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CAPITOLO PRIMO

DAL 1914 AL 1945

Carlo Francesco GAY nacque ad Asti il 4 ottobre 1914 da Luigi


e da Gialdroni Maria.

Nel 1930, appena sedicenne, entrò nel Collegio Militare di


Napoli ove rimase fino al 1934, anno in cui transitò
nell’Accademia Militare di Modena.

Al termine del biennio, fu nominato S. Tenente di Cavalleria e


assegnato al Reggimento “Savoia Cavalleria” (3°).

Negli anni 1936-37 frequentò il corso di applicazione presso la


Scuola di Pinerolo, e, dal 10 settembre 1939 al 23 marzo 1940 il
corso di equitazione presso il Distaccamento Scuola di Cavalleria
in Tor di Quinto.

Con lo scoppio del 2° conflitto mondiale, annunciato da


Mussolini in forma roboante, il 10 giugno 1940 dal balcone di
Piazza Venezia in Roma, l’Ufficiale partecipò con il “Savoia
Cavalleria” alle operazioni di guerra sulla frontiera occidentale.

Attratto dalla nascente specialità dei paracadutisti, entrò a


domanda nella Regia Scuola Paracadutisti di Tarquinia,
frequentando il corso dal 26 dicembre 1940 al 31 marzo 1941 e
ottenuta la “qualifica” di paracadutista (Ordine permanente n. 50
datato 1° agosto 1941 del Comando Scuola Paracadutisti di
Tarquinia) frequentò il corso di “guastatore” per Ufficiali.

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Dal 1° Reggimento Paracadutisti in Viterbo, il 16 febbraio 1942
fu trasferito nel 185° Reggimento Paracadutisti A. O.
(Acquisizione Obiettivi) e con questo reparto partecipò alle
operazioni di guerra in Croazia e in Sicilia.

Il 9 luglio 1943, gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia, la


conquista dell’Isola non si presentò un’impresa difficile, i soldati
italiani si arresero agli invasori, tranne in qualche sporadico caso
opposero resistenza al soverchiante nemico, che aveva invaso la
Sicilia, iniziando con la presa dell’isola di Pantelleria.
L’11 giugno 1943, due giorni dopo, cadde anche l’isola di
Lampedusa. Ormai, l’invasore aveva dominio assoluto della
Sicilia e risaliva la penisola; il regime fascista era alle strette.
Dino Grandi, membro del Gran Consiglio e Presidente della
Camera, aveva il compito di parlare a nome dei Gerarchi davanti
a Mussolini e sollecitava il Duce per una riunione urgente del
Gran Consiglio, unico organismo collegiale del regime che non si
era più riunito dal 1939. Per ben due volte Mussolini rimandò
sulle date proposte, la prima, il 13 luglio, poi il 16 fino a che il
Duce stabilì per sabato 24 luglio. Al termine di un’infuocata
riunione che si protrasse fino all’alba del 25 luglio, il Duce del
Fascismo fu sfiduciato da un gruppo di fascisti dissidenti
capeggiati da Dino Grandi il quale nella sua mozione all’Ordine
del Giorno, proponeva di “tornare alla legalità” rimettendo nelle
mani del Re il comando delle Forze Armate. Nel pomeriggio
stesso, Mussolini si presentò al Re Vittorio Emanuele III°, nella
recondita speranza di conservare il proprio potere, invece il
Sovrano gli comunicò la sua sostituzione con il Maresciallo
d’Italia Pietro Badoglio, mentre all’uscita da Villa Savoia il
Capitano dei Carabinieri Paolo Vigneri lo trasse in arresto

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conducendolo su un autoambulanza militare, presso la Scuola
Allievi Carabinieri di Roma. La notizia ebbe il riserbo massimo
che meritava, solo in tarda serata la radio interruppe le
trasmissioni per diffondere il comunicato seguente:

“Sua Maestà il Re e Imperatore ha accettato le dimissioni dalla


carica di Capo del Governo, Primo Ministro, Segretario di Stato,
di Sua Eccellenza il Cavaliere Benito Mussolini, ed ha nominato
Capo del Governo, Primo Ministro, Segretario di Stato, il
Cavaliere Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio”

Nel corso degli ultimi anni di guerra, almeno a partire dal 1942,
la credibilità del fascismo incominciava a vacillare, determinato
dall’incapacità di governare i conflitti sui fronti di guerra: il tonfo
nella campagna d’Africa e la disastrosa guerra di Russia furono
la conseguenza di una strategia militare fallimentare con
armamento obsoleto e razionamento alimentare. Tutto questo,
veniva mascherato dalla propaganda fascista che continuava a far
vedere agli italiani scenari diversi e non la cruda realtà degli
uomini alle armi e la popolazione ridotta alla fame.

Il nuovo Capo del Governo, Generale Pietro Badoglio, membro


del “Consiglio della Corona”, un organismo di cui facevano
parte, oltre al Sovrano, altri militari molto influenti quali il
Generale Vittorio Ambrosio Capo di Stato Maggiore Generale, il
Generale Mario Roatta Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e il
comandante dei Servizi Segreti Giacomo Carboni, avviarono
trattative segrete con i comandi alleati per uscire dalla guerra. Fu
prescelto, su proposta, del Generale Ambrosio, il Generale
Giuseppe Castellano quale rappresentante italiano per le trattative
di pace con gli anglo-americani, pur non conoscendo
quest’ultimo, la lingua inglese. La firma dell’armistizio avvenne,

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nella cittadina di Cassibile (Siracusa) il 3 settembre 1943 da parte
del Generale alla presenza del Generale Dwight David
Eisenhower, (futuro Presidente degli Stati Uniti 1953/1961). Fu
l’atto con il quale il Regno d’Italia cessò le ostilità contro le forze
Anglo-Americane, in realtà non si trattava affatto di un
armistizio, ma di una vera e propria resa senza condizioni.

Poiché tale atto stabiliva l’entrata in vigore dal momento del suo
annuncio pubblico, l’8 settembre 1943 alle ore 18.30, dai
microfoni di radio Algeri fu reso noto dal Generale Dwight
Eisenhower e poco dopo alle ore 19.42 confermato dai microfoni
dell’EIAR da parte del Maresciallo d’Italia Generale Pietro
Badoglio il seguente proclama:

“Il Governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare


l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria,
nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla
Nazione ha chiesto l’armistizio al generale Eisenhower,
comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La
richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità
contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze
italiane in ogni luogo. Esse, però, reagiranno ad eventuali
attacchi da qualsiasi altra provenienza”.
L’annuncio dell’armistizio suscitò in ogni dove dell’Italia,
manifestazioni di gioia, le strade delle città grandi e piccole, si
riempirono di persone formando cortei spontanei inneggiando
alla fine della guerra. Purtroppo, non era finito. Un altro periodo
“di dura prova per l’Italia” si prospettava all’orizzonte, infatti,
dopo la dichiarazione dell’armistizio, per oltre metà del suo
territorio era occupato dell’Esercito tedesco.

