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10 luglio 1943
Si detto e scritto e si continuer a dire che il successo dello sbarco in Sicilia oltre che alla abbondanza di mezzi e dovuto alle porte aperte
organizzate dai principali mafiosi operanti negli Stati Uniti cosi come i successivi atti amministrativi dell'Allied Military Governemnt (Governo militare
alleato) che a questi si appogger ( vedi a tal proposito la scheda di Poletti in Personaggi e il pezzo di Vito Paticchia tratto da Combat Photo
IL PATTO SCELLERATO
LINK
LA RINASCITA DEL FENOMENO
MAFIOSO AD OPERA DEGLI ALLEATI
Comando 6
Armata Gen.
Alfredo Guzzoni*
1944/1945 Grafis ed. Bo IBC Regione E. Romagna Ass. alla Cultura )............ in America che si svolge il
lavoro pi intenso per la contemporanea presenza di un cospicuo gruppo di antifascisti italiani (che
annovera, fra gli altri, gli esuli Don Sturzo, Salvemini, Nenni, La Malfa, Visentini, il Conte Sforza e il
professore Max Ascoli, che si guadagnata l'amicizia e la stima di influenti autorit americane, compresi il
presidente Roosevelt e sua moglie) e una etnia di oltre 5 milioni di immigrati italiani, con al centro una
fortissima presenza di siciliani. Se gli italo-americani non godevano di una buona reputazione nell'opinione
pubblica americana, collocati da questa ad uno dei livelli pi bassi nella gerarchia delle etnie perch poco
organizzati, senza ospedali parrocchie o altre istituzioni cattoliche tanto da risultare sotto la tutela degli
ebrei o degli irlandesi, la diffidenza verso i siciliani era ancora maggiore..... il patto scellerato a sx e al link
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/poletti.htm
GLI ITALIANI
Facevano da complemento come riserva mobile delle unit a
disposizione dei C.d.A. lungo le principali rotabili per l'interno il:
10 Raggr. semoventi da 90/53 su 2 gruppi
131 rgt carri n 102 Renault R35 di preda bellica
12 " artiglieria da C.d.A.
40 "
"
112 Btg mitraglieri autonomi
12
"
Il Comando della 6a posto vicino Enna, ha predisposto per tempo il terreno di combattimento in pi zone difensive,
affidando al XII C.d.Armata (CdA). la parte occidentale dell'Isola e quella orientale al XVI. Questo il quadro di
battaglia alla data del 30 giugno 1943 delle nostre Forze Armate in Sicilia, dislocate lungo un perimetro di quasi
1.400 Km:
- Intendenza (gen. Ugo Abbondanza) Unit a disposizione 4 Div. fanteria "Livorno"(33rd/34th Infantry
Regiment 28th Artillery Regiment 3 Anti-Aircraft Battalions) unit minori di arditi e par (gen. Domenico
Chirieleison) supporti d'armata 10-177 bersaglieri, 1 Btg. costiero bersaglieri, 2 cp moto, 1 btg R35, XXIX Brigata
costiera 136 rgt. - Gruppi mobili - Gruppi Tattici;
- XII
CdA
- 28 Div. fant. "Aosta" 5th/6th Infantry Regiment 171st "Blackshirts" Battalion 22nd Artillery Regiment XXVIII Mortar
Battalion - truppe Costiere di C.d.A. di rinforzo : 136 Rgt. fant. Autonomo (fra Palermo e S. Stefano di Camastra) -
Difesa Porto "N" (Palermo) - 208 Div. costiera (fra Palermo e Trapani) - 202 gen. Ficalbi (124/125 rgt 62/63 rgp
a.c.) - 207 gen. De Laurentis (138/139 rgt 12 rgp a.c.) - 230 ? gen. Conti (120/184 rgt 43 rgp a.c.)- e cavalieri
(23) appiedati.
- XVI
CdA
truppe di C.d.A. di rinforzo Costiere - XIX Brigata costiera 140/179 rgt (dislocata da S. Stefano di Camastra fino a
Messina) - 213 Div. cost. 135 rgt (distesa fra Messina e Catania) - Difesa Porto "E" (Catania) - XVIII Brig. cost.
