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Citazioni bibliografiche
secondo il Chicago manual of style
(e con appunti da Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco)
di Francesco Dell'Orso
Sommario
1 : Introduzione
2 : Informatizzare gli stili di citazione
3 : Chicago manual of style
3.1 : Premessa
3.2 : Lingua e numeri
3.3 : Stile generale delle note a pi di pagina o in fondo a capitolo, parte, volume
4 : Sistema ChicagoB "autore-data"
4.1 : Citazione nel testo
4.2 : Lista finale dei riferimenti bibliografici
5 : Sistema ChicagoA "citazione in nota e in bibliografia"
5.1 : Avvertenza per le sequenze
5.2 : Citazione nelle note al testo
5.3 : Citazione nella bibliografia
5.4 : Libri (monografie)
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5.4.1 : Autore ; 5.4.2 : Ente come autore ; 5.4.3 : Titolo e sottotitolo ; 5.4.4 : Titolo tradotto ; 5.4.5 : Edizione ; 5.4.6 : Titolo di serie
; 5.4.7 : Pubblicazione ; 5.4.8 : Pagine ; 5.4.9 : Note
5.5 : Parti, capitoli, relazioni, saggi, contributi all'interno di un documento ospite (atti di convegni e
miscellanee incluse)
5.6 : Pubblicazioni in pi volumi
5.7 : Esempi di varie combinazioni autore, curatore, titolo
5.8 : Articoli
5.9 : Classici, repertori, opere di consultazione
5.10 : Documenti non a stampa o non pubblicati: microforme, tesi, comunicazioni a convegni...
5.11 : Recensioni (reviews)
5.12 : Citazioni indirette, da fonte secondaria
6 : Bibliografia finale
6.1 : Ordinamento interno
7 : Umberto Eco: Come si fa una tesi di laurea
8 : Osservazione sulla indicazione dell'edizione
9 : Glossario
10 : Abbreviazioni
Note al testo
1 : Introduzione
Redigendo bibliografie per libri, articoli, programmi di esame, seminari, tesi, letture consigliate, ricerche
in corso etc. etc. si seguiranno criteri, talora dettati dallo stesso autore, talaltra dalla casa editrice o da
societ scientifiche, oppure si aderir a standard comunemente accettati nell'area disciplinare di
riferimento. Non comune che questi criteri di riferimento siano uguali per tutti.
Nelle note che seguono si illustrano le modalit di descrizione degli elementi componenti una citazione
bibliografica dettate da uno standard di riferimento di livello mondiale: il Chicago Manual of Style della
University of Chicago Press e da Umberto Eco nel suo Come si fa una tesi di laurea [1]. Si tratta dunque
palesemente di riferimenti ben diversi fra loro, per pi di una caratteristica, e comunque accomunati dal
fatto sostanziale che entrambi -- tra altre -- fanno una stessa cosa: citano per un pubblico che, per
professione o interesse primario, ha a che fare con documenti scritti e danno indicazioni in merito.
Si preferito qui astenersi da varie possibilit: (a) tradurre per intero uno standard, (b) presentare standard
usati per i cataloghi di biblioteca, (c) assumerne uno di dimensioni locali o individuali, (d) redigerne uno
proprio, ex-novo o dal collage di altri esistenti. Questi appunti volutamente mostrano soprattutto un assetto
gi raggiunto ed utilizzato e non lo sostituiscono o scavalcano. Si cercato di fornire uno strumento
diretto soprattutto agli studenti: (1) in italiano, (2) appoggiato a uno standard autorevole, (3) gratuito, (4)
breve [2], (5) comprensivo di una casistica abbastanza ampia, (6) con schematizzazioni, sintesi e note non
fornite dall'originale.
Maggiore estensione ed analisi sono state dedicate al CMS, perch non tradotto in italiano, ha lunga e
consolidata tradizione, di riconosciuta autorevolezza e ha diffusione mondiale. Le indicazioni contenute
nel testo di Eco, facilmente reperibile in commercio in edizione economica, sono state qui molto
schematizzate ed usate soprattutto per presentare e mostrare sequenze e stili: sono state omesse le
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spiegazioni e le giustificazioni dell'autore, a cui dunque converr rifarsi. Le indicazioni di Eco vanno
anzitutto lette all'interno dei limiti che definiscono la natura delle stesse: meditate e fornite in vista di un
lavoro di tesi, tenendo anche conto che non tutte le tesi sono uguali e dunque non tutte richiedono le stesse
modalit di studio, di compulsazione e di citazione delle fonti.
Anche questi assetti normativi per le citazioni sono delle convenzioni, importanti e superabili in quanto
tali. Creare delle convenzioni in proprio sembra perlopi la soluzione migliore, all'inizio: immediata,
semplice, adeguata alle esigenze, economica; svilupparle poi e seguirle fino in fondo altera profondamente
quella convinzione iniziale: provare per credere non n un consiglio n una provocazione che mi va di
offrire. Si ricordi comunque che strumenti simili, come gli standard per le citazioni bibliografiche, sono il
risultato cui pervengono associazioni scientifiche, case editrici, organismi professionali, esperti del settore,
dopo anni di lavoro di elaborazione e redazione, riunioni, documenti provvisori e votazioni.
Si presentano cos solo due convenzioni, fra le centinaia che ne esistono, con delle esemplificazioni, anche
con l'intento di mostrare che quasi nulla facile, n immediato, n risolvibile in un'unica maniera: su tutto
si pu discutere e si deve decidere, dopodich l'uso di un programma software per microelaboratori, usato
accortamente, pu aiutare il lavoro che ne discende.
Vari degli esempi dati qui di seguito sono, almeno in parte, di fantasia.
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3.1 : Premessa
In generale le citazioni di opere, pubblicazioni, documenti non pubblicati etc., fatte all'interno di un testo
dovrebbero servire a mettere il lettore in condizione di ritrovare l'opera nei cataloghi di biblioteca e,
quando il caso, nelle bibliografie nazionali.
