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it venerdì 28 marzo 2014 L’UNIONE SARDA 25

BERSAGLIERA CIRO VESUVIO


Eduardo e Totò Il ristorante, in L’hotel, costruito
fra i clienti del Via Santa Brigida sul lungomare
ristorante di 71 dal 1930, Caracciolo nel
Borgo Marinari piacque anche a 1882, ospitò Guy
fondato nel ’19 Toscanini de Maupassant

GAMBRINUS
Nato nel 1860, il caffè
di via Chiaia 1 ha
visto tra i suoi clienti
Gabriele d’Annunzio,
Oscar Wilde e
Benedetto Croce

M
iseria e nobiltà. E cultura fi- to nel 1882 dal finanziere belga
no al midollo delle sue cavi- Oscar du Mesnil - ebbe ospite, fra
tà sotterranee. Di ogni tipo: gli altri, Guy de Maupassant che
letteraria, culinaria e musicale. An- degli abitanti fece un ritratto mi-
che questa è Napoli, protagonista rabile, certificandone l’originalità:
della Storia d’Italia. L’esempio di “Questa popolazione rende unica
Celestino V può bastare. Se l’ex questa città!”.
eremita non avesse abdicato a fa- Da parte sua, il ristorante La Ber-
vore di Bonifacio VIII, annuncian- sagliera, fondato da Emilia del Tu-
do “il gran rifiuto” al papato, Dan- fo sulla banchina del porticciolo di
te non avrebbe forse composto la Santa Lucia, di fronte a Castel del-
Commedia. Il fatto è che Pier da l’Ovo e ai piedi dei Grandi Alber-
Morrone si trovava allora dentro le
mura turrite del Maschio Angioi-
Le città letterarie, viaggio nei luoghi della cultura ghi, ha una storia altrettanto inte-
ressante. Per Eduardo e Totò, e tut-
no, il Castel Nuovo, uno dei simbo- ti gli innumerevoli ospiti ricordati
li della città. E senza Napoli quale
Decameron avremmo avuto? Co-
me dire che senza la città parteno-
pea l’Italia sarebbe un’altra.
Città delle contraddizioni, dei
Per gli incontentabili nel libro delle grandi firme, la cu-
cina prevedeva il meglio dell’arte
culinaria napoletana, dagli spa-
ghetti alle vongole fino al coccio al-
l’acqua pazza, alla frittura di paran-
mille colori e delle mille paure.
“Sole amaro e carta sporca e ni-
sciuno se ne importa e ognuno
aspetta ’a ciorta”. Le parole di Pi-
no Daniele cantano la bellezza e il
comunque c’è Napoli za, per finire con la pastiera, sim-
bolo di fecondità. Cose che si ripe-
tono anche da Ciro a Santa Brigi-
da dove si recavano Marconi e To-
scanini, d’Annunzio e Pirandello,
degrado di un posto senza pari. Giacomo Leopardi, stretti dentro dove il dialogo è incontro, battuta, Wilde a Croce. E proprio sui mar- Tebaldi, Gassman, Totò, Loren, In-
In alto, la cima del Vesuvio e il l’eterno perimetro napoletano. uocchie e maluocchie, magari da- mi del Caffè pare che d’Annunzio grid Bergman. Perché Napoli, con
perenne filo di fumo ad ammonire E se la Napoli popolare “tre cose vanti allo scorcio con l’arco di S. abbia scritto, a matita, in napoleta- tanti stranieri, è tappa del turismo
su un destino incombente e, giù, il tene e belle”, come recita il motto Gregorio Armeno, la via degli eter- no, la canzone ’A vucchella, musi- internazionale e Posillipo, la Rivie-
sontuoso lungomare con l’appen- di Attanasio, pasticceria tra le più ni presepi, e lungo la ferita di Spac- cata da Tosti e incisa da Caruso. E ra di Chiaia, Santa Lucia e il Cor-
dice del Castel dell’Ovo. Il monito ricercate, vicina alla Stazione, e le canapoli, divisa e unita nella mi- sempre nel “caffè delle sette porte” so Vittorio Emanuele attraggono
della Ginestra leopardiana su un tre cose sono ’o mare ’o Vesuvio e gliore dialettica. - per gli ingressi che si aprivano su chi non s’appaga di un’umanità ri-
progresso illusorio dalle pendici del ’e sfogliatelle, è perché il fascino Intanto era nel Caffè Gambrinus, tre strade - ci fu nel 1892 l’inaugu- velata ma ricerca chi riserva ogni
Vulcano e, insieme, il più grande del quotidiano irretisce al di là dei gioiello in stile liberty, stucchi, af- razione del Mattino di Napoli, il giorno nuove sorprese.
poeta augusteo del “Mantua me ge- Musei, Piazze, Chiese meraviglio- freschi e vetri di Murano, che con- giornale pensato da Matilde Serao Angela Guiso
nuit, Calabri rapuere, tenet nunc se. Nei luoghi dove la cultura si fa vergeva il meglio dell’intelligencija e Edoardo Scarfoglio. Mentre già (6 - Continua)
Parthenope”. Virgilio Marone e davanti a “na tazzulella ’e cafè”, del secolo scorso, da d’Annunzio a nel 1885 l’Hotel Vesuvio - costrui- RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo il carcere lo scrittore si rifugiò in via Posillipo Il periodo partenopeo del poeta
L’esilio glamour di Oscar Wilde I gelati di Leopardi
Ointellettuale
scar Wilde (1854-1900),
di punta del
vati ed esibite in tribunale,
determinarono l’imputazio-
Ma il suo arrivo non poteva
passare inosservato, anzi fe- Gaiacomo Leopardi arriva
Napoli il 2 ottobre
piedi ha le calze rattoppate,
ma al collo porta un fazzo-
decadentismo europeo, e ne di sodomia. La successiva ce scalpore. Matilde Serao ne 1833. È in compagnia di An- letto elegante. Ogni tanto è
autore, fra gli altri, del cele- condanna a due anni fu diede addirittura notizia sul tonio Ranieri. I due amici si ospite del Caffè Due Sicilie
berrimo romanzo “Il ritratto scontata presso il carcere di giornale Il Mattino. sistemano in un apparta- dove gusta, goloso, gelati su
di Dorian Gray”, fu protago- Reading. Grande fu lo scan- Nonostante la cautela dei mento di tre stanze. Consi- gelati. Talvolta sceglie il Caf-
nista di due processi, nel pri- dalo considerata la notorietà suoi spostamenti, il grande derati i suoi malanni, la vita fè d’Italia dove convergono
mo (1895) dei quali accusò internazionale dello scritto- scrittore fu ospite del Caffé scorre relativamente serena. scrittori e artisti. Ma gli intel-
di calunnia il marchese John re irlandese. Uscito dal car- più celebre della città, il Il poeta sembra integrarsi lettuali partenopei non ama-
Sholto Douglas, padre di Al- cere nel 1897, si rifugiò a Na- Gran Caffè Gambrinus, forse con la città tanto da compra- no la sua misantropia. Lo
fred con cui intratteneva poli insieme a Lord Alfred il più adatto a risuscitare i fa- re biglietti del lotto e sugge- chiamano ’o ranavuottolo
una relazione dal 1891. L’ac- Douglas a Villa Del Giudice, sti di un mondo lontano, nei rire il numero vincente a chi mentre beve tazzine di caffè
cusa però si ritorse rapida- in via Posillipo 3, nome dal fatti il luogo dove pare fosse glielo chiede in ragione del- e granite di limone.
mente contro di lui. Le pro- significato beneaugurante. oggetto di scherno dei turisti la sua gobba portafortuna. Senza mai dimenticare gli
ve della sua omosessualità, Posillipo infatti, in greco si- inglesi. (a.g.) Va a passeggio con un lo- immancabili gelati. (a.g.)
raccolte da investigatori pri- gnifica “tregua dal pericolo”. RIPRODUZIONE RISERVATA
Giacomo Leopardi goro soprabito azzurro, ai RIPRODUZIONE RISERVATA

