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STORIA CONTEMPORANEA – Concetti chiave

PERIODIZZAZIONE
Con periodizzazione storica si intende il fissaggio di punti storici chiave che corrispondono a un fenomeno. L’unità
cronologica è il secolo, che ha un significato cronologico, temporale e semantico. Il Novecento è pessimista e
contradditoria, poiché le interpretazioni storiche lo descrivono come un secolo di guerre e violenza mettendo in luce
la negatività dell’agire umano, ma in realtà il Novecento è stato anche un periodo di progresso e innovazione.

Prima guerra mondiale


Dopo il congresso di Vienna, per circa un secolo, l’Europa conobbe un periodo di pace. L’equilibrio andò però
rapidamente perso all’inizio del 1900. Le cause internazionali sono:

 Una tensione permanente tra Inghilterra e Germania (l’Inghilterra deteneva la leadership sui mari, ma la
Germania iniziava ad intraprendere politiche coloniali), tra Germania e Francia (rivali coloniali per la
questione dell’Alsazia e Lorena) e tra Austria e Russia (questione balcanica: essendo l’Impero turco in
decadenza, l’Austria vuole conquistare territori per espandersi, la Russia per ottenere lo sbocco al mare);

 Instabilità delle regioni confinanti agli Stati in conflitto;

Alla luce di tutte queste tensioni gli stati europei stringono alleanze:

 Triplice intesa (Francia, Gran Bretagna e Russia), sorta nel 1907


 Triplice alleanza (Italia, Austria, Germania)

Le cause comuni, interne ai singoli Stati sono:

 L’orientamento generale verso la guerra: le ideologie imperialiste hanno lasciato una forte eredità (ogni
nazione cerca di ingrandirsi e di avere la meglio sugli altri stati);

 Si diffondono pensieri all’interno delle masse popolari favorevoli alla guerra, in quanto questa viene
proposta come metodo per risolvere i grandi problemi degli italiani.

Negli ultimi anni prima della guerra (1912-13) scoppiano due brevi ma significative guerre balcaniche che portano la
Serbia ad emergere come maggior potenza della zona, in contrasto con l’Austria, in quanto quest’ultima possedeva
la Bosnia-Erzegovina, negando lo sbocco al mare alla Serbia. Il 28 giugno 1914 un giovane di nazionalità serba uccide
l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria. L’Austria attribuì la complicità dell’attentato al governo
serbo, quindi il 28 luglio l’Austria dichiara guerra alla Serbia.

A questo punto scattano le alleanze: con la Serbia entrano Russia e Francia e, dopo pochi giorni anche l’Inghilterra
(dopo che la Germania, per attaccare la Francia, non la colpisce sul confine, ma passa attraverso il Belgio, che era uno
stato neutrale). Si aggiungerà anche il Giappone, per contrastare la Germania, la quale aveva obiettivi sul Pacifico.
Con la Turchia entrano Austria e Germania. La Germania, come anche tutto il mondo, era convinta che la guerra
sarebbe durata poco, perché il sistema economico mondiale non avrebbe potuto sopportare un lungo periodo di
interruzione degli scambi internazionali. La Germania optò per la guerra-lampo, che però si trasformò in breve
tempo in guerra di trincea, di logoramento. Gli eserciti si fronteggiavano lanciando inutili offensive, lasciando la
situazione bloccata per diversi mesi.

In un primo momento l’Italia si era dichiarata neutrale (la Triplice Alleanza, di cui faceva parte, non la impegnava ad
entrare in guerra), anche perché un intervento a fianco dell’Austria non sarebbe stato vantaggioso, dato che gli
interessi italiani in Trentino, nelle Venezie e nell’Adriatico erano in conflitto con gli stessi austriaci. I rapporti con
l’Austria si erano poi negli ultimi tempi raffreddati, a causa della questione delle terre irredente (Trento e Trieste)
sotto il dominio austriaco, quindi il 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra a fianco dell’Intesa. Allo scoppio del
conflitto di erano delineate due correnti di opinione: gli interventisti e i neutralisti.
Gli interventisti si divisero in interventisti di destra (favorevoli ad un intervento a fianco dell’Intesa) e interventisti di
sinistra (favorevoli ad un intervento a fianco dell’Alleanza). A prescindere dall’orientamento, l’obiettivo principale
per loro era comunque quello di entrare in guerra.