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Nelle file del Regio Esercito si consumò una dissoluzione senza
eguali, i sintomi dello sbandamento da parte dei militari di ogni
ordine e grado in assenza di precise disposizioni dai comandi,
suffragò in un generale disorientamento. La disciplina ebbe il suo
massimo tracollo, i reparti si sfaldarono la compattezza nei
ranghi venne a mancare. Molti soldati abbandonarono l’uniforme
indossando abiti borghesi. Altri soldati continuarono a
combattere a fianco del già alleato germanico. Altri, preferirono
combattere ancora nelle file del Regio Esercito, contro il secolare
nemico: i tedeschi.

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CAPITOLO SECONDO

LA SCELTA DI CAMPO

La notizia dell’armistizio non fu digerita da molti soldati, in


particolare dai paracadutisti del XII° battaglione agli ordini del
Maggiore Mario Rizzatti ed una batteria del 184° Reggimento
artiglieria Divisione “Nembo” dislocata in Sardegna; gli uomini
decisero di unirsi ai camerati germanici della 90^ Divisione
Panzergrenadier. Il comandante della Divisione Generale Ercole
Ronco, cercò di dissuadere i paracadutisti “rivoltosi” di
continuare a combattere nei ranghi del Reggimento stesso, venne,
secondo la relazione ufficiale, temporaneamente posto agli
arresti. Nel tentativo di indurre in ritirata gli uomini del
battaglione, lungo la rotabile Carlo Felice per raggiungere la
Corsica, il Tenente colonnello s. SM. Alberto Bechi Luserna,
Capo di Stato Maggiore della “Nembo” venne fermato ad un
posto di blocco stradale, istituito al bivio di Borore da un
distaccamento ammutinato agli ordini del Capitano Corradino
Alvino. Al termine di un concitato alterco verbale per reclamare
il passaggio, il Tenente colonnello BECHI fu ucciso assieme ad
uno dei carabinieri da una raffica partita dal mitragliatore di un
paracadutista; il secondo carabiniere di scorta rimase ferito, e
successivamente, si aggregò al XII° battaglione. Il corpo del
brillante Ufficiale di Stato Maggiore, già comandante del IV°
battaglione della Divisione Folgore in Africa Settentrionale,
carismatica figura del paracadutismo militare, venne chiuso in un
sacco e, caricato su un automezzo, affidato per la sepoltura ad un
convento di frati, i quali opposero un netto rifiuto. Così si decise

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di dare sepoltura al corpo del Bechi in mare, alle Bocche di
Bonifacio, nei pressi di Santa Teresa di Gallura.
La scelta di campo del Capitano Gay, Comandante dell’8^
Compagnia del 185° Reggimento “Nembo”, fu quella dell’Onore,
fedele al giuramento prestato il 1° novembre 1936; continuando
a combattere nei ranghi del Regio Esercito, contro i tedeschi.
Raccolto attorno a se un gruppo di paracadutisti del 185°
Reggimento, fu assegnato al S.I.M. (Servizio Informazioni
Militare) perché in servizio presso la 1^ Divisione canadese
operante nella zona di Lucera. Con questo esiguo numero di
paracadutisti ebbe modo, in rischiose azioni di pattuglie, di
distinguersi e riscuotere ammirazione degli alleati. Man mano il
suo gruppo aumentò sempre di più, grazie all’indiscusso carisma
di “Comandante”; Gay riportò nei ranghi anche quei militari
rimasti scettici all’indomani dell’8 settembre. Nel novembre
1943, l’Ufficiale passò alle dipendenze del XIII° Corpo
Britannico, che, il successivo mese di dicembre, assunse la
denominazione di “ 1° Reparto Speciale Autonomo” e nel marzo
1944, in quella di “Squadrone da Ricognizione F “ (“F” dalla
lettera iniziale di Folgore).

Il 15 gennaio 1944 l’Ufficiale assunse il Comando dello


Squadrone da Ricognizione “Folgore”, partecipando alle
operazioni di guerra in territorio metropolitano fino al maggio
1945. Lo Squadrone, nel marzo 1944 era costituito da: Comando
Squadrone, un plotone comando, un plotone autoblindo (con
quattro autoblinde), quattro plotoni paracadutisti e un plotone
armi di accompagnamento; aveva un totale di 11 Ufficiali, 15
Sottufficiali, 175 militari di truppa, 102 moschetti automatici, 2
mitragliatrici Breda, mortai da 81 e automezzi vari. Gli uomini

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dello Squadrone, come già accennato, operarono in un primo
tempo nella zona di Lucera, effettuando, nel 1944, una serie di
missioni esplorative con riuscite puntate offensive contro i
tedeschi nella zona di Casoli (Ch); seguirono, Sesto Campano,
zona di Roccasecca e Arpino località poste a nord di Cassino.

Lo Squadrone, in giugno si trasferì ad Anagni e,


successivamente, nella zona di Bagnaia; poi si spostò in quella di
Panicale, nel perugino e ancora, nella zona di Figline, di Lastra a
Signa, di Ponte a Ema, di Firenze, Fiesole, Montemignaio,
Monte Pomponi, del Passo della Consuma, di Primilcuore,
meritando sempre attestazioni di stima e fiducia per i segnalati
servizi resi ai comandi alleati.

Il 27 agosto a Vieste, il Comandante del XIII° Corpo Britannico,


nel passare in rivista lo Squadrone, ebbe parole calorose di elogio
per quanto era stato fatto, bene auspicando per l’attività avvenire.
Infatti, nel gennaio 1945, allo Squadrone fu affidata la difesa di
una importante posizione di saldatura tra la 5^ e l’8^ Armata
alleata, nella zona di Casola Valsenio.

Dopo, a metà marzo, lo squadrone fu impiegato nel bolognese e


nella zona di Monte Grande, questa volta alle dipendenze di
comandi indiani, i quali si espressero, verso gli uomini dello
Squadrone in termini quanto mai lusinghieri.

La guerra, ormai volgeva al termine, il Generale Mac Creery,


comandante dell’8^ Armata britannica, con prot. n. 1018 COS.
datato 26 marzo 1945, chiese sia al Gruppo di Combattimento
“Folgore” che al Comandante dello Squadrone “F” con urgenza,
in considerazione di tempi ristretti, un nucleo di 5 ufficiali e 100
paracadutisti per ogni reparto, per un totale di 210 uomini (altre

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fonti citano un diverso organico di uomini) per un’operazione
speciale di aviolancio.

La data e la località non vennero menzionate nel comunicato;


necessariamente i prescelti dovevano sottoporsi a un breve
addestramento specifico posto in essere da personale militare
inglese. La direttiva dell’alto Ufficiale inglese, infine,
raccomandava che tutti gli uomini fossero volontari e con
esperienza in operazioni di lancio. Si stava preparando
l’Operazione Herring (aringa).

