n
P*
x2
S
P x
b
B
B
s
x1
x3
Fig. 1.1. Corpo continuo soggetto alle forze esterne di volume b e di superficie s
1.1. AZIONI SUI MEZZI CONTINUI
F
V 0 V
b( x ) = lim
(1.1)
Cap. I
(1.3)
s ( x ) = lim
F
A 0 A
t ( x , S ) = lim
(1.4)
Cap. I
dF = t dA
(1.5)
P*
A
A
n
b dV + s dA + t dA = 0
x b dV + x s dA + x t dA = 0
P B
P B
(1.6)
Cap. I
b dV + s dA = 0
x b dV + x s dA = 0
(1.7)
t(x, S) dA
dA
n
n
P*
dA
x
S
t(x, S) dA
Cap. I
(1.8)
(1.9)
n
P*
B
P
n
x
P*
tn
Cap. I
(j = 1, 2, 3)
(1.10)
31
13
t3 = 23
33
12
t2 = 22 ,
32
x2
e2
22
32
t2
12
t1
21
x
23
e3
33
31
11
e1
x1
13
t3
x3
Fig. 1.5. Componenti di tensione sulle tre giaciture normali agli assi
Lezioni di scienza delle costruzioni, a.a. 2012-13
(1.11)
Cap. I
1)
tn = n
(1.12)
Cap. I
ij = ji
per i, j = 1, 2, 3
(1.13)
3)
ij , j + bi = 0
in B
n=s
su B
per i = 1, 2, 3
(1.14)
j =1
(1.15)
x2
tn
t1
t3
e3
e1
dA3
n
dA
x1
dA1
x3 t2
e2
dA2
Cap. I
(j = 1, 2, 3)
(1.16)
div ei dV = 0.
dV
dA
ei n dA
j =1
dA j
ei e j dA = 0.
dA
dA =
ij
j =1
dA j
dA ,
cio
3
ni dA = ij dA j = dAi.
j =1
b dV
Cap. I
10
t j dAj + b dV = 0
j =1
ovvero
tn dA
t j n j dA + 3 b dA dh = 0
1
(1.17)
j =1
t j n j = t1 n 1 + t2 n 2 + t3 n 3
(1.18)
j =1
j =1
j =1
j =1
t j n j = ei t j n j = ij n j (i = 1, 2, 3)
(1.19)
Cap. I
11
12 + 12,2 dx2
21+ 21,1 dx1
b2
21
dx2
b1
x1
12
x3
dx3
dx1
Fig. 1.7. Equilibrio alla rotazione attorno allasse x3 del cubo elementare.
Lezioni di scienza delle costruzioni, a.a. 2012-13
Cap. I
12
ji
ji
ij
ij
(1.21)
(1.22)
Cap. I
13
(1.23)
(1.24)
(1.25)
(1.26)
12 + 12,2 dx2
13 11+ 11,1 dx1
11
b1
x
dx2
13 + 13,3 dx3
12
x1
dx3
dx1
x3
Cap. I
14
P t n
dA + b dV = 0
P
P ti dA + P bi dV = 0
(i = 1, 2, 3)
P ij n j
dA + bi dV = 0
(i = 1, 2, 3)
j =1
( ij , j + bi ) dV = 0
(i = 1, 2, 3)
j =1
tn
x2
B
b
B
n
P
n
x1
x3
Sul contorno B del corpo, il vettore di tensione t deve coincidere con il vettore
delle forze di contatto esterne s, in accordo con le (1.4). Tenendo presente la
relazione (1.12) si ottengono le equazioni di equilibrio ai limiti:
n = s
su B
(1.27)
Cap. I
15
Osservazione
Cap. I
16
Tra tutte le giaciture passanti per il punto P, possibile individuarne alcune che
godono di particolari propriet. Fra queste, le pi interessanti sono le giaciture
sulle quali il vettore tensione risulta parallelo alla normale n e, di conseguenza,
nulla la tensione tangenziale. Queste giaciture vengono definite giaciture
principali e le direzioni normali a loro corrispondenti sono chiamate direzioni
principali di tensione.
Se n una direzione principale, allora, per la definizione sopra data, si ha:
tn = n
(1.28)
in cui uno scalare che coincide con il modulo di tn. Ricordando la (1.12) si
ha:
(1.12)
tn = n
per cui, confrontando le (1.28) e (1.12) si ottiene :
(1.29)
( I) n = 0
dove I il tensore identit, le cui componenti si indicano con il simbolo di
Kronecker ij con
1 se i = j
(1.30)
ij =
0 se i j
12
13
22
23 = 0
23
33
Cap. I
17
(1.32)
in cui
1 = tr = 11 + 22 + 33
2 =
1
[(tr )2 tr 2] = 11 22 + 22 33 + 33 11 (122 + 132 + 232) (1.33)
2
3 = det
sono definiti, rispettivamente, invarianti di primo, secondo e terzo grado, poich
i valori di tali grandezze rimangono inalterati qualunque sia il sistema di riferimento adottato.
