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LA BATTAGLIA DI GELA
10 - 11 LUGLIO 1943, DUE GIORNI VISSUTI DA EROI
D
ue giorni di forsennati cò la fortuna, mancarono i mezzi. mente contribuire alla difesa del
combattimenti che videro territorio metropolitano e della Si-
le esigue forze dell’Asse cilia in particolare.
arrivare quasi a toccare con ma- LA PIANIFICAZIONE DELLO SBARCO Quando ormai la campagna in
no la vittoria e innumerevoli atti di IN SICILIA Africa volgeva alla conclusione, la
valore compiuti da italiani e tede- pianificazione dell’operazione
schi. Tra l’11 e il 13 maggio, le truppe «Husky» subì un’accelerazione e
Solo lo strapotere di fuoco degli alleate sferrarono l’offensiva finale fu stilato il piano definitivo per l’in-
Alleati, dovuto all’indiscusso domi- in Tunisia, che portò alla resa della vasione, che tra l’altro prevedeva,
nio dell’aria e di quello che solo 5a Armata corazzata tedesca del in fase preliminare, anche la con-
pochi anni prima era stato il Mare Generale von Arnim e della 1a Ar- quista delle isole di Lampedusa e
Nostrum, rese possibile agli statu- mata italiana del Generale Messe. di Pantelleria. In questa stesura
nitensi, che stavano già quasi per In totale, l’Asse aveva perso definitiva, il piano prevedeva che i
reimbarcarsi, respingere l’attacco 250.000 soldati, ben addestrati e settori di sbarco dell’8a Armata bri-
italo-tedesco e consolidare la te- perfettamente equipaggiati (1). tannica e della 7a Armata statuni-
sta di sbarco a premessa dell’inte- Soldati che con l’esperienza di tense si sviluppassero quasi senza
ra occupazione della Sicilia. combattimento maturata sul fronte soluzione di continuità sulla cuspi-
Non mancò il valore, non man- africano avrebbero potuto attiva- de meridionale dell’isola, su un
fronte quasi continuo di circa 170
Pianificazione dell’Operazione «Husky» chilometri; venne inoltre fissata la
data e l’ora per lo sbarco: il 10 lu-
glio alle ore 02.45.
Secondo questo piano, compito
dell’intera 8a Armata, comandata
dal Generale Montgomery, era
quello di spingersi a nord occu-
pando in successione, Siracusa,
Augusta e Messina, per intrappo-
lare nell’isola il maggior numero
possibile di truppe dell’Asse. La 7a
Armata del Generale Patton
avrebbe solamente svolto un
compito di copertura del fianco si-
nistro dell’8a Armata.
In totale gli Alleati, come scrive
Alberto Santoni, si accingevano a impiegare per l’in- vicinamento, svelando così le proprie posizioni. Subi-
vasione della Sicilia inizialmente 181.000 uomini, di to iniziò il bombardamento navale della costa a co-
cui 115 000 britannici e 66.000 americani, nonché pertura delle operazioni di sbarco per annientare le
600 carri armati, 14.000 automezzi, 1.800 cannoni e batterie costiere.
3.462 aerei, di cui solo 2.510 efficienti e impiegabili La reazione italiana fu immediata: il Generale Guz-
operativamente; di questi furono impiegati soltanto zoni, ricevute le prime notizie di lanci di paracadutisti
670 velivoli per il supporto diretto alle operazioni ter- alle 01.10 del 10 luglio, diede ordine di cambiare lo
restri. In totale, nelle fasi finali dell’operazione «Hu- «stato di allerta» in «stato di allarme» e alle 01.50 ordi-
sky» furono impiegati circa 478.000 uomini, di cui nò il brillamento dei pontili di Gela e Licata (3).
250.000 inglesi e 228.000 americani (2). Alle 03.05 vennero segnalati i primi sbarchi a Senia
Ferrata. Alle prime luci dell’alba del 10 luglio (ore
03.37) il Maggiore Rabellino comunicò che il nemi-
LO SBARCO ALLEATO E LE PRIME REAZIONI DELL’ASSE co cercava di sbarcare sulla destra del pontile di
Gela. Ma i soldati del CDXXIX battaglione costiero
Nella notte tra il 9 e 10 luglio 1943 venne attuato il non avrebbero ceduto molto facilmente. I rangers
più grande sbarco anfibio mai tentato fino ad allo- infatti dovettero battersi per conquistare ogni bun-
ra, impiegando nel solo settore di costa compreso ker e ogni trincea. Il fuoco incrociato delle mitraglia-
tra le città di Gela e Scoglitti (Sicilia sud-orientale), trici sulla spiaggia era intenso, tanto che una com-
580 navi da guerra e da sbarco, oltre a 1.124 mezzi pagnia di pionieri perse un intero plotone. La tena-
anfibi, che sbarcarono due intere Divisioni (la 1a a cia dei difensori fu testimoniata dal numero di ca-
Gela e la 45a a Scoglitti, per un totale di circa 40.000 duti del CDXXIX battaglione costiero che toccò la
uomini suddivisi in 27 battaglioni). cifra di 197 tra morti e feriti, cioè il 45 per cento degli
L’urto iniziale fu sostenuto da 5 battaglioni delle effettivi (4). Alle 04.10 il Maggiore Rabellino comuni-
unità costiere (XVIII Brigata costiera). Alle 02.55 il Co- cò che il nemico era riuscito a sbarcare e che vi
mandante del CDXXIX battaglione costiero, Mag- erano infiltrazioni dal lato del belvedere di Gela.