Gli uomini di Gay, risposero all’unisono alla richiesta di


personale volontario, il Comandante dello Squadrone “F” dovette
operare delle scelte drastiche perché la disponibilità degli uomini
superava di gran lunga il numero dei partecipanti dettata
dall’esigenza operativa. Alla fine, gli uomini prescelti dello
Squadrone furono 9 Ufficiali, 14 Sottufficiali e 94 paracadutisti,
per un totale di 117 uomini. Anche tra i volontari della Centuria
“Nembo”, il comandante Tenente Guerino CEINER, ebbe ad
operare con qualche difficoltà le scelte per l’Operazione Herring:
5 Ufficiali, 11 Sottufficiali e 91 paracadutisti, questi furono gli
uomini ai suoi ordini. Tra gli “esclusi” di entrambe le Centurie, si
annoverò qualche mugugno e un leggero malcontento, ma tutti
accettarono, con senso di disciplina e di dovere, le decisioni dei
propri comandanti.

I paracadutisti del reggimento “Nembo” e dello “Squadrone F”,


raggiunsero per via aerea la base operativa inglese di Gioia del
Colle. Gli istruttori, Ufficiali e Sottufficiali provenienti dai
commandos inglese, si ritrovarono nella cittadina pugliese per un
rigido addestramento. Furono effettuati lanci con paracadute
inglese rigorosamente mimetico e munito di quattro bretelle;

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l’imbracatura aveva un congegno di sgancio rapido; infatti,
durante la fase di atterraggio, tirando le due bretelle anteriori e
mollandole a pochi metri da terra, si riusciva a fare un morbido
atterraggio. Le esercitazioni di tiro avvenivano con tutte le armi
automatiche e di reparto in uso ai paracadutisti americani e
inglesi.

Ultimato l’addestramento, il reparto rientrò, sempre per via aerea,


all’aeroporto di Rosignano Solvay con aeromobili britannici; i
militari furono alloggiati in una struttura alberghiera di
Castiglioncello, ove rimasero isolati da altri militari per motivi
strettamente segreti e relativi alla missione da compiere.

In seguito, i paracadutisti furono inviati a gruppi nella provincia


senese per un corso di breve durata sull’uso degli esplosivi,
tecniche di sabotaggio, lettura delle carte topografiche e
l’interpretazione delle foto aeree delle zone di lancio, che a loro
saranno assegnate. Intanto i comunicati diffondevano la notizia
che i reparti di terra italiani avevano sfondato la linea Gotica.

Alle ore 15.00 del 19 aprile 1945, vi fu l’adunata generale per la


consegna di armi nuovissime, mai usate, caricatori, esplosivi,
viveri di riserva, sigarette e caramelle dissetanti.

Alla fine i paracadutisti tra le armi proposte scelsero il mitra


Beretta con il copricanna, arma con la quale avevano più
dimestichezza; la pistola Smith a rotazione, cal. 9 lungo di
fabbricazione inglese, il fucile mitragliatore Bren, le bombe a
mano e il pugnale triangolare, pure di fabbricazione inglese. Il
Maggiore Ramsey tenne rapporto a tutti i comandanti delle
pattuglie partecipanti all’operazione che da quel momento in poi
venne denominata “Operazione Herring”.

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Nel briefing del giorno 20, qualche ora prima dell’imbarco,
vennero assegnate le Zone di Lancio. Allo Squadrone “F” furono
assegnate le Drop Zone dalla 13 alla 19 e la numero 23, tutte nel
Ferrarese, Medolla, San Felice sul Panaro e Finale Emilia. Al
distaccamento “Nembo” le zone di lancio dal 24 al 28, sulla
statale 12 “del Brennero” a sud di Poggio Rusco, Ostiglia e a
Nord di Revere. Il Maggiore Ramsay, unico militare inglese si
lancia nella zona contrassegnata al n.16

ELENCO NOMINATIVO DELLE PATTUGLIE “ Squadrone F “

PATTUGLIA “C” ZONA 23 PATTUGLIA”D” ZONA 23

CAPITANO CARLO FRANCESCO GAY MAVM – P.M.G. S.TEN. FRANCESCO SERRA MAVM

CAPITANO CARLO BONCIANI MAVM SERG. TONINO GIOVANNANGELI M AVM

S. TEN. ME. GIORGIO SAVONUZZI MBVM SERG. TITO CHIODINI M AVM

SERG. MAGG. MODESTO DALL’ASTA MBVM C.LE MAGG. GIOVANNI BIANCHIN MBVM

PAR. LUIGI BACCAN MBVM C.LE MAGG. GIUSEPPE ZARATTI MAVM

PAR. ROMOLO GUGLIELMO MAVM C.LE GASTONE SEGNALINI MAVM

PAR. EDOARDO CIOTOLA MAVM PAR. UGO BIONDOLILLO MAVM

PAR. GIANFRANCO MASCARETTI MBVM PAR. MARIO CARNEVALI MAVM

PAR. PAOLO WELPONER MBVM PAR. EUGENIO GOMISCEK MAVM

========================================= PAR. LUIGI PAGLIARUSCO MBVM

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PATTUGLIA “I” ZONA 15 PATTUGLIA “F” ZONA 17

S. TEN. CARLO SCARANARI MAVM S. TEN. ALDO TRINCAS MBVM

C.LE MAGG. G. BATTISTA MARCUZ MAVM SERG. DUILIO PANIS MAVM

C.LE MAGG. ELIO ANTONIACONI MAVM C.LE MAGG. GINO MANGIA MAVM

C.LE MAGG. ATTILIO BIALE MAVM C.LE MAGG. LUIGI POLESE MAVM

C.LE RINO BALESTO // C.LE ENNIO DELLA GIOVANNA MAVM

C.LE LUIGI CIPOLAT // C.LE NELLO SCATTOLO MAVM

PAR. ANGELO CAPRETTI MAVM PAR. GIUSEPPE TIRACORRENDO MAVM

PAR. TOMMASO MARCHIORETTI MAVM PAR. PIETRO DREOSTO MAVM

PAR. SILVIO INFANTI MAVM PAR. NICOLA CAMARRA MAVM

==================================== PAR. RINO GANDOLFI MAVM

PATTUGLIA “U” ZONA 14 PATTUGLIA “Q” ZONA 17

SERG. AURELIO ASPERGES MAVM TEN GIORGIO GANZINI MAVM

C.LE MAGG. LUIGI BONIZZONI MAVM SERG. RINO RUVOLI MAVM - CGVM

C.LE GAUDENZIO FALETTI MAVM C.LE MAGG. ANGELO FENOGLIO MAVM

C.LE MAGG. VASCO FABBRI MAVM C.LE MAGG. CELSO TRAVAINI MAVM

C.LE LORENZO MARASCA MAVM C. LE ILDEFARO DI STEFANO MAVM

C.LE BRUNO MACIOCE MAVM C. LE ANTONIO VERONA MAVM

PAR. DAGOBERTO CAMICIOTTOLI MAVM C. LE CELSO LUPINI MAVM

PAR. GIUSEPPE LANATI MAVM PAR. SPARTACO FATICANTI MAVM

PAR. ELIO POIRE MAVM PAR. GIULIO PERELL I MAVM

PAR. UGO IGLIORI MAVM PAR. ANTONIO BORSETTI M AVM

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PATTUGLIA “L” ZONA 19 PATTUGLIA “M” ZONA 19

