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PRIMA GUERRA MONDIALE

CAUSE ED INIZI:
La prima guerra mondiale ebbe tante cause una tra le più importanti la voglia di
vendetta della Francia dopo la sconfitta subita dai tedeschi, con le conseguenze
rivendicazione dei territori dell’ Alsazia e della Lorena. La rivalità fra Austria e Russia.
Il malcontento delle varie nazionalità, la crisi dell’ impero romano e la presenza di
Stati contrapposti: La triplice alleanza ( Germania, Austria, Italia) e la triplice Intesa
(Gran Bretagna, Francia, Russia).
Le cause economiche:
-la rivalità economica fra la Gran Bretagna e la Germania. I governi tedeschi
aspiravano al controllo della Mitteleuropa e proseguivano una politica economica
espansionistica. La Germania intimoriva non solo gli inglesi ma anche i russi. In
quanto quest’ ultima era presente nel Medio Oriente e in questi territori vi erano dei
forti interessi. Le potenze potevano garantirsi materie prime.
Le cause militari:
fu importante la spinta che i forti gruppi industriali e dei proletariati delle fabbriche,
fecero verso la guerra
Le cause culturali:
la scelta dei governi di dichiarare guerra o di entrare in guerra fu facilitata da:
 Nazionalismo che esaltava le potenze militari e la necessità di affermare la
propria superiorità
 Tesi razziali sulla necessità di salvaguardare la razza pura da ogni
contaminazione con razze e culture inferiori
 Dall’ applicazione del darwinismo alle relazioni internazionali, in quanto si
credeva che la guerra fosse uguale alla lotta per la sopravvivenza
 Molti giovani, appartenenti alla piccola e media borghesia, vedevano la guerra
come unica soluzione per cambiare la situazione sociale e politica.
 Dall’ esaltazione della guerra e della violenza ad opera di movimenti culturali
come il futurismo.
Le cause occasionali:
la scintilla che fece esplodere il conflitto fu quando GAVRILO PRINCIP uccise a
Sarajevo l erede al trono d’ Austria. Questo fu il motivo per cui l’ Austria per
attaccare la Serbia. Ed invio alla Serbia un ultimatum dove si vietava ogni forma di
propaganda antiaustriaca, la soppressione delle organizzazioni irredentische slave, l
apertura dell’ inchiesta sull’ attentato, condotta da una commissione serbo-
austriaca. Il 28 luglio l Austria dichiarò guerra alla Serbia

LE PRIME FASI DELLA GUERRA


giro di appena due giorni, dal conflitto fra Austria e Serbia si passò a una guerra
europea. Lo zar russo (appartenente alla Triplice Intesa), rispose la Germania
(Triplice Alleanza), che dichiaro guerra alla Russia (1° agosto) e alla Francia (3
agosto), perché si dava per scontato l'intervento di quest'ultima a fianco dell'alleato
russo. intervento della Gran Bretagna, a fianco della Francia e della Russia contro
l'Austria e la Germania (4 agosto). Intanto, sul fronte occidentale, in Francia, le
vicende belliche non si svolgevano come il comandante tedesco, il generale Dopo
una rapida e travolgente avanzata, che portò l'esercito tedesco a soli 35 chilometri
da Parigi, i Francesi riuscirono a bloccare i nemici sul fiume Marna, lungo le cui rive,
dal 6 al 12 settembre, si scontrarono circa due milioni di uomini.

GUERRA DI POSIZIONE
L uso dell’artiglieria e delle mitragliatrici rendeva inutili i soliti attacchi alla frontiera,
a questo scopo come metodi di difesa furono predisposte le trincee , cioè dei fossati
scavati nel terreno. Sul fronte orientale, tra la fine di agosto e gli inizi di settembre, i
Tedeschi sconfissero i Russi nelle battaglie di Tan-nenberg (25-30 agosto) e dei Laghi
Masuri (4-10 settembre). Ma presto si giunse anche qui a una situazione di stallo,
per il sostanziale equilibrio delle forze in campo. Entro in guerra anche la Turchia.

