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Cause:
Il militarismo tedesco: Nel 1888 Guglielmo 1, che era colui che aveva portato avanti la
“politica dell’equilibrio” insieme al cancelliere Bismark, muore e il suo successore è
Guglielmo 2. Con lui Bismark viene licenziato e diventa cancelliere Caprivi, il quale insieme a
Guglielmo 2 inizia il “nuovo corso”, che è una politica militarista e aggressiva nei confronti
degli altri paesi. Il sentimento di superiorità tedesca, alimentato da questa politica, proviene
dall’industrializzazione e dalla vittoria della battaglia di Sedan. La Germania ha un ideale di
pangermanesimo (nazionalismo tedesco) e dunque intende unificare tutti i popoli di lingua
tedesca sotto un unico impero. È presente anche un autoritarismo interno e ciò significa che
la Germania non vuole sottostare a nessuno. L’imperialismo tedesco è aggressivo, in
particolare nei confronti di Francia e Inghilterra e le tensioni tra questi paesi causano le crisi
marocchine, nel 1905 c’è la crisi di Tangeri e nel 1911 quella di Agadir. Il Marocco diventa
un protettorato francese, grazie all’appoggio inglese. La Germania cerca di colonizzare il
Marocco, scontrandosi con gli interessi di Francia e Inghilterra, ma le tensioni si risolvono
diplomaticamente, inoltre Guglielmo 2 investe tantissimo nell’ampliamento della flotta,
perché c’è già l’idea della guerra.
L’imperialismo di tutti i paesi è un’altra principale causa dello scoppio della guerra, poiché
c’è molta rivalità tra i paesi.
Il nazionalismo.
La “polveriera balcanica”: la situazione che si è creata nei Balcani è potenzialmente
esplosiva, dato che ci sono delle tensioni nei paesi balcanici, che appartengono all’Impero
Ottomano, che è in crisi, perché ha troppi territori troppo diversi e lontani fra di loro, con
diverse etnie. Ognuno vuole essere indipendente dall’impero Ottomano e, infatti, scoppiano
delle guerre, dette guerre Balcaniche, che avvengono tra l’impero ottomano e i paesi
sottomessi. Nel 1912 si forma la lega balcanica che sconfigge l’impero ottomano (lider della
lega serba) e nel 1913 si scontrano per dividersi i territori conquistati, e la Serbia vince,
poiché ottiene più territori.
Coloro che invece non vogliono la guerra sono i cattolici e i movimenti socialisti, in generale,
che accetterebbero una lotta di classe tra borghesi e lavoratori, ma mai una guerra tra stati
basata su interessi economici. Però, alla viglia della guerra, nella seconda internazionale, il
nazionalismo è più forte dei valori socialisti e l’ala riformista (moderata) vota per lo
scioglimento dell’assemblea e per l’ingresso in guerra. Lo fanno perché pensano che in caso
di vincita il proletariato sarebbe emerso. Anche l’ala rivoluzionaria vota, in parte, per la
guerra, poiché pensavano che quest’ultima avrebbe permesso la rivoluzione dei proletari e
l’abbattimento dei muri tra le classi sociali.
Neutralisti, che sono neutrali nell’entrata in guerra dell’Italia (sono più sul no) e comprendo
una parte di socialisti, i cattolici e i liberali di Giolitti, il quale sa che l’esercito italiano non è
pronto.
Interventisti, che vorrebbero un intervento dell’Italia in guerra e comprendo i nazionalisti, i
socialisti riformisti con a capo Bissolati, una parte del governo, composta dalla monarchia,
quindi dal re Emanuele 3, che cerca di convincere Salandra e Benito Mussolini, che faceva
parte dei socialisti rivoluzionari ma essendo a favore della guerra viene espulso e cambia
schieramento.
Non si discute solo sull’entrata in guerra ma anche con chi entrare, nonostante le alleanze, perché
c’è la possibilità di riconquistare alcuni territori e l’Italia rivendica le terre irredenti, cioè non
liberate, e sono Trento, Trieste e parte della Dalmazia, che sono sulla costa e appartengono
all’Austria. Alcuni pensano che forse è meglio combattere contro l’Austria, quindi con Francia e
Inghilterra, perché se vincono possono strappare questi territori all’Austria. Altri invece
sostengono che sia meglio combattere a fianco degli austriaci, poiché se vincono l’Italia avrebbe
potuto prendere quei territori come ricompensa. Il 26 aprile del 1915 viene firmato il patto di
Londra, che è un patto segreto tra il governo inglese e quello italiano, che comprende però solo il
re Emanuele 3 che ha potere esecutivo ed è a capo delle armate, Salandra e il ministro degli esteri
italiano Sonnino. Il parlamento e il popolo italiano non ne sono a conoscenza. Il patto prevede
l’entrata in guerra dell’Italia entro un mese a fianco dell’Inghilterra, della Francia e della Russia per
avere in cambio le terre irredente, le isole del Dodecanneso e la piena sovranità sulla Libia. Dato
che la guerra era già decisa Emanuele 3, Salandra e Sonnino cercano l’appoggio dei parlamentari e
delle masse, infatti in questo periodo avvengo le radiose giornate di maggio, dove gli irredentisti
scendono in piazza per manifestare a favore della guerra, e ciò funziona e dunque influenza
l’opinione popolare. Anche il parlamento non può che acconsentire e quindi l’Italia il 23 maggio
del 1915 entra in guerra a fianco di Francia, Inghilterra e Russia.