giore Rabellino, segnalava parecchie imbarcazioni Infatti, sopraffatte le difese sulle spiagge, alcuni
nemiche che muovevano in direzione di Senia Fer- plotoni di rangers avanzarono rapidamente nella
rata; le artiglierie costiere, che fino ad allora non città, dove si accesero immediatamente aspri com-
avevano sparato a causa della loro gittata non battimenti. Sul corso principale, un nucleo di Cara-
adeguata, aprirono il fuoco sulle imbarcazioni in av- binieri che vigilava sul centro della città (buona
11.00, e ricordo che il sole ci bru- Ecco come Hugh Pond descri- per gli spari del cannoncino e
ciava». ve la scena nel suo libro: «I carri della mitragliatrice, si fermò per
Alle ore 07.30 la 155a compa- sparavano senza fermarsi, facen- orientarsi prima di procedere con
gnia bersaglieri prendeva contat- do roteare le torrette e rovescian- la marcia. Il Sergente Cannella
to con il nemico all’altezza del do proiettili su tutti i bersagli possi- era sotto shock, scese allora il
passaggio a livello sulla rotabile bili, con un’audacia che destò Carrista Ricci, ma non appena
Niscemi-Gela (SS 117), e qui ven- l’ammirazione persino degli speri- saltò fuori dal carro venne ucciso
ne bloccata dall’intenso fuoco colati rangers» (10). La battaglia dalle schegge di alcune granate
dell’artiglieria navale nemica. durò a lungo; il nemico, nono- lanciate contro di loro. Il Sergente
Contemporaneamente la 2 a stante avesse una superiorità nu- Cannella ripartì rabbiosamente
compagnia del CII battaglione merica in uomini e mezzi, venne a verso il centro cittadino, ma, su-
controcarri si schierava a dare trovarsi in seria difficoltà. Due carri perata Porta Caltagirone, investi-
supporto diretto alla compagnia penetrarono fin dentro l’abitato. to da un diluvio di fuoco, fu co-
bersaglieri, ma avanzando si ritro- Alle 08.30 uno dei carri, quello del stretto a ritirarsi e tornò indietro
vò a meno di trecento metri da Tenente Navari che, incurante verso la piana di Gela. Poco pri-
posizioni nemiche situate tra le del fuoco di cui era fatto ogget- ma di uscire dall’abitato venne
abitazioni, che fino a quel mo- to, era riuscito a penetrare fino a centrato da un cannone anticar-
mento non si erano ancora svela- piazza Umberto I, dove aveva se- ro. Commovente è la scena de-
te. Fu quindi fatta segno a fuoco de il Comando americano. Le scritta da Augello nel suo libro:
da parte dei mortai e delle arti- strade, prima gremite di soldati «Le lamiere rimangono squassate,
glierie leggere nemiche che di- americani, si fecero deserte e il il carro fuma come una pentola a
strussero diversi pezzi e causarono nemico credette che la presenza vapore. Da quella ferraglia con-
parecchie perdite, tra cui il Sotto- di quel carro annunciasse l’immi- torta emerge stordito, ma vivo, il
tenente Bazzoli Righini, che cad- nente arrivo delle forze italiane Sergente Cannella. Barcolla in
de colpito a morte mentre, incu- che stavano contrattaccando. mezzo alla strada, mentre qual-
rante del violento bombarda- Il Tenente Colonnello Darby, che gelese alla finestra gli batte
mento, continuava imperterrito le Comandante dei rangers, si tro- le mani commosso e una giova-
operazioni di preparazione del ti- vò di fronte questo carro che ne donna esce di casa soccor-
ro. Il Tenente Colonnello Conti avanzava verso di lui sparando rendolo, abbracciandolo. Davan-
diede allora l’ordine alla compa- all’impazzata, incurante della ti a questa scena anche i militari
gnia carri di attaccare, in modo reazione nemica. Afferrato un americani, che lo hanno colpito,
da sfondare la linea avversaria. I bazooka, gli sparò contro un raz- dopo qualche esitazione gli van-
tre plotoni carri comandati dal zo, ma mancò il bersaglio. Ricari- no incontro e gli stringono la ma-
Capitano Granieri attaccarono a cò il bazooka e questa volta col- no, prima di farlo prigioniero» (12).