LA RESPONSABILITA DEGLI STATI


Il governo tedesco cercava ogni pretesto per passare all azione e tentare d’imporre
la guerra in quanto alla base del pensiero vi erano presenti aspirazioni quali la
costituzione di un europea federata sotto la guida dei Reich e la creazione di un
impero coloniale in africa. Secondo il capo di Stato Maggiore dell'esercito tedesco, il
generale Helmuth von Moltke, soltanto una guerra preventiva, destinata a
distruggere l'armata russa, dopo aver eliminato il pericolo francese, avrebbe potuto
impedire il peggioramento della situazione.
ITALIA IN GUERRA
Nell agosto del 1914, il governo presieduto da Antonio Salandra si appellò alle
clausole della triplice alleanza, che prevedevano solo guerre difensive e per questo ci
furono molti dibattiti tra: interventisti e neutralisti.
Neutralisti: la maggior parte della popolazione e del governo si dichiarò neutralista
tra cui Giovanni Giolitti, che voleva ottenere dall’ Austria Trento e Trieste offrendo la
neutralità dell’Italia. Oltre ai liberali, anche i socialisti si opponevano alla guerra,
poiché i proletari avrebbero avuto solo danni. Anche i cattolici rifiutavano la guerra,
lo stesso papa Benedetto XV aveva condannato ogni tipo di conflitto, definendola un
“inutile strage”.

Interventisti: la posizione favorevole all’intervento della guerra era sostenuta


soprattutto da nazionalisti ed irredentisti ovvero i cosiddetti interventisti di destra,
convinti che la violenza bellica fosse un segno di vitalità.
Gli interventisti di destra avevano come obbiettivo primario quello di liberare Trento
e Trieste per aumentare il prestigio dell’Italia.
Anche il re Vittorio Emmanuele III, vedevano la guerra come una cosa di prestigio.
L’interventismo di sinistra era rappresentato da alcuni esponenti democratici,
repubblicani e socialisti. L’organo principale era guidato da Benito Mussolini prima
dirigente del partito socialista, poi sindacalista e cacciato poiché interventista e
fondo “il popolo d’ Italia”.