I neutralisti si divisero in giolittiani (si spiravano alle idee di Giolitti che sosteneva che la guerra non era da farsi,
perché l’Italia non era pronta ad affrontarla sia economicamente che militarmente), socialisti (pacifisti e
antimilitaristi) e cattolici (contrari alla guerra per ragioni di culto). Il neutralismo fu poi soprannominato “neutralismo
a termine”, in quanto, una volta entrata in guerra l’Italia, essi andarono al fronte a combattere.

inizialmente l’Italia tentò approcci diplomatici con l’Austria, per ottenere le terre del Trentino e delle Venezie, ma
l’Austria rifiutò. Nel 1915 si strinsero gli accordi segreti con l’Intesa (patto di Londra) che prevedevano che in caso di
vittoria, l’Italia avrebbe ottenuto le terre irredente e i territori balcanici dell’Istria (escluso fiume) e della Dalmazia. Il
generale Cadorna, sul fronte italiano, tentò di sfondare le linee austriache lungo il fiume Isonzo, ma non ottenne
risultati soddisfacenti. Di conseguenza, l’Austria fece la controffensiva, la cosiddetta “spedizione punitiva” contro l’ex
alleato, colpevole di tradimento.

Nel 1917 gli austriaci sfondano a Caporetto (“disfatta di Caporetto”) e l’esercito italiano è costretto ad arretrare fino
al Piave. Intanto la marina inglese attuò un blocco navale volto a strangolare l’economia tedesca.

La Germania, in risposta, attuò la guerra sottomarina, con la quale i sommergibili tedeschi attaccavano le navi di
qualunque nazionalità che si avvicinassero alle coste inglesi. Affondano anche le Lusitania, un transatlantico
americano e ciò provocò la decisione del presidente Wilson di entrare in guerra contro l’Austria.

In questo periodo, però, si stava diffondendo in tutti gli eserciti un clima di sfiducia, vi furono molte diserzioni, fughe,
fraternizzazioni con i nemici, automutilazioni. Si creò nelle menti degli eserciti la paura di essere uccisi e il rifiuto di
uccidere.

l generale Cadorna fu sostituito da Diaz, il quale riuscì a superare questa crisi, instaurando un rapporto più aperto
con le truppe, promettendo vantaggi e distribuzioni di terre. Nel 1918 l’esercito italiano piegò gli austriaci a Vittorio
Veneto, e il 4 novembre 1918 l’Austria firmò l’armistizio, dopo pochi giorni lo firmò anche la Germania, concludendo
il conflitto.

La Rivoluzione russa
Nicola II, l’ultimo degli zar di Russia, viene incoronato nel 1896. Una volta al potere, inaugura una politica
assolutistica e imperialistica che ha il suo apice nella guerra contro il Giappone. La sconfitta contro i giapponesi e la
diffusa povertà delle massi popolari porteranno a delle dimostrazioni represse nel sangue, note con il nome di
Domenica di Sangue.

La crisi della monarchia dei Romanov si accentuò con l’inizio della Prima Guerra mondiale, combattuta a fianco di
Francia e Gran Bretagna. Le continue sconfitte, la crisi dinastica interna e la carestia nel febbraio del 1917 causano lo
scoppio della prima ondata rivoluzionaria in Russia. Nicola II abdica e al suo posto nasce un governo provvisorio.

Le nuove forze politiche rivoluzionarie, Menscevichi e Bolscevichi, avviano un periodo esaltante per la Russia, dove la
voce di contadini e operai viene ascoltata per la prima volta. Ad ispirare i moti rivoluzionari è Lenin che, attraverso
alcune sue opere e poi con le sue “Tesi di Aprile” detta la futura politica russa. A fine ottobre il Comitato centrale del
partito si riunisce per decidere se rovesciare il governo di Kerenskij. A spingere verso l’inizio della Rivoluzione
d’Ottobre è il giovane Lev Trotskij.

