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STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI

21/09 
Verso la Prima guerra mondiale.
Per un secolo intero non c’era stata una guerra generale, cioè una guerra nella quale fossero coinvolte tutte le
maggiori potenze, o almeno la maggior parte di esse. Fra il 1871 e il 1914 non c’erano stati conflitti in Europa nei
quali gli eserciti delle grandi potenze si scontrassero sui propri territori, sebbene in estremo oriente il Giappone
avesse combattuto e vinto una guerra contro la Russia nel 1904-1905, accelerando così la corsa della Russia verso la
rivoluzione.
La Germania viene considerata responsabile dello scoppio del conflitto ovviamente la questione della responsabilità
è alla base di tanti nodi del corso delle due guerre, per esempio delle riparazioni che la Germania dovrà pagare ma
soprattutto con essa si radica all’interno della nazione tedesca un desiderio di rivincita perché si sente maltrattata
dalle potenze vincitrici.
Ovviamente non può essere questa l’unica spiegazione dello scoppio della Prima guerra mondiale, sono vari i fattori.
Una delle cause è un sistema di alleanze troppo rigido che scattano in maniera quasi automatica.
Mutua difesa Germania e Austria Ungheria grazie Bismark a cui si unisce l’Italia formando la triplice alleanza nel 1882
anche se poi all’ingresso della Prima guerra mondiale fa un'altra scelta con il patto di Londra. La politica di Guglielmo
II distrugge quello che evitava Bismark alleanza tra Francia e Russia nel 1891 e che quindi vede le due allearsi, la
Francia sarà principale finanziatrice del tentativo dell’impero zarista di modernizzarsi e di riarmare l’esercito a fine
800. Questa alleanza venne a sua volta completata dalla famosa cordiale intesa tra Francia e Inghilterra nel 1904
sugli interessi coloniali. Prevedeva il riconoscimento delle rispettive sfere di influenza francese sul Marocco e quello
inglese sull’Egitto e il cerchio si conclude con accordo anglo russo nel 1907. Molto interessante perché viene
riconosciuto un interesse inglese nell’Afghanistan con l’accordo franco russo.
Una delle altre cause è la corsa al riarmo che è generalizzata e che è collegata alle grandi scoperte che ci sono sul
piano tecnologico grazie alle quali utilizzarono in guerra soprattutto i carri armati, sottomarini. Tutta una serie di
innovazioni che spingono al riarmo riarmerà la Germania, in primo luogo, grazie all’ammiraglio Von Tirpiz e questo
viene visto dalle altre come una minaccia e porterà alla parte inglese la volontà di riarmare la propria flotta. Riarma
anche la Russia grazie ai finanziamenti francesi, l’impero russo cerca di riorganizzare esercito e potenziare i
collegamenti ferroviari. 
Un delle prove che viene ed è strettamente collegata a riarmo e viene utilizzata per evidenziare responsabilità
tedesca è il piano di guerra lampo che viene elaborato dal tedesco capo di stato maggiore Schlieffen nel 1905 e
prevedeva l’ipotesi di una guerra tra due fronti, di come reagire a una ipotesi di guerra tra due fronti tra la Russia e
Francia e questo piano prevedeva una guerra lampo di un attacco contro la Francia attraverso il Belgio neutrale, per
permettere alle truppe tedesche di concentrarsi sul fronte orientale contro la Russia. È una delle cause che portano
allo scoppio della Prima guerra mondiale.
Le crisi che recedono la Prima guerra mondiale. Microcrisi che scoppiano perché l’impero ottomano si sta sempre di
più indebolendo e creano instabilità.
Le prime che portano tensioni tra Germania e Francia riguardano il Marocco perché Germania voleva estendere la
propria potenza sul Marocco tra 1905 e 11 che diventerà poi protettorato francese.
Ma la cosa più importante è indebolimento dell’impero ottomano che si estendeva in tracia e macedonia,  quindi era
l’estensione dell’impero ottomano in Europa zona molto importante perché controllava gli stretti del Bosforo e
dardanelli potta di ingresso per il Mediterraneo molto ambita dalla Russia. Oltre a questi possedimenti europei si
estendeva nella penisola anatolica ma quello che faceva più gola erano quelli nella mezza luna fertile aerea del
Medioriente molto ampia ancora non esisteva Siria Iraq libano, Giordania era un’area che comprendeva tutti questi
territori e che faceva molto gola alle potenze europee. Nel 1908 c’è una prima crisi e infatti i Balcani saranno color
che si faranno sentire le tensioni tra i paesi europei.
La prima nel 1908 c’è all’interno dell’impero ottomano un colpo di stato organizzato da un gruppo di esuli militari
studenti che prendono il nome di giovani turchi e che cercano di modernizzare l’impero ottomano, ma mettendo
comunque al potere un sultano, questo momento di instabilità all’interno dell’impero ottomano viene utilizzato
dall’impero austroungarico che annette la Bosnia-Erzegovina che mette un terremoto negli equilibri dei Balcani. Altro
esempio che cerca di sfruttare la situazione è l’Italia che quella che noi oggi conosciamo come Libia era parte
dell’impero ottomano e tra 11 12 l’Italia scatena una guerra per conquistare Tripolitania e cirenaica.
 
Ascesa del nazionalismo serbo tentativo di ingrandirsi Serbia che è appoggiata dalla Russia, dalla Russia zarista, nel
nome del panslavismo e dal fatto che tutti e due sono cristiano ortodossi e quindi la Serbia si mette alla testa di una
lega di paesi Balcani bulgari Serbia, Montenegro, Grecia che scatenano una guerra 1912 1913 prima e seconda
guerra balcanica.
I Balcani sono considerati la polveriera d’Europa perché da qua inizia tutto.
 

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22/09
La Prima guerra mondiale
Scoppio causato dall’attentato del 28 giugno 1914 a Sarajevo compiuto colpendo a morte l’arciduca Francesco
Ferdinando d’Austria e testimonia come i Balcani fossero la polveriera, erede al trono dell’Impero austro-ungarico,
l’autore è lo studente serbo-bosniaco Gavrilo Princip appoggiato dal gruppo terroristico serbo della Mano Nera.
L’Austria invia un ultimatum alla Serbia che non può accettare perché chiede di fare delle indagini facendo
partecipare esponenti del governo austriaco. Di fatto l’impero austro-ungarico dichiara guerra alla Serbia il 28 luglio
1914 innescando in un processo a catena lo schieramento delle alleanze contrapposte: la Russia interviene per
difendere la Serbia (Russia alleata a Serbia in base ai principi del panslavismo) e la Germania in virtù dell’alleanza del
1879 a fianco dell’Austria-Ungheria dichiarando guerra alla Russia e alla Francia invadendo il Belgio neutrale
attuando così il piano Schlieffen (passare attraverso il Belgio neutrale per effettuare una guerra lampo contro la
Francia, che poi in realtà non fu).
Interviene anche la Gran Bretagna formalmente per difendere la neutralità del Belgio, in realtà mette appoggio alla
Francia, ma anche per contenere l’egemonia della Germania.

- Articolo 231 trattato di Versailles: si ritiene la Germania responsabile dello scoppio della guerra perché si
ritiene avesse un ruolo egemonico nell’Europa.
- Nel 1905 all’indomani della guerra russo-giapponese vinta dal Giappone, ci sono dei moti rivoluzionari in
Russia a Pietrogrado dovuti alle condizioni di povertà della popolazione, lo zar consente alla polizia di sparare
sulla folla (errore grave, non si rende conto delle richieste del popolo).
- Nel 1914 la Russia è un paese molto arretrato, lo zar Nicola II tenta la modernizzazione ma è molto tardivo.

Italia: formalmente alleata con la Triplice Alleanza, ma utilizza un cavillo dell’accordo sostenendo che l’alleanza fosse
difensiva e che quindi prevedeva di entrare in guerra solo se una potenza alleata fosse stata attaccata, ma era stata
l’Austria-Ungheria a dichiarare guerra, quindi in un primo momento si dichiara neutrale.
Si apre un dibattito in Italia tra interventisti e neutralisti: Giolitti e i liberali ritenevano più vantaggioso starne fuori;
altri contrari erano i cattolici e i socialisti (tranne Mussolini che era interventista, infatti poi verrà espulso dal partito).
A favore invece vi erano i nazionalisti, D’Annunzio, Marinetti.
L’Italia vive la guerra come fosse una nuova guerra d’indipendenza, voleva ottenere compensi territoriali e
completare l’unificazione facendo entrare territori ritenuti italiani in Italia.
Viene così stipulato il Patto di Londra, un accordo segreto che verrà fortemente criticato sia dai russi bolscevichi che
lo vedevano come un esempio di quella diplomazia segreta considerata come una delle cause dello scoppio della
guerra; e dal presidente americano Wilson che nei suoi 14 punti, uno dei punti richiede proprio la fine della
diplomazia segreta.
L’Italia ottiene promesse significative nel patto: Trento, Alto-Adige (abitato da persone che parlano tedesco, creerà
sempre tensioni con l’Austria), Trieste, Gorizia, compensi in Istria e Dalmazia (esclusa Fiume), un’ipotesi di
protettorato sull’Albania, le isole del Dodecaneso, una regione mineraria in Anatolia (Adalia).
Il patto di Londra creerà molti contrasti con le popolazioni slave e poi vi è anche la questione della vittoria mutilata
che sarà un tema su cui il fascismo e Mussolini giocheranno molto.
L’Italia entra in guerra nel maggio del 1915 a fianco dell’Intesa. È una guerra pensata essenzialmente contro l’Austria,
combattuta soprattutto nelle trincee.
Impero Ottomano: decide nel 1914 di entrare in guerra a fianco della Germania e dell’Austria-Ungheria, l’obiettivo è
quello di contenere la possibilità di un espansionismo russo, inoltre è da sottolineare il fatto che la Germania stava
effettuando molti investimenti nell’Impero Ottomano come la ferrovia Berlino-Baghdad, e soprattutto un generale
tedesco stava addestrando le truppe dell’impero ottomano.
L’ingresso in guerra dell’Impero Ottomano è interessante perché entra in guerra con tutti i propri territori e quindi di
fatto l’Inghilterra teme molto soprattutto per il canale di Suez, per i propri commerci verso l’India e il Medio Oriente.
Sarà un intervento che porterà anche a delle vittorie come la battaglia di Gallipoli, vinta dall’impero ottomano
contro gli inglesi, Churchill fu uno degli strateghi di questa battaglia e fu accusato della sconfitta inglese, proprio
durante questa battaglia emerge tra i militari turchi un ufficiale Mustafa Kemal Atatürk che sarà il padre della Turchia

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moderna. L’Inghilterra è moto preoccupata dall'ingresso in guerra dell'impero ottomano tanto che scatenerà nel
1917 un’operazione militare che dall’Egitto porterà gli inglesi a prendere il controllo della Palestina e della Siria.
La Bulgaria entra in guerra a fianco della Germania e dell’Austria-Ungheria con la speranza di sconfiggere la Serbia; la
Romania invece entra a fianco dell’Intesa, così come farà il Giappone con l’obiettivo di impossessarsi di una serie di
possedimenti tedeschi nel Pacifico, isole strategicamente importanti.
Gli USA si dichiarano in un primo momento neutrali.
Dopo i successi iniziali della Germania sul fronte francese, la guerra lampo non ha successo e gli eserciti essendo
equiparati fanno diventare il conflitto una guerra di logoramento contrassegnata dalle trincee.
Anche sul fronte orientale l’offensiva russa viene bloccata dai tedeschi e anche qua si creerà una situazione di stallo.
L’impero ottomano approfitta della Prima guerra mondiale per risolvere anche dei problemi interni, a partire dal
1915 ha luogo il genocidio della popolazione cristiana armena, l’impero ottomano era un impero multietnico, gli
armeni erano una comunità molto potente e ricca all’interno dell’impero e di fatto vennero accusati di essere una
quinta colonna della Russia da parte del governo turco. L’impero approfitta di questa accusa per effettuare una
terribile deportazione degli armeni verso la Siria molti massacrati e uccisi, è un genocidio che porterà alla morte di
circa 1 milione di armeni.

Se sul piano degli eserciti la guerra diventa di logoramento, la Gran Bretagna cerca in qualche maniera di piegare la
Germania e lo fa con un blocco navale che poi sarà l’inizio della guerra sottomarina. La Germania scatena una vera e
propria guerra sottomarina indiscriminata che porterà anche ad una delle cause dell’ingresso in guerra degli Stati
Uniti perché vengono affondate anche navi civili e non solo militari (famoso il caso della Lusitania dove a bordo si
trovavano più di 100 cittadini americani).
1917: momento di svolta per la guerra con l’entrata degli USA nell’aprile. Il presidente americano era il democratico
Woodrow Wilson eletto nel 1913, rimane al potere per due mandati, professore dell’università di Princeton di diritto
ed economia, allo scoppio della guerra si dichiara neutrale ed era stato rieletto proprio con la promessa di rimanere
neutrali.
Gli Stati Uniti entrano in primo luogo per contrastare la guerra sottomarina, ma anche per interessi economici
perché gli Stati Uniti iniziano a finanziare la guerra delle potenze dell’Intesa con risorse sempre più importante. I
prestiti americani alle potenze dell'intesa erano di circa 12 miliardi di dollari, questo fa si che per gli Stati Uniti sia
molto importante che non vinca la Germania perché se no non avrebbero mai avuto indietro i soldi indietro.
Quando gli Stati Uniti entrano in guerra vedremo fare da Wilson qualcosa che poi farà anche Roosevelt nella Seconda
guerra mondiale, ossia inizia da subito ad elaborare un programma per il dopoguerra.
Wilson è un idealista, un internazionalista, e inizia a pensare a un sistema internazionale che doveva evitare lo
scoppio di nuove guerre, venne creata una commissione apposita che porterà alla elaborazione del programma di
Wilson: i 14 punti di Wilson.
Ci sono dei punti veramente rivoluzionari, si parla della fine della diplomazia segreta, si inizia a parlare di principio di
autodeterminazione dei popoli che per il 1919 è qualcosa di assolutamente rivoluzionario, i paesi europei sono per la
maggior parte potenze imperiali; ci sarà anche un programma a cui Wilson teneva moltissimo ossia l’idea di creare
una nuova organizzazione internazionale che sarà la Società delle Nazioni il cui compito doveva essere quello di
prevenire nuovi conflitti.
Gli Stati Uniti entrano in guerra ma non inviano sul fronte molti soldati però nel 1918 viene ripristinato il servizio
militare obbligatorio e vengono inviati sul fronte francese circa un milione di soldati.
L'altro avvenimento importante per l'esito della guerra è sicuramente la rivoluzione bolscevica.

Rivoluzione russa: ha luogo in due ondate rivoluzionarie la prima nel febbraio 1917 e la seconda nell’ottobre dello
stesso anno.
Le condizioni con cui lo zar decide di andare in guerra mettono il paese in ginocchio, vengono arruolati i contadini e
questo porterà a un crollo della produzione agricola e quindi anche a un malessere generale della popolazione,
inoltre l’esercito era mal preparato e mal equipaggiato.
I primi moti si hanno nel febbraio 1917 a San Pietroburgo (Pietrogrado), qui vi erano degli scioperi che derivavano
dalla fame, dalla povertà della popolazione, l’esercito si rifiuta di seguire gli ordini dello zar di sparare sui cittadini
che protestavano. Lo zar abdica e viene creato un governo provvisorio borghese, quindi vicino allo zar, che decide di
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continuare la guerra nonostante la popolazione non volesse, ma contemporaneamente vengono creati i Soviet, degli
organismi di rappresentanza di operai e contadini che inizieranno a prendere sempre più potere.
Un grande personaggio che era in esilio in Svizzera e ritorna è Lenin che presenta le sue Tesi di Aprile dove espone la
sua visione: si dichiara contrario alla guerra, vuole chiedere la pace, vuole l’esproprio delle terre, ritiene che la prima
parte della rivoluzione socialista fosse ormai conclusa e che quindi fosse arrivato il momento di dare il via alla
seconda parte della rivoluzione che avrebbe dovuto portare al potere gli operai e i contadini, i bolscevichi.
Lenin ha accanto Leon Trotskij, suo braccio destro, un ebreo che sostiene fermamente che la Rivoluzione russa è solo
il primo passo verso l'esportazione della rivoluzione socialista in tutta Europa, e questa posizione di Trotskij lo
metterà in contrasto con Stalin, un georgiano, molto più pragmatico (dopo la morte di Lenin ci sarà proprio questa
lotta tra Stalin e Trotskij), sosteneva che si dovesse realizzare il socialismo in un solo paese e che l'idea di trasportare
il socialismo in altri paesi europei fosse ormai un'utopia.
Quando scoppia la seconda ondata di rivoluzione nell’ottobre i bolscevichi prendono il potere ed escono dalla
guerra, ma scoppia una guerra civile terribile all’interno perché vi erano intere province e regioni all'interno
dell'impero russo dove vi erano generali fedeli allo zar, i russi bianchi, contrari all’ascesa dei bolscevichi al potere. La
guerra civile durerà fino al 1920 e vedrà l’appoggio della Francia e del Giappone proprio ai russi bianchi che vogliono
evitare l'espansione della rivoluzione bolscevica in altre parti d’Europa.
La Russia esce dalla guerra con il trattato di Brest-Litovsk del marzo 1918, un trattato durissimo per la Russia perché
chiaramente Germania e Austria-Ungheria volevano approfittarsene e la Russia deve rinunciare a tantissimi territori:
indipendenza a Finlandia e paesi Baltici e anche all’Ucraina, perderà anche parte della Bielorussia. Questo dà la
speranza alla Germania e all’Austria-Ungheria di avere la meglio ma in realtà non sarà così, la Germania tenta
un'offensiva in Francia nella primavera del 1918 ma non sfonda grazie anche all’arrivo dei soldati americani; poi ci
sarà la controffensiva dell’Italia a Vittorio Veneto.
La guerra finisce con l’impero ottomano che viene sconfitto e già nel 1918 chiede di uscire dalla guerra; si disgrega
completamente l’impero austro-ungarico, un grande impero multietnico dove ci sono popolazioni che chiedono di
uscire e formare nuovi stati, tra loro i Boemi, Moravi, Slovacchi che nell’ottobre del 1918 danno vita alla
Cecoslovacchia, poi nei Balcani i serbi, croati e sloveni danno vita al Regno dei serbi croati sloveni che poi diventerà
la Jugoslavia. L’Austria-Ungheria firma l'armistizio sul fronte italiano il 3 novembre 1918 (Villa Giusti).
La Germania è costretta a firmare l’armistizio, costretta perché non subisce una vera e propria sconfitta sul piano
militare, certamente non avrebbe potuto continuare la guerra perché versava in condizioni economiche sempre più
gravi, inoltre serpeggiava in Germania la rivoluzione socialista (rivoluzione spartachista a Berlino) tutti tentativi di
realizzare quanto stava avvenendo in Unione Sovietica, un momento di grandissima instabilità per lo stato tedesco.
La Germania però ancora per esempio occupava ancora il Belgio, fa arretrare gli eserciti, quindi nasce subito un
senso di ingiustizia e la volontà di rivincita e revisionismo perché la Germania non era stata effettivamente sconfitta.
La Germania, quindi, chiede l'armistizio per ultima con la Francia l'11 novembre 1918 a Compiègne nel famoso
vagone ferroviario che poi verrà riutilizzato da Hitler per l’armistizio con la Francia.

Impero Ottomano: prima della guerra era molto esteso. La Gran Bretagna non cerca solo di sconfiggere l'impero
ottomano sul piano militare attraverso l'operazione militare in Palestina e Siria, ma cerca anche di trovare degli
alleati all’interno dell’impero ottomano che da dentro cerchino di sconfiggerlo. Manda un suo emissario, Mac
Mahon, nel 1915, con una delle più grandi personalità dell’islam l’Emiro Hussein, un discendente diretto di
Maometto, capostipite della dinastia ascemita, ed era sceriffo della Mecca.
C’è uno scambio di lettere tra Mac Mahon e Hussein nel 1915 in cui l'Inghilterra chiede a Hussein di supportare la
Gran Bretagna nella guerra contro l'impero ottomano.
Hussein vede la possibilità di rafforzare i propri possedimenti e in cambio la Gran Bretagna promette la nascita di uno
stato arabo nei territori dell’impero ottomano, ma nelle lettere non viene definito bene il dove, si vede l'ambiguità
del gioco inglese, non si definiscono chiaramente i confini di questo futuro stato arabo che doveva estendersi
grossomodo dalla Palestina alla Siria, all’Iran, si è molto vaghi nel definire i confini. Hussein crede alle promesse
inglesi e combatterà contro l’impero ottomano, ma contemporaneamente a questi accordi, anche la Francia aveva
interessi in questa regione per questo nel 1916 vengono firmati tra due diplomatici un inglese e un francese gli
accordi Sykes-Picot, segretissimi, con cui Inghilterra e Francia si spartiscono i territori dell'impero ottomano. Si vede
l'ambiguità della Gran Bretagna perché secondo gli accordi avrebbe avuto una sfera d'influenza in Palestina, in quello
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che poi diventerà l’Iran e in quella che poi verrà chiamata Transgiordania (oggi Giordania), mentre riconosce alla
Francia influenza sulla Siria e sul Libano.
Quando Hussein sulla base degli accordi presi con Mac Mahon arriva e occupa la Siria i francesi manderanno le loro
truppe e allontaneranno Hussein mentre gli inglesi staranno a guardare.
La Gran Bretagna puoi cercherai in parte di andare incontro alle promesse che aveva fatto e i figli di Hussein avranno
il trono in Iraq e Transgiordania. Hussein, tra l’altro, era in contrasto con un'altra grande dinastia di Ibn Saud che
prende il pieno controllo dell’Arabia Saudita.
Queste sono proprio le origini del conflitto arabo israeliano, perché poi gli inglesi introducono un ulteriore elemento
di complessità e ambiguità di tutte queste decisioni dell'assetto che viene dato al Medio Oriente dopo la guerra. Il 2
novembre 1917 viene inviato una lettera dal ministro degli esteri inglese Balfour a un esponente del movimento
sionista Lord Rothschild. Il movimento sionista è un movimento che nasce alla fine dell'Ottocento, l'antisemitismo
era pregnante in Europa, c'erano stati già dei pogrom in Russia ossia delle deportazioni, azioni violente contro la
popolazione ebraica; l’affare Dreyfus è l’esempio dell’antisemitismo che dominava in Europa, questo colonnello
dell'esercito francese ebreo viene accusato di aver venduto dei segreti alla Germania. Il movimento sionista nasce
guidato da un austriaco Théodore Herzl, che inizia a pensare di dover dare a questi ebrei, che erano scacciati da tutte
le nazioni europee, una patria.
In un primo momento la patria degli ebrei non era prevista in Palestina, si parla addirittura dell'Africa e
dell'Argentina, è solo alla fine dell’Ottocento in un Congresso a Basilea del movimento sionista si decide che la patria
per gli ebrei sarà la Palestina.
Dichiarazione Balfour 1917: il governo inglese è a favore dello stabilimento in Palestina di una “national home”, una
traduzione di patria. Si vede come il governo inglese giochi su più tavoli e come di fatto promettendo agli ebrei di
essere a favore della costruzione della patria in Palestina, darà il via alle prime ondate migratorie di ebrei in Palestina
già negli anni 20 andandosi a scontrare con gli arabi.
Questi accordi sui possedimenti dell'impero ottomano verranno poi formalizzati dalla conferenza di Sanremo nel
1920 in cui verrà stabilito che le potenze vincitrici avranno diritto ad aver un mandato per amministrare tutti questi
territori, lo riceveranno Francia, Gran Bretagna, ma anche il Giappone.

