎠
1⎡1 ⎛ χ 2 ⎤ Pl 3 χPl
l
x2 x3 ⎞
= ⎢ ⎜⎜ P 2 l 2 x − 2 P 2 l + P 2 ⎟⎟ + P l⎥ = +
P ⎢ EI ⎝ 2 3 ⎠ 0 GA ⎥ 3EI GA
⎣ ⎦
Pl 3
χPl
dove è il contributo dato dal momento, e quello del taglio.
3EI GA
Il valore è specifico per ogni sezione, e nel caso di sezione rettangolare è
pari a 1.2.
Pl 3 ⎛ χPl 3EI ⎞ Pl 3 ⎛ 3EI ⎞
Quindi f = ⎜1 + ⋅ 3 ⎟= ⎜ 1 + 1 .2 ⋅ ⎟
3EI ⎝ GA Pl ⎠ 3EI ⎝ GA ⋅ l 2 ⎠
Esprimiamo area e momento d’inerzia della sezione rettangolare:

2. Il lavoro di deformazione 70

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1 3
I= bh e A = bh
12
I 1 3EI 1 3Eh 2
Quindi = h2 e dunque 1.2 ⋅ = 1.2
A 12 GA ⋅ l 2 12 Gl 2
Sappiamo poi che la relazione esistente tra E e G è la seguente:
E
G=
2(1 + ν )
1
A possiamo assegnare il valore ν = , tipico dell’acciaio.
3
E ⎛ 1⎞ 8
Quindi = 2⎜1 + ⎟ =
G ⎝ 3⎠ 3
Il contributo del taglio alla freccia risulta così proporzionale a:
1 3⋅8 ⋅ h2
2
⎛h⎞
1.2 ⋅ ⋅ = 0.8⎜ ⎟ (dove h è l’altezza della sezione e
⎝l⎠
2
12 3l
l la lunghezza della mensola). Il
h
rapporto è ragionevolmente
l
1
approssimabile a .
10
2
⎛h⎞ 1
Quindi 0.8⎜ ⎟ = 0.8 ⋅ = 0.008
⎝l⎠ 100

Tornando al valore della freccia:


Pl 3
f = (1 + 0.008) Il contributo del taglio è circa
EI
1
di quello del momento: è
100
ragionevole quindi trascurarlo,
come avviene nel metodo della
linea elastica.
Considerando quindi il solo contributo della flessione, il metodo della linea
elastica e quello basato sul lavoro di deformazione sono equivalenti per
quanto riguarda il risultato ottenuto.

2. Il lavoro di deformazione 71

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Nel caso di struttura reticolare:


P

f=?

fig. 2.16

Qui posso utilizzare solo il metodo del lavoro di deformazione


1 1 N 2 dx
Lext = Pf = ∫
2 str
2 EA
1 1 n N 2l
Pf = ∑ i i i con n = numero delle aste.
2 2 1 EA
In questo caso l’integrale si riduce a questa semplice espressione.
Verifichiamo ora che anche il contributo dell’azione assiale, oltre a quello
del taglio, è trascurabile nei casi in cui sia presente anche il momento
flettente. s

fig. 2.17

Calcolo lo spostamento con il metodo del lavoro di deformazione:


l
1 1 N 2 dx P 2l Pl
Ps = ∫ e, essendo: N=P, si ha: Ps = s=
2 2 0 EA EA EA
La deformazione data dal taglio T=P, in una mensola uguale a questa,
χPl
sarebbe pari (come calcolato in precedenza) a . Calcoliamo allora il
GA
S T χPl EA E 8
rapporto = ⋅ = χ = 1 .2 ⋅ = 3 .2 .
S N GA Pl G 3

2. Il lavoro di deformazione 72

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In conclusione, a parità di carico P, ST = 3.2 SN (la deformazione data


dall’azione assiale è ancora più piccola di quella data dal taglio).
1
Il risultato è valido per strutture snelle, dove h è circa di l; nelle strutture
10
tozze il contributo del taglio diventa rilevante.

Il metodo della linea elastica permette di ricavare l’equazione della


deformata e quindi il valore dello spostamento in ogni punto della struttura;
questo secondo metodo fornisce invece il valore dello spostamento in un
punto specifico (dove è posto il carico).
Si può però utilizzarlo per calcolare l’abbassamento anche in altri punti,
diversi dal punto di applicazione del carico.

P
A B
So calcolare l’abbassamento in A;
δ=? ma quanto vale il corrispondente
fig. 2.18 abbassamento in B?

Per calcolarlo parto dalla struttura scarica, e applico in B un carico unitario


(analogo al caso di partenza, in cui però SB è lo spostamento, non
l’incremento).

1 Questo carico genera, in ogni


B
punto dell’asta, un momento
M1(x).
fig. 2.19

Aggiungo ora il carico P in A.


P Q Lo spostamento che questo nuovo
carico genera in B è quello che
sB cerco (uno spostamento in SB
fig. 2.20 generato dal carico P).
Simultaneamente, il carico P
produce deformazioni flessionali
d in tutti i conci, esprimibili
M P dx
come dϕ P = ;
EI
MP indica il momento flettente prodotto da P. Consideriamo il lavoro
indiretto prodotto dalla forza unitaria e dal corrispondente momento flettente
M1 nel momento in cui viene applicata P.

2. Il lavoro di deformazione 73

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l
M P dx
L e = 1 ⋅ s B = Li = ∫ M 1
0
EI
Questa relazione fornisce direttamente il valore dello spostamento sB cercato.
Infatti
l
1 ⋅ s B = ∫ M ⋅ dϕ P
0
dove il primo termine dell’uguaglianza è il lavoro indiretto esterno, e il
secondo il lavoro interno, dovuto alle rotazioni dei conci generate dalla forza
P.

2.4 Esercizi
P
1. Calcolare la freccia con i due
metodi della linea elastica e del lavoro
indiretto. f=?
fig. 2.21
p
2. Calcolare la freccia con il
metodo del lavoro indiretto.
f=?
fig. 2.22

p
3. Calcolare freccia e angolo di
rotazione. φ=? f=?

fig. 2.23

4. Calcolare la freccia della struttura nel punto indicato in figura nei due
casi. P

P
f=? f=?

l l
fig. 2.24 fig. 2.25
2. Il lavoro di deformazione 74

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5. Calcolare lo spostamento
orizzontale (u) e verticale (f) della
struttura reticolare.
P
u=?

f=?

fig. 2.26

2. Il lavoro di deformazione 75

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2.5 Esercizi svolti con il metodo del lavoro di deformazione

Esercizio 1 s=?
P
Risolvo il problema applicando
alla struttura due condizioni di
carico diverse .
l
1. struttura con le forze P:
P Reazioni vincolari e grafico del
momento
flettente. M p
l

l l

fig. 2.27
M p = Pl Pl

P Pl

2P

fig. 2.28

2. suppongo di applicare,
nel punto in cui mi interessa
calcolare lo spostamento, una
forza unitaria F .La forza è
orizzontale e verso destra perché
suppongo che lo spostamento che

2. Il lavoro di deformazione 76

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voglio calcolare sia orizzontale e


verso destra.
Calcolo delle reazioni vincolari e
grafico del momento flettente M 1
F=1

M1 = x

1
2l
2l

fig. 2.29
Ora ci interessano le aste in cui entrambi i momenti, M p eM 1 siano presenti
e diversi da zero. In questo caso solo un’asta. Scelgo una convenzione di
segno e un’ascissa x uguale per entrambe.

x x

fig. 2.30

Calcolo lo spostamento eguagliando il lavoro indiretto esterno al lavoro


indiretto interno.
l l l
Mp x2
∫0 (x )(Pl )dx = EI ∫ (x )dx =
1 Pl Pl l
L IND
e = 1⋅ s = L IND
i = ∫ M1 dx = =
0
EI EI 0
EI 2 0

Pl ⎛ l 2 0 2 ⎞ Pl l 2 1Pl 3
⎜⎜ − ⎟⎟ = =
EI ⎝ 2 2 ⎠ EI 2 2 EI

2. Il lavoro di deformazione 77

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Esercizio 2
p

φ=?
fig. 2.31
In questo esercizio, con il metodo del lavoro di deformazione, la forza
unitaria da associare alla rotazione , è rappresentata da un momento W .

W=1
fig. 2.32

Calcolo delle reazioni vincolari e del momento flettente per entrambe le


strutture

carico distribuito p momento W


pl
1

pl/2 pl/2 1/L 1/L


fig. 2.33

x
x
1

fig. 2.34 pl²/8

pl x x
Mp = x − px ⋅ M1 = 1−
2 2 l
Calcolo della rotazione
⎛ x ⎞ ⎛ pl px 2 ⎞
l
Mp 1 ⎜1 −
l
⎟ ⋅ ⎜ x − ⎟dx =
= ∫ M1 l ⎠ ⎜⎝ 2 2 ⎟⎠
EI ∫0
LIND
e = 1 ⋅ ϕ = LIND
i dx = ⎝
0
EI

1 p ⎛ lx 2 x 3 ⎞
l
p lx 2 2 x 3 x 4 l

EI 2 ∫0 ⎜⎝
= ⎜ lx − x 2
− + ⎟dx = − + =
l l ⎟⎠ 2 EI 2 3 4l 0

p ⎛ l 3 2l 3 l 3 ⎞ pl 3 ⎛ 6 − 8 + 3 ⎞ pl 3
= ⎜⎜ − + ⎟⎟ = ⎜ ⎟=
2 EI ⎝ 2 3 4 ⎠ 2 EI ⎝ 12 ⎠ 24 EI

2. Il lavoro di deformazione 78

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Esercizio 3
∆T

l l

fig. 2.35

La differenza di temperatura su una struttura produce spostamento della


stessa.
Studio le due diverse strutture. In quella originaria non sono presenti forze
quindi M p = 0
α∆T
Ma è presente la variazione termica dϕ t = dx nel singolo concio della
h
struttura.

F=1

Calcolo delle reazioni vincolari e


1
2
del momento flettente dati dalla
forza unitaria F applicata
fig. 2.36 nell’estremo libero dell’asta.
Ho due momenti distinti nella
L parte destra e in quella sinistra;
ma essendo simmetrici basta
x x moltiplicare per due il lavoro
interno indiretto calcolato per una
fig. 2.37
delle due parti.
M 1 = 1⋅ x
Calcolo lo spostamento
l l
α∆T α∆T x 2 α∆Tl 2
= ∫ M 1 ⋅ dϕ t = 2 ∫ ( x )
l
LIND
e = 1 ⋅ s = LIND
i dx = 2 =
0 0
h h 2 0 h

2. Il lavoro di deformazione 79

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Esercizio 4
P
u=?

l l
fig. 2.38

Nelle strutture reticolari sono presenti solo azioni assiali.Quindi calcolo le N


date dal carico concentrato P ( N p ) e le N date dalla forza unitaria F ( N 1 )
che applico nel punto in cui voglio calcolare lo spostamento orizzontale u.

Carico P:
P
reazioni vincolari

P 2P

fig. 2.39 calcolo azioni assiali


P
N N
Pl − Nl = 0 → N = P
rotazione dell’asta 1 attorno al
1 nodo A

A
P 2P

fig. 2.40
P
B 2
P 2l + N ⋅ 2l = 0 → N = − 2 P
N rotazione dell’asta 2 attorno al
nodo B

N
P 2P

fig. 2.41

2. Il lavoro di deformazione 80

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+P

+P
grafico azioni assiali N p

-v2·P -v2·P
fig. 2.42

Carico F=1:

F=1 reazioni vincolari

1
1 1

fig. 2.43
Calcolo azioni assiali

N N 1 1l − Nl = 0 → N = 1
rotazione dell’asta 1 attorno al
1 punto A

A 1
1 1
fig. 2.44

B 2
1 N ⋅ 2l = 0 → N = 0
N rotazione dell’asta 2 attorno al
punto B
N
1
1 1
fig. 2.45
C

N
1 1l + N ⋅ 2l = 0 → N = − 2
rotazione dell’asta 1 attorno al
1 punto C
N

1
fig. 2.46

2. Il lavoro di deformazione 81

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+1

+1
grafico azioni assiali N 1

-v2
fig. 2.47

Calcolo dello spostamento u:


N p dx
LIND
e = 1 ⋅ u = LIND
i = ∫N
strutt
1 ⋅ dn = ∫ N 1
s
EA
Il lavoro sarà dato dalla somma degli integrali delle forze assiali delle
singole aste (dove i = numero delle aste); inoltre nella struttura reticolare le
azioni assiali sono delle costanti quindi si possono portare fuori
dall’integrale.
n N1 N p
u=∑ l i = (dove li sono le lunghezze delle singole aste.)
1 i EA

=
1
EA
[
(1P )l + (1P )2l + − 2 − 2 P 2l =( )( )( )]
1
EA
[
Pl + 2 Pl + 2 P 2l =
Pl
EA
]
1+ 2 + 2 2 = 3 + 2 2 [
Pl
EA
] ( )

2. Il lavoro di deformazione 82

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Esercizio 5: Struttura iperstatica


p p

l l
fig. 2.48

Per renderla isostatica sostituisco al carrello la forza Z ricordando che lo


spostamento del suo punto di applicazione deve essere nullo in quanto la
struttura originale deve essere rispettata. Quindi s=0.
Studio la struttura sotto le due diverse condizioni di carico: carico distribuito
p e forza Z
s p + sz = 0

Sp
Per trovare lo spostamento generato dal carico distribuito studio la struttura
sotto il carico p e sotto la forza unitaria che applico nel punto dove mi
interessa studiare lo spostamento in modo da trovare il momento M p e il
momento M 1 .
p

sp = ?

fig. 2.49
2pl 1
M M

2pl 1

fig. 2.50

x x
fig. 2.51

p(l + x )
2
Mp = M 1 = 1⋅ x
2

2. Il lavoro di deformazione 83

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Quindi

∫ x(l + 2lx + x 2 )dx =


l l l
M p dx
∫0 (x ) 2 (l + x ) dx = 2 EI
1 p p
1⋅ s p = ∫ M1 =
2 2

0
EI EI 0

∫ (xl + 2lx 2 + x 3 )dx =


l
p
= 2

2 EI 0

⎡ 1 2 1 ⎤ 17 pl
l
p 2 x2 x3 x4 pl 4 4
= l − 2l + = − + =
⎢⎣ 2 3 4 ⎥⎦ 24 EI
2 EI 2 3 4 0
2 EI

Sz
Anche in questo caso calcolo i due diversi momenti.
M 1 = 1 ⋅ x come sopra
1

fig. 2.52
Mp = Z⋅x
Z

fig. 2.53
Quindi
l l l
Mp Zl 3
1⋅ sz = ∫ M 1
1
( ) Z
EI ∫0 EI ∫0
dx = x Zx dx = x 2
dx =
0
EI 3EI

A questo punto posso ricavare Z dall’equazione iniziale s p + s z = 0


17 pl 4 Zl 3 17
+ = 0 → Z = − pl
24 EI 3EI 8

2. Il lavoro di deformazione 84

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Esercizio 6: Mensola con carico concentrato in mezzeria.