La Rivoluzione d’Ottobre si concluse senza spargimenti di sangue. La conquista del Palazzo d’Inverno, sede dello Zar,
rappresenta simbolicamente la presa della Bastiglia. Dopo la presa del potere, i Soviet aboliscono la proprietà
terriera e indicano la via dell’uscita dalla Guerra.

Nel 1918 la Russia firma il Trattato di pace di Brest-Litovsk con il quale certifica la sua uscita dalla Prima guerra
mondiale. L’Armata bianca, attraverso un colpo di stato, tenta di ristabilire la monarchia combattendo l’Armata
rossa. Lenin e i bolscevichi rinforzano il proprio potere con la nascita della Terza Internazionale che poi porterà a
quella dell’U.R.S.S.
Le conseguenze della Prima Guerra mondiale
Nel 1918 la grande guerra, ovvero la Prima Guerra mondiale, finì. Occorreva giungere alla pace definitiva. I trattati di
pace si svolsero in Francia, a Versailles, nel 1919, dove si riunirono le potenze vincitrici, cioè Italia, Stati Uniti
d'America, Francia e Regno Unito. Nonostante la speranza che gli accordi di pace potessero gettare le basi per una
riconciliazione duratura, la pace di Versailles pose al contrario le premesse di ulteriori conflitti futuri.

Innanzitutto, Francia e Regno Unito rigettarono i principi ispiratori della pace proposti dal presidente americano
Wilson, basti sull'autodeterminazione dei popoli e sulla liberalizzazione economica.

L'Italia subì una "vittoria mutilata" perché nel patto di Londra del 1915 gli erano stati promessi molti più territori di
quelli realmente ottenuti. Tuttavia, L'Austria dovette cedere all'Italia il Trentino, L'Alto Adige, Trieste e L'Istria; ma
non la Dalmazia e Fiume. Gli Stati Uniti d'America si affermarono come potenza mondiale.

La Germania subì una "pace punitiva" perché fu condannata a risarcire tutti i danni di guerra essendo ritenuta l'unica
responsabile del conflitto. Gli fu tolta l'Alsazia e la Lorena, che andò alla Francia.

Alla Polonia fu concesso il "corridoio di Danzica", che concedeva alla Polonia lo sbocco sul mare passando attraverso
il territorio tedesco. Lo stato tedesco perse tutte le colonie a vantaggio di Gran Bretagna e Francia.

I trattati di pace sancirono la scomparsa di quattro imperi: Tedesco, Austro-Ungarico, Russo e Turco.

Il dopoguerra in Italia e l'avvento del Fascismo


L’Italia pur essendo uscita vittoriosa dalla Prima guerra mondiale, viveva un periodo di tensioni sociali e politiche
soprattutto per la situazione di conflitto che i venne a creare nelle campagne, che vedeva al nord la contrapposizione
tra le leghe bianche (CENTRO-NORD) e le leghe rosse (PIANURA PADANA), mentre al sud gli ex-contadini davano
l’assalto alle terre incolte. Proprio le campagne furono teatro di un acceso scontro sociale (basato su scioperi e
tumulti) che determinò la crisi del sistema liberale e la nascita dei consigli di fabbrica modellati sull’esempio
sovietico. Più tardi il P.S.I (Partito Socialista Italiano) e il P.P.I (Partito Popolare Italiano) di Luigi Sturzo vinsero le
elezioni e divennero così decisivi per le alleanze del governo, ma i loro programmi erano inconciliabili e il tutto si
rivelò vano.

