Sei sulla pagina 1di 4

Prima guerra mondiale

Cause della prima guerra mondiale


Nel 1914 tutti avevano un motivo per iniziare la guerra
1) Francia voleva riprendersi l'Alsazia e la Lorena che erano state prese dalla Germania
nel 1870
2) L’Italia voleva le terre irredenti (Trento Trieste) per completare l'unità d'Italia
3) Austria voleva estendere il proprio dominio nella penisola balcanica. Aveva annesso
la Bosnia suscitando l’ira dell'impero ottomano
4) L'Inghilterra intendeva mantenere la supremazia navale e coloniale, ed era
preoccupata per la potenza della Germania
5) L’Imperialismo delle nazioni che lottano su scala mondiale per conquistare le colonie,
creando concorrenza economica e caldeggiando il riarmo
6) Nazionalismo cioè quel sentimento di orgoglio nazionale che alimentava la rivalità le
alleanze quali triplice intesa (Inghilterra, Russia,Francia) triplice alleanza (Austria,
Italia,Germania).

Dichiarazioni di guerra
La scintilla fu l'assassino dell'arciduca Francesco Ferdinando (ucciso a Sarajevo da uno
studente l
slavo), erede al trono Austriaco, l'Austria d'accordo con la Germania dichiarò guerra alla
Serbia, la Russia ordinò la mobilitazione dei paesi dell'intesa, la Germania dichiarò guerra
alla Russia e alla Francia mandò prima di tutto ad invadere il Belgio, paese neutrale, per
puntare su Parigi.
Il Giappone dichiara guerra alla Germania e occupò alcune isole tedesche nell'oceano
Pacifico.

La guerra
I piani tedeschi prevedevano di conquistare la Francia, che sulla marcia, respinse i tedeschi.
La Germania allora andò ad attaccare la Russia sui laghi Masuri, ma alcune battaglie le
vinse altre le
perse.

Società italiana
In Italia la popolazione era divisa in: Neutralisti ossia coloro i quali non volevano la guerra
perché portava morti e lutti. Interventisti volevano che l'Italia fosse una potenza militare.
Irredentisti volevano anche l'Italia entrasse in guerra solo per riprendersi Trento e Trieste
(terre irredenti)

Italia in guerra
Il governo italiano firma "il patto di Londra" con l'intesa e in caso di vittoria Trento e Trieste
sarebbero diventati italiani, non aveva tradito l'alleanza ma non voleva essere al fianco di
una nemica l'Austria così il 24 maggio 1915 l'Italia entra in guerra contro l'Austria il
comandante
Cadorna nella battaglia del Carso (Ungaretti) subisce una dura sconfitta di 250.000 uomini
Le battaglie del 1916
Sul fronte occidentale i tedeschi attaccarono la Francia a Verdun e la Francia e Inghilterra
attaccarono la Germania sulla somme. Entrambe le guerre non cambiarono i continenti,
nessuno
vince, nessuno perde.
Stanchi, gli uomini di tutti gli Stati iniziarono ad abbandonare la guerra. Tutti gli Stati
utilizzarono la propaganda per convincere la popolazioni a combattere fino alla vittoria al
terzo anno di guerra il malcontento popolare colpì da lutti e fame, Dilaga; la classe operativa
inizio scioperi manifestazioni mente di eserciti disertava no o si ammutinarono. Inoltre
l'Austria e la Germania avevano grandi problemi di approvvigionamento di armi e di cibo, a
causa della presenza sui mari dell'Inghilterra.la Germania allora iniziò una guerra marina
con il sommergibile, attaccando tutte le navi in transito.

Le grandi battaglie del 1916.


Sul fronte occidentale, i tedeschi cercarono di risolvere la guerra nel 1916 sferrando una
possente ma inutile offensiva, che durò da febbraio ad agosto a Verdun in Lorena.
La controffensiva alleata sulla Somme, poco più a nord, si basò su un impiego enorme
d’artiglieria. In questa battaglia gli inglesi fecero uso di una nuova arma offensiva, il carro
armato. Tuttavia i tedeschi resistettero. Le due battaglie combattute in territorio francese,
provocarono altri milioni di morti e feriti, ma le linee del fronte rimasero immutate.

L'anno della svolta, il 1917.


