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G.

Plizzari

Giovanni Plizzari
Universit degli Studi di Brescia
plizzari@ing.unibs.it

La Teoria delle Lastre

G. Plizzari

Le lastre sono elementi bidimensionali caratterizzati dalla prevalenza di due dimensioni rispetto alla terza (generalmente indicata come
spessore) e soggetti a carichi agenti nel loro piano .
Caratteristica fondamentale di questi elementi un rapporto luce-altezza molto basso, con luci pari a 34 volte laltezza, a differenza
delle travi snelle per le quali tale rapporto compreso in un intervallo fra 15 e 20.

Le teorie elementari alla base della scienza delle costruzioni non si prestano a determinare le tensioni interne nei corpi non assimilabili a
una trave o a travi la cui forma si discosti troppo da quella prismatica. In questi casi i mezzi di indagine pi generali della teoria
dellelasticit sono in grado di affrontare ed, in molti casi, risolvere il problema.
Il problema elastico consiste sostanzialmente nella determinazione dello stato tensionale, delle deformazioni e degli spostamenti di
un solido costituito da un materiale elastico, vincolato su porzioni di superficie, soggetto sia a carichi esterni di volume che di superficie.

Un significativo contributo alla risoluzione del problema viene dato dalle caratteristiche dello specifico problema in esame che consente
la formulazione di particolari ipotesi, le quali, adeguatamente sfruttate, portano ad una soluzione analitica di facile raggiungimento.
La linearit delle equazioni che governano il problema, inoltre, consente lutilizzo del Principio di Sovrapposizione degli Effetti,
ovvero possibile considerare la risposta data da un mezzo elastico lineare come la somma delle singole risposte offerte dal materiale
sottoposto ad azioni individualmente applicate.

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Ipotesi per lapplicazione della teoria elastica al problema delle lastre


1. Materiale elastico lineare, omogeneo ed isotropo;
2. Spessore (s) costante e molto piccolo rispetto alle altre dimensioni
La geometria dellelemento bidimensionale analizzato consente di considerare i rapporti

tendenti a 1 dove con

si

indicano rispettivamente laltezza e la lunghezza della lastra e con s il suo spessore.


3. Superficie media piana;
4. Carichi di tipo distribuito e/o concentrato agenti nel piano medio;
5. Stato piano di sforzo
Costituisce lipotesi fondamentale per lo studio della teoria degli elementi strutturali bidimensionali ed diretta conseguenza delle
ipotesi fatte in precedenza, le quali permettono di considerare le lastre come degli elementi strutturali soggetti a stati piani di sforzo.
Sostanzialmente si assumono gli assi x,y nel piano medio e lasse z normale ad esso in modo da poter considerare un regime di
tensioni particolare che vede

= 0 sulle due facce della lastra.

Di conseguenza si pu ritenere che il medesimo regime tensionale valga anche nei piani interni paralleli, con un errore tanto minore
quanto pi piccolo lo spessore della trave. E quindi possibile affermare che la distribuzione delle tensioni

indipendente dallasse z.
6. Forze di massa nulle
E possibile considerare il peso proprio della lastra trascurabile, in quanto molto inferiore ai carichi esterni agenti su di essa; si
pongono quindi nulle le forze di massa nel sistema di riferimento Oxyz Fx = Fy = Fz = 0
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Equazioni indefinite di equilibrio


Le equazioni indefinite di equilibrio forniscono un legame differenziale tra le componenti del tensore degli sforzi e le forze di massa
agenti nellelemento strutturale; tale legame deve valere per ogni punto del mezzo e coinvolge anche le variazioni delle componenti di
sforzo tra due punti a distanza infinitesima.

EQUAZIONI GENERICHE

EQUAZIONI APPLICATE AL
PROBLEMA

=0

=0

=0

0=0

=0

(1)

=0

(2)

(3)

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Equazioni di legame costitutivo


Nelle ipotesi alla base della trattazione del problema delle lastre, attraverso la teoria dellelasticit, si introduce la condizione che il
legame costitutivo non dipenda dal sistema di riferimento. Definendo le costanti in ambito dinamico, possibile arrivare alla scrittura
delle equazioni di legame costitutivo in forma inversa, ovvero definire le deformazioni in funzione degli sforzi agenti nellelemento
strutturale.

EQUAZIONI GENERICHE

EQUAZIONI APPLICATE AL
PROBLEMA

(4)

(5)

= (

(6)

(7)

=0

(8)

=0

(9)

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Dalla relazione (4)si ottiene:

(10)

Dalla relazione (5):

=
=

(11)

( 1 )

(12)

(13)
(14)
(15)

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Equazioni di congruenza interna


Tale gruppo di equazioni indica le condizioni alle quali devono sottostare le deformazioni lineari

ed angolari

di modo che possa

essere ricavato, attraverso opportune integrazioni, un campo di spostamenti regolare.

