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An
nno Accaademico 2013/20
014 


 
 

PREMESSA
La presente Guida contiene norme comuni per la redazione di tutti gli elaborati
accademici1 richiesti dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium».
La Guida è uno strumento, semplice ed essenziale, di applicazione pratica delle
indicazioni offerte nel Laboratorio di metodologia della ricerca scientifica, circa il
lavoro scientifico.
La Guida è strutturata in tre sezioni.
La prima illustra l’articolazione tipica di un elaborato accademico e spiega brevemente
la natura e le esigenze scientifiche di ognuna delle sue parti (indice, eventuali sigle e
abbreviazioni, introduzione, capitoli, conclusione, bibliografia, appendici).
La seconda sezione contiene le norme per l’impaginazione della tesi.
La terza sezione contiene norme comuni per l’apparato tecnico.

I. ARTICOLAZIONE DELL’ELABORATO
Una Tesi di laurea è organizzata, di norma, nelle seguenti parti:

1. Indice

L’indice va collocato all’inizio della tesi. Deve riportare i titoli dei capitoli, numerati in
ordine progressivo; i titoli degli eventuali paragrafi in cui i capitoli sono stati suddivisi;
il numero della pagina con cui inizia ogni capitolo e paragrafo.
L’indice della tesi si imposta al computer dopo aver ultimato il lavoro.

2. Introduzione

L’introduzione deve presentare sinteticamente:


- Argomento (ad esempio: genesi, evoluzione storica del tema o argomento, stato
attuale, problemi, relazioni con temi affini, importanza e attinenza per il corso di
studi scelto …);
- Delimitazione del tema (elementi da trattare nella tesi e quelli che si omettono e
perché si tralasciano);
- Formulazione dell’ipotesi o tesi teorica da dimostrare nell’elaborato;
- Fonti;
- Metodo seguito;
- Articolazione / struttura dell’elaborato.

3. Corpo del lavoro (suddiviso in capitoli)

Il corpo del lavoro: costituisce la parte centrale e più importante dell’elaborato nella
quale il laureando svolge le argomentazioni utili alla dimostrazione della sua tesi,

                                                            
1
Le indicazioni riportate nella Guida riguardano gli elaborati della Prova finale di Baccalaureato
(Laurea) e della Tesi di Licenza (Laurea Magistrale) e, con debite integrazioni, possono riferirsi anche
alla Tesi di Dottorato.

 
 

appoggiandosi a una serie di fonti e di studi di riferimento debitamente segnalati nelle


note. Il corpo del lavoro si compone sempre di testo e note.

3.1. Testo
Il testo viene di norma strutturato in capitoli.2
Ogni capitolo va suddiviso in paragrafi.
Ognuna di queste articolazioni porterà un titolo rispondente al contenuto specifico della
medesima.
Gli argomenti presentati nel testo devono essere organizzati secondo i parametri di un
lavoro scientifico metodologicamente corretto che richiede:
- elaborazione critica: svolgimento ben concatenato e unitario; collegamenti tra le
diverse parti del testo; ricchezza di argomentazione; esame critico di ricerche e
valorizzazione degli studi rilevanti sull’argomento; comparazione di diverse
prospettive; presa di posizione personale;
- forma linguistica dell’elaborato scritto: esposizione chiara e lineare; correttezza
grammaticale e sintattica; forma scorrevole e fluente;
- documentazione: riguarda la bibliografia generale (che dovrebbe essere inerente al
tema, pertinente dal punto di vista scientifico, aggiornata, ben organizzata), e le note
(che documentano pubblicamente le affermazioni fatte nel testo del lavoro).

3.2. Note
Le note si inseriscono nel testo subito dopo la citazione diretta. La nota, nel caso di
rimando, è inserita subito dopo il concetto da chiarire o al termine della frase. Il numero
della nota viene collocato sempre dopo il segno di interpunzione:
- per la citazione diretta «…».1 «…»,1 «…»;1
2
- per il rimando.
Le note hanno lo scopo di documentare o supportare o provare quanto si dice nel testo.
Possono contenere i seguenti aspetti:
- l’indicazione bibliografica (fonte o studio) dalla quale è preso il passo citato nel
testo;
- il suggerimento del testo da consultare a cui si rimanda il lettore;
- tutto ciò che è utile a completare e chiarire il testo.
Le note si collocano a piè di pagina.
La numerazione delle note è per capitoli (in ogni capitolo le note cominciano dal
numero 1).

3.3. Citazioni
In ogni lavoro scientifico si inserisce un numero equilibrato di citazioni, tratte dalle
fonti primarie della ricerca e dagli studi sull’argomento.
Le citazioni sono la riproduzione, nel testo o nelle note, di brani delle fonti o di studi
sull’argomento della tesi. La citazione può essere:
- diretta, quando si riproduce esattamente il testo così com’è nella versione originale;
in tal caso il brano citato si scrive tra virgolette «…»;
- indiretta, quando il testo viene parafrasato o riassunto. In questo caso, nella nota,
all’opera citata si premette un Cf senza il punto.
In entrambi i casi, il rimando all’opera citata è obbligatorio (cf Appendice 29-31).
Lo scopo delle citazioni è quello di:
                                                            
2
Il testo, a seconda del tipo di elaborato, può essere strutturato in parti e, all’interno di ognuna, in
capitoli.

 
 

- esporre il pensiero dell’autore sull’argomento riportando le sue parole testuali;


- comprovare o confermare una propria affermazione sull’argomento, riferendosi
all’autorità di altri autori, riproducendone alla lettera le frasi o i brani;
- criticare l’interpretazione dei testi da parte di altri, riproducendo alla lettera frasi o
periodi, dai quali si palesa l’errore, l’equivoco, l’inesattezza.
In generale, una citazione si ritiene corretta quando è:
- «chiara: il significato dei dati riportati è facile da capire;
- funzionale: sono presenti tutti i dati necessari per identificare l’opera e solo quelli
necessari;
- logica: i dati sono presentati seguendo un ordine adeguato;
- uniforme: nella soluzione delle diverse questioni si usano i criteri coerenti, e, scelta
una modalità corretta, la si mantiene lungo tutto il lavoro».3

4. Conclusione

La conclusione - nitida e chiara, relativamente breve - contiene i seguenti elementi:


- una sintesi del lavoro che non sia però una semplice trascrizione dell’indice;
- le conclusioni e i risultati ai quali si è pervenuti con il lavoro;
- le conseguenze che questi risultati hanno per la soluzione dei problemi affini;
- l’importanza del lavoro e la sua originalità nell’ambito della ricerca in cui esso si
situa;
- uno sguardo su possibili prospettive di ricerche ulteriori e collaterali sul tema
trattato.

5. Bibliografia

Alla fine della tesi va posta la bibliografia delle fonti utilizzate. In essa devono
comparire tutti i testi citati nelle note della tesi.
L’articolazione interna della bibliografia deve essere ragionata, cioè motivata
logicamente e conforme al tipo di ricerca svolta.
In ogni caso l’elenco dei testi deve essere costruito, eccetto casi particolari di ricerca
storica, secondo un criterio alfabetico per cognome e nome dell’autore e, per ciascun
autore, nell’ordine cronologico di pubblicazione delle opere.

6. Eventuali appendici contenenti allegati (documenti, grafici, tabelle, illustrazioni)

Dopo il testo della tesi e dopo la bibliografia finale vanno inserite eventuali appendici
contenenti allegati di varia natura (documenti, interviste, illustrazioni, questionari,
grafici, ecc.). Di ogni allegato, che dovrà essere numerato progressivamente, va sempre
indicata la fonte.

                                                            
3
PRELLEZO José Manuel – GARCÍA Jesús Manuel, Invito alla ricerca. Metodologia del lavoro scientifico,
Roma, LAS 20043, 260.

 
 

II. NORME PER L’IMPAGINAZIONE DELL’ELABORATO SCRITTO

Nella presente Guida, le indicazioni per l’elaborazione dei testi al computer si


riferiscono a un qualsiasi programma di editor di testi come Microsoft Office Word
(2003, 2007, 2010), Open Office, File Maker, ecc.

1. Impostazione informatica della pagina

Si consiglia di suddividere tutto l’elaborato nei file corrispondenti alle singole parti
della tesi di laurea: frontespizio, indice, introduzione, capitoli, conclusione, bibliografia
e gli allegati (se ci sono).

Ogni file deve portare una numerazione progressiva delle pagine, procedendo nel
seguente modo: Inserisci, Numero di pagina, In basso (numero a destra).

Per aggiornare il numero progressivo della pagina nel file successivo procedere:
Inserisci, Numero di pagina, Formato numeri di pagina, Comincia da (inserire il
numero di pagina ricordando di contare ogni volta anche la pagina divisoria con il titolo
della parte della tesi).

Sul frontespizio e su tutte le pagine divisorie non si stampa il numero della pagina.

Ogni file è da impostare in modo uguale secondo le seguenti indicazioni:

DIMENSIONI PAGINA: A 4

MARGINI
Superiore 2,5 cm Inferiore 2,0 cm
Sinistro 3,5 cm Destro 2,5 cm

ALLINEAMENTO: giustificato (sia per i paragrafi che per le note)

Dal paragrafo:
Rientri: sinistra 0 cm; destra 0 cm
Spaziatura: prima 0 pt; dopo 0 pt

La prova finale e la tesi di laurea magistrale possono essere scritte con due font a
scelta della/o Studente:
Arial oppure Times New Roman

Sono da rispettare le differenti dimensioni, a seconda che si usi Arial o Times


New Roman:


 
 

Arial Times New Roman


Dimensioni da rispettare: Dimensioni da rispettare:

TESTO (paragrafo): TESTO (paragrafo):


Dimensione: 11 Dimensione: 12
Interlinea: 1,5 Interlinea: 1,5
Rientro prima riga: 1,25 Rientro prima riga: 1,25

NOTA a piè di pagina: NOTA a piè di pagina:


Dimensione: 9 Dimensione: 10
Interlinea: 1,0 (singola) Interlinea: 1,0 (singola)

Spazio tra le note si può distanziare di 3 o Spazio tra le note si può distanziare di 3 o
max 6 punti max 6 punti

TITOLI nel TESTO: TITOLI nel TESTO:

1. Titolo del primo livello 1. Titolo del primo livello


Dimensione: 12 Dimensione: 13
Stile carattere: minuscolo, grassetto Stile carattere: minuscolo, grassetto

1.1. Titolo del secondo livello 1.1. Titolo del secondo livello
Dimensione: 12 Dimensione: 13
Stile carattere: minuscolo, normale Stile carattere: minuscolo, normale

1.1.1. Titolo del terzo livello 1.1.1. Titolo del terzo livello
Dimensione: 12 Dimensione: 13
Stile carattere: minuscolo, corsivo Stile carattere: minuscolo, corsivo

2. Impostazione informatica del frontespizio e delle pagine divisorie con i titoli

Per costruire la pagina del frontespizio e le pagine divisorie contenenti i titoli delle
singole parti dell’elaborato scritto, si consiglia di aprire un file a parte. Le singole
pagine divisorie, come Il frontespizio stesso, sono contate nel numero progressivo delle
pagine del lavoro, però non devono riportare il numero stampato sulla pagina.


 
 

2.1. Pagina del frontespizio

La pagina del frontespizio (cf Appendice) dovrebbe contenere:


a. la denominazione della Facoltà
b. il titolo che si consegue: PROVA FINALE di Baccalaureato (Laurea) in …
oppure TESI DI LICENZA (Laurea Magistrale) in…. (il titolo del Corso di
Laurea seguito dallo studente)
c. il titolo della tesi senza il punto alla fine del titolo
d. il sottotitolo della tesi (se c’è)
e. i nomi del relatore/relatrice e dello/a studente
f. l’indicazione dell’anno accademico in cui si consegue la tesi.
Le dimensioni del titolo e sottotitolo, segnalate sul facsimile della pagina del
frontespizio, sono puramente indicative e dipendono dalla loro lunghezza.

