Introduzione
La primaria importanza dell’applicazione dei metodi di simmetria alla risoluzione di problemi
chimici, fornisce di per sé un’efficace giustificazione allo studio e alla comprensione della
simmetria e delle metodologie ad essa connesse. La conoscenza, ad esempio, della simmetria di
una molecola o di un intorno atomico dà la possibilità di conoscere il numero e il tipo di livelli di
energia che la molecola o l’atomo possiedono. E, sempre e solo in base a considerazioni di
simmetria, è possibile determinare tra quali livelli esistono interazioni e transizioni, prevedendo in
tal modo quali e quante bande di assorbimento esistono in uno spettro elettronico o vibrazionale.
Considerazioni di simmetria permettono di semplificare problemi che coinvolgono numerosi
orbitali (ad esempio, orbitali molecolari o orbitali ibridi), così come permettono l’enunciazione di
regole che governano alcune reazioni concertate (regole di Woodward-Hoffman).
1
Elementi e operazioni di simmetria
Gli elementi e le operazioni di simmetria, pur essendo strettamente interconnessi, sono
concettualmente diversi e occorre dare per ciascuno di essi un’opportuna definizione.
Operazioni di simmetria: un’operazione di simmetria è un movimento di una molecola tale da
portare la molecola in una configurazione equivalente, indistinguibile da quella originaria (a meno
di non “dare un nome” o di numerare ogni atomo della molecola), anche se non necessariamente
identica.
Elementi di simmetria: un elemento di simmetria è un’entità geometrica (retta, piano, punto),
interno alla molecola, rispetto alla quale possono essere eseguite una o più operazioni di simmetria.
Per quanto riguarda la simmetria molecolare gli elementi di simmetria che interessano sono:
1) piani
2) centro di simmetria
3) asse di rotazione proprio
4) asse di rotazione improprio
Piani di simmetria
Le condizioni che devono essere soddisfatte perché un dato piano sia un elemento di simmetria
sono le seguenti. Riferiamo la molecola ad un sistema di coordinate cartesiane in modo da
individuare la posizione di ogni atomo con le coordinate (xi, yi, zi); facciamo altresì in modo che il
piano contenga due degli assi, ad esempio x e y. Supponiamo ora di lasciare fisse le coordinate x e y
e di cambiare il segno della coordinata z per ogni atomo. Se dopo aver eseguito questa operazione
su ogni atomo della molecola si ottiene una configurazione equivalente il piano tracciato é un piano
di simmetria.
2
Atomi che giacciono su di un piano di simmetria costituiscono un caso particolare poiché
l’operazione suddetta non li sposta. Questo ci dice che le molecole planari hanno almeno un piano
di simmetria coincidente col piano molecolare.
L’esistenza di un piano di simmetria dà origine, o come si dice genera un’operazione di simmetria ,
la riflessione rispetto al piano. Il simbolo usato sia per il piano di simmetria che per l’operazione di
riflessione é σ.
Occorre notare che mentre l’esecuzione di una sola operazione di riflessione dà luogo a una
configurazione equivalente, l’esecuzione della suddetta operazione due volte di seguito origina una
configurazione identica.
3
Come per i piani anche il centro di inversione genera una sola operazione, oltre all’operazione
identità: anche in questo caso possiamo scrivere
in = i per n dispari
in = E per n pari
Nella figura che segue sono riportate alcune molecole che possiedono un centro di simmetria
4
È opportuno notare due cose. La prima è che per convenzione la rotazione viene considerata in
senso antiorario. La seconda riguarda le notazioni usate per le operazioni
Cn e Cnn −1 ( nell'esempio C 4 e C34 ) ; queste si trovano rappresentate anche come C+n e C−n a
indicare il fatto che la prima corrisponde a una rotazione di 2π/n in senso antiorario, in accordo con
la convenzione, mentre la seconda può essere immaginata come una rotazione ancora di 2π/n ma in
senso orario (contrario alla convenzione).
Inoltre nell’esempio riportato si può vedere che l’operazione C24 corrisponde a una rotazione di
180o; questo significa che nella molecola è presente anche un asse C2 coassiale col C4.
Una situazione analoga si ripete per tutti gli assi di ordine pari. Ad esempio se una molecola
possiede un asse di ordine 6 le operazioni generate da questo sono:
C6 ( C6+ ) , C62 ≡ C3 , C36 ≡ C2 , C64 ≡ C32 , C56 ( C6− ) , C66 ≡ E
Questo significa che se una molecola possiede un asse di simmetria di ordine 6 ne possiede anche
altri due rispettivamente di ordine 3 e 2, entrambi coassiali col C6.
5
all’operazione C6 una riflessione rispetto a un piano virtuale perpendicolare all’asse, o facciamo
seguire all’operazione σ un’operazione C6 otteniamo una configurazione equivalente a quella
iniziale. Il che appunto dimostra l’esistenza di un asse di rotazione improprio S6.
Un asse Sn con n pari genera n operazioni e implica l’esistenza di un asse di rotazione propria di
ordine n/2. Infatti ad esempio:
S4 = C4σ
S24 = C24σ 2 = C2 E = C2
S34 = C34 σ
S44 = C44σ 4 = EE = E
Diversamente un asse Sn con n dispari genera 2n operazioni e implica l’esistenza sia di un Cn che di
un piano σ perpendicolare all’asse. Ad esempio:
S3 = C3σ
S32 = C32σ 2 = C32 E = C32
S33 = C33σ3 = Eσ = σ
S34 = C34 σ4 = C3 E = C3
S53 = C53σ5 = C32σ
S36 = C36σ6 = EE = E
6
Prodotti di operazioni di simmetria
È opportuno ora specificare meglio cosa significa applicare una serie di diverse operazioni di
simmetria ad una molecola, come abbiamo fatto per illustrare le operazioni generate da un Sn.
Un esempio aiuta a capire meglio.
Consideriamo la molecola di ammoniaca:
Quali elementi di simmetria possiede tre piani (σv1, σv2 e σv3 nella figura), ciascuno dei quali
contiene un legame N-H, e un asse di rotazione proprio C3 determinato dalla linea lungo la quale si
incrociano i tre piani. Questi elementi di simmetria generano le operazioni E, C3, C32 , σv1, σv2 e σv3.
Per comodità supponiamo di osservare la molecola dall’alto lungo la direzione dell’asse.
7
sola operazione di riflessione rispetto al piano σv3. In altre parole il “prodotto” delle due operazioni
dà un’altra operazione di simmetria della molecola.
Simbolicamente
σv2 C3 (si esegue prima l’operazione scritta più a destra) = σv3
Questi prodotti però non godono della proprietà commutativa. Infatti il prodotto delle due
operazioni viste prima eseguito in ordine inverso non dà lo stesso risultato.
C3 σv2 = σv1
La tabella di moltiplicazione completa permette di verificare i risultati che si ottengono dai vari
prodotti possibili
Per convenzione il prodotto viene eseguito riga x colonna e quindi il risultato del prodotto visto
precedentemente (σv2 C3) si legge all’incrocio della riga σv2 e della colonna C3.
Analizzando la tabella si evidenzia che:
1) il prodotto di due (o più) operazioni di simmetria è a sua volta una delle operazioni di simmetria
generate dagli elementi di simmetria posseduti dalla molecola di ammoniaca.
3) per ogni operazione di simmetria esiste un’altra operazione che riporta la molecola in una
configurazione identica a quella di partenza (operazione inversa)
A A-1 = A-1 A = E dove A-1 è il reciproco di A
σv1 σv1 = σv2 σv2 = σv3 σv3 E
C3 C32 = C32 C3 = E
4) esiste un’operazione di simmetria che commuta con tutte le altre ed è tale che
AE = EA = A
E è l’operazione identità
Un insieme di elementi che soddisfi a queste quattro condizioni (o regole) costituisce un “gruppo” e
quindi l’insieme delle operazioni di simmetria che possono essere eseguite sulla molecola di
ammoniaca nell’esempio visto, o più in generale su di una qualsiasi molecola costituisce un gruppo.
8
Si definisce ordine del gruppo h il numero di elementi del gruppo; il gruppo che abbiamo usato
come esempio è di ordine 6.
Sottogruppo: è un insieme ridotto di elementi del gruppo che soddisfa a sua volta le condizioni che
definiscono un gruppo. Se consideriamo di nuovo l’esempio già visto si possono individuare i
seguenti sottogruppi
Classi: per definire una classe è necessario definire una trasformazione per similitudine.
Se A e X sono due elementi di un gruppo, il prodotto:
X-1 A X è uguale a un altro elemento del gruppo che possiamo chiamare B. Si dice che A e B
sono coniugati e gli insieme di tutti gli elementi coniugati costituiscono le classi del gruppo.
Proseguendo nell’analisi dell’esempio precedente, si possono individuare le seguenti classi:
E classe di ordine 1
X-1 A X B
E E E = E E = E
C32 E C3 = C32 C3 = E
C3 E C32 = C3 C32 = E
σv1 E σv1 = σv1 σv1 = E
σv2 E σv2 = σv2 σv2 = E
σv3 E σv3 = σv3 σv3 = E
Ciascuno dei tre assi binari, coincidenti coi legami B-F, può essere scambiato con ognuno degli altri
tramite una rotazione C3 o C32 , che sono operazioni di simmetria proprie della molecola. I tre assi
binari sono quindi elementi di simmetria equivalenti, come lo sono i tre piani, la cui traccia è data
dai legami.
In generale si definiscono elementi di simmetria equivalenti tutti gli elementi di simmetria che
possono essere trasformati l’uno nell’altro tramite un’operazione di simmetria propria della
molecola.
Analogamente si definiscono atomi equivalenti di una molecola, gli atomi, della stessa specie
chimica, che possono essere scambiati tra loro tramite un’operazione di simmetria.