Anche il CMS riconosce che in vigore pi di un sistema di citazione per i riferimenti bibliografici, sia nel
testo che, corrispondentemente, nella bibliografia finale; ne individua due principali e li propone come
standard:
Sistema A: "nota e bibliografia": tradizionalmente seguito nel settore umanistico e noto come
"ChicagoA". In esso le citazioni nel testo vengono date in nota (a pi di pagina o a fine testo, ossia fine
capitolo o parte -- UCP preferisce, per economia, quelle a fine testo), in fondo al lavoro segue la
bibliografia. Quindi nel testo, in nota, si avr:
15. George Eliot, Middlemarch, Norton Critical Editions (New York: W. W. Norton, 1977).
e nella bibliografia si avr:
Eliot, George. Middlemarch. Norton Critical Editions. New York: W. W. Norton, 1977.
Sistema B: "citazione dentro al testo: autore-data e lista finale dei riferimenti (bibliografia)":
tradizionalmente seguito nel settore delle scienze pure ed applicate e sempre pi in quelle sociali ed anche,
progressivamente, nel settore umanistico e noto come "ChicagoB". La citazione viene data come
"author-date text citation" nel testo e non in nota, in fondo al lavoro segue la lista completa dei riferimenti
bibliografici; quindi nel testo si avr:
(Eliot 1977)
e nella lista finale:
Eliot, George. 1977. Middlemarch. Norton Critical Editions. New York: W. W. Norton.
Un altro diffuso sistema consiste nell'inserire all'interno del testo un riferimento numerico (ad es. [1],
[3-4]), che rimanda ad una lista finale, questa pu essere in ordine alfabetico oppure in ordine di
apparizione nel documento: UCP vi ravvisa lo svantaggio per cui ogni alterazione scardina la sequenza.
Quali le maggiori differenze fra i due sistemi prescelti? Il sistema A quello che stato tradizionalmente
pi in uso finora, mentre il B quello che sta guadagnando terreno. Con l'A, e usando le note a pi di
pagina, si vede subito, l dove si sta leggendo, il riferimento bibliografico: non c' bisogno di andare in
fondo al testo. Ogni citazione ripetuta, a gradi diversi di completezza, almeno due volte in un testo. La
forma generale della citazione comunemente usata, anche in contesti diversi: leggibile da s secondo
canoni correnti. Il B alleggerisce notevolmente il testo, non ci sono citazioni in nota, la citazione fatta
una sola volta, leggendo si d un riferimento all'opera che, agli addetti ai lavori, dovrebbe risultare
perlopi perspicuo [3].
Quali le differenze di stile nell'arrangiare pi o meno gli stessi dati? In generale, nello A il prenome
(Monique), di un nome personale (Monique Streiff), dato per esteso e nel B perlopi solo l'iniziale (M.);
la data segue l'editore di un libro o il volume di un periodico, nel B la data segue subito il nome e con esso
costituisce la chiave di identificazione e di ordinamento nella lista bibliografica finale; i titoli in inglese
nello A hanno tutte le parole in iniziali maiuscole (headline capitalization style, cfr. 5.4.3) mentre nel B va
in maiuscolo solo l'inizio di un elemento come nome, titolo, luogo... (sentence capitalization style). Nel B
si omette spesso il sottotitolo (se non perfino l'intero titolo della parte: articolo, capitolo). Nello A gli
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articoli di riviste e parti di libri vanno fra virgolette, nel B no. Il B tende a favorire l'abbreviazione di nomi
di editori e di riviste.
Le indicazioni che occuperanno la parte principale di questi appunti saranno quelle relative alla redazione
di citazioni per la bibliografia finale, col sistema di richiamo nelle note al testo detto "ChicagoA", e non
"autore-data" "ChicagoB", ma la differenza si riduce sostanzialmente solo alla posizione della data che nel
ChicagoB segue subito l'autore e non viene pi ripetuta. Queste prescrizioni costituiscono il nerbo di tutte
le altre, che ne sono derivabili tenendo presenti le distinzioni comparative sopra indicate ed ancora
richiamate in seguito.
Inizialmente, comunque, viene data un'illustrazione proprio del ChicagoB.
3.3 : Stile generale delle note a pi di pagina o in fondo a capitolo, parte, volume
Le note a figure, schemi e tabelle dovrebbero avere ciascuna distinta numerazione rispetto a quelle al
testo.
La numerazione delle note -- a pi di pagina o fine testo -- non ricomincia ad ogni pagina (come ammesso
in passato da UCP), ma ad ogni capitolo.
La posizione della chiamata di una nota non mai dentro ad una frase, n in esergo, ad es. legata al titolo
(la si potrebbe rendere con una nota non numerata iniziale). Quindi l'esponente della nota sta di norma
dopo ogni interpunzione:
"...intensive."2
.)3
N sono ammesse due note appiccicate, es.: 14-15, che andranno piuttosto fuse in una sola. invece
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possibile fare consistere una nota esclusivamente del riferimento ad un'altra, es.:
16. Cfr. nota 7.
Un passo citato in nota verr posto fra virgolette e seguito dalla citazione bibliografica del documento che
lo contiene.
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Riferimento alla pagina, viene indicato il numero della pagina senza "p." o "pp." n i due punti ":"
-- usati in altri stili e qui riservati a separare, quando il caso, l'indicazione del volume dal riferimento
alla/e pagina/e. Sezioni, note, appendici et sim. vanno indicati, es.:
(Blindsworth 1987, 125)
(Foley 1955, 23, 43, 46-51)
(Foley 1955, app. A)
(McAndrew 1989, 246 n. 4)
(Wazinski 1989, 3.114)
(Garca 1987, 2:168, 3:119-23)
(Garca 1987, vol. 2)
Un richiamo pu contenere pi riferimenti, separati da punto e virgola.
All'interno dello stesso paragrafo di testo pi richiami allo stesso autore vanno ridotti ad uno, in una sola
coppia di parentesi dunque, e gli elementi identici non vengono ripetuti. Pertanto: se l'autore lo stesso,
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ma cambiano le date, il nome non si ripete e la virgola separa gli anni; se l'opera la medesima, ma
cambiano le pagine, il primo riferimento interno allo stesso richiamo ha autore, data e pagine, i successivi
solo le pagine.
