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Storia

SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

196 21 GENNAIO 2023


FEBBRAIO 2023

Nel mirino
di un esaltato
oppure della
Cia, della mafia,
dei russi...?

JFK
A 60 anni
MENSILE - AUT 10,00 € - BE 9,60 € - D 12,00 € - PTE CONT. 8,70 € - E 8,70 € - USA 13,80 $ - CH 10,90 Chf - CH CT 10,70 Chf

dall’assassinio
di Kennedy,
la verità non
è ancora stata
chiarita

Un presidente
da eliminare
GIALLI & MISTERI
VOLTAIRE E....
€ 4,90 IN ITALIA SHOAH ITALIANA KARAHAN TEPE ...il caso Calas: quando
Anche l’Italia ha avuto i suoi In Turchia, nel sito religioso il grande filosofo si
lager. Dove, nel 1943, finirono più antico del mondo che improvvisò detective
Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona migliaia di ebrei e dissidenti riscrive la storia della civiltà e avvocato difensore
Storia
CI TROVI ANCHE SU:

196
Febbraio 2023 focusstoria.it In copertina: un ritratto
del presidente Kennedy.

J ohn Fitzgerald Kennedy,


fra le altre cose, era un IN PIÙ...
ottimista. Un ottimismo che
sapeva trasmettere benissimo 14 Shoah
GIORNO DELLA MEMORIA
italiana
(era un abile oratore, bello, La “soluzione finale”
telegenico) ma che si rivelò avviata dal nazismo
fatale quando, il 22 novembre venne attuata anche
1963, scelse di sfilare a Dallas, nel nostro Paese.

19 IlGIALLO
una città che gli era ostile, a STORICO
macchina scoperta. Il sogno detective
americano si infranse in pochi Voltaire
secondi: 6,75 per la precisione. Come il famoso
Tanto bastò a Lee Oswald per filosofo affrontò

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART
sparare i colpi fatali. Il vestito l’intricato caso Calas.
rosa di Jacqueline macchiato di
sangue, il presidente riverso sul
grembo della moglie: immagini
24 L’ultima
ARTE E VITA
spiaggia
indelebili, che conservano la 1937: con Picasso,
Man Ray e i loro amici
stessa forza anche a 60 anni John F. Kennedy nel 1961 in un surrealisti per l’ultima
di distanza. Il più giovane momento di relax con i figli. estate di pace.
presidente degli Stati Uniti
fu straordinario in vita come
nella morte, dalle dinamiche MORTE DI UN 64 Scandalosa
PERSONAGGI

Colette
mai chiarite definitivamente.
Basti pensare che ancora oggi PRESIDENTE La scrittrice più amata
di Francia, che infranse
una parte dei documenti legati
all’inchiesta sul suo assassinio 32 tutte le convenzioni.
continua a essere inaccessibile
per “ragioni di sicurezza
Il sogno è finito
Il 22 novembre di sessant’anni fa moriva assassinato 69 Noi
NOVECENTO
ragazzi
nazionale” (leggi: coprire le il presidente John Fitzgerald Kennedy. I fatti, contro Hitler
negligenze di Cia e Fbi nelle le inchieste, le ipotesi e i punti oscuri che non sono Gli studenti della Rosa
indagini). Il Primo piano di mai stati chiariti. Nemmeno oggi, dopo che Bianca, che osarono
questo numero è dedicato a molti documenti top secret sono ribellarsi a Hitler.
JFK, al suo assassinio ma anche stati finalmente desecretati.
al suo sogno di un’America
migliore. 40 74 LaBATTAGLIE
sorpresa
di Cremona
Emanuela Cruciano Il volto giovane dell’America Il colpo di mano di
caporedattrice Kennedy lasciò un segno indelebile nella storia Eugenio di Savoia a
degli Stati Uniti. Durante la sua presidenza mostrò Cremona, nel 1702.
agli americani che un nuovo modo di governare era
RUBRICHE possibile. E usò tutto il suo carisma per conquistarli. 82 IlARCHEOLOGIA
primo tempio
4 LA PAGINA DEI LETTORI 46 In Turchia, nel sito
religioso più antico del
La favola nera mondo.
6 NOVITÀ & SCOPERTE Belli, ricchi, potenti: i Kennedy sono stati il volto
10 UNA GIORNATA DA... aristocratico dell’America. Una fortuna segnata però
da troppi lutti. Una serie di morti violente e premature 88 Gli
NATURA
alberi sacri
12 MICROSTORIA iniziata molto prima della morte di JFK e continuata Gli antichi adoravano
anche nei decenni successivi. alberi e boschi, come
58 CURIOSO PER CASO fossero divinità.
60 CHI L’HA INVENTATO? 52 92 Roma
PORTFOLIO
62 PITTORACCONTI Casa Bianca rosso sangue medievale
Pistole, fucili, bombe, lettere avvelenate... Gli attentati Le vestigia della Città
98 AGENDA ai presidenti nella storia degli Stati uniti eterna fra VI e XIV
sono stati molti: alcuni sono scampati, altri no. secolo.

3
S
LA PAGINA DEI LETTORI
Inviateci opinioni, idee, proposte, critiche. Pubblicheremo le più interessanti oltre a una selezione dei commenti alla nostra pagina Facebook
(www.facebook.com/FocusStoria). Scrivete a Focus Storia, via Mondadori 1, 20054 Segrate o all’e-mail redazione@focusstoria.it

a chi non piacciono i gialli e le cospirazioni? tanto ambita. Il successore di Dollfuss, Kurt
Di certo c’è da chiedersi se senza il Folio, von Schuschnigg, chiese aiuto alla “Guardia
le opere attribuite a Shakespeare – fino del Brennero”, appellativo dato a Mussolini
ad allora sparse in sceneggiature o in dopo la sua azione ai confini austriaci nel
edizioni in quarto – sarebbero andate 1933. Tuttavia, fu inutile perché ormai
perdute. Altra domanda: Heminge e Condell l’Italia era diventata un’alleata dello
hanno modificato il testo? Correzioni tra Stato nazista che, dando il consenso
le prime versioni e il Folio ce ne sono. Le all’invasione, ottenne la stima del dittatore
fece Shakespeare? Forse, ma in 400 anni tedesco.
di indagini non sono stati trovati né suoi Christian Pio Russo
manoscritti, né lettere e nemmeno libri
di sua proprietà. Per cui le circa 230 copie Cucina calabrese
superstiti del First Folio sono davvero un A proposito della rubrica “Nel piatto”,
tesoro inestimabile. Il fatto che attorno a dedicata alla parmigiana, pubblicata
queste pagine aleggi ancora il mistero rende su Focus Storia n° 193, vorrei ricordare
l’enigma ancora più avvincente. ai lettori che la Calabria, dal punto di
vista gastronomico, non è solo nduja,
bergamotto, tartufo di Pizzo calabro o
La questione austriaca cipolle di Tropea, ma anche tanto altro: a
Riguardo all’articolo “1922: dritti al
partire dalla pasta fatta in casa finendo con
potere”, pubblicato su Focus Storia
i caratteristici “pipi e patati”.
Ombre su Shakespeare n° 193, vorrei fare un approfondimento.
La Calabria ha un patrimonio
Ho letto con interesse Focus Storia Inizialmente, i rapporti tra il Duce e
enogastronomico tanto interessante
n° 195, dedicato a Shakespeare, in il Führer furono caratterizzati dalla
quanto vasto e perciò offre un vero e
particolare l’articolo “Opere in saldo”, ma mi diffidenza: la principale motivazione fu
proprio viaggio culinario alle nostre papille
sembra chiaro che attorno alla sua figura ci l’Austria governata da Dollfuss, cancelliere
gustative. La parmigiana di melanzane è
sono ancora più ombre da chiarire che luci. austriaco dal 1933. Hitler pensava che
un piatto tipico, consumato come secondo
Per esempio, siamo sicuri che il First Folio l’Austria sarebbe diventata una provincia
in ogni periodo dell’anno (accompagnato
non sia davvero di Heminge e Condell? del Terzo Reich, mentre Mussolini la
solitamente da un filone di pane).
Lirio Andretta voleva protettorato italiano. Nel 1934 i
La ricetta tradizionale è semplice da
nazisti austriaci assassinarono Dollfuss,
realizzare. Per questo la parmigiana è
Risponde, Lidia Di Simone, cercando di aiutare un’invasione tedesca.
spesso portata nei pic-nic, sicuramente
autrice dell’articolo. Mussolini, di conseguenza, schierò quattro
Una cosa la sappiamo: prima del divisioni sul confine italo-austriaco per
First Folio Heminge e Condell non avevano dimostrare che non avrebbe tollerato
pubblicato nulla e dopo non pubblicarono un’invasione dell’Austria. Successivamente,
altro. Secondo studiosi come Saul Frampton commemorò l’ex cancelliere e dimostrò
e Stuart Kells, il compilatore del First Folio la sua vicinanza alla nazione. Hitler decise
era in realtà Giovanni Florio, umanista, così di mettere temporaneamente da parte
linguista e poeta italiano, meglio noto le sue ambizioni. Nel 1938 l’Austria venne
alla corte inglese come John Florio, nato però annessa alla Germania grazie alla
nel 1553, 11 anni prima del Bardo. Scrive guerra in Etiopia. Infatti, dopo le sanzioni
Frampton che questi potrebbe aver avuto di Francia e Regno Unito, i rapporti tra
A.MOLINO

un ruolo anonimo nella produzione della Germania e Italia divennero più stretti e
prima raccolta di opere di Shakespeare, Hitler ne approfittò inglobando la nazione
e a supporto di questa porta varie prove.
Prove indiziarie però. In sostanza, non lo
sappiamo. Di certo nel corso dei secoli la
figura di Shakespeare è stata identificata,
a seconda delle tesi e degli studiosi, da una
serie di candidati interessanti e credibili: i
padri gesuiti, la presunta moglie del Bardo
Anne Hathaway, o il 17° conte di Oxford,
Edward de Vere, come si sostiene nel film
Anonymous di Roland Emmerich. Allo
stesso modo, altri studiosi come James
Shapiro, Paul Edmondson e Stanley Wells
hanno raccolto indizi per dimostrare che
Shakespeare scrisse davvero le opere e le
poesie a lui attribuite. Il gioco è affascinante:

4
S
SPECIALE

A lberto Zanconato,
corrispondente dell’Ansa
da Teheran e autore del libro
islamica. Ripercorriamo
l’ascesa del leader della
rivoluzione iraniana, che
sciita doveva prendere
il potere. Fece presa su
studenti, intellettuali
di personaggi famosi alla
ricostruzione di grandi eventi
storici) basta collegarsi al
Khomeini. Il rivoluzionario spazzò via la monarchia filo- e masse stremate e fu sito della nostra audioteca
di Dio (Castelvecchi) ha occidentale. la miccia dell’incendio storiainpodcast.focus.it.
curato le puntate su Storia in Era il 1979 e il teologo fondamentalista, degenerato Gli episodi – disponibili
Podcast dedicate all’ayatollah Khomeini, in esilio dal in guerra e terrorismo. gratuitamente anche sulle
Ruhollah Khomeini (1902- ’63, predicava la fine della A portata di cuffie. Per principali piattaforme online
1989), il dittatore che soggezione religiosa al ascoltare i nostri podcast di podcast – sono a cura del
trasformò l’Iran in Repubblica potere temporale: l’islam (che spaziano dalle biografie giornalista Francesco De Leo.

non con poche calorie. Si prepara con pianta rettangolare suddivisa in vasche
salsa, melanzane, provola, prosciutto cotto comunicanti. L’impianto di itticoltura
e uova sode in quello che è uno dei mix è da ricondurre alle pertinenze di una ABBONATI A FOCUS
tra i più buoni della cucina regionale. Da villa suburbana, importante centro di STORIA DIGITALE
assaggiare sicuramente durante un viaggio produzione e lavorazione di pesci e
in Calabria! molluschi.
Domenico Lirosi, Catanzaro La terza è quella della villa romana delle
Grottacce (al km 58,200 della Via Aurelia),
ma la più prestigiosa è la peschiera di
Le peschiere romane Punta della Vipera (al km 66 dell’Aurelia). Scarica gratis l’applicazione Focus
A proposito dell’articolo “Una In buone condizioni di conservazione, Storia su AppStore o Google Play
giornata da produttore di garum”, costruita su banchi di pietraforte, ha un e porta Focus Storia sempre con te!
pubblicato su Focus Storia n° 195 (sotto), bacino rettangolare lungo 48 metri e largo Potrai sfogliare le copie incluse nel
vorrei segnalare che lungo la costa tirrenica 30, difeso dal mare da un molo. Si articola tuo abbonamento o acquistare
di Santa Marinella (Roma) sorgono quattro in diverse vasche rettangolari distribuite direttamente le singole copie,
peschiere romane tra le più antiche del attorno a un grande bacino centrale. Le anche di numeri arretrati.
Mediterraneo. vasche conservano tracce delle aperture
Le prime due sono quelle di Castrum e degli apprestamenti idraulici che
Novum, colonia romana del III secolo. a.C. distribuivano le acque nell’allevamento e
che da qualche anno è scavata dal team ne regolavano il deflusso. Tre lunghi canali
di archeologi guidati dal direttore del assicuravano l’alimentazione dell’impianto
Museo Civico di Santa Marinella Flavio e la costante purificazione dell’acqua. Vai su www.abbonamenti.it/
Enei. Si sviluppano per centinaia di metri La peschiera era controllata da una villa storiadigitale e scopri tutte le
al km 64,400 della Via Aurelia, con vasche marittima sita nell’entroterra. offerte, con sconti oltre il 50%.
rettangolari. Vicino alla foce del fosso Fabio Lambertucci, Potrai leggere la rivista sul
delle Guardiole si trova la peschiera a Santa Marinella (Roma) tuo tablet, smartphone o PC,
accedendo con le credenziali
create in fase di acquisto.
C.PRATI

I NOSTRI ERRORI
Focus Storia n° 192, a pag, 25, ab-
biamo scritto erroneamente che
Childerico (436-481) emanò un
editto contro l’uso di piante diabo-
liche, si trattava invece di Childeri-
co III, nato nel 742.

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S
NOVITÀESCOPERTE
A cura di Lidia Di Simone

PALEOLITICO

I BRAVI DOTTORI
DI 31MILA ANNI FA
I “chirurghi delle caverne” sapevano amputare un

JOSE GARCIA (GARCIARTIST) AND GRIFFITH UNIVERSITY


arto. E riuscivano a far sopravvivere il paziente.

La caverna del Borneo, decorata


con impronte di mani, dove sono
stati trovati i resti (sotto) del
ragazzino operato 31mila anni fa,
analizzati dal team della Griffith
University. Nel disegno qui sopra,
uno sciamano preistorico.

TIM MALONEY
© PINDI SETIAWAN

AL MUSEO
A sinistra, un’urna
Ulisse nell'Urbe con la scena della

D ai depositi del Museo nazionale sono esposti nella mostra Ulisse e contesa per le armi
romano sono spuntati reperti gli altri, prima tappa di un percorso di Achille, un reperto
che meritano grande attenzione, espositivo che riporterà alla del II secolo d.C.
poiché svelano nuovi volti della visione del pubblico il patrimonio rinvenuto negli scavi
Roma antica. Molti di questi pezzi archeologico del museo. di Ostia Antica.

6
S
MEDIOEVO

L Le prime ricette italiane


a prima amputazione
chirurgica di un arto

Q
risale a 31mila anni fa ual è la più antica ricetta italiana? Difficile
e fu eseguita con successo rispondere, dato che la nostra tradizione
su un bambino che visse gastronomica è plurisecolare: molto prima del
almeno altri 6-9 anni dopo 1861, anno dell’Unità, gli staterelli della Penisola si
l’eccezionale intervento. Lo scambiavano ricette condividendo la passione per
testimoniano i resti del tardo pasta e verdure. Ma solo appunti volanti fissavano
Paleolitico rinvenuti in una ingredienti e procedimento, almeno fino al primo
grotta del Kalimantan, nel ricettario dell’epoca antica, il De re coquinaria
Borneo indonesiano, durante (IV-V secolo), in cui Apicio enumera gru, struzzi
gli scavi nel sito di Liang Tebo, e fenicotteri. All’ultima grande opera medievale,
raggiungibile solo in barca e il best seller Libro de arte coquinaria di Maestro
in alcuni periodi dell’anno. La Il Museo della cucina di Roma.
Martino (1450 ca.), in cui i tempi di cottura si
scoperta dimostra che, migliaia calcolano con le preghiere, si deve la nascita della raccolta di ricette e del primo trattato di
di anni prima del più antico dietetica e gastronomia a stampa: De honesta voluptate et valetudine (1474) di Bartolomeo Sacchi,
intervento di amputazione detto Platina. Vi si trovano le ricette di mostarda, polpette, zucchine fritte e molte altre.
finora documentato (nella Prime volte. La recente mostra Le prime ricette d’Italia, al Museo della cucina “Garum” di Roma,
Francia di 7mila anni fa) si ha lasciato parlare queste e altre fonti. Nei libri, dal Rinascimento al ’900 si trova infatti un lungo
possedevano buone nozioni di elenco di debutti gastronomici: malloreddus, tortelli, pasta risottata... «Il sugo al pomodoro è
anatomia. E che si sapeva come nello Scalco alla moderna (1692) di Antonio Latini, comprendente anche la prima pastiera», spiega
evitare emorragie e infezioni, il direttore del museo, Matteo Ghirighini. La prima ricetta a stampa del caviale fu pubblicata a
per millenni i principali ostacoli metà ‘500 da Messisbugo, padre dell’antenato del panettone, mentre la più antica ricetta del
in questi interventi. tiramisù si trova in un diario del 1926-27. Il Museo della cucina (Roma, via dei Cerchi 87) esporrà in
Antisettici. Secondo Tim primavera i menù legati a grandi eventi storici di XIX e XX secolo. Giuliana Lomazzi
Maloney della Griffith University
(Australia), che ha condotto
le ricerche, il “chirurgo” che ACCADDE OGGI...
amputò piede e parte terminale
della gamba sinistra del ragazzo 26 GENNAIO 1926
impiegò potenti antisettici A Londra, l’ingegnere scozzese John Logie Baird presenta ai membri della Royal Institution
naturali. Questi erano forse noti un dispositivo chiamato televisione, in grado di trasmettere immagini a distanza. È la
grazie alla disponibilità di piante prima dimostrazione pubblica di un vero sistema televisivo, che avvia una rivoluzione
officinali nella foresta tropicale, nella comunicazione e nell’intrattenimento.
dove peraltro caldo e umidità
favorivano le infezioni. Per gli 27 GENNAIO 1945
archeologi è stata una sorpresa Le truppe sovietiche entrano ad Auschwitz (Polonia), il più grande campo di
scoprire come un individuo concentramento e sterminio organizzato dai nazisti. Trovano poche migliaia di superstiti
di un popolo di cacciatori- e scoprono l’orrore: cadaveri, ma soprattutto gli effetti personali delle vittime, centinaia di
raccoglitori sia sopravvissuto a migliaia di abiti maschili, più di 800mila vestiti da donna e oltre 6mila chili di capelli.
un’amputazione, che la ferita sia
guarita formando un moncone 28 GENNAIO 1813
e che il ragazzo abbia potuto In Inghilterra esce il romanzo Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. L’autrice ne cede i
vivere ancora alcuni anni con diritti a Thomas Egerton della Military Library, Whitehall, per 110 sterline.
una mobilità limitata in un’area
montuosa, il che suggerisce un 1° FEBBRAIO 1851
alto grado di assistenza. • Muore a Londra, dopo anni di malattia e inutili cure per un tumore al cervello, la scrittrice
Paola Mariano Mary Shelley, autrice del romanzo gotico Frankenstein.

Testa di Ulisse Testa di Circe, Mosaico con Ulisse


con pileus marmo greco e le sirene, del II
(copricapo), dal dai ruderi del secolo, rinvenuto
sepolcreto degli Santuario di san nelle terme di una
Statili (prima Felice Circeo, mansio (stazione di
età imperiale). I secolo a.C. posta) a Quarto di
Corzano (Rieti).

7
S
NOVITÀESCOPERTE
ANTICA ROMA

SPUNTA UN NUOVO
MEDIO ORIENTE

L’ebraismo
IMPERATORE è più giovane?
È quanto afferma nel suo libro The

PHOTOGRAPHIC UNIT, UNIVERSITY OF GLASGOW


Origin of Judaism, pubblicato
Si chiamava Sponsiano e recentemente dalla Yale University
Press, lo storico Yonatan Adler,
dominò in Dacia nel III secolo. docente di Archeologia all’Ariel
University, in Cisgiordania. Basandosi

A
lla storia romana bisogna aggiungere un altro su oltre 15 anni di studio delle
imperatore, Sponsiano. La prova della sua esistenza fonti storiche, Adler afferma che,
arriva da monete a lungo credute false: quattro fino a un centinaio di anni prima
esemplari d’oro abbandonati in un museo di Glasgow (Scozia), della nascita di Cristo, gli ebrei non
che hanno salvato dall’oblio una figura di cui si ignorava celebravano sempre la Pasqua,
l’esistenza. Sponsiano avrebbe regnato durante il turbinoso non consideravano sacro il sabato
periodo dell’anarchia militare, nel III secolo d.C., in Dacia (Romania). e non praticavano i rituali che oggi
Almeno questo è quanto dice l’effigie presente sulle monete (a destra). Rinvenute in caratterizzano la religione ebraica,
Transilvania nel 1713, le monete furono bollate come false nel 1863, su indicazione di Henry come lo Sukkot (Festa delle capanne,
Cohen, stimato numismatico alla Biblioteca nazionale di Francia. A riscattarle, riportando sotto, in un’illustrazione) o lo Yom
in auge Sponsiano, è stato Paul Pearson dell’University College di Londra, che si è avvalso Kippur (Giorno dell’espiazione).
di una serie di esami, come la spettrometria, per individuare tracce di sedimentazione di Ipotesi fondata, o no? Secondo
minerali sulle monete, e della microscopia per verificare il grado di usura del metallo. Adler non rispettavano neppure la
Signore della guerra. Dallo studio è emerso che le monete sono in realtà di valore troppo proibizione di raffigurare la divinità,
elevato per essere dei falsi (l’oro che le compone vale oggi circa 19.500 euro). Inoltre, le facce perché diverse monete coniate in
delle monete presentano microabrasioni, segni di usura tipici del denaro che resta a lungo Giudea dopo che Alessandro Magno
in circolazione; infine, il peso di secoli di permanenza sotto terra è visibile nelle incrostazioni la conquistò, nel 331 a.C., riportano
e nello stato di ossidazione del metallo. Tutti questi dettagli consentono di datarle, appunto, immagini di uomini barbuti, aquile,
al III secolo d.C. leoni alati e, in alcuni casi, addirittura
«L’analisi di queste monete ultra-rare salva l’imperatore Sponsiano dall’oblio», ha detto di divinità straniere. Alcuni storici
Pearson. «Le nostre prove suggeriscono che governò la Dacia romana, un avamposto considerano l’ipotesi interessante,
importante per l’estrazione dell’oro, in un periodo in cui l’impero era dilaniato da guerre civili altri hanno invece fatto notare che
e le terre di confine preda di feroci saccheggiatori». Sponsiano era verosimilmente un capo gli abitanti della Giudea avrebbero
militare che si proclamò imperatore in quelle terre bellicose, adottando una propria moneta, potuto essere ebrei anche senza
come simbolo di potere e strumento di stabilità e indipendenza. seguire i dettami dell’Antico
Le ricerche su Sponsiano continuano: «Stiamo già collaborando con il Museo Nazionale Testamento, messo per iscritto
Brukenthal di Sibiu, in Romania, dove è esposta un’altra moneta sponsiana», rivela Jesper intorno al VI secolo a.C.
Ericsson, esperto di numismatica all’Università di Glasgow. • Daniele Venturoli
Paola Mariano

ETRURIA

L’Iliade nella Tomba Lattanzi


L’ uccisione di Troilo da parte di Achille, una scena della Guerra di Troia, riemerge dal
passato e si mostra ai nostri occhi su un vaso etrusco trovato intatto nel settore della
Tomba Lattanzi, nella necropoli di Norchia (Vt). Esplorando alcune tombe minori, purtroppo
già saccheggiate nel secolo scorso, gli archeologi hanno comunque rinvenuto preziosi
reperti sfuggiti ai tombaroli. In particolare nella Tomba 3 sono stati trovati vari frammenti
MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI

ceramici di skyphoi, grandi vasi da banchetto etruschi con decorazione a figure rosse; due
kylikes (coppe da libagione) figurate del Gruppo di Sokra (nome dato ai vasi lavorati con
tecnica a colore sovrapposto), con una decorazione sovradipinta in rosso; uno stamnos
etrusco, cioè un contenitore per liquidi, integro e dipinto a figure rosse.
Come una graphic novel. Quest’ultimo, un grande vaso da banchetto aristocratico, a
differenza degli altri riporta più figure che rappresentano personaggi impegnati nella Guerra
di Troia, identificabili grazie a “didascalie” scritte in etrusco: i personaggi in questione sono
Achille, Aiace, Troilo e una figura femminile armata e a cavallo, forse Polissena, principessa
troiana. La scena sembra rappresentare l’uccisione di Troilo da parte di Achille, con due righe
in etrusco a commentarla. Osvaldo Baldacci

8
S
Le scuole entrano in redazione

Academy
Il sapere visto da vicino
Continua l’Academy di Focus e Focus Storia, giunta alla sua
terza edizione. Un’esperienza di successo che sta andando
a pieno ritmo per l’anno scolastico 2022/2023, con molte
novità. Prenotatevi!
I APPUNTAMENTO II APPUNTAMENTO III APPUNTAMENTO IV APPUNTAMENTO
LA RIUNIONE TITOLI, RICERCA FOTO COMPUTERGRAFICA ANALISI DEI LAVORI
DI REDAZIONE E E LAVORO DI CLASSE: PER FOCUS, SOCIAL E COMMISSIONATI,
LE FONTI PROPOSTE, ANALISI PODCAST PER STORIA LA COPERTINA

Lfebbraio
’Academy di Focus e Focus Storia è un’iniziativa
ideata dal nostro mensile che ha preso il via nel
2021. In che cosa consiste? In quattro
Ed è un’occasione anche per noi che abbiamo la
possibilità di entrare in contatto con quelle giovani
generazioni che frequentano poco le edicole e la carta
appuntamenti in cui le scuole vedono in diretta il stampata e vivono di Web. Mostrando il nostro lavoro
giornale del mese prendere forma e, novità di questa (che ha ormai una componente digitale molto
edizione, partecipano alla realizzazione del numero. significativa) vogliamo creare un momento di scambio
intergenerazionale.
Si può scegliere di seguire Focus o Focus Storia
collegandosi una volta a settimana, per quattro Questa edizione prevede una più attiva interazione con i
settimane, con le redazioni dei rispettivi magazine per ragazzi. A ogni appuntamento gli studenti saranno
seguire la realizzazione di un giornale di divulgazione coinvolti in modi diversi: chiedendo loro idee, critiche e
scientifica e storica: si partecipa alla riunione di analisi sul numero in edicola; partecipando alla
redazione dove si mettono le basi e si decidono gli titolazione e alla ricerca iconografica; correggendo
argomenti per il numero della rivista; si interagisce con i insieme i lavori assegnati nel corso del mese per il
giornalisti e si segue la ricerca delle fonti a cui giornale o per Instagram e Tik Tok.
attingere le notizie; si impara come si fa la ricerca “Le porte” della redazione sono aperte a più classi
fotografica; si entra nella grafica animata di Focus, contemporaneamente.
nelle dinamiche del nostro sito, dei social e dei podcast. Ma non ci fermiamo qui: vogliamo coinvolgere
Fino ad arrivare alla realizzazione della copertina. anche in ulteriori attività i ragazzi della Academy. Lo
abbiamo fatto a cominciare dal Focus Live, il nostro
Ma non si tratta soltanto di assistere passivamente. Tra festival annuale al Museo della Scienza e della
un collegamento e l’altro i ragazzi hanno l’occasione di Tecnologia di Milano (svoltosi dal 4 al 6 novembre
cimentarsi nello scrivere articoli o interviste che scorso) ma abbiamo in mente altre occasioni. Noi ci
possono poi essere pubblicati sulle nostre pagine e che stiamo preparando, tenetevi pronti anche voi.
verranno commentati insieme nel corso dei quattro
appuntamenti.
Per iscriversi ai prossimi
Ovviamente, visto che il nostro è un giornale di
divulgazione che abbraccia ogni campo del sapere, appuntamenti dell’Academy
questa vuol essere per gli studenti non solo
un’occasione in cui capire come lavoriamo, ma anche
di Focus e Focus Storia invia un’email
un modo per approfondire con noi gli argomenti di cui a: academy.focus@mondadori.it.
ci occupiamo, per osservare come il mondo della
ricerca sia un mondo in continuo progresso. L’iscrizione è gratuita.