P Calcolo della freccia all’estremo


libero con il metodo del lavoro di
f=? deformazione.
l l

fig. 2.54

Risolvo il problema applicando alla struttura due diverse condizioni di


carico:
Reazioni vincolari e grafico del momento flettente:

carico P carico 1
P 1

fig. 2.55
P 2L 1

P 1
fig. 2.56 2L

Pl

x x
fig. 2.57

M p = Pl − Px = P(l − x ) M 1 = 2l − 1x = 2l − x

Calcolo dello spostamento


l l
M p dx
∫ (2l − x )(Pl − Px )dx
1
L IND
e = 1⋅ f = L IND
i = ∫ M1 =
0
EI EI 0
l l

∫ (2l − x )(l − x )dx =


P
f = =
EI 0 o
l

∫( )
l
P P x2 x3
2l − 2lx − lx + x dx =
2
2l 2 x − 3l
2
+ =
EI 0
EI 2 3 0

P ⎛ 3 3 3 1 3 ⎞ 5 Pl 3
= ⎜ 2l − l + l ⎟ =
EI ⎝ 2 3 ⎠ 6 EI

2. Il lavoro di deformazione 85

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Osservazioni
1. la scelta dell’asse x è arbitraria, ma deve essere la stessa per il
calcolo di entrambi i momenti flettenti M p = M 1
2. lo stesso vale per la convenzione di segno sul momento flettente
M p dx
3. l’integrale ∫ M1 EI
è da calcolare solo sui tratti di asta

dove M 1 ≠ 0 e M p ≠ 0

2. Il lavoro di deformazione 86

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Esercizio 7: Mensola con carico distribuito.

Calcolo della freccia all’estremo libero con il metodo del lavoro di


deformazione.
p

f=?
l

fig. 2.58

Risolvo il problema applicando alla struttura due diverse condizioni di


carico:
Reazioni vincolari e grafico del momento flettente

carico p carico 1
p 1

fig. 2.59
pl
l²/2 1
1·L

pl 1
fig. 2.60
l²/2 2L

x x
fig. 2.61

px 2
Mp = M 1 = 1⋅ x
2

Calcolo della freccia


l
M p dx l
⎛ ⎞ 2

∫ (x )⎜⎜
1 px
LIND
e = 1 ⋅ f = LIND
i = ∫ M1 = ⎟⎟dx =
0
EI EI 0 ⎝ 2 ⎠
4 l
1
l
⎛ px 3 ⎞ 1 p x pl 4
f =
EI ∫0 ⎜⎜⎝ 2 ⎟⎟⎠dx = EI 2 4 =
8 EI
0

2. Il lavoro di deformazione 87

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2.6 Esercizi

Esercizio 1: Svolgimento con il metodo della linea elastica (A) e con il


lavoro di deformazione (B)

f=?
y1 y2

l l

fig. 2.61

A) Linea elastica
Calcolo delle reazioni vincolari e del momento flettente.

pl Si hanno due equazioni del


pl²/2
momento flettente diverse per i
due tratti di asta:
pl
pl 2
fig. 2.61 M1 =
2
px 2 pl 2
plþ/2 M1 M2 M2 = − plx +
2 2
x1 x2 (per la convenzione scelta)
fig. 2.61

Equazione della linea elastica per il tratto 1

M1 1 ⎛ pl 2 ⎞
y1 ' ' = = ⋅ ⎜⎜ ⎟⎟
EI EI ⎝ 2 ⎠
1 ⎛ pl 2 ⎞
y1 ' = ⋅ ⎜⎜ x + A1 ⎟⎟
EI ⎝ 2 ⎠
1 ⎛ pl 2 x 2 ⎞
y1 = ⋅ ⎜⎜ ⋅ + A1 x + B1 ⎟⎟
EI ⎝ 2 2 ⎠

2. Il lavoro di deformazione 88

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Equazione della linea elastica per il tratto 2


M2 1 ⎛ px 2 pl 2 ⎞
y1 ' ' = = ⋅ ⎜⎜ + − plx ⎟⎟
EI EI ⎝ 2 2 ⎠
1 ⎛p x 3
pl 2
plx 2

y1 ' = ⋅ ⎜⎜ ⋅ + x− + A2 ⎟⎟
EI ⎝ 2 3 2 2 ⎠
1 ⎛ p x 4 pl 2 x 2 pl x 3 ⎞
y1 = ⋅ ⎜⎜ ⋅ + ⋅ − ⋅ + A2 x + B2 ⎟⎟
EI ⎝6 4 2 2 2 3 ⎠

Condizioni:
y1 ' (0 ) = 0 Pattino
y1 ' (l ) = y 2 ' (0 ) Continuità di rotazione
y1 (l ) = y 2 (0 ) = 0 Continuità di spostamento +
spostamento pari a zero
Quindi ricavo

da y1 ' (0) = 0 → A1 = 0

da y 2 (0 ) = 0 → B2 = 0

⎛ pl 4 ⎞ pl 4
da y1 (l ) = 0 → ⎜⎜ + B1 ⎟⎟ = 0 → B1 = −
⎝ 4 ⎠ 4
pl 3
da y1 ' (l ) = y 2 ' (0) → A2 =
2
Calcolo la freccia all’estremo libero
⎡ 1 1 1 1 ⎤ 5 pl
4
1
f = pl 4 ⋅ ⎢ − + + ⎥=
EI ⎣ 4 6 24 2 ⎦ 8 EI
Con questo metodo posso ora calcolare di quanto si è alzato il pattino:
pl 4
y1 (0) = −
4 EI

2. Il lavoro di deformazione 89

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B) Lavoro di deformazione
Calcolo il momento generato da una forza unitaria posta all’estremo libero
dell’asta (M1) e il momento generato dal carico distribuito P (Mp).
A loro volta i due momenti saranno distinti per la parte di destra e quella di
sinistra dell’asta: 1

l l

fig. 2.61
1
L

1
fig. 2.61

L M1 M2

x1 x2

fig. 2.61

M 1−1 = l M 1− 2 = l − x

La freccia sarà pari alla somma dei due integrali delle due parti di asta:
l l
M p −1 M p −2
1 ⋅ f = ∫ M 1−1 ⋅ dx + ∫ M 1−2 ⋅ dx
0
EI 0
EI
⎛ pl ⎞ dx
l 2
⎛ px 2 pl 2
l
⎞ dx
1 ⋅ f = ∫ (l ) ⋅ ⎜⎜ ⎟⎟ + ∫ (l − x ) ⋅ ⎜⎜ + − plx ⎟⎟ =
0 ⎝ 2 ⎠ EI 0 ⎝ 2 2 ⎠ EI
1
l
pl 3 1
l
⎛ plx 2 pl 3 px 3 pl 2 x 2⎞
= ∫ dx + ∫0 ⎜⎜⎝ 2 + 2 − pl x − 2 − 2 + plx ⎟⎟⎠dx =
2

EI 0
2 EI
pl 1 4 l
⎛ pl 3 px 3 3 3 2 ⎞
= + ∫0 ⎜⎜⎝ 2 − 2 + 2 plx − 2 pl x ⎟⎟⎠dx =
2

2 EI EI
l
pl 4 1 pl 3 px 4 3 plx 3 3 pl 2 x 2
= + ⋅ x− + − =
2 EI EI 2 8 6 4 0

pl 4 1 ⎛ 12 − 3 + 12 − 18 ⎞ 4 15 pl 4 5 pl 4
= + ⋅⎜ ⎟ pl = =
2 EI EI ⎝ 24 ⎠ 24 EI 8 EI

2. Il lavoro di deformazione 90

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Esercizio 2:

f=?
l l

fig. 2.61

Carico reale:
P

y
fig. 2.61

fig. 2.61

Pl
M P = Pl − Px = P(l − x )
MP

fig. 2.61

Carico fittizio:
1

y
fig. 2.61

1·2L 1

fig. 2.61

2L M 1 = 2l − 1 ⋅ x = 2l − x
M1

fig. 2.61

2. Il lavoro di deformazione 91

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l
M ⋅ dx l

∫ (2l − x )(Pl − Px )dx


1
L ind
e = 1⋅ f = L ind
i = ∫ M1 ⋅ P =
0
EI EI 0

∫ (2l − x )(l − x )dx = ∫ (2l )


l l
P
f = 2
− 2lx − lx + x 2 dx =
EI 0 0
l
P 2 x2 x3 P ⎛ 3 3 3 1 3 ⎞ 5 Pl 3
= 2l x − 3l + = ⎜ 2l − l + l ⎟ =
EI 2 3 0
EI ⎝ 2 3 ⎠ 6 EI

Osservazioni:

1) la scelta dell’asse x è arbitraria, ma deve essere la stessa per il


calcolo di entrambi i momenti flettenti MP e M1;

2) lo stesso vale per la convenzione di segno sul momento flettente;

M P dx
3) l’integrale ∫M 1
EI
è da calcolare solo sui tratti di asta dove

M1 ≠ 0 e M P ≠ 0 .

2. Il lavoro di deformazione 92

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Esercizio 3:

f=?
l

fig. 2.61
Carico reale pl

y
pl²/2
pl

pl

l²/2
Mp
px 2
x
Mp =
fig. 2.61 2

Carico fittizio
1

y
L 1

l
M1
M 1 = 1⋅ x
x

fig. 2.61
l
M p ⋅ dx ⎛ 2 ⎞
1
(x )⎜⎜ px
l
Lind
e = 1 ⋅ f = Lind
i = ∫ M1 =∫ ⎟⎟dx
0
EI 0 EI ⎝ 2 ⎠
l
1
l
⎛ px 3 ⎞ 1 p x4 pl 4
f =
EI ∫0 ⎜⎝ 2 ⎟⎠dx = EI ⋅ 2 4
⎜ ⎟ =
8 EI
0

2. Il lavoro di deformazione 93

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Esercizio 4:

φ=?

fig. 2.61
fig. 2.61
Carico reale
pl

fig. 2.61 y

pl

pl/2 pl/2

fig. 2.61

Mp
Mp =
pl
2
x−
px 2 p
2
(
= lx − x 2
2
)
fig. 2.61

Carico fittizio

fig. 2.61 y

1/L 1/L

fig. 2.61

x
1
M1 M1 = 1− ⋅ x
l
l
fig. 2.61

2. Il lavoro di deformazione 94

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1 ⎛ x⎞ p
( )
l l
M p dx
Lind
e = 1 ⋅ ϕ = Lind
i = ∫ M1 ⋅ =∫ ⎜1 − ⎟ ⋅ ⋅ lx − x dx
2

0
EI 0
EI ⎝ l⎠ 2
l
1 p ⎛ x ⎞
l 3
p lx 2 x3 x4
EI 2 ∫0 ⎜⎝
ϕ= ⋅ ⋅ ⎜ lx − x − x + ⎟⎟dx =
2 2
−2 + =
l ⎠ 2 EI 2 3 4l 0

pl 3 ⎡1 2 1⎤ pl 3
= ⋅⎢ − + ⎥ =
2 EI ⎣ 2 3 4 ⎦ 24 EI

2. Il lavoro di deformazione 95

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Esercizio 5:

s=? F

fig. 2.61

Carico reale

F F F

Fl
Fl
F
fig. 2.61
M F = Fl

Carico fittizio

1 1
x

1·L
1

fig. 2.61

2. Il lavoro di deformazione 96

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M 1 = 1⋅ x
Dal confrontarsi dei due diagrammi:
- occorre scrivere le espressioni di MF e M1 solo per l’asta verticale.
- conviene scegliere l’ascissa x con l’origine nel punto superiore.
- conviene assumere

Sull’asta verticale è quindi:


M F = Fl
M 1 = 1⋅ x = x

l l
M F dx
∫ (x )(Fl )
1
Lind
e = 1 ⋅ s = Lind
i = ∫ M1 =
0
EI EI 0

2 l
Fl x 1 Fl 3
s= =
EI 2 0
2 EI

2. Il lavoro di deformazione 97

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Esercizio 6:
F
s=?

fig. 2.61

Carico reale
F F F

Fl
Fl
F
fig. 2.61
M F = Fx

Carico fittizio
1 1
x

1·L 1·L
1

fig. 2.61
M 1 = 1⋅ l

2. Il lavoro di deformazione 98

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l l
M F dx
∫ (1 ⋅ l )(F ⋅ x )dx
1
Lind
e = 1 ⋅ s = Lind
i = ∫ M1 ⋅ =
0
EI EI 0

2 l 3
Fl x 1 Fl
s= = ⋅
EI 2 0
2 EI

Nota: Questo risultato, come era prevedibile, è identico a quello


dell’esercizio precedente (per il teorema di Betti – Maxwell).

2. Il lavoro di deformazione 99

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Esercizio 7:

P
u=?

l l
fig. 2.61

P
Carico reale

fig. 2.61
P

P 2P
fig. 2.61

+P

+P -v
2P P
-v 2

fig. 2.61

Carico fittizio
1

fig. 2.61

2. Il lavoro di deformazione 100

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1 1

fig. 2.61

+1

+1 -v
2

fig. 2.61

N P ⋅ dx N N 1i N Pi
L ind
e = 1⋅ u = L ind
i = ∫ N1 ⋅ =∑i li
str
EA 1 EA

u=
1
EA
[
(+ 1)(+ P ) ⋅ l + (+ 1)(+ P )(2l ) + − 2 P ( )( 2l )] = EA
Pl
(1 + 2 + 2 2 ) =
=
(
3 + 2 2 Pl )
EA

2. Il lavoro di deformazione 101

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Esercizio 8:

f=?
Calcoliamo il lavoro indiretto di
l una forza unitaria verticale sulla
cerniera centrale, esprimendolo
come lavoro esterno e interno,
quando viene applicato il carico
distribuito.
l l

fig. 2.61

Carico fittizio
1 1

1 1
2 2
1 1
2 2

fig. 2.61 fig. 2.61


Consideriamo solo la deformabilità flessionale, quindi ci occorre solo il
momento flettente.