Pi entrate nello stesso anno reclamano un distintivo, nella forma di un esponente alfabetico attaccato alla
data:
(Light 1972; Light e Wong 1975)
(Garca 1987, 1989)
(Garca 1987, 45-49; 1989, 105)
(Garca 1987, 45-49, 53)
(Knight e Belinsky 1987a, 1987b)
(Keller 1896a, 1896b, 1907)
anche:
(Keller 1896a,b, 1907)
Si dnno casi in cui parte della o tutta la citazione viene assorbita nel testo in quanto il suo contenuto ne
parte integrante. Quanto assorbito (in genere, come nell'esempio, i nomi degli autori) non va pi fra
parentesi, l'eventuale residuo (nell'esempio, la data) s:
Jones e Carter (1980) riferiscono scoperte che io sostengo gi presenti in altri
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Con "Parte" si intende l'indicazione della designazione della parte: capitolo, sezione, parte, tomo, volume
e sua numerazione, seguita da eventuale titolo come accade spesso con le pubblicazioni in pi volumi (il
titolo sar il generale o il particolare a seconda, rispettivamente, che la citazione sia incentrata sul
particolare o sul generale).
Per "documento ospite" cfr. il Glossario in fine.
Per un'illustrazione dettagliata delle sequenze e degli elementi da descrivere, soprattutto nella bibliografia
finale, si cfr. 5.4, 5.5, 5.6, 5.8, 5.9, 5.10, 5.11, piuttosto che 5.2, decisamente pi sommario.
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parsimonia, solo dopo un'indicazione puntuale e comprensiva di una sezione; nel caso di reprint (ristampe
facsimilari, cfr. 5.4.5 e 5.4.7), il riferimento alle pagine deve indicare se si riferisce al reprint o all'edizione
originale:
29. Michael David, Toward Honesty in Public Relations, (Chicago: Candor Publications,
1968. Reprint, New York: B. Y. Jove, 1990), 134-56 (le pagine indicate sono quelle
dell'edizione reprint).
Per le successive citazioni si usa una forma abbreviata (shortened) ancora in nota (ma l'elenco
bibliografico finale presenter comunque la forma pi completa). Se c' l'elenco finale completo ordinato
alfabeticamente per nome di autore, anche la prima citazione in nota pu essere abbreviata.
Il nome dell'autore si riduce al cognome -- a meno che le iniziali non servano a disambiguare omonimi;
indicazioni del tipo di contributo intellettuale come "cur." "comp." "trad." scompaiono; se gli autori sono
pi di 3 si d, anche qui, il primo seguito dall'abbreviazione et al. (o "e altri" in corsivo).
I titoli si abbreviano, ma non se sono composti di meno di 5 parole, si omettono articoli iniziali, si pu
abbreviare anche non alla prima parola, ma a quella/e considerata chiave:
"A Brief Account of the Reconstruction of Aristotle's Protrepticus"
diventa:
"Aristotle's Protrepticus" o Aristotele, Protrepticus
The Culture of Ancient Egypt
diventa:
Ancient Egypt
Health Progress in the United States
diventa:
Health Progress
Se si fa riferimento ad un articolo o recensione o ad un capitolo o parte di un volume con un suo titolo,
nella citazione abbreviata si riporter solo detto riferimento, fra virgolette, senza il titolo del volume o del
periodico, es.:
prima citazione:
5. J. H. Hexter, "The Loom of Language and the Fabric of Imperatives: The Case of Il
Principe and Utopia," American Historical Review 69(1964): 945-68.
citazione successiva abbreviata:
15. Hexter, "Loom of Language," 948, 950.
Utilizzare un'abbreviazione standard in luogo di un titolo (es. Info. Log.), diverso rispetto ad abbreviarlo
in termini di lunghezza, partendo dall'inizio. L'abbreviazione pu essere coniata da chi scrive
(generalmente non per i classici et sim.) in sigla, con parole tronche etc., con una discreta libert. Va
comunque introdotta dopo la prima citazione completa dell'opera:
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2. Ralph H. Johnson e J. Anthony Blair, cur. New Essays in Informal Logic, (Windsor,
Ontario: 1994), (da qui in poi citato come: Info. Log.).
"Op. cit." e "Loc. cit." sono da evitare, preferendo la forma abbreviata del riferimento. Ibidem
consentito, ma non composto con autore etc., bens unicamente per rifarsi alla nota precedente che resta
invariata, tranne la paginazione, se il caso [6]:
Ibid., 314.
Ibid.
ma se ci desse luogo ad una ghirlanda di Ibid. -- magari col riferimento in chiaro indicato alcune pagine
prima -- sarebbe preferibile dare discorsivamente, nel testo, e non in nota, le indicazioni delle pagine.
5.4.1 : Autore
Nome dell'autore: siccome il cognome funge da prima chiave di ordinamento alfabetico, la forma
invertita ("Cognome, Nome") e chiusa da punto:
Annas, Julia. The Modes of Scepticism. Cambridge, Mass.: Cambridge University Press, 1985.
Per decidere la forma dei nomi, in lingua originale o italianizzata -- es. autori classici, rinascimentali etc. -trattamento dei prefissi nelle varie lingue, scelta di un nome quando ci sono varie forme -- pre/post
matrimonio, pseudonimi etc. -- i bibliotecari italiani dispongono di direttive analitiche e prescrittive nelle
Regole italiane di catalogazione per autori, note anche come RICA [7]. Negli altri paesi esistono analoghi
codici di regole.
Se c' pi di un autore e meno di quattro, quelli successivi al primo sono scritti nella forma "nome
cognome", con la congiunzione coordinata in lingua di redazione, preceduta da virgola:
Biro, John, e Peter Kotatko, cur. Sense and Reference One Hundred Years Later. Dordrecht e
Boston: Kluwer Academic Publishers, 1995.
Se ci sono pi di tre autori, si possono citare tutti -- la forma preferita, mentre in nota si abbrevia
necessariamente -- oppure solo il primo seguito da "et al." o "e altri", non in corsivo:
Ketchum, Wanda, e altri. Battering Husbands, Cornered Wives. Cincinnati: Justice and
Daughters, 1990.
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Si usano le maiuscole nei titoli inglesi, secondo lo stile detto "headline capitalization style", ossia per tutte
le parole, tranne: articoli; preposizioni; congiunzioni coordinate... [9], a meno che non siano la prima o
l'ultima parola del titolo o del sottotitolo.
Per titoli non in inglese l'uso delle maiuscole si conforma a quello della lingua del caso.