9
S
UNA GIORNATA DA...
A cura di Maria Leonarda Leone. Illustrazione di Claudio Prati

PIONIERA DELLE PIANURE


OREGON TRAIL 1859

S
ono quasi due mesi che mi sveglio qui, se ne vadano da soli, poi si spellano e si terra, indicando una nuvola di polvere
in questa prateria immensa e piatta, arrostiscono. Mi viene un conato. all’orizzonte: “I bisonti, mamma!”.
calda di giorno, gelata di notte. Ma “Mamma, non ne posso più degli scossoni. Un tuono, lontano: sta per piovere. Poi un
la calma è solo apparente: a ogni passo la Voglio scendere dal carro!”. “Anch’io! Anch’io”, fulmine: cade vicinissimo, esplodendo in
morte può sorprenderci alle spalle, senza fa eco la piccola Daisy. un terribile fragore. Il cavallo che viaggia
avvisarci. Il morso di un serpente a sonagli, I bisonti. “Va bene, ma voglio che badi accanto a noi si imbizzarrisce, disarciona
i banditi, il colera: non siamo nemmeno a a tua sorella, James”. Non faccio in tempo il cavaliere e... “Daisy!!”, grido. Ha travolto
metà del viaggio verso l’Oregon e già sono a finire la frase, che sono già balzati a mia figlia. Mi butto giù dal carro, mentre la
morte 17 persone, nella nostra carovana. Il
desiderio di libertà e di ricchezza ci hanno
spinto ad affrontare un viaggio di 3.200
chilometri nel selvaggio Ovest: mentre
nuvoloni neri si avvicinano minacciosi, mi
chiedo se abbiamo fatto bene a seguire il
sogno e se mai lo realizzeremo.
Sulla pista. Non siamo i primi: gruppi di
mormoni, cercatori d’oro e cacciatori di pelli
ci hanno preceduto su questo sentiero. No, a
me non interessa l’Oceano Pacifico: ho visto
fin troppa acqua, quando dall’Irlanda sono
emigrata in America con i miei genitori, 20
anni fa. Quello che voglio è un pezzo di terra
fertile, grano da coltivare, la casa di legno
che mio marito ha promesso di costruire per
crescere i nostri figli: basta arrivare in Oregon
e tutto questo sarà nostro! Così dicono.
Mi metto a sedere, nel retro del carro
coperto, facendo attenzione a non svegliare
i bambini. È ancora buio. Salto a terra, John
ha già acceso il fuoco e messo su il caffè: ha
montato la guardia, stanotte, a turno con gli
altri uomini. Lo fanno da quando un gruppo
di indiani con la faccia dipinta ha tentato di
rubarci il bestiame.
Il profumo della farinata di mais e della
pancetta sveglia i bambini: mangiamo in
fretta, senza parlare. Mentre sistemo piatti
e coperte, mio marito attacca le tre coppie
di buoi al carro: salgo a cassetta con lui e
ci mettiamo in marcia con gli altri 40 carri
partiti da Independence, in Missouri.
“John, le provviste diminuiscono in fretta”, gli
dico. “Ci rimangono 50 chili di farina, meno
della metà di pancetta affumicata, qualche
chilo di riso, lardo e fagioli, biscotti secchi e
caffè, poco zucchero e sale. E un barilotto di
whisky”.
“L’importante è il whisky, Edith!”, scherza lui.
Per ora le cose non vanno male, ma presto
attraverseremo l’arido deserto e poi le
Montagne Rocciose... Ripenso a quello
che ci ha detto la guida: per non morire
di fame, oltre a serpenti e lucertole, si
possono mangiare i pipistrelli. Dopo averli
uccisi, bisogna aspettare che i parassiti
10
S
LA MIGRAZIONE VERSO IL SELVAGGIO WEST
■ Cominciò alla fine degli Anni ’20 alla madrepatria e nel 1783 ovest e del Sud-ovest. La Oregon ■ Tra il 1840 e il 1860, 250mila
dell’Ottocento: i pionieri erano avevano ottenuto l’indipendenza. Trail era la più lunga: tracciata per persone raggiunsero l’Ovest,
i discendenti dei coloni inglesi la prima volta da colonizzatori incentivate dalla scoperta dell’oro
che a inizio ’600 avevano fondato ■ Dal Missouri, partivano le e commercianti di pellicce, in California (1849). Ci provarono
le prime 13 colonie sulla costa principali piste carovaniere dirette attraversava le Grandi Pianure e le in 500mila tra il 1843 e il 1869, ma
atlantica, nel 1776 si erano ribellati verso la costa pacifica del Nord- Montagne Rocciose. un decimo di loro morì nel viaggio.

pioggia comincia a cadere: il suo braccio sono pronta a questo. Serve un medico
ha una posizione innaturale e ha battuto e il primo villaggio dista almeno sette Siamo in mezzo al nulla,
forte la testa, ma respira. John la solleva e giorni di viaggio. Il vento ha strappato i a giorni di viaggio
la stende nel carro. Tentiamo di svegliarla, teloni di due carri e decidiamo di accamparci
ma niente. Stecco il braccio fratturato: ho prima del previsto. Accendo il fuoco, Daisy da qualunque posto,
ricucito ferite profonde con ago e filo, curato geme nel carro: le è salita la febbre e non esposti al pericolo in
febbri con tisane all’elleboro e mal d’orecchi ha ripreso conoscenza. Un vecchio canta
con impacchi di pepe e olio dolce, ma non una nenia sommessa. nome di una speranza

11
S
MICROSTORIA
A cura di Marta Erba, Paola Panigas e Daniele Venturoli

IL MITO

La vendetta
di Procne
LA VIGNETTA

L
o scrittore Émile Zola ZOLA, “RE
DEI PORCI”
(1840-1902), padre del

R accontata tra gli altri da Ovidio Naturalismo francese, la


nelle Metamorfosi, è tra le corrente letteraria nata alla fine
narrazioni più cupe della mitologia dell’Ottocento per denunciare
greca, toccando temi quali le misere condizioni di vita

ALBUM / COLLECTION IM/KHARBINE-TAPABOR / MONDADORI PORTFOLIO


l’infanticidio e il cannibalismo. del proletariato urbano, dopo
Procne, sposata a Tereo, re della una vita di grandi successi
Tracia, prega il marito di andare letterari si schierò in un famoso
ad Atene a prendere la sorella scandalo che gli rovinò la
Filomela, che desidera rivedere. carriera. Il 13 gennaio 1898
Questi invece, invaghitosi della con una celebre lettera al
ragazza, decide di condurla in un presidente della Repubblica
capanno per poi stuprarla, tagliarle Félix Faure, uscita sui giornali
la lingua e tenerla lì segregata. col titolo J’accuse!, Zola difese
Filomela riesce comunque a le posizioni innocentiste
denunciare l’accaduto a Procne nell’affaire Dreyfus, che aveva
ricamando le immagini dello diviso la Francia. Ma salire
stupro e facendo recapitare la tela sulle barricate dell’impegno
alla sorella. Singolare la vendetta letterario in difesa di Alfred
di Procne: liberata Filomela, fa a Dreyfus, capitano dello Stato
pezzi il proprio figlio Iti e lo dà al Maggiore, condannato il
marito che, compresa la natura del 22 dicembre 1894 per alto
macabro pasto, si avventa sulle tradimento, gli procurò più
sorelle (sotto, in un’illustrazione nemici di quanti avrebbe
ottocentesca). potuto mai immaginare.
Uccelli. Intervengono quindi gli Il militare, ebreo alsaziano
dèi, che tramutano i protagonisti in accusato dal tribunale militare
uccelli: le due sorelle in un usignolo di spionaggio a favore dei
e una rondine, Tereo in un’upupa. tedeschi, era innocente, ma
contro di lui si schierarono
l’esercito, i monarchici e
BRIDGEMAN IMAGES

gli antisemiti che avevano


Dreyfus nel mirino.
Campagna di denigrazione.
In questa caricatura del 1905, pubblicata dopo la sua morte, Zola viene raffigurato come un
maiale, a capo del “sindacato Dreyfus”, riempito di sacchi di soldi da un Giuda con fattezze
da ebreo stereotipate (naso, orecchie). La pubblicazione, nel gennaio 1898, sul quotidiano
L’Aurore, dell’articolo “J’Accuse!” costò allo scrittore una causa per diffamazione e vilipendio
delle forze armate, in seguito alla quale subì una condanna a un anno di carcere e fu
costretto a pagare una multa. Fu così che nel 1899 Zola fuggì a Londra. Rientrato in Francia
un anno dopo, grazie a un’amnistia, continuò a essere oggetto di una spietata campagna
giornalistica da parte della stampa conservatrice, che proseguì anche oltre la sua morte.

PAROLE DIMENTICATE

56%
IL NUMERO
L U M E R A
Dal francese antico lumière, a sua volta derivato Percentuale di bambini e
dal tardo latino luminaria, indicava una luce, uno bambine lavoratori, tra i 10
splendore, una cosa lucente, ma anche le gabbie di ferro
e i 14 anni, in Inghilterra
nel 1851.
che si mettevano all’esterno degli edifici per proteggere
le fiaccole per l’illuminazione notturna.
12
S
CHI L’HA DETTO?
10TO P T E N

William Sydney Porter

Repubblica
delle banane SCANDALOSI NOBEL
L ’espressione fu coniata dallo scrittore statunitense
O. Henry (pseudonimo di William Sydney Porter) nel
1904. Era riferita all’Honduras, dove le multinazionali
1 LITE SUL PALCO Nel 1906 Camillo
Golgi e Santiago Ramón y Cajal 6 ADOLF HITLER Nel 1939 un
membro del Comitato per il Nobel
dovettero spartirsi il Nobel per la propose polemicamente Hitler per il
americane che esportavano banane condizionavano le Medicina per le loro scoperte sul premio Nobel per la Pace. Poco dopo
decisioni politiche. sistema nervoso, che però partivano da scoppiò la Seconda guerra mondiale e
Dispregiativa. Oggi indica un Paese debole, governato da due ipotesi opposte. il premio non fu assegnato.
un’oligarchia ricca e corrotta o, più in generale, uno Stato
succube di ingerenze politiche ed economiche esterne. 2 FRITZ HABER Nel 1918, per la
scoperta del metodo di sintesi
dell’ammoniaca da gas di azoto e
7 ALEXANDER FLEMING Si pensa
che la scoperta delle proprietà
antibatteriche della penicillina si debba
Quindi, per estensione, un governo poco credibile. idrogeno, il premio andò a Haber, che a Fleming, Nobel per la Medicina nel
aveva sviluppato un gas asfissiante 1945, ma era già stata scoperta 34 anni
usato per uccidere migliaia di soldati. prima dall’italiano Vincenzo Tiberio.

3 GILBERT LEWIS Dal 1922 al 1946


il chimico americano venne
proposto 41 volte per il premio senza
8 ANTONIO EGAS MONIZ Nel 1949
il premio per la Medicina andò
all’inventore della leucotomia, una
vincerlo, a causa dell’inimicizia con tecnica per la cura delle malattie
un membro della giuria, nonostante mentali, antenata della lobotomia,
l’importanza delle sue scoperte. perfezionata poi negli Stati Uniti.

4 CARL VON OSSIETZKY Nel 1935 il


premio Nobel per la Pace andò al
giornalista, rinchiuso in un campo di
9 E. JOHNSON E H. MARTINSON
Nel 1974 vinsero il Nobel per la
Letteratura due svedesi sconosciuti,
prigionia nel 1933, per aver svelato la a scapito di candidati come Graham
ricostruzione dell’aviazione tedesca Greene, Jorge Luis Borges, Vladimir
dopo la Prima guerra mondiale. Nabokov e Saul Bellow.

5 MAHATMA GANDHI Proposto 5 volte


tra il 1937 e il 1948, non ha mai
ricevuto il Nobel per la Pace. Quando
10 MADRE TERESA DI CALCUTTA
Nel 1979 il premio per la Pace
andò a lei (sopra). Nel 2013, però, tre
il comitato stava per consegnargli il membri del comitato hanno contestato
L’OGGETTO MISTERIOSO premio fu assassinato e quell’anno il la scelta per il rifiuto di somministrare
Nobel non fu assegnato. cure palliative a malati terminali.

A cosa serviva questo


attrezzo interamente in legno VOCABOLARIO
CHIAVE A BRUGOLA
con due prolunghe A brevettarla fu, nel 1945, Egidio
poste alle estremità? Brugola (a sinistra) nella sua offi-
cina di Lissone (Mb), fondata nel
1926. Il suo obiettivo era mettere
a punto una vite svitabile
È stato Giovanni Pinucci a indovinare l’oggetto facilmente, ma con una grande
misterioso del numero scorso. Si tratta
di un mestolo per scolare la pasta e la verdura forza di serraggio. L’attrezzo
dall’acqua in eccesso. si usava da inizio ’900, ma fu l’im-
prenditore brianzolo a inventarne
uno con gambo “a torciglione” che
Aspettiamo le vostre risposte, indicando anche la località, a: Focus Storia, via garantiva massima elasticità.
Arnoldo Mondadori, 1 – 20090 Segrate (Mi) oppure a redazione@focusstoria.it

13
S
SHOAH
GIORNO DELLA MEMORIA

ITALIANA
di Roberto Roveda
MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI

Macchina infernale
Auschwitz (Polonia), 1943:
ebrei appena deportati
dall’Ungheria e destinati al
campo di sterminio, dove
morirono anche migliaia
di ebrei italiani. A destra,
l’SS Adolf Eichmann,
responsabile della logistica
per la “soluzione finale”.
La “soluzione finale”
L
e leggi razziali introdotte dal fascismo
nel 1938 emarginarono gli ebrei

avviata dal nazismo contro


dalla vita italiana, escludendoli da
professioni, scuole, università ed

gli ebrei venne attuata


esercito. All’inizio si trattò di una persecuzione
che non mise fisicamente in pericolo i membri

anche nel nostro Paese,


delle comunità ebraiche, anche se la linea di
Mussolini risultò subito evidente. Il fascismo

complici il fascismo e la
mirava all’emigrazione-espulsione e le misure
antiebraiche (revoca o limitazione

Repubblica sociale. della possibilità di lavorare e


istruirsi, in primo luogo)
puntavano proprio a 

MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI

ADOLF EICHMANN
15
S
MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI
La Risiera di San Sabba
O ltre a Fossoli e Bolzano, in territorio italiano era attivo un
altro lager, a Trieste, totalmente controllato dai tedeschi
perché all’interno della Zona di operazione del Litorale adriatico,
da loro amministrata. Si tratta della tristemente famosa Risiera
di San Sabba, lager che ha il tragico primato di unico campo
dell’Europa Occidentale e Meridionale adibito anche allo
sterminio dei prigionieri (sotto, si passano sigarette dalle celle).
La Risiera era in origine uno stabilimento per la pilatura del
riso e, dopo l’8 settembre 1943, fu trasformata in un campo di
prigionia per i militari italiani che non avevano aderito alla Rsi.
Il campo fu destinato anche alla prigionia di detenuti politici,
partigiani (italiani, sloveni e croati) ed ebrei. Ad amministrare il
campo fu destinato l’ufficiale delle SS Odilo Globočnik, triestino
Il campo di Bolzano-Gries di nascita, in precedenza supervisore alla costruzione dei lager
in Polonia. Dalla Risiera partirono 1.200 ebrei deportati in

N ell’agosto del 1944, in seguito all’avanzata verso nord degli Alleati,


Fossoli (v. riquadro in basso a destra) fu sostituito nelle sue funzioni
da un nuovo campo allestito dai tedeschi a Bolzano, nel rione di Gries
Germania. Altri membri della comunità ebraica trovarono invece
la morte nel campo, assieme a molti (probabilmente alcune
migliaia, anche se non si conoscono dati precisi) partigiani,
(sopra). Il lager di Bolzano-Gries rimase in funzione fino alla fine della oppositori, nemici del Reich.
guerra e qui gli ebrei divisero il loro destino con oppositori politici, Le testimonianze. Grazie alle testimonianze raccolte per il
zingari (rom e sinti) e testimoni di Geova. Le deportazioni da Bolzano processo celebrato nel 1976 per i crimini commessi a San Sabba,
verso i lager del Reich durarono fino a che, nel dicembre 1944, la linea sappiamo che quanti erano destinati alla morte nel campo
ferroviaria del Brennero fu bloccata dai bombardamenti alleati. venivano prelevati di notte, da soli o in gruppi, dalle celle e
Disperati. A quel punto Bolzano-Gries divenne un campo portati nel vecchio essiccatoio per il riso, adattato a locale per le
d’internamento in cui erano ospitate migliaia di persone, spesso in uccisioni. La morte veniva procurata immettendo gas di scarico
condizioni disperate per il sovraffollamento e le durissime condizioni dei motori in furgoni chiusi e stipati di vittime, oppure con un
di vita. Mantenne le sue funzioni concentrazionarie fino all’aprile colpo alla nuca inferto con una mazza ferrata o un martello di
1945, quando il comando tedesco del campo trattò la resa con la legno. La radio, intanto, funzionava a tutto volume per coprire le
Croce Rossa e liberò i prigionieri in cambio di un salvacondotto. urla degli agonizzanti. Per lo smaltimento dei cadaveri la Risiera
fu dotata anche di un forno crematorio, rimasto in funzione fino
a quando il campo venne liberato, alla fine dell’aprile 1945.

Come nel Terzo Reich

MONDADORI PORTFOLIO/WALTER MORI


N ei lager italiani le condizioni di vita dei prigionieri furono,
inizialmente, meno disumane che nei corrispettivi del Terzo
Reich. Ma peggiorarono progressivamente quando la gestione
passò totalmente in mano tedesca. Fossoli e più ancora Bolzano-
Gries (dove gli ebrei erano costretti a portare cucito sugli abiti un
triangolo giallo che li distingueva dagli altri prigionieri) divennero
sempre più simili ai lager attivi nel territorio del Reich.
Nudi al freddo. La giornata iniziava alle 5 del mattino con il lungo
appello, la distribuzione dei turni di lavoro e un primo scarso pasto.
I letti erano infestati dai pidocchi e nelle camerate il gelo tormentava
gli internati. Chi non aveva vestiti di ricambio doveva rimanere nudo
al freddo dopo aver lavato quelli indossati. I prigionieri venivano
continuamente percossi, frustati e a volte uccisi per futili motivi.
Chi tentava la fuga e veniva catturato era passato per le armi e
lasciato nello spiazzo principale, mentre tutti gli altri dovevano
rimanere in adunata per ore a osservare la fine del fuggitivo.

In transito da Fossoli MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI

U na volta decisa la deportazione sistematica degli ebrei, le autorità tedesche


e quelle della Repubblica sociale italiana collaborarono alla “soluzione”
della “questione ebraica”. In pratica gli italiani provvedevano a riempire i
campi, mentre i tedeschi, coordinati dal comando delle SS di stanza a Verona, li
svuotavano deportando i prigionieri nei lager del Reich. Per rendere più efficiente
il meccanismo, a dicembre 1943 si cominciò ad allestire anche un campo di
concentramento italiano destinato agli ebrei in attesa di formare convogli ferroviari
numericamente consistenti da inviare verso nord. Nacque così il campo di Fossoli,
presso Carpi, in provincia di Modena: un lager gestito per i primi mesi dalle autorità
italiane e dal febbraio 1944 dal comando delle SS di Verona (a sinistra, le recinzioni).
Base di partenza. Fossoli venne quindi a tutti gli effetti inserito nel sistema
concentrazionario nazista, quale principale campo deputato alla deportazione
dall’Italia verso i lager del Reich, e acquisì la denominazione di Polizei-und
Durchgangslager Fossoli (Campo di polizia e transito di Fossoli). Da qui, fino
all’agosto 1944, partirono i principali convogli diretti in Germania. Da Fossoli
passarono 2.844 ebrei, tra i quali Primo Levi. Solo uno su dieci sopravvisse.
MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI
MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI

MONDADORI PORTFOLIO/ARCHIVIO GBB


stimolare le partenze: entro il
1941 era espatriato circa l’8%
dei circa 47mila ebrei italiani.
Tuttavia, nel giugno del 1943
Mussolini aveva già deciso di
riunire gli ebrei validi in quattro
campi di internamento e lavoro
obbligatorio. E le vicende di
luglio-settembre 1943, con
la caduta del regime fascista,
l’armistizio con gli Alleati e la
creazione nel Centro-Nord della
Repubblica sociale italiana (Rsi) –
di fatto controllata dai tedeschi –
diedero una drammatica svolta alle
vicende della comunità ebraica.

RASTRELLAMENTI. A farne
le spese furono i poco più di 33mila
ebrei italiani che nel settembre
1943 si trovavano nelle regioni
del Centro-Nord controllate dalla Stato fantoccio
di Mussolini, oppure nei territori amministrati
Nel 1938 Mussolini varò (e il re
direttamente dal comando militare tedesco: la firmò) i “Provvedimenti per
la difesa della razza italiana”
Zona di operazione delle Prealpi (le province
di Bolzano, Trento e Belluno) e la Zona di
operazione del Litorale adriatico (Istria, Carniola,
Trieste, Gorizia e Friuli). Per questi perseguitati il che seguiva l’arrivo nel lager, la percentuale di
destino, fino alla Liberazione dell’aprile 1945, fu quanti furono avviati subito alle camere a gas fu
la clandestinità, l’ingresso nelle file dei partigiani, altissima: l’89% dei deportati, di cui oltre 200
spesso la deportazione e la morte. bambini. Appena 15 tra gli ebrei romani fecero
In prima battuta, dal settembre 1943, la poi ritorno a casa. E quello fu solo il primo dei
Zelanti
persecuzione antiebraica fu affidata ai reparti convogli italiani diretti ai campi di sterminio. In alto, il rastrellamento
delle SS e della Gestapo in Italia, coordinati degli ebrei nel ghetto di
da Theodor Dannecker, uno dei principali COLLABORAZIONISTI. In molti casi le Roma (1943) e un cartello
collaboratori di Himmler ed Eichmann nella forze di polizia e i carabinieri che non avevano antisemita sulla vetrina
cosiddetta “soluzione finale della questione scelto la fedeltà alla monarchia, oltre ovviamente di un negozio della zona.
ebraica”. Si moltiplicarono rastrellamenti, alle milizie fasciste, affiancarono i tedeschi nelle In tutto, gli ebrei romani
deportati furono 2.091.
eccidi (come quello, particolarmente efferato, operazioni. Ma durante gli ultimi mesi del 1943 le Qui sopra, manifesto della
di 57 ebrei sul Lago Maggiore) e il 16 ottobre si autorità fasciste misero a punto la persecuzione propaganda fascista che
arrivò alla deportazione ad Auschwitz di 1.023 “in proprio” contro gli ebrei. Il 14 novembre illustrava i contenuti delle
ebrei arrestati a Roma. Alla prima selezione 1943, l’assemblea del nuovo Partito fascista  leggi razziali.
17
S
Se questi
erano
uomini
N ella primavera
del 1945, con
la fine della guerra
in Europa e il crollo
del nazifascismo,
la persecuzione
degli ebrei finì
anche nel nostro
Paese. Il prezzo in
vite umane pagato
dalla comunità
MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI

ebraica in Italia fu Al Nord


altissimo, ma non ci Rastrellamento
fu soltanto quello. a Milano (1944):
I sopravvissuti molti vennero
avevano subito costretti ai lavori
infatti privazioni e forzati in fabbriche
spoliazioni: in molti della Germania.
avevano perso
buona parte di
quanto possedevano
prima del conflitto. I deportati italiani furono più di ottomila,
internati soprattutto ad Auschwitz.
I numeri. Sulla
base di ricerche

Sopravvissero poche centinaia di persone


ormai più che
trentennali, la storica
della Shoah Liliana
Picciotto ha calcolato

/MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART
che i deportati repubblicano approvò infatti a Verona il manifesto
dall’Italia (morti programmatico, considerato l’atto costitutivo della
o sopravvissuti) e Rsi. Al punto 7 si stabiliva che “gli appartenenti
gli uccisi durante alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa
rastrellamenti
o esecuzioni guerra appartengono a nazionalità nemica”.
sommarie, nella In pratica, dal 1° dicembre 1943 i questori
Penisola furono un cominciarono a pianificare le operazioni
numero compreso di arresto degli ebrei da parte di polizia
tra 8.028 e 8.128. I e carabinieri. E i prefetti, a capo delle
deportati identificati province nella Repubblica sociale, avviarono
sono 6.765 (dei
l’allestimento di campi d’internamento
quali soltanto 826
sopravvissuti), quelli provinciali dove raccogliere gli ebrei in attesa
di cui non si conosce del loro trasferimento: la destinazione di chi
il nome sono finiva lì erano i campi di concentramento, lavoro
circa 720-820 (la forzato e sterminio nel Reich. I campi provinciali
maggior parte venne nei territori della Repubblica sociale italiana
probabilmente furono ben 29, allestiti in caserme, carceri,
uccisa nei lager del
Terzo Reich). ville requisite, case di riposo e addirittura nelle HERBERT KAPPLER
Quanto ai deportati sinagoghe, come avvenne a Ferrara. •
dei quali sono stati
identificati sia il
A Roma
AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

nome sia il campo


di destinazione, il Sopra, Herbert
91% fu internato Kappler, capo
ad Auschwitz e, di della Gestapo a
questi, il 94% non Roma. Ordinò la
sopravvisse. Perse deportazione di
quindi la vita circa migliaia di ebrei
un quarto degli italiani. A sinistra, le
ebrei presenti pietre di inciampo
nell’Italia del Centro- nelle strade del
Nord al momento ghetto di Roma, che
dell’armistizio con gli ricordano i nomi
Alleati, nel settembre degli ebrei deportati
del 194 3. dalla capitale.
18
S
Il detective
GIALLO STORICO

VOLTAIRE
Un figlio morto, una famiglia
protestante e le accuse della
comunità. Sono gli elementi del
caso Calas, affrontato dal filosofo.
di Massimo Manzo

I
l 13 ottobre 1761, in rue des Filatiers, a Investigatore
Tolosa, il silenzio della notte è rotto da d’eccezione
disperate grida di dolore. In una bottega, Voltaire (1694-1778), al
secolo François-Marie
sdraiato a terra, c’è il corpo di un giovane Arouet, uno dei massimi
uomo senza vita. Indossa una candida camicia esponenti del movimento
e ha ancora i capelli ben pettinati, ma sul collo dell’Illuminismo, all’epoca
ha alcuni segni rossi che fanno pensare a uno dei fatti era già famoso.
strangolamento.
Il suo nome è Marc-Antoine Calas ed è
il figlio ventottenne del commerciante di
stoffe Jean Calas, di religione protestante. A
ritrovarlo, intorno alle 22:00, sono il fratello
Pierre e un amico di passaggio, tale Gaubert
Lavaysse, che poco prima hanno cenato con
lui. Dopodiché, mentre i familiari cercano
soccorsi, un gran numero di persone accorre
sulla scena. Tra la folla, sempre più nervosa,
comincia a circolare con insistenza una
voce: Marc-Antoine Calas è stato ucciso, e
a farlo fuori in quel modo orribile è stata
la sua famiglia, per impedire alla vittima
di convertirsi alla religione cattolica. Da
pettegolezzo, ben presto quella voce
diventa un’accusa, che l’intera città di
MONDADORI PORTFOLIO

Tolosa rivolge ai Calas.

CITTÀ “ESTREMISTA”. A quel punto


David de Beaudrigue, il funzionario
assegnato al caso, noto per la sua durezza,
ordinò che il padre, la madre e il fratello
della vittima (e persino la domestica
e l’amico) venissero immediatamente
arrestati. Ma non finì lì. Contro di
loro stava per scatenarsi un vortice di
calunnie destinato a sconvolgere l’intero
Paese. Il perché di tanta rabbia nei confronti 

19
S
di quell’umile famiglia di commercianti va
ricercato nel clima di conflitto religioso che
attanagliava Tolosa in quegli anni. Nota per
essere ferocemente cattolica, la città, situata
nel Sud della Francia, era al centro delle lotte di
religione che dal XVI secolo insanguinavano la
nazione, e nel complesso non vedeva di buon
occhio gli “ugonotti”, com’erano chiamati i
protestanti francesi. Tanto era diffuso ancora
il clima di odio antiprotestante, che ogni 17
maggio le confraternite cittadine organizzavano
una processione per commemorare il giorno
in cui, due secoli prima, nel 1562, erano stati
massacrati più di 4mila ugonotti. Per gli abitanti
di Tolosa, dunque, i Calas in quanto protestanti
erano colpevoli ancor prima di capire che cosa
fosse successo a Marc-Antoine. I familiari della
vittima, invece, erano persone miti e tolleranti,
vivevano con una domestica cattolica e in
passato avevano accettato la conversione al
cattolicesimo di un altro figlio, Louis.
Ma torniamo ai giorni del delitto: fin
dall’inizio i sospetti si concentrarono sul
padre. Interrogato la sera del ritrovamento del
cadavere, Jean sostenne che il figlio era stato
ucciso, paventando l’ingresso di un assassino
nella bottega. Però qualche giorno dopo
ritrattò, dichiarando che Marc-Antoine in realtà
si era suicidato e che il suo corpo era stato
ritrovato appeso a un architrave e non a terra.
Il pover’uomo aveva mentito per preservare
l’onore familiare: le leggi dell’epoca, infatti,
prevedevano un trattamento crudele per i
suicidi poiché il loro cadavere veniva straziato
di fronte alla popolazione. A condurre gli
interrogatori, facendogli prendere una direzione
antiprotestante, c’era però de Beaudrigue, deciso
a incastrare gli indiziati.
Voltaire, inizialmente scettico,
A FUROR DI POPOLO. L’ultima versione dei
si convinse dell’innocenza della
fatti proposta da Jean Calas risultava plausibile, famiglia dopo un colloquio con
i fratelli della vittima
ma le sue incertezze iniziali gli costarono care,
innescando una tremenda spirale di violenza.
Tra l’altro, agli occhi del popolo Marc-Antoine
aveva ormai assunto i contorni di un martire.
Lungi dall’essere trattato come un suicida, gli per strangolamento, non prima di essere stato
venne tributato un funerale in pompa magna, sottoposto ad atroci torture, che comprendevano
la salma fu portata in processione per la città la rottura delle ossa delle braccia e delle gambe
e la sua tomba divenne addirittura meta di e l’esposizione su una ruota vicino al patibolo,
pellegrinaggio. Un mese dopo il tragico evento per farlo confessare. Ma la confessione non
iniziò il processo. Influenzati dalle dicerie arrivò e poco prima di spirare Jean pregò Dio
cittadine, gli inquirenti misero sotto torchio di perdonare i propri carnefici. Colpiti dal suo
gli imputati e inizialmente Jean Calas, la atteggiamento, pochi giorni dopo i giudici
consorte e il figlio Pierre furono condannati a rividero le pene per gli altri condannati al
morte, l’amico ai lavori forzati, la domestica processo: Pierre fu esiliato, mentre la moglie di
all’ergastolo. Calas, l’amico e la domestica furono assolti. Ma
Il giudizio approdò quindi al Parlamento il caso era tutt’altro che chiuso.
di Tolosa, dove il 9 marzo 1762 i 13 giudici
che componevano il collegio, dopo infinite AVVOCATO OCCASIONALE. Durante
discussioni (e malgrado mancassero prove l’esilio a Ginevra i fratelli Calas vollero tentare
inconfutabili per sostenere la tesi dell’omicidio), di avere giustizia a modo loro. Ottennero un
emisero la sentenza: Jean fu condannato a morte colloquio con uno degli intellettuali più famosi e
20
S
MONDADORI PORTFOLIO
discussi dell’Europa del tempo: François-Marie essere stata la classica goccia tale da far Fanatismo
Arouet, noto come Voltaire. All’epoca quasi traboccare il vaso.
ultracattolico
Una processione di
settantenne, il filosofo era venuto a conoscenza A metà tra l’avvocato, il detective e ligueurs, membri della
della loro vicenda e inizialmente si era mostrato l’intellettuale impegnato, Voltaire prese di petto Lega cattolica, a Parigi
ostile nei confronti della famiglia protestante. la questione. Per tre mesi raccolse quante più nel 1590. Il movimento
Ma quell’incontro, unito alla voglia di non prove e testimonianze possibili, analizzando ultracattolico, fondato nel
essere da meno del letterato Laurent Angliviel nel dettaglio il caso e il processo e interrogando 1576 da Enrico di Guisa,
de La Beaumelle, che si era già espresso familiari e persone informate sui fatti. Lo aveva lo scopo di liberare
la Francia dai protestanti.
pubblicamente a difesa dei Calas, lo spinsero scenario del suicidio divenne il più verosimile. Due secoli dopo
a ricredersi. Volle indagare personalmente sul Alcuni semplici fatti dati per scontati dai l’accanimento contro gli
controverso delitto e portò alla luce dettagli che giudici si rivelarono inconsistenti: come poteva “ugonotti” era ancora vivo
cambiarono le carte in tavola. un uomo anziano e con problemi di salute nel Paese.
come Jean aver strangolato da solo il figlio?
LA SVOLTA. Marc-Antoine, la vittima, aveva “Bisognava assolutamente che nel far questo
un profilo ben diverso da quello del martire: a fosse stato aiutato dalla moglie, dal figlio Pierre
detta di Voltaire infatti “passava per essere uno Calas, da Lavaysse e dalla domestica”, scriveva
spirito inquieto, cupo, violento”. Voleva diventare Voltaire. “Orbene, tutti costoro non si erano
un magistrato, ma non aveva l’indispensabile separati un istante la sera della fatale avventura.
certificato di “cattolicità” e questo potrebbe Ma questa ipotesi era altrettanto assurda quanto
averlo spinto al suicidio. Aveva inoltre confidato la prima. Infatti, perché mai una domestica
i suoi propositi a chi lo conosceva. Il giovane cattolica zelante avrebbe potuto lasciare che degli
aveva rivelato la sua intenzione di uccidersi ugonotti assassinassero un giovane allevato da
allo stesso Lavaysse: la sera della morte, dopo lei, per punirlo di amare la sua stessa religione?”.
aver cenato con la famiglia e l’amico, si sarebbe Malgrado le incongruenze, per ottenere la
appartato con lui per parlargliene. Infine, una revisione del processo Voltaire dovette mobilitare
recente perdita di denaro al gioco potrebbe l’opinione pubblica e le alte autorità dello Stato. 
21
S
Condanna ingiusta
A lato e sotto, il ritrovamento da
parte della famgilia e dell’amico
Lavaysse del cadavere del giovane
Marc-Antoine, il 13 ottobre 1761.
Sotto a sinistra, alla famiglia
Calas riunita viene comunicata la
condanna a morte comminata al
padre, Jean (sotto a destra, mentre
prega prima della sua esecuzione,
avvenuta il 9 marzo 1762).
MONDADORI PORTFOLIO (4)

Così nell’ottobre 1762 cominciò a scrivere la petizione fu accolta e nel giugno 1764 il
una delle sue opere di maggior successo, il Consiglio annullò tutti i verdetti emessi dalla
Trattato sulla tolleranza, nel quale prendeva Corte di Tolosa nei confronti di Jean Calas, la cui
spunto dall’ingiustizia subita dai Calas, per poi memoria venne così riabilitata, mentre David
allargare le sue riflessioni al concetto generale de Beaudrigue fu destituito. I Calas vennero
di libertà religiosa. Quando uscì nel novembre addirittura ricevuti a Versailles dal sovrano in
1763, l’opera fece grande scalpore riportando la persona, che accordò loro un vitalizio come
vicenda Calas al centro del dibattito. ricompensa per il danno. A Parigi, la notizia
della revisione del processo suscitò un’ondata
RIABILITATI. Voltaire sfruttò inoltre le sue di commozione: “la gente accorreva per vedere
influenti conoscenze personali per portare il questa famiglia così infelice”, scrive Voltaire.
caso direttamente all’attenzione del re, Luigi XV, Dopo anni di sofferenze e iniquità dovute al
tramite una petizione al Conseil du roi, tribunale clima di intolleranza religiosa, un intellettuale
supremo del regno. La strategia ebbe successo: era riuscito finalmente a fare giustizia. •
22
S
Dopo le indagini
INTERVISTA

di Voltaire il caso Gli errori giudiziari e il ruolo


dell’opinione pubblica, ieri come oggi
fu riaperto, i Calas
riabilitati e ricevuti Il processo Calas è da molti considerato una delle prime vicende giudiziarie
dell’era moderna a coinvolgere quella che oggi conosciamo come “opinione
pubblica”, mobilitata da un intellettuale di fama come Voltaire. A indagare

perfino dal re tra le pieghe di questa storia è stato lo scrittore Roberto Bertoldo, che ha
dedicato alla vicenda il romanzo L’infame. Storia segreta del caso Calas (La Vita
Felice).