SERG. MAGG. GIUSEPPE TUROLLA MAVM TEN. ALDO TEMELLINI MBVM

C.LE GIANNI BIASI MAVM ( ALLA MEMORIA) SERG. UMBERTO COSTA MAVM

C.LE GIOVANNI VALLE // C.LE GIOVANNI BONA MAVM

C.LE MARIO DOLZAN MAVM C.LE FRANCO TOCCAFONDI MAVM

PAR. GAETANO ALDEGHI // PAR. PRIMO VALENTINI MAVM

PAR. BENSO BARSANTI MAVM PAR. AMEDEO DESIDERI MAVM

PAR. PAOLO DAL RE MAVM PAR. ERNESTO FLUMINI MAVM

PAR. MARIO COLANGELI MAVM PAR. DOMENICO TONON MAVM

PAR. MARIO ALDEGHI MAVM PAR. LINO MOTTADELLI //

===================================== PAR. FRANCESCO FULCO //

PATTUGLIA “V” ZONA 13 PATTUGLIA “W” ZONA 13

SERG. PIERO PIATTI MAVM SERG. DANTE TEDESCO MAVM

C.LE LUIGI FREGONI MAVM SERG. FRANCO BAIOCCHI MAVM

C.LE PIETRO MERLO MAVM C.LE MIMMO PIRELLI MAVM

C.LE ANGELO RONCORONI MAVM PAR. ARTURO GUIDA MAVM

PAR. FRANCO FILPA MAVM PAR. GUIDO RICCI MAVM

PAR. ALFREDO PEROLFI MAVM PAR. DINO ROSSI MAVM

PAR. LUIGI SALVEL MAVM PAR. ABELE TANTERA MAVM

PAR. ANTONIO TEDESCHI MAVM PAR. GIOVANNI LENZI MBVM

PAR. PIERINO VERGANI MAVM PAR. CALAFO GIANNINI //

===================================== PAR. SILVANO BORDONI //

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PATTUGLIA “N”ZONA 18 PATTUGLIA “O” ZONA 18

MAR. ABELARDO IUBINI MAVM S.TEN. ANGELO ROSAS MAVM

SERG. MAGG. PIERO PERSIVALLI MAVM SERG. MAGG. GIUSEPPE PECORARO MAVM

C.LE MAGG. ETTORE IACOBONI MAVM C.LE ARISTIDE ARNABOLDI MAVM

PAR. FRANCESCO DUZ MAVM C.LE PRIMO TRUZZI MBVM

PAR. GINO GIARDINI MAVM C.LE ROBERTO SISTI MAVM

PAR, MARIO BORIN MAVM C.LE OSVALDO PODDANA MAVM

PAR. ENZO NERONI MAVM C.LE ENZO DI BARTOLOMEI MAVM

PAR. OLIVO ZIRALDO MAVM PAR. SERGIO ARBIZZANI MBVM

PAR. GIUSEPPE ANSELMO MAVM PAR. ARMANDO LIBERATORI MAVM

PAR. EDOARDO SUPPO MAVM PAR. AMELIO DE JULIIS MOVM (ALLA MEMORIA)

COMPAGNIA AUTONOMA DISTACCAMENTO “NEMBO

SQUADRA N.1 “ZONA DI LANCIO 27” SQUADRA N. 2 “ZONA DI LANCIO 28”

S. TEN UGO BODON MAVM TENENTE GUERRINO CEINER MAVM

SERG. MAGG. MASSIMO ZARA MAVM SERG. MAGG. ROMANO MARRONE //

C.LE MAGG. MICHELE MORETTI MBVM C.LE DINO CENERI //

C.LE MAGG. ERNESTO COSSALTER MBVM C.LE ALFONSO MAGI MAVM

C.LE GIUSEPPE GAIA MAVM C.LE ARMANDO MAGANI MBVM

PAR. CALLISTO FRANCIO MBVM PAR. CARLO PACE MBVM

PAR. ORLANDO FIORUCCI MAVM PAR. EFRAIM FURLAN MBVM

PAR. RENZO ZANCARLI MBVM PAR. FRANCO SILVESTRI //

PAR. GIUSEPPE DE PERON MBVM PAR. EDGARDO SORI MAVM

===================================== PAR. TARCISIO MELIS MBVM

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SQUADRA N. 3 “ZONA DI LANCIO 27” SQUADRA N. 4 “ZONA DI LANCIO 28”

SERG. MAGG. GIORGIO USSI MAVM S. TEN. VINCENZO DE SANTIS MAVM

C.LE . MAGG. ROBERTO FIUMI MBVM SERG. MAGG. LUIGI MARIANI MBVM

PAR. GIOVANNI LUNESU // C.LE MAGG. MARIO VARA //

PAR. GIOVANNI CONGIU // PAR. CIRILLO GREPPI MBVM

PAR. GIAN MARIA MULAS // PAR. GIOVANNI SALIS //

PAR. ALDO NASTASIO MBVM PAR. ANTONIO CRESCIOLI //

PAR. ARMANDO SETTEMBRE MBVM PAR. AGOSTINO ZANINOTTI MBVM

PAR. GIUSEPPE FILIPPINI MBVM PAR. MARIO DE VALERIO MBVM

PAR. SALVATORE TAGLIERINI MAVM (ALLA MEMORIA) PAR. RAIMONDO COLLI


*
===================================== PAR. ALFREDO VIGNA MBVM
SQUADRA N. 5 “ZONA DI LANCIO 28” SQUADRA N. 6 “ZONA DI LANCIO 28”

SERG. MAGG. POTITO MAGLIONE MAVM SERG. MAGG. BENEDETTO MARTINETTO MAVM

C.LE . MAGG. ARMIDO CARNIATO MBVM C. LE ANGELO GRILLETTI MBVM

C.LE . MAGG. FEDERICO VAILATI MBVM PAR. PIETRO MACCARI //

PAR. GIOVANNI MORELLI MBVM PAR. GIORGIO TOMMASI //

PAR. ALDO ACCORDINI MBVM PAR. ENZO VENTURI MBVM

PAR. LUIGI MOBILIA MBVM PAR. GINO PRACUCCI MBVM

PAR. MARIO PENNA MBVM PAR. GEROLAMO ZANIN MBVM

PAR. GIOVANNI DE ZORZI MBVM PAR. NICOLA POMANTE MBVM

PAR. LINO MAGRI MBVM PAR. GIOVANNI IMBERTI MBVM

PAR. GASTONE ALBANESE MBVM ===================================

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SQUADRA N. 7 “ZONA DI LANCIO 25” SQUADRA N. 8 “ZONA DI LANCIO 25”