Il 6 agosto l’Austria dichiara guerra alla Russia e la Serbia alla Germania. L’11 agosto la Francia
dichiara guerra all’Austria e il giorno seguente lo fa anche l’Inghilterra.
1915-1916
Il 1915 e il 1916 sono definiti anni di immobilismo, è quindi una fase di stallo. È una guerra diversa
da quella che ci si aspettava, è una guerra di posizione, di logoramento in virtù delle nuove armi e
della nascita delle trincee. Sono anni in cui muoiono milioni di persone.
Il fronte occidentale comprende l’esercito anglo-francese e l’Italia, che dichiara e attacca subito
l’Austria.
Tra il giugno e il dicembre del 1915 si hanno le 4 battaglie sul fiume Isonzo, che è un confine
naturale tra Italia e Austria. L’esercito italiano è comandato dal generale Cadorna, il cui obbiettivo
è sfondare il fronte nemico per occupare la città di Lubiana, ma non ci riesce, e in questi tentativi
muoiono moltissimi uomini. Nel 1916 l’Austria contrattacca con quella conosciuta come strafe
expedition, ovvero spedizione punitiva, viene percepita punitiva dagli italiani perché sono entrati
in guerra a tradimento. Attaccano sull’alto piano di Asiago, che è sempre un confine, e qui si
combatte per mesi e mesi. Inizialmente gli austriaci sembrano avere dei risultati, ma poi l’Italia
riesce a riorganizzarsi e a respingerli. Sono dei massacri che determinano una crisi del governo
Italiano e quindi Salandra si deve dimette e gli succede Boselli, che è un conservatore di destra e
viene riconfermato Cadorna come generale, scelta molto discutibile dato che è un uomo molto
duro e severo con i soldati.
Lungo il fronte francese scoppia la battaglia di Verdun, che inizia a febbraio del 1916 e dura fino
all’estate. I francesi vengono attaccati dall’esercito tedesco, che tenta di penetrare nel paese ma
non ci riesce. Durante questa battaglia si contano circa 600 mila morti e per questo diventa il
simbolo del sacrificio e della strage e tramonta la speranza di vincere la guerra. Ci si rende conto,
quasi subito, che è una guerra impossibile da vincere, perché le forze in gioco sono tutte alla pari,
dunque si tratta solo di suicidi di massa ed è impossibile avanzare. Nella seconda metà del 1916 i
francesi rispondo all’attacco della Germania con la battaglia della Somme, durante la quale si
conta circa un milione di morti.
Il fronte orientale è composto dalla Russia, che è alleata con la Francia e l’Inghilterra per la triplice
intesa. Nel 1915 la Serbia viene invasa dagli austriaci e viene sconfitta quasi subito.
Le trincee, che simboleggiano l’orrore e l’insensatezza della guerra, segnano i confini di guerra e
sono gallerie scavate nella terra che durano centinaia di km e che terminano con la così detta,
terra di nessuno e servono per cercare di proteggersi dai colpi dei nemici. Si poteva stare dentro le
trincee per giorni senza fare niente, in condizioni disastrose, tra i topi e il fango e spesso i soldati
fumavano tabacco e bevevano sia per riscaldarsi e sia per darsi coraggio. Quando arrivava l’ordine
di attaccare uscivano tutti dalla trincea e correvano verso la terra di nessuno, ovvero la parte tra le
due trincee, dove spesso c’erano ostacoli e ordigni, lo facevano nel tentativo di assaltare la trincea
nemica. I soldati sono armati di baionette, fucili, pugnali, mitragliatrici e gli assalti erano preceduti
dal cannoneggiamento, per cercare di colpire alcune zone della trincea nemica e indebolirla, però
ciò non era molto funzionale perché permetteva al nemico di organizzarsi all’attacco. Quando
veniva dato l’ordine di attaccare era morte certa e nelle trincee si assiste anche fenomeni molto
drammatici come: suicidi prima dell’attacco o episodi di automutilazione, cioè i soldati si
sparavano in una gamba o in un piede, perché se si era mutilati si poteva evitare di andare
all’attacco e in alcuni casi si veniva rimandati a casa e alcune volte si prendeva anche l’infermità
mentale, che non permetteva di tornare al fronte. Però non sempre succedeva questo, poiché chi
si auto mutilava poteva anche essere condannato a morte dal generale per codardia, perché non
voleva combattere per la patria, quindi un altro aspetto atroce della guerra è la crudeltà umana.