Si può affermare che il caso Calas fu uno dei primi “errori giudiziari”
dell’era moderna a essere risolto grazie all’intervento di un
intellettuale?

Dell’era moderna è probabile. A proposito dell’intervento degli intellettuali


contro gli “errori giudiziari”, Voltaire amava ricordare, dell’antichità, l’intervento
di Cicerone in difesa di Roscio Amerino, accusato di parricidio. Pare che
ripercorrere la strada di Cicerone non gli dispiacesse, ma voleva anche dare
una spallata a Laurent Angliviel de La Beaumelle, che era stato il primo a
prendere le difese dei Calas dichiarando calunniose le accuse sul loro conto.
L’intervento degli intellettuali a difesa dei deboli, d’altronde, è spesso ambiguo.

Quanto contò quella che oggi chiameremmo “opinione pubblica”, nel


bene e nel male, nel caso Calas?

L’opinione pubblica, come la Storia insegna, conta solo se allineata. Così, se


in quel momento essa appoggiò l’accusa, anche per l’idea, a detta di Voltaire,
di condannare i Calas per commemorare degnamente l’anniversario del
massacro di 4mila ugonotti avvenuto nel maggio del 1562, successivamente,
fuori da Tolosa, sarà proprio l’opinione pubblica a sostenere Voltaire nella
riabilitazione dei Calas.

La famiglia Calas professava la propria religione in una città


profondamente cattolica e aveva accettato la conversione di un altro
figlio, Louis, al cattolicesimo. Come mai, nonostante ciò, si scatenò la
rabbia nei suoi confronti?

È difficile dirlo. Il fanatismo, quando l’ignoranza regna, è contagioso e


aggressivo. E poi contò molto, in questo caso, la presunzione e l’ambizione
del magistrato titolare David de Beaudrigue, che soffiò sul fuoco e condizionò
anche i giudici. La precedente conversione di Louis Calas e la sua serena
accettazione da parte del padre passarono così in secondo piano, calpestate
probabilmente dal piacere di impedire quella integrazione a cui ambiva Marc-
Antoine con il suo desiderio di divenire magistrato e che lo aveva spinto a
cercare di convertirsi in quanto quella professione era interdetta ai protestanti.

Quanto contò la testimonianza contraddittoria di Jean Calas nel


fomentare le accuse contro di lui?

Fu forse determinante. Solo tre giorni dopo il fatto Jean Calas ammise di aver
voluto camuffare il suicidio del figlio Marc-Antoine per evitargli l’infamia e il
disprezzo che ne sarebbe derivato. Poi le voci attribuite falsamente al figlio
Louis Calas, secondo le quali il padre lo aveva maltrattato in seguito alla sua
conversione, favorirono l’accusa rendendo dubbia la versione di Louis, che
nella Déclaration du sieur Louis Calas del 2 dicembre 1761 contrastava quella
calunnia.

Quando fu coinvolto nel caso Calas, Voltaire era già all’apice della
popolarità e non si era mai occupato di questioni simili. Cosa lo spinse
a prendere proprio questo caso a cuore?

Da una nota lettera scritta il primo marzo 1765 e indirizzata al filosofo Étienne
Noël Damilaville si desume che Voltaire ambiva a dimostrare la capacità della
filosofia di “disarmare” il fanatismo religioso. C’era poi molta vanità in Voltaire,
anche se non è da escludere la sua compassione nei riguardi della famiglia
Calas. Tuttavia, quando Donat, il giovane figlio di Jean Calas, andò a trovarlo
per raccontargli la triste vicenda in cui era incorsa la sua famiglia, più che il
dolor poté il ribrezzo. Quell’incontro, se non fu la causa, fu comunque il motivo
scatenante. Fu allora che Voltaire si attivò in difesa dei Calas.
23
S
ARTE E VITA

L’ULTIMA
La Garoupe
A sinistra, nel1937
sulla spiaggia della
Garoupe, presso
Antibes: Pablo
Picasso (1881-1973)
con la compagna
Dora Maar (seduta)
e Ady Fidelin che lo
usa come sgabello.
A destra, Paul e
Nusch Éluard con
Man Ray, nello stesso
luogo, alla fine di
quell’estate. Sotto, La
plage à La Garoupe
I (1955): Picasso
sviluppò in diverse
opere il tema delle
vacanze con gli amici
in Costa Azzurra.
SPIAGGIA
SKY

In Costa Azzurra,
nell’estate del 1937
si ritrovano Picasso,
Man Ray e gli amici
surrealisti, fra bagni,
arte e amori. Un Imperdibile
documentario racconta Picnic sull’isola Sainte Marguerite,
quell’istante di serenità nel 1937, con Man Ray e gli
amici surrealisti, dal bellissimo

prima della guerra.


documentario Un’estate alla
Garoupe, realizzato da François
Lévy-Kuentz, in streaming su Sky.

di Lidia Di Simone

N
el 1957 Picasso riceve alla
Californie, la sua villa di
Cannes, un collega del suo
grande amico Robert Capa,
il fotografo David Douglas Duncan, che
vuole fotografarlo. Iniziano lunghe sedute
fotografiche. In una di queste Picasso
affronta una tela gigantesca, quasi due
metri per tre, dipingendo in dieci minuti
le sagome di sei personaggi su una
spiaggia. Sono i Baigneurs à la Garoupe,
il ricordo di un’estate di vent’anni prima
in Costa Azzurra.

PARADISO SELVAGGIO. L’ha


inventata lui. Da quando, all’inizio degli
Anni ’20, l’artista di belle speranze Pablo
Picasso ha usato il suo pennello per
interpretare con una pittura mai vista
la luce sfavillante di Cap d’Antibes
e Juan-les-Pins, il mondo si è interessato
alla Costa Azzurra. Alla fine della
guerra, quell’angolo di Mediterraneo è
diventato il suo buen retiro. Ma prima,
sulla spiaggia deserta della Garoupe, ad
Antibes, c’era solo lui. Dal 1920 e per gli
anni a seguire ci ha passato le estati con
la moglie Olga, la ballerina russo-ucraina
che gli ha dato il figlio Paulo. Nel 1936
ha trovato rifugio di nuovo a Juan con la
MONDADORI PORTFOLIO

figlia Maya e la nuova compagna Marie-


Thérèse Walter. Ma si è fatto raggiungere
al mare anche da un’altra: Dora Maar, 

25
S
Pablo e Dora, Man e Ady, Paul e triangoli e un quanto basta di ripicche,
un niente di gelosia, una spruzzata
Nusch, Lee e Roland: amici uniti di passione, un velo di indifferenza,

dall’arte, dal genio, dall’amore


un’aggiunta di cultura e politica, lavoro
frenetico e indolenza. Il tutto mescolato a
dosi robuste di arte, benedetta dalla luce
l’ultima conquista, l’artista tenebrosa, 28 di Dora. Diventa il padrone della sua del Sud e dalla rivoluzione surrealista. Si
intelligente e libera che lo ha stregato. vita, la indirizza nel lavoro, le tarpa le divertiranno, mangeranno e berranno,
Pablo l’ha vista in una foto dell’amico ali. Nel 1937 è di nuovo nel Midi con lei. faranno arte, faranno l’amore e lunghi
Man Ray. Poi l’ha conosciuta al parigino Alloggiano alla pensione Vaste Horizon bagni nel mare del Midi. Riuniti come
Deux Magots, a Saint-Germain-des-Prés, di Mougins, nelle Alpi Marittime. una famiglia felice, per poco riusciranno
la casa dei surrealisti. Vengono raggiunti dall’americano a scongiurare l’orrore che si avvicina.
Man Ray, all’anagrafe Emmanuel
INCONTRO FATALE. Seduta al caffè, Radnitzky, con Ady Fidelin, bellezza QUATTRO COPPIE. Cap d’Antibes
Henriette Theodora Markovitch, Dora della Guadalupa e mannequin. Ci sono è ancora un angolo selvaggio dove si
per il milieu surrealista che frequenta, anche Paul Éluard con la moglie Nusch, circola a dorso d’asino, tra profumi di
sta giocando: con la mano guantata creatura lunare, quasi una scultura in pane e di olivi, dice Man Ray. Fotografo,
ben aperta sul tavolino, affonda un alabastro. Infine si aggiungono Lee regista di film d’avanguardia, ha ricevuto
coltello tra un dito e l’altro colpendo la Miller, ex modella statunitense che dalla Kodak l’incarico di testare una
superficie, sempre più veloce, finché non diventerà reporter di guerra, e il suo nuova pellicola a colori: la usa per
si ferisce e un rivolo di sangue macchia futuro marito Roland Penrose, artista e filmare il gruppo di surrealisti. Sarà il suo
il guanto. Picasso è folgorato. L’amico collezionista britannico. Quanta grazia ed ultimo film prima della fuga in America,
poeta Paul Éluard li presenta. Iniziano eleganza, talento e genio, e persino follia dove abbandonerà la fotografia e il
così dieci anni di una relazione che a in quella comitiva di villeggianti! Hanno cinema per sempre.
lei toglie il futuro, la salute mentale, messo insieme un mix di ingredienti Ogni mattina, gli amici si infilano
l’indipendenza. Lui arriva da un blocco perfetto per ottenere il cocktail al gusto nella Hispano Suiza, la decappottabile
che gli impedisce di lavorare, ma con lei forte di quell’estate: amore libero, corpi di Picasso, per raggiungere la piccola
torna a dipingere: ha 54 anni, contro i nudi al sole, mancanza di freni inibitori, spiaggia della Garoupe, sul promontorio
di Antibes, un angolo ancora selvaggio.
Si portano dietro asciugamani, il cesto
del picnic, l’ombrellone, il vino e
Kazbek, il levriero afghano di Picasso.
Al mare Pablo indossa un calzoncino
bianco aderente, mette in vista la sua
mascolinità senza pudore. Man Ray
non toglie quasi mai la canotta che
ne nasconde la magrezza, le ragazze
invece sono splendide nei loro bikini
succinti, a volte senza. L’unico vestito in

MONDADORI PORTFOLIO
MONDADORI PORTFOLIO

Il poeta e la musa
Paul e Nusch Éluard
fotografati da Man
Ray nel 1939. A destra,
Nusch (Maria Benz)
ritratta da Picasso nel
1937 con abito di Elsa
Schiaparelli e gioielli di PAUL E NUSCH
Jean Schlumberger.
26
S
La donna che piange
Dora Maar nel fotoritratto che le fece Man Ray
nel 1936, e che colpì Pablo ancor prima
di conoscerla. Sotto, sempre Dora, nella tela
di Picasso La donna che piange, del 1937.

MONDADORI PORTFOLIO
MONDADORI PORTFOLIO

DORA MAAR

camicia e pantaloni, come un gentleman ha 44 anni, lei 19, e per gioco fonde
d’altri tempi, è Paul. Ha da poco dato i loro nomi: “Manady” o “Adyman”.
alle stampe un nuovo poema, Les yeux Scrive a Penrose: “Mi impedisce di
fertiles, con quattro disegni di Picasso. essere pessimista. Fa di tutto: mi lustra
L’intimità con Pablo lo lusinga. Il pittore le scarpe, mi porta la colazione e mi
ammira la sua poesia, gli fornisce i dipinge gli sfondi delle mie grandi tele.
disegni per le sue prime edizioni. Man li Il tutto sulle note di una beguine o di
riprende in siparietti divertenti a favore di una rumba”. Lui fotografa Ady con una
telecamera. Pablo ha ritratto Paul in vesti collana di denti di tigre e un’acconciatura
femminili, Man nelle foto ne esalta l’aria congolese. È la musa perfetta. E lui le
romantica, la fronte alta alla Baudelaire. sue muse le ha amate tutte, e spogliate,
Picasso e gli amici vanno in pattino, totalmente a proprio agio nel filmare la
giocano a palla sulla spiaggia, mentre bellezza di quelle sensuali creature.
Man scatta e filma. Ha davanti agli occhi
il suo passato e il suo presente, Lee che L’AMERICANA. Anche Lee era la
gli ha strappato il cuore e Adrienne, Ady, sua musa. L’ha amata follemente e
che gli sta restituendo il sorriso. Quando gelosamente per tre anni. Lei è arrivata
Lee lo ha lasciato si è fatto un autoscatto a Parigi da New York a 20 anni per fare
con pistola per fermare su foto i suoi la mannequin. Un mattino del 1929 ha
propositi suicidi, intenzionato a non bussato alla porta del suo atelier, in rue
innamorarsi più. Ma Ady è deliziosa, Campagne Première, a Montparnasse, e
allegra. Ha lasciato la Guadalupa
giovanissima. Man l’ha conosciuta al
come un’avventuriera si è impadronita
della sua vita: è diventa per Man
LEE MILLER
Ballet Nègre di rue Blomet, il cabaret assistente, allieva, modella,
dove si suona il jazz. Qui lei si è esibita compagna. Lui l’ha fotografa in
tutte le sere in attesa dell’occasione ogni posa, bellissima e altera, nuda
giusta per diventare indossatrice. Una o accollata, sperimentando con La fotografa
chance di nome Man Ray: lui le ha lei, grazie a lei, che ha posato Lee Miller nel 1932,
spalancato le porte di Harper’s Bazaar, davanti alla cinepresa vestita solo in un autoritratto. Era
e così per la prima volta in America una dell’ombra di una tenda, le curve rientrata a New York
dove aveva aperto un
mannequin di colore ha posato per una appena accennate e perfette. Lui
suo studio. Divenne
prestigiosa rivista di moda. Il fotografo le ha trasmesso i segreti della sua poi corrispondente
di guerra.
In posa

MONDADORI PORTFOLIO
arte: come sviluppare, come
Lee Miller si ritrae in
ritoccare l’immagine. Hanno fatto
corsetto “solarizzato”
nel 1942. A destra, i squadra lavorando per il mondo
ritratti che nel 1937 della moda, le foto firmate Man
Picasso fece a Lee Ray, ma spesso realizzate da lei.
(L’arlesiana) e Ady Una volta, in camera oscura, Lee
(con abiti etnici). ha acceso la luce all’improvviso.
Man ha scattato e poi ha tuffato
il negativo nel bagno dello
sviluppo: l’esposizione alla luce
ha prodotto un effetto surreale,
il nero è diventato bianco, il
profilo del corpo è apparso
sottolineato da una riga nera:
la solarizzazione, per cui Man
Ray è diventato famoso. Con Lee
scoppia una lite violenta. Lei ha
capito di non poter esistere nel
cono d’ombra del suo geniale
mentore. E se n’è tornata a New
York. Non lo ha più rivisto.
Poi, eccola di nuovo in Francia,
sempre bellissima, con il nuovo
compagno Roland, un elegante artista ombre cinesi fatta dai suoi amici sulla
inglese che promuove a Londra il lavoro superficie di una botte. Dora scatta foto
dei surrealisti. Amico di Picasso, scrive di Picasso e Paul, di Picasso e Nusch
sulla sua opera, è un promotore d’arte, sotto la pergola, con il gioco di luci e
come altri agenti, galleristi, artisti che ombre che disegna sui visi come una
quell’estate fanno visita a Pablo. gabbia. Qualcuno prova a leggere le linee
Picasso riceve, assiso sulla sedia di della mano di madame Éluard.
midollino come su un trono. Si diverte a E sulla chiromanzia Man costruisce
raccontare sapidi aneddoti, come quando l’ennesimo “filmino”.
durante il suo primo soggiorno nel Midi Davanti al caffè Nusch scherza in
ha dipinto un affresco sul muro della favore di cinepresa, sistema la cravatta
pensione e il proprietario l’ha obbligato a a Paul e imbocca tutti con zollette di
imbiancarla. Lui l’ha fatto, senza batter zucchero. Tra tante bellissime, è forse la
ciglio. A volte Pablo si eclissa con il suo più bella. Rivaleggia con Ady per i suoi
autista, Marcel, che lo porta a Nizza a far completini da mare. Paul l’ha incontrata
visita al maestro Henri Matisse. Oppure in un caffè. Si chiama Marie Benz, è
conduce l’allegra brigata a casa dei alsaziana, ma tutti usano il nomignolo
collezionisti che bramano le sue opere. che le ha dato il papà, artista circense.
Ci va vestito con la sua solita tenuta da Lei fa lo stesso mestiere: al teatro
bagnino, in canottiera, calzoni arrotolati Grand Guignol di Parigi alterna giochi
e sandali bianchi, sdraiandosi sui divani d’ipnotismo a numeri acrobatici. Paul,
costosi. Tutto quel mondo gira attorno reduce dalla fine di un amore importante
ai suoi desideri, alla sua arte, al suo per Gala, la musa dei surrealisti che lo
carisma da patriarca, alla sua tavola. ha lasciato per Salvador Dalí, la vede
addentare avidamente un croissant. E si
A PRANZO CON PABLO. Si innamora. Quattro anni dopo la sposa.
ritrovano tutti i giorni in trattoria, Adesso la musa dei surrealisti è lei. Dora
all’ombra del pergolato, a mangiare e Lee le scattano ritratti, la stilista Elsa
pollo allo spiedo sulle tovaglie a scacchi, Schiaparelli ne fa la sua donna-immagine
mentre le orchestrine ambulanti fanno e Picasso, affascinato dalla sua aria
loro compagnia. Fumano, ridono, vivono enigmatica, la dipinge in haute couture.
quello stato d’animo che i francesi La pensione Vaste Horizon è il rifugio
chiamano bonheur – la felicità. Tra il estivo del pittore spagnolo, che ritrova
vino e il caffè, il pittore, che non riesce nella luce del Midi tratti della sua
LEE MILLER ARCHIVES

a stare mai con le mani in mano, traccia Andalusia. Prende ogni anno la stessa
a matita sui tovaglioli di carta un ritratto camera. Pablo passa i pomeriggi a
di Nusch con gli occhiali da sole e il disegnare, senza mai perdere di vista il
rossetto. Man Ray gira una danza di suo unico soggetto: Dora. Lei è pallida

28
S
Un ritratto picassiano di Dora
MONDADORI PORTFOLIO

Maar è stato venduto nel 2017


per 45 milioni di dollari
Picasso c’è solo Dio, dice. quando Picasso le porta in casa una
Lui si rappresenta come un scimmia, bestia che lei detesta.
minotauro, a cavalcioni di una
Dora che soggiace alla sua GIOCHI SENSUALI. Durante quei
potenza sessuale. Lei replica pomeriggi alla pensione Vaste Horizon,
scarabocchiando il negativo Pablo e Man Ray fanno a gara a
con il viso dell’amante, fino a immortalare le signore: Nusch posa come
cancellargli metà della faccia, una geisha giapponese o una danzatrice
ma gli lascia l’occhio gelido creola, Lee in abiti da arlesiana, Ady
della bestia. vestita solo di collane di fiori e di un
Picasso continua a dipingere pareo attorno ai fianchi. Picasso le
ritratti cubisti di Dora con la immortala tutte.
faccia sezionata, stravolta, Poi gli abiti cadono e la macchina
le lacrime che le scavano il fotografica coglie i corpi nudi di Nusch
viso fino all’osso (La femme e Ady avvinghiati in pose saffiche e
qui pleure, 1937). Confesserà libertine. Le modelle surrealiste sono
nonostante il sole. Gli offre il suo lato all’amico e poeta Malraux di aver dato perfette nel ruolo, vero o posato che
migliore, di tre quarti, che lui scompone a Dora “un’apparenza torturata non per sia. Un picnic nella pineta deserta
in pezzi, un occhio separato dall’altro, il sadismo”, ma per obbedire a una visione si trasforma in una riedizione del
mento prominente, i tratti spigolosi: ha lo che gli si era imposta. Lei per lui è “una capolavoro di Manet Le déjeuner sur
sguardo inquieto, gli occhi chiari severi, creatura kafkiana”. A Dora Pablo ha l’herbe, con le donne a seno nudo fra
accigliati, quasi uno scudo. Ma lui cerca l’abitudine di dire “Tu non mi attrai. Non gli uomini vestiti. Lee e Man scattano
di dipanare il suo mistero ritraendola ti amo”, e di riderne con gli amici. Una a turno, il gioco diventa happening
anche mentre dorme, indifesa, le braccia risata “da stregone”, secondo Malraux. d’avanguardia. Non ci sono Pablo e Dora:
sopra la testa, quando la ruga dura che le Dora piange ma sopporta, persino lei non si sente a suo agio. 
spunta fra gli occhi è finalmente distesa.
Dora dipinge, è brava, ma lui vuole
Ispirato
che lei si concentri solo nel fotografare Man Ray in un
l’artista (lui) all’opera. È una fotografa di MAN RAY self-portrait del
talento, autrice di immagini inquietanti, 1931, realizzato
come quella di Ubu, un feto di armadillo con la tecnica della
che ha meravigliato André Breton; ma solarizzazione. Sotto,
lei si dedica alle foto sociali. La sua le labbra di Lee
Miller, qui fotografate
militanza a sinistra ha influenzato anche in bianco e nero,
Pablo, che ha aderito al Partito comunista erano un’ossessione
e ha accetto una commissione dalla per Man Ray, che le
neonata Repubblica spagnola. immortalò a colori
nell’opera All’ora
GUERNICA. Già nell’aprile del 1937, dell’osservatorio.
Gli amanti (1964).
dopo il bombardamento di Guernica,
durante la guerra civile spagnola, si
è messo all’opera: schizzi febbrili, il
pennello usato come un’arma contro la
tela, sotto lo sguardo di Dora che lo ritrae
scatto dopo scatto mentre compone il
FONDAZIONE MARCONI

suo capolavoro. Guernica nasce così.


Le foto di Dora mostrano come su
una tela di 7 metri possa venire alla
luce l’apocalisse. Il dipinto avrà il
posto d’onore nel padiglione spagnolo
dell’Esposizione universale di Parigi.
Éluard ci scrive dei versi.
Intanto Dora sviluppa per Pablo
un’ammirazione viscerale. Dopo

29
S
La guerra è alle Il cinquantenario
porte, c’è chi ✱ Picasso 1973-2023. Le celebrazioni

fugge e chi resta


per i 50 anni dalla morte di Pablo Picasso
vanno avanti già da tutto il 2022 con
una serie di esposizioni in tutta Europa.
Capofila il Museo Picasso di Parigi, che
ha tenuto mostre disseminate fra Madrid
L’inverno sta arrivando. Con le prime

LEE MILLER ARCHIVES


(al Thyssen-Bornemisza si è già tenuta
giornate fresche arrivano anche le Picasso e Chanel), Basilea (Picasso e El
notizie dal fronte spagnolo: le truppe Greco) e Münster (Fernande et Françoise,
repubblicane arretrano. Picasso è sulle sue compagne). Il Museo Picasso
inquieto per la sorte della madre, che di Barcellona, centro di riferimento per il
vive a Barcellona. Non dimentica il grande malagueño, e il Centre Pompidou
fragore della Grande guerra, dove di Parigi stanno collaborando alla mostra
sulla figura di Daniel-Henry Kahnweiler,
ha combattuto, “le bruit des bottes”, mercante e editore, il gallerista pioniere
il rumore degli stivali in marcia che che lanciò il Cubismo e i suoi protagonisti Picasso e Lee Miller nel 1944, nei giorni
precede la catastrofe. Gli amici si (fino a marzo, info: http://www.bcn.cat/). della liberazione di Parigi dai nazisti.
rivestono, nella Hispano Suisa vengono
stipate le tele dipinte da Picasso. ✱ Lee Miller & Picasso. La mostra si è
appena tenuta alla Newlands House Gallery di Petworth, Regno Unito, e ha raccontato con
dovizia di foto lo splendido rapporto tra due artisti, con gli scatti strepitosi della fotografa
DUE ANNI DOPO. Dora e Pablo si
americana, in grado di mettere a fuoco sia l’intimità del grande pittore, sia la sua arte, le
ritrovano ad Antibes per l’ultima volta sue donne, la sua vita in Costa Azzurra. La mostra è stata preceduta da una conferenza
nel 1939, prima che la guerra li separi. di Antony Penrose, autore di numerosi volumi su Lee Miller e curatore del suo archivio.
Poi c’è solo il tempo per un ultimo giro Nessuno meglio di lui, figlio della fotografa stessa e del collezionista Roland Penrose,
a Montparnasse, con gli strilloni che avrebbe potuto rendere l’atmosfera che si creò alla Garoupe, quando i genitori gettarono
agitano i quotidiani dai titoli minacciosi: le basi del loro sodalizio sentimentale. E parlare del coraggio della Miller, prima fotografa a
Hitler invade la Polonia. Chi voleva svelare l’orrore dei campi entrando a Dachau e Buchenwald, come inviata di Vogue, testata
per la quale coprì lo sbarco in Normandia e la liberazione di Parigi.
cambiare il mondo con la rivoluzione
surrealista si ritrova il mondo che cambia ✱ Lee e Man a Venezia. L’altra mostra si tiene a Venezia: Lee Miller, Man Ray. Fashion,
sotto i suoi occhi. Man Ray è ebreo: dopo Love, War. In corso a Palazzo Franchetti fino al 10 aprile, esamina il lavoro dei due fotografi,
vent’anni, lascia Parigi e la Francia. Lui svelando al contempo i segreti della loro relazione, iniziata a Parigi alla fine degli Anni
e Ady provano a partire insieme, senza ’20. Una mostra che pone l’attenzione sulla bellezza raffinata della modella, valorizzata
riuscirci. Man, a Hollywood, torna al dall’obiettivo e dalle invenzioni nelle tecniche di stampa, come la solarizzazione, apportate
primo amore, la pittura. Gli sta vicino dal geniale fotografo. Lei collabora alle foto, molti lavori sono a quattro mani, ma la fama
è tutta per Man Ray, suo amante e mentore. Fino a quando i ruoli non si ribaltano e Lee
Juliette, ballerina. Ady resta, si scrivono, passa dall’altro lato dell’obiettivo: “Preferisco fare una foto che essere una foto”, dice. La ex
ma poi le lettere cessano. Lei sposa un mannequin diventa reporter, arriva a Berlino con l’esercito americano e scatta alcune delle
uomo d’affari e si trasferisce in provincia. immagini iconiche della Seconda guerra mondiale, mentre Man si ritrova a rimpiangere
Nel 1940, abbandonata la divisa, Paul la sua musa, l’allieva che lo ha abbandonato. Dipinge così una gigantesca bocca surrealista,
entra in clandestinità con Nusch. La sua rossa come una ferita, in volo attraverso un cielo cosparso di nuvolette: le labbra perfette
poesia Liberté, diffusa dalla Resistenza, di Lee Miller che lo ossessionano.
Info: Venezia, Palazzo Franchetti https://leemillermanray.it/
viene lanciata sulla Francia in migliaia
di esemplari dagli aerei della Raf.
Picasso resta a Parigi, in rue des Grands- L’amarezza la consuma, scivola nella Nel 1946 Paul è a una conferenza in
Augustins: è vicino ai bolscevichi, ma follia ma non si suicida, una delle poche Svizzera, quando gli danno la notizia:
protetto dalla fama. Nel 1943 si innamora donne di Picasso a non farlo. Nusch è morta per strada, stroncata
di Françoise Gilot. Dora accetta l’offerta Lee parte per il fronte come fotografa da un aneurisma cerebrale. Aveva 40
di una casa a Ménerbes, in Provenza, di guerra. A Monaco, nel 1945, si farà anni. Paul quasi si spegne con lei: le
dove si rinchiude circondata da fede e fotografare nell’appartamento di Hitler, rende omaggio con la raccolta Le temps
silenzio. E dai suoi quadri. Ha scelto di nella sua vasca da bagno. La rivista déborde, con le foto che Dora le aveva
abbandonare la fotografia per la pittura. Vogue vuole un servizio sulla rinascita scattato a Mougins.
della Francia, per lei è Man Ray rientra in Francia con Juliette
Picasso e i suoi amici a pranzo ad Antibes nel 1937. l’occasione di riunire e recupera tutte le sue opere, che Ady
gli amici nell’atelier di aveva protetto e tenuto nascoste. Alla
Pablo, nel 1944: nello prima occasione fa visita a Picasso, che
scatto ci sono anche si è trasferito definitivamente nel Midi
Roland, Louis Aragon, con la nuova compagna Jaqueline, 50
Elsa Triolet, Paul e anni di meno. Dopo cena Juliette balla
Nusch. Quest’ultima per loro e Pablo la scruta come fa sempre
aiuta Paul a far circolare con le donne belle. La Garoupe è ancora
gli scritti proibiti del la spiaggia deserta dei loro anni felici,
Partito comunista. gravida di ricordi. •
PRIMO PIANO

L’assassinio di Kennedy, Il mito


il 22 novembre 1963 Il presidente
americano John

a Dallas, sconvolse F. Kennedy (1917-


1963) nel 1962.

l’America. Ecco la
ricostruzione dei fatti, tra
documenti desecretati e
teorie vecchie e nuove.

■ ■
IL SOGNO LA FAVOLA
È FINITO NERA
pag. 32 pag. 46
■ ■
IL VOLTO GIOVANE CASA BIANCA
DELL’AMERICA ROSSO SANGUE
pag. 40 pag. 52
MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART

JFK
60 ANNI
DOPO 31
S
PRIMO PIANO

IL SOGNO

Il 22 novembre di 60 anni fa
moriva il presidente Kennedy.
I fatti, le inchieste e le ipotesi.
È FINITO di Maria Leonarda Leone

Senza
protezione
Il 35° presidente
degli Stati Uniti,
John F. Kennedy, la
moglie Jacqueline
e il governatore del
Texas John Connally in
viaggio dall’aeroporto
alla città di Dallas sulla
Lincoln Continental
decapottabile.