ondate successive. Il Tenente Co- pì in pieno il carro, immobilizzan- Alle 11.00, constatata l’impossi-
lonnello Darby vedendo avanza- dolo. Il Tenente Navari uscì dalla bilità materiale di mantenere le
re i carri chiese l’intervento dell’ar- torretta del carro con la pistola in posizioni raggiunte, dopo aver su-
tiglieria navale, ma questa non fe- pugno, ma venne centrato da bito pesanti perdite e trovandosi
ce in tempo ad aggiustare il tiro un colpo di fucile alla fronte (11) ancora sotto l’incessante martel-
che i carri erano già penetrati al- (sarà ricompensato con la me- lamento dell’artiglieria navale (tra
l’interno della città. Superati gli daglia d’Argento al Valor Militare le 08.00 e le 12.55 le navi da guer-
sbarramenti anticarro e penetrati alla Memoria). ra americane spararono 572 colpi
per le vie di Gela, i plotoni elimi- L’altro carro, con a bordo il Car- di grosso calibro solo sul gruppo
navano i centri di fuoco che si rista Antonio Ricci e il Sergente mobile) (13), il Tenente Colonnello
manifestavano lungo la strada, Cannella, avanzò all’interno del Conti dovette dare l’ordine di ar-
cercando di neutralizzare quelli centro abitato. A un certo punto, retrare fino a Monte Castelluccio,
che si erano annidati all’interno vicino a Porta Caltagirone, visto nei pressi dell’aeroporto di Ponte
delle case (9). che l’abitacolo era pieno di fumo Olivo sulle posizioni della difesa fis-
sa. Il gruppo mobile «E» parteci- tegica della situazione. Conside- tanza con un attacco aereo che
perà comunque, come vedremo rato l’amplissimo tratto di costa sarebbe stato effettuato a
in seguito, anche alla controffen- interessato dagli sbarchi, e repu- quell’ora. La Divisione «Livorno»,
siva del giorno successivo. tando impossibile reagire dovun- che avrebbe ricevuto in concor-
que con le forze a sua disposi- so anche i resti del gruppo mobi-
zione, decise di sferrare un mas- le «E», avrebbe attaccato ad
11 LUGLIO 1943: IL CONTRATTAC- siccio contrattacco contro le tre ovest della statale 117, mentre la
CO DELL’ASSE teste di sbarco da lui ritenute più «Hermann Göring» a est di detta
pericolose ai fini della tenuta del rotabile. Obiettivo del contrat-
Già la mattina del 10 luglio il fronte: Gela, Licata e Augusta- tacco era quello di isolare,
Generale Guzzoni, una volta de- Siracusa (14). agendo dai due lati con un’azio-
lineatosi il quadro delle opera- Diede, quindi, disposizioni affin- ne a tenaglia, la testa di sbarco
zioni in corso, vedendo le zone ché le due Divisioni eseguissero, dalle spiagge. I movimenti per
interessate dagli sbarchi e le di- alle ore 06.00 dell’indomani 11 assumere lo schieramento dove-
rettrici di attacco del nemico, luglio, un attacco contempora- vano essere effettuati durante la
fece una prima valutazione stra- neo «a testa bassa», in concomi- notte, in modo che prima dell’al-
ba i reparti fossero già in posizio- lungo la piana di Gela, a ovest lonne d’attacco, così suddivise:
ne (15). della SS 117; la colonna centrale, la colonna di sinistra, composta
In base agli ordini ricevuti, i due composta da due battaglioni di dal reggimento Panzergrenadier
Comandanti di Divisione pianifi- fanteria e un gruppo di artiglie- e dalla compagnia carri «Tigre»,
carono nel dettaglio lo schiera- ria, doveva muovere a cavaliere doveva muovere lungo la valle
mento da assumere e le rispetti- della strada Butera-Gela; mentre del fiume Dirillo, Senia Ferrata-
ve direttrici d’attacco, nonché le la colonna di destra, composta Gela; la colonna centrale, com-
modalità di coordinamento. da un battaglione di fanteria e posta da un battaglione carri e
Il Comandante della Divisione un gruppo di artiglieria, doveva un gruppo di artiglieria, doveva
«Livorno», Generale Chirieleison, proteggere il fianco destro della muovere da Case Priolo verso
decise di assumere un dispositivo Divisione da eventuali minacce Case Spinasanta-Gela; la colon-
d’attacco su tre colonne: la co- provenienti da Licata. na di sinistra, composta da un
lonna di sinistra, costituita dai re- Anche il Generale Conrath, battaglione carri ed un batta-
sti del gruppo mobile «E», un bat- Comandante della Divisione glione genio, doveva muovere
taglione di fanteria e un gruppo «Hermann Göring», decise di as- lungo la piana di Gela a est del-
di artiglieria, doveva muovere sumere un dispositivo su tre co- la SS 117.