S. TEN. AURELIO RAFFONE MAVM SERG. MAGG. ANTONINO VILLANTI MAVM

SERG. MAGG. ANTONIO PARUZZO // SERGENTE FRANCO POMPO’ MBVM

C.LE MAGG. SESTILIO MURGIA MBVM C.LE MAGG. CARLO MILANO MBVM

C.LE MAGG. LUCIANO ZOCASTELLO MBVM C.LE MAGG. GIOVANNI BORDIN //

C.LE ALFREDO CECCHETTO MBVM PAR. SETTIMIO CENCETTI //

C.LE GIUSEPPE ZECCHI MAVM PAR. GIORGIO PUPI MBVM

C.LE VINCENZO DELL’ERA MBVM PAR. MARIANO BELLINI MBVM

PAR. MAURO FALSONE // PAR. GINO CERUTTI //

SQUADRA N. 10 “ZONA DI LANCIO 26” SQUADRA N. 11 “ZONA DI LANCIO 25”

SERG. MAGG. LIBERO JOB MBVM SERG. MAGG. VINCENZO PISCIONERI MAVM

C.LE GELSOMINO GELLI MAVM ( *) C. LE MAGG. GIAN BATTISTA VIETTI (**)

C.LE ENEA CUCCHI MAVM (*) PAR. PASQUINO PRANDI (**)

PAR. FIORENZO BIAGGI MAVM (*) PAR. OLINTO LANDI (**)

PAR. PIETRO BERTACCO MAVM ( *) PAR. GIUSEPPE STEFANELLI (**)

PAR. GIOVANNI CARRETTO MAVM (* ) PAR. CARMELO DI NATALE MBVM

PAR. DOMENICO EDUARDO MAVM ( *) PAR. ERMES FINOTTO MBVM

PAR. TARCISIO PECILE MAVM (* ) PAR. ANTIOCO SERRA MBVM

PAR. ANGELO DI BERNARDO MBVM ===================================

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SQUADRA N.12 ZONA DI LANCIO “26”

S. TEN. FRANCO BAGNA MOVM (*)

C.LE MAGG. ERNESTO MONDADORI MAVM (*)

C.LE LUIGI OTTINI MAVM (*)

PAR. ANGELO FADDA MAVM (*)

PAR. ANTONIO GUGLIELMETTI MAVM (*)

PAR. NICOLA MARINI MAVM (* )

PAR. SALVATORE MERELLA MAVM (* )

PAR. RENATO MIGHELI MBVM

PAR. GIOVANNI TIMOSSI MBVM

Le decorazioni al V.M., a fianco di ciascun nome sono state conferite nell’Operazione


“Harring”

(*) Decorazione conferita “alla memoria”


(**) disperso in combattimento

Lo scopo della missione prevedeva un lancio di paracadutisti


oltre le linee con lo scopo di sabotare le comunicazioni nemiche,
creare confusione e panico tra i tedeschi, rendendone caotica la
ritirata e facilitando il compito dello sfondamento e della rottura
affidato alle unità alleate di 1^ linea.

Prima della partenza, ai paracadutisti fu recato il saluto del


Maresciallo Alexander, comandante delle forze alleate nel
Mediterraneo e del Generale Clark, comandante del XV gruppo
di armate inglesi, nonché letto il telegramma del Generale Mac
Creery, comandante dell’8^ armata britannica, dal quale

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traspirava tutta l’importanza della rischiosa missione affidata alle
due centurie di paracadutisti del Reggimento “Nembo” e dello
squadrone “F”; il testo del telegramma diceva:

“Tutti i militari dell’8^ Armata si uniscono a me nell’augurare a


voi ed ai vostri prodi paracadutisti italiani delle” F” Recce e del
Reggimento “Nembo” ogni successo nella
vostra valorosa avventura. Voi avrete un compito importante
nella distruzione del nostro comune nemico in questa grande
battaglia. Dio vi aiuti. Buona fortuna ed un sollecito ritorno”.

Alle ore 20.00 del 20 aprile 1945 nell’aeroporto di Rosignano


Solvay, 14 aerei “Douglass” con equipaggi americani
incominciarono le operazioni di imbarco; su ogni aereo
prendevano posto due pattuglie. Il primo aereo decollò verso le
ore 20.20; ad intervalli di cinque minuti si alzano in volo gli altri
velivoli.

Il cielo fu illuminato da un chiarore lunare, la contraerea tedesca


indirizzava verso gli aerei proiettili traccianti; un fuoco di
sbarramento accompagnò il volo per tutta la durata, sino
all’aviolancio.
Il Maggiore Ramsey, comandante della spedizione, visto
l’enorme fuoco proveniente da terra, ordinò all’Ufficiale pilota di
invertire la rotta e di rientrare all’aeroporto di partenza con le due
pattuglie imbarcate: quella del Tenente Cavorso e del Sergente
Maggiore Scalambra; la decisione provocò rammarico e
delusione fra tutto il personale partecipante al lancio.
Le pattuglie furono paracadutate una ad una, accolte da ampio
fuoco di terra. Purtroppo, il paracadutista Salvatore Taglierini,
siciliano di Fornia (CT), della Centuria “Nembo” nella fase di
aviolancio ebbe recisa da una pallottola la fune di vincolo e

18
piombò al suolo senza che il paracadute si aprisse. Fu il primo
caduto dell’Operazione; alla memoria, gli fu concessa la
Medaglia d’Argento al V.M.

I tedeschi si dimostrarono fin da subito agguerriti e spietati,


infatti, in fase di atterraggio il paracadutista Silvio Infanti fu
mitragliato dal fuoco di terra, altri paracadutisti furono fatti
prigionieri e in barba a tutte le convenzioni di guerra, passati per
le armi. I nostri paracadutisti ben sapevano che non avrebbero
trovato il nemico fiaccato nel fisico e nel morale, tutt’altro; essi
toccarono terra con l’intento di aggredirli, di attaccarli, ben
conoscendo le grandi potenzialità di chi vi era di fronte. Per
timore della contraerea nemica, o per un errato calcolo, alcune
pattuglie furono paracadutate molti chilometri distanti dai punti
stabiliti.

Le prime due dello Squadrone F, una comandata dal Sergente


Maggiore Dante Tedesco (pattuglia W) e l’altra comandata dal
Sergente Pietro Piatti (pattuglia V), appena a terra, assaltarono un
comando tedesco di stanza sulla strada di Poggio Renatico, con
bombe incendiarie e granate; i nemici volsero in fuga sotto il
mitragliamento degli uomini della pattuglia. Furono tagliati i cavi
telefonici e incendiati numerosi automezzi militari; il bilancio fu
piuttosto importante: poco meno di un centinaio di nemici morti
e circa una ventina di prigionieri consegnati ai reparti della
divisione corazzata inglese. Le altre pattuglie, con audaci azioni,
ebbero lo stesso successo, minando anche le strade di
comunicazione di maggiore importanza.

Il Douglas C.47 con a bordo la pattuglia “C” destinata alla zona


di lancio nr. 23, composta dal Capitano Gay, il suo vice Capitano
Bonciani e la pattuglia “D” comandata dal S. Tenente Serra, a

19
causa dell’intenso fuoco di sbarramento da parte della contraerea,
accelerò finendo col paracadutare le pattuglie a molti chilometri
di distanza dalla Zona di Lancio prefissata. Benché non vi
fossero problemi di atterraggio, le due pattuglie si ricompattarono
solo molte ore dopo nei pressi del comune di Ravarino e da quel
momento incominciarono la loro azione di disturbo e sabotaggio.