BETTMANN ARCHIVE

33
S
Il Texas era uno Stato
difficile e Kennedy
ne era consapevole

G
li ultimi sorrisi del 35°
presidente Usa, il tailleur

CORBIS VIA GETTY IMAGES


rosa di sua moglie Jacqueline
e “quella” finestra al sesto
piano: nella memoria collettiva
rimangono alcune precise immagini
del giorno in cui, si dice spesso, si
chiuse la (presunta) età dell’innocenza
dell’America progressista e visionaria di
Kennedy. Una fine traumatica, sancita,
alle 13:33 del 22 novembre 1963, dalle
parole rivolte dal segretario della Casa
Bianca, Malcolm Kilduff, ai giornalisti
riuniti nella sala conferenze del Parkland
Hospital di Dallas: “Il presidente John Quella mattina....
Fitzgerald Kennedy è morto oggi, Il vicepresidente Lyndon B. Johnson,
approssimativamente alle 1:00 p.m., qui Jacqueline e John F. Kennedy durante
una colazione a Fort Worth (Texas), la
a Dallas. È morto per una ferita di arma mattina dell'assassinio del presidente,
da fuoco al cervello. Per […] ora non ho il 22 novembre 1963.
altri particolari”.
Da allora sono state raccolte
innumerevoli prove e testimonianze, a conquistare uno Stato chiave che volantini stile vecchio west, con la foto
interrogate centinaia di persone, assegnava ben 25 voti elettorali», del presidente “ricercato per attività
elaborate decine di ipotesi e altrettante afferma Stefano Luconi, docente di di tradimento contro gli Stati Uniti”. E
ricostruzioni dei fatti di quel terribile Storia degli Stati Uniti d’America quella mattina, dalle colonne del Dallas
giorno. Eppure non esiste una verità all’Università di Padova. «L’atmosfera, Morning News, tre uomini d’affari,
condivisa: perché John Fitzgerald però, non era tranquilla». Il giorno membri dell’associazione politica
Kennedy venne ucciso? Chi volle la sua prima, Dallas era stata tappezzata di ultraconservatrice John Birch Society,
morte? E perché, come recita il titolo lo accusavano di essere “amico dei
italiano del discusso film di Oliver Stone comunisti”, su una pagina a pagamento
(v. riquadro a destra), JFK è “un caso intitolata “Benvenuto Sig. Kennedy”, e
ancora aperto”? listata a lutto.
Niente di inaspettato: da mesi,
POLEMICHE E MINACCE. Quel sostenitori locali e membri del Partito
venerdì mattina del 1963, l’Air Force democratico sconsigliavano quel
One atterrò all’aeroporto di Love Field viaggio. «Alcune segnalazioni di
(Dallas). Kennedy sbarcò e prese posto minacce non furono neppure portate
accanto a sua moglie sulla Lincoln all’attenzione di Kennedy, perché i
Continental a cui, per “stare a diretto suoi collaboratori e perfino suo fratello
contatto con la gente”, aveva fatto
togliere la capote antiproiettile. Il corteo
INGENIOUS MEDIA / IXTLAN PRODUCTIONS / ALBUM / MONDADORI PORTFOLIO(2)

presidenziale si mise in moto puntuale,


alle 11:45, salutato da una folla via
via più numerosa. Lungo la strada,
il presidente si era voluto fermare a
stringere mani di suore e bambini.
In fondo era per questo che, pur
controvoglia, aveva deciso di affrontare
quel breve viaggio in Texas: raccogliere
fondi e guadagnare consensi, in vista
delle presidenziali del 1964.
«Nonostante l’orientamento
conservatore del Texas, Kennedy
non voleva rinunciare in partenza
34
S
AP
Un caloroso
benvenuto
I Kennedy appena
atterrati a Dallas
salutano la folla
festante. A sinistra
in basso, l’assassino
Lee Harvey Oswald
ritratto con il fucile
Mannlicher-Carcano
usato poi per uccidere
il presidente e nella
foto segnaletica.

Robert, procuratore generale degli Stati statunitense nella Baia dei Porci (Cuba), e rallentò di fronte al palazzo del Texas
Uniti e referente dell’Fbi, ritenevano ai castristi desiderosi di vendicare i Book School Depository, immettendosi,
che non avrebbe dato loro peso», tentativi statunitensi di rovesciare Fidel a sinistra, su Elm Street.
prosegue Luconi. «Avrebbe infatti Castro. Dunque, meglio essere fatalisti. Da poco più di un mese, in quel
ritenuto controproducente, da un punto deposito di libri lavorava un nuovo
di vista politico, escludere dal suo SOTTO TIRO. “Manca poco”, pensò magazziniere: un tipo freddo e taciturno,
itinerario una metropoli come Dallas». probabilmente con sollievo il presidente, ex tiratore sceltissimo dei Marines
quando la limousine entrò in Dealey con l’ossessione delle armi e della
IL PAESE DEI MATTI. Il presidente Plaza, alle 12:29. All’ultimo, il percorso rivoluzione. Si chiamava Lee Harvey
era coraggioso, non inconsapevole. “Oggi originale era stato modificato, perciò, Oswald e quella mattina si era fatto
andiamo nel paese dei matti. Comunque, invece di proseguire su Main Street, il accompagnare al lavoro da un vicino
nessuno può impedire a qualcuno di corteo svoltò a destra, su Houston Street, di casa, portando con sé, smontato, 
spararmi con un fucile da una finestra:
quindi, perché preoccuparsi?”, aveva
detto a sua moglie quella stessa mattina,
lasciando la suite 850 dell’Hotel Texas Complotto da film
di Fort Worth. Ma da preoccuparsi ce
n’era, eccome. Dopotutto, come se non H a scatenato critiche ancora prima di essere proiettato,
ma ha avuto il merito di rimettere in moto le indagini
e di accelerare la pubblicazione di documenti governativi:
bastasse la Guerra (non troppo) fredda
è il film JFK, di Oliver Stone (1991, a destra, la locandina).
con l’Urss, la lista dei suoi principali
Tanto famosa quanto discussa, la pellicola ricostruisce
nemici era molto affollata. Dai petrolieri un’ipotesi di complotto governativo, prendendo spunto
texani, minacciati da un progettato dall’inchiesta del procuratore distrettuale di New Orleans,
aumento delle tasse, ai suprematisti Jim Garrison, che nel ’69 portò a processo l’imprenditore
©WARNER BROS/COURTESY EVERETT COLLECTION

bianchi del Sud, che aborrivano le sue Clay Shaw (poi assolto), accusandolo di aver cospirato per
misure contro la segregazione razziale; uccidere Kennedy per conto della Cia.
dalle componenti “deviate” di Cia, Fbi Critiche. Il film scatenò numerose polemiche: proprio
per calmare gli animi, nel 1992 il Congresso approvò
e Secret Service a loro legate, contrarie l’Assassination Records Collection Act, che sanciva la
all’apertura di una fase di distensione pubblicazione di tutti i file secretati entro il 2017 (salvo
nei rapporti con l’Unione Sovietica, veto presidenziale), e la nascita della U. S. Assassination
al complesso militare-industriale che Records Review Board, la commissione (rimasta operativa
temeva la fine dell’intervento in Vietnam fino al 1998) incaricata di riesaminare i documenti da
e delle conseguenti, lucrose commesse; rendere pubblici.
dagli anticastristi delusi dal fallito sbarco
35
S
AP

GLI ULTIMI ISTANTI

Aveva fatto togliere la capote antiproiettile


perché voleva stare a diretto contatto
con la gente. Decisione che gli fu fatale
un fucile Mannlicher-Carcano: l’aveva macchiato dal sangue di suo marito. Gli all’addome sparato da Jack Ruby.
acquistato a 10 dollari e se l’era fatto ultimi istanti di vita di JFK rimangono Mitomane e gestore di un night club con
recapitare a una casella postale registrata impressi sulla pellicola 8 millimetri della frequentazioni mafiose, Ruby disse di
sotto lo pseudonimo di Alex Hidell cinepresa amatoriale del sarto Abraham averlo fatto per la first lady. Ma Oswald,
(storpiatura del nome del suo idolo: Zapruder (v. riquadro nell’ultima che si era definito un “comunista e
Fidel). Nascosto fra gli scatoloni, al sesto pagina). Mentre i poliziotti perlustrano ammiratore di Fidel Castro”, ai giornalisti
piano del magazzino, Oswald montò palazzi, interrogano testimoni e aveva rivelato di essere solo “il capro
l’arma davanti alla finestra dalla quale, requisiscono rullini, la corsa della espiatorio”: ecco il soffio di vento che
alle 12:30, partì il primo proiettile. limousine presidenziale prosegue verso attizzò le braci del complottismo.
il Parkland Hospital, dove al medico non «Fin dalla metà del Settecento, le
KILLER SOLITARIO? Kennedy sta resta che attendere l’arrivo del prete per ipotesi di cospirazione negli Stati
sorridendo e salutando, quando sente dichiarare il decesso del presidente. Uniti sono diventate una “tradizione
il primo colpo. Cos’è stato? Uno sparo. Un’ora dopo, intorno alle 14, nazionale” per cercare di razionalizzare
Poi un altro: il presidente porta le mani Oswald viene trascinato nella centrale vicende inspiegabili e incomprensibili»,
alla gola, Jacqueline si china verso di di polizia di Dallas. Sul viso, un nota Luconi. «L’omicidio di Kennedy è
lui. Cinque secondi, che sembrano indecifrabile sorriso da Gioconda. uno di questi casi: sembrava impossibile
eterni, poi la testa di John esplode, Sorrisetto immortalato anche nella che un pazzoide frustrato come Oswald
schizzando sangue e materia cerebrale foto che lo ritrae, due giorni dopo, avesse potuto assassinare da solo quella
sul bagagliaio della limousine. La first durante il trasferimento verso la che avrebbe dovuto essere la persona
lady si lancia all’indietro, come per prigione della contea, un attimo prima più protetta al mondo».
recuperarne almeno un po’, l’abito rosa di essere freddato con un proiettile Eppure, dopo 10 mesi di indagini, fu
36
S
AP
AP
Sfilata di sangue
Il corteo presidenziale
per le strade di Dallas
prima dei colpi di
arma da fuoco, sparati
da una finestra del
Texas School Book
Depository. A destra,
gli attimi subito
dopo gli spari. Una
guardia del corpo si
lancia dentro l’auto
per proteggere il
presidente, ma troppo
tardi. Sarà inutile
anche la corsa al
Parkland Hospital.

questo il verdetto della Commissione un complotto», continua l’esperto. nell’omicidio di Kennedy». Johnson
Warren, guidata dall’omonimo «Riteneva che i mandanti dell’assassinio cercò, in quel modo, di manipolare il
presidente della Corte Suprema, fossero Castro o Krusciov. Sia a risultato finale dell’inchiesta? O volle
chiamata a indagare sull’assassinio Warren sia a un altro membro della soltanto drammatizzare gli eventi, per
dal neopresidente Lindon Johnson. commissione d’inchiesta, confidò che convincere quei due autorevoli membri
«Johnson sembrava il primo a credere sarebbe potuta scoppiare una guerra a entrare nella commissione? Non è
che Oswald non avesse agito da solo nucleare se fosse stato appurato un possibile stabilirlo. In ogni caso, guerra
e che Kennedy fosse stato vittima di coinvolgimento di Mosca o dell’Avana nucleare scampata. Ma agli Americani
non bastò. «Il problema principale della
ALAMY STOCK PHOTO

Commissione Warren fu la metodologia


seguita nell’inchiesta», prosegue
Luconi. «La commissione non si avvalse
di investigatori indipendenti, ma
acquisì prove e informazioni attraverso
l’Fbi e la Cia e, pertanto, provocò un
possibile conflitto di interessi che minò
la credibilità delle sue conclusioni.
Entrambe le agenzie infatti erano
parte in causa nella vicenda, perché
potenzialmente implicate nella
congiura».

COSPIRAZIONISMI. A rendere
più sospettosi i dietrologi c’era il
Senza scampo fatto che i documenti sulle indagini
Jack Ruby uccide
erano stati secretati, come pure i
Lee Harvey Oswald
nei sotterranei della nastri dell’intervista-confessione in
polizia di Dallas, il 24 cui Jacqueline si diceva convinta che
novembre 1963. dietro l’assassinio del marito ci fosse un 
37
S
BRIDGEMAN IMAGES

complotto organizzato dal vicepresidente della tesi del complotto. Nel 1975, dopo gruppi criminali, ma non ipotetici “cani
Johnson insieme alla lobby texana di la prima messa in onda televisiva del sciolti” delle stesse organizzazioni. Una
petrolieri e industriali. “Dagli amici mi filmato di Zapruder, ben l’81% della bella pagnotta per i denti dei cercatori
guardi Iddio, che ai nemici ci penso io”, popolazione credeva che Kennedy fosse di verità non ufficiali. Da allora, non
dice il proverbio. E John di presunti stato vittima di una cospirazione. Per c’è accordo neppure sul numero dei
“amici” ne aveva parecchi. «È certo che fronteggiare la protesta pubblica, il 94° proiettili sparati o dei cecchini e non
il vicepresidente detestava Kennedy a Congresso americano istituì una seconda si contano le ipotesi basate su vere o
livello personale e pensava che non lo commissione, l’House Select Committee presunte incongruenze o sulle diverse
avrebbe ricandidato alla vicepresidenza, on Assassinations (Hsca). Ma nuova interpretazioni di prove e testimonianze
nel 1964», afferma Luconi. Del inchiesta, nuovi dubbi. Secondo l’Hsca, via via rese pubbliche.
risentimento albergava anche nell’ex Kennedy era stato ucciso da Oswald.
direttore della Cia, Allen Dulles, silurato I colpi sparati, però, sarebbero stati 4, E LA MAFIA? Come non lasciarsi
nel 1961, e nel capo dell’Fbi, J. Edgar con l’aiuto di un secondo cecchino, sedurre, poi, da certe rivelazioni tardive?
Hoover, con cui i rapporti erano tesi. in una probabile cospirazione i cui Per esempio quella del “difensore della
Insomma, bastava rovistare tra i panni membri rimanevano sconosciuti. Dalla mafia” Frank Ragano, avvocato di
sporchi della Casa Bianca, per capire rosa dei sospettati furono esclusi l’Urss, Jimmy Hoffa, presidente corrotto del
il progressivo aumento dei sostenitori Cuba, l’Fbi, la Cia, il Secret Service e sindacato degli autotrasportatori,
38
S
Da poco sono stati desecretati
oltre 13mila documenti
riguardanti il presidente
e dei due boss italoamericani Santo novembre, l’ex marine, che in Urss
Trafficante jr e Carlos Marcello. aveva vissuto da rifugiato politico tra il
Danneggiati nei loro loschi affari dalle 1959 e il 1962, incontrò un diplomatico
indagini dei fratelli Kennedy, secondo sovietico e parlò al telefono con un
Ragano sarebbero i responsabili della agente del Kgb: Fbi e Cia sapevano, ma
morte di John. Il legale lo scrisse nella non ritennero importante l’informazione.
sua autobiografia, pubblicata nel E forse è proprio questo il motivo di
1994: anno in cui, dal carcere, James tanti misteri. Non ultima la decisione
Files, autista e bodyguard del mafioso presa dal presidente Trump e in seguito
italoamericano Charles Nicoletti, da Biden, di mantenere il segreto, per
raccontò di aver sparato il colpo “ragioni di sicurezza nazionale”, su
mortale al presidente, in una complessa poche migliaia di file (il 3% del totale,
operazione, pianificata dalla Cia e da dopo la desecretazione, nel dicembre
Sam Giancana, il boss della malavita di del 2022, di altri 13.173 documenti).
Chicago. Ne avrebbe fatto parte anche «Può darsi che qualche informatore
Oswald, incastrato dai complici e messo della Cia e dell’Fbi sia ancora vivo e
a tacere da Ruby. Due possibili verità, che le agenzie intendano proteggerne
invalidate però dai tabulati telefonici. l’identità», conclude Luconi. «Ma è
ragionevole ipotizzare che l’Fbi e la Cia
SENZA PROVE. «Nessuno degli abbiano indotto i presidenti a conservare
assertori dell’esistenza di un complotto il segreto, perché i dossier potrebbero
contro Kennedy ha mai prodotto prove dimostrare la negligenza e l’imperizia
convincenti. Di contro, il giornalista nel loro operato. Per esempio l’eccessiva
Ultimo saluto Gerald Posner ha confutato in modo preoccupazione per le minacce
Il funerale di Kennedy sistematico tutte le tesi complottistiche provenienti da gruppi di estremisti
a Washington il 25 elaborate fino all’inizio degli Anni conservatori, a fronte di una certa
novembre 1963. In ’90», dice Luconi. «In questo modo disattenzione per i possibili
mezzo ai due fratelli
Kennedy, Ted e Bob, ha corroborato le conclusioni della attentatori di orientamento opposto».
la first lady e davanti i Commissione Warner, che, tutto Quelli come Oswald. •
figli, Caroline (6 anni) sommato, finiscono per risultare le più
e John John (3 anni), probabili». Soprattutto alla luce dei
che fa il saluto militare. resoconti governativi sui rapporti di L’unico filmato
Sotto, la Commissione
Q
Oswald con l’ambasciata sovietica e uella mattina non se l’era neppure
Warren incaricata delle
quella cubana di Città del Messico, portata dietro, la sua cinepresa 8
indagini, voluta da
Lindon Johnson. resi pubblici nel 2021. millimetri Bell&Howell, ma una delle sue
Poche settimane prima di quel 22 impiegate aveva talmente insistito che
il sarto Abraham Zapruder era tornato a
casa a prenderla, per filmare il passaggio
del corteo presidenziale a Dallas.
Fu così che, salito su un muretto di
cemento in Elm Street, registrò gli
ultimi istanti di vita di John Fitzgerald
Kennedy, realizzando l’unico filmato
(muto, ma sincronizzato nel 2013 con
l’audio registrato per caso dal microfono
della moto di un agente di polizia) della
morte del presidente.
Copie. Dopo l’assassinio, ne furono fatte
tre copie, due delle quali consegnate la
sera stessa agli agenti del Secret Service.
Per 200mila dollari l’editore di Life se ne
garantì subito i diritti di riproduzione
fotografica, televisiva e cinematografica,
finché negli anni Novanta il governo
Usa acquistò l’originale per 16 milioni di
dollari. Da allora la pellicola è conservata
negli Archivi Nazionali, patrimonio di
BRIDGEMAN IMAGES

tutti gli americani.


PRIMO PIANO

Il sogno inizia
John Fitzgerald
Kennedy in un drive-
in di Washington
/MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART

durante la campagna
presidenziale del 1960.
Nella foto grande,
un momento dei
festeggiamenti dopo
la vittoria contro il
repubblicano Nixon.

L’
8 novembre 1960 il candidato
democratico John Fitzgerald
Kennedy, a soli 43 anni,
vinse le elezioni americane
battendo Richard Nixon, vicepresidente
uscente. Alla Casa Bianca arrivava
il più giovane presidente della storia
degli Stati Uniti. E il primo cattolico,
di origine irlandese. Ai tempi, un fatto
che doveva sembrare incredibile in un
Paese a larga maggioranza protestante,
in cui il monopolio politico era sempre
stato nelle mani della parte wasp (white
anglo saxon protestant) della nazione.
Si trattava di un salto generazionale
ed epocale. Senza quello strappo,
un afroamericano – Barack Obama –
non avrebbe potuto vincere la corsa
presidenziale, 48 anni dopo.

OTTIMISMO. JFK si impose per


un soffio (49,72% dei voti contro il
49,55% di Nixon), ma per gli Stati
Uniti fu una svolta profonda: il Paese
fece un balzo in avanti, svecchiò la
sua immagine, il suo linguaggio, trovò
un’icona meravigliosamente telegenica
(il duello Kennedy-Nixon fu il primo

Il volto giovane
a svolgersi in tivù) e inaugurò un 

40
S
John F. Kennedy lasciò un
segno indelebile nella storia
degli Stati Uniti. di Irene Merli

BRIDGEMAN IMAGES

dell’AMERICA 41
S
“Non chiedete cosa può fare
mito che resiste ancora, la visione di
un mondo giusto, in pace, prospero,

il vostro Paese per voi,


pieno di speranza, di un leader che
aveva una dote rara come l’oro: sapeva

ma cosa potete fare voi per


infondere ottimismo. E l’America ne
aveva bisogno.

NUOVA FRONTIERA. JFK fece il vostro Paese”


appello a un’intera generazione,
all’America giovane del 1960, con
una retorica enfatica e travolgente,
per attuare il suo progetto di Nuova
Frontiera: una sfida alla quale tutti
erano chiamati a dare il proprio
contributo. “Non chiedete cosa può fare
il vostro Paese per voi, chiedete cosa
potete fare voi per il vostro Paese”: con
queste celebri parole concluse il suo
discorso di insediamento, il 20 gennaio
1961, dopo aver prestato giuramento
come 35° presidente degli Stati Uniti.
«La Nuova Frontiera di cui Kennedy
parlava si attagliava felicemente alle
aspettative dell’America di allora»,
spiega Paolo Colombo, docente di
Storia delle istituzioni politiche e di
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Storia contemporanea all’Università


Cattolica di Milano. «Era un mix di
infinite componenti di un mondo
in arrivo, fatto di nuove libertà,
possibilità culturali, benessere da
diffondere, scienza e tecnologia che Corsa trionfale
avrebbero subìto un balzo fino alla Kennedy, candidato
conquista della luna. Aldilà di tutto democratico,
non si può negare che JFK avesse parla della Nuova
capacità di visione e un’oratoria Frontiera all’Oakland
Auditorium (California)
straordinaria».
l’8 settembre 1960. Fu
un momento trionfale
PUNTI DEBOLI. A pochi mesi della sua campagna,
dall’inizio del mandato, JFK si trovò in una sala stipata da
una grossa patata bollente tra le 7mila persone.
mani: l’affare della Baia dei Porci, il
fallito tentativo della Cia di rovesciare
il governo filorusso di Fidel Castro,
voluto dal predecessore Eisenhower
in piena Guerra fredda. Kennedy
non fermò, né smentì quella opaca
operazione: anzi l’autorizzò. «È
proprio nella politica estera che un
presidente fatica di più a discostarsi
da quanto deciso dai predecessori,
perché la ragion di Stato è radicata
e a lungo termine», spiega Mauro
Canali, docente emerito di Storia
contemporanea all’Università di
Camerino e membro del comitato
scientifico di Rai Storia. «Kennedy
avrebbe voluto aprire un dialogo
con l’Unione Sovietica, ma con
questa vicenda partì male». Non
parliamo poi di quando un satellite
BETTMANN ARCHIVE

americano rilevò una base missilistica


42
S
BRIDGEMAN IMAGES
in costruzione a Cuba. JFK ordinò il
blocco navale, mentre la flotta russa
si dirigeva verso l’isola di Fidel. Per
13 giorni il mondo visse il più grave
rischio di guerra nucleare di sempre.
A cedere fu Krusciov, che al rifiuto di
Kennedy di togliere il blocco ordinò
Sfide alle navi sovietiche di tornare indietro.
A sinistra, il duello Ma paradossalmente la grande
televisivo con Nixon. paura dell’apocalisse atomica – e la
Sopra, JFK militare voglia di pace che avevano sia JFK
nella Seconda guerra
mondiale. In alto a sia Krusciov (che aveva avviato la

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destra, Cuba, l’isola destalinizzazione) – fecero in modo
delle crisi Usa-Urss. che l’apertura tra le due superpotenze
potesse concretizzarsi. «A fronte di
reciproche rassicurazioni», continua
Canali, «i sovietici garantirono di
non usare mai più Cuba come base
missilistica; Kennedy da parte sua
garantì che non ci sarebbero più stati
tentativi americani di rovesciare il
governo castrista e, più segretamente,
smantellò alcune basi missilistiche in
Italia, Germania e Turchia».
In conclusione, JFK aveva mostrato
i muscoli, perché non avrebbe potuto
fare diversamente, ma allo stesso tempo
aprì al dialogo e lasciò questa eredità
dietro di sé. Eisenhower, invece, il
presidente generale, era stato sempre
sordo all’argomento e aveva autorizzato
gli eccessi del maccartismo per
sconfiggere il “pericolo rosso”. Metodi
da cui Kennedy nei suoi meno di mille
giorni di presidenza prese le distanze.

IN VIETNAM. Qualcosa di analogo


accadde sul fronte asiatico, ma
con esiti diversi. Eisenhower aveva
mandato centinaia di consiglieri
militari in Vietnam, ex colonia
francese, per arginare i Vietcong
filocomunisti e la Cina di Mao che
premeva dal Nord. Kennedy qui
rimase nel solco del suo predecessore.
Anzi, aumentò di molto la presenza
americana nel Vietnam del Sud
(mandò altre 16mila unità), nel 

43
S
“Abbiamo
scelto di
andare
sulla Luna, in
questa decade,
non perché
sia facile,
ma perché è
difficile”
tentativo di dissuadere i Vietcong a
invadere l’altra parte del Paese. Dopo
la sua morte, il suo vicepresidente
e successore Lyndon Johnson
trasformerà l’appoggio militare in
intervento diretto.

PER I DIRITTI CIVILI. Fu dunque


la politica interna il campo d’azione
della Nuova Frontiera. JFK era un
eroe di guerra, era stato ferito nel
Pacifico. Perciò era credibile quando
diceva che ogni cittadino era chiamato
a mettersi in gioco per il proprio
Paese. E quando si trattò di difendere
i diritti degli afroamericani, non esitò
a mandare l’esercito contro la guardia
nazionale per garantire ai ragazzi
neri di andare a scuola o sui bus,
negli Stati razzisti del Sud. Si batté
per riformare le leggi sui diritti civili,
ignorate dai governatori e vanificate da
provvedimenti locali che le rendevano Bambini alla Casa Bianca
inapplicabili. Nominare a capo della La celebre immagine di JFK mentre
Giustizia americana suo fratello Bob gioca con i figli Caroline e John
fu un’aperta dichiarazione d’intenti: John nello Studio Ovale (1962).
Nell’altra pagina, il presidente con
GETTY IMAGES

otto anni più giovane di John, Bob era l’elegantissima moglie Jacqueline.
l’intellettuale di famiglia e un paladino
degli ultimi e degli emarginati.

CORSA ALLO SPAZIO. La spaziale intorno alla Terra, mentre la anni di primati spaziali sovietici, il
presidenza Kennedy cambiò la ricerca americana arrancava», dice primo uomo a camminare sulla Luna
storia americana anche da un altro Mauro Canali. «Fu lui che decise fu uno statunitense, che insieme ai
punto di vista, spesso dimenticato: di stanziare per la Nasa il 4% del due compagni tornò sano e salvo
l’enorme spinta che diede alla ricerca budget federale, una cifra enorme, che sulla Terra. JFK era già morto da sei
aerospaziale. Il 12 settembre 1962, fece una gigantesca differenza nella anni (assassinato, vedi articolo alle pag.
JFK dichiarò che entro il decennio competitività americana». precedenti), ma quel successo era anche
un americano sarebbe andato Subì contestazioni, gli diedero del suo. Non a caso, il centro di lancio della
sulla Luna e sarebbe tornato sano millantatore, dell’incosciente, in tanti Nasa, a Cape Canaveral (Florida) si
e salvo. «Quando pronunciò quel criticarono la montagna di denaro chiama John F. Kennedy Space Center.
discorso, Gagarin aveva compiuto pubblico dirottata da altri obiettivi «Se si poteva eleggere un cattolico di
da oltre un anno il suo storico volo verso la Nasa. Ma nel 1969, dopo origine irlandese, qualsiasi cosa poteva
44
S
La first lady più amata
J acqueline Bouvier,
influencer ante
litteram dallo stile
di miele John iniziò
a tradirla. Lei gestì
sempre la compulsione
intramontabile, sessuale di JFK con
nacque il 28 luglio eleganza, cercando
1929 in un’altolocata di dimostrarsi una
famiglia di New York. moglie perfetta. Ma
Dopo gli studi al Vassar pagherà un prezzo
College e alla Sorbona elevato. Perse la prima
di Parigi, Jackie si mise figlia, Arabelle, nata e
a fare la fotoreporter subito morta nel 1956,
per il Washington- ma l’anno dopo arrivò
Times Herald. Era alta, Caroline, e quando
magra, dotata di un il marito fu eletto
portamento regale e presidente anche John-
di uno charme che era John. Una volta entrati
un mix di eleganza e alla Casa Bianca,
riservatezza. Quando Jackie si occupò di
su un treno per New riarredarla con il suo
York incontrò per stile impeccabile e
caso John Fitzgerald aprirà per la prima
Kennedy, non passò volta la dimora
inosservata al presidenziale alle
giovane e ambizioso telecamere televisive.
senatore democratico. Nel frattempo svolse
La seconda volta con assoluta dedizione
si videro a cena a il suo ruolo di first lady,
casa di un premio facendosi amare dal
Pulitzer, Charles popolo americano
Bartlett, finendo per per il suo stile unico, il
piacersi. Quando JFK sorriso sempre pronto
confessò al padre di e la riservatezza. Ma
essersi innamorato il 22 novembre 1963
di Jacqueline, la tutto andò in pezzi a
famiglia non poté che Dallas: il mondo la vide
approvare la scelta, lanciarsi disperata a
perfetta per quel proteggere il marito
figlio in rapida ascesa appena colpito,
politica. Così Jackie, tenendolo abbracciato
che nel frattempo era per tutta l’inutile
passata a lavorare a corsa verso il Parkland
Vogue, si licenziò e il Memorial Hospital.
12 settembre 1953 Jackie si risposò poi
i due si sposarono con l’armatore greco
a Newport, tra 800 Onassis e morì per
invitati selezionati un tumore nel 1994.
della crème de la crème È sepolta accanto
statunitense. alla tomba di JFK nel
Unione difficile. cimitero di Arlington,
Ma già dalla luna in Virginia.
KEYSTONE USA/MONDADORI PORTFOLIO

accadere», conclude Paolo Colombo.


Il bel presidente con il physique du
rôle adatto all’epoca televisiva, che
aveva sposato la moglie perfetta (v.
riquadro), fotografato con la splendida
famiglia e il dorato entourage nella loro
villa di Hyannis Port o con i figli che
giocavano nello Studio Ovale, non era
un santo né un politico perfetto. Ma
lasciò un segno nella storia americana
come pochi altri. E un vuoto che
nessuno è ancora riuscito a colmare. •
PRIMO PIANO

Belli,
ricchi,
potenti: i
Kennedy sono
stati il volto
aristocratico
dell’America.
Una fortuna
segnata però
da troppi lutti.
di Federica Campanelli


L
i vedevi e avevi la
sensazione che vivessero al
di fuori delle consuete leggi
della natura, non c’era al
mondo un altro gruppo di persone così
belle e impegnate. Era molto semplice:
i Kennedy avevano la sensazione
d’essere superiori e questa sensazione
si comunicava a quanti entravano in
contatto con loro”. Parola di Charles
Spalding, ex sceneggiatore, consigliere
politico e amico di lunga data di JFK.
Spalding conosceva bene l’alta società
americana, e non esagerava quando
sosteneva che i Kennedy erano fuori
del comune:
più ricchi, più affascinanti e più
spavaldi di qualsiasi altra famiglia
allora in vista, in continuo movimento
tra regate, partite di tennis, feste
e viaggi d’affari.
Ma dietro quella patina di dorata
perfezione si nascondeva una realtà
ben più complessa e dolorosa, segnata
da una lunga serie di disgrazie iniziate
durante la Seconda guerra mondiale
con l’improvvisa scomparsa del primo
rampollo del clan, l’aviatore Joseph
Patrick Jr., e che a oggi non sembra
essersi ancora esaurita. Il tutto, senza
dimenticare che i Kennedy erano in
origine una famiglia di immigrati 

46
S
Principi Usa
Un ritratto della
famiglia Kennedy
negli Anni ’30. Seduti
da sinistra: Patricia
(1926-2006), Robert
(1925-1968), Rose
(1890-1995), John
Fitzgerald (1917-1963),
Joseph P. Sr (1888-
1969) con Edward
(1932-2009) sulle
ginocchia. In piedi da
sinistra: Joseph P. Jr
(1915-1944), Kathleen
(1920-1948), Rosemary
(1918-2005), Eunice
(con l’abito a pois,
1921-2009)) e Jean
(1928-2020).