10
Cn Cn Cn, C2n ,….. Cnn −1 , E n
Sn Sn (n pari) Sn, Cn/2,… C(n / 2 ) ,… Snn −1 , E n
n / 2 −1
11
Rappresentazioni dei gruppi di simmetria
Le operazioni di simmetria possono “operare” su elementi concreti delle molecole, quali: punti
materiali che rappresentano gli atomi, coordinate degli atomi, autofunzioni, distanze e angoli di
legame, etc…. L’insieme degli elementi su cui si opera è chiamato “base della rappresentazione” e
il risultato che si ottiene è una “rappresentazione del gruppo”.
Ad esempio, se nella molecola di NH3, appartenente al gruppo C3v, prendiamo come “base” una
serie di punti rappresentanti i 4 atomi, e operiamo una rotazione C3, otteniamo:
12
Le operazioni di simmetria possono quindi essere rappresentate da matrici aventi dimensioni uguali
a quelle della base scelta:
Rˆ f = f D Rˆ
( )
Si può scrivere una matrice rappresentativa per ogni operazione di simmetria. Nel gruppo C3v,con la
base precedentemente scelta, queste saranno:
1 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 0
0 1 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0
0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 0
0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 1
D(E) D(C3) D ( C32 )
1 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 0
0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 0
0 1 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0
0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 1
D(σv1) D(σv2) D(σv3)
Come altro esempio, che fornisce dati utili in molti casi, scegliamo come base una terna di
coordinate cartesiane per uno degli atomi di una molecola. Le matrici rappresentative rispetto alle
varie operazioni sono:
1 0 0
1) 0 1 0 per l’identità
0 0 1
1 0 0 1 0 0 −1 0 0
2) 0 1 0 0 −1 0 0 1 0 rispettivamente per le riflessioni rispetto ai piani xy,
0 0 −1 0 0 1 0 0 1
xz e yz, in quanto il risultato di queste operazioni è di invertire il verso della coordinata
perpendicolare al piano rispetto al quale avviene la riflessione.
13
−1 0 0
3) 0 −1 0 per un’inversione rispetto a un centro di simmetria, perché un punto di
0 0 −1
coordinate (x, y, z) viene trasformato in un punto di coordinate (-x, -y, -z).
cos θ senθ 0
4) −senθ cos θ 0 per una rotazione propria di un angolo θ attorno all’asse z. Infatti se
0 0 1
abbiamo un punto di coordinate (x, y, z) e ruotiamo in senso antiorario, attorno all’asse z, di un
angolo θ , le nuove coordinate (x’, y’, z’) sono date da
cos θ senθ 0
[x’, y’, z’] = [x, y, z] −senθ cos θ 0
0 0 1
cos θ senθ 0
5) −senθ cos θ 0 per una rotazione impropria di un angolo θ attorno all’asse z.
0 0 −1
Trasformazioni di basi
Supponiamo di avere scelto una base f e che questa base possa essere trasformata tramite una
matrice X in un’altra base f’, cioè
f’ = f X
Se eseguiamo la stessa operazione di simmetria R̂ su f e su f’ avremo
( )
Rˆ f = f D Rˆ
Rˆ f ' = f ' D' ( Rˆ ) = Rˆ f X = f D ( Rˆ ) X = f ' X D ( Rˆ ) X
−1
Si può dimostrare che l’insieme delle matrici D' ( R ) ottenute, per ciascuna delle operazioni del
ˆ
gruppo, attraverso una trasformazione di similitudine
( ) ( )
D' Rˆ = X −1D Rˆ X
costituisce a sua volta una rappresentazione del gruppo nella base f’.
Sono importanti le trasformazioni di basi che permettono di fattorizzare le matrici rappresentative in
matrici a blocchi diagonali.
14
Naturalmente questo deve potersi realizzare per le matrici D rappresentative di tutte le operazioni
del gruppo; le matrici D1' , D'2 , eccetera possono essere di dimensioni diverse, ma tutte le matrici
D1' (una per ogni operazione di simmetria) devono avere le stesse dimensioni, così come le matrici
D'2 e le successive.
Se questo è possibile l’insieme delle matrici D viene detto rappresentazione riducibile: i vari insiemi
D1' , D'2 …, se non sono ulteriormente fattorizzabili vengono chiamati rappresentazioni irriducibili.
i j
dove
h è l’ordine del gruppo,
i vari δ sono delta di Kronecker
Di e Dj indicano rispettivamente la i-esima e la j-esima rappresentazione irriducibile,
li e lj sono le dimensioni delle rappresentazioni suddette,
R indica le varie operazioni del gruppo,
Di(R)mn indica l’elemento della m-esima riga e della n-esima colonna della matrice rappresentativa
dell’operazione R nella i-esima rappresentazione irriducibile;
occorre inoltre prendere il complesso coniugato dei fattori sulla sinistra quando siano implicati
numeri immaginari o complessi.
15
Da questo teorema possono essere estratte tre equazioni più semplici, dalle quali si può notare che il
teorema riguarda vettori che sono
a) ortogonali, se provengono da matrici di rappresentazioni diverse
∑ [ D (R) ]
*
i mn D j (R) m n = 0 se i ≠ j
R
b) sono ancora ortogonali se sono presi dalla stessa rappresentazione, ma da differenti insiemi di
elementi
∑ [ D (R) ] [ D (R) ] = 0
*
i mn i m ' n' se m ≠ m’ e/o n ≠ n’
R
c) il quadrato della dimensione di ciascuno di questi vettori è uguale a h/li
h
∑R [ Di (R)m n ] [ Di (R)m n ] = l
*
Dal teorema suddetto si possono ricavare cinque regole importanti per la sua applicazione a
problemi di interesse per il chimico. Queste sono:
1) la somma dei quadrati delle dimensioni di tutte le rappresentazioni irriducibili di un gruppo è
uguale all’ordine del gruppo
∑ li2 = h
i
Poiché il carattere della matrice rappresentativa dell’operazione E nella i-esima rappresentazione
irriducibile è uguale alle dimensioni della rappresentazione stessa, questa regola può anche essere
scritta:
∑ [χi (E)] = h
2
R
2) la somma dei quadrati dei caratteri delle matrici rappresentative di tutte le operazioni di
simmetria in una certa rappresentazione irriducibile è uguale all’ordine del gruppo
∑ [χi (R)] = h
2
R
3) i vettori le cui componenti sono i caratteri di due diverse rappresentazioni irriducibili sono
ortogonali
∑ χi (R)χ j (R) = 0 se i ≠ j
R
Queste ultime due regole possono essere scritte con un’unica formulazione
∑ χi (R)χ j (R) = hδij
R
Come esempio di applicazione delle 5 regole sopra elencate, consideriamo il gruppo C3v.
Abbiamo visto che è costituito da 3 classi di operazioni di simmetria:
E 2C3 3σv
In base alla regola 5) sappiamo che in questo gruppo ci sono 3 rappresentazioni irriducibili. Le
dimensioni di queste rappresentazioni si ricavano dalla regola 1)
l12 + l22 + l32 = 6
e di conseguenza, gli unici valori di l possibili sono 1, 1, 2., che rappresentano anche i caratteri
rispetto all’operazione identità.
A questo punto sappiamo che
16
E 2C3 3σv
D1 1
D2 1
D3 2
e quindi, in riferimento al grande teorema di ortogonalità, per ciascuno dei tre vettori possibili
abbiamo determinato la prima delle 6 componenti.
Per ogni rappresentazione irriducibile deve valere la regola 2), cioè per Di la somma, su tutte le
operazioni di simmetria, dei quadrati dei caratteri deve essere uguale all’ordine del gruppo (6 nel
nostro caso). Il modo più ovvio per soddisfare tale regola è che per la prima delle rappresentazioni
irriducibili, anche i caratteri rispetto alle due operazioni C3 e alle 3 operazioni σv, siano +1.
E 2C3 3σv
D1 1 1 1 12+2x12+3x12 = 6
D2 1
D3 2
La seconda rappresentazione irriducibile ha ancora 1 come carattere rispetto all’identità e perchè sia
soddisfatta la regola 3) (i due vettori devono essere ortogonali)
1x1 + 2x1xX + 3x1xY =0
l’unica possibilità è che X sia uguale a +1, e Y sia uguale a −1.
E 2C3 3σv
D1 1 1 1
D2 1 1 −1
D3 2
Per ricavare il terzo vettore, cioè i caratteri per la terza rappresentazione irriducibile, facciamo di
nuovo ricorso alla regola 3), tenendo conto del fatto che questo vettore deve essere ortogonale a
entrambi i vettori già trovati:
2 x1 + 2x1xX + 3x1xY = 0
2 x1 + 2 x1xX + 3x ( −1) xY = 0
Da questo sistema di due equazioni in due incognite si ricava
X = −1, Y = 0
e quindi la tavola dei caratteri per il gruppo C3v è
E 2C3 3σv
D1 1 1 1
D2 1 1 −1
D3 2 −1 0
17
irriducibile compare lungo la diagonale della matrice fattorizzata; il carattere della j-esima
rappresentazione irriducibile, rispetto alla stessa operazione R, è dato da χj(R).
Moltiplicando entrambi i membri dell’ultima relazione per χi(R), si ottiene:
∑ χ(R)χi (R) = ∑∑ a j χ j (R)χi (R) = ∑∑ a j χ j (R)χi (R)
R R j j R
Sappiamo dalla regola 3), dedotta dal grande teorema, che per i termini della sommatoria in j vale
∑ a jχ j (R)χi (R) = a j ∑ χ j (R)χi (R) = a jhδij
R R
per cui di tutti i termini della sommatoria in j sarà diverso da zero solo quello per il quale i = j; la
sommatoria in j è quindi uguale ad ajh e di conseguenza:
∑ χ(R)χi (R) = ha i
R
da cui
1
a i = ∑ χ(R)χi (R)
h R
Possiamo così determinare il numero di volte che la i-esima rappresentazione irriducibile è
compresa nella rappresentazione riducibile conoscendo solo i caratteri delle due rappresentazioni,
senza dover ricavare la matrice necessaria per effettuare la trasformazione di similitudine.
