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Da quel conflitto l’Europa uscì infatti sfasciata e indebolita, non fu più il centro
del mondo, perse gli Imperi Centrali che ne erano la spina dorsale, il mondo
cominciò a dividersi tra l’Ovest americano e l’Est comunista, schiacciando
l’Europa nel mezzo o relegandola a periferia. Nacque da quel conflitto il
comunismo e poi la reazione ad esso, nacque la frustrazione tedesca che portò al
nazismo, nacque il fascismo. Con la Seconda guerra mondiale, il tramonto
dell’Europa avviato dalla prima raggiunse il suo epilogo. Gli occhi dell’ideologia
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/come-tradire-il-iv-novembre/[19/01/2019 22:28:33]
Come tradire il IV novembre - Marcello Veneziani
Invece, sul piano nazionale, la Prima Guerra mondiale consacrò l’Italia, per la
prima volta uscita vincitrice da un conflitto, al rango di nazione e patria comune.
Il Risorgimento era stato un’impresa di pochi, voluta da pochi, rispetto a una
popolazione contadina, cattolica, soprattutto meridionale, in buona parte non
partecipe se non refrattaria al processo unitario. Fu la Prima Guerra Mondiale a
sancire nel sangue e nel dolore la comune appartenenza all’Italia. Quando dicono
che la Prima Guerra Mondiale fu per noi la conquista di Trento e di Trieste, si
rimpicciolisce – con tutto il rispetto per le terre irredente – la portata e il
significato del Conflitto. No, in quella occasione per la prima volta, un popolo
intero si sentì nazione, si scoprì patria. La leva obbligatoria, l’educazione
nazionale seppure a tappe forzate, il sentimento di appartenenza tramite i propri
ragazzi al fronte, portarono per la prima volta a sentirsi veramente italiani le genti
del nord insieme alle genti del sud; i borghesi e i proletari, gli intellettuali e i
contadini. Sarebbe ipocrita negare che molti di loro furono riluttanti e la Prima
guerra mondiale fu voluta anch’essa – come il Risorgimento – da una minoranza.
Forse la Grande Guerra ebbe meno consenso popolare della Seconda guerra
mondiale, che almeno inizialmente godette di fervore e adesione degli italiani. Ma
l’effetto che produsse la Vittoria fu il rafforzarsi del legame nazionale. La sua
consacrazione avvenne con la proclamazione della Vittoria, il ritorno dei
combattenti e reduci, il ricordo dei caduti, la salma del Milite Ignoto. E la
consacrazione dell’Altare della Patria a lui, al Soldato italiano senza nome. Fu in
quel passaggio, da Monumento funebre al Re Vittorio Emanuele II ad Altare per il
Milite Ignoto, il vero passaggio da un Regno a una Nazione, un Popolo.
Dove finisce invece nella retorica ufficiale l’amor patrio? Sparisce, per far posto
alla parola umanità che almeno in questo caso è fuori luogo, è storicamente falsa e
bugiarda, comunque fuori posto.
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Come tradire il IV novembre - Marcello Veneziani
Pura propaganda ideologica, pura distorsione. E se si parla dei soldati della Prima
guerra mondiale la preferenza va verso i disertori non verso gli eroi, verso chi fu
ucciso perché non voleva combattere (proposito umano che merita pietà, non
ammirazione) e non verso chi ha dato volontariamente la sua vita alla patria.
Siamo rimasti eredi di Caporetto più che di Vittorio Veneto, siamo fermi a
Cadorna, non siamo arrivati a Diaz.
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