Azione svolta dalla colonna Martini l’11 luglio 1943 zione di artiglieria e da un con-
temporaneo attacco aereo. Pe-
rò alle 05.50 il Colonnello Marti-
ni, Comandante della colonna,
non era ancora arrivato sul po-
sto, e il Maggiore Artigiani, Co-
mandante del I gruppo del 28°
reggimento artiglieria, era arri-
vato a Monte Castelluccio sola-
mente alle 05.30 e non riusciva
ad avere il collegamento radio
con le batterie. Il Tenente Co-
lonnello Leonardi attese fino alle
06.30, ora in cui nove bombar-
dieri italiani «Cant Z. 1007 bis»
attaccarono la flotta america-
na alla fonda di fronte a Gela
(17). Vedendo ciò, non avendo
collegamenti radio e temendo
che un ulteriore ritardo avrebbe
pregiudicato l’esito delle con-
temporanee azioni delle due
colonne che dovevano operare
ai suoi lati e che costituivano
l’asse principale del contrattac-
co, decise d’iniziativa di dare
inizio all’attacco senza attende-
re oltre l’arrivo del Comandante
del reggimento e la preparazio-
ne dell’artiglieria, cercando di
sfruttare al meglio le armi di ac-
compagnamento a disposizio-
ne. I reparti iniziarono il movi-
AZIONE DELLA COLONNA di sbarco si snodava lungo una mento, e subito furono investiti
D’ATTACCO DI SINISTRA DELLA serie di colline distanti circa 800 dal fuoco di armi automatiche
DIVISIONE «LIVORNO» metri da Monte Castelluccio, e e di artiglieria campale. Nono-
il terreno per raggiungerle si stante tutto, la prima linea della
La colonna d’attacco di sinistra pr e se n t ava c o mple t ame n t e testa di sbarco, situata tra Pog-
era composta dai resti del grup- scoperto e privo di appigli tatti- gio Frumento e Poggio Mulinaz-
po mobile «E», che si trovava già ci (16). zo, fu conquistata intorno alle
schierato tra il Castelluccio e le Alle 05.15 arrivò l’ordine 08.00. Furono catturati circa un
posizioni della difesa fissa dell’ae- d’operazione, che descriveva centinaio di prigionieri che furo-
roporto di Ponte Olivo, da una l’azione delle due Divisioni; no avviati verso Monte Castel-
Compagnia mortai e dal III bat- l’orario previsto per l’attacco, luccio, e da qui verso Niscemi.
taglione del 34° reggimento di che doveva essere simultaneo e Intanto il Maggiore Artigiani era
fanteria comandato dal Tenente strettamente coordinato, era riuscito a mettersi in contatto col
Colonnello Leonardi. stato fissato per le 06.00, prece- suo gruppo, che era entrato im-
La linea avanzata della testa duto da dieci minuti di prepara- mediatamente in azione.
ne, ordinò al Tenente Colonnel- mi trovavo vicino alla strada. Il deva così, come avevamo im-
lo Leonardi di fermarsi e disporsi Comandante chiamò tutti parato durante le istruzioni si
a difesa, in modo da respingere quanti i puntatori e ci disse: “Tu sparava un colpo qua un colpo
un eventuale contrattacco ne- Causin prendi il primo (il primo là, in maniera da tenere il nemi-
mico, in attesa di essere scaval- pezzo), e tu prendi l’ultimo, co sempre in allerta, che non
cati da altre unità già richieste quell’altro lì il penultimo e l’altro venisse avanti, e allora si spara-
al Comando di Divisione. il secondo”, sicchè erano quat- va un colpo più vicino, un colpo
Intanto il nemico continuava tro quelli che noi dovevamo più lontano. Riuscimmo comun-
a martellare le posizioni tenute colpire, però ce ne sarebbero que a respingerli» (21).
dal battaglione. Alle 13.00, si stati altri tre che non sarebbero Alle 02.30 la colonna Leonardi
seppe che la colonna di destra stati colpiti. Lui ci disse “Quando dovette far fronte al terzo con-
era stata distrutta da truppe co- io sparerò il colpo di pistola in trattacco nemico opponendo
razzate provenienti da Licata, e aria voi sparate”. Li fece venire un’accanita resistenza, riuscen-
che i tedeschi stavano ripiegan- avanti fino a una distanza di 80 do a resistere fino alle 7 circa,
do su Caltagirone; il battaglione metri, io sul cannocchiale li ve- quando i pochi superstiti venne-
rimaneva quindi isolato nella devo come da qui a lei, e ricor- ro sopraffatti e catturati (22).
piana di Gela. do che il primo colpo che spa- Dopo essere stati catturati, i pri-
Alle 24.00 il Colonnello Martini rai lo presi sotto, tra la terra ed il gionieri vennero condotti alla
impartì l’ordine di ripiegare su cingolo ed il carro armato si fer- volta di Gela. Per comprendere
Monte Castelluccio col compito mò. Poi il secondo colpo lo pre- meglio le emozioni dei soldati
di costituire un caposaldo per se in pieno e il carro s’incendiò. italiani e della popolazione di
una resistenza ad oltranza, per Subito sparai a un altro; alla fine Gela, è bene riportare la testi-
coprire il movimento di ripiega- solamente due riuscirono a monianza del Tenente Colon-
mento degli altri reparti della Di- scappare. Ma poi dopo la mari- nello Leonardi, dal suo «Diario di
visione su nuove posizioni. Una na ... mamma mia ... hanno tira- un battaglione», ripresa anche
compagnia fu, quindi, lasciata to tante di quelle bombe. La da Nunzio Vicino nel suo libro
sul posto per coprire il ripiega- terra sembrava ribollire; per for- «La battaglia di Gela»: «Il picco-
mento del battaglione. Questa tuna che avevamo una posizio- lo drappello di prigionieri proce-
resistette per circa un’ora al se- ne meravigliosa, cioè c’era un deva lentamente verso Gela
condo contrattacco notturno, fosso fatto dal personale del [...]. Era sfinito, lacero, insangui-
dopodiché venne sopraffatta e campo di aviazione, e noi ave- nato [...]. Il drappello giunse a
solamente una parte di essa riu- vamo quindi come protezione Gela [...]. Ma ora vi entravamo
scì a ripiegare sul Monte Castel- una specie di argine e la bocca da vinti e non da vincitori! Pas-
luccio. I resti del battaglione, da fuoco era rasente. Però una sammo per le vie della città.