2.2. Pagine divisorie

Le pagine divisorie (cf Appendice), come menzionato sopra, sono stampate senza il
numero della pagina e riportano i titoli delle singole parti dell’elaborato accademico.
Esse devono contenere:
- la specificazione di quale parte della tesi si tratti (es. Indice, Capitolo Primo,
Conclusione ecc.)
- nel caso dei capitoli si aggiunge il titolo, che deve corrispondere esattamente al
titolo scritto nell’Indice della tesi.

Fanno parte della pagine divisorie (in ordine di collocazione nel lavoro della tesi):
- INDICE
- INTRODUZIONE
- CAPITOLO PRIMO (CAPITOLO SECONDO, CAPITOLO TERZO ecc.) e titolo
esatto del capitolo
- CONCLUSIONE
- BIBLIOGRAFIA
- APPENDICI (se ci sono).

2.3. Impaginazione dell’indice

L’indice si può impaginare in modo automatico o manualmente.

2.3.1. Versione automatica

Ogni programma di scrittura al computer consente l’impaginazione dell’indice in modo


automatico. È necessario conoscere le rispettive procedure.

2.3.2. Versione manuale

Nell’indice, a differenza dei titoli nel corpo del testo, i titoli di 1°, 2° e 3° livello hanno
un rientro differente, come nell’esempio:


 
 

TITOLO DEL CAPITOLO …………………. in MAIUSCOLO e grassetto

1. Titolo del 1° livello ……………….. in minuscolo e grassetto

1.1. Titolo del 2° livello ……………. in minuscolo e normale

1.1.1. Titolo del 3° livello ……. numeri in normale, il titolo in corsivo

Allineamento a sinistra (non giustificato!)


Interlinea 1.0 righe (generalmente)

Dimensione Arial 11
Times Roman 12

Alla fine del titolo non si mette MAI il punto (cf Appendice).

Per fare i puntini che collegano il titolo con il numero di pagina corrispondente
procedere nel modo seguente.

a. Posizionare il cursore dopo l’ultima parola del titolo


b. Selezionare il menù Paragrafo e cliccare su Tabulazioni
c. Scegliere: Posizione = 15, Allineamento = a destra, Riempimento = 2 pt,
d. Cliccare su Imposta e su OK
e. Mantenere il cursore vicino all’ultima parola del titolo e premere il tasto TAB
f. Scrivere, alla fine della riga, il numero della pagina corrispondente al testo.

NB: La riga deve essere SEMPRE in stile normale. Nel caso i puntini e il numero della
pagina fossero scritti automaticamente in grassetto o in corsivo: evidenziare e togliere il
grassetto o il corsivo.

III. NORME COMUNI PER L’APPARATO TECNICO

Si presenta dapprima il modo di citare nella nota. Alla fine del paragrafo si
presenteranno alcune norme comuni per redigere la bibliografia finale.

1. Indicazioni generali per impostare le NOTE


a. La nota va sempre inserita in modo automatico a piè di pagina.

b. La nota va inserita nel testo subito dopo la citazione diretta oppure, nel caso di
rimando, subito dopo il concetto da chiarire o al termine della frase.


 
 

c. Il numero della nota viene sempre collocato dopo il segno di interpunzione:


per la citazione diretta «…».1 «…»,1 «…»;1
per il rimando.2 (non così: 2. 2
, 2
;).

d. Nelle note esplicative la fonte è indicata sempre dopo il testo e tra parentesi
tonda (…). Se nella fonte citata c’è una parentesi tonda (nel caso delle riviste) essa
viene cambiata in parentesi quadra (…[…]…), come dagli esempi sotto:

Esempi:
1
L’atto di sorpassarsi, di andare al di là di sé, è basilare nella filosofia wojtyliana. Concorda in
questo con l’idea che ha di trascendenza il personalismo: «L’essere personale è un essere fatto per
sorpassarsi» (MOUNIER Emmanuel, Il personalismo, Roma, Editrice AVE 199911, 102).
2
«All’interno dell’esperienza dell’interiorità si costituisce anche l’esperienza dei valori» (WOJTYŁA
Karol, The Intentional Act and the Human Act that is, Act and Esperience, in Analecta Husserliana
5[1976], 269).
3
Bisogna fermarsi e guardare nella profondità dell’uomo che agisce per poter cogliere quel nocciolo
irriducibile che costituisce l’essere persona (cf SERRETTI Massimo, Autoconoscenza e
autocoscienza, in BUTTIGLIONE Rocco [et alii], La filosofia di Karol Wojtyła. Atti del Seminario di Studi
dell’Università di Bari 25-26 gennaio 1983, Bologna, Centro Studi Europa Orientale 1983, 49).

2. Indicazioni generali per citare la bibliografia nelle NOTE


La citazione bibliografica nella nota deve essere precisa e deve corrispondere alle
seguenti indicazioni generali.

2.1. Come citare un LIBRO

2.1.1. Libro di un autore

Esempio:
COLOMBO Fausto, Gli archivi imperfetti. Memoria sociale e cultura elettronica, Milano, Vita e
Pensiero 1996, 105.

a. Cognome dell’autore in MAIUSCOLETTO (ma con l’iniziale in maiuscolo) COLOMBO


b. Nome dell’autore, possibilmente completo, in tondo e seguito da virgola Fausto,
c. Titolo del libro ed eventuale sottotitolo (presi dal frontespizio, non dalla copertina),
ambedue in corsivo, separati con un punto e seguiti da virgola Gli archivi imperfetti.
Memoria sociale e cultura elettronica,
d. Città, seguita da virgola Milano,
e. Casa editrice con iniziale/i maiuscole (senza virgola dopo) Vita e Pensiero
- Evitare le SIGLE se non sono note, e non usarle puntate. Esempio: Libreria Ateneo
Salesiano anziché LAS; SEI anziché S.E.I.; Elledici e non L.D.C.
- Premettere la parola Editrice o Ed. solo quando il nome o la sigla si riferisce comunemente
ad un’altra istituzione. Esempio: Editrice Università di Pisa.
f. Anno di edizione (seguito da virgola) 1996,
g. Numero della pagina (o pagine):
- in cifre arabiche separate da un trattino breve -, senza spazi e con il punto alla fine
105-106.
- in cifre romane quando si tratta di una prefazione o di un’introduzione
contrassegnata con cifre romane V-VIII.

 
 

- evitare l’uso di un indeterminato ss (Esempio: non si indichi 25ss per significare


pagina 25 e seguenti, ma si indichino le pagine precise a cui la nota si riferisce:
25-32).

Quando nel testo si usa la citazione diretta «…», nella nota si indica:
COLOMBO Fausto, Gli archivi imperfetti. Memoria sociale e cultura elettronica, Milano, Vita e
Pensiero 1996, 105.

Quando nel testo non si usa la citazione diretta, ma soltanto un rimando, nella nota si
indica un cf:
Cf COLOMBO Fausto, Gli archivi imperfetti. Memoria sociale e cultura elettronica, Milano, Vita e
Pensiero 1996, 105-120.

Nelle citazioni successive dello stesso libro si usa FORMA ABBREVIATA.

Si segnala soltanto il COGNOME dell’autore in MAIUSCOLETTO (senza ripetere il nome),


poi il titolo abbreviato.
COLOMBO, Gli archivi 24.
Cf COLOMBO, Gli archivi 24.

Nell’abbreviare il titolo si adotta la regola della chiarezza, ossia scrivendone le prime


parole significative (non si deve abbreviare, ad esempio: Dizionario di, ma Dizionario di
sociologia).

Quando in due note di seguito si cita lo stesso libro, ma cambia la pagina si scrive Ivi
in corsivo senza virgola e seguito dal numero della pagina di riferimento. Nel caso del
Cf l’abbreviazione ivi che segue si scrive in corsivo e minuscolo.
Ivi 105.
Cf ivi 105.

Quando in due note di seguito si cita lo stesso libro e la stessa pagina si scrive L. cit. in
corsivo, con punto e spazio (non si scrive il numero della pagina). Nel caso del Cf
l’abbreviazione l. cit. si scrive in minuscolo.
L. cit.
Cf l. cit.

Quando in due note di seguito si cita lo stesso autore, ma cambia il titolo del libro,
la seconda volta si sostituisce il cognome e il nome con la sigla ID scritta in
MAIUSCOLETTO, con l’iniziale Maiuscola, seguita da punto e da virgola ID.,
COLOMBO Fausto, Gli archivi imperfetti. Memoria sociale e cultura elettronica, Milano, Vita e
Pensiero 1996, 105-120.

ID., Media e industria culturale, Milano, Vita e Pensiero 1994, 22.

2.1.2. Libro di due o tre autori

Esempio:
FRANTA Herbert - SALONIA Giovanni, Comunicazione interpersonale. Teoria e pratica, Roma,
Libreria Ateneo Salesiano (LAS) 1981, 30.

Forma abbreviata: FRANTA - SALONIA, Comunicazione 50.


10 
 
 

Si mettono i COGNOMI in MAIUSCOLETTO seguiti dai Nomi (possibilmente scritti per


intero e non la sola iniziale), separati da un trattino breve -, preceduto e seguito da uno
spazio, seguiti da virgola.

2.1.3. Libro di più di tre autori

Esempio:
AUMAN Jordan et alii, Problemi e prospettive di spiritualità, Brescia, Queriniana 1987.

Forma abbreviata: AUMAN et alii, Problemi 53.

Se gli autori sono più di tre, si mette solo il COGNOME e il Nome del primo, seguito
dall’indicazione et alii, in tondo e con virgola.
AA.VV. si usa solo quando è indicato sul frontespizio.

2.1.4. Una traduzione

Esempio:
BERGER Peter, Invito alla sociologia [Invitation to Sociology, London, MacMillan 1960], tr. it. di
Giuliana De Carlo, Padova, Marsilio 1971, 124.

Forma abbreviata: BERGER, Invito 125.

a. COGNOME dell’autore BERGER


b. Nome seguito da virgola Peter,
c. Titolo del libro, in corsivo Invito alla sociologia
d. Aggiungere, in caratteri normali, in parentesi quadra seguita da virgola, il titolo
originale, la città, l’editrice, l’anno [Invitation to Sociology, London, MacMillan 1960],
(Nel caso di impossibilità nel reperire tutti i dati, indicare, dopo il titolo, almeno
l’anno della pubblicazione dell’originale)
e. Dopo la parentesi quadra e virgola, segue nome (possibilmente per intero) e cognome
del traduttore (in tondo e seguito da virgola) nel seguente modo tr. it. di Giuliana De Carlo,
f. Città, seguita da virgola Padova,
g. Casa editrice (senza virgola dopo) Marsilio
h. Anno di edizione (seguito da virgola) 1971,
i. Numero della pagina (o pagine) e punto 124.

2.1.5. Opera in due o più volumi

Esempio:
MAGRO Tiziana, Psicologia generale I, Milano, Edizioni Universitarie di Lettere Economia Diritto
2005, 51.

Forma abbreviata: MAGRO, Psicologia generale I, 52.


Dopo il COGNOME e il Nome dell’autore/autori e dopo il titolo del libro si indica il
numero del volume con numero romano seguito da virgola I,
Segue città, editrice, anno e pagine.

11 
 
 

2.1.6. Opera in due o più volumi con sottotitoli diversi

Esempio:

Quando si indica solo un volume:


FEDELI Daniele, Il bullismo: oltre /1. Dai miti alla realtà. La comprensione del fenomeno, Gussago
(BS), Editrice Vannini 2007, 171.

