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Situazione pre-bellica

Poco prima dell’inizio della IWW, l’Europa è divisa in due alleanze, da una parte la Triplice Alleanza
(Germania, Impero Austro-Ungarico e Italia), dall’altra la Triplice Intesa (Inghilterra, Francia e Russia).

In questo periodo pre-bellico, nel primo decennio del 900, le potenze europee sono in costante rivalità, sia
economica, che coloniale che militare, tra queste potenze, la Germania, stato centralizzato e autoritario,
guidata da Otto von Bismark e Guglielmo II e unificatasi nel 1871 aspira a diventare una nuova potenza
egemone e a primeggiare in Europa. Creerà infatti una grande flotta navale, in grado di rivaleggiare con
quella inglese. Inoltre l’intenzione dei tedeschi è anche quella di estendere il proprio dominio sulle regioni
europee con popolazioni tedesche (pangermanesimo) (Come la Boemia o le Fiandre)

In tutta Europa si diffondono movimenti nazionalisti e irrendentisti che spingono sempre di più alla guerra:

I movimenti nazionalisti sono la degenerazione di patriottismo e di idea di nazione, è il difendere la propria


razione in maniera radicale e questo porta alla violenza, al razzismo, alla xenofobia. Tra questi abbiamo il
pangermanesimo in Germania (dominio della Germania su tutte le terre di lingua tedesca) e il panslavismo
Russo (dominio Russo su tutte le terre slave). Questi movimenti esaltano la guerra, per dimostrare la forza
della nazione.

Gli Irrendetismi invece, rivendicano territori o popolazioni:

L’irredentismo italiano, che rivendica le regioni del nord-est Italia (Friuli, Istria, Dalmazia, Trentino).

L’irredentismo francese (Revanchismo), riottenere le regioni dell’Alsazia e della Lorena, perse durante la
guerra Franco-Prussiana (1877).

L’irredentismo serbo, con l’intenzione di unificare tutti i popoli iugoslavi (slavi del sud) (serbi, bosniaci,
croati, sloveni) in un unico stato. Ma ciò venne impedito dall’Austria, che annetté la Bosnia-Erzegovina nel
1908.

Inoltre, due situazioni in particolare portarono sempre di più alla guerra:

Le due Crisi Marocchine (del 1905 e del 1911), la Francia cercava di impadronirsi del Marocco, stato
indipendente, ma la Germania si oppose e difese l’indipendenza del Marocco, si arrivò quasi a uno scontro
armato, ma tutto si risolse con un compromesso, la Francia ottenne il protettorato sul Marocco, la
Germania una parte del Congo Francese.

E la situazione nei Balcani, molto instabile, che viene definita anche “Polveriera Balcanica”, infatti in questa
zona convergono interessi austriaci, slavi, turchi, russi e italiani. Tutto partì nel 1908, quando l’Austria
annetté la Bosnia-Erzegovina (violando anche il congresso di Berlino del 1878 (che puntava a creare
equilibrio)), ciò fece irritare i Serbi, che volevano creare un unico stato che unificasse tutti i popoli iugoslavi
(serbi, bosniaci, croati e sloveni). Inoltre avvengono due guerre Balcaniche (1912-1913), con Serbia, Grecia,
Montenegro e Bulgaria (con l’appoggio della Russia) che cercavano di sottrarre la Macedonia all’impero
ottomano, la guerra durò pochi mesi e finì con il trattato di Londra, ma ci fu subito una seconda guerra, con
i turchi che cercavano di recuperare le terre perse e un conflitto tra Bulgaria, Grecia e Serbia, questa
seconda guerra finì con il trattato di Bucarest, che ridette la Tracia alla Turchia, il Kosovo e parte della
Macedonia alla Serbia. Inoltre nacque un nuovo stato indipendente, l’Albania.

Prima guerra mondiale

Il casus belli, l’evento che fece scoppiare la prima guerra mondiale, la goccia che fece traboccare il vaso, è
l’Attentato di Sarajevo (28 giugno 1914), viene ucciso l’erede al trono austriaco Francesco Ferdinando,
ucciso insieme alla moglie da un giovane indipendentista serbo, Gavrilo Princip. L’Austria allora dichiara
guerra alla Serbia (il 28 luglio 1914), ma la Russia entra in guerra in difesa dei Serbi e dichiara guerra agli
imperi centrali, scatta allora il sistema delle alleanze e parte una reazione a catena, con la Germania che
entra in guerra, poi la Francia e l’Inghilterra. L’Italia invece, essendo la triplice alleanza un patto difensivo ed
essendo stati gli imperi ad attaccare, l’Italia decide, al momento, di non entrare in guerra e rimanere
neutrale.