Il sottotitolo viene separato dal titolo con "due punti spazio" ": "
Skating on Thin Ice: A Study of Honesty in Political Campaigning
Quando un'introduzione et sim., non dell'autore, viene segnalata (perlopi vengono omesse), essa segue
normalmente il titolo:
Hammarskjold, Dag. Markings. Prefazione di W. H. Auden. New York: Knopf, 1964
Se invece l'introduzione, prefazione et sim., costituisce l'oggetto principale della citazione, va indicata per
prima, come se fosse il titolo, non in corsivo e in forma standardizzata nella lingua di redazione del
saggio:
Jacobs, James B. Introduzione a Drunk Driving: An American Dilemma. Chicago: University
of Chicago Press, 1989
In questo esempio l'autore dell'introduzione anche autore dell'opera complessiva (che per avrebbe
potuto essere anonima).
5.4.5 : Edizione
Normalmente nella citazione si descrive l'edizione che si ha in mano e si riportano le indicazioni (numeri,
locuzioni di aggiunta, revisione etc.) che eventualmente designano la particolare edizione. Tuttavia
l'indicazione di "prima edizione" viene comunemente omessa, e le reimpressioni inalterate, ossia ristampe
non facsimilari (cfr. Glossario) vengono ignorate. Ogni indicazione di edizione abbreviata e
normalmente standardizzata e tradotta nella lingua di redazione:
Oaklander, Nathan L., e Quentin Smith, cur. The New Theory of Time. Ed. riv. New Haven;
London: Yale University Press, 1994.
I reprint sono considerati distintamente, verosimilmente come riproduzioni facsimilari (sono dunque altra
cosa dalle edizioni successive e dalle ristampe in formato tascabile, in altra collana o comunque dalla
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ristampa inalterata). Sono distinti quelli di "libri molto vecchi" da quelli di "libri pi recenti" (sic). Per i
primi la data dell'edizione riprodotta viene data dopo il titolo, preceduta e seguita da un punto e dal
termine standard "Reprint" -- con eventuali indicazioni di novit -- poi separato, solo da virgola, dai dati di
pubblicazione:
Schweitzer, Albert. J. S. Bach. 1911. Reprint, New York: Dover Publications, 1966.
Small, Robert. An Account of the Astronomical Discoveries of Kepler. 1804. Reprint, con una
prefazione di William D. Stahlman, Madison: University of Wisconsin Press, 1963
Per i reprint di edizioni pi recenti si preferisce citare l'originale e descrivere in nota la nuova edizione
facsimilare, cfr. 5.4.7 e, per un caso diverso, 5.2.
5.4.7 : Pubblicazione
I dati relativi alla pubblicazione consistono di: luogo, nome dell'editore, data di pubblicazione:
Boston: Revere Publications, 1991.
Si osservi la punteggiatura standard fra gli elementi:
luogo: editore, data.
Anche solo "luogo e data" sono accettati, es.:
Chicago, 1968.
Anche solo la data accettata, es.:
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1997.
Anzi, entrambe queste forme brevi sono preferite per edizioni di secoli passati.
Luogo: il luogo non il luogo di stampa, ma di edizione. Uno solo pu bastare. Quando esiste, viene usata
la versione nella propria lingua (qui italianizzata) del nome di luogo, es.:
Vienna Colonia Monaco Parigi Londra.
Mentre ci non vale mai per il nome dell'editore. "S.l." per "sine loco" (senza luogo) ammesso. Si
disambiguano nomi usati in pi luoghi. Due luoghi per lo stesso editore si possono indicare:
S.l.: Evanescent Press
[Roma]: Laterza, 1978
(parentesi quadre per luogo desunto da fonte esterna)
Cambridge, Mass.
Chicago e Londra
Editore: ammesso anche l'editore non certo, sempre fra parentesi quadre; in assenza di indicazione di
editore si d l'abbreviazione "s.e." (senza editore) o "s.n." (sine nomine):
[Evanescent Press?]
Cleveland: s.n., 1889
ammesso registrare due luoghi e due editori, con questa punteggiatura:
Luogo: Editore; Luogo: Editore, data
Data: generalmente si d la data dell'edizione in mano; si ignorano quelle delle mere ristampe,
reimpressioni, inalterate. Come gi mostrato illustrando l'indicazione di edizione, nel caso di reprint di
edizioni "vecchie" la data dell'edizione originale segue il titolo e precede l'indicazione standard "Reprint",
prima dei dati della pubblicazione:
Schweitzer, Albert. J. S. Bach. 1911. Reprint, New York: Dover Publications, 1966.
Altro trattamento previsto per reprint di edizioni pi recenti, dove si pu descrivere in primo luogo
l'originale e poi l'edizione reprint.
"s.d." per "senza data" accettato, cos come una data desunta da fonte esterna fra [], es.: [1846] e una
data incerta anche con il punto interrogativo, es.: [1846?]. Per opere che sono in corso di stampa, la data
viene rimpiazzata dalla dicitura "in corso di stampa", luogo ed editore si indicano se noti, altrimenti sono
omessi senz'altro:
Burton, John. A Deadline to Remember. S.l., s.d.
Mitchell, Viola. The Historian as Prophet. Chicago: Blackstone Publishers, in corso di
stampa.
Reprint: le edizioni reprint, facsimilari, di edizioni stimate comunque recenti vengono indicate solo nella
zona delle note, la citazione quindi incentrata sull'originale e i dati di pubblicazione vengono registrati
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5.4.8 : Pagine
Nella bibliografia normalmente non si d indicazione delle pagine dei volumi interi.
5.4.9 Note
Una cosiddetta zona delle note [10] segue le altre e chiude la descrizione, ospitando dati di vario tipo che
appunto non trovano collocazione nelle altre zone.
Traduzioni, precedenti edizioni
Se si danno come citazione primaria gli estremi della traduzione, allora nella zona delle note della
citazione si registrano i dati relativi all'"originariamente pubblicato come":
... Ediz. orig. col tit. L'criture et la diffrence (Paris: Editions du Seuil, 1967).
Ogilvy, David. "The Creative Chef." In The Creative Organization, a cura di Gary A. Steiner,
199-213. Chicago: University of Chicago Press, 1965. Gi pubbl. in North American Political
Review 18 (1988):627-42.
Wallowitz, Kazimir. "The Series Paintings of Monet." In Claude Monet and Light: New
Perspectives, a cura di Wallingford Moribundi. Boston: Teztel and Schumacher, 1989. Ediz.
orig. in Kazimir Wallowitz, Varieties of Impressionism (Boston: Revere Publications, 1987).