Nella prima colonna compare il simbolo di Schoenflies per il gruppo e i simboli delle
rappresentazioni irriducibili del gruppo stesso. Il significato dei simboli è il seguente
A e B indicano rappresentazioni monodimensionali rispettivamente simmetriche (carattere +1) e
antisimmetriche (carattere −1), rispetto a una rotazione attorno all’asse principale di simmetria.
E indica rappresentazioni bidimensionali
T, o in alcuni testi F, indica rappresentazioni tridimensionali
Per le sole rappresentazioni monodimensionali:
I pedici 1 e 2 indicano rispettivamente rappresentazioni simmetriche e antisimmetriche rispetto alla
rotazione attorno a un asse C2 perpendicolare all’asse principale di simmetria, o rispetto a un piano
σv, se il C2 manca.
Eventuali apici ‘ e “ indicano rappresentazioni rispettivamente simmetriche e antisimmetriche
rispetto a un piano σh.
Eventuali pedici g e u indicano rappresentazioni rispettivamente simmetriche e antisimmetriche
rispetto all’inversione.
Nella seconda colonna compaiono le operazioni di simmetria riunite per classi e i rispettivi caratteri
per ciascuna delle rappresentazioni irriducibili.
In tutti i gruppi ci sarà una rappresentazione i cui caratteri sono tutti +1 e che sarà perciò una
rappresentazione A; essa viene chiamata rappresentazione totalsimmetrica (per quel dato gruppo).
Nella terza colonna, per le rappresentazioni monodimensionali, x, y, z indicano di quale
rappresentazione irriducibile è base una qualsiasi funzione di 10 grado di x, o y, o z (ad esempio gli
18
orbitali px, py, pz). Rx. Ry, Rz indicano di quale rappresentazione irriducibile è base una rotazione
attorno all’asse x, all’asse y o all’asse z. Per le rappresentazioni bi- o tridimensionali la base
deve essere costituita da 2 o 3 funzioni inseparabili, rappresentate da parentesi contenenti le
funzioni di base. Nell’esempio x e y assieme, così come Rx e Ry assieme rappresentano basi per la
rappresentazione bidimensionale E del gruppo C3v.
Nella quarta colonna è contenuta un’indicazione analoga per funzioni di 20 grado (ad esempio gli
orbitali d di un atomo).
2π p m i
D p ( C3m ) = ε p m = e 3
C3 C3 C32 C33 = E
D1 ε ε2 ε3
D2 ε2 ε4 ε6
D3 ε3 ε6 ε9
D’altra parte
2π i 3
ε3 = e 3 = cos 2π + i sen2π = 1
e questa tavola diviene
C3 C3 C32 C33 = E
D1 ε ε2 1
D2 ε2 ε 1
D3 1 1 1
19
2π 2π 2π 2π *
ε 2 = cos 2 + i sen 2 = cos − i sen =ε
3 3 3 3
A questo punto risistemando le righe e le colonne la tavola diviene
C3 E C3 C32
A 1 1 1
ε ε*
E { 1
1 ε* ε
Questa sistemazione porta in prima colonna i caratteri rispetto all’identità e nella prima riga la
rappresentazione che ha tutti caratteri +1 (rappresentazione totalsimmetrica), che sarà quindi una
rappresentazione A. Le restanti rappresentazioni sono riunite a coppie in modo che gli elementi di
una riga siano i complessi coniugati dell’altra. Ciascun componente delle coppie è una
rappresentazione a sé, poiché deve essere soddisfatta la regola per cui il numero di rappresentazioni
deve essere uguale al numero delle classi. Tuttavia, per alcune applicazioni a problemi fisici, risulta
opportuno sommarle, ottenendo così un insieme di caratteri corrispondenti a quelli di una
rappresentazione bidimensionale. Per il gruppo C3 si ottiene:
C3 E C3 C32
A 1 1 1
E 2 2cos2π/3 2cos2π/3
Supponiamo ad esempio di usare come base la terna di coordinate cartesiane (x, y, z). Le matrici
rappresentative delle tre operazioni del gruppo C3 sono:
1 0 0 cos 2π / 3 sen2π / 3 0 cos 2π / 3 −sen2π / 3 0
0 1 0 −sen2π / 3 cos 2π / 3 0 sen2π / 3 cos 2π / 3 0
0 0 1 0 0 1 0 0 1
E C3 C32
Si può notare che queste matrici possono essere fattorizzate in una matrice monodimensionale,
avente caratteri 1, 1, 1, che ha la coordinata z come base, e in una matrice bidimensionale con
caratteri 1, 2cos2π/3, 2cos2π/3, che ha per base la coppia di coordinate (x, y).
20
RH=HR
Prima di proseguire occorre ricordare che le autofunzioni, oltre che normalizzate, sono anche
costruite in modo da essere ortonormali, cioè sono tali per cui
∫ Ψ i Ψ jdτ = δij
*
Si può ora dimostrare che le autofunzioni di una molecola sono basi per rappresentazioni irriducibili
del gruppo a cui la molecola appartiene.
Prendiamo in considerazione il caso di autovalori non degeneri, cioè di autovalori a cui corrisponde
una unica funzione d’onda.
Se su ciascun membro della corrispondente equazione d’onda eseguiamo un’operazione di
simmetria otteniamo:
H R ψi = Ei R ψi
il ché ci dice che anche (R ψi) è autofunzione.
Perché questa sia normalizzata occorre che
R ψi = ± 1 ψi
Quindi, applicando le operazioni del gruppo a un’autofunzione associata a un autovalore non
degenere, otteniamo una rappresentazione del gruppo in cui tutte le matrici rappresentative sono
uguali a ± 1. Essendo queste rappresentazioni monodimensionali saranno ovviamente
rappresentazioni irriducibili.
Anche nel caso di autovalori degeneri si può dimostrare che le matrici che descrivono la
trasformazione di un insieme di n autofunzioni, corrispondenti a un autovalore n volte degenere,
sono una rappresentazione irriducibile n-dimensionale.
Per illustrare questo punto, consideriamo gli orbitali 2px e 2py dell’atomo di azoto nella molecola di
NH3 . Le autofunzioni che li descrivono, espresse in un sistema di coordinate polari,
sono
px = r senθ cosϕ
py = r senθ senϕ
dove r è una costante e θ, essendo l’angolo formato con l’asse C3, non viene variato dalle operazioni
di simmetria del gruppo C3v.
21
Per quanto riguarda l’angolo ϕ sotto le varie operazioni del gruppo varia nel modo seguente:
2π
ϕ C3
→ϕ +
3
per cui con l’operazione C3 si ha
2π 2π 2π 1 3
cos ϕ + = cos ϕ cos − senϕ sen = − cos ϕ − senϕ
3 3 3 2 2
2π 2π 2π 1 3
sen ϕ + = senϕ cos + cos ϕ sen = − senϕ + cos ϕ
3 3 3 2 2
mentre con l’operazione σxz si ha:
σxz
ϕ → −ϕ
per cui
cos(−ϕ) = cosϕ
sen(−ϕ) = −senϕ
L’applicazione delle operazioni di simmetria agli orbitali (px, py) porta a:
1 0
E ( px py ) = ( px py )
0 1
C3 px = C3 (r senθ cosϕ) = r senθ cos(ϕ + 2π/3)=
1 3 1 3
= − r senθ cos ϕ − senθ senϕ = − p x − py
2 2 2 2
E C3 σxz
I caratteri di queste matrici (2, −1, 0) sono esattamente quelli della rappresentazione irriducibile E
del gruppo C3v.
Si noti che il carattere della matrice rappresentativa dell’operazione C3 è lo stesso che per la matrice
rappresentativa dell’operazione C32 poiché le due operazioni appartengono, per il gruppo C3v, alla
stessa classe. Lo stesso si può dire per i caratteri delle matrici rappresentative delle tre operazioni
σxz, σxy e σyz.
Prodotto diretto.
Supponiamo che X = (x1, x2, …..xm) e Y = (y1, y2, …..yn) siano due insiemi di elementi che
formano basi per rappresentazioni irriducibili del gruppo a cui una data molecola appartiene.
Se applichiamo a queste due basi una delle operazioni del gruppo otteniamo
22
m
Rx i = ∑ a ji x j
j=1
n
Ry k = ∑ blk yl
l =1
Il prodotto diretto delle due basi è rappresentato da una matrice Z costituita dall’insieme delle
funzioni xj yl
Z=X⊗Y
e applicando la stessa operazione R a questo insieme si ha:
m n
R ( x i y k ) = ∑∑ a ji blk x j yl = ∑∑ c ji,lk x j yl
j=1 l =1 j l
Questo dice che anche Z, cioè il prodotto diretto delle due basi è base per una rappresentazione del
gruppo; i coefficienti cji,lk sono gli elementi di una matrice C che è la matrice rappresentativa
dell’operazione R nella base Z.
Si può dimostrare che i caratteri della rappresentazione del prodotto diretto sono uguali al
prodotto dei caratteri delle singole rappresentazioni cioè che
χZ(R) = χX(R) χY(R)
In generale, ma non sempre, il prodotto diretto di due, o più, rappresentazioni irriducibili è una
rappresentazione riducibile.