decimato dalle numerose perdi- granata della marina ci prese Molta gente era commossa e
te tra morti e feriti, con i resti proprio sul paraschegge, e ri- piangeva anche. Non pochi ci
della 155 a compagnia bersa- cordo che il cannone saltò per offrirono pane, acqua, sigaret-
glieri si organizzarono alla me- aria, ed io che ero seduto sul se- te, e avrebbero dato chissà co-
glio per la difesa sul Monte Ca- diolino, senza neanche accor- s’altro se i soldati di scorta lo
stelluccio. Gli americani man- germene mi ritrovai per terra, avessero permesso! Un piccolo
darono allora avanti una colon- tutti quanti pieni di terra, e il vecchietto, che si reggeva ap-
na corazzata per annientare le cannone tornò giù di nuovo con pena sul bastone, si avvicinò e
unità italiane in ritirata; ripren- un tonfo sordo, ed il Tenente gri- ci strinse la mano. Forse aveva
diamo la testimonianza dell’arti- dava “Fuoco, fuoco”, e iniziam- visto ... forse sapeva! Ma gli
gliere Causin: «Gli americani mo a sparare a vista; c’erano americani lo allontanarono im-
avevano mandato avanti sette tantissimi americani che veniva- mediatamente. In mezzo a tan-
carri armati lungo la Strada Sta- no avanti di qua e di là, erano to popolo buono non mancaro-
tale 117. Io ero il quarto pezzo e dappertutto e quando succe- no però gli apatici, gli indifferen-
Azione della colonna Mona dell’11 luglio 1943 dal I battaglione del 34° fante-
ria. Alle 05.00 circa ricevettero
l’ordine di contrattaccare su
Gela. Alle 07.30, dopo aver as-
sunto lo schieramento sui Monti
dell’Apa e Zai, iniziarono l’avan-
zata verso Gela. Il I del 33° do-
veva avanzare sulla destra della
rotabile Butera-Gela, mentre il I
del 34° sulla sinistra. All’inizio l’at-
tacco si sviluppò senza una resi-
stenza apprezzabile. Verso le
09.00 le due unità vennero ber-
sagliate dal fuoco delle artiglie-
rie navali e terrestri, e ogni ten-
tativo di agganciare le unità ne-
miche fallì di fronte alle rapide
manovre elusive dei mobilissimi
reparti motocorazzati nemici. Al-
le 10.30 circa il reparto esplora-
tori aveva raggiunto il passag-
gio a livello della rotabile Bute-
ra-Gela, mentre le compagnie
avanzate erano all’altezza del
km 28 della stessa rotabile. Fu a
questo punto che il nemico ef-
fettuò delle puntate offensive
con mezzi blindati, ma i reparti
avanzanti riuscirono a prosegui-
re il loro movimento verso la cit-
tadina facendo uso sia delle ar-
mi controcarri a loro disposizio-
ne, sia dell’appoggio dell’arti-
glieria. Arrivati nei pressi del pas-
saggio a livello di Casa Femmi-
na Morta, nelle immediate vici-
nanze dell’abitato, i mezzi nemi-
ci si ritirarono, dando l’impressio-
ne ai reparti attaccanti di non
ti. Non mancarono anche colo- AZIONE DELLA COLONNA avere più alcun ostacolo di
ro che ci derisero e persino insul- D’ATTACCO DI DESTRA DELLA fronte, sennonché si scatenò
tarono perché avevamo osato DIVISIONE «LIVORNO» nuovamente un violentissimo
combattere.... Pochi, ma non fuoco di repressione da parte
mancarono [...]. Fieri e superbi La colonna d’attacco di de- delle artiglierie navali e degli
per il dovere compiuto, alzam- stra, comandata dal Colonnello aerei. Alle 11.30 una colonna
mo la testa stanca e ci avviam- Mona, Comandante del 33° corazzata nemica proveniente
mo silenziosamente verso la no- Reggimento, era costituita dal I da Licata attaccò l’ala destra
stra dura prigionia» (23). battaglione del 33° fanteria e della colonna Mona, minac-
AZIONE DELLA DIVISIONE «HER- della battaglia, risulta significati- Sherman, che si incendiò. [...]