Si osservi che i dati della pubblicazione -- cfr. 5.4.7 -- sono inclusi fra parentesi "( )" perch, essendo
questa la zona delle note, segue lo stile della citazione in nota -- cfr. 5.2 --, anche se all'interno della
bibliografia finale.
Se invece si indica solo l'originale nella citazione, allora si d notizia della traduzione come annotazione
finale:
Derrida, Jacques. L'criture et la diffrence. Paris: Editions du Seuil, 1967. Tradotto da Alan
Bass col tit. Writing and Difference (Chicago: University of Chicago Press, 1978).
5.5 : Parti, capitoli, relazioni, saggi, contributi all'interno di un documento ospite (atti
di convegni e miscellanee incluse)
Per una descrizione degli elementi qui non trattati valgono le indicazioni gi fornite per i libri in 5.4.
Si dice "documento ospite" un documento che ne contiene un altro come sua parte; la parte nei casi qui
considerati ha un suo titolo distintivo, non generico (introduzione, capitolo et sim., per cui cfr. 5.4.3). la
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parte che viene citata direttamente: una rivista contiene un articolo, una monografia contiene un capitolo,
una sezione etc., una miscellanea contiene un contributo. La descrizione comincer rispettivamente con
l'articolo, il capitolo, il contributo.
Sequenza:
Autore. "Titolo: Sottotitolo" (Titolo tradotto). Indic. della parte In Titolo documento ospite,
Curatore. Reprint/Edizione. Titolo di serie, curatore, numero. Paginazione. Luogo: editore,
data. [Note].
I titoli non vanno in corsivo, ma fra virgolette e seguiti da "In" (notare l'iniziale maiuscola e vedi sotto per
l'indicazione della parte e la lettera minuscola), es.:
"La Via Flaminia." In
Il titolo particolare per va in corsivo se si tratta di un'opera con suo titolo autonomo, quantomeno di
"un'entit testuale a s e non una parte":
Nietzsche, Friedrich. The Case Wagner. In The Birth of Tragedy and The Case Wagner,
tradotto da Walter Kaufmann. New York: Vintage Books, 1967.
Il titolo della parte pu essere seguito dalla sua designazione di capitolo, parte etc.: "Cap." "Pt.", allora
"in" sar minuscolo:
Thomson, Virgil. "Cage and the Collage of Noises." Cap. 8 in American Music since 1910.
New York: Holt, Rinehart, and Winston, 1971.
Se il documento ospite ha un curatore, il nome di questo segue, dopo una virgola, il titolo del documento
ospite con il ruolo del curatore prima del nome:
Kaiser, Ernest. "The Literature of Harlem." In Harlem: A Community in Transition, a cura di
J. H. Clarke. New York: Citadel Press, 1964.
Se si vuole dare nella bibliografia l'indicazione complessiva della paginazione della parte, capitolo et sim.
-- CMS ritiene che l'indice del volume sia sufficiente ad individuare le parti -- la si pone prima dei dati
della pubblicazione:
Ogilvy, David. "The Creative Chef." In The Creative Organization, a cura di Gary A. Steiner,
199-213. Chicago: University of Chicago Press, 1965.
Come parti di libro si trattano anche gli scritti contenuti in atti di convegno pubblicati:
Spadoni Cerroni, Maria Carla. "Bibliografia sull'Umbria antica (1975-1995)." In Assisi e gli
Umbri nell'antichit: Atti del Convegno internazionale, Assisi 18-21 dicembre 1991, a cura di
Giorgio Bonamente e Filippo Coarelli, 603-655. Assisi: Societ editrice Minerva, 1996.
Per l'abbreviazione delle cifre il CMS d indicazioni che si possono esemplificare come segue:
5-17, 32-38, 100-107, 105-9, 132-38, 121-53, 1113-21.
Indicazione del documento ospite
Le situazioni che seguono non sono sufficientemente esplicitate, a mio avviso, nel CMS e corredate di
prescrizioni, tuttavia penso si possano ricavare dagli esempi dati, dal contesto e dal confronto di altri
standard.
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Farmwinkle, William. Humor of the American Midwest. Vol. 2 di Survey of American Humor.
Boston: Plenum Press, 1983.
oppure:
Farmwinkle, William. Survey of American Humor. Vol. 2, Humor of the American Midwest.
Boston: Plenum Press, 1983.
Ray, Gordon N., cur. An Introduction to Literature. Vol. 2, The Nature of Drama, di Hubert
Hefner. Boston: Houghton Mifflin, 1959.
oppure:
Hefner, Hubert. The Nature of Drama. Vol. 2 di An Introduction to Literature, a cura di
Gordon N. Ray. Boston: Houghton Mifflin, 1959.
Il curatore di un singolo volume di opera in pi volumi preceduto da virgola e non da punto.
Citando un singolo volume senza titolo particolare, viene dato solo il titolo generale con l'indicazione
numerica del particolare, omettendo l'indicazione complessiva del numero dei volumi:
Banicek, Edward. A History of Indonesia. Vol. 2. Philadelphia: Ross and Kittredge, 1988.
Il titolo di serie pu essere dato, dopo il numero del volume:
Mummerstone, Broderick. An Introduction to Inca Sports and Rituals. Vol. 1. Ancient
American Culture series. Houston: H. D. Dobbs, 1990.
La citazione di parte di un'opera in pi volumi segue le regole della citazioni delle parti, cfr. 5.5. La data
del volume particolare non viene generalmente indicata. La paginazione particolare normalmente viene
data solo nelle citazioni in nota e non nella bibliografia, ma in tal caso essa l'ultimo elemento:
Banicek, Edward. "Pakistanian Independence." In A History of India, Vol. 2:237-39.
Philadelphia: Ross and Kittredge, 1988.
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- Harris, Mark. Introduzione a With the Procession, di Henry B. Fuller... -> autore di
contributo subordinato e titolo generico di questo, titolo principale, autore di questo
- Shakespeare. Hamlet. Arden edition. A cura di Harold Jenkins... -> autore, titolo, edizione,
curatore
- Gross, Natan, Itamar Yaoz-Kest, cur. e Rinah Klinov, cur. Ha-Shoah Be-Shirah Ha-Ivrit:
Mivhar (L'Olocausto nella poesia ebraica: antologia)... -> autore, titolo, titolo tradotto
- Nietzsche, Friedrich. The Case Wagner. In The Birth of Tragedy and The Case Wagner,
tradotto da Walter Kaufmann -> titolo specifico di una parte all'interno di un documento
ospite dello stesso autore con traduttore
- Thomson, Virgil. "Cage and the Collage of Noises." Cap. 8 in American Music since 1910.