La favola
GETTY IMAGES

NERA
I Kennedy arrivarono in America nel
1849, in fuga dalla povertà e dalla fame che
attanagliavano l’Irlanda di metà Ottocento
irlandesi indigenti e dovettero politico di primo piano, anche grazie
destreggiarsi fra molte difficoltà prima al matrimonio con la figlia del potente
di raggiungere la gloria. sindaco di Boston, Rose Fitzgerald.
Il suo principale cruccio era però
ASCESA DIFFICILE. Tutto ebbe quello di essere ancora considerato
inizio il 22 aprile 1849, quando un “immigrato irlandese”. «Per Joseph
i poverissimi antenati di JFK Patrick, condizionato in quasi tutte
sbarcarono a East Boston per le sue scelte da un forte desiderio di
sfuggire alla fame e alla miseria che approvazione sociale, essere definito
attanagliavano l’Irlanda alla metà del “irlandese” era motivo di profonda
XIX secolo. Patrick – così si chiamava collera», spiega il giornalista Robert
il primo Kennedy che mise piede
negli Stati Uniti – iniziò a lavorare
come fabbricante di barili di whisky
e fece appena in tempo a racimolare
una piccola fortuna prima di morire
di colera a soli 35 anni, lasciando una
giovane moglie di nome Bridget e PATRICK JOSEPH “PJ”
quattro figli.
L’ultimo della prole, Patrick Joseph
detto “PJ” (1858-1929), si trovò IN POLITICA. Il commercio degli
quindi a dover sacrificare l’istruzione alcolici non era ben visto dall’alta
scolastica e a lavorare come scaricatore borghesia bostoniana, ma fece di PJ
di porto a 14 anni per sostenere la un personaggio molto popolare tra
famiglia. i compatrioti irlandesi. E questo gli
Il ragazzo, però, aveva uno spiccato permise di entrare in politica nel Partito
senso degli affari e appena ne ebbe democratico, prima come deputato alla
la possibilità iniziò a investire i suoi Camera del Massachusetts, poi come
pochi risparmi acquistando bar e senatore. La strada dei Kennedy era
saloon in giro per Boston. E così, non ormai segnata.
ancora trentenne, arrivò a possedere Il figlio maggiore di PJ, l’ambizioso
il capitale sufficiente per rilevare una Joseph “Joe” Patrick, padre del
redditizia impresa che si occupava futuro presidente, sarà infatti un
d’importazione di whisky. imprenditore di gran successo e un

Una maledizione trasversale


I l vortice di sfortunati eventi che ha travolto i Kennedy nel corso degli anni ha
avuto ripercussioni anche sulle persone a loro più vicine, tanto da far credere
all’esistenza di una sorta di Kennedy curse trasversale. Per esempio, nel 1969 Ted
Kennedy ebbe un terribile incidente a Chappaquiddick Island, nel Massachusetts,
in cui perse la vita la sua collaboratrice Mary Jo Kopechne. Pochi anni dopo,
nel 1973, il maggiore dei figli di Robert Kennedy rimase coinvolto in un altro
incidente d’auto riuscendo miracolosamente a salvarsi, ma la fidanzata Pamela
Kelley restò paralizzata. E quando John John precipitò con il suo aereo nel 1999 fu
accompagnato nella morte da due donne, la moglie Carolyn e la cognata Lauren
Bessette, unite da un solido legame di sorellanza.
Il caso Marilyn. Persino la morte di Marylin Monroe, il 5 agosto 1962, avrebbe a
che a fare con i Kennedy. Secondo una delle tante tesi dal sapore complottistico,
la diva di Hollywood avrebbe infatti minacciato di rivelare al mondo le sue
relazioni adulterine con JFK e Bob, il che avrebbe spinto la famiglia a ordinarne
l’assassinio per salvaguardare l’immagine pubblica dei fratelli Kennedy. Non
esistono però prove definitive al riguardo, e ufficialmente la causa della morte
rimane l’overdose di barbiturici.

48
S
Dallek, autore di JFK. Una vita
incompiuta (Mondadori). «A chi lo
definiva in quel modo rispondeva:
“Maledizione! Sono nato in questo
Paese! I miei figli sono nati in questo
Paese! Cosa diavolo bisogna fare per
diventare americano?”».
Le difficoltà non fecero altro che
rendere Joe ancora più determinato Destino infausto
a raggiungere il potere, anche a costo Joseph P. Kennedy Jr.
di compiere scelte controverse: nel (1915-1944): su di lui
1941 ebbe per esempio la sciagurata erano puntate tutte
le ambizioni della
idea di sottoporre la figlia Rosemary famiglia. Nell’altra
a lobotomia nel tentativo di curarla pagina, Patrick
da una malattia psichiatrica, ma la Joseph detto PJ

BETTMANN ARCHIVE
ragazza, come prevedibile, fu ridotta (1858-1929),
il primo Kennedy
in stato vegetativo e trascorse il resto a fare fortuna.
dei suoi giorni in un istituto. La notizia 

I fratelli
John F. Kennedy (a
sinistra) con i suoi
fratelli Robert (1925-
1968) ed Edward
(1932-2009) nel
luglio 1960. Anche
Edward (Ted) ha
rischiato di morire
tragicamente, in un
incidente aereo.

AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

49
S
fu peraltro taciuta perché Joe stava Senza futuro
orchestrando la scalata sociale dei Qui a sinistra,
suoi eredi e un membro disabile ne Rosemary Kennedy
avrebbe certamente compromesso (1918-2005) nel
la reputazione. «All’epoca i disturbi 1978, gravemente
menomata a causa
mentali erano considerati un marchio della lobotomia cui
di inferiorità, una vergogna che era decise di sottoporla
meglio mantenere segreta», avverte il padre. Sotto da
Robert Dallek. sinistra: Kathleen
Kennedy (1920-1948),
DESTINO BEFFARDO. Quella dei sorella minore di JFK,
Kennedy era in effetti un’immagine morta a 28 anni in
un incidente aereo;
talmente dorata da abbagliare la vista e Maeve Fahey Kennedy
far perdere il contatto con la realtà. Già McKean (1979 -2020),
all’inizio del Novecento erano diventati nipote di Robert,
così ricchi che lo stesso JFK avrebbe poi annegata insieme
confessato in un’intervista al Times di al figlio di otto anni.
non essersi nemmeno reso conto della A destra, John F.
Kennedy Jr, detto
Grande Depressione del 1929. “La mia
John John, (1960-
famiglia possedeva una delle maggiori
BRIDGEMAN IMAGES

1999), morto a 39 anni


fortune del mondo [...]. In pratica non in un incidente aereo.
ho mai saputo niente della Depressione
finché non ne ho letto a Harvard”, disse
in proposito. Le aspettative del padre
non erano però proiettate su di lui, bensì
sul fratello maggiore Joseph Patrick Jr.,
classe 1915. Girava voce che i genitori
avessero programmato il suo futuro nei
minimi dettagli sin dalla sua nascita,
vivendo nella certezza che un giorno
GETTY IMAGES FOR ROBERT F. KENNEDY HUMAN RIGHTS
avrebbe toccato le più alte vette della
politica. Ma un destino beffardo aveva
disposto diversamente: Joseph, infatti,
morì il 12 agosto 1944 sorvolando i cieli
di Suffolk, nel Regno Unito, mentre
partecipava a una missione militare
dell’aviazione statunitense. Quattro anni
dopo, anche la quarta figlia Kennedy,
GETTY IMAGES

Kathleen Agnes, di appena 28 anni,


rimase uccisa in un altro disastro aereo.
Ebbe così inizio la macabra leggenda

Gli incidenti aerei sono stati


passata alla storia come Kennedy curse,
“la maledizione dei Kennedy”.

COPPIA D’ASSI. Joe aveva perduto una delle cause di morte più
ricorrenti tra i Kennedy
il suo rampollo prediletto, l’erede su
cui aveva riversato tutte le ambizioni,
ma non si perse d’animo e dirottò le
energie sul secondogenito John (nato minoranze etniche del Paese e per una arricchirsi importando alcolici durante
nel 1917) e su Robert “Bob” Francis, classe media che restava aggrappata gli anni del proibizionismo. Anche di
di otto anni più giovane. Il resto è alla convinzione che chiunque avesse JFK si diceva che avesse loschi rapporti
storia nota: nel 1961, John Fitzgerald talento e spirito d’iniziativa avrebbe con la mafia italoamericana. Si tratta
Kennedy diventa il 35° presidente degli potuto raggiungere ricchezza materiale solamente di una teoria mai davvero
Stati Uniti e parallelamente Bob era a e rilevanza sociale», spiega Dalleck. comprovata, che comunque ha spinto
capo del Dipartimento della Giustizia. Inevitabilmente, i Kennedy furono non pochi giornalisti e complottisti
Con un loro membro alla Casa Bianca, anche al centro di numerosi scandali e a fantasticare sulle possibili cause
i Kennedy divennero la famiglia più di pettegolezzi più o meno gravi, come dell’attentato in cui rimase ucciso il
influente e popolare d’America. «Erano le voci sul libertinaggio sfrenato del 22 novembre 1963. A ogni modo, resta
una forza nazionale ben riconoscibile, presidente, su cui l’Fbi aprì addirittura il fatto che sul popolo statunitense
una nuova generazione pronta a sfidare un fascicolo. Oppure i presunti quello sconvolgente assassinio ebbe
il mondo e un simbolo di speranza per legami con il boss Frank Costello, che l’effetto di amplificare la popolarità
i milioni di persone che costituivano le avrebbero permesso al vecchio Joe di dello stesso JFK: la “maledizione dei
50
S
Un macabro bilancio
George e Ann Skakel. Suoceri di John F. Kennedy Jr. Muore in un
Robert Francis Kennedy, perdono la incidente aereo nell’estate del 1999.
vita il 3 ottobre 1955 in un incidente Insieme a lui periscono la moglie
aereo nei pressi di Union City, in Carolyn Bessette e la cognata Lauren.
Oklahoma. Avevano entrambi Kara Kennedy. Primogenita di Ted,
63 anni. viene stroncata da un infarto nel
Arabella Kennedy. Nata morta settembre 2011 mentre si trovava in
il 23 agosto 1956, era la prima un centro benessere di Washington.
figlia di John Fitzgerald Kennedy e Aveva 51 anni.
Jacqueline Bouvier. Mary Richardson Kennedy. Prima
Patrick Kennedy. Il più piccolo dei moglie di Robert Francis Jr, etilista e
figli di JFK e Jackie, nato prematuro tossicodipendente, muore suicida nel
di cinque mesi il 9 agosto 1963 e 2012, a 52 anni.
morto due giorni dopo a causa della Maeve Fahey Kennedy e Gideon
sindrome da distress respiratorio. McKean. Madre e figlio annegano
John Fitzgerald Kennedy. Dopo nelle acque della baia di Chesapeake,
appena mille giorni di presidenza, nel Maryland, il 2 aprile 2020. I due
il 22 novembre 1963, cade vittima si erano allontanati a bordo di una
di un oscuro attentato nella città canoa per recuperare una palla.
texana di Dallas, dov’era in visita
con la moglie Jacqueline Bouvier.
A ucciderlo, l’ex marine Lee Harvey
Oswald.
Robert Francis Kennedy. Ferito il 5
giugno 1968 all’hotel Ambassador
di Los Angeles dall’attentatore
Sirhan Bishara Sirhan, muore dopo
26 ore di agonia. Le ultime sue
parole sono: “Gli altri stanno tutti
bene?”.
David Anthony Kennedy. Il quarto
figlio di Bob Kennedy viene trovato
morto il 25 aprile 1984 nella suite
del Brasilian Courth Hotel di Palm
Beach, ucciso da un’overdose di
RON GALELLA COLLECTION VIA GETTY IMAGES

droghe e analgesici. Ha soltanto 28


anni.

SYGMA VIA GETTY IMAGES


Michael LeMoyne Kennedy. Il 31
dicembre del 1997 un altro figlio di Sugli sci
Bob perde la vita all’età di 39 anni, Michael Kennedy
in un incidente sulle piste da sci ad (1958-1997), figlio di
Aspen, in Colorado. Robert.

Kennedy” si era risvegliata e ora aveva dei suoi figli e ne aveva ridotta una turbamento perché tutti lo ricordavano
colpito il suo più illustre esponente nel allo stato vegetativo. Insomma, alla ancora piccino al funerale del padre,
fiore degli anni, consegnandolo al mito fine degli anni Sessanta metà della sull’attenti per salutare il feretro.
americano. vecchia generazione Kennedy era Anche gli eredi di Bob sono stati
stata spazzata via, e ai più giovani travolti da incredibili disavventure: nel
CATENA DI TRAGEDIE. Meno discendenti non sarebbe andata 1984, il ventottenne David Anthony
di un anno più tardi la morte di John affatto meglio. John e sua moglie è stato stroncato da un mix letale di
Fitzgerald, il più giovane dei fratelli Jacqueline avevano infatti già perduto droghe e farmaci; nel 1997 morì sulle
Kennedy, Ted, ebbe uno spaventoso tragicamente due bambini piccoli: la piste da sci un altro suo figlio, Michael
incidente aereo a cui sopravvisse per primogenita Arabelle nacque senza LeMoyne; e nel nuovo millennio è
miracolo. Fu allora che Bob pronunciò vita e il terzogenito Patrick morì a soli toccato alla nipote Saoirse Hill, vittima
la famosa frase “Somebody up there due giorni per una malattia polmonare di un’overdose a soli 22 anni. L’ultimo
doesn’t like us” (“A qualcuno lassù qualche mese prima dell’assassinio del capitolo è stato scritto nel 2020,
non piacciamo”). Purtroppo non si padre. quando Maeve Townsend McKean
sbagliava: il 6 giugno 1968, all’hotel La coppia non lo saprà mai, ma (nipote di Bob) e il figlio Gideon, di
Ambassador di Los Angeles, anche nell’estate del 1999 avrebbe perso otto anni, sono annegati nella baia di
lui venne ferito mortalmente mentre anche un altro figlio, “John John” Chesapeake. Insomma, i Kennedy hanno
era in corsa per la Casa Bianca. Kennedy jr., precipitato in aereo avuto davvero tutto nella vita, potere,
Quando si spense nel 1969, Joe sulle acque dell’Oceano Atlantico. ricchezza, fama e successo, ma al costo
Patrick aveva visto morire ben quattro Tale evento destò tra l’altro molto di tante lacrime e sofferenze. •
51
S
PRIMO PIANO
Morti e feriti
L’arrivo in ospedale di
Theodore Roosevelt
nel 1912 dopo un
tentato omicidio
al quale scampò. A
sinistra, tre attentati
ai presidenti Usa: ai
danni di Jackson nel
1835 (il presidente
non morì), l’uccisione
di Lincoln nel 1865 a
teatro e l’assassinio di
Garfield nel 1881.

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1835 Andrew Jackson

1865 Abraham Lincoln

/MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART

ROGER VIOLLET VIA GETTY IMAGES

1881 James A. Garfield

Casa Bianca
52
S
Rosso Sangue
Pistole, fucili,
bombe, lettere
avvelenate...
Gli attentati ai
presidenti nella storia
degli Stati Uniti sono
stati molti: alcuni sono
scampati, altri no.
di Matteo Liberti

1912 Theodore Roosevelt


T
esoro, ho dimenticato di Reagan se la cavò per miracolo: la uccisi, e altri erano riusciti a salvarsi
accovacciarmi”: è questo il pallottola, dopo aver colpito un braccio, per un soffio. Una scia di sangue che
sarcastico commento che gli entrò nel costato e perforò un coinvolse anche un illustre candidato
il presidente statunitense polmone, fermandosi vicinissima al alla presidenza della famiglia Kennedy
Ronald Reagan rivolse alla moglie cuore. Operato d’urgenza, il presidente (vedi riquadro pagine successive).
Nancy dopo essere sopravvissuto a un fu dimesso nel giro di tre settimane,
attentato il 30 marzo 1981. Uscendo da potendo poi scherzare sull’accaduto. PAURA A TEATRO. Tenere le redini
un hotel di Washington verso le due e Ma se non ce l’avesse fatta non sarebbe del governo statunitense è dunque un
mezza del pomeriggio, fu colpito da uno stato il primo inquilino della Casa mestiere “a rischio”, come dimostrò
dei proiettili sparati a bruciapelo dallo Bianca a morire ammazzato. Prima di nel 1865 la fine di Abraham Lincoln,
squilibrato John Hinckley Jr. allora, ben quattro presidenti erano stati con il quale iniziò la macabra conta dei 
53
S
presidenti assassinati. Fautore di una
politica antischiavista, Lincoln fu eletto
nel 1860 e poi rieletto nel 1864, prima di
rimanere vittima di un colpo di pistola
che lo centrò alla testa mentre si trovava
al Teatro Ford di Washington assieme
alla moglie. Era la sera del 14 aprile
1865, un Venerdì Santo, e a sparare fu
John Wilkes Booth, di professione attore,
schiavista convinto. Subito soccorso,
Lincoln si spense al mattino del giorno
dopo, a 56 anni, mentre il suo assassino,
intercettato in Virginia 10 giorni dopo,
rimase ucciso in uno scontro a fuoco
con l’esercito federale. Altri furono poi
condannati come suoi complici.
Trent’anni prima, il 30 gennaio
1835, sempre a Washington, un altro
presidente, Andrew Jackson, aveva
rischiato di morire allo stesso modo.
Ma la pistola puntata contro di lui
dall’attentatore di turno (Richard

BRIDGEMAN IMAGES
Lawrence, un indigente pittore inglese)
si era inceppata. La medesima fortuna
non arrise appunto a Lincoln, la cui 1901 William McKinley
morte scosse nel profondo i cittadini
americani. Non appena lo shock

In tempi più recenti hanno


collettivo sembrò passato, un ulteriore
fatto di sangue fece ripiombare gli Usa

subito tentativi di attentato


nella paura. Era il 1881, e a esser preso
di mira fu questa volta il presidente

Clinton, Bush e Obama


James A. Garfield.

VENDETTE. Insediatosi da poche


settimane alla Casa Bianca, Garfield polacca di nome Leon Czolgosz, che Frattanto, era iniziata la presidenza di
uscì di scena per mano di Charles J. vedeva in lui un tiranno, nemico della Theodore Roosevelt, già vicepresidente
Guiteau, un avvocato che aveva fatto povera gente. L’attentatore si ispirò di McKinley, e poi eletto nel 1904.
richiesta alla nuova amministrazione al gesto compiuto un anno prima Terminato il mandato, tornò a candidarsi
per un incarico da console, che però gli dall’anarchico italiano Gaetano Bresci, nel 1912, ma il solo provarci rischiò di
fu rifiutato. Guiteau accumulò rabbia e che aveva ucciso a colpi di rivoltella il costargli la vita. Il 14 ottobre, mentre
risentimento fino al punto di decidersi re d’Italia Umberto I. Czolgosz attuò il si trovava in un hotel di Milwaukee
a tendere un agguato a Garfield. Colpito suo piano il 6 settembre 1901, durante (Wisconsin) per un comizio, fu
da due proiettili mentre passava in una una visita di McKinley all’Esposizione colpito da un proiettile sparatogli
stazione ferroviaria di Washington, il panamericana di Buffalo (Stato di da uno squilibrato che mal tollerava
presidente morì due mesi più tardi, New York). Nascondendo la pistola l’idea che qualcuno potesse rivestire
il 19 settembre 1881, a 50 anni non sotto a un fazzoletto, andò incontro la carica presidenziale per tre volte.
ancora compiuti, per un’infezione al presidente presso il Tempio della L’improvvisato attentatore era John
provocata dalle ferite. Il suo assassino, musica, un auditorium in cui McKinley F. Schrank, un immigrato tedesco.
nel frattempo, era stato arrestato: avrebbe dovuto tenere un discorso, Per puro caso il proiettile, frenato da
processato, fu condannato a morte per e gli sparò da distanza ravvicinata, una mazzetta di documenti e da una
impiccagione nel 1882. venendo poi trascinato via dalle guardie custodia per occhiali, penetrò nel corpo
Come capitò in occasione dell’ultimo del presidente. Trasportato in ospedale, di Roosevelt senza fare danni letali,
saluto a Lincoln, anche i funerali di McKinley lottò per diversi giorni prima tanto che lui, con la camicia grondante
Garfield videro la partecipazione di di spegnersi il 14 settembre. sangue, anziché correre in ospedale
decine di migliaia di persone, addolorate tenne il suo discorso.
e spaventate. Soltanto due decenni più SCIA DI SANGUE. Il giorno dei Superato l’ennesimo shock, gli Stati
tardi, nel settembre 1901, la stessa scena funerali di McKinley nel Paese si Uniti affrontarono nuovi attentati,
di lutto collettivo si sarebbe ripetuta per fermò ogni attività per cinque minuti, spesso fatali per le persone al fianco
il presidente William McKinley. dopodiché lo Stato indossò gli abiti dei presidenti. Il 15 febbraio 1933, a
Eletto nel 1896 e poi di nuovo dell’assassino-giustiziere, eseguendo il Miami, Franklin Delano Roosevelt, da
nel 1900, il presidente McKinley fu 29 ottobre 1901 la condanna a morte per poco eletto, fu mancato da una serie
assassinato da un anarchico di origine Czolgosz, sulla sedia elettrica. di proiettili sparati da un immigrato
54
S
BETTMANN ARCHIVE
Franklin Delano Roosevelt (spentosi
nel 1945, dopo essere stato eletto per
ben quattro volte, la terza delle quali
Tutti sul presidente nel 1940).
Gli agenti della scorta si lanciano sul
presidente Reagan per proteggerlo,
durante l’attentato del 1981. Nell’altra SOPRAVVISSUTI. Malefici a parte,
pagina, un anarchico uccide McKinley i tentativi di far fuori i presidenti
nel 1901. Sopra, due poliziotti della americani sono proseguiti anche dopo
Casa Bianca rimasti feriti in un l’omicidio di Kennedy, come dimostra

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1981 Ronald Reagan attentato a Truman nel 1950. la vicenda di Reagan del 1981. Molte
di queste azioni criminose, a cui sono
seguiti indagini e arresti, sono state
italiano, che però furono letali per richiamò alla mente di molti una sventate in extremis o sono fallite per
Anton Cermak, sindaco di Chicago che funesta leggenda nata in seguito alle la goffaggine degli esecutori, anche in
era con il presidente. E il 1° novembre morti premature di diversi presidenti tempi più recenti.
1950, a Washington, due portoricani, che lo avevano preceduto: la cosiddetta Tra i presidenti presi di mira senza
tentando di uccidere il presidente Harry “maledizione dell’anno zero”. conseguenze fatali si ricordano Richard
S. Truman, ferirono mortalmente Leslie Si narra che, al principio del XIX Nixon, a cui provarono a sparare
Coffelt, ufficiale della White House secolo, un capo indiano di nome nel 1972; Gerald Ford, che visse
Police Force (la polizia della Casa Tecumseh lanciò un maleficio volto un’esperienza analoga nel 1975; Bill
Bianca). a colpire tutti i presidenti eletti in un Clinton, che si aggiunse al “club” nel
anno terminante con la cifra 0, il cui 1994; George W. Bush, contro cui fu
ANNO ZERO. Oltre sessant’anni destino sarebbe stato quello di morire lanciata nel 2005 una bomba che non
dopo l’omicidio di McKinley, un nuovo nel corso del proprio mandato. E in esplose; Barack Obama, al quale nel
presidente morì ammazzato: John effetti così fu per Lincoln, Garfield, 2013 è stata inviata una lettera intrisa di
Fitzgerald Kennedy, eletto nel 1960 e McKinley e Kennedy, ai quali si ricina, una proteina altamente tossica.
freddato a colpi di fucile il 22 novembre sommano tre presidenti deceduti per A sessant’anni dalla morte di John
1963 a Dallas, in un attentato dai cause naturali, ma tutti eletti in anni Kennedy, nessun presidente eletto è più
contorni mai pienamente definiti (v. con lo zero finale: William Henry morto in un attentato. Ma forse nessuno
articolo). Oltre a gettare nello sconforto Harrison (eletto nel 1840 e morto nel è più riuscito a dormire sonni tranquilli
la cittadinanza, l’assassinio di JFK 1841), Warren Harding (1920-1923) e dentro la Casa più famosa del mondo. •

Bob Kennedy: assassinio di un “quasi presidente”


G ià segnata da molti drammi (v. articolo nelle
pagine precedenti), la famiglia Kennedy – e con
loro gran parte dell’America –, pianse nel 1968 la
sono fiorite ipotesi alternative e teorie
complottiste.
Dopo un comizio. Durante l’agguato, Bob – che
scomparsa di Robert Kennedy, detto “Bob”, fratello aveva appoggiato gli israeliani nella Guerra dei
del presidente John ucciso cinque anni prima. sei giorni, con la quale Israele estese i suoi confini
Bob era candidato alle elezioni presidenziali di – fu colpito dai proiettili sparati da una pistola
POPPERFOTO VIA GETTY IMAGES

quell’anno, con ottime probabilità di vittoria. Ad calibro 22 all’Ambassador di Los Angeles, dopo
aggredirlo mortalmente, in una notte di giugno, un discorso tenuto in una delle sale dell’hotel. Fu
fu un certo Sirhan Sirhan, giordano di origine centrato mentre veniva fatto uscire dalle cucine
palestinese che voleva fargli pagare il sostegno poco dopo mezzanotte (a lato) del 5 giugno e spirò
dato a Israele nei conflitti in corso in Medio in ospedale all’alba del 6 giugno 1968, mentre
Oriente. Ma anche intorno a questo assassinio l’assalitore fu arrestato e condannato all’ergastolo.
PRIMO PIANO

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SAPERNE DI PIÙ

JFK: UN MITO
AMERICANO
Kennedy era un politico amato e
progressista. Chi volle la sua morte?
The day nome del presidente della Corte
before Dallas Suprema scelto da Johnson).
Aldo Mariotto Proprio sull’indagine si sofferma in
(Pendragon) questo libro Shenon, giornalista
Come recita il investigativo, portando alla ribalta
sottotitolo, il documenti che volutamente
libro racconta furono tenuti nascosti alla
ideazione, organizzazione e commissione, oltre a lettere, foto e
cronaca dell’ultimo viaggio di John testimoni messi a tacere.
Fitzgerald Kennedy. Attraverso In questa “spy story” i molti
un’analisi del contesto in cui personaggi – dai più noti come
avvenne, l’autore ricostruisce la la first lady e il vicepresidente John F. Kennedy con il figlio
trama di quello che fu uno degli Johnson, a quelli sconosciuti come John John alla Casa Bianca, un
eventi politici più traumatici del il capo del controspionaggio della mese prima della sua morte.
secolo scorso per gli Stati Uniti Cia – appaiono sotto una luce
e per il mondo. Mettendo in nuova.
luce contraddizioni, omissioni (e morto di malattia nel 2009) e il di quel giorno. Attimi immortalati
e incongruenze dei personaggi JFK. Una vita figlio di JFK, John John (il bambino dai fotoreporter e da un sarto,
coinvolti a vario titolo, a incompiuta che fa il saluto militare al funerale Abraham Zapruder, sceso in
cominciare dal vicepresidente Robert Dallek del padre nella famosa foto) strada con la sua cinepresa per
Lyndon Johnson, che non solo (Mondadori) morto nel 1999, a soli 38 anni, in riprendere il passaggio del corteo
ebbe un ruolo fondamentale nel Membro di una un incidente aereo che secondo presidenziale e che si trovò di
destino di Kennedy ma fu sempre delle famiglie qualcuno avrebbe contorni ancora fronte la Storia. La cronaca, i
ambiguo nella narrazione delle più influenti poco chiari. L’autore, recentemente ricordi, la paura e le emozioni dei
vicende legate a quel viaggio. d’America, ricco, intelligente, scomparso, giornalista e regista, si testimoni di uno dei momenti più
Nella seconda parte del progressista, John F. Kennedy ebbe è a lungo occupato dei Kennedy sconvolgenti per gli americani.
libro Mariotto si sofferma sui il coraggio di affrontare le sfide anche con inchieste filmate.
fatti avvenuti poco prima del suo tempo con grande forza e In questo libro ricostruisce le Jacqueline
dell’assassinio: incontri ufficiali umanità. Per questo ancora oggi, tumultuose vicende di questa Kennedy
e strette di mano per il presidente nonostante siano passati 60 anni, grande dinastia, che tanto ha Onassis. La
e la moglie, la raffinata Jackie. è tra i personaggi politici più amati influenzato la politica americana. biografia mai
del XX secolo. raccontata
Anatomia Questa biografia basata su Dallas, Barbara
di un documenti e testimonianze inediti 22 novembre Leaming
assassinio. e materiale d’archivio indaga a 1963 (Odoya)
Storia segreta fondo il giovane Kennedy, le sue Adam Braver La famiglia, la giovinezza e la
dell’omicidio origini e la sua fulminea carriera (Einaudi) vita da first lady. Ritratto inedito
Kennedy politica, interrotta troppo presto Una giornata di una donna che nonostante
Philip Shenon dall’assassinio di Dallas. di novembre a gli agi non ebbe una vita facile:
(Mondadori) Dallas, Texas: dall’auto scoperta prima la difficoltà ad adattarsi a
Dieci mesi di indagini per giungere I Kennedy. La dinastia John e Jackie salutano radiosi, quella vita matrimoniale per certi
alla conclusione che Lee Harvey che ha segnato un secolo una moto segue la Lincoln su versi infelice, perché costellata di
Oswald, l’uomo che aveva sparato Gianni Bisiach cui viaggiano, tutt’intorno una tradimenti. E poi dopo l’assassinio
a Kennedy (e ucciso a sua volta (Newton Compton) folla festante. Un attimo dopo la del marito, la solitaria lotta contro
due giorni dopo) era un individuo La malasorte sembra essersi tragedia: i colpi, il presidente si una patologia psichica che non
“disturbato” che aveva agito da accanita contro i cattolici e accascia, il vestito rosa della first l’abbandonò per i successivi 30
solo ed era quindi da escludere un progressisti Kennedy. Prima John lady inzuppato di sangue, una anni: il disturbo post-traumatico
complotto ai danni dell’America. e Robert, assassinati a pochi anni guardia del corpo che si lancia da stress che Leaming documenta
Questo fu il risultato raggiunto di distanza, poi l’altro fratello Ted nell’auto. Sono i fotogrammi, qui con rigore scientifico e
dalla Commissione Warren (dal scampato a incidenti e attentati indelebili nella memoria collettiva, sensibilità psicologica.
56
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CURIOSO PER CASO Massimo Cannoletta, divulgatore, viaggiatore
e campione di quiz tv, in queste pagine
racconta ogni mese un luogo storico.

LA RETTA VIA DI SAN MICHELE


Dall’Irlanda a Israele, passando anche per l’Italia, una linea immaginaria
attraversa l’Europa e il Mediterraneo unendo sette luoghi di culto dedicati
all’arcangelo Michele. Un viaggio di fede e bellezza di oltre 2mila chilometri.