La guerra impegnò tutte le risorse economiche e morali di ogni paese, in una misura mai
vista in precedenza. Tutti gli stati fecero un uso massiccio della propaganda (giornali,
manifesti, fotografie, i primi documentari cinematografici) per convincere popolazioni che
bisognava combattere fino alla vittoria, che la ragione stava dalla propria parte, che il nemico
era un demonio da mandare all'inferno. Alla patria bisognava dare il proprio oro, i propri figli,
il proprio sangue. Ma il conflitto non pesava in maniera uguale su tutti gli strati sociali. Al
terzo anno di guerra in tutti i paesi europei esplode il malcontento delle masse popolari,
colpite dai lutti e impoverite.
La classe operaia, organizzata sempre meglio dai partiti socialisti, fu protagonista di scioperi
e manifestazioni. In tutti gli eserciti si moltiplicarono i casi di diserzione e ammutinamento,
che vennero repressi col terrore. I governi si resero conto che occorreva limitare, ormai, il
potere dei militari. L'Austria e la Germania avevano enormi difficoltà di approvvigionamento
poiché la flotta inglese esercitava un rigido controllo sui mari, impedendo ai mercantili di
scaricare rifornimenti sulle coste tedesche. Per forzare il blocco economico a cui era
sottoposta, la Germania decise di scatenare una guerra sottomarina indiscriminata, cioè di
affondare senza preavviso tutte le navi, anche quelle neutrali, che si fossero avvicinate alle
coste dei paesi in guerra. L'arma usata per attuare questo piano fu il sommergibile, che
presto divenne il terrore dei mari. L'offensiva tedesca spinse il presidente degli Stati Uniti, il
democratico Woodrow Wilson, a decidere l'entrata in guerra del suo paese (aprile
1917) a fianco dell'Intesa. Fino ad allora gli USA avevano aiutato l'Inghilterra con crediti e
forniture di materiale bellico. Con l'intervento diretto degli USA la superiorità di risorse degli
alleati divenne enorme e la sconfitta degli imperi centrali apparve sempre più probabile. Il
primo paese a pagare le conseguenze dello sforzo bellico fu tuttavia la Russia, il più
arretrato dei grandi stati europei dal punto di vista sia economico sia sociale. Una
rivoluzione, nel febbraio e nell'ottobre 1917, abbatté la monarchia zarista. Il nuovo governo
socialista firmò una pace separata con Austria e Germania, a Brest-Litovsk nel marzo 1918.
Caporetto
Anche per l'Italia il 1917 fu un anno durissimo. Le lotte sociali dilagarono soprattutto nelle
grandi città industriali del nord; al fronte i soldati erano demoralizzati e mal diretti.
Nell'ottobre un'offensiva austro tedesca a Caporetto, sull'Isonzo, sfondo le linee italiane.
L'esercito italiano arretrò disordinatamente, fino al Monte Grappa e al Piave, perdendo
300.000 tra morti e feriti. Il generale Cadorna fu sostituito; al suo posto fu nominato il
generale Diaz e si formò un governo di unità nazionale, presieduto da Vittorio Emanuele
Orlando. Tutte le risorse del paese furono mobilitate nella lotta e l'offensiva austro-tedesca
fu arrestata.

La disfatta degli imperi centrali.


La Germania e l'Austria non avevano comunque più forza per continuare la guerra.
Nel luglio 1918 una grande offensiva degli Anglo-franco-americani sul fronte occidentale
obbligò i nemici a una rapida ritirata. Sul fronte italiano gli austriaci furono sconfitti a Vittorio
Veneto, nell'ottobre 1918, e l'esercito imperiale si dissolse: soldati ungheresi, austriaci,
croati, sloveni, polacchi cercarono disordinatamente la via di casa. Il 3 novembre 1918 fu
firmato l'armistizio fra Austria e Italia; l'11 novembre
quello fra la Germania e gli alleati e dell'Intesa.

La società delle Nazioni.


Nel gennaio 1919 si aprì a Parigi la conferenza per la pace, alla quale parteciparono soltanto
gli stati vincitori. I lavori della conferenza furono dominati dal presidente americano Wilson e
dai capi di governo inglese, Lloyd George, e francese, Clemenceau.
Ma non fu facile raggiungere un accordo, perché gli obiettivi erano differenti. Wilson aveva
lanciato, nel gennaio 1918, un piano di pace in 14 punti, che mirava a ridurre le cause future
di conflitti. Secondo Wilson, i confini degli stati avrebbero dovuto essere tracciati in modo da
comprendere popoli della stessa lingua e nazionalità; in caso di controversie, le popolazioni
avrebbero dovuto decidere il proprio destino politico (autodecisione dei popoli). Francia e
Inghilterra volevano invece imporre ai vinti una punizione esemplare e trarre dalla pace il
maggior vantaggio territoriale, militare ed economico. L'ultimo dei 14 punti enunciati da
Wilson era formulato così: "dovrà essere creata un'associazione delle nazioni... allo scopo di
promuovere fra tutti gli stati, grandi e piccoli, indistintamente, mutue garanzie d'indipendenza
e d’integrità territoriale". Fu così istituita, nel 1919, la Società delle Nazioni, con lo scopo di
regolare i rapporti internazionali e impedire guerre future. Purtroppo la società delle nazioni
nacque già debole. Infatti non ne fecero parte la Germania sconfitta e la Russia
rivoluzionaria, che furono messe ai margini della comunità internazionale. Inoltre, negli USA,
dopo la guerra salì al potere il partito repubblicano che adottò una politica di "isolazionismo"
(tendente a dare la preminenza ai problemi americani) e rifiutò di far parte della Società delle
Nazioni.

Le condizioni imposte ai vinti.


Con il trattato di Versailles (giugno 1919) i vincitori imposero alla Germania e all'Austria
condizioni durissime. La Germania dovette cedere alla Francia l'Alsazia e la Lorena e
abbandonare i territori polacchi che erano sotto il suo dominio. La Polonia divenne uno stato
indipendente. Danzica, tolta ai tedeschi, fu dichiarata città libera (ma la Germania non si
rassegnò alla perdita di questo porto sul Baltico) e un corridoio di territorio polacco separò la
Prussia occidentale da quella orientale. Le colonie tedesche furono divise fra Inghilterra,
Francia e Giappone. Il governo tedesco dovette anche impegnarsi a risarcire i danni
provocati dal conflitto e a ridurre al minimo le forze armanti. Una serie di trattati definì
l'assetto dei territori che avevano fatto parte dell'impero austro-ungarico. Furono creati i
nuovi stati della Cecoslovacchia e della Jugoslavia. Il Trentino, l'Alto Adige, Trieste e l'Istria
furono ceduti all'Italia. Anche l'impero ottomano fu smembrato; alcuni territori che ne
avevano fatto parte furono posti sotto il protettorato della Francia, (Siria, Libano) e
dell'Inghilterra (rag e Palestina); altri divennero indipendenti (Arabia): la sovranità del sultano
fu ridotta a un territorio più piccolo dell'attuale Turchia

Potrebbero piacerti anche