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auto

ALFA ROMEO
O 8C
Il suo designer
svela tutti i segreti
ti
e racconta la storia
ia
di come è nata

LE ICONE DEGLI ANNI 80/90/00 & RÉTRO


GUIDA ALL’ACQUISTO
Scegli la super berlina giusta per te

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DURA E PURA Leggera e senza fronzoli, la Peugeot 106 Rallye è consigliata a chi sa guidare davvero

SOGNANDO L’AMERICA PICCOLA A CHI? SINFONIA INGLESE


Prodotta per quasi vent’anni in tre versioni, la Una Ferrari V8 di soli 1991 cm3? Si ma la 208 GTB Nata con il difficile compito di sostituire la E-Type,
Ford Capri è una pony car a misura europea scatta da 0 a 100 Km/h in 6,6” e tocca i 242 Km/h la Jaguar XJS sta invecchinado benissimo

LA STORIA DELLA PEUGEOT GIORGIO PANTANO PORSCHE CAYENNE VW PHAETON CLUB ALFA BLUE TEAM
Se la moto è la tua passione,
Motor Bike Expo è la tua casa.
Qualsiasi sia il tuo stile.
EDITORIALE

RESTOMOD:
TU COSA NE PENSI?
Ma davvero ti compreresti un’auto d’epoca a cui è stato estirpato
il “rumoroso” cuore pulsante per mettere al suo posto un
silenziosissimo pacco batterie con l’autonomia di una Gig Nikko?
DI ROBERTO CORONA @rmcorona
CI TROVI

C
i sono quelli fatti bene e quelli fatti male.
Questo è certo. E poi tra quelli fatti male ce ne sono
ANCHE
alcuni che proprio non vanno giù agli appassionati
manco a colpi di scovolone e Mister Muscolo. Ripeto
ONLINE!
spesso in redazione che “Senza passato il futuro
non esiste” ma li tormento anche ricordando loro
che “Il passato, senza futuro, esiste e resiste benissimo”.
Del passato dobbiamo sporcarci le mani e riempirci gli occhi,
dobbiamo conoscerlo e imparare da lui, per migliorare il nostro
presente e il futuro però, per cortesia, lasciamolo in pace e non
tentiamo ogni due per tre di cambiarlo tanto per fare rumore,
business (che spesso non funziona nemmeno)
e far parlare di sè!

“IL PASSATO,
Siamo tutti liberi di pensarla come meglio
crediamo, ma secondo té, come ci potrebbe mai
restare una persona davanti a un dipinto di

SENZA FUTURO,
Leonardo Da Vinci rielaborato inserendo filamenti
di micro led nella sua tela, rendendo retro
illuminata, ad esempio, la Gioconda? ABBONATI
Come reagirebbe il mondo se il bronzo del David SUL NOSTRO SITO

ESISTE E RESISTE
di Donatello venisse sostituito da fibre tecniche https://sprea.it/abbonamenti
tipo carbonio e kevlar? Lo so, ho un po’
estremizzato il concetto ma mettere le mani su

BENISSIMO”
certe opere, anche a quattro ruote, è un sacrilegio,
specialmente se l’intervento di restauro e
ammodernamento tecnologico vengono eseguiti
senza scrupoli e rispetto alcuno per il progetto
originale. Ma poi ci sono anche quelli che il
restomod, nella sua accezione più alta, lo utilizzano per dare
una nuova vita e una nuova chiave di lettura a un determinato
modello. Imprenditori appassionati che solo dopo aver
approfondito con serietà la storia di quell’auto e il contesto storico,
danno il via alla loro squadra per contaminare il modello originale
con idee avveniristiche che non solo lo rispettano, ma che in molti
casi riescono anche a migliorarlo e ad attualizzarlo. DIGITAL
A loro, a partire dal prossimo numero, abbiamo deciso readly, pressreader, zinio,
di dedicare una rubrica sulla nostra rivista, perché vogliamo amazon kindle, magzter, volo.com
dare spazio anche ai sognatori più “Audaci”.
Se avete voglia scriveteci,
Buona lettura parlateci della vostra passione
e della vostra auto, questa è la
nostra email:
redazione@youngtimereretro.it

@youngtimer_retro

@youngtimerretro

youngtimereretro.it 3
SOMMARIO
N° 5 / dicembre 2023/gennaio 2024
YOUNGTIMER & RETRO È IN EDICOLA IL 15 DI OGNI MESE DISPARI

18 COSA COMPRO CON...


Da quelle più note a quelle ingenerosamente dimenticate.
26
Abbiamo selezionato per voi alcune delle berline
vitaminizzate che hanno fatto la storia!

26 TU VUÒ FÀ L’AMERICANA
Nata come pony car a misura d’Europa, la Ford Capri è
rimasta sulla breccia per quasi vent’anni, scopriamo insieme
questa coupè accessibile a tutti!

36 DURA, SENZA FILTRO


Crisi petrolifera e vessazioni del fisco, tra gli anni ‘70 e ‘80,
piegarono anche la ferrea volontà del Drake, e così vide la
luce una Ferrari V8 da appena due litri di cilindrata...

46 VIVE LE SPORT
La Peugeot nel ‘93 offriva ai giovani la 106, un’icona sportiva,
affidabile e raggiungibile. Vettura che ha svezzato una
generazione di rallysti. Guai a prenderla sottogamba!

62 L’INCOMPRESA
La VW Phaeton, l’ammiraglia del popolo, durante la sua
epoca non è stata capita a fondo ma, ai nostri giorni,

Vive le sport
potrebbe rivelarsi un’occasione interessante.

46

36

POSTA & SOCIAL 10 MODEL STORIES 12 MUSEO ABT 100 EVENTI 104
LO SPAZIO DEDICATO MERCEDES CLASSE C: ALFA BLUE TEAM: TUTTI GLI
AI VOSTRI MESSAGGI LA BABY BENZ CHE UN CLUB UNICO DI APPUNTAMENTI CHE
E ALLE FOTO DELLE AUTO HA FATTO LA STORIA COLLEZIONISTI CI SARANNO TRA
IN CUI CI AVETE TAGGATO DELLA STELLA ALFAZIOSI NOVEMBRE E GENNAIO

4 Youngtimer &
74
90

68 HERITAGE
La parabola del “piedone” di Conselve... Giorgio Pantano,
dal kart alla Formula 1!

74 OLD ENGLAND CHARME


La Jaguar XJS sta invecchiando incredibilmente bene,
come le bottiglie del miglior Whiskey, prima snobbata e
84 ora riscoperta!

YOUNGTIMER & RÉTRO


È UNA RIVISTA A BASSO IMPATTO
AMBIENTALE
84 CAR DESIGNER
Quattro chiacchiere con Daniele Gaglione, che ci ha
raccontato la storia inedita sulla nascita della Alfa Romeo 8C.

90 LA CATTIVA STRADA
LE ICONE DEGLI ANNI 80/90/00 & Abbiamo strapazzato una Porsche Cayenne 3.2 V6 con
cambio manuale. Un tempo era dileggiata dai “SUV
Segui le pagine social ufficiali
di Youngtimer&Rètro Lovers”, ma ora è arrivato il momento della sua rivincita.
per non perderti nessuna curiosità
106 AUTOPEDIA
@youngtimerretro @youngtimer_retro Storia, modelli e aneddoti: ripercorriamo la parabola
di Peugeot, la casa del Leone francese.

youngtimereretro.it 5
6 Youngtimer &
PORTFOLIO

L’AUTO
MARCA: Ferrari
MODELLO: F40
MOTORE: 8 cilindri a V di 90°
posteriore longitudinale
da 2.936 cm³, 32 valvole,
biturbo, 478 CV e 577 Nm

IL FOTOGRAFO

NOME: Lorenzo Sonzogni


PAESE: Italia
ANNI: 20
INSTAGRAM: @lore_supercars

Il mio percorso
è iniziato quando
i miei genitori mi hanno
regalato la mia prima reflex.
In principio scattavo foto
perlopiù naturalistiche, ma
nell’estate 2018 sono stato
folgorato dal passaggio del-
la Mille Miglia a Bergamo.
Da quel momento, ho preso
ispirazione dai fotografi
automotive professionisti,
partecipando a eventi e
ritraendo le mie supercars
preferite. Attualmente
utilizzo una Canon EOS
1300D, insieme ci abbino un
obiettivo da 50mm “F1.8”. A
volte, nel caso in cui lo spa-
zio per fotografare fosse ri-
dotto, utilizzo il kit 18-55mm
“F3.5-5.6”. Inoltre, uso un
filtro polarizzatore, un must
have per chi realizza scatti
automotive. In post produ-
zione edito su Photoshop,
sistemando alcuni parame-
tri, in questo modo riesco a
dare la mia color correction
senza stravolgere l’imma-
gine. Le due F40 sono state
ritratte durante un evento
organizzato dalla Scuderia
Ferrari Caprino Bergama-
sco: è stata un’occasione
unica, sopratutto perché
oramai è estremamente
difficile beccare per strada
una supercar così
iconica!

youngtimereretro.it 7
OPINIONE

LA BOLLA
PERENNE
Come funziona il “recente” mercato delle youngtimer?
Tante sono le incognite, poche le certezze:
entrare in gioco oggi significa - anche - saper azzardare.
DI TONY FASSINA

I “BISOGNA ESSER
l settore delle auto d’epoca e delle
youngtimer mi piace molto e, infatti, corro
ancora con la mia Lancia Stratos di
cinquant’anni fa; ma negli anni sono stato

CAPACI DI CAVALCARE
travolto dal lavoro di tutti i giorni, con le
auto “normali” e moderne, trattando
principalmente marchi d’alto livello come

L’ONDA”
McLaren e Bentley. Ci capita però spesso di
avere qualche auto storica o rétro… questo è un
mercato che mi appassiona e che, purtroppo,
non riesco a seguire per mancanza di tempo.
Non escludo però in futuro l’introduzione di un
reparto dedicato esclusivamente al segmento youngtimer! È ormai
da tempo che la bolla in questo frangente sale e scende: fino a uno/
due anni fa i prezzi erano saliti molto, poi le valutazioni sono
iniziate a calare e, da qualche mese, ho notato un nuovo aumento.
Tony Fassina è nato a
A causa di queste molteplici variazioni, il mercato delle
Valdobbiadene (TV) il 26 luglio
youngtimer può essere interessante (a oggi) solo per chi
1945. Imprenditore fondatore,
riesce a seguirlo ogni giorno. In fase di contrattazione,
coordina attualmente tutte le
notiamo come i modelli “alla portata” si vendono con maggiore
attività del Gruppo Fassina.
facilità se a prezzo “economico”; invece al contrario, con i modelli
Oltre che per i successi
più “blasonati”, risulta più facile vendere quelli al top (in
sportivi e per il suo spirito
relazione al rapporto conservazione/prezzo esposto, Ndr.)
imprenditoriale, è celebre per
rispetto a quelli “economici”. Per esempio: quando arrivano
essere operativo già dalle prime
nuovi modelli di McLaren, come la 765 da 400.000 euro, in pochi
ore del mattino. Le sue grandi
giorni li vendiamo tutti; mentre per quelli meno costosi facciamo
passioni sono l’auto e il volo.
più fatica!
È stato il primo pilota di
Anche le vetture youngtimer più alla portata si vendono
rally non facente capo a una
con semplicità, ma per avere dei margini operativi e fare
scuderia ufficiale a conseguire
degli utili bisogna spostarsi su auto più costose, con le
prestigiose vittorie in campo
quali, a mio parere, c’è più gusto sia nel ricavo sia nelle
nazionale e internazionale,
trattative di compravendita, perché tendono
alcune delle quali valevoli per
maggiormente a seguire questa bolla di mercato.
il Campionato del Mondo.
In questi ultimi anni, le Case automobilistiche stanno
spingendo molto sull’elettrico, io personalmente ho sempre usato
auto elettriche, a partire dalla prima Panda elettrica (la Elettra),
per poi passare alla Seicento e alla Miev della Mitsubishi.
Adesso invece uso una Kona. Però, nonostante questa spinta c’è
poca richiesta, perché il cliente prima ha bisogno di essere educato
e informato. Ovviamente nel mercato vi è anche una fetta, più
piccola, dedicata alle auto storiche… tuttavia bisogna essere capaci
nos
di cavalcare l’onda e seguirlo assiduamente! Ho conosciuto tante
realtà, sia grandi sia piccole, e alcune sono riuscitete ad andare
and
molto bene, mentre altre...
Diciamo che attualmente non è semplice rimanere al passo con co
questo andamento altalenante che ci impedisce edisce di fare scelte a
medio lungo termine… ma la Passione cii guida comunque sempre!

8 Youngtimer &
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sportivi grazie a una mescola che utilizza la tecnologia
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sviluppata per le competizioni.
La dispersione dell’acqua è massimizzata
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LA POSTA

LA VETRINA DELLA PASSIONE


Cara redazione, leggendo l’articolo sulla BMW 2002 TURBO
mi sono accorto di un errore ripetitivo, ma niente di grave!
Il motore BMW turbo ha vinto il mondiale di F1 nel 1983
(molto furbescamente), non nel 1981 come più volte avete
citato nell’articolo.
Dico questo perché quell’anno avevo 16 anni e ho assistito
al mio primo GP di F1 dal vivo a Monza (per la verità le prove),
quando Piquet con un motore da 1000 CV, che durava meno
di un treno di gomme, fece la pole position! Comunque siete
fantastici perché mi state facendo rivivere gli anni della mia
gioventù, essendo un appassionato di motori, a due e a quattro
ruote, da quando avevo 13 anni. Concludo con due ricordi per
i diversamente giovani della redazione, ma penso che ce ne @106rallye.it & @passionepeugeot
saranno pochi... vi ricordate la Renault FUEGO TURBO
e la rivista bisnonna di Top Gear STARTER???
P.S. Ho divorato con immensa nostalgia il numero speciale
delle 125 Stradali... stupenda!
Quando uno speciale sui 50cc degli anni 80??? Un caloroso
saluto da un diversamente giovane che ha vissuto molto
intensamente gli anni 80 motoristici!
Leo I.
Buongiorno Roberto,
Ho appena acquistato il numero di ottobre della “nostra”
splendida rivista e, ovviamente, non ho potuto fare a meno
di leggere l’editoriale... che dire, sottoscrivo tutto e dico tutto
quello che dici!!! PUZZA? Io sono malato di auto d’epoca,
appassionato di Alfa Romeo e Alfista praticante!!!
Indovina come si chiama mia figlia? Giulia!!! @classic_auto_passion & @carszeta
Complimenti per la rivista... non ne perdo una e mia figlia
che ha 12 anni, la pensa come me!!!
Simone T.
Buonasera, innanzitutto complimenti per la rivista che seguo
assiduamente. Siete fantastici! Sono un classe ‘79 nato
a Civitavecchia, residente per cuore e lavoro a Palestrina
(Roma). Vorrei raccontarvi la storia che mi ha fatto appas-
sionare al marchio Alfa Romeo e alla 155. Avevo all’incirca
10/11 anni... papà lavorava in ferrovia al porto di Civitavecchia,
all’epoca c’era il boom per la Sardegna, e portandomi con sè
mi lasciava in custodia dalla polizia. Mi conoscevano tutti e gli
agenti mi facevano salire sulle loro 33 col cornetto Algida in
mano! È stata la prima auto che ho messo in moto... poi in po-
lizia faceva servizio un nostro cugino... mi portava in giro sulla
33, un emozione incredibile! Poi inizio a fare spola tra Civita-
vecchia e Palermo, faceva la staffetta al giudice Falcone.
Un giorno mi regalò un modellino della polizia e mi fece
salire sulla nuovissima Alfa 155... di li a poco morì a Palermo
tragicamente. Un anno fa ho deciso di acquistare un’Alfa 155
malmessa, e ho lavorato tanto per ripristinarla totalmente.
Sono vivi ancora dentro di me i ricordi della mia infanzia legati
a quest’auto e le domeniche passate davanti a Telemontecarlo
guardano Nannini e Giovanardi! Con tanti sacrifici eccola ora
qui nel mio garage. Spero non vi abbia annoiato...
grazie per l’attenzione!
Massimo T.

Per suggerimenti, consigli o critiche scriveteci alla mail


redazione@youngtimereretro.it
@mgaly_motorsport

10 Youngtimer &
LA VETRINA DELLA PASSIONE

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MODEL STORIES

La Baby Benz:
la prima berlina
12 Youngtimer &
compatta
MERCEDES CLASSE C

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MODEL STORIES

MERCEDES 190 LE MOTORIZZAZIONI


1982 - 1993 MERCEDES 190E
2.5 16 EVO 1989
MOTORE: 4 cilindri in linea,
16 valvole
TRAZIONE: posteriore
CILINDRATA: 2.463 cm3
POTENZA: 204 CV (150 kW)
@ 6.750 giri, 240 Nm
@ 5.000 – 5.500 giri
DIMENSIONI E PESO:
Lunghezza 4.430 mm,
Larghezza 1.720 mm,
Altezza 1.342 mm, Passo
2.665 mm, Peso 1.320Kg
PRESTAZIONI: 0 – 100 km/h
in 7,5 secondi; 235 km/h
di velocità massima
PESO/POTENZA: 6,5 Kg/CV

MERCEDES 190E
2.5 16 EVO II 1989 - 1990
MOTORE: 4 cilindri in linea,
16 valvole
TRAZIONE: posteriore
CILINDRATA: 2.463 cm3
POTENZA: 235 CV (173 kW)
@ 7.200 giri, 245 Nm
@ 5.000 – 6.000 giri
DIMENSIONI E PESO:

M
ercedes, nel 1982, lancia sul
mercato la sua prima berlina Lunghezza 4.543 mm,
Larghezza 1.720 mm,
“compatta”, conosciuta
asso
Altezza 1.342 mm, Passo
all’epoca come Mercedes 2.665 mm, Peso 1.340 40 Kg
190. Ebbe subito un particolare PRESTAZIONI: 0 – 100 00 km/h
successo, dovuto alla capacità di m/h
in 7,1 secondi; 250 km/h
portare su una vettura di classe media di velocità massima
l’eleganza e i contenuti esclusivi dei PESO/POTENZA: 5,7 Kg/CV
modelli di categorie superiori, come
l’ammiraglia Classe S W126 alla quale si ispirava. Riscontrò un enorme successo, anche per via
del fatto di essere una Mercedes più accessibile, che però non rinunciava a elementi di pregio.
Per questo, e per le sue dimensioni compatte, è diventata nota come la “Baby Benz”, anche se
nel frattempo sono arrivati modelli più piccoli di lei. Nel 1990 Mercedes produsse la Mercedes
190E 2,5 16 EVO II, che montava un motore 4 cilindri 2,5 “superquadro” portato a erogare 235
CV. Di questo modello furono prodotti, in serie limitata, solamente 502 esemplari.
MERCEDES CLASSE C

PRIMA SERIE LE MOTORIZZAZIONI


CLASSE C W202 MERCEDES W202
1993 - 2000 CLASSE C 36 AMG
1993 - 1996
MOTORE: 6 cilindri in linea,
24 valvole
TRAZIONE: posteriore
CILINDRATA: 3.606 cm3
POTENZA: 280 CV (206 kW)
@ 5.750 giri, 386 Nm
@ 4.750 giri
DIMENSIONI E PESO:
Lunghezza 4.487 mm,
Larghezza 1.720 mm,
Altezza 1.385 mm, Passo
2.690 mm, Peso 1.560 Kg
PRESTAZIONI: 0 – 100 km/h
in 6,7 secondi; 250 km/h
di velocità massima
PESO/POTENZA: 5,6 Kg/CV

MERCEDES W202
CLASSE C 43 AMG
1997 - 2000

N
el 1993, dopo 10 anni MOTORE: 8 cilindri a V,
di produzione della 24 valvole
Mercedes 190, il mito TRAZIONE: posteriore
prende forma con la CILINDRATA: 4.266 cm3
nascita della prima Mercedes POTENZA: 306 CV (225 kW)
Classe C di sempre, la W202. @ 5.850 giri, 410 Nm
È di gran lunga il modello più @ 3.250 – 5.000 giri
DIMENSIONI E PESO:
po ta te de
importante dellaa ga a, pe
gamma, c é
perché
Lunghezza 4.516 m mm,
rivoluzionerà il segmento delle
Larghezza 1.723 mmm,
berline medie. Non era facile per Altezza 1.387 mm, Passo
la “nuova” Classe C, ripetere il 2.690 mm, Peso 1.51.570 Kg
successo della 190. PRESTAZIONI: 0 – 100 km/h
Pur mantenendo forme in 6,5 secondi; 250 km/h
classiche, la nuova berlina si è di velocità massim
massima
rivelata un modello azzeccato, con PESO/POTENZA: 5 5,1 Kg/CV
il tipico aplomb della Stella e una
gamma di motorizzazioni per MERCEDES W20
W202
tutti i gusti. Ancora oggi la W202 è ricordata dai clienti della Stella con tanto affetto.
La versione più performante è la variante sportiva C36 AMG, che con il suo 6 cilindri CLASSE C 55 AM
AMG
da 3,6 litri eroga 280 CV. Nel 1997 e nel 1998 vennero presentate due nuove versioni 1998 - 2000
della variante AMG, la C43 e la C55, più potenti e performanti. MOTORE: 8 cilindri a V,
24 valvole
TRAZIONE: poster
posteriore
CILINDRATA: 4.26
4.266 cm3
POTENZA: 347 CV (258 kW)
@ 5.500 giri, 510 N
Nm
@ 3.000 – 4.300 g giri
DIMENSIONI E PESO:
PE
Lunghezza 4.516 m mm,
Larghezza 1.723 m mm,
Altezza 1.387 mm, Passo
2.690 mm, Peso 1.570
1 Kg
PRESTAZIONI:
0 – 100 km/h in 5,5
5 secondi;
250 km/h di velocità
veloc
massima
PESO/POTENZA: 4 4,5 Kg/CV

youngtimereretro.it 15
MODEL STORIES

SECONDA SERIE LE MOTORIZZAZIONI


CLASSE C W203 MERCEDES W203
2000 - 2007 CLASSE C 32 AMG
2001 - 2004
MOTORE: 6 cilindri a V,
16 valvole
TRAZIONE
TRAZIONE: posteriore
CILINDRATA: 3.199 cm3
CILINDRAT
POTENZA: 354 CV (260 kW)
@ 6.100 giri,
g 450 Nm
@ 4.400 giri
DIMENS
DIMENSIONI E PESO:
Lunghe
Lunghezza 4.541 mm,
Larghez
Larghezza 1.728 mm,
Altezza 1.455 mm, Passo
2.715 mm
mm, Peso 1.620 Kg
PRESTAZIO
PRESTAZIONI: 0 – 100 km/h
in 5,4 seco
secondi; 250 km/h
di velocità m
massima
PESO/POT
PESO/POTENZA: 4,6 Kg/CV

MERCEDE W203
MERCEDES
CLASSE C 55 AMG
2004 - 2007
MOTORE: 8 cilindri a V,

C
on l’arrivo del nuovo millennio, 24 valvole
Mercedes lancia la nuova W203, la TRAZIONE: posteriore
Classe C più celebre di sempre dal CILINDRATA: 5.439 cm3
punto di vista stilistico. I fari POTENZA: 367 CV (270 kW)
anteriori infatti sono quattro, a goccia, @ 5.750 giri, 510 Nm
integrati l’uno con l’altro. Un effetto visivo @ 4.000 giri
DIMENSIONI E PESO:
diventato tradizione in poco tempo. Con la
Lunghezza 4.611 mm,
seconda generazione Mercedes ha
Larghezza 1.744 mm,
introdotto, oltre alla sedan e la SW, la prima Altezza 1.412 mm, Passo
versione coupé, con un assetto ancora più 2.715 mm, Peso 1560 Kg
sportiveggiante. In generale questo modello PRESTAZIONI: 0 – 100 km/h
aumenta il comfort e la raffinatezza, in 5,2 secondi; 250 km/h
innovando anche la meccanica. La versione più performante è la C32 AMG, con un potente V6 di velocità massima
3,2 litri da 354 CV, superata in potenza e prestazioni, nel 2004, con l’arrivo della C55 AMG. PESO/POTENZA: 4,3 Kg/CV
La W203 fu la prima, e per ora l’unica, ad avere una versione AMG anche con l’alimentazione
a gasolio, presentata con l’aggiornamento avvenuto nel 2003. La seconda generazione MERCEDES W203
raggiunse numeri di produzione pari alla prima serie: dominando il mercato di quegli anni.
CLASSE C 30 CDI AMG
2003 - 2004
MOTORE: 5 cilindri in linea,
20 valvole
TRAZIONE: posteriore
CARBURANTE: Diesel
CILINDRATA: 2.950 cm3
POTENZA: 231 CV (170 kW)
@ 3800 giri, 540 Nm
@ 2000 giri
DIMENSIONI E PESO:
Lunghezza 4.541 mm,
Larghezza 1.728 mm,
Altezza 1.455 mm, Passo
2.715 mm, Peso 1.630 Kg
PRESTAZIONI: 0 – 100 km/h
in 7 secondi; 250 km/h
di velocità massima
PESO/POTENZA: 7,1 Kg/CV
MERCEDES CLASSE C