1.4.1 Ricerca delle direzioni principali di tensione
(1.34)
Cap. I
18
0
II
0
0
0
III
(1.35)
II
III
I
x1
III
x3
II
Cap. I
19
I3 0
se
I3 = 0 & I2 0 ,
se
Si consideri uno stato di tensione per il quale nota una delle direzioni
principali di tensione, ad esempio quella individuata dallasse x3 di un sistema di
riferimento cartesiano ortogonale. Rispetto a tale sistema si annullanno quindi le
componenti di tensione tangenziale 13 e 23 ed il tensore degli sforzi assume
laspetto
11 12
= 21 22
0
0
0
0
33
(1.36)
che viene definito stato di tensione piano generalizzato e si riduce ad uno stato
di tensione piano se 33 = 0.
La ricerca delle componenti principali di tensone si effettua risolvendo il
problema agli autovalori (1.31) dove la matrice stata definita nella (1.36). In
Lezioni di scienza delle costruzioni, a.a. 2012-13
Cap. I
20
det 21 22
0 = 0
0
33
0
ovvero
( 33 ) [2 (11 + 22) + 11 22 122] = 0
(1.37)
(1.38)
III = 33
Per uno stato di tensione piano o piano generalizzato, indicando con lasse
xIII la direzione della tensione principale nota, lanalisi dello stato di tensione
sulle giaciture le cui normali risultano ortogonali allasse xIII, pu condursi
attraverso la costruzione grafica della circonferenza di Mohr.
Indicando con xI e xII le direzioni principali di tensione ortogonali allasse
xIII, individuate dai versori nI e nII, si considera lo stato di tensione su di una
generica giacitura individuata dal versore normale n inclinato di un angolo
rispetto alla direzione principale xI (Fig. 1.11a)
Se si considera la normale n orientata nel verso uscente dalla materia ed il
versore tangente m, in modo che applicato alla materia ne provochi una
rotazione in senso orario, le componenti dei versori n ed m nel sistema di
riferimento principale considerato risultano:
cos
n = sin ,
sin
m = cos ,
(1.39)
Cap. I
21
0
II
0
I cos
tn = n = II sin
0
0
III
(1.40)
xII
nn
max
nm
P
R
nm
tn
xI
II
2
n I
max
m
(1.41)
1 + cos 2
2
sin2 =
le (1.41) diventano
Lezioni di scienza delle costruzioni, a.a. 2012-13
1 cos 2
2
sin cos =
sin 2
2
(1.42)
Cap. I
22
nn =
nm =
I + II I II
cos 2
+
2
2
(1.43)
I II
sin 2
2
R=
I II
2
(1.44)
+ II
II
+ nm = I
nn I
2
2
(1.45)
Cap. I
23
x2
22
P2
12
12
22
12
11
x1
II
C
R
11
2 I
P1
12
P2 = (22, 12)
(1.46)
Cap. I
24
22
2
R = 11
+ 12
2
+ 22
, 0
C 11
2
(1.47)
(1.48)
2 12
11 22
ovvero
2 12
1
arctg
2
11 22
(1.49)
Langolo ricavato dalla (1.49) compreso tra i valori /4. Preso in senso
antiorario se positivo, individua la giacitura su cui agisce la tensione principale
massima I se 11 > 22, mentre individua la giacitura su cui agisce la tensione
principale minima II se 11 < 22.
Per trovare graficamente le direzioni principali di tensione, a partire da P1 si
traccia una retta parallela alla giacitura normale allasse x1, su cui agisce lo stato
tensionale corrispondente al punto P1. Lintersezione di tale retta con la circonferenza di Mohr individua il polo per le giaciture P# (Fig. 1.13a). In alternativa, a
partire da P2 si traccia una retta parallela alla giacitura normale allasse x2, su cui
agisce lo stato tensionale corrispondente al punto P2, e si individua sempre lo
stesso polo P#. Unendo il polo con i punti I e II si individuano le giaciture su
cui agiscono rispettivanente le tensioni principali I e II (Fig. 1.13b).