Conferenza della pace a Parigi (1919)


Una volta finita la Prima guerra mondiale si tratta di iniziare a immaginare quello che sarà il futuro dell’Europa e del
sistema internazionale, quindi i paesi vincitori e associati si riuniscono a Parigi nei lavori che iniziano nel gennaio
1919 e si concludono nel mese di luglio dello stesso anno, inizierà a elaborare i trattati di pace e l’assetto
internazionale europeo del dopo guerra. I paesi sconfitti non sono ammessi, questo di fatto genera soprattutto in
Germania l’idea del Diktat, del fatto che il trattato di pace con la Germania (Versailles) è stato concluso senza che lei
potesse fare sentire la propria voce.
Gli accordi vengono presi dai 4 grandi: primo ministro inglese liberale David Lloyd George, l’italiano Vittorio
Emanuele Orlando, George Clemenceau il francese e il presidente americano Wilson (personalità dominante).
Un caso unico nella storia americana: Wilson si assenta da Washington per tutto il periodo dei lavori perché vuole
seguire lui direttamente i negoziati, perdendo però il contatto con l’opinione pubblica americana non rendendosi
conto poi di quelli che sono i grandi temi a cuore della società americana.
Wilson vuole negoziare in base ai 14 punti:
o Diplomazia aperta
o Libertà assoluta della navigazione marittima
o Soppressione delle barriere economiche
o Disarmo che doveva essere generalizzato
o Principio di autodeterminazione dei popoli (mitigato)
o Restaurazione di un Belgio indipendente
o Liberazione e ricostruzione della Francia con restituzione Alsazia e Lorena
o Rettifica delle frontiere italiane

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o Sviluppo autonomo dei popoli dell’Austria-Ungheria (molto vago)
o Restaurazione dell’indipendenza Serbia, Romania, Montenegro
o Mantenimento dell'impero ottomano sulle regioni abitate dai turchi
o Ripristino della Polonia
o Società delle Nazioni

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I trattati di pace del 1919-1920
Conferenza di Parigi riunitasi dal gennaio a giugno del 1919 con il compito di redigere tutti i trattati di pace si tutte le
potenze sconfitte. I 14 punti di Wilson che è il principale protagonista di questa conferenza.
Riguardare i 14 punti di Wilson (società delle nazioni, eliminazione della diplomazia segreta) da sapere.
Problema principale da risolvere è il trattato di pace con la Germania “trattato di Versailles” è quello più importante
e si parlerà del sistema che esce proprio dalla conferenza di Parigi come sistema di Versailles, proprio perché si
prende il riferimento da questo trattato di pace si arriverà a firmarlo intorno a luglio 1919. La posizione delle potenze
vincitrici non era unanime riguardo la Germania perché l’obbiettivo della Francia era entrata in guerra con la voglia di
rivincita rispetto alla sconfitta subita nella guerra franco-prussiana e quindi voleva riottenere l’Alsazia e la Lorena ma
voleva anche ridurre, eliminare una possibile futura minaccia tedesca e per questo chiederà ai partecipanti della
conferenza di staccare parte del territorio della Germania in particolare la Renania tutta quella regione al confine con
Belgio e Francia, regione molto importante, in maniera tale da eliminare una futura minaccia.
Le richieste francesi non vengono accolte soprattutto da Gran Bretagna e nemmeno dagli Stati Uniti perché c’era
molta paura di un’ondata rivoluzionaria che da est si sarebbe poi diretta in Europa occidentale. Per esempio, della
rivoluzione spartachista che avviene proprio in questi mesi, quindi il tentativo di attuare una rivoluzione bolscevica in
Germania a Berlino. Il caso della rivoluzione spartachista non è unico perché intorno al 1919 viene creato un regime
socialista ispirato all’unione sovietica in Ungheria con a capo Bela Kun che durerà poco e il suo posto verrà preso poi
da un militare e sarà poi un paese conservatore. Quindi c’è questa grande paura di un’ondata rivoluzionaria e si
ritiene anche che uno stato tedesco comunque unito avrebbe potuto rappresentare un punto di equilibrio in Europa
piuttosto che uno stato tutto suddiviso.
Per venire in contro alle paure francesi stati uniti e gran Bretagna promettono alla Francia una garanzia
angloamericana che in caso sarebbero intervenuti a supporto della Francia. I paesi sconfitti non partecipano ai
rinegoziati quindi queste decisioni sul futuro della Germania vengono subite come una sorta di diktat di imposizione
da parte delle nazioni vincitrici.
Il kaiser i Germania ha dovuto abdicare, dalle ceneri dell’impero tedesco nasce la repubblica di Weimar nel 1919 è
una repubblica che sarà molto instabile fino alla metà degli anni 20 perché il partito più forte è quello
socialdemocratico che non riuscirà mai ad avere i voti necessari per governare da solo e quindi sarà costretto a fare
dei governi di coalizione con forze moderate, cattolici, liberali etc. e l’instabilità è dimostrata dalle tantissime elezioni
politiche e un altro problema dell’instabilità della repubblica di Weimar sono gli attentati ci sono tanti attentati
anche da forze di estrema destra, vengono assassinati molti uomini politici tra cui il ministro degli esteri Rathenau
nel 1922 e nel 1923 c’è il putsch di monaco il partito nazional socialista appena formato tenta un colpo di stato,
Hitler verrà imprigionato e scriverà il Mein Kampf.
Comunque, è una repubblica con tanto fermento culturale intellettuale ma con anche tanti problemi legati
all’instabilità monetaria.
Viene mantenuto in grosso modo l’unità dello stato tedesco e i cambiamenti principali stabiliti dal trattato sono che
vengono restituite l’Alsazia e la Lorena alla Francia territorio importate perché a confine tra Francia e Germania, più
a nord viene dato una parte dello Schleswig alla Danimarca. La Francia voleva la Renania voleva allontanarla dallo
stato tedesco e viene trovata una via di mezzo cioè viene smilitarizzata e addirittura ci sono delle forze alleate
francesi e inglesi che controllano questa smilitarizzazione ed è vietato l’Anschluss ovvero unione con l’Austria che era
abbastanza prevedibile, l’Austria è ridotta a un piccolo stato di lingua tedesca quindi si poteva ipotizzare il fatto che
venisse attratta dalla Germania.
Se i confini occidentali sono definiti molto precisamente più problemi ci sono nei confini orientali perché viene
creato lo stato polacco e il problema è che viene data la colonia questa parte che è chiamata corridoio di Danzica che
è composta dall’alta Slesia e Posnania che è una parte molto ricca a livello industriale quindi la Germania cede una
parte molto importante del proprio territorio e viene dato alla Polonia questo corridoio perché si vuole dare alla
Polonia l’accesso al mar Baltico e ha nord c’è la città di Danzica, che è internazionalizzata, è una citta libera. Questa
definizione dei confini con la polonia è molto instabile e prevedibile che in futuro questi confini saranno rivisti perché
comunque questi territori del corridoio di Danzica sono abitati da tedeschi.

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La Francia ottiene di poter amministrare la Sarh regione che produceva carbone e chiede di poter amministrare
questo bacino carbonifero e poi ci sarà un referendum dopo 15 anni per stabilire l’eventuale permanere della Sarh
alla Germania oppure passaggio direttamente alla Francia.
Queste sono le clausole territoriali del trattato di Versailles, la Germania perde tutte le sue colonie e possedeva una
serie di isole nel pacifico che verranno date sotto forma di mandato al Giappone e inoltre controllava una serie di
porti in Cina e anche questi vengono dati al Giappone. Il Giappone è una delle potenze vincitrici, in realtà l’ingresso
in guerra a fianco dell’intesa non era stato un impegno militare così importante aveva proprio l’obbiettivo di
prendere questi territori e quindi è interessante vedere il Giappone come svilupperà a partire dagli anni 20 una
politica estera di aggressione nei confronti della Cina e anche le colonie in africa della Germania vengono suddivise
tra Belgio, Gran Bretagna e Sudafrica. La Namibia viene data al Sudafrica, il Ruanda viene dato al Belgio e poi l’africa
orientale tedesca alla gran Bretagna.
Ci sono poi le clausole militari del trattato di Versailles che stabilivano il completo disarmo della Germania quindi la
Germania non poteva avere un esercito di fatto viene previsto un corpo di 100.000 uomini, è vietata la leva militare
obbligatoria (coscrizione obbligatoria).
Ultimo punto è la parte economica. Si pone problema delle riparazioni art 231 del trattato di Versailles che pone la
questione del pagamento delle riparazioni cioè la responsabilità tedesca dello scoppio del conflitto e quindi il suo
obbligo di pagare le riparazioni. La questione delle riparazioni sarà un nodo cruciale degli anni 20 perché la cifra non
viene stabilità nel trattato, si creerà una commissione alleata che nel 1921 stabilirà una cifra enorme 132 miliardi di
marchi oro che sin dall’inizio la repubblica di Weimar dichiarerà di non essere in grado di pagare e ci sarà un famoso
economista John Maynard Keynes che nel 1919 pubblica un libro “le conseguenze economiche della pace” in cui
scriveva che questo sistema delle riparazioni era sbagliato e che avrebbe avuto delle conseguenze negative in futuro.
Smembramento dell’impero austro-ungarico.
Questo altro grande problema che deve essere risolto, come dividere i territori, verrà risolto con l’Austria con il
trattato di Saint Germain en Laye 1919. Qui c’è la questione di quello che era stato promesso all’Italia quindi cede il
trentino e Sudtirol (alto Adige) Trieste, l’Istria all’Italia e l’Austria diventa una nazione molto piccola ma sarà una
cerniera di grande importanza per gli equilibri europei ci sarà il problema di fiume che non era previsto nel patto di
Londra e tra le altre cose Wilson non lo riconosce perché esempio della democrazia ottocentesca e a nord perde la
Boemia e la Moravia che andranno a formare insieme alla Slovacchia la futura Cecoslovacchia. In Cecoslovacchia ci
sono anche Sudeti sono una fascia di territorio con popolazione di lingua tedesca e quindi ci sarà il problema in
futura di questa popolazione di lingua tedesca che voleva tornare a far parte della Germania.
Anche l’Ungheria via notevolmente rimpicciolita, il trattato con l’Ungheria prende il nome di Trianon 1920 e cede alla
Cecoslovacchia la Slovacchia e poi anche molti territori a quella che diventerà la Jugoslavia in particolar modo
Croazia Slavonia. L’Ungheria cede anche un territorio alla Romania che è molto famoso cioè la Transilvania. La
Romania che era entrata al fianco delle potenze dell’intesa si ingrandisce molto.
Penultimo dei trattati è quello della Bulgaria entrata anche lei a fianco degli imperi centrali che cede dei territori in
tracia alla Grecia, perde la macedonia che verrà divisa tra Grecia e Serbia.
Quindi cambia molto la cartina geografica dell’Europa, ma il trattato più complesso da risolvere è quello con l’impero
ottomano, perché la gran Bretagna e Francia si volevano impossessare di molto territori appartenenti dell’impero
ottomano, la gran Bretagna in particolare aveva messo in campo una serie di forze talmente contrastanti tra di loro
che poi sarebbe stato davvero difficile gestire il futuro di questi territori.
Il trattato con l’impero ottomano è dell’agosto 1920 trattato di Sèvres e viene firmato dall’allora sultano è duro
perché di fatto vengono riconosciuti sottoforma di mandati tutti quei territori che facevano parte degli accordi Sykes-
Picot del 1916 cioè la Francia ottiene un mandato sulla Siria e sul Libano, l’Inghilterra un mandato sulla Palestina, la
Transgiordania e l’Iraq. Quindi vengono riconosciuti questi mandati, viene stabilita la nascita di uno stato armeno
indipendente che però avrà vita breve, per venire incontro alla popolazione armena che era stata trucidata durante
la guerra perché poi questo futuro stato indipendente verrà spartito tra Turchia e Russia.
La cosa più importante è che il sultano accetta l’internazionalizzazione degli stretti del bosforo e dardanelli cioè
perde la sovranità sugli stretti, viene stabilità che una commissione internazionale avrebbe gestito la navigazione
sugli stretti sia in tempo di pace che in tempo di guerra. La Grecia ottiene tanto, ovvero la tracia (pezzo europeo
dell’impero ottomano) e le vien riconosciuto di poter occupare Smirne dove l’impero ottomano era un impero

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multietnico e lì c’era una comunità greca importante, poi le isole del Dodecaneso e rodi vanno all’Italia e la gran
Bretagna ottiene Cipro.
È un trattato molto punitivo il sultano firma questo trattato perché spera collaborando con le potenze vincitrici di
rientrare nel progetto europeo.
Succede però che una personalità molto importante Mustafa Kemal un militare detto Ataturk (il padre dei turchi)
organizza l’esercito, una rivolta per scacciare il sultano e per riprendere il controllo di tutta la penisola anatolica, la
Turchia c’è una vera e propria rivolta che ha successo, Ataturk riesce a conquistare tutta la penisola anatolica, tra
l’altro l’Italia stessa aveva nel trattato di Londra di poter sfruttare le miniere in Anatolia ma l’Italia e la Francia
scappano non vogliono più proseguire la guerra ma il problema principale sarà proprio Smirne perché qui c’è proprio
un conflitto tra la Grecia e Ataturk che sarà sanguinosissimo per allontanare i greci da Smirne. Si trattano di
avvenimenti molto indietro nel tempo ma ci aiutano a capire perché le relazioni greco-turche sono state sempre così
tese. Ataturk riuscirà a sconfiggere i greci ma porterà a un esodo di migliaia e migliaia di cittadini greci in Grecia e di
cittadini turchi in Turchia.
Mustafa Kemal non riconosce l’internalizzazione degli stretti vuole avere il pieno controllo e le nuove condizioni di
pace dell’impero ottomano saranno decise con una nuova conferenza a Losanna nel 1923, verrà firmato il trattato di
Losanna. Quindi alla fine ottiene il pieno controllo della penisola anatolica e il controllo degli stretti, certo rispetto a
come era prima l’impero ottomano si perdono molti territori ma allo stesso tempo pieno controllo penisola
anatolica.
Ataturk fonda una repubblica laica, viene eliminata la sharia e vengono quindi eliminati molti legami tradizionali
dell’impero ottomano, viene molto ridotto il potere religioso e soprattutto cerca di modernizzare il paese in chiave
europea, introduce il Codice civile, il codice commerciale prendendo spunto dai codici di nazioni europee, viene
abolita la poligamia. Cambia l’alfabeto turco, viene creata una commissione che riscriverà l’alfabeto turo con
caratteri latini eliminando quelli arabi, la capitale dell’impero ottomano era Istanbul e la prima cosa che fa è quella di
spostare la capitale da Istanbul a Ankara perché più turca. Rimane in buoni rapporti con le nazioni europee, è molto
supportato dalla popolazione. lui rimane al potere fino alla sua morte nel 1938.
L’Inghilterra ha questo mandato sulla Palestina, il sistema di mandati viene deciso nel 1920 alla conferenza di
Sanremo, si riuniscono e vengono decisi come amministrare questi possedimenti delle potenze sconfitte e i mandati
saranno sotto responsabilità della società delle nazioni e vengono suddivisi in mandati di tipo A, B e C a seconda della
capacità di autogovernarsi del paese soggetto a mandato, per esempio, nel caso dell’Iraq sarà indipendente nel
1992.
I problemi più grossi la Gran Bretagna li ha in Palestina perché aveva da una parte gli accordi Saykes-Picot ma
dall’altra la dichiarazione Balfour e quindi fanno si che già a partire dagli anni 20 si assiste ai primi fenomeni
migratori di ebrei che dall’Europa vanno in Palestina. Arrivano in Palestina, hanno i soldi del movimento sionista e
comprano terreni alla popolazione araba che si trova in Palestina. La Palestina negli anni 20 era rurale e quindi il
fatto che gli ebrei comprino questi terreni fa si che ben presto la popolazione palestinese si trovi in una situazione di
difficoltà sul piano economico e questo fa capire che sin dagli anni 20 ebrei e palestinesi non vanno d’accordo. È
molto difficile gestire la celestina cioè creare un governo in Palestina che rappresenti le due comunità proprio perché
iniziano subito a esserci forti tensioni e ciascuna di queste due comunità, soprattutto gli ebrei, iniziano a darsi delle
proprie organizzazioni. Quindi la gran Bretagna non riesce a gestire questa situazione, cioè viene mandato un
rappresentante inglese ma non vengono create delle istituzioni che rappresentino le due comunità e questo si
dimostra molto chiaramente nel 1929 quando c’è il primo episodio che si ricorsa delle rivolte arabe al muro del
pianto. Il muro del pianto è un luogo sacro per gli ebrei ma è un luogo molto vicino anche alla spianata delle
moschee quindi che sta a cuore anche agli arabi e quindi si generano delle rivolte anche proprio come accedere al
muro del pianto. Di fronte a queste rivolte la Gran Bretagna si rende conto che la gestione della situazione sta
diventando sempre più complicata pubblica un libro bianco ovvero un rapporto elaborato dal governo in cui decide
di porre delle quote migratorie cioè cercare di ridurre l’immigrazione di ebrei, in un primo momento ha una posizioni
filoebraica dopo queste rivolte cerca di sentire di più la voce degli arabi cioè cerca in qualche maniera di
accontentare tutti vengono poste delle quote migratorie ma ci sono varie ondate migratorie. Il numero di ebrei
aumenta nel 1933 dalla Germania, prima venivano dalla Russia ma dopo il 33 arrivano dalla Germania e aumentano
molto e il governo inglese non sa come gestire questo aumento tanto che nel 1936 ci sarà un grande rivolta araba,
contro gli ebrei ma anche contro gli inglesi. Vediamo bene come questo mandato per la gran Bretagna è molto
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difficile da gestire, poi c’era anche l’opinione pubblica è sempre più favorevole nei confronti degli ebrei per trovargli
una casa.
L’unione sovietica nasce nel 1922, unione delle repubbliche socialiste sovietiche, i suoi confini non sono definiti tanto
che ci sarà una guerra con la polonia tra il 1919 e il 1921 proprio per definire i confini russo-polacchi, che verrà vinta
dalla polonia e si crea questo stato polacco che diventa una sorta di stato cuscinetto, tra la Germania da una parte e
l’unione sovietica dall’altra.

La società delle nazioni.


Entra in vigore nel gennaio 1920 ha sede a Ginevra e lo statuto (covenant) è parte integrante del trattato di
Versailles. L’obiettivo è quello di mantenere la pace, di intervenite qualora ci fossero delle situazioni conflittuali tra
gli stati o delle aggressioni proprio per riportare l’ordine. Gli organi sono assemblea, consiglio dove ci sono dei
membri permanenti ovvero i vincitori e un segretariato permanente, molto simile all’Onu dal punto di vista della
struttura. Il problema è che il governo che l’aveva creata ovvero gli stati uniti che era il 14 punto di Wilson non
entrano a far parte della società delle nazioni. Perché?
Wilson partecipa ai lavori della conferenza di Parigi, si assenta dal suolo americano, sta via molti mesi caso unico
nella storia americana, quando trona a casa, i trattati non sono ratificati dai presidenti ma dal congresso, oltre ai
democratici (internazionalisti, aperti al multilateralismo come Obama Kennedy) ci sono i repubblicani che sono
sempre più unilaterali, in questo momento il congresso è in mano ai repubblicani e la società delle nazioni viene
visto come lo strumento con cui gli stati uniti continuavano a essere coinvolti nelle faccende europee e i repubblicani
non lo vogliono, si vogliono distaccare dalle vincere europee. Wilson fa un viaggio disperato visita tutti gli stati degli
stati uniti e alla fine avrà un ictus per questo per quanto si stancherà, proprio per spiegare quelli che erano gli
obiettivi della società delle nazioni, per spiegare quella che era la visione del sistema internazionale. Sarà colpito da
ictus, quindi, non riuscirà a partecipare alla fase finale del voto del congresso e il congresso non ratifica il trattato di
Versailles e quindi gli stati uniti non entrano nella società delle nazioni. Viene meno quindi anche la garanzia anglo-
americana che era stata promessa alla Francia per rassicurarla in merito a una possibile futura minaccia tedesca
perché gli stati uniti si distaccano dalle faccende europee. La società delle nazioni è composta dai paesi vincitori
quindi principalmente potenze europee, ci sarà il Giappone, vi entrerà in un secondo momento la Germania, l’unione
sovietica ma in realtà la società non riuscirà a mantenere la pace proprio il suo obiettivo. Quindi le cause del
fallimento della società delle nazioni è in primo luogo l’assenza degli stati uniti e poi al suo interno il consiglio,
l’organo deliberante votava all’unanimità e quindi bastava che un paese fosse contrario per annullare tutto, per il
1919 era qualcosa di nuovo, innovativo questo progetto e probabilmente Wilson per cercare di venire in contro alle
possibili critiche anche all’interno degli stati uniti si mantiene questa sorta di diritto di veto per dire che se gli stati
uniti a un certo punto non vogliono essere coinvolti basta votare no e poi non c’è un esercito, non ci sono strumenti
militari. Quindi di fronte a una crisi gli strumenti della società delle nazioni e li vedremo soprattutto durante due crisi
che sono l’esempio del fallimento della società delle nazioni ovvero quella del 1931 con il Giappone per l’annessione
della Manciuria da parte del Giappone in cui la società delle nazioni invia dei propri rappresentati denunciano che il
Giappone aveva annesso la Manciuria, il Giappone esce e fine.
Il secondo esempio è la guerra italiana in Abissinia o in Etiopia. L’Etiopia faceva parte della società delle nazioni e
quindi l’aggressione italiana da parte di Mussolini all’Abissinia era di uno stato membro della società contro un altro
stato membro della società e in questo caso la reazione da parte della società è l’emanazione di sanzioni
economiche, delle misure di pressione sul piano economico e quindi si vede che se non c’è la possibilità di utilizzare
la forza militare, le misure diplomatiche, l’eventuale ricorso a un arbitrato, le sanzioni economiche non riescono a
risolvere le future crisi degli anni 30. Questo spiega il fallimento della società che però rimane in vita fino alla fine
della Seconda guerra mondiale. L’ONU prende il posto della società delle nazioni e anche qua Roosevelt cerca di
risolvere il problema del voto all’unanimità nel consiglio di sicurezza e la soluzione che trova è che ci sono dei paesi
che sono i paesi vincitori della Seconda guerra mondiale che hanno un peso maggiore degli altri, hanno un seggio
permanente all’interno del consiglio di sicurezza dell’Onu e hanno il diritto di veto (Cina, Francia, Inghilterra, stati
uniti e unione sovietica). È l’unione sovietica che è il problema perché Roosevelt elabora un progetto che prende il
nome gran design in cui lui pensa sia possibile continuare la collaborazione con l’unione sovietica che si era
manifestata durante la seconda guerra mondiale e quindi per venire in contro ai timori di Stalin gli dà il diritto di

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veto, errore cruciale perché quando scoppia la guerra fredda l’ONU dimostra subito la propria incapacità di reagire
proprio per il diritto di veto però era un tentativo di ovviare a questi grandi limiti della società delle nazioni.
Comunque la società delle nazioni qualcosa fa nel corso degli anni 20, dopo la prima guerra mondiale questo
cambiamento che c’è nella cartina geografica dell’Europa porterà un grande spostamento di popolazioni come
abbiamo detto prima di greci, turchi, di popolazioni che verranno mandate da una parte all’altra dell’Europa e la
società delle nazioni interviene per supportare questi movimenti di esiliati e poi occasione della crisi del 1929 lo
scoppio della crisi di Wall street che si propagherà in Europa la società delle nazioni interverrà in aiuto dell’Austria,
Ungheria cioè di quei paesi che saranno molto colpiti dalla crisi.
C’è un problema che riguarda l’Italia, abbiamo il conflitto russo-polacco, la Turchia e c’è questo lungo conflitto
negoziale proprio per quanto riguarda quelli che erano i territori, città in particolar modo la Dalmazia che l’Italia
voleva perché gli era stata riconosciuta dal patto di Londra e poi Gabriele d’annunzio occupa fiume che non faceva
parte del patto di Londra e quindi ci sarà questo lungo negoziato tra Italia e Jugoslavia che porterà a un primo
trattato nel 1920 di Rapallo che pendeva delle concessioni all’Italia ovvero l’Istria, la città di Zara e la Dalmazia
rimasta alla Jugoslavia. Fiume per il momento rimane città libera, internazionalizzata e verrà annessa all’Italia nel
1924 con il trattato di Roma una delle prime iniziative di mussolini sulla scena internazionale.

Sistema di sicurezza europeo anni Venti


Nascono questi nuovi paesi, la repubblica di Weimar è particolarmente instabile ed è però anche piuttosto
pragmatica nelle proprie relazioni e c’è un accordo che viene raggiunto nel 1922, il trattato di Rapallo. In questo
periodo si tiene a Genova una conferenza internazionale molto importante proprio sulla questione delle riparazioni e
dei debiti tra alleati e proprio durante i lavori della conferenza di Genova i tedeschi e i russi vanno a Rapallo e fanno
questo accordo che fa molta paura perché i due paesi si riconoscono diplomaticamente, nessuno vanta richieste di
riparazioni nei confronti dell’altro e soprattutto in questo trattato si vede il tentativo da parte della Germania di
trovare un escamotage alla questione del proprio disarmo perché prevede delle clausole militari che permettono alla
repubblica di Weimar di fare delle esercitazioni militari in unione sovietica.
Questo trattato non è un trattato secondario perché quando ci ritroviamo alla firma del patto Ribbentrop-Molotov
1939, quando ci chiederemo come questi due sistemi ideologicamente così diversi fanno questo accordo, in realtà è
una tradizione di rapporti e relazioni che nasce proprio con il trattato di Rapallo e si vede come questi due stati
vogliono uscire dall’isolamento diplomatico nel quale si trovano e ragionano in termini molto pragmatici.
Come abbiamo detto viene meno la garanzia anglo-americana alla Francia. La Francia a questo punto diventa con
l’Inghilterra che torna nel suo isolamento, diventa il gendarme, il paese per il quale l’attuazione delle norme del
trattato di Versailles è di fondamentale importanza per la propria sicurezza.
Il sistema creato a Versailles crea due blocchi di paesi in Europa i revisionisti e gli antirevisionisti. Revisionisti paesi
che erano fortemente penalizzati dai trattati di pace e che quindi vogliono rivedere questo trattato Germania,
Austria, Ungheria, Turchia.
Antirevisionisti Francia, Gran Bretagna e tutti i paesi appena nati grazie ai trattati di pace, Polonia, Romania
Jugoslavia e Cecoslovacchia.
L’Italia caso particolare si dichiarerà a parole revisionista, si parlerà di vittoria mutilata, l’Italia non ha ottenuto quello
che desiderava, che gli era stato promesso dal patto di Londra.
Il presidente del consiglio italiano ai lavori del congresso di Parigi a un certo punto abbondano i tavoli della pace e
torna in Italia, ma fa un errore grave perché l’Italia poi così non partecipa alla spartizione di tutte le colonie tedesche
e dell’impero ottomano. C’è da chiedersi però se sia veramente revisionista l’Italia perché se poi andiamo a guardare
nei fatti, in particolare nei confronti della questione austriaca, l’Italia invece sarà fortemente antirevisionista cioè
sosterrà fortemente il mantenimento dell’indipendenza austriaca e quindi è una posizione ambigua quella italiana.