Forma abbreviata: FEDELI, Il bullismo: oltre /1, 171.

FEDELI Daniele, Il bullismo: oltre /2. Verso una scuola prosociale. Strategie preventive e di
intervento sulla crisi, Gussago (BS), Editrice Vannini 2007, 100.

Forma abbreviata: FEDELI, Il bullismo: oltre /2, 100.

Quando si indica l’opera completa:


FEDELI Daniele, Il bullismo: oltre, 2 voll., Gussago (BS), Editrice Vannini 2007.

a. Dopo il COGNOME e il Nome dell’autore/autori e dopo il titolo del libro si mette una
barra / seguita dalla cifra arabica che indica il numero del volume e dal punto FEDELI
Daniele, Il bullismo: oltre /1.
b. Segue il sottotitolo in corsivo, città, editrice, anno e pagine (come sopra) Dai miti alla
realtà. La comprensione del fenomeno, Gussago (BS), Editrice Vannini 2007, 70.

2.1.7. Libro che fa parte di una collana

Esempio:
SANNA Ignazio, L’identità aperta. Il cristiano e la questione antropologica = Biblioteca di Teologia
Contemporanea 132, Brescia, Queriniana 2006, 99.

Forma abbreviata: SANNA, L’identità aperta 100.

Dopo il COGNOME, il Nome dell’autore e il titolo del libro si indica il segno = preceduto
e seguito da uno spazio, seguito poi dal titolo della collana e, se c’è, da un eventuale
numero del volume della collana scritto sempre con i numeri arabici; nel caso in cui il
numero della collana sia indicato in cifra romana, questa va sempre trasformata in
arabica = Biblioteca di Teologia Contemporanea 156.

2.1.8. Libro: nuova edizione

Esempio:
MCQUAIL Denis, Sociologia dei media, Bologna, Il Mulino 20075, 299.

Forma abbreviata: MCQUAIL, Sociologia 300.

Dopo la data della pubblicazione, si scrive in apice il numero dell’edizione 20075.

2.1.9. Libro di un autore curato da un altro

Esempio:
GUARDINI Romano, Persona e libertà. Saggi di fondazione della teoria pedagogica, a cura di Carlo
Fedeli, Brescia, La Scuola 1987, 30.

12 
 
 

Forma abbreviata: GUARDINI, Persona 32.

Dopo il COGNOME e il Nome dell’autore, Titolo dell’opera dell’autore, preceduto da


virgola, si indica prima il Nome e poi il Cognome del curatore, ambedue scritti in stile
tondo (il cognome del curatore non si scrive mai in maiuscoletto) a cura di Carlo Fedeli,

2.1.10. Libro di diversi autori curato da uno di loro

Esempio:
ROSSI Pietro (a cura di), La storiografia contemporanea. Indirizzi e problemi, Milano, Il Saggiatore
19892.

Forma abbreviata: ROSSI (a cura di), La storiografia 90.

Dopo il COGNOME e il Nome del curatore del libro indicato nel frontespizio, si scrive tra
parentesi tonde e seguito da virgola (a cura di),

2.1.11. Libro di diversi autori curato da più di uno di loro

Esempio:
DEL CORE Pina - PORTA Ana Marìa (a cura di), Identità, cultura e vocazione. Quale futuro per la
formazione in Europa?, Roma, LAS 2002.

Forma abbreviata: DEL CORE - PORTA (a cura di), Identità 183-184.

Dopo i COGNOMI e i Nomi dei curatori del libro indicati nel frontespizio, separati da un
trattino e da spazio, si scrive tra parentesi tonde e seguito da virgola (a cura di),

2.1.12. Opera Omnia

Esempi:
ROSMINI Antonio, Sulla felicità. Saggi su Foscolo, Gioia, Romagnosi LIV, a cura di Pier Paolo
Ottonello, in Opere edite ed inedite di Antonio Rosmini, Edizione nazionale e critica, Roma-
Stresa, Roma, Città Nuova 2011.

FREUD Anna, L’io e i meccanismi di difesa [The ego and the mechanisms of defens, London,
Hogarth Press 1936], in Opere 1922-1943, I, Torino, Boringhieri 1978, 187-192.

2.1.13. Atti di un convegno

Esempio:
COLOMBO Antonia (a cura di), Verso l’educazione della donna oggi. Atti del Convegno
internazionale promosso dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium», Frascati,
1°-15 agosto 1988, Roma, LAS 1989.

a. COGNOME e Nome del curatore seguito da (a cura di) e virgola COLOMBO Antonia (a cura di),
b. Titolo del volume curato, in corsivo, concluso con punto Verso l’educazione della donna
oggi.
c. L’informazione sul convegno, attinta dal frontespizio, luogo e data del convegno, in
tondo Atti del Convegno internazionale promosso dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione
«Auxilium», Frascati, 1°-15 agosto 1988,
d. Città, casa editrice, anno Roma, LAS 1989.
13 
 
 

2.2. Come citare un CONTRIBUTO dagli ATTI di un convegno oppure da


un’OPERA COLLETTANEA

2.2.1. Un contributo dal volume degli Atti di un convegno

Esempio:
CIRIANNI Mariarosa, Il diritto per la donna e la donna per il diritto, in COLOMBO Antonia (a cura di),
Verso l’educazione della donna oggi. Atti del Convegno internazionale promosso dalla Pontificia
Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» Frascati, 1°-15 agosto 1988, Roma, LAS 1989,
160.

Forma abbreviata: CIRIANNI, Il diritto per la donna 160.

Nella bibliografia finale:


- dopo COGNOME e Nome dell’autore del contributo si mettono sempre la citazione
completa degli Atti e il numero delle pagine complessive del contributo citato:
CIRIANNI Mariarosa, Il diritto per la donna e la donna per il diritto, in COLOMBO Antonia (a cura di),
Verso l’educazione della donna oggi. Atti del Convegno internazionale promosso dalla Pontificia
Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» Frascati, 1°-15 agosto 1988, Roma, LAS 1989,
153-171.

- si citano soltanto i contributi degli Atti riportati nell’elaborato;


- il volume degli Atti si cita anche come opera a sé:
COLOMBO Antonia (a cura di), Verso l’educazione della donna oggi. Atti del Convegno
internazionale promosso dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium», Frascati,
1°-15 agosto 1988, Roma, LAS 1989.

2.2.2. Un contributo da un’opera collettanea

Esempio:
CAIRO Mariateresa, Disabilità e integrazione lavorativa, in CANEVARO Andrea (a cura di),
L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, Gardolo (TN), Erickson 2007, 433.

Forma abbreviata: CAIRO, Disabilità e integrazione 433.

L’opera collettanea è un’opera collettiva, ossia scritta da più autori e curata da uno o da
alcuni di loro. Per citare un contributo che si trova al suo interno, si procede così:

a. COGNOME e Nome dell’autore del contributo seguito da virgola CAIRO Mariateresa,


b. Titolo del contributo, in corsivo Disabilità e integrazione lavorativa
c. Dopo il titolo del contributo si mette virgola e la preposizione in (sia la virgola che la
preposizione sono scritte in tondo e non in corsivo) Disabilità e integrazione lavorativa, in
d. COGNOME e Nome del curatore (o dei curatori dell’opera collettanea, separati da un
trattino breve -, preceduto e seguito da uno spazio, e seguito da (a cura di) tra parentesi
tonde e da virgola CANEVARO Andrea (a cura di),
e. Titolo dell’opera collettanea, in corsivo seguito da virgola L’integrazione scolastica degli
alunni con disabilità,
f. Città, seguita da virgola Gardolo (TN),
g. Casa editrice (senza virgola dopo) Erickson
i. Anno di edizione (seguito da virgola) 2007,
j. Numero della pagina citata 433.

14 
 
 

Nella bibliografia finale:


- dopo COGNOME e Nome dell’autore del contributo si mettono sempre la citazione
completa dell’opera collettanea e il numero delle pagine complessive del contributo
citato;
CAIRO Mariateresa, Disabilità e integrazione lavorativa, in CANEVARO Andrea (a cura di),
L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, Gardolo (TN), Erickson 2007, 431-448.

- si citano soltanto i contributi dell’opera collettanea riportati nell’elaborato;

- il volume dell’opera collettanea si cita anche come opera a sé:


CANEVARO Andrea (a cura di), L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, Gardolo (TN),
Erickson 2007.

2.3. Come citare una VOCE di DIZIONARI e/o ENCICLOPEDIE

2.3.1. Dal dizionario curato da un solo autore

Esempio:
BERTOLINI Piero, Formazione, in ID., Dizionario di pedagogia e scienze dell’educazione, Bologna,
Zanichelli 1996, 213.

Forma abbreviata: BERTOLINI, Formazione 213.

a. COGNOME e Nome dell’autore della voce seguito da virgola BERTOLINI Piero,


b. Il titolo della voce in corsivo, poi la preposizione in preceduta da virgola Formazione, in
c. Quando l’autore della voce è anche l’autore del dizionario, dopo la preposizione in si
sostituisce il cognome e nome dell’autore con ID scritto in MAIUSCOLETTO (ma con
l’iniziale in Maiuscolo) e seguito da punto e da virgola ID.,
d. Titolo del dizionario in corsivo, seguito da virgola Dizionario di pedagogia e scienze
dell’educazione,
e. Città, editrice, anno, virgola Bologna, Zanichelli 1996,
f. Pagina o pagine della voce citata 213.

Nella bibliografia finale si mettono le pagine complessive della voce citata 213-214.
BERTOLINI Piero, Formazione, in ID., Dizionario di pedagogia e scienze dell’educazione, Bologna,
Zanichelli 1996, 213-214.

2.3.2. Dal dizionario curato da più autori

Esempio:
SIMONCELLI Mario, Paideia, in PRELLEZO José Manuel - MALIZIA Guglielmo - NANNI Carlo (a cura
di), Dizionario di scienze dell’educazione, Roma, LAS 20082, 786.

Forma abbreviata: SIMONCELLI, Paideia 786.

a. COGNOME e Nome dell’autore della voce seguito da virgola (non del curatore del
dizionario) SIMONCELLI Mario,
b. Il titolo della voce in corsivo, poi la preposizione in preceduta da virgola Paideia, in
c. COGNOMI e Nomi degli autori o curatori del dizionario/enciclopedia, in
MAIUSCOLETTO, separati da un trattino breve -, preceduto e seguito da uno spazio,
seguiti da (a cura di), con virgola alla fine PRELLEZO José Manuel - MALIZIA Guglielmo - NANNI
Carlo (a cura di),
15 
 
 

d. Titolo del dizionario o dell’enciclopedia in corsivo, seguito da virgola Dizionario di


scienze dell’educazione,
e. Città, editrice, anno, virgola Roma, LAS 20082,
f. Pagina o pagine della voce citata 786.

Nella bibliografia finale si mettono le pagine complessive della voce citata 786-787.
SIMONCELLI Mario, Paideia, in PRELLEZO José Manuel - MALIZIA Guglielmo - NANNI Carlo (a cura
2
di), Dizionario di scienze dell’educazione, Roma, LAS 2008 , 786-787.

2.3.3. Dall’enciclopedia in più volumi

Esempio:
MELCHIORRE Virgilio, Metafisica, in CENTRO STUDI FILOSOFICI DI GALLARATE (a cura di), Enciclopedia
filosofica VIII, Milano, Bompiani 2006, 7341.

Forma abbreviata: MELCHIORRE, Metafisica 7341.