1L
2

1L
2 x
2 4 1
(1) = M (11) = − x = (3)
2
x
1 1
(2) = M (12 ) = − l + x
1 3 2 2

fig. 2.61

2. Il lavoro di deformazione 102

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Per il carico distribuito (carico reale):


-1
2pl² parabola
p
-1
2pl² x

x
1 pl 1 pl
2 2

pl pl

fig. 2.61 fig. 2.61

pl
M (1p) = − x = M (p3 )
2
pl 2 px 2
M (p2 ) =− + plx − = M (p4 )
2 2

1 ⋅ f = ∫ M 1 dϕ p =
str

1 ⎛ pl ⎞ dx ⎛ 1 1 ⎞ ⎛ pl 2 px 2 ⎞ dx
l l
= 2 ∫ − x⎜ − x⎟ + 2∫ ⎜ − l + x ⎟ ⋅⎜⎜ − + plx − ⎟ =
0
2 ⎝ 2 ⎠ EI 0⎝
2 2 ⎠⎝ 2 2 ⎟⎠ EI
l l
⎛ pl 2 px 2 ⎞ dx
+ ∫ ( x − l )⎜⎜ −
pl dx
= ∫ x2 ⋅ + plx − ⎟⎟ =
0
2 EI 0 ⎝ 2 2 ⎠ EI
1 ⎡ pl 4 ⎛ pl 2 plx 2 ⎞ ⎤
l
px 3 pl 3
= + ∫0 ⎜⎝ 2
⎜ − + − + − + ⎟dx ⎥ =
2 2
⎢ x plx pl x
EI ⎣ 6 2 2 2 ⎟⎠ ⎦
⎡1 1 1 1 1 1 1⎤ 1 ⎡16 − 6 − 3 ⎤ 7 pl
4
1
= ⋅ pl 4 ⎢ − + − + − + ⎥ = ⋅ pl 4 ⎢ =
EI ⎣ 6 4 3 8 2 2 6 ⎦ EI ⎣ 24 ⎥⎦ 24 EI

2. Il lavoro di deformazione 103

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Esercizio 9:

+∆T α ⋅ ∆T
dϕ termico = − dx
h
f=?
y1 y2

l l

fig. 2.61
1

fig. 2.61

1 1

2
fig. 2.61

-L

M (11) = − x
x1 x2
M (12 ) = −1( x + l ) + 2 x = x − l
fig. 2.61

⎛ α ⋅ ∆T ⎞ ⎛ α ⋅ ∆T ⎞
l l
1⋅ f = ∫ − x ⋅ ⎜ − ⋅ dx ⎟ + ∫ ( x − l ) ⋅ ⎜ − ⋅ dx ⎟
0 ⎝ h ⎠ 0 ⎝ h ⎠
α ⋅ ∆T ⎧⎛ l 2 ⎞ l
⎫ α ⋅ ∆T ⎧ l 2 l2 ⎫
f = ⋅ ⎨⎜⎜ ⎟⎟ + ∫ (l − x )dx ⎬ = ⎨ + l 2
− ⎬
h ⎩⎝ 2 ⎠ 0 ⎭ h ⎩2 2⎭
α ⋅ ∆T
f = ⋅l2
h

2. Il lavoro di deformazione 104

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Esercizio 10:
s=?
P

l l
fig. 2.61

Pl
Carico reale
P
Pl
4 x

x
Pl
P
x
1

2P
fig. 2.61 fig. 2.61

M (P1) = − Px
Pl
M (P2 ) = 0
Pl
M (P3) = Pl
verifica
M (P4 ) = − Px
nodo
fig. 2.61

2. Il lavoro di deformazione 105

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Carico fittizio
1

1·L

2·L
1
2·L

fig. 2.61 fig. 2.61


M P dx
1 ⋅ s = ∫ M 1 dϕ = ∫ M 1
str str
EI
1 P
M M contribuiscono solo le
aste che hanno entrambi i valori
≠ 0.
Quindi, qui, solo la (3):
M (13 ) = (l − x )

( )
l
Plx 2
s = ∫ (l − x ) ⋅ Pl ⋅
dx l dx 1
EI ∫0
= Pl − Plx ⋅
2
= Pl x −
2

0
EI 2 0
EI
3
Pl
s=
2 EI

2. Il lavoro di deformazione 106

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Esercizio 11:
u=?

P f=?

l l

1 1 n
Pf = ∑ i N i dni
fig. 2.61
Le =
2 2 1
1 1
2 P 2 P Nl
dni = i i
E ⋅ Ai
1 n 1 n N i li
P
∑ i N i dni = 2 ∑1 i E ⋅ A
2 1 i
fig. 2.61
Ipotesi: Ai = A ∀i

-21 P Equilibrio al nodo:


⎛P ⎞ 1
N + 2⎜ 2⎟ =P
+2 1
Pv 1 Pv
2 ⎝2 ⎠ 2
2
N+P=P⇒N =0
+2

Quindi:
fig. 2.61
1
Pf =
2
1
P
1 ⎧⎪ ⎛ P ⎞ ⎞ l 2 ⎫⎪
2 2 2
l ⎛P
= ⎨2 ⋅ ⎜ − ⎟ ⋅ + 2⎜ 2⎟ ⋅ ⎬
1
2 ⎪⎩ ⎝ 2 ⎠ EA ⎝2 ⎠ EA ⎪⎭
P
+2
1

2
Pv

⎧ P2 l P2 2 l 2 ⎫
2

Pf = ⎨2 ⋅ ⋅ + 2⋅ ⋅ ⎬
fig. 2.61 ⎩ 4 EA 4 EA ⎭
Pl ⎧ 1 ⎫
N f = ⎨ + 2⎬
EA ⎩ 2 ⎭
2
+2
1

dove
2 P
Pv

+1
2

1
+ 2 ≅ 0,5 + 0,7 = 1,2
2
P
fig. 2.61

2. Il lavoro di deformazione 107

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Applicazione del metodo del lavoro di deformazione al calcolo di


strutture iperstatiche (Esercizio 12):

f
B
fig. 2.61
l l

Calcolo lo spostamento in
corrispondenza di Z e lo impongo
Z
fig. 2.61- a = 0.

a)
Calcolo separatamente lo
spostamento dovuto al carico
f p=? distribuito e quello dovuto alla
y forza concentrata Z e li eguaglio
fig. 2.61- b (congruenza, come nel metodo
della linea elastica).
b)

f z=?

fig. 2.61- c Z

a) calcolo l’abbassamento fp attraverso il lavoro indiretto di una forza


unitaria in B.

Carico reale

pl
-2pl²
B
2pl

fig. 2.61
px 2
2pl²
M (1p) = −2 pl 2 + 2 plx −
2
-1
2pl² px 2
M p
(2 ) =−
x1 x2
2
1 2

fig. 2.61

2. Il lavoro di deformazione 108

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Carico fittizio
1
-L

fig. 2.61
M (11) = −l + x
-L
M (12 ) = 0
1 2
fig. 2.61
l
⎛ px 2 ⎞ dx
1 ⋅ f p = ∫ (x − l )⎜⎜ − 2 pl 2 + 2 plx − ⎟⎟ =
0 ⎝ 2 ⎠ EI
l
⎛ px 3 plx 2 ⎞
= ∫ ⎜⎜ − 2 pl 2 x + 2 plx 2 − + 2 pl 3 − 2 pl 2 x + ⎟dx
0⎝
2 EI ⎟⎠
pl 4 ⎛ 2 2 1 2 1 ⎞ 16 − 3 + 4 pl 4
fp = ⎜ − + − + 2 − + ⎟=
EI ⎝ 2 3 8 2 6⎠ 24 EI
17 pl 4
fp =
24 EI

b) calcolo fZ come lavoro diretto


l
Z ⋅ f Z = ∫ {Z (l − x )}
1 1 2 dx
f z=?
2 20 EI
Z

( ) EI
Z l
dx
Zl f Z = Z ∫ l 2 − 2lx + x 2 =
0
Z
Zl ⎛ 2 1 ⎞
3
= ⋅ ⎜1 − + ⎟ =
EI ⎝ 2 3 ⎠
1 2 Zl 3
Zl-Zx
fig. 2.61
3EI
(come già sapevamo)
4 3
17 pl Zl
− = 0 (c’è un carrello) da cui Z.
24 EI 3EI
17 Z 17
pl = Z= pl
24 3 8

2. Il lavoro di deformazione 109

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Esercizio 13: struttura iperstatica

Scelgo un’incognita
iperstatica:
p

l
u Z
fig. 2.61
Devo imporre la congruenza: fig. 2.61
u = u p + uZ = 0
Devo quindi risolvere due problemi:
1) calcolare lo spostamento up dovuto al carico distribuito
2) calcolare lo spostamento uZ dovuto alla reazione iperstatica

1) Calcolo di up:
pl pl
x
Mp

1 1
2 pl 2 pl
pl px 2
fig. 2.61 Mp = x−
2 2

x 2

1 3

x x
1 1 1

fig. 2.61

2. Il lavoro di deformazione 110

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M (1) = 1 ⋅ l
M ( 2) = −1 ⋅ l
M ( 3) = 1 ⋅ x
1 ⎛ pl p 2⎞
l l

⎜ x − x ⎟(− 1 ⋅ l )dx
Mp
Lind
e = 1 ⋅ u p = Lind
i = ∫ M1 dx = ∫
0
EI EI 0 ⎝ 2 2 ⎠
− pl − pl x 2 x 3
( ) pl 4 ⎛ 1 1 ⎞
l
pl 4
2 EI ∫o
up = ⋅ lx − x dx =
2
l − =− ⎜ − ⎟=−
2 EI 2 3 2 EI ⎝ 2 3 ⎠ 12 EI

2) Calcolo di uZ

MZ è già stato calcolato!


M Z = Z ⋅ M1
Z

M1 è già noto!

fig. 2.61
(Z ⋅ M 1 ) dx =
∫ (M )
z
= 1 ⋅ u Z = Lind = ∫ M1
2
Lind
e i 1 dx
str
EI EI str

⎡ l l

⎢2 ⋅ ∫ (1 ⋅ x ) dx + ∫ (− 1 ⋅ l ) dx ⎥ =
Z
uZ =
2 2

EI ⎣ 0 0 ⎦
Z ⎡ l3 ⎤ Zl 3 ⎛ 2 ⎞ 5 Zl 3
= ⎢ 2 ⋅ + l 2
⋅ l ⎥= ⎜ + 1⎟ =
EI ⎣ 3 ⎦ EI ⎝ 3 ⎠ 3 EI
Si può quindi scrivere l’equazione di congruenza:
pl 4 5 l 3
u p + uZ = 0 ⇒ − + Z =0
12 EI 3 EI
Da cui si ricava il valore dell’incognita Z:
pl 4 3 EI 1
Z= ⋅ 3
= pl
12 EI 5 l 20

2. Il lavoro di deformazione 111

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Esercizio 14: struttura iperstatica

P f
P

Struttura reale:

2
Pl Px
Mp =-
2

x x

2
Pl
Mp =-
2

2
Pl
+

Pl

Struttura di servizio:

2. Il lavoro di deformazione 112

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M= - x

1 x x

Mp = -l

Calcolo di fp:
1 ⎡ ⎛ pl 2 ⎞ ⎛ px 2 ⎞ ⎤
l l
Mp
f p = ∫ M1 ( ) ( )
EI ⎣ ∫0 ∫0 ⎜⎜⎝ − 2 ⎟⎟⎠dx ⎥ =
dx = ⎢ − 1 ⎜ −
⎜ 2 ⎟ ⎟ dx + − x
str
EI ⎝ ⎠ ⎦
1 ⎡ ⎛ pl 3 ⎞ px 3 ⎤ 1 ⎡ pl 3 px 3 ⎤
l l l l
= ⎢∫ ⎜⎜ ⎟ dx + ∫0 2 dx ⎥ = ⎢ ∫ ∫0 2 dx⎥⎦ =
dx +
EI ⎣ 0 ⎝ 2 ⎟⎠ ⎦ EI ⎣ 2 0

1 ⎡ pl 3 p x 4 ⎤ 1 ⎛ pl 4 pl 4 ⎞ 5 pl 4
⎢ x + ⋅ ⎥= ⎜⎜ + ⎟⎟ = (verso il basso)
EI ⎣ 2 2 4 ⎦ EI ⎝ 2 8 ⎠ 8 EI

Calcolo di fz:
il momento Mz è pari ad M 1 ⋅ Z , ed il momento M1, già calcolato in
precedenza, è pari ad l nell’asta verticale, ad x in quella orizzontale.
1 ⎡ ⎤
l l
Mz
f z = ∫ M1 dx = ⎢ ∫ l (Zl )dx + ∫ x(Zx )dx ⎥ =
str
EI EI ⎣ 0 0 ⎦

1 ⎡
l l
⎤ 1 ⎡ 2 x 3 ⎤ 1 ⎛ 3 Zl 3 ⎞ 4 Zl 3
= ⎢∫ + ∫ Zx 2 dx ⎥ = ⎢ Zl x + Z ⎥= ⎜ Zl + ⎟=
2
Zl dx (verso l ' alto)
EI ⎣ 0 0 ⎦ EI ⎣ 3 ⎦ EI ⎜⎝ 3 ⎟⎠ 3 EI
Imposizione della congruenza:
4 Zl 3 5 pl 4
− + =0
fz+fp = 0 3 EI 8 EI
15
Z= pl verso l ' alto
32

2. Il lavoro di deformazione 113

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GEOMETRIA DELLE AREE


3.

Data una generica sezione, ne possiamo definire alcune proprietà


geometriche fondamentali :

-AREA: è la somma delle parti infinitesime dA in cui scompongo la


sezione.
A = ∫ dA
A

-MOMENTO STATICO: prodotto dell’area per la distanza del suo


baricentro dall’asse di riferimento (utile per calcolare il baricentro della
sezione).
S x = ∫ y ⋅ dA = y ⋅ A
A

y
y

A h
y x

y
G
x
b

4 Calcolo delle sezioni 114

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-MOMENTO D’INERZIA: elevo questa distanza y al quadrato.


I x = ∫ y 2 dA
A
Nella sezione rettangolare i momenti d’inerzia rispetto agli assi x e y sono

bh = (bh )h 2
1 3 1
Ix =
pari a
12 12
I y = hb 3 = (bh )b 2
1 1
12 12
1
Più significativo nella seconda forma, dove è un coefficiente numerico
12
che tiene conto della forma della sezione, (bh ) esprime l’area della sezione
rettangolare e h 2 o b 2 è l’estensione della sezione trasversalmente all’asse
considerato.
2
⎛h⎞
Il rapporto fra I x e I y è proporzionale al rapporto ⎜ ⎟ . I x è il massimo
⎝b⎠
momento d’inerzia della sezione rispetto a tutti quelli calcolati rispetto ad un
asse che passa per il baricentro, mentre I y è il minimo: x e y sono gli assi
principali d’inerzia della sezione.