TERZA SERIE LE MOTORIZZAZIONI


CLASSE C W204
2007 - 2013 MERCEDES W204 CLASSE C
63 AMG BERLINA
2007 - 2010
MOTORE: 8 cilindri a V,
36 valvole
TRAZIONE: posteriore
CILINDRATA: 6.208 cm3
POTENZA: 457 CV (336 kW)
@ 6.800 giri, 600 Nm
@ 5.000 giri
DIMENSIONI E PESO:
Lunghezza 4.725 mm,
Larghezza 1.795 mm,
Altezza 1.438 mm, Passo
2.765 mm, Peso 1.655 Kg
PRESTAZIONI: 0 – 100 km/h
in 4,5 secondi; 250 km/h
di velocità massima
PESO/POTENZA: 3,6 Kg/CV

MERCEDES W204 CLASSE C


63 AMG EDITION 507

N
el 2007 arriva sul mercato la
terza generazione della
Classe C, la W204, che 2013 - 2015
MOTORE: 8 cilindri a V,
prevede il ritorno dei
36 valvole
classici fanali singoli, ma accentua TRAZIONE: posteriore
ancora di più le linee filanti e sinuose. CILINDRATA: 6.208 cm3
È probabilmente la Classe C dalle POTENZA: 507 CV (372 kW)
forme più dinamiche ed eleganti di @ 6.800 giri, 610 Nm
sempre. Questa è anche la generazione @ 5.200 giri
che introduce sul mercato la C63 DIMENSIONI E PESO:
AMG, dotata di un motore da 6,3 litri Lunghezza 4.711 mm,
che eroga 457 CV. Più che berlina, una Larghezza 1.795 mm,
Altezza 1.448 mm, Passo
vera e propria supercar, che induce il
2.765 mm, Peso 1.730 Kg
DTM a sceglierla come safety car ufficiale.
PRESTAZIONI: 0 – 100 km/h
La versione coupé della C63 AMG diventa il top di gamma. Il grande risultato della terza in 4,2 secondi; 280 km/h
serie è testimoniato ancora una volta dai numeri: la vettura, in sei anni, vende più di 2,3 di velocità massima
milioni di unità. PESO/POTENZA: 3,4 Kg/CV

QUARTA SERIE CLASSE C W205 QUINTA SERIE CLASSE C W206


2014 - 2021 DAL 2021
LE MODERNE

Nel 2014 Mercedes lancia sul mercato la quarta generazione La quinta generazione della Classe C viene introdotta sul
della Classe C, la quale evidenzia l’anima sportiva, con due mercato nel 2021, rispetto alla generazione precedente ha
calandre disponibili (classica e sportiva); mentre nella un look ridefinito e un carattere high-tech, e condivide molti
zona anteriore l’ampio spoiler è affiancato da due enormi elementi di stile con la più piccola cinque porte ,Classe A ,
prese d’aria. I fari sono di forma trapezoidale, mentre le e con la più grande Classe E. I motori della nuova Mercedes
linee ancora più tese rispetto al solito migliorano di molto Classe C sono tutti turbo a quattro cilindri e tutti ibridi,
l’aerodinamica, con un Cx di 0,25 quasi al livello delle supercar o leggeri a 48 volt oppure plug-in.
moderne. Anche per questa generazione la C63 AMG è il top Proposta solo come berlina e SW, poiché le versioni coupé
di gamma, che vanta un V8 4 litri biturbo da 462 CV. e cabriolet faranno parte di una nuova gamma chiamata CLE.

youngtimereretro.it 17
COSA COMPRO CON

18 Youngtimer &
SPECIALE BERLINE
STRATOSFERICHE

Passiamo in rassegna alcune delle berline


“vitaminizzate“ che hanno fatto la storia.
Ecco, divise in gruppi, le vetture
che abbiamo selezionato per voi!

LE AUTO
DI QUESTO NUMERO
OPEL
Vectra (B) V6

LANCIA
Thema Turbo 16v

ALFA ROMEO
156 GTA

SAAB
9-3 TS

VOLVO
850 T5-R

JAGUAR
S-Type V8

MERCEDES-BENZ
C AMG (W202)

MASERATI
Quattroporte (IV)

BMW
M3 (E36)

OPEL
Omega Lotus

LANCIA DEDRA
Turbo HF Integrale

AUDI
S4 (B5)

FORD
Sierra Cosworth 4x4

PEUGEOT
405 T16

youngtimereretro.it 19
COSA COMPRO CON... BERLINE STRATOSFERICHE

Opel Vectra (B) V6 1996


PREZZO DA 4.000 A 8.000 EURO (Quotazioni in base alle condizioni del veicolo)
COSA TI FA SEMBRARE L’ispettore della Polizei

L
a Vectra è stata una berlina dal successo travolgente, Le V6 si ponevano al vertice di un’ampia gamma ed entrambe
simbolo della working class centro-europea. Per il suo le motorizzazioni da 2.5 e 2.6 cm³ offrono una potenza di 170
secondo atto i tecnici Opel decisero intelligentemente CV, distinguendosi per una generosa elasticità. È una vettura
di rinnovarla senza stravolgere il progetto originario: concepita per viaggiare “sul velluto” e oggi può essere
eliminarono gli spigoli della carrozzeria e ottimizzarono un’alternativa interessante per chi ha voglia di approcciarsi
l’aerodinamica. Al suo interno fece capolino un nuovo a una youngtimer senza doversi rovinare il portafogli...
abitacolo spazioso, confortevole e ben rifinito. purché si trovi il giusto esemplare!

Lancia Thema Turbo 16v 1988


PREZZO DA 6.000 A 12.000 EURO
COSA TI FA SEMBRARE Un magnate italiano

S
e la 8.32 Ferrari è la massima
espressione della tecnologia italiana di
metà anni ‘80, rivolta a un pubblico
“maturo” capace di spendere cifre più
che importanti, la Lancia Thema Turbo 16 valvole
invece è quella che incarnava maggiormente lo
spirito dei giovani yuppies italiani di successo.
È una berlina dalla linea inconfondibile, comoda
e veloce, dotata di un turbo capace di farsi sentire
con il più classico calcio nella schiena.
Sulla terza serie i cavalli furono portati a ben
205 CV e i suoi interni furono allestiti in modo
raffinato ed esotico, ricalcando quelli della
“Ferrari”. Oggi è un’interessante alternativa
proprio alla 8 cilindri, dal costo decisamente più
alla portata e affidabile nell’utilizzo.
Meglio mettersi in garage un esemplare in
ordine (i numerosi optional potrebbero creare
più di un grattacapo). I ricambi? Croce e delizia...

20 Youngtimer &
LE ANTERIORI

Alfa Romeo 156 GTA 2002


PREZZO DA 15.000 A 40.000 EURO
COSA TI FA SEMBRARE “Piedone” Giovanardi wannabe!

È
lei la trazione anteriore dei primi anni 2000
più bella da guidare? Molto probabilmente sì,
purchè abbia il cambio manuale e magari...
un differenziale autobloccante aftermarket!
La 156 GTA è una super berlina, veloce e molto o
agile nel misto grazie al suo sterzo diretto;

in
inoltre il 3.2 V6 Busso è una sinfonia che vi
acco
accompagnerà in qualsiasi situazione: sempre pronto
e deciso, esprime un’elasticità disarmante. Esteticamente
si presenta eterna: in Alfa Romeo non stravolsero la sua
linea indovinata con inutili orpelli estremamente sportivi.
La qualità degli interni è discreta e altri suoi difetti sono
ben noti: occhio ai braccetti anteriori, diffidate delle
versioni Selespeed e fate attenzione agli esemplari che
presentano modifiche meccaniche non coscienziose.
I DUE CACCIA SVEDESI...

Saab 9-3 TS 1999 Volvo 850 T5-R 1995


PREZZO DA 5.000 A 12.000 EURO PREZZO DA 8.000 A 22.000 EURO
COSA TI FA SEMBRARE Il top gun Sverige COSA TI FA SEMBRARE Middle-Class in salsa BTCC

U
n’auto che genera in molti di noi un dolce ricordo
è senza dubbio la Saab 9-3. Le TS sono le versioni
più spinte di una vettura che aveva numerosi pregi
e pochi difetti. L’introvabile “Viggen”, versione
di punta allestita dalla TWR seguendo la più estrema
filosofia aeronautica della casa di Trollhättan, è un vero
e proprio missile terra-aria.
Più alla portata la 2.0 TS
da 205 CV, auto dalla guida
piacevole e coinvolgente,
che anno dopo anno sta
diventando un oggetto
dal rilevante valore
collezionistico.

N
el 1996 Volvo sorprende tutti con una versione
ancora più spinta ed elaborata della sua 850, e così
nasce la T5-R. Vengono messe in cantiere 2.500
vetture di colore giallo, equipaggiate con un 5
cilindri da 2,3 litri capace di sviluppare una considerevole
potenza di 240 CV e 330 Nm di coppia. Per la sua messa a
punto i tecnici svedesi si affidano alle mani esperte di Porsche.
Questo connubio vincente fu capace di tirar fuori una berlina
esaltante, molto vicina alla sua stretta parente che correva nel
campionato BTCC insieme alla scuderia TWR. Le vendite
furono così incoraggianti che a Göteborg vengono prodotte
altre 2.500 unità di colore nero e altrettante in verde scuro.
Tutte andate a ruba in pochissimo tempo! Il risultato?
Una Volvo estrema e sfacciata, oggi leggenda!

youngtimereretro.it 21
COSA COMPRO CON... BERLINE STRATOSFERICHE

Jaguar S-Type V8 1999 Mercedes-Benz C AMG (W202) 1993


PREZZO DA 8.000 A 15.000 EURO PREZZO DA 10.000 A 30.000 EURO
COSA TI FA SEMBRARE Uno sportivo Sir William COSA TI FA SEMBRARE Il tedesco dal calzino pesante

S
e state cercando una vettura elegante,
caratterizzata da una una linea tipicamente british,
dal tocco rétro e allestita con un interno simile ai
salotti di Buckingham Palace, senza dubbio la
S-Type potrebbe essere quel giaguaro che fa al caso vostro.
È probabilmente una delle berline più sottovalutate degli
ultimi anni; la sua versione equipaggiata con il V8 di origine
Ford è una underdog da ben 298 CV, capace di raggiungere
i 395 CV nella sua versione R Super Charged.
La sua dinamica di guida risulta divertente e coinvolgente;
unico neo rispetto alla sua dichiarata sportività è però
il cambio automatico. Un manuale avrebbe fatto raggiungere
al progetto una godibilità su strada vicina alle tedesche
più blasonate.

A
vete presente quando l’appetito vien mangiando?
È stato un po’ il caso della classe C, modello
protagonista della prima collaborazione tra Casa
tedesca e il reparto corse AMG, che ha dato vita
alla prima C36 AMG da 280 CV. La berlina compatta
Mercedes si presenta decisamente più muscolosa e sportiva
rispetto la C 280 Sport da cui deriva... ma dato il successo
commerciale e il continuo sviluppo per stare al passo con le
competitor gli ingegneri di Affalterbach tirarono fuori dal
cilindro nel ‘97 la C43 da 306 CV e l’anno successivo
l’estrema C55 AMG da 347 CV. Oggi sono tutte delle super
berline appetibili per moltissimi appassionati di youngtimer
in cerca di prestazioni e qualità costruttiva. Già le C36 e la
C43 offrono un bel guidare, ma va tenuto conto dei loro costi
di gestione spesso superiori alla media. Rara e
impressionante è invece la C55. Una famiglia che fa venire
solo l’imbarazzo della scelta!

Maserati Quattroporte (IV) 1996


PREZZO DA 12.000 A 35.000 EURO
COSA TI FA SEMBRARE Un console della Repubblica

L
a quarta generazione delle Quattroporte è stata la
prima auto del Tridente a essere presentata sotto la
proprietà Fiat. È una berlina di rappresentanza
molto compatta, la sua carrozzeria appare signorile
ed elegante, il suo abitacolo invece è un tripudio di pellami
e materiali nobili in linea con lo stile Maserati. Nel 1996 è
entrato in listino il motore più prestazionale della gamma,
un 8 cilindri a V da 3.2 biturbo capace di sviluppare 335 CV
e di esprimere delle prestazioni assolutamente di rilievo:
270 km/h di velocità massima, coprendo lo 0-100 in 5,8
secondi. Pur non essendo una vettura sportiva, è una Gran
Turismo tipicamente Maserati: ottima sul dritto, sound
coinvolgente ed estremamente confortevole.
Una vettura da cercare senza gravi problemi meccanici,
perché delicata, richiede una manutenzione attenta.
Maggiormente ricercata nella sua versione “Evoluzione”,
decisamente più apprezzata e raffinata tecnicamente.

22 Youngtimer &
LE POSTERIORI

BMW M3 (E36) 1993


PREZZO DA 22.000 A 32.000 EURO
COSA TI FA SEMBRARE Il feticista del drifting

D
al 1993 la E36 rappresenta un mito per tutti i
collezionisti di youngtimer e la sua versione più
spinta firmata M è un vero e proprio punto di
riferimento in termini di prestazioni e sportività.
Infatti, la seconda generazione della M3 rappresenta un
modello di rottura, in quanto è la prima a essere spinta da un
motore 6 cilindri in linea in grado di offrire un’erogazione
fluida, unita all’assenza di vibrazioni.

Inoltre, la potenza di 286


CV e la generosa coppia di
320 Nm, è stata ottenuta
grazie alla prima applicazione
del sistema VANOS che
controlla l’alzata delle
valvole elettronicamente.
Decisamente elegante e morigerata fuori, è una berlina
dagli interni accoglienti e di qualità. Le sue quotazioni
stanno raggiungendo vette elevate, tuttavia se puntate
un esemplare dal costo più contenuto assicuratevi che
non abbia bazzicato assiduamente le belle quanto dolorose
gare di drifting!

Opel Omega Lotus 1990


PREZZO TANTI BEI SOLDONI!
COSA TI FA SEMBRARE Un gaucho da rodeo

È
possibile trasformare una paciosa berlina per e arrogante, molto sobria al suo interno, si differenzia
famiglie in un missile terra-aria? Certo che sì! rispetto alle Omega “civili” per i suoi sedili in Pelle Connolly
A maggior ragione se l’auto in questione, durante il e gli inserti in radica. Oggi è un’auto dall’aurea leggendaria
suo sviluppo, è passata sotto le cure vitaminizzanti e le sue quotazioni sono fuori portata per molti... oggetto
di Lotus! Scartata l’idea dei tecnici GM di utilizzare sotto raro da veri collezionisti!
al cofano il V8 della
Corvette C4, si optò per
tirar fuori il massimo
possibile dal 6 cilindri
già presente in listino,
incrementando la
cilindrata a 3.6 litri
e adottando due
turbocompressori Garret
T25 con intercooler,
raggiungendo una potenza
di 377 CV e 570 Nm
di coppia.
Le prestazioni sono da
urlo, 283 km/h di velocità
massima e 5,2 secondi per
raggiungere i 100 km/h da
fermo, ovvero la berlina
più veloce al mondo.
Esteticamente muscolosa

youngtimereretro.it 23
COSA COMPRO CON... BERLINE STRATOSFERICHE

Lancia Dedra 2.0 Turbo (HF) Integrale 1991


PREZZO DA 9.500 A 18.500 EURO
COSA TI FA SEMBRARE Lo sportivo in abito da sera

B
en 177 CV e tanta tecnologia! La Dedra Turbo scricchiolio di troppo. A partire dal 1992 questa versione adottò
Integrale beneficia di una trazione 4x4 permanente la desinenza “HF” con l’emblema distintivo integrato nella
con un sistema a tre differenziali. L’anteriore è libero, griglia frontale, legando il modello ai successi nelle corse di casa
mentre il centrale delegato alla distribuzione della Lancia. La Dedra Integrale è una berlina media al momento
coppia ha una regolazione asimmetrica che la rende più “facile” poco considerata dai collezionisti e tuttavia amatissima
da domare: il 56% sull’asse anteriore e il 44% sul posteriore. dai privilegiati possessori.
Al retrotreno è presente un differenziale
autobloccante inseribile elettronicamente. Su
strada la Dedra Integrale si distingue rispetto la
versione con la sola trazione anteriore per la sua
dinamica sicura e stabile. I suoi interni spiccano
per i rivestimenti eleganti, mentre le plastiche di
alcuni esemplari presentano qualche

Audi S4 (B5) 1997


PREZZO DA 12.000 A 25.000 EURO
COSA TI FA SEMBRARE Chi bada al sodo!

S
tate cercando una youngtimer
che potrebbe essere utilizzata
come una daily car? Audi S4!
I meriti derivano da una qualità
costruttiva di altissima fattura e da una
meccanica a dir poco eccezionale...
a patto che la vettura abbia ricevuto
durante la sua vita le giuste attenzioni
e non sia stata oggetto di elaborazioni
approssimative. La linea è elegante,
dal sobrio gusto teutonico.
Gli interni si dimostrano di ottima
qualità: plastiche e rivestimenti si
rivelano sorprendenti per la loro
durabilità. Il motore biturbo da 265 CV
si rivela prontissimo fin dai bassi regimi,
con una progressione immediata e
costante, quasi da turbodiesel.
In più, ha tanta trazione e coppia da
vendere! Tutto in questa vettura è stato
concepito per durare; si conferma una
godibile compagna di viaggio anche per
merito della trazione integrale Quattro
e del cambio manuale a 6 rapporti.

24 Youngtimer &
LE INTEGRALI

Ford Sierra Cosworth 4x4 1990


PREZZO DA 15.000 A 35.000 EURO
COSA TI FA SEMBRARE Francone Cunico

D
ecisamente misurata dentro e fuori, nasconde uno considerevole potenza di 220 CV. È equipaggiata con una
spirito indiavolato sotto al cofano! La Sierra trazione integrale permanente, riposta per il 66% al
Cosworth è un mito che ha scritto una pagina posteriore: significa tanta motricità ed enorme piacere di
di storia indelebile nelle corse e nei cuori di noi guida… per chi sa domarla! I meccanici la preferiscono per
appassionati. È una vettura dalla meccanica raffinata una manutenzione più “facile” rispetto alle competitor del
e il suo motore turbocompresso longitudinale sviluppa una tempo, merito di una architettura meccanica intelligente.
Al suo interno vi
accoglieranno dei magnifici
sedili firmati Recaro rivestiti
in Pelle Connolly, ma il resto...
anche gli strumenti di bordo
sono insufficienti. Il sapore
minimal fortunatamente non
riguarda le sue prestazioni,
la Sierra si dimostra una
fantastica sleeper car da tener
d’occhio. Per ciò che riguarda la
disponibilità di ricambi, si
possono dormire sonni
piuttosto tranquilli: si trova
(quasi) tutto tra OEM e
aftermarket. Le sue quotazioni
stanno velocemente schizzando
alle stelle, affrettatevi!

Peugeot 405 T16 1993


PREZZO BUONA CACCIA AL TESORO!
COSA TI FA SEMBRARE Ari Vatanen al Pikes Peak

L
a 405 T16 è stata la versione top di gamma della la T16 può coprire lo 0-100 km/h in meno di 7 secondi
berlina a tre volumi francese. Rispetto alla 405 e raggiunge una velocità massima di 235 km/h.
comune cambia poco esteticamente, i tecnici La sua dinamica di guida è entusiasmante ed efficace, grazie
del Leone hanno volutamente scelto di non dare a una trazione integrale permanente con giunto viscoso
troppo nell’occhio, senza snaturare l’eccellente lavoro Torsen con ripartizione al 53% sull’avantreno e al 47%
di Pininfarina. Il motore è il brillantissimo 16 valvole al retrotreno.
sovralimentato con un generoso turbocompressore Nel complesso è una vettura molto interessante, ma anche
Garret che vanta una potenza di 196 CV (220 CV tanto rara! Solo 1.046 esemplari costruiti in appena due anni
azionando l’overboost) ed è capace di prestazioni notevoli: di produzione... buona ricerca a voi!

youngtimereretro.it 25
26 Youngtimer &
Tu vuò fà
l’americana
Nata come pony car a misura d’Europa, la Ford Capri
è rimasta sulla breccia per quasi vent’anni. È stata
prodotta in tre versioni, regalando all’automobilista
medio il sogno di una coupé accessibile
DI MANUELE CECCONI FOTO MAX SERRA
“Sexy European” è il claim
utilizzato negli USA,
dove la Capri porta
il marchio Mercury!

S
iamo all’inizio del 1969. Possiamo dire, senza questo successo. Come? Ad esempio declinandone la ricetta,
volerla buttare in politica, che il sogno americano in modo da renderla appetibile per il Vecchio Continente e
ha vissuto momenti migliori. Il vento della compatibile i gusti, la cultura automobilistica e le risorse
contestazione soffia forte, tanto da rischiare di della clientela d’Oltreatlantico.
lacerare la Star-Spangled Banner: mentre gli USA e Proporzioni analoghe, stile accattivante, ma
il modello socio-economico che essi rappresentano vengono dimensioni e motorizzazioni meno impegnative: la
messi in discussione da una buona fetta dell’opinione nuova Capri presentata nel gennaio ’69 è esattamente
pubblica mondiale, Washington deve vedersela anche con la questo, una “coupé europea” a quattro posti che punta
“bega” del Vietnam, un pantano dal quale – lo si inizia a a brillare (anche) della luce rif lessa dalla cugina
capire – sarà difficile uscire a testa alta. Dopo i fatti di Praga, americana. Sì, perché l’elegante fastback svelata al Salone
a dire il vero, anche il Sol dell’Avvenire inizia a scaldare un di Bruxelles è la seconda figlia del recente matrimonio tra le
po’ meno, ma è una magra consolazione. In questo periodo filiali britannica e tedesca del brand statunitense. E proprio
non facile per gli States (all’Allunaggio manca ancora come la primogenita, la Escort, punta a sedurre un pubblico
qualche mese…) c’è tuttavia un settore nel quale il fascino molto ampio, pescando a strascico anche nella “media
“yankee” non vacilla nemmeno di un millimetro: quello delle borghesia automobilistica”, tanto per piegare a nostro uso e
automobili, meglio se sportive. Meglio se Ford. consumo un termine molto in voga in quegli anni a dir poco…
Non solo la GT40 sta mietendo successi a raffica a Le vivaci. Sfiziosa ma abbordabile, modaiola ma senza la puzza
Mans, ma si sono cominciate a scrivere le prime pagine di sotto il naso, la Capri vuole essere “pop” nel senso migliore
un’altra leggenda, quella della Mustang. A qualche anno dal del termine: vuole essere “L’auto che ti sei sempre
suo lancio la pony car dell’Ovale Blu è già in corsa verso il promesso”, come recita lo slogan promosso da Ford.
mito, e a Dearborn si inizia a pensare che sarebbe furbo Dietro a quelle linee americaneggianti c’è la matita di
sfruttarne la scia, raccogliendo anche in Europa i frutti di Philip T. Clark, già padre dei primi prototipi della Mustang,

28 Youngtimer &
SU STRADA

FORD CAPRI MK3 GT4


1981
Quotazione: € 8.000 / 13.000
(Quotazioni in base alle condizioni del veicolo)
Motore: 4 cilindri in linea, 8V 1.993 cc
Potenza: 101 CV a 5.200 giri
Coppia: 153 Nm a 3.500 giri
Trasmissione: manuale a 4 velocità, RWD
0-100 km/h: 10,8 secondi
Vel. Max.: 179 km/h
Peso: 1.020 Kg
Rapp. Peso/potenza: 10,1 Kg/CV

mentre “sotto” si nasconde la base tecnica della coeva


Cortina. Sono proprio le economie di scala a
permettere alla Capri di essere così aggressiva sul
mercato, oltre che un’offerta a dir poco variegata
di motorizzazioni che sarà uno dei suoi assi nella
manica per tutta la carriera: la trazione rimarrà
sempre ‘tuttodietro’, ma sotto il cofano anteriore si
spazia dai piccoli e non particolarmente veloci 1.300 cc ai
generosi 3.000, dai V4 ai V6 in più configurazioni
passando per i quattro-in-linea. In certi momenti si

P O P , N EL S E N S O
arriverà anche a più di 30 combinazioni possibili tra
propulsori ed allestimenti.