-> titolo della parte con indicazione della sua numerazione
- Kaiser, Ernest. "The Literature of Harlem." In Harlem: A Community in Transition, a cura di
J. H. Clarke. -> titolo della parte e curatore del documento ospite
- Farmwinkle, William. Humor of the American Midwest. Vol. 2 di Survey of American
Humor... -> autore, titolo particolare, sua indicazione di volume, titolo generale
- Farmwinkle, William. Survey of American Humor. Vol. 2, Humor of the American
Midwest... -> autore, titolo generale, numero del volume particolare, titolo di questo
5.8 : Articoli
Sequenza:
Autore. "Titolo articolo." Titolo rivista volume, numero (anno): pagine. [Note].
Nozick, Robert. "Invisible-Hand Explanations." The American Economic Review 84, n. 2
(1994): 314-328.
L'indicazione del volume segue il titolo del documento ospite senza punteggiatura, sempre in cifre arabe.
Il numero del fascicolo segue, preceduto da ", n. " [oppure trattato come (2), ma allora va seguito dalle
pagine e non dalla data (con eventuali indicazioni di mesi in italiano), per non accostare due coppie di
parentesi: The American Economic Review 84 (2): 314-328 (1994).].
Le cifre sono comunque arabe:
7, n. 6 (1990): 89-94
[e non:
VII, n. 6...]
Il fascicolo viene perlopi omesso se la numerazione delle pagine continua attraverso i fascicoli:
Cuyahoga Review 24 (1988): 6-10. ["24" numero di volume]
Se manca il volume, o come elemento identificante vale il fascicolo, perch la sua numerazione prosegue
attraverso gli anni, allora una virgola separa il titolo dall'indicazione del fascicolo, che viene preceduta da
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"n.":
Diogenes, n. 25 (1959): 84-117.
Se invece la numerazione si riazzera, l'elemento numerante l'anno, e questo allora guida l'indicazione:
Journal of Urban Renewal, 1989, n. 3: 141-62.
Nella bibliografia finale si d l'indicazione complessiva delle pagine.
Nel campo delle scienze umane normalmente i titoli dei periodici non vengono abbreviati.
Articoli in parti, puntate, recano l'indicazione pertinente e l'ubicazione cumulativa:
Patch, C. Ross. "The Next to Last Angry Man." Parti 1-3. World's End Review 8 (1985):
315-30; 9 (1986): 27-52, 125-42.
Quando un articolo stato pubblicato precedentemente o successivamente in altra forma, in volume o in
altra rivista, atteso che si cita il documento che si usa, un'annotazione (nella bibliografia e non in nota),
pu segnalare quest'altra edizione:
McKeon, Richard. "Dialogue and Controversy in Philosophy." Philosophy and
Phenomenological Research (17) (1955): 143-63. Ed. orig.: Entretiens philosophiques
d'Athnes, 161-78. (Athens: Institut International de Philosophie, 1955).
possibile indicare il luogo di pubblicazione per periodici non noti, stranieri o per omonimi:
....Historia (Parigi)
Se si d una traduzione del titolo, questa -- come per i libri -- va fra parentesi tonde dopo il titolo
dell'articolo e prima del documento ospite. Se si d solamente il titolo tradotto, fra parentesi si specifica la
lingua originale ("in giapponese"):
Bouchard, Grard. "Un essai d'anthropologie rgionale...(A study in regional
anthropology...)." Annales: Economies, Socits, Civilisations 34 (1979): 106-25.
Un'indicazione come "nuova serie" et sim. segue il titolo del documento ospite e precede numero e data:
Asiatic Society, n.s. 26(1950): 279-313.
Settimanali et sim. possono avere citazione tramite la data, senza volume e fascicolo. Se le pagine
vengono indicate, sono precedute da virgola e non da due punti:
Harper's, Maggio 1979, 16-19
Pagine con numerazione che salta (comune nei settimanali la ripresa di un articolo oltre pubblicit etc.)
non vengono date come inclusive e dunque sono indicate solo in nota a pi di pagina:
1. Editorial, New York Times Magazine, 18 Maggio 1980, 1, 4.
Rubriche regolari, senza titolo particolare, valgono come titoli anonimi, e sono trascritte senza virgolette:
Currents in the News. News and World Report, 11 febbraio 1980, 5.
Per i quotidiani la data essenziale e rimpiazza la numerazione; pu essere seguita dall'edizione; quando
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inclusa in una sezione a parte per tutte le opere di Shakespeare, senza indicazione del nome, dipender
dall'organizzazione del lavoro e della lista.
La prima citazione indicher anche l'edizione usata. Le edizioni curate in epoca moderna vengono indicate
anche in bibliografia. Anche qui non si indicano n pagine n colonne (salvo quando si riferiscono alle
parti redatte dal curatore di un'edizione moderna). Le parti si scandiscono con il punto, senza spazi:
17. Aristotele Metafisica 3.2.996b5-8.
18. Empedocle framm. 115 Diels-Kranz.
19. Platone Repubblica 360E-361B.
analogamente per i classici medioevali:
3. Beowulf versi 2401-7.
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il titolo fra virgolette; non c' bisogno -- sempre secondo il CMS -- di aggiungere "Non pubblicato".
5.11 : Recensioni
Sequenza:
Autore della recensione. "Titolo della recensione". L'espressione "Recensione a" Titolo
dell'opera recensita, indicazione d'autore dell'opera recensita. Titolo del documento ospite ed
estremi di paginazione in esso.
es.:
Kastan, David Scott. Recensione a Jonson's Gypsies Unmasked: Background and Theme of
"The Gypsies Metamorphos'd," di Dale B. J. Randall. Modern Philology 76 (Maggio 1979):
391-94.
Lardner, Susan. "Third Eye Open." Recensione a The Salt Eaters, di Toni Cade Bambara. New
Yorker, 5 Maggio 1980, 169.
autore e/o titolo della recensione possono mancare, comunque si porr "Recensione a " (o "Recensione di"
quando pi appropriato)
Spitzer, Steven. Recensione a The Limits of Law Enforcement, di Hans Ziesel. American
Journal of Sociology 91 (1985): 726-29.