Si creano allora due grandi fronti, uno occidentale (tra Germania – Francia e Inghilterra) e uno Orientale
(tra Germania e Austria – Russia). Inizialmente tutte le potenze pensavano sarebbe stata una guerra lampo,
di breve durata, ma non fu così. La Germania ci provò con il Piano Schlieffen, ovvero colpire alle spalle la
Francia, passando per il Belgio (neutrale), mettendo così fuori gioco i francesi e concentrare così tutte le
forze nel fronte orientale, ma i belgi resistettero e dettero tempo ai francesi e agli inglesi di riorganizzarsi e
respingere i tedeschi lungo il fiume Aisne.

Da questo momento in poi i fronti si stabilizzano e la guerra da guerra di movimento diventa una guerra di
posizione, con i soldati che scavano km e km di trincee, dove proteggersi dal fuoco nemico.

La guerra si svolse anche sui mari, in particolare tra Germania e Inghilterra, qui l’obiettivo era quello di
bloccare il rifornimento di armi e merci, con navi corsare camuffate da mercantili, che affondavano tutte le
navi che incontravano. La Germania inoltre utilizzò anche gli U-Boat (sottomarini) per colpire a sorpresa le
navi (dopo aver colpito una nave americana fecero innervosire pure gli USA). La guerra diventa anche
mondiale, i tedeschi vengono sconfitti dagli inglesi sulle isole Falkland (in Argentina), il Giappone attacca i
protettorati tedeschi in Cina e in Africa, le colonie dell’intesa occupano le colonie tedesche (il Camerun, il
Togo e l’Africa orientale tedesca e l’Africa sud-occidentale). Al fianco dell’alleanza entra in guerra anche
l’Impero Ottomano, che attacca le regioni russe del Caucaso.

Come detto prima, l’Italia decide per il momento di rimanere neutrale. Da una parte c’è chi non vuole
entrare in guerra (neutralisti), come Giolitti (che voleva l’Italia neutrale affinché avesse poi vantaggi
economici e diplomatici), i cattolici e i socialisti (contrari alla guerra perché la guerra arricchisce di più la
borghesia e inoltre ad andare in guerra sono i poveri). C’è invece chi spinge ad entrare in guerra
(interventisti), come i nazionalisti, gli irredentisti e i socialisti reazionari (Tra cui il giovane Mussolini,
sostengono che attraverso il disordine della guerra si può instaurare il comunismo), a sostenere la guerra
sono anche vari poeti, come Gabriele d’Annunzio o il movimento del Futurismo (tra cui Marinetti, che
esalta la guerra come unica igiene del mondo, ed esalta i possibili cambiamenti che potrebbe portare la
guerra).

L’Italia decide allora di entrare in guerra, prima di entrarci passa però dall’alleanza all’intesa, firmando il 26
aprile del 1915 il Patto di Londra, un trattato segreto (all’insaputa del parlamento), secondo cui l’Italia
entrava in guerra al fianco dell’intesa e contro gli imperi centrali e a fine guerra avrebbe ottenuto le regioni
del nord-est, l’Istria, la Dalmazia e il Dodecaneso. (Il periodo che va tra la firma del patto di Londra e
l’entrata in guerra viene definita da D’Annunzio “Le radiosi giornate di Maggio”). (Salandra subentra a
Giolitti).

L’Italia entrerà ufficialmente in guerra il 24 maggio 1915, dichiarando guerra all’Austria, si crea così questo
terzo fronte di guerra. L’esercito italiano, guidato da Cadorna, attacca l’Austria da ovest verso est attraverso
i fiumi Isonzo e Carso, ma vengono schiacciati dagli austriaci (guidati dal generale Conrad), più forti
militarmente, l’Italia perde quindi terreno ed è costretta ad arretrare al Piave.

Come detto prima, i fronti della guerra si stabilizzano attraverso le trincee (fossati) e ogni esercito ha
difficoltà ad avanzare, la guerra allora diventa una guerra di posizione/trincea/logoramento, i soldati
infatti scavano lunghe trincee (fossati) per difendersi dal fuoco nemico, la vita nelle trincee era terribile, i
soldati vivevano nel fango, tra i topi, tra i cadaveri, esposti alle malattie e senza cibo. Questa guerra fu un
disastro, tanti morti, tante perdite economiche ma pochissime conquiste, si avanzava di poco.
Questa guerra è detta anche guerra totale, perché molte risorse vennero usate in favore della guerra, come
molte industrie che si convertirono ad industrie belliche o la propaganda che incoraggiava i civili ad
arruolarsi e a continuare con la guerra.