Così a prendere il potere fu il Fascismo, movimento formato da Mussolini che divenne così il braccio armato della
reazione antisocialista e antioperaia. La loro ideologia si basava su rivendicazioni nazionalistiche e aspirazioni di
riforma. Il clima di tensione fece sì che le “camicie nere” potessero agire indisturbate con il tacito appoggio di
membri della magistratura, delle forze dell’ordine, di industriali e proprietari terrieri. Giolitti tentò per primo di
riassorbire la violenza fascista ma fallì durante le elezioni; l’anno dopo, socialisti e CGDL furono costretti a firmare
con Mussolini un Patto di Pacificazione e nacque così il P.N.F (Partito Nazionale Fascista). Durante i governi Bonomi e
Facta, mentre il fascismo acquistava potere con l’uso della forza, la sinistra attraversò una crisi che fu fatale per le
sorti del Paese.

Dopo aver dato un’impronta liberista al suo programma, Mussolini affidò a dei collaboratori un’azione di forza
dimostrativa. Essa prevedeva la mobilitazione e l’accentramento verso Roma di numerose squadre fasciste
provenienti da varie parti d’Italia. Tutto lasciava temere il colpo di Stato, ma il vero obiettivo della Marcia su Roma
rimase ambiguo fino all’ultimo. Si vide l’azione come una pressione nei confronti di Vittorio Emanuele III, perché
desse a Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo. Facta diede le dimissioni e il re affido a Mussolini il
compito di formare un solido governo di coalizione e così in poco tempo nacquero il Gran Consiglio del Fascismo, che
limitava il potere al governo, e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, cioè l’esercito privato del partito.

La vittoria della lista fascista alle elezioni fu segnata da brogli, intimidazioni e violenze, che portarono all’assassinio
del parlamentare socialista Giacomo Matteotti poiché aveva denunciato l’accaduto. Tutti a questo si aspettarono le
dimissioni di Mussolini per aver ordinato tale assassinio, ma ciò non accadde e il tutto portò a compiere degli
attentati verso il capo del P.N.F.
Grande depressione del 1929: cause e caratteristiche della crisi economica
L’inizio degli anni Venti promette al mondo intero pace e prosperità, soprattutto in seguito al Patto di Locarno in cui
anche la Germania viene ammessa nella Società delle Nazioni. Le normali curve dell’economia erano sempre state
presenti, ma dal 1929 diventano pericolose e minacciano l’intero sistema economico mondiale. Il crollo
dell’economia del 1929 avrà delle enormi conseguenze influenzando direttamente il corso degli eventi del
Novecento.

All’inizio degli anni Venti gli Stati Uniti rappresentano la forza dell’intera economia mondiale. La moneta più forte è il
dollaro americano e nelle principali città statunitensi circolano numerose automobili e le case sono piene di
elettrodomestici. Dal 1918 al 1929 gli Stati Uniti vivranno la cosiddetta Età del Jazz, un periodo di pace,
spensieratezza e prosperità economica.

Il Partito Repubblicano americano spinge e promuove la corsa all’arricchimento privato e all’accumulo di capitali.
Mentre crescono i capitali cresce pure il conservatorismo culturale e politico e così due italo-americani, Sacco e
Vanzetti, vengono accusati, arrestati e condannati a morte con un processo ingiusto. Torna anche la minaccia
xenofoba del Ku Klux Klan, espressione americana del razzismo più isterico e violento.

Il 29 ottobre 1929, dopo alcuni segnali di incertezza, la Borsa di Wall Street e l’intero sistema mondiale economico,
crollano dando inizio a una crisi che durerà quattro anni. La crisi parte dagli Stati Uniti e si diffonde in tutto il mondo,
causando effetti negativi sia sulla vita economica, sia su quella privata dei cittadini. Disoccupazione e all’orizzonte il
profilarsi di un secondo conflitto mondiale. Solo nel 1933 arriveranno i primi segnali di ripresa, soprattutto grazie al
New Deal ideato dal presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt.