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28/09
Sistema di sicurezza europeo negli anni 20.
Si crea una divisione tra paesi revisionisti e antirevisionisti. Ci sono paesi che sono molto soddisfatti e devono la loro
sicurezza e la loro nascita al trattato di pace che sono antirevisionisti Francia, gran Bretagna, Polonia, Cecoslovacchia,
Romania e Jugoslavia e poi ci sono i revisionisti che fin dagli anni Venti sono paesi che desiderano rivedere e mettere
in discussione quanto deciso con i trattati di pace e tra questi abbiamo la Germania paese revisionista per eccellenza
anche già dalla repubblica di Weimar non solo da quando Hitler prende il potere, già dagli anni venti e poi abbiamo
Austria, Bulgaria, Turchia e Ungheria i paesi usciti sconfitti dalla prima guerra mondiale.
L’Italia è revisionista a parole per certi aspetti la politica estera è in appoggio  a potenze revisioniste ma nei fatti
sviluppa una politica estera antirevisionista per esempio l’Italia sarà garantire degli accordi di Locarno del 1925 che
sono il simbolo della speranza di difendere quanto esce dai trattati di pace e quindi il fatto che l’itali sia il garante è
un esempio di anti revisionismo così come in questi anni l’Italia difenderà l’indipendenza dell’Austria non vuole
l’Anschluss si oppone proprio perché se avviene, al Brennero si trova una Germania forte che ha inglobato l’Austria,
quindi questa è la grande paura che porterà l’Italia e lo stesso Mussolini a essere garante dell’dipendenza austrica e
nel 1934 ci sarà un tentativo di colpo di stato in Austria delle forze naziste austriache ma sicuramente dietro c’era la
regia di Hitler e come è noto mussolini manderà delle truppe al Brennero proprio per dimostrare la volontà di
difendere l’indipendenza dell’Austria anche con la forza.
Assenza degli stati uniti dalla scena europea fece cadere quella garanzia angloamericana proposta alla Francia
durante i lavori della conferenza di Parigi per rassicurarla perché la Francia chiedeva addirittura lo smembramento
della Germania non  lo ottiene e in cambio ha questa garanzia angloamericana ma nel momento in cui gli stati uniti
se ne vanno e tornano a interessarsi solo a vicende americane o comunque dell’area del pacifico la Francia in
qualche maniera e soprattutto a una società delle nazioni che non è molto forte diventa il gendarme dell’ordine
stabilito a Versailles per la Francia è estremante importante che quel deciso a Versailles venga rispettato. La Francia
in questo periodo ha dei governi di centro-destra vedremo in occasione del gennaio del 1923 e ci sarà nel 1924 un
breve governo delle sinistre che durerà molto poco e solo dal 1934 quando la minaccia di Hitler si fa sentir con forza
che i partiti di sinistra partito comunista, socialista e radicali si riuniscono nel fronte popolare e il primo governo
verrà realizzato nel 1936. Questo importante perché la politica del fronte popolare era un’esplicita richiesta che
viene avanzata da Stalin e dal Comintern per creare un fronte contro l’ascesa del nazismo e fascismo.
Tutta la politica estera francese nel corso degli anni Venti ruota intorno al problema tedesca e si sviluppa in due
direttrici fondamentali, la prima direttrice è di natura diplomatica Francia potenza antirevisionista e si fa garante di
una serie di accordi di mutua assistenza con alcune potenze esse stesse antirevisioniste. Quindi la Francia stipula una
serie di accordi diplomatici con la Polonia nel 21 di mutua assistenza e con tre paesi che tra loro formano una
alleanza che viene chiamata piccola intesa tra 1920-21 anche essi antirevisionisti che sono Cecoslovacchia, Romania
e Jugoslavia, si alleano fra di loro perché temono molto revisionismo dell’Ungheria che era guidata da un governo
estremamente autoritario del maresciallo Orti(?) e temevano che l’Ungheria volesse rivedere le clausole del trattato
di pace ma sono a loro volta collegate alla Francia con accordi diplomatici. Se noi pensiamo alla cartina dell’Europa ci
accorgiamo di una serie di alleanze che formano una sorta di cordone sanitario cioè una serie di alleanza che hanno
obiettivo di circondare la Germania per impedire la nuova presentazione, rinascita del pericolo tedesco.
La seconda direttrice della politica estera francese è l’esecuzione del trattato di Versailles si è molto rigidi nel
chiedere alla repubblica di Weimar che rispetti totalmente quelle che sono le norme del trattato di Versailles.
Nodo centrale degli anni 20 su cui la Francia insisterà molto è quello sulla questione delle riparazioni di guerra,
problema ha attraversa tutti gli anni Venti che creerà molte tensioni per questo che poi alla fine della Seconda guerra
mondiale si cercherà una alternativa a quella che era stata trovata in seguito alla Prima guerra mondiale.
L’articolo 231 del trattato di Versailles stabilisce il principio delle riparazioni, la Germania è considerata responsabile
dello scoppio della Prima guerra mondiale su questo principio si innesta l’obbligo della Germania di pagare le
riparazioni di guerra alle potenze vincitrici, la maggiore quota delle riparazioni spetterà alla Francia poi c’è la gran
Bretagna e l’Italia. La cifra delle riparazioni non è scritta nel trattato di Versailles ma verrà decisa da una
commissione alleata creata nel 1921 appositamente che stabilisce una cifra esorbitante per la Germania 132 miliardi
di marchi oro che fin dell’inizio la repubblica d Weimar si dice non capace di pagare.
La questione delle riparazioni si collega strettamente con la questione dei debiti interalleati perché gli stati uniti
subito dopo la fine della guerra chiedono alle potenze europee di pagare quei prestiti ricevuti durante la guerra. La
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Francia in particolare sarà molto restia a restituire al governo americano quanto ricevuto durante la guerra e
cercherà in tutti i modi di collegare la questione delle riparazioni ai debiti interalleati dicendo che se la Germania
avesse pagato le proprie riparazioni a sua volta la Francia avrebbe pagato i debiti tra alleati.
Circolo vizioso che gli stati uniti non intendono riconoscere ma che la Francia sottolineerà in maniera molto forte
costantemente. Negli stati uniti Wilson esce di scena e assistiamo nel corso degli anni Venti a presidenti repubblicani
Harding Coolidge e Hoover che, come tutti i presidenti repubblicani americani, vogliono distaccarsi dalle vicende
europee tornare a pensare a quelli che sono gli obiettivi della politica estera americana.
Quindi viene stabilita questa cifra esorbitante tra altro l’Inghilterra fin dall’inizio criticano molto questa politica rigida
dura nei confronti della Germania le cui riparazioni erano l’esempio più evidente.
Nel gennaio 1923 la Germania non è in grado di pagare una quota delle riparazioni la Francia reagisce in maniera
molto violenta con una operazione militare sorprendente il capo di governo Poincaré di centrodestra che decide di
inviare le proprie truppe a occupare il cuore della forza economica tedesca ovvero il bacino carbosidurgico della
Ruhr, questa politica francese prende il nome di politica del pegno produttivo, si prende qualcosa visto che la
Germania non è in grado di pagare. La reazione tedesca è una reazione che inizialmente viene chiamata resistenza
passiva cioè gli operai non vanno a lavorare nelle miniere, il sistema si blocca tutto il sistema produttivo legato alle
miniere carbosiderurgiche si blocca e questo costringerà la Francia a portare i propri lavoratori nelle miniere della
Ruhr per permettere di proseguire la produzione e saranno accompagnati e difesi dai militari stessi. Questa
occupazione in realtà sarà un fallimento dal punto di vista francese.
1923 anno particolare nella storia della repubblica di Weimar perché economia vacilla e c’è una iperinflazione del
marco, la svolta si ha con l’arrivo al potere di un liberale Stresemann che diventa nell’estate del 1923 primo ministro
degli esteri e poi cancelliere.
Sin dall’inizio si rende conto che per la Germania è molto importante tornare a far parte del sistema di sicurezza
europeo e per farlo deve accettare le misure imposte dalle potenze vincitrici e proprio per questo accetta e pone fine
alla resistenza passiva adotta un atteggiamento più conciliante.
Però il nodo centrale rimane come risolvere delle riparazioni. Viene istituita una commissione che guarda caso è
presieduta da un americano che si chiama Charles Dawes, questa commissione ha il compito di elaborare un piano
relativo alle riparazioni tedesche e sarà appunto il piano Dawes del 1924 ed è proprio dimostrazione di come gli stati
uniti per quanto vogliano estraniarsi dalle vicende europee sono poi risucchiati nelle vicende europee proprio da
queste questioni economiche. Ha durata di 5 anni, è un progetto di riorganizzazione del sistema bancario e
monetario tedesco e viene addirittura cambiata la moneta, viene creata la banca nazionale tedesca prevede una
serie di pagamenti, rate annuali crescenti ma la cosa più importante di questo piano è il fatto che prevedo un
prestito da parte del governo americano alla Germania di 800 milioni di marchi di fatto vediamo come gli stati uniti
che volevano stare fuori vengono riportati dentro le vicende. Gli stati uniti investono in Germania affinché
l’economia tedesca possa ripartire, affinché la Germania sia in grado di pagare la Francia. Si capisce meglio perché
nel momento in cui si ha lo scoppio della crisi di Wall street si propaga anche in Europa e soprattutto in Germania
perché questo prestito dà il via a dei rapporti economici e commerciali tra stati uniti e Germania che nel corso degli
anni Venti saranno particolarmente forti.
Aveva la durata di solo 5 anni sarà sostituito nel 1929 dal piano Young dove prevedeva che la Germania dovesse
pagare ancora per 36 anni è qualcosa di assolutamente poco realizzabile, siamo nel 29 scoppia la crisi di Wall street
si stravolge tutto il sistema economico-finanziario, non solo negli stati uniti ma anche in Europa e quindi la questione
delle riparazioni rimane senza una soluzione. Finisce con la conferenza di Losanna del 1932 a cui verrà chiesto alla
Germania dopo una moratoria di un anno a causa della crisi finanziaria che colpì gli stati unti e poi anche la
Germania, si chiede alla Germania di pagare una somma simbolica di come fine della questione delle riparazioni ma
la Germania non pagherà mai questa cifra di 3 miliardi di marchi. Quindi la questioni delle riparazioni rimane
irrisolta, senza soluzione definitiva questo sarà un monito dopo la fine della seconda guerra mondiale dove si porrà
nuovamente il problema delle riparazioni tedesca ma verrà trovata una soluzione diversa cioè che viene divisa in
quattro zone di occupazione e ogni potenza ha il diritto a prelevare impianti industriali nella proprio zona di
occupazione come pagamento delle riparazioni e l’unione sovietica nella propria zona di occupazione (Germania
dell’est) smantellerà tutto l’apparato industriale, tutte le infrastrutture avendo pagato un prezzo altissimo per la
propria partecipazione al conflitto.
Protocollo di Ginevra.
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La Francia fallisce con la sua occupazione della Ruhr, non è un successo deve addirittura portare i suoi operai a
lavorare, durerà circa un anno l’occupazione. Le strade che la Francia persegue negli anni successivi sono varie, la
pria è quella di cercare di rafforzare il ruolo della società delle nazioni, è lei che deve garantire il sistema di sicurezza
europeo. La Francia cerca di proporre dei progetti volti proprio a rafforzare la società delle nazioni e lo fa nel 1924
con il protocollo di Ginevra progetto che non si concretizzerà che aveva proprio l’obiettivo di introdurre in caso di
controversia tra due stati il principio di arbitrato obbligatorio, principio di ricorso a un arbitrato per risolvere la
controversia, di adottare sanzioni militari di permettere che la società delle nazioni potesse adottare sanzioni militari
e soprattutto iniziare ad attuare un disarmo, che per ora era solo per la germina, generalizzato. Il disarmo era stato
previsto dai 14 punti di Wilson e nel trattato di Versailles ma solo per la Germania. Non ha successo questo
protocollo anche se all’inizio trova l’appoggio dell’Inghilterra ma poi sarà soprattutto criticato molto da mussolini e
quindi rimane sulla carta. Questa è una possibile strada che la Francia cerca di percorrere per risolvere il rapporto
con la Germania.
La seconda strada è un accordo diretto con la Germania molto importante ricordare i due uomini politici che
promuovono gli accordi di Locarno 1925 Stresemann e il ministro degli esteri francese Briand. Sono loro due che
promuovono un accordo tra Francia, Germania e Belgio che si terrà in seguito ad una conferenza di Locarno del 1925
con cui la Germania riconosce quelli che erano i confini con la Francia e i confini tra Francia e Germania vengono
definiti inviolabili quindi di fatto la Germania riconosce la cessione dell’Alsazia e della Lorena alla Francia, la
smilitarizzazione della Renania e i confini con il Belgio. Gli accordi riguardano i confini occidentali della Germania e
sono inviolabili, il trattato di Versailles era stato vissuto dalla Germania come diktat quindi questo di Locarno viene
visto come un vero e proprio momento di svolta. Questi accordi vengono garantiti da due potenze europee Gran
Bretagna e Italia, mussolini appena arrivato in Italia garantisce questi accordi un po’ come palcoscenico sul piano
internazionale. Accordi di Locarno grande svolta nei rapporti franco-tedesci, fa parlare di spirito di pace ma in realtà
Locarno nasconde un lato ambiguo che va messo in evidenza perché la Germania riconosce e queste due potenze
garanti sono disposte a garantire solo i confini occidentali e non quelli orientali, con Polonia, il corridoio di Danzica,
con la Cecoslovacchia. Quindi il fatto che gli accordi di Locarno riguardino solo i confini occidentali con la Germania
dimostra certamente che si sta spingendo che il revisionismo tedesco si sta orientando verso est, molto prima che
Hitler arrivi al potere.
Locarno momento di svolta tra i rapporti perché dà il via all’idea che si possa risolvere diplomaticamente le tensioni
tra Francia e Germania e questo clima che segue Locarno permetterà la conclusione di un patto Briand-Kellogg
(segretario di stato americano) nel 1928 che prevedeva la rinuncia genare della guerra si condannava il ricorso alla
guerra per risolvere le controversie tra gli stati.
Nell’idea francese il patto Briand-Kellogg doveva servire a ricreare quella garanzia che gli stati uniti si erano  rifiutati
di fare nei confronti dell’Europa dopo Versailles, ma il governo americano è ben attento a non lasciarsi vincolare
troppo dalle richieste francesi e infatti il segretario di stato americano dirà sì siamo disposti a concludere, firmare
questo patto ma va allargato a molti altri paesi e il fatto che questo patto venga firmato da ben 57 paesi come
Giappone Germania Italia farà sì che nel momento in cui il numero così alto di paesi firmi questo accordo perde esso
stesso consistenza quindi si viene identificato come la massima espressione di questo spirito di Locarno di cui
parlavamo ma di fatto il patto Briand-Kellogg è privo di reale esistenza.
 
Gli stati uniti negli anni Venti.
Sono governati da presidenze repubblicane Harding Coolidge e Hoover. È un paese che cresce molto, sono i così detti
roaring twenties, prende piede il consumismo i cittadini comprano elettrodomestici c’è un benessere generalizzato
piuttosto alto rispetto all’Europa. Gli stati uniti sul piano economico vivono questi anni come anni di liberismo si
cerca di ridurre il ruolo dello stato nell’economia e sul piano sociale si iniziano a porre le quote all’emigrazione e
sono gli anni del proibizionismo si proibisce consumo di bevande alcoliche nei locali, che alimenterà il mercato nero
di cui Al capone fu uno dei principali boss della  malavita italo-americana e sono gli anni in cui inizia a essere
applicato nelle industrie il modello fordista, modello di produzione basato sulle catene di montaggio.
Questi elementi riguardano la politica interna, sul piano internazionale vari fattori ci testimoniano che queste
presidenze repubblicane non devono portare avanti una politica estera isolazionistica ma sono semplicemente molto
attenti a tutelare i loro interessi in altre aeree del mondo più vicine a loro nell’America centrale e nel pacifico. Gli
stati uniti saranno gli organizzatori di una conferenza che si tiene a Washington nel 1922, detta anche conferenza
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delle potenze marinare, alla quale partecipano alcuni paesi europei come gran Bretagna, Francia, Italia, portogallo
ma anche il Giappone in questa conferenza vengono raggiunti una serie di accordi che riguardano proprio il
Giappone in particolare viene stabilito il trattato delle quattro potenze che sono usa stati uniti, gran Bretagna,
Francia e Giappone che avevano come obiettivo contenere l’espansionismo giapponese in Cina e nel pacifico e infatti
non si riconoscono quelle che sono le richieste del Giappone di espansione in Cina che aveva avanzato fin dai lavori
di Parigi. Obiettivo di mantenere lo status quo nel pacifico e poi è accompagnato dal trattato delle cinque potenze
che riguarda gli armamenti navali ed è un primo accordo che prevede una sorta di riarmo controllato coinvolge stati
uniti, gran Bretagna, Giappone Francia e Italia stabilisce quelli che sono i tonnellaggi delle flotte di tutti questi paesi.
Quindi abbiamo accordo sul mantenimento status quo nel pacifico volto a contenere espansionismo giapponese in
Cina e un accordo sul disarmo e infine un accordo che riguarda la Cina cioè viene dichiarata la fine di quei trattati che
la cin aveva concluso con le potenze europee che prevedevano dei trattamenti favorevoli per certe portene europee
e viene stabilito il principio della porta aperta cioè il fatto che voleva mettere tutti i paesi sullo stesso piano per
rispettare la sovranità cinese “trattato della porta aperta”. Quindi la conferenza di Washington è la chiara
dimostrazione che gli stati uniti non sono isolazionisti nel corso degli anni Venti.
La Cina negli anni Venti.
La Cina è molto debole in questo periodo perché innanzi tutto finisce la dinastia imperiale nel 1911 e viene formato
un governo nazionalista con a capo Sun Yat-sen che viene appoggiato dall’unione sovietica, ma questo governo
francese non ha assolutamente il controllo del territorio anzi all’interno della Cina.
All’inizio degli anni Venti nasce il partito comunista cinese e subito appare la figura di Mao come guida del partito
cinese. Quindi la Cina non è assolutamente stabile ed è facile preda dei paesi vicini ed è per questo che ci si
preoccupa perché il Giappone ambisce a controllare la ferrovia che attraversa la Manciuria, una regione molto
importante dal punto di vista delle materie prime.
In un primo momento il partito nazionalista cinese è appoggiato dell’unione sovietica ma dopo la morte di Sun Yat-
sen intorno al 1926 sale al potere e diventa capo del governo nazionalista Chiang Kai-shek che interrompe subito i
rapporti con l’unione sovietica e inizierà a perseguitare i comunisti guidati da Mao e inizierà una politica volta
proprio a riprendere il controllo dei territori e questo poi spiega perché poi i comunisti effettueranno quella che
viene chiamata lunga marcia cioè si allontanano dalla Cina centrale e vanno in una regione al nord all’inizio degli anni
trenta per cercare di isolarsi. Quindi la Cina è molto debole, divisa tra queste forse che stanno lottando al proprio
interno e preda dell’espansionismo del Giappone.
Europa negli anni Venti.
Le potenze politiche che stanno prendendo potere in Europa sono molte. Ci sono molti paesi in cui ci sono dei regimi
autoritari, liberali Ungheria di questo ammiraglio Horty che sviluppa una politica estera autoritaria. Ma pensiamo al
portogallo che già dal 1927 vive la dittatura di Salazar un regime dittatoriale che proseguirà fino al 1974 quando ci
sarà la rivoluzione dei garofani, importante perché è un paese con molte colonie e infatti dopo la rivoluzione dei
garofani nel 74 ci sarà l’ultima fase del processo di decolonizzazione in Angola e Mozambico. La spagna già nel 1923
c’è un governo autoritario di Primo de Rivera 1923-29, molti paesi europei vivono l’esperienza di forze autoritarie.
L’Italia, ascesa al potere di mussolini e la sua politica estera anni Venti.
Nel 1919 l’Italia esce dai lavori della conferenza di Parigi insoddisfatta mito della vittoria mutilata, addirittura il
presidente del consiglio italiano Orlando abbandona i tavoli della conferenza di pace pensando di essere richiamato
da Wilson, cosa che non succede e lascia l’Italia in una posizione negoziale piuttosto debole e le vicende di Fiume con
la presa di Fiume da parte di Gabriele d’annunzio.
Nel 1919 il partito più forte che vince le elezioni in Italia è il partito socialista che però è molto diviso al proprio
interno, ha un’ala più riformista e disponibile a un dialogo anche con le forze liberali e un’ala più rivoluzionaria,
massimalista e da questa area più a sinistra nel 1921 al congresso di Livorno nasce il partito comunista.
Il 19 e il 20 per l’Italia sono gli anni del biennio rosso dove ci sono molti scioperi, occupazione delle principali
fabbriche dell’Italia settentrionale, dei grandi scioperi dei braccianti nella Padania e questo biennio rossa fa paura
perché si pensa che la rivoluzione bolscevica si stia per realizzare in Italia. Altra novità è il partito popolare di Sturzo
(1919) e di fatto è un partito che vuole rivolgersi all’elettorato cattolico e che rimarrà in vita fino al 1926 ma nel 1919
nascono anche i fasci di combattimento creati da mussolini che inizialmente riuniscono persone di vari ambiti ma
ben presto diventeranno delle vere e proprie formazioni paramilitari che verranno utilizzate per effettuare azioni
violente e repressive nei confronti dei socialisti ed è grazie a questi fasci di combattimento che mussolini viene visto
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dalla borghesia e dalla classe imprenditoriale che si era arricchita molto durante la guerra, come colui che poteva
garantire l’Italia contro una possibile deriva in senso socialista e quando nel 21 dai fasci di compatimento nasce il
partito fascista era già un partito di massa proprio perché dimostra come mussolini godesse già il supporto di una
parte molto importante dell’opinione pubblica italiana. Mussolini decide di organizzare questo movimento di
migliaia di fascisti su Roma che prende il nome di marcia su Roma 28 ottobre 1922 e sarebbe bastato che il re
chiedesse lo stato di assedio, che schierasse i militari contro queste migliaia di comunisti che si avvicinavano a Roma
per impedire l’ascesa al potere di Mussolini cosa che non fa assolutamente dimostrando anche come la corona è
coinvolta nell’ascesa al potere di mussolini, ma anzi dà a lui l’incarico di formare il governo. Mussolini era molto
critico nei confronti dello stato liberale che lo riteneva ormai in declino d’altra parte ne Giolitti, ne Facta, ne Bonomi
riescono a impedire questo cambiamenti della scena politica ma rispetto a Hitler, mussolini ci mette alcuni anni per
creare uno stato totalitario lo farà in seguito all’assassinio di Matteotti in seguito alle elezione del 1924 dove
Matteotti accusò di brogli il fasciamo e lo farà dalle legge fascistissime del 1925 la differenza è che Hitler ci mette
pochi mesi, grande differenza rispetto a mussolini. Inoltre, di fatto dal 1925 crea uno stato totalitario con queste
leggi che levano ogni potere al parlamento, esautorato da ogni potere e si iniziano a perseguire tutti quei cittadini,
politici antifascisti che verranno mandati in esilio.
Sulla scena internazionale negli anni 20, nel primo discorso che pronuncerà afferma di avere un grande progetto per
lui la politica estera è molto importante ma in realtà, altra grande differenza, mentre Hitler già nel Mein Kampf aveva
dimostrato, chiarito quello che era il suo piano, Mussolini nel corso degli anni venti non ha un vero e proprio
programma di politica estera e quindi seguirà quelle che sono le linee tradizionali della politica estera italiana ovvero
la direttrice Danubiano-Balcanica cioè i rapporti con la Jugoslavia e con i paesi Balcani e l’altra è quella mediterranea
ovvero l’idea del mediterraneo come mare nostro. Uno dei primi episodi di come mussolini si muove sulla scena
internazionale è l’incedente di Corfù 1923, vien ucciso un ufficiale italiano incaricato di definire i confini tra Grecia e
Albania viene uscio, Mussolini ritiene che la Grecia sia dietro a questo assassinio e bombarda e occupa Corfù gesto
che poi si concluderà in maniera diplomatica, interverrà la società delle nazioni e alla fine mussolini accetta un
risarcimento, ma per molti paesi è un campanello di allarme del modo in cui mussolini si muove nella scena
internazionale, per esempio, gli inglesi ritengono molto più pericoloso mussolini che Hitler.
Direttrice danubiano balcanica, è dimostrata dalla soluzione della situazione di Fiume che arriverà con degli accordi
con la Jugoslavia nel 1924. L’Italia firma nel 1926 un accordo con l’Ungheria in cui sostiene il revisionismo ungherese
e firma anche un protettorato sull’Albania che diventa un paese soggetto all’influenza italiana. Questa continuità
della politica estera mussoliniana negli anni Venti rispetto agli anni precedenti è dettata dal fatto che mussolini non
cambia gli ambasciatori rispetto all’era liberale, all’interno del ministero degli esteri abbiamo dei diplomatici non
fascisti, inizierà a inserire personale diplomatico fascista solo alla fine degli anni Venti, e mussolini è ministro degli
esteri fino al 1929 oltre a essere capo di governo. Nel 29 diventerà ministro degli esteri Dino Grandi fino al 1932 è il
volto più pacifico del fascismo, è la persona che è favorevole al dialogo con le potenze europee, dal 1933 mussolini
riprende il controllo del ministero degli esteri perché percepisce che gli equilibri europei stanno cambiando e si parla
della politica del peso determinante, cioè nel momento in cui cambiano gli equilibri europei perché Hitler arriva al
potere cambia l’importanza delle scelte che il governo italiana compirà nei confronti delle alleanze che vorrà
concludere e quindi mussolini è perfettamente consapevole del cambiamento e dell’importanza del ruolo dell’Italia
sulla scena europea e proseguirà una politica di ago della bilancia cioè cerca in qualche maniera di avvicinarsi alla
Francia e alla gran Bretagna e poi dal 1936 in maniera graduale alla Germania di Hitler ma i primi anni sono anni in
cui cerca di ottenere vantaggi da questa politica ago di bilancia/peso determinate. Ma solo dal 1936 quando l’Italia si
trova isolata dalla scena internazionale in seguito alla guerra di Abissinia Hitler fa capire a Mussolini che è disposto
ad avvicinarsi all’Italia ma mussolini sa bene il prezzo da pagare per l’alleanza con la Germania deve rinunciare a farsi
garante dell’indipendenza austrica, deve accettare il principio dell’Anschluss, che la Germania voglia riunirsi
all’Austria.
 