Mentre in Italia vi era ancora il dibattito sul partecipare o meno alla guerra il governo
agiva per vie diplomatiche. Il governo voleva ottenere i territori con un patto. Il
ministro degli Esteri Sonnino sottoscrisse il patto di Londra. Il patto consisteva che l
Italia entrava in guerra nel giro di un mese e in caso di vittoria le garantiva Trento e
Trieste. Il 3 maggio l’Italia uscì dalla Triplice Alleanza. Il governo fomentò il popolo
per intervenire in guerra così, grazie anche al consenso del re, l Italia dichiarò guerra
all’ Austria-Ungheria 24 maggio 1915.
Avvenimenti sul fronte italiano
Inoltre, la linea del fronte italo-austriaco, che andava dal passo dello Stelvio alle foci
del fiume Isonzo, con una forma simile a una «S» coricata, rendeva difficile la tenuta
delle posizioni da parte delle nostre truppe. Comandante supremo dell'esercito
italiano fu nominato il generale Luigi Cadorna, che si distinse subito per la durissima
disciplina imposta ai soldati. Il generale Cadorna, ancora legato a una visione
ottocentesca della strategia militare, decise di portare un attacco frontale alle
posizioni tenute dagli Austriaci lungo l'Isonzo e sul Carso. Fra giugno e dicembre
1915 si svolsero le prime quattro battaglie dell'Isonzo, che provocarono migliaia di
vittime, ma non conseguirono alcun successo rilevante. Gli austriaci
successivamente attaccarono l’ Italia e conquistarono Asiago, ma si arrestarono per
la forte difensiva italiana. Il generale Cadorna decise di contrattaccare sul fronte
Isonzo e conquistarono San Michele e Sabotino.
Avvenimenti su altri fronti
Sul fronte orientale la Russia subi una sconfitta nella seconda battaglia dei Laghi
Masuri (febbraio 1915), mentre l`entrata in guerra della Bulgaria (5 ottobre 1915)
favori il crollo completo della Serbia, occupata dalle truppe austro- bulgare nel
novembre del 1915. All'inizio del 1916, 1 Tedeschi prepararono, contro l'esercito
francese, un'offensiva che sfociò nella battaglia di Verdun (21 febbraio-19 dicembre
1916) e provocò più di 500000 vittime. Sin dall'inizio del conflitto la Gran Bretagna
aveva attuato un blocco navale, al fine di impedire che ai porti tedeschi giungessero
materie prime e derrate alimentari Dopo quasi due anni il blocco cominciava ad
avere conseguenze pesanti sull'economia degli Imperi centrali.
LE TRINCEE
La prima guerra mondiale fu segnata dall'uso della trincea. Si trattava di un fossato,
più o meno profondo, scavato nel terreno, utilizzato inizialmente per offrire riparo
dal fuoco nemico e successivamente come vero e proprio rifugio. Su tutti i fronti di
guerra i combattenti dovettero sopportare condizioni estreme di vita, soprattutto
d'inverno, a causa della neve e del gelo. Anche l'approvvigionamento del cibo per le
truppe delle trincee di prima linea (quelle immediatamente di fronte al nemico) era
spesso difficoltoso; se arrivava a destinazione, dopo parecchi chilometri a piedi,
raramente il vitto era caldo. Le condizioni igieniche erano pessime: i soldati tenevano
gli stessi vestiti per parecchie settimane, ospitando così pulci e pidocchi.
La mancanza d'igiene trasformò ben presto le trincee in ricettacoli di topi, che
rosicchiavano i cadaveri e tormentavano i vivi, danneggiando l'equipaggiamento e le
riserve di cibo. Frequenti e virulente erano le epidemie, in particolare di colera.
L'inevitabile presenza della morte si dimostrò, alla lunga, traumatizzante e
deprimente per i soldati Gli uomini in guerra vivevano fra paure individuali e panico
collettivo. In quei lunghi minuti i soldati rimanevano addossati gli uni agli altri in
preda al panico. Il momento peggiore della guerra era, però, quello dell'assalto alle
trincee dei nemici.
Spesso i comandanti dei reparti trasformavano le esecuzioni capitali tramite
fucilazione in vere e proprie cerimonie, di fronte alle truppe schierate, perché
svolgessero una funzione esemplare e allontanassero ogni velleità di disobbedienza.
Per la maggioranza dei soldati, passati i primi giorni, la guerra perse rapidamente
ogni alone di eroismo e venne accettata con rassegnazione come un ineluttabile
flagello naturale: solo per piccoli gruppi di combattenti, come le Sturmtruppen
(truppe d'assalto) tedesche o gli Arditi italiani, impiegati per le azioni più rischiose, la
guerra rimase fonte di esaltazione ( DOC1 «Il fuoco»: cronaca da una trincea). Infatti,
l'oppressione esercitata nei loro confronti non fu continua né ebbe sempre la stessa
rigidità: secondo gli eserciti d'appartenenza, i settori e i periodi, i combattenti
conobbero condizioni molto diverse. I soldati subivano una pressione psicologica che
li indusse nella stragrande maggioranza a continuare a combattere: chi avesse deciso
di disertare avrebbe trovato difficilmente rifugio, e ancora meno facilmente sarebbe
potuto tornarsene a casa.
TECNOLOGIE AL SERVIZIO DELLA GUERRA
I gas vennero utilizzati dai tedeschi per primi nel 1915, imitati poi dagli altri eserciti:
le loro prime apparizioni causarono grande impressione per la loro azione subdola e
i loro tremendi effetti - chi inalava il gas moriva fra atroci sofferenze o poteva
rimanere invalido per sempre - ma presto gli eserciti presero le opportune
contromisure, come la dotazione di maschere antigas per tutti i soldati. L'efficacia
dei mezzi di difesa e la non piena affidabilità de gas - che il vento poteva disperdere
o rimandare indietro - ne limitarono sempre più l'uso. Un impatto più limitato ebbe
l`utilizzo dell'aviazione: nel corso della guerra furono costruiti circa 20000 velivoli
militari, utilizzati per l'osservazione dall'alto dei teatri di battaglia o per
bombardamenti su settori circoscritti, senza mai essere utilizzati con continuità nelle
battaglie (tuttavia i duelli fra aerei avversari rimangono fra gli eventi più mitizzati del
conflitto). Nella guerra navale fece comparsa il sottomarino: furono i tedeschi ad
utilizzarlo sia per attaccare che per portare rifornimenti.