134/178 rgt e 206 gen. D'Havet cost. 122/123/146 rgt (fra Licata e Siracusa). supporti 1 btg R35, 1 fiat 3000, 1 smv
47/32
Ad altre truppe di terra (vedi a fianco) si aggiungono le Piazze Militari della Marina, legioni e coorti costiere
autonome, artiglierie, Controcarro e mortai, reparti minori, genio i treni armati di Siracusa, Catania, Licata e Porto
Empedocle nonch il Comando dell'Aeronautica della Sicilia (gen. di Div. aerea Adriano Monti) e la Difesa
contraerea territoriale per un totale di 200.000 italiani e 30.000 tedeschi su due divisioni, la 15a granatieri e la
10 Rgt. (35-73-74 Btg) (gruppo tattico Chiusa Sclafani in rinforzo al XII C.d.A)
177*** Rgt. territoriale (Btg.75-76-77 o 525-526-527) rispettivamente dai depositi del 3-6-2 a disposizione della 207a
divisione costiera + 30 gruppo cavalleria
La frammentariet dei reparti non indivisionati, creati in fretta e furia dai depositi, il caos di quei giorni e la mancanza di indagini storiche
non mi permette di approfondire impiego e consistenza di molti minori reparti come quelli di seguito elencati.
558 o LVIII btg. ? dal deposito del x (autonomo col gruppo tattico Linguaglossa in rinforzo al XVI C.d.A)
- I btg. controcarro (al XVI cda) + 3 cp. bersaglieri motociclisti
- XLI btg costiero (o LI da verificare XII C.d.A )
- 542 btg costiero (206a divisione costiera Gruppo mobile Rosolini XVI C.d.A) Il 542 e/o CDXLIII 443 ? costiero ingaggia
battaglia alle 13 del 10 luglio lungo la strada per Pachino. Ritiratosi su Modica coinvolto in scontri fino alla mattina del 12. Non si hanno
pi notizie oltre questa ora. Nelle stesse ore il
***Il DXXVI (526) battaglione, comandato dal maggiore Giuseppe Maritati, costituito dal deposito del 6 il 14 agosto 1943, venne
destinato al 177 reggimento bersaglieri T.M., operante in Sicilia agli ordini di un vecchio ufficiale del 6, il colonnello Alessandro Venturi,
superdecorato della guerra 1915-18 (insignito, col grado di capitano, dell'O.M.S. e di 4 medaglie d'argento al valore). Valorosamente
contrastando il passo all' invasore, il DXXVI perdette il 70 % dei suoi effettivi. Il colonnello Venturi, che rimase in quei giorni d'impari
lotta gloriosamente ferito, esalt il brillante comportamento del maggiore Maritati e quello dei tenenti Gildo Boldrini ed Arrigo Tuci
entrambi eroicamente caduti sul campo, proponendo per la concessione di una ricompensa al valor militare anche i tenenti Vincitorio
Giovanni, Burchi Mario, Laurenti Rodolfo, Malizia Aldo e i sottotenenti Donato Giovanni, Politano Gabriele e Mele Andrea ed alcuni
sottufficiali e militari di truppa particolarmente distintisi. Tali proposte non ebbero possibilit di accoglimento per il precipitare degli
avvenimenti.
177 dislocato in zona Aragaona Favara ingaggia battaglia nella zona di Licata e Palma. Al termine degli scontri si ritira sul Naro coi
resti del 10. Prendono la via di Messina a fine luglio coi resti del 10 da S. Cataldo
Il 10 raggiunge Agrigento all'alba del 10. A sera coi resti del 177 schierato a difesa del Naro sulla Rotabile Agrigento Licata. Nel
pomeriggio del 13 di nuovo attaccato a Favara e il 16 si ritira su Spinasanta. Con gli ultimi combattimenti del 16 i comandi del 10 (Col.
Storti) e 177 sono considerati sciolti.
Il I controcarro schierato a Raffadali ingaggia battaglia dal 14 al 17 ma viene sopraffatto.
il LVIII o 558 raccoglie a Messina i superstiti degli altri reparti in un unico comando in Calabria (14 agosto). Di loro si perderanno le
tracce per, quando il 3 settembre gli americani passano lo stretto, ma non di tutti
(vedi capitolo "Gli Yankee irregolari italiani" e il libro di Brogini pag 14).
La decisione politica dello sbarco in Sicilia veniva a porsi agli inizi del '43 nell'ambito del maggior problema
dell'apertura di un secondo fronte in Europa dopo quello russo. Le tesi americane di Roosevelt e del suo capo di
S.M. Marshall, che sposavano in parte quelle di Stalin, lo avrebbero voluto in Normandia, con un possibile
insuccesso per il momento a causa del basso livello di preparazione degli americani a tutto vantaggio dei Russi.