 

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29/09
Unione sovietica
Rimane esterna alle vicende europee, non partecipa a nessuna delle conferenze.
Nasce nel 1922 a termine della guerra civile tra i bolscevichi e le truppe bianche e unisce quelle che vengono poi
chiamate le repubbliche socialiste sovietiche, una serie di stati sovrani con una economia relativamente
indipendente da Mosca(non ne fanno parte gli stati baltici).
Poco dopo la nascita dell’URSS, Lenin si ammala e muore (1924) e si scatena una lotta al potere che vedrà in ultimo
luogo emergere Stalin, una figura molto importante nella storia del 900.
Stalin in realtà è un soprannome che vuol dire acciaio, di fatto era una personalità che fu molto malato da giovane,
quindi aveva una tempra d’acciaio, il suo vero nome era Iosif Vissarionovič Džugašvili, nato in Georgia, non ha un
ruolo di primo piano durante la rivoluzione bolscevica del 1917, ma è un uomo politico molto pragmatico, non è un
intellettuale come potremmo definire Lenin. Stalin si rende conto che l’idea di esportare la rivoluzione in altri paesi è
ormai obsoleta e quindi ritiene necessario costruire il socialismo in un solo paese, ossia nell’unione sovietica.
La popolazione dopo la rivoluzione e la guerra civile toccava livelli di povertà assoluta e Stalin fu molto spietato, era
paranoico, vedeva cospirazioni ovunque soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Famosa nel 1953 (anno della
morte) lui pensava ad una cospirazione dei medici ebrei e iniziò a far arrestare e portare nei Gulag tutti i medici ebrei
(in Stalin vi era una forte componente di antisemitismo).
Stalin nella lotta al potere si scontra contro Trotskij che aveva invece l’idea di proseguire la rivoluzione anche in altri
paesi europei; e poi si scontra anche con altri personaggi che invece pensavano a un processo di liberalizzazione
dell’economia russa come Bucharin, Zinoviev, Kmenev.
La lotta procede fino al 1927 quando Stalin ha sotto di sé il controllo della Russia, vince perché era il segretario del
partito e aveva il controllo della nomenclatura, di tutto l’apparato burocratico all’interno della Russia.
Tutti gli oppositori vengono mandati in esilio, Trotskij verrà ucciso in Messico nel 1940 da un sicario mandato da
Stalin.
Stalin capisce che l’Unione Sovietica deve modernizzarsi e ricostruire la propria economia e a partire dal 1928
abbiamo i piani quinquennali che hanno l’obiettivo di ricostruire l’apparato industriale sovietico, vengono costruite
migliaia di industrie controllate dallo stato, vengono costruire soprattutto nella regione a est degli Urali. Questo
processo avrà un grande successo perché l’unione sovietica diventerà la terza potenza industriale dopo Stati Uniti e
Germania alle soglie dello scoppio della guerra, ma tutto questo avviene a spese dei cittadini che vivevano in
condizioni terribili. Infatti con la costruzione di nuove industrie si assiste ad uno spostamento di popolazioni per
andare a lavorare, la Russia era multietnica e spostando queste popolazioni si faceva perdere il legame con la propria
nazionalità. L’industrializzazione interessò il settore siderurgico, l’industria pesante, degli armamenti perché si
doveva riarmare.
Tutti vanno a lavorare in industria, ma la Russia prima era un paese invece prevalentemente agricolo, e quindi a
partire da quel momento le risorse agricole si iniziano a prendere dall’Ucraina in cui all’inizio degli anni 30 ci fu anche
una grave carestia dove morirono molte persone. Viene completamente eliminata un’intera classe sociale, ossia
quella dei piccoli contadini, detti kulaki, che avevano piccole proprietà terriere ma furono considerati nemici dello
stato e quindi vennero eliminati completamente.
A partire dagli anni 30 poi iniziano le purghe staliniane che furono veramente terribili, tutti coloro che venivano
sospettati di essere nemici dello stato o che potevano costituire un pericolo per Stalin, venivano mandati nei Gulag in
Siberia, campi di lavoro in cui si stava in condizioni terribili. L’unione sovietica stava vivendo in un regime del terrore.
L’apice si raggiunge nel 1937, verranno eliminati i nemici all’interno del partito, arriverà a eliminare anche i vertici
dell’armata rossa e infatti quando scoppia la Seconda guerra mondiale, l’armata rossa è disorganizzata e questo aiuta
a capire perché Stalin firmerà il patto Ribbentrop-Molotov, perché sa bene che deve cercare di ritardare il più
possibile un attacco. Ragiona in termini di realpolitik.
Bisogna però dire che con Stalin l’Unione Sovietica diventa una grandissima potenza, soprattutto dopo la Seconda
guerra mondiale quando si contrapporrà agli Stati Uniti, seppur a un prezzo che per la popolazione è stato
elevatissimo. Inoltre per tutti gli anni 20 rimane distaccata dal resto d’Europa e questo spiega perché l’Unione
Sovietica non è stata toccata dalla crisi di Wall Street. È stata si riconosciuta dagli altri stati, ma non fa parte della
società delle nazioni e non ha rapporti commerciali ed economici con atri paesi, quindi rimane isolata.

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Crisi del 1929: la Grande Depressione
Un grande momento di svolta nella storia del 900 è stata la crisi che scoppiò all’interno degli Stati Uniti a Wall Street
nell’ottobre del 1929. I titoli erano sopravvalutati, tutti giocavano in borsa e si assiste ad un crollo del valore dei titoli,
il problema è che quella che scoppia come una crisi legata al sistema finanziario, ben presto si allarga e diventa una
crisi economica gravissima che prende il nome di grande depressione. Si arriverà a 12 milioni disoccupati, un numero
incredibile per la storia americana. La situazione peggiora così tanto perché il presidente americano in quel
momento era Hoover e ragiona con gli strumenti del tempo, ritiene che sia una crisi passeggera e che il mercato
tornerà a rimettere la situazione economica in equilibrio, per questo non adotta manovre tipo sussidi alla
disoccupazione o intervento dello stato all’interno dell’economia, ma si limita a proteggere l’economia americana
innalzando barriere doganali. Una legge famosa è quella del 1930 che si chiama Smoot-Hawley Tariff Act, un
innalzamento delle barriere doganali volte a proteggere l’economia americana dalle importazioni provenienti da altri
paesi.
Questo spiega perché alle elezioni del 1932 c’è bisogno di un vero cambiamento, infatti le elezioni vengono vinte da
Franklin Delano Roosevelt, un democratico, era molto malato aveva avuto la poliomielite ed era in sedia a rotelle,
ma questa disabilità non gli impedisce di essere così ambizioso dal volere arrivare al posto più ambito per i politici
cioè la Casa Bianca. Una cosa unica per la storia americana è il fatto che rimane in carica per 4 mandati, fino alla sua
morte avvenuta a fine 1945.
La prima cosa che fa è tentare di uscire dalla grande depressione e lo fa attraverso il patto con la società che prende
il nome di New Deal con cui si applicano misure keynesiane, cioè lo stato elabora tutta una serie di politiche di
intervento nell’economia a sostegno dell’occupazione, vengono emanati sussidi per la disoccupazione, vengono
elaborate opere infrastrutturali pubbliche come la Tennessee Valley Authority, una regione del Tennessee piuttosto
in degrado che grazie al New Deal viene rilanciata.
Il New Deal ha successo, però non si raggiungerà la piena occupazione che verrà raggiunta solo con l’ingresso in
guerra, quando tutto lo sforzo economico viene orientato nel riarmo e nello sforzo bellico, comunque è una misura
che serve all’economia perché si hanno interventi di sussidio per l’occupazione quindi le persone iniziano a
consumere e l’economia viene rilanciata.

Europa
Quando scoppia la crisi in USA, se ne ha un immediato riflesso in Europa perché con la questione delle riparazioni gli
Stati Uniti erano stati risucchiati nelle vicende europee.
Si fa sentire in modo forte in primo luogo in Germania, perché cessano i rapporti commerciali che gli USA avevano
allacciato con lo stato tedesco e questa gravissima crisi economica che colpisce la Germania diventa il terreno fertile
per l’ascesa del nazismo perché Hitler la utilizzerà per dimostrare il fallimento della repubblica di Weimar.
Viene colpita anche l’Austria dove fallisce la banca austriaca Creditanstalt, ci sarà l’intervento della società delle
nazioni per cercare di rimetterla in piedi con un grosso prestito.
C’è in questi anni un primo tentativo di Anschluss, un progetto di unione doganale tra Austria e Germania nel 1931.
Interviene la società delle nazioni e in particolare la Francia non può accettare questa unione doganale perché
sarebbe un modo per realizzare l’Anschluss in maniera nascosta, anche la corte di giustizia internazionale dell’Aja
impedirà questa unione doganale.
L’Austria era come bipolarizzata, la capitale Vienna dove erano forti i socialisti, mentre nel resto del paese erano i
conservatori.
A inizio degli anni 30 va al potere il cancelliere Dollfuss che dà una svolta in senso autoritario al governo austriaco.
Come reagiscono le nazioni europee alla crisi: non si cerca una soluzione ordinata o un tentativo di misure comuni,
ma ciascun paese si muove per proteggere la propria economia. Chi ha colonie trova le risorse lì, ad esempio
l’Inghilterra crea il Commonwealth, un sistema preferenziale col quale la madrepatria mantiene un legame con le
colonie e permette alla Gran Bretagna di importare materie prime dai suoi dominions a prezzi bassissimi. La sterlina
nel sistema monetario internazionale in questo periodo era l’unica moneta che aveva la convertibilità aurea e nel
1931 la Gran Bretagna sospende la convertibilità aurea della sterlina, altro esempio di come non ci sia stata la
volontà di collaborazione tra i paesi.
La Francia viene toccata più tardi dalla crisi, intorno al 1932, ma ha delle conseguenze molto negative e forse
l’esempio più evidente è il fallimento della Citroen. Anche lei cerca le risorse nelle proprie colonie. A partire dal 1934
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in Francia vengono creati dei governi di fronte popolare in cui le forze di sinistra si uniscono per combattere
l’avanzata del fascismo e del nazismo.
Tutti questi paesi rispondono con misure protezionistiche.
In Italia Mussolini cerca di proteggere con misure arcaiche l’economia italiana, la crisi scoppia dopo che Mussolini ha
rivalutato la lira, aveva aumentato la lira per collegarla alla sterlina e aveva provocato già una diminuzione delle
esportazioni. Verranno prese misure protezionistiche per fronteggiare la crisi e verranno creati degli istituiti come
l’IRI (istituto per la ricostruzione industriale) una istituzione con il compito di assorbire le banche fallite e in difficoltà,
aziende ed è uno degli esempi più importanti di industria di stato.

Interessante è ciò che avviene in Estremo Oriente. Proprio da qui arriva il primo attacco al sistema di Versailles ed è
collegato alla crisi del 29 perché il Giappone che si sta rafforzando economicamente e non ha materie prime quindi
per il Giappone è molto importante importare materie prime dall’estero e avere rapporti commerciali, e una delle
conseguenze più importanti della crisi del 29 è stata la contrazione del commercio internazionale. Il Giappone
troverà le materie prime in un paese vicino molto debole: la Cina. In Giappone si assiste progressivamente all’ascesa
al potere dei militari e questo spiega una politica estera che diventerà sempre più aggressiva.

Cina
È molto debole. Il Giappone aveva combattuto una guerra con la Russia a inizio 900 per il controllo della Manciuria
ed erano stati riconosciuti al Giappone una sorta di influenza sulla Manciuria e in particolar modo su una ferrovia.
La Manciuria si trova al confine tra Urss e Cina, è ricchissima di materie prime. Il Giappone aveva partecipato alla
Prima guerra mondiale perché voleva la penisola dello Shantung ma non gli viene riconosciuto alla conferenza di
Parigi perché si temeva un potere eccessivo del Giappone.
In Cina, dopo l'uscita di scena dell'imperatore, viene creato un governo nazionalista (la capitale era Nanchino)
guidato da Sun Yat-Sen e il governo prende il nome di Kuomintang. In un primo momento l’Unione Sovietica vede di
buon occhio Sun e inizia a collaborare mandando aiuti al governo che non ha però il controllo del territorio perché la
Cina è enorme e all’interno delle varie province il potere era gestito dai Signori della Guerra locali, dei governatori
che controllavano le varie province cinesi. Nasce anche il partito comunista cinese all’inizio degli anni 20 e Mao
emerge come figura riferimento. Il problema si pone quando nel 1925 muore Sun e gli succede Chiang Kai-shek a
capo del governo nazionalista, che è colui che quando Mao vincerà la guerra civile creerà l’altra Cina a Taiwan, ossia
la Cina nazionalista.
Quando arriva al potere Chiang interrompe i rapporti con l’unione sovietica e inizia dal 1926 un processo di
unificazione della Cina che lo porterà a lottare contro i Signori della Guerra, ma non solo, inizia anche ad effettuare
una persecuzione contro i comunisti e questo spiega perché i comunisti faranno poi la Lunga Marcia di Mao che lo
porterà nel 1934 a cercare di riorganizzare il partico comunista nella regione dello Shanxi. Il Giappone vuole
approfittare della debolezza della Cina dove si può conquistare territori.
La ferrovia della Manciuria era controllata da militari giapponesi che occupano, con la scusa di disordini, tutta la
Manciuria, e creano qui uno stato fantoccio chiamato Manchukuo a cui capo viene messo l’ex imperatore cinese,
questa è un’evidente violazione della sovranità cinese (1931). La Cina quindi si rivolge alla società delle nazioni e
questo è il primo caso che dimostra il fallimento della società delle nazioni.
La Società delle nazioni manda la commissione Lytton presieduta da un inglese e ci metterà molti mesi per arrivare,
alla fine elabora un documento in cui riconosce l’aggressione giapponese e poi niente. Il Giappone esce dalla società
delle nazioni. Questo sembra non intaccare l’equilibrio europeo, ma in realtà è una minaccia molto forte al sistema
di sicurezza europeo perché indebolisce la società delle nazioni.
Il Giappone non si ferma alla Manciuria, ma prosegue l’invasione in Cina e scende dalla Manciuria occupando nel
1937 Nanchino e arriva fino a Shanghai, è un’invasione senza dichiarazione guerra nei confronti della Cina, è di fatto
l'inizio della Seconda guerra mondiale in Asia. In particolare a Nanchino ci sarà un massacro della popolazione da
parte dei soldati giapponesi.

Germania
Dopo gli accordi di Locarno la Germania entra nella società delle Nazioni nel 1926.

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Hitler nasce in Austria in ambiente intriso di antisemitismo, combatte nella Prima guerra mondiale nell'esercito
tedesco e ritiene che la sconfitta tedesca e il modo in cui la Germania viene trattata dai paesi vincitori a Parigi sia un
affronto terribile e che quindi lui identifica la volontà di rinascita e di avere giustizia della Germania.
Nel 1923 Hitler tenta un colpo di stato che lo porta in prigione per circa un anno in cui elabora il Mein Kampf. Se
Mussolini non ha un programma ben delineato di politica estera al contrario Hitler ce l’ha e viene scritto all’interno
del Mein Kampf dove scrive che occorreva liberare la Germania dalle clausole del trattato di Versailles che limitavano
la sovranità tedesca, secondariamente si dovevano unire alla Germania tutti i popoli tedeschi in Europa quindi
l’Austria, i Sudeti e il corridoio di Danzica, l'obiettivo finale era fare della Germania il più grande stato in Europa e
conquistare lo spazio vitale in Polonia e Unione Sovietica, cioè verso est arrivando ad assoggettare popolazioni che
Hitler riteneva inferiori alla razza ariana che doveva dominare l'Europa, gli ebrei vennero considerati coloro che
avevano contribuito alla sconfitta della Germania. Hitler si rende conto, fallendo il colpo di stato, che non può
arrivare al potere con un colpo stato, ma deve arrivarci legalmente e attraverso un efficiente apparato paramilitare,
le camicie brune (SA) che iniziano ad effettuare operazioni militari contro comunisti, socialisti, tutti coloro che si
potevano opporre all’ascesa al potere di Hitler. Non dimentichiamo dell’importanza della propaganda nella macchina
organizzativa di Hitler che avrà un ruolo importantissimo anche nel Reich, le olimpiadi del 1936 di Berlino nella
mentalità di Hitler dovevano rappresentare l'apoteosi della Germania nazista. Hitler era un vero e proprio leader
carismatico, quando parlava i tedeschi erano come ipnotizzati.
Nel 1934 ha luogo la “notte dei lunghi coltelli” in cui Hitler si sbarazza delle SA.
Hitler arriva al potere per vie legali. Si assiste ad una crescita incredibile del partito nazista che nel 1928 ha il 2,6%,
nel 1930 il 18,3% e nel 1932 è il partito di maggioranza relativa.
Il cancelliere è Bruning fino al 1932, ma ha il solito problema di tutti i cancellieri della Repubblica di Weimar, non ha
la maggioranza e quindi è costretto a creare un governo di coalizione per governare. Una figura molto importante ce
l’ha un eroe della Prima guerra mondiale il maresciallo Hindenburg, presidente della repubblica di Weimar, che dal
1930 nomina lui i cancellieri. Il seguente cancelliere è Von Papen e si apre la strada a Hitler. Hitler è appoggiato dagli
apparati industriali tedeschi, da mega industrie, da Hindenburg che pensa che nominandolo cancelliere si possa
gestire, viene creato nel 1933 il primo governo di Hitler dove c’erano solo due nazisti e quindi si sperava di poterlo
contenere, ma Hitler nell’arco di pochi mesi trasforma completamente la repubblica di Weimar che scompare
definitivamente nel 1934. Un episodio da ricordare è l'incendio del Reichstag, il parlamento tedesco, avvenimento
molto importante dopo l’ascesa al potere di Hitler che incolpa i comunisti, l’obiettivo è approfittare di questo
episodio per mettere fuori gioco le forze di opposizione. Inizia una propaganda martellante volta a creare una
dittatura.
Nel 1933 viene creato il primo campo di concentramento a Dachau in cui venivano mandati gli oppositori politici.
Hitler elimina i sindacati, tutte le forze politiche contrarie, si libera dei concorrenti, e instaura una dittatura
fortemente antisemita. Se ne ha una prima dimostrazione con leggi di Norimberga del 1935 con cui gli ebrei sono
privati di ogni diritto civile, vengono vietati i matrimoni con ebrei. Nel 1938 ha luogo la “notte dei cristalli” a
novembre in cui verranno distrutti circa 7mila negozi di ebrei, uccisi moltissimi ebrei e deportati di più, ma in questa
fase Hitler non ha ancora in mente lo stermino degli ebrei, li vuole portare ad uscire dalla Germania, Hitler inizia a
elaborare lo sterminio degli ebrei dopo lo scoppio della guerra quando inizia a occupare territori ad est come la
Polonia con popolazione ebraica. A quel punto vuole risolvere il problema definitivamente.
Hitler si concentra in questa fase sulla politica interna (33-34), ci sono però dei segnali che fanno paura e dimostrano
la volontà di grande revisionismo di Hitler e sono quando arriva al potere decide di abbandonare la conferenza sul
disarmo.
Conferenza sul disarmo: nel 1922 ci fu una conferenza a Washington in cui viene affrontato il problema del disarmo
navale, rimaneva però il problema del disarmo terrestre cioè cosa fare degli eserciti, delle strutture militari, e si
arriva alla conferenza sul disarmo che si tiene a Ginevra nel 1932 dieci anni dopo, questo la dice lunga sulla volontà
dei paesi europei di disarmare. Sin dall’inizio si hanno le posizioni contrapposte di Francia e Germania: la Francia dice
siamo disposti a disarmare, ma prima vogliamo creare un sistema di sicurezza che ci rassicuri contro un possibile
pericolo tedesco; la Germania invece è l’unico paese che ha disarmato e quindi chiede il diritto a riarmare. Su queste
due posizioni diverse non si trova un accordo.
Hitler mostra un atteggiamento dialogante all’inizio, ma poi decide nel 1933 di abbandonare i lavori della conferenza
di Ginevra sul disarmo e di uscire dalla società delle Nazioni.
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Nel 1934 Hitler firma un trattato di non aggressione con la Polonia, lo stato polacco si trova tra due fuochi Unione
Sovietica e Germania nazista. Nello stesso anno Hitler fa il primo viaggio in Italia a Venezia da Mussolini che gli dice
siamo preoccupati per l'Austria e Hitler dice non ti preoccupare ho intenzione di rispettare l'indipendenza austriaca,
ma nel luglio del 1934 ci fu un colpo di Stato in Austria da parte del partito nazista austriaco, Hitler dirà che non era
coinvolto ma insomma. Dollfuss qui muore, era un caro amico di Mussolini. Mussolini invia delle truppe al Brennero
per far vedere alla Germania che l'indipendenza dell’Austria era molto importante per l'Italia.
C’è molta paura, infatti le reazioni europee di fronte all’arrivo al potere di Hitler, c’è un’iniziativa di Mussolini che
dimostra la politica del peso determinante. Il progetto che propone nel 1933 è il patto a quattro, rivolto a Gran
Bretagna, Francia, Germania, Italia con l'obiettivo di creare una sorta di direttorio cioè di coalizione tra i 4 paesi per
negoziare e rivedere il trattato di Versailles e cercare di venire incontro ad alcune richieste tedesche per mantenere
la pace. L’iniziativa di Mussolini non viene accolta e fallisce.

In Francia ci furono iniziative volte a contenere il problema tedesco, ma gli anni 30 in Francia sono stati chiamati gli
anni di decadenza perché progressivamente si assiste ad una fine dell’attivismo diplomatico francese che finirà poi
per seguire la politica di appeasement della Gran Bretagna.

In Gran Bretagna vi era una componente dell'élite inglese che era filonazista, si aveva un atteggiamento benevolente
verso la Germania nazista. Famoso è il caso di Edoardo VIII che abdica nel 1936 ufficialmente perché aveva sposato
un'americana divorziata, ma in realtà lei era molto vicina agli ambienti nazisti, quindi diventava imbarazzante avere
un re che dialogava con i nazisti.
L’appeasement è un tentativo di contenere Hitler in maniera pacifica, è un’illusione sostanzialmente.

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Politica estera francese
La crisi del 29, l’ascesa di Hitler riesce in pochissimo tempo a creare un regime totalitario grazie a un supporto dei
poteri forti dello stato tedesco, dell’industria, degli ambienti conservatori, militari e il supporto del presidente
Hindenburg e passività della chiesa, ovviamente in Germania non era così forte come in Italia.  Il rapporto tra
Fascismo e chiesa ricordiamo che nel 29 vengono firmati i patti lateranensi dove si pone fine alla questione romana e
riguarda proprio rapporti tra chiesa e governo italiano. Da parte di Pio XI ci sarà un’enciclica che condanna il
nazifascismo, ma il grande tema è il silenzio di Pio XII sulla questione del nazismo e sulle politiche antiebraiche. Il
vaticano ha una bellissima biblioteca ma i documenti vaticani si fermano ancora alla Seconda guerra mondiale è un
processo di classificazione lento ma delicato e sensibile, questo non toglie che ci siano stati singoli che hanno aiutato
gli ebrei ma pio XII e il suo silenzio crea un dibattito.
La reazione europea all’arrivo di Hitler si rendono conto del pericolo che rappresenta? Anche l’Italia stessa mussolini
si fa autore di un progetto, pochi mesi dopo l’arrivo di Hitler ma che poi non andrà in fondo ma non è l’unico, c’è il
ministro degli esteri francese Louis Barthou e nel 1934 aveva letto il Mein Kampf e si rese conto del pericolo che
l’Europa stava correndo e in particolar modo la Francia stava correndo con Hitler e quindi sviluppa un attivismo
diplomatico attraverso una serie di direttrici che il governo francese avrebbe dovuto prendere ma è sfortunato
perché a Marsaglia in occasione della visita del re della Jugoslavia c’è un attentato e lui viene ferito e muore e non è
in grado quindi di sviluppare il proprio progetto.
Le sue idee a proposito delle alleanze che la Francia doveva promuovere. Cerca di allargare il principio di cordone
sanitario intorno alla Germania attraverso un progetto di Locarno orientale, quindi l’idea è quella di fare una serie di
accordi con i paesi intorno alla Germania cercando di contenere il revisionismo e riuscirà a coinvolgere la
Cecoslovacchia ma ha poco tempo per realizzarlo e quindi non riesce in questa impresa. Barthou rietine che sia
necessario coinvolgere mussolini e quindi stringe degli accordi con mussolini e questo sarà ripreso e opera del suo
successore, 1935 accordi mussolini- Laval perché mussolini non si era ancora avvicinato alla Germania nazista. Ma
sicuramente l’accordo, proposta più importante è quella con l’Urss, per Bathou è fondamentale coinvolgere l’Urss
nel sistema europeo, riportarla all’interno e lo farà attraverso due strade in primo luogo fa entrare Urss della società
delle nazioni nel 1934 e in qualche maniera accetta il sistema di sicurezza rappresentato dalla società delle nazioni
del 1934 ma la cosa più importante è che nel maggio 1935 viene firmato questo trattato di mutua assistenza, di aiuto
reciproco, tra la Francia e Urss che stabilisce che in caso di aggressione di uno stato terzo si sarebbero
reciprocamente aiutate militarmente, Stalin ritorna nella scena europea e questo accordo viene esteso anche alla
Cecoslovacchia, che però favorì degli interrogativi, delle debolezze di questo accordo cioè un possibile disastro era
un attacco di Hitler alla Francia un sorta di riproposta piano Schlieffen, in quel caso l’unione sovietica doveva passare
in polonia e la polonia non avrebbe accettato che l’URSS passasse sul suo territorio quindi limiti alla sua applicazione
concreta, questo dimostra una grande debolezza dell’accordo.
Urss vive una straordinaria e faraonica modernizzazione con i piani quinquennali di Stalin.
• Terrore staliniano raggiunge l’apice nel 1937-1938 quando vengono fucilati 800.000 presunti nemici del regime
• Stalin ha il timore di essere accerchiato dal Giappone e teme l’ascesa al potere di Hitler
• Comintern nel 1935 lancia la politica dei fronti popolari in Europa.
La dissoluzione del fronte di stressa.
Gennaio 1935 un referendum permette il ritorno della Saar alla Germania.
Marzo 1935: Hitler ripristina il servizio militare obbligatorio
Aprile 1935: fronte di Stresa in reazione alla coscrizione obbligatoria proclamata da Hitler.
Giugno 1935: accordo navale anglo-tedesco= fine del fronte di Stresa.
La GB riconosce alla Germania il diritto a costruirsi una flotta ma dimostra anche di considerare il revisionismo
tedesco meno pericoloso di quello italiano come dimostrato dalla guerra d’Etiopia.
Anthony Eden avrebbe parlato di Mussolini come di “un gangster la cui parola d’onore non conta nulla”.
Marzo 1936 Rimilitarizzazione della Renania- Hitler non riconosce più gli accordi di Locarno.
Ottobre 1935-maggio 1936 l’Italia conquista l’Etiopia dando vita all’ultima guerra coloniale di una potenza europea.
Incapacità della SdN di contrastare l’azione italiana: si limita a sanzioni economiche ma non viene chiuso il canale di
Suez.

