Sei sulla pagina 1di 3

LA PRIMA GUERRA MONDIALE

LE CAUSE

Cause politiche
1. Questione delle colonie: la Germania del Kaiser (imperatore) Guglielmo II, un militarista
autoritario, era insoddisfatta perché aveva meno colonie di Francia e Inghilterra, quindi
iniziò a costruire una potente flotta da guerra per contrastare il dominio navale inglese;
2. questione dei Balcani: essi erano definiti da tutti una “polveriera”, cioè una zona ad alto
rischio. Vi erano molti popoli (bosniaci, croati, sloveni e altri) che volevano liberarsi dal
dominio dell’Impero austroungarico. La Serbia li aiutava perché voleva realizzare l’unione
di tutti i popoli slavi del sud (panslavismo) ed era alleata della Russia (che era interessata a
indebolire l’impero asburgico);
3. problema dell’Alsazia-Lorena, regione francese che era stata annessa alla Germania
dopo la guerra franco-prussiana del 1870. In Francia vi era un forte movimento
revanscista (revanche, in francese, = rivincita), che puntava alla restituzione di quei
territori;
4. negli anni precedenti si erano formate, in Europa, due alleanze contrapposte: la Triplice
alleanza (1882, tra Austria, Germania e Italia) e la Triplice intesa (1907, tra Francia,
Gran Bretagna e Russia).

Cause economiche
La maggior parte dei grandi industriali spingeva verso la guerra, perché la produzione di
armi e attrezzature belliche rappresentava per loro un enorme guadagno.

Cause culturali
In tutti i paesi europei, all’epoca, si rafforzava sempre più, nell’opinione pubblica, un
sentimento nazionalistico; l’amore per la propria patria, cioè, si trasformò in aggressività e
volontà di potenza nei confronti delle altre nazioni.

La causa scatenante, invece, la “scintilla” della guerra, scoppiò a Sarajevo, in Bosnia, il 28


giugno 1914, quando Gavrilo Princip, uno studente bosniaco membro di un gruppo
indipendentista affiliato ad un’organizzazione serba, assassinò Francesco Ferdinando,
l’erede al trono dell’Impero austroungarico. Ritenendola responsabile dell’attentato, dopo
averle imposto un ultimatum impossibile da accettare, il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra
alla Serbia.

GLI SCHIERAMENTI

Al fianco dell’Austria si schierò subito la sua principale alleata, cioè la Germania, mentre
l’Italia, pur facendo parte insieme a loro della Triplice alleanza, decise di non entrare
subito in guerra: si scatenò nel Paese un acceso dibattito tra i favorevoli all’entrata in
guerra, gli interventisti (una minoranza, ma molto rumorosa: nazionalisti, socialisti
massimalisti, interventisti “democratici”, favorevoli all’intervento in guerra come “quarta
Guerra d’indipendenza”) e chi era contrario, i neutralisti (la maggioranza: i socialisti, i
liberali giolittiani, i cattolici). Alla fine prevalsero gli interventisti e l’Italia entrò in guerra,
nel maggio del 1915, al fianco della Francia e dell’Inghilterra, dopo che ad aprile il ministro
degli Esteri Sidney Sonnino aveva firmato segretamente, senza informare il Parlamento, il
Patto di Londra.

A fianco dell'Intesa, quindi Francia, Inghilterra, Russia), si schierarono:


- Giappone (per impadronirsi dei possedimenti tedeschi in Estremo)
- L'Italia (dal 1915)
- Il Portogallo
- La Romania
- La Grecia
- Gli USA (dal 1917, e si trascinarono dietro numerosi paesi extra-europei, come Cina,
Brasile e altre repubbliche latino-americane)

A fianco degli Imperi centrali (Impero germanico e Impero austroungarico):


- Turchia (Impero ottomano)
- Bulgaria

LO SVOLGIMENTO DELLA GUERRA

All’inizio della guerra, la tattica della Germania consisteva nell’attuare una guerra di
movimento (o “guerra-lampo”), attaccando a sorpresa la Francia passando dal Belgio, ma
l’avanzata tedesca in Francia fu fermata dalla resistenza dei francesi sul fiume Marna, a 40
km da Parigi. In tal modo, la guerra-lampo si trasformò in una guerra di posizione
(combattuta nelle trincee). Le battaglie più importanti sul fronte orientale (quelle di
Tannenberg e dei Laghi Masuri) videro la vittoria dei tedeschi sui russi. Le battaglie
principali (e più sanguinose) sul fronte occidentale furono invece quella di Verdun, dove
furono usati per la prima volta i lanciafiamme, e quella della Somme (dove furono usati per
la prima volta i carri armati). Queste due battaglie causarono la morte di quasi un milione
di soldati. Sul fronte meridionale, una delle battaglie più importanti fu quella di Caporetto,
il 24 ottobre del 1917, dove l’Italia subì dagli austriaci una sconfitta disastrosa. Il 1917 fu
un anno decisivo per la guerra: la Russia si ritirò, perché era scoppiata la rivoluzione ed
era stato cacciato lo zar, ma al fianco di Francia e Inghilterra entrarono in guerra gli Stati
Uniti. Questi ultimi avevano deciso di entrare in guerra soprattutto perché la guerra
sottomarina fatta dai tedeschi, che con i loro sommergibili affondavano sistematicamente
qualsiasi nave, civile o militare, che solcasse l’Atlantico e il Mare del Nord, li danneggiava
pesantemente dal punto di vista economico.
Nel marzo del 1918, dopo che i russi, firmando la pace di Brest-Litovsk, erano usciti
ufficialmente dalla guerra, i tedeschi provarono un ultimo, disperato tentativo di attacco sul
fronte occidentale, ma dopo mesi di combattimento furono nuovamente fermati sul fiume
Marna. Ormai erano esausti. L’ultima grande battaglia vide protagonisti gli italiani, che
esattamente un anno dopo la sconfitta di Caporetto si presero la rivincita sugli austriaci,
conseguendo una grande e decisiva vittoria a Vittorio Veneto. Ormai la guerra poteva dirsi
finita.
PACE E CONSEGUENZE

La conferenza di pace, a Versailles, ridisegnò completamente la carta geografica d’Europa:


sparirono quattro imperi (quello germanico, quello austroungarico, quello russo e quello
ottomano) e nacquero (o rinacquero) alcuni nuovi stati (la Cecoslovacchia, la Jugoslavia,
l’Estonia, la Lettonia e la Lituania); la Polonia fu ricostituita, togliendo territori alla
Russia e all’Austria. L’Italia si prese il Trentino, l’Alto Adige (in contraddizione col
principio di nazionalità, dato che il Sud Tirolo era abitato da popolazioni austriache, di
lingua e cultura germanica), la Venezia Giulia e l’Istria. La Germania venne considerata
la principale responsabile della guerra, perciò non solo perse diversi territori, sia a Ovest
che a Est, ma venne umiliata e sottoposta a condizioni di pace durissime.
Il numero totale di morti, tra militari e civili, fu di circa 18 milioni. Subito dopo la guerra,
però, il mondo dovette sopportare un altro durissimo colpo, persino più mortale: dal 1918 al
1920, almeno cinquanta milioni di persone (addirittura cento milioni, secondo alcuni
storici) morirono a causa della cosiddetta “influenza spagnola” (che in realtà fu portata dai
soldati americani).

Potrebbero piacerti anche