Churchill premier inglese riusc invece a far prevalere fra le diverse opzioni ( Balcani in zona di influenza Russa,
Sardegna e Corsica per il successivo sbarco nella Francia meridionale e Italia ) un fronte mediterraneo che venne
scelto nella Sicilia con la convinzione dei tempi brevi (15 g per la conquista dell'isola) dell'operazione e nel
convincimento che in breve tutta l'Italia avrebbe chiesto la pace (Il piano inglese non spostava di una virgola la
supremazia nel mediterraneo, gi attiva con le basi di Malta e Gibilterra, e non faceva che rafforzare i vecchi legami
protezionistici che questi dicevano di avere nei nostri confronti). La difesa dell'isola era in quel momento affidata da
parte italiana a divisioni e brigate costiere che operavano autonomamente nei porti. Il personale di queste divisioni
era in prevalenza siciliano, ed essendo a contatto con le popolazioni pi esposte alle sofferenze (dopo 3 anni di guerra
coinvolgevano ormai vasti strati della popolazione civile) non era motivato. L'armamento era d'altronde scarso e i
rifornimenti di munizioni e vestiario pure. Le uniche unit operative che avrebbero dovuto comunque subentrare al
primo attacco erano le divisioni di Fanteria Aosta, Assietta, Napoli prive per di esperienza bellica, e la Livorno gi
destinata al fronte africano e trattenuta dopo il repentino tracollo d'aprile in Tunisia. A capo dell'Invasione alleata
venne messo il Generale Alexander, in sott'ordine ad Eisenhower che disponeva delle seguenti forze http://members.aol.com
/Custermen85/Units/BritishOrg.htm )
Luomo che non mai esistito (The Man Who Never Was)
Operation Mincemeat was a successful British deception plan during World War II. As part of the widespread deception plan Operation
Barclay to cover the intended invasion of Italy from North Africa, Mincemeat helped to convince the German high command that the Allies
planned to invade Greece and Sardinia in 1943 instead of Sicily, the actual objective. This was accomplished by persuading the Germans
that they had, by accident, intercepted "top secret" documents giving details of Allied war plans. The documents were attached to a corpse
deliberately left to wash up on a beach in Punta Umbra (Spain). The story was used as plot in Duff Cooper's 1950 novel Operation
Heartbreak, but revealed as a true story in the 1953 book The Man Who Never Was by Lt. Commander Ewen Eduard Samuel Montagu
(1901/1985).
Operazione Mincemeat (tritacarne) era un piano di inganno inglese ben riuscito durante la seconda guerra mondiale. Faceva parte del piano
Operazione Barclay per coprire l'invasione dellItalia dal Nord Africa. Mincemeat serviva a convincere l'alto comando tedesco che gli alleati
nel 1943 progettavano di invadere la Grecia e la Sardegna al posto della Sicilia, il vero obiettivo, per avvicinarsi dalla Sardegna al continente
Europeo. Lobiettivo venne raggiunto facendo intercettare ai tedeschi documenti "top secret" che contenevano i dettagli dei piani di guerra
degli Alleati. I documenti erano attaccati ad un cadavere volutamente lasciato andare alla deriva su una spiaggia a Punta Umbria (Spagna).
La storia stata usata in un romanzo del 1950 Operazione Heartbreak ma rivelata come una storia vera nel libro del 1953 L'uomo che non
mai stato del comandante Ewen Eduard Samuel Montagu membro dei servizi segreti durante la seconda guerra mondiale.
7a armata americana Patton (II Corps Commanded by Lieutenant-General Omar Nelson Bradley
1st/9th/45th Infantry Division- Provisional Corps Commanded by Major General Geoffrey Keyes 2d Armored
Division 3d Infantry Division Commanded by Major-General Lucian King Truscott, Jr.U.S. 82nd Airborne Division
Commanded by Major-General Matthew Bunker Ridgway)
GUIDO MOCCIA
10 RGT. BERSAGLIERI
Nato a Brescia nominato
aspirante durante il grande
conflitto. Si distingue in un
reparto mitraglieri al Col
Moschin sul Grappa e in
Valsugana dove riporta una
grave ferita. Congedato
riprende gli studi e si laurea
in Scienze economiche. Viene
assunto alle cartiere di
Fabriano come dirigente e vi
resta fino al richiamo nella
Mvsn nel 1935. Parte come centurione per A.O alla 219 legione
CCNN. Promosso maggiore viene richiamato nel 1940 per un
incarico al servizio smistamento tradotte del C.S.I.R e dal 1
gennaio 1943 al comando della difesa costiera della Sicilia.