M IGLIOR E...
Bisogna però attendere il 1971 per la RS 2600, la
declinazione più sportiva della Mk1. Dotata di un V6 da
150 CV e iniezione Kugelfischer, questa Capri sotto
steroidi traccia un filo rosso con le competizioni, lasciando
in seguito il testimone all’ancor più estrema RS 3100.
Proprio in quell’anno il tedesco Dieter Glemser ci vince il 500 esemplari, tutti destinati al mercato locale.
Campionato Europeo Turismo, un risultato bissato dal Sono anche i risultati in pista a trainare le vendite della
connazionale Jochen Mass nel 1972. La sudafricana Basil Capri, che nell’estate ‘73 festeggia il traguardo del
Green Motors decide di cacciarci dentro addirittura un otto milionesimo esemplare. All’orizzonte si staglia tuttavia lo
cilindri Windsor da 5.000 cc: la Perana V8 viene prodotta in spettro della crisi petrolifera, uno tsunami che si abbatte

youngtimereretro.it 29
Per chi cerca sound e brillantezza sono d’obbligo i V6 più grossi, ma il due litri Pinto con il doppio corpo Weber dice la sua in quanto a elasticità.
Di certo la potenza non mancava alle Gruppo 5 allestite da Zakspeed: della Capri non rimaneva quasi nulla, in compenso arrivavano a 600 CV.
SU STRADA

in modo violentissimo sull’industria automobilistica finendo


per condizionare prepotentemente le scelte del pubblico. In
un periodo così difficile per il mondo delle quattro ruote le
sportive diventano “sconvenienti” – in ogni senso che vi 5 COSE DA CONTROLLARE
viene mente – e anche la Capri accusa il colpo. Le vendite Ecco alcuni tra i principali
calano nonostante la seconda serie tenti la carta di una accorgimenti che è bene tener
maggiore discrezione e praticità: la “sportiva possibile” di presente in fase d’acquisto
Ford of Europe si fa ancora più abitabile, adatta alla famiglia,
ancora più sobria. Forse troppo.
Ecco come si arriva alla Mk3,
l’auto che rispolvera il concetto di
“Il suo mercato “pony car europea” rappresentando
il punto d’incontro tra il fascino da
d’elezione? “baby muscle” e le doti, forse
incomprese, dell’immediata

Il Regno Unito, progenitrice, di cui di fatto è una


rivisitazione. Arriva nel 1976 con
l’intenzione di correggere il tiro e – per
CARROZZERIA
La scocca presenta punti deboli:
zona frontale in corrispondenza

dove viene citare una nota serie televisiva - di


riprendersi quello che è suo, grazie ad un
dei fari e passaruota.

pensionata design tagliente che, pur coerente con il


family feeling, strizza l’occhio all’utenza
più es…agitata. Nonostante ciò
solo nel 1986” rimangono il portellone posteriore e
l’opzione automatica per la trasmissione
che avevano debuttato con la seconda serie, perché la Capri
deve continuare ad essere una coupé trasversale: come le
antenate, la Mk3 non è una macchina “veloce” (se non nelle TESTATE
versioni più potenti fortemente penalizzate dal regime Cosa nota è la tendenza a
bruciare le guarnizioni. Le testate
fiscale italiano dell’epoca) ma è dannatamente “cool”. crepate non sono una rarità…
Subisce, certo, la concorrenza anche interna delle hot
hatchback e delle berline sportive, ma si difende bene: spariti
dal listino i V4, la si può scegliere con il piccolo Crossflow 1.3
da 57 CV a salire, fino ai 3.0 sei cilindri, pensati per chi non
si accontenta dei 1.6, 2.0 e 2.3. Con la Mk3 debutta, proprio
in sostituzione del V6 Essex, il Cologne 2.8i, il propulsore ad
iniezione che per le Capri “standard” rappresenta un po’ la
massima espressione, capace di spingere la vettura fino a 210
km/h con i suoi 160 CV. Per il mercato tedesco viene anche
ALIMENTAZIONE
turbizzato con un compressore Garrett, andando ad Se avete per le mani una
equipaggiare una versione limitata realizzata sull’onda delle 2.8i, attenzione all’iniezione,
IL PR OP RI ETAR IO vittorie nel Deutsche Rennsport Meisterschaft. soprattutto se è ferma da tempo.
CO
ROSARI O M AN ISCAL A proposito di serie speciali, tra le tante “limited edition”
della Mk3 c’è anche la protagonista delle foto che avete sotto
Cll
Classe 1973,
1973 piemontese
i gli occhi. Rarissima (è stata prodotta in poche
di origini siciliane, ha centinaia di esemplari) e quasi sconosciuta qui in
sempre lavorato nel Italia, la GT4 è un inno alla sportività in salsa anni
settore alberghiero ma Ottanta: ci sono le strisce sulle fiancate con motivi
ora, a cinquant’anni, grafici geometrici in corrispondenza di coda e
ha deciso di rimettersi frontale, i paraurti neri ben in vista e l’immancabile
in gioco prendendo la spoiler nero ad adornarne il didietro. Mancherebbero INTERNI
patente per fare l’autista solo le scritte ‘Turbo’ sulle fiancate per renderla più Molti componenti interni sono
di autobus. Membro del conforme al periodo, se non fosse che qui non c’è alcuna davvero difficili da reperire: una
brutta gatta da pelare!
Capri Club Italia, è un chiocciola a soffiare: bisogna accontentarsi di un 2.0 Pinto,
fordista sfegatato fin un aspirato più votato alla pastosità che alle accelerazioni
da quando era ragazzo: brucianti.
nel suo garage ci sono «Non è un missile, è vero, ma è un’auto estremamente
anche una Escort RS godibile» ci racconta Rosario, il proprietario. «Sono sempre
Turbo del ‘89 e una rara stato appassionato di Ford, come mio padre… è un po’ una
Mondeo ST-200 del tradizione di famiglia, a cui sono rimasto fedele anche
2000, “replica” dell’auto quando mi sono avvicinato al collezionismo storico. Ho
che proprio in quell’anno scelto la Capri perché, almeno quando l’ho comprata io, era
vinse nel BTCC. un modello un po’ sottovalutato, in tanti la snobbavano. E a SOSPENSIONI
Non vi sono particolari problemi,
me questa cosa intrigava!». Ora, però, non è più così: «Le ma stiamo pur sempre parlando
quotazioni sono in crescita, ma io non l’ho comprata per di vetture non di rado trascurate.

youngtimereretro.it 31
1

3
1 A caratterizzare il look della Mk3 sono i
quattro fanali anteriori tondi parzialmente
coperti dal lungo cofano, la griglia
nera “Aeroflow” a listelli orizzontali e
un’aerodinamica vistosa, esibita, quasi
rallystica. 2 Curiosità: avrebbe dovuto
chiamarsi Colt, ma Mitsubishi – che aveva
utilizzato questo nome fin dai primi anni
Sessanta – si oppose. Ford rispolverò
dunque il nome Capri, già impiegato per
identificare le versioni coupé della Consul:
ispirato all’isola italiana, portava con sé un
alone modaiolo e godereccio. Esattamente
ciò che serviva. 3 Sulla GT4 i sei strumenti
circolari presentano un malizioso contorno
rosso, che dona al cockpit un delizioso
piglio racing.

34 Youngtimer &
SU STRADA

specularci sopra. Mi piaceva la

“Quasi dimenticata linea. Secondo me la Mk3 è un po’


la quadratura del cerchio delle
Capri: è una vettura giunta a
per anni, ora maturazione, non “eccessiva” ma
fascinosa e utilizzabile, volendo 1981 COME ERAVAMO
vive una nuova anche tutti i giorni. Insomma, era
esattamente ciò che cercavo io in
SLANG “Ti va un panozzo?”

primavera” un’auto d’epoca».


«Il mio» prosegue Rosario «è
un esemplare del 1981,
originariamente immatricolato in
Germania e importato in Italia solo in seguito. Si trovava in
Sicilia, sono andato a vederla nel 2005 su segnalazione di un
amico e dopo che l’ho vista, beh… è venuta via con me!».
Inutilizzata per molti anni, la Capri GT4 ha richiesto un
piccolo restauro conservativo: «Ha 198.000 km originali, me SANREMO
Vince “Per Elisa” di Alice.
la godo ogni volta che posso. Adoro il suo assetto neutro e la
sua tendenza a non scomporsi mai, anche nella guida allegra,
nonché la sensazione di precisione che ti trasmette lo sterzo.
Difetti? Non chiedete a me, perché non vedo. Ma so di non
essere obbiettivo…».
Apprezziamo l’onestà. D’altro canto l’amore, si sa, è cieco.
E Rosario non è certo il solo ad essersi preso una cotta per la
“piccola Mustang”: dal 1968 al 1986 ne sono stati prodotti
quasi 1.9 milioni di esemplari, che in quasi vent’anni di
carriera hanno fronteggiato rivali come Alfa Romeo Giulia TV
GT, Fiat 124 Sport Coupé (nelle versioni più potenti persino Prima puntata di “Patatrac”,
varietà condotto da Franco
la Dino), Lancia Fulvia Coupé, Opel Manta, Renault 15 e 17, Franchi e Ciccio Ingrassia.
VW Scirocco. Mentre le avversarie cambiavano, però, lei
rimaneva lì, quasi sempre sulla cresta dell’onda, a raccogliere
la sfida. Non si può dire che le auto a cui ha indirettamente
passato il testimone - cioè la Probe di derivazione Mazda e la
Cougar costruita su base Mondeo - abbiano riscosso lo stesso
successo. Meglio ha fatto la Puma, che proprio in virtù dei
suoi ‘numeri’ e al fatto di essere l’ultima coupé generalista
costruita dall’Ovale Blu per il mercato europeo può esserne
considerata, con un po’ di fantasia, l’erede spirituale. E non
ce ne voglia la Ford, ma non crediamo che Capri del Terzo BEVANDA
Millennio (pare arriverà nel 2024, quasi certamente La Coca-Cola Company
lancia la Sprite, gassosa
elettrica) sarà all’altezza delle aspettative. Almeno non le proveniente dalla Germania.
nostre, maledetta nostalgia…

MODA
Giorgio Armani allarga il proprio
pubblico abbracciando i giovani
fondando Emporio Armani.

ATTUALITÀ
Apre il primo fast food
di Burghy in Piazza San Babila
a Milano.

youngtimereretro.it 35
Tra gli anni ‘70 e ‘80,
crisi petrolifera e
vessazioni del fisco
piegarono anche la
ferrea volontà di un
uomo tutto d’un pezzo
come il Drake. Dopo la
Dino 208 GT4, un’altra
Ferrari con motore V8
da appena due litri di
cilindrata vide la luce.
DI PIERPAOLO BUCCI FOTO MAX SERRA

36 Youngtimer &
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38 Youngtimer &
SU STRADA

S E N Z A T EM P O
B Y P IN IN F AR IN A

M
olte volte avete letto l’espressione “senza tempo”
sulla nostra e su altre testate automobilistiche?
Il lessico del giornalismo motoristico non è
troppo dissimile da quello sportivo. Per ribadire
i concetti si ricorre a formule note, ripetizioni e
metafore inflazionate: il rischio di inciampare nei clichè
incombe, inesorabilmente. Nel caso della Ferrari 208 non si
corre questo pericolo. Mai espressione è stata più adeguata nel
sintetizzare il giudizio su un’auto: la 208, così come la sua
“matrice” 308, sono modelli senza tempo, nell’accezione più
completa del termine. Nel 1975, per arginare gli effetti della
crisi petrolifera il governo italiano impose un regime fiscale
rigido nei confronti delle auto di cilindrata superiore ai due litri.
Anche una Casa automobilistica di prestigio come la Ferrari
corse ai ripari, equipaggiando nel 1975 la Dino 208 GT4 con un
motore V8 da appena 1991 centimetri cubi, ricavandolo
dall’unità da tre litri che equipaggiava la 308 GT4. Ma se la
precedente Dino 246 era stata apprezzata universalmente per la
sua linea firmata da Aldo Brovarone per Pininfarina, la GT4
aveva fatto discutere per il suo profilo piuttosto sgraziato,
condizionato dalla formula dei sedili 2+2. I lusinghieri dati di
vendita delle due versioni della GT4 non lo furono abbastanza
per contenere la delusione di Enzo Ferrari: restò la prima e
unica Ferrari disegnata da Marcello Gandini per il cavallino
nell’atelier di Bertone.
Il Drake nel frattempo non era rimasto a guardare:
mentre le annose discussioni sulle linee delle GT4
andavano avanti, lui aveva già commissionato a
Pininfarina una nuova auto sportiva che ne sfruttasse
appieno la base meccanica. Nel 1975, quindi in pieno regime
produttivo delle Dino, che sarebbe andato avanti fino al 1980, fu
FERRARI 208 GTB presentata la 308 GTB al Salone di Parigi. La carrozzeria in fibra
1982 di vetro era prodotta negli stabilimenti Scaglietti, che
Quotazione: € 65.000 / 90.000 vantavano un enorme know-how sui materiali compositi.
(Quotazioni in base alle condizioni del veicolo)
Questa soluzione fu adottata solo per due anni: nel 1977 i
Motore: Centrale, trasversale, 8 cilindri pannelli della carrozzeria divennero in alluminio e acciaio.
a V 90º, 1.991 cc
Potenza: 220 CV a 7.000 giri
Il design dell’auto, con una moderna linea a cuneo
Coppia: 240,3 Nm a 4.800 giri chiaramente ispirata a quella della 512 BB era opera di Leonardo
Trasmissione: manuale a 5 marce, RWD Fioravanti per Pininfarina, a cui si dovevano anche le linee
0-100 km/h: 6,6 secondi immortali della 365 Daytona. Probabilmente l’ingegnere
Vel. Max.: 242 Km/h
Peso: 1.232 Kg aerodinamico milanese non era ancora consapevole, ma più che
Rapp. Peso/potenza: 5,6 Kg/CV disegnare una carrozzeria, aveva creato un’icona
automobilistica. La 308, e di riflesso la 208 di cui parliamo

youngtimereretro.it 39
Lo stato di conservazione della 208 di Alessandro è incredibile, lo testimoniano anche gli equipaggiamenti intonsi,
che vanno ad arricchire il già meticoloso lavoro di detailing che lui stesso ama eseguire.
SU STRADA

più dettagliatamente nell’articolo, è la prima Ferrari che si è


imposta per il suo stile nell’immaginario collettivo proprio
come una “Ferrari”. Tradotto in italiano: la riconoscerebbe
anche un bambino come una macchina prodotta a Maranello, 5 COSE DA CONTROLLARE
indipendentemente dal colore della carrozzeria. Il merito va Ecco alcuni tra i principali
senz’altro alle scelte stilistiche di Fioravanti, che inserì una accorgimenti che è bene tener
serie di elementi aerodinamici presente in fase d’acquisto
nella carrozzeria che sarebbero
“Ne sono state diventati poi identificativi di altri
modelli posteriori, ma di sicuro

prodotte solo 437. influì anche la scelta della CBS,


casa di produzione
radiotelevisiva americana di
Più rara di una 308 equipaggiare Tom Selleck,
protagonista della popolarissima
in fibra di vetro” serie Magnum P.I., con versioni
sempre aggiornate della 308 dal
TURBO
La turbina tedesca di produzione
1980 al 1988. Telaio tubolare, KKK, se non è OK è difficilissima
da reperire.
piattaforma e schema delle sospensioni indipendenti a doppio
braccio trasversale provenivano dalla Dino GT4 e prima ancora
dalla Dino 246, ma senza dubbio la matita di Fioravanti aveva
conferito alla 308 una freschezza della linee che a distanza di
quasi cinquant’anni risultano ancora moderne. Come era già
accaduto sulle Dino, la scure del fisco convinse i
dirigenti Ferrari a ricavare dalla 308 una versione di
cilindrata inferiore ai due litri: nel 1980 vide così la luce
la 208 di cui parliamo vi oggi, nella fattispecie in
versione sovralimentata. CHILOMETRAGGIO
Sarebbe un errore considerare la 208 come figlia di un dio Occhio agli esemplari con
molti chilometri. A 100.000 va
minore. Se sulla carta era nata per aggirare le vessazioni del completamente revisionato il V8.
fisco, dal punto di vista progettuale va ricordata come la prima
Ferrari stradale ad adottare la sovralimentazione attraverso la
turbina, e scusate se è poco. Il motore V8 in dotazione era
quello della Dino 208 GT4 da 1991 c.c. opportunamente
de-alesato per diventare un motore con corsa lunga da 71 mm.
Nata inizialmente solo con motorizzazione a carburatori, sia
nella versione coupé GTB che nella versione Targa con tettuccio
asportabile GTS, nel 1982 ricevette una turbina KKK di
produzione tedesca, acquisendo così il suo primato. Uno di
CERCHI
questi primissimi esemplari sovralimentati è l’auto che vedete Meglio un esemplare con cerchi
nel servizio. Immatricolata a luglio del 1982, è di proprietà di da 16”. Quelli di serie accettano
IL PR OP RI ETAR IO Alessandro Guerri, appassionato spezzino che ne è entrato in solo costose Michelin TRX.
RI
ALES SANDRO GU ER possesso nel 2016. Profondo conoscitore di modelli Ferrari
“analogici” fino alla F430, parla della sua auto con toni pacati
Classe 1975, ma che trasudano autentico amore, un sentimento che si
appassionato di sublima nelle parole in cui la descrive. «Era in vendita presso un
auto, modellismo e concessionario di Varese che aveva rilevato in blocco dagli eredi
astronomia, Alessandro una piccola collezione dell’ex proprietario deceduto. Alle 14 del
Guerri è figlio d’arte. pomeriggio, orario di apertura, ero lì.
Suo padre lavorava Dopo una neppure troppo lunga trattativa, convinto dalle
nel gruppo Fiat e strepitose condizioni dell’auto, firmai il contratto e versai la WASTEGATE
partecipava alle gare caparra. Prima Ferrari turbo stradale della storia, secondo la Attenzione alla valvola wastegate,
per auto da turismo del logica di travaso della Casa della tecnologia dalle F1 alle auto di l’insolita posizione coricata ne
favoriva l’ossidazione.
Gruppo 3. Oggi possiede serie, ha fatto da banco prova per le Ferrari turbo stradali che le
una piccola collezione di sono succedute, in pratica è la mamma della 288 GTO ed F40 e
youngtimer e pur senza in ultima la 488 GTB. In lei si vedono in embrione le soluzioni
entrare nei dettagli, ci estetiche e aerodinamiche che saranno poi adottate sulla 288
svela che accanto alla GTO del 1984, come i due semi paraurti posteriori, la griglia di
208 c’è un’altra auto ventilazione supplementare sul cofano anteriore, le 5 prese
costruita a Maranello… d’aria ovali sopra lo spoiler sempre anteriore, o la presa d’aria
Naca davanti ai passaruota posteriori, poi ripresa sull’F40.
Al volante, ciò che più colpisce è la purezza della sua
meccanica, si può sentire esattamente come sta lavorando la RICAMBI
Scegliete un esemplare in
sospensione vicino al tuo piede, è un’auto estremamente ordine. Tutti i ricambi sono ormai
diretta, senza nessun filtro, dura ed esigente. La posizione di reperibili solo in Inghilterra.

youngtimereretro.it 41
“Unica licenza poetica,
reversibile, è il cavallino
sulla griglia anteriore”

42 Youngtimer &
SU STRADA

youngtimereretro.it 43
SU STRADA

g
guida super sdraiata, molto simile
aalle sport prototipo dell’epoca è
uuna cosa che si è persa, anche sulle
sstesse Ferrari. Stesso discorso
1982 COME ERAVAMO vvale per la griglia del cambio a
ggabbia metallica: se l’olio non è in
SLANG “Very arrapation!” temperatura meglio non perdere
tempo a cercare di inserire la
seconda e passare direttamente
dalla prima alla terza.
Le prestazioni sono quasi
analoghe alla coeva 308 aspirata
iniezione ma è meno

2 08, OV V E R O 2 LI TR I
soddisfacente da guidare perché
le mancano l’elasticità e la

E 8 CILIN DR I
prontezza del 3.0. Il turbo
SANREMO KKK è un turbo degli anni
Vince “Storie di tutti i giorni”
di Riccardo Fogli. ‘80 che non conosce le buone
maniere: o è ON o è OFF con
un esasperante lag di un paio di secondi. Può anche
divertire ed essere appagante ma anche essere un po’ snervante
nella guida tranquilla, la parte migliore secondo me è quando la
si parcheggia, si scende e ci si volta a guardarla. Per me è
semplicemente una delle macchine più belle di sempre. Nel caso
della mia da menzionare l’assoluta originalità e stato di
conservazione, come testimoniano gli adesivi di fabbrica
compreso il raro bollino blu sul cerchio anteriore sinistro che
TV significa: equilibratura fatta e pronta per la consegna.
Prima puntata di “Bim Bum Bam”
in onda su Italia 1, contenitore per Unica licenza che mi sono concesso, peraltro facilmente
bambini condotto da Paolo Bonolis, reversibile, il cavallino sulla griglia anteriore, in origine non
Sandro Fedele e Marina Morra.
previsto, ma da intendersi più come un porre rimedio a una
dimenticanza piuttosto che una personalizzazione. Per il resto è
come uscita dalla fabbrica nel luglio 1982 a due mesi dalla morte
di Gilles Villeneuve, che ebbe appena il tempo di provarla, ma
disse parole dure nei suoi confronti: per lui era poco potente e
non capiva la scelta di mettere il turbo sul due litri invece che
sul 3.000. Non credo che a lui interessassero le logiche del fisco
italiano. Sempre sul mio esemplare, degne di particolare
menzione sono l’autografo di Dario Benuzzi sulla porta
CIBO
guidatore, fatta firmare in uno dei nostri incontri, e le dediche
La Ferrero lancia il celebre autografe sul libretto service di
cioccolatino Rocher. Nicola Materazzi, Mauro Forghieri
“La posizione e Mauro Schedoni». La passione
senza confini di Alessandro si

di guida è evince dalle sue parole ma anche da


un aneddoto che ci ha raccontato.
Prima della pandemia, senza
sdraiata, da nutrire particolare speranze,
scrisse all’ingegner Materazzi
sport prototipo comunicandogli la sua passione per
le auto del cavallino.
RADIO
Viene fondata Radio Deejay
da Claudio Cecchetto. dell’epoca” Il papà della F40 non solo gli
rispose ma lo invitò a casa sua
a Sapri, in provincia di Salerno,
al semplice scopo di chiacchierare d’auto. Sebbene il suo
contributo sulla 208 fosse limitato alla supervisione
dell’introduzione dell’intercooler nel 1986, tra i tanti argomenti
affrontati ci fu anche l’importanza del modello nella storia
globale del marchio. Di certo, se non fosse esistita la 208,
Materazzi non avrebbe potuto sviluppare la F40 come la
conosciamo. Tra i due è nata quella che il “nostro” umilmente
non pretende di chiamare amicizia - perché il tempo a
CALCIO disposizione era poco - ma stima reciproca ce n’era tanta.
L’Italia batte la Germania Ovest Alessandro di certo tornò da quell’esperienza umanamente più
e vince il suo terzo Mondiale.
ricco, e ancora più innamorato della sua Ferrari.