Recensione a True West, di Sam Shepard, versione televisiva. New York Times, 31 Gennaio
1984, 22(N).
"Recensione a" pu essere seguito da: "concerto" et sim., o altre specificazioni se si tratta di film,
programma televisivo etc.
Recensione del concerto de I Vespri siciliani...
Attenzione: in questi altri esempi aggiungo una variante non UCP, cio la data dell'edizione dell'opera
recensita:
Montrose, Louis Adrian. "A Poetics of Renaissance Culture." Recensione a Renaissance
Self-Fashioning: From More to Shakespeare (1980), di Stephen Greenblatt. Criticism 23
(1981): 349-359.
Patterson, Annabel. Recensione a Authorizing Words (1989), di Martin Elsky. Modern
Philology 90, n. 1 (August 1992): 107-111.
Thompson, E. P. "Anthropology and the Discipline of Historical Context." Recensione a
Religion and the Decline of Magic (1971), di Keith Thomas, e a The Family Life of Ralph
Josselin, A Seventeenth-Century Clergyman (1970), di Alan Macfarlane. Midland History 1,
n. 3 (1972): 41-55.
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Citazioni di un'opera fatte indirettamente, a partire da un'altra opera -- e volgarmente dette anche "di
seconda mano" -- vengono correttamente integrate con l'indicazione della fonte usata come intermediario e
dunque descrivono entrambe le opere. La seconda citazione nella cosiddetta zona delle note:
Zufkosky, Louis. "Sincerity and Objectification." Poetry 37 (Febbraio 1931): 269. Citato in
Bonnie Costello, Marianne Moore: Imaginary Possessions (Cambridge: Harvard, 1981), 78.
Quale sia la prima opera da citare dipende dall'intenzione di chi scrive: pu mettere l'accento sull'opera
citata oppure sulla fonte intermedia che la cita. In quest'ultimo caso, si invertir l'ordine degli elementi
rispetto all'esempio dato.
6 : Bibliografia finale
La lista finale di tutti i riferimenti bibliografici pu essere un unico corpo o pu essere divisa in sezioni
basate su distinzioni di tipi di documenti (fonti archivistiche, a stampa etc.) di natura del contenuto (opere
dell'autore studiato, saggi etc.) o altri criteri. La lista pu avere la forma di una bibliografia annotata o di
un saggio bibliografico. Normalmente un'unica lista ordinata alfabeticamente e non numerata
considerata sufficiente.
Quanto al legame fra citazioni, rimandi, nel testo e le "entrate" nella bibliografia, il sistema della citazione
in nota non indica direttamente qual l'entrata della bibliografia corrispondente alla nota, perch in quella
l'ordine per cognome ed in nota la citazione comincia col prenome, ma la chiarezza e relativa
completezza della citazione in nota deve bastare a reperire il riferimento nella lista. Nel sistema
"autore-data" la citazione nel testo coincide con l'elemento assunto per l'ordinamento nella lista, inclusi
eventuali esponenti alfabetici alle date per disambiguare pi occorrenze dello stesso autore nello stesso
anno (1965a, 1965b).
Si pu senz'altro citare un volume collettaneo in ragione di un solo saggio e dunque gli estremi del
documento ospite, titolo del volume etc., si leggeranno nella bibliografia una sola volta, subordinatamente
a quelli della parte. Non mi sembra esplicitato ed esemplificato nel CMS che la bibliografia finale possa
anche citare uno stesso testo pi volte, in due maniere diverse: una volta per l'insieme, ovvero il
documento ospite a s, un'altra volta, o svariate volte, per le parti in esso contenute quando si fa
riferimento puntuale e distinto a contributi contenuti in un volume. Se in entrambe le circostanze si fanno
descrizioni complete (ripetendo tutti i dati concernenti il documento ospite), si d senz'altro
un'informazione sufficiente e corretta, ma anche ridondante, il che significa pi spazio, maggiore
lunghezza del testo. Un'alternativa quella di descrivere compiutamente il documento ospite una volta e
abbreviarne poi la descrizione quando si citano i contributi in esso contenuti. L'abbreviazione pu ridursi
ad un rimando alla descrizione completa del volume d'insieme, "cfr." per "confronta" o "v." per "vedi",
"q.v." per "quod vide":
Lakoff, George. "On Generative Semantics." In Steinberg, D.D. (cfr.)
Steinberg, D.D. e L. A. Jakobovits, cur. Semantics: An Interdisciplnary Reader in Philosophy,
Linguistics and Psychology. Cambridge: Cambridge University Press, 1971.
Lo "In" che precede il documento ospite, nella citazione di Lakoff non seguito dagli elementi in ordine
normale, come per la citazione di parti, cio, nel caso, "titolo e curatori", ma subito dall'elemento di
entrata, ordinante nella lista. Il rimando qui infatti non serve a descrivere ma a guidare verso una
descrizione.
Potrebbe rendersi necessario estendere la forma del riferimento, la voce d'entrata, a:
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7* Editore,
8* Data (della 1. ed.) oppure "s.d.",
9 Dati dell'edizione pi recente che eventualmente si usata,
10 Numero delle pagine e volumi
11 (Dati della traduzione in italiano o riedizione: numero edizione, nuovo titolo, traduttore o autore, titolo
traduzione..., curatore, luogo, editore, data di edizione, pagine).
Articoli di riviste:
1* Autore: cognome, nome,
2* "Titolo: sottotitolo dell'articolo",
3* Titolo della rivista
4* Volume (Nuova Serie et sim.), numero del fascicolo,
5 Mese e anno,
6 Pagine in cui compare l'articolo
7 (Note, ad es. di storia bibliografica per successive edizioni: "ora in" seguito da una sequenza come
quella indicata in Libri 10) [19].
Esempi nell'ordine per: articoli di riviste (1), articoli di giornali (2), contributi in atti di congressi (3), parti
di una pubblicazione in pi volumi (4), parti di una monografia (5), monografie (6-10), tesi di laurea (11).
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9 : Glossario
Si dnno delle indicazioni minime funzionali alla comprensione di questo testo.