Con un colpo di mano sorpresero un consistente numero di


tedeschi che tentavano di distruggere importanti strutture della
zona; tra gli obiettivi vi era il ponte sul fiume Panaro, salvato da
sicura distruzione perché già minato. I 400 tedeschi furono fatti
prigionieri nonostante i numerosi materiali di armamento e
nell’occasione furono sabotati e fatti saltare gli impianti militari
presenti lungo le strade rotabili, ivi compreso un grande deposito
di munizioni, inoltre la zona fu tenuta sotto controllo per molte
ore, fino all’arrivo delle truppe americane. Di grande importanza
fu considerato lo scontro del 22 aprile, terzo giorno di lotta. Con
l’arrivo dei reparti americani, si concluse il lavoro delle pattuglie
del Capitano Gay e del S. Tenente Serra.

Intanto, nelle altre zone dove operarono i paracadutisti dello


Squadrone ” F” e della Nembo furono portati a termine i compiti
assegnati con indomito coraggio e valore; ovunque le pattuglie
seminarono morte e distruzione, continuando a fare prigionieri e
a minare strade di grandi comunicazioni, al fine di isolare il
nemico.
La missione che doveva avere la durata di una sola notte, tra il
giorno 20 e il 21, durò fino al giorno 23 aprile 1945 con l’arrivo
massiccio delle truppe alleate. Il compito degli uomini dello
Squadrone “F” e del Reggimento “Nembo” poteva dichiararsi
concluso. La loro sagacia, determinazione e spirito combattivo

20
suscitò l’ammirazione degli alleati; poco più di duecento uomini
avevano lasciato sul terreno centinaia di tedeschi uccisi, oltre un
migliaio di prigionieri, automezzi distrutti, linee telefoniche rese
inutilizzabili, posti comando attaccati e distrutti. Questi furono i
risultati di uomini motivati ben addestrati, guidati ottimamente
dai loro Ufficiali. Le pattuglie si ricomposero, per lasciare il
teatro delle operazioni e fare rientro alla Base operativa di
Fiesole. Si registrarono, per entrambe le Centurie, caduti in
combattimento e militari dispersi nel fatto d’arme.

Per lo Squadrone “F”, mancavano all’appello 12 paracadutisti: S.


Ten. Angelo Rosas – Caporal Maggiore Aristide Arnaboldi –
Caporal Maggiore Gino Mangia – Caporale Gianni Biasi –
Caporale Giovanni Valle - Par. Giuseppe Tiracorrendo – Par.
Amelio De Juliis - par. Gaetano Aldeghi – Par. Lino Mottadelli –
par. Francesco Fulco – Par. Pierino Vergani – Par. Silvio Infanti.

Per la Compagnia “Nembo” ne mancavano 18: S. Ten. Franco


Bagna – Caporal Maggiore Ernesto Mondadori – Caporale
Gelsomino Gelli – Caporale Giovan Battista Vietti – Caporale
Luigi Ottini – Caporale Enea Cucchi – Par. Fiorenzo Biaggi –
Par. Pietro Bertacco – par. Domenico Eduardo – Par. Giovanni
Carretto - Par. Angelo Fadda - Par. Antonio Guglielmetti - Par.
Olinto Landi – Par. Nicola Marini – Par. Salvatore Merella – Par.
Pasquino Prandi – Par. Tarcisio Pecile – Par. Giuseppe Stefanelli
– Par. Salvatore Taglierini.

Con l’operazione Herring, le due centurie chiusero, in maniera


brillante, la fase operativa della guerra, aggiungendo nuovi allori
alle già superbe glorie dell’arma paracadutista italiana. Dalla
Folgore in Africa settentrionale alla Nembo in Italia, i
paracadutisti furono sempre protagonisti sui campi di battaglia.

21
Sul finire del mese di aprile 1945 lo Squadrone si trovò, per un
periodo di riposo, presso la base di Fiesole; nell’occasione il
Comandante dell’8^ armata britannica Generale Mac Creery
indirizzò al Comandante Gay il seguente messaggio di
congratulazioni, identico a quello precedentemente inviato al
Reggimento “Nembo”:

“ Le mie più calde congratulazioni a tutti i volontari della “ F.


Recce Squadron che hanno partecipato alla recente riuscitissima
operazione “Harring”. Io sono pieno di ammirazione per la
superba maniera con la quale essi hanno portato a termine
l’ardito compito. I risultati che voi avete raggiunto hanno inferto
ben gravi perdite al nemico ed aggiunto nuovi allori alla già
provata attività combattiva del vostro reparto.
I combattenti tutti della mia armata sono orgogliosi di avervi
tra loro.
“ Molto bene davvero”
Con la fine delle ostilità e la cacciata dal suolo italico dei
tedeschi, gli Stati Maggiori del Regio Esercito, decisero di
sciogliere lo Squadrone “F”, essendo venuto meno il suo
impiego. Agli ordini di Gay, fino all’aprile 1945, lo Squadrone
da Ricognizione “Folgore” prima alle dipendenze di unità
Canadesi e successivamente con il XIII° Corpo inglese, mai
suddito dell’alleato, con rapporti gerarchici cordiali, tenne alto
l’onore delle armi italiane.

Un manipolo di uomini preparati ad azioni audaci e ardimentose,


uomini fiduciosi che seguirono l’uomo, il soldato, il Comandante
Gay. Grazie ad una avveduta e accorta azione di comando, scevra
da ogni atto di goliardia e di fanatismo, Gay era un militare

22
professionalmente corretto, non esponeva i suoi uomini a rischi
superflui per ben figurare con il Comando Inglese, voleva solo
dimostrare con l’esempio, la fiera tempra del soldato italiano che
sapeva lottare fino all’estremo sacrificio della vita. Seppe
organizzare e preparare i propri uomini, fondendoli in un saldo
reparto di altissima capacità combattiva, per il severo
addestramento e l’entusiastico ardimento, doti queste necessarie
per ogni combattente. Nei due anni di vita dello Squadrone non si
conobbero allontanamenti illeciti o diserzioni.

Sciolto lo “Squadrone F”, l’Ufficiale fu assegnato al Gruppo di


Combattimento “Folgore” di stanza a Bolzano. Gli Ufficiali e
Sottufficiali non in Servizio permanente o continuativo, chiusero
la propria vita militare rassegnando le dimissioni per congedo,
mentre la truppa avente, ancora obblighi di leva raggiunse il
Gruppo da Combattimento Folgore.

Poi, il Capitano Gay rientrò in cavalleria, per continuare la sua


brillante carriera militare ma non dimenticò la “Specialità”,
infatti, partecipò ai lanci di allenamento annuale, presso il Centro
Militare di Paracadutismo di Viterbo e poi di Pisa fino al 1965.

Nel grado di Capitano fu comandante di Squadrone presso la


Scuola di Cavalleria Blindata in Roma (ottobre 1946 – gennaio
1947); da Ufficiale Superiore fu comandante del Gruppo
Esplorante Divisionale “Novara” nella sede di Firenze, seguì il
Reparto anche nella sede di Codroipo (dal 1947 al 1956), che per
cambio di denominazione assunse quello di Reggimento Lancieri
“Novara” (5°).