44 Youngtimer &
2

1 Il design dei sedili in tessuto Zegna


misto al vinile è incredibilmente
moderno. Quelli in vera pelle erano
a richiesta. 2 Bellissime le leve,
gli interruttori e le manopole dell’aria
condizionata. Sono gli stessi della
365 Daytona. 3 L’ingegner Materazzi
ha lasciato ad Alessandro una serie
di ricordi, tra questi l’autografo
sul libretto di uso e manutenzione.

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Vive l e sp o r t

46 Youngtimer &
Erede della 205 Rallye,
la 106 ne raccoglie lo scettro nel ‘93
permettendo ai giovani degli anni ‘90
di avere un’icona sportiva, affidabile
e raggiungibile. Dopo l’epoca delle
“bare con le ruote” una vettura più
sincera, che ha svezzato generazioni
di rallysti… ma guai a prenderla
sottogamba!
DI CLAUDIO RASPANTI FOTO MAX SERRA

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SU STRADA

“SIETE PRONTI
PER UN VIAGGIO
ONIRICO?”

C
hiudete gli occhi. È un pomeriggio di metà anni ‘90 dall’adozione dell’iniezione elettronica sul propulsore
e siete appena usciti dal tabaccaio. Avete comprato da 1,3 litri della serie TU.
chewing- gum, sigarette e vi sono avanzate 10.000 Nel 1996 arriva il primo restyling, volto a mantenerla al
lire per la benzina. Arrivate al vostro piccolo passo con la concorrenza che nel mentre si è fatta più
bolide, amato più da voi che dalla fidanzata. Già, aggressiva, specialmente in casa (Saxo vi dice nulla?).
perché non ha l’aria condizionata, cosa abbastanza comune, La Rallye mantiene intatto il suo spirito selvaggio e adotta
ma soprattutto risparmia anche sul numero di bocchette di un motore da 1,6 litri monoalbero a 8 valvole, che apporta
aerazione. Niente autoradio, perciò addio musicassetta degli poca differenza a livello di cavalleria ma cambia radicalmente
883. Sbloccate solo lo sportello lato guida dato che la chiusura il comportamento stradale. Crescono così i passaruota per
centralizzata non c’è. Salite e accendete il motore dopo aver adottare gomme con un canale più grande, arrivano
aperto il finestrino, ovviamente a manovella. Il motore ronfa minigonne e spoiler. L’allestimento rimane spartano ma
al minimo e si accompagna a una sinfonia di profumi e siccome la clientela si evolve e richiede accessori diversi, nasce
sensazioni: profumo di vettura nuova misto Vaniglia del una versione spinta da un motore 1,6 litri, stavolta a 16
deodorante e odore di benzina. Innestate la prima, diretti al valvole. Ecco quindi la GTI, più confortevole e meno “rustica”.
bar dove avete appuntamento con gli amici. Mentre L’allestimento viene arricchito da accessori quali
snocciolate le marce in sequenza sulla statale sapete che sarete condizionatore, servosterzo e vetri elettrici.
molto invidiati, considerato che non siete al volante di un’auto Dal 1998 la 106 viene riposizionata sul mercato, dopo il
qualsiasi. La vostra vettura è una Peugeot 106 Rallye, non lancio della 206, e la gamma viene gradualmente
certo alla portata di ogni portafoglio. State per svegliarvi tutti razionalizzata. In tale ottica nel 1999 la Rallye e la GTI
sudati! vengono “fuse” nella 1,6 Rallye 16v. Questa unisce il motore e
Vi abbiamo presentato il sogno tipico di un adolescente l’allestimento più borghese della GTI con l’estetica della
dell’ultimo decennio del secolo scorso. Rallye, eccezion fatta per i cerchi in metallo dipinti in bianco,
La 106 Rallye nasce nel 1993, due anni dopo il lancio sostituiti dai cerchi in lega da 14 pollici.
del modello standard, e ha come missione far divertire Abbiamo selezionato per voi tre versioni della 106 Rallye,
chi non si accontenta della Xsi. La meccanica viene seguendo passo passo l’evoluzione della specie!
trapiantata dalla 205 Rallye, ingentilita solamente

48 Youngtimer &
Peugeot 106 1.6 Rallye 16V
PREZZO DA 12.000 A 14.000 EURO
La Peugeot 106 Rallye 1.6 16v debutta nel 1999 e rimane
in produzione sino al pensionamento del modello.
Le quotazioni sono le più alte raggiunte dalla serie.

CI PIACE
Mutuando dalla GTI tutto l’allestimento risulta la più
“educata” e godibile delle tre. Il motore è adatto tanto alle
tirate quanto alla guida in scioltezza. ABS e aria condizio-
nata sono degli accessori che fanno sempre piacere.

NON CI PIACE
Non è pura come le Rallye precedenti pur mantenendone
grinta e spirito. Occhio in curva, perchè il posteriore si
alleggerisce parecchio: fa parte del gioco!

P
arlando di Francia è innegabile che vi sia un
collegamento con l’amore e il romanticismo, no?
Beh allora alla Peugeot devono aver creato dei
filtri d’amore notevoli, perché siamo di fronte
a un colpo di fulmine che non potrebbe derivare
nemmeno da qualche storiella delle televendite degli anni ‘90.
Questo amore si origina molto tempo fa, sui banchi di scuola.
Tra i ragazzi girano tante riviste di auto e i pareri si dividono
sulle doti dinamiche di una vettura piuttosto che un’altra.
Ovviamente non avendo ancora l’età per prendere la patente
le storie sono tutte di seconda o terza mano e il passo verso
le leggende metropolitane è molto breve. È in mezzo a questo
crogiuolo di inseguimenti memorabili e di “cuggini”
fantomatici che inizia la nostra love story. Scopriamo così le
prime due vetture della nostra comparativa e il loro
p
proprietario, Simone Boccaletti di Milano. Simone ci
ra
racconta volentieri come ha avuto origine questa vera e
p
propria folgorazione: «Da ragazzo non desideravo altro
c la 106, al contrario dei miei coetanei che
che
a
appendevano in camera i poster della Lamborghini
D
Diablo o della Ferrari di turno». Con una premessa simile
n potevano che succedere cose folli e così è stato.
non
«Appena presa la patente ho imparato i rudimenti sulla
vecchia Opel Astra Sw di mio padre, ma il sogno era
O
sempre la 106». E dal sogno alla realtà molto spesso lo
O: NEL SEGN
GIALLO, BLU E ROSS spazio è breve. Infatti accade che un giorno, il nostro
DA CORS A
DELLA TR ADI ZIONE Simone, si trovi a passare davanti alla vetrina della
concessionaria Peugeot ufficiale del capoluogo
l b
lombardo. Lei è lì, in pronta consegna, che lo fissa
intensamente dall’atelier del rivenditore. Grigia, 1.6 Rallye
16v, allestita di tutto punto con ABS, aria condizionata e
servosterzo. Gli interni sono neri, molto eleganti e con i
sedili profilati al punto giusto. L’estetica è quella della GTI
uscita di produzione, con l’aggiunta delle tre strisce giallo/
rosso/blu che contraddistinguono l’allestimento. Simone
entra in concessionaria deciso a regalarsi un sogno, il suo
sogno. Finché morte non vi separi, così direbbe un
celebrante per il rito del matrimonio e in tale occasione si
celebra questa festività laica. Simone se ne torna così a casa
con la sua piccoletta, probabilmente la penultima 106 Rallye
16V venduta dalla concessionaria milanese dato che è il 2003
e la carriera commerciale del modello è agli sgoccioli. Da
allora la piccola francesina rimane sempre con il suo primo e
unico proprietario che nel frattempo le affianca altre daily
car, custodendola con cura e facendola sfogare ogni tanto.
«Mi sono dilettato col tempo a trasformarla in un’arma
L’estetica trapiantata dalla GTI
la rende, insieme al grigio della
carrozzeria, la più sobria delle tre.

“L’ingresso in curva ci fa capire


che non stiamo guidando una
macchina alla portata di tutti”
IL PR OP RI ETAR IO
TI
SIM ON E BOCCALET

Si
Simone Boccaletti,
B l tti annii
40, vive a Milano e nella
vita di tutti i giorni si
occupa di investimenti e
trading. Appena può si rin-
tana nel box dove custodi-
sce i suoi gioielli. Proprie-
tario della 1.6 Rallye 16v e
della 1.3 Rallye le affianca
con altre auto nella vita di
tutti i giorni, ma appena
può le fa sgranchire in pi-
sta o ai raduni. Per le 106
ha creato un box apposito
con le pareti che riprendo-
no i colori delle tre bande
simbolo di Peugeot Sport
e qui raduna modellini
e accessori del marchio
transalpino. È socio del
106Rallye.it Club Italia e
con i ragazzi del club si è
dilettato nel rigenerare la
1.3 Rallye della prova.

youngtimereretro.it 51
SU STRADA

da pista, ormai molti la conoscono in giro e sanno che ho curva ci fa capire che non stiamo guidando una macchina
dato filo da torcere a vetture molto più prestigiose e alla portata di tutti, con il posteriore che si dimostra
prestazionali». Difatti la 106 ha ricevuto nel tempo piccoli veramente ballerino. Il ponte rigido non aiuta e nemmeno il
ritocchi come un assetto Bilstein specifico, tarato da uno peso distribuito con una predilezione per l’asse anteriore, ma
specialista. A questo si aggiungono un grande classico come quantomeno la vettura è gestibile semplicemente rilasciando
aspirazione e scarico modificati, accoppiati con un impianto il gas. Sono sensazioni che oggi sembrano venire da
frenante trapiantato direttamente dalla “sorellona” 206 e altri tempi dato che l’elettronica filtra tutto e la guida
dotato di tubi in treccia di derivazione aeronautica. La 1.6 ne risulta più sicura, ma molto meno sincera e diretta.
16v si presenta ad oggi in formissima, non disdegnando ogni In pratica la 106 fa quello che le si dice, è un dialogo tra la
tanto qualche uscita per raduni o scampagnate domenicali. meccanica e il guidatore e se si compie un errore è solamente
La pista rimane però la sua vocazione e ce ne rendiamo conto colpa nostra, non ci sono centraline varie a salvarci da una
subito. Le modifiche al motore fanno il loro effetto, l’acustica figuraccia. Il motore sfoggia tutti i suoi 118cv e lo fa in
è notevole. Iniziamo a girare e percepiamo subito l’alone di maniera decisa ma “civile”, facendosi guidare anche in
rispetto che suscita una vetturetta simile. L’ingresso in scioltezza se lo si desidera. La coppia è quella più alta tra le

“È un dialogo tra la meccanica e il guidatore e se


si compie un errore è solamente colpa nostra”
52 Youngtimer &
PEUGEOT 106
RALLYE 16V
Quotazione: € 12.000 / 14.000
(Quotazioni in base alle condizioni del veicolo)
Motore: 4 cilindri in linea, 1.587 cc
Potenza: 118 CV a 6.600 giri
Coppia: 145 Nm a 5.200 giri
Trasmissione: manuale a 5 velocità FWD
0-100 km/h: 8,7 secondi
Vel. Max.: 205 km/h
Peso: 950 kg
Rapp. Peso/potenza: 8,68 Kg/CV

Rallye e raggiunge il picco a 5.200 giri/min rendendola molto


divertente e godibile in ogni situazione. Ma sarà anche
affidabile? Simone ci tranquillizza: «Posso definirla a prova
di bomba. Io e la 106 abbiamo fatto insieme più di 1.000 giri
di pista. Abbiamo affrontato Monza, Varano de’ Melegari,
il Tazio Nuvolari e non ci siamo fatti mancare due puntate
al Nürburgring. Il bollettino di guerra riporta solamente un
semiasse rotto in pista e un kit frizione, per il resto si parla
di manutenzione regolare ed eseguita con cura ogni 10.000
Km o al massimo ogni anno e mezzo. La ricetta è sempre
la solita: se si vuole mantenere bene una vettura basta
coccolarla e non lesinare sui prodotti, scegliendoli sempre
di prima qualità al momento di fare i tagliandi». E così ci
lasciamo scorrazzare dalla 16v, con lo stereo che rimane
rigorosamente spento per goderci il sound del motore che
dichiara le sue intenzioni con la zona rossa del contagiri ben
oltre i 7.000 giri/min. Rendiamo poi la macchina
all’orgoglioso proprietario che ci confessa: «Resterà sempre
con me, potrei farmi seppellire con lei a 90 anni!».
Melodrammatico? Leggendo oltre capirete che non lo è.
SU STRADA

Peugeot 106 1.3 Rallye


PREZZO DA 11.000 A 13.000 EURO
La Peugeot 106 Rallye 1.3 debutta nel 1993 ed è la prima
della stirpe delle 106 pepate. Se volete una piccola sporti-
va che abbia le corse nel DNA è l’auto che fa per voi.

CI PIACE
La parentela con le vetture che hanno popolato il Gruppo A
ed N per decenni è strettissima. È una vera sportiva vec-
chia maniera, va domata e questo la rende impareggiabile.

NON CI PIACE
Ha bisogno spazio libero, se imprigionata nel traffico o
nella vita di una daily car dimostra i limiti di un progetto
“da corsa”. Brusca e scorbutica, d’estate le bocchette in
meno si fanno sentire. Occhio ai freni nell’uso intenso, il
posteriore ha solo i tamburi.

G
ià, perché la passione che muove Simone non si è
esaurita con la sua prima 106. Avendo lo spazio
per ospitare un’altra piccola leoncina perché
limitarsi ad averne una sola? Simone deve averlo
pensato ma qui si tratta di una vera opera pia.
Difatti la 1.3 Rallye della prova, classe ‘94, risulta essere nata
con un karma veramente pesante. Ci racconta: «Questa
vettura ha una storia molto travagliata. Dopo averla vista in
vendita per molto tempo sui portali dedicati mi sono deciso a
evitarle una brutta fine. La 106 aveva veramente bisogno di
tante coccole per tornare ai fasti degli anni ‘90 dopo una vita
vissuta male». La piccola francesina tutta nera era stata
trattata male nel corso dei decenni ed era, come ci suggerisce
Simone, esaurita a livello di meccanica.
Nel pedigree vantava, si fa per dire, anche un furto e vari
incidenti che nel tempo avevano scalfito l’aura di mito che la
circondava. Le strade da percorrere erano due a questo
punto: o la pressa o la rinascita. E poteva un appassionato
come Simone optare per la pressa? Non solo ha deciso di
salvarla ma ha imbastito, con l’aiuto dei suoi amici del
106Rallye.it Club Italia, un programma veramente
ambizioso. Questo prevedeva la rigenerazione
completa della vettura, partendo dalla
carrozzeria per finire alla meccanica.
I ragazzi si sono così divertiti a ricreare
un modello tale e quale a uno uscito dalle linee
di produzione a metà anni ‘90… e i risultati sono
sorprendenti!
«È stata smontata completamente, raddrizzata,
VE DR ETE
NEL MI STO STR ET TO
messa in dima e riverniciata completamente.
Se osservate i particolari quali fanali o altro non SOLO I FA RI PO STE RIORI
troverete una discrepanza tra l’anno di produzione
e ciò che veniva usato in origine in quel periodo. La
meccanica poi è stata rivista completamente, grazie anche a
un’altra 106 ex Gruppo N che ha fatto da donatrice di
organi». Ad oggi solo l’assetto ha ricevuto un ritocchino,
divenendo un po’ più sportivo dell’originale. Effettivamente
sembra davvero appena uscita dalla catena di montaggio e da
fuori notiamo subito l’equilibrio tra grinta e sobrietà. Questo
rasenta la perfezione grazie alla cromia nera con cerchi
bianchi, elegante ma cattiva al punto giusto. Salendo a bordo
ci avvolge subito il fascino di un auto da corsa. Ci guardiamo
intorno e oggettivamente c’è veramente poco da vedere visto
che è spartana come poche. Mancano addirittura le bocchette
dell’aria al centro del cruscotto, rimosse in fabbrica per

54 Youngtimer &
Nera con i cerchi bianchi e la
striscia rossa che corre lungo
tutta la carrozzeria: what else?

“La coppia è in alto e per tirare fuori la grinta


ha bisogno di essere portata al limite.
E qui nascono i problemi...”

Il 106Rallye.it Club Italia


vede la luce nel Gennaio
2020, nascendo sulle
ceneri di un gruppo di ap-
passionati e amici legati
dall’amore per la Peugeot
106 nelle sue connotazioni
più sportive. Ufficialmen-
te riconosciuto dal Club
Storico Peugeot Citroën
DS Italia come unico
rappresentativo del mo-
dello in questione, si pone
come riferimento a livello
nazionale. Durante l’anno
vengono organizzati radu-
ni, partecipazioni alle fiere
di settore e collaborazioni
con trasmissioni televi-
sive. Con più di 200 soci
attivi, il Club si è lanciato
in una impresa notevole
quale il censimento delle
vetture ancora circolanti
nel Belpaese.
Che dite li aiutiamo?

youngtimereretro.it 55
migliorare ulteriormente il responso della bilancia.
Non a caso si tratta di una vetturetta che nel corso della sua
carriera ha spesso fatto da base per le trasformazioni Gruppo
N e Gruppo A. Sulla piccola 106 allestita da gara hanno
debuttato campioni indiscussi quali Andreucci e la francesina
arrabbiata ha monopolizzato intere categorie per almeno due
decenni. Il volante a tre razze riporta i colori di Peugeot
Sport ed è veramente bello da vedere, mentre il rosso
della moquette viene ripreso in parte anche sulla selleria.
I sedili poi sono sagomati al punto giusto ma lasciano
un senso di incompiuto.
È proprio da questo particolare che capiamo che la vettura
nasce per le corse, infatti la seduta alta stona non poco col
contesto, lasciando intendere che con sedili da gara e volante
a calice sarebbe tutta un’altra storia. Accendiamo il motore e
partiamo. Siamo di fronte all’esatto opposto rispetto alla 16v
che abbiamo provato. Questo motore, per quanto rivisto con
l’iniezione elettronica, arriva direttamente dagli anni ‘80 e
dalla 205 Rallye. Nel traffico la macchina ci fa capire di non
essere a proprio agio, strappando e diventando un po’
SU STRADA

PEUGEOT 106
1.3 RALLYE
Quotazione: € 11.000 / 13.000
(Quotazioni in base alle condizioni del veicolo)
Motore: 4 cilindri in linea, 1.294 cc
Potenza: 98 CV a 7.200 giri
Coppia: 108 Nm a 5.400 giri
Trasmissione: manuale a 5 velocità FWD
0-100 km/h: 9,3 secondi
Vel. Max.: 190 km/h
Peso: 810 kg
Rapp. Peso/potenza: 8,26 Kg/CV

scorbutica. Il caldo estivo e l’assenza di aria condizionata non rossa del contagiri, accoppiato a un cambio che ha le marce
aiutano neppure chi guida, così come il colore della corte, apposta per tirarne fuori il meglio. Siamo di fronte alla
carrozzeria. Che ci volete fare, la 106 1.3 Rallye nasceva versione più pura della 106 Rallye, quello che era il concetto
solamente in tre colori pastello: bianco, nero e rosso. La originale arrivato direttamente dalle sportive del decennio
coppia è in alto e per tirare fuori la grinta il precedente. Non è una vettura facile ma chi ama le scelte
propulsore ha bisogno di essere portato al limite. E senza compromessi trova decisamente pane per i suoi denti.
qui nascono i problemi, perché aumentando il ritmo il È totalmente diversa da qualsiasi cosa venga prodotto oggi,
posteriore si alleggerisce, specialmente se questo ci non ha elettronica e ti fa sentire tutto non avendo neppure il
porta a staccare forte in ingresso curva. L’impianto servosterzo, altro che palette al volante e manettini vari! E
frenante poi mostra più del resto i segni del tempo. Dato che i soprattutto va trattata con rispetto perchè a rovinarsi una
tamburi posteriori nella guida sportiva portano a un giornata per averla gestita nel modo sbagliato è un attimo e
affaticamento di tutto il sistema, ci sentiamo di consigliare lei ci fa capire di essere molto permalosa. Sì, perché ha
prudenza e una bella raffreddata ai bollenti spiriti. Il motore un’anima come tutte le macchine di una volta e non fa niente
è ancora in rodaggio ma gli piace urlare raggiungendo la zona per nasconderlo. E la amiamo proprio per questo...

“Nasce per le corse, infatti la seduta alta


ci fa sognare sedili da gara e volante a calice”
youngtimereretro.it 57
Peugeot 106 1.6 Rallye 8v
PREZZO DA 9.000 A 10.000 EURO
La Peugeot 106 Rallye 1.6 8v arriva nel 1996 e rimane
in produzione fino al 1998, condividendo il listino con la più
accessoriata GTI. Ad oggi è la più accessibile delle Rallye
ma sa far divertire come le altre due, forse pure meglio

CI PIACE
Rappresenta la giusta via di mezzo. È godibile nella vita
di tutti i giorni e il motore non vi darà brutte sorprese non
essendo esasperato. L’impianto frenante adotta i dischi
anche al posteriore migliorando notevolmente.

NON CI PIACE
Rimane una vettura molto spartana, pur con qualche
concessione alla comodità. Le tinte aggiunte col restyling,
insieme alle modifiche esterne, la rendono più vistosa
delle altre.