Per illustrare questo paragrafo utilizziamo ancora il gruppo C3v
C3v E 2C3 3σv
A1 1 1 1
A2 1 1 −1
E 2 −1 0
A1 ⊗ A1 1 x 1=1 1 x 1=1 1 x 1=1 A1
A1 ⊗ A2 1 x 1=1 1 x 1=1 1 x (-1)= -1 A2
A1 ⊗ E 1 x 2=2 1 x (-1)= -1 1 x 0=0 E
A2 ⊗ A2 1 x 1=1 1 x 1=1 (-1) x (-1)=1 A1
A2 ⊗ E 1 x 2=2 1 x (-1)= -1 (-1) x 0=0 E
E⊗E 2 x 2=4 (-1) x (-1)=1 0 x 0=0 riducibile
23
∫f f dτ
A B
questo sarà uguale a zero, a meno che la funzione integranda sia invariante sotto tutte le operazioni
del gruppo di simmetria a cui appartiene la molecola, oppure a meno che non sia esprimibile come
somma di termini uno dei quali sia invariante.
Dire che la funzione integranda, o un termine della somma in cui può essere scomposta, deve essere
invariante rispetto alle operazioni di simmetria del gruppo, equivale a dire che essa, o quel certo
termine, costituisce una base per la rappresentazione totalsimmetrica del gruppo.
Ora, in base a quanto visto sul prodotto diretto, sappiamo come determinare le rappresentazioni
irriducibili che compaiono nella rappresentazione DAB, di cui fAfB è base, una volta che conosciamo
le rappresentazioni irriducibili di cui fA e fB sono basi.
Si può inoltre dimostrare che la rappresentazione di un prodotto diretto, DAB, contiene la
rappresentazione totalsimmetrica solo se la rappresentazione irriducibile DA è uguale alla
rappresentazione irriducibile DB.
Da quanto detto si possono ricavare regole che riguardano funzioni integrande che sono il prodotto
di tre o più funzioni. Di particolare importanza sono gli integrali del tipo
∫ f A f BfCdτ
Poiché un integrale di questo tipo sia diverso da zero occorre che il prodotto diretto delle tre
rappresentazioni, corrispondenti alle tre funzioni, sia o contenga la rappresentazione
totalsimmetrica. Possiamo dire che questo sarà vero se la rappresentazione del prodotto diretto di
due qualsiasi delle tre funzioni è uguale alla rappresentazione della terza funzione (o la contiene).
L’importanza di questo tipo di integrali si può notare riferendosi ad elementi di matrice molto
comuni in quantomeccanica del tipo
∫ ψ i P ψ j dτ
dove
ψi e ψj sono funzioni d’onda e P è un operatore.
Un primo esempio riguarda la determinazione dell’energia di interazione tra 2 stati descritti dalle
funzioni d’onda ψi e ψj .
Consideriamo l’equazione d’onda
Hψ j = Eψ j
e moltiplichiamola a sinistra per ψi
ψ i Hψ j = ψ i Eψ j = Eψ iψ j
Integrando e risolvendo rispetto a E
∫ψ i Hψ j dτ = E
∫ψ iψ j dτ
E è diversa da 0 (cioè i due stati possono interagire) solo se il termine al numeratore è diverso da
zero. H appartiene alla rappresentazione totalsimmetrica, in quanto l’energia della molecola è
invariante rispetto a qualsiasi operazione di simmetria, e di conseguenza l’integrale è diverso da
zero solo se ψi e ψj appartengono alla stessa rappresentazione irriducibile.
Un secondo esempio riguarda la probabilità delle transizioni spettrali.
In generale l’intensità di una transizione è data da un’equazione del tipo
I ∝ ∫ ψ i opψ jdτ dove op è l’operatore momento di transizione, corrispondente al tipo di
transizione spettrale che si intende studiare.
L’intensità di una transizione spettrale è diversa da zero, cioè la transizione è “permessa”, se il
prodotto diretto delle rappresentazioni di ψi e ψj contiene la rappresentazione a cui appartiene op.
L’esempio tipico è quello di una transizione spettrale nell’infrarosso: in questo caso l’operatore
corrisponde ad una variazione di dipolo elettrico, µ, che ha componenti µx, µy e µz. La
rappresentazione irriducibile alla quale ciascuna di queste componenti corrisponde si trova
24
osservando la terza colonna della tavola dei caratteri del gruppo a cui la molecola appartiene. Di
conseguenza una certa vibrazione avrà intensità non nulla in infrarosso (sarà permessa in
infrarosso), se il prodotto diretto delle rappresentazioni che corrispondono ai due stati tra i quali
avviene la transizione ha la stessa simmetria di una delle componenti del momento di dipolo. Si
dice in questo caso che la transizione è polarizzata lungo la direzione corrispondente (x, y o z),
oppure su un certo piano, se, come nel caso del gruppo C3v, esistono rappresentazioni
bidimensionali alle quali appartiene una coppia di funzioni di due delle tre coordinate.
25
1- Occorre in prima istanza determinare il gruppo puntuale a cui la molecola appartiene. La
molecola possiede: 1 asse ternario perpendicolare al piano molecolare, 3 assi binari perpendicolari
al C3, e un piano esso pure perpendicolare al C3, coincidente con il piano della molecola. La
molecola appartiene quindi al gruppo D3h la cui tavola dei caratteri è la seguente:
2- La base scelta per definire il problema sarà costituita da tre orbitali atomici pπ perpendicolari al
piano della molecola, ϕ1, ϕ2 e ϕ3.
3- Su questa base costruiamo una rappresentazione delle operazioni di simmetria del gruppo D3h e
scriviamo i caratteri di ciascuna delle matrici rappresentative:
E: applicando l’operazione identità ai tre elementi di base essi restano invariati, per cui sulla
diagonale principale della matrice ci saranno tre +1. Infatti
1 0 0
E(ϕ1, ϕ2, ϕ3) = (ϕ1, ϕ2, ϕ3) = (ϕ1, ϕ2, ϕ3) 0 1 0
0 0 1
2C3: le due operazioni, C3 e C32 , appartengono alla stessa classe e quindi avranno lo stesso
carattere. Tale carattere è uguale a zero perché effettuando una rotazione attorno all’asse ternario
l’orbitale ϕ1 va nella posizione di ϕ2 , ϕ2 va in ϕ3 e ϕ3 va in ϕ1: perciò nella matrice gli elementi in
diagonale saranno tutti nulli.
26
0 0 1
C3 ( ϕ1 , ϕ2 , ϕ3 ) = ( ϕ2 , ϕ3 , ϕ1 ) = ( ϕ1 , ϕ2 , ϕ3 ) 1 0 0
0 1 0
3C2: se effettuiamo una rotazione di 180o, ad esempio attorno a C'2 in figura, gli orbitali ϕ2 e ϕ3
scambiano la loro posizione e quindi il loro contributo alla diagonale principale della matrice
rappresentativa di questa operazione sarà nullo. L’orbitale ϕ1 resta nella posizione che già occupava
scambiando però il lobo positivo con quello negativo, portando così un contributo pari a -1 sulla
diagonale. Anche in questo caso il carattere è lo stesso per le tre operazioni C2 perché esse
appartengono alla stessa classe.
−1 0 0
C ( ϕ1 , ϕ2 , ϕ3 ) = ( −ϕ1 , −ϕ3 , −ϕ2 ) = ( ϕ1 , ϕ2 , ϕ3 ) 0 0 −1
'
2
0 −1 0
σh: riflettendo rispetto al piano della molecola, i tre orbitali restano nella loro posizione, invertendo
però il lobo negativo con quello positivo. Ciascuno di loro porta un contributo di -1 sulla diagonale
principale della matrice rappresentativa.
−1 0 0
C ( ϕ1 , ϕ2 , ϕ3 ) = ( −ϕ1 , −ϕ2 , −ϕ3 ) = ( ϕ1 , ϕ2 , ϕ3 ) 0 −1 0
'
2
0 0 −1
2S3 (S3 e S53 ): la prima parte di questa operazione dà come risultato quanto già visto per
l’operazione C3. La successiva riflessione rispetto al piano σh inverte il segno dei lobi degli orbitali,
ma non ne trasforma nessuno in sé stesso (o − sé stesso). Il carattere rispetto a queste due operazioni
sarà perciò nullo.
27
0 0 −1
S3 ( ϕ1 , ϕ2 , ϕ3 ) = ( −ϕ2 , −ϕ3 , −ϕ1 ) = ( ϕ1 , ϕ2 , ϕ3 ) −1 0 0
0 −1 0
3σv: la riflessione rispetto a uno dei piani verticali, supponiamo σ"v , scambia gli orbitali ϕ1 e ϕ3, che
quindi portano un contributo nullo al carattere e lascia invariato ϕ2 che porta un contributo di +1.
0 0 1
σ ( ϕ1 , ϕ2 , ϕ3 ) = ( ϕ3 , ϕ2 , ϕ1 ) = ( ϕ1 , ϕ2 , ϕ3 ) 0 1 0
"
v
1 0 0
4- La rappresentazione che abbiamo ottenuto è una rappresentazione riducibile, poiché non coincide
con nessuna delle rappresentazioni irriducibili del gruppo D3h. È quindi necessario scomporla nelle
rappresentazioni irriducibili contenute in essa. Per fare questa operazione ricorriamo
all’espressione:
1
a i = ∑ χ(R)χi (R)
h R
che porta ai seguenti risultati
1
n A' = [3x1 + 0x1x2 + (−1)x1x3 + (−3)x1x1 + 0x1x2 + 1x1x3] = 0
1
12
1
n A' = [3x1 + 0x1x2 + (−1)x1x3 + (−3)x(−1)x1 + 0x1x2 + 1x(−1)x3] = 0
2
12
1
n E' = [3x2 + 0x(−1)x2 + (−1)x0x3 + (−3)x2x1 + 0x(−1)x2 + 1x0x3] = 0
12
1
n A" = [3x1 + 0x1x2 + (−1)x1x3 + (−3)x(−1)x1 + 0x(−1)x2 + 1x(−1)x3] = 0
1 12
28
1
n A" = [3x1 + 0x1x2 + (−1)x(−1)x3 + (−3)x(−1)x1 + 0x(−1)x2 + 1x1x3] = 1
2 12
1
n E" = [3x2 + 0x(−1)x2 + (−1)x0x3 + (−3)x(−2)x1 + 0x1x2 + 1x0x3] = 1
12
I risultati ottenuti significano che nella rappresentazione riducibile costruita sulla base dei tre
orbitali atomici è contenuta una volta la rappresentazione irriducibile monodimensionale A"2 e una
volta la rappresentazione irriducibile bidimensionale E”. Si noti che il numero di funzioni
ottenute deve essere uguale al numero di elementi costituenti la base di partenza.