-MOMENTO CENTRIFUGO: prodotto dell’area per entrambe le


coordinate del suo baricentro rispetto ad un sistema di riferimento dato.
I xy = ∫ xy ⋅ dA
A
Se calcolato rispetto ad un sistema di assi in cui almeno uno dei due è anche
asse di simmetria, il momento centrifugo si annulla (per ogni contributo
delle aree dA con coordinate positive ce n’è uno uguale in modulo e opposto
in segno dato dalle aree dA di coordinate negative).
Contrariamente al momento d’inerzia, che ha segno sempre positivo, il
momento centrifugo può avere segno positivo o negativo.

4 Calcolo delle sezioni 115

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3.1 Massimo / minimo momento d’inerzia. Assi principali


d’inerzia

Data una sezione e una coppia di assi di riferimento baricentrici, qual è


l’angolo per cui ruotare tali assi per ottenere gli assi principali d’inerzia?

Calcolo i momenti y x
del secondo ordine
( Ix0 , Iy 0 e Ix0 y 0 ) rispetto
y
dA
agli assi x0 e y 0
α x

Ruotando gli assi di un angolo α ,


voglio procurarmi le espressioni Ix ,
Iy e Ixy basate su .

⎧ x = x 0 cos α + y 0 sin α
(x0 e y0) ⎨
⎩ y = − x 0 sin α + y 0 cos α
Ix = ∫ y 2 dA = ∫ (− x0 sin α + y 0 cos α ) dA =
2

A A

(
= ∫ x sin α − 2 x0 y 0 sin α cos α + y 02 cos 2 α dA
2
0
2
)
A


⎢ Ix = sin 2 α ⋅ Iy 0 − 2 sin α cos α ⋅ Ix0 y 0 + cos 2 α ⋅ Ix0

Quindi ⎢ Iy = cos 2 α ⋅ Iy 0 + 2 sin α cos α ⋅ Ix0 y 0 + sin 2 α ⋅ Ix0

⎢ Ixy = sin 2α (Ix0 − Iy 0 ) + cos 2α ⋅ Ix0 y 0
1
⎣ 2

Queste formule mi consentono di risolvere i seguenti problemi: trovare


l’angolo α per cui è nullo I xy e gli angoli a cui corrispondono il massimo e
il minimo momento d’inerzia. Le condizioni da imporre sono (annullando le
derivate delle funzioni, mi trovo in un massimo o in un minimo):
dIy dIx
=0 =0 Ixy = 0
dα dα
Si può facilmente scoprire che esiste un unico angolo per il quale uno dei
due momenti d’inerzia è massimo, l’altro è minimo, e il momento centrifugo

4 Calcolo delle sezioni 116

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si annulla: questo è l’angolo che individua gli assi principali d’inerzia della
sezione. Risolviamo allora una sola delle tre condizioni da verificare, la più
semplice:
Ixy = 0

sin 2α (Ix0 − Iy 0 ) + cos 2α ⋅ Ix0 y 0 = 0


1
2
sin 2α 2 Ix0 y 0
=−
cos 2α Ix0 − Iy 0
2 Ix0 y 0
tg 2α = −
Ix0 − Iy 0

1 ⎛ 2 Ix y ⎞
α = artg ⎜⎜ − 0 0
⎟⎟
2 ⎝ Ix 0 − Iy 0 ⎠

Questo è il valore dell’angolo di cui devo ruotare gli assi di riferimento per
ottenere gli assi principali d’inerzia.
Quanto valgono allora il momento d’inerzia massimo e minimo?
I MAX
2
Ix + Iy 0 ⎛ Ix − Iy 0 ⎞
= 0 ± ⎜ 0 ⎟ + (Ix0 y 0 )
2

2 ⎝ 2 ⎠
I MIN

4 Calcolo delle sezioni 117

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4. LA FLESSIONE

Prendiamo in considerazione il concio di spessore infinitesimo (dx) soggetto


al momento flettente M . Si assume che per effetto di M, risulti sottoposto a
deformazioni ε , in modo che le sue facce ruotino rimanendo piane; la
distribuzione degli sforzi σ è allora lineare e proporzionale alla distanza
M
dall’asse neutro. Quindi ε = ky e σ = y
I

dx

Si ha flessione retta quando l’asse di sollecitazione coincide con un asse


principale di inerzia e l’asse neutro, ad esso perpendicolare, coincide con il
secondo asse principale di inerzia. Il momento centrifugo risulterà : I sn = 0

4 Calcolo delle sezioni 118

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Quando invece l’asse di sollecitazione non coincide con uno dei due assi
principali di inerzia, si parla di flessione deviata. In questo caso è possibile
scomporre il momento M nella somma di due momenti M x e M y (rispetto
agli assi principali di inerzia).
y

M
My
x

Mx

Ognuno dei due problemi di flessione retta contribuisce a σ :


Mx My
σ= y− x
Ix Iy
Problema della convenzione di segno: i due contributi al valore di non
sono nell’esempio precedente contemporaneamente positivi; infatti

y y
Mx
TRAZIONE
y
Ix
x x
Mx Mx
COMPRESSIONE

in corrispondenza di valori positivi di y il momento M x produce sforzi di


trazione (quindi positivi).

y y My
x
TRAZIONE COMPRESSIONE
Iy
My My
x x

4 Calcolo delle sezioni 119

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in corrispondenza di valori positivi di x il momento M y produce sforzi di


compressione (quindi negativi).
4.1 Esercizi

Esercizio 1: Data la seguente sezione e il momento M=15.000 N/cm trovare


gli sforzi massimo e minimo.

y0≡y

21 M

G α=45° x

2 x0

10,5

10,5/3
10,5

21 21

- Si scelgono gli assi di riferimento x0 e y0 rispetto a cui calcolare la


posizione del baricentro (rapporto tra l’area della sezione per la distanza del
suo baricentro dall’asse di riferimento e l’area stessa. In questo caso opero
per differenza di aree: quella del quadrato meno quella del triangolo).

2
⎛ 42 ⎞ ⎛ 21 ⋅ 10,5 ⎞ ⎛ 10,5 ⎞
⎜ ⎟ ⋅0 −⎜ ⎟ ⋅ ⎜ − 10,5 − ⎟
⎝ 2⎠ ⎝ 2 ⎠ ⎝ 3 ⎠
y 0G = 2
= 2 cm
⎛ 42 ⎞ ⎛ 21 ⋅ 10,5 ⎞
⎜ ⎟ −⎜ ⎟
⎝ 2⎠ ⎝ 2 ⎠

- Calcolo dei momenti d’inerzia della sezione rispetto agli assi x e y passanti
per il baricentro (opero ancora per differenza).
l4
Per la sezione quadrata il momento d’inerzia è pari a rispetto a qualsiasi
12
asse baricentrico, quindi:

4 Calcolo delle sezioni 120

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4
1 ⎛ 42 ⎞ ⎛ 42 ⎞
2
⎡1 ⎛ 21 ⋅10,5 ⎞⎛ 10,5 ⎞ ⎤
2

Ix = ⎜⎜ ⎟⎟ + ⎜⎜ ⎟⎟ ⋅ 2 2 − ⎢ ⋅ 21 ⋅ (10,5) + ⎜ − − − ⎟ ⎥=
3
⎟⎜ 10,5 2
12 ⎝ 2 ⎠ ⎝ 2 ⎠ ⎢⎣ 36 ⎝ 2 ⎠⎝ 3 ⎠ ⎥⎦

= 39.455 cm 4

4
1 ⎛ 42 ⎞ ⎡ 1 ⎤
I y = ⎜⎜ ⎟⎟ + 0 − ⎢2 ⋅ ⋅10,5 4 ⎥ = 62.801 cm 4
12 ⎝ 2 ⎠ ⎣ 12 ⎦

A
n

σmax
n

σmin

Calcolo degli sforzi

Mx My M/ 2 M/ 2
σ= y− x= y− x
Ix Iy 39.455 62.801

Calcolo lo sforzo nei punti significativi:


asse neutro ( σ = 0 )
39.455
y= x = 0,628 x
62.801

- Trovato l’asse neutro lo traslo fino a toccare i punti estremi della sezione
che sono i punti in cui le hanno valore massimo e minimo.

4 Calcolo delle sezioni 121

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σ MAX = σ A Mx My
y± x
σ MIN = σ B Ix Iy

σA =
15.000 / 2
(21 − 2) = 5,12 N / cm 2
39.455

σB =
15.000 / 2
(− 10,5 − 2) − 15.000 / 2 10,5 = −5,12 N / cm 2
39.455 62.801

Esercizio 2: Data la seguente sezione e il momento M trovare gli sforzi


massimo e minimo.

Primo metodo
x0≡x
y0
y

12

G M
10 12

10

12 12 2v2

- Si scelgono gli assi di riferimento x0 e y0 per calcolare la posizione del


baricentro. Si noti che l’asse x0 è asse di simmetria, quindi un asse principale
d’inerzia.
x 0G =
( )
24 2 ⋅ 0 − 12 2 ⋅ 6 2
= −2 2 cm
24 2 − 12 2

- Calcolo dei momenti d’inerzia della sezione rispetto agli assi x e y passanti
per il baricentro (opero ancora per differenza).
l4
Per la sezione quadrata il momento d’inerzia è pari a , quindi
12

4 Calcolo delle sezioni 122

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Iy =
24 4
( )2
+ 24 2 2 2 − ⎢
⎡12 4 2⎤
+ 12 2 8 2 ⎥ = 12.096 cm4 ( )
12 ⎣ 12 ⎦
24 4
⎡12 ⎤
4
Ix = −⎢ ⎥ = 25.920 cm
4

12 ⎣ 12 ⎦

6+2 6
x
y A

yA
xA

n
Mx
n
M
My fig. 2.27

- Calcolo degli sforzi :


Mx My
σ= y− x=
Ix Iy
M/ 2 −M / 2
= y− x
25.920 12.096

Calcolo lo sforzo nei punti significativi:


asse neutro ( σ = 0 )
25.920
y=− x = −2,14 x
12.096
- Trovato l’asse neutro lo traslo fino a toccare i punti estremi della sezione,
che sono i punti in cui le hanno valore massimo e minimo.
σ MAX = σ A Mx My
y− x
σ MIN = σ B Ix Iy

σA =
M/ 2
25.920
6 2 + ( )
M/ 2
12.096
8 2 ( )
σB =
M/ 2
25.920
(0) + M / 2 − 10 2
12.096
( )

4 Calcolo delle sezioni 123

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Secondo metodo

y0

12

2 x0

G M
10

10 2 12

- Si considerino gli assi di riferimento x0 e y0 paralleli alle facce della figura,


in modo tale che non siano assi di simmetria.
Una volta calcolato il baricentro della sezione troviamo gli assi principali
d’inerzia.

- Calcolo dei momenti d’inerzia:


24 4 ⎡12 4 ⎤
I x0 = + 24 ⋅ 2 − ⎢
2 2
+ 12 2 ⋅ 8 2 ⎥ =
12 ⎣ 12 ⎦

= 19.008 cm 4

I y 0 = I x0
- Calcolo del momento centrifugo per differenza:
I x y = 24 2 (+ 2)(+ 2) − 12 2 (+ 8)(+ 8) = 6.912 cm
2
0 0

-
Trovo ora l’angolo , cioè di quanto devo ruotare gli assi x0 e y0 per
giungere agli assi principali di inerzia.
⎛ − 2 ⋅ I x0 y 0 ⎞ 1
1
α = artg ⎜ ⎟ = artg ⎛⎜ − 2 ⋅ 6.912 ⎞
⎟ = 45°
⎜ ⎟
2 ⎝ I x0 − I y 0 ⎠ 2 ⎝ 19.008 − 19.008 ⎠

4 Calcolo delle sezioni 124

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- Trovo i momenti d’inerzia rispetto agli assi principali d’inerzia, cioè:


I x0 + I y 0 ⎛ I x − I y0
2

I MAX e I MIN = ± ⎜⎜ 0 ⎟ (
⎟ + I x0 y 0 )
2

2 ⎝ 2 ⎠

19.008 + 6.912 = 25.920 cm 4 → I x

19.008 − 6.912 = 12.096 cm 4 → I y

- Calcolo gli sforzi massimo e minimo come svolto col primo metodo.

y0
x
y

α
x0

fig. 2.27

Esercizio 3: Data la seguente sezione triangolare e il momento M trovare


gli sforzi massimo e minimo.

y x

16

G M
8

8 16

4 Calcolo delle sezioni 125

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- Calcolo dei momenti d’inerzia della sezione rispetto agli assi x e y passanti
dal baricentro (l’asse x è un asse di simmetria. quindi un asse principale
d’inerzia).
1
Ix = hb 3
48
1
I y = bh 3
36

Ix =
1 ⎛ 24 ⎞
⎜ ⎟ ⋅ 24 2
48 ⎝ 2 ⎠
( )
3
= 13.824 cm 4

( )
3
1 ⎛ 24 ⎞
Iy = 24 2 ⋅ ⎜ ⎟ = 4.608 cm 4
36 ⎝ 2⎠
x

h
y

- Calcolo degli sforzi :


M My M/ 2 M / 2 Calcolo
σ = x y− x= y+ x lo sforzo nei punti
Ix Iy 13.824 4.608
significativi:
asse neutro ( σ = 0 )
13.824
y=− x = −3x
A
4.608
y
x

fig. 2.27
n

Mx

M
My
σmax
n
B

σmin

4 Calcolo delle sezioni 126

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- Trovato l’asse neutro lo traslo fino a toccare i punti estremi della sezione,
che sono i punti in cui le hanno valore massimo e minimo.
σ MAX = σ A Mx My
y− x
σ MIN = σ B Ix Iy

σA =
M/ 2
13.824
12 2 +( M/ 2
)
4.608
4 2 ( )
σB =
M/ 2
13.824
(0) − M / 2 8 2
4.608
( )

4 Calcolo delle sezioni 127

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4.2 L’azione assiale eccentrica

E’ il caso delle aste soggette ad una forza diretta parallelamente alla linea
d’asse ma non passante per il baricentro della sezione. Eccentricità è il
termine impiegato per indicare la distanza della forza dal baricentro. Per
risolvere il problema degli sforzi si trasporta l’azione assiale eccentrica (N)
dal punto C al baricentro G, mettendo in conto il momento di trasporto pari a
N e.
Il problema dell’azione assiale eccentrica si riduce allora alla combinazione
dei problemi dell’azione assiale “centrata” (passante per G) e della flessione.
N M
σ= + y
A In
M=Ne
y N
s
C
e
e G C