C
i approcciamo così alla 106 1.6 Rallye 8v, con l’idea
di essere di fronte alla via di mezzo tra le prime due
vetture che abbiamo provato. Andrea Bossuto di
professione fa il meccanico e questo ci lascia
intendere che non sia proprio un pivello. Ne
parliamo un po’ con lui e scopriamo di essere di fronte ad un
vero fan boy del modello: «La mia storia d’amore con la 106 è
iniziata con una 1.3 Rallye. Beh, adesso ne ho ben 7 e sono
tutte Rallye tranne una Xsi. Sono equamente divise tra 1.3 e
1.6 8v». Con un esperto così potremmo attenderci di tutto
invece troviamo una vettura sostanzialmente stock, nata nel
1998 e arrivata ad Andrea dopo altri 3 proprietari. «Quando
l’ho comprata, 6 anni fa, era in condizioni di uso quotidiano e
meritava un po’ di attenzioni a livello estetico e meccanico.
C ho sistemato motore, trasmissione e sospensioni
Così
m
mentre esteticamente ho solo provveduto a una lucidata
fa bene, mantenendo l’aspetto di un conservato
fatta
v
vissuto ma proprio per questo affascinante. L’unica
v
variazione fatta rispetto alla fabbrica è lo scarico, così il
m
motore canta meglio». Con queste premesse potremmo
p
pensare a una signora con le rughe, ma la piccola ci fa
c
capire di avere ancora molto da dire nonostante
registri più di 207.000 Km all’attivo.
Esternamente il colore ci rimanda al mondo dei
LÀ!“
“PU FF I QU A! PU FF I Puffi ma si tratta di una delle aggiunte cromatiche al
AN CH E VOI?
LO AV ETE PE NS AT O listino con il restyling del 1996. Infatti, oltre ai colori
della precedente versione arrivano anche il blu e il
r
giallo a renderla ancora più sbarazzina. La ricetta transalpina
prevede anche minigonne in tinta con la carrozzeria e cerchi di
dimensioni maggiori, uniti a passaruota maggiorati che
ospitano ancora pneumatici da 14” ma col canale aumentato da
5,5” a 6”. Ma le novità non finiscono qui, in quanto arriva in
eredità il motore da 1.6 litri della precedente Xsi oltre a un
allestimento leggermente meno spartano.
La vettura in prova dispone “addirittura” di chiusura
centralizzata e servosterzo, sono tornate anche le bocchette di
aerazione centrali. Se state pensando a una vettura
imborghesita lasciate perdere, non potreste essere più distanti
dalla realtà. Salendo a bordo ritroviamo lo stesso spirito della
precedente 1.3 Rallye, con il volante originale a tre razze che
perde il logo di Peugeot Sport (ora passato direttamente alla
fantasia dei sedili). La moquette riprende poi il colore della
carrozzeria, intonandosi perfettamente con le lamiere in vista
all’interno dell’abitacolo e con il fondo della strumentazione.
IL PR OP RI ETAR IO
AN DR EA BOSS UT O

Andrea Bossuto, 33 anni,


vive a Rivalta in provin-
cia di Torino. Siamo di
fronte a un vero esperto
della 106 Rallye in quanto,
dopo la prima 1.3 Rallye
acquistata, ha esteso la
sua collezione che attual-
mente è arrivata sino a
sette vetture. Sono tutte
Rallye 1.3 o 1.6 8v, a parte
una Xsi, e rappresentano
la corretta estensione di
una passione che è di-
ventata un lavoro. Infatti
Andrea, meccanico di
professione, con la sua
officina si occupa preva-
lentemente di “coccolare”
le 106 e ogni Peugeot
pepata che lo raggiunga.
“Potremmo pensare a una signora
Molto legato al 106Rallye.
it Club Italia, partecipa ai con le rughe, ma la piccola ci fa
raduni e ricopre il ruolo di
consigliere dello stesso. capire di avere ancora molto da dire”
SU STRADA

Nel traffico la 106 scorre fluida e non strappa come il modello premesse iniziamo ad alzare il ritmo tra le curve e non
precedente, merito di un motore meno burbero e accoppiato rimaniamo affatto delusi, rendendoci conto di come si tratti di
con una sapiente rapportatura del cambio. Quest’ultima, una vettura più facile rispetto alla 1.3 e che ne elimina tutte le
essendo più lunga, permette di avere una guida meno problematiche relative all’impianto frenante. Stavolta al posto
“impiccata” e più sciolta, eliminando l’obbligo di cercare dei tamburi posteriori sono arrivati dei dischi che, accoppiati
sempre la parte alta del contagiri. Il motore a 8 valvole si agli autoventilanti già presenti sull’asse anteriore, conferiscono
distingue per una erogazione turistica, rendendola adatta alla frenata l’autorevolezza che mancava in precedenza. La
anche alla vita di tutti i giorni. leggerezza del retrotreno invece rimane invariata e alla fine va
Che non si tratti di un propulsore esasperato ce lo conferma bene così, ormai ci siamo abituati e non la vorremmo
anche Andrea: «Per esperienza posso dirvi che rappresenta altrimenti. Dovendo dare un giudizio su questa versione
un’ottima base per le elaborazioni e con poco si riescono a possiamo affermare che rappresenta la giusta via di
tirare fuori cavallerie veramente impressionanti». La coppia mezzo tra la 1.3 e la 1.6 16v, rimanendo pura in spirito
rispetto a prima è cresciuta molto e arriva molto più in basso, come la prima ma rendendosi più fruibile dalla maggior
rendendo facile affrontare qualsiasi situazione. Con queste parte dell’utenza come la seconda. Qui potete divertirvi

“Se per caso vi foste dimenticati il colore


esterno della macchina, l’interno fa di tutto
per rinfrescarvi la memoria”
60 Youngtimer &
PEUGEOT 106
1.6 RALLYE 8V
Quotazione: € 9.000 / 10.000
(Quotazioni in base alle condizioni del veicolo)
Motore: 4 cilindri in linea, 1.587 cc
Potenza: 101 CV a 6.200 giri
Coppia: 132 Nm a 3.200 giri
Trasmissione: manuale a 5 velocità FWD
0-100 km/h: 9,6 secondi
Vel. Max.: 195 km/h
Peso: 900 kg
Rapp. Peso/potenza: 8,91 Kg/CV

tanto anche se non siete piloti di professione,


ovviamente facendo attenzione ai soliti “difetti” (?)
che oramai abbiamo imparato a conoscere.
Le quotazioni attualmente vedono la 1.6 Rallye 8v come
modello più accessibile con valori spesso sotto i 10.000 euro.
Si passa poi alla 1.3 Rallye che si posiziona leggermente sopra,
abbracciando una fascia che va dagli 11.000 ai 13.000 euro, per
poi arrivare alla 1.6 Rallye 16v. La più evoluta e “civilizzata” si
presenta con prezzi attualmente compresi tra 12.000 e 14.000
euro. Ovviamente molto varia in base alle condizioni della
vettura e all’uso che ne è stato fatto, con la solita
raccomandazione di evitare esemplari spremuti come limoni.
A livello di ricambistica si trova ancora tutto ma le scorte
iniziano a esaurirsi e qui arriva in aiuto il club del modello, che
aiuta i proprietari nella ricerca delle parti. Addirittura i ragazzi
del 106Rallye.it Club Italia spesso ricreano alcune parti, come
ad esempio gli adesivi. Insomma alla fine della fiera possiamo
dirvi che se cercate una delle ultime vetture in grado di
emozionare con una cifra tutto sommato abbordabile, siete
di fronte a una delle migliori scelte possibili, confortata
da un’affidabilità che difficilmente vi darà grattacapi.
Però per coerenza la radio va lasciata spenta!
L’INCOMPRESA

L’INCOMPRESA

62 Youngtimer &
VOLKSWAGEN PHAETON

L’ammiraglia del popolo voluta dal capo


di Volkswagen Piëch è stata una delle
auto più tecnologiche del suo tempo.
Durante la sua epoca non è stata
compresa a fondo ma, ai nostri giorni,
potrebbe rivelarsi un’occasione
interessante…

Youngtimer & 63
L’INCOMPRESA

Il lusso secondo

“Il suo nome VW: radica di legno


e pelle a profusione.

richiama le lussuose
carrozze sportive
ottocentesche”

N
el mercato automobilistico odierno il segmento
delle berline ammiraglie ha subito una forte
rarefazione. Qualche tempo fa, invece, progettare e
mostrare al mondo la vettura più rappresentativa e
di maggior prestigio della propria flotta era motivo
di vanto, nonché occasione per valorizzare il progresso
tecnologico della Casa. Oggi, tutto questo appare anacronistico
e fuori moda, ahinoi… Meglio “suvvizzare la qualunque” per il
piacere del pubblico (o per lo più dei dirigenti); tuttavia non era
di questa idea Ferdinand Piëch, nipote di Ferry Porsche, padre Se siete stati capaci di superare lo shock iniziale,
di dodici o forse tredici figli avuti da quattro diverse relazioni, apprenderete che i cugini sotto i quattro anelli non metteranno
eccellente ingegnere e perspicace presidente del gruppo in comune con voi il loro telaio in alluminio... dunque vi
Volkswagen dal 2002 al 2015. toccherà fare gli straordinari per impostare una piattaforma
forgiata con il meno nobile e più pesante acciaio. Insomma da
L’AMMIRAGLIA DEL POPOLO “Auto del Popolo” ad “Ammiraglia del Popolo” il passo è... folle!
Ora mettetevi nei panni di un ingegnere felicemente impiegato Ciononostante, il volere di Herr Piëch è più forte dei franchi
in Volkswagen. Le vostre giornate in quel di Wolfsburg sono tiratori e così si inizia lo sviluppo della Phaeton.
pianificate su come spendere meno e far rendere La nuova “Passat con gli steroidi” ha un nome che non
qualitativamente di più le ottime Lupo, Polo, Golf e Passat di nasconde le sue aristocratiche aspettative, legandosi alle
fine anni ‘90. Un bel giorno Piëch si presenta da voi, nonostante lussuose carrozze sportive dell’Ottocento, richiamando
i numerosi pareri contrari all’interno del consiglio di etimologicamente il mito di Fetonte, figlio del sole (che a dire il
amministrazione, vi consegna una lista di dieci parametri da vero non fa una bella fine). A conti fatti l’investimento finale
rispettare tassativamente sul quale si dovrà sviluppare una sarà un flop megagalattico: 1,99 miliardi di euro persi e una
vettura di alta gamma che faccia concorrenza a Mercedes-Benz avveniristica fabbrica in vetro inaugurata appositamente
Classe S, BMW Serie 7 e Audi A8. (Glaserne Manufaktur) a Dresda. Venti anni dopo è facile

64 Youngtimer &
VOLKSWAGEN PHAETON

Sobrietà, eleganza e
abbondanti cromature. CARATTERISTICHE TECNICHE
CARAT
• MOTORI
MOT A BENZINA
3.2 V6
V6, 3.189 cc, 240 CV e 315 Nm, 0-100 km/h
in 12,2 secondi, 239 km/h, consumo medio 7,7 km/l.
V6, 3.597 cc, 280 CV e 370 Nm, 0-100 km/h
3.6 V6
in 8,9 secondi, 250 km/h, consumo medio 7,9 km/l.
V8, 4.172 cc, 335 CV e 430 Nm, 0-100 km/h
4.2 V8
in 6,9 secondi, 250 km/h, consumo medio 7,2 km/l.
W12, 5.998 cc, 420 CV e 550 Nm, 0-100 km/h
6.0 W1
in 6,1 secondi,
s 250 km/h, consumo medio 5,9 km/l.
W12, 5.998 cc, 450 CV e 580 Nm, 0-100 km/h
6.0 W1
in 6,1 secondi,
s 250 km/h, consumo medio 6,4 km/l.

• MOTORI
MOT A GASOLIO
3.0 V6 TDI DPF, 2967 cc, 224 CV e 450 Nm, 0-100 km/h
in 8,8 secondi, 234 km/h, consumo medio 9,9 km/l.
3.0 V6
V TDI DPF, 2967 cc, 233 CV e 450 Nm, 0-100 km/h
in 9,0 secondi, 235 km/h, consumo medio 9,9 km/l.
3.0 V6 TDI DPF, 2967 cc, 239 CV e 500 Nm, 0-100 km/h
in 8,3 secondi, 237 km/h, consumo medio 11,2 km/l.
V10 TDI, 4921 cc, 313 CV e 750 Nm, 0-100 km/h
5.0 V1
in 6,9 secondi, 250 km/h, consumo medio 8,2 km/l.

TRASMISSIONE cambio automatico-sequenziale


• TRAS
Tiptronic a 5 o 6 marce (in alternativa su alcune versioni
Tiptron
disponibile un cambio meccanico a 6 marce + R.M.),
era dis
trazione integrale 4Motion (ant. su 3.2 V6 e 3.0 V6 TDI).
epitomare il tutto come una grande operazione da somari DOC,
ma stiamo dimenticando la positività che inebriava tutti noi • CORPO VETTURA Berlina tre volumi a 5 porte, 4 o
all’inizio del nuovo millennio, il benessere che appariva ancora 5 posti, pianale Volkswagen D1 Tipo 3D, sospensioni
a portata di mano, una grande illusione collettiva che a controllo elettronico con ammortizzatori a gas,
successivamente ha presentato il conto. Anche in Volkswagen! anteriori multilink a 4 bracci e posteriori multilink a
bracci oscillanti trapezoidali, freni anteriori a disco
LUSSO E RAFFINATEZZA autoventilanti da 360 mm (365 mm), freni posteriori
La Phaeton, se guardata distrattamente, potrebbe sembrare una autoventilanti da 310 mm (335 mm) , sistema
strana maxi-Passat; tuttavia analizzandola più attentamente si antibloccaggio ABS con ripartitore di frenata EBD,
comprende come il design della carrozzeria sia più moderno e controllo elettronico della stabilità ESP e trazione ASR/
piacevole. Le sue forme strizzano l’occhio a una clientela MSR. La prima Volkswagen al mondo con Cruise Control
esclusiva che non ha molta voglia di apparire, esprimendo Adattivo ADR (Automatic Distance Regulator).
un’elegante sobrietà, senza trascurare una notevole imponenza
dettata dagli ingombri complessivi della vettura. • DIMENSIONI E PESO Lunghezza 5.055 mm (5.180 mm),
Questi concetti sono totalmente capovolti all’interno larghezza 1.903 mm, altezza 1.450 mm, passo 2.881 mm
dell’abitacolo, luogo in cui il lusso e l’opulenza regnano sovrani. (3.001 mm), pneumatici 235/55 R17 - 255/45 R18,
Ogni centimetro è rivestito con materiali nobili di primissima massa da 1.995 a 2.600 kg.
scelta: pelle, alluminio e tanta radica. Inoltre, la configurazione
generale trasmette una sensazione di altissima tecnologia, • UNITÀ TOTALI PRODOTTE (2002-2016) 84.235
elevando lo standard del marchio Volkswagen del suo tempo,
offrendo sedili massaggianti riscaldabili e ventilati, schermi tv, PREZZO DA 7.500 A 19.000 EURO
bocchette di ventilazione a scomparsa... e perfino un tettuccio (Quotazioni in base alle condizioni del veicolo)
in vetro apribile a celle solari.
Il comfort, neanche a dirlo, è ai vertici della sua categoria, 54 anni dopo era giunta
tant’è vero che verrà realizzata in pochi esemplari la Phaeton l’ora di un’ammiraglia!
Lounge: un’improbabile limousine lunga 6,8 metri, dotata di un
equipaggiamento simile a un jet privato.

PRESTAZIONI A CARO PREZZO!


Il listino dell’ammiraglia firmata Volkswagen esordiva da circa
68.000 euro, superando agevolmente i 120.000 euro nelle sue
versioni poste al top di gamma. Pur non adottando il famoso
telaio in alluminio dell’Audi A8, condivide con lei e la terza
cugina Bentley Continental Flying Spur, una meccanica
estremamente raffinata. Tra i motori a benzina si spazia dal
“parco” VR6 di 3,2 litri da 240 CV preso in prestito dalla Golf
GTI, passando dall’eterno V8 di 4,2 litri da 335 CV di origine

Youngtimer & 65
L’INCOMPRESA

Audi S8, sino al capolavoro tecnologico W12 di 6 litri da 420 a sull’intero progetto, poi posto fuori produzione dal 2016.
450 CV. Invece tra i diesel spicca il V10 TDI di 5 litri da 313 CV, Si contano solo 84.235 Phaeton prodotte, afflitte da
croce e delizia di casa Volkswagen, amatissimo dal Presidente un’emorragia finanziaria di ben 28.000 euro per unità.
Piëch, meno dal Clean Air Act in vigore negli Stati Uniti...
Complessivamente le prestazioni della Phaeton erano degne LA PHAETON D2 VITTIMA DEL DIESELGATE
di nota in quasi tutte le sue versioni proposte in listino. Divenne In molti forse hanno già dimenticato dell’immenso scandalo che
manifesto di ciò che la casa tedesca poteva realizzare senza ha colpito il gruppo Volkswagen nel settembre del 2015.
timore di concorrenza, presentando soluzioni all’avanguardia L’inganno sulle emissioni dei propri motori a gasolio, passato
che innalzavano notevolmente i contenuti e le qualità di guida alla storia come Dieselgate, è stato pagato a caro prezzo. I nuovi
della vettura. La trazione integrale 4Motion, le sospensioni vertici aziendali rottamarono il board precedente, cambiando
multilink con quattro ammortizzatori a gas controllati significativamente la rotta per abbracciare una filosofia più
elettronicamente, il cambio automatico Tiptronic con palette al “green” fortemente rivolta verso la mobilità elettrica. In quel
volante e il Cruise Control Adattivo, sono solo alcune delle periodo molti progetti in via di sviluppo sono stati di colpo
soluzioni che ponevano ai vertici questo progetto che su strada cancellati... uno di questi era proprio la Phaeton D2.
sposta comodamente una massa di circa 2,5 tonnellate. La damnatio memoriae che ha afflitto questo concept è durata
Sfortunatamente la spregiudicatezza non ha portato nelle sino al luglio del 2022, in occasione dei venti anni dal lancio
casse di Volkswagen alcun profitto. Si potrebbe dire che la della prima generazione, la casa tedesca ha svelato le immagini
dirigenza ha guidato la carrozza un po’ come Fetonte, inedite del mai nato sequel di fatto già pronto per essere
l’avventato figlio di Helios che precipitò a causa di Zeus... commercializzato. La D2 è stata ingegnerizzata sulla
Qui la saetta delle perdite è stata una decisiva pietra tombale piattaforma MLB (Modular Longitudinal Matrix) assemblata
con molte componenti in alluminio. Le sue linee si presentano
sobrie ed eleganti, caratterizzate da un approccio volutamente
“La Phaeton D2 più solenne e monumentale, incorniciate da numerose
cromature. Lo status della vettura è confermato dal suo interno
è stata cancellata lussuoso, predisposto come un neoclassico salotto hi-tech,
anticipando (nel 2016) il virtual cockpit basato su due grandi

a causa del schermi LCD manovrabili a sfioramento, oggi di serie su molti


modelli del Gruppo Volkswagen. La gamma dei motori non è
stata mai svelata, ma di sicuro non avrebbe fatto a meno del suo
Dieselgate” motore a ventaglio da 12 cilindri!

La D1 al confronto con la D2 concept.


Il passo in avanti è notevole, la II serie si
presenta ancor più monumentale e imponente.

66 Youngtimer &
VOLKSWAGEN PHAETON

PRINCIPALI OPTIONAL
• Accensione automatica luci (ALS)
• Allestimenti Premium per i sedili posteriori, in pelle
“Sensitive”, in pelle “Vienna” o “Sensitive Plus”.
• Chiusura servoassistita
• Comandi Cambio Aut. Tiptronic al volante
• Controllo automatico della distanza (ADR)
• Fari bi-xeno
• Impianto audio da 1.000 watt (Dynaudio)
• Inserti in legno di Castagno, Mirto o Radica di Noce
• Intarsi “Agnolo”, “Francione”, “Lendinara”, “Maiano”,
“Zambelli” (con Pac. Legno Superiore)
• Pacchetto Legno Superiore: inserti in legno alle
maniglie del tettuccio, pannelli porta, montanti centrali,
rivestimento consolle e cambio
Moderna ed esclusiva... • Pacchetto Memory: retrovisori con memoria,
peccato per il Dieselgate! cinture automatiche, specchietto interno aut. con
antiabbagliamento, sterzo regolabile elettricamente,
sedili ant. elettrici regolabili elettricamente con memoria
• Ricezione Tv
• Riscaldamento abitacolo con telecomando
• Sedili anteriori e posteriori riscaldabili, ventilati
e massaggianti
• Sistema controllo pneumatici
• Sistema Keyless Access
• Sensori di parcheggio
• Specchietti retrovisori esterni ripiegabili elettricamente
con antiabbagliamento
• Telefono con vivavoce
• Tettuccio fotovoltaico (o elettrico)
• Vernice metallizzata, perlata o da gamma speciale
• Vetri atermici
• Volante multifunzione in pelle e legno (riscaldabile)

Nel 2016 si anticipava il futuro


family feeling firmato VW.
Il lusso incontra l’alta tecnologia.

PERCHÉ
PERC
PE RCHÉÉ CCOMPRARLA?
OMPR
OM PRAR
PR ARLA
AR LA??
LA costi di manutenzione, come d’altronde una vettura del suo
Siete pronti ad
d auto-incoronarvi imperatori come Napoleone, rango richiede. Se avrete intenzione di buttarvi in questa
ma odiate l’arroganza appariscente del sultano del Brunei? La ricerca, a ottimo mercato troverete le ambitissime
Phaeton potrebbe essere l’auto giusta per voi! Attualmente è viaggiatrici Diesel TDI, ma occhio ai chilometri percorsi.
possibile portarsi a casa (preferibilmente allungando gli Le ricercate 6.0 W12, magari a passo lungo e quattro
spazi del vostro garage) un esemplare in buone condizioni posti, sfiorano i 20.000 euro... dunque sono decisamente alla
con una spesa intorno ai 10.000 euro. Probabilmente non portata e sono quelle maggiormente predisposte per essere
sarà mai un modello che scalderà i cuori dei collezionisti, fin più ambite e ricercate in futuro.
troppo restii ad accettare una berlina di prestigio col E poi, volete proprio togliervi la gioia di poter guidare un
marchio Volkswagen sulla mascherina. D’altra parte dovrete transatlantico tedesco (sperando di non essere un autista in
mettere in conto che è un’ammiraglia, dunque prima del suo divisa) canticchiando: “Che me frega dell’A8... io ho la
acquisto bisognerebbe ponderare attentamente i suoi onerosi Phaeton!”.

Youngtimer & 67
D
omenica 19 settembre 1999 sul kartodromo di
Mariembourg, a pochi passi dalle Ardenne, va in
scena la finale del campionato mondiale FSA
100cc.
A contendersi il titolo il meglio di una
generazione di giovani kartisti. Tra questi c’è anche Giorgio
Pantano.
Giorgio, classe 1979, corre da sempre, sin da quando aveva
nove anni. È un pilota veloce e vincente. Al volante dei kart,
negli undici anni di carriera che lo hanno condotto sino a
questa finale, ha vinto praticamente tutto: otto titoli italiani,
un titolo europeo junior, due mondiali junior e due europei di
Formula A.
Ormai è pronto al grande balzo, la Formula 3 attende.

8 Youngtimer &
68
Con Heritage risaltiamo il patrimonio
storico-culturale del motorismo, nella sua
salsa più piccante: quella racing. Questa,
è la parabola del “piedone” di Conselve…
Giorgio Pantano, dal kart alla F1!
DI DIE GO A LV ER À

Quella di oggi sarà l’ultima gara al volante di un kart, un I millequattrocento metri della pista belga, una delle più
Vortex della scuderia di Jarno Trulli. lunghe, sono un indiavolato toboga. Con lui, in griglia, una
Sull’asfalto Giorgio regala sempre emozioni, per il modo manciata di promesse, da Liuzzi a Quintarelli, da Räikkönen
con cui sta in pista, per come mangia l’asfalto, per l’attitudine ad Alonso, che diciotto mesi dopo esordiranno in Formula 1
e lo spunto. È un talento naturale, un figlio di questa al volante, rispettivamente, di Sauber e Minardi.
straordinaria specialità. Per vincere, purtroppo, non basta masticare asfalto e
«Il kart era tutta la mia vita, la mia passione. È l’amore più secondi, per vincere serve anche un pizzico di buona sorte,
grande: prima di tutto veniva quello!» racconta oggi. «Avevo quella che oggi lo ha clamorosamente tradito.
uno stile di guida sporco e ruvido che oggi sarebbe Pantano, infatti, ha rotto il motore in prefinale e parte dal
scarsamente efficiente. I kart di questi ultimi anni sono infatti fondo del gruppo, in trentaquattresima posizione. La corsa al
più veloci di quelli che pilotavo, hanno più prestazioni e più titolo è compromessa ma lui non sembra farsene cruccio.
cavalli. Sono pesanti, potenti e raggiungono velocità Giorgio è un pilota sanguigno e di carattere, un
importanti. Più li si guida pulito, più si va forte: esattamente il combattente. In pista e fuori, è sempre all’attacco e, in
contrario dei miei anni.» omaggio a questa furiosa determinazione, nel paddock tutti

Youngtimer & 69
69
1 Un Pantano felice e sorridente sul podio di
Salbris nel Campionato Europeo FA del 1995.
2 La Dallara GP2/08 è per Pantano la vettura
“eletta”, per l’immediatezza delle sensazioni
che trasmette al pilota e per le possibilità
d’intervento sul set-up. Di certo, è anche
la più prossima al concetto di Formula 1.
3 Nonostante il decimo posto in Gara 1,
sabato 13 settembre 2008 Pantano
conquista a Monza il titolo mondiale GP2.
È uno degli apici della sua lunga carriera.

lo chiamano “Tyson”.
In pista Giorgio tiene fede
alla sua nomea e, sin dai primi
“La rimonta termina scomposti e nervosi.
Quintarelli, però, non
molla. Bussa di nuovo alle
metri, recupera posizioni su
posizioni. Curva dopo curva,
nelle ultime tornate, spalle di Bremer nel cuore
della curva successiva e lo
piomba alle spalle degli
avversari, li punta, li affianca quando raggiunge tocca spingendolo verso
l’esterno. Il danese finisce con
scodando e li sfila staccando
brutalmente al limite. Sembra
di un’altra categoria.
il terzetto di testa” due ruote nell’erba e deve
alzare il piede. Ad
approfittarne, però, è Danilo
La rimonta termina nelle Rossi, in agguato alle spalle,
ultime tornate, quando raggiunge il terzetto di testa formato che beffa Quintarelli e si porta a casa il quarto titolo mondiale.
da Bremer, Quintarelli e Rossi. Il vero protagonista della giornata, però, è qualche metro
È uno dei finali più belli ed emozionanti di sempre. Tutto, dietro di loro. Pantano arriva, infatti, furioso alle spalle di
infatti, si decide all’ultimo giro. A poche curve alla fine Bremer e lo sorpassa d’impeto, staccando l’ultimo biglietto per
Quintarelli rompe gli indugi e passa Bremer che, però, gli il podio ed entrando direttamente nella leggenda. Ancora un
rende pariglia alla staccata successiva. I kart si toccano giro di pista e chissà come sarebbe finita!