N
ell’iconografia tradizionale, san

MONDADORI PORTFOLIO/AGE (2)


Michele (1) è un arcangelo raffigurato Skellig Michael, Kerry, Irlanda 3
nell’atto di trafiggere e sconfiggere
il demonio schiacciandolo. Un’immagine
potentissima che segna la sconfitta del Male
e il trionfo del Bene. Un colpo di spada che
attraversa l’Europa e il Mediterraneo, nel
solco di una linea immaginaria (2) formata
da sette luoghi di culto dedicati al santo e
lunga oltre 2mila chilometri, dall’Irlanda a
Israele, passando anche per l’Italia.
Skellig Michael (3) è l’estremità ovest
della linea del culto micaelico. Si tratta
di un’isola irlandese battuta dal vento e
dall’oceano, dove i primi monaci cristiani si
insediarono nel VI secolo. La tradizione narra
che qui san Patrizio ebbe la visione decisiva
dell’arcangelo, che lo aiutò a liberare l’Irlanda
dal Male (sotto forma di serpenti). La visita
in sé è molto faticosa, una prova di fede (o di
Skellig Michael ha fatto
da location al film
2 Star Wars: Gli ultimi Jedi.

resistenza, per chi non crede): occorre infatti


salire oltre 600 gradini scavati nella roccia per
raggiungere il villaggio monastico, dove si
possono ammirare anche i clocháns, piccole
costruzioni ad alveare in pietra a secco con
il tetto conico, dove i monaci si ritiravano (v.
foto piccola a destra). di esplorazione è disseminato di codici QR
La linea prosegue in Cornovaglia con che raccontano la storia dell’isola. Quando
St.Michael’s Mount (4) un’isola tidale (dal la marea sale, è possibile raggiungere
termine inglese tide , “marea”) collegata alla St.Michael’s Mount in traghetto da Marazion.
terraferma durante le fasi di bassa marea e La più popolare tappa della linea micaelica
circondata dal mare quando l’acqua sale. è però senza dubbio Mont Saint-Michel
Si narra che nel 495 l’arcangelo Michele (5), in Francia. Anche qui l’abbazia sorge
apparve ai pescatori e da allora l’isola su un’isola tidale. Dichiarata Patrimonio
1 divenne un centro di culto. Oggi i trenta dell’umanità dall’Unesco nel 1979, è un
abitanti curano l’isola, il monastero e i suoi importante luogo di culto dall’inizio dell’VIII
magnifici giardini terrazzati e accolgono secolo, quando il vescovo d’Avranches,
pellegrini, fedeli e turisti. Il sentiero Aubert, vi avrebbe fondato il primo santuario
in seguito a ben tre apparizioni consecutive
dell’arcangelo Michele. Il vescovo non si
Gli abitanti di Symi convinse della veridicità delle visioni fino alla
(Grecia) raccontano terza e finalmente nel 708 decise di costruire
che chi dorme per la
SHUTTERSTOCK / DIMM3D

il santuario. Durante la Rivoluzione francese


prima volta sull’isola l’abbazia fu convertita in prigione e solo nel
immancabilmente sogna 1863 tornò alla sua funzione originaria. Oggi
san Michele. è meta di fedeli e turisti che osservano il
4 St.Michael’s Mount, Cornovaglia L’isola
di Monte
Sant’Angelo
è stata
anche set del
recente film
Padre Pio, di
Abel Ferrara.

La Sacra di
San Michele
ha ispirato a

SHUTTERSTOCK / STOCKER1970
Umberto Eco
l’abbazia del
suo romanzo
Il nome
della rosa.

SHUTTERSTOCK / FEDERICO CAPPONE


Mont Saint-Michel, Francia 5 Sacra di San Michele, Italia 6

SHUTTERSTOCK / MILOSK50

succedersi delle maree, ma per raggiungerla delle tappe precedenti, costituite da edifici che la loro anima davanti a san Michele si
senza doversene preoccupare esiste un imponenti che svettano sulla sommità di ripulisce dei propri peccati.
ponte-passerella inaugurato nel 2014. un’altura, a Monte Sant’Angelo la meraviglia All’estremità est della linea si trova infine il
Costruita tra il 983 e il 987 sulla cima del va cercata nelle viscere della terra, scendendo Santuario Stella Maris sul Monte Carmelo,
monte Pirchiriano, a quasi 1000 metri di lungo la Scala Angioina fino alla Sacra Grotta, ad Haifa, in Israele. Secondo la Bibbia era
altezza, la Sacra di San Michele (6) è la dove è stato ricavato un ampio presbiterio e dimora del profeta Elia, il quale proprio qui
prima tappa italiana della Linea micaelica, dove i fedeli si inginocchiano davanti all’altare ebbe la visione della Vergine che portando
non lontana da Torino, all’imbocco della Val di san Michele. La statua dell’arcangelo in la pioggia salvò Israele dalla siccità. Luogo
di Susa. Secondo la tradizione l’arcivescovo marmo bianco di Carrara, alta 130 cm e opera di fondazione dell’Ordine dei Carmelitani, è
di Ravenna, san Giovanni Vincenzo, si era del Sansovino, è il gioiello della grotta. Ogni dedicato anche al culto di san Michele, che
ritirato a vita eremitica proprio in queste 29 settembre la spada viene prelevata dalla qui conclude lo squarcio creato dalla sua
valli attorno al X secolo e qui gli sarebbe mano dell’arcangelo e portata in solenne spada attraverso l’intero continente europeo
apparso l’arcangelo a chiedergli di erigere processione per le vie del borgo. e oltre, attraverso il Mediterraneo.
un santuario. Oggi 239 scalini attendono Il Monastero di San Michele Arcangelo
pellegrini e visitatori una volta varcate a Symi, isola greca del Dodecaneso, non fu
le mura, ma la visita è un’esperienza eretto in seguito a un’apparizione, bensì dopo
indimenticabile, anche per le preziose opere il ritrovamento di un’immagine sacra. Fu
Massimo Cannoletta tiene una
d’arte che si possono ammirare all’interno una donna molto devota a trovare un’icona rubrica ogni mese anche su
del complesso religioso. del santo e a stabilirne il culto in quel luogo. Focus, che ha un’ampia sezione
Anche all’origine della fondazione del L’edificio che è possibile visitare oggi si di Domande&Risposte,
Santuario di Monte Sant’Angelo, sul affaccia sul mare ed è relativamente recente, dove svela aneddoti e curiosità
Gargano (Puglia), c’è un’apparizione del risale al 1783. Qui i pellegrini perpetuano
santo. In questo caso si manifestò nel 490 un bizzarro rituale: puliscono l’area attorno da tutto il mondo.
a san Lorenzo Maiorano. Ma al contrario all’icona con una scopa. Il gesto simboleggia
59
S
CHI L’HA INVENTATO?
A cura di Matteo Liberti. Illustrazioni di Giampietro Costa

IL CIOCCOLATO
Per i Maya era “il cibo degli dèi”. Poi i
conquistadores spagnoli lo portarono in
Europa, dove iniziò la sua avventura: da
bevanda a tavoletta.

S
inonimo di “dolce”, il suo gusto piace a tutti, tanto da generare
veri fenomeni di dipendenza. Parliamo del cioccolato,
risultato di una miscela di cacao e zucchero (arricchibile con
latte e aromi) consumabile in diverse forme a partire dalla classica
“tavoletta”, perfezionata nel 1847 dalla società inglese J. S. Fry &
Sons. La svolta era però avvenuta già nel 1828, quando il chimico-
cioccolatiere olandese Coenraad Johannes van Houten aveva I primi a fare uso di semi di cacao lavorati furono i Maya. I colonizzatori
brevettato un rivoluzionario metodo di trattamento del cacao con spagnoli ebbero modo di apprezzare il cioccolato nel XVI secolo.
sali alcalini, migliorandone la lavorabilità. Prima, il cioccolato era
consumato soprattutto come bevanda e fino al XVI secolo in Europa
nessuno lo conosceva.
Le sue origini, infatti, affondano in America Latina, culla delle civiltà
precolombiane, dove l’ingrediente base del cioccolato odierno – i
semi, o fave, dei frutti dell’albero
del cacao (Theobroma cacao)
– era consumato in versione
naturale e non dolce. Per
conoscere la storia che sta
dietro alle barrette di cioccolato,
alle creme spalmabili, ai
cioccolatini, ai bignè, alle uova
pasquali e a ogni dolce prodotto
con quel che è anche detto
Coenraad J. “cibo degli dèi” bisogna dunque
van Houten attraversare l’Atlantico.
Bevanda divina. A fare Cioccolatini simili a pastiglie (diablottini) furono prodotti a Torino. Lo

A l chimico olandese
Coenraad Johannes
van Houten (1801-1887)
abbondante uso di semi di
cacao lavorati furono dapprima
i Maya (le cui prime piantagioni
svizzero Cailler mise in vendita le prime tavolette (Maison Cailler, 1819).

si deve l’invenzione di risalgono al I millennio a.C.) e,


un procedimento utile a più tardi, gli Aztechi. Queste
ottenere una polvere di civiltà ricavavano dal cacao
cacao (estratta dalle fave) una bevanda amara che
più lavorabile e a rendere il arricchivano con addensanti
gusto della cioccolata meno e spezie varie, tra cui pepe e
amaro. peperoncino. Il nome indigeno
Figlio d’arte. Coenraad era di quest’alimento era kakaw
figlio del cioccolatiere Caspar uhanal, che significava per
che cominciò a lavorare il l’appunto “cibo di natura
cacao in un mulino per poi divina”, e il suo consumo era
trasformare la sua attività in riservato agli uomini illustri
una vera e propria azienda. (i semi di cacao erano così
Anche il figlio di Coenraad, preziosi da essere usati come
Casparus Johannes, si dedicò moneta e nei rituali religiosi).
all’azienda di famiglia, Il saporito sciroppo a base di
Nel
em 1828
es si de
vanaperit
Houten
everum
brevettò
aut ipsandeoritatiis
il suo rivoluzionario
etur aliquatem
metodo notois vel
come
occupandosi del marketing. cacao era anche detto xocoatl
“lavorazione
haribus, quis olandese”
de aperit everum
per estrarre
aut ipsandeoritatiis
dalle fave una polvere
etur aliquatem
più solubile.
is v
(“acqua aspra”) da cui il termine spagnolo chocolate ( “cioccolato”),
coniato dai colonizzatori spagnoli, che nel XVI secolo ebbero modo di
apprezzarlo. I conquistadores infatti rimasero colpiti prima ancora che
dal sapore della cioccolata (che presero l’abitudine di addolcire con
zucchero di canna e vaniglia, limitando le spezie) dalla sensazione
di benessere e vigore che donava la sua assunzione, e così vollero
esportarla in Europa, dove il cibo degli dèi – usato anche in ambito
medico – si sarebbe tramutato nel cioccolato che conosciamo.
In Europa. Dalla Spagna, la passione per la cioccolata contagiò via
via numerose corti europee e in varie città aprirono i primi locali in cui
si poteva gustare oltre il caffè anche il cioccolato da bere.
Tra Seicento e Settecento, alla cioccolata calda si affiancarono i
primi cioccolatini, prodotti a Torino, simili a pastiglie e noti come
“diablottini”. In seguito, diversi cioccolatieri iniziarono a preparare le
prime tavolette (tra loro, lo svizzero François-Louis Cailler, fondatore
nel 1819 della Maison Cailler, tuttora tra i marchi più rinomati). Ma le
tecniche a disposizione non consentivano un adeguato trattamento
del cacao. Almeno fino al 1828, anno in cui Coenraad Johannes
Nel 1847 apparvero sul mercato le prime tavolette dal nome francese
van Houten brevettò il suo rivoluzionario metodo, noto come
Chocolat Delicieux à Manger, prodotte dalla J. S. Fry & Sons.
“lavorazione olandese”.
Grazie all’azione di specifici sali alcalini, van Houten riuscì a estrarre
dalle fave tostate di cacao una polvere più facilmente solubile,
maggiormente digeribile e dal gusto meno amaro. Nel medesimo
anno suo padre, il cioccolatiere Casparus van Houten, perfezionò
una speciale pressa per estrarre il “burro di cacao”, derivante dalla
parte grassa dei semi stessi. Il mix di tali elementi (polvere e burro)
permise la realizzazione di paste più malleabili, consentendo la
prima produzione industriale su vasta scala di tavolette di cioccolata
(con relativo abbassamento dei prezzi per i consumatori). A fare da
apripista, nel 1847, fu la J. S. Fry & Sons, società britannica che mise
sul mercato tavolette confezionate dal nome francese: Chocolat
Delicieux à Manger.
Tra il 1865 e il 1875 giunsero altre due novità: il gianduiotto,
cioccolatino realizzato dalla torinese Caffarel (usando crema di
gianduia, miscela di cacao e nocciole) e il cioccolato al latte, più
delicato rispetto al fondente (ovvero senza latte), la cui produzione fu
avviata dallo svizzero Daniel Peter utilizzando latte condensato, a sua
Nel 1865 vennero messi in commercio i primi gianduiotti e nel 1875 volta inventato nel 1866 dal tedesco Henri Nestlé.
lo svizzero Peter inventò il cioccolato al latte. Successo inarrestabile. Un altro passo avanti si fece nel 1879,
quando il cioccolatiere svizzero Rudolf Lindt mise a punto un
macchinario utile a produrre tavolette lisce e dalla consistenza
vellutata (ottenuta con una miscelazione detta “concaggio”). Il
consumo di cioccolata andò crescendo di decennio in decennio e
attorno al 1930 nacque il cioccolato bianco, lanciato dalla svizzera
Nestlé e ottenuto usando solo burro di cacao e zucchero (senza
polvere di cacao). Dal secondo dopoguerra, il cioccolato ha avuto un
boom per via dell’offerta sempre più variegata di prodotti (tra i quali
la Nutella, lanciata nel 1964, mentre risale al 1922 il Bacio Perugina).
Nel terzo millennio il mondo del cioccolato è stato al centro di
nuove sperimentazioni, promosso in show televisivi da illustri
maîtres chocolatiers, e ha inoltre conosciuto anche una riscoperta di
lavorazioni tradizionali (come quella del cioccolato di Modica).
Oggi le maggiori piantagioni di cacao si trovano in Sud America
e Africa (il primo produttore è la Costa d’Avorio) e se le operazioni
di raccolta hanno spesso suscitato polemiche per le condizioni dei
lavoratori, proprio intorno al cioccolato si è sviluppato il commercio
em
Il cioccolato
es si de aperit
biancoeverum
(burroaut
di cacao
ipsandeoritatiis
e zucchero)etur
comparve
aliquatem
nel is1930
vel e “equo e solidale” . Infine il cioccolato (se fondente e senza esagerare)
haribus,
nel 1964quisnacque
de aperit
la Nutella
everum
(crema
aut di
ipsandeoritatiis
cioccolato e nocciole).
etur aliquatem is v è apprezzato per i suoi effetti positivi sull’organismo e sull’umore.
61
PITTORACCONTI
FIRENZE 1267 all’inizio del Rinascimento si

LO STRANO CASO voleva dimostrare che “mentre


il resto del mondo viveva ancora

DELLA PALA D’ALTARE


nelle tenebre”, nella Firenze del
XIII secolo “brillava già il genio”
dell’arte italiana. Gli storici
toscani del Cinquecento, infatti,
Una processione ambientata nel Duecento, due celebri artisti, tendevano ad attribuire ogni
opera di valore alla mano dei
una Madonna erroneamente attribuita. Colpa del Vasari? fiorentini. E fu Giorgio Vasari
(1511-1574) a sostenere che la

I
l pittore britannico Frederic Firenze, trovandovi ispirazione Questioni di campanile. pala in questione apparteneva
Leighton (1830-1896) era per la sua grande tela La Il fatto è che Cimabue era al “padre della pittura moderna”,
presidente della Royal Madonna di Cimabue portata in fiorentino, mentre Duccio fu ovvero Cimabue. Vasari era
Academy, il che ne faceva processione. Peccato che il titolo il primo maestro duecentesco di Arezzo ma – oltre che
l’artista più influente nella accreditasse un falso storico: della scuola senese. Come hanno pregevole pittore manierista – fu
società vittoriana. Prima l’attribuzione a Cimabue (1240 ricostruito nell’Ottocento gli l’architetto dei Medici: Cosimo I
di aderire al movimento ca.-1302) di una pala d’altare, la storici dell’arte Joseph Archer gli aveva affidato i grandi cantieri
preraffaellita aveva studiato Madonna Rucellai, opera in realtà Crowe, Giovanni Battista che stavano cambiando volto a
all’Accademia di Belle arti di di Duccio di Buoninsegna. Cavalcaselle e Anna Jameson, Firenze, dagli Uffizi al restyling

2 3 4
di Palazzo della Signoria. Con
altrettanta lena si dedicava a 1 Come se uscisse da
una quinta teatrale, il
corteo si dipana su una tela
2 Leighton dà al quadro
l’atmosfera di un evento
solenne, con i prelati e le
sfondo alla rievocazione del
resoconto del Vasari, basato
su un aneddoto risalente
Cimabue conduce per mano il
suo allievo Giotto (qui ritratto
bambino: infatti, secondo
scrivere Le vite de’ più eccellenti immensa: oltre 5 metri di autorità, ma vi aggiunge all’ingresso in città di Carlo la leggenda entrò a bottega
pittori, scultori e architettori, larghezza per 2 di altezza. l’allegria di una festa. Il titolo, d’Angiò. Il re di Napoli era da piccolo). Difficilmente
biografie dei contemporanei e È la prima grande opera La Madonna di Cimabue entrato a Firenze con le sue però Giotto avrebbe
dei maestri del “Dugento”. di Leighton, che la eseguì portata in processione, truppe il 15 agosto 1267, per potuto prendere parte alla
nel suo soggiorno italiano, prende per buona una voce cacciare i Ghibellini. Secondo processione, visto che venne al
Si tratta di un testo
dal 1853 al 1855, anno in che girava nella Firenze del la vulgata, in quell’occasione mondo proprio nel 1267.
fondamentale (è l’esempio cui fu esposta a Londra, in Cinquecento: ovvero, che aveva visitato la casa-bottega
più alto di un genere letterario
nuovo che nel Rinascimento
occasione della mostra estiva
della Royal Academy. Fu un
successo immediato, tanto
il dipinto fosse opera di
Cimabue. Voce accreditata
dal Vasari, il quale scrisse
del maggiore artista del
momento, Cimabue, situata
nell’attuale piazza dei Ciompi,
5 Il corteo raffigura gli
esponenti dell’arte
del Duecento italiano, cui
suscitava grande interesse, le
che all’inaugurazione la che la pala era stata portata scoprendo la tavola della Leighton rende omaggio,
biografie dei pittori), ma le Vite regina Vittoria lo acquistò per dalla casa di Cimabue alla Madonna con il Bambino ma non si tratta di un evento
del Vasari non sono poi così 600 ghinee, su consiglio del chiesa di Santa Maria Novella quasi ultimata. Leggenda realmente accaduto, né
precise e contengono qualche marito Alberto. La sovrana a Firenze. Una processione vuole che l’allegria scaturita possiamo riconoscere i singoli
invenzione e persino errori. In scrisse nel suo diario: “È un bel probabilmente mai avvenuta. nel quartiere per la visita personaggi. L’ipotesi è che uno
dipinto, che ricorda molto un reale facesse prendere alla di loro sia Arnolfo di Cambio,
uno di questi incappò Leighton
dando il titolo alla sua tela che
‘Paul’ Veronese, così luminoso
e pieno di luce”. La tela fa oggi 3 Uno scorcio di Firenze,
con i suoi monumenti in
zona il nome di Borgo Allegri. che scolpì nel 1277 una statua
di Carlo I d’Angiò. A seguire
rievocava il Duecento italiano.
Lidia Di Simone
parte della Royal Collection
ed è in prestito alla National
Gallery di Londra.
marmo bicromatico (come
questo muro) tipici dello
stile gotico fiorentino, fa da
4 Con una corona d’alloro
in testa, e in abiti più
rinascimentali che medievali,
ci sono forse il pittore Gaddo
Gaddi, il mosaicista Andrea
Tafi, Buonamico Buffalmacco e
Simone detto “Lippo” Memmi.

6 6 Al centro c’è la Madonna


Rucellai di Duccio, la più
grande tavola del XIII secolo
giunta fino a noi: è alta 4,5
metri per quasi 3 di larghezza.
Un capolavoro che, però,

7
nessun critico attribuì al pittore
senese, neanche quando nel
1790 spuntò il documento
della commissione (datato
1285, molto dopo l’entrata a
Firenze degli Angioini). L’errore
di attribuzione si tramandò
nei secoli. Ci pensò lo storico

9 austriaco Franz Wickhoff, nel


1889, a ridare a Duccio quel
che era suo. La pala è simile
alla Maestà di Santa Trinità
di Cimabue. Entrambe
sono oggi agli Uffizi.

5 7 Sullo sfondo, in collina, si


intravvede l’Abbazia di San
Miniato al Monte, capolavoro
romanico, con i marmi bicolori
che ispirarono l’architetto
rinascimentale Brunelleschi.

8 Il più anziano, qui ritratto


in rosso, potrebbe essere
lo scultore Nicola Pisano. Forse
Leighton lo vide effigiato
in una statua, scolpita per il
loggiato degli Uffizi intorno
alla metà dell’800.

9 Chiude il corteo Carlo


d’Angiò, a cavallo. In basso,
davanti a lui, c’è il personaggio
chiave della Firenze medievale:
Dante Alighieri, che osserva
lo straniero invadere la sua
“serva Italia, di dolore ostello”.
Si tratta di un’altra presenza
che solo la fantasia di Leighton
ha reso possibile, visto che

8 il poeta nacque appena due


anni prima della presunta
processione, nel 1265.
63
S
Scandalosa
PERSONAGGI

COLETTE
V
iso triangolare, capelli lunghi fino alle permise loro di chiarire i reciproci sentimenti. Disinibita
caviglie (a un certo punto sacrificati Dopo due anni di fidanzamento si sposarono. Sidonie Gabrielle Colette
alla modernità di un taglio da paggio), Era il maggio del 1893 e non avevano un soldo in (1873-1954 ) al Moulin
occhi verdi-azzurri come quelli dei tasca: i genitori di Willy, infatti, non approvavano Rouge nella pantomima
Sogno d’Egitto (1907),
suoi adorati gatti... Sidonie Gabrielle Colette il matrimonio con una ragazza di una posizione
durante la quale diede
(1873-1954), per tutti semplicemente Colette, fra sociale inferiore alla loro. scandalo baciando la
i suoi numerosi doni aveva anche la bellezza. Willy divenne il suo mentore, le fece scoprire sua amante Mathilde de
Scrittrice raffinata e prolifica (un’ottantina i titoli una Parigi mondana, di circoli musicali, letterari Morny. Colette, oltre che
pubblicati), attrice e ballerina, giornalista, autrice e bohémien e la introdusse alla scrittura. Willy scrittrice, fu ballerina,
e critica teatrale, in alcuni momenti della vita era editore, pubblicitario, giornalista satirico e attrice e critica teatrale.
anche estetista e commerciante... Il tutto in anni di costume, feroce critico musicale. Coordinava,
in cui le donne dovevano strappare con le unghie all’interno di una sorta di officina letteraria, il
e con i denti il diritto di lavorare. Lei lo fece, e lavoro di un nutrito gruppo di letterati emergenti,
andò oltre. Raggiunse fama e successo da viva detti “gli schiavi”, pagati pochissimo e privati
(ricevette il titolo di grand’ufficale della Legion persino del diritto di firmare gli articoli con il
d’Onore e fu eletta all’Accademia Goncourt) proprio nome. Intanto Colette, innamoratissima,
grazie a un talento letterario fuori dal comune scriveva nel suo diario: “Né il dubbio, né la
che fece accettare la sua vita erotico-sentimentale malinconia, anche più soave, sfiorarono quella
spregiudicata, giocata fra tre mariti e numerosi notte trionfante e solitaria, cinta di glicini e
amanti di ambo i sessi. di rose”. Notte trionfante ma crudele: molto
presto Colette si accorgerà di avere sposato un
MADRE E FIGLIA. Colette crebbe nella incorreggibile donnaiolo.
provincia francese, in una famiglia affettuosa
e stimolante. La madre, Sidonie Landoy (detta QUALCOSA SI INCRINA.
Sido), era una splendida donna di ampie vedute L’appartamento di rue Jacob, che
che insegnò alla figlia a osservare e amare la comprendeva anche la redazione,
natura: “Avrebbe voluto la giungla vergine, ma si poteva a malapena definire
si limitava, alla rondine, al gatto e alle vespe, casa: un cortile triste, una scala
al grosso ragno ritto sulla sua ruota di trina grande e fredda e una cucina
argentata dalla notte”, ricorderà più tardi la sul pianerottolo davanti al
stessa Colette. Dalla madre imparò a suonare il loro ingresso. Colette era
pianoforte e a divorare libri: a sei anni già leggeva spesso sola e passava intere
Honoré de Balzac, Alphonse Daudet e Prosper giornate in compagnia
Mérimée. Tra loro c’era un legame forte che dei suoi gatti, delle
rimase sempre vivo, ovunque Colette si trovasse, lettere di Sido e di
e che divenne ancora più intenso quando un qualche libro: “Ecco
grave dissesto economico sconvolse la famiglia. la mia giovinezza
incredibilmente
MARITO E MENTORE. A soli 18 anni Colette spenta”, scriveva.
si lasciò l’infanzia alle spalle per infilarsi in un La sera Willy
matrimonio con un uomo più grande di lei di pretendeva che sua
14 anni. Si chiamava Henry Gauthier-Villars, moglie rimanesse ad
meglio conosciuto come Willy, ed era il rampollo aspettare per buona
di una famiglia molto nota a Parigi. Non si sa parte della notte in un
esattamente a che età Colette lo conobbe, prima angolo della redazione,
come amico di famiglia e poi come innamorato. “cascando dal sonno,
Di sicuro ci fu un incontro a Parigi nel 1891 che disgustata e annoiata a morte
64
S
La scrittrice più amata di
Francia visse senza freni,
infrangendo le regole di
rispettabilità della sua epoca.
Ma il talento fu più forte delle
convenzioni. di Silvia Büchi

in quelle vecchie sale di redazione, dove tutti


erano scontenti”. Ma la triste vita bohémienne
a volte era attraversata da qualche lampo sul
mondo: nell’ambiente musicale e in quello
letterario i salotti erano vitali per le pubbliche
relazioni e Willy era onnipresente. Colette però
non si sentiva a suo agio a quelle cene: “Ero ben
consapevole che in quell’ambiente venivo tollerata
solo come moglie di Willy, uno strano animaletto
con strascichi campagnoli, paralizzato dalla
timidezza. Vedevano solo lui. Se mi guardavano
un istante, credo fosse per compiangermi. Mi
facevano capire chiaramente che, senza di lui, io
non esistevo”. A questo disagio si aggiunse, a
due anni dal matrimonio, la depressione.
Troppo dolorosa la scoperta dei
tradimenti del marito e troppo
debilitante la malattia venerea
che la fece soffrire a lungo. 

MONDADORI PORTFOLIO

65
S
Instancabile LA TRATTA DELLE BIANCHE. Per essere
un abile talent scout e un frequentatore di salotti
UNA NUOVA VITA. Il 1906 fu l’anno della
separazione della coppia. Infedele lui, nauseata
scrittrice letterari, Willy fu piuttosto lento nel capire che dai tradimenti lei, ma anche sempre più attratta
un vero talento della scrittura gli dormiva a dall’amore saffico, conosciuto grazie alla
C olette fu una scrittrice
prolifica, che nella sua
lunga carriera produsse
fianco. E quando finalmente scoprì le doti della
moglie non ci pensò due volte a “ingaggiarla”
ricchissima Mathilde de Morny, detta Missy, figlia
del duca di Morny, che amava vestirsi in abiti
circa 80 volumi tra nel suo circolo di letterati-schiavi. La convinse maschili. Colette abbandonò – non senza dolore
romanzi e racconti. In a immergersi nella scrittura e presto nacque il – la casa familiare e si trasferì in rue Villejust 44.
ognuno di questi inserì libro Claudine a scuola. Peccato che uscì con Ma già dall’estate 1906 le due amanti si erano
qualcosa del proprio la firma di Willy. Di fatto, Colette divenne la trasferite nella villa di Missy, la Belle Plage a Le
vissuto e del mondo che ghostwriter del marito e tre su quattro libri della Crotoy, dove Colette scrisse La vagabonda.
la circondava.
Nel 1900 dalla sua penna serie che aveva Claudine come protagonista Per guadagnarsi da vivere decise di allargare
uscì il romanzo Claudine furono firmati soltanto da lui. I romanzi della i suoi orizzonti e, dal 1907 al 1912, si tuffò nel
a scuola, che vendette serie (quattro in tutto, v. riquadro a sinistra) si mondo del music-hall esibendosi in audaci
40mila copie in due ispiravano alla vita della stessa Colette, resa in performance in cui appariva quasi nuda. Non
mesi, seguito da altri tre chiave piuttosto maliziosa, e il primo libro fu solo, il 3 gennaio 1907 Colette e Missy crearono
volumi: Claudine a un trionfo (ma non per la vera autrice, rimasta una pantomima dal titolo Sogno d’Egitto al
Parigi, Claudine sposata,
nell’ombra). Moulin Rouge, nella quale Missy diede scandalo
Claudine se ne va. Ogni
libro continuava la stessa Willy aveva scoperto una miniera d’oro e mise nel ruolo di un egittologo che dava un bacio
vicenda, come in una la moglie al lavoro in condizioni infinitamente lesbico in una scena d’amore. Da quel momento,
serie televisiva. Nel primo più dure di quelle imposte agli altri impiegati. le due si fecero vedere sempre meno in pubblico
libro si racconta di una Lo studio in cui era costretta a scrivere divenne e la carriera di Colette nello spettacolo finì con la
ragazzina, negli altri di presto per Colette una prigione: “Il rumore della loro relazione, nel 1912.
una donna che vive le chiave che Willy girava nella toppa, la libertà
diverse fasi della vita.
Ne La vagabonda, uscito restituita dopo quattro ore di lavoro...”, scriverà UNA FIGLIA NON VOLUTA. Quell’anno
nel 1910, Colette sembra in seguito. Colette convolò a nozze per la seconda volta, con
invece rispecchiarsi Nel 1901 l’apprendista venne finalmente Henry de Jouvenel, giornalista del quotidiano
in Renée Neré, la promossa operaia. «Da quel momento», spiega Le Matin che aveva già due figli: Bertrand, nato
protagonista. Il romanzo la scrittrice francese e docente di letteratura da un precedente matrimonio, e Renaud, frutto
è la celebrazione della Michèle Sarde, che a Colette ha dedicato una di una relazione con la contessa Isabelle de
rinuncia all’uomo, biografia di riferimento, «Colette rinunciò a fare Comminges. Nel 1913 dalla nuova coppia nacque
al matrimonio, alla
sicurezza, al calore di un la sposina sottomessa e sacrificata; esigeva, una bimba, Colette de Jouvenel, da tutti chiamata
focolare domestico, in lottava, e finì per ottenere». Bel-Gazou: una figlia non voluta, che venne ben
nome della libertà.
Il capolavoro. Chéri,
scritto nel 1920,

MONDADORI PORTFOLIO (6)


è considerato il
capolavoro di Colette,
il primo dei libri che
l’hanno resa celebre.
È l’affresco stupendo
di un’epoca e di un
ambiente, ma anche
una sottilissima e
spietata indagine
psicologica e
sociale. Nel
1923 iniziò la
pubblicazione
a puntate del
romanzo Il grano
in erba, incentrato
sulla scoperta
della sessualità di
due adolescenti.
L’editore sospese
però le pubblicazioni a
causa
del tema scabroso.
Un’aura di scandalo
circondò questo titolo,
quasi subito uscito in
volume e destinato a
diventare il più popolare
di Colette, ispirando
anche diversi film.
66
S
Mathilde de Morny
detta Missy

Colette de Jouvenel
detta Bel-Gazou

In lei, arte e vita si fusero: l’amore omosessuale è un


tema centrale anche della sua produzione artistica
presto sistemata in un castello del marito sotto la nelle case, nelle vie e nelle piazze, ma anche dove
vigilanza di una bambinaia inglese. Quando poi si moriva negli ospedali militari: “Un giovane
venne il momento di andare a scuola, Bel-Gazou smilzo biondo, amputato della gamba da quattro
fu mandata al collegio di Saint-Germain-en-Laye, giorni, è coricato, a braccia aperte, e nel suo
rimanendovi per tutta la durata delle scuole. In sonno sembra aver rinunciato alla vita. Un uomo
pratica, la ragazza vedeva sua madre soltanto barbuto, le braccia ingessate, cerca sospirando Primi amori
in estate, al mare e per appena un mese. Un la posizione meno dolorosa. Quell’altro, la gola Sopra, Colette con i
distacco, fisico ed emotivo, che Bel-Gazou non bendata, rantola quasi soffocandosi. [...] Eccoli i fratelli e i genitori. In abiti
perdonò mai (v. riquadro nell’ultima pagina). prodi, vinti alla lunga dal sonno. E miseri come maschili, Mathilde de
sono, si sveglieranno? Sì, si sveglieranno! Non Morny, amante di Colette
LA GRANDE GUERRA. Quando scoppiò il appena i passerotti cantano sul prato imbiancato quando lasciò il marito,
esasperata dai tradimenti.
primo conflitto mondiale Colette, già redattrice a dal gelo, gli otto feriti saluteranno anch’essi l’alba
La figlia Bel-Gazou.
Le Matin, partì per il fronte seguendo il marito. rossastra, con un grido più vivo, un sospiro più Nell’altra pagina, Colette
La scrittrice affrontò il racconto della guerra alto e una bestemmia soffocata in cui riaffiorano, con il primo marito,
osservando la vita che cambiava attorno a lei, ancora, la vita e il sorriso”.  Willy Gauthier.
67
S
MONDADORI PORTFOLIO (3)
I suoi uomini
Henry de Jouvenel,
secondo marito di
Colette tra il (1912 e
il 1923). A destra, il
terzo e ultimo marito
Maurice Goudeket con
la scrittrice nel loro
appartamento parigino.