Regimi totalitari
Il totalitarismo è un termine usato per definire un tipo di regime politico dove lo stato esercita il controllo sulla
società e sulla vita dei cittadini, come fece il fascismo e il nazismo, è un fenomeno proprio del novecento, quando la
propaganda e l’informazione diventa uno degli strumenti per gestire il potere e plagiare le menti. Il fascismo, ad
esempio, cercò il consenso dei cittadini creando, adunate, marce, inni, feste di regime, manifestazioni di massa e
creando il mito della guerra facendo leva sul senso di appartenenza alla patria. Il nazismo e lo stalinismo sono stati
dei regimi totalitari che hanno usato una persecuzione violenta e sanguinosa nei confronti degli oppositori politici,
degli ebrei, degli handicappati e di tutti coloro che avrebbero potuto ostacolare un progetto prefissato. I regimi
totalitari hanno rappresentato un momento di non ritorno ed è per questo motivo che occorre ricordarli, perché
possono riproporsi, in altri luoghi, in altri tempi e con altri protagonisti.

Il fascismo non nacque subito come regime totalitario, ma Mussolini, approfittando della crisi del primo dopoguerra,
fondò il 23 marzo del 1919, con il proposito di garantire al popolo il minimo salario, la giornata di 8 ore lavorative e il
voto alle donne, ma dopo aver ottenuto il consenso del popolo, passò alla violenza con le squadre fasciste che
organizzavano spedizioni punitive contro i socialisti e le organizzazioni contadine. Il 24 ottobre 1922, Mussolini per
assumere il potere ordinò alle camicie nere la marcia su Roma e il re Vittorio Emanuele III non solo non fece
intervenire l’esercito, ma chiese a Mussolini di formare un nuovo governo. Da quel momento e dopo l’uccisione di
Matteotti, che aveva denunciato brogli elettorali, il fascismo si trasformò ‘in dittatura e fu riconosciuto come partito
unico, mentre gli altri furono sciolti. Tutti i poteri passarono nelle mani di Mussolini, che si proclamava il ‘’duce’’ degli
italiani e salvatore della nazione; non c ‘era più libertà’ di stampa, il cinema e la radio erano usati per la propaganda,
fu legalizzato lo squadrismo con la creazione della Milizia Volontaria per la sicurezza Nazionale, che doveva
individuare e arrestare gli oppositori. Ma la cosa più grave fatta da Mussolini e quindi dal suo regime, fu quella di
avvicinarsi a Hitler, firmando un patto con la Germania (Asse Roma-Berlino). Fu il momento in cui il regime fascista si
adeguò al nazismo, ammettendo le leggi razziali contro gli ebrei.

Il nazismo nacque in seguito alla delusione per gli esiti della Prima guerra mondiale. Al centro delle ideologie del
partito nazista c’era il concetto di purezza della razza del popolo tedesco; bisognava sottomettere le razze inferiori
per creare una comunità priva di ogni elemento estraneo. L’apice del razzismo nazista fu l’antisemitismo, infatti
secondo Hitler, gli ebrei erano i soli responsabili dei mali della Germania e per avere una razza pura, occorreva anche
eliminare gli zingari, i portatori di handicap, gli omossessuali e i malati di mente. La dittatura di Hitler, denominato il
’’fuhrer’’ e che per i suoi seguaci rappresentava il ‘’messia’’ che avrebbe salvato la Germania, iniziò nel 1933, quando
andò al governo, instaurando uno Stato totalitario a partito unico, fu creata una polizia segreta, la Gestapo, contro
gli oppositori che venivano rinchiusi nei lager ed eliminati. Ci fu una violenta propaganda per portare i tedeschi ad
odiare gli ebrei, durante la ‘’notte dei cristalli’’ del 1938, furono infrante le vetrine dei negozi ebraici, incendiate le
abitazioni, arrestati e uccisi ebrei in tutta la Germania. Nel 1942 fu avviata la deportazione degli Ebrei nei campi di
concentramento dove morirono più di sei milioni di persone.