MANN GÖRING» va la testimonianza del Capora- Hahn fece fuoco di nuovo, que-
le Werner Hahn, cannoniere su sta volta contro uno Sherman
Alle 06.00 la colonna di sinistra un carro armato «Tigre», raccol- che si trovava a 1 500 metri. [...]
della «Hermann Göring», com- ta dall’autore John Follain: «Alle Di tanto in tanto le nuvole di
posta dal reggimento Panzer- 11.00 del mattino, a quasi 13 fiamme e polvere provocate
grenadier e dalla compagnia di chilometri da Gela, udì il Co- dall’artiglieria nemica, dai mor-
carri «Tigre», iniziava l’attacco mandante del suo Panzer grida- tai e dalle armi anticarro gli
raggiungendo facilmente la fo- re: “carro armato nemico a sini- oscuravano la visuale[...]. Era
ce del Dirillo e da lì Senia Ferra- stra. [...]”. Hahn ruotò la torretta uno sbarramento peggiore di
ta, seguendo la linea ferroviaria a sinistra, più in fretta che potè. quelli che si era trovato ad af-
costiera che da Vittoria portava Valutò approssimativamente in frontare in Russia. [...] Con il pro-
a Gela (29). Per comprendere 600 metri la distanza dal carro trarsi della battaglia la tempera-
meglio quei momenti convulsi armato[...]. Il proiettile colpì lo tura dentro il carro salì vertigino-
porto fu sottoposto a un intenso sta, stavamo seduti in un cam- biato per uno di loro. Mi parla-
fuoco d’artiglieria nemica. Alle po all’ombra degli ulivi. [...] vano sorridendo, poi si sono ac-
15.00 l’artiglieria dell’aeroporto Tempo un quarto d’ora e ci sia- corti che non capivo. Li ho visti
apriva il fuoco su elementi del mo alzati di nuovo: ci hanno fat- guardarsi in faccia, quello con il
180th Regimental Combat Team to mettere su tre file. [...] A quel fucile ha indicato all’altro la je-
americano che si trovavano su punto gli americani hanno co- ep, lo ha mandato via. È rima-
Piano Stella. Nella compagnia minciato a sparare. Sono stato sto solo, in piedi, di fronte a me.
«A» di questa unità americana colpito subito: un proiettile mi Io ero seduto, lui mi fissava. Poi
vi era il Sergente West, il quale ha spezzato il polso e mi sono ha imbracciato la carabina. Ha
racconta che mentre salivano buttato a terra. Ho fatto solo in mirato al cuore e ha sparato
sulla collina dove era situato tempo a fissare l’immagine di (37)». Incredibilmente, Giannola
l’aeroporto, la mattina del 14, quel Sergente gigantesco, con il sopravvisse anche alla terza fu-
furono attaccati da cecchini e tatuaggio sul braccio, che im- cilata. Fu trovato e raccolto da
dal fuoco di mortai. pugnava il mitra. Poi i corpi de- un’ambulanza americana che
Un’ora dopo gli americani gli altri mi sono caduti addosso. lo trasportò in un ospedale da
mettevano piede all’interno [...] Sono rimasto immobile per campo. Da lì iniziò la sua lunga
dell’aeroporto, catturando i di- un paio d’ore, finché il silenzio odissea per gli ospedali alleati
fesori. A questo punto il Maggio- non è diventato totale. Lenta- nel Nord Africa. Per il Regio Eser-
re Denman, Comandante del- mente, quasi paralizzato dalla cito, Giannola risultò disperso e
l’unità appartenente al 180th Re- paura, ho spostato i corpi e mi addirittura sospetto di diserzio-
gimental Combat Team, conse- sono alzato. Ho fatto solo in ne. Rientrato dalla prigionia, an-
gnò al Sergente West un gruppo tempo a guardarmi attorno ed dò a denunciare l’accaduto al-
di 46 prigionieri, col compito di è arrivata la fucilata. Ricordo il le autorità militari, ma non fu
scortarli nelle retrovie (36). Que- botto e il calore che mi brucia- creduto da nessuno.
sti gli fece togliere le camicie e va la testa. Sono caduto, sor- Il giorno dopo, il cappellano
le scarpe, per impedire che preso d’essere ancora vivo. Il militare, Luogotenente Colon-
scappassero, e li fece incammi- proiettile mi ha preso di striscio nello King, mentre era in viaggio
nare lungo la strada per Biscari. [...]. Con la faccia a terra cre- sulla strada che da Biscari por-
Poco dopo nove prigionieri ven- devo di non avere più scampo, tava all’aeroporto, notò un
nero prelevati dall’Ufficiale S2 invece nulla. Non so quanto gruppo di corpi, e poiché stava
del reggimento (l’addetto alle tempo sia passato. Mi dicevo: lavorando per il servizio di sepol-
informazioni) che li portò via. non muoverti. Ma avevo sete. Il tura, scese per verificare. Notò
Ma vediamo la testimonianza, polso spezzato e la ferita alla te- che quei corpi presentavano fe-
raccolta da Gianluca di Feo e sta mi bruciavano. Il dolore ha rite all’altezza del cuore, e che
ripresa dal Prof. Bartolone nella superato la paura. Mi sono mos- alcuni presentavano chiari se-
sua opera, dell’unico superstite so carponi, temendo un altro gni di colpi sparati a bruciapelo
della imminente strage, l’aviere sparo. Ho camminato così fino alla testa (38).