Comanda il 120 reggimento di Marcia dei bersaglieri, una unit
di leva, poi il 35 battaglione del suo vecchio decimo ricostituito
in Palermo dopo la ritirata africana. Il 14 luglio 1943 a Naro di
Favara (Ag) ripetutamente ferito (6 volte), mancante di un arto e
con gravi ferite al viso non desisteva dalla sua azione di
contenimento dell'avversario. Esausto dava le consegne all'unico
capitano sopravvissuto perch persistesse nella lotta. Nel
dopoguerra venne promosso Tenente Colonnello nel ruolo
d'onore avendo ripreso la sua attivit civile a Fabriano. Qui
muore il 28 dicembre del 1960.
Che gli americani arrivassero non c'erano per dubbi dopo l'occupazione di Pantelleria, Linosa e Lampedusa. Alle
22 del 9 luglio lo stato d'allerta era stato diramato a tutti i comandi. Nella sera fra il 9 e il 10 par e commandos
(dalle varie sigle: navy seals, copps, SBS, SRS etc) presero terra in pi punti per il controllo di zone strategiche.
Quando alle cinque del mattino inizi il cannoneggiamento i reparti costieri risposero al fuoco ma la gittata dei
nostri mezzi nulla poteva contro le navi al largo (con un osservatore a terra la Savannah vomitava le sue bordate da
152 sulle linee italiane da una distanza di 10 km). La sproporzione delle forze in breve port alla capitolazione dei
reparti costieri con consolidamento delle teste di ponte, necessarie per sbarcare i mezzi. La sera del 10, per defezione
della piazzaforte di Augusta arresasi senza combattere, la zona di Siracusa era gi sotto controllo alleato. Ci furono
errori nei lanci inglesi e sparatorie involontarie fra gli stessi alleati come spesso succede, ma nessuno ne trasse
beneficio. Non restavano ormai che i gruppi mobili motorizzati e corazzati italo-tedeschi. Nonostante le incertezze
operative dei tedeschi, che tendevano a risparmiare i mezzi convinti di un'altra operazione anfibia nella Sicilia
Occidentale, gli italiani (Livorno) contrattaccarono nel settore di Gela rioccupando la periferia ed ingenerando negli
americani ancora privi dell'appoggio dei carri armati un diffuso panico che sfoci nel preallarme di reimbarco.
L'intervento dall'aria e dal mare ebbe ben presto ragione degli italiani per una situazione di difficolt che venne
giudicata strettamente locale (147 aerei con 2.300 para si erano levati in volo da Tunisi e ne
erano stati azzoppati 60). Si immolarono in azioni di arresto il 177 Bersaglieri , il XXXV
battaglione del 10 e i semoventi del CLXI, il 75 Napoli ad Acireale. Dopo 5 giorni di
attacchi, anche Agrigento cadde. Immutato restava invece il settore di Agrigento, dove i resti
della 207a divisione costiera e del 10 reggimento Bersaglieri resisteva eroicamente contro il
peso maggiore della intera 7a Armata americana. Soprattutto i Bersaglieri lanciavano
continui contrattacchi mentre nel settore centrale proseguivano i combattimenti della
Livorno, ormai semidisrutta. Nella Piana di Catania, il II battaglione del 10 reggimento
Arditi ed una unit della 1a divisione di paracadutisti tedeschi riconquistavano d'assalto il
Ponte di Primosole, chiave di volta del fronte, sbaragliando i paracadutisti britannici. Perso e
ripreso pi volte la sera del 17 era in mano inglese. La tabella di marcia di Montgomery era
molto indietro. Il peggioramento delle relazioni fra italiani e tedeschi raggiunse il culmine
proprio ora con l'arrivo nell'isola del gen. Hube. Le uniche unita fresche che stavano
affluendo dal continente erano tedesche ( par e 29a Granatieri) e i rapporti di forze, ma non di uomini, andavano
tutti a loro favore. Per il 12 luglio fu chiaro a Kesselring (che non la digeriva) e a Guzzoni che la 6a Armata non
aveva altra scelta che quella di mettersi in difesa. Solo la Sicilia orientale poteva essere mantenuta, quella occidentale
doveva essere abbandonata. Guzzoni pianific di ridurre il suo fronte ad una linea che attraversasse langolo nord
orientale dellisola. Le forze gi in contatto con il nemico dovevano ritirarsi sulla linea Catania - Nicosia mentre
quelle che si ritiravano da Palermo dovevano occupare la met occidentale da Nicosia a Santo Stefano sulla costa
settentrionale.