70 Youngtimer &
HERITAGE

«L’obiettivo» confessa oggi «era quello di vincere, di dare il


massimo pur sapendo che sarebbe stata dura partendo
dall’ultima posizione. Io però ci credevo, come ho sempre
fatto. Per le mie potenzialità ho sempre pensato e saputo che
potevo fare bene.»
Nel corso della sua lunga carriera Pantano ha sempre
mantenuto questo atteggiamento positivo che lo ha spesso
aiutato a tenere duro anche nei momenti più complicati.
Giorgio avrebbe continuato a mettere in bacheca trofei, dal
titolo tedesco di Formula 3 vinto l’anno successivo al
prestigioso secondo posto in F3000, con il team Coloni, sino
allo strepitoso titolo in GP2, conquistato nel 2008, a ventinove
anni, con gli spagnoli della Racing Engineering, davanti a
Bruno Senna, Di Grassi e Grosjean.
La Dallara GP2/08 di quella stagione gli è rimasta nel cuore.
«Se parliamo di guida e sensibilità è stata la monoposto che ho
guidato con più piacere, in assoluto quella che si avvicinava

Youngtimer & 71
HERITAGE

di più a una Formula 1 sia come sensazione di guida che come


regolazioni e set-up.»
La massima serie è dietro l’angolo. Nel 2004 approda
finalmente in Formula 1 con la scuderia di Eddie Jordan, ma la
EJ14 si rivela scorbutica e inaffidabile. La stagione si trascina
tra problemi e ritiri, ed è davvero un peccato, perché Giorgio
avrebbe meritato ben altre chance, come sostenevano molti
suoi colleghi, tra cui Fernando Alonso che lo considerava
invincibile, e come confermava anche il cronometro nei test
sostenuti per scuderie di vertice come Benetton, Williams e
McLaren.
«Tra quelle su cui sono salito, la Mp4/15 che ho provato a
Jerez de la Frontera nel 2001 è stata la più bella da guidare»
racconta con soddisfazione.
Una parentesi sugli stradali statunitensi in Indy Racing
League, con il team di Chip Ganassi, dove sarebbe tornato
anni dopo per una manciata di gare, e, soprattutto, un titolo in

72 Youngtimer &
1 Giorgio e Eddie Jordan.
Il loro fu un rapporto complicato
e controverso, condizionato
anche dalla grande fragilità della
monoposto. In quattordici gare
disputate con la EJ14 Giorgio si
ritirò in otto occasioni piazzandosi
nelle retrovie nelle rimanenti sei.
2 Al volante della Williams BMW
FW24 in un test sulla pista di
Valencia a fine novembre del 2002
dove staccò il quarto tempo
della giornata.

GT Open, conquistato nel


2013 a Montmelò al volante
della McLaren MP4-12C
“Per gareggiare a Se ripenso alla mia storia,
forse, è proprio questo che mi
è mancato, lavorare con
preparata dal team Bhai Tech,
hanno quindi coronato una
certi livelli devi avere persone che avessero la
necessaria esperienza.»
parabola longeva, vincente e
ricca di soddisfazioni. a fianco persone Per Giorgio questo è un
punto decisivo. «Ai ragazzi
Oggi è tornato al kart dove
alleva talenti. Ripensando al
passato ci regala una
competenti” che seguo dico sempre: mai
avere paura di quanto può
accadere in pista, massima
riflessione a proposito di fiducia nelle persone che
fortuna e management. «Sono entrambi fattori fondamentali» lavorano per voi e, soprattutto, ascoltate sempre chi vi può
conferma Giorgio. «Rispetto ai miei anni oggi però è tutto dare una mano.»
cambiato in peggio. Come insegna l’attualità della Formula 1, Ma la passione per la velocità non passa solo dalla pista ma
il fattore economico è diventato determinante. Ma per anche dalle inossidabili youngtimer. «Quella che preferisco
gareggiare a certi livelli devi avere a fianco persone rimane la Mini Cooper, una macchina straordinaria per
competenti che possano farti crescere. stabilità, precisione e divertimento di guida.»

Youngtimer & 73
74 Youngtimer &
74
Tanto lunga quanto affascinante,
prima snobbata e ora riscoperta.
Nata con il difficile compito di sostituire
la mitica E-Type, la Jaguar XJS sta invecchiando
incredibilmente bene, come le bottiglie
del miglior Whiskey. Ma occhio ai ricambi!
DI CLAUDIO RASPANTI FOTO MAX SERRA

youngtimereretro.it 75
7
“Il cofano immenso ci fa capire
che non dobbiamo aspettarci
un piccolo 3 cilindri là sotto”

76 Youngtimer &
SU STRADA

A
JAGUAR XJS 6.0 V12 lcune vetture nascono con un compito decisamente
CELEBRATION - 1995 ostico, tipo sostituire un mito come la Jaguar
Quotazione: € 40.000 / 50.000 E-type. Un’eredità simile è difficile da gestire per
(Quotazioni in base alle condizioni del veicolo) chiunque e ha fatto sì che la Jaguar XJS sia arrivata
Motore: 12 cilindri a V di 60°, 5.993 cc ai nostri giorni da incompresa, nonostante numeri
Potenza: 311 CV a 5.400 giri di vendita interessanti. Ma siccome il tempo è un gran signore, è
Coppia: 455 Nm a 3.750 giri
Trasmissione: automatica a 4 marce arrivato il momento della rivincita per questa “giaguarona”. Il
con gestione elettronica, RWD modello nasce come XJ-S nel 1975, con tre anni di ritardo
0-100 km/h: 6,9 secondi rispetto alle previsioni. Il momento storico è pessimo, siamo in
Vel. Max.: 265 Km/h
Peso: 1.900 Kg
piena crisi petrolifera e il marchio Jaguar sta entrando nella
Rapp. Peso/potenza: 6,11 Kg/CV barcollante galassia British Leyland. Dalla ingombrante
antenata eredita il poderoso V12 mentre la linea segna
una rottura netta con le linee morbide della E-type e la
propone come una Gran Turismo piuttosto che come una
sportiva. I “conservatori” del marchio non digeriscono
sia le pinne che accompagnano la linea del lunotto
posteriore che l’alluminio utilizzato per le rifiniture
interne. Il problema principale della XJ-S risiede però altrove: il
V12 da 5,3 litri merita un’iscrizione agli alcolisti anonimi! A poco
servono i 91 litri di benzina stipati nel serbatoio per dissetarlo e il
cambio automatico a tre marce di origine General Motors non
aiuta di certo. I 288 CV iniziali diventano 300 con la seconda
serie del 1981, denominata XJ-S HE. Questa porta con sé delle
camere di combustione “fireball” e i consumi calano lievemente,
mentre all’interno trovano nuovamente posto i rivestimenti in
legno. Ritorna così quell’atmosfera “Old England” che tanto
mancava ai puristi del marchio. Nel 1983 la gamma si allarga con
un motore da 3,6 litri e nel 1985 arriva la XJ-SC, una versione
targa a 2 posti. È solo il preambolo della nascita della
Convertibile, che sostituisce la XJ-SC nel 1988 dando nuova linfa
alle vendite. La terza serie del 1991, già sotto l’egida Ford,
rap
rappresenta un’ulteriore evoluzione e porta un cambiamento
ne fanaleria posteriore unito ad aggiornamenti estetici volti a
nella
m
mantenerla al passo coi tempi, oltre al cambio di denominazione
in XJS. Le novità più grandi risiedono nella meccanica: il 6
ci
cilindri viene potenziato crescendo fino a 4 litri, mentre il V12
da 1993 raggiunge i 6 litri di cilindrata per sottostare alle nuove
dal
n
normative antinquinamento e raggiungendo i 311 CV di
p
potenza. Il cambio diviene un più moderno GM 4L80-E a 4
r
rapporti a gestione elettronica mentre i dischi freno posteriori si
s
spostano dai lati del differenziale ai mozzi ruota per questioni
d praticità produttiva.
di

TA N TO M OTO R E
E TA N TA E LE G A N Z A

youngtimereretro.it 77
1

1 Le sospensioni morbide e lo sterzo demoltiplicato sono più adatti per un giretto in auostrada, anziché sui passi di montagna.
2 Il V12 è monumentale e decisamente ingombrante, ma anche molto assetato!
3 Le cromature creano un’atmosfera in stile Old England che rimanda ad altri tempi.

3
SU STRADA

Arriviamo così alla


protagonista del nostro servizio,
pro
che probabilmente rappresenta
l’ap
l’apice della produzione della 5 COSE DA CONTROLLARE
XJ
XJS. Si tratta di una 6.0 V12 Ecco alcuni tra i principali
Ce
Celebration del 1996 in cromia accorgimenti che è bene tener
M
Morocco Red, una delle ultime presente in fase d’acquisto
ve
vetture prodotte prima del
si
sipario calato nell’aprile 1996
p
per lasciare spazio alla XK8.
G
Gilberto Lucioli, il proprietario,
cci introduce ai trascorsi della
v
vettura: «Io sono jaguarista da
s
sempre e faccio parte del Jag
L
Lovers Club Italia. Dopo una
X
XJ40 3.2 Sovereign del 1992
RADIATORE
h preso una sbandata per la
ho
TE N D E
A causa del precedente liquido

S U A M AE S TÀ V I AT
XJS. Mi sono imbattuto in lei consigliato dalla Casa potrebbe
formarsi calcare nelle tubazioni.
nel 2000, comprandola dalla
QU E
P E R IL TÈ D E LL E C I N
scomparsa Como Car,
concessionaria locale del
marchio». È così iniziata una
storia d’amore giunta fino ai
i i nostri,
giorni i fatta
f iù di 74.000
di poco più 74 Km dovuti a un utilizzo
nei fine settimana e per i raduni, a testimonianza di una cura
notevole del mezzo pur senza relegarlo in garage. Esteticamente
si rimane colpiti dal cofano immenso, tanto per confermare che
non c’è un piccolo 3 cilindri là sotto. La linea si presenta con gli PASSARUOTA
stilemi degli anni ‘70 ma aggiornata per restare al passo coi Nonostante la zincatura, la
ruggine ci indica la provenienza
tempi, con paraurti in tinta e la scelta di mantenere le pinne da luoghi “generosi” col sale.
poste ai lati del lunotto, per la gioia del driver in manovra. «La
mia V12 è una Celebration, serie commemorativa per i 60 anni
della Jaguar. Di questa combinazione esistono solamente 151
esemplari, di cui 65 Coupé. Rispetto al modello standard si
distingue per i cerchi in lega “20 spoke” e per il growler (il logo
Jaguar posto sul cofano) dorato. Gli interni prevedono volante e
leva del cambio dedicati e sono rivestiti in pelle AutoLux , più
raffinata della normale Connolly in quanto più soffice ma anche
più delicata». All’interno ci troviamo in un vero salotto inglese,
COACH LINE
con radica ovunque e pelle a profusione. In raffronto alle L’assenza della linea lungo il
dimensioni esterne l’abitacolo trasmette una sensazione di fianco potrebbe indicare una
IL PR OP RI ETAR IO lussuosa claustrofobia. Non si naviga nello spazio ma il comfort la riverniciatura approssimativa.
GI LB ER TO LU CIOLI fa da padrone ed è un piacere lasciarsi coccolare mentre il motore
viene acceso. Una regolata ai sedili elettrici con i comandi sullo
Classe 1945, è un sportello e siamo pronti. La plancia mostra i suoi anni ma
dirigente in pensione. possiamo affermare che sia invecchiata con stile. Impugnamo il
Appassionato di Jaguar volante, cicciotto a causa dell’airbag ma ben profilato e rivestito
da sempre, rimane in legno. La leva del cambio, a dire il vero mastodontica, si sposta
folgorato dalla vista di su Drive e partiamo per un giro di prova. Il motore ronfa
una XJ-S nella Forte dei sornione, come un giaguaro che fa le fusa, ma è pronto a
Marmi di metà anni ‘80. sfoderare gli artigli non appena si butta giù il pedale del gas. Il FARI ANTERIORI
Da quel momento nulla V12 non urla come un Ferrari di pari frazionamento, Iniziano a scarseggiare i ricambi,
sarà più come prima piuttosto alza leggermente la voce, come farebbe un vero a patto di non accontentarsi dei
sealed beam USA.
e la passione troverà Lord. Questi si dimostra regolare nell’erogazione, aiutato
sfogo prima con una da una coppia degna di un camion, per poi cambiare
XJ40 3.2 Sovereign decisamente temperamento sopra i 4000 giri/min. La XJS
del 1992 e poi con la si conferma una Gran Turismo e questa configurazione le
vettura oggetto del conferisce una bella vivacità, rendendola allo stesso tempo in
nostro servizio. grado di muoversi in totale souplesse. In pratica, come avrebbe
Ha trasmesso la detto il compianto Mario Brega, questa macchina “po’ essé piuma
passione al figlio, o po’ essé fero”, sta solo a noi scegliere. Il cambio automatico se la
Pietro, che è attualmente cava egregiamente, specialmente in modalità Sport, ma a causa
presidente del Jag del convertitore di coppia non possiamo aspettarci le cambiate PARABREZZA
Si tratta di un parabrezza
Lovers Club Italia. fulminee di un doppia frizione. Occhio invece al comportamento “vecchia scuola” e pure raro.
stradale, con le sospensioni abbastanza morbide e lo sterzo, Idem per i profili cromati...

youngtimereretro.it 79
“Come avrebbe detto
il compianto Mario Brega,
questa macchina po’ essé
piuma o po’ essé fero!”

80 Youngtimer &
La XJS di questo servizio è una
vettura curata “a dovere”, sempre
seguita da specialisti del giaguaro,
come testimoniano le condizioni della
verniciatura (intonsa) e soprattutto
la qualità dei dettagli cromati (ancora
perfetti). Buoni sintomi che testimoniamo
una corretta conservazione, doppiamente
utile in questi casi per non dover impazzire
nella ricerca di ricambi che sono ormai
autentiche rarità, soprattutto presso i
magazzini della Casa madre.

youngtimereretro.it 81
1

2
3

1 Il retro della strumentazione in


radica era una prerogativa della
versione Celebration. 2 Parlando
delle poltrone, sì perché definirli
sedili sarebbe limitativo, la pelle
AutoLux è decisamente morbida
ma delicata. 3 Pur dimostrando
i suoi anni, la plancia sorprende
per completezza e opulenza.

82 Youngtimer &
SU STRADA

molto demoltiplicato, che non rende facile capire dove siano le


ruote anteriori. Questo la rende molto difficile da gestire al
limite, nonostante il differenziale autobloccante di serie

1995 COME ERAVAMO


sulla V12. Ma in fondo non è nata per questo.
Parlando con Gilberto arriviamo alla solite domande relative
all’affidabilità che perseguitano le auto inglesi: «In realtà la
macchina è molto affidabile, il problema è trovare qualcuno SLANG “Di fisso!”
specializzato sul marchio che ci possa mettere le mani, cosa non
alla portata del semplice meccanico sotto casa. Io mi rivolgo a
una officina con una tradizione ultra-sessantennale relativa alla
casa di Coventry. Se correttamente manutenuta la XJS non crea
problemi, io la tagliando ogni 10.000 Km o al massimo 2 anni.
In questi anni me la sono
cavata con un
“In raffronto alle condensatore dell’aria
condizionata, la
dimensioni esterne sostituzione dei silent-
block induriti dagli anni
SANREMO
Vince “Come Saprei” di Giorgia.

l’abitacolo trasmette e con la revisione del


radiatore. Questi
specialmente richiede
una sensazione attenzione poiché nei
primi anni ‘90 le Jaguar
di lussuosa usavano un liquido
refrigerante che alla lunga

claustrofobia” portava alla formazione di


calcare e alla conseguente
otturazione dei condotti».
TV
Prima puntata di “Overland”.
Celebre spedizione
E i ricambi? «Questa è una nota dolente, purtroppo essendo stata documentaristica in onda su Rai 1.
prodotta solo dal 1993 al 1996 se ne trovano veramente pochi.
Spesso internet non basta e serve indagare a fondo con magazzini
e officine che magari non sanno neppure di averli in giacenza.
Iniziano a esserci problemi per i fari anteriori, per i paraurti
e il parabrezza anteriore».
Che dire di più? Se ne volete una occhio alle condizioni, il
bagno di sangue è dietro l’angolo. I prezzi sono ancora
abbordabili, un esemplare perfetto varia tra i 40.000 e i 50.000
euro, magari qualcosa in meno se non si tratta di una
Celebration. Se invece volete una XJS equipaggiata col 6 cilindri VIDEOGIOCHI
Nintendo presenta il “Virtual
in linea sborserete tra 35.000 e 45.000 euro, rinunciando però al Boy”. Console che proietta negli
fascino esotico del V12 inglese. occhi del giocatore immagini
tridimensionali monocromatiche
tramite degli occhiali interattivi.

TELEFONIA
Il 2110 è il primo 2G in grado di
inviare, ricevere SMS, squillando
con la celebre “Nokia Tune”.

ATTUALITÀ
Nasce eBay rivoluzionando
le vendite online.

youngtimereretro.it 83
DANIELE GAGLIONE
DESIGNER

84 Youngtimer &
LE TAPPE DI
ALFA ROMEO 8C

S
ono già passati venti anni, dalla presentazione
dell’Alfa Romeo 8C Competizione Concept!
Come omaggio al modello, vi proponiamo
l’intervista al car designer Daniele Gaglione: uno
dei maggiori artefici del progetto AR920
capitanato da Wolfgang Egger. Ci ha raccontato come si è
avvicinato a questo mestiere, i suoi primi lavori e i progetti
più importanti in cui ha partecipato; regalandoci un punto
di vista unico, di chi “si è sporcato le mani”.

Come ti sei avvicinato alla carriera di car designer? 1 La proposta


di Gaglione illustrata
Fin da piccolo ho avuto la passione per le automobili, ne ero
con la tecnica a
terribilmente attratto e le ho sempre osservate e studiate. pantone e gesso.
Stimolavano la mia fantasia, e mi faceva star bene disegnarle, 2 Il lavoro manuale
costruirle e giocarci. Terminati i miei studi alla Facoltà di sull’archetipo di
Architettura di Genova, ho discusso la mia tesi con il modello “Alfa ricerca realizzato
ad Arese in scala 1:4.
Centauri” presentato nel 1999 al Motor Show di Bologna. Un 3 Il modello in scala
concept frutto di un magnifico lavoro di un gruppo di studenti, reale durante
sviluppato e realizzato ad Arese (ADUS) e oggi conservato al la fase di fresatura,
Museo Storico Alfa Romeo. si intravedono le
forme iniziali dell’8C.
Poter vivere un anno di stage ad Arese è stato incredibile,
svolgevamo le nostre attività all’interno della cosiddetta “Spina
Centrale” che dalla porta di accesso principale si estendeva e 2
attraversava tutto il comprensorio della fabbrica... proprio in 3
questa zona centrale c’era un’area dedicata a noi giovani car
designer e lì avevamo modo di confrontarci con un maestro
speciale: Alberto Bertelli (designer del concept 164 Proteo).
Inoltre, a pochi metri operava il Reparto Corse con le 155 DTM,
156 GTA e GTV Cup. Da pelle d’oca ogni volta che giravano in
pista! Era tutto magico. Ma se dovessi confessarti quale fu la
scintilla definitiva che mi spinse a intraprendere questo mestiere, ti
dirò il lancio commerciale dell’Alfa 156. Nei concessionari era stato
distribuito un video in cui Walter De Silva spiegava il progetto e la
vettura... mi feci regalare una copia. Non so quante volte emulai
4 La costruzione
quei fantastici disegni dal tratto di colore nero. del concept è poi
proseguita presso
Sin da giovanissimo hai collaborato con Lancia e Alfa Romeo. I.DE.A. Istitute.
Com’è stato fare subito i conti con realtà così importanti 5 Il cofango anteriore,
particolare della
e consolidate di quello che ai tempi era il Gruppo Fiat? show car definitiva,
Nel 2001 sono stato assunto dal Gruppo Fiat, mi impiegarono equipaggiata con
al Centro Stile Lancia di Orbassano. Qui incontrai per la prima le ruote di servizio.
volta Wolfgang Egger, capo di questo studio. È stata una persona
4
decisiva per il mio percorso professionale e il primo progetto

L’Alfa Centauri realizzato


ad Arese presso l’ADUS.
5

youngtimereretro.it 85
DESIGNER

Daniele Gaglione
e Wolfgang Egger
a Pebble Beach
nel 2005.