Le enciclopedie o sono curate da istituzioni o da persone.

a. COGNOME e Nome dell’autore della voce seguito da virgola MELCHIORRE Virgilio,


b. Il titolo della voce in corsivo, poi la preposizione in preceduta da virgola Metafisica, in
c. COGNOMI e Nomi dei curatori dell’enciclopedia separati da trattino, o il NOME
DELL’ISTITUZIONE che ha curato l’enciclopedia (in MAIUSCOLETTO con le iniziali in
Maiuscolo, esclusi articoli e preposizioni che rimangono solo in MAIUSCOLETTO),
seguito da (a cura di), con virgola alla fine CENTRO STUDI FILOSOFICI DI GALLARATE (a cura di),
d. Direttamente dopo il titolo dell’enciclopedia in corsivo si indica il numero del
volume con numero romano seguito da virgola VIII, città, casa editrice, anno di
pubblicazione e la pagina citata Milano, Bompiani 2006, 7341.

Nella bibliografia finale si scrivono le pagine complessive della voce citata 7341-7361.
MELCHIORRE Virgilio, Metafisica, in CENTRO STUDI FILOSOFICI DI GALLARATE (a cura di), Enciclopedia
filosofica VIII, Milano, Bompiani 2006, 7341-7361.

2.4. Come citare un ARTICOLO di una RIVISTA

Esempio:
NOVELLO Leone, La scuola materna in Italia, in L’Educatore 13(1982)8, 15-17.

Forma abbreviata: NOVELLO, La scuola 15-17.

a. COGNOME e Nome dell’autore dell’articolo seguito da virgola NOVELLO Leone,


b. Titolo dell’articolo, in corsivo, seguito da virgola, spazio e la preposizione in (sia la
virgola che la preposizione sono scritte in tondo e non in corsivo) La scuola materna in
Italia, in
c. Nome della rivista non abbreviato e in corsivo, senza virgola alla fine, ma con spazio
L’Educatore (i nomi propri nel titolo della rivista si scrivono con le iniziali in
Maiuscolo).
d. Numero dell’annata (quando c’è). Quando è indicata con cifre romane, si scrive con
numeri arabici, senza virgola dopo e senza spazio 13
e. Anno di pubblicazione dell’articolo in numero arabico tra parentesi tonde (1982)

16 
 
 

f. Numero del fascicolo della rivista in numeri arabici, subito dopo la parentesi, seguito
da virgola e spazio prima del numero della pagina 8,
g. Pagina o pagine dell’articolo citato seguito da punto 15-17.

Nella bibliografia finale si mettono le pagine complessive dell’articolo citato 15-22.


NOVELLO Leone, La scuola materna in Italia, in L’Educatore 13(1982)8, 15-22.

Fa eccezione la rivista La Civiltà Cattolica:

BASSI Piero, La Chiesa oggi, in La Civiltà Cattolica 113(1982)III, 210-225.

Forma abbreviata: BASSI, La Chiesa 215.

NB. Questa rivista ogni 15 giorni pubblica un quaderno che va a formare:


I° volume (6 fascicoli o quaderni)
II° volume (6 fascicoli o quaderni), ecc.
Ogni volume quindi è costituto da 6 quaderni, in tutto sono 4 volumi
per anno ciascuno dei quali ha una propria numerazione di pagine.

Nel caso in cui la rivista presenti una numerazione diversa, si rispetta il modo di
numerare indicato dalla rivista:

Alcuni esempi:
CUPPARI Roberta, L’amazzone guerriera e la figura adolescente nella poesia di Milo De Angelis, in
Critica Letteraria 38(2010)2/147, 337-351.

Doppia numerazione:
2 = è il secondo fascicolo dell’anno;
147 = è il numero progressivo dei fascicoli dalla fondazione della rivista fino
all’anno 2010.
BERNÁRDEZ Mariana, María Zambrano: la vocación como mediación, in Estudios 7(2009) n. 89,
179-188.

BIASSONI Giuseppe, Ragazzi e ragazze. Il paradosso. Tra bisogni e percezioni, in CEM Mondialità
(2009)01, 8-9.

2.5. Come citare una RECENSIONE

Esempio:
CANONICO Maria Francesca, Recensione a: WEIL Simone, Primi scritti filosofici. Con un saggio di
Monia Azzalini, Genova, Casa Editrice Marietti 1999, in Rivista di Scienze dell’Educazione
41(2003)1, 206.

2.6. Come citare un articolo di GIORNALE

2.6.1. Se è un articolo

Esempio:
GUERCI Carlo Mario, Il capitale non è straniero, in Il Sole 24 Ore (27-09-1998), 5.
17 
 
 

Forma abbreviata: GUERCI, Il capitale 5.

a. COGNOME e Nome dell’autore dell’articolo, seguito da virgola GUERCI Carlo Mario,


b. Titolo dell’articolo, in corsivo, poi la preposizione in preceduta da virgola Il capitale non
è straniero, in
c. Il titolo del giornale, in corsivo Il Sole 24 Ore
d. Il giorno, il mese e l’anno della pubblicazione dell’articolo, tra parentesi tonde,
seguite da virgola (27-09-1998),
e. Pagina o pagine dell’articolo citato 5.

Nella bibliografia finale si mettono le pagine complessive dell’articolo citato 5-6.


GUERCI Carlo Mario, Il capitale non è straniero, in Il Sole 24 Ore (27-09-1998), 5-6.

2.6.2. Se è un editoriale

Un editoriale non firmato: EDITORIALE (in MAIUSCOLO), in Il Sole 24 Ore (27-09-1998), 1.


Un editoriale firmato: ROSSI Claudio, Editoriale (in corsivo), in….
Un editoriale con sole sigle: R.C., Editoriale (in corsivo), in….
Un editoriale con il titolo: ROSSI Claudio, La pace è possibile (in corsivo), in….

2.7. Come citare ATTI NORMATIVI

Gli atti normativi italiani si citano indicando prima il tipo della norma (per esempio:
Legge, Decreto legislativo, Decreto del Presidente della Repubblica) poi la data per
esteso seguita dalla virgola, il numero della norma preceduto da n. e seguito dal punto,
poi in corsivo il titolo completo della norma, seguito dall’indicazione della posizione
nella Gazzetta Ufficiale (il numero e la data per esteso).

Esempio:
Legge 15 marzo 1997, n. 59. Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle
regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione
amministrativa, in Gazzetta Ufficiale n. 63 del 17 marzo 1997.

Forma abbreviata: porta la sigla dell’atto seguita da punto, spazio, numero,


barra, anno e punto: L. 59/1997.

NB. Gli atti normativi si abbreviano nel seguente modo: legge L.; decreto legge
D.L.; decreto legislativo D.Lgs.; decreto ministeriale D.M.; decreto del Presidente
della Repubblica D.P.R.; circolare ministeriale C.M., ecc.

Gli atti normativi stranieri si citano in maniera analoga, rispettando però l’ordine degli
elementi così come è di uso comune nel Paese in questione. Tuttavia la citazione deve
sempre contenere il titolo completo dell’atto, la data, il numero dell’atto, l’indicazione
della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.
Nella forma abbreviata, invece del numero dell’atto, si può usare il titolo della legge, se
così è in uso nel Paese in questione.

Esempio (Repubblica Democratica del Congo):


Loi-cadre 86-005 du 22 septembre 1986 de l’enseignement national, in Journal Officiel, 46ème,
1er décembre 2005, numéro spécial.

Forma abbreviata: Loi-cadre de l’enseignement national.


18 
 
 

2.8. Come citare il Codice di Diritto Canonico

Esempio:
Codice di Diritto Canonico (CDC). Testo ufficiale e versione italiana, Unione Editori e Librai
3
Cattolici Italiani (UELCI), Roma 1997 , can. 646.

Forma abbreviata: CDC can. 646.

Nella bibliografia finale:


Codice di Diritto Canonico. Testo ufficiale e versione italiana, Unione Editori e Librai Cattolici
Italiani (UELCI), Roma 19973.

2.9. Come citare un DOCUMENTO DEL PAPA o DOCUMENTI UFFICIALI


DELLA SANTA SEDE

I documenti del Papa o della Santa Sede si possono citare da Acta Apostolicae Sedis
(AAS), Insegnamenti del Pontefice, Enchiridion Vaticanum (EV), sito www.vatican.va,
L’Osservatore Romano.

2.9.1. Dalla raccolta Acta Apostolicae Sedis

Esempio:
BENEDICTUS PP. XVI, Litterae encyclicae: Caritas in veritate (CV), 29 Iunii 2009, n. 21, in AAS
101(2009) 655-657.

Forma abbreviata: CV 21.

a. NOME del Papa, in MAIUSCOLETTO e in latino, seguito da virgola BENEDICTUS XVI,


b. Tipologia del documento (lettera enciclica – lettera apostolica – esortazione
apostolica – motu proprio – bolla – discorso, ecc.) in tondo e in latino, seguita da due
punti Litterae encyclicae:
c. Incipit del documento [le prime parole del testo] in corsivo e in latino, virgola Caritas
in veritate seguito dall’abbreviazione del testo in corsivo in parentesi tonde e da virgola
(CV),
d. Data del documento seguita da virgola, numero citato seguito da virgola e dalla
preposizione in 29 Iunii 2009, n. 21, in
e. L’abbreviazione AAS in corsivo, seguito dall’annata, l’anno della pubblicazione della
raccolta tra parentesi tonde, spazio e pagina (pagine) corrispondente/i al numero
citato, punto AAS 101(2009) 655-657.

Nella bibliografia finale si indicano soltanto le pagine complessive del testo 641-709.
BENEDICTUS PP. XVI, Litterae encyclicae: Caritas in veritate, 29 Iunii 2009, in AAS 101(2009) 641-
709.

2.9.2. Dalla Libreria Editrice Vaticana

Esempio:
BENEDETTO XVI, Lettera enciclica sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità: Caritas
in veritate (CV), 29 giugno 2009, n. 21, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 2009.

Forma abbreviata: CV 21.

19 
 
 

a. NOME del Papa, in MAIUSCOLETTO seguito da virgola BENEDETTO XVI,


b. Tipologia del documento (lettera enciclica – lettera apostolica – esortazione
apostolica – motu proprio – bolla – discorso, ecc.) in tondo, seguita da due punti
Lettera enciclica sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità:
c. Incipit del documento (ossia le prime parole del testo) in corsivo e in latino Caritas in
veritate seguito dall’abbreviazione del testo in corsivo in parentesi tonde e da virgola
(CV),
d. Data del documento seguita da virgola, numero citato seguito da virgola e dalla
preposizione in 29 giugno 2009, n. 21, in
e. Città, casa editrice e anno, punto Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 2009. (se
nell’elaborato si citano più volte i testi pubblicati dalla Libreria Editrice Vaticana, si
può usare l’abbreviazione LEV citando nel seguente modo: Libreria Editrice Vaticana (LEV)
2009.).

Nella bibliografia finale non si scrivono né i numeri dei paragrafi citati né le pagine
complessive del testo.
BENEDETTO XVI, Lettera enciclica sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità: Caritas
in veritate, 29 giugno 2009, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 2009.

2.9.3. Dalla raccolta Insegnamenti del Pontefice

Esempio:
BENEDETTO XVI, Lettera enciclica sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità: Caritas
in veritate (CV), 29 giugno 2009, n. 21, in Insegnamenti di Benedetto XVI, V/1, Città del Vaticano,
Libreria Editrice Vaticana 2010, 1195.