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L’Italia come colonie aveva la Somalia italiana, l’eritrea e la Libia e quindi di fatto quella che allora si chiamava
Abissinia era molto vicina alla Somalia italiana ed era uno dei pochi paesi ancora non colonizzati e c’era un motivo,
l’imperatore era ancora il giovane Selassiè e aveva un esercito e quindi era pronto per una eventuale invasione.
Mussolini cerca di preparare la propria azione sul piano diplomatico e nel gennaio 1935 ci sono gli accordi mussolini
Laval, successore di Barthou. Questa era il proseguirsi della politica di Bathou di cercare di portare mussolini dalla
parte della Francia e dell’Inghilterra e allontanarla dalla Germania. Gli accordi mussolini-Laval stabiliscono, c’è questo
accordo a Roma dove si affrontano grandi tematiche e i rapporti Italia e Francia, per esempio viene affrontata la
questione austriaca, sia l’Italia che la Francia si dichiarano che vogliono rispettare e salvaguardare l’indipendenza
dell’Austria quindi agire a favore dell’indipendenza austriaca e poi c’è una parte dell’accordo che ha detestato delle
interpretazioni divergenti perché a questo incontro parteciparono solo mussolini e Laval e poi c’era un diplomatico
che prendeva appunti di quello che i due politici stavano appunto dicendo e sono degli appunti molto scarni e
sintetici e qui si vede l’importanza degli interpreti durante quelli che sono gli incontri al vertice non è l’unico caso.
Mussolini uscì dall’incontro dichiarando che il trattato gli aveva dato mano libera in Etiopia, abbiamo ottenuto mano
libera dalla Francia e quindi possiamo intervenire militarmente. Laval e il suo sottosegretario affermò non aveva dato
assolutamente dato il via all’Italia ma aveva mostrato un atteggiamento positivo alla possibile influenza economica
dell’Italia in Etiopia e questa diversa interpretazione dei colloqui ha dato a un dibattito storiografico molto ampio e
alla fine in realtà sembra dare ragione a Mussolini.
Quindi l’Italia ha l’appoggio della Francia. Per quanto riguarda la gran Bretagna la situazione è più delicata, il
mediterraneo e tutte le colonie sono da sempre sotto l’influenza inglese e intorno all’Etiopia abbiamo il Sudan che
era una colonia inglese, Somalia inglese, quindi l’Inghilterra vede non così positivamente questo intervento italiano.
L’invasione Etiopia inizia nell’ottobre del 1935 e mussolini prende come pretesto l’incidente avvenuto in una zona al
confine tra Somalia italiana e l’Etiopia, Abissinia. Incidente dove delle truppe italiane erano state attaccate da delle
bande provenienti dall’Abissinia e lo prende come pretesto per l’intervento militare e spera anche di riuscire a
risolvere diplomaticamente questa crisi. In un primo mento c’è la volontà da parte francese e Gran Bretagna di
risolverla diplomaticamente perché il ministro degli esteri inglese e quello francese stipulano un accordo segreto, il
piano Hoare-Laval dicembre 1935 in cui offrono all’Italia un compromesso, il governo italiano avrebbe avuto il
controllo di circa 2/3 dell’Abissinia, la parte più fertile e ricca e avrebbe lasciato all’imperatore Selassiè lo sbocco sul
mare di Assab. Accordo segretissimo, ma questo accordo trapela sulla stampa francese e questo desta fortissimo
clamore e proteste da parte dell’opinione pubblica che dice che l’Etiopia è comunque uno stato sovrano e si fa un
accordo segreto per spartirne le parti e quindi l’accordo salta. Francia e Inghilterra non possono più supportarlo,
mussolini si trova solo a portare avanti l’invasione dell’Etiopia che terminerà nel maggio 1936 e l’Etiopia diventerà
una colonia italiana. Per mussolini a livello propagandistico è un’operazione militare importante per l’Italia avere
questa colonia significa anche esportarci manodopera dalle regioni del sud dove c’era una forte disoccupazione
quindi grande propaganda.
L’ultima cosa riguarda la società della nazione, abbiamo visto che è incapace di reagire con forza in Manciuria e
altrettanto fa in Etiopia che era un membro della società delle nazioni, quindi era un caso in cui l’intervento da parte
della società era obbligatorio, come reagisce a questa operazione militare? Emetterà sanzioni economiche nei
confronti dell’Italia che però non saranno particolarmente pesanti, per esempio, il petrolio non era inserito nelle
sanzioni ma soprattutto non verrà chiuso il canale di Suez che avrebbe impedito alle navi italiane di arrivar in Etiopia,
inoltre, l’Italia può sfruttare il supporto proveniente da paesi che non fanno parte della società delle nazioni e in
questo caso gli usa inviano aiuti economici a mussolini, perché aveva paradossalmente una bellissima immagine negli
stati uniti, viene visto come il self-made man e ha proprio una campagna pubblicitaria che porta l’immagine di
mussolini.
Le sanzioni economiche della società sono deboli ed è un’altra chiara manifestazione dell’incapacità della società
delle nazioni di svolgere il proprio ruolo.
Ma l’operazione in Abissinia per l’Italia è molto importante perché mussolini si trova comunque sulla scena europea
abbastanza isolato e generalmente si tende a considerare il 1936 l’inizio dell’avvicinamento tra mussolini e Hitler,
quindi dopo l’impresa etiopica, Hitler sarà il primo a riconoscere l’Impero di Etiopia e a riconoscere l’impresa italiana
e mussolini richiamerà l’ambasciatore tedesco a Roma e gli dirà che il fronte di Stresa ormai è morto e che la
posizione italiana sull’Austria è cambiata perché mussolini sa che il prezzo da pagare per allearsi con Hitler è quello
di rinunciare all’indipendenza austriaca.
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Ci sono dei segnali di cambiamento nella politica estera italiana ed è evidente anche in altre cose fino al 1936 è
mussolini ministro degli esteri, poi dal 1936 diventa ministro degli esteri Galeazzo Ciano che è il genero di mussolini,
ed è uno degli esponenti più filonazisti all’interno del regime ed indica chiaramente una svolta nella politica estera
italiana e non è un caso che nel novembre 1936 si forma l’asse Roma-Berlino, non è un’alleanza per adesso, ancora
Mussolini si illude di essere l’ago della bilancia europeo, è una dichiarazione di avvicinamento tra Roma e Berlino, si
parla di collaborazione tra i due governi un’asse intorno alla quale possono collaborare tutti gli stati europei animati
da volontà di pace, questo è quanto afferma mussolini. Quindi non è ancora un’alleanza però è un evidente simbolo
dell’avvicinamento tra Italia e Germania e poi c’è l’adesione dell’Italia al patto anti-Comintern nel 1937, quindi
l’adesione a questo fronte contro il comunismo internazionale, contro l’internazionale comunista di cui facevano
parte la Germania e il Giappone.
Il 1936 è l’anno in cui ci sono vari esempi di collaborazione tra Italia e Germania e sicuramente uno dei teatri più
importanti di questa collaborazione è la guerra civile spagnola, nel 1936 e che possiamo definire una vigilia della
guerra. Avvenimento molto importante per la spagna e per il sistema di alleanza, che si vengono a creare e che si
sperimentano in occasione della guerra civile spagnola, per la prima volta forza antifasciste combattono contro forze
fasciste e naziste.

Guerra civile spagnola.


La Spagna aveva già vissuto nel corso degli anni venti un’esperienza dittatoriale con Miguel primo de Rivera che
instaura una dittatura di destra nel 1931 questo governo salta, ci sono forti proteste sociale e il re decide di andare in
esilio viene proclamata la repubblica 31, viene scritta una nuova costituzione e il sistema politico spagnolo però è
fortemente polarizzato, la spagna degli anni trenta è un paese industrializzato solo in alcune parti, altre zone sono
rurali però ci sono anche molti contadini che vivono in condizioni povere.
È una situazione politica che vede da un parte affermarsi dei partititi di sinistra, il partito comunista, socialista,
repubblicano dall’altra ci sono delle forze di destra molto forti in particolar modo questa falange che è guidata dal
figlio di Primo de Rivera nel 34 ci sono degli scioperi nelle Asturie dei minatori che vengono repressi dal governo nel
sangue ma la svolta vera si ha nel 1936 quando le elezioni danno vita a un governo di fronte popolare anche in
Spagna cioè vincono le sinistre che formano un governo di fronte popolare come in Francia ed è in questo momento
che scatta il tentativo di colpo di stato da parte delle forze militari che si trovano nel Marocco spagnolo guidate da
Franco. La scintilla è l’assassinio di un esponete della destra monarchica, ha successo? Franco non riesce a
conquistare nel 36 quelle che sono le zone più importanti, più ricche come la catalogna, Madrid che sono nelle mani
del governo che era stato eletto democraticamente quini scoppia questa guerra civile sanguinosissima 1936-39 che
termina con la vittoria di Franco che instaura una dittatura fascista che durerà fino alla morte di franco nel 1975.
Quello che ci interesse di questa guerra sono i riflessi internazionali, perché la spagna sarà teatro di una
collaborazione militare tra Italia e Germania che appoggiano le forze di Franco, l’Italia mandando un numero di
volontari importante 70.000 militari la Germania invece non manda molti militari ma utilizzerà la guerra per
sperimentare le proprie armi come l’aviazione, come il bombardamento di Guernica.
Gli altri paesi, in Francia abbiamo un governo di fronte popolare doveva intervenire a fianco delle forze del governo
democraticamente eletto ma fa passare attraverso i propri confini un po’ di aiuti militari, all’inizio sembra collaborare
con le forze così dette repubblicane ma poi adotterà la politica del non intervento, verrà addirittura creato un
comitato internazionale del non intervento, quindi ha solo un atteggiamento passivo.
La Gran Bretagna vede con timore l’ipotesi di un altro governo di fronte popolare che insieme a quello francese
governi un paese europeo e quindi si mantiene assolutamente al di fuori delle vicende spagnole.
L’Unione Sovietica invece interviene in maniera importante, manda aiuti militari ai repubblicani quindi rifornisce le
forze antifranchista, antifasciste ma soprattutto promuove la politica delle brigate internazionali, che erano delle
brigate militari, truppe, divisioni guidate da dei militari sovietici all’interno delle quali andavano a combattere
antifascisti provenienti da tutta Europa, ci combatte Togliatti segretario del partito comunista italiano, personalità
importantissima lui è stato in esilio per tutti gli anni trenta in Urss, Nenni, segretario del partito socialista, Pacianti
partito repubblicano quindi non solo comunisti ma giovani antifascisti che provenivano da uno spettro politico molto
ampio. Ci sono delle battaglie molto sanguinose in cui si combattano fascisti e antifascisti, battaglia di Guadalajara
nel 1937 in cui si combattono italiani che appoggiano franco e altri nelle brigate internazionali.

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La fine della guerra civile spagnola e la vittoria di franco e la domanda è, l’Italia si può definire alleata della
Germania? I fronti tra le alleanze si sono effettivamente formati? Se volgiamo è una prova della guerra ma l’Italia in
realtà non è ancora alleata della Germania lo dimostra il fatto che Mussolini spera di continuare questa politica di
ago della bilancia per ottenere dei vantaggi e infatti firma degli accordi con Gran Bretagna per ottenere compensi
sulla scena internazionale, firma il gentlemen agreement nel 1937 che stabilisce lo status quo nel mediterraneo e gli
accordi di pasqua nel 1938 con cui la Gran Bretagna riconosce l’impero dell’Etiopia ma cerca ancora fino al 1938 di
proseguire la politica di ago della bilancia con questi accordi.
 
Anschluss
Ci stiamo avvicinando alla guerra e tornando alle vicende tedesche il passo successivo che Hitler compie è
l’Anschluss, ma prima nel 1937 c’è un avvenimento che va ricordato. Hitler tiene una riunione segretissima con i suoi
più stretti collaboratori sappiamo di questa riunione perché uno dei partecipanti il colonnello Hosbat prende
appunto e questi appunti sono così importanti che sono stati utilizzati nel processo di Norimberga per dimostrare
che l’idea di una guerra era premeditata, perché in questa riunione Hitler dice che la guerra sarebbe scoppiata a
breve che la Germania avrebbe dovuto occupare l’Austria e la Cecoslovacchia e risolvere definitivamente il proprio
problema di spazio vitale perché la macchina da guerra tedesca aveva bisogno di risorse, aveva bisogno di
rifornimenti quindi sarebbe stato necessario occupare quelle due e non escludeva un conflitto con Francia e gran
Bretagna ma non tutti i collaboratori di Hitler erano d’accordo con questo progetto tanto che di fatto ci fu un
rimpasto all’interno del governo. La guerra era ormai nell’aria e il primo obiettivo era l’Anschluss. C’era stato il
tentativo di colpo di stato in cui Dollfuss amico di mussolini muore e diventa cancelliere austriaco dopo Dollfuss
Schuschnigg cristiano sociale, cosa poteva fare questo cancelliere per queste misure, per questa violenza da parte di
Hitler? Ben poco, incontrò Hitler nel febbraio 1938 e  Hitler sa che l’Italia non interverrà a difesa dell’indipendenza
austriaca quindi ha la mano libera e chiede di mettere un nazista all’intero del governo austriaco Seyss-Inquart come
ministro degli interni per poi controllare il governo austriaco e il cancelliere austriaco organizza un referendum
sull’indipendenza austriaca lui spera che la popolazione votasse a favore dell’indipendenza comunque per farne un
caso internazionale, Hitler appena sa di questo referendum schiera subito le truppe al confine con l’Austria, minaccia
molto forte nei confronti dell’Austria, poi incontra il presidente austriaco e gli chiede di nominare cancelliere Seyss-
Inquart un nazista, minacciando l’invasione e quindi viene nominato cancellieri il nazista e la prima cosa che fa è
chiedere che le truppe speciali tedesche entrino in Austria. Le truppe tedesche vengono accolte dagli austriaci
positivamente, viene occupata militarmente l’Austria, Hitler verrà accolto positivamente dalla popolazione a Vienna
in quel momento la Germania era il paese più forte in Europa, stava conquistando territorio e verrà fatto proprio un
referendum dove il 90 % della popolazione vota a favore dell’Anschluss e quindi l’Austria è inglobata all’interno della
Germania.
La reazione europea è una violazione gravissima un cambiamento importante sulla scena europea ma sia Gran
Bretagna che Francia non reagiscono, si dimostrano passive di fronte a queste palesi violazioni di trattati di pace e a
partire del 1937 Chamberlain diventa primo ministro inglese e sarà fautore di una politica di appeasement a cui
anche la Francia si accoderà. Consiste oltre ad accettar passivamente quello che decide la Germania ma è in realtà
una politica molto attività diplomaticamente. Chamberlain effettua una diplomazia della navetta ante litteram
incontra due volte Hitler per cercar di trovare una soluzione si spera di riuscire a negoziare un accordo con la
Germania questo perché? Da una parte c’è una componente della classe politica inglese che vede di buon occhio il
dialogo con la Germania di Hitler ma colui che capisce fin dal primo momento il pericolo che rappresentava la
Germania è proprio Churchill che però non fa parte del governo in questo momento, verrà nominato primo ministro
solo nel 1940 quando la situazione bellica è drammatica poi c’è un problema di riarmo la Gran Bretagna era molto
indietro, doveva guadagnare tempo e l’opinione pubblica inglese era molto contraria alla guerra.
L’Apice dell’appeasement lo abbiamo nella questione dei Sudeti e dalla conferenza di Monaco 29-30 settembre
1938, perché qui la Cecoslovacchia scomparirà dalla cartina geografica europea. I Sudeti regione della
Cecoslovacchia abitata da tedeschi, all’interno c’era questo partito nazista che chiedeva maggiore autonomia
sviluppa una propaganda contraria al governo cecoslovacco molto forte, lo accusa di reprimere i diritti dei tedeschi
che abitavano questa regione e questa propaganda viene sfruttata anche da Hitler che chiede l’annessione dei
Sudeti. Chamberlain negozia, compie due viaggi in Germania cercando di trovare un accordo con Hitler ma si troverà
di fronte a una posizione intransigente, a ogni incontro Hitler alzava sempre più la posta in gioco e alla fine viene
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riunita questa conferenza, la conferenza di Monaco del 29-30 settembre 1938 a cui partecipano Gran Bretagna,
Francia, Italia e Germania ma non viene invitato il governo cecoslovacco che era poi il più interessato ne verrà
invitata l’Urss e per Stalin questa è la dimostrazione della cattiva fede dei governi occidentali e delle democrazie
europee e la volontà di accerchiare l’Urss. Vien deciso di cedere i Sudeti, questa parte di territorio alla Germania. In
occasione della conferenza di Monaco viene anche firmato un documento tra Chamberlain e Hitler in cui i due
politici affermano la propria volontà di salvaguardare la pace e quando Chamberlain tornò in Gran Bretagna sventolò
questo documento come simbolo del fatto che la Gran Bretagna aveva salvato la pace in Europa.
È un’illusione da parte della Gran Bretagna e questo si dimostra chiaramente nei primi mesi del 1939 quando Hitler
non si limita a occupare solo i Sudeti e la Cecoslovacchia scompare dalla cartina geografica dell’Europa la Germania
occupa la Boemia e la Moravia, in Slovacchia viene formato un governo filonazista guidato da un prete e inoltre
anche l’Ungheria approfitta di questa occupazione prendendo la regione a est della Cecoslovacchia la Rutenia.
La fine dell’appeasement è un discorso che Chamberlain pronuncia alla camera dei comuni alla fine di marzo del
1939 in cui afferma che se un attacco tedesco avesse minacciato l’indipendenza della Polonia Gran Bretagna e
Francia sarebbero intervenute in aiuto della polonia, perché ovviamente una volta risolta la questione della
Cecoslovacchia ovviamente l’obiettivo successivo è quello di Danzica.

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Quanto era importante l’alleanza con Mussolini per Hitler? Dal punto di vista di Mussolini è abbastanza ovvia, si
rende conto che Hitler è la potenza vincente sulla cartina geografica dell’Europa e poi c'è tutta una componente
ideologica dietro estremamente importante. Dal punto di vista di Hitler è importante innanzitutto per la questione
dell’Anschluss, Hitler avrebbe potuto effettuarlo anche senza l’aiuto italiano ma sarebbe stato molto più complicato,
poi non dimentichiamoci della componente ideologica perché Hitler si considerava all’inizio un discepolo di
Mussolini.
Mussolini nel 1922 fece la marcia su Roma e viene pubblicizzata molto dalla propaganda fascista, nel 1923 c'è il
tentativo di colpo di Stato a Monaco che invece fallisce tanto che Hitler va in galera e quindi in qualche maniera
soprattutto nei primi anni in cui Hitler viene a capo del Reich c'è questa sorta di considerazione che lui ha nei
confronti di Mussolini, poi nel momento in cui ottiene ciò che vuole ovvero allontanare l'Italia dalle altre potenze
antifasciste, anti naziste e democratiche, sarà molto chiaro che Hitler ha il ruolo principale e l’Italia diventerà un
satellite, soprattutto quando si renderà conto delle reali capacità militari italiane, l'Italia in realtà sebbene voglia
portare avanti una vera e propria guerra parallela in realtà ha sul piano militare grosse debolezze.
Questi sono i due personaggi terribili che portano uno l'Europa sull'orlo del disastro, e l’altro l’Italia che gli va dietro
perché la decisione italiana di entrare in guerra sarà disastrosa per il paese.
Il processo inizia nel 1936 con la firma del patto anti-Comintern, c’è poi l’Anschluss di fronte al quale Mussolini non
sarà in realtà molto informato però non reagisce.
Nel 1936 ancora non c’è un’alleanza, è un processo graduale di avvicinamento, e questo è dimostrato chiaramente
dalla firma del Gentlemen’s Agreement con la Gran Bretagna del 1937 e dagli accordi di Pasqua del 1938, Mussolini
tenta ancora di riuscire a dimostrare di essere l'ago della bilancia. Un esempio molto evidente del fatto che ormai
l'Italia è entrata nell'orbita tedesca è dato dalle leggi razziali del 1938 che saranno quelle che porteranno alla
deportazione e all'uccisione un numero veramente molto alto di ebrei che vivevano in Italia che fino a quel momento
avevano vissuto in maniera pacifica.
La visita di Hitler in Italia del maggio 1938 è considerata importante perché testimonia il fascino esercitato da Hitler
su Mussolini.
Mussolini si deciderà a firmare l’alleanza con la Germania il 22 di maggio 1939, il Patto d’Acciaio, in realtà firmato da
Ciano e da Ribbentrop, i due ministri degli esteri. Un mese prima Mussolini occupa l'Albania questo a voler
dimostrare il proprio ruolo paritario rispetto alla Germania.
Il patto d’acciaio è una vera e propria alleanza militare molto vincolante, l'articolo tre è il casus foederis, cioè
l'articolo che stabilisce quando scatta l'alleanza e di fatto si afferma che in caso di guerra, ma non si fa distinzione tra
carattere offensivo e difensivo della guerra perché l'ipotesi più probabile era che la Germania avrebbe attaccato un
altro paese europeo e non che sarebbe stata attaccata da una nazione europea, l'altra potenza avrebbe sostenuto il
proprio alleato con tutte le proprie forze militari per terra mare e aria, quindi è un'alleanza militare molto forte e
vincolante per l'Italia. L'Italia firmando questa alleanza lega il suo destino a quello della Germania. Sul perché Ciano e
Mussolini abbiano firmato un'alleanza così vincolante c'è stato un grande dibattito, si è parlato anche del fatto che
l'Italia avesse firmato questa alleanza un po' superficialmente senza rendersi quasi conto dei vincoli che questa
poneva, questo è dimostrato molto chiaramente da un memoriale che Mussolini manda pochi giorni dopo la firma
dell'alleanza a Hitler e viene consegnato Hitler dal generale Cavallero (memoriale Cavallero) in cui Mussolini faceva
sapere al proprio alleato che l'Italia non era assolutamente pronta a un ingresso in guerra e che non lo sarebbe stata
fino perlomeno al 1942 perché era molto impreparata militarmente. La risposta di Hitler è che non ha nemmeno
risposto perché aveva ottenuto ciò che desiderava ossia sostanzialmente il fatto di legare l'Italia alla Germania. Tra
l'altro nel patto d'acciaio c'è un articolo in cui si afferma chiaramente che le due parti si sarebbero scambiate
informazioni su ogni decisione presa in ambito militare o diplomatico, cosa che non avviene assolutamente, Hitler
non si va poi a consultare con Mussolini per le decisioni che prende e questo si dimostra chiaramente poco tempo
dopo. Il 23 di agosto 1939 c'è un avvenimento che è una vera e propria bomba sul piano diplomatico in Europa: un
accordo molto importante che è il patto di non aggressione tra Germania nazista e Unione Sovietica. Viene firmato
dai due ministri degli esteri Ribbentrop e Molotov, un accordo molto importante. Quali sono le motivazioni che
spingono due paesi che sono così lontani da un punto di vista ideologico e politico a firmare un accordo, che non è
un'alleanza.