Lo Stalinismo, affermatosi in URSS alla fine degli anni Venti, generò uno degli Stati totalitari più feroci del XX SECOLO.
Stalin successe a Lenin e sosteneva il socialismo in un solo paese, l’URSS e dopo la grave crisi economica del 1927,
con la sua politica permise al paese di progredire economicamente e crebbe l` alfabetizzazione. Ma fu cancellata ogni
forma di libertà, la società era dominata dal terrore e dalla censura, ogni opposizione a Stalin veniva eliminata con le
cosiddette “purghe” (uccisione degli oppositori). Chi si opponeva al suo regime veniva deportato e eliminato nei
“gulag” (campi di lavoro); le vittime furono milioni. Stalin si presentava come padre e guida infallibile del suo popolo
e divenne la personificazione stessa della rivoluzione e del comunismo.

Nascita del fascismo


Il fascismo si affermò in Italia tra il 1919 e il 1922. Il 23 marzo 1919, a Milano, Benito Mussolini fondò i Fasci italiani di
combattimento e sin da subito i suoi aderenti promossero violente offensive nei confronti dei socialisti e dei
popolari, conquistando numerosi consensi alle elezioni del 1921. Il 7 novembre dello stesso anno Mussolini fondò il
Partito Nazionale Fascista (PNF) e il 26 ottobre 1922 i suoi membri, sotto la guida di un quadrumvirato, iniziarono a
convergere su Roma e, dopo le dimissioni del governo presieduto da Facta, il re invitò Mussolini ad assumere il
potere e il 30 ottobre fu varato il nuovo governo.

Resi illegittimi gli altri partiti al di fuori del PFN, il duce istituzionalizzò un nuovo organismo militare (MVSN) e creò il
Gran consiglio del fascismo, che aveva il compito di monitorare le azioni del governo. L’acquiescenza mostrata dal re
in seguito all’assassinio del deputato socialista Matteotti, il quale aveva denunciato l’iniquità della legge elettorale
che aveva reso inevitabile la vittoria del partito fascista alle elezioni del 1924, segnò l’inizio del regime dittatoriale.
Mussolini sciolse tutti i partiti al di fuori del PFN ed emanò una serie di drastici provvedimenti per la difesa dello
Stato, in seguito chiamate dagli storici "leggi fascistissime”, che vietavano la ricostituzione dei partiti disciolti: eliminò
la libertà politica dichiarando illegale ogni partito diverso da quello fascista; sostituì i sindaci; abolì tutte le cariche
elettive; stabilì che la camera dei deputati non dovesse essere eletta democraticamente ma tramite elezioni
plebiscitarie in cui si poteva accettare o respingere un’unica lista di deputati; vieta gli scioperi; introdusse la pena di
morte e istituzionalizzò il Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, un organo creato al fine di perseguitare gli
oppositori politici.

Dal punto di vista economico il partito fascista abolì il monopolio statale sull’assicurazione, privatizzò la rete
telefonica e lanciò inoltre la cosiddetta "battaglia del grano" con l'obiettivo di aumentare la produzione nazionale di
grano scoraggiandone l'importazione dall'estero.

Seconda Guerra Mondiale


Dopo aver occupato l’Austria e la Cecoslovacchia, nel marzo 1939 la Germania pretese che la Polonia gli cedesse la
città di Danzica e il suo corridoio. Nel frattempo, Hitler fece un patto con Stalin, il "Patto di non aggressione": infatti
Hitler voleva evitare di essere attaccato alle spalle dall’URSS in caso di conflitto con Francia e l’Inghilterra; invece
Stalin sperava di indurre il Fuhrer ad attaccare le democrazie occidentali, salvando così l’Unione Sovietica dalla furia
nazista.

Intanto la Polonia, spalleggiata da Francia e Inghilterra, respinse le richieste. Così il 1° settembre 1939 le truppe
tedesche invasero la Polonia e con una guerra lampo la travolsero con carri armati, bombardamenti aerei e con il
lancio di paracadutisti tedeschi. Francia e Inghilterra entrarono in guerra a favore della Polonia, mentre l’Italia si
dichiarò non belligerante.