IN LIBRERIA. Da questa settimana “Il tempo di Marzia” per la casa milanese Leone Editore
Romanzo d’appendice per l’esordio di Susanna Mascia
M
arzia è una giovane pie- fa solo da cornice alla trama che quello che dicevo prima sulle sta caratteristica ci fa percepire
montese che affronta un ho costruito cercando di porre buone storie. La mia preferita è il romanzo come un tipico
viaggio per mare per an- in risalto il percorso di forma- Jane Austen, della quale ammi- esemplare del genere al quale
dare a raggiungere il padre, ge- zione della protagonista». ro lo stile semplice e allo stesso appartiene, dall’altro dà l’im-
nerale di stanza a Sassari, nel Come si è formata letteraria- tempo elegante. La Invernizio pressione di uno sguardo estra-
1793. Così comincia “Il tempo mente? invece la conosco poco». neo, incapace di conoscere dav-
di Marzia” (Leone Editore, pagi- «Sin dall’adolescenza ho letto Va sottolineata la facilità con vero la Sardegna e la natura più
ne 248, 12 euro), romanzo un po’ di tutto: la quale la storia autentica dei suoi abitanti. Nel
d’esordio della cagliaritana Su- avventura, senti- La storia di Marzia scorre, eviden- finale c’è un riferimento preci-
sanna Mascia. Quella di Marzia mento, giallo, ziando una pa- so all’avvenimento noto come
è una storia che piacerà certa- fantasy, persino figlia di un generale dronanza delle s’ann’e s’acciappa, diventato
mente a chi ha amato i libri di horror. Ora pre-
Jane Austen. Infatti si tratta di ferisco soprattut-
nel 1973 a Sassari tecniche del me-
stiere tutt’altro
festività sarda nel 1993. Il 28
aprile del 1793 ci fu a Cagliari
un romanzo storico narrato da to le storie di for- che scontata in una sollevazione popolare, che
un punto di vista femminile, mazione, dove le avventure dei un’opera prima. Colpisce però portò a un’incruenta cacciata
che quindi più che a Walter personaggi si intrecciano con i l’adozione di un punto di vista dei piemontesi, i quali peraltro
Scott guarda al sentimento. loro sentimenti. Le storie ben esterno: l’autrice dà l’impressio- tornarono in Sardegna poco
Romanzo storico o feuilleton? riuscite hanno sempre qualcosa ne di narrare la storia di Marzia tempo dopo, per restarci tran-
«Vista la fortuna che hanno da trasmettere e da insegnare." come se anche lei vedesse la quillamente fino all’unità d’Ita-
avuto i romanzi d’appendice nel Cosa le dicono i nomi di De- Sardegna dal Piemonte. Nulla di lia.
mondo spero che venga consi- ledda, Austen e Invernizio? male, ma l’effetto generale è Ignazio Sanna
derato tale. La storia, in effetti, «Per Grazia Deledda vale ambivalente. Se da un lato que- RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina del libro

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