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Le motivazioni di Hitler sono abbastanza evidenti ossia militari e strategiche, Hitler vuole evitare una guerra su due
fronti.
Le motivazioni di Stalin: innanzitutto Stalin non era stato invitato alla conferenza di Monaco e questo testimonia agli
occhi di Stalin il fatto che le potenze capitaliste stessero tramando contro l'unione sovietica o comunque la volessero
tenere esclusa dalle decisioni in ambito europeo. L’Unione Sovietica era rientrata nel sistema di sicurezza europeo,
faceva parte della società delle Nazioni, aveva firmato un accordo con la Francia quindi stava iniziando a creare un
sistema anti tedesco, ma Stalin aveva iniziato a prendere i contatti con i francesi e con gli inglesi, ma in realtà ciò che
ottiene da Hitler non l'avrebbe mai potuto ottenere da Francia e Gran Bretagna. Francia e Gran Bretagna mandano a
negoziare con Stalin funzionari di scarso livello, non veri e propri ministri, e questo per Stalin e per la mentalità
sovietica era un chiaro segnale che questi paesi non fossero realmente intenzionati a firmare un accordo con Mosca.
Non è qualcosa di estremamente nuovo il patto di non aggressione tra Germania Unione Sovietica, perché c'è stato il
trattato di Rapallo del 22 quando la Repubblica di Weimar e l’Unione Sovietica appena nata si riconoscono
diplomaticamente e ciascuna delle due potenze afferma di non richiedere il pagamento di debiti nei confronti
dell’altra, quindi è qualcosa che in realtà ha delle radici negli anni precedenti.
Stalin sa benissimo di non essere pronto militarmente, c’erano state le purghe staliniane che avevano decimato gli
ufficiali dell'armata rossa, quindi spera di ritardare il più possibile l'attacco da parte della Germania all'unione
sovietica.
Inoltre per Stalin fare un accordo con Inghilterra Francia oppure Germania di Hitler bene o male non faceva molta
differenza in quanto erano tutti considerati nemici dell’Unione Sovietica, stati capitalisti nemici del comunismo
sovietico, quindi la componente ideologica in realtà per Stalin non ha un peso così importante, ma soprattutto Stalin
ottiene da Hitler qualcosa che la Gran Bretagna e la Francia non avrebbero mai potuto concedere all'unione
sovietica.
Quello che ottiene Stalin è ben chiaro nella parte segreta dell'accordo che è composta da quattro punti, e che
rimarrà segreta fino al 1991 nonostante gli americani già a partire dal 49 affermano di sapere cosa c'era scritto in
questi protocolli segreti dell'accordo e chiedono ai russi di renderlo noto, i russi negheranno sempre fino al 1991
quando l'implosione dell'unione sovietica, l'apertura degli archivi russi, renderà possibile conoscere il contenuto
reale di questi protocolli.
Sono così importanti perché è una vera e propria spartizione dell’Europa orientale, i due paesi decidono innanzitutto
di spartirsi la Polonia in due parti una parte alla Germania e una all'unione sovietica; l'unione sovietica otterrà la
Finlandia, otterrà subito l’Estonia e la Lettonia, la Lituania verrà data in un secondo momento una volta iniziata la
guerra, quindi ottiene tutti gli Stati Baltici. Stalin sarà molto attento a osservare quanto gli era stato offerto con il
patto Ribbentrop-Molotov, infatti lui nel 40 occupa tutti gli stati Baltici, nel 39 interviene in Polonia perché vuole
quanto gli è stato promesso, inoltre gli viene anche promessa una regione della Romania che è la Bessarabia, ricca di
risorse energetiche. Quindi c’è una vera e propria spartizione dell’Europa orientale tra Germania nazista e Unione
Sovietica, Stalin richiederà anche durante le conferenze inter-alleate durante la guerra di ottenere quanto gli era
stato promesso da Hitler. Stalin ragionava anche lui in termini di realpolitik, crea una sorta di cordone di sicurezza
intorno all’Unione Sovietica e spera di ritardare il più possibile l’attacco tedesco.
Siamo al 23 agosto, la diplomazia europea è in fermento, la Polonia sa di essere il prossimo obiettivo, l'esercito
polacco era molto ben organizzato quindi inizia a schierarsi ai confini con la Germania e l'ambasciatore italiano a
Berlino Attolico manda costantemente rapporti a Mussolini dicendo noi vediamo spostarsi truppe verso la Polonia,
siamo ormai arrivati alla guerra. Mussolini sempre non comprendere.

Grande svolta della storia delle relazioni internazionali del 900: la Seconda guerra mondiale. È una guerra molto
diversa rispetto a quelle precedenti, anche rispetto alla prima guerra mondiale perché è davvero totale, di
movimento, la prima fu combattuta soprattutto nelle trincee, qui al contrario abbiamo anche grazie agli armamenti
che vengono scoperti e anche questo uso congiunto dell'aviazione con i mezzi corazzati, abbiamo una guerra che si
muove veramente in tutte le parti del mondo e anche questo è un aspetto molto diverso rispetto alla prima per
quanto fossero entrati a combattere anche paesi extraeuropei, ma la prima guerra mondiale si combatte
principalmente in Europa, invece la seconda si combatte veramente in ogni parte del mondo. Un conflitto ideologico
perché c'è proprio una contrapposizione molto forte tra forze fasciste e naziste e forze alleate sia democratiche sia si

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crea una strana alleanza, perché l'alleanza che si viene a creare tra Stati Uniti Gran Bretagna e Unione Sovietica,
l’Unione Sovietica non si può certo chiamare una potenza democratica però sono forze antifasciste, anti naziste.
In questa guerra non c’è l’obiettivo da parte degli Alleati di ottenere dei territori, lo vedremo nell’incontro tra
Roosevelt e Churchill a largo di Terranova nell’agosto del 1941 quando viene firmata la carta Atlantica, non si parla di
ingrandimenti territoriali, quindi gli alleati entrano per sconfiggere le forze nazifasciste.
Un avvenimento totale e globale che cambia radicalmente gli equilibri internazionali, le nazioni europee escono
devastate dal conflitto. L'Europa è piena di macerie, in rovina e questa è una delle ragioni per cui dopo la Seconda
guerra mondiale assistiamo ad un cambiamento radicale del sistema internazionale che progressivamente diventa
un sistema bipolare incentrato sulle due superpotenze che escono dalla guerra Stati Uniti e Unione Sovietica cioè
scoppia la guerra fredda, molti studiosi tendono già a vedere nel 45, soprattutto dopo l’uscita di scena di Roosevelt e
l’arrivo al potere di Truman, i primi segnali evidenti che il clima è cambiato tra USA e Unione Sovietica.
Hitler utilizza un finto incidente di frontiera per far scoppiare la guerra contro la Polonia il 1° settembre 1939 e sarà
una guerra lampo sebbene l’esercito polacco fosse ben organizzato, non riesce a contrastare l’avanzata tedesca.
L’Italia si dichiara non-belligerante, che non è neutralità, ma è una sorta di attesa, si è però schierati ideologicamente
e con un’alleanza con la Germania. Poi scatta la dichiarazione di guerra anche da parte di Gran Bretagna e Francia ma
non ce la fanno ad intervenire in tempo, a porre un freno all’invasione polacca. Qui è importante il comportamento
di Stalin perché la Polonia viene attaccata su due fronti da parte tedesca e da parte sovietica a est, perché Stalin
interviene con una giustificazione per difendere le popolazioni ucraine e bielorusse ma è una ovviamente una
funzione, interviene e si assesta proprio nella parte del territorio che gli era stata concessa dal patto Ribbentrop-
Molotov.
Nella parte occupata dai sovietici succede una cosa terribile: il massacro di Katyn. Avviene tra l'aprile e il maggio del
40, nella foresta di Katyn nella parte occupata dai russi in Polonia vengono uccisi circa 20.000 polacchi e vengono poi
seppelliti nella foresta. Prigionieri polacchi sono moltissimi ufficiali, civili che erano già stati arrestati e se ne
accorgono i tedeschi, i tedeschi quando arriveranno dopo a occupare tutta la Polonia troveranno questi corpi e
divulgheranno la notizia del massacro che in un primo momento i russi non riconoscono e poi però ovviamente ci
sono state commissioni di inchiesta e si è visto chiaramente che erano stati uccisi dai russi. Questo perché Stalin sta
già pensando al futuro, vuole eliminare tutte quelle forze anti sovietiche che avrebbero potuto creare una resistenza
o comunque opporsi all'unione sovietica.
La Polonia viene quindi occupata dai tedeschi e dai russi.
Inizia una fase particolare della guerra sul fronte di Hitler che inizia quella che è chiamata una guerra per burla,
un’offensiva pacifica, perché nell’autunno-inverno del 39 Hitler non effettua altre operazioni militari. Sembra quasi
soddisfatto di aver raggiunto i propri obiettivi, ma ovviamente non c’è più spazio per una politica di appeasement.
Invece l’autunno-inverno del 39-40 viene utilizzato da Stalin per scatenare una guerra contro la Finlandia, la
cosiddetta guerra d'inverno, è una guerra che poi porterà l'unione sovietica a occupare delle zone strategiche
importanti della Finlandia come la penisola della Carelia, che però si ricorda soprattutto perché durante questa fase
della guerra pare evidente che l'esercito russo è molto disorganizzato, ha difficoltà a combattere la guerra.
Il controllo degli stati Baltici da parte dell’unione sovietica avverrà nel 1940, dopo il 91 saranno i primi a chiedere
l’indipendenza, non si sono mai sentiti parte dell’unione sovietica.
Hitler alla fine del 40 attacca la Danimarca e la Norvegia a Nord. La Danimarca viene sconfitta nell’arco di pochi
giorni. Hitler decide di attaccarle per un valore strategico importante ossia poter controllare i mari del nord, era una
delle zone in cui veniva commerciato il ferro che veniva estratto in Svezia che passava attraverso i porti norvegesi
perché durante l’inverno quelli svedesi erano ghiacciati, quindi era importante perché il ferro alla Germania derivava
proprio da questi porti norvegesi.
Inglesi e francesi avevano capito che Hitler si sarebbe diretto in quella direzione per poter controllare il commercio di
queste risorse, avevano pensato di minare i porti norvegesi ma non fanno in tempo.
La Norvegia resiste un po' di più della Danimarca ma poi il re scappa in esilio e viene formato il primo governo
collaborazionista di Quisling (governo filonazista).
Un importante cambiamento in Inghilterra: la politica di appeasement di Chamberlain aveva dimostrato tutti i propri
limiti, una politica di dialogo con Hitler era una sorta di suicidio per l'Europa, c’era una personalità inglese Wiston
Churchill che era uno dei pochi che si era sempre opposto alla politica di appeasement di Chamberlain. Churchill
viene chiamato in maggio 1940 a formare un governo di unità nazionale, è un grande personaggio della storia del
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900 lui era stato corrispondente di guerra nella guerra anglo-boera, era un esponente di una famiglia aristocratica in
Inghilterra, il padre era un politico conservatore, Churchill aveva già ricoperto ruoli importanti anche durante la
Prima guerra mondiale ed era stato accusato della sconfitta di Gallipoli (inglesi sconfitti dall’Impero Ottomano) e per
questo allontanato dal governo. Viene richiamato in un momento gravissimo della guerra perché il 10 maggio 1940
Hitler decide di sferrare l’attacco contro la Francia.
La Francia pensava che Hitler avrebbe attaccato attraverso il Belgio. La Francia aveva costruito una lunghissima linea
difensiva fatta di bunker e trincee lungo il confine con la Germania (linea Maginot). Hitler passa attraverso quello che
era considerato un luogo invalicabile ossia la foresta delle Ardenne, passa attraverso Olanda e Belgio violandone la
neutralità. Anche qui è una guerra lampo perché il 22 giugno viene firmato l’armistizio.
Operazione Dunkerque: Churchill riesce a recuperare tantissimi soldati inglesi che erano sul suolo francese e li fa
tornare in Inghilterra.
Churchill parla dell'unione tra la Francia e la Gran Bretagna, propone qualcosa di incredibile ai francesi ossia di unire
le due nazioni. È una proposta che viene presentata nel giugno del 40 in cui propone ai francesi di non arrendersi ai
tedeschi, di mettere in comune difesa, politica estera, affari economici con gli inglesi e di fatto propone tutto il
supporto che la Gran Bretagna può dare alla Francia. L'autore di questo progetto è una personalità straordinaria
della storia del 900 Jean Monnet, un imprenditore francese, aveva un'azienda di Cognac in Francia, dopo la Prima
guerra mondiale lavora nella società delle Nazioni e inizia ad intessere una rete molto fitta di rapporti interpersonali
sia in Inghilterra che negli Stati Uniti, era molto vicino a Churchill, durante la Seconda guerra mondiale verrà poi
mandato negli Stati Uniti dove conoscerà molti esponenti dell'amministrazione Roosevelt. Monnet quando poi
presenterà il suo progetto di Europa risulterà molto importante questa rete di contatti perché avrà l'appoggio degli
Stati Uniti.
A questo punto entra in guerra anche l'Italia, il 10 giugno 1940. Mussolini decide di entrare in guerra contro la
Francia per spartirsi il bottino di guerra, spera di poter ottenere dei compensi in Francia.
Cade il governo Reynaud e viene firmato l'armistizio il 22 di giugno del 40 sullo stesso vagone ferroviario in cui era
stato firmato l'armistizio tedesco dopo la Prima guerra mondiale, le condizioni poste alla Francia dai tedeschi sono
durissime: il nord della Francia viene occupato dai tedeschi e viene creato un governo che ha sede a Vichy, infatti
verrà chiamato il regime di Vichy, finisce la terza Repubblica francese e questo governo sarà diretto dal maresciallo
Pétain che è un eroe della Prima guerra mondiale.
C'è tutto il problema delle colonie, le colonie a chi vanno? Rimangono al regime di Vichy e anzi si spera che da queste
colonie possa in un futuro nascere una delle forme di resistenza nei confronti del regime di Vichy, perché nasce
questo regime ma c'è una personalità fuori dal coro che poi diventerà molto importante nella storia francese anche
questo un militare che aveva combattuto la Prima guerra mondiale, era stato imprigionato dai tedeschi, de Gaulle.
Lui fugge a Londra e da lì creerà la Repubblica della Francia libera e dalla radio inglese cercherà di chiedere ai
cittadini francesi di resistere ai tedeschi.
Churchill addirittura riconoscerà de Gaulle come legittimo rappresentante della Francia, non riconosce regime di
Vichy.
C’era anche il problema della flotta francese che veniva mandata in vari porti vicino alla Tunisia e i tedeschi potevano
sfruttarla e utilizzarla, infatti c'è un'operazione militare inglese nel luglio del 1940, un attacco inglese alla flotta
francese vicino alla Tunisia, Mers el Kebir, battaglia molto famosa e molto sanguinosa con cui gli inglesi distruggono
questa parte della flotta francese perché non cada in mano dei tedeschi.
Il regime di Vichy nei confronti della Germania nazista è un regime collaborazionista, che si avvicina molto alla
Germania nazista, non entrerà mai in guerra al suo fianco, ma il collaborazionismo si manifesterà nel controllo delle
colonie, si permette ai tedeschi di utilizzare porti strategici.
Un altro paese che non entra in guerra al fianco della Germania è la Spagna di Franco, nell’ottobre del 40 Hitler
compie un viaggio in Spagna sperando in un ingresso in guerra al fianco della Germania, ma non lo ottiene, Franco è
consapevole della debolezza dell’esercito spagnolo, promette un futuro ingresso che non avverrà mai.
Hitler aveva elaborato l’operazione Leone Marino per invadere la Gran Bretagna che però non avverrà mai.
Hitler si rende conto di non avere abbastanza forze per occupare l'Inghilterra, ma inizia dal luglio 1940 un’azione di
bombardamenti terribili che tuttavia non piegheranno gli inglesi. Anzi la Royal Air Force utilizzerà i radar e non
vengono sconfitti, ma il popolo inglese è fiaccato dai bombardamenti, però sul fatto di non venire sconfitti poi
Churchill ci costruisce il mito dell’invincibilità della popolazione inglese.
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Viene poi firmata un’alleanza militare il Patto Tripartito nel settembre 1940 tra Italia Germania e Giappone che
divide anche le sfere di influenza reciproche con il Giappone che poi deciderà di operare nella zona del Pacifico,
Hitler ha il controllo dell’Europa e l’Italia quello del Mediterraneo.
Teatri dell’intervento militare italiano in guerra: nell’ottobre del 40 in Grecia dove Mussolini non riesce da solo a
contrastare la resistenza greca e c’è bisogno del supporto di Hitler; altro teatro è l’Africa perché l’Italia ha le colonie
lì, in particolar modo partirà dalla Libia con l’obiettivo di attaccare l’Egitto e arrivare a controllare il canale di Suez,
ma questa operazione militare è un disastro, c’è una controffensiva da parte degli inglesi che costringerà l’Italia a
retrocedere e a perdere la Tripolitania, a quel punto Hitler manda supporto con gli Afrika Korps guidati da Rommel. A
questo punto Hitler si rende conto che l’Italia è un peso per la Germania. La guerra parallela fallisce.
L’operazione Barbarossa: il 1941 è un anno di svolta per il conflitto che diventerà veramente globale. Hitler nel
dicembre del 1940 emana una direttiva con cui chiede alle forze tedesche di prepararsi entro la primavera per
sferrare un attacco contro l’Unione Sovietica. In realtà poi slitta l’operazione perché Hitler deve intervenire in
Jugoslavia dove ci fu un colpo di stato organizzato dagli inglesi per sottrarla al controllo nazista. La Jugoslavia viene
smembrata e divisa tra italiani e tedeschi, sarà proprio da lì che i tedeschi mandano le truppe di aiuto all’Italia in
Grecia. La Slovenia viene occupata da italiani e tedeschi, in Croazia viene creato un governo fantoccio come in Serbia
e sarà occupata militarmente dai tedeschi. Questa operazione ritarda l’attacco all’Unione Sovietica che scatta il 22
giugno 1941, è un’operazione colossale dove partecipano 150 divisioni tedesche, 4 milioni di soldati, viene sferrata
lungo tre direzioni: a Nord contro Leningrado, al centro contro Mosca e a Sud nella regione del Caucaso ricca di
risorse energetiche importanti.
La reazione di Stalin: aveva ricevuto continui messaggi di spacci che lo avvisavano dell’imminente attacco tedesco,
sembrava quasi non volerci credere. Scompare dalla scena politica per alcuni giorni, poi riappare con un famoso
discorso pronunciato alla radio il 3 luglio 1941 in cui chiama i russi compagni, fratelli, sorelle, tutta la popolazione
russa a resistere al nemico tedesco, spiega le motivazione del patto Ribbentrop-Molotov giustificandole con il fatto
che aveva sperato di ritardare il più possibile l’attacco tedesco, e chiede alla popolazione di effettuare la strategia
della terra bruciata, di non lasciare niente ai tedeschi, distruggere tutto per rendere difficile ai tedeschi di
sconfiggere la Russia; poi fa riferimento al fatto che Napoleone non era riuscito ad arrivare a Mosca e che la Russia
aveva sempre resistito. La guerra diventa una resistenza patriottica contro il nemico nazista.
Hitler sperava che Stalin fosse costretto ad una guerra su due fronti, cioè da una parte attaccato dalla Germania e dal
Giappone a est, ma questo non avviene perché nell’aprile del 1941 viene firmato un patto di non aggressione tra
Giappone e Unione Sovietica. Decisione giapponese di concentrare sforzi militari nel Pacifico.
Anche questo è un elemento che non va bene a Hitler il fatto che il Giappone decide di non attaccare l’unione
Sovietica.
L’esercito russo non regge all’offensiva da parte della Germania, Hitler arriva a poche centinaia di chilometri da
Mosca, ma poi sospende l’attacco contro la linea centrale per concentrarsi sull’attacco verso sud quindi verso il
carbone, petrolio, in Ucraina perché aveva bisogno di risorse energetiche. L’Ucraina all’inizio accoglie in maniera
positiva l’arrivo dei tedeschi, speravano di venire liberati dal giogo dell’Unione sovietica, ma quando si rendono
conto che il dominio nazista è terribile anch’esso, finisce l’entusiasmo. Quando Hitler riprenderà a settembre
l’avanzata contro Mosca siamo vicini all’inverno e non arriverà mai a Mosca.
Le battaglie sul fronte orientale saranno numerosissime, ci sono alcune battaglie più conosciute delle altre: la
battaglia di Stalingrado nel luglio del 1942, simbolo della capacità della resistenza sovietica, la città è soggetta ad un
assedio da parte dei tedeschi che dura fino a fine gennaio del 43, la città è distrutta ma alla fine vincono i Russi, è la
prima sconfitta che i tedeschi subiscono, su questa battaglia Stalin costruirà il mito della capacità di resistenza
sovietica.
Stalin riuscirà a trasportare molte industrie a est degli Urali quindi a poter continuare a produrre soprattutto
armamenti per andare avanti nella guerra.
L’attacco all’Unione Sovietica darà il via a quella che è la soluzione finale del problema ebraico, lo sterminio degli
ebrei, Hitler arriverà ad occupare ad esempio la Polonia dove gli ebrei sono molto numerosi, se fino al 1941 gli ebrei
erano stati rinchiusi nei ghetti, poi c’è questa conferenza di Wannsee tenutasi nei sobborghi Berlino nel gennaio
1942 dove viene decisa soluzione finale nei campi di concentramento. Chi poteva lavorare veniva messo a lavorare,
chi non poteva veniva mandato nelle camere a gas oltre a ebrei, anche rom e omosessuali, tutti coloro che venivano
disprezzati dal regime hitleriano.
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Churchill dopo l’inizio dell’operazione Barbarossa manda dei propri emissari a Stalin che sin da subito chiede
l’apertura di un secondo fronte in Europa Occidentale, in Francia, e lo continuerà a chiedere costantemente a partire
dal 1941 prima a Churchill e poi a Roosevelt. Inglesi e americani non hanno posizioni identiche su dove aprire questo
fronte, Churchill prediligerà il Mediterraneo, in zone periferiche mentre Roosevelt sin dall’inizio è favorevole ad
aprirlo in Francia.

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Ruolo della società delle nazioni, ruolo passivo, però espelle l’Urss quando c’è la guerra russo finlandese la società
delle nazioni deicide di espellere l’URSS unico paese nei confronti del quale viene adottata questa misura, dopo di
che mantiene una posizione passiva anche se non finisce perché quando poi verrà creata l’ONU prenderà il posto
della società delle nazioni.

Quando Hitler decide di attaccare l’URSS con operazioni barbarossa, l’attacco avviene in tre grandi direzioni la prima
a nord principalmente verso Leningrado (San Pietroburgo) poi verso Mosca, ma c’è queta fase di arresto poi
nell’estate che sarà decisiva per poi l’esito di questa parte della battaglia perché poi quando riprenderà Hitler la
direzione verso mosca inizia l’invero e c’è la difficoltà di movimento delle truppe anche perché poi viene attuata la
tattica di terra bruciata, Stalin chiede ai cittadini di distruggere tutto, le vie di comunicazioni, ponti, ferrovie e quindi
di fatto l’armata tedesca per avanzare deve costruirsi proprio la strada e molti italiani andarono a combattere
soprattutto nella battaglia di Stalingrado in condizioni a livello di armamenti e vestiario assurde. L’ultima direzione
dell’attacco è verso il sud, verso le zone più ricche di risorse energetiche perché la macchina di guerra tedesca ha
bisogno di risorse per poter andare avanti e sarà proprio su questo fronte di sud che si combatterà la terribile
battaglia di Stalingrado che dura molti mesi, la città è posta sotto assedio per tanti mesi, si combatteva proprio
strada per strada, non arrivavano rifornimenti però è una vittoria molto importante sul fronte orientale e quindi le
truppe tedesche si dovranno ritirare e da lì riprenderà la controffensiva sovietica.
L’ingresso in guerra degli usa, perché il 41 non è solo l’anno dell’operazione barbarossa ma anche l’anno dell’attacco
giapponese a Pearl Harbour, ma è interessante analizzare quali sono i passi compiuti da Roosevelt per entrare in
guerra, per convincere l’opinione pubblica della necessità dell’entrata in guerra dell’usa. Gli anni 30 c’è una grave
crisi economica che colpisce gli usa, con questa crisi in politica estera tornano a un vero e proprio isolazionismo se
negli anni 20 si può discutere sul fatto che la politica estera americana sia o no isolazionista in quanto ci sono esempi
che ci dimostrano come gli stati uniti in alcune aree del mondo come la conferenza di Washington, ma anche la
questione delle riparazioni vengono risucchiati nelle vicende europee. Invece gli anni 30 sono gli anni di
isolazionismo, Roosevelt in realtà non lo è o più wilsoniano come mentalità ma deve tenere conto di un’opinione
pubblica che è fortemente isolazionista, che non vuole essere nuovamente coinvolta nelle faccende europee. Viene
istituita una commissione Nye che ha il compito di studiare le motivazioni dell’ingresso nella Prima guerra mondiale
e arriva alla conclusione che siano entranti per ragioni di natura economico finanziaria, alla fine di fatto non
riottengono quanto avevano prestato e quindi c’è una grande dibattito su questi temi viene creata la commissione
che poi di fatto condanna le nazioni europee e ha un peso sull’opinione pubblica. Poi c’era una comunità
italoamericana importante negli stati uniti che era composta da persone filofasciste e quindi Roosevelt ne doveva
tener conto perché quando doveva venire rieletto il voto delle varie comunità ha un peso e anche una
incomprensione, si tende comunque a non capire fino in fondo di quando sia forte il pericolo nazista. L’esempio più
evidente di questo isolazionismo è rappresentato da tre legge di neutralità che vengono emanate tra il 1935/37,
vietano agli stati uniti di esportare armi, munizioni, aiuti militari di ogni genere verso dei paesi in guerra, che siano in
guerra tra loro, non si fa distinzione se un paese è attaccato o ha attaccato si limita a vietare questi commerci e
queste sono l’espressione più chiara di isolazionismo americano. Solo nel 1939, a guerra appena scoppiata Roosevelt
pronuncia un discorso, aveva una grandissima capacità oratoria e durante la guerra c’era la radio e lui pronunciava
questi discorsi del caminetto e cercava di essere vicino al popolo americano e lanciava dei messaggi e utilizzava delle
metafore semplici perché dovevano essere capite dal così detto “uomo della strada” per esempio per attenuare la
legge di neutralità fa questo esempio: ma se al vostro vicino di casa gli sta bruciando la casa, non intervenite per
aiutarlo a spegnere l’incendio? e cosa fate chiedete dei soldi in cambio?
E infatti le 1939 c’è un’attenuazione di queste leggi di neutralità perché viene introdotta la clausola cash and carry si
si danno aiuti che si pagano in contanti ma la potenza che chiede gli aiuti se li deve andare a prendere e trasportare e
ovviamente in una fase di guerra attraversare l’atlantico per prendersi gli aiuti non era da parte inglese così semplice.
Si limita quindi nel corso del 37 e 39 a lanciare messaggi di pace a chiedere all’Italia e a Hitler di salvaguardare il
mantenimento pace. L’anno in cui possiamo iniziare a vedere un impegno maggiore dell’usa è il 1940 perché
Roosevelt viene eletto nel 1932 quindi la seconda volta in cui viene eletto è nel 1936 e nel 40 per il terzo mandato
nel momento in cui lui si assicura il suo mandato ha davanti a sé 4 anni dove può mostrare e cambiare la politica e si
vede già con una decisone nel settembre 1940 con un accordo con cui gli usa cedono alla gran Bretagna dei