Trasferito presso la Scuola Truppe Corazzate di Caserta fu Capo


Sezione Coordinamento (settembre 1956 – ottobre 1958),

23
successivamente assunse il Comando del 2° Reparto Corsi (aprile
– agosto 1958) e dal (settembre 1958 al 30 settembre 1960) fu
nominato Comandante del 4° Reparto Corsi della Scuola Truppe
Corazzate nella sede di Persano (SA).

Dal 1° ottobre 1960 e fino al 19 ottobre 1961, fu comandante del


glorioso Reggimento Piemonte Cavalleria (2°), in Trieste.

Nell’ottobre del 1961 rientrò definitivamente a Caserta, per


assumere il comando del Reparto Corsi della Scuola Truppe
Corazzate, ove restò fino ad aprile 1963.

Il 1° maggio 1963 assunse il comando del Distretto Militare di


Caserta che tenne sino al febbraio 1965.

Con la promozione a Generale di Brigata, anzianità assoluta 1°


gennaio 1965, fu assegnato al X° Comando Militare Territoriale
di Napoli, con “incarichi speciali”, sino al collocamento nella
posizione di ausiliaria “a domanda”, sotto la data del 5 ottobre
1972.

Con anzianità assoluta 21 agosto 1974 fu promosso Generale di


Divisione.

Gli fu conferito a Titolo Onorifico il grado di Generale di Corpo


d’Armata (ai sensi dell’art. 4 legge 08.08.1980 n.434).

24
CAPITOLO TERZO

LE DECORAZIONI

M.A.V.M - GAY Carlo Francesco di Luigi nato ad Asti il


04.11.1914 Capitano cav. Paracadutista spe 1° Squadrone da
Ricognizione “ Folgore “
“ Comandante di uno squadrone paracadutisti, chiesto ed ottenuto
un compito di particolare importanza, che comportava il lancio di
cento volontari in zona fortemente presidiata a molti Km, oltre lo
schieramento nemico, lanciatosi in testa ai suoi paracadutisti, in
condizioni difficilissime e fatto bersaglio dalla reazione nemica,
li guidava per due giorni e due notti in azione di travolgente
ardimento che portavano nelle retrovie dell’avversario panico e
distruzioni tali da facilitare grandemente la contrastata marcia
delle forze alleati avanzanti.
Esempio di comandante e combattente di eccezione “.
Sud Ferrara, 20-21 aprile 1945 – B.U. Disp.2^ Anno 1953 pag.
166.

GAY Carlo Francesco, di Luigi nato ad Asti il 04.11.1914


Capitano cav. par. s.p.e. promosso al grado di Maggiore per
merito di guerra.
(D.P. 09.10.1951 Registrato alla Corte dei Conti il 29.12.1951 –
registro 54, foglio 241)
“ Capitano di cavalleria in s.p.e. nonché provetto ufficiale
paracadutista, dava costante esempio di coraggio e serenità di
animo in situazioni eccezionalmente critiche. Volontario della
guerra di liberazione alla testa del suo reparto paracadutisti che

25
aveva saputo mantenere in perfetta efficienza e nel quale aveva
inquadrato parecchi sbandati, si distingueva prima in audace
azione di pattuglia, poi in duri e cruenti combattimenti sul fronte
della Majella e poscia sul fronte di cassino ove meritava
ripetutamente l’elogio del comando alleato per la capacità tattica,
l’energia e il prestigio dimostrati nell’impiego dei suoi
dipendenti. Dopo la liberazione di Firenze ove il suo reparto,
primo fra tutti, riusciva a penetrare combattendo e sloggiando il
nemico in violenti e audaci scontri comandato a mantenere le
posizioni di un ampio fronte davanti ad uno dei capisaldi della
linea gotica, avendo alle dipendenze tre batterie da 88 e due
plotoni di carri armati, conteneva, per oltre due mesi gli attacchi
del nemico e riusciva contrattaccando a infliggere perdite gravi
nelle file avversarie. Successivamente, durante la ritirata dei
tedeschi si offriva volontario per organizzare ed attuare con i suoi
uomini, un lancio dietro le linee avversarie, che effettuato
sconvolgeva e paralizzava il ripiegamento del nemico,
mantenendo intatto un ponte sul Po “.
– Guerra di liberazione, settembre 1943- 25 aprile 1945 – B.U.
Disp. 6^ Anno 1952 pag. 653.

26
ALTRE DECORAZIONI

Croce al Merito di Guerra, per partecipazione alle


operazioni di guerra 1940-43;

Autorizzato a fregiarsi del Distintivo del periodo bellico


1940-43 ed apporre sul relativo nastrino n. 1 stelletta
corrispondente all’anno 1943 (Istituito con decreto del
Presidente della Repubblica del 17.11.1948);

Autorizzato a fregiarsi del distintivo della guerra di


liberazione ed apporre sul relativo nastrino n. 2 stellette
corrispondenti agli anni 1944-45 (istituito con decreto del
Presidente della Repubblica del 17.11.1948 n. 1590 e
modificato, nell’art. 5 dal successivo decreto 5/4/1950, n.
234);

Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana


(D. P. del 2 Giugno 1954).

Autorizzato a fregiarsi del Distintivo d’onore per la ferita


di guerra riportata il 6 febbraio 1944.

Decorato della Croce d’Oro per anzianità di Servizio.

Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica


Italiana (D. P. del 2 Giugno 1959).

Decorato della Medaglia militare di Bronzo al merito di


Lungo Comando.

27
Decorato della Medaglia militare d’Argento al merito di
Lungo Comando.

E’ autorizzato a fregiarsi del distintivo per Promozione al


Merito di Guerra (D. P. del 9 Ottobre 1951).

E’ autorizzato a fregiarsi del distintivo per piloti di mezzi


corazzati, in metallo bianco.

28
CAMPAGNE DI GUERRA

Ha partecipato dall’11.06.1940 al 25.06.1940 alle


operazioni di guerra svoltesi alla frontiera occidentale con
il reggimento “Savoia” Cavalleria.

Ha partecipato dal 15.04.al 1°.05.1943 alle operazioni di


guerra svoltesi in Balcania (Croazia) col 3° Reggimento
Paracadutisti del 183° fanteria “Nembo”.

Ha partecipato alle operazioni di guerra svoltesi nella in


Sicilia e Calabria col 3° Reggimento paracadutisti
“Nembo”.

Ha partecipato dal 25 settembre 1943 al 14 gennaio 1944


alle operazioni di guerra svoltesi nella Penisola col S.I.M.
Italiano presso la 1^ Divisione Canadese.

Ha partecipato dal 15 aprile 1944 all’8 giugno 1945 alle


operazioni di guerra svoltesi nella penisola Italiana con lo
Squadrone da Ricognizione Folgore.

29
QUARTO CAPITOLO

IL GENERALE GAY E L’A.N.P.d’I.

