Sei sulla pagina 1di 2

Storia

1917 Le battaglie per i ponti: gli scontri di retroguardia


a cura di Giancarlo L. Martina

Pasian Schiavonesco
Dopo lo sfondamento avvenuto a Caporetto il 24
ottobre 1917, lo Stato Maggiore italiano cercò di
rallentare l’inattesa avanzata austro-tedesca che
era giunta rapidamente a Udine. I militari italiani
tentarono di creare una linea di sbarramento che
partiva da Mortegliano, passava per Pozzuolo del
Friuli e arrivava fino a Pasian Schiavonesco (l’attuale
Basiliano). Da Palmanova, dove avevano la caserma,
i reggimenti di cavalleria Monferrato e Roma furono
inviati verso Pasian Schiavonesco. Il 29 ottobre 1917
i cavalleggeri appiedati si disposero a nord e a sud
della strada Nazionale (l’attuale Pontebbana) più o
meno all’altezza della casa che oggi si vede all’in-
crocio con la strada che porta a Basiliano. Poco dopo
iniziò la battaglia tra gli italiani e le truppe d’assalto
tedesche. La prima carica fu respinta, ma i caval-
leggeri arretrarono fino al corso del torrente Lavia,
a poca distanza dalla posizione iniziale. I soldati te- Fig. 1 - I ponti di Codroipo. La fotografia è stata scattata dalla testata di
deschi credettero che gli italiani fossero in difficol- destra del ponte ferroviario in legno. (Arc. Claudio Zanier)
tà, mentre questi ultimi subirono un contraccolpo
psicologico negativo, accentuato dall’esplosione di
un deposito di munizioni che fece fuggire numerosi
cavalli e colse alla sprovvista i cavalleggeri. A questo
punto venne dato l’ordine di ritirata verso il paese
di Basagliapenta. Solamente due squadroni dove-

1917 Le battaglie per i ponti: gli scontri di retroguardia


vano restare per rallentare l’avanzata dei tedeschi,
operazione che fecero con coraggio disponendosi
per una carica che venne però smorzata fin dall’ini-
zio, infatti una granata tedesca colpì un mucchio
di bombe che esplodendo in mezzo ai cavalleggeri
ne fece strage. I superstiti si ritrovarono a Basaglia-
penta, erano rimasti in trenta. Da qui proseguirono
verso Codroipo. L’inattesa operazione di resistenza
italiana rese più prudenti i tedeschi che ripresero a
muoversi solo il giorno dopo, il 30 ottobre, perdendo
numerose ore preziose per raggiungere i ponti sul
Tagliamento. I tedeschi piegarono verso sud-ovest
in direzione Orgnano e Carpenedo per evitare l’inta-
samento delle strade. Sempre il 29 ottobre, a Mor- Fig. 2 - Il cippo in memoria della battaglia lungo il torrente Lavia.
tegliano, le truppe italiane si erano dispiegate per
difendere il nodo stradale. Asseragliatesi nel piccolo tenso fuoco di mitragliatrici e di cannoni fermò la
rilievo dove sorge la chiesa, posizionarono mitra- marcia. I granatieri urlarono di cessare il fuoco per-
gliatrici e allestirono una precaria linea difensiva, ché le mitragliatrici erano le FIAT italiane, che rico-
che occupò tutta la zona centrale del paese. Nel nobbero dal rumore prodotto. Credevano si trattasse
pomeriggio del 30 ottobre si svolse, violenta, la bat- di commilitoni che li avevano scambiati per nemici.
taglia di Mortegliano, meno celebrata di quella di Invece la realtà era crudelmente un’altra: i tedeschi
Pozzuolo del Friuli, ma ugualmente importante per adoperavano armi italiane raccolte durante l’avan-
consentire la ritirata ordinata dell’esercito italiano. zata. Ormai il nodo stradale di Flambro, parallelo a
quello più a nord della Pontebbana, era in mano agli
Flambro austro-tedeschi. Spinucci decise di attaccare Flam-
Il colonnello Emilio Spinucci era in licenza quando bro frontalmente, sul lato sinistro e su quello destro.
il suo reparto, il II Reggimento della Brigata Gra- La battaglia infuriò a partire dalle prime ore della
natieri, ricevette l’ordine di attestarsi a Flambro per sera. Fu una battaglia cruenta tanto che i cannoni
fronteggiare l’avanzata degli austro-tedeschi. Per spararono ad altezza d’uomo. Il Secondo Battaglione
raggiungere i suoi uomini il colonnello attraversò a dei Granatieri riuscì a entrare a Flambro dal lato di
forza il ponte di Codroipo, intasato di soldati e civili sinistra ingaggiando un furioso combattimento casa
in fuga. Raccolto il reggimento a Lestizza si diresse per casa. I feriti italiani furono raccolti nella chie-
verso Flambro, a duecento metri dal paese un in- setta di San Giovanni, poco distante dal paese al-