5- Gli elementi costituenti la base scelta, cioè i tre orbitali atomici, non sono basi per le
rappresentazioni irriducibili che abbiamo determinato. È conveniente trasformare questa base, per
mezzo di una trasformazione di similitudine, in una base costituita da elementi che siano di per sé
basi per le rappresentazioni irriducibili del gruppo. La trasformazione si effettua mediante l’uso di
operatori di proiezione, corrispondenti, nel caso che stiamo esaminando, alle rappresentazioni A"2 e
E”.
Applichiamo per primo l’operatore di proiezione corrispondente ad A"2 all’orbitale atomico ϕ1
lA"
Pˆ A2 ϕ1 = 2 ∑ χ A" ( R ) Rˆ ϕ1
"
h R 2
e otteniamo
1 1xEˆ ϕ1 + 1xC ˆ ϕ + 1xC ˆ 2 ϕ + (−1)xC ˆ ϕ + (−1)xC
ˆ ' ϕ + (−1)xC
ˆ " ϕ + (−1)xσˆ ϕ + (−1)xSˆ ϕ
A"2 3 1 3 1 2 1 2 1 2 1 h 1 3 1
P̂ ϕ1 =
12 + (−1)xSˆ 3ϕ1 + 1xσˆ v ϕ1 + 1xσˆ v ϕ1 + 1xσˆ v ϕ1
5 ' "
Occorre notare che l’applicazione di operazioni diverse, pur appartenenti alla stessa classe, porta in
genere a risultati diversi. Inoltre, dato che i risultati dell’applicazione delle operazioni di
simmetria agli elementi della base, sono gli stessi che servono per gli altri operatori di proiezione,
può tornare utile creare una tabella in cui siano esplicitati tutti i risultati di cui sopra.
Si ottiene così
1
P̂ A2 ϕ1 = ( ϕ1 + ϕ2 + ϕ3 + ϕ2 + ϕ1 + ϕ3 + ϕ1 + ϕ2 + ϕ3 + ϕ2 + ϕ1 + ϕ3 ) =
"
12
1
= ( ϕ1 + ϕ2 + ϕ3 )
3
Le funzioni che ci interessano devono essere ortogonali, e questo è vero se abbiamo scelto le
funzioni di base già ortogonali tra loro; devono essere inoltre normalizzate. Per ottenere questo
risultato si divide per il massimo comune divisore dei coefficienti (in questo caso 1/3) ottenendo
P̂ A2 ϕ1 = ( ϕ1 + ϕ2 + ϕ3 )
"
dove ci sono i coefficienti dei diversi termini della combinazione lineare ottenuta.
29
In questo caso
1
N=
1 + 12 + 12
2
ψ = ψ E" + cψ E"
'
b a
∫ψ b a
( ) a a a a
1
ψ E" dτ = 0 = ∫ ψ E" ψ ' − cψ E" dτ = ∫ ψ E" ψ 'dτ − c ∫ ψ E" ψ E" dτ = − − c
E"a
2
da cui
1
c=−
2
Sostituendo nella combinazione lineare e normalizzando la funzione ricavata, si ha:
1
ψ E" = ( ϕ2 − ϕ3 )
b 2
30
I tre orbitali molecolari π corrispondono quindi alle 3 funzioni
1
ψ A" = ( ϕ1 + ϕ2 + ϕ3 )
2 3
1
ψ
Ea " = ( 2ϕ1 − ϕ2 − ϕ3 )
6
ψ E" =
ψ " = 1 (ϕ − ϕ )
Eb
2
2 3
Il secondo metodo discende, come detto, dal fatto che la forma fondamentale delle SALC è
determinata dal loro comportamento rispetto a una rotazione attorno all’asse di simmetria
principale. Rispetto alle altre operazioni di simmetria il comportamento delle SALC dipende dal
comportamento dei costituenti la base (orbitali pπ) rispetto ad esse.
Si può perciò utilizzare un sottogruppo rotazionale (gruppo ciclico) contenuto nel gruppo a cui la
molecola appartiene, che nel caso studiato è il gruppo C3 che ha la seguente tavola dei caratteri.
C3 E C3 C32
A 1 1 1
1 ε ε*
E
1 ε* ε
31
( ε − ε *) = 2i sen 2π = 2 3
= 3
i i 3 2
−
e quindi ψ E = ϕ2 − ϕ3
Le due funzioni ψ +E e ψ −E normalizzate sono identiche a quelle trovate in precedenza.
La simmetria dei tre orbitali pπ scelti come funzioni di base rispetto a σh e C2 mostra che
C3 D 3h
A ⇒ A"2
E ⇒ E"
Si vede infatti che i tre orbitali pπ sono antisimmetrici (cambiano segno) rispetto a σh e C2.
Nella tavola dei caratteri del gruppo D3h l’unica rappresentazione A che ha queste caratteristiche è
la rappresentazione A"2 , mentre l’unica rappresentazione E con queste caratteristiche è E”.
Orbitali Molecolari
Per descrivere in forma esplicita e pratica gli orbitali molecolari si usa un’approssimazione (LCAO-
MO), in cui ciascun orbitale molecolare è descritto come una combinazione lineare di orbitali
atomici. In tale approssimazione l’orbitale molecolare k-esimo è descitto come
ψ k = ∑ cikϕ i
i
dove gli orbitali atomici ϕi costituiscono una base di elementi normalizzati, cioè:
∫ ϕiϕidτ = 1
L’equazione d’onda
H ψ − Eψ = ( H − E ) ψ = 0
diventa quindi
∑ ci ( H − E ) ϕi = 0
i
Se ora per chiarezza esplicitiamo il problema per il caso di un orbitale molecolare a due termini, ϕ1
e ϕ2, si ottiene
c1 ( H − E ) ϕ1 + c 2 ( H − E ) ϕ2 = 0
che, moltiplicata per ϕ1 e integrata su tutte le coordinate spaziali, si trasforma in
c1 ∫ ϕ1 ( H − E ) ϕ1dτ + c 2 ∫ ϕ1 ( H − E ) ϕ2 dτ = 0
Introducendo le seguenti definizioni
H ii = ∫ ϕi H ϕi dτ energia dell'orbitale atomico ϕi
32
Questo determinante è chiamato determinante secolare e per la sua soluzione si operano spesso
semplificazioni e approssimazioni, la più drastica delle quali, chiamata approssimazione di Hückel,
fornisce comunque risultati qualitativamente corretti.
L’approssimazione di Hückel si applica in genere agli orbitali π degli idrocarburi e consiste nel
porre tutti gli integrali di sovrapposizione = 0, e tutti gli Hij = 0 a meno che gli orbitali atomici ϕi e
ϕj non si trovino su atomi adiacenti. In questa approssimazione si usano le seguenti abbreviazioni:
α = Hii energia di un elettrone in un orbitale atomico pπ del carbonio
β = Hij energia di interazione tra orbitali atomici su atomi adiacenti.
33
1 1
H13 = ∫ ψ A" H ψ E" dτ = ∫ ( ϕ1 + ϕ2 + ϕ3 )H ( ϕ2 − ϕ3 ) dτ =
2 b 3 2
1
= [β − β + α − β + β − α ] = 0
6
1 1
H 22 = ∫ ψ E" H ψ E" dτ = ∫ ( 2ϕ1 − ϕ2 − ϕ3 )H ( 2ϕ1 − ϕ2 − ϕ3 ) dτ =
a a 6 6
1
= [ 4α − 2β − 2β − 2β + α + β − 2β + β + α ] = α − β
6
1 1
H 23 = ∫ ψ E" H ψ E" dτ = ∫ ( 2ϕ1 − ϕ2 − ϕ3 )H ( ϕ2 − ϕ3 ) dτ =
a b 6 2
1
= [ 2β − 2β − α + β − β + α ] = 0
12
1 1
H 33 = ∫ ψ E" H ψ E" dτ = ∫ ( ϕ2 − ϕ3 )H ( ϕ2 − ϕ3 ) dτ =
b b 2 2
1
= [α − β − β + α ] = α − β
2
Eψ = Eψ = α −β
E"a E"b
Poiché si può dimostrare che β è una quantità negativa, il diagramma energetico, su cui vengono
sistemati gli elettroni in accordo con la regola di Hund e il principio di esclusione, risulterà il
seguente:
34
Per la molecola che stiamo studiando l’energia totale risulta quindi
Etot = 2 x(α + 2β) + (α − β) = 3α + 3β
È evidente che gli orbitali molecolari π che abbiamo ricavato costituiscono un sistema di doppi
legami delocalizzati sulla molecola: volendo calcolare quale è il guadagno di energia che comporta
una struttura di questo tipo rispetto ad una struttura con doppi legami localizzati, occorre sottrarre
all’energia totale determinata, l’energia dei doppi legami che si potrebbero formare nella molecola
(in questo caso uno solo) e quella di eventuali elettroni spaiati.
Come già detto l’energia di un elettrone spaiato è α, mentre con un procedimento analogo a quanto
fatto per il ciclopropenile si ricava che l’energia di un doppio legame vale 2α + 2β.
Il guadagno di energia, chiamato energia di delocalizzazione o energia di risonanza, risulta perciò:
Edel = (3α + 3β) - (α + 2α +2β) = β
35
Scegliamo come base 8 orbitali atomici pz, che danno origine a 8 orbitali molecolari LCAO.