Unendo il polo P# con il generico punto P della circonferenza di Mohr di
coordinate (nn, nm) si trova la direzione della giacitura su cui agiscono proprio
le componenti di tensione nn e nm (Fig. 1.14). In particolare, unendo il polo P#
con i punti della circonferenza di Mohr corrispondenti alla massima e minima
tensione tangenziale di coordinate (med, max) dove
med = |OC| =
11 + 22
+
= I II
2
2
Cap. I
25
II
P2
P
C
II
O
II
P1
Fig. 1.13. Individuazione del polo per le giaciture P #
e delle direzioni principali di tensione
si ottengono le giaciture ortogonali sulle quali si riscontra la tensione
tangenziale massima in modulo, pari al raggio R della circonferenza di Mohr.
Tali giaciture risultano inclinate di /4 rispetto alle giaciture principali. La
tensione normale su tali giaciture risulta pari alla tensione media med.
max
nm
O
P#
nm
P
II nn
max
C
med
m
max
m
Cap. I
26
1.5.1 Esempio 1
11 = 20 kN/cm2
12 = 8 kN/cm2
P2 = (6, 8)
C = (7, 0)
II = 8.26 kN/cm2
16
1
= 15.8
arctg
2
26
x2
22
P2
12
II 22
11
x1
P#
12
II
C
1
11
I
I
P1
I
II
Cap. I
27
Poich 11 > 22, il valore ricavato per corrisponde allangolo compreso tra
la giacitura normale allasse x1 e la giacitura su cui agisce la tensione principale
massima I, da prendere in senso antiorario, poich > 0. In Fig 1.15b
riportata anche la costruzione grafica basata sulla determinazione del polo P# per
le giaciture sulla circonferenza di Mohr.
1.5.2 Esempio 2
22 = 4 kN/cm2
12 = 5 kN/cm2
P1 = (1, 5)
P2 = (4,5)
R = 1.52 + 52 = 5.22
C = (2.5, 0)
I = 7.72 kN/cm2
P1
1
x2
22
I II
12
12
II
11
11
x1
P#
C
22
P2
II
Cap. I
28
10
1
arctg
= 36.65
2
3
Poich 11 < 22, il valore ricavato per corrisponde allangolo compreso tra
la giacitura normale allasse x1 e la giacitura su cui agisce la tensione principale
massima II, da prendere in senso antiorario.
x2
m
max
max
max
P1 = (11, 0)
P2 = (0, 0)
P2 = O
11
11
x1
P1=P
I
II = 0
max
P1 = (0, 12)
x2
P2=P
II
P2 = (0, 12)
12
12
C= O
II
x1
II
P1
Fig. 1.18. Stato di tensione tangenziale puro e circonferenza di Mohr
Cap. I
29
P1= P2 = C
I = II
x1
evidente che quanto detto per le giaciture la cui normale risulta ortogonale
alla tensione principale III pu ripetersi identicamente anche per le giaciture
ortogonali alle direzioni delle altre due tensioni principali I e II. Si giunge cos
al tracciamento di tre circonferenze principali di Mohr, che risultano
mutuamente tangenti (Fig. 1.20). Si pu anche constatare che, se le tensioni
principale vengono ordinate in modo che:
I > II > III
allora la tensione tangenziale massima presente sulle giaciture passanti per il
punto considerato corrisponde al raggio della circonferenza di Mohr esterna
(Fig. 1.20a), pari a:
III
(1.50)
max = I
2
possibile inoltre dimostrare che gli stati tensionali ammissibili (nn, nm), al
variare della giacitura, devono corrispondere a punti nel piano di Mohr
appartenenti alla regione compresa tra le tre circonferenze principali. Infatti, nel
sistema di riferimento principale il tensore degli sforzi ha rappresentazione
diagonale e quindi il vettore di tensione sulla generica giacitura di normale n =
(n1, n2, n3) risulta
Lezioni di scienza delle costruzioni, a.a. 2012-13
Cap. I
30
I
= 0
0
II
0
I n1
tn = n = II n2
III n3
n1
n = n2
n3
0
0
III
(1.51)
+ nn = | tn | = I n1 + II n2 + III n3
2
(1.53)
max
nm
nn
n
III
CIII
CII
nn II
CI
max
Fig. 1.20: Circonferenze principali di Mohr.
x
nm
tn
Cap. I
31
+ 22 + 33
+ II + III
1
tr = 11
= I
3
3
3
(1.54)
per cui m la media delle tre tensioni normali e quindi anche delle tensioni
principali. Inoltre, con
S = m I
(1.55)
si indica la parte deviatorica del tensore degli sforzi , che, in forma esplicita, si
pu scrivere:
11 m
S = 21
31
12
22 m
32
13
23
33 m
tr S = tr 3 m = 0
(1.56)
Dalla (1.55) segue che il tensore degli sforzi , come tutti i tensori del
secondo ordine, si pu decomporre additivamente in due parti, denominate
rispettivamente parte idrostatica e parte deviatorica di , cio:
= S + m I
con tr S = 0.
(1.57)
Cap. I
32