Scheda n° 4. 8. 5
Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli
Storia
entrarono da nord-ovest, ma trovandosi di fronte ad
una forte resistenza, sopravvalutando la consistenza
delle truppe italiane e fiaccate dalle precedenti bat-
taglie, si ritirarono. Ciò permise agli italiani di farsi
guidare da coraggiosi bertiolesi verso Rivolto e poi
in direzione del ponte di Madrisio. Contemporanea-
mente a Rivolto altre truppe italiane al comando del
generale Ferrero si apprestavano a difendersi all’al-
tezza del paese. Vennero attaccate dai tedeschi che
provenivano in maniera imprevista da Villacaccia.
Qualche cannonata fece vacillare la difesa, che su-
bito si riprese e resistette fino a notte inoltrata del
30 ottobre. Dopo di che il generale Ferrero sferrò un
disperato contrattacco per aprirsi un varco di fuga.
Gli italiani riuscirono a rompere l’accerchiamento e
in gruppi più o meno piccoli si diressero a sud verso
i ponti di Latisana.

Bibliografia
Fig. 3 - Pasian Schiavonesco (Basiliano). Veduta aerea a quota m.
1200 nel 1917. (Fototeca Civici Musei di Udine)

• G. Del Bianco, La guerra e il Friuli, II ed., Udine, 2001


• G. Corni, Storia della società friulana 1914-1925, Pasian
di Prato, 2000
• R. Delle Vedove, G. L. Martina,
G. Viola, Oltre le trincee, Feletto Umberto,
1917 Le battaglie per i ponti: gli scontri di retroguardia

s. d. (2003)
• G. Ellero, Pace e guerra nel XX secolo, La Storia del
Friuli, vol. 4, Roma, 1997
• L. Fabi, La Grande Guerra, sta in Friuli e Venezia Giulia,
Storia del ‘900, Gorizia, 1997
• L. Fabi, G. L. Martina, G. Viola, Il Friuli del ‘15/18,
Tavagnacco, 2003
• C. Rinaldi (a cura di), Sedegliano, un popolo, una cultura
ieri e oggi, vol. III, Sedegliano, 1984
• A. Stella, Dall’annessione del Friuli alla Grande Guerra,
Enciclopedia Monografica del Friuli Venezia Giulia, vol. III,
Udine, 1978
• I. Urli, Bambini nella Grande Guerra, Monfalcone, 2003
Fig. 4 - Flambro: monumento in ricordo della morte del colon-
nello Spinucci.
l’altezza dell’incrocio con la Stadalta. Questa azione
permise al Battaglione di ripiegare grazie alla guida Per ricercare e approfondire
del soldato Strizzolo che era del luogo e che condus-
se i granatieri fuori dal pericolo verso Sterpo e poi • Trova su una carta geografica del Friuli le strade
Rivignano. Dopo alcune ore dalla fine dello scontro, seguite dagli italiani.
ormai fattosi giorno, uscirono intontiti i paesani e i • Segna sulla carte geografica del Friuli i ponti attuali
numerosi profughi che si erano riparati nelle case e sul fiume Tagliamento.
nelle cantine, ai primi restò il compito di seppellire • Descrivi il fiume di adesso e confrontalo con le
gli oltre 250 caduti nel cimitero di Talmassons, ai se- condizioni in cui fu attraversato nel 1917, indica le
condi un silenzioso ritorno ai luoghi di provenienza. difficoltà incontrate per attraversarlo nelle condizioni
attuali e in quelle di allora.
Bertiolo e Rivolto • Individua le caratteristiche geomorfologiche del
Mentre si ritirava da Flambro, una parte del I reg- fiume Tagliamento.
gimento del Battaglione Granatieri si era diretto e • Calcola quanti chilometri può percorrere un uomo
asserragliato a Bertiolo, ai granatieri si unirono altri nel corso di una giornata e mettili a confronto con
soldati di reparti disuniti o sparpagliati nella confu- l’avanzata austro-tedesca. Individua le ragioni per cui i
sione. Nel paese ci fu un unico scontro, breve, scop- soldati non andarono così rapidamente.
piato alle 20 del 30 ottobre. Le avanguardie tedesche

Scheda n° 4. 8. 5
Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli

Potrebbero piacerti anche