EQUAZIONI APPLICATE AL

EQUAZIONI GENERICHE

PROBLEMA

(16)

=0

(17)

=0

(18)

0=0

(19)

0=0

(20)

=0

(21)

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Equazione biarmonica delle lastre


Il problema presenta sei incognite individuate dalle tre componenti di sforzo
;

. Sostituendo nelle equazioni di congruenza le deformazioni

e dalle tre componenti di deformazione

si ha:

(22)

= 2(1 + )

(23)

Derivando e sommando le equazioni indefinite di equilibrio (1) e (2) si ottiene:

(24)

= 2

Inoltre, sfruttando la linearit delloperatore derivata, possibile esplicitare la (24) come:

=2

+ 2

(25)

Sfruttando lipotesi di spessore piccolo e di non contrazione del materiale possibile combinare le equazioni (24) e (25):


+
y

=0

+ 2

+2

(26)

(27)

(28)
8

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(29)

=0

In conclusione si ottiene:

=0

Equazione di congruenza di Mitchell-Beltrami

(30)

E possibile scrivere la relazione nella forma compatta:

=0

Equazione risolvente delle lastre

(31)

Equazione differenziale a due variabili di tipo armonico in cui compaiono le derivate seconde degli sforzi lungo x ed y.

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Metodo di Airy per la risoluzione dellequazione delle lastre


Si consideri una funzione potenziale continua F(x;y), tale che:

F (x,y)

(32)

F (x,y)

(33)

F (x,y)

(34)

La funzione definita soddisfa le equazioni di equilibrio e di congruenza:

F (x,y)

+
F (x,y)

+2

F (x,y)

F (x,y)

F (x,y)

(35)

=0

(36)

=0

F (x,y)=0

Equazione di Airy

(37)

La relazione ottenuta attraverso lutilizzo delloperatore doppio di Laplace ( = ) viene definita anche come equazione bi-armonica
delle lastre o equazione di Airy. Questultima unequazione differenziale del quarto ordine alle derivate parziali esprimibile come una
certa combinazione lineare di funzioni armoniche.

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Funzioni di Airy di tipo polinomiale


Essendo lequazione di Airy di IV grado, essa risulta soddisfatta da un qualsiasi polinomio di grado inferiore al IV: tutti questi polinomi
sono biarmonici e soluzione di un particolare problema piano negli sforzi (e nelle deformazioni avendo posto per ipotesi

= 0).

Caso con polinomio di secondo grado

La pi semplice espressione associabile ad F che comporta degli sforzi non nulli, la funzione polinomiale di secondo grado, che risulta
biarmonica per qualunque valore delle costanti

F(x,y)=

:
Funzione di Airy

(38)

Applicando le relazioni (32), (33) e (34) allo specifico caso del polinomio di secondo grado si ottengono delle soluzioni dipendenti da
costanti:

F (x,y)

F (x,y)

=2

(39)

=2

(40)

F (x,y)

(41)

Si osservi che la funzione di Airy descritta in questo modo, rappresenta uno stato di sforzo costante nella lastra, coincidente con gli
sforzi lungo il contorno.
Applicando le condizioni al contorno sui bordi della lastra si ottengono i seguenti valori:
- Condizione al contorno corrispondente a

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Permette di ricavare la relazione che indica il valore del carico normale al bordo parallelo allasse x:

=2

(42)

- Condizione al contorno corrispondente a

Permette di ricavare la relazione che indica il valore del carico normale al bordo parallelo allasse y:

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=2

(43)

Analogamente possibile ricavare le componenti tangenziali ai bordi:

- Condizione al contorno corrispondente a

(44)

- Condizione al contorno corrispondente a

(45)

Essendo le forze di massa nulle e le tensioni costanti indipendenti dal punto considerato, per soddisfare le condizioni al contorno, sui
lati della lastra dovranno agire le forze normali

e le forze tangenziali

In questo modo la condizione di congruenza rispettata la soluzione risulta essere esatta.