Intanto la Russia occupò la Polonia orientale, come previsto dai patti. Hitler conquistò la Danimarca, la Norvegia, il
Belgio e l’Olanda. Il 14 giugno 1940 le truppe tedesche entrarono a Parigi. La Francia fu divisa in due zone: una
occupata dai Tedeschi e l’altra affidata al maresciallo Petain.
Mussolini, temendo di essere poco considerato nelle trattative di pace, dichiarò guerra alla Francia e all’Inghilterra il
10 giugno 1940. Hitler cercò di conquistare anche l’Inghilterra, così lanciò dei bombardamenti su Londra e su altre
città inglesi, senza ottenere l’obiettivo prefissato. Però la lotta proseguì sul mare. Nel frattempo, Mussolini tentò di
conquistare l’Egitto e la Grecia, ma le truppe italiane furono fermate.

Nel maggio 1941 gli Inglesi occuparono l’Africa Orientale Italiana. Fu quindi necessario l’intervento di Hitler in aiuto
degli Italiani; nell’aprile 1941 le truppe italo - tedesche travolsero la Jugoslavia e la Grecia. Il 22 giugno 1941 Hitler
lanciò “L’Operazione Barbarossa” per la conquista della Russia: in dieci giorni i Tedeschi occuparono le terre più
ricche dell’URSS. I Russi risposero con la tattica della “terra bruciata” e con la guerriglia partigiana. L’arrivo
dell’inverno consentì all’Armata russa di riorganizzarsi. Nel 1942 i Tedeschi furono sconfitti dai Russi a Stalingrado.
Anche l’Armata italiana, inviata per aiutare i tedeschi, fu decimata dal freddo, dalla fame e dagli attacchi nemici.
Verso la fine del 1941, il Giappone decise di entrare in guerra per conquistare l’Asia. Il 7 dicembre 1941 gli aerei
giapponesi attaccarono la base americana di Pearl Harbour, distruggendola. Dopo si lanciarono alla conquista
dell’Asia meridionale.

La controffensiva americana cominciò nel giugno 1942, con la vittoria nella battaglia delle Midway.
Contemporaneamente, il Giappone fu attaccato dalla Gran Bretagna, dai nazionalisti di Chiang, dai comunisti di Mao
e dagli Usa. Le sorti della Seconda guerra mondiale dipesero dalla qualità degli armamenti e della quantità dei mezzi
prodotti. Inoltre, l’aviazione divenne l’arma decisiva della guerra.

Il fascismo entrò in crisi con lo "Sbarco Anglo - americano" in Sicilia, il 10 luglio 1943. Pochi giorni dopo il Gran
Consiglio del Fascismo mise in minoranza il Duce, che fu arrestato; fu nominato capo del governo il
generale Badoglio, che aprì trattative segrete con gli Anglo – americani e firmò con loro “L’armistizio di CASSIBILE”
per fare uscire l’Italia dalla guerra.

intanto Mussolini, liberato da un comando tedesco, fondò la Repubblica Sociale Italiana con sede a Salò; mentre gli
Anglo - Americani liberavano l’Italia meridionale dai nazisti. Il paese fu diviso in due: al Centro-nord i Tedeschi, e al
Sud gli Anglo - americani. Nei paesi sottomessi ai nazisti si formarono nuclei di partigiani di diverse idee politiche ma
uniti nella lotta contro la dittatura, per questo formarono la Resistenza. Agli attacchi partigiani, Tedeschi e fascisti
risposero con rastrellamenti e massacrando la popolazione di interi paesi.

Il 6 giugno 1944 gli Alleati sbarcarono in Normandia; questi, con l’appoggio della Resistenza francese,
riconquistarono la Francia. Nel febbraio 1945 la Germania fu invasa dai Russi e dagli Alleati. Nell’aprile 1945 le
truppe Anglo - americane sfondarono la linea gotica. Anche le brigate partigiane insorsero: Mussolini cercò di fuggire
ma venne catturato e fucilato il 28 aprile 1945. Due giorni dopo Hitler si suicidò a Berlino e l’esercito tedesco si
arrese.