La risoluzione dell’equazione secolare porta a dover risolvere un determinante 8x8 che ha la forma
seguente:
H11 − E H12 − ES12 . . . . . H18 − ES18
H 21 − ES21 H 22 − E . . . . . H 28 − ES28
: : : :
=0
: : : :
. . . .
H 81 − ES81 H 82 − ES82 . . . . . H 22 − E
Utilizzando i metodi della simmetria per la costruzione delle SALC, si semplifica il problema;
infatti vedremo che si dovranno risolvere determinanti di dimensioni minori.
Occorre individuare il gruppo puntuale a cui appartiene la molecola.
La molecola è planare e possiede 1 asse C4 che passa per il centro del quadrato (formato dagli atomi
di C 2, 3, 6, 7), 4 assi C2 perpendicolari al C4, e 1 piano σh perpendicolare al C4 e appartiene quindi
al gruppo D4h. La presenza degli elementi di simmetria sopra elencati è sufficiente a caratterizzare
il gruppo e comporta anche 1 C2 coassiale al C4, 1 centro sito nel punto di incrocio tra il C4 e i 4 C2
ad esso perpendicolari, 1 asse improprio S4, 2 piani di simmetria σd e 2 piani di simmetria σv. Con
la base scelta si costruisce la seguente rappresentazione riducibile
36
possibile lavorare su un solo gruppo di atomi di C, riprodurre i risultati per l’altro gruppo e alla fine
combinare i risultati di entrambi per ottenere le funzioni π. Ciascuno dei due insiemi porta a
1A2u + 1B1u + 1Eg
Poiché è presente una rappresentazione bidimensionale (Eg) è utile usare immediatamente il
sottogruppo rotazionale corrispondente C4, la cui tavola dei caratteri è la seguente
C4 E C4 C2 C34
A 1 1 1 1
B 1 -1 1 -1
1 i -1 -i
E
1 -i -1 i
"
ψ E interni = (ϕ2 + iϕ3 − ϕ6 − iϕ7 )
ψ E esterni = (ϕ1 − iϕ4 − ϕ5 + iϕ8 )
'
"
ψ E esterni = (ϕ1 + iϕ4 − ϕ5 − iϕ8 )
Come visto per il ciclopropenile è opportuno modificare queste ultime due coppie di funzioni, per
eliminare i coefficienti immaginari, facendone per ciascuna due combinazioni lineari, una ottenuta
per somma e la seconda per differenza divisa per i. Si ottiene così
int erni 1
ψ Ea (+ ) = 2 ( ϕ2 − ϕ6 )
ψ int erni (−) = 1 ( ϕ − ϕ )
Eb 2
7 3
es t erni 1
ψ Ea (+ ) = ( ϕ1 − ϕ5 )
2
ψ es t erni (−) = 1
Eb
( ϕ8 − ϕ4 )
2
37
Se ora utilizziamo come base queste funzioni, il determinante secolare risulta fattorizzato per
simmetria e occorre risolvere solo dei determinanti di dimensioni 2 x 2 anziché un determinante
8 x 8.
H ij = ∫ ϕi H ϕ jdτ =→ β
20
Sij = ∫ ϕi ϕ jdτ = 0
si ottiene per gli orbitali di simmetria A
α + 2β − E β
=0
β α−E
Poichè α rappresenta l’energia di un orbitale atomico pπ, nella scala delle energie può essere posto
uguale a zero, mentre l’energia β può essere presa come unità della scala. Con questa
semplificazione il determinante diventa
2−E 1
=0
1 −E
38
Ne consegue che l’energia dei 2 orbitali molecolari EA è
EA = 1 ± 2
In modo analogo per gli orbitali molecolari di simmetria B si ricava
−2 − E 1
=0
1 −E
E B = −1 ± 2
Per gli orbitali molecolari di simmetria E
−E 1
=0
1 −E
EE = ± 1
Nello schema seguente sono riportate in scala le energie dei diversi orbitali molecolari.
39
L’energia totale del sistema di orbitali π risulta quindi:
( ) ( )
E = 2 1 + 2 + 4 (1) + 2 2 − 1 β = 9.656β
e l’energia di delocalizzazione sarà
E deloc = ( 9.656 − 8 ) β = 1.656β
Gli orbitali molecolari ψ (1) A , ψ E , etc , sono combinazioni lineari delle SALC di simmetria A, E,
(1)
etc degli orbitali ricavati per l’insieme degli atomi interni e per l’insieme degli atomi esterni.
L’orbitale molecolare ψ (1) A di legame risulta allora
ψ A = ci ψ A + c e ψ A
(1) i e
40
A questo punto possiamo definire l’ordine di legame come somma dei prodotti dei coefficienti
degli orbitali atomici, dei due atomi legati, in ciascun orbitale molecolare, moltiplicata per il
numero di elettroni che occupano l’orbitale molecolare.
Per il legame C2C3 si avrà perciò un ordine di legame pari a
2[(0.462)(0.462)] + 2[(0.191)(-0.191)] + 2[(0.500)(0.)] + 2[(0.500)(0.)] = 0.354
Lo stesso risultato vale per i legami C2C7, C3C6 e C6C7.
Per il legame C1C2 così come per i legami C3C4, C5C6 e C7C8 l’ordine di legame è
2[(0.191)(0.462)] + 2[(0.462)(0.191)] + 2[(0.500)(0.500)] + 2[(0.)(0.)] = 0.852
Se ne deduce che gli elettroni π sono più localizzati sui legami esterni che su quelli interni.
Vibrazioni molecolari
Il numero di gradi di libertà vibrazionali di una molecola è uguale a 3N-6 (3N-5 se la molecola è
lineare), dove N è il numero di atomi della molecola stessa; 6, o 5 per la molecola lineare, è il
numero di gradi di libertà traslazionali e rotazionali della molecola considerata come un tutto
unico. Analizziamo di seguito, una volta individuato il gruppo puntuale a cui la molecola
appartiene, come sono distribuite le vibrazioni tra le rappresentazioni irriducibili del gruppo stesso e
quali sono le funzioni che le descrivono.
Un esempio semplice è quello della molecola di H2O che in base a quanto detto ha un numero di
vibrazioni pari a 3.
Per prima cosa bisogna individuare gli elementi di simmetria e quindi il gruppo puntuale a cui la
molecola appartiene.
41
Questa molecola ha come elementi di simmetria il piano su cui giace (piano yz), un piano
perpendicolare a questo che divide in due l’angolo HOH (piano xz), e un asse di rotazione proprio
di ordine 2 determinato dalla intersezione dei due piani suddetti: appartiene quindi al gruppo C2v la
cui tavola dei caratteri è la seguente.
Scegliamo ora come base una terna di coordinate cartesiane per ciascuno degli atomi della
molecola, e su questa base costruiamo una rappresentazione del gruppo.
E C2 σ xz σ yz
9 −1 1 3
Il carattere rispetto all’operazione E è uguale al numero di elementi che costituiscono la base (9).
Rispetto all’operazione C2, una rotazione di 180o scambia le posizioni dei 2 idrogeni che quindi non
portano nessun contributo alla diagonale principale della matrice rappresentativa di questa
operazione. L’atomo di ossigeno resta invece nella sua posizione, ma le sue coordinate x e y
cambiano verso, mentre z resta invariata: gli elementi sulla diagonale sono quindi -1, -1 , +1 e il
carattere è -1.
C2 (x1, y1, z1, x2, y2, z2, xO, yO, zO) = (-x2, -y2, z2, -x1, -y1, z1, -xO, -yO, zO) =
42
0 0 0 -1 0 0 0 0 0
0 0 0 0 -1 0 0 0 0
0 0 0 0 0 1 0 0 0
-1 0 0 0 0 0 0 0 0
= (x1 , y1 , z1 , x 2 , y 2 , z 2 , x O , yO , z O ) 0 -1 0 0 0 0 0 0 0
0 0 -1 0 0 0 0 0 0
0 0 0 0 0 0 −1 0 0
0 0 0 0 0 0 0 −1 0
0 0 0 0 0 0 0 0 1
La riflessione rispetto al piano (xz) scambia tra loro i due idrogeni che non danno nessun contributo
al carattere, mentre per l’atomo di O mantiene le coordinate x e z uguali e inverte il verso di y, di
modo che gli elementi sulla diagonale sono +1, -1, +1 e il carattere è +1.
La riflessione rispetto al piano (yz) mantiene i 3 atomi in posizione, e per ciascun atomo il
contributo è +1 e quindi il carattere rispetto a questa operazione è +3.
Questa rappresentazione riducibile si riduce nel modo seguente
1
n A1 = [9(1) − 1(1) + 1(1) + 3(1) ] = 3
4
1
n A2 = [9(1) − 1(1) + 1(−1) + 3(−1) ] = 1
4
1
n B1 = [9(1) − 1(−1) + 1(1) + 3(−1) ] = 2
4
1
n B2 = [9(1) − 1(−1) + 1(−1) + 3(1) ] = 3
4
Questo insieme di rappresentazioni irriducibili contiene ancora i gradi di libertà traslazionali e
rotazionali della molecola che vanno quindi sottratti. Per sapere a quali rappresentazioni
corrispondono questi gradi di libertà si fa ricorso alla terza colonna della tavola dei caratteri: i gradi
di libertà rotazionali appartengono alle rappresentazioni A2, B1 e B2, mentre i gradi di libertà
traslazionali, essendo funzioni di x, y o z, appartengono alle rappresentazioni A1, B1 e B2. I gradi di
libertà vibrazionali sono di conseguenza
n A1 = 3 − 1 = 2
n A2 = 1 − 1 = 0
n B1 = 2 − 2 = 0
n B2 = 3 − 2 = 1
Il passo successivo è quello di costruire le funzioni (SALC) rappresentative del movimento degli
atomi durante le vibrazioni. In coordinate cartesiane tali funzioni, seppure perfettamente corrette dal
punto di vista formale, non forniscono una rappresentazione “intuitiva” dei movimenti molecolari;
conviene scegliere una base diversa, costituita dalle “coordinate interne” che corrispondono a
variazioni di lunghezze di legame e a variazioni di angoli.