La 8C Spider concept
supervisionata da
Nino e Mario Marazzi
presso la loro
carrozzeria (2005).

che mi assegno è stato quello del facelift dell’Alfa 166, sviluppato


presso la Stola di Torino. Questo primo lavoro è stato perfetto per
iniziare a prendere confidenza col sistema di lavoro e imparare a
muovermi dentro il perimetro che definiva queste attività. Scoprii
quanto fosse per me bello e naturale “sporcarmi le mani” sul
modello lavorando in prima persona e insieme al team, cercando
insieme ai modellatori la migliore sintesi di ciò che avevo disegnato
e di quello che io avevo in mente.
In parallelo, iniziammo a sviluppare alcuni bozzetti di ricerca Costruzione della 8C Spider
per il progetto della nuova 159 denominato AR939 (in concorrenza poi destinata alla produzione
presso la SZ Design (2007).
con Italdesign Giugiaro), che avrebbe ereditato e implementato il
linguaggio stilistico del frontale anticipato proprio dalla 166
rinnovata. Lavorare su due progetti così importanti per un brand modellata e impostata tecnicamente da un team dedicato. Io mi
dalla forte identità mi faceva un po’ tremare le gambe... ma ciò che occupavo dello stile degli esterni ed è stata proprio una mia
provavo teneva alta la mia concentrazione, dovendo imparare tutto proposta, illustrata con tecnica “a pantone e gessi grigi” a definire
ciò che andava al di là della creatività e del criterio estetico di un la direzione da intraprendere per lo sviluppo. Invece, gli interni
disegno. Compresi a mie spese che per fare questo mestiere era erano studiati dal mio collega Juan Manuel Diaz. La collaborazione
fondamentale confrontarsi attorno al modello fisico, non basta il e il coordinamento fra di noi è stata fondamentale per integrare nel
solo disegno stilistico e tecnico. È una fase che considero miglior modo possibile il linguaggio stilistico scelto. Lavorare ad
fondamentale nel processo di sviluppo di un’automobile: è attorno Arese era incredibilmente appagante, i designer potevano passare
al modello fisico che tutte le competenze del designer, del dal bozzetto al modello in scala 1:4, accarezzandolo e plasmandolo
modellatore e del tecnico si confrontano per arrivare alla migliore con le proprie mani, componendo il volume fino ai trattamenti
soluzione da adottare. delle superfici e delle grafiche.
In questo periodo ho scoperto una mia attitudine naturale alla
Nel 2002 hai partecipato allo sviluppo del concept di Alfa Ro- modellazione manuale... in più per ogni nuovo progetto il Museo
meo 8C. Potresti raccontarci questo progetto, alcuni aneddoti Storico era una fonte di ispirazione inesauribile per reinterpretare e
legati a quest’auto e quali sono le differenze rispetto alla vettura proporre soluzioni stilistiche per un modello iconico come la 8C
poi prodotta in serie limitata nel 2007? che stava nascendo. Dovete sapere che questa nuova “principessa”
Sono arrivato al Centro Stile di Arese nel settembre del 2001 e per è stata inizialmente pensata e sviluppata su una piattaforma
ben 7 anni ho dedicato tutto me stesso al progetto AR920, la futura dedicata: infatti il concept realizzato presso la I.DE.A. Institute
Alfa Romeo 8C Competizione. La vettura è stata disegnata, di Moncalieri ha delle proporzioni diverse rispetto la versione poi

86 Youngtimer &
DANIELE GAGLIONE

“Per ben 7 anni ho


dedicato tutto me
stesso al progetto
AR920, la futura
Alfa Romeo 8C”
prodotta nel 2007. Il prototipo era più basso, più largo, più corto e 6
con un passo differente... aveva la peculiarità di avere un cofango 7
anteriore, ma purtroppo abbiamo poi abbandonato questa
soluzione per questioni omologative. Nel settembre 2003, eravamo 8
tutti presenti al Salone di Francoforte, il giorno della
presentazione. Tutti noi, compreso il nostro direttore Wolfgang
Egger, eravamo stremati per le lunghe notti passate a finire il
prototipo, ma orgogliosi del lavoro svolto. Non vedevamo l’ora di
vedere quale risultato avremmo ottenuto... ed è stato un successo
straordinario! Al nostro ritorno la Dirigenza di Fiat Auto decise di
sviluppare una versione coupé per la produzione e tengo a
ricordare come poi nel maggio 2004, a Cernobbio durante il
Concorso d’Eleganza di Villa D’Este, la 8C Competizione Concept
6 Il team di fianco al concept modello
vinse il premio “Awards for Concept Car & Prototypes”, di stile: Diaz, Palmigiano, Partesana,
avvenimento che per me e per tutti i miei colleghi è stato ulteriore Egger, Crepaldi e Gaglione.
motivo di orgoglio. 7 La presentazione dell’8C Competizione show car concept
Ovviamente trasferire il concept sulla piattaforma di al salone di Francoforte 2003.
8 La nuova nata Alfa Romeo sotto gli occhi di un attento
produzione non è stato un copia e incolla: si scelse la Maserati
Michael Schumacher.
M147! Per cui ho dovuto limitare al massimo la differenza di
volume dettata da questa struttura, lavorando molto sulle CONCEPT PRODUZIONE
proporzioni del cofano, sulla posizione del montante “A” e del suo
raccordo con il padiglione, con tutte le piante che per una Alfa
Romeo sono molto specifiche in termini di curvatura e di
accelerazione. In quel periodo ero più dai nostri fornitori che al
Centro Stile! Una parte fondamentale per la riuscita del progetto è
stata la continua collaborazione con i nostri partners. La 8C non è
un’auto virtuosa dal punto di vista aerodinamico: la pianta generale
è interrotta bruscamente dalla sua coda tronca e la fiancata
negativa (da noi definita a Coca-Cola) con uno sbalzo posteriore
molto corto. Dunque abbiamo modificato alcune aree non visibili,
tra cui il fondo piatto e un estrattore posteriore. Intuimmo di aver
raggiunto il giusto equilibrio tra performance ed estetica quando,
dopo alcuni test interni in galleria del vento e poi presso Dallara, la
vettura raggiunse i 302 km/h sulla pista ovale di Nardò. Dopo tanti
altri chilometri con i nastrini (“tape”, Ndr.) e ore di modellazione
manuale, presentammo il risultato finale a Sergio Marchionne e PRODUZIONE CONCEPT

youngtimereretro.it 87
L’inedito interno della MiTo
GTA presentato al Motor Show
di Ginevra 2009.

“Per me
è stato
alla nostra Business Unit Alfa Romeo. E così, la show car definitiva
8C Competizione, realizzata presso la carrozzeria Stola di Rivoli, è un grande onore
stata presentata al Salone di Parigi nel 2006. Le 500 unità
prenotabili, di cui 90 destinate al mercato italiano, furono tutte
riservate nel giro di poche ore! E non finì qui, perché ci
aver firmato
occupammo anche dello studio della versione Spider. la Moncenisio”
Raccontaci di più…
Seguendo i criteri estetici di successo della coupé, sintetizzati nello cofano anteriore, i due paraurti, il padiglione, gli specchietti, il
slogan “la bellezza necessaria”, già nel 2005 io e Wolfgang Egger ci portellone e tutte le parti basse aerodinamiche (includendo un
presentammo al Concorso d’Eleganza di Pebble Beach in estrattore posteriore). Per tutte queste modifiche è stata utilizzata
California con un’ Alfa Romeo 8C Spider Concept. Questa prima la fibra di carbonio. Poi esteticamente la MiTo GTA è stata
show car è stata sviluppata concettualmente ad Arese e realizzata avvicinata molto alla 8C Competizione dando una volumetria più
presso la carrozzeria dei fratelli Marazzi a Caronno Pertusella. “bold” all’anteriore e inserendo un trilobo di maggiore estensione e
Luogo scelto non a caso, dove tanti anni prima il maestro Franco profondità. Lateralmente è stato aggiunto uno sfogo d’aria,
Scaglione aveva dato vita alla più bella scultura su ruote mai posteriormente uno spoiler più marcato e due scarichi che
esistita, l’Alfa 33 Stradale. Dopo che Egger lasciò il Centro Stile, il fuoriuscivano nella parte centrale. Si aggiunse uno stile
successore Frank Stephenson mi diede l’incarico di portare a completamente nuovo dei cerchi che, oltre a essere degli inediti da
termine il progetto. Così nel marzo 2008 presentammo una 19 pollici, furono ipotizzati in magnesio. Prima della presentazione
seconda show car allestita sulla base di un mulotipo presso la SZ della show car, l’abitacolo venne completamente rivisitato da
Design a Mazzo di Rho. Oggi la 8C è riconosciuta come una instant Ramon Ginah: anche all’interno il mood racing era ben dichiarato.
classic, una delle più belle Alfa contemporanee. Per me averla Si utilizzarono dei materiali tecnici di prima scelta e si
vissuta con un team straordinario resterà sempre un eliminò la panca posteriore. Inoltre, anche i sedili, il
indelebile ricordo, e ho provato una grande emozione volante, e la leva cambio e tutti i dettagli della plancia e
nel raccontare il suo design all’interno del filmato dei pannelli porta vennero completamente ripensati
istituzionale nella funzione di rappresentante “Centro sia nello stile che nell’ergonomia, per ottenere una
Stile Design Esterni”. Il DVD venne poi consegnato nel maggiore integrazione tra pilota e macchina. La MiTo
suo cofanetto rosso ad ogni cliente il giorno del ritiro. GTA riscosse un ottimo successo, tuttavia il progetto
venne sospeso e poi
Poi sei stato nominato Chief Exterior Designer di La copertina del DVD cancellato. Un vero peccato!
Alfa Romeo. Hai lavorato alla definizione del design di “8C Competizione -
Brand Ambassador
159 e Giulietta, due vetture di successo! Nel mezzo ti Training”.
sei occupato di un concept Alfa Romeo presentato al
Motor Show di Ginevra nel 2009 e poi gradualmente
dimenticato. Raccontaci di MiTo GTA.
La MiTo Gran Turismo Alleggerita è uno dei progetti che
ho curato quando il Centro Stile Alfa Romeo era ormai stato
trasferito da Arese a Torino (difatti il nome della vettura celebra il
connubio tra Milano-Torino Ndr.). Sotto la direzione di Christopher
Reitz e la supervisione dell’Ing. Lorenzo Ramaciotti mi sono
occupato dello stile degli esterni. L’obiettivo era quello di sviluppare
una segmento B dalle prestazioni straordinarie che fosse al
contempo “alleggerita” proprio seguendo la filosofia delle GTA.
Ovvero, creare un’antagonista diretta della Mini Cooper S JCW!
Scegliemmo di ridisegnare un numero notevole di componenti:

88 Youngtimer &
DANIELE GAGLIONE

Il profilo della Moncenisio


evolve lo stile della Cayman 981
avvicinandola a Ruf RK e 904.

ULTIMA STACCATA
ATA
Cosa consiglia ai giovani car designer del domani?
A tutti i giovani che vogliono intraprendere questo mestiere
consiglio due cose: la prima è di essere meno critici dell’arte
altrui e più della propria, la seconda è che prima di “avere”
bisogna “essere” e prima di essere bisogna “fare”.

Un progetto di cui sei orgoglioso?


Il progetto di cui sono più orgoglioso è quello che costruii con
mio nonno: una Jeep Willys del 1942 di compensato, creata
nel suo laboratorio ad Imperia. Io avevo 7 anni ed è stata per
me una grande soddisfazione! Il secondo è senza dubbio
l’Alfa 8C Competizione.
Per STUDIOTORINO hai disegnato il one-off Moncenisio su
base Porsche Cayman 918, un omaggio a Francesco Stola, Un rimpianto?
storico carrozziere torinese. Quale approccio hai adottato, per Un rimpianto professionale è di non essere riuscito a lavorare
valorizzare ulteriormente un modello dalla forte identità? con Walter De Silva. Purtroppo non ci siamo mai incontrati
Nell’autunno 2012, Alfredo Stola mi chiese se avessi potuto sul campo, però sono certo che saremmo andati d’accordo.
disegnare per lui una “one-off” esclusiva su base Porsche Cayman Alla prossima!
981, da dedicare al padre Francesco. Mi descrisse gli stilemi e i
contenuti che desiderava, voleva che evolvessi lo stile delle sue Se il mondo finisse domani su quale vettura vorresti essere
precedenti Ruf RK, aggiungendo alcuni dettagli della Porsche alla guida?
904. La mia risposta è stata immediatamente “Sì”! E così, il 7 Vorrei certamente essere alla guida di una vettura con
gennaio 2013 siamo partiti per Detroit al Salone dell’Automobile motore a scoppio con cambio manuale e soprattutto italiana!
per vedere la nuovissima Porsche 981 presentata già due mesi
prima a Los Angeles.
Nel giro di un paio di settimane ho disegnato le quattro viste
nello specifico colore celeste e più tardi ho consegnato i disegni
finali. Non mi venne richiesta nemmeno una modifica! I lavori
sull’automobile vennero diretti da Alfredo Stola insieme alla
moglie Maria Paola, che dimostrarono ancora una volta la
competenza e la qualità di STUDIOTORINO e dei suoi
specialisti. Per me è stato un grande onore poter firmare a mano
la Porsche Moncenisio ultimata. Il 21 marzo 2014 durante la
presentazione della vettura presso il MAUTO di Torino, ho
provato l’emozione di incontrare due grandi maestri come
Marcello Gandini e Leonardo Fioravanti. È stato per me un
progetto fantastico e, ogni tanto, a bordo di questo splendido
esemplare andiamo a farci un giro al Passo del Moncenisio!

youngtimereretro.it 89
LA CATTIVA
STRADA

90 Youngtimer &
Abbiamo strapazzato in off-road una Porsche
Cayenne 3.2 V6, versione dileggiata dai puristi
della Casa di Stoccarda e da un nutrito
popolo di “SUV Lovers”. Risultato?
Avevano entrambi torto marcio…
DI RICCARDO CASARINI FOTO ALBERTO CERVETTI

youngtimereretro.it 91
SU STRADA

G
eneralmente i SUV non risultano vetture eccellenti risponda a tutte le esigenze. Ed è per questo che abbiamo preso
sotto un aspetto in particolare, per via della loro il modello più sbeffeggiato della serie Cayenne, per riscoprirne
vocazione alla promiscuità d’utilizzo. La definizione un preciso, ambizioso e più che azzeccato utilizzo… quello
di Sport Utility Vehicle è insidiosa come il fuoristradistico! Non perché pensiamo che in versione stock sia
pavimento appena incerato a casa di vostra nonna, una seria competitor di qualche 4X4 specialistico, ma per
su cui si scivola facilmente! È immediato concepire che laddove dimostrare che no, non è nemmeno il SUV “vorrei ma non
c’è sportività termina “ipso facto” il comfort, così come una posso”, né la Cayenne “con due cilindri in meno” e neppure la
massa eccessiva sia mortificante per la dinamica di guida. Porsche “che non è una Porsche”. Semplicemente, il suo
L’utilità? Certo, è fatta di un insieme di fattori quali abitabilità dominio non è la Milano dei Navigli o quello sulla terza corsia
interna, capienza dei vani, altezza da terra, taratura delle dell’Autostrada del Sole.
sospensioni. Come dite?! Già, sono qualità che una buona Ma prima di scoprirne il perché, ecco un po’ di storia di
station wagon (magari in salsa integrale) può assolvere questa Cenerentola, prestata per l’occasione dal buon Simone
tranquillamente senza pagare lo scotto di un volume esagerato! (che avete già conosciuto sfogliando il servizio sulle ruggenti
Partiamo così, dicendo “pane al pane e vino al vino”, parlando Peugeot 106 Rallye, a pag. 46, Ndr.): il progetto Cayenne,
qui per la prima volta di un SUV. Nessuna contraddizione, presentato nel 2002 al Salone dell’Auto di Parigi, salvò di fatto il
continueremo a trattare il segmento che tanto successo ha marchio dalla profonda crisi economica in cui era sprofondato
riscosso negli ultimi venticinque anni, cominciando proprio dal da un decennio, aprendo abilmente un nuovo filone
modello simbolo per eccellenza: Porsche Cayenne.
Lo faremo però a modo nostro, senza fronzoli e,
soprattutto, senza dispensare opinioni timide e
compiacenti. Diciamolo: i SUV nascono anzitutto per
assolvere un’esigenza di status e una sensazione di
sicurezza, questo è quanto! Così come non esiste un
cappotto adatto a tutte le stagioni, non esiste una vettura che

“Un’auto pioniera,
su strade di mercato
inesplorate”
L A F IR M A
DI S T O C C A R D A

92 Youngtimer &
PORSCHE CAYENNE
(E1/955) 3.2 V6 - 2004
Quotazione: € 8.000 / 18.000
(Quotazioni in base alle condizioni del veicolo)
Motore: 6 cilindri a V longitudinale, 24V 3.189 cc
Potenza: 247 CV a 6.000 giri
Coppia: 310 Nm a 2.500 giri
Trasmissione: manuale a 6 marce, AWD
0-100 km/h: 9,1 secondi
Vel. Max.: 214 km/h
Peso: 2.160 Kg
Rapp. Peso/potenza: 8,74 Kg/CV

youngtimereretro.it 93
Nel lontano 1989 Ferdinand A.E. Porsche affermò: «Se costruissimo una vettura fuoristrada secondo le nostre specifiche di qualità e con la scritta
Porsche posta davanti, si venderebbe senz’altro». Ci vollero più di dieci anni, per comprendere che quello non fu il colpo di testa di un ottantenne…
SU STRADA

di mercato. Fece registrare numeri impressionanti, 276.652


esemplari per la Cayenne prima serie (E1), equivalenti a una
media 35.000 vetture l’anno. Rendendo meglio l’idea, per la sola 5 COSE DA CONTROLLARE
Cayenne E1 si tratta di 10.000 immatricolazioni/anno in più Ecco alcuni tra i principali
rispetto all’intero venduto registrato da Porsche nell’anno ‘92. accorgimenti che è bene tener
Questa virata commerciale è frutto dello sforzo congiunto tra presente in fase d’acquisto
Porsche, guidata dall’allora CEO Wendelin Wiedeking, e il
colosso Volkswagen, che ha visto sviluppare anche i modelli
Touareg e Q7 (Audi);
in forza dell’accordo
“Il suo dominio naturale siglato nel 1998 e
denominato in una

non è sulla Milano prima fase “Colorado”.


Un trio di vetture
assemblate in larga
dei Navigli” parte nello
stabilimento di
ALIMENTAZIONE A GAS
Da evitare, specie se montaggio
e taratura risultano incerti.
Bratislava e rifinite poi (per quanto riguarda le sole Cayenne)
negli stabilimenti tedeschi di Lipsia e Osnabruck. Una questione
di tocco finale Made in Germany riguardante essenzialmente gli
interni, venuto poi meno con l’affidamento della produzione
completa al solo stabilimento slovacco. Così, tanto Porsche
quanto VW e Audi, sbarcano sul pianeta SUV dopo BMW con
l’X5 e Mercedes con l’ML.
Di queste, però, sarà soltanto la prima a segnare
marcatamente il mercato come nessuno aveva saputo fare,
complice anche la singolarità dei propulsori sviluppati BOBINE
appositamente dalla Casa e della raffinatezza di alcune Sono soggette a defaiance,
verificare quindi un’eventuale
soluzioni. Inizialmente le Cayenne vengono proposte con due sostituzione.
motorizzazioni benzina, entrambe V8 da 4,5 litri, di cui un
aspirato da 340 CV (Cayenne S) e un sovralimentato da 450 CV
(Cayenne Turbo, che vedrà poi la versione Turbo S spingersi a
521 CV dal 2006). Tanti e mai troppi cavalli, per spingere gli
oltre venti quintali di peso della Porsche più pachidermica di
sempre. Poi il mercato chiama, con le sue regole e le sue sirene.
La nuova Cayenne divide, respinge addirittura un certo tipo di
pubblico iper-fidelizzato, attirando di contro nuove e nutrite
schiere di acquirenti. Da Stoccarda rispondono così nel
RAFFREDDAMENTO
2004, con una motorizzazione entry level che trova 6 I tubi del circuito,
cilindri disposti a V, per 250 CV e 310 Nm di coppia. Si in plastica, sono molto cedevoli.
chiama semplicemente Cayenne! Da alcuni bollata come Attenzione!
oltraggio al marchio, da altri apprezzata in quanto
abbordabile alternativa. Al solito, la verità sta nel mezzo e in
questo caso recita di una vettura confortevole al pari delle
“sorelle maggiori”, certo non fulminea nello scatto né capace di
velocità vertiginose (il tachimetro non sfonda i 214 Km/h), ma
tant’è… risulta ben rifinita, robusta e deliziosa alla guida per chi
ha necessità di macinare chilometri.
E poi fa la sua figura, se è quello che si va cercando. Anche
qui al pari delle “altre”, checché se ne dica; perché i vari FRIZIONE
distinguo interessano solo gli appassionati duri e puri, mentre È soggetta a stress:
l’utente medio ha ben ragione a considerarla semplicemente per controllare bene punto di stacco
e slittamenti anomali.
quel che sembra: una vettura d’alta fascia! L’equipaggiamento
elettronico di serie è poi ricco ed efficace, non un mero elenco
di sigle superflue: trazione integrale permanente con
ripartizione standard 62% posteriore - 38% anteriore, gestita
intelligentemente dal Porsche Traction Management (PTM)
che all’occorrenza può ripartire la coppia totalmente sull’asse
anteriore oppure posteriore; inoltre antipattinamento (ASR),
differenziale autobloccante attivo (ABD) e antibloccaggio
(ABS), che rientrano nel pacchetto Porsche Stability
Management, il quale integra e rende interdipendenti tra loro DISPLAY
Verificare che si accenda
queste singole funzioni. Un complesso tecnologico invidiabile e legga nitidamente, perché
che la Casa ha tarato appositamente per superare le nasconde una bella spesa.

youngtimereretro.it 95
1

2
3

1 L’oggetto dello scandalo, in un vano


ordinato e quasi austero. Avremmo
preferito vedere un po’ meno plastica,
pagando pegno all’insonorizzazione.
2 L’interno è fine e senza eccessi,
presenta sedute spaziose e comode,
climatizzazione bizona, comandi
accessibili e… la leva manuale!
3 I cerchi da 17’’ adottati su questa
Cayenne sono MAK aftermarket
dell’epoca, abbinati poi a quattro
Pirelli Scorpion 235/60 per concedersi
qualche fugace scorribanda.

96 Youngtimer &
SU STRADA

condizioni più infime, tra acqua, sterrato e neve… altroché


“macchina da sborone”, qui non c’è funzione lasciata al caso!
A testimoniare un’indole fuoristradistica è anche
l’altezza ragguardevole delle sospensioni, che nella
versione in prova con sistema tradizionale raggiunge i 2004 COME ERAVAMO
21,7 centimetri (sono 27,3 per le versioni dotate di kit SLANG “ Vai sciallo”
pneumatico) e un angolo d’attacco generoso,
fondamentale per affrontare i tratti più sconnessi.
Mancavano giusto delle gomme un po’ più “ruspanti” montate
su cerchi sacrificabili, alle quali ha pensato gentilmente Simone.
Fissato così il ritrovo in quel di Casteggio (PV), abbiamo
ricevuto in affido la V6, facendoci coccolare sul tratto
provinciale dai comodi interni della tedesca, diretti verso i
sentieri sterrati tra Valle del Coppa e Val Schizzola. La spinta
del motore non è parsa mai brusca, risultando quasi sorniona
sotto i 3.500 giri; apprezzabile però per elasticità, che risulta SANREMO
una manna per la guida rilassata, nel Vince “L’uomo volante”
di Marco Masini.
traffico oppure lanciata in tragitti
“Il comfort sposa extraurbani. Un’erogazione che ci
restituisce impressioni totalmente
un design fine differenti appena mettiamo le ruote
fuori dall’asfalto. Qui, una curva di
coppia regolare, ma non esplosiva e
e minimale” scaricata a terra secondo i dettami
del pacchetto elettronico, rivela una
vettura perfettamente in agio su fondi dissestati dove la
trazione è scarsa. Facile da guidare, questa caratteristica la TV
rende in qualche modo più “entry level” per chi non è avvezzo Esordisce Pimp My Ride
sul canale MTV, docu-reality
alla guida fuori strada; anche rispetto ad altre off-road condotto da Xzibit.
turbodiesel, per le quali è necessario saper usare con finezza il
pedale destro, specie in condizioni di fondo scivoloso e fangoso.
La Cayenne 3.2 V6 riesce a mettere le ruote (quasi) dappertutto
e, se si vuole spremere in qualche tratto veloce sullo sporco,
resta piantata senza patire derive laterali significative,
restituendo una certa sicurezza. Per spolpare a fondo questa E1
è necessario mantenerla su un range di giri sostenuto
confidando poi in un leggero, quando utile, sovrasterzo. Lo
sterzo è appunto comunicativo e non tende ad “alleggerire”
troppo, altro fattore che infonde CIBO
Ferrero lancia
tra
tranquillità; così come la frenata è decisa, lo snack Happy Hippo.
ma abbastanza modulabile. Certo, con un
kit di rialzo e delle protezioni adeguate, si
po
potrebbe osare maggiormente anche nei
tr
tratti più tecnici, ma insomma: con
qu
questa versione tanto vilipesa si può
tr
tranquillamente ruminare strada per
la
lavoro o per le ferie, uscire a cena la sera
in abito buono e deviare su percorsi
im
impossibili per molte, tante, colleghe di
ppari categoria. E tutti noi qui, per anni e VIDEOGIOCHI
aanni, a parlare di quanto sia oltraggioso Rockstar Games pubblica
“GTA: San Andreas”, una novità
u
un V6 marchiato Porsche, montato assoluta tra gli action-adventure.
aall’anteriore su di un SUV? Riportiamo
fifinalmente “la chiesa al centro del
villaggio”, concentrandosi non tanto su

IL M A N U ALE
ciò che un preciso modello toglie - alla
storia, al blasone, al gusto - ma su

D À P IÙ G U S T O
quanto ci può restituire. In questo
caso, un’auto elegante, versatile sul
serio e dalla qualità raffinata. Non una
vettura “da sparo”, ma certamente
quella che ha risollevato le sorti di una Casa leggendaria che SOCIAL NETWORK
Esordisce Facebook, sito
possiamo apprezzare ancora oggi. Anche per merito, o rivoluzionario fondato da Mark
nonostante l’onta, di un “povero” 3.2 V6 frontale… Zuckerberg.

youngtimereretro.it 97
“Certo che, con un bel
kit di rialzo e delle
protezioni adeguate…”
MUSEO
L’ABT è un club di collezionisti che
da oltre cinquant’anni raccoglie in un
unico luogo la grande storia di ciò
che è stata l’Alfa Romeo: industria
poliedrica e innovatrice del ‘900.

100 Youngtimer &


ALFA BLUE TEAM

Il club firma
tutti i suoi
tesori,
compresa
quest’Alfa 75
Evoluzione.

La “Fonderia” è un luogo
di cultura e d’incontro...
e include un’officina!