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cacciatorpediniere, navi corazzate. Accordo in base al quale la gran Bretagna non paga finanziariamente gli stati uniti
per questa cessione ma in cambio ottengono di poter affittare dalla gran Bretagna tutta una serie di isole che si
trovano nel mare dei caraibi e oceano Atlantico che però sono strategicamente molto importanti. Nel dicembre 1940
Roosevelt lancia l’immagine dell’usa come arsenale della democrazia che tuttora viene utilizzata.
Ma la svolta vera che determina un inizio, lui deve convincere l’opinione pubblica, la svolta è il famoso discorso sulle
quattro libertà, nel gennaio di ogni anno il presidente degli stati uniti pronuncia il discorso dello stato dell’unione e
nel 41 pronuncia questo discorso in cui di fatto dice ai cittadini che si dovrà intervenire nella seconda guerra
mondiale, che devono dare il proprio contributo per salvare quattro diritti principi fondamentali che indentificano il
mondo democratico cioè la libertà di espressione, di culto, libertà dal bisogno la libertà dal doversi trovare in
condizioni di miseria, dal dover avere bisogno economico di altre potenze e infine la libertà dalla paura, discorso
molto potente.
Altro momento di svolta improntate la legge affitti e prestiti lend-lease act del marzo 41, in un momento particolare
del conflitto perché le forze dell’asse sembrano avere la meglio, la Francia è uscita di scena e la gran Bretagna è
soggetta a grandi bombardamenti e il congresso autorizza il presidente a prestare o affittare a potenze che siano
impegnate nella guerra contro il nazifascismo, tutto ciò che possa esser utile per combattere la guerra. È
un’operazione straordinaria gli stati uniti invieranno alla gran Bretagna tanti aiuti con questa legge che la gran
Bretagna non paga e ottiene in prestito.
Questa legge è espressamente rivolta nei confronti della gran Bretagna, siamo nel marzo 41 ma quando viene
attaccata Urss si pone il problema se estendere la legge anche agli Urss, ovviamente non era così scontato che gli usa
dovessero aiutare l’Urss. In questo momento non c’è nessun accenno alla guerra fredda deve ancora iniziare,
l’obiettivo principale è sconfiggere la Germania e l’Italia e Roosevelt invia a mosca un suo stretto collaboratore Harry
Hopkins nel luglio del 41 a incontrare Stalin perché deve cercare di capire se inviare aiuti all’Urss in questo momento
possa essere efficacie per la resistenza sovietica oppure si rende conto che l’URSS era sull’orlo del collasso allora era
inutile mandare questi aiuti e quindi deciderà in conseguenza aiutare anche l’unione sovietica. Quindi vengono
inviati aiuti, aerei, aiuti militari anche all’URSS però se ci pensiamo da un punto di vista geografico non è facile
mandare questi aiuti, le strade che possono essere utilizzate è il mare glaciale artico con il problema che è ghiacciato
per molti mesi all’anno molto difficile mandare gli aiuti. Un altro canale attraverso il quale verranno mandati gli aiuti
all’unione sovietica è l’Iran dove lo scià al potere era filonazista e quindi da parte di inglesi e sovietici c’è proprio la
paura che un paese così importante energeticamente per le risolse petrolifere, la Germania possa utilizzare il
petrolio iraniano. Infatti, nell’agosto 1941 c’è una delle poche operazioni militari congiunte di sovietici e inglesi per
occupare l’Iran per poterne sfruttare le risorse petrolifere e come canale per far arrivare aiuti all’unione sovietica e
ricordiamo che i sovietici si piazzano in Iran e non sarà facile farli uscire una volta che la guerra è finita. I sovietici si
schierano nella parte settentrionale dell’Iran e gli inglesi nella parte meridionale.
Altro momento molto importante che ci segnala come Roosevelt stia preparando il paese alla guerra e rappresento
da questo incontro tra Roosevelt e Churchill su una nave al largo di terranova nell’agosto 1941. Churchill chiede il
massimo aiuto all’usa questo incontro è l’occasione per creare un’alleanza molto forte tre le due che prende il nome
di Special Relationship che tuttora esiste, tra due paesi che hanno in comune tanto lingua, storia. Si crea un’alleanza
molto solida dove però non è un’alleanza paritaria che vede negli stati uniti la potenza più forte senior partner e la
gran Bretagna che ha bisogno dell’aiuto americano è lo junior partner è sottoposta alle richieste di Roosevelt ed è in
questa sede che viene elaborato un documento che prende il nome di carta atlantica, rappresenta l’impegno
comune a una lotta contro il nazismo.
Pone una serie di punti molto precisi che Churchill deve accettare, nessuno dei due paesi ricercherà ingrandimenti
territoriali, cioè nessuno dei due hanno interesse ad alcun ingrandimento territoriale e poi c’è un principio il numero
tre che Churchill che deve accettare per forza cioè rispettano il diritto di tutti i popoli di scegliersi la forma di governo
sotto la quale vogliono vivere, è un principio che dimostra chiaramente come gli stati uniti abbiano un approccio
fortemente anti colonie. Churchill è uno dei paesi con l’impero più grande ed è costretto a sottoscrivere questo
principio.
Altro principio che si afferma soprattutto dopo l’ingresso in guerra dell’usa che è identificato al punto 4 è l’apertura
dei commerci, favorire l’accesso di tutti gli stati, grandi o piccoli, vincitori o vinti, e in base all’uguaglianza dei diritti,
al commercio e alle materie prime del mondo.

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Questo è uno dei punti centrali del grand design rooseveltiano cioè uscire dal protezionismo, dalla chiusura
commerciale che aveva identificato gli anni 30 e che secondo gli usa era alla base dell’ascesa dei nazionalismi e dello
scoppio della guerra.
Arriviamo a Pearl Harbour, il Giappone nel frattempo aveva conquistato parte della Cina, questa zona intorno a
pechino, Shangai ma soprattutto a partire dal 1940 assistiamo dopo la sconfitta francese, il Giappone, oramai sono i
militari che dominano il Giappone con una politica espansionista, decide di occupare l’Indocina francese come testa
di ponte per poi arrivare a controllare tutto il sud-est asiatico e inizia una operazione di controllo Birmania,
Thailandia, filippine, Indonesia, Malesia si estende e arriva a controllare tutta questa aria dell’oceano pacifico.
L’occupazione giapponese sarà molto importante in questi paesi in funzione di decolonizzazione, perché i giapponesi
portano avanti una propaganda fortemente anticoloniale.
Gli usa some si comportano ancora non sono in guerra nei confronti del Giappone, nell’estate del 41 iniziano a
cercare di strangolarsi economicamente il Giappone, pongono un embargo, chiudono qualsiasi rapporto
commerciale, chiudono il canale di panama e congelano tutte le risorse giapponesi che sono presenti negli stati uniti.
Durante l’estate del 41 c’è un negoziato con i giapponesi, ci sono dei contatti tra giapponesi e Roosevelt che durano
tutta l’estate del 41 però gli americani chiedono al Giappone qualcosa che loro non avrebbero mai concesso,
chiedono di abbandonare tutti i loro possedimenti soprattutto quelli in Cina. Quindi è un negoziato che aveva scorse
possibilità di successo. Nel frattempo, si ritiene che la decisione di attaccare Pearl Harbour sia stata presa intorno
all’ottobre 1941 e l’attacco viene sferrato nel 7 dicembre 41 nelle isole Hawaii, molto lontano dal territorio
americano anche se è un suo stato, è un attacco a sorpresa che ha degli effetti devastanti sulla flotta americana,
vengono sostanzialmente distrutti dall’aviazione giapponese molte corazzate, navi da guerra, aerei quindi veramente
è un attacco molto forte. A questo punto gli stati uniti sono in guerra che però non toccherà altre parte del territorio
americano a differenza dell’Europa. Sull’attacco gippone a Pearl Harbour c’è stato un grandissimo dibattito
storiografico in quanto c’è stata tutta una corrente revisionista che ha posto degli interrogativi, gli americani
sapevano che l’attacco sarebbe stato sferrato lì? Sappiamo che gli americani cercavano di decifrare tutti i vari
telegrammi che provenivano dal Giappone ma non era una cosa molto semplice e che gli stati uniti sapevano che
l’attacco sarebbe stato sferrato ma non dove. Quindi di fatto questa corrente revisionista, c’è stata questa
interpretazione sul fatto che Roosevelt sapesse che l’attacco sarebbe stato sferrato a Pearl Harbour ed era un modo
per entrare in guerra ma in realtà non è così, alla fine si è arrivati alla conclusione che sapevano che l’attacco ci
sarebbe stato ma non sapevano dove. E quindi anche gli stati uniti sono in guerra ed è diventata una guerra
mondiale, globale.
Siamo nel 41 quindi in guerra si vede il coinvolgimento degli stati uniti ma si viene a creare una strana alleanza, tra
stati uniti, Inghilterra e Urss non verrà mai firmato un documento che ci dice che c’è un’alleanza tra questi tre paesi,
è un’alleanza che hanno tre diverse visioni della conduzione della conduzione della guerra e di dove dirigere gli
attacchi e una di queste grosse diversità si vede proprio a proposito dell’apertura del secondo fronte. Richiesta che
Stalin presenta già dal 41, dove lo voleva? Lo voleva in Europa perché in maniera tale di alleggerire il peso che l’Urss
doveva sopportare ma Churchill non era d’accordo e al contrario preferisce l’apertura di un fronte in un’aria
sostanzialmente periferica, per ragioni militari cioè non riteneva che nel corso del 42 le forze alleata avessero forze
sufficienti per fare una operazione Overlord anticipata e quindi Churchill preferiva delle operazioni periferiche e in
particolar modo nel mediterraneo.
Churchill si reca a Washington nel dicembre del 41, viaggio pericoloso, dove si incontra con Roosevelt ed è in questa
sede che il documento della carta atlantica diventerà la base della dichiarazione delle nazioni uniti, cioè aderiranno a
questa dichiarazione che poi riprende la carta atlantica molti paesi, circa 26 paesi che si impegnano nella lotta contro
il nazismo e viene deciso proprio in questa conferenza tra Churchill e Roosevelt che l’obiettivo è quello primario di
sconfiggere il nemico.
Un’altra cosa importante viene decisa in questa Conferenza di arcadia o Washinton, quelli che sono i centri
decisionali a livello militare vengono uniti, cioè i capi di stato maggiore inglese e americano, e inizieranno una serie
di conferenze interalleate che in un primo momento ci saranno soltanto tra stati uniti e Inghilterra e poi verranno
aperte anche a Stalin. Per quanto riguarda le forze dell’asse una cosa del genere non succederà mai perché non
hanno la stessa capacità di coordinamento che hanno gli stati uniti l’Inghilterra e anche l’unione sovietica quindi
questo è un aspetto importante da considerare per quanto riguarda poi le forze che avranno poi la vittoria, anche
questa capacità di coordinamento sul piano militare.
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Nel corso del 42 ci sono battaglie molto improntanti che segno lo sviluppo del confitto, nel pacifico c’è la battaglia
delle Midway nel giugno del 42 che è la prima vittoria degli americani contro il Giappone, sono delle isole che però si
trovano in una posizione strategica e poi c’è il fronte africano e qui arriviamo all’Italia.
Sul fronte africano succede che le forze italo tedesche iniziano una controffensiva con l’obiettivo di arrivare al canale
di Suez, ma nell’ottobre del 1942 arriveranno a pochi km dell’Alessandria d’Egitto a El Alamein dove tra l’ottobre
novembre del 194 si terrà una battaglia sanguinosissima che vedrà sconfitta delle forze italotedesche
sostanzialmente che vengono sconfitte agli inglesi, perché arrivano che non hanno quasi più rifornimenti, mezzi
corrazzati quindi sono inferiori proprio dal punto di vista di forza militare rispetto agli inglese che inizieranno una
controffensiva che libererà tutta l’africa settentrionale perché poi vengono portati in Tunisia, le forze italotedesche
arriveranno alla Tunisia. Qui siamo ottobre novembre del 42 è un momento centrale della guerra, l’africa
settentrionale è liberata e quindi si apre un secondo fronte con l’operazione Torch del novembre 1942 viene aperto
in Algeria e Marocco dove gli alleati sbarcano, perché l’obiettivo è quello di colpire quello che è chiamato l’anello
debole dell’asse ovvero l’Italia da qui partono per liberare l’Italia.
In Algeria viene creato un governo provvisorio francese, della Francia libera nel 1943 con a capo de Gaulle non sarà
una cosa molto semplice perché Roosevelt non sopportava da Gaulle, lo considerava il classico esponente, superbo,
imperialista, colonialista non si verificava tanto che gli mette accanto un altro generale Henry Giraud quindi di fatto
questo governo francese ha queste due personalità che si fanno la guerra fra loro per avere la meglio e diventare i
rappresentanti del futuro governo francese e viene creato proprio ad Algeri e viene mandata dagli stati uniti e inglesi
una personalità per cercare di mediare tra i due ed è Jean Monnet nel 43 per cercar dei trovare un accordo, è
importante perché sarà proprio nel 43  che Monnet mentre si torva in Algeria inizia a pensare quale potrebbero
essere il futuro dell’Europa nel secondo dopo guerra e inizia a ipotizzare la possibilità di mettere in comune le risorse
carbosiderurgiche della Germania, quindi inizia a elaborare il suo progetto che poi prenderà corpo nel dopo guerra
con la comunità europea del carbone e dell’acciaio. Tra Giraud e de Gaulle, de Gaulle ha la meglio e poi sarà lui che
rappresenterà la Francia libera a Parigi.
Conferenza di Casablanca gennaio 1943 tra Churchill e Roosevelt, dove viene decisa l’operazione Husky cioè di
andare in Italia, l’operazione di sbarco in Italia di iniziare a liberale l’Italia. E alla conferenza lanciano un messaggio a
Stalin, perché questa conferenza è anche famosa perché stabiliscono un principio, quello della resa incondizionata,
cioè il fatto che chi delle potenze dell’asse fosse stato sconfitto, si fosse arreso non avrebbe potuto porre condizioni.
Sentono questo bisogno di porre questo principio perché è un messaggio che lanciano a Stalin che continua chiedere
di aprire un secondo fronte in Europa, che avverrà solo el giugno 1944, però lanciano questo messaggio, non
apriamo ancora il secondo fronte ma non ti preoccupare non accetteremo negoziati con le potenze sconfitte sarà in
tutti i casi richiesta questa resa incondizionata che sarà quella a cui sarà sottoposta l’Italia.  Diventa un messaggio di
garanzia.
E a questa punto arriviamo a un momento importante per l’Italia, cioè lo sbarco in Sicilia, l’inizio della liberazione del
paese, si gettano le basi del secondo dopo guerra, delle forze politiche che poi governeranno il paese. Si parla a
questo proposito di precedente italiano perché è il primo paese delle forze dell’asse a essere sconfitto, a uscire dal
conflitto ma quello che verrà deciso per l’Italia è molto importante perché poi potrà essere deciso poi qualcosa di
analogo anche per futuri paesi che verranno sconfitti durante la guerra, pensiamo ai paesi dell’Europa orientale,
paesi che poi verranno occupati dai sovietici.
La situazione italiana è disastrosa, la sconfitta ad El Alamein è sanguinosissima nel corso del 42, ci si rende conto che
il fascismo ha portato il paese sull’orlo del baratro e quindi ci sono molti esponenti nel mondo politico italiano, degli
industriali, ma anche della casa reale che prendono contatto con gli alleati per iniziare a negoziare un possibile
armistizio ma soprattutto per addossare la responsabilità della guerra a mussolini, non si vuole essere coinvolti con
mussolini.
Il 10 luglio 1943 iniziai lo sbarco in Sicilia, questi alleati vengono accolti con gioia della popolazione, perché si spera di
uscire dalla guerra, sconvolgente per il paese e pian piano iniziano dalla Sicilia a risalire dalla penisola. Avvenimento
molto importante è il bombardamento di Roma che avviene il 19 luglio 43 da parte delle forze alleate, avvenimento
importante perché fino a quel momento Roma non era stata toccata dalla guerra perché c’è il papa, quindi si
pensava fosse immune da un eventuale bombardamento. Il bombardamento di Roma fa precipitare le vicende
italiane, c’è una parte dei fascisti che dice basta con mussolini quindi il grand consiglio del fascismo si riunisce e viene
votato questo ordine del giorno del 25 luglio 43 dove si chiedono le dimissioni di mussolini che va dal re gli mette in
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mano le proprie dimissioni e viene arrestato e verrà poi liberato dai tedeschi. Mussolini andrà in Germania e fonda la
repubblica di salò, la repubblica sociale italiana, la parte settentrionale dell’Italia rimarrà in mano ai tedeschi e a
mussolini che fonda la repubblica di salò che è un governo satellite di Hitler e continua combattere a fianco dei
tedeschi. Contemporaneamente gli alleati stanno iniziando appunto a risalire la penisola e una volta uscito di scena
mussolini, il re nomina un governo militare presieduto da Badoglio, un generale, gli italiani speravano di uscire dalla
guerra e Badoglio in un primo momento però afferma che l’Italia continuerà la guerra affianco ai tedeschi perché i
tedeschi nel momento in cui vedono che mussolini esce di scena mandano molte truppe in Italia.
Contemporaneamente Badoglio inizia a negoziare segretamente le condizioni dell’armistizio italiano con gli alleati,
Badoglio firma l’armistizio il tre settembre 43 ma verrà reso pubblico solo l’8 settembre, spera di ottenere che nel
monito in cui viene annunciato l’armistizio, quindi si sa che l’Italia non è più alleata della Germania anzi poi l’Italia
dichiarerà guerra alla Germania che gli alleati effettuassero uno sbarco a Roma o comunque vicino a Roma in
maniera tale da assicurare il governo, il re e la monarchia ma su questo gli alleati sono molto ambigui,
progressivamente vedremo che l’Italia diventerà un teatro secondario del conflitto e infatti quando viene annunciato
l’armistizio l’8 settembre del 1943 quindi l’Italia di fatto esce dalla guerra al fianco della Germania a cui dichiarerà
guerra, nell’ottobre del 1943, ma gli alleati non effettuano questo sbarco vicino a Roma, sbarcheranno a Salerno
molto a sud di Roma e Badoglio e il re scappano ed è una cosa grave, il paese viene lasciato nel caos più totale e
vanno prima a Brindisi e poi a Salerno dove verrà creato questo governo italiano presieduto da Badoglio.
Contemporaneamente nasce però il 9 settembre del 43 il giorno dopo l’armistizio, nasce il primo comitato di
liberazione nazionale,  è un raggruppamento di partiti antifascisti che di fatto invieranno ordini, indirizzeranno il
movimento di resistenza partigiano, ne fanno parte uno spettro di partiti molto ampio, il partito comunista per
esempio perché Togliatti che era sempre in unione sovietica torna in italiana e si chiama la svolta di Salerno aprile
44, in questo momento l’obbiettivo è combattere contro il nazismo, liberale l’italiana quindi collaboriamo a partire
da una coalizione politica composta da molti partiti, con vari orientamenti politici, poi c’era la democrazia cristiana,
c’è una figura politica molto importante che è alcide de Gasperi che durante la guerra di rifugia al vaticano ed è uno
dei fondatori della democrazia cristiana nel 1942, poi ci sono repubblicani, liberali, partito d’azione uno spettro
molto ampio di partiti.
L’armistizio prevede che sostanzialmente l’Italia esca dalla guerra ma continuerà ad appoggiare le forze alleate in
qualità di cobelligerante, non come alleato. Poi c’è una parte dell’armistizio molto più ampia che riguarda proprio
l’amministrazione la gestione del territorio italiano e viene creata una commissione alleata di controllo con il
compito di amministrare l’Italia, la parte dell’Italia in mano agli alleati e qui si vede la diffidenza degli alleati, inglesi e
americani non ci vogliono nessun sovietico all’interno questa commissione alleata di controllo, vogliono essere gli
unici a gestire il territorio italiano perché hanno paura dei sovietici e della forza del partito comunista all’interno del
movimento di resistenza e questo è un messaggio molto  chiaro per Stalin  perché poi quando andrà a occupare i
paesi dell’Europa orientale non ci vuol ne inglesi ne americani, non voglio nessun condizionamento da parte degli
alleati.
Quindi viene creata questa commissione alletta di controllo dove inglesi e americani collaborano per gestire il
territorio italiano. Non hanno delle posizioni uguali, gli inglesi hanno una visione più dura e severa nei confronti degli
italiani e favorevoli al mantenimento della monarchia mentre gli americani sono favorevoli alla repubblica e che poi
dovrà scegliere l’Italia la forma di governo e poi ce il referendum del 2 giorno del 46. La liberazione del territorio
italiano è lunghissima forse la più lunga, perché l’Italia ormai è un teatro secondario del conflitto e quindi rispetto ad
altre zone della guerra. Nell’inverno fra 43 e 44 gli alleati si fermano lungo la linea Gustav tra Roma e Napoli e molto
importante sarà poi lo sbarco ad Anzio nel gennaio 44 da cui poi ci si rivolge verso Roma che verrà liberata nel giugno
del 44 quasi in contemporanea allo sbarco in Normandia.
Nella parte che ancora è in mano ai tedeschi e alla repubblica di salò si sviluppa un movimento di resistenza
partigiana che è estremamente importante per il futuro del paese perché qui combatteranno esponenti di varie forze
politiche, certamente i comunisti sanno la forza maggioritaria dei partigiani e saranno i partigiani che libereranno
grande parte del territorio italiano ma ci sono esponenti di uno spettro politico molto ampio liberali, repubblicani,
partito d’azione che collaborano alla liberazione dell’Italia è qui che si fondano le basi della prima repubblica del
paese che si verrà poi a creare dopo la guerra.
E certe diffidenze che si vengono creare tra alleati e partigiani pensiamo che nel novembre del 1944 gli americani
chiedono ai partigiani di cessare ogni ostilità, di sospendere le operazioni organizzate su larga scala il così detto
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proclama Alexander perché temono che data la forza dei comunisti che una volta liberato il paese prendano il potere
del paese e questo crea difficoltà ai partigiani.
Inverno 44-45 linea gotica sopra Firenze tra toscana e Emilia-Romagna, le linee vogliono dire che durante l’inverno è
la parte di territorio che viene liberata e mussolini sa bene di essere spacciato tenta la fuga nell’aprile del 45 in
svizzera si accoda a dei tedeschi che stanno fuggendo li verrà riconosciuto da dei partigiani che lo fucileranno e il
corpo di mussoli 28 aprile 1945 e della sua amante verranno poi appesi a Milano evento fortissimo. La popolazione
identifica in mussolini il principale responsabile della devastazione del paese. Generalmente come data di liberazione
dall’Italia 25 aprile del 45. Genova è un caso particolare la città insorge e si libera da sola senza l’aiuto degli alleati a
far scappare i tedeschi. Questa è l’uscita di scena dell’Italia dal conflitto si vengono a creare già dal giugno del 44 un
primo governo di unità antifascista Bonomi poi Parri e poi siamo arrivati alla fine della partecipazione italiana alla
guerra. L’Italia costituisce un precedente perché è il primo paese a essere sconfitto tra le forze dell’asse.