Punto di svolta della guerra fu il ritiro della Russia, nel 1917, la situazione in Russia era particolare, un
territorio rurale, arretrato, con poche industrie e ferma ancora all’antico regime, con a governare lo Zar
Nicola II, la guerra si stava prolungando e il malcontento tra il popolo era alto, troppe perdite e si la gente
moriva di fame. Tutto ciò porto alla Rivoluzione d’Ottobre, nel febbraio del 1917 e all’abdicazione dello Zar
Nicola II e l’instaurazione di un governo comunista, guidato dal capo dei bolscevichi, Lenin. Il nuovo
governo comunista si ritirò subito dalla guerra, con la pace di Brest-Litovsk (Russia fuori dalla guerra e
perde la Polonia, la Lituania, le province baltiche, la Finlandia e l’Ucraina).

L’uscita della Russia porta in vantaggio l’Alleanza e mette in difficoltà l’Intesa, perché tutte le forze occupate
nel fronte orientale vengono spostate nel fronte occidentale e preparano l’offensiva decisiva per chiudere
la guerra. L’Italia inoltre subisce la peggior sconfitta di sempre, a Caporetto (24 ottobre 1917), quando
tedeschi e austriaci spezzano il fronte italiano a Caporetto.

A questo punto gli Stati Uniti (presidente Woodrow Wilson) decidono di entrare in guerra per risolvere il
conflitto, a fianco dell’Intesa, dicono di entrare in guerra in nome della libertà e della democrazia e contro
gli antichi regimi, ma il vero motivo è economico, capiscono che un crollo economico in Europa (in
particolare l’Inghilterra) avrebbe avuto ripercussioni negative anche in America. Questo intervento però
costerà caro all’Europa, che da questo momento in poi inizia l’egemonia americana, gli stati europei infatti
si indebitano tantissimo con gli americani.

Gli Stati Uniti inviano più di 2 milioni di soldati, materie prime e viveri sul fronte occidentale, questo
intervento fu decisivo e rovesciò la guerra, i tedeschi infatti furono sconfitti nella seconda battaglia della
Marna (primavera 1918) e nella battaglia di Amiens (agosto 1918) e si ritirarono.

La ritirata tedesca portò vantaggi anche agli italiani, che riuscirono a sconfiggere gli austriaci a Vittorio
Veneto (il 24 ottobre 1918) e la resa dell’Austria a Villa Giusti (3 novembre). L’11 novembre anche la
Germania si arrende, l’imperatore abdica e la Germania diventa una repubblica.

La guerra finisce, e il 18 gennaio 1919 avviene la pace di Parigi e in seguito i Trattati di Versailles, i vincitori
della guerra (USA, Inghilterra, Francia e Italia) si riuniscono a Parigi per decidere le sorti dell’Europa, per
garantire pace ed equilibrio tra le nazioni. Vennero creati molti stati cuscinetto, per separare l’Europa
dall’Unione Sovietica, ed evitare che il comunismo arrivi pure in Europa, l’impero Ottomano e l’impero
Austro-Ungarico si sciolsero, creando così tantissimi stati indipendenti, come la Jugoslavia.

Però fecero vari errori che non aiutarono a portare pace in Europa, ma anzi a peggiorare la situazione, in
primis, non far partecipare le nazioni sconfitte, ma solo i vincitori, poi, le sanzioni pesantissime inflitte alla
Germania, la Germania fu “umiliata”, perdite territoriali, riduzione dell’esercito e risarcimento economico
alle nazioni vincitrici. Anche l’Italia ne uscì delusa e insoddisfatta, molti territori che le erano stati promessi,
come la Dalmazia non le furono dati. Queste insoddisfazioni in Italia e in Germania porteranno all’ascesa
del fascismo e del nazismo e allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Secondo il presidente americano Wilson, l’Europa doveva essere liberale e democratica, e presentò i suoi
14 punti (14 punti di Wilson), tra cui: promuovere la nazionalità e l’indipendenza dei popoli, vietare la
diplomazia segreta, diminuire gli armamenti, creare una società delle nazioni e promuovere il commercio
internazionale.

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