Giannola: «[...] Dopo quattro ad una strada sterrata. [...] È Poche ore dopo l’assassinio dei
giorni di combattimento aveva- passata un’ambulanza e si è 37 prigionieri da parte del Ser-
mo alzato le braccia[...] Mentre fermata. Si sono resi conto che gente West, il Capitano Com-
gli americani ci spogliavano io ero un italiano, ma mi hanno pton ordinò l’esecuzione di altri
pensavo alla festa, pensavo a dato da bere e bendato le feri- 36 prigionieri di guerra italiani.
casa. Poi abbiamo camminato te con attenzione. Poi a gesti mi Per tutto il pomeriggio questi
sotto il sole; saremo stati in cin- hanno fatto capire di restare vi- soldati italiani avevano tenuto in
quanta, tutti senza scarpe, a cino alla strada: “verranno a scacco la sua unità con un nutri-
torso nudo, in mutande o con i prenderti”. [...] È arrivata una je- to fuoco di mitragliatrici. Sennon-
pantaloni corti. Dopo qualche ep con tre soldati. Quelli sono ché, quando i suoi uomini si avvi-
ora ci hanno fatto fare una so- scesi, penso mi avessero scam- cinarono al bunker da dove spa-
A sinistra
L’inarrestabile flusso di truppe
e rifornimenti statunitensi
Sotto
Un idrovolante italiano «Cant Z 506»
sorvola la costa siciliana
efferatezza (42).
Il Capitano Compton fu invece
assolto, poiché secondo la Corte
Marziale aveva agito conforme-
mente agli ordini ricevuti.
Di tutto ciò, in Italia non vi è
nessuna traccia nei resoconti uf-
ficiali, in quanto gli Stati Uniti
mantennero il più stretto riserbo
rava la mitragliatrice, videro to che se i nemici continuavano sull’accaduto per non pregiudi-
uscire due uomini, di cui uno in a sparare fino a quando si trova- care i rapporti tra le due Nazio-
borghese, con uno straccio vano ad una distanza di 100-200 ni. Solo grazie all’opera merito-
bianco attaccato al fucile. Subi- metri, allora, anche se si fossero ria di ricerca del Senatore Au-
to dopo uscirono da quel fortino
40 persone delle quali una parte
in abiti borghesi. Subito questi
prigionieri furono accompagnati
dal Capitano Compton, che im-
mediatamente li fece allineare e
fucilare da un plotone d’esecu-
zione costituito dai suoi uomini
(39). Il Generale Bradley, venuto
a conoscenza dei due episodi,
ne parlò col Generale Patton, il
quale gli disse di far dire dai re-
sponsabili di quegli atti che quei
prigionieri erano cecchini irrego-
lari e che avevano tentato di
scappare (40).
Il Generale Bradley però non
gli credette e fece aprire un’in- arresi, quei bastardi dovevano gello, dopo circa settant’anni è
chiesta, alla fine della quale i essere uccisi (41). Molti interpre- stato possibile rendere noti i no-
due responsabili furono proces- tarono queste parole come l’in- mi di questi soldati, sottraendoli
sati da una Corte Marziale in to- tendimento dei Comandanti di così a un immeritato oblio.
tale segreto. non fare prigionieri. Gli Eserciti alleati, a causa an-
Dagli atti del processo risulta Il Sergente West venne con- che della manovra di ripiega-
che entrambi gli imputati addus- dannato all’ergastolo, poiché il mento per linee successive at-
sero come giustificazione che il suo crimine non fu perpetrato tuata dal Generale Guzzoni, per
Generale Patton, in un discorso durante uno scontro a fuoco, conquistare l’isola impiegarono
tenuto alle truppe prima della per cui era immotivato e fu attri- altri 31 giorni in cui continuarono
partenza dall’Africa, aveva det- buito esclusivamente alla sua a susseguirsi aspri combattimen-
ti. Infatti, solamente la sera del della Sicilia», L’Aniene, Roma, 1956, (25) A.U.S.S.M.E., cartella 1506, «Rela-
16 agosto 1943 fu occupata l’ul- pag. 111 zione del Comando Divisione “Livor-
tima linea di ripiegamento sul- (4) A. Santoni, op. cit., pag. 146 no” sul fatto d’arme di Gela; fono-
l’allineamento Divieto-Monte (5) N. Vicino, «La battaglia di Gela», gramma n° 15 delle 15.30 diretto al
Antennamare-Moleti. Durante la La Moderna, Modica (RG), 1976, pag. Comando XVI Corpo d’Armata»
notte furono traghettati gli ultimi 205 (26) A.U.S.S.M.E., cartella 1506, «Rela-
reparti tedeschi e i reparti co- (6) F. Kurowski, «The history of the Fal- zione sull’attività svolta dal II/33° du-
stieri presenti ancora sull’isola lschirm Panzerkorps Hermann Göring», rante il ciclo operativo di Sicilia dal 10
(«Operazione Lehrgang») (43). Fedorowicz Publishing Inc., Canada, al 28 luglio 1943», pag. 1