43
Le coordinate interne per la molecola di H2O sono ∆r1, ∆r2, ∆α. La scelta di una base costituita da
coordinate interne ha inoltre il vantaggio che in tale base non sono presenti traslazioni e rotazioni,
poichè gli elementi che la costituiscono descrivono solo moti vibrazionali.
La rappresentazione che si può costruire su questa base è
E C2 σ xz σ yz
3 1 1 3
Dalla tavola dei caratteri si può anche dedurre se le vibrazioni sono visibili (attive) in uno spettro
infrarosso e/o Raman. Ricordando che
∫ ψ finaleopψinizialedτ ≠ 0 se il prodotto diretto delle rappresentazioni irriducibili dei termini che
compaiono nell’integrale, contiene la rappresentazione totalsimmetrica, e che la funzione
44
rappresentante lo stato iniziale, che è lo stato vibrazionale fondamentale della molecola, appartiene
sempre alla rappresentazione totalsimmetrica, occorre valutare se il prodotto diretto delle
rappresentazioni di ψfinale e dell’operatore è totalsimmetrico. Per l’infrarosso l’operatore è una
variazione del momento di dipolo elettrico e quindi una funzione di 1o grado delle coordinate
cartesiane. Saranno quindi attive in infrarosso, per il gruppo C2v, le vibrazioni il cui stato di arrivo è
A1, B1 o B2. Per il Raman l’operatore è il tensore di polarizzabilità che ha componenti di 2o grado
delle coordinate cartesiane e quindi saranno attive in Raman, nel gruppo C2v, le vibrazioni il cui
stato di arrivo corrisponde a una qualsiasi delle rappresentazioni irriducibili.
L’utilizzo delle coordinate interne può presentare tuttavia un problema nel caso in cui si sia costretti
a scegliere un numero di coordinate interne maggiore del numero di gradi di libertà vibrazionali
della molecola. Consideriamo ad esempio la molecola di CH3F che ha simmetria C3v.
45
1
nE = [10(2)(1) + 1(−1)(2) + 4(0)(3)] = 3
6
Costruiamo le SALC, determinando come si trasformano le coordinate interne secondo le
operazioni del gruppo.
C3v E C3 C32 σ v1 σ v2 σ v3
∆r1 ∆r1 ∆r2 ∆r3 ∆r1 ∆r3 ∆r2
∆rCF ∆rCF ∆rCF ∆rCF ∆rCF ∆rCF ∆rCF
∆α12 ∆α12 ∆α 23 ∆α13 ∆α13 ∆α 23 ∆α12
∆β1 ∆β1 ∆β2 ∆β3 ∆β1 ∆β3 ∆β 2
1
( ∆r1 + ∆r2 + ∆r3 )
3
∆rCF
A1 1
3 ( ∆α12 + ∆α 23 + ∆α13 )
1
3 ( ∆β1 + ∆β2 + ∆β3 )
1
( 2∆r1 − ∆r2 − ∆r3 )
6
1
( ∆r2 − ∆r3 )
2
1
( 2∆α12 − ∆α 23 − ∆α13 )
6
E
1
( ∆α 23 − ∆α13 )
2
1
( 2∆β1 − ∆β2 − ∆β3 )
6
1
( ∆β2 − ∆β3 )
2
Si sono così ottenute 4 funzioni di specie A1 e 3 coppie di funzioni di specie E. Tra queste funzioni,
pur perfettamente corrette dal punto di vista formale, ce ne deve essere una ridondante che non
descrive un moto vibrazionale. Lo stesso procedimento effettuato in coordinate cartesiane avrebbe
portato a 3 funzioni di specie A1; il procedimento in coordinate cartesiane non può dar luogo a
ridondanze e quindi la funzione ridondante è di specie A1. Per determinare quale sia, conviene fare
delle combinazioni lineari delle funzioni di specie A1, in particolare delle ultime 2. Si ottiene
1
( ∆α12 + ∆α13 + ∆α 23 ) + ( ∆β1 + ∆β 2 + ∆β3 )
6
1
( ∆α12 + ∆α13 + ∆α 23 ) − ( ∆β1 + ∆β 2 + ∆β3 )
6
46
Mentre la seconda funzione descrive un vero moto vibrazionale ( i 3 angoli HCH si allargano,
mentre i 3 angoli HCF si stringono) la prima è vera soltanto se le variazioni dei 6 angoli sono
contemporaneamente nulle e quindi non descrive una vibrazione. Dalla tavola dei caratteri si vede
che tutte le vibrazioni sono attive sia in infrarosso che in Raman.
Quale altro esempio di molecola che presenta il problema delle funzioni ridondanti consideriamo la
molecola di trans-N2H2.
La molecola planare di trans-N2H2 quali elementi di simmetria ha il piano molecolare, 1 centro di
inversione posto al centro del legame N=N e 1 asse di rotazione binario passante per il centro di
inversione e perpendicolare al piano della molecola e quindi appartiene al gruppo C2h.
C2h E C2 i σh
Ag 1 1 1 1 Rz x 2 , y 2 , z 2 , xy
Bg 1 −1 1 − 1 R x , R y xz, yz
Au 1 1 −1 −1 z
Bu 1 −1 −1 1 x, y
48
che corrispondono a uno stretching fuori fase dei legami N-H e a un bending fuori fase degli angoli
NNH.
La funzione di specie Bg risulta:
1
( ∆τ1 − ∆τ2 )
2
e corrisponde a un movimento per cui quando uno dei due legami NH si sposta sopra al piano
molecolare l’altro si sposta sotto al piano e viceversa, e quindi non corrisponde a una vibrazione
della molecola, ma a una rotazione della molecola stessa come un tutto unico attorno al legame
N=N.
49
Orbitali ibridi per molecole del tipo ABn.
Il gruppo di simmetria a cui appartiene una molecola ABn è determinato dalla disposizione degli
atomi B attorno all’atomo A che, essendo unico, deve giacere su tutti gli assi e i piani di simmetria
della molecola. Gli orbitali che l’atomo A impiega per formare i legami A-B devono perciò essere
trattati e classificati sulla base delle operazioni di simmetria generate da questi elementi, cioè in
termini della simmetria totale della molecola.
50
Td E 8C3 3C2 6S4 6σd
A1 1 1 1 1 1 x 2 + y2 + z2
A2 1 1 1 −1 −1
E 2 −1 2 0 0 (2z 2 − x 2 − y 2 , x 2 − y 2 )
T1 3 0 −1 1 −1 (R x , Ry, Rz )
T2 3 0 −1 −1 1 ( x, y, z ) ( xy, xz, yz )
si vede che appartengono alla simmetria A1 gli orbitali atomici s (avendo simmetria sferica questi
orbitali appartengono alla rappresentazione totalsimmetrica per qualsiasi gruppo e quindi non sono
mai specificati) mentre alla simmetria T2 appartengono le terne (px, py, pz) e (dxy, dxz, dyz).
Perciò l’insieme di orbitali ibridi può essere sp3 oppure sd3 (i 3 orbitali d sopra scritti e non altri).
Dal punto di vista della simmetria i due insiemi sono ugualmente probabili, per cui per poter dire
quale è l’insieme effettivamente usato o, più in generale, quale è il grado di mescolamento dei due
insiemi, dovremo conoscere le energie degli orbitali atomici.
Sappiamo ad esempio che il carbonio forma ibridi praticamente puri 2s2p3: questo avviene perché
gli orbitali 3d, disponibili per l’ibridazione, hanno un’energia più alta di circa 230 Kcal/mole degli
orbitali 2p.
Al contrario per gli ioni MnO 4− , MnO 42− e CrO 24− gli orbitali impiegabili sono i 3d o i 4p e questi
ultimi hanno energia leggermente più alta dei 3d. È quindi probabile che, per questi ioni, ibridi sd3
siano importanti, se non predominanti, nella formazione dei legami.
51
D3h E 2C3 3C2 σh 2S3 3σ v
A1' 1 1 1 1 1 1 x 2 + y2 , z2
A '2 1 1 −1 1 1 −1 Rz
E' 2 −1 0 2 −1 0 ( x, y ) (x 2
− y 2 , xy )
A1" 1 1 1 −1 −1 −1
A"2 1 1 −1 −1 −1 1 z
E" 2 −1 0 −2 1 0 (R x ,Ry ) ( xz, yz )
Sulla base scelta, 5 orbitali ibridi (vettori) diretti verso gli atomi di fluoro, si costruisce la
rappresentazione riducibile
(
simmetria A"2 gli orbitali pz e alla simmetria E’ le coppie degeneri (px, py) e d xy ,d x2 -y 2 . )
Le combinazioni possibili di tali orbitali sono:
p x , p y
(1) ns, ( n + 1) s, p z ,
d ,d
xy x 2 − y2
p x , p y
(2) nd z2 , ( n + 1) d z2 , p z ,
d ,d
xy x 2 − y2
p x , p y
(3) s, d z2 , p z ,
d ,d
xy x 2 − y2
Le combinazioni (1) e (2) sono poco probabili per ragioni energetiche, le combinazioni (3) sono
possibili in percentuali diverse a seconda della molecola.
A differenza degli orbitali σ, gli orbitali π possiedono un piano nodale che contiene l’asse del
legame. Le altre caratteristiche di questo tipo di ibridi sono le seguenti:
← Tra due atomi possono esistere solo 2 orbitali perpendicolari tra loro e quindi con i piani nodali
perpendicolari tra loro;
← per molecole ABn possono esistere 2n orbitali π sull’atomo A capaci di formare legami con i 2n
orbitali atomici π sugli n atomi B.