IL FRONTE
Il fronte è composto dalla prima, dalla seconda e dalla terza linea e si turnava. Quindi tutti
andavano in prima linea, dove si rimaneva massimo due settimane, però a volte capitava di
rimanerci mesi, dato che mancavano i cambi, poiché morivano in molti. Inoltre i cannoneggiamenti
avevano trasformato il terreno in una sorta di sabbia mobile, dunque, i soldati potevano rimanere
sepolti vivi. Tutta questa situazione portava dei danni permanenti ai soldati oltre che fisici anche
neurologici, psicologici e uditivi a causa, per esempio, dei cannoneggiamenti.
CHI VA A COMBATTERE
Nella prima fase della guerra ci sono dei volontari entusiasti di combattere, che sono tutti ufficiali e
sono composti da persone che appartengono alla classe borghese come intellettuali e studenti
universitari, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, imbevuti di ideali patriottici e futuristici. I soldati
semplici sono, invece, i contadini che vengono reclutati a forza, dato che non vogliono partecipare
alla guerra, perché nella loro semplicità sanno fin da subito che è una strage inutile e insensata e
questo crea ulteriori elementi di contrasto, perché i soldati semplici non stimano per niente i loro
ufficiali che sono lì per loro volere, e anzi la trovano un’assurdità. Chi non va a combattere, invece,
sono le donne, i bambini e gli anziani.
IL FRONTE INTERNO
Il fronte interno è composto da chi non combatte, ma è coinvolto comunque nella guerra, è
dunque la mobilitazione della società civile che lavora per la guerra. Ad esempio le fabbriche
producono armi, proiettili, divise, tutto quello che è finalizzato alla guerra. Anche la società è
coinvolta, indirettamente, nella guerra perché tutti hanno almeno un parente in guerra e anche il
lutto diventa un lutto di massa, proprio per questo motivo. È una guerra totale, ovvero coinvolge
tutti i settori della vita, tutto diventa finalizzato al conflitto come, ad esempio, l’economia per
quanto riguarda la produzione bellica e tutte le industrie vengono convertite per produrre cose
utili alla guerra e all’esercito.
ARMI
Ci sono nuove armi, come le armi chimiche, poiché la chimica ha fatto grossi passi in avanti e si è
anche iniziato a sintetizzare alcune sostanze per creare i gas tossici, che sono irritanti e creano
pruriti o ustioni e inoltre soffocano, quindi sono letali. Vengono gettati nelle trincee da degli aerei,
inventati da poco e molto piccoli, che trasportano delle bombole con all’interno questi gas, che
penetrano ovunque e i soldati non si possono difendere. Un esempio di questi gas è l’yprite,
inventato in Belgio e che faceva morire per soffocamento, che è una morte lenta, quindi un
ulteriore angoscia per i soldati. Per questo motivo si comincia ad indossare delle maschere antigas,
che inizialmente sono efficaci, ma quando i gas vengono perfezionati, iniziano a perdere la loro
efficacia.
NUOVE TECNOLOGIE
1. Gli aerei, che sono di piccole dimensioni e vengono usati principalmente per azioni di
ricognizione, per controllare il nemico, per fare propaganda (come fa ad esempio
d’Annunzio) oppure per duelli aerei nei quali si scontavano con delle mitragliatrici poste di
lato all’aereo, che avevano uno scopo propagandistico e patriottico, perché ognuno tifava
per l’aereo del suo paese.
2. I carrarmati, che arrivano nel 1917, sono molti primitivi, lenti e grossi e servono per
spostare i medici al fronte per prendere i feriti.
3. I sottomarini, che sono fondamentali per i blocchi navali. Sono una trovata dell’Inghilterra
che mette in atto contro la Germania, che ha pochi porti e per approvigionarsi ha bisogno
del mare. Per tanto gli inglesi pattugliano con i sottomarini tutta la costa del mar del nord
per affondare o ostacolare le navi tedeschi o chi porta i rifornimenti alle terre tedesche, ad
esempio i turchi.
Nel 1915 i tedeschi mettono in atto una guerra navale molto violenta per eliminare il blocco navale
britannico, che li riduceva alla fame, e per questo affondano tutte le loro navi. Durante questa
guerra i tedeschi affondano anche una nave che portava a bordo molti cittadini statunitensi,
ovvero il Lusitania. Gli stati uniti erano coinvolti nella guerra solo indirettamente, perché aiutavano
economicamente gli inglesi e i francesi. Il presidente, statunitense, Wilson, che ha vinto il Nobel
per la pace, cerca di ricondurre i tedeschi alla ragione e per un po’ quest’ultimi cercano di
attenuare la guerra sottomarina, ma riprendere poi nel 1917, e questo atto porta all’entrata in
guerra, dal punto di vista militare, degli Stati Uniti.