Tale operazione si dimostrò un 1995, pag. 153 (27) A.U.S.S.M.E., cartella 1506, «Rela-
vero successo, al pari di quello (7) A. Santoni, op. cit., pag. 158 zione sull’attività svolta dal II/33° du-
conseguito dagli inglesi a Dun- (8) Intervista rilasciata dal Signor Bruno rante il ciclo operativo di Sicilia dal 10
kerque. Infatti, nonostante il ne- Causin in data 19 gennaio 2009 al 28 luglio 1943», pag. 1
mico avesse il pieno dominio (9) A.U.S.S.M.E., cartella 1506, «Relazio- (28) A.U.S.S.M.E., cartella 1506, «Rela-
del cielo e del mare, i tedeschi, ne del Capitano Granieri, Coman- zione del Comandante interinale del
utilizzando circa ottanta moto- dante della 1 compagnia del 131°
a
33° reggimento sul fatto d’arme di
zattere (44), riuscirono a far pas- reggimento carri» Gela (I e II/ 33°)», pag. 2
sare in Calabria 39.569 militari, (10) H. Pond, «Sicilia», Longanesi, Mila- (29) A. Santoni, op. cit., pag. 200
compresi 4 444 feriti, 9.605 auto- no, 1971, pag. 130 (30) J. Follain, op. cit., pag. 143
veicoli, 47 carri armati, 94 pezzi (11) A. Augello, «Uccidi gli Italiani. Ge- (31) A. Santoni, op. cit., pagg. 202-203
di artiglieria, 1 100 tonnellate di la 1943, la battaglia dimenticata», (32) H. Pond, op. cit., pag. 142
munizioni, 970 tonnellate di car- Mursia, Milano, 2009, pag. 88 (33) A. Santoni, op. cit., pagg. 207-210
buranti e 15.700 tonnellate di al- (12) A. Augello, op. cit., pagg. 86-87 (34) A. Santoni, op. cit., pag. 515
tro materiale (45). (13) E. Faldella, op. cit., pag. 301 (35) A.U.S.S.M.E., cartella 1207, «Diario
Gli italiani, invece, utilizzando (14) E. Faldella, op. cit., pag. 121 storico del Comando difesa fissa
solo 4 motozattere riuscirono a (15) E. Faldella, op. cit., pag. 145 dell’aeroporto 504, bimestre marzo-
traghettare in Calabria circa (16) A.U.S.S.M.E., cartella 2124/A, «Re- aprile 1943»
75.000 soldati, 42 pezzi d’arti- lazione sul combattimento della pia- (36) G. Ciriacono, «Le stragi dimenti-
glieria, 38 cannoni anticarro e na di Gela al quale prese parte il cate», Catania, 2003, pagg. 27-28
500 automezzi (46). III/34°», pag. 2 (37) G. Bartolone, «Le altre stragi», Offi-
All’alba del 17 agosto le avan- (17) A. Santoni, op. cit., pag. 187 cine Tipografiche Aiello & Provenza-
guardie della 3a Divisione statu- (18) Periodico «Limen», n° I, no, Bagheria (PA), 2005, pagg. 45-46
nitense entravano a Messina. gennaio/giugno 2005, Testimonianza (38) G. Ciriacono, op. cit., pagg. 32-33
Qualche ora dopo fecero il lo- di Raffaele Cristani, ultimo testimone (39) Ivi, pag. 43 e segg.
ro ingresso nella città le avan- della battaglia di Gela (40) Ivi, pag. 21
guardie inglesi. Dopo 38 giorni (19) A. Santoni, op. cit., pag. 203, nota (41) Ivi, pag. 45
di combattimenti la campagna 43 (42) Ivi, pagg. 41-48
di Sicilia era terminata. (20) J. Follain, «L’isola di Mussolini», Le (43) E. Faldella, op. cit., pag. 275
Scie Mondadori, Cles (TN), 2007, pag. (44) A. Santoni, op. cit., pag. 389
NOTE 127 (45) Ivi, pag. 398
(21) Intervista rilasciata dal Signor Bru- (46) E. Faldella, op. cit., pag. 276
(1) L. Hart, «Storia militare della Secon- no Causin in data 19 gennaio 2009
da guerra mondiale», Mondadori, Mi- (22) A.U.S.S.M.E., cartella 2124/A, «Re- BIBLIOGRAFIA
lano, 2000, pag. 609 e segg. lazione sul combattimento della pia-
(2) A. Santoni, «Le Operazioni in Sicilia na di Gela al quale prese parte il A. Augello, «Uccidi gli Italiani. Gela
e Calabria (luglio-settembre 1943)», III/34°», pagg. 8-9 1943, la battaglia dimenticata», Mur-
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(3) E. Faldella, «Lo sbarco e la difesa (24) A. Santoni, op. cit., pag. 205-207 G. Bartolone, «Le altre stragi», Officine
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FONTI D’ARCHIVIO «Relazione del Comandante del di 2 pagine
III/34° reggimento fanteria della Divi- «Relazione del Comandante della
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“Livorno”, 01 luglio - 13 agosto 1943», della piana di Gela (11-12 luglio po mobile “E” (Niscemi-aeroporto
AUSSME, cartella 1506; testo mano- 1943)», AUSSME, cartella 2124/A; testo Ponte Olivo), Capitano Ferrari, sulle
scritto di 29 pagine dattiloscritto di 11 pagine operazioni svolte dalla compagnia
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agosto 1943», AUSSME, cartella 1506; mento fanteria della Divisione “Livor- di 3 pagine.