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All’inizio del Novecento i Balcani sono definiti la “polveriera d’Europa”, perché c’è una situazione

molto difficile, pronta ad esplodere.

LE ALLEANZE A FINE OTTOCENTO Balcani (Romania, Bulgaria Serbia ecc..)

A metà Ottocento i Balcani sono controllati dai Turchi.


Nel 1875 la Bosnia e l’Erzegovina vogliono staccarsi
dai Turchi perciò si ribellano e vengono aiutati
da Serbia e Montenegro.
I Turchi però riescono a sconfiggere i ribelli.
La Russia attacca gli Ottomani, li sconfigge e impone la pace (il trattato di Santo Stefano); si forma
lo Stato della Bulgaria. In Europa si inizia ad avere paura dell’espansione della Russia. L’Inghilterra
e l’impero austroungarico vogliono dichiarare guerra alla Russia, ma il cancelliere tedesco
Bismarck riesce a trovare una soluzione durante il congresso di Berlino (1878): la Russia rinuncia
alla nascita dello Stato di Bulgaria e i Turchi riconoscono l’indipendenza di Serbia e Montenegro.
Dopo il congresso si formano le alleanze che si ritroveranno nella prima guerra mondiale: nel 1882
nasce la triplice alleanza (Germania, Austria-Ungheria, Italia) e nel 1892 la Francia si allea con la
Russia.

LA SITUAZIONE DELLA SERBIA

Nel 1903 in Serbia il popolo si ribella e il re Alessandro viene spodestato (viene costretto a lasciare
il trono). I politici che prendono il potere non appoggiano più l’impero austroungarico e si
avvicinano politicamente alla Russia. Nel 1908 l’ Impero austroungarico annette la Bosnia-
Erzegovina e questo provoca malumore in Serbia. La Francia occupa il Marocco e questo crea
ostilità con la Germania. Quando l’Italia conquista la Libia, la Grecia, la Serbia, la Bulgaria e il
Montenegro attaccano gli Ottomani che sono sconfitti e perdono i possedimenti in Europa (è la
prima guerra balcanica). L’Austria-Ungheria e l’Italia si accordano per creare lo Stato dell’Albania e
impedire alla Serbia l’ accesso al mare. Questo fa aumentare i problemi tra Austriaci e Serbi.
L’ATTENTATO DI SARAJEVO E LA GUERRA TRA AUSTRIA E SERBIA

Il 28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando erede al trono dell’impero austroungarico e


sua moglie, la duchessa Sofia, vengono assassinati dal terrorista Princip a Sarajevo, la capitale
della Bosnia-Erzegovina. Questo evento farà scoppiare la prima guerra mondiale.
La data del 28 giugno è scelta di proposito perché ricorda una giornata di lutto quando i Serbi
cristiani sono sconfitti dagli Ottomani in Kosovo. L’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando
indica la voglia dei Serbi di ribellarsi dalla dominazione austriaca. Princip fa parte di un gruppo
chiamato Giovane Bosnia.
Il governo di Belgrado sa che si sta preparando l’attentato.
Il governo austro-ungarico dà al governo di Belgrado un ultimatum durissimo a cui bisogna
rispondere entro 48 ore. Nell’ultimatum si dice che non si può fare propaganda antiaustriaca e
nessuno può criticare l’impero austroungarico e chi lo critica deve essere licenziato. Il governo
serbo deve formare una commissione in cui ci sono delegati austriaci che deve indagare
sull’attentato. La Serbia accetta tutti i punti, tranne l’ultimo punto, perché non vuole la presenza
degli Austriaci e rifiuta l’ultimatum. La risposta dell’Austria è durissima: il 28 luglio dichiara guerra
alla Serbia. Al momento della dichiarazione di guerra la Russia sostiene la Serbia contro l’Austria –
Ungheria.
Un generale austriaco prepara lo scontro con i Serbi e divide l’esercito. Le truppe austriache
combattono su due fronti: contro la Serbia e contro la Russia, ma così si trovano in difficoltà su
tutti e due i fronti. Quando si scontrano l’impero austroungarico e la Serbia non arrivano i
rifornimenti, le truppe austroungariche sono stanche e affamate e la Serbia quindi è in vantaggio.
Ad un certo punto nella guerra interviene la Germania per aiutare gli Austriaci. I Serbi vengono
sconfitti e sono colpiti dal tifo, quindi abbandonano Belgrado e si dirigono verso il mare. Durante
questa marcia verso il mare muoiono molti uomini per il freddo e la fame e per gli scontri con gli
Albanesi. Alla fine della guerra la Serbia è un paese deserto conquistato dagli Austriaci.
ARMENI
Anche l’impero ottomano ( turchi) entra in guerra a fianco della Germania e dell’impero austro-
ungarico ( Imperi centrali) per fermare le mire di espansione della Russia sui Dardanelli.
Il sultano Turco invita tutti i musulmani presenti in territorio russo a ribellarsi nella regione del
Caucaso, ma è un insuccesso.
Gli inglesi pensano di sconfiggere definitivamente i Turchi e sbarcano a Gallipoli, nei Dardanelli, ma
i turchi resistono e gli inglesi si ritirano dopo molti morti.
Dopo questo attacco , i Turchi decidono di deportare l’intera popolazione degli Armeni di religione
cristiana che vive nel territorio turco dell’Armenia, perché temono che questa popolazione
appoggerà i russi , se arrivano in Turchia; decidono anche di confiscare i loro beni (1915-1923). In
alcune regioni le autorità turche si comportano bene, ma in altre i turchi : fucilano i maschi adulti,
le colonie sono oggetto di saccheggi e rapine, le donne sono violentate.
Se si convertono all’Islam viene loro salvata la vita e sono costretti a lavorare come schiavi.
Gli armeni sopravvissuti vengono portati in Siria e Mesopotamia e distribuiti in 25 campi di
concentramento nel deserto; qui molti muoiono a causa della fame e del clima. E’ il primo
genocidio della storia contemporanea.