Però la guerra proseguiva ancora in Asia, tra USA e Giappone. Per fermare il Giappone, nell’agosto 1945, gli
Americani sganciarono su Hiroshima e Nagasaki due bombe atomiche che provocarono oltre 150.000 morti e
altrettanti feriti. Il 14 agosto 1945, il Giappone si arrese. Così, il 14 agosto 1945, terminò la Seconda guerra mondiale.
Dopoguerra e mondo diviso alla fine della Seconda Guerra mondiale
Il simbolo del dopoguerra è il muro di Berlino. La seconda guerra mondiale da un lato distrugge Europa e Unione
Sovietica con l’inflazione, dall’altro rinvigorisce gli USA con l’economia in crescita e la moneta forte (dollaro) e con la
necessità di un sistema aperto. Con gli accordi di Bretton-Woods si dice che:

 Il dollaro ($) è il mezzo internazionale di pagamento


 Nasce la FMI che stabilizza i cambi monetari
 USA diventa leader mondiale dell’economia
 Nasce la Banca Mondiale per aiutare i paesi sottosviluppati.

USA e Unione Sovietica hanno alcuni elementi comuni:

 Vasta estensione territoriale


 Numerosa popolazione
 Stati federati
 Grandi risorse
 Portatori di valori su scala mondiale (liberalismo e comunismo)

Gli USA diventano simbolo mondiale della democrazia liberale e di una egemonia economica. L’Unione Sovietica del
comunismo e dell’egemonia ideologica e politica. Nel 1945 si organizza la conferenza di San Francisco in cui nasce
l’ONU (organizzazione nazione unite). Dentro l’ONU c’è il consiglio di sicurezza formato da USA, URSS, Cina, Francia e
GB che hanno diritto di veto. Si inizia la divisione del mondo in due aree di influenza: ORIENTE – URSS / OCCIDENTE –
USA.

Il simbolo della divisione del mondo in due è la Germania, divisa anch’essa in Ovest (capitale Bonn) e Est (Pankov).
Berlino è divisa anche in due zone prima solo in modo formale, ma poi con l’inizio della guerra fredda viene alzato un
muro. (Zona 1 – FR, USA, GB / Zona 2 – URSS). Tra il 1946 e il 1948 nascono i blocchi ed inizia la guerra fredda tra USA
e URSS senza arrivare mai a conflitti armati. Gli USA seguono la dottrina Truman e mettono a punto il piano Marshall
con cui vi sono aiuti economici e militari per chi si allea con gli USA. In Unione Sovietica nasce il cominform (organo
di controllo ideologico) secondo cui i comunismi di tutti i paesi devono riferirsi a quello dell’Unione Sovietica.

La politica estera degli USA consiste in:

 Ricostruzione economia dei paesi occidentali e del Giappone


 Dare stabilità alle democrazie anticomuniste
 Dare indipendenza alle colonie
 Creare alleanze militari contro il comunismo.

Nel 1949 viene firmato il Patto Atlantico (alleanza di tipo politica) e il trattato della NATO (alleanza militare). Nel
1952 avviene il riarmo e creata l’arma termonucleare.

In occidente si ha una ripresa attraverso:

 Spinta maggiore delle classi popolari per maggiore partecipazione alla vita politica
 Rinascita dei partiti di massa (socialisti/cattolici)
 Nascita nuove costituzioni

Le vie di rinnovamento sono due:

 Occidente con la Welfare State (sistema che consente tutti di avere una vita dignitosa)
 Oriente con il tentativo di abbattimento del capitalismo.

Nel 1955 viene firmato il patto di Varsavia: URSS e alleati diventano una grande potenza politica-militare. Con le
indennità di guerra viene rilanciata l’industria pesante e il blocco sovietico fa nascere diverse repubbliche popolari.
Nasce una nuova frontiera in cui combattere la guerra fredda: lo spazio. Nel 1969 gli USA arrivano sulla Luna
(Armstrong, Collins, Aldrin).

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