Quando alfine l'ordine di ripiegare giunse per tutti, a soccombere fu la fanteria italiana appiedata nella parte
occidentale dell'isola con fatica difesa dai raggruppamenti mobili e dal LI bersaglieri di complemento che andarono
persi. Il ripiegamento si concluse il 22 luglio sulla linea S. Stefano, Nicosia, Adrano, Etna mentre alla stessa ora
cadeva Palermo. Nel frattempo si erano sciolte come neve al sole tutte le difese delle divisioni costiere dopo la
promessa degli alleati di non fare prigionieri. La manovrabilit degli americani sul terreno siciliano era stata messa a
dura prova dalla natura aspra del terreno, facendo preferire solo le grosse carrozzabili, con evidenti pericoli di
aggiramento in caso di contrattacco per linee minori pi adatte a noi. Ci era nelle intenzioni del Gen. Guzzoni, e
nei fatti port ad un allentamento della avanzata americana. Su queste strade principali si giocava anche la
precedenza fra Inglesi e americani giocando sporco. Altre unit stavano frattanto affluendo da parte italiana: la div.
Alpi Graie e i par della Nembo. I problemi di comando si complicarono dal 22 quando Il gen. Hube chiese il
comando supremo delle operazioni, ed ancora di pi dal 25 quando venne annunciata la caduta del fascismo . Le
unit avevano retto a diversi attacchi nei giorni dal 22 al 27 ma ora in campo tedesco si era convinti che l'Italia si
sarebbe disimpegnata dal conflitto e quindi decisero di ritirare sempre pi uomini verso lo stretto per reimbarcarsi.
Quello che rimaneva delle divisioni Aosta, Livorno e Assietta si ridusse ad unit di formazione del comando
divisionale. Il 30 Luglio il Gen. Hube riusc ad avere il comando delle operazioni. Montgomery era inchiodato dal 17
nella piana di Catania e lungo la costa non era possibile passare. Attorno a tre centri, Adrano, Centuripe, Regalbuto
si combatt per altri 10 giorni inutilmente. Solo il 6 agosto gli inglesi riuscirono a passare, quando da poche ore
erano arrivati a Catania. Gli americani a Nord tentarono vari sbarchi alle spalle degli italiani l'8 agosto, l'11 e il 16 a
Spadafora, riuscendo solo a catturare piccole unit. L'operazione di traghettamento attraverso lo stretto, in codice
Lehrgang, doveva avere inizio l'11 agosto.
L'EVACUAZIONE DELL'ASSE.
L8 agosto, Kesselring, di sua iniziativa e senza attendere lassenso di Hitler e di OKW, ordin a Hube di iniziare
levacuazione delle forze tedesche dalla Sicilia. Loperazione era stata pianificata e preparata a lungo. Baade,
comandante delle operazioni nello stretto, aveva ammassato circa 500 cannoni di ogni calibro, incluse 4 batterie di
280mm di cannoni costieri, due di 170mm ed alcune tedesche di 88mm e italiane di 90mm a doppia funzione. Un
ufficiale navale, Capitano di Fregata barone Gustav von Liebenstein era stato nominato capo dei trasporti, responsabile
della traversata. Von Liebenstein non aveva fiducia dei normali servizi di traghetto italiani. Per cui egli organizz una
flotta propria di 7 Marine-Fahrprahme ( chiatte di 80 tonnellate, con rampe daccesso ognuna in grado di trasportare
3 tanks o 5 camion ), 10 L-Boote ( pontoni landing boats che possono contenere 2 camion ), 11 Siebel - ferries
( a doppia entrata, costruiti per portare10 camion, 60 tonnellate di rifornimenti o 250 uomini ) e 76 piccole
imbarcazioni. Il 1 agosto, von Liebenstein cominci alcune evacuazioni preliminari di prova. 5 linee di resistenza
convergenti su Messina avrebbero concesso il tempo necessario per limbarco. Durante ogni notte, circa 8.000-10.000
uomini dovevano essere lasciati andare dalle 3 divisioni per dirigersi verso le barche. Per prima sarebbe andata la 15
Panzergrenadier , seguita dalla H. Goering ed infine la 29 Panzergrenadier. Quando arriv lordine di Kesselring,