La GERMANIA VERSO LA GUERRA


Inizio 900: la Germania rischia l’attacco su due fronti:
A Occidente i Francesi vogliono la rivincita;
a Oriente l’Impero Russo, amico della Francia.
Dunque il rischio per la Germania è quello di doversi difendere contemporaneamente su due lati e
dividere l’esercito.
Per evitare questo pericolo, il generale Von Schlieffen nel 1905 elabora un piano:
-La Germania deve attaccare prima, a sorpresa, il Belgio neutrale e poi la Francia.
-Sconfiggere la Francia in 6 settimane.
-Poi usare i treni tedeschi molto efficienti per trasferire tutto l’esercito sulla parte orientale e
sconfiggere i Russi che sono molto disorganizzati.
Il piano però può funzionare solo se i rapporti tra Germania e Inghilterra rimangono buoni perché
si spera che in caso di invasione del Belgio gli Inglesi non intervengono in aiuto del Belgio
indipendente.
Ma così non accade perché l’Inghilterra e la Germania diventano nemiche quando
la Germania si organizza una grande flotta e
così l’Inghilterra capisce che la Germania si prepara alla guerra;
i rapporti si rovinano.

LA PRIMA FASE DELLA GUERRA


L’evento che scatena la 1 guerra mondiale è l’assassinio del Duca Francesco Ferdinando, erede al
trono di Austria il 28 giugno 1914 a Sarajevo. L’Austria reagisce con un Ultimatum alla Serbia, che
aiutata dalla Russia accetta solo in parte.
La Russia schiera le truppe al confine con Austria-Ungheria e con Germania.
La Germania per conseguenza manda un ultimatum alla Russia : di allontanare le truppe dai
confini.
La Russia non risponde.
La Germania il 1° agosto 1914 dichiara guerra alla Russia e per conseguenza alla Francia, alleata
con la triplice Intesa.
Lo scoppio della guerra è accolto da tutti con allegria , compresi i partiti socialisti che nel passato si
erano opposti sempre alla guerra perché sottovalutano la durata della guerra.
In Germania il Kaiser Guglielmo II dice “ Non vedo più partiti. Vedo solo tedeschi” per dire che
tutti i partiti sono d’accordo sulla guerra. Ma dietro il principio della fine dei partiti fa capolino il
principio del Fuhrer, cioè l’idea dell’obbedienza incondizionata al capo della Nazione.

INVASIONE DEL BELGIO e GUERRA DI POSIZIONE

Quando la Germania ordina al Belgio di lasciar passare le sue truppe nel territorio e lo invade ,
l’Inghilterra, , dichiara guerra alla Germania perchè deve garantire l’indipendenza del Belgio

L’invasione del Belgio è brutale con la fucilazione degli ostaggi.

Le truppe tedesche attraversano il Belgio e poi si dirigono verso la Francia.

Tuttavia il Piano Schlieffen fallisce perché :

-le truppe tedesche dopo la conquista del Belgio sono sfinite;


-una parte dell’esercito viene mandata in Oriente per combattere contro la Russia. Qui i tedeschi
vincono a Tannenberg.

Invece ad occidente, i tedeschi arrivano fino a 40 Km da Parigi e nella Regione della Marna si
scontrano con Francesi e Inglesi che attaccano e i tedeschi sono obbligati a ritirarsi.

A questo punto , ottobre 1914, la guerra

si trasforma da guerra di movimento in guerra di posizione:

Gli eserciti opposti si fermano lungo una linea ideale

che percorre tutta la Francia ( fronte occidentale con i francesi

e inglesi da una parte e tedeschi dall’altra) , separati da uno

spazio e nascosti nelle trincee,

cioè lunghi fossi dove i soldati si nascondono e vivono per combattere. La guerra di trincea dura
quasi 3 anni e causerà la morte di migliaia di uomini.
Lezione 10/1/22

Cap 3

Al momento dello scoppio della Prima guerra, l’Italia è alleata con Germania e Austria tramite la Triplice
Alleanza che è fatta perché l’Italia è nemica della Francia a causa delle colonie francesi nel Mediterraneo .