Una figlia
impegnata
B el-Gazou aveva solo
18 anni quando, nel
1931, finiti gli studi,

Il terzo marito fu il suo punto fermo fino


divenne assistente di
Jeanne Roques, detta
Musidora, regista de
La Vagabonde, film
tratto dal romanzo di alla fine, quando Colette non usciva più
sua madre Colette.
Riuscì a inserirsi nel AMORE CHE VA, AMORE CHE VIENE. compagno di vita per dieci anni e sposo dal
business del cinema, Alla fine della guerra Henry de Jouvenel era 1935: Maurice Goudeket. Di 16 anni più giovane,
ma quando ci provò cambiato, si era dato alla politica e ormai marito Maurice era colto, elegante e aveva letto tutti i
con la Paramount non e moglie si vedevano raramente. E quando questo libri di Colette.
ebbe successo perché
la casa di produzione avveniva, era solo per litigare. Henry la tradiva Ai suoi genitori, Maurice aveva annunciato:
americana non e Colette pensò bene di dare il colpo di grazia “Sposerò quella donna, è la sola che può capirmi”.
accettava assistenti al loro matrimonio “aiutando” il timidissimo A causa della Seconda guerra mondiale, rimasero
alla regia donne. La figliastro Bertrand (diciassettenne) a “diventare a lungo lontani, con Colette sconvolta per i
ragazza lasciò allora uomo”. Questo episodio della sua vita ispirò nel rischi che lui correva (era di origine ebraiche)
tutto trasferendosi 1923 lo scabroso romanzo Il grano in erba, ma e l’angoscia per le notizie che trapelavano sugli
nella Guinea francese.
finì anche per accelerare il divorzio, che avvenne orrori dei campi di sterminio nazisti.
Nel 1935 sia Bel-
Gazou sia sua madre si quello stesso anno.
sposarono, nello stesso “Com’è difficile vivere sola”, annotava FUNERALI DI STATO. «Il cammino interiore
giorno: Colette era la scrittrice, dopo che anche Bertrand era di Colette», spiega ancora Michèle Sarde, «si
alle terze nozze, con scomparso dalla sua vita. Ma nell’aprile del confonde sempre di meno con la vita. Alle
Maurice Goudeket, la 1925, grazie a un’amica comune, Colette soglie della vecchiaia comincia un lavoro di
figlia si unì al medico conobbe l’uomo che sarebbe diventato il suo distacco dal presente: dopo i cinquant’anni i suoi
Denis Dausse, ma
il matrimonio durò scritti segnano una rottura
pochi mesi. Quando, e testimoniano la lenta
nell’ottobre dello trasformazione che la porta a
stesso anno, morì il rivolgersi al passato».
padre della ragazza, Dal 1938 Colette abitava
Henry de Jouvenel, tra al primo piano del Palais
madre e figlia, già in Royal, da cui godeva di una
rapporti difficili, calò
il silenzio. Un relativo splendida vista sui giardini.
riavvicinamento ci fu L’amico Jean Cocteau ogni
solo alla fine, quando tanto passava a salutarla e
Bel-Gazou si alternò al il marito Maurice le stava
capezzale della madre sempre accanto. Da tempo
morente con Maurice e le avevano diagnosticato
la governante Pauline.
un’artrite implacabile, che la
Riunite. Bel-Gazou
ebbe una vita accompagnerà fino alla morte,
impegnata: prima avvenuta a 81 anni il 3 agosto
durante la Resistenza 1954. I suoi furono funerali di
contro il nazismo Stato, con tanto di bandiera
e il fascismo, poi in tricolore, nel cortile del Palais-
campagne femministe Adieu Royal: chissà cosa avrebbe
e sociali. Morta nel Il corteo funebre
1981, riposa vicino pensato di tutti quegli onori,
per l’ultimo saluto
alla madre, nel di Parigi a Colette, lei che aveva dichiarato:
cimitero parigino del nel 1954, con una “La morte non mi interessa,
Père-Lachaise. cerimonia di Stato. nemmeno la mia”. •
di
vi
chi
r
li a
D
a g Il 22 febbraio 1943 venivano giustiziati i fratelli
Sophie e Hans Scholl, membri della Rosa Bianca,
il gruppo di studenti che nel 1942 si oppose ai nazisti.
Riproponiamo l’intervista a Franz Müller, uno dei
sopravvissuti all’epurazione della Gestapo
e uno degli ultimi testimoni di ciò che accadde.
di Massimiliano Lorenzon

T
ra movimenti politici e azioni studenti cattolici dell’Università condannati a morte per decapitazione.
solitarie, si calcola che furono Ludwig Maximilian di Monaco di Altri fiancheggiatori finirono invece
circa 100mila i tedeschi che Baviera, guidati dai fratelli Hans e in carcere e si salvarono. Franz Josef
si opposero al nazismo. Tra i Sophie Scholl. In meno di un anno, Müller, all’epoca diciottenne, era uno di
pochi gruppi organizzati, il più noto è dal giugno 1942 al febbraio 1943, i questi, e consacrò la sua vita per tenere
quello della Rosa Bianca, che scelse la ragazzi stamparono clandestinamente viva la memoria di ciò che accadde. Tre
protesta non violenta ma andò incontro sei volantini, distribuendoli di nascosto anni prima di morire per una malattia,
alla più crudele delle repressioni. allo scopo di far sollevare i tedeschi nel 2015, a Focus Storia raccontò la sua
contro la dittatura. Non ci riuscirono: il militanza nella Rosa Bianca, la cattura
VITA BREVE. Ne facevano parte gruppo fu scoperto e i fratelli, con altri e la liberazione. Un’intervista preziosa,
alcune decine di giovani, soprattutto cinque membri, furono processati e che vale la pena rileggere. 

I fondatori
Da sinistra, Hans e Sophie
Scholl con Christoph Probst nel
1942: furono decapitati dopo un
processo durato appena 5 ore.

NOI RAGAZZI
CONTRO HITLER
69
S
Cinema e realtà
Una scena del film La Rosa
Bianca. Sophie Scholl (2005):
la ragazza getta i volantini
nell’atrio dell’università.
Nella pagina a destra,
Sophie Scholl con il fratello
Hans (terzo da destra,
in divisa da ausiliario
dell’esercito) e altri amici
a Monaco nel luglio 1942,
all’esordio del movimento:
erano tutti poco più che
ventenni.

COURTESY EVERETT COLLECTION


Come venne in contatto con il Sophie Scholl (allora 21enne) portò stato pronto a rispondere, il funzionario
movimento di Monaco? un migliaio di volantini della Rosa avrebbe chiamato la Gestapo. Dissi
Era il 1942. Hans Hirzel, un mio Bianca a Ulm, da diffondere nella che vivevo in una grande famiglia di
compagno di scuola, figlio di un parroco vicina Stoccarda. Io e Hans Hirzel ci contadini: alcuni parenti erano caduti in
protestante della mia città, Ulm, aveva incaricammo di spedirli. Gli indirizzi guerra e dovevamo mandare gli annunci
rapporti di amicizia con la famiglia li procurò Hans, che rubò un elenco mortuari. Funzionò. A quel tempo avevo
Scholl. Hirzel aveva soggiornato da telefonico a Stoccarda. Le buste e i una gamba rotta, così Hans dovette
loro a Monaco e partecipato ad alcune francobolli li procurai io. All’epoca quasi recarsi da solo fino a Stoccarda con lo
serate di lettura nel corso delle quali tutto era razionato, per cui potevamo zaino pieno di buste. Qui, con l’aiuto di
Hans Scholl, allora 24enne, gli aveva comprare solo tre buste per volta. Mio sua sorella, le imbucò in diverse cassette
chiesto se avesse amici di cui fidarsi, padre, però, in quanto impiegato al per le lettere, per depistare la Gestapo.
per aiutarlo a diffondere volantini centro di nutrizione del Reich, aveva
antinazisti. Tornato a Ulm, Hirzel mostrò un ufficio. Così, una mattina, gli rubai Non fu un rischio eccessivo?
a tre amici – tra cui me – il secondo le chiavi e presi un’intera scatola di Può sembrare così, ma non dimentichi
volantino della Rosa Bianca. Ci chiese buste che portai nel nostro nascondiglio, che Hans e Sophie non avevano parlato
se eravamo d’accordo con le idee del nella Chiesa di Martin Luther, dietro a nessuno del loro progetto. Fino a quel
volantino (obiezioni etiche al nazismo, l’organo. Per i francobolli invece avevo momento era tutto rimasto segreto.
richieste di libertà di espressione, accuse bisogno di soldi. Li chiesi a mia nonna,
di connivenza a chi taceva di fronte agli raccontandole che mi servivano per i Poi Sophie Scholl e il fratello tentarono
abusi del regime, ndr) e se volevamo libri di scuola. Andai quindi all’ufficio un’azione pubblica nell’atrio
distribuirli. Io accettai. postale e chiesi 250 francobolli da dell’Università di Monaco, lanciando
5 pfennig ciascuno. L’impiegato si gli ultimi volantini. Un bidello li fermò
Quale fu il suo ruolo? insospettì e mi domandò: “A che cosa ti e li consegnò alla Gestapo. A poco
Il mio ruolo attivo iniziò quando servono?”. Se in quell’attimo non fossi servì che gli Scholl si fossero dichiarati
70
S
AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

Il nome Rosa Bianca deriverebbe dai versi del poeta


tedesco romantico Clemens Brentano (1778-1842)
unici responsabili dei volantini...
Erano i primi mesi del 1943. Io ero al Il testimone
fronte con la Wehrmacht, in Francia. Lì
venni a sapere della condanna a morte
dei fratell Scholl e di Christoph Probst, F ranz Josef Müller (a destra) è nato a
Ulm (Germania) nel 1924 ed è morto
nel 2015 a Monaco. Cattolico, si iscrisse
durante il primo processo alla Rosa alla Gioventù hitleriana ma nel 1941
Bianca. Mia madre mi aveva inviato un ne uscì. Nel giugno del ’42 conobbe i
ritaglio di giornale con il titolo “Traditori membri della Rosa Bianca e cominciò
del popolo giustiziati!”. Ben presto a cooperare con il gruppo. Arrestato
risalirono anche a me. nel febbraio del 1943 mentre era in
Fui arrestato e portato in Germania Francia con la Wehrmacht (le forze
armate tedesche), fu condannato a
in tempo per il secondo processo alla
cinque anni di reclusione.
Rosa Bianca, in cui altri tre membri di Giusto. Liberato nell’aprile del 1945,
spicco del gruppo, Alexander Schmorell, riprese a studiare laureandosi in
Willi Graf e il professor Kurt Huber, Giurisprudenza. Nel 1986 insieme ai
erano accusati di alto tradimento, parenti dei membri della Rosa Bianca
favoreggiamento del nemico, disfattismo. che furono giustiziati a Monaco,
Il giudice Roland Freisler, presidente fondò la White Rose Foundation a
WIREIMAGE/GETTY IMAGES

Washington e in seguito la Weisse


del Tribunale del popolo, dirigeva Rose Stiftung a Monaco di Baviera.
l’udienza. Era furioso. Urlava e insultava Nel 1991 è stato dichiarato Giusto tra
gli imputati. Io e Hans avevamo capelli le nazioni dal Museo dell’Olocausto
biondi e occhi azzurri, cioè un aspetto Yad Vashem di Gerusalemme, che
“ariano”, e ce la cavammo con una onora così le persone che aiutarono gli
sentenza lieve: “Hans Hirzel e Franz  ebrei perseguitati e combatterono il
nazismo.
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Roland Freisler, famigerato giudice penale del Reich,


morì nel ’45 durante un bombardamento su Berlino
Müller hanno – in quanto ragazzini quando fui detenuto nella prigione in realtà non vide mai la luce, ndr).
immaturi sedotti dai nemici dello Stato della Gestapo, fortunatamente per Ci affidarono persino il bestiame che
– sostenuto una propaganda di alto poco tempo: all’epoca del processo apparteneva alla fattoria della prigione.
tradimento contro il nazionalsocialismo. avevo diciott’anni e in Germania, a Mentre ero in marcia con due compagni,
Per questo sconteranno cinque anni di quell’età, non si era maggiorenni. Così incontrammo un ufficiale che conoscevo
carcere”. Huber, Graf e Schmorell furono fui trasferito nel carcere minorile di che mi disse: “Müller, tu hai vissuto
invece condannati a morte. Heilbronn. in una fattoria e ne sai di mucche,
no? Vi lasciamo in questo paese da un
Durante il processo ebbe paura? Poi arrivarono gli Alleati... contadino. Quando finirà la guerra,
No. Vedere Freisler inveire mi convinse Nell’aprile del 1945, quando gli potrete partire”. Dopo alcuni giorni gli
a prendere ancor più le distanze dai americani erano ormai vicini alla Alleati arrivarono davanti al villaggio.
nazisti. Ero ormai certo di avere agito nel prigione, i nazisti, che non volevano Il sindaco ci mandò a parlare con loro
giusto modo. che cadessimo nelle mani del nemico, – lui, membro del partito nazista,
ci evacuarono. L’obiettivo era radunarci aveva paura – affidandoci il compito di
Come visse i due anni che mancavano nell’Alpenfestung (il territorio in cui, consegnare il villaggio. Procedemmo fino
alla fine della guerra? secondo i nazisti, l’esercito tedesco a giungere davanti a un carro armato.
Li trascorsi in quattro carceri diversi. avrebbe dovuto ritirarsi per resistere Ci tremavano le ginocchia mentre
I momenti peggiori furono all’inizio, agli invasori della Germania, ma che sventolavamo un fazzoletto bianco in
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S
INTERFOTO/ PERSONALITIES/IPA
Repressione
Roland Freisler (a sinistra),
presidente del Tribunale
del popolo nei due processi
contro la Rosa Bianca.

segno di pace. Nel carro armato si aprì resistere fino alla fine della guerra.
il portellone e un soldato alleato chiese Persino lo scrittore in esilio Thomas
se eravamo dei Werwolf (Werwolf – in Mann, in un discorso radiofonico del
tedesco “lupo mannaro” – era il nome 1943 tenuto in Gran Bretagna, parlò di
di un’organizzazione militare gestita noi, rendendo nota la resistenza tedesca.
dalle SS con il compito di compiere atti
di sabotaggio contro gli Alleati, ndr). Per La Rosa Bianca, nel Dopoguerra,
fortuna riuscimmo a convincerli che non contribuì anche a sfatare l’idea che
era così. Gli ufficiali ci fecero salire sulla tedesco fosse sinonimo di nazista...
loro jeep e ci ricondussero a casa. La storia dei fratelli Scholl e della Rosa
Bianca, seppure lentamente, ha aiutato
Secondo lei la Rosa Bianca avrebbe moltissimo a smontare questa equazione
potuto davvero rovesciare il nazismo? nell’opinione pubblica internazionale.
La maggior parte dei tedeschi sosteneva Inoltre in quei volantini c’erano le
in modo convinto il regime o divenne premesse su cui porre le basi di un
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nazista perché conveniva esserlo. futuro centrato sull’idea di un’Europa


Troppo pochi la pensavano diversamente libera: un futuro che si è realizzato. •
e troppo pochi furono raggiunti dai
volantini. Non credo fosse possibile
eliminare il nazionalsocialismo
Sangue innocente
Sopra, Christoph Probst e Alexander
dall’interno. Schmorell in un momento spensierato.
Credo però che chi lesse i nostri A destra, il busto commemorativo
volantini fu almeno incoraggiato a di Sophie all’Università di Monaco.
BATTAGLIE
Nel 1702 il
condottiero
EUGENIO DI
SAVOIA imbastì
un colpo di mano
per catturare
il maresciallo
francese Villeroi.
E la città padana
si svegliò come
©ERICH LESSING/K&K ARCHIVE/MONDADORI PORTFOLIO

in un film di
commandos.

Lo stratega
Eugenio di Savoia
(1663-1736) nel 1710,
vittorioso sui turchi,
in un ritratto equestre
di Jacques van
Schuppen. A fronte,
veduta di Cremona
nel Seicento, di Felice
Giuseppe Vertua.
MONDADORI PORTFOLIO/ELECTA/PAOLO E FEDERICO MANUSARDI
La sorpresa di
CREMONA di Gastone Breccia e Matteo Villa

L
a piazzaforte di Cremona, di mercato, e appena possibile avevano la canaletta, “indi si ruppero le pietre
quartier generale delle truppe preso contatto con don Giovan Battista congiunte alla cinta di ferro in maniera
franco-spagnole agli ordini Cozzoli, parroco di Santa Maria di levarla subito nell’occorrenza
del maresciallo François Nuova, il cui fratello militava al soldo premeditata”. Il colpo di mano
de Neufville, duca di Villeroi, era degli Asburgo, che aveva fatto sapere pianificato dal Savoia doveva essere
perfettamente tranquilla in quella notte di essere disposto a collaborare. tentato nella notte tra il 31 gennaio e il
del 1° febbraio 1702. Gli imperiali 1° febbraio: una compagnia rinforzata
del principe Eugenio di Savoia erano IL PERTUGIO. La piccola chiesa di granatieri si sarebbe introdotta in
lontani, accampati a Ostiano, sulla di don Giovan Battista era costruita città col favore del buio attraverso la
strada di Mantova, e non sembrava a ridosso delle mura; dalla cantina si chiavica di Santa Maria Nuova; poco
potessero costituire una minaccia accedeva a una “chiavica”, un canale prima dell’alba avrebbe attaccato di
immediata per la guarnigione. di scolo delle acque reflue, chiusa sorpresa il posto di guardia franco-
Le porte vennero chiuse al tramonto, da una grata in ferro, che si gettava spagnolo alla porta di Ognissanti,
ma sui bastioni fu mantenuta una nel fossato esterno non lontano da permettendo l’ingresso agli altri reparti
sorveglianza poco più che simbolica. porta Ognissanti, o porta Venezia. imperiali che, per non destare allarme,
Nessuno sospettava che il nemico Come si legge in una cronaca del 1703 avevano ordine di muovere da Ostiano
fosse in città: sabato 28 gennaio, (conservata presso la Libreria civica a Cremona solo durante la notte.
infatti, otto soldati austriaci erano di Cremona, Collezione Ala Ponzone, Il principe Eugenio aveva predisposto
entrati a Cremona travestiti da manoscritto Aa.2.24), gli otto austriaci per il primo assalto tre distaccamenti,
contadini, approfittando del giorno si misero subito all’opera per ampliare destinati rispettivamente a presidiare 

75
S
Il duca di Villeroi era stato mandato Preso all’amo
Nella notte del 1°

in Italia nel 1701, a capo dell’esercito


febbraio 1702 il
maresciallo francese

francese impegnato nella Guerra


Villeroi viene attaccato
e fatto prigioniero
dalle truppe del
di successione spagnola (1701-1714) principe Eugenio.
A destra, la mappa
della città, con porte,
ridotte e fortificazioni,
porta Ognissanti, conquistare porta il piccolo presidio franco-spagnolo che il Savoia usò per
Margherita (o Romana, poco più a est) di porta Ognissanti, aprendola ai studiare il suo piano
e occupare piazza dei Ciabattini (oggi reparti imperiali, che in pochi minuti di battaglia.
piazza Stradivari), nel cuore dell’abitato, raggiunsero come previsto porta
dove era collocata una batteria di Margherita e piazza dei Ciabattini.
cannoni francesi. Per completare Svegliato dal rumore dei
l’azione, un secondo contingente di combattimenti, il duca di Villeroi –
imperiali agli ordini del principe Carlo che risiedeva a palazzo Offredi (oggi
Tommaso di Lorena-Vaudémont avrebbe Cavalcabò), a un centinaio di metri

BRIDGEMAN IMAGES
dovuto attaccare da sud, attraverso il appena da porta Ognissanti – si
ponte di barche sul Po, quando le forze precipitò in strada, ma venne catturato
entrate a Cremona avessero preso il da un capitano irlandese al servizio
controllo anche della porta cittadina degli Asburgo prima di riuscire a
che si apriva verso il fiume. La prima organizzare le sue truppe. Presso
parte del piano del principe di Savoia quella porta, negli stessi minuti, venne
ebbe pieno successo: i granatieri passati anche mortalmente ferito don Diego
dalla canaletta di Santa Maria Nuova de la Concha, governatore spagnolo di
riuscirono a sorprendere e annientare Cremona. La sorte della guarnigione
sembrava segnata: alla prima luce il
principe Eugenio raggiunse il Palazzo
Comunale, convinto di poter trattare
la resa con le autorità cittadine. Ma
la seconda parte del suo piano, che
prevedeva l’attacco della colonna
del principe di Lorena-Vaudémont
attraverso il Po, non stava andando
come previsto. Dal settore delle mura
che dominava il fiume arrivavano
scariche di fucileria e salve d’artiglieria.
Era ormai giorno e stava iniziando il
combattimento.

LA BATTAGLIA. Sulla riva sinistra


del Po, all’estremità meridionale
del ponte di barche, la guarnigione
franco-spagnola aveva costruito una
ridotta dove erano stati distaccati una
BRIDGEMAN IMAGES

cinquantina di mercenari irlandesi


del reggimento Dillon agli ordini di
un ufficiale, il capitano Stuart, che
accolsero con un nutrito fuoco di
fucileria l’avanguardia della colonna
del principe di Lorena-Vaudémont. Il
distaccamento venne rinforzato da una
Duca di Villeroi compagnia francese, e Stuart con il
suo aiuto respinse un secondo attacco
imperiale; contemporaneamente, alle
François de sue spalle, un altro distaccamento
Neufville, duca irlandese riuscì a mantenere il controllo
di Villeroi, era
della porta che dava accesso al ponte
a capo del
reggimento (porta di Po), ricacciando indietro un
francese reparto austriaco proveniente da piazza
assediato. dei Ciavattini.
76
S
La situazione era confusa: mentre
il principe Eugenio cercava i notabili
cremonesi per avviare le trattative
di resa, le sorti della lotta si decisero
attorno alle due batterie franco-
spagnole che difendevano la porta
di Po e il ponte, rialzate rispetto alle
mura, approntate vicino alle chiese
di Santa Lucia e di San Salvatore. La
seconda venne presa di slancio dagli
imperiali, che avanzavano dall’interno;
ma il maggiore Daniel O’Mahony,
al comando del reggimento Dillon,
riuscì a raccogliere alcune centinaia di
irlandesi, e di propria iniziativa li guidò
all’assalto riconquistando la batteria
di San Salvatore, mentre altri irlandesi
difendevano quella di Santa Lucia.

SENZA PONTE. La pronta reazione


degli uomini di O’Mahony – che
costrinsero gli austriaci ad abbandonare
tutta la zona di porta di Po – fu
l’episodio decisivo della giornata: anche
perché, come leggiamo ancora nella
cronaca del 1703, il principe di Lorena-
Vaudémont, dopo aver finalmente
cacciato la compagnia del capitano
Stuart dalla ridotta a sud del fiume,
“stava attendendo i segni concertati col
principe Eugenio per investir la testa
del ponte, e passar di qui in soccorso
dei suoi; ma gli andò fallito l’intento,
perché conservandosi la porta del Po,
ricuperatesi la batteria di S. Salvatore,
si cominciò da essa, e con l’altra
ancora di S. Lucia, che diffendeano
il detto forte, e ponte, a bersagliarlo,
e farlo allontanare, e nel medesimo
tempo fattasi ritirar la guarnigione
da esso forte, si fe’ tagliar il ponte, ed
abbruciare anco per maggior sicurezza 

77
S
BRIDGEMAN IMAGES

alcuni mulini, de’ quali si componeva”.


La distruzione del ponte privò Eugenio
Alla fine Eugenio di Savoia dovette
della possibilità di far affluire a ritirarsi con i suoi imperiali. Senza
vincere, aveva però fatto l’impresa
Cremona una parte importante delle
forze imperiali. Nel frattempo, in
città, la popolazione rimaneva ostile,
mentre la guarnigione del castello di
Santa Croce – il principale caposaldo di Commercy (così si legge in una generosamente si difendeva”, ovvero
all’interno delle mura – si mostrava cronaca, ma si trattava forse del mentre la battaglia era ancora in corso,
determinata a combattere a oltranza. principe di Lorena-Vaudémont, che aggiungendo “ch’era necessario che
nel frattempo aveva passato il fiume venisse qualche parte de consiglieri della
STRADA PER STRADA. In su un’imbarcazione per conferire col città per consultare con essi una materia
più, come spesso accade in contesti principe Eugenio), senza dubbio su tanto importante, ma per lo gran fuoco
urbani, era molto difficile mantenere ordine del Savoia, fece un estremo che si faceva per la città non poté unire
il controllo delle truppe impegnate tentativo per convincere le autorità che li signori Pietro Antonio Lodi,
nei combattimenti: le strade strette, le cittadine a schierarsi dalla loro parte: capitano Sforza Picenardi, Ludovico
difficoltà d’orientamento, la tendenza convocato il podestà Giovanni Galeazzo Ferrari e Francesco Arisi, conservatore
dei soldati a darsi al saccheggio prima Visconti “gli fece istanza che facesse degli ordini della Città”.
del tempo – molti dei prigionieri pubblicare subito un editto col quale
imperiali sarebbero stati poi catturati si comandasse a tutti li cittadini di EROI IRLANDESI. La minaccia di
nelle cantine o nelle osterie, ubriachi prender l’armi a favore dell’imperatore, mettere a ferro e fuoco Cremona non
– e l’impossibilità di sapere con e che si scacciassero li francesi offrendoli era stata presa sul serio, né avrebbe
esattezza dove si trovasse il nemico migliori trattamenti, e per lo contrario potuto esserlo in quella situazione.
resero impossibile persino a un generale minacciando sangue e fuoco quando Con l’approssimarsi della notte, resosi
esperto come Eugenio di Savoia di non si fosse eseguito ciò che voleva”. conto che le sue truppe correvano il
coordinare un’azione tattica efficace. Il podestà, senza perdere la calma, rischio di restare in trappola, Eugenio
Col passare delle ore gli imperiali si si rifiutò di emanare un simile editto diede ordine di abbandonare la città.
ritrovarono a malpartito e il principe “a vista del presidio francese che La sorpresa iniziale era riuscita e gli
78
S
I rinforzi
La battaglia tra le
vie di Cremona.
Nella pagina a
sinistra: i Wild Geese,
mercenari irlandesi
che combatterono in
città, mentre lasciano
Limerick per la
Francia (1691).

BRIDGEMAN IMAGES
imperiali avevano inflitto ai franco-
spagnoli perdite severe, oltre ad aver
catturato il loro comandante in capo; Il contesto: la Guerra
ma l’obiettivo strategico dell’azione –
privare il nemico della sua principale
di successione spagnola
base d’operazioni nella Valle Padana –
non era stato raggiunto. I veri eroi della
giornata erano stati The Wild Geese
I l blitz di Cremona fu un episodio di uno dei
conflitti più lunghi della storia europea. Il
primo novembre del 1700 moriva senza eredi
(“le oche selvatiche”), come erano diretti il re Carlo II, ultimo Asburgo sul trono di
soprannominati i mercenari irlandesi Spagna. Nel suo testamento aveva designato
come successore il giovane Filippo duca
al servizio dei re cattolici d’Europa, le d’Anjou, nipote di Luigi XIV di Francia e della sua
cui gesta vennero poi celebrate da una sorellastra Maria Teresa d’Asburgo, figlia di primo
ballata popolare, Remember Cremona. letto di re Filippo IV di Spagna. Subito si formò Filippo V
A loro è giusto lasciare l’ultima parola... un’alleanza guidata dagli Asburgo per impedire di Spagna
Again and yet again, / Though the l’unione delle corone di Francia e Spagna, che avrebbe
third of us are slain, / (Shout boys, messo in discussione l’intero assetto politico europeo: vi
Erin’s the renown!) / Though Sieur aderirono l’Inghilterra, l’Olanda, la Prussia e molti Stati minori.
Il conflitto. Iniziava così la Guerra di successione spagnola (1701-1714). Come già
Villeroi is taken, And the lilled flags accaduto in passato, il Ducato di Milano (che dipendeva dalla Spagna) divenne uno dei
are shaken, / Till our tardy comrades maggiori campi di battaglia tra le grandi monarchie, soprattutto nella prima fase. Il
©ERICH LESSING/K&K ARCHIVE/MONDADORI PORTFOLIO

waken, / We keep the town! governatore di Milano, Carlo Enrico di Lorena-Vaudémont, accettò a malincuore il nuovo
[Ancora e ancora, / anche se re Filippo come legittimo sovrano; suo figlio, Carlo Tommaso di Lorena-Vaudémont,
un terzo di noi è stato ucciso / (Gridate combatté nel campo avverso, agli ordini del Savoia, tanto da meritare la nomina a
forte, ragazzi, il nome d’Irlanda la Feldmarschall prima di cadere nella battaglia di Ostiglia (8 maggio 1704). Dopo alterne
vicende la guerra si concluse con la Pace di Utrecht (1713) e Rastadt (1714): Filippo
gloriosa!) / anche se il signore di
d’Anjou venne riconosciuto da tutti i belligeranti come Filippo V di Spagna e delle
Villeroi è preso, / e le bandiere colonie, rinunciando però a qualsiasi pretesa per sé e per i propri discendenti sul trono
coi gigli tremano, / finché non si francese, mentre l’Austria ottenne i Paesi Bassi spagnoli (il Belgio attuale) e il Ducato di
svegliano i nostri pigri camerati / Milano (cui fu annessa Mantova), l’Inghilterra ebbe Gibilterra, Minorca e i territori della
noi teniamo la città!] • Baia di Hudson in America Settentrionale, cedute dalla Francia.
79
S
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II APPUNTAMENTO
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IV APPUNTAMENTO
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Analisi dei lavori


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81
S
ARCHEOLOGIA
Luoghi sacri
I monoliti fallici del
tempio di Karahan
Tepe, costruito
12mila anni fa a
circa 40 km da un
altro sito sacro dei
cacciatori raccoglitori
neolitici, Göbekli
Tepe. Nella cartina, la
collocazione dei due
siti archeologici, nella
Turchia Sud-orientale.