Hube fiss il 10 agosto come X-Tag giorno X o giorno O. Lattraversamento inizi come previsto. Allinizio i traghetti
operarono solo dopo il buio. Il 13 agosto, dopo che von Liebenstein aveva visto che le operazioni di quella notte erano
non solo difficili, ma anche meno efficienti, e contrariamente alle aspettative, anche maggiormente ostacolate dagli
attacchi aerei nemici di quelle diurne, egli ordin che i traghetti continuassero anche durante il giorno. Durante tutto
quel periodo, la Marina non rischi di inviare qualcosa di pi potente delle pattuglie leggere costiere e solo di notte. Le
forze aeree fecero uno sforzo, ma come molti storici concordano esso inizi troppo tardi, non fu forte abbastanza, fu
diretto contro obiettivi sbagliati e con tipi di aerei sbagliati. Dal 29 luglio al 17 agosto tra bombardieri di media
grandezza e bombardieri da combattimento, volarono 2.514 missioni contro la flotta nemica e le strutture navali dello
Stretto. Circa 31 aeromobili andarono perduti ( comunque con un tasso di perdite dell1,23% ). Le perdite tedesche
furono poche: in tutto 15 vascelli furono affondati o distrutti, altri 5 danneggiati. Solo un tedesco rimase ucciso negli
attacchi aerei alleati. Gli italiani persero unimbarcazione e non ebbero alcuna vittima. http://www.turismo.catania.it/aptctnew
/Musei/Musei_catania/Ciminiere/Museo_Sbarco/museo_Sbarco.htm
Solo pochi mesi dividono le due fotografie qui a fianco. A sinistra il Re, in Sicilia, passa in
rassegna il 131 reggimento carri riarmato coi Reanult R35 (102 carri francesi di preda
bellica gi inutili contro i tedeschi): La sua auto in ordine. Nella seconda foto, qui a
destra, sempre in Sicilia nel 1943, il Re passa in rassegna il 10 Raggruppamento
semoventi d'artiglieria da 90/53 (2 gruppi, 24 macchine, su scafo modificato del M14) e
la sua auto (parafango anteriore destro) ha subito un incidente, ma per comprensibili
motivi ormai non c' pi tempo per aggiustarla.
Orders of Battle
In sei giorni furono sgombrate tutte le unit tedesche ( 40.000 uomini, 9.600 veicoli, 94 cannoni, 47 carri e materiale
vario) e 62.000 italiani (230 veicoli e 40 cannoni) che fecero dire ad uno studioso inglese " Sicily, Whose victory?". Il
17 agosto verso le 10 gli americani, e non gli Inglesi, dopo 38 giorni di campagna entravano a Messina. Era una
vittoria di Patton sugli odiati cugini. Da due giorni trattative segrete fra inviati di Badoglio e della Real Casa stavano
concordando l'armistizio con gli Angloamericani che fu firmato il giorno 3 settembre a Cassibile. Perse in Russia e
in Africa le migliori divisioni, ferme nei Balcani, nell'Egeo e in Francia in compiti di occupazione le altre, non
restava in Italia altro da opporre al nemico. I fatti che
seguirono furono ancora pi tragici perch nessuno in quegli
8 giorni prepar l'esercito a difendersi o a costituire solide
basi per aviosbarchi che potessero proteggere Roma dal
coinvolgimento in una battaglia. La marina assente dalle
operazioni siciliane se ne stava alla fonda nei porti di
Taranto e La Spezia, nel raggio ormai diurno delle azioni dei
bombardieri a cui tutta la penisola venne sottoposta dal 42
in poi. La flotta di invasione predisposta dagli
angloamericani, all'indomani della resa delle truppe dell'asse
in Africa settentrionale (Maggio 43), era composta da 1375
navi da combattimento e trasporto (di cui 6 corazzate, 2
portaerei, 15 incrociatori, 128 cacciatorpediniere, 26
sommergibili, ecc) e 1839 mezzi da sbarco di vario tipo per il
trasporto a terra di uomini (circa 180.000) e mezzi (14.000
automezzi 600 carri armati), sotto la protezione di circa 4.000 aerei. I tedeschi avevano perso 1/3 degli uomini e gli
italiani pi della met. la guerra aerea aveva distrutto intere divisioni, in totale 1500 aerei. Nel mediterraneo ora gli