Ma l’Italia non partecipa alla prima fase della guerra perché la Triplice alleanza è di tipo Difensivo cioè
prevede che l’Italia faccia guerra con i suoi alleati solo se gli alleati (Austria) sono attaccati.

Invece è l’Austria che dichiara guerra e l’Italia si dichiara neutrale, cioè non partecipa, anche se il generale
Cadorna invece sollecita il re a far entrare in guerra, ma non convince il re Vittorio Emanuele III e capo del
governo Salandra, che rimangono neutrali.

Però l’Italia ha una questione aperta anche con l’Austria, sua alleata, perché l’Italia vuole le due regioni di
Trieste e Trento.

Negli anni 11-12 l’Italia conquista la Libia e la Francia il Marocco e la inimicizia con la Francia finisce; l’Italia
fa un accordo tacito con la Francia di non ostacolarsi , quindi i rapporti cambiano poichè rimane l’ostilità
con l’Austria che non intende cedere Trieste e Trento( terre irredente Trieste, non redente, non liberate) .

Quando scoppia la guerra, inizia in Italia un vivace dibattito sulla partecipazione (a fianco della Francia,
Russia e Inghilterra) tra:

1.Neutralisti: che sostengono che l’Italia non deve entrare in guerra

2.Interventisti: che ritengono utile entrare in guerra.

1. Tra i neutralisti ci sono: Giolitti con i liberali ritiene che l’Italia non deve partecipare perché la guerra di
posizione sarà lunga e logorante e che l’Italia non e’ pronta ad affrontare tale tipo di conflitto; inoltre
all’Italia conviene trarre beneficio dalla neutralità per convincere l’Austria a cedere Trento e Trieste;

la Chiesa, che ritiene che non si debba entrare in guerra sia per una questione morale ( c’è stato il massacro
da parte dei tedeschi su Belgio); sia perché non si può fare la guerra all’Austria- Ungheria che è cattolica;

i Socialisti riformisti: I socialisti sono quelli che vogliono le riforme politiche per garantire i diritti ai
lavoratori, e si dividono in: rivoluzionari, che vogliono realizzare le riforme con la rivoluzione; e riformisti
che invece vogliono le riforme senza rivoluzione. Il partito socialista riformista è neutralista perché pensa
che la guerra è vantaggiosa solo per i capitalisti , i capi ( che aumentano la produzione di armi) mentre i
lavoratori devono partecipare alla guerra senza vantaggio. “Non aderire nè sabotare” è il loro motto

Gli interventisti sono: i Democratici come Cesare Battisti , Salvemini Gaetano, perchè l’Italia deve
impadronirsi di Trento e Trieste liberandole dal dominio austriaco attraverso la guerra.

I Socialisti rivoluzionari : vogliono l’intervento perché la guerra è in grado di indebolire i governi attuali e
facilita la rivoluzione proletaria. Tra questi c’ è Benito Mussolini, giovane direttore del quotidiano “Il Popolo
d’Italia” che incita alla guerra. Poi il Partito socialista viene a scoprire che Mussolini fa finanziare il suo
giornale dai capitalisti (che si oppongono alla rivoluzione proletaria), e viene espulso dal partito socialista.
Viene mandato al fronte , poi viene ferito e infine lascia la zona di Guerra.
I Nazionalisti : partito fondato da Corradini Enrico; che è a favore dell’intervento in Libia; ha una forte idea
di nazione , ma le nazione devono lottare tra esse perchè ognuna vuole prevalere; inoltre pensa che la
guerra è naturale, è contrario alla democrazia e al parlamentarismo. Questo nazionalismo prevede che a
comandare sia solo un’elite ( piccolo gruppo) di persone, si differenzia da quello di Mazzini che è
europeista e a favore della democrazia.

Di questo partito fanno parte diversi intellettuali come D’annunzio che pensa che la guerra è il modo per
portare all’affermazione dell’individualità e dell’Italia.

Mentre in Parlamento c’è dibattito fra intervento e non, nel frattempo la popolazione inizia tante
manifestazioni a favore dell’intervento. Si pensa che la massa popolare possa avere voce nella decisione
sulla guerra e a Genova, a maggio, ad una manifestazione sono invitati Vittorio Emanuele e Salandra. Ma
tra marzo e aprile Sonnino ( ministro esteri) inizia a muoversi: e si incontra 1.con Austria- Ungheria per
valutare se è disposta a cedere le terre di Trento e Trieste, capisce che l’Austria non vuole; 2. Si incontra poi
con la Francia e firma:

il Patto di Londra (26 aprile 1915) che prevede che l’Italia entri in guerra dopo un mese per aiutare Francia-
Inghilterra- Russia; si accordano che nel caso di vittoria, l’ Italia otterrà: Trento e Trieste, l’Alto- Adige,
Istria , Dalmazia e una parte delle colonie tedesche in Africa.

Il ministro firma il patto, ma lo sa solo il re e Salandra, il parlamento non sa e non ratifica nulla perché non
viene convocato.

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