L’11 gennaio 1946, con atto notarile n. 5322 registrato presso il


dottor Ugo Marrocci, notaio in Roma, nacque ufficialmente
l’A.N.P. (Associazione Paracadutisti Italiani), ne assunse la
presidenza Giorgio Costanzo, Capitano in congedo del Corpo di
Amministrazione paracadutista, partigiano combattente nella
guerra di Liberazione, decorato di M.A.V.M..

In poco tempo nacquero le prime Sezioni periferiche quali


Arezzo, Bologna, Firenze, Milano e naturalmente Roma, con il
ruolo di sede Centrale.

Nelle varie assise o congressi nazionali l’Associazione cambia


spesso denominazione da A.P.I. a Coordinamento Attività
Paracadutistica civile, A.S.A. (Associazione Sport Aerei), ancora
a F.I.P.S. (Federazione Italiana Paracadutismo Sportivo ), infine
A.N.P. (Associazione Nazionale Paracadutisti).

Riconosciuta quale Associazione, con DPR n. 629 del 10


febbraio 1956, quattro anni più tardi, con analogo DPR, assunse
l’attuale e definitiva denominazione di Associazione Nazionale
Paracadutisti d’Italia.

Il Generale C. F. Gay fu più volte Consigliere Nazionale, fino a


diventarne Presidente Nazionale, la prima volta nel 1980 e la
seconda volta nel 1984; sempre attento alla crescita e allo
sviluppo delle Sezioni periferiche, presiedeva premi letterari sul
paracadutismo, presenziava ai campionati Italiani, alle
inaugurazioni di nuove Sezioni.

30
Fu propiziatore della costituzione della Sezione Paracadutisti di
Caserta nell’anno 1976, in seguito, fu deliberata la sua nomina a
Presidente Onorario di Sezione unitamente a quella di Presidente
Onorario dell’A.N.P.d’I.

Fu sempre presente alle celebrazioni dell’Operazione Herring in


Poggio Rusco. Nel 1965, in occasione del XX anniversario, lo
Squadrone si riunì per uno storico lancio commemorativo.

Alla celebrazione del XL anniversario, questo il messaggio di


Gay ai suoi paracadutisti:

A ricordo di tutti i combattenti della Guerra di Liberazione,

Allo Squadrone F,

"Squadrone, abbiamo visto la caduta dell'Italia nostra, abbiamo


contribuito alla rinascita della nuova Italia, stiamo assistendo
alla crescita della moderna Italia, e dato che nessuno nasce
'esperto', nasce 'imparato', anche questa Italia ha bisogno di un
periodo di tirocinio che servirà alla sua formazione, in cui i
nostri figli ne sono direttamente partecipi apportando il loro
contributo Abbiate fiducia di loro, come ho avuto fiducia di voi.
Auguri a tutti voi un arrivederci a presto."

Con affetto

Il Comandante Gay

Nel luglio del 1995, in Fiuggi per un periodo di vacanze, “spiccò


l’ultimo lancio” ricongiungendosi per l’eternità ai ragazzi dello
Squadrone da Ricognizione “Folgore”, che lo avevano seguito
dalla Puglia fino allo sfondamento della linea Gotica e i caduti

31
nella pianura Padana tra la notte dal 20 al 23 aprile 1945. A
rendergli l’estremo saluto nella chiesa di Sant’Antonio in
Caserta, autorità civili e militari; accorsero amici e una folla di
conoscenti giunti da ogni parte d’Italia; la Presidenza Nazionale
dell’Associazione era rappresentata da Ganzini e dal Generale
Palumbo, inoltre, un picchetto del 19° Reggimento Cavalleggeri
“Guide” di stanza in Salerno, gli rese gli onori militari.

Nel primo anniversario della sua scomparsa, la rivista “Folgore”


intese commemorare il “Comandante” con la pubblicazione di un
articolo a firma dell’ex Cap. C.T. Isolani, apparso sulla rivista
inglese “The Journal of the British Italian Society”. In esso, l’ex
ufficiale di collegamento con nome di copertura “Cap. Arnold”,
racconta come ebbe occasione di apprezzare le grandi doti del
Comandante Gay diventandone prima ammiratore e poi amico
fraterno. Nella sua attenta analisi, si leggerà di un uomo alto,
serioso, con folti capelli neri e baffi, con una personalità molto
spiccata, a capo di un gruppo di uomini che lo avrebbe seguito
ovunque.

Nello stesso anno la Sezione di Cosenza, gemellata con quella di


Caserta, intitolò il labaro alla memoria del compianto Generale.

Nel casertano fu stimato ed amato, fu socio con la carica di Vice


Presidente, dell’Istituto del Nastro Azzurro - Federazione di
Caserta, fu socio dell’UNUCI, inoltre, assunse la Presidenza del
Circolo del Bridge, fu grande amico dell’imprenditore, Cavaliere
del Lavoro Gianni Maggiò, Presidente della Camera di
Commercio e dell’Unione degli Industriali di Caserta, con il
quale condivideva la passione per la pallacanestro e per
l’equitazione.

32
Gay fu responsabile della foresteria del settore giovanile della
compagine casertana di Basket Juvecaserta, inoltre fece parte del
Comitato di organizzazione e Presidente di giuria del Concorso
Ippico Nazionale - Coppa d’Oro Città di Caserta, che si teneva
nello splendido scenario della Reggia Vanvitelliana della Città e
nella tenuta Maggiò in Casagiove, alle porte di Caserta.

33
BIBLIOGRAFIA CONSULTATA

I GRUPPI DA COMBATTIMENTO 1944 – 1945, M.D.


S.M.E. Ufficio Storico 1973;
LANCIO DI GUERRA di Vincenzo Piscioneri Edizioni
Varo Pisa 1984;
IL PRIMO RAGGRUPPAMENTO MOTORIZZATO
M.D. S.M.E. Ufficio Storico 1986;
MORIRE PER QUALCOSA di Belisario NALDINI Ed.
A.N.P.d’I Firenze - anno 1999;
OPERAZIONE HERRING No.1 di Carlo BENFATTI Ed.
Sometti 3^ Edizione;
“F RECCE” Uno Squadrone nella Guerra di Liberazione di
Marco RUZZI Ed. PRIMALPE 2011;
OPUSCOLO Commemorativo Ed. A.N.P.d’I, Ferrara - 63°
Anniversario dell’Operazione Herring - anno 2008;
OPUSCOLO Commemorativo Ed. A.N.P.d’I, Ferrara - 64°
Anniversario dell’ Operazione Herring - anno 2009;
RIVISTA “Folgore”, varie annate;
Internet: sito www.squadronef.it di Daniel Battistella,
collaborato da Alberto Dell’Oro e dai reduci dello
“Squadrone F”.

34
INDICE

cap. I - Dal 1914 al 1945 pag. 1

cap. II - La scelta di campo pag. 6

cap. III - Decorazioni e Campagne di Guerra pag. 19

cap. IV - Il Generale e l’A.N.P.d.I. pag. 24

cap. V – Bibliografia pag. 27

Ringraziamenti

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