Forma abbreviata: CV 21.

a. NOME del Papa, in MAIUSCOLETTO seguito da virgola BENEDETTO XVI,


b. Tipologia del documento (lettera enciclica – lettera apostolica – esortazione
apostolica – motu proprio – bolla – discorso, ecc.) in tondo, seguita da due punti
Lettera enciclica sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità:
c. Incipit del documento in corsivo e in latino Caritas in veritate seguito dall’abbreviazione
in corsivo in parentesi tonde e da virgola (CV),
d. Data del documento seguita da virgola, numero citato seguito da virgola e dalla
preposizione in 29 giugno 2009, n. 21, in
e. Si indica il titolo in corsivo della raccolta ufficiale degli Insegnamenti di Benedetto
XVI, seguito da virgola e dall’indicazione del volume (come da frontespizio) e
virgola Insegnamenti di Benedetto XVI, V/1,
f. Città, casa editrice (la prima volta per l’intero, poi si può abbreviare LEV) e anno,
virgola Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana (LEV) 2009,
g. Pagine corrispondenti al numero citato, punto 1195.

Nella bibliografia finale si omette il numero del paragrafo citato, ma si scrivono le


pagine complessive del testo dell’enciclica 1182-1246.
BENEDETTO XVI, Lettera enciclica sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità: Caritas
in veritate, 29 giugno 2009, in Insegnamenti di Benedetto XVI, V/1, Città del Vaticano, Libreria
Editrice Vaticana 2010, 1182-1246.

Esempio di un discorso del Papa tratto dagli Insegnamenti:


GIOVANNI PAOLO II, Discorso all’Assemblea del CELAM: Essere al servizio del popolo di Dio
nell'attuale momento storico del continente Latino-Americano, 9 marzo 1983, in Insegnamenti di
Giovanni Paolo II, VI/1, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 1983, 690-699.
20 
 
 

2.9.4. Dalla raccolta Enchiridion Vaticanum

Documenti del Papa

Esempio:
PAOLO VI, Lettera enciclica sullo sviluppo dei popoli: Populorum progressio (PP), 26 marzo 1967,
10
n. 42, in Enchiridion Vaticanum (EV)/2, Bologna, Dehoniane 1977 , 1087.

Forma abbreviata: PP 42.

a. NOME del PAPA seguito da virgola PAOLO VI,


b. Tipologia del documento (lettera enciclica – lettera apostolica – esortazione
apostolica – motu proprio – bolla – discorso, ecc.) in tondo, seguita da due punti
Lettera enciclica sullo sviluppo dei popoli:
c. Incipit del documento in corsivo e in latino Populorum progressio seguito
dall’abbreviazione in corsivo in parentesi tonde e da virgola (PP),
d. Data del documento seguita da virgola, numero citato seguito da virgola e dalla
preposizione in 26 marzo 1967, n. 42, in
e. Si indica il titolo in corsivo della raccolta dei documenti ufficiali della Santa Sede
Enchiridion Vaticanum, seguito subito dall’abbreviazione in corsivo e tra parentesi
tonde, sbarra e il numero del volume e virgola Enchiridion Vaticanum (EV)/2,
f. Città, casa editrice e anno (numero di edizione in apice), virgola Bologna, Dehoniane
197710,
g. Alla fine, dall’EV, si indica il numero (o numeri) corrispondente/i a quello/i del
paragrafo citato (il numero dall’Enchiridion, corrispondente al paragrafo citato del
documento, non è preceduto da n o nn).

Nella bibliografia finale si omette il numero del paragrafo citato, ma si scrivono i


numeri complessivi del documento tratti dall’EV (senza nn.) 1046-1132.
PAOLO VI, Lettera enciclica sullo sviluppo dei popoli: Populorum progressio, 26 marzo 1967, in
10
Enchiridion Vaticanum /2, Bologna, Dehoniane 1977 , 1046-1132.

Documenti ecclesiali

Esempi:
CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo:
Gaudium et spes (GS), 7 dicembre 1965, nn. 14-15, in Enchiridion Vaticanum (EV)/1, Bologna,
Dehoniane 197911, 1363-1368.

Forma abbreviata: GS 14-15.

PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA, Sessualità umana: verità e significato, 8 dicembre 1995, n.
1, in Enchiridion Vaticanum (EV)/14, Bologna, Dehoniane 1997, 3344.

Forma abbreviata: PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA, Sessualità 3344.

a. NOME dell’ISTITUZIONE (in MAIUSCOLETTO con le iniziali in Maiuscolo, esclusi


articoli e preposizioni che rimangono solo in MAIUSCOLETTO), seguito da virgola
CONCILIO ECUMENICO VATICANO II,
b. Tipologia del documento (costituzione conciliare – atti sinodali – lettera pastorale
ecc.) in tondo, seguita da due punti Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo
contemporaneo:

21 
 
 

c. Incipit del documento in corsivo e in latino Gaudium et spes seguito dall’abbreviazione


in corsivo in parentesi tonde, virgola (GS),
d. Data del documento seguita da virgola, numero citato seguito da virgola e dalla
preposizione in 7 dicembre 1965, nn. 14-15, in
e. Si indica il titolo in corsivo della raccolta dei documenti ufficiali della Santa Sede
Enchiridion Vaticanum, seguito dall’abbreviazione in corsivo e tra parentesi tonde,
sbarra e il numero del volume e virgola Enchiridion Vaticanum (EV)/1,
f. Città, casa editrice e anno (numero di edizione), virgola Bologna, Dehoniane 197911,
g. Alla fine, dell’EV, si indica il numero (o numeri) corrispondente/i a quello/i del
documento citato (il numero dall’Enchiridion non è preceduto da n. o nn.) 1363-1368.

Nella bibliografia finale si omette il numero del paragrafo citato, ma si scrivono i


numeri complessivi del documento tratti dall’EV (senza nn.).
CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo:
Gaudium et spes, 7 dicembre 1965, in Enchiridion Vaticanum /1, Bologna, Dehoniane 197911,
1319-1644.

PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA, Sessualità umana: verità e significato, 8 dicembre 1995, in
Enchiridion Vaticanum /14, Bologna, Dehoniane 1997, 3344-3533.

Le stesse regole valgono per le citazioni tratte da tutti gli altri Enchiridion, come ad
esempio Enchiridion delle encicliche, Enchiridion della Conferenza Episcopale Italiana
[ECEI], Enchiridion della Vita Consacrata, Enchiridion della Famiglia, ecc).

2.10. Come citare versetti della SACRA SCRITTURA

Esempi:
Gv 1,14 (capitolo e un solo versetto)
Gv 1,1-18 (capitolo e tutti i versetti da 1 a 18)
Gv 1,14.18 (capitolo e solo i versetti 14 e 18)
Gv 1,19-12,50 (dal capitolo 1, versetto 19 al capitolo 12, versetto 50)
Gv 1,4; 15,3 (capitolo 1, versetto 4; capitolo 15, versetto 3).

I testi biblici dell’AT e NT si citano nel modo seguente:

a. Titolo del testo, in corsivo: Gv


b. Seguono i numeri del capitolo e dei versetti, divisi con virgola, senza spazi:

2.11. Come citare un MANOSCRITTO e DOCUMENTO INEDITI

Nella citazione di manoscritti inediti, non vanno mai omessi la località e il nome
dell’Istituto (archivio, biblioteca, museo) o della persona che sono proprietari o
depositari del manoscritto citato, il fondo o raccolta in cui è inserito, la segnatura,
l’autore del documento e l’eventuale data di composizione.
Le citazioni di manoscritti e documenti inediti non hanno un criterio unico. Esse variano
secondo l’organizzazione interna dell’archivio dove sono conservati questi documenti.
Gli elementi comuni sono il titolo del manoscritto (in corsivo), seguito da preposizione
in, dal nome dell’Archivio (in tondo) e dagli elementi caratteristici dell’archivio in
questione.

22 
 
 

2.11.1. Documento inedito custodito in un archivio

Esempio:
Libro personal de este concexo de Espinama, in Archivo Historico Provincial de Cantabria.
Fondo: Ensenada. Doc. E-322, fol. 1.

Forma abbreviata: Libro personal, in AHP, fol. 1.

2.11.2. Gruppo di manoscritti

Esempio:
CASTELLINO Giorgio Raffaele, Lezioni, attività accademiche ed extra accademiche, in Archivio
Storico Pontificia Università Salesiana - Roma. Fondo: Castellino. Coll.: Cart. 3/X Fasc. 35.

Forma abbreviata: CASTELLINO, Lezioni 2.

2.11.3. Manoscritti non catalogati

Esempio:
Conferenze di Don Filippo Rinaldi sulla pratica del Sistema Preventivo, Nizza Monferrato 19 - 21
febbraio 1917, pro manoscritto, 5.

Nella bibliografia finale si scrivono le pagine complessive del testo 1-11.


Conferenze di Don Filippo Rinaldi sulla pratica del Sistema Preventivo, Nizza Monferrato 19 - 21
febbraio 1917, pro manoscritto, 1-11.

2.12. Come citare un DOCUMENTO da INTERNET

2.12.1. Articolo da Internet

Esempio:
TARDETTI Sergio, Educare oggi: un bilancio sempre in rosso, in
http://www.agliincrocideiventi.it/ANNO3/Giugno2005/educare_oggi.htm (7-01-2006).

Forma abbreviata: TARDETTI, Educare.

a. COGNOME e Nome dell’autore dell’articolo, seguito da virgola TARDETTI Sergio,


b. Titolo dell’articolo, in corsivo, poi la preposizione in preceduta da virgola Educare
oggi: un bilancio sempre in rosso, in
c. L’indirizzo del sito web in tondo
http://www.agliincrocideiventi.it/ANNO3/Giugno2005/educare_oggi.htm
NB. Togliere il collegamento ipertestuale.
d. La data in cui il sito è stato consultato, tra parentesi tonde, seguite da punto (7-01-
2006).

NB. Si mettono le pagine se l’articolo è in formato pdf.

23 
 
 

2.12.2. Articolo di rivista online

Esempio:
ROSSI Antonella, L’intercultura e la pedagogia del confronto, in Educare.it 1(2000)1, in
http://www.educare.it/Frontiere/intercultura/intro/intercultura_e_pedagogia _del_confronto.htm 1-5
(5-05-2005).

Forma abbreviata: ROSSI, L’intercultura 3.

Si cita come un articolo da Internet, e dopo htm dell’indirizzo e prima della data di
consultazione si mette la pagina o le pagine dell’articolo citato htm 1-5 (5-09-2013).

2.12.3. Articolo di giornale online

Esempio:
BELLINO Francesco, Gadamer: urge una nuova lingua, in Avvenire on line (7-01-2006), in
http://www.avvenire.it/ 1 (13-03-2012).

Forma abbreviata: BELLINO, Gadamer 1.

Come per articolo da Internet.


Dopo il titolo del giornale in corsivo si indica la data della pubblicazione dell’articolo
(tra parentesi tonde), seguita da virgola, da preposizione in, il titolo del sito in tondo, la
pagina dell’articolo (se indicata) e data della consultazione tra parentesi tonde, punto.
NB. Togliere il collegamento ipertestuale.

2.12.4. Testi via E-mail

Discorso/conferenza/relazione di un autore via E-mail

Esempio:
STENICO Tommaso, Educare oggi, in Bancadati@cgfma.org (8-02-2012) 1-10.

Forma abbreviata: STENICO, Educare 5.

FARÉ Giada, Educazione pratica di libertà, in marta.rossi@hotmail.com (8-02-2012) 1-3.

Forma abbreviata: FARÉ, Educazione 1.

Notizie e informazioni varie via E-mail

Esempio:
HIDALGO Ellie, Salesian High School. Miracle on Soto Street, in BoscoLink@aol.com, (04-03-
2012), 1-2.

Forma abbreviata: HIDALGO, Salesian High School 1.

2.13. Come citare un DOCUMENTO AUDIOVISIVO

I diversi documenti audiovisivi presentano esigenze particolari.