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Conferenze di guerra.
Aspetti di natura diplomatica: ricostruiremo il dibattito all'interno degli alleati durante le conferenze interalleate, del
fronte alleato cioè c'è un coordinamento tra gli alleati cosa che invece non avviene tra le potenze dell'asse.
Come era successo durante la Prima guerra mondiale nel momento in cui gli Stati Uniti entrano in guerra già pochi
giorni dopo l'attacco di Pearl Harbour, Roosevelt crea una commissione, che è presieduta dal suo segretario di Stato
Hull, che ha l'obiettivo di iniziare ad elaborare un progetto per il dopoguerra, di come si sarebbe visto il sistema
internazionale nel dopoguerra e questo progetto che esce dai lavori di questa commissione, alla quale partecipano
grandi personalità politiche, prende il nome di Grand Design di Roosevelt. È un progetto anche abbastanza vago e
l'idea che emerge dai lavori di questa commissione è quella che il sistema internazionale nel secondo dopoguerra
avrebbe dovuto continuare ad essere multilaterale in cui le potenze vincitrici avrebbero continuato a collaborare tra
loro dicendo prima di tutto un elemento di natura geopolitica.
Viene elaborata la teoria dei quattro poliziotti che Roosevelt presenterà alla conferenza di Teheran, questi quattro
poliziotti erano le potenze uscite vincitrici dalla guerra (siamo a inizio del 42 quindi una visione molto coraggiosa) gli
Stati Uniti, l'unione sovietica perché Roosevelt farà di tutto per proseguire la collaborazione con Stalin, ritiene
necessaria la collaborazione con l'unione sovietica proprio per il mantenimento della pace; l'altra potenza è la Gran
Bretagna e Roosevelt tiene molto a inserire anche la Cina a testimonianza della visione che gli Stati Uniti hanno per
quanto riguarda l’Asia, cioè la Cina doveva diventare un alleato degli Stati Uniti (la Cina nazionalista di Chiang Kai-
shek).
La conferenza si chiamava Advisory Committee on post work foreign policy, cioè la commissione consultiva sulla
politica estera per il dopoguerra. Aveva il compito di elaborare un progetto politico per il dopoguerra.
Nella visione di Roosevelt era necessario poi ricreare una organizzazione internazionale che prendesse il posto della
società delle Nazioni, naturalmente cercando di eliminare quegli aspetti che non avevano funzionato, c'era un diritto
di veto generalizzato perché c'era il voto all'unanimità e quindi si cerca di rendere il voto più praticabile, ma Stalin
chiederà una cosa ben precisa perché questi quattro poliziotti saranno poi i paesi che avranno il seggio permanente
al consiglio di sicurezza dell’ONU.
Stalin chiederà di fare entrare all'interno dell’ONU tutte le repubbliche socialiste sovietiche perché quando prende
corpo l’idea dell’ONU si rende conto che all'inizio è fortemente dominata dalle potenze occidentali e quindi chiede
che entrino tutte le repubbliche socialiste sovietiche, questa richiesta di Stalin non viene accettata dagli altri alleati.
Allora Stalin chiede il diritto di veto per i paesi che abbiano un seggio permanente in maniera tale da potersi
rassicurare che se c’è qualcosa per cui io non sono d'accordo ho il diritto di veto. Entreranno l'Ucraina e la
Bielorussia.
Manca la Francia perché nella visione di Roosevelt certo era un paese importante ma era un paese sconfitto, sarà
Churchill che eserciterà forti pressioni su Roosevelt proprio per poter concedere un seggio permanente anche alla
Francia perché in questo modo man mano che Churchill si rende conto che l'Europa perde sempre più importanza e
che il sistema internazionale progressivamente diventerà sempre più bipolare quindi spera di poter ottenere
maggiore appoggio inserendo un altro paese europeo.
La Francia non parteciperà a nessuna di queste conferenze interalleate, sarà proprio una delle richieste di Churchill a
Roosevelt, la Francia otterrà un seggio permanente all’ONU e otterrà anche una zona di occupazione in Germania.
Non tutte le potenze sono sullo stesso piano, è un ordine gerarchico, gli Stati Uniti sanno bene di essere la potenza
dominante.
Accanto a questo elemento di natura geopolitica l'altro aspetto è naturalmente l'aspetto economico perché questo è
un elemento di lungo periodo nella politica estera americana, l'idea molto presente all'interno dell'amministrazione
Roosevelt è che si debba tornare a un sistema di scambio multilaterale, perché la chiusura dei commerci, la
contrazione degli scambi commerciali, i blocchi economici che si erano venuti a creare durante gli anni 30 in seguito
alla crisi del 29, nella visione americana erano tra i principali responsabili dell'ascesa del nazismo e quindi nella
visione americana l'idea è quella di poter ritornare a un sistema di scambi multilaterali.
Questa visione prende corpo con Bretton Woods dove però gli Stati Uniti si assicurano un ruolo di grandissima
importanza per il dollaro, quindi dietro agli aspetti positivi di assicurare il sistema multilaterale internazionale c'è poi
una visione egemonica anche, cioè gli Stati Uniti comunque vogliono assicurare un ruolo centrale per il dollaro.
D'altra parte nel 44 gli Stati Uniti erano veramente la potenza dominante, il territorio americano non era stato
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toccato realmente dal conflitto, avevano raggiunto grazie anche alla legge affitti e prestiti una situazione di piena
occupazione, il pil industriale era cresciuto del 15%, detenevano i 2/3 delle riserve auree del mondo, quindi nel 45
effettivamente il dollaro è la moneta più forte.
Vengono presentate per la prima volta queste proposte da parte degli americani in una conferenza che spesso è
giudicata non così importante ma in realtà è un momento di grandissima importanza per il fronte alleato che è la
conferenza di Teheran del novembre 1943, il primo incontro ufficiale tra i tre grandi ed è preceduta da un incontro
dei ministri degli esteri a Mosca.

Conferenza di Teheran novembre 43: è avvenuta l'operazione Torch, è iniziata la lenta liberazione del territorio
italiano, quindi la guerra sta prendendo una svolta ben precisa. Si incontrano i tre grandi per la prima volta, Stalin era
molto sospettoso di Churchill e Roosevelt tanto che fece piazzare delle microspie all'interno degli alloggi in cui
risiedevano. Roosevelt invece ci tiene tantissimo a creare un clima di fiducia con Stalin, a mostrare la propria volontà
di collaborazione tanto che chiederà a Churchill di non tenere incontri separati, cioè di cercare di non far vedere
quanto questo rapporto speciale tra Stati Uniti e Gran Bretagna fosse forte proprio per cercare di far capire a Stalin
che stava trattando con degli alleati non con dei nemici.
Proprio a Teheran viene deciso di aprire il secondo fronte, si era pensato in un primo momento al maggio del 1944
all’operazione Overlord, era una richiesta che Stalin aveva avanzato sin dal 1941 e che era stata via via rimandata
nonostante per esempio Roosevelt ritenesse che già dal 42 era possibile aprire un secondo fronte in Francia, in realtà
Churchill era contrario perché riteneva che le forze alleate non fossero così ben organizzate da permettere
un'operazione in grande scala come sarebbe stata l'operazione Overlord.
Gli americani chiedono qualcosa ai russi perché c'era sempre il famoso patto di non aggressione ma l'unione
sovietica non aveva ancora dichiarato guerra al Giappone, quindi gli americani dicono noi apriamo il secondo fronte
ma anche voi dovete dichiarare guerra al Giappone. Stalin dà una promessa molto vaga dicendo si dichiareremo
guerra al Giappone.
Roosevelt presenta la teoria di quarto poliziotti proprio a Teheran e si inizia a discutere sulla futura organizzazione
internazionale.
Tra i problemi più scottanti c'è poi la questione polacca perché nel corso degli incontri, Stalin chiede espressamente
di poter continuare a mantenere il controllo sui territori polacchi che aveva occupato in seguito allo scoppio della
guerra sulla base del fatto Ribbentrop-Molotov, quindi di poter continuare a controllare la parte più orientale della
Polonia. Churchill è favorevole, sono tutti d’accordo che verrà creato uno stato polacco indipendente e sin da
Teheran si inizia a pensare di spostare i confini occidentali prendendoli dai territori tedeschi, non viene presa una
decisione definitiva però si tratta di decisioni importanti che poi determineranno lo spostamento di milioni di
persone alla fine della guerra.
È soprattutto un accordo tra Churchill e Stalin, ma poi Roosevelt lo accetterà non vuole essere coinvolto in una
decisione definitiva su questo fronte perché si avvicinavano le elezioni.
Operazione Overlord: importante per la fine della guerra sul fronte europeo, inizia il 6 giugno 1944 e gli alleati
arriveranno molto rapidamente a Parigi nell’agosto. Qui si pone il problema del governo provvisorio che verrà creato
in Francia perché gli americani sono piuttosto restii a concedere a De Gaulle il ruolo di capo di questo futuro
governo, non si fidano. Addirittura avevano pensato di creare in Francia una sorta di commissione alleata di
controllo, in realtà De Gaulle gode dell’appoggio della resistenza di tutte le forze politiche francesi e quindi sarà a
capo del governo. Da lì inizia la liberazione di tutta la Francia e poi ci si sposta in Germania.
Contemporaneamente l’Unione Sovietica in Europa orientale inizia un’avanzata nella primavera del 44 volta a
liberare dai tedeschi e occupare tutti i paesi dell’Europa orientale a partire da Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria,
Ungheria… Qui c’è un episodio molto importante che riguarda gli inglesi e gli americani e riguarda la Polonia, avviene
nell’agosto del 44, le truppe russe arrivano a pochi chilometri da Varsavia e la resistenza polacca inizia
un’insurrezione contro i tedeschi per cercare di liberare la città sperando nel supporto dei russi che invece se ne
stanno fermi e i polacchi vengono sterminati tutti. I russi interverranno poi successivamente dopo che i polacchi
verranno uccisi dai tedeschi perché i russi propongono subito dopo la creazione di una sorta di governo polacco che
si chiama Comitato di Lublino e che è composto soltanto da polacchi filosovietici.
Un episodio particolare di questa fase della guerra è l’accordo sulle percentuali tra Churchill e Stalin che a lungo è
stato creduto che non fosse reale, il documento che testimonia questo accordo si trova presso gli archivi inglesi
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quindi è avvenuto realmente. Siamo nell’ottobre del 44, si sente l’esigenza a seguito degli avvenimenti militari di un
nuovo incontro tra gli alleati, se non che Roosevelt non può partecipare perché ci sono le elezioni presidenziali,
allora si incontrano a Mosca Churchill e Stalin.
Churchill per cercare di dimostrare la propria volontà di collaborazione con Stalin, gli presenta un foglio in cui scrive
le percentuali di influenza occidentale e sovietica in tutta una serie di paesi.
Churchill raggiunge questo tipo di accordo con Stalin perché forse ragiona ancora in termini di sfere di influenza più
ottocentesche, era preoccupato da ciò che stava avvenendo in Europa Orientale soprattutto ciò che avveniva in
Polonia, ma anche altri paesi preoccupano Churchill paesi in cui i partiti partigiani e comunisti sembrano avere una
forza preponderante e che quindi a un’Europa sotto il dominio nazista possa succedere una Europa in cui molti paesi
sono sotto l’influenza comunista.
Il caso italiano: resistenza partigiana.
Jugoslavia: la resistenza è guidata da due movimenti, uno del serbo Mihajlovic che aveva un atteggiamento più
attendista durante il periodo della resistenza, combatte contro i nazisti ma anche contro i croati; e progressivamente
prende piede Tito che diventa il capo della resistenza jugoslava e alla fine gli inglesi lo accettano perché lui da solo
libera Jugoslavia dalle forze naziste, ma ne farà uno stato comunista e quindi gli inglesi sanno che c’è questo
problema.
Tito piano piano riconquista tutto il territorio della Jugoslavia e gli italiani che si trovavano in quei territori, molti
fascisti ma molto no, vengono trucidati dalle forze titine e poi seppelliti nelle foibe.
Tito ha un ruolo molto importante e avrà il supporto totale della popolazione proprio per il fatto che libera il paese
senza il bisogno dell’aiuto dei sovietici.
Grecia: si sviluppa anche qui un movimento di resistenza diviso in due, i partigiani filomonarchici con l’appoggio
inglese; e i comunisti. In Grecia scoppierà una guerra civile in cui gli inglesi supporteranno la resistenza monarchica.
Churchill teme si creino tanti paesi governati da forze filosovietiche o comuniste.
Una frase famosissima di Stalin in cui dice questa guerra non è come quelle del passato, chi occupa un territorio vi
impone il proprio sistema sociale grazie alla forza degli eserciti e questo apparirà in maniera evidente nei paesi
dell’Europa orientale.
Questo può essere una spiegazione del motivo per cui Churchill alla fine conclude questo accordo con Stalin, spera di
tutelare i propri interessi nel Mediterraneo e di potersi garantire l'influenza in Grecia a 90%, in Jugoslavia al 50%, poi
riconoscendo però un'influenza sovietica in Romania, Bulgaria e il 50% in Ungheria.
Churchill cerca di ragionare con Stalin in base ai concetti ottocenteschi di sfere di influenza ed è qualcosa che invece
Roosevelt proprio non accetta.

Conferenza di Bretton Woods del luglio 1944: vede concretizzare la componente economica del Grand Design di
Roosevelt. È un momento di grande importanza perché prevale una visione di tornare ad un sistema di scambi
commerciali multilaterali ponendo fine alle chiusure degli anni 30. Viene raggiunto un accordo che prende il nome di
General Agreement on Tariffs and Trade (GATT), che è un accordo internazionale firmato da tutti i paesi che
partecipano alla conferenza, tranne l’Unione Sovietica, che ha l’obiettivo di avviare una serie di round commerciali
per aprire i commerci e creare un sistema commerciali multilaterale. Il GATT si è poi trasformato nell’Organizzazione
Mondiale del Commercio, strumento cardine per il processo di globalizzazione.
Viene poi creato un organismo molto importante che è il Fondo Monetario Internazionale tuttora esistente, aperto a
tutti i membri dell’ONU, gli Stati aderenti a questo fondo depositano una quota di denaro presso questo fondo in
base alla propria forza economica, ha compito di intervenire in situazioni di crisi economico-finanziaria per
controllarla e gestirla, è tuttora un organismo di grande importanza. È ovviamente dominato dagli Stati Uniti, il
processo decisionale all'interno del fondo monetario internazionale tiene conto del peso economico dei paesi
partecipanti.
A Bretton Woods viene creata anche quella che poi diventerà la Banca Mondiale, altro organismo molto importante
che in questo momento si chiama banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo.
L'accordo cardine di Bretton Woods è quello che riguarda il sistema monetario internazionale, prevede di attuare un
sistema di tassi di cambio fissi in rapporto all’oro, e prende il nome di Gold Exchange Standard. I tassi di cambio di
tutte le monete dei paesi aderenti a questi accordi verranno stabiliti in rapporto all’oro, ma c'è una moneta che è
diversa rispetto alle altre che è il dollaro perché è l'unica moneta convertibile in oro, e il tasso di convertibilità aurea
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del dollaro è di 35$ l'oncia. In questa maniera si assegna al dollaro un ruolo centrale nel sistema monetario
internazionale perché il dollaro è l'unica moneta convertibile in oro, quindi avere dollari o oro all'interno delle varie
banche centrali è la stessa cosa, perché gli Stati Uniti si sono impegnati a convertire le monete in oro, per cui invece
di comprare oro si comprano molti dollari però si sa che il valore di quei dollari è fisso. Questo sistema funziona,
stabilizza il sistema monetario internazionale, ma inizia a non funzionare più tanto bene quando gli Stati Uniti, a
causa dell'impegno militare in Vietnam che drena tantissime risorse nel corso degli anni 60 hanno un peggioramento
della propria economia, le riserve auree americane iniziano a scendere tantissimo, tra l'altro De Gaulle sarà il leader
europeo che farà presente questo e chiederà che tutti dollari che detiene la banca centrale francese vengano
convertiti in oro, perché dice se nel 44 era vero questo rapporto di cambio, con l'andare del tempo l'economia
americana si indebolisce e quindi il dollaro è meno forte. Gli Stati Uniti di fatto all'inizio degli anni 70 non sarebbero
più stati in grado di convertire in oro i dollari che circolavano, quindi questo spiega la decisione presa
dall'amministrazione Nixon nell'agosto del 1971 di porre fine alla convertibilità aurea del dollaro e di porre fine al
sistema di Bretton Woods. La crisi del 71 è la prima crisi che si innesca nel sistema monetario internazionale e colpirà
molto duramente l'economia europea e sarà poi seguita dalla crisi dello shock energetico del 73 quindi
dall'innalzamento del prezzo del petrolio.
Nixon dopo la decisione di sospendere la convertibilità aurea del dollaro, attua una svalutazione del dollaro e a quel
punto si torna a un sistema di cambi flessibili, svaluta il dollaro per aumentare le esportazioni americane quindi per
migliorare l'economia americana.

Conferenza di Dumbarton Oaks del settembre 1944: vi partecipano i quattro poliziotti, l'obiettivo è quello di mettersi
d'accordo su quelli che sono i principali organi dell’ONU. Se a San Francisco tra l'aprile e il giugno del 45 viene
approvata la carta dell’ONU, e proprio a Dumbarton Oaks che vengono stabiliti quelli che saranno i futuri organi
dell’ONU. È qui che nasce il problema del consiglio di sicurezza, è in questa occasione che Stalin dice vedo nascere
un'organizzazione internazionale che riflette molto le potenze occidentali. Nel momento in cui nasce l'Onu per
esempio ne fanno parte molti paesi dell’America Latina oltre a queste potenze vincitrici, in questa fase sono molto
filoamericani, quindi Stalin proprio per questo dice cerchiamo di equilibrare i paesi membri dell’ONU con tutte le
repubbliche sovietiche. La richiesta di Stalin non viene approvata, allora qui viene deciso il principio del diritto di veto
per i membri permanenti.
Viene anche deciso di creare una sorta di piccolo esercito per l'Onu ma poi questo principio non verrà mai
completamente attuato.

A Teheran la questione tedesca viene affrontata, siamo però nel novembre del 43 ancora si è lontani dalla fine della
guerra quindi non viene raggiunto nessun tipo di accordo sulla Germania, addirittura si pensa a un possibile
smembramento della Germania. Verranno invece prese decisioni molto importanti sulla Germania nella conferenza
di Yalta.

Conferenza di Yalta (in Crimea) febbraio 1945: la fine della guerra appare ormai prossima, gli eserciti alleati stanno
avanzando molto rapidamente in Europa e si stanno avvicinando alla Germania. Stalin chiede che questo incontro si
tenga in Crimea perché diventa sempre più paranoico mano a mano che si va avanti negli anni e quindi vuole che la
conferenza si tenga in un posto sicuro per lui. Roosevelt molto malato dovrà affrontare un viaggio molto difficile.
C'è tutta una pubblicistica che tende a portare avanti questo mito storiografico per cui a Yalta i tre grandi hanno
deciso la divisione in sfere d'influenza dell’Europa.
Gli americani pubblicano online tutte le serie di documenti diplomatici e sono quindi disponibili, quindi noi abbiamo
tutti colloqui di Yalta, non ci fu assolutamente nessuna decisione in questo senso, non è che i tre grandi decisero la
decisione in sfere d'influenza, ci fu da parte soprattutto di Roosevelt la volontà di venire incontro a determinate
richieste da parte di Stalin, di continuare questa visione molto collaborativa nei confronti l'unione sovietica.
Vengono prese decisioni relative all’ONU e viene inserita anche la Francia per richiesta di Churchill all'interno del
futuro consiglio di sicurezza.
Yalta è molto importante perché vengono prese delle decisioni fondamentali per il futuro della Germania, nel corso
del 1944 era stato avanzato un piano per il futuro della Germania, il piano Morgenthau, un collaboratore di

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Roosevelt, che prevedeva lo smantellamento di tutte le industrie tedesche e di ridurre la Germania a una potenza
rurale, cioè eliminare definitivamente il problema dell'apparato carbo-siderurgico tedesco.
Era però un piano che non viene accettato ed è proprio a Yalta che si discute molto dello smembramento della
Germania e che si decide di dividerla in quattro zone di occupazione, l'unione sovietica sta nella parte orientale e le
potenze Inghilterra Stati Uniti e Francia che occuperanno la parte occidentale. Stesso destino della divisione in
quattro zone di occupazione si ha per la città di Berlino che si trova però nella parte est. Stesso destino si ha per
l'Austria, nonostante sia un paese che in realtà era stato annesso alla Germania, si decide di dividerla e di farla
occupare dalle quattro potenze principali. Verrà poi deciso il disarmo, la smilitarizzazione e la denazificazione della
Germania. Si pone il problema delle riparazioni di guerra, Stalin su questo insiste molto, l'unione sovietica ha pagato
il prezzo più alto durante la guerra per lottare contro la Germania quindi chiede una cifra molto alta ossia 20 miliardi
di dollari di riparazioni. Sin dall'inizio si decide che la Germania non avrebbe pagato in moneta, quindi nasce l'idea
del pagamento in natura, di fatto le potenze occupanti iniziano a smantellare infrastrutture, industrie e se le portano
a casa. L’Unione Sovietica che esce dal conflitto molto indebolita, inizierà a smantellare tutto nella Germania dell'est,
distruggerà infrastrutture, strade, industrie e questo è un campanello di allarme per le altre potenze occupanti
perché non è che sono così contenti del comportamento sovietico in Germania dell'est.
Per quanto riguarda la Polonia viene deciso che questo governo che era stato costituito dai russi, il comitato di
Lublino, ed era composto da elementi filosovietici, venga allargato a disponenti del governo ufficiale polacco che si
trovava in esilio a Londra, il governo di quando la Polonia è stata attaccata dai tedeschi, esponenti democratici.
Sempre a Yalta viene firmato un documento che ha dato luogo a un grande dibattito tra gli storici, la dichiarazione
sull’Europa liberata, in questo documento i tre grandi si impegnano a organizzare libere elezioni nei paesi che erano
occupati dalle loro truppe e quindi di creare istituzioni democratiche. Stalin stesso firmerà questa dichiarazione,
quindi organizzare libere elezioni e creare istituzioni democratiche e sarà fortemente criticato poi dalle potenze
occidentali perché nei paesi dell’Europa orientale non ci saranno libere elezioni. Ma c'è da chiedersi che valore dava
Stalin dava a questo documento e che valore dava al concetto di democrazia di tipo occidentale, ben poco.
L’Unione Sovietica da subito dimostra di non seguire questa dichiarazione sull’Europa liberata.
La Romania aveva combattuto al fianco dei tedeschi perché l'unione sovietica aveva occupato la Bessarabia uno dei
territori che gli erano stati promessi dal patto Ribbentrop-Molotov, ma tra il 44 e il 45 avviene un colpo di Stato in
Romania, è un caso molto particolare, verrà messo sul trono un re Michele di Romania, che sarà un re filosovietico e
viene creato un governo che sarà poi composto principalmente da comunisti fortemente vicino all'unione sovietica.
Nella Romania l'unione sovietica non vuole che gli altri alleati svolgano alcun ruolo.

Fine della guerra in Europa: avviene nell'aprile 1945 quando le truppe alleate convergono. Ormai la fine di Hitler è
segnata, si era rinchiuso nel suo bunker e si suicida e si ha la capitolazione tedesca che verrà firmata con le forze
anglo americane l'8 maggio e con i sovietici guidati dal generale Zhukov il 9 di maggio.
L’aprile delle 45 non è soltanto il mese della fine della Seconda guerra mondiale in Europa, ma è anche il mese della
morte di Roosevelt. A Roosevelt succede il suo vicepresidente Harry Truman, un democratico, nominato
vicepresidente da Roosevelt perché era un grande conoscitore dell'apparato legislativo, ma non aveva nessuna
esperienza di politica estera, non era conosciuto da nessuno, non sapeva del progetto Manhattan, era stato tenuto
all'oscuro pur essendo vice presidente della costruzione della bomba atomica, ne verrà a conoscenza solo a fine
aprile. Truman nel corso del 45 continuerà a portare avanti molte delle idee di Roosevelt, ma con lui il Grand Design
s'indebolisce notevolmente e soprattutto questo cambio di presidenza è molto importante per il rapporto con i
sovietici perché Truman ritiene che Roosevelt fosse troppo morbido con Stalin e questo si vede molto chiaramente
già dal 45, continuiamo con la collaborazione ma vuole attuare una linea politica più rigida, questo si manifesta in
maniera molto evidente perché appena finisce la guerra in Europa, le navi americane che stavano portando aiuti per
la legge affitti e prestiti in Unione Sovietica ricevono l'ordine di tornare indietro e Stalin protesterà tantissimo.
Molti studiosi ritengono che la guerra fredda inizi nel 47 con la dottrina Truman e il piano Marshall, ma c'è tutta una
corrente di storici che ritiene che già nel 45 con il cambio di presidenza il clima sia cambiato e ci sono le origini della
guerra fredda.
Molto spesso a proposito della presidenza Roosevelt si parla di una presidenza imperiale ossia lui era un grandissimo
politico, accentrava molto il processo decisionale all'interno della Casa Bianca questo vuol dire che non coinvolgeva
in questo processo altri esponenti come il vice presidente.
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Conferenza di Postdam luglio-agosto 1945: si trova vicino a Berlino, Stalin vi arriverà con un treno blindatissimo.
A Postdam c'è un clima molto diverso rispetto a Yalta perché sono cambiati gli attori, c'è Truman come presidente
americano e Churchill perde le elezioni in Gran Bretagna che vengono vinte dal partito laburista che aveva
presentato un programma molto attento anche al welfare con Clement Attlee e il ministro degli esteri Ernst Bevin.
Proprio il giorno prima, e non è un caso, che inizi la conferenza c'è un esperimento che avviene in una base
segretissima nel New Mexico, il primo esperimento atomico che ha un grande successo, Truman quindi partecipa ai
lavori della conferenza sapendo che gli Stati Uniti sono in possesso di un'arma potentissima, sono in una condizione
di grande superiorità rispetto all'unione sovietica. Stalin sapeva del progetto Manhattan aveva le proprie spie,
Truman informa comunque Stalin durante la conferenza, Stalin farà buon viso a cattivo gioco cioè mantiene una
posizione positiva di collaborazione, chiederà ai propri esperti di accelerare il più possibile la costruzione della
bomba atomica anche in Unione Sovietica. Il primo esperimento atomico l'unione sovietica lo effettuerà nel 1949,
quindi gli Stati Uniti hanno alla fine della guerra una grandissima superiorità anche dal punto di vista militare perché
per ben quattro anni dal 45 al 49 hanno il monopolio della bomba atomica.
Vengono decisi i nuovi confini della Germania e della Polonia lungo la linea dei fiumi Oder-Neisse, e la Polonia però si
prende tutta una serie di territori molto ricchi e importanti economicamente.
Viene ulteriormente definita la decisione di suddividere la Germania in quattro zone di occupazione.
Viene stabilita la questione dello smantellamento degli impianti industriali tedeschi, l'unione sovietica siccome la
zona orientale era più povera rispetto a quella occidentale ottiene la promessa di poter disporre del 15% in più degli
impianti in eccesso nelle zone di occupazione occidentali.
Stalin non ha ancora dichiarato guerra al Giappone, promette di dichiararla ma ancora non ha aperto un nuovo
fronte nel pacifico. Lo farà soltanto dopo il primo bombardamento atomico su Hiroshima.
Viene istituito un Consiglio dei ministri degli esteri con il compito di predisporre i trattati di pace con i paesi sconfitti
quindi il trattato di pace con la Germania e quello con l'Italia. Il trattato di pace con la Germania non verrà mai
firmato perché c'è la guerra fredda, una delle cause dello scoppio della guerra fretta è proprio l'incapacità di trovare
una soluzione per la questione tedesca e quindi non verrà mai ratificato il trattato di pace con la Germania.
A Postdam si sottolinea l'esigenza di cercare di coordinare le zone di occupazione tra di loro, di far collaborare le
potenze occupanti quindi non siamo ancora in un clima di guerra fredda.

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