Citazione: inteso come "riferimento bibliografico" -- e non come passo citato -- posto nel corpo del testo o
in nota, a pi di pagina o a fine testo
Documento ospite: documento che contiene un'altra unit testuale identificata come tale con proprio titolo
particolare e consistenza fisica definita: un libro rispetto ad un suo capitolo, ad una sua parte; un fascicolo
di rivista rispetto ad un articolo in esso contenuto. La parte, con calco dall'inglese gergale del settore,
detta "parte componente"
Editore: chi pone in commercio e diffonde la pubblicazione, non il curatore come editor
Facsimile: sinonimo di Reprint, riproduzione facsimilare, sottospecie delle ristampe: riproduzione
fotografica, anastatica di un originale
Indicazione di responsabilit: indicazione dei nomi di persona o di ente responsabili del contenuto
intellettuale, artistico etc. del documento
Pubblicazione: come "Dati di pubblicazione" raggruppa il luogo di edizione, l'editore e la data di
pubblicazione
Pubblicazioni in pi volumi: opere (enciclopedie, manuali, profili storici etc.) pubblicate in numero finito
di volumi, fisicamente distinti, quasi sempre con un'indicazione numerica identificante questa distinzione,
editi simultaneamente o nel corso di anni. Possono avere titolo ed autori/curatori generali diversi da quelli
particolari dei singoli volumi che possono anche essere opere di pi autori. una categoria di
pubblicazioni distinta dalle serie (collane)
Serie: collana editoriale di monografie, tendenzialmente a continuazione indefinita
Sottotitolo: come "complemento del titolo" segue il titolo vero e proprio, lo completa, chiarisce, d
indicazioni sul contenuto, sul tipo, sull'occasione della pubblicazione.
10 : Abbreviazioni
allegato
alleg.
anno
a.
appendice
app.
aumentato
aum.
autore
A.
31 di 34
bianco e nero b. e n.
bibliografia bibliogr.
capitolo
cap.
carta
c.
centimetri
cm
collaboratore collab.
copertina
cop.
curatore
cur.
data
d.
edizione
ed.
esempio
es.
et alii
et al.
et cetera
etc.
illustrazione ill.
numero
n.
nuova serie
n.s.
originale
orig.
paragrafo
par.
parte
pt.
prefazione
pref.
reprint
repr.
revisione
rev.
riproduzione ripr.
ristampa
rist.
riveduto
riv.
seguente
s.
seguenti
ss.
senza data
s.d.
ser.
sezione
sez.
tomo
t.
volume
vol.
Note al testo
1. Chicago Manual of Style, 14. ed. (Chicago e Londra: The University of Chicago Press, 1993) da ora in
poi indicati come CMS e UCP -- queste del CMS sono anche le prescrizioni che segue chi intende
pubblicare con la UCP; Umberto Eco, Come si fa una tesi di laurea, 7. ed. (Milano: Tascabili Bompiani,
1983).
2. Le sezioni del CMS che coprono, naturalmente con ben altra completezza ed accuratezza, gli argomenti
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a cui si riferiscono questi appunti, sono costituite principalmente dai capitoli 15 e 16, con riferimenti
anche al 17, per un totale superiore alle 250 pagine. Ho comunque optato per non dare i riferimenti ai
singoli paragrafi del CMS.
3. La validit di questa particolare caratteristica apprezzata come tale fra quanti conoscono gi,
praticamente a memoria, la letteratura citata.
4. Nei cataloghi di biblioteca perlopi non si traduce affatto, riproducendo, ed anche integrando, i dati
nella lingua del documento.
5. Quando il nome dell'autore fa parte del titolo di un'opera in pi volumi, il suo nome il primo elemento
della citazione in nota solo quando il titolo particolare precede quello generale, cfr. l'esempio di Collected
papers of Charles Wilson in 5.10 per il caso opposto.
6. Non dando cos spazio anche la distinzione fra ivi (pagina diversa della stessa opera appena citata, sulla
stessa pagina in cui ci si trova), e ibidem (stessa pagina della stessa opera appena citata), dove ibidem pu
anche seguire ivi, cfr. Nereo Vianello, La citazione di opere a stampa e manoscritti (Firenze: Olschki,
1970), 126-7.
7. Cfr. Regole italiane di catalogazione per autori, (Roma: Istituto centrale per il catalogo unico delle
biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, 1979), pt. 2, 72-119.
8. Criteri per la standardizzazione dei nomi degli enti, in Italia, sono regolati in RICA, 64-81.
9. "...articles (the, a, an), and coordinating conjunctions (and, or, for, nor)...", il "to" che regge gli infiniti,
recita CMS 15.104.
10. "Cosiddetta" perch il CMS non la delimita n denomina cos, e dunque io me ne assumo la
responsabilit.
11. Cfr. Kate L. Turabian, A Manual for Writers of Term Papers, Theses, and Dissertation, 5. ed. rivista ed
aumentata da Bonnie Birtwistle Honigsblum (Chicago e Londra: The University of Chicago Press, 1987),
11.27, 186, comunque anche il CMS 15.129 mostra un esempio -- cfr. "Jacobs" qui riportato in 5.4.3 -- in
cui l'autore implicato in due contributi contenuti nella stessa opera non viene citato due volte.
12. Un software di bibliography management dovr misurarsi anche con questo spettro di combinazioni
per attuare lo stile di citazione Chicago.
13. Cfr. invece Kate L. Turabian, A Manual for Writers, 9.96, 145 e 11.42-43, 193.
14. In ambito italiano esiste un elenco, senza abbreviazioni, redatto con lo scopo di fornire la forma adatta
ad intestazioni di opere nel catalogo per autori di biblioteche e quindi non da usare cos per le citazioni, se
non per avere un riferimento quanto a partizione ed elencazione, cfr. RICA, app. 1, 173-79.
15. Eco, Come si fa una tesi di laurea, 187, 191, 193.
16. Il trattino (hyphen) pi corto di un en-dash (che tipicamente separa due date) che la met di un
em-dash (indicato tout court come "dash"): tuttavia nei dattiloscritti, se si dispone di un solo carattere, un
trattino singolo rimpiazza lo en-dash e due trattini rimpiazzano lo em-dash. Un uso dello em-dash,
secondo le prescrizioni del CMS, quello di segnalare gli incisi del discorso, con stacco maggiore rispetto
alle virgole.
17. Eco, Come si fa una tesi di laurea, Tabella 16 e 17, 186-7.
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