Nella citazione del Film, vanno indicati il produttore, il direttore, la casa editrice e la
data di produzione.
24 
 
 

Nei CD-ROM che raccolgono documenti, oltre all’autore del documento o della
raccolta, è di particolare importanza l’indicazione dell’Editrice o dell’Istituzione
responsabile della pubblicazione. Qualche cosa di analogo si deve dire delle cassette di
documenti. Nella citazione di CD-ROM e di cassette musicali, oltre l’autore della
musica e il direttore dell’orchestra va segnalato il nome del cantante.

2.13.1. Film

Esempio:
Harry Potter e la camera dei segreti [Harry Potter and the Chamber of Secrets], COLUMBUS Chris,
USA, Warner Bros Pictures 2002.

Forma abbreviata: Harry Potter, scena 4.

2.13.2. CD-ROM o DVD: Bibliografie

Esempio:
ISTITUTO STORICO SALESIANO, Conoscere Don Bosco. Fonti – Studi – Bibliografia [CD-ROM],
Roma, LAS 2000.

2.13.3. CD-ROM o DVD: Musica

Esempio:
MACHETTA Domenico, Sorge la stella. Canti per la messa e le liturgie di Natale [CD-ROM],
Leumann (TO), Elledici Multimedia 2003.

2.14. Avvertenze complementari

Quando nelle opere mancano l’autore, la data, il luogo della pubblicazione, l’edizione si
scrive come segue:

ANONIMO (quando non è indicato l’autore);


[s.d.] (quando non è indicato l’anno di pubblicazione);
[s.l.] (quando non è indicato il luogo di pubblicazione);
[s.e.] (quando non è indicata la casa editrice).

Nel caso dei nomi e/o cognomi abbreviati, ma che si è riusciti a conoscere, nella
parentesi […] si racchiude quello che non si trova nel luogo proprio:

ROSATI L[anfranco]
R[OSATI] L[anfranco]

In caso di PSEUDONIMO, si indica tra parentesi […] il nome vero qualora lo si conosca:
TRILUSSA [SALUSTRI Carlo Alberto].

25 
 
 

3. Indicazioni generali per redigere la BIBLIOGRAFIA finale


Per la bibliografia finale valgono le stesse norme indicate per le NOTE, ma con le
seguenti aggiunte, precisazioni, variazioni:

a. Nella bibliografia finale devono essere riportate tutte le opere citate nelle note.
b. La bibliografia finale deve essere ragionata, cioè motivata logicamente.
c. Essa deve essere suddivisa in:
- FONTI: per “fonti” si intendono le opere dell’autore o degli autori che sono
oggetto di studio. Quando sono da citare fonti di diversa natura, si differenzino
secondo opportuna gerarchia. Delle fonti si deve citare l’edizione critica;
- STUDI: si tratta delle monografie specifiche sull’argomento;
- ALTRI STUDI CONSULTATI.
d. Le FONTI (scritti dello stesso autore) si ordinano secondo il criterio cronologico
della pubblicazione delle opere, dalla più antica alla più recente.
e. Gli STUDI si ordinano secondo il criterio alfabetico dell’autore.
f. Quando, di un autore si cita più di un’opera, le opere devono essere messe in ordine
cronologico. Quando si cita lo stesso autore più volte, COGNOME e Nome vengono
sostituiti da un trattino –, (da cercare tra i segni del Simbolo) e virgola, seguito da uno
spazio TAB.
Esempio:
MBITI John S., African Religions and Philosophy, Oxford, Heinemann 19892.
–, Introduction to African Religion, Oxford, Heinemann 19912.

g. Nella bibliografia finale, differentemente dalle note (dove si citano solo la pagina o le
pagine in discussione):
- non si devono mai indicare le pagine dei libri;
- per articoli, voci di dizionario/enciclopedia e contributi nelle opere collettanee
si devono, invece, indicare tutte le pagine, dalla prima all’ultima.

IV. NORME SUL PLAGIO


Cf Guida dello Studente 22-25.

V. BIBLIOGRAFIA UTILIZZATA PER LA STESURA DELLA GUIDA


FARINA Raffaele, Metodologia. Avviamento alla tecnica del lavoro scientifico,
Zürich, PAS-Verlag 19742.

PRELLEZO José Manuel – GARCÍA Jesús Manuel, Invito alla ricerca. Metodologia del
lavoro scientifico, Roma, LAS 20043.

VINCI Daniele, Introduzione alla metodologia della ricerca scientifica, Ortacesus


(CA), Sandhi Editore 2012.
26 
 
 

VI. APPENDICI (facsimile)

27 
 
 

PONT
TIFICIA FACOLTÀ
F À DI SCIENZE DE
ELL’EDU
UCAZION
NE
«AUXILIIUM»
Romma
CARATTERE
A
Allineamento: centrato
D
Dimensioni: Arial 14
Times Roman
n 14

SStile: grassetto
PARAGRAFO
SSpaziatura: prima e dopo 0 pt
IInterlinea: 1,15

PROVA FINALE
Bacccalaureatoo (Laurea
a) Stiile: non gras
ssetto

in Educcatore Prrofessionale
Stiile: corsivo
non gra
assetto

LE FAMIG
GLIE AFFIDA
A ATARIE
E
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ettura sociolog
s gica dell’affidam
mento ffamiliarre

TIT
TOLO SOOTTOTITOLO
CARATTERE CARATTERRE
DDimensioni: Arial 18 Dimensionni: Arial 16
Times Roman 20 Times Romman 18
SStile: grassetto Stile: grassetto
o
PARAGRAFO PARAGRAFFO
IInterlinea: 1.0 Interlinea: 1.15

Prof. ROSSI A
Anna
Stud. BIANCHI Maria

CARATTERE
Allineamentoo: sinistra (più TAB)
Dimensioni: Arial 12
Times Roman n 14
Stile: grassetto
PARAGRAFO
Spaziatura: prima e dopo o 0 pt
CARATTERE Interlinea: 1,15
D
Dimensioni: Arial 12
Times Roman 14
S
Stile: normale

Anno A co 2013/2014
Accademic

28 
 
 

PONTIIFICIA FACOLTÀ
F À DI SCIIENZE DE
ELL’EDU
UCAZION
NE
««AUXILIIUM»
Roma
CARATTERE
A
Allineamento: centrato
D
Dimensioni: Arial 14
Times Roman
n 14

SStile: grassetto
PARAGRAFO
SSpaziatura: prima e dopo 0 pt
IInterlinea: 1,15

PR
ROVA FIINALE
Baccalaureatoo (Laureaa) Stiile: non gras
ssetto

in Educcatore Prrofession
nale
Stiile: corsivo
non gra
assetto

LE FAMIG
F GLIE AFFIDA
A ATAR
RIE
La leettura sociologgica delll’affidam
mento ffamiliarre

TIT
TOLO SOOTTOTITOLO
CARATTERE CARATTERRE
DDimensioni: Arial 18 Dimensionni: Arial 16
Times Roman 20 Times Romman 18
SStile: grassetto Stile: grassetto
o
PARAGRAFO PARAGRAFFO
IInterlinea: 1.0 Interlinea: 1.15

Prof. ROSSI A
Anna
Stud.. BIANCH
HI Maria
a

CARATTERE
Allineamentoo: sinistra (più TAB)
Dimensioni: Arial 12
Times Roman n 14
Stile: grassetto
PARAGRAFO
CARATTERE Spaziatura: prima e dopo o 0 pt
D
Dimensioni: Arial 12 Interlinea: 1,15
Times Roman 14
S
Stile: normale

Anno A
Accademicco 2013/20
014

29 
 
 

PONT
TIFICIA FACOLTÀ
F À DI SCIENZE DE
ELL’EDU
UCAZION
NE
«AUXILIIUM»
Romma
CARATTERE
AAllineamento: centrato
DDimensioni: Arial 14
Times Roman 14
SStile: grassetto
PARAGRAFO
SSpaziatura: prima e dopo 0 pt
IInterlinea: 1,15

TE
ESI DI LICCENZA Stiile: non gras
ssetto
(La
aurea Magistrale)
in Psico
ologia delll’Educaziione
Stiile: non grasssetto
corsivo

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DDimensioni: Arial 18 Dimensioni ni: Arial 16
Times Roman 20 Times Romman 18
Stile: grassetto Stile: grassetto
PARAGRAFO PARAGRAFO O
IInterlinea: 1.0 pt Interlinea: 1.15

Prof. ROSSI A
Anna
Stud. BIANCHI Maria

CARATTERE
Allineamentoo: sinistra (più TAB)
Dimensioni: Arial 12
Times Roman n 14
Stile: grassetto
PARAGRAFO
Spaziatura: prima e dopo o 0 pt
Interlinea: 1,15
CARATTERE
Dimensioni: Arial 12
n 14
Times Roman
Stile: normale

Anno A
Accademic
co 2013/2014

30 
 
 

C ARATTERE
A
Allineamento: destra
D
Dimensioni: Arial 14
Times Roman 14
S
Stile: grassetto
P ARAGRAFO
S
Spaziatura: prima e dopo 0 pt

__________
___________
___________
__________
___________ _________ IN
___________ NDICE

31 
 
 

INDICE ............................................................................................................................ 2

INTRODUZIONE ............................................................................................................. 4

CAPITOLO PRIMO
PRESUPPOSTI ANTROPOLOGICI E PSICOLOGICI DELLA RELAZIONE UMANA 10

1. Gli orizzonti antropologici dell’incontro interpersonale .................................... 12


1.1. La matrice fenomenologica ................................................................................ 13
1.1.1. La coscienza trascendentale da Brentano a Husserl ............................... 14
1.1.2. Il singolo è sempre preceduto da noi: l’influsso di Max Scheler ............... 17
1.2. La posizione esistenzialista: Martin Heidegger, Karl Jaspers e Gabriel Marcel . 19
1.3. Il personalismo dialogico di Martin Buber e Ferdinand Ebner ............................ 25

2. La relazione interpersonale nel pensiero di Viktor E. Frankl ............................. 28


2.1. L’autotrascendenza a fondamento della relazione ............................................. 29
2.2. La relazionalità dimensione costitutiva dell’essere umano ................................. 38
2.3. Convergenze e divergenze rispetto ad altre prospettive teoriche ...................... 45

CAPITOLO SECONDO
LA DIMENSIONE INTERPERSONALE DEL PROCESSO LOGOTERAPEUTICO .... 55

1. Il paradigma relazionale nella psicoterapia: nuovi modelli teorici di sviluppo 58


1.1. La psicoterapia umanistica ................................................................................. 65
1.2. La prospettiva cognitivista .................................................................................. 72
1.3. Il modello sistemico-relazionale ......................................................................... 80

2. La relazione logoterapeutica come “cura medica dell’anima” ........................... 84


2.1. Il processo logoterapeutica ............................................................................... 85
2.2. Le tecniche logoterapeutiche ............................................................................ 91
2.3. La qualità della relazione terapeuta-paziente .................................................... 98

3. La relazione interpersonale come “cura educativa dell’esistenza” ................. 107

CONCLUSIONE.......................................................................................................... 115

BIBLIOGRAFIA .......................................................................................................... 118

32 
 
 

______________________________________________________CAPITOLO PRIMO

PRESUPPOSTI ANTROPOLOGICI E PSICOLOGICI


DELLA RELAZIONE UMANA

33 
 
 

La prospettiva relazionale di Viktor E. Frankl si fonda su di una robusta


antropologia che considera la persona umana nella sua unicità, orientata
perennemente verso il mondo dei valori e dei compiti da realizzare; l’uomo «è l’essere
che sempre decide e sempre continua a decidere ciò che è, ciò che sarà nel prossimo
istante».4