Se rappresentiamo gli orbitali atomici p con dei vettori, come nell’esempio precedente, siccome i
due insiemi di orbitali suddetti devono essere basi per le stesse rappresentazioni irriducibili, gli
elementi di tale base possono essere rappresentati da una coppia di vettori reciprocamente
perpendicolari, per ciascun atomo B.
Prendiamo come esempio una molecola AB3 planare appartenente al gruppo D3h.
52
Gli orbitali paralleli al piano molecolare e quelli ad esso perpendicolari non possono essere
scambiati per mezzo di nessuna operazione di simmetria, è comodo costruire due rappresentazioni
riducibili separate; si ottiene:
D3h E 2C3 3C2 σh 2S3 3σ v
D π ( ⊥) 3 0 −1 −3 0 1
D π (//) 3 0 −1 3 0 −1
che si scompongono in
D π (⊥) = A"2 + E"
D π ( // ) = A '2 + E '
Dalla tavola dei caratteri del gruppo D3h,
D3h E 2C3 3C2 σ h 2S3 3σ v
A1' 1 1 1 1 1 1 x 2 + y2 , z2
A '2 1 1 −1 1 1 −1 Rz
E' 2 −1 0 2 −1 0 ( x, y ) (x 2
− y 2 , xy )
A1" 1 1 1 −1 −1 −1
A"2 1 1 −1 −1 −1 1 z
E" 2 −1 0 −2 1 0 (R x ,Ry ) ( xz, yz )
Si può vedere che, per i legami π perpendicolari al piano molecolare, si può usare l’orbitale pz e gli
orbitali dxz e dyz. Per quanto riguarda gli orbitali π paralleli al piano molecolare si nota che, mentre
( )
per la simmetria E’ esistono le coppie di orbitali (px, py) e d x 2 − y2 , d xy , per la simmetria A '2 non
esistono orbitali atomici. Questo non significa che non si possano formare legami π paralleli al
piano molecolare o che tali legami si possano formare con solo 2 degli atomi B, ma significa che si
formeranno 2 legami π paralleli al piano molecolare ugualmente condivisi tra i 3 atomi B.
53
Φ1 = c11s + c21px + c31py
Φ2 = c12s + c22px + c32py
Φ3 = c13s + c23px + c33py
Per avere le espressioni desiderate occorre ricavare i coefficienti cij di queste equazioni.
Se scriviamo queste equazioni in forma matriciale avremo
c11 c12 c13
( Φ1 Φ 2 Φ 3 ) = ( s p x p y ) c21 c22 c23
c
31 c32 c33
o anche
( Φ1 Φ 2 Φ 3 ) = ( s p x p y ) C
Evidentemente deve essere possibile la trasformazione inversa
( s p x p y ) = ( Φ1 Φ 2 Φ3 ) C −1
dove C−1 è la matrice inversa di C
Poiché C e C−1 sono matrici ortogonali la matrice inversa coincide con la matrice trasposta e
quindi:
c11 c 21 c31
( s px p y ) = ( Φ1 Φ 2 Φ3 ) c12 c22 c32
c
13 c 23 c33
Il fatto è che noi conosciamo già il procedimento per costruire quest’ultima matrice; essa descrive
come 3 elementi di base equivalenti possano essere trasformati in 3 combinazioni lineari che di per
sé sono basi per le rappresentazioni irriducibili del gruppo a cui la molecola appartiene.
Di conseguenza il procedimento completo per ottenere C è il seguente
1) Usando come base gli orbitali ibridi σ sull’atomo A oppure orbitali σ sugli atomi B si
costruiscono le SALC
1
s ψ (A1' ) = ( σ1 + σ2 + σ3 )
3
1
ψ (E a ) = 6 ( 2σ1 − σ2 − σ3 )
'
px , py
ψ (E ' ) = 1 ( σ − σ )
b
2
2 3
2) Si scrive la matrice dei coefficienti ( C−1 ) e poi se ne fa l’inversa ( C ) uguale alla trasposta.
1 2 1 1 1
0
3 6 3 3 3
1 1 1 2 1 1
− ⇒ − −
3 6 2 6 6 6
1 1 1 1 1
− − 0 −
3 6 2 2 2
C −1 C
3) Si moltiplica il vettore riga degli orbitali atomici per la matrice ottenuta
54
1 1 1
3 3 3
2 1 1
(s p x p y ) − −
6 6 6
1 1
0 −
2 2
e si ottiene
1 2
Φ1 = s+ px
3 6
1 1 1
Φ2 = s − px + py
3 6 2
1 1 1
Φ3 = s − px − py
3 6 2
55
esistono alcuni elementi di simmetria che permangono durante l’intero processo. Mentre la
simmetria del prodotto finale, ciclobutano, è D4h, la simmetria degli stadi intermedi è D2h. Poiché
quest’ultimo è un sottogruppo di D4h, gli elementi di simmetria del gruppo D2h sono quelli che
permangono. Inoltre tutti gli elementi di simmetria del gruppo D2h sono generati dalla presenza dei
tre piani di simmetria, per cui è sufficiente considerare solo questi ultimi. Infine, poiché tutti gli
orbitali atomici e molecolari che vengono presi in considerazione giacciono sul piano dei 4 atomi di
carbonio, essi saranno sempre simmetrici rispetto alla riflessione in questo piano. Ciò significa che
è sufficiente considerare il gruppo C2v, sottogruppo sia di D2h che di D4h, che ha come elementi di
simmetria due piani perpendicolari e l’asse C2 determinato dalla loro intersezione.
Ogni legame π si forma per sovrapposizione di orbitali atomici pπ sugli atomi di C: una
sovrapposizione positiva porta a un orbitale di legame stabilizzato di un’energia pari a β, mentre
una sovrapposizione negativa porta ad un orbitale vuoto di antilegame destabilizzato della stessa
quantità.
Quando le due molecole sono ancora lontane e l’interazione tra loro è trascurabile il diagramma dei
livelli energetici è quello illustrato sulla sinistra della figura seguente.
La figura seguente confrontata con la tavola dei caratteri del gruppo C2v spiega le proprietà di
simmetria indicate nella sinistra del diagramma per i vari orbitali.
C2v E C2 σ xz σ yz
A1 1 1 1 1
A2 1 1 −1 −1
B1 1 −1 1 −1
B2 1 −1 −1 1
56
Mano a mano che le molecole si avvicinano l’energia del sistema si sposta verso la destra del
diagramma mostrato sopra; quando entra in gioco una certa interazione tra le due molecole la
sovrapposizione positiva nella funzione A1 e quella negativa nella funzione B2 fanno sì che le loro
energie divergano e l’orbitale B2 diviene sempre meno di legame. Un fenomeno analogo si verifica
tra le funzioni A2 e B1 con l’orbitale B1 che tende a diventare di legame.
La parte destra del diagramma illustra la situazione energetica del prodotto finale i cui orbitali
molecolari σ formatisi sono di seguito illustrati.
57
Un esame del diagramma dei livelli energetici rivela un’inconsistenza. In tale diagramma viene
mostrato ogni stadio del sistema nello stato elettronico fondamentale Poiché i due piani di
simmetria esistono in tutti gli stadi del processo, gli orbitali di ciascuna specie dovrebbero essere
continuamente correlati come indicato dalle linee tratteggiate. In tal caso, tuttavia, l’orbitale B2 si
trasforma da un orbitale di legame (a sinistra) in uno di antilegame (a destra): in altre parole i due
elettroni che occupano questo orbitale dovrebbero passare in un orbitale di antilegame e il prodotto
finale dovrebbe formarsi in uno stato elettronico eccitato. Tuttavia la quantità di energia richiesta
perché il sistema, nel corso della trasformazione concertata, raggiunga lo stato eccitato è talmente
alta da far sì che la reazione sia termicamente proibita.
Sappiamo però che la reazione è permessa per via fotochimica. Per capire come questo sia
possibile occorre considerare esplicitamente gli stati che derivano dalle configurazioni elettroniche.
Vediamo quindi quali sono le simmetrie corrispondenti agli stati elettronici più bassi dei reagenti e
dei prodotti di questa reazione, indicando con lettere minuscole gli elettroni che occupano un certo
orbitale (ad esempio un elettrone in un orbitale A2 sarà rappresentato da a2).
La configurazione a energia più bassa degli elettroni π di due molecole di etilene che interagiscono
debolmente sarà a12b22 (vedi ancora il diagramma precedente). La simmetria di questo stato si ricava
dal prodotto diretto A1 ⊗ A1 ⊗ B2 ⊗ B2 = A1 . La configurazione successiva, in ordine di energia
crescente, è a12b2b1 che corrisponde a uno stato di simmetria A2. Infine la configurazione dello stato
correlato con lo stato fondamentale del prodotto è a12b12 di simmetria A1.
Analogamente si trova che per il prodotto le configurazioni sono
a12b12 → A1 per lo stato fondamentale
a12b1b2 → A2 per lo stato successivo
a12b22 → A1 per lo stato correlato con la configurazione fondamentale dei reagenti
58
Si deve notare che le correlazioni A1 → A1 , che dovrebbero essere conseguenti alle correlazioni
dirette tra gli orbitali non possono avvenire. Infatti due stati della stessa simmetria non possono
incrociarsi (linee tratteggiate) a causa della repulsione elettronica: quando le loro energie si
avvicinano, gli stati sono respinti l’uno dall’altro e le reali correlazioni sono quelle indicate dalle
linee continue. Giungiamo di nuovo alla conclusione che una grande barriera di energia impedisce
la dimerizzazione termicamente attivata.
Dal diagramma vediamo però anche che se una delle molecole reagenti è foto-eccitata, di modo che
il sistema formato dalle due molecole reagenti è nel suo primo stato eccitato di simmetria A2, si può
passare direttamente al primo stato eccitato del prodotto, anch’esso di simmetria A2.
Il sistema può poi perdere energia, per radiazione o in altro modo, e raggiungere lo stato
fondamentale.
In questo modo la reazione è fotochimicamente permessa.
59