G x

fig. 2.27 fig. 2.27

Dove M è da scomporre in M x e
My.
C
Quindi
M x = N ⋅ e ⋅ cos α = N (e ⋅ cos α ) = N ⋅ e y
Mx
My
M

fig. 2.27 M y = − N ⋅ e ⋅ senα = − N ⋅ ex


N Mx M N N ⋅ ey − N ⋅ ex ⎛ 1 e y e x⎞
σ= + y− y x= + y− x = N⎜ + y + x ⎟
A Ix Iy A Ix Iy ⎜A I I y ⎟⎠
⎝ x

I
Sapendo che il raggio di inerzia è definito come ρ n2 = n l’equazione risulta
A
N ⎛ e y e x⎞
σ = ⎜⎜1 + y 2 + x 2 ⎟⎟
A⎝ ρx ρ y ⎠

4. Calcolo delle sezioni 128

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4.3 Esercizi

Esercizio 1
N = −4,8KN
y
σ MAX ;σ MIN = ?
35
C N ⎛⎜ ey y ex x ⎞⎟
e ey
σ= 1+ 2 + 2
A ⎜⎝ ρ x ρ y ⎟⎠
20 ex x

Trovo i momenti di inerzia, l’area


e l’eccentricità
1
fig. 2.27 Ix = 80 ⋅ 1203 = 11520000 cm 4
12
ex = −40 cm
1
I y = 120 ⋅ 803 = 5120000 cm 4
e y = 25 cm 12
A = 9600 cm 2

Calcolo i raggi di inerzia:


Ix
ρ x2 = = 1200 cm 2
n A
y
A I
ρ y2 = y = 533,33 cm2
A
− 4,8 ⎛ 25 40 ⎞
x σ= ⎜1 + y− x⎟
9600 ⎝ 1200 533,33 ⎠
s
B Trovo l’asse neutro, quindi
σmin σmax σ =0
σG ⎛ 0,02 0,075 ⎞ 4,8 KN
⎜1 + y− x⎟ =0
⎝ cm cm ⎠ 9600 cm 2
fig. 2.27 − 1 0,075
y= + x
0,02 0,02
y = −49,9 + 3,75 x

L’asse di sollecitazione della sezione passa per il punto C e per il baricentro,


quindi non è perpendicolare all’asse neutro( non è flessione retta).

4. Calcolo delle sezioni 129

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Trovo σ MAX e σ MIN traslando l’asse neutro parallelo a se stesso: trovo i


punti A e B. Dato che sul punto C agisce una forza di compressione
( N = −4,8KN ) , il punto A corrisponderà a σ MIN .
− 4,8KN ⎛ 25 40 ⎞
σ MIN = σ A = ⎜1 + y− x⎟ =
9600 ⎝ 1200 533,33 ⎠
− 4800 N ⎛ 25 ⋅ 60 40 ⋅ (− 40) ⎞
= ⎜1 + − ⎟=
9600 ⎝ 1200 533,33 ⎠
= −0,5(1 + 1,25 + 3) = −2,62 N cm 2
⎛ 25 ⋅ (− 60) 40 ⋅ 40 ⎞
σ MAX = σ B = −0,5⎜1 + − ⎟ = −0,5(1 − 1,25 − 3) = 1,62 N cm 2
⎝ 1200 533,33 ⎠

Esercizio 2
y In C è presente una forza assiale
eccentrica, trovare σ MAX e σ MIN .
y'
3 x' Gli assi x e y sono assi di
C simmetria della sezione, quindi
assi principali di inerzia; rispetto
3 a questi l’eccentricità risulta:
G x
ex = 1,5cm e e y = 1,5cm
3
Anche gli assi x' e y ' sono assi
di simmetria della sezione e assi
3 3 3 principali di inerzia; rispetto a
questi l’eccentricità risulta:
fig. 2.27 3
ex ' = cm e ey ' = 0
2
quindi conviene usare questi assi
di riferimento.

Trovo l’area , i momenti di inerzia e i raggi di inerzia della sezione:

4. Calcolo delle sezioni 130

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σmax
2
A ⎛ 9 ⎞
y'
x' A=⎜ ⎟ − 9 = 31,5 cm 2
σG
⎝ 2⎠
C 4
1⎛ 9 ⎞
⎟ − (3) = 133,06cm 4
σmin 1
Ix = ⎜
4

B 12 ⎝ 2 ⎠ 12
I I y 133,06
ρ x2 = ρ y2 = x = = = 4,22cm 2
A A 31,5
N ⎛ e x⎞ N ⎛ 3 2 ⎞
σ = ⎜⎜1 + x '2 ⎟⎟ = ⎜⎜1 + x⎟
A⎝ ρy ⎠ A ⎝ 4,22 ⎟⎠
fig. 2.27

Trovo l’asse neutro:

N
(1 + 0,5 x ) = 0 → x = − 1 = −2
A 0,5
N⎛ 4,5 ⎞ N
σ MAX = σ A = ⎜1 + 0,5 ⋅ ⎟ = 2,6 N cm 2
A⎝ 2⎠ A
N⎛ ⎛ 4,5 ⎞ ⎞ N
σ MIN = σ B = ⎜⎜1 + 0,5 ⋅ ⎜ − ⎟ ⎟⎟ = −0,62 N cm 2
A⎝ ⎝ 2 ⎠⎠ A

4. Calcolo delle sezioni 131

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4.3 Il taglio

A causa dell’azione tagliante sono presenti, all’interno del concio, sforzi


tangenziali, della cui esistenza si può dar ragione con considerazioni generali
legate all’equilibrio del concio in presenza di taglio e momento flettente. Si
giunge ad una soluzione approssimata per gli sforzi dovuti al taglio (formula
di Jouraski).

L’equilibrio delle azioni interne sul concio di trave:

M M+dM

T T

dx

dM = T ⋅ dx (dM è l’incremento del momento)

In termini di sforzi:
σ σ

Isolando la parte superiore del concio, considero un piano orizzontale che


divide il concio in due parti. Ricavo due distribuzioni di sforzi di forma
trapezia che danno luogo a due risultanti diverse sulla faccia di destra e su
quella di sinistra.

R R+dR

4. Calcolo delle sezioni 132

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dR = dS
dS = τ (b ⋅ dx )

Nel piano della sezione rettangolare:

M⋅y M M *
R = ∫ σ ⋅ dA = ∫ dA = ∫ y ⋅dA = S
In In A* In
A* A*

dove S * = momento statico dell’area A* rispetto all’asse neutro.


S * = A* y *
s A*

y*
n n

S* S* S*
R + dR = (M + dM ) → dR = dM = T ⋅ dx
I I I

La parte superiore del concio, presa in considerazione non è in equilibrio: c’è


bisogno della forza di scorrimento ds per equilibrare la forza dR. L’unica
faccia su cui può giacere dS è quella segnata in figura

dS = τ (dx ⋅ b)

dS
Poichè
R R+dR
S*
dR = dS → Tdx = τ ⋅ b ⋅ dx
In
S* S*
T =τ ⋅b →τ = T
In In

dx

4. Calcolo delle sezioni 133

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Sezione rettangolare:

s
A* = b ⋅ x
x
y*
⎛h x⎞ b
(
S * = b ⋅ x⎜ − ⎟ = hx − x 2 )
h
⎝2 2⎠ 2

hx − x 2
s
τ =T
b 2I

⎧ T
⎪x = 0 → τ = 0

→ ⎨x = h → τ = 0
⎪ h 3T τ MAX
⎪ x = → τ MAX =
⎩ 2 2A

4. Calcolo delle sezioni 134

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Profili sottili - esercizi

Esercizio 1:
T = 20 KN = 20 ⋅ 10 3 N
120 τ =?
T
10

11
80

TS *
τ=
bI n

-Baricentro
xG = 60mm
(100 ⋅ 10)50 + (120 ⋅ 10)105
yG = = 80mm
(100 ⋅ 10) + (120 ⋅ 10)
-Momento di inerzia
1 1
I n = 10 ⋅ 100 3 + (100 ⋅ 10)30 2 + 120 ⋅ 10 3 + (120 ⋅ 10)25 2 = 2493333mm 4
12 12

- τ ala
prendo in considerazione una parte dell’ala della sezione di lunghezza ξ

25 0 0
ξ
80

60

4. Calcolo delle sezioni 135

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S * = area della parte scelta per distanza tra i due baricentri

S * = (10 ⋅ ξ )25 = 250ξ

20 ⋅ 10 3 ⋅ 250ξ
τ= = 0,2ξ →
10 ⋅ 2493333
perξ = 0 → τ = 0

N
nel baricentro → perξ = 60mm → τ = 12
mm 4
τ = 12MPa

- τ anima
prendo anche in questo caso in considerazione una parte dell’anima della
sezione di lunghezza ξ

25 ξ/2
ξ
80

S * =area per la distanza dai baricentri più contributo dell’ala


ξ
S * = (10 ⋅ ξ )(25 − ) + (120 ⋅ 10)25
2
20 ⋅ 10 (250ξ − 5ξ 2 + 30000)
3
τ=
10 ⋅ 2493333
per ξ = 0 → τ = 24MPa
nel baricentro ξ = 25mm → τ MAX
τ = 26,56MPa

4. Calcolo delle sezioni 136

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24MPa

26.56MPa

Esercizio 2: profilo a doppio T.

Mm
T
10

n n 120

60

10

120

T= 20 KN = 20 ⋅ 103 N
=?

- Calcolo del baricentro:


poiché la sezione è doppiamente simmetrica, le coordinate del baricentro
sono note anche senza calcolarle; xG = yG = 60mm .

4. Calcolo delle sezioni 137

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- Calcolo del momento d’inerzia della sezione rispetto all’asse neutro


( I n ):
⎛1 ⎞
( 1
I n = 2⎜ ⋅120 ⋅10 3 ⎟ + 2 10 ⋅120 ⋅ 55 2 + ⋅10 ⋅100 3 = )
⎝ 12 ⎠ 12
20000 + 7260000 + 833333.33 = 8113333.3mm 4

- Sforzi tangenziali nell’ala ( ala):

prendo in considerazione una parte di ala di lunghezza .

60

10

5
T ⋅ S*
τ=
b ⋅ In

x2
T = 20 ⋅ 103 N
S * = (10ξ ⋅ 55)mm3
x1

b = 10mm
I n = 8113333.3mm 4

20 ⋅ 103 (10ξ ⋅ 55) N


Quindi τ ala = = 0.13ξ = 0.13ξMPa
10 ⋅ 81133333 mm 2
Nel baricentro dell’ala, quindi con =60 mm, τ = 7.8MPa

4. Calcolo delle sezioni 138

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Nell’ala inferiore si ritroveranno gli stessi valori di quella superiore, ma il


grafico degli sforzi tangenziali avrà segno opposto.

- Sforzi tangenziali nell’anima ( anima):


anche in questo caso prendo in considerazione una parte dell’anima della
sezione di lunghezza .

120

55

T ⋅ S*
τ=
b ⋅ In

T = 20 ⋅10 3 N
⎡ ⎛ ξ⎞ ⎤
S * = ⎢10ξ ⋅ ⎜ 55 − ⎟ + 120 ⋅10 ⋅ 55⎥ mm 3
⎣ ⎝ 2⎠ ⎦
b = 10mm
I n = 8113333.3mm 4

Quindi
⎡ ⎛ ξ⎞ ⎤
20 ⋅ 103 ⎢10ξ ⋅ ⎜ 55 − ⎟ + 120 ⋅ 10 ⋅ 55⎥
τ anima = ⎣ ⎝ 2⎠ 2
[ ]
⎦ = 20000 550ξ − 5ξ + 66000 MPa
10 ⋅ 8113333 81133333

Agli estremi dell’ala, quando =0, lo sforzo di taglio vale: τ = 16.27 MPa
Nel baricentro dell’anima, con =55 mm, il lo sforzo di taglio vale:
τ = 19.9 MPa
Questo valore di è anche il valore massimo degli sforzi tangenziali nella
sezione.

4. Calcolo delle sezioni 139

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Grafico degli sforzi nella sezione a doppio T sollecitata da taglio:

7.8MPa
16.27MPa

19.90MPa

16.27MPa

7.8MPa

Esercizio 3: sezione tubolare quadrata.

H
T
t t

H t
A A A A
2 2

H
B B

Indichiamo solamente il metodo per calcolare il momento statico della


sezione, supponendo di dover trovare il valore di nei punti A e B.

In questo caso S * è dato dalla somma del contributo dato dalla parte
orizzontale del profilo (la sua area moltiplicata per la distanza del suo
baricentro dall’asse neutro), e del doppio contributo dato dalle parti verticali.
⎛ t⎞
Il primo è pari a S1* = (Ht ) ⋅ ⎜ ξ + ⎟ , e varia linearmente;
⎝ 2⎠

4. Calcolo delle sezioni 140

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⎡ H ⎛ ξ ⎞⎤
il secondo è pari a S 2* = 2(ξt )⎢ − ⎜ t + ⎟⎥ , e varia parabolicamente.
⎣ 2 ⎝ 2 ⎠⎦
Il grafico degli sforzi tangenziali risulta quindi:

x2

x1
t max

- I valori massimi di nelle parti orizzontali non sono più quelli


riscontrabili nel baricentro, ma agli estremi;
- Il max è ancora una volta quello calcolato nel baricentro della
sezione;

t max

Riportiamo inoltre lo schema dei flussi all’interno del profilo:

4. Calcolo delle sezioni 141

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4.4 La torsione
Quando il momento che sollecita
un’ asta giace in un piano
perpendicolare alla sezione
trasversale, cioè nel piano di
sollecitazione, si ha un problema
di flessione e si generano sforzi
σ.
M t
Se invece il momento giace sul
piano stesso della sezione
produce torsione e si generano
s
sforzi tangenziali τ .
Il problema della torsione non è
riscontrabile nei problemi delle
strutture piane, ma è presente in
tutto il mondo dell’edilizia
(esempi: una porta, un ponte).
La sezione ideale per resistere alla torsione è quella circolare. Considereremo
quindi il caso della torsione circolare.
Prendiamo in considerazione un
concio di sezione circolare
soggetto a momento torcente M t ;
tenendo ferma una faccia, quella
di sinistra nel nostro caso, e
facendo ruotare l’altra, si ha una
Mt deformazione di questo tipo:
le due sezioni d’estremità ruotano
l’una rispetto all’altra di un
angolo dθ . Anche le rette
disposte sulla superficie laterale
dell’asta (cilindrica)
parallelamente alla linea d’asse
ruotano, suggerendo che un
infinitesimo elemento di forma
r rettangolare disegnato sulla
superficie laterale, subisca una
Mt deformazione caratterizzata da
distorsioni angolari.
Lo stato di sforzo consiste in
dx componenti tangenziali dello
sforzo stesso con direzione

4. Calcolo delle sezioni 142

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tangente al bordo della sezione.