1. Gli orizzonti antropologici dell’incontro interpersonale

L’intervento di Frankl di promuovere una psicoterapia veramente umana, pone il


suo pensiero al confine tra antropologia e psicologia. Per lui, infatti, «le implicanze
metacliniche della psicoterapia si riferiscono, principalmente, al concetto di uomo e alla
filosofia della vita. non c’è una psicoterapia senza una teoria dell’uomo ed una
sottostante filosofia della vita».5

1.1. La matrice fenomenologica

La svolta che Frankl ha posto in atto nell’ambito della psicoterapia poggia le


basi sull’approccio fenomenologico, del quale assume in primo luogo la metodologia
dell’osservazione senza pregiudizi, capace di cogliere i fenomeni umani nella loro
originarietà e in termini scientifici, e secondariamente l’idea dell’intenzionalità degli atti
spirituali che caratterizzano la persona umana essenzialmente in grado di
trascendersi.6 «Infatti la fenomenologia è un tentativo di descrivere il modo come
l’uomo comprende se stesso, come egli interpreta la sua stessa esistenza, al di là di
modelli preconcetti di interpretazione e di spiegazione, tipo quelli forniti da ipotesi
psicodinamiche o socioeconomiche. Nell’adottare la metodologia fenomenologica, la
logoterapia […] cerca di esprimere l’autocomprensione ontologica preriflessiva
dell’uomo in termini scientifici».7
Il rapporto tra fenomenologia e logoterapia, come afferma Bruzzone, è di
carattere fondativo, poiché Frankl costruisce la sua teoria e prassi sulle fondamenta
dell’approccio fenomenologico, del quale condivide i concetti di fondo, i temi di ricerca

                                                            
4
FRANKL Viktor Emil, La sfida del significato. Analisi esistenziale e ricerca di senso, a cura di Daniele
Bruzzone e Eugenio Fizzotti, Trento, Erickson 2005, 17.
5
ID., Senso e valori per l’esistenza. La risposta della logoterapia [The Will to Meaning. Foundations and
Applications of Logotherapy, New York, New American Library 1969], Roma, Citta Nuova 19982, 31.
6
Cf BRUZZONE Daniele, Autotrascendenza e formazione. Esperienza esistenziale, prospettive pedagogiche
e sollecitazioni educative nel pensiero di Viktor E. Frankl, Milano, Vita e Pensiero 2001, 105-111.
7
FRANKL, Senso e valori 23.

34 
 
 

e i principi metodologici, ma eleva un edificio nuovo che trascende tanto l’ambito


fenomenologico quanto quello dell’esistenzialismo.8

1.1.1. La coscienza trascendentale da Brentano a Husserl

Tra i concetti antropologici che fondano la logoterapia si devono ricordare


innanzitutto le nozioni di intenzionalità della coscienza e di coscienza trascendentale
che Brentano aveva posto in modo formale, senza riuscire a sganciarsi dal dualismo
causale psico-fisico, e che Husserl, reagendo al «pregiudizio naturalistico, o meglio,
fisicalistico, di tutta la psicologia moderna»,9 volle portare a compimento, offrendo nella
fenomenologia un quadro di riferimento originale e un’importanza nuova.
Brentano, riprendendo il pensiero scolastico, considera l’intenzionalità ciò che
tipicizza i fenomeni psichici che si riferiscono sempre ad un altro, ed afferma che «ogni
fenomeno psichico è caratterizzato da quella che gli scolastici medioevali chiamavano
in-esistenza intenzionale (o mentale) di un oggetto e che noi, seppur con
un’espressione con completamente esente da ambiguità, chiameremo rapporto con un
contenuto, direzione verso un oggetto (che non deve essere inteso come una realtà) o
oggettività immanente. Ogni fenomeno psichico contiene in sé qualcosa come oggetto,
sebbene non sempre nello stesso modo».10
Per Husserl, ciò che esiste è l’intenzionale, non l’oggetto; senza negare con ciò
che i fatti o le evidenze siano reali, bensì evidenziando che essi rinviano a dei
significati che non sono semplicemente corrispondenti a dei fatti reali, ma sono
costituiti dal livello esperienziale, da contenuti vissuti.11 Così, anche la relazione io-
mondo si caratterizza come relazione intenzionale, dove il soggetto umano è un essere
intersoggettivo, fenomenologicamente una vita-che-esperisce-il-mondo. Ne consegue
che, essendo l’essere a priori intenzionalmente rivolto verso gli oggetti, Husserl

                                                            
8
Cf BRUZZONE, Autotrascendenza e formazione 105. L’autore parla di tre diverse ragioni che dimostrano la
vicinanza del metodo frankliano a quello fenomenologico. Una prima motivazione della vicinanza
all’orientamento fenomenologico sta nell’intento frankliano di restituire dignità ed umanità alle scienze
umane e alla psicoterapia, aprendo nuovi orizzonti su una visione del mondo e dell’uomo considerati nella
loro globalità. Un secondo interesse è verso la metodologia dell’osservazione priva di pregiudizi, capace di
descrivere come l’uomo comprende la propria esistenza, senza far riferimento a modello preconcetti di
spiegazione. Una terza ragione di concordanza la si trova nella visione della persona caratterizzata dalla
qualità intenzionale degli atti spirituali, in quanto essenzialmente capace di trascendersi (cf ivi 105-108).
9
HUSSERL Edmund, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale [Die Krisis der
europäischen Wissenschaften und die transzendentale Phänomenologie, Aja, Marinus Nijhoff 1959],
Milano, Il Saggiatore 19877, 245.
10
BRENTANO Franz, Psychologie vom empirischen Stadpunkte vol. 1, Hamburg, Duncker & Humblot 1874,
124-125, citato in BAUSOLA Adriano (a cura di), Questioni di storiografia filosofica, vol. 4: Il pensiero
contemporaneo, Brescia, La Scuola 1978, 15.
11
Cf CAPRARA Gian Vittorio – ACCURSIO Gennaro, Psicologia della personalità, Bologna, Il Mulino 1994,
255-257.

35 
 
 

introduca il concetto di coscienza trascendentale, cioè «la capacità dello spirito umano
di oltrepassare il “contenuto” immanente della coscienza e, attraverso di esso,
raggiungere un “oggetto” che trascende la coscienza».12 Tale caratteristica della
soggettività di essere rivolta intenzionalmente fuori di sé e «una nota distintiva dello
spirito umano»;13 non si parla infatti di processi psicofisici, bensì di «processi spirituali, i
quali, come tali, esercitano per una necessità essenziale la funzione di costituire forme
di senso».14

1.1.2. Il singolo è sempre preceduto dal noi: l’influsso di Max Scheler

Ad incidere ancor più profondamente nel pensiero frankliano fu indubbiamente


l’incontro con l’opera di Max Scheler. È proprio Frankl ad indicare che «la logoterapia
risulta dall’applicazione dei concetti di Max Scheler alla psicoterapia».15
Frankl assume e supera la posizione di Scheler sottolineando l’unità
antropologica dell’esistenza umana nonostante le differenze ontologiche.16 «L’essere
umano che, per il fatto di essere individuato, è centrato intorno ad una persona (quale
centro spirituale-esistenziale), è per ciò stesso anche integrato: è la persona spirituale,
infatti, a fondere l’unità e la totalità dell’esistenza dell’uomo. essa crea questa totalità in
quanto fisico-psichico-spirituale».17

1.2. La posizione esistenzialista: Martin Heidegger, Karl Jaspers e Gabriel


Marcel

La logoterapia dialogo in modo profondo anche con il pensiero esistenziale, del


quale assume alcune prospettive, che rielabora rendendole applicative nell’ambito
clinico e psicoterapeutico, e con il quale condivide l’orientamento costituito
dall’interesse per l’esistenza della persona nella situazione concreta nella quale si
trova a vivere.

                                                            
12
FRANKL Viktor Emil, Homo patiens. Soffrire con dignità [Homo patiens. Versuch einer Pathodizee, Wien,
2
Franz Deuticke 1950], Brescia, Queriniana 2001 , 28.
13
L. cit.
14
HUSSERL, La crisi delle scienze 141.
15
FRANKL, Senso e valori 25.
16
Cf ivi 37-38.
17
ID., Dio nell’inconscio. Psicoterapia e religione [Der unbewußte Gott. Psychotherapie und Religion,
München, Kösel-Verlag 1948], Brescia, Morcelliana 2000, 30.

36 
 
 

_________________________________________________________ BIBLIOGRAFIA

37 
 
 

La bibliografia che segue è solo un esempio di come può essere organizzata in


maniera ragionata. Nella maggioranza dei casi essa può essere articolata in FONTI,
STUDI, ALTRI STUDI CONSULTATI e SITOGRAFIA, ed è posta in ordine alfabetico.
Le opere dello stesso autore vengono segnate in ordine cronologico.
Qualche volta può essere opportuno distinguere, come voce a parte, DIZIONARI e
ENCICLOPEDIE.

FONTI

MOUNIER Emmanuel, Rivoluzione personalista e comunitaria [Révolution personnaliste


et communautaire, Paris, Montaigne 1935], tr. it. di Laura Fuà, Milano,
Edizioni di Comunità 1955.

–, Il personalismo [Le personnalisme, Paris, Presses Universitaires de France


1949], tr. it. di Aldo Cardin, Roma, Veritas 19744.

–, Che cos’è il personalismo? [Qu’est-ce que le personnalisme?, Paris,


Editions du Seuil 1947], tr. it. di Giacomo Mottura, Torino, Eunaudi 1975.

–, Manifesto al servizio del personalismo comunitario [Manifeste au service du


personnalisme, Paris, Montaigne 1936], tr. it. di Ada Lamacchia, Bari,
Ecumenica 19822.

STUDI

AMORE Antimo, Dal personalismo di Mounier al neopersonalismo. Intervista a Rocco


Buttiglione, in Prospettiva Persona 11(1993)4, 61-64.

BOMBACI Nunzio, Emmanuel Mounier (1905-1950). Un testimone scomodo. Cenni


biografici, in TOSO Mario - FORMELLA Zbigniew - DANESE Attilio (a cura di),
Emmanuel Mounier. Persona e umanesimo relazionale nel Centenario
della nascita (1905-1950). Atti del Convegno di Roma – UPS, 12-14
gennaio 2005 I, Roma, LAS 2005, 11-28.

CAIMI Luciano, L’esigenza personalistica nella proposta educativa della rivista “Esprit”,
in Pedagogia e Vita 37(1976)5, 501-522.

–, Ripensando al personalismo pedagogico di Mounier, in TOSO Mario -


FORMELLA Zbigniew - DANESE Attilio (a cura di), Emmanuel Mounier.
Persona e umanesimo relazionale. Mounier e oltre nel centenario della
nascita (1905-2005). Atti del Convegno di Roma – UPS, 12-14 gennaio
2005 II, Roma, LAS 2005, 233-250.

CAMPANINI Giorgio, La rivoluzione cristiana. Il pensiero politico di Emmanuel Mounier,


Brescia, Morcelliana 1968.

–, Il “manifesto personalista”: attualità e inattualità di una lezione, in DANESE


Attilio (a cura di), La questione personalista. Mounier e Maritain nel dibattito
per un nuovo umanesimo, Roma, Città Nuova 1986, 62-76.

DANESE Attilio, Unità e pluralità. Mounier e il ritorno alla persona, Roma, Città Nuova
1984.

38 
 
 

–, (a cura di), La questione personalista. Mounier e Maritain nel dibattito per


un nuovo umanesimo, Roma, Città Nuova 1986.

PRONTERA Angelo, Emmanuel Mounier, in NEGRI Antimo (a cura di), Novecento


filosofico e scientifico. Protagonisti I, Milano, Marzorati 1991, 827-850.

