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8 SETTEMBRE 1943
Partecip, volontario, alla Prima Guerra Mondiale riportando una prima ferita a Monte Sei Busi nel giugno 1915 ed una
seconda ad Oppachiasella nellagosto 1916. Congedato nel maggio del 1920 col grado di Tenente di Complemento, fece parte,
dalla costituzione al suo scioglimento, del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza. Nominato Tenente in servizio
permanente effettivo fu destinato all8 Reggimento Alpini. Prest successivamente servizio nel 25, 125 e 81 Reggimento
Fanteria, ed infine, dal 1928, al Centro Chimico Militare. Trasferito a domanda nel Regio Corpo Truppe Coloniali della
Somalia fu assegnato al II battaglione Benadir e dal 1935 al 2 Raggruppamento Arabo-Somalo. Dopo la Campagna
Etiopica, promosso Capitano con avanzamento straordinario per meriti eccezionali e Maggiore nel gennaio 1940, prest
servizio presso lo Stato Maggiore a Roma fino al 1942. A quella data fu trasferito al 129 Fanteria Perugia allora dislocato
in Albania. Fu fucilato in Albania nel settembre 1943. (Archivio Giuseppe Martelli)
Comandante di battaglione di una divisione dislocata in terra straniera, allatto dellarmistizio, fedele al suo giuramento,
si adoper in ogni modo per organizzare e attuare una tenace ed onorevole resistenza armata contro preponderanti forze
tedesche. Inviato in pericolosa missione presso il Comando Supremo Italiano per ricevere ordini, pur essendogli stato
offerto di rimanere in Patria,volle ritornare presso il suo reparto per dividerne la sorte dando mirabile esempio di
coraggio, attaccamento al dovere e spirito di sacrificio. Catturato dopo strenua resistenza, affrontava con grande forza
danimo il plotone desecuzione immolando la vita dedicata al dovere. Magnifico esempio di elette virt militari. Albania,
settembre 1943 (B.U. 1947 disp. 22)
Non posso, inoltre, non ricordare il Colonnello Emilio Cirino che, dopo aver guidato il rientro in Puglia di alcuni reparti,
volle assolutamente tornare in Albania per non abbandonare i suoi commilitoni, ben sapendo -perch a conoscenza della
strage di Cefalonia, avvenuta qualche giorno prima- quale sorte quasi sicuramente lo attendeva. (Repubblica - Mario
Pirani dal racconto di Mario Alpi)
Ma fu soprattutto la speranza dellimbarco ad animare le lunghe marce di migliaia di soldati, i quali, pur di raggiungere il
mare, combatterono ma vennero, via via, disarmati e spogliati di tutto dai predoni del luogo, che manifestarono una
ferocia inaudita. Il Tenente Colonnello Emilio Cirino, della divisione Perugia, comandante di un battaglione, raggiunse
Bari, per far presente la tremenda situazione in cui versava la sua unit e, malgrado invitato a restare, tenne fede alla
parola data e torn in Albania, ove venne catturato e fucilato. Simili episodi di valore e di orgogliomilitare furono
frequenti da parte di ufficiali anche di grado elevato. (Ilio Muraca - Generale di Corpo dArmata, Comandante
Partigiano in Iugoslavia. Presidente della Commissione di Studio del M.D. sulla Resistenza dei Militari Italiani allEstero)
Carta della Grande Albania comparsa nelle recenti vicende delle guerre balcaniche firmata da una lega civica albaneseamericana. Comprende oltre la ben nota Ciamuria Greca (Janina) e il Kosovo, la Macedonia Occidentale e due distretti
Serbi e Montenegrini (Podgorica inclusa)
I tedeschi dopo il 25 luglio, avevano appoggiato il movimento separatista albanese del Kosovo, mentre gli alleati
riconoscevano un governo libero albanese allestero, e i partigiani, invece, un governo comunista, nellAlbania
meridionale. Di qui un intreccio di interessi che fu difficile da comprendere e districare da parte italiana. In queste
condizioni la notizia dellarmistizio giunse al Comando del generale Rosi solo alle ore 18.00 dello stesso 8 settembre. Essa
venne subito smentita da Roma, ma poi confermata alle ore 20.00.
Ndr: La divisione fra partigiani comunisti soggetti a Tito e Nazionalisti della Grande Albania in aperta contrapposizione ai
Serbi, port ad una dicotomia nelle operazioni e negli intenti della liberazione del paese (che si riverbera in parte ancor oggi
secondo il detto il nemico del mio nemico sempre mio amico). La caduta di Mussolini non fece che accelerare il processo di
contrapposizione che rest inalterato fino al 1948 quando lAlbania entrava nella sfera di influenza sovietica (antitina), poi
cinese.
la IX armata
a cui si aggiungevano le truppe di Montenegro e Bosnia era formata da 4 corpi darmata e 12 divisioni, ma in Albania ce
ne erano solo 6.
XXV cda - Div. Parma, Perugia, Brennero.
IV cda Dures - " Arezzo, Firenze
sett. Z montagna Div. Puglie
VI cda a Ragusa (Croazia) Div. Messina, Marche XXVIII brigata costiera
XV cda Montenegro Div. Emilia, Ferrara, Taurinense, Venezia
La Ferrara decise di non opporsi ai tedeschi, mentre le altre scelsero di combattere i nazisti. La Emilia si sacrific nella
difesa di Cattaro, dove ebbe 597 caduti e 963 feriti prima di doversi arrendere, il 16 settembre. La Venezia, comandata
dal generale Giovan Battista Oxilia, e i resti della Taurinense entrarono invece a far parte, gi dal 10 ottobre, del II
Korpus dell'Epli (l'Esercito popolare di liberazione iugoslavo) e per tre mesi parteciparono a diverse operazioni belliche
subendo gravi perdite. Il 2 dicembre 1943 venne quindi decisa la costituzione di una sola grande unit, la Divisione
Italiana Partigiana Garibaldi, divisa in tre brigate, che combatt sino al febbraio 1945. I rimpatriati furono 3800, tutti
armati; erano partiti in 20mila. Di essi 3800 erano rientrati precedentemente per ferite o malattie; 4600 tornarono dalla
prigionia; 7200 furono considerati dispersi; le perdite complessive furono di 10mila uomini. Tante le decorazioni militari:
13 medaglie d'oro, 88 medaglie d'argento, 1351 medaglie di bronzo, 713 croci di guerra. Gli jugoslavi decorarono la I, la II
e la III brigata della Garibaldi con l'Ordine per i meriti verso il popolo, con la Stella d'oro e con l'Ordine della
fratellanza ed unit con Corona d'oro.
Ai link sottostanti le vicende di alcune di queste divisioni che rimasero compatte per ben tre settimane oltre l'armistizio e
che pagarono duramente questa loro resistenza. Infatti tutti gli Ufficiali della Perugia furono fucilati, e gli uomini
internati in Polonia (ad esclusione di 170). Quanto ai Carabinieri di Tirana o affluiti da altre localit, una parte di essi
venne riunita in una formazione di resistenza, che prese il nome di "Risorgimento". Il reparto si inser e combatt
valorosamente in seno ad una formazione pi grande, denominata "Truppe italiane della montagna" (9 zone, della forza
ciascuna di un battaglione in massima parte provenienti dalla div. Firenze), aggregata ai partigiani albanesi della
montagna. Le "Truppe della montagna" come il battaglione Gramsci (altra formazione), resistettero sino alla fine della
guerra.