Poiché lo stesso sforzo deve
essere presente nella posizione
dθ diametralmente opposta con
segno invertito, la distribuzione
Mt degli sforzi tangenziali sulla
sezione è lineare con punto di
nullo nel baricentro. Lo sforzo
τ è quindi proporzionale alla
distanza dal baricentro.
τ = k ⋅ r dove r è il raggio di un
generico punto. La costante k
τ viene determinata imponendo che
il momento risultante dalla
r distribuzione di sforzi sia pari al
momento torcente:
∫ r (τ ⋅ dA) = M
A
t → ∫ r ⋅ k ⋅ r ⋅ dA =
A

τ = k ∫ r dA = kI
2
p = Mt
A

I p = inerzia polare della sezione


πR 4
=
2
Lo sforzo in ogni punto della sezione alla distanza r dal baricentro si
esprime quindi come:
Mt
τ= r
Ip
Lo sforzo massimo, presente in ogni punto al contorno, risulta:
Mt MtR Mt
τ MAX = R= =
Ip πR / 2 πR 3 / 2
4

La rotazione d θ risulta quindi pari a:


Mt
dθ = dx dove G è il modulo di elasticità tangenziale.
GI p

La soluzione della torsione circolare si applica anche al caso della torsione


nelle sezioni tubolari circolari, per le quali si ha:

4. Calcolo delle sezioni 143

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Re4 − Ri4
Ip =π dove Re è il
2
Mt raggio esterno e Ri è il raggio
interno.
Ri Per una sezione di forma generica
Re è utile considerare l’analogia
fluido dinamica tra gli sforzi
tangenziali dovuti a M t e la
velocità del fluido che ruota (v).
Analogia cioè tra torsione e un recipiente pieno d’acqua con un’ elica che la
fa girare con movimento circolare. Nella sezione rettangolare, ad esempio,
gli sforzi hanno la legge di variazione sul lato corto e sul lato lungo indicata
nella figura.
Mt a
τ MAX = α 2
, α è un valore che dipende dal rapporto - cioè dal fatto
ab b
che il rettangolo sia più o meno lungo.
La tabella fornisce alcuni valori significativi di α :

a /b α
4,808 → sez.
1
quadrata
1,2 4,566
b
1,5 4,329
2 4,065
τmax
a 2,5 3,876
3 3,745
10 3,205
→∞ 3

Esempi:
sezione quadrata
Mt M
τ MAX = 4,8 3
= 0,6 3t
(2 R ) R
l=2R sezione circolare
Mt M .R 2 M t M
τ MAX = r= t4 = = 0,6369 3t
Ip πR π R3 R
2

4. Calcolo delle sezioni 144

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Osservazioni:
quest’ultimo risultato è leggermente più grande rispetto al primo, infatti la
sezione circolare ha un’area un po’ più piccola di quella del quadrato
[ Acirc = πR 2 ][ Aquadr = (2 R ) 2 = 4 R 4 ] .L’area del quadrato è superiore del
20% rispetto a quella della circolare, mentre lo sforzo diminuisce del 6% nel
passaggio dalla sezione circolare a quella quadrata.
Quindi è conveniente usare la sezione circolare nel resistere alla torsione
perché, come suggerisce l’analogia fluido-dinamica, negli spigoli il fluido
non ruota e quindi le τ sono prossime a Φ .

Esempio:
a /b → ∞ α =3
sezioni rettangolari allungate
anche se ripiegate su se stesse, in
generale sezioni a profilo
SOTTILE i cui spessori possono
essere variabili (aperte).

Mts j
τ MAX
j
=
1 / 3∑ili ⋅ si3
dove li = lunghezza di ogni lato i
della sezione
si = spessore di ogni lato i
li della sezione
si
sj= spessore nel punto
i
interessato al calcolo

sj

4. Calcolo delle sezioni 145

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Formula di Bredt

Nasce per interpretare la distribuzione costante di sforzi in un profilo sottile


chiuso (in un profilo sottile aperto invece il flusso non è costante ma diverso
passando dal lato esterno a quello interno).

Mt Mt

Suppongo di operare una sezione orizzontale su un profilo che presenta


spessori diversi ( s1 e s 2 ) quindi sforzi tangenziali diversi.

L’area della parte di sinistra


risulta = s1 ⋅ dx , quella di destra
τ1 τ2 ax = s 2 ⋅ dx
τ1 τ2
Quindi τ 1 (s1 ⋅ dx ) = risultante
s1
s2
degli sforzi nella parte sinistra e
τ 2 (s2 ⋅ dx ) = risultante degli
sforzi nella parte destra
Per l’equilibrio alla traslazione ho:
τ 1 (s1 ⋅ dx ) = τ 2 (s2 ⋅ dx )
τ 1 ⋅ s1 = τ 2 ⋅ s2
Benché gli sforzi variano da spessore a spessore, il prodotto fra i due rimane
costante: τ ⋅ s = costante.
In una generica sezione a cui è applicato un momento torcente, prendo in
considerazione un elementino

Mt

dA = s ⋅ dl
R F = τ (s ⋅ dl )
M t = ∫ τ (s ⋅ dl ) r
τ
dl
integrale di linea cioè che si
dl
effettua su tutti gli elementini dl.

4. Calcolo delle sezioni 146

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Impongo che il momento risultante dalla distribuzione di sforzi sia pari a


M t = τ ⋅ s ∫ r ⋅ dl = τ ⋅ s ⋅ 2 ⋅ Ω
dove è l’area racchiusa all’interno del “profilo medio della sezione”, cioè
della linea equidistante dal bordo interno e dal bordo esterno della sezione.
Quindi
Mt
τ=
2Ωs

4. Calcolo delle sezioni 147

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Esempi

1. 2. 3.

Mt Mt Mt

30 30 28 30 28
cm cm r cm

Formula di Bredt (non Mt


M ⋅R c’è τ MAX , è costante)
τ MAX = α =
τ MAX = t4 = ab 2
πR 2 Mt
M =3 =
2 Mt Mt τ= t = s2 ⋅ l
= = 2Ωs s = b =1
π 15 3
5301 con
Mt l = a = 2πR
= =
A = π 152 = 707cm 2 (
2 π ⋅ 14,5 2 s ) (sviluppo del
Mt profilo: lunghezza
= della linea media)
1322
Mt
A = π 15 2 − 14 2 = ( ) = 3⋅
1 ⋅ (14,5 ⋅ 2π )
2
=
= 91cm 2 M
= t
30,3

Lo sforzo è L’area non è quasi


aumentato di 4 volte cambiata
rispetto alla sezione dall’esercizio n.2,
dell’esercizio 1. mentre gli sforzi
Mentre l’area è sono 40 volte
diminuita superiori. La
notevolmente (1/8 in sezione
meno). L’efficienza dell’esercizio 2
di questa sezione è rimane quella più
doppia rispetto a efficiente per
quella piena. resistere alla
torsione.

4. Calcolo delle sezioni 148

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In realtà la formula che meglio esprime lo sforzo in una sezione tubolare


circolare è
Mt ⋅ r
τ=
(
π / 2 Re4 − Ri4 )
perché si hanno 2 valori diversi di τ (τ e e τ i ) . La formula di Bredt, dando

come risultato il valore medio, vale nell’ipotesi che lo spessore diversi della
sezione sia piccolo rispetto alle dimensioni della sezione stessa.

τi τe

Ri
Re
s

Esercizio 1: sezione tubolare rettangolare:


s1

τ1
s1 s2 s1 = 3mm
Mt
46 50
s2 = 5mm
G τ2

trovare τ 1 e τ 2
s2
96
100

trovo τ 1 corrispondente allo spessore s1 e separatamente τ 2

Mt Mt Mt
τ1 = = =
2Ωs1 2(46 ⋅ 96 )3 26496
Mt Mt Mt
τ2 = = =
2Ωs2 2(46 ⋅ 96)5 44160

4. Calcolo delle sezioni 149

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Esercizio 2:
τ = 40 N / mm 2 ( τ ammissibile)
Quale è il valore del momento torcente massimo che posso applicare in
queste sezioni?

1. 2. 3.

40 40
64
Mt 6 Mt
40 Mt 40
G 25
6 6
6

Mt
τ MAX = α Mt
ab 2 τ=
τ ⋅ ab 2 40 ⋅ 64 ⋅ 25 2 2Ωs
M t = MAX = Mt = =
α 3,8 M t = τ ⋅ 2Ωs =
τ ⋅ ab 2 = 40 ⋅ 2 ⋅ 6 ⋅ 34 2 =
M t = MAX = = 421.052,6 Nmm
α = 554880 Nmm =
40 ⋅ 40 3 M t MAX
= = = M tMAX
4,8
= 533333,3 Nmm =
= M tMAX

4. Calcolo delle sezioni 150

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Casi di De Saint Venant - Esercizi

Esercizio 1: data la seguente sezione soggetta a taglio e momento flettente,


trovare gli stati di sforzo nei punti A e B: σ A ; σ B ;τ A ;τ B =?

T = 49610 N
M = 545710 N ⋅ mm
T 33

M x

A
13.75

11

11 11 11

1.44 mm

-calcolo del baricentro:


xG = 16,5mm

(33 ⋅ 11)5,5 + 2⎛⎜ 11 ⋅ 33 ⎞⎟22


yG = ⎝ 2 ⎠ = 13,75mm
(33 ⋅ 11) + ⎛⎜ 11 ⋅ 33 ⎞⎟ ⋅ 2
⎝ 2 ⎠
-calcolo del momento di inerzia
2
⎛1 ⎞ ⎛ 1 11 ⋅ 33
I x = ⎜ 33 ⋅ 113 ⎟ + 33 ⋅ 11(13,75 − 5,5) + 2⎜ 11 ⋅ 333 +
2
(22 − 13,75)⎞⎟ =
⎝ 12 ⎠ ⎝ 36 2 ⎠
4
= 75032,85mm
Mx
-calcolo degli sforzi σ nei punti A e B; σ = y
Ix

σA =
545710
(13,75 − 11) = 19,9 ≅ 20 N / mm 2
75032,85

σB =
545710
(− 13,75) = −100 N / mm 2
75032,85
TS *
-calcolo degli sforzi τ nei punti A e B; τ =
bI n

4. Calcolo delle sezioni 151

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nel punto A → S A* = area del triangolo per distanza del suo baricentro
dall’asse neutro.
11 ⋅ 33
S* = ⋅ (22 − 13,75) = 1497,3mm 3 quindi
2
49610 ⋅ 1497,3
τA = = 89,9 ≅ 90 N / mm 2
11 ⋅ 75032,85
nel punto B → S B* = S A* +momento statico del quadrato
S B* = 1497,3 + 112 (− 13.75 + 5.5) = 1497.3 − 998.25 = 449.12mm 3
49610 ⋅ 449.12
τB = = 26.99 ≅ 30 N / mm 2
11 ⋅ 75032.85

Esercizio 2: data la seguente sezione soggetta a momento flettente e


momento torcente,trovare gli stati di sforzo massimo e minimo:
σ MAX ;σ MIN ;τ MAX

y M = 18545 Nmm
m
m
11

A
Mt M t = 16200 Nmm
M

x
m
m
2

Questa sezione è doppiamente simmetrica


(sia rispetto agli assi x e y che rispetto agli
assi x0 ; y 0 ). Scegliamo il sistema per cui la flessione risulta retta.

- la posizione del baricentro la conosciamo.


-calcolo del momento di inerzia per sottrazione di quadrati:
114 7 4
Ix = − = 1020mm 4
12 12
-calcolo degli sforzi σ prodotti da M
M 18545
σ MAX = σ A = y= 5,5 = 100 N / mm 2
Ix 1020

σ MIN = σ B =
M
y=
18545
(− 5,5) = −100 N / mm 2
Ix 1020

4. Calcolo delle sezioni 152

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-calcolo degli sforzi τ prodotti da M t


Mt 16200
τ MAX = = = 50 N / mm 2
2Ωs 2 9 2
2
( )

Esercizio 3: data la seguente sezione soggetta a momento flettente e


momento torcente, calcolare lo stato di sforzo nei punti A e B:
σ A ; σ B ; τ A ;τ B
y
A
2.1

Mt
M = 18522 Nmm
x
21 mm
M
M t = 92610 Nmm
B

4.2

21 mm

Anche questa sezione è doppiamente simmetrica; il sistema di riferimento da


utilizzare è quello degli assi principali di inerzia,che sono gli assi di
simmetria della sezione

-baricentro:
xG = 10,5mm
y G = 10,5mm

-calcolo dei momenti di inerzia


214 1
Ix = − 12,6 ⋅ 16,8 3 = 11228,04mm 4
12 12
214 1
Iy = − 16,8 ⋅ 12,6 3 = 13406,23mm 4
12 12

-calcolo degli sforzi σ


Mx My
σ= y− x
Ix Iy

4. Calcolo delle sezioni 153

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dove M x = M y = M / 2 = 13136,17 Nmm

nel punto A → σ A =
13136,17
10,5 −
13136,17
(− 6,3) = 18,45 N / mm 2
11228,04 13406,23
nel punto B → σ B =
13136,17
(− 8,4) − 13136,17 10,5 = −20,06 N / mm 2
11228,04 13406,23

-calcolo degli sforzi τ


Mt
τ= Ω = (21 − 2 ⋅ 2.1) ⋅ (21 − 2 ⋅ 1.05) = 16.8 ⋅ 18.9 = 317.52mm 2
2Ωs
92610
nel punto A → τ A = = 69.44 N / mm 2
2 ⋅ 317.52 ⋅ 2.1
92610
nel punto B → τ B = = 34.72 N / mm 2
2 ⋅ 317.52 ⋅ 4.2

Esercizio 4: data la seguente sezione soggetta a taglio e momento flettente,


calcolare lo stato di sforzo nei punti più significativi e rappresentarne il
diagramma

T = 7216 N
y M = 182800 N mm
T
6
- calcolo delle
1 coordinate del
x baricentro.
12 G M 2 La sezione è
simmetrica rispetto
17.4 3 all’asse verticale,
12 dunque l’ascissa
del suo baricentro
è facilmente
6 determinabile:
18
xG = 9mm

4. Calcolo delle sezioni 154

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Per calcolare l’ordinata bisogna trovare il momento statico della sezione:


A = 12 ⋅ 6 + 12 ⋅ 18 + 6 ⋅ 12 = 360mm 2
S x* = 6 ⋅ 12 ⋅ 6 + 12 ⋅ 18 ⋅ 18 + 6 ⋅ 12 ⋅ 27 = 6264mm 3
S x* 6264
yG = = = 17.4mm
A 360

- calcolo del momento d’inerzia rispetto all’asse x .