“L’ABT è un club di amici, uniti


dalla passione per l’Alfa Romeo”

V
i portiamo in questo numero in visita presso Cos’è e come nasce l’Alfa Blue Team?
una collezione privata tra le più straordinarie L’Alfa Blue Team è un club di amici, fondato nel lontano
in circolazione, che raccoglie l’essenza 14 febbraio del 1972 da me, mio fratello Stefano Salvetti,
e il fondamento del marchio Alfa Romeo. Claudio Bonfioli, Guido Delli Ponti e Giorgio Garavaglia. Il
Un luogo di cultura e d’incontro, in cui da oltre giorno di San Valentino è una ricorrenza per noi simbolo
cinquant’anni un gruppo di amici “Alfaziosi” come moderni poiché sigla il nostro grande amore per il marchio e la
cavalieri templari custodiscono e tramandano la memoria storia dell’Alfa Romeo. La nostra sconfinata passione
straordinaria di una cultura tecnica e ingegneristica iniziata per il Biscione ci ha portato sin da subito a collezionare
nel lontano 1910 con l’Anonima Lombarda Fabbrica automobili di grande valore, che allora si potevano
Automobili, poi Alfa Romeo; che proseguì successivamente le comprare spendendo cifre molto contenute. I primi
sue vicende sotto l’Istituto per la Ricostruzione Industriale dal luoghi dove le custodivamo erano il garage della nonna,
1933 al 1986. La storia dell’Alfa Blue Team comincia invece nel il piccolo box della zia... ma quando sono diventate un
1972 per iniziativa di un gruppo di ragazzotti, allora poco più numero decisamente importante abbiamo affittato
che ventenni, spinti dall’amore per le automobili marchiate una cascina. Tuttavia,
Quadrifoglio (e non solo). La raccolta vuole perciò ricordare il nostro percorso
l’Alfa Romeo come la grande industria meccanica e innovatrice virtuoso di ricerca
che fu nel corso del Novecento. proseguiva e nel 1982
Il sogno di Gianfilippo “Gippo” Salvetti, suo co-fondatore ci siamo trasferiti in un
e Presidente, e dei Soci che hanno dato vita a questa capannone moderno,
straordinaria realtà è quello di radunare in un unico luogo organizzandoci più
le vetture del Biscione che rischiavano di essere dimenticate, seriamente, includendo
ma che avevano ancora molto da dire. un’officina per le vetture
Tuttavia qui trovano riparo non solo le splendide Giuliette degli associati. Infine, nel
o Alfette, ma bensì tutti i significativi prodotti marchiati Alfa 1992 ci siamo trasferiti
Romeo: autocarri leggeri e pesanti, trattori, autobus, motori proprio dove ci troviamo
aeronautici e per la nautica, generatori di corrente, cucine adesso, all’interno di una
economiche... e tanto altro, sino ad una libreria consultabile vecchia fonderia... e tutti
con oltre 8.000 volumi, comprendenti una buona fetta noi affettuosamente la
di storia dell’automobilismo. chiamiamo ancora così!

Youngtimer & 101


“Approcciandosi
alle storiche bisogna
capire i concetti Una 33 1.3 VL del 1992 Km 0...

di conservazione mai immatricolata!

e rarefazione” Qual è secondo lei l’importanza della cultura tecnica


e automobilistica di Alfa Romeo?
L’Alfa Romeo è stata un’industria poliedrica e innovatrice,
Cosa significa per lei Alfa Romeo? dove le auto erano solo una piccola parte dell’intera
Alfa Romeo è per me un amore sbocciato in gioventù, produzione. È chiaro che ci sono altre realtà di rilievo
come penso succeda a molti altri collezionisti. Nel mio automobilistico e mondiale, possiamo citare Ferrari,
caso in particolare, mi resi conto che le automobili Alfa Lamborghini o Rolls-Royce. Però se si analizzasse il
Romeo erano su un altro livello rispetto alle più comuni Fiat, contesto storico e cosa ha fatto l’Alfa come industria
Renault, Opel, Ford, quando mio padre nel 1957 rientrò meccanica, si scoprirà che ha prodotto e realizzato
a casa con una Giulietta berlina di colore azzurro. tantissime cose e molte di queste rappresentavano
Avevo circa cinque anni, era diversa, bellissima, simpatica... l’eccellenza italiana nel mondo. Le auto Alfa Romeo degli
il mio innamoramento è nato così. anni ‘30 non hanno nulla da invidiare a una Bugatti, o
Hispano-Suiza o ad una Duesenberg.berg. Aggiungiamo a questo
Quali vetture secondo lei incarnano perfettamente discorso le vittorie sportive nel campo
ampo delle competizioni
e co
comp
mpet
mp etiz
et izio
iz ioni
io ni
lo spirito del Club?
Tutti i veicoli presenti nella nostra collezione hanno una Rarità: 2600 spider
“studionove” di Boneschi
storia interessante e seguono un filo logico ben definito. e una Dauphine!
Ogni auto è concatenata ad un’altra, come i motori
aeronautici esposti, piuttosto che i camion... ma se dovessi
dire una delle peculiarità importante dell’Alfa Blue Team è
la raccolta degli autocarri leggeri e pesanti. È un aspetto
che in molti non conoscono, affascina e incuriosisce i nostri
visitatori che ne rimangono stupefatti poiché Alfa Romeo è
quasi sempre identificata solo per le sue automobili. Invece
questa narrazione non è corretta.

102 Youngtimer &


ALFA BLUE TEAM

INFO
L’Alfa Blue Team è un club
privato, la sua collezione
è visitabile (secondo le
disponibilità dei Soci) solo
su appuntamento per gruppi
di minimo 20 persone.
All’interno della visita guidata
può essere incluso un pranzo
tra i prestigiosi modelli Alfa
Romeo in esposizione, inoltre
ai partecipanti sarà regalato
un libro che racconta la storia
dell’associazione e i suoi
tesori.
Sede
Via Donizetti 24, Milano (MI).
Collezione
Via Fratelli Rosselli 7, Settala
(MI).
Una collezione E-mail
straordinaria, ricca di
clubalfablueteam@gmail.com
esemplari unici e rarità.
Potrebbe interessarti

“Alfa Blue Team... dal 1972 una


storia alfista” di Gippo Salvetti
(Fucina editore).

ULTIMA STACCATA
Non solo auto,
ma anche
autocarri e bus. Qual è il suo genere d’automobile preferito?
Spicca il 902 di
Sicca con guida Devo dire che avanzando con l’età, preferisco una berlina
centrale. comoda e di linea affascinante, possibilmente non nera,
grigia metallizzata e bianca.
automobilistiche o sul mare con motoscafi motorizzati Alfa
Romeo-Autodelta, e si comprende bene come sia una storia Tra le vetture esposte quale la rende più orgoglioso?
che rappresenta una realtà ai vertici mondiali. Io da “alfista” Orgoglioso di nessuna in particolare, affezionato sicuramente
e “alfazioso” affermo che è il marchio numero uno al mondo, l’Alfa Giulia SS blu che è stata la mia prima automobile che ho
e anche Enzo Ferrari diceva che in Alfa “sono capaci di fare acquistato all’età di 18 anni, ben 53 anni fa.
i guanti alle mosche”.
Manca qualcosa all’interno della collezione?
Trova giusto concedere opportunità anche a vetture Un rimpianto?
storiche meno blasonate (e meno costose)? Manca sempre qualcosa all’interno di una collezione... non si
Assolutamente sì, diversamente butteremmo via tantissime può mai dire che sia finita! Un rimpianto, forse eccessivo,
Fiat Uno e Panda... Per me anche le auto che hanno è quello che ci siamo lasciati scappare una quindicina di anni
un’importanza minore devono avere la stessa dignità fa, una 75 Sportwagon. Auto interessante e curiosa, prodotta
dei modelli più blasonati e ricercati. Bisogna tener ben in quattro esemplari, ma poi si sono perse le tracce.
presente i concetti di conservazione e rarefazione (che non
significa rarità). Ad esempio le Rolls-Royce sono automobili Se il mondo
rare, ma non rarefatte, poiché il 70% dei modelli costruiti finisse domani,
sono sopravvissuti e custoditi. Invece, una vettura come di quale vettura
l’Arna, costruita in circa cinquantamila esemplari, è sparita vorrebbe essere
progressivamente dalle nostre strade. È stato un modello alla guida?
che aveva certamente delle caratteristiche di rilievo per Della mia Giulia
la sua categoria, e non era neppure così male per come SS, è la vettura
l’hanno descritta, eppure le hanno smantellate quasi a cui sono più
tutte. Si potrebbero fare numerosi esempi di vetture non affezionato.
rare ma rarefatte... quante Fiat 1100 si vedono ai raduni?
Pochissime!

Youngtimer & 103


NOVEMBRE 2023 • DICEMBRE 2023 • GENNAIO 2024

EVENTI AUTOMOBILISTICI DATA LUOGO

Milano AutoClassica 17-19 novembre Rho Fiera Milano, Rho (MI)

Ruote nella Storia (Club ACI Storico) 19 novembre Oristano (OR) – Sassari (SS)

Mostra Scambio Ruggine a Santhià 26 novembre Santhià (VC)


EVENTI

UN ALTRO ANNO STRAORDINARIO STA VOLGENDO AL TERMINE...


VORRESTI INSERIRE IL TUO EVENTO ALL'INTERNO DEL NOSTRO
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104 Youngtimer &


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STORIA DELL’AUTO
DI SAM BURETT, OLLIE KEW, GREG POTTS

Che cos’è la Peugeot e quando


ha iniziato a produrre auto?
Peugeot è una delle tre grandi aziende francesi. Rivale di automobilistica separata nel 1896, ma nel 1910 venne fusa di
Renault e Citroën (anche se quest’ultima fa parte dello nuovo con l’azienda di famiglia. Nel 1894 una Peugeot vinse
stesso gruppo), Peugeot è stata fondata come produttore di la prima gara automobilistica organizzata al mondo, la
acciaio nel lontano 1810 da Émile Peugeot. In origine, Parigi-Rouen, dando inizio a una lunga storia di
l’azienda iniziò a produrre seghe, poi attrezzature da cucina, partecipazione alle competizioni automobilistiche del
come macinacaffè, e infine biciclette. marchio. La prima vettura prodotta in serie, la 201, arrivò nel
La prima automobile Peugeot fu una tre ruote a vapore nel 1929 e con essa anche il classico sistema di numerazione
1889, anche se ne furono costruite solo quattro. Nel 1890 dell’azienda, composto da tre cifre con uno zero al centro.
arrivò l’auto a benzina, grazie ad un accordo su licenza con la Peugeot ha rilevato Citroën nel 1975, ha acquisito la
tedesca Daimler, e la quarta ruota. Un piccolo screzio divisione europea di Chrysler nel 1978 e si è fusa con FCA
familiare vide il figlio di Émile, Armand, fondare un’azienda nel 2021 per formare Stellantis.

106 Youngtimer &


Le indimenticabili
Peugeot Type 7 Peugeot 205 GTi
1894 1984

Peugeot 401 Eclipse


1934

Peugeot 405 Mi16


1987
Peugeot 403
1955

Peugeot 306 Rallye


1998

Peugeot 406 Coupe


1997

La 403 è stata la prima Peugeot a superare


1.000.000 di esemplari venduti. Disegnata da
Pininfarina, è stata proposta come berlina,
station wagon a cinque e a sette posti, cabriolet
a due porte, pick-up e furgone commerciale.

Peugeot 905 Peugeot 208 T16


1990 2012

EVOLUZIONE DEL LOGO

1810 19 2 7 19 4 8 1960 19 7 6 2021


Peugeot biciclette Debutta Il logo assume Il lettering
La dicitura Ritorna lo
aveva un logo con il Leone simbolo la forma di uno Peugeot prende
Peugeot viene stemma ma su
un leone su una della regione stemma il sopravvento
integrata nel logo sfondo nero
freccia Franche-Comté sul leone

youngtimereretro.it 107
STORIA DELL’AUTO

LA CURIOSITÀ
Sebbene tutti
sappiamo che
Peugeot ha una lunga
storia negli sport
motoristici, pochi
sanno che il marchio
francese ha vinto
la terza edizione
Qual è l’auto più economica della 500 Miglia
prodotta dalla Peugeot... di Indianapolis nel
lontano 1913. Il pilota
e qual è la più costosa? più veloce, Jules Goux,
fu il primo francese,
La simpatica city car 108 è stata la Peugeot PHEV da 360 CV. Ma quella più costosa in
d’ingresso fino all’inizio del 2022, ma ora è assoluto, tuttavia, è stata la Peugeot L45 e di fatto il primo
fuori produzione. Mentre Peugeot decide se Grand Prix del 1914. Una delle due costruite
la prossima versione sarà o meno un clone per correre alla Indy 500 oltre un secolo fa è
europeo, a vincere
della Fiat 500 EV, l’auto più economica della stata venduta all’asta nel 2018 per circa la 500 Miglia e ci
gamma del costruttore francese è la 208 a € € 8,5 milioni. Rappresentava un momento
16.950 per il modello Active Premium con chiave nello sviluppo dei motori ed era in riuscì con un margine
motore benzina da 1,2 lt da 75 CV e cambio grado di raggiungere i 160 km/h quando la di ben 13 minuti sul
manuale a cinque marce. La Peugeot più maggior parte dell’umanità si muoveva
costosa è la 508 SW PSE da € 70.000, una ancora a cavallo. secondo.

La più veloce
L’auto stradale Peugeot più veloce è la gloria delle hot hatch Peugeot degli anni 12 podi in sette anni e 128 punti
508 SW PSE che, grazie al suo ’80 e dei primi anni ‘90. Naturalmente, conquistati. Ma l’auto Peugeot più
propulsore ibrido a 360 CV, è in grado di questa è solo una parte della storia delle veloce è stata la 908 HDi FAP del 2009,
scattare da 0 a 100 km/h in 5,2 secondi e auto veloci con il logo Peugeot poiché vincitrice a Le Mans, che ha interrotto
di raggiungere una velocità massima l’azienda ha fornito motori V10 da la striscia di otto vittorie di Audi.
(limitata) di 250 km/h. Decidete voi se 700-800 CV a vari team di Formula Uno Un diesel che vince Le Mans?
questa vettura è in grado di rievocare la per tutti gli anni ‘90 con un palmares di Sicuramente non succederà mai più!

108 Youngtimer &


PEUGEOT

Dove nascono le Peugeot


Peugeot ha 10 stabilimenti che gestisce da dove proviene la famiglia Peugeot.
direttamente o in collaborazione con altri Nel 2021 Peugeot ha venduto oltre 1,2 milioni
marchi Stellantis, oltre a una serie di altri di auto, con un aumento del 5% rispetto
impianti in tutto il mondo nell’ambito all’anno precedente.
di joint venture o accordi di licenza, come la Circa 360.000 di queste, poco meno del 30%,
405, pesantemente aggiornata, che viene ancora sono state vendute in Francia. Il modello più
costruita in Iran. La casa spirituale di Peugeot venduto a livello mondiale nel 2021 è stato
è lo stabilimento di Souchaux, in Francia, il SUV 2008, con oltre 250.000 vendite.

Type 3, la prima automobile in Italia


Quest’anno Peugeot festeggia un Italia, ma anche quello di essere la opera del segretario del Club Storico
anniversario molto importante, ovvero prima vettura prodotta nel nostro Peugeot Italia che portò a un’altra
130 anni dall’arrivo della prima paese, perché fu assemblata, su sorpresa: quella Peugeot Type 3 telaio
automobile in Italia. Infatti, nel 1893 il licenza, dalle Costruzioni Meccaniche 25 esisteva ancora ed era custodita da
conte Gaetano Rossi acquistò, al di Saronno. Però, solo agli inizi degli decenni al Museo Nazionale
rientro di uno dei suoi viaggi di lavoro anni Duemila, a Parigi, si ricostruì la dell’Automobile, a Torino.
a Parigi, la Type 3, dando così inizio ad vera storia di quel primo esemplare Ma era catalogata in maniera non
una nuova era della mobilità. “italiano”. precisa a causa, forse, di targhette
Scelta dal conte per potersi muovere Nei registri di produzione, la applicate in occasione di restauri
più agevolmente nel Vicentino, la Type destinazione “Rochette” era sempre successivi alla costruzione.
3 montava il motore della fabbrica stata intesa come quella di una località Questa scoperta permise di
tedesca Daimler n° 124, un bicilindrico francese, non di Piovene Rocchette, in retrodatare di un anno l’arrivo
a V da 565 cc, che erogava 2 CV e provincia di Vicenza. Questa scoperta, effettivo della prima auto in Italia,
poteva raggiungere 35 Km/h come perché fino ad allora si era ritenuto che
velocità massima. La Type 3 non la prima in assoluto a circolare fosse
possiede esclusivamente il stata la Panhard & Levassor del
primato di essere la prima conte Carlo Ginori di Firenze,
automobile a circolare in giunta nel febbraio 1894.
STORIA DELL’AUTO

Il concept che ci è piaciuto di più


Negli anni ’80, in preda al fenomeno supercar, Francia avrebbe potuto avere una supercar
anche Peugeot voleva essere protagonista. Così da 300 e passa km/h capace di competere
realizzò la Oxia per rivaleggiare con la Ferrari con le rivali dell’epoca.
F40, la Bugatti EB110 e la Porsche 959. Ma qualcuno avrebbe dato credito al logo?
Con il suo telaio in alluminio, i pannelli in Ricordate che la Oxia è stata costruita in
carbonio e kevlar, un V6 da 2,8 litri da 680 CV un’epoca in cui Peugeot produceva le hatchback
montato al centro e le quattro ruote motrici, la più veloci e maneggevoli.

Il momento migliore stravagante Peugeot 405 Turbo 16 GR a inspiegabilmente il premio di Auto


Si potrebbe pensare che Madonna abbia Pikes Peak nel tempo record di 10:47:77. Europea dell’Anno nel 2002, nonostante
dominato gli anni ‘80, o forse che Eddie Il filmato, della durata di cinque fosse totalmente surclassata dalla Ford
Murphy o Arnold Schwarzenegger siano minuti, si colloca ai livelli del classico del Focus, che aveva ormai quattro anni.
stati i migliori esponenti della cultura 1976 “C’était un rendezvous” in termini Tutto ciò che seguì, dall’odiosa 1007
popolare, in realtà il decennio è stato di capolavori cinematografici. con porte scorrevoli alla tetra 607 e
dominato da Peugeot, almeno per i all’orrenda 3008 (la prima generazione),
petrolhead che non si potevano Il momento più brutto era semplicemente misero, con uno stile
permettere le supercar. All’inizio degli anni ‘90, quando Madonna scialbo e un sottofondo di disperazione.
È stato il periodo imperioso in cui la era ormai una star indiscussa, Peugeot Grazie al cielo, il design delle 208, 308
casa automobilistica francese ci ha aveva invece perso il suo fascino e e seconda 3008 ha invertito la tendenza e
regalato la 205 GTI, forse la migliore hot all’inizio del millennio fu il momento in Peugeot Sport ha ricominciato
hatch di sempre, la 309 GTI, che era la cui l’azienda perse completamente la a produrre eccellenti hot hatch.
stessa auto ma con un bagagliaio, e la 405 bussola.
Mi16 … è mai esistita una berlina sportiva L’azienda sfornò una serie di auto Quando ha sorpreso
con un nome più figo? Nel 1988, Peugeot scialbe e prive di immaginazione, la cui il mondo
è stata persino protagonista di un celebre unica caratteristica distintiva era Nel 1985 Peugeot ottenne il suo primo
cortometraggio: l’iconico Climb Dance, l’orrenda calandra che Peugeot montava successo nel campionato Italiano Rally
che mostra l’eroismo dell’asso finlandese su tutte le sue auto. La 307 hatchback, con la vittoria al Rally di Sassari. Ma nel
dei rally Ari Vatanen che pilota la sua dall’aspetto insulso, vinse 1986, con il supporto organizzativo da

110 Youngtimer &


PEUGEOT

parte del reparto corse ufficiale del


marchio e di Jean Todt e Jean Pierre
Nicolas, fu l’anno della consacrazione
della Peugeot nei rally in Italia.
Il pilota prescelto da Peugeot Sport era
il venticinquenne Andrea Zanussi che al
volante della 205 T16 sfidò Dario Cerrato
e la sua lancia Delta S4. Quarto posto
assoluto al Rally 1000 Miglia, secondo a
soli 36 secondi dal finlandese Henri
Toivonen con la Lancia Delta S4 al rally
Costa Smeralda e di nuovo secondo al
Rally dell’Elba. La prima vittoria arrivò al
Rally della Lanterna.
Zanussi e la 205 T16 furono fieri
contendenti al titolo per tutta la seconda
metà del campionato. Alla fine Cerrato
e la Delta S4 hanno vinto il campionato
ma Peugeot ha scritto una memorabile
pagina di storia sportiva.

youngtimereretro.it 111
STORIA DELL’AUTO

Ora che siete esperti di Peugeot,


è giunto il momento di acquistarne una
Peugeot 205 GTI / 1984–1994

Il modo più semplice per far discutere ma anche su quale sia stato il miglior massima di 205 km/h; consumo di 15
gli appassionati di auto di una certa età motore montato sulla 205 GTI. km/l. Qual è la migliore? La 1.6 aveva
è iniziare una discussione sulla migliore Il primo motore della GTI era il 1.580 freni a tamburo dietro, mentre la 1.9
hot hatch degli anni ‘80. Nonostante la cc da 103 CV, capace di far scattare aveva dischi su tutte e quattro le ruote.
concorrenza delle VW Golf GTI, Renault l’auto da 0 a 100 km/h in 9,5 secondi, Alcuni sostengono che la 1.6 è più
5 Turbo e Ford XR2, la migliore era, per una velocità massima di 190 km/h; godibile per l’elevato regime di giri
senza dubbio, la Peugeot 205 GTI. percorrenza media di 16,5 km/l. Il 1.6 del motore, mentre altri apprezzano
La GTI arrivò un anno dopo il lancio fu aggiornato nel 1986 con l’aggiunta di di più la corposa coppia del 1.9.
della più pacata 205 ed ebbe subito un altri 12 CV grazie ad una nuova testata. Il peso di 900 kg della 205 sarebbe
grande impatto, contendendo il titolo Sempre nel 1986 arrivò un motore da un dato miracoloso al giorno d’oggi,
di Auto Europea dell’Anno alla Fiat Uno. 1905 cc in grado di erogare 128 CV, e rappresenta il tipo di esperienza
A posteriori, è considerata l’auto che ha anche se l’aggiunta di un convertitore di guida che le auto moderne possono
risollevato le sorti di Peugeot. catalitico ne ha limitato parte della solo sognare.
Si potrebbe discutere su quale sia potenza. Il 1.9 riusciva garantiva uno Naturalmente, la risposta precisa
stata la migliore hot hatch degli anni ‘80, 0-100 km/h in 7,8 secondi e una velocità dell’acceleratore, il motore vivace,

Perdite d’olio
Controllate se nel vano
motore ci sono perdite
d’olio o fumo blu dallo
scarico: le guarnizioni
delle valvole devono
essere controllate
regolarmente.

Danni alla carrozzeria


La vernice sul rivestimento dei
finestrini indica che sono state
effettuate delle riparazioni alla
carrozzeria, quindi controllate
la linea di chiusura.

112 Youngtimer &


lo sterzo diretto (per l’epoca)
e l’assenza di diavolerie elettroniche
caratterizzano l’esperienza di guida
della GTI. Il rovescio della medaglia
e che le hot hatch degli anni ‘80 hanno
raggiunto prezzi elevati. E, cosa ancora
peggiore, i restauratori se ne stanno
impossessando e c’è persino chi le
sta trasformando in elettriche.
Forse sono finiti i tempi in cui si
poteva trovare una 205 GTI a prezzi
stracciati su un sito web per smanettarci
in garage, ma la 205 GTI è ancora una
di quelle auto che ogni appassionato
dovrebbe guidare almeno una volta.

youngtimereretro.it 113
SUL PROSSIMO NUMERO,
LA MIGLIOR STAGIONE
CELICA

YOUNGTIMER & RETRO


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