IL PRIMO
82
S
TEMPIO
In Turchia è stato
scoperto il SITO
RELIGIOSO più
antico del mondo:
Karahan Tepe.
di Franco Capone

I
l primo tempio della storia
dell’uomo sorge su un’arida collina
di un parco nazionale della Turchia:
il parco dei monti Tek Tek, nella
provincia di Sanliurfa. È un edificio
circolare con un diametro di 23 metri,
in parte scavato nella roccia, a formare
una specie di grande scodella con muri
a secco, profonda 5,5 metri. Al suo
interno troneggiano, fermati nel tempo,
11 monoliti fallici e una misteriosa
testa umana di pietra con il corpo di
serpente. È il tempio di Karahan Tepe,
12mila anni di età, nuovo “punto zero
della civiltà”, dato che secondo recenti
studi è più antico di 4 secoli rispetto a
Göbekli Tepe (9600 a.C.), altro sito 40
km più a ovest e che finora deteneva
il primato (v. riquadro a fine articolo).
Stesse stele a T con figure di animali,
stessa mano di una cultura industriosa.
Per costruire i due complessi sacri ci
vollero gli sforzi di molti individui con
capacità tecniche non comuni. E tutto
questo 7mila anni prima delle ziqqurat
della Mesopotamia, le piramidi a tre
strati dei Sumeri, cioè in un’epoca
antecedente la scoperta dell’agricoltura.
Quando i templi, in teoria, non
avrebbero dovuto ancora esserci.

UN’ALTRA STORIA. Secondo


il “modello classico”, i primi templi
sorsero per volere di re-
sacerdoti quando la
rivoluzione agricola aumentò
le risorse disponibili. Ma
Istanbul
Karahan Tepe e Göbekli Tepe
scombinano le carte, perché
Ankara furono realizzati da “semplici”
cacciatori raccoglitori. A
T U R C H I A Karahan Tepe l’ingegnosa
comunità rimase stabile per
circa 700 anni, realizzando
Sanliurfa Göbekli Tepe edifici che comunicavano
Karahan Tepe fra loro attraverso corridoi
e porte. Quando una delle
strutture religiose non era più
SIRIA IRAQ
utilizzata veniva riempita di
terra e seppellita assieme alle 
83
S
La testa di UOMO-SERPENTE trovata a Karahan Tepe
stele a T, che rappresentavano forse INIZIAZIONI. I devoti, entrando loro utensili, in particolare dalle
antenati stilizzati e divinizzati, invocati nel tempio principale circondato da micro lame, frutto di una tecnica
a sostegno della comunità. Nel sito si un canale, venivano accolti dal volto innovativa. Da un pezzo grezzo di
scava dal 2019, ma solo negli ultimi mesi enigmatico dell’uomo-serpente. Fra selce (nucleo), attraverso uno schema
gli archeologi hanno datato il tempio, gli 11 monoliti fallici si tenevano di scheggiatura si ricavava un gran
che si è rivelato il più antico del mondo. probabilmente riti di passaggio e il numero di strumenti, piccoli ma molto
«L’insediamento in cui si trova il tempio, serpente, che in natura cambia pelle, efficaci: lame, punte, bulini, minuscoli
che comprendeva anche abitazioni, doveva essere simbolo di cambiamento o raschiatoi, poi montati su manici di
era di almeno 10 ettari e abbiamo di rinascita. «La testa dell’uomo-serpente legno e di osso. Alcuni di questi utensili
individuato finora 267 monoliti a T», è la più antica rappresentazione umana raccolti negli scavi hanno le stesse
spiega Necmi Karul, direttore degli scavi. scolpita su pietra che si conosca, e altre caratteristiche delle micro lame più
«Ci sono molte ossa di animali sacrificati figure antropomorfe sono in fase di antiche trovate in Siberia. «Dato che
nelle aree sacre». datazione», precisa ancora Karul. la cultura di Karahan Tepe e Göbekli
Fra le sculture ritrovate e trasferite al
museo di Sanliurfa – una città che si
trova a 45 km dal sito archeologico –
spiccano quelle di un uomo che porta
sulle spalle un leopardo, una figura
umana con due teste e rappresentazioni
di scimmie, felini, facoceri e uccelli.
Tutto fa pensare a una religione
sciamanica. Dagli sciamani attuali, quelli
siberiani o dell’Amazzonia, sappiamo
infatti che credono di trasformarsi in
animali quando, in trance, entrano
in contatto con il mondo degli spiriti
per compiere guarigioni e risolvere i
problemi della loro comunità. «Mentre
a Göbekli Tepe gli animali scolpiti
venivano mostrati aggressivi, a
Karahan Tepe il rapporto con loro
appariva pacifico. In ogni caso le opere
dimostrano le grandi capacità artistiche
dell’uomo nel periodo neolitico»,
prosegue Karul.
Ma chi erano e da dove venivano i
cacciatori raccoglitori di Karahan Tepe?
Un suggerimento è dato dai

Totem
Monolite-totem
ritrovato a Göbekli
Tepe e datato tra
l’8700 e l’8200 a.C.
Ai lati sono scolpiti
due serpenti.

Volto misterioso
Una delle sculture
ritrovate a Karahan
Tepe. Rappresenta
una testa umana con
sopracciglia e occhi
molto infossati, tanto
da sembrare una
maschera spaventosa.
è la più antica rappresentazione umana scolpita su pietra
Tepe compare improvvisamente, senza TEMPO LIBERO. I cacciatori Con più cibo, i cacciatori raccoglitori
precursori sul luogo o nelle vicinanze, raccoglitori conobbero un grande slancio ebbero più tempo da dedicare ai miti
potrebbe proprio essere arrivata con alla fine dell’ultima glaciazione (da e all’immaginazione e costruirono i
un flusso migratorio iniziato dalla 16mila anni fa). «Il miglioramento del primi edifici sacri, segnando la nascita
Siberia», spiega Erhan Yildirim, clima li rese più mobili, favorendoli di una civiltà che pare davvero essere
archeologo e guida incaricata per i due non soltanto nella caccia. Ci fu più stata la prima. Nel raggio di alcune
siti. Il percorso? «Attraverso il corridoio disponibilità di vegetali spontanei e decine di chilometri gli studiosi hanno
montano dell’Asia Centrale e i monti questo rese possibile iniziare a essere infatti individuato, con avvistamenti
Zagros dell’Iraq Settentrionale, fino stanziali, almeno nei periodi in cui la aerei e tecniche di georilevazione, altri
all’Anatolia Sud-orientale. Le micro raccolta era più abbondante. A Karahan 12 siti simili, con le caratteristiche stele
lame infatti compaiono fra i reperti Tepe abbiamo trovato molte macine a T, ancora da scavare. E tutto sembra
archeologici prima sui monti Zagros, per lavorare grano selvatico e altre indicare una via non convenzionale
poi nei siti turchi». graminacee». verso la civiltà. 

Porte d’ingresso
Parti di una struttura
della zona residenziale
di Karahan Tepe. Gli
archeologi pensano
che le piccole colonne
a T e la struttura
quadrata che si trova
al centro fossero usate
per entrare dal tetto.

85
S
Ritrovamenti
Uno dei templi
circolari di Göbekli
Tepe con i monoliti a
T. Sotto, un uomo che
trasporta un leopardo,
trovato a Karahan
Tepe. Nell’altra pagina,
una figura umana a
due teste (forse due
gemelli) e (in alto) una
stele a T, sempre da
Karahan Tepe.

La teoria classica, riguarda gli attuali Borana dell’Etiopia e


applicata per esempio del Kenya: non hanno capi, ma hanno
ai Sumeri, parte dalla saputo costruire pozzi monumentali nel
scoperta dell’agricoltura deserto per il loro bestiame, diventati
e delinea una fase di luoghi di aggregazione sociale e rituale.
surplus alimentare dovuta Si regolano con assemblee per classi di
a invenzioni come l’aratro età, di villaggio e regionali. Il secondo
e alle opere irrigue, che esempio, assai più antico, è la Civiltà
portò all’emergere di figure dell’Indo (3300-1900 a.C.), che costruì
carismatiche di “regolatori” nell’attuale Pakistan città di 30mila
– in pratica ingegneri idraulici –, abitanti con case a due piani di mattoni,
primi re delle città-Stato. Prevede dotate di bagni con acqua corrente.
infine la formazione di una Questa civiltà egualitaria, senza re
classe sacerdotale e di una casta né guerrieri, sviluppò una scrittura
di guerrieri. Ma non dappertutto ideografica, ancora da decifrare.
sarebbe andata così. Nemmeno a Karahan Tepe e a
Göbekli Tepe c’erano capi supremi
PARALLELI. Esistono almeno e dispotici. Esistevano soltanto
due esempi di opere complesse nate specialisti: architetti, sciamani, addetti
da società pastorali e agricole non ai magazzini di cereali selvatici, noci
stratificate, bensì egualitarie. Il primo e pistacchi, organizzatori della caccia
La “collina panciuta”
P er molto tempo le capre pascolarono
indisturbate a Göbekli Tepe (in turco,
“collina panciuta”). Poi, una mattina del
1993, un pastore vide spuntare dal terreno
una strana lastra di pietra. Avvisò il museo
di Sanliurfa, a 18 km, che a sua volta si
mise in contatto con l’Istituto germanico di
archeologia a Istanbul. Gli scavi iniziarono
quasi subito, diretti dall’archeologo
Klaus Schmidt (1953-2014). E
portarono alla luce un complesso
megalitico con diversi recinti
circolari di pietre, colonne e
monoliti alti fino a 6 metri
e pesanti 15 tonnellate.
Secondo Schmidt, i monoliti
a T più piccoli (3 metri) con
diverse incisioni raffiguranti
animali come leoni, bovini
selvatici, avvoltoi, sciacalli
e persino formiche giganti,
rappresentavano i simboli di
riti sciamanici, mentre i due
più grandi al centro dei circoli,
con testa, braccia e gambe
umane stilizzate, raffiguravano gli
antenati guardiani della comunità.
Vennero portati alla luce otto principali
templi circolari, con sculture e bassorilievi

I MEGALITI SACRI
realizzati usando strumenti di pietra e
osso. Dato che l’insediamento si trova nella

nacquero dal bisogno di


Mezzaluna fertile, ma non presenta tracce di
coltivazione, Schmidt ipotizzò per primo che
l’organizzazione sociale necessaria a realizzare
spiritualità e impegnarono l’intera complessi monumentali avesse reso possibile
l’avvento dell’agricoltura, e non viceversa.
comunità nella loro edificazione Osservatori. Nel 2014 l’archeoastronomo
del Politecnico di Milano Giulio Magli propose
una spiegazione intrigante sull’origine del
cooperativa. In quanto parte di una fare riferimento a un luogo preciso in cui complesso di Göbekli Tepe. Lo studioso
comunità di cacciatori raccoglitori, pregare e allo stesso tempo socializzare, osservò che i tre cerchi fino ad allora
portati alla luce erano allineati con Sirio, la
erano considerati dei pari, come accade fare scambi, sposarsi, pensare più in stella più luminosa del cielo notturno. Lo
fra gli odierni Boscimani, gli Hadzape, i grande», conclude Yildirim. erano, in particolare, considerando la linea
Pigmei Baka o Mbuti e altri. Questa è oggi la teoria più condivisa in immaginaria che passa in mezzo ai due
Gli edifici sacri e le costruzioni Turchia, dove uno Stato che promuove la “antenati” di pietra. Ricostruendo al computer
megalitiche richiedevano scavi, religione può vantare i templi più antichi la volta celeste del passato, capì che la
estrazione di blocchi di pietra dell’umanità. L’architettura religiosa, struttura circolare chiamata D era allineata
pesanti tonnellate, il loro trasporto e secondo questa visione, nacque prima con Sirio nel 9100 a.C., la C nell’8750 e la B
nell’8300. I progettisti del Neolitico avrebbero
collocazione: tutta la comunità era che i mezzi di produzione portassero cioè ricostruito più volte il tempio, concepito
coinvolta. «Fu la ricerca della spiritualità alla civiltà. Anzi, la civiltà stessa sarebbe come un osservatorio astronomico, in base
a permettere il salto dal nomadismo alla il prodotto del sentimento del sacro, all’allineamento con il punto in cui la stella
vita stanziale, perché c’era la necessità di venuto prima di tutto il resto. • Sirio sorge all’orizzonte, che mutò nei secoli.
87
S
NATURA

GLI ALBERI
F
BOSCHETTI DIVINI
in dai tempi più antichi il luogo
sacro per eccellenza era il
bosco che diventava espressione
della presenza divina. Dall’Epiro
alla Sicilia, dalla Gallia alla Tracia
si estendevano boschi e foreste
considerati sacri alle divinità: qui
l’immaginazione collocava episodi
delle storie mitiche, dove la voce
SACRI di Alberto Galotta
Difficile immaginare la nostra vita senza la
degli dèi si faceva oracolo e dove presenza discreta e silenziosa degli alberi: testimoni
talvolta sorgevano templi.
Origini antichissime. Succedeva del tempo che scorre e indispensabili alla vita,
per esempio a Olimpia, la sede
dei famosi giochi: il santuario oggi a volte passano inosservati, ma non fu così
panellenico di Zeus fu costruito nei
pressi di un alsos, un bosco sacro.
per i popoli antichi, che li adorarono come dèi
MONDADORI PORTFOLIO

E a proposito di giochi: una delle o come dimora delle divinità.


origini mitiche delle Olimpiadi
è legata alla figura di Ercole che
dalla terra degli Iperborei portò
l’olivo per incoronare i vincitori. Un
oleastro, specifica Plinio (I secolo),
ancora visibile e venerato ai suoi
giorni. E nell’88 a.C., in un lucus
(“bosco sacro” in latino) il console
Gaio Mario si rifugiò per salvarsi
dai sicari inviati dal rivale Silla.

Collocazione naturale
Al centro di un quadro
dell’Ottocento, circondato dalla
natura, il tempio di Zeus a Olimpia
(Grecia). In alto a destra, resti del
tempio, eretto nel V secolo a.C.
nei pressi di un bosco sacro.
LA CORONA DEL TRIONFO

MONDADORI PORTFOLIO
S econdo il mito greco, la dea Latona partorì
Diana e Apollo abbracciando un tronco
d’ulivo. Diverso è invece l’albero che si intreccia
alle vicende del suo divino figlio: un alloro.
La ninfa Dafne sfuggì alle attenzioni non
desiderate di Apollo trasformandosi nell’albero
che porta il suo nome. Dafne, in greco antico,
vuol dire infatti ”alloro”. Come narra Ovidio
nelle Metamorfosi, Apollo si leghò per sempre
ai rami, alle foglie e alle bacche di quell’albero,
reliquia di un amore mancato.
In trionfo. Gli stessi rami, foglie e bacche di
alloro a Roma erano simbolo di buone notizie:
accompagnavano i bollettini che riferivano
una vittoria dell’esercito, cingevano il capo
dei vincitori durante i trionfi e incoronavano
l’imperatore. Plinio il Vecchio narra un episodio
leggendario riguardante Livia Drusilla, futura
sposa del primo imperatore romano Augusto:
alla donna cadde fra le braccia una candida
gallina, piovuta dal cielo stringendo nel becco
un ramoscello di alloro carico di bacche.
Seguendo l’invito degli indovini, la gallina fu
accudita e il ramo, piantato a terra sulle rive del
Tevere, diede origine a un piccolo bosco detto
appunto ad gallinas. Con Augusto nacque così
la consuetudine di prendere da quelle chiome
le foglie e i rami d’alloro che, sotto forma di
corona e stretti in mano, accompagnavano
gli imperatori nei grandiosi riti trionfali.

MONDADORI PORTFOLIO

Pianta per sempre


Il mito di Dafne raffigurato in un dipinto di
inizio ’800. La ninfa si trasformò in una pianta di
alloro per sfuggire alle avances del dio Apollo.
89
S
QUERCIA PARLANTE Pescato dal mito

MONDADORI PORTFOLIO (4)


In un quadro di Rembrandt
A Delfi, ai piedi del monte Parnaso, la
Pizia masticava foglie d’alloro per
accogliere i messaggi di Apollo. Ma anche
(1632), Zeus si traveste da
toro per attirare la principessa
fenicia Europa. Alle loro spalle
altri alberi erano legati agli oracoli. A
troneggia un’enorme quercia,
Dodona, in Epiro, sorgeva infatti uno dei
simbolo della divinità.
santuari oracolari più antichi. Stando ai
poemi omerici, anche Ulisse vi si era recato
per ricevere il consiglio di Zeus: il vaticinio
si manifestava nel fruscio delle foglie di una
grande quercia custodita nel recinto del
santuario. Un “albero parlante” il cui legno
fu inserito nella prua della mitica nave
degli Argonauti.
Fondamenti. Il legame fra la maestosità
della quercia, albero dalle possenti radici, e
Zeus, dio del tuono e del fulmine, approdò
anche a Roma. Quando Tito Livio narra
l’episodio del ratto delle Sabine da parte
dei Romani, scrive che l’affronto provocò
a sua volta l’ira dei popoli coinvolti, fra
cui i Ceniesi, che decisero di reagire
invadendo il territorio romano. Con facilità
Romolo li sconfisse e portò le spoglie del
comandante nemico sul Campidoglio,
dove le depose proprio ai piedi di una
quercia sacra. Con quel gesto di offerta
a Giove Feretrio (“testimone dei patti”),
Romolo definì i confini del primo tempio
della città.

I primi luoghi sacri furono i boschi. E le colonne


di pietra dei templi ricordano i tronchi degli alberi

ALL’OMBRA DEL FICO

F u sotto le foglie di un albero di fico che


ebbe luogo un evento leggendario, tappa
primordiale della storia dell’antica Roma. Lo
scrittore Tito Livio ricorda il gesto fratricida
compiuto da Amulio che uccise il fratello
Numitore, re dei Latini, e impose a Rea Silvia,
nipote ed erede legittima, una vita consacrata
e verginale. Tuttavia – che sia stato l’intervento
del dio Marte o una faccenda molto più umana
– la giovane ebbe i due gemelli Romolo e
Remo, che Amulio ordinò di gettare nel fiume.
Per un fatto provvidenziale in quei giorni
l’acqua del Tevere straripò e impedì agli
uomini del re di raggiungere la corrente; così
abbandonarono la culla con i due neonati
nell’acqua stagnante, convinti di una loro
morte certa. Ma all’ombra di un albero di fico,
nel baluginare delle luci sull’acqua, una lupa
assetata trovò i due fratelli: allattandoli, li salvò.
Venerato. Da allora quel fico fu detto
ruminalis, dal termine latino che significa
“mammella”. Come annota Plinio il Vecchio,
nel Foro di Roma si venerava una pianta di
Come da leggenda fico a ricordo dell’episodio che aveva salvato
MONDADORI PORTFOLIO

Romolo e Remo allattati i futuri fondatori dell’Urbe. Oggi, nelle vie


sotto un fico, dipinti da monumentali del Parco archeologico del Foro
Pieter Paul Rubens (1615). romano, un albero di fico offre ancora la sua
ombra ai turisti accaldati.
UNA SFIDA DIVINA

MONDADORI PORTFOLIO
A tene, faro dell’epoca greca classica, conservava un albero nel cuore
del suo luogo più sacro. Sull’Acropoli, nel recinto scoperto del tempio
chiamato Eretteo, era infatti custodito un tronco prezioso: un dono di Atena,
risultato di una sfida divina per il possesso dell’Attica.
Sorvegliati speciali. Il mito, come raccontato da Apollodoro di Atene,
risale ai tempi in cui gli dèi erano in cerca di città che li onorassero di un culto
preferenziale. Davanti a Cecrope, re dell’Attica, si presentarono Poseidone
e Atena. Il dio del mare, con un colpo deciso del suo tridente, fece scaturire
dalla roccia flutti di acqua salata. Atena invece offrì il germoglio del primo
ulivo. Tra i due sfidanti nacque dunque una contesa che soltanto il grande
Zeus riuscì a risolvere: affidò il giudizio a dodici divinità che attribuirono la
vittoria ad Atena da allora eponima della città.
Da quel primo tronco di ulivo ne germogliarono altri, i cosiddetti moriai:
alberi sacri ad Atena che si piantavano in vari luoghi pubblici e privati. Il dono di Atena
Un’orazione scritta da Lisia nel IV secolo a.C., a difesa di un uomo accusato Sopra, un ulivo sull’Acropoli di Atene oggi.
di aver sradicato un ceppo di ulivo sacro, testimonia che quegli alberi erano In alto, in un affresco del ’700, la contesa tra
protetti da leggi severe e sorvegliati dai magistrati della città. Poseidone e Atena, raffigurata sotto l’ulivo.
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MIRTO PURIFICATORE

A lla vicenda del ratto delle Sabine si


lega un’antica tradizione. Plinio il
Vecchio narra che, dopo una sanguinosa
battaglia tra Sabini e Romani, i due eserciti
deposero le armi e si purificarono con
rami di mirto nei pressi delle statue di
Venere Cluacina, così chiamata dal verbo
cluere, “purificare”. Ed è proprio a Venere
che si associa la pianta di mirto.
Ovidio, illustrando un rito femminile da
compiersi alle calende di aprile, ricorda
che la dea uscì dall’acqua e si rifugiò
dietro un mirto per nascondere la sua
nudità alla vista dei satiri. A lei, protettrice
delle unioni matrimoniali, è consacrata
la pianta di mirto che, bruciando, esalava
profumo nei suffumigi di particolari riti
purificatori.
Intrecciati. Simbolo di unità, non soltanto
amorosa, le foglie e le bacche di mirto
coronavano il capo delle spose nell’antica
Grecia e onoravano i comandanti romani
ai quali era riservata l’ovazione: un tributo
Simbolo di unione inferiore al trionfo, inaugurato dal console
In un quadro del 1525, Publio Postumio Tuberto che, come
Venere con una corona leggiamo nella Naturalis Historia di Plinio,
di mirto, tipica delle spose. fu decorato con una corona intrecciata di
mirto, sacro alla Venere Vittoriosa.
91
S
ARTE

ROMA ME
DIREZIONE CENTRALE DEGLI AFFARI DEI CULTI E PER L’AMMINISTRAZIONE DEL FONDO EDIFICI DI CULTOW

Nascoste dallo splendore dei palazzi


rinascimentali, delle piazze e
delle chiese barocche, sacrificate
dai lavori per riportare alla luce i
monumenti antichi, le vestigia della
Città Eterna tra VI e XIV secolo
sono poco conosciute. Una mostra
fa riemergere questo volto perduto.
92
S
DIEVALE
di Irene Merli

RELIQUIARIO
DI SANT’ELENA
Scrigno di sandalo e
gemme (metà del XII
secolo) con le spoglie
di Elena, madre di
Costantino I, che per
la tradizione trovò
la croce di Cristo.
Fu rinvenuto nel
1960 nella Basilica
dell’Aracoeli.
PAPA
GREGORIO IX
Mosaico del XIII secolo.
Gregorio IX fu uno dei
papi più importanti del
Medioevo: canonizzò
Francesco d’Assisi e
Antonio da Padova e si
scontrò con Federico II
(duca di Svevia, re di
Sicilia e imperatore del
Sacro romano impero),
che scomunicò.
MUSEO DI ROMA
CUSTODIA
CRUCIFORME DI Nel Medioevo Roma
divenne meta di
PAPA PASQUALE I
La custodia (817-

pellegrinaggio anche
824) conteneva la
croce gemmata

per re e imperatori
con le reliquie della
circoncisione di Cristo,
trafugate durante il
Sacco di Roma (1527).
FOTO@GOVERNATORATO SCV-DIREZIONE DEI MUSEI. TUTTI I DIRITTI RISERVATI

PAPA
INNOCENZO III
Mosaico del 1205-1209
raffigurante il “pontefice
di ferro” che affermò
la superiorità del
vescovo di Roma
su tutti i sovrani del
LA FENICE mondo cristiano, lanciò
Mosaico del 1205- la crociata contro
1209. Innocenzo III gli Albigesi e fu un
volle una nuova implacabile persecutore
decorazione musiva di ebrei ed eretici.
per l’abside della
basilica costantiniana
di San Pietro. Ne
sopravvivono tre
frammenti: uno è la
fenice coronata dal
disco solare, simbolo
di resurrezione.
MUSEO DI ROMA

MUSEO DI ROMA

95
S
LA MOSTRA
A Palazzo Braschi
i visitatori di
Roma medievale. Il
volto perduto della
città potranno fare
un viaggio nei
secoli – dalla caduta
dell’Impero romano
fino al 1309, quando
la sede papale fu
trasferita ad Avignone
– attraverso oltre 160
opere tra mosaici,
affreschi, manoscritti,
incisioni, disegni,
oggetti sacri. È un
percorso tutto da
scoprire, perché quella
dei pellegrini e dei
cittadini che la vissero
tra il VI e il XIV secolo
era una Roma diversa
da quella oggi più
celebrata.
Le basiliche. L’Urbe
medievale era un
centro di potere e di
fede, ma la mostra
ne racconta anche
la quotidianità, tra
botteghe, laboratori
di artisti e artigiani,
con il Tevere che grazie
ai suoi porti e ponti
era teatro della vita
urbana. L’esposizione
fa luce su palazzi e
basiliche dell’Età di
mezzo, svelando per
esempio la versione
medievale del MADONNA DETTA
Laterano, cattedrale “DELLA CATENA”
di Roma. Infine, nel Si dice che un giovane
salone del museo, si nel ’600 perse il senno, fu
entra in una chiesa legato ai ceppi per 2 anni
medievale ideale, tra ma guarì per intervento
affreschi e arredi sacri. di questa icona, la
Museo di Roma, Madonna che allatta il
Palazzo Braschi, Bambino e angeli (metà
fino al 5 febbraio. del XIII secolo), a cui
offrì come ex voto le sue
catene. Da qui il nome.

Durante il Medioevo
la Città Eterna fu
identificata con i papi
che si susseguirono sul
soglio di Pietro, spesso
tra lotte di potere
96
S
DIREZIONE CENTRALE DEGLI AFFARI DEI CULTI E PER L’AMMINISTRAZIONE DEL FONDO EDIFICI DI CULTO
MADONNA CROCIFISSO
CON IL Un’opera di metà
BAMBINO Duecento, con il
Del primo quarto Cristo nel momento
del XII secolo, della morte, il capo
questa tavola di reclinato sulla spalla
Pietro di Belizo e di e gli occhi chiusi.
MAMIANO DI TRAVERSETOLO

Belluomo raffigura Ai suoi piedi, due


una Vergine in stile figurine di padri e
bizantino. suore domenicane.

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ultimi 18 mesi per le copie semplici e agli ultimi 6 mesi per le copie con allegato, salvo esauri-
mento scorte. Per informazioni: tel. 045.8884400; fax 045.8884378; email: collez@mondadori.it

Hanno collaborato a questo numero:


O. Baldacci, G. Breccia, F. Campanelli, M. Cannoletta, F. Capone, Periodico associato alla FIEG
A. Carioli, M. Erba, A. Galotta, M. L. Leone, M. Liberti, G. Lomazzi, (Federaz. Ital. Editori Giornali)
M. Lorenzon, M. Manzo, P. Mariano, R. Roveda, D. Venturoli, M. Villa.
Accertamento Diffusione Stampa
Certificato n. 8955 del 5/5/2021

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S
AGENDA
A cura di Irene Merli

EVENTO VENEZIA

De’ visi mostruosi


e caricature
Una mostra-evento che parte dai “visi
mostruosi” di Leonardo e dalle “pitture ridicole”
dei lombardi e arriva sino al fiorire del genere
in Laguna, nella prima metà del ’700, con sei
disegni del Tiepolo: 75 opere che spiazzano.
Dal 28 gennaio al 27 aprile. Palazzo
Loredan. Info e prenotazioni: 041 2705616.

LIBRI

MOSTRA MILANO

DAI MEDICI
AI ROTHSCHILD
Un’esposizione racconta quanto i grandi La trappola
banchieri hanno aiutato e amato l’arte. Grazie a un’attenta analisi storica,
l’autore inquadra il sistema di

I
l dialogo tra artisti e committenti è uno dei nodi più importanti nello sviluppo delle arti. controllo, le tattiche e le strategie del
E se fino al Rinascimento a farla da padroni erano vescovi, papi e sovrani, dal XV secolo regime per sedurre gli italiani.
iniziarono a imporsi anche i grandi banchieri, che si misero a gareggiare con i soliti
potenti nel proteggere gli artisti, anche acquistando le loro opere, per consacrare la loro Simone Cosimelli, Come Mussolini ha
ascesa sociale e per passione. Dai Medici ai Rothschild. Mecenati, Collezionisti, Filantropi, alle ingannato gli italiani, Newton Compton.
Gallerie d’Italia di Milano, presenta alcuni banchieri-committenti tra i più importanti della
Storia, a partire da Lorenzo il Magnifico e Cosimo il Vecchio fino a John Pierpoint Morgan,
raccontandone le figure e mostrando alcuni pezzi delle loro collezioni.
Grande varietà. La mostra si articola in
In alto, Ritratto di Lorenzo il Magnifico, di 11 sezioni, ognuna dedicata a un banchiere
Bronzino e bottega (1552-53). Sotto, Madonna mecenate, collezionista o filantropo, in un
della Scala, di Michelangelo (1490-91). arco di tempo dal XV al XX secolo. Stiamo
parlando non solo di coloro che divennero i
signori di Firenze, ma anche, per citare i più
noti, delle famiglie Torlonia e Giustiniani,
di Enrico Mylius, di Nathaniel Mayer von
Rotschild. E grazie alla partnership con il
Museo del Bargello di Firenze e con l’Alte
Nationalgalerie di Berlino, oltre a prestiti
nazionali e internazionali, sono in esposizione
più di 120 opere, tra dipinti, sculture,
bronzetti, disegni, incisioni, medaglie
Il cardinale rosso
e cammei. Qualche nome? Caravaggio, La vera storia del celebre religioso,
Michelangelo, Van Dyck, Bronzino, Verrocchio, fine e spietato politico, che trasformò
Gherardo delle Notti, Hayez... la monarchia francese e affascinò
l’Europa con la sua abilità diplomatica.
Fino al 26 marzo. Gallerie d’Italia di
Milano. Informazioni e prenotazioni: Stefano Tabacchi, Richelieu,
https://gallerieditalia.com/it/ Salerno Editrice.
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NEI PROSSIMI NUMERI
IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIO CON TANTE ALTRE STORIE E PERSONAGGI

SHUTTERSTOCK / PRACHAYA ROEKDEETHAWEESAB


PRIMO PIANO

PERSONAGGIO STALIN
A 70 anni dalla
UNA DONNA morte del dittatore
sovietico (3 marzo
CONTRO 1953), ricostruiamo il
NAPOLEONE concatenarsi di eventi
che lo portarono a una
La storia di Nadežda Andreevna fine forse frutto di una
Durova, che si faceva chiamare congiura e il passaggio
Aleksandrov. Combatté contro di potere dopo di lui.
Napoleone Bonaparte come
ufficiale degli Ulani. MONDADORI PORTFOLIO

GIALLO

GUERRA PICO DELLA


ALI TRICOLORI MIRANDOLA
Ricerche del 2018 hanno rivelato che
Il 28 marzo del 1923 nacque l’Aeronautica militare l’umanista morì nel 1494 avvelenato
italiana, l’Arma azzurra: simbolo di forza e modernità, dall’arsenico. Chi volle eliminarlo? Gli
ma anche strumento di propaganda per il fascismo. indizi portano a Piero de’ Medici.
BRIDGEMAN IMAGES

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