I x = 6 ⋅ 12 3 + 6 ⋅ 12(17.4 − 6 ) + 18 ⋅ 12 3 + 12 ⋅ 18(18 − 17.4 ) +
1 2 1 2

12 12
+ 12 ⋅ 6 3 + 6 ⋅ 12(27 − 17.4 ) = 19738.08mm 4
1 2

12

- calcolo degli sforzi nei punti 1, 2, e 3:

i calcoli più
significativi
risultano essere
quelli nei punti di
passaggio della
sezione (agli
1
attacchi, dove
n n n n n n
cambia la
larghezza della
S*
1
S*
2
S*
3
sezione) e nel
baricentro.
TS *
τ=
bI n

Momento statico nel punto 1 → S1* = 6 ⋅ 12 ⋅ 9.6 = 691.2mm 3


7216 ⋅ 691.2
τ1 = = 21.05 N / mm 2
12 ⋅ 19738.08
Momento statico nel punto 2 → S 2* = S 1* + momento statico del rettangolo
fino a quota baricentro = 691.2 + (18 ⋅ 6.6 ⋅ 3.3) = 1083.24mm 3
7216 ⋅ 1083.24
τ2 = = 22 N / mm 2
18 ⋅ 19738.08

4. Calcolo delle sezioni 155

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Momento statico nel punto 3 → S 3* = S1* + momento statico del rettangolo


centrale fino a quota del punto 3 = 691.2 + (18 ⋅ 12 ⋅ 0.6 ) = 820.8mm 3
7216 ⋅ 820.8
τ3 = = 50 N / mm 2
6 ⋅ 19738.08

Lo sforzo di taglio parte


da 0 negli estremi della
sezio-ne, crescendo para-
bolicamente fino a rag-
1 giungere il pun-to 1; in
21 esso, a causa dell’aumen-
G 2 22 to della corda della sezio-
ne, lo sforzo diminuisce;
50 ripartendo da un valore
3
inferiore, aumenta di
nuovo parabolicamente
fino a raggiungere un
massimo relativo a quota
baricentrica, per poi de-
crescere. Nel punto 3, in
cui la corda della sezione diminuisce, lo sforzo ha il suo massimo assoluto.
Da qui decresce fino a raggiungere valore 0 all’estremo inferiore.

Esercizio 5: data la seguente sezione tubolare, soggetta a taglio, momento


flettente e momento torcente, calcolare gli stati di sforzo nei punti A e B
(σ A ;σ B ;τ A ;τ B )

T = 14.40 N
B
A
Mt
T M = 86.40 Ncm
1.68 mm M x
M t = 17.28 Ncm
0.12 mm

- calcolo del baricentro


0.24 mm

1.44 mm

4. Calcolo delle sezioni 156

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la sezione è doppiamente simmetrica, dunque il baricentro è posto


all’incrocio degli assi di simmetria:
xG = 0.72cm
y G = 0.84cm

- calcolo del momento d’inerzia


1 1
Ix = 1.44 ⋅ 1.68 3 − 1.2 ⋅ 1.2 3 = 0.39cm 4
12 12

- calcolo degli sforzi σ :


M
σ= y
Ix
86.40
σA = 0.6 = 132.92 N / cm 2
0.39
86.40
σB = 0.6 = 132.92 N / cm 2
0.39

- calcolo degli sforzi dati dal taglio e dal momento torcente:


τ TOT = τ taglio ± τ mt
τ A = τ taglio − τ mt τ B = τ taglio + τ mt
T ⋅ S*
τ Ataglio =
b ⋅ In
⎛ 1.68 0.24 ⎞
S * = (1.44 ⋅ 0.24 )⎜ − ⎟ = 0.24cm
3

⎝ 2 2 ⎠
14.40 ⋅ 0.24
τ Ataglio = = 37.16 N / cm 2 = τ Btaglio
0.24 ⋅ 0.39
M − 17.28
τ Amt = t = = −37.9 N / cm 2 = −τ Bmt
2Ωs 2(1.44 ⋅ 1.32)0.12

Quindi
τ Atot = −37.9 + 37.16 = −0.74 N / cm 2
τ Btot = 37.9 + 37.16 = 75.06 N / cm 2

4. Calcolo delle sezioni 157

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Esercizio 6: la sezione indicata è soggetta all’azione assiale N di trazione


applicata in C. Calcolare gli sforzi massimo e minimo e la posizione
dell’asse neutro.

8 Dimensioni in mm.
N = 240 Kg= 2400 N

12

Posizione del baricentro:


• 8 ⋅ 12 + 16 ⋅ 24
A= = 240mm 2
C 2
⎛ 8 ⋅ 12 16 ⋅ 24 ⎞ 1
24 yG = ⎜ ⋅ 28 + ⋅ 16 ⎟ ⋅ =
⎝ 2 2 ⎠ 240
= 18.4mm

16

8 ⋅ 12 16 ⋅ 24
Ix =
1
36
⋅ 8 ⋅ 12 3 +
2
⋅ (28 − 18.4) +
2 1
36
16 ⋅ 24 3 +
2
(
⋅ (18.4 − 16) =
2
)
= 12057.600mm 4

e = 24 − 18.4 = 5.6mm
N N ⋅ ey 2400 2400 ⋅ 5.6
σ= + y= + y = 10 + 0.199045 ⋅ 5.6 y = 10 + 1.114652 y
A Ix 240 12057.6

- Posizione dell’asse neutro:


σ = 0 → y = −8.97
bordo superiore: y = 36 − 18.4 = 17.6mm
bordo inferiore: y = −18.4mm

⎧ N
⎪⎪σ sup = σ ( y =17.6 ) = 29.6 mm 2

⎪σ = −10.51 N
⎪⎩ inf mm 2

4. Calcolo delle sezioni 158

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- Calcolo delle verticali:


per il confronto calcolare due valori qui e uno qui (baricentro)
T ⋅ 8 ⋅ 12 ⋅ 9.6
τ sup = = 0.00477T
12057 ⋅ 8
8 1
τ rid = τ ⋅ = τ sup = 0.00239T
16 2
⎛ 8 ⋅ 12 ⎞
T⎜ ⋅ 9.6 + A* ⋅ y * ⎟
τG = ⎝ ⎠
2
12057 ⋅ b
(conviene calcolarlo “sotto”)
16 x
b al baricentro: = → x = 12.267mm
24 18.4

12.2667 ⋅ 18.4 18.4


S* = ⋅ = 1038.25mm 3
2 2
TS * 1038.25 ⋅ T
τG = = = 0.00702T
Ib 12.267 ⋅ 12057
(valore massimo)

4. Calcolo delle sezioni 159

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4.5 La verifica della resistenza

La risoluzione del problema della trave porta ad individuare lo stato di


sforzo nel punto (o nei punti) più sollecitato della sezione. Si tratta sempre di
uno stato di sforzo piano, caratterizzato da una componente di sforzo
normale e dalle componenti tangenziali.

A
A

σ B Mt
τ G
M
M B

A
A

G B

4.5.1 Il cerchio di Mohr

Tramite il cerchio di Mohr è sempre possibile calcolare gli sforzi principali


(σ I ;σ II ) associati allo stato di sforzo calcolato (σ ;τ ) :

τ
σI
σ σ σ2
τ = ± +τ 2
σΙΙ σΙ σ
2 4
σ II

4. Calcolo delle sezioni 160

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( )e
Lo stato di sforzo da verificare è quindi bi-dimensionale; i parametri di
+
resistenza a cui confrontarlo sono gli sforzi limite in trazione σ
compressione σ ( )

ottenuti con prove in regime monodimensionale. Se il
materiale ha comportamento simmetrico:
+ −
σ = σ = −σ

σ+

σ−

4.5.2 Verifica di Galileo

Il modo più semplice di verificare lo stato di sforzo calcolato consiste nel


+ −
paragonare σ I e σ II con σ eσ :
τ ⎧⎪σ ≤ σ +
I
⎨ −
(verifica di Galileo)
⎪⎩σ II ≥ σ
σ
σ− σ+

Un’utile rappresentazione grafica


σΙΙ
è nel piano σ I ; σ II , in cui lo stato
σ+
di sforzo da verificare corrisponde
ad un punto e la verifica consiste
σ+
σ− σΙ
nel controllare che il punto si trovi
all’interno del “ dominio di
ammissibilità”:
σ−

4.5.3 Verifica di Guest-Tresca

La verifica di resistenza eseguita in questo modo non è sempre corretta, in


quanto non è corretto paragonare uno stato di sforzo bidimensionale con stati
di sforzo mono-dimensionali. In particolare: la verifica non è attendibile
quando σ I e σ II hanno segno opposto (II e IV quadrante nel dominio di

4. Calcolo delle sezioni 161

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ammissibilità) e quindi, in particolare, per gli stati di sforzo di puro taglio,


per cui risulta : σ II = −σ I
τ

σΙΙ σΙ
σ

σΙΙ= - σΙ

Dalle osservazioni sperimentali: il dominio di ammissibilità va ristretto nel II


e IV quadrante.

+ −
Alla verifica σ I ≤ σ e σ II ≥ σ va pertanto aggiunta una verifica sullo
sforzo tangenziale :
τ max ≤ τ
σ I − σ II σ I − σ II
dove τ max = e τ = nella situazione in cui
2 2
σ I = +σ
σ II = 0
σ− σ− σ
quindi τ =
2
La verifica ulteriore è quindi:

σ I − σ II ≤ σ (verifica di Guest-Tresca)
σI σ σ2
Tenendo conto che: = ± +τ 2
σ II 2 4
Si può anche scrivere: σ 2 + 4τ 2 ≤ σ → σ ideale ≤ σ
σ idealesignificativa per la
verifica di resistenza, ottenuta
dalla combinazione di σ e τ .

4. Calcolo delle sezioni 162

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Nel dominio di ammissibilità :


σΙΙ
risulta quindi che, per uno stato di
sforzo di puro taglio (σ = 0 )
σ
τ≤
σΙ
2

4.5.4 Criterio di Von Mises

Si può dimostrare che il criterio diviene più aderente alla realtà se si assume
la seguente combinazione di σ e τ :
σ id = σ 2 + 3τ 2 ≤ σ (criterio di Von Mises)
a cui corrisponde un dominio di ammissibilità di forma ellittica:
τ

σ
Per uno stato di sforzo di puro taglio (σ = 0 ) risulta quindi: τ ≤
3

La verifica di resistenza,in quanto basata sul calcolo di uno sforzo ideale,


combinazione di σ e τ , direttamente confrontabile con la resistenza del
()
materiale σ , è anche un criterio di confronto di diversi stati di
sollecitazione:
T
σ idA = σ A
A σ idB = σ B2 + 3τ B2
B
σ idG = 3τ G
G
M
σ idc = σ c
C

4. Calcolo delle sezioni 163

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Esercizi

Esercizio 1: tracciare i cerchi di Mohr e determinare le tensioni principali e


la τ max .
1.

5 sforzi principali

τ max = 7,5
10 B A

2.

sforzi principali
5
τ max = 2,5
10 B A

3.

10 σI 25 ⎛ 5⎞
2
− 9,3
2 = − ± ⎜ − ⎟ + 22 =
σ II 2 ⎝ 2⎠ − 15,7
15
τ max = 12,5

4.

5 σI 15 ⎛ 15 ⎞
2
+ 1,514
= − ± ⎜ − ⎟ + 52 =
B

σ II 2 ⎝ 2⎠ − 16,514
15
A
τ max = 9,014

4. Calcolo delle sezioni 164

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5.

5 A
σ I = +16,514
σ II = −1,514
15 τ max = 9,014

6.

5 σI 17,07
= 10 ± 5 2 + 5 2 =
5 σ II 2,93
A

15

Soluzioni:
1 e 2 con Galileo e Tresca; con σ c = σ t = 10

σ 10
disegnando il dominio: τ amm = τ = = =5
2 2
Infatti
1 → τ max = 7.5 < 5 (non
verificato)
2 → τ max = 2.5 < 5 (verificato)

2 1

3 4 5 e 6 con Tresca e Von Mises;

4. Calcolo delle sezioni 165

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σ = 20

Von Mises:

3
(− 9.3) 2
+ (− 15.3)
2
− 9.3 ⋅ 15.3 < 20 1
2

78.3 < 400


6

5
(1.514)2 + (− 16.514)2 +
4
4 − [1.514 ⋅ (− 16.514 )] < 20 2
3
300 < 400 (è peggiore la situazione del
p.to 4)

Per 4 e 5 anche, con Von Mises


15 2 + 3 ⋅ 5 2 < 20 17.3 < 20
id < 20 17.3 < 20

4. Calcolo delle sezioni 166

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Esercizio 2: calcolare gli sforzi nei punti più significativi della sezione a T e
verificare la loro ammissibilità con il criterio di Guest – Tresca.
y
T = 13750 N
N
10 σ = 200 2
cm

10

x
10 10
- calcolo del baricentro
(10 ⋅ 20) ⋅ 15 + (10 ⋅ 10 ) ⋅ 5
yG = = 11.66cm
10 ⋅ 20 + 10 ⋅ 10

- calcolo del momento d’inerzia


20 ⋅ 103 + 20 ⋅ 10(3.34) + 10 ⋅ 103 + 100(6.66) = 9166.67cm 4
1 1
Ix =
2 2

12 12 -

calcolo degli sforzi


T ⋅ S*
τ=
b ⋅ In

Nel baricentro:
S * = (8.34 ⋅ 20)4.17 = 695.55cm 3
13750 ⋅ 695.55 N
τ= = 52.16 2
20 ⋅ 9166.67 cm

In A (dove la sezione si riduce di spessore, e quindi è supposto un aumento


del valore di ):

S * = (10 ⋅ 10 )6.67 = 667cm3


13750 ⋅ 667 N
τ= = 100 2
10 ⋅ 9166.67 cm

4. Calcolo delle sezioni 167

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Gli sforzi sono nulli in quanto sulla sezione non agiscono né momento
flettente né azione assiale.