ALTRI STUDI CONSULTATI

BUBER Martin, Il principio dialogico e altri saggi, a cura di Andrea Poma, Milano,
Paoline 19932.

CAMPANINI Giorgio, Persona e personalismi negli anni ’30, in PAVAN Antonio - MILANO
Andrea (a cura di), Persona e personalismi, Napoli, Dehoniane 1987, 371-
391.

CATTORINI Paolo - REICHLIN Massimo, La bioetica: storia, teorie, problemi, in VIGNA


Carmelo (a cura di), Introduzione all’etica, Milano, Vita e Pensiero 2001,
157-180.

DERRIDA Jacques, Donare il tempo. La moneta falsa [Donner le temps, Paris, Éditions
Galilée 1991], Milano, Raffaelle Cortina 1996.

GIOVANNI PAOLO II, Allocuzione all’UNESCO. La scienza e la cultura. L’integrale umanità


dell’uomo si esprime nella cultura (2 giungo 1980), in ID., Insegnamenti di
Giovanni Paolo II, III/1, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 1980,
1636-1655.

HALL Calvin S. - LINDZEY Gardner, Teorie della personalità [Teories of personality, New
York, John Wiley & Sons 1978], Torino, Bollati Boringhieri 1986.

HEIDEGGER Martin, Essere e tempo [Sein und Zeit, s.l, s.e. 1927], tr. it. di Pietro Chiodi
Milano, Longanesi & C. 1970.

IGBOKWE Mary Noëla, The Philosophical Personalism of Luigi Stefanini: An Essay


about African Femminine Personalism, Rome, Salesian Pontifical
University 2002.

PALUMBIERI Sabino, La persona nella filosofia, in Studi Sociali 33(1994)6, 13-18.

–, L’uomo e il futuro. L’Emmanuele. Il futuro dell’uomo III, Roma, Dehoniane


1994.

–, Amo dunque sono. Presupposti antropologici della civiltà dell’amore,


Milano, Paoline 1999.

PELLEREY Michele, Educare, Manuale di pedagogia come scienza pratico-progettuale,


Roma, LAS 1999.

REALE Giovanni - ANTISERI Dario, Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi III,
Brescia, La Scuola 1994.

RICOEUR Paul, Storia e verità [Histoire et verité, Paris, Editions du Seuil 1955],
Cosenza, Marco Editore 1994.

39 
 
 

DIZIONARI ed ENCICLOPEDIE

BERTOLINI Piero, Intelligenza, in ID., Dizionario della pedagogia e scienze


dell’educazione, Bologna, Zanichelli 1996, 277.

DEVOTO Giacomo - OLI Gian Carlo, Famiglia, in ID., Il dizionario della lingua italiana,
Firenze, Le Monnier 1990, 712-713.

GENNARI Mario, Ambiente, in PRELLEZO José Manuel - NANNI Carlo - MALIZIA Guglielmo
(a cura di), Dizionario di scienze dell’educazione, Roma, LAS 20082, 55-56.

GALLINO Luciano, Famiglia, in ID., Dizionario di sociologia, Torino, UTET 19932, 289-
298.

GONZÀLEZ RUIZ José Marìa, Incarnazione, in FLORISTAN Casiano - TAMAYO Juan José,
Dizionario sintetico di pastorale, Città del Vaticano, Libreria Editrice
Vaticana 1999, 386-389.

STEFANINI Luigi, Personalismo, in CENTRO DI STUDI FILOSOFICI DI GALLARATE (a cura di),


Dizionario delle idee, Firenze, Sansoni 1977, 857-860.

SITOGRAFIA

BENNATO Davide, La persona dell’anno siamo noi, in


http://www.tecnoetica.it/2006/12/17/la-persona-dellanno-siamo-noi-grazie-
al-web-20 (17-04-2013).

BUFFARDI Annalisa, Home game. La secolarizzazione e il reincanto tecnologico, in


http://www.politicaonline.it/?p=39 (7-03-2013).

INTERNET WORLD STATS, in http://www.internetworldstats.com/

MOBILIO Veronica, I comportamenti e i consumi tecnologici dei giovani, in


http://www.educationduepuntozero.it/tecnologie-e-ambienti-di-
apprendimento/i-comportamenti-consumi-tecnologici-giovani-
405902945.shtml (23-03-2013).

MOTTO Francesco, Educare nello stile di Don Bosco, in


http://www.donboscoland.it/articoli/articolo.php?id=130963 (13-03-2013).

PELLEREY Michele, Promuovere competenze nell’attività di insegnamento: è possibile?


A quali condizioni?, in http://storage.istruzioneer.it/file/Michele-Pellerey.pdf
1-47 (13-03-2013).

PRENSKY Mark, Digital natives, digital immigrants, in


http://www.marcprensky.com/writing/Prensky%20-
%20Digital%20Natives,%20Digital%20Immigrants%20-%20Part1.pdf 1-6
(05- 03-2013).

Globalizzazione & Comunicazione in Villaggio globale, in


http://www.villaggiomondiale.it/globalizzazione&comunicazione.htm (23-03-
2013).

40 
 
 

Esempio di ERRATA CORRIGE

ERRATA CORRIGE
PROVA FINALE
di Baccalaureato (Laurea)
in Educatore Professionale

LE FAMIGLIE AFFIDATARIE
La lettura sociologica dell’affidamento familiare

Prof. ROSSI Anna


Stud. BIANCHI Maria

PAGINA RIGA ERRATA CORRIGE

3 32 Karlo Jaspers Karl Jaspers


75 Nota 33 L. cit. Cf l. cit.
99 18 Libertà-amore-libertà Libertà-amore-educazione

Esempio di pagina di SIGLE e ABBREVIAZIONI


(in ordine alfabetico)

COSPES Centro di Orientamento Scolastico Professionale e Sociale


DCG Direttorio Catechistico Generale
DSE Dizionario di scienze dell’educazione (Roma, LAS 20082)
EN Etica Nicomachea
EV Enchiridion Vaticanum
INVALSI Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell'Istruzione
OIEC Catholic International Education Office
PeV Pedagogia e Vita
PFSE Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione
RMi Redemptoris Missio
RSE Rivista di Scienze dell’Educazione

41 
 
 

VI. INDICE DELLA GUIDA

PREMESSA ..................................................................................................................... 2

I. ARTICOLAZIONE DELL’ELABORATO .............................................................. 2

1. Indice ............................................................................................................................ 2
2. Introduzione ................................................................................................................ 2
3. Corpo del lavoro (suddiviso in capitoli) .................................................................... 2
3.1. Testo ....................................................................................................................... 3
3.2. Note ........................................................................................................................ 3
3.3. Citazioni ................................................................................................................. 3
4. Conclusione.................................................................................................................. 4
5. Bibliografia .................................................................................................................. 4
6. Eventuali appendici contenenti allegati (documenti, grafici, tabelle, illustrazioni) .4

II. NORME PER L’IMPAGINAZIONE DELL’ELABORATO SCRITTO ............ 5

1. Impostazione informatica della pagina ..................................................................... 5

2. Impostazione informatica del frontespizio e delle pagine divisorie con i titoli


della tesi ........................................................................................................................ 6

2.1. Pagina del frontespizio ......................................................................................... 7

2.2. Pagine divisorie .................................................................................................... 7

2.3. Impaginazione dell’indice .................................................................................... 7

2.3.1. Versione automatica .................................................................................. 7


2.3.2. Versione manuale ...................................................................................... 7

III. NORME COMUNI PER L’APPARATO TECNICO .......................................... 8

1. Indicazioni generali per impostare le NOTE .......................................................... 8

2. Indicazioni generali per citare la bibliografia nelle NOTE .................................... 9

2.1. Come citare un libro .............................................................................................. 9

2.1.1. Libro di un autore ....................................................................................... 9


2.1.2. Libro di due o tre autori ........................................................................... 10
2.1.3. Libro di più di tre autori ........................................................................... 11
2.1.4. Una traduzione ......................................................................................... 11
42 
 
 

2.1.5. Opera in due o più volumi ........................................................................ 11


2.1.6. Opera in due o più volumi con sottotitoli diversi ..................................... 12
2.1.7. Libro che fa parte di una collana ............................................................. 12
2.1.8. Libro: nuova edizione ............................................................................... 12
2.1.9. Libro di un autore curato da un altro ...................................................... 12
2.1.10. Libro di diversi autori curato da uno di loro ......................................... 13
2.1.11. Libro di diversi autori curato da più di uno di loro ............................... 13
2.1.12. Opera Omnia .......................................................................................... 13
2.1.13. Atti di un convegno ................................................................................. 13

2.2. Come citare un contributo dagli Atti di un convegno e da un’opera collettanea 14

2.2.1. Un contributo dal volume degli Atti di un convegno ................................ 14


2.2.2. Un contributo da un’opera collettanea .................................................... 14

2.3. Come citare una voce di dizionari e/o enciclopedie............................................ 15

2.3.1. Dal dizionario curato da un solo autore .................................................. 15


2.3.2. Dal dizionario curato da più autori ......................................................... 15
2.3.3. Dall’enciclopedia in più volumi ............................................................... 16

2.4. Come citare un articolo di una rivista ................................................................. 16

2.5. Come citare una recensione ................................................................................ 17

2.6. Come citare un articolo di giornale ..................................................................... 17

2.6.1. Se è un articolo ......................................................................................... 17


2.6.2. Se è un editoriale ...................................................................................... 18

2.7. Come citare atti normativi................................................................................... 18

2.8. Come citare il Codice del Diritto Canonico ...................................................... 19

2.9. Come citare un documento del Papa o documenti ufficiali della Santa Sede ..... 19

2.9.1. Dalla raccolta Acta Apostolicae Sedis .................................................... 19


2.9.2. Dalla Libreria Editrice Vaticana ............................................................. 19
2.9.3. Dalla raccolta Insegnamenti del Pontefice .............................................. 20
2.9.4. Dalla raccolta Enchiridion Vaticanum .................................................... 21

2.10. Come citare versetti della Sacra Scrittura ......................................................... 22

2.11. Come citare un manoscritto e documento inediti.............................................. 22

2.11.1. Documento inedito custodito in un archivio......................................... 23


2.11.2. Gruppo di manoscritti .......................................................................... 23
2.11.3. Manoscritti non catalogati ................................................................... 23

2.12. Come citare un documento da Internet ............................................................. 23

43 
 
 

2.12.1. Articolo da Internet .............................................................................. 23


2.12.2. Articolo di rivista online ....................................................................... 24
2.12.3. Articolo di giornale online ................................................................... 24
2.12.4 Testi via E-mail ...................................................................................... 24

2.13. Come citare un documento audiovisivo ............................................................ 24

2.13.1. Film ....................................................................................................... 25


2.13.2. CD-ROM o DVD: Bibliografie ............................................................. 25
2.13.3. CD-ROM o DVD: Musica .................................................................... 25

2.14. Avvertenze complementari ............................................................................... 25

3. Indicazioni generali per redigere la BIBLIOGRAFIA finale ............................... 26

IV. NORME SUL PLAGIO ......................................................................................... 26

V. BIBLIOGRAFIA UTILIZZATA PER LA STESURA DELLA GUIDA ............ 26

VI. APPENDICI (facsimile) ......................................................................................... 27

VII. INDICE DELLA GUIDA ..................................................................................... 42

Regola d’oro finale

Procedere sempre allo stesso modo.

«Chi scrive deve scegliere un sistema


e applicarlo sempre e coerentemente in tutto il lavoro.
La costanza e la coerenza sono infatti le virtù che distinguono
il vero ricercatore dal dilettante».

Raffaele Farina

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