Caso con polinomio di terzo grado
Si consideri ora, per la funzione di sforzo, lespressione cubica che soddisfa lequazione biarmonica per ogni valore delle costanti.
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F(x,y)=

Funzione di Airy

(46)

Applicando le relazioni (39) (40) (41) al nuovo problema si ottiene:

F (x,y)

F (x,y)

=2

+6

(47)

=6

+2

(48)

F (x,y)

= 2(

(49)

Si riconoscono nelle (47) (48) e (49) quattro casi indipendenti ognuno associato ad una costante.
- Imponendo

=6

= 0 si ottiene:

=0

(50)

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- Per

=0

= 0 si ha invece:

=2

= 2

(51)

I restanti due casi comportano solamente uno scambio tra gli assi x ed y.
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Polinomi di grado superiore al terzo


Come premesso, in questi casi la funzione F(x;y) non automaticamente soddisfatta perci necessario imporre la congruenza che
genera relazioni fra i coefficienti del polinomio.
Per esempio nel caso di polinomio di IV grado:

F(x,y)=

+
+

+
F (x,y)=

(52)

+
+2

=0

(53)

24 +24 +24 =0

(54)

3 +3 +3 =0

(55)

Lequazione (37) rappresenta la condizione necessaria affinch il polinomio di IV grado sia armonico.

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Funzioni di Airy con sviluppi in serie


Le soluzioni con sviluppi in serie si prestano a risolvere casi in cui si hanno carichi posti a distanze regolari e che possono essere definiti
periodici.
Considerando un elemento bidimensionale sottoposto a carichi periodici applicati sul bordo, possibile individuarne una
rappresentazione matematica significativa.

Si ipotizza di associare il carico sollecitante ad una funzione periodica, ovvero ad una funzione che assuma dei valori che si ripetano
esattamente ad intervalli regolari; introducendo poi una serie di Fourier, che consiste nella rappresentazione di una funzione periodica
mediante una somma di funzioni armoniche, si giunge ad una schematizzazione matematica del problema in esame.
La serie di Fourier in forma trigonometrica che descrive il carico in figura della forma:

p(x)=

(56)
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Il carico p(x) rappresentato come somma di funzioni armoniche le quali aumentando in numero migliorano lapprossimazione del
carico in questione. Dalla figura seguente si osserva come la prima funzione armonica sovrastimi o sottostimi il carico in molte punti,
ma ben visibile come gi la seconda armonica compensi gli eccessi o i difetti della precedente.

Si pu quindi osservare che seppur utilizzando due sole armoniche possibile ottenere una buona approssimazione di funzioni senza
discontinuit; le funzioni con discontinuit richiedono un maggior numero di armoniche in particolare nelle zone di discontinuit.
Il calcolo dei coefficienti sviluppato sfruttando le propriet di ortogonalit delle funzioni armoniche:
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- PROPRIETA 1.
a

=0

Se

(57)

=a

Se

(58)

- PROPRIETA 2.
a

Sfruttando la relazione (58), moltiplicandola per cos (


a

) ed integrandola si ottiene:

) ( )

(59)

Si osserva il verificarsi di tre casi distinti in funzione dei valori assunti da m e n.


1

- CASO 1 se

=0

=0

(60)

- CASO 2 se

- CASO 3 se

=a

da cui

1
=
a

( )

(61)

=0

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)=0

ed essendo

=0

quindi

1
2a

=0

(62)

( )

(63)

a
a

Verifica grafica della composizione tra armoniche differenti


Si consideri il CASO 1 con m 1 e m n:
a
a

(64)

=0

In figura rappresentata la prima armonica caratterizzata da

Di seguito rappresentata la seconda armonica caratterizzata da

con n = 1

con m = 2
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In figura rappresentata larmonica risultante dalla composizione delle precedenti caratterizzata da

con n = 1 ed m

= 2.

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Lastra infinitamente alta e lunga


Si ipotizzi una lastra infinitamente alta e lunga a cui si applica il metodo degli sviluppi in serie di Fourier.

E possibile scrivere il carico nella forma:

p(x)=

dove

(65)

La soluzione sar espressa in funzione di x ed y e la funzione di Airy facendo riferimento ad una delle n armoniche sar scritta come:

F(x,y)=

( )

Il carico periodico identificato da cos( x) e da una componente smorzante

(66)
( ) dovuta al fatto che allontanandosi dalla zona di

applicazione dello stesso il suo effetto si smorza.


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Andamento degli sforzi nellesempio di lastra con carico appeso


Per il caso di carico appeso si ottiene lo stato di sforzo mostrato:

Lo sforzo

ha un andamento non lineare e, passando dalla zona di appoggio a quella di mezzeria, subisce uninversione di segno.
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Le

sono nulle a met campata e lungo la mezzeria del pilastro. Pi schematicamente possibile suddividere le zone sollecitate da

stati di sforzo differenti secondo la figura:

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Andamento delle isostatiche con carico appeso

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Andamento delle isostatiche con carico dallalto

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