- Verifica di Guest-Tresca (in A, dove il valore di è massimo)


σ + 4τ 2 ≤ σ
2

N
0 + 4 ⋅ 100 2 ≤ 200
cm 2
200 ≤ 200

Esercizio 3: confrontare gli stati di sforzo nel punto in cui si verifica la


σ max e nel baricentro della sezione.

y
T = 1600 N
t 10 N = −3600 N
M = 8000 Ncm
x 20
G

10

- Baricentro:
10 20 10 yG = 20cm
xG = 20cm

- Calcolo del momento d’inerzia:


⎛1 ⎞ 1 1
I x = 2⎜ ⋅ 10 ⋅ 10 3 + 100 ⋅ 15 2 ⎟ + 40 ⋅ 20 3 + 20 ⋅ 10 3 + 20 ⋅ 10 ⋅ 15 2 =
⎝ 12 ⎠ 12 12
= 120000cm 4
- Calcolo di e :

Nel baricentro:
N M − 3600 N
σG = + y= + 0 = −3 2
A In 1200 cm
T ⋅ S * 1600 ⋅ (40 ⋅ 10 ⋅ 5 + 20 ⋅ 10 ⋅ 15) N
τG = = = 1.66 2
b ⋅ In 40 ⋅ 120000 cm

4. Calcolo delle sezioni 168

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Nel punto dov’è presente max.

y
+
Sommando il contributo
t dell’azione assiale e del
momento flettente, la
G x _ risulta massima nel lembo
inferiore della sezione.
_

N M − 3600
σ inf = + y= +
8000
(− 20) = −4.33 N 2
A In 1200 120000 cm

Si confrontino ora gli stati di sforzo dal punto di vista del criterio di Von
Mises:
σ id = σ 2 + 3τ 2

σ Gid = (− 3)2 + 3 ⋅ (1.66)2 = 4.15


N
cm 2
σ inf
id
= (− 4.33)2 + 0 = 4.33 N
cm 2
Nel secondo punto lo sforzo è più impegnativo, nonostante lo sforzo
tangenziale in esso è nullo.

Esercizio 4:

T = 14220 N
y A M = 85300 Ncm
trovare σ A ;σ G ;τ A ;τ G
6

G x 6

5 6 6 6 5

4. Calcolo delle sezioni 169

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- calcolo del baricentro

(6 ⋅ 28 ⋅ 15) + 2⎡⎢⎛⎜ 6 ⋅ 6 ⎞⎟10⎤⎥ + (12 ⋅ 6 ⋅ 6)


yG = ⎣⎝ 2 ⎠ ⎦ = 12cm
(6 ⋅ 28) + 2⎛⎜ 6 ⋅ 6 ⎞⎟ + (12 ⋅ 6)
⎝ 2 ⎠
- calcolo del momento di inerzia
⎡1 ⎛ 6⋅6⎞ 2⎤
28 ⋅ 6 3 + (28 ⋅ 6 )3 2 + 6 ⋅ 12 3 + (6 ⋅ 12 )6 2 + 2⎢ 6 ⋅ 6 3 + ⎜
1 1
Ix = ⎟2 ⎥ =
12 12 ⎣ 36 ⎝ 2 ⎠ ⎦
= 5688cm 4

- calcolo degli sforzi e

nel baricentro:

M 85300
σG = y= 0=0
In 5688
TS * 14200(28 ⋅ 6 ⋅ 3) N
τG = = = 69.9 ≅ 70 2
b ⋅ In 18 ⋅ 5688 cm

nel punto A:

85300 N
σA = 6 = 89.9 ≅ 90 2
5688 cm
14220(6 ⋅ 5 ⋅ 3) N
τG = = 37.50 2
6 ⋅ 5688 cm

- Verifica di Guest-Tresca

σ Aid = σ 2 + 4τ 2 = 902 + 4(37.5)2 = 117.15


N
cm 2
σ Gid = 0 + 4(70) = 140
2 N
cm 2

- Verifica di Galileo

Supponiamo di avere questi valori di sforzo ammissibile:

4. Calcolo delle sezioni 170

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+ N
σ = 120
cm 2
− N
σ = −15 2
cm
- Calcolo gli sforzi principali nei punti A e G:
σ I σ1 + σ 2 ⎛ σ1 − σ 2 ⎞
2

= ± ⎜ ⎟ +τ
2

σ II 2 ⎝ 2 ⎠

In A:
N
σ I = 118.86
σ I 90 ⎛ 90 ⎞
2
cm 2
= ± ⎜ ⎟ + 37.5 2 = 45 ± 73.86
σ II 2 ⎝ 2⎠ N
σ II = −28.86 2
cm

In G:
N
σ I = 70
σI cm 2
= 0± (0)2 + 70 2 = ±70
σ II N
σ II = −70 2
cm

- Disegno il cerchio di Mohr nel punto A:

o
v
A

31,25 Av

B A

-31,25 Ao

4. Calcolo delle sezioni 171

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STABILITÀ DI ASTE COMPRESSE


5.

Le due aste in figura differiscono


solo per il segno dell’azione
P assiale, che risulta di
compressione nel caso 1 (N1=-P) e
di trazione nel caso 2 (N2= +P).
Risulta tuttavia evidente che un
carico P del valore
P = σ A = 200π ⋅ 10 2 = 62830 N
200 cm compatibile con la verifica di
resistenza, è
accettabile nel caso 2 ma non nel
caso 1.

P Sezione trasversale:
d = 20mm
1 2
σ = 200 N / mm 2

Se ne deduce che nel caso di aste compresse non è sufficiente garantire


l’equilibrio, ma occorre anche analizzarne la natura. Il problema si pone in
termini concettualmente identici a quelli della ruota libera di muoversi su
una rotaia, come indicato in figura.

3. Aste compresse 172

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Le situazioni A, B e C sono tutte situazioni di equilibrio per la ruota: essendo


infatti orizzontale la tangente alla rotaia, quest’ultima sviluppa una reazione
verticale, uguale e contraria al peso della ruota. Le tre situazioni si
distinguono dal punto di vista del comportamento della ruota a seguito di
uno spostamento dalla posizione di equilibrio:
in A: la ruota non ritorna alla posizione originaria → equilibrio instabile
in B: la ruota ritorna alla posizione originaria → equilibrio stabile
in C: la ruota rimane nella nuova posizione → equilibrio indifferente

Anche nel caso dell’asta compressa sono possibili le tre situazioni


dell’equilibrio stabile, instabile o indifferente; mentre nel caso della ruota il
verificarsi di una specifica situazione dipende dalla curvatura della rotaia
(verso l’alto, il basso, o nulla), nel caso dell’asta compressa dipende dal
valore del carico P:
P

Per valori “piccoli” di P, l’asta, se


in flessa lateralmente, oscilla
intorno alla posizione verticale e vi
ritorna dopo che le oscillazioni si
sono smorzate; l’equilibrio è
stabile.

P Per valori “grandi” di P, l’asta, se


in flessa lateralmente, evolve verso
il collasso o una situazione di
equilibrio in flessa (diversa da
quella originaria verticale);
l’equilibrio è instabile.

3. Aste compresse 173

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P
Per un ben particolare valore del
carico, detto “critico” (PCR), l’asta,
se in flessa lateralmente, rimane in
equilibrio nella nuova
configurazione inflessa (diversa da
quella originaria verticale):
l’equilibrio è indifferente.

Le situazioni di equilibrio stabile e instabile sono quindi caratterizzate,


rispettivamente, dalle condizioni:
P < PCR → equilibrio stabile
P > PCR → equilibrio instabile
Volendo quindi assicurarsi che un’asta compressa sia in condizioni di
stabilità è necessario calcolare il valore PCR, con cui eseguire la verifica di
stabilità ( P < PCR ).

Allo scopo di determinare PCR si analizza la situazione di equilibrio


indifferente, nella quale, sotto l’effetto di un carico P = PCR, la struttura
permane in equilibrio in configurazioni deformate.
Si dimostra che, per un’asta vincolata agli estremi con cerniera e carrello, il
valore del carico critico si esprime come
PCR

EI
l PCR = π 2
l2

E’ facile riconoscere il significato dei diversi parametri che appaiono nella


formula. Al numeratore è presente il prodotto EI, tipico dell’equazione della
linea elastica, che tiene conto della rigidezza flessionale dell’asta,
proporzionale al modulo E del materiale e al momento d’inerzia della
sezione dell’asta; quanto maggiore è la rigidezza flessionale, tanto più
facilmente l’asta recupera la configurazione rettilinea a seguito di
un’inflessione laterale, e tanto più elevato è quindi il valore di PCR. Per il
momento di inerzia si dovrà in generale assumere il minimo dei momenti di
inerzia della sezione, in quanto l’asta tenderà a inflettersi nella direzione di
minor rigidezza. L’instabilità dell’asta è invece tanto più facile quanto

3. Aste compresse 174

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maggiore ne è la lunghezza (l), che infatti appare al denominatore con


esponente 2. Il coefficiente moltiplicativo 2 è legato al fatto che la
deformata dell’asta in flessa è descritta da una funzione trigonometrica.

La formula si generalizza sostituendo, al denominatore, la lunghezza


effettiva dell’asta (l) con una lunghezza fittizia, denominata “lunghezza di
libera inflessione” ( l0 ), espressa come
l0 = β ⋅ l
tramite la quale è possibile tener conto delle diverse possibili condizioni di
vincolo dell’asta. Come mostrato nella figura seguente, riconosciuto che la
deformata dell’asta è una porzione di sinusoide, l0 coincide con la
lunghezza su cui si sviluppa una semi-onda di sinusoide (pari alla distanza
fra due punti di flesso consecutivi).

l0=l

l0= 12 l
l0=2l l0=2l

β =1 β =2 β =2 β = 0.5

La vigente normativa per le costruzioni in acciaio assegna a β valori


variabili fra 0,7 e 2 a seconda delle condizioni di vincolo.

3. Aste compresse 175

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Ai fini della verifica dell’asta è utile fare riferimento allo sforzo critico:
PCR EI
σ CR = =π2 2
A Al0
I
Tenendo conto che = ρ 2 (si assumerà ρ MIN ), viene introdotto il
A
parametro dimensionale λ , definito come
l
λ= 0
ρ
Denominato “snellezza” dell’asta, che condensa tutte le informazioni di tipo
geometrico caratteristiche del problema ( lunghezza dell’asta, condizioni di
vincolo, forma della sezione trasversale).
Per lo sforzo critico si ha quindi:
E
σ CR = π 2
λ2
In relazione al quale la verifica dell’asta compressa diviene

σ < σ CR

La dipendenza dello sforzo critico dalla snellezza è mostrata nel diagramma


σCR della figura seguente, che mostra
come non abbia senso considerare
σ σ
valori di σ CR tendenti all’infinito
σCR=σ/ω
per λ tendente a zero, in quanto lo
sforzo nell’asta non può comunque
λP λ accedere la soglia limite σ .
aste aste Si individua allora un valore
tozze snelle caratteristico della snellezza, detta
“di proporzionalità”( λ p ) che
discrimina due categorie di aste:
-le aste “snelle”, per cui è σ CR < σ . In questo caso la verifica da effettuare è
quella nei confronti dell’instabilità;
-le aste “tozze”, per cui è σ CR > σ . In questo caso il problema
dell’instabilità non si pone, perché associato a valori di sforzo superiori allo
sforzo ammissibile ( σ ) . In questo caso la verifica da effettuare è quella di
resistenza.

3. Aste compresse 176

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Ai fini della verifica di instabilità viene introdotto il coefficiente ω , definito


σ
dalla relazione σ CR = .
ω
La verifica delle aste snelle è allora:
N σ ωN
σ = < σ CR = che può essere scritta come <σ
A ω A

Il coefficiente ω (sempre maggiore di 1) può quindi essere interpretato


come coefficiente di penalizzazione di N nella verifica di stabilità.

Il valore di λ p è circa pari a 100 per gli acciai normali. Il coefficiente ω ,


approssimabile come
⎛ λ ⎞
2

ω ≅⎜ ⎟
⎝ 100 ⎠
per gli acciai normali, è fornito in apposite tabelle prescritte dalle norme.

Esempio: data la seguente asta di lunghezza l, compressa da una forza P,


eseguire la verifica di stabilità (trovare PMAX ):
P

sezione trasversale:
s=2 mm
s = 2mm
d = 6cm
l=200 cm

l = 200cm
N
E = 210.000
d=6 cm
mm 2
N
σ = 160
mm 2
ωN

A
⎛ λ ⎞
2

trovo il coefficiente ω ≅ ⎜ ⎟
⎝ 100 ⎠

3. Aste compresse 177

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l0
quindi λ = ; per trovare ρ ho bisogno del momento d’inerzia I
ρ
I
( = ρ 2 ), e dell’area A.
A
π
I=
4
(R 4
e − Ri4 = ) π4 (3 − 2,8 ) = 15,34cm
4 4 4

A = π (R 2
e − Ri2 ) = π (3 − 2,8 ) = 3,64cm
2 2 2

15,34
Calcolo ρ = = 2,05cm
3,64
e l 0 = 200 ⋅ 2 = 400cm
l 400
Quindi posso calcolare λ = 0 = = 195
ρ 2,05
2
⎛ 195 ⎞
Trovo quindi il valore di ω ≅ ⎜ ⎟ = 3,8
⎝ 100 ⎠
ωN σ A 160 ⋅ 364
≤σ → N ≤ = = 15.324[N ] = PMAX
A ω 3,8

Esercizi sulle aste compresse

Esercizio 1: data la seguente aste compressa trovare il coefficiente di


sicurezza per l’instabilità.
N=16 KN
80 N = 16 KN
l 0 = 6m
120 E = 210GPa

Sezione trasversale:
s = 9,5mm

3. Aste compresse 178

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I min =
1
12
( )
120 ⋅ 9,5 3 + 2 ⋅ 9,5 ⋅ 80 3 = 819.240mm 4

π 2 EI min
PCR = = 47.166 N
l 02
47.166
fattore di sicurezza = 2,95
16.000

Esercizio 2: data la seguente asta compressa trovare il carico concentrato


ammissibile e la corrispondente.

P fs = 2
l = 2,4m
101,6

101,6
l=2,4 m

Sezione trasversale:
A = 2.320mm 2
I = 3,42 ⋅ 10 6 mm 2
l 0 = 2l = 4,8m = 4.800mm
π 2 EI 3,14 2 ⋅ 210.000 ⋅ 3,42 ⋅ 10 6
PCR = = = 307.654 N = 307,6 KN
l 02 4.800 2
se fattore di sicurezza =2
Pammissibile = 153,83KN
σ = 66,305MPa

Quest’ultimo valore risulta abbastanza basso.


Che snellezza aveva?
l0
λ=
ρ
I
ρ0 = = 38,4
A
λ = 125
zona in cui per l’acciaio prevale l’instabilità.

3. Aste compresse 179

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