IL FRONTE INTERNO
In pratica tutta la popolazione fu militarizzata: non solo, ovviamente, i soldati che
combattevano e che costituivano il fronte esterno, ma anche le persone che senza
imbracciare le armi lavoravano nelle fabbriche a sostegno dello sforzo bellico e che
formavano il fronte interno peggioramento delle condizioni di vita causò proteste in
particolare in Francia, Germania e Italia, soprattutto nel 1917: nell'agosto di
quell'anno a Torino vi furono dimostrazioni e scio-peri, causati dalla penuria di
generi alimentari e seguiti da violenti scontri che provocarono decine di vittime. I
grandi imprenditori privati non erano però esclusi dai profitti: partecipavano insieme
ai militari ai progetti di gestione economica e alla fine del conflitto godettero di
grandi entrate e di un maggior peso politico (  3 Il peccato originale dell'industria
italiana). Il potere politico doveva però confrontarsi con le pretese dei militari: per
tutto quello che riguardava la condotta della guerra, gli stati maggiori cercavano di
imporre le proprie decisioni ai governi, da cui in realtà dipendevano, assumendo una
sorta di potere assoluto. In altri paesi il potere politico mantenne la preminenza, ma
anche qui in condizioni simili a una dittatura: nell'ultimo anno di guerra, dopo
un'inutile e cruenta offensiva nel maggio 1917 e l'ammutinamento di alcuni reparti
dell'esercito, la Francia venne governata da un'unione nazionale comandata con
pugno di ferro da Georges Clemenceau, mentre in Gran Bretagna si era formato un
«gabinetto di guerra» sotto David Lloyd George. Il protrarsi del conflitto aveva
accresciuto enormemente i problemi interni e occorreva mobilitare tutta la
popolazione nell'ultimo sforzo per la vittoria IL NEMICO INTERNO E LA PROPAGANDA
Per ottenere l'obiettivo del successo finale i governi sottoposero le rispettive
popolazioni a uno sforzo di mobilitazione totale: tutte le forze del paese dovevano
puntare alla vittoria. I disfattisti erano posti, dai sostenitori del conflitto, sullo stesso
piano dei sabotatori: nemici che minavano la stabilità della nazione agendo
subdolamente all'interno dello Stato.

GENOCIDIO DEGLI ARMENI


Il coinvolgimento della popolazione civile negli eventi del primo conflitto raggiunse il
genocidio degli Armeni, una vicenda da cui le radici del nazionalismo e
dell’intolleranza religiosa prendo piede.
Gli armeni vivevano in territorio diviso fra impero russo e impero ottomano. Gli
armeni erano cristiani e rivendicavano la propria autonomia ma il governo turco non
volle. Così ci furono delle sommosse popolari contro gli armeni che causarono
100000 morti. Nel 1915 fu decisa L eliminazione sistematica della popolazione
turca, poi successivamente fu ordinata la deportazione di tutti i superstiti verso le
zone dell impero.Coloro che ordinarono il genocidio furono giudicati da un tribunale
militare. Nel processo l`accusa affermò con chiarezza che le violenze contro il popolo
armeno erano conseguenza di un piano preciso: «Il punto essenziale che emerge
dall'inchiesta è che i crimini commessi in seguito alla deportazione degli Armeni non
sono fatti isolati e locali. In Europa la maggioranza degli Armeni fu accolta dalla
Francia (300000 persone circa).
LA SVOLTA NEL 1917
La prospettiva di una lunga durata della guerra faceva prevedere un aumento delle
difficoltà economiche per gli Imperi centrali. Perciò, sin dal febbraio 1917, i Tedeschi
decisero di intensificare la guerra sottomarina, per bloccare tutti i rifornimenti ai
paesi nemici e isolare economicamente la Gran Bretagna Ma proprio la guerra
sottomarina, che danneggiava i loro intensi scambi commerciali con la Francia,
l`Italia e soprattutto l'Inghilterra, spinse gli USA a entrare nel conflitto a fianco
dell'Intesa (6 aprile 1917). Ma i Tedeschi riuscirono a penetrare nel territorio russo,
perché i soldati russi abbandonavano il fronte La situazione interna divenne sempre
più confusa sino alla rivoluzione dell'ottobre 197 quando il potere fu assunto dai
comunisti guidati da Lenin. Il nuovo governo decise di uscire dalla guerra e avvio con
gli Imperi centrali le trattative di pace, che si conclusero con l'accordo di Brest-
Litovsk (3 marzo 1918). In seguito alla crisi della Russia, l'Austria e la Germania
poterono spostare delle truppe sul fronte occidentale e su quello italiano. Con un
grande sforzo offensivo gli Austriaci, appoggiati dai Tedeschi, sfondarono le linee
italiane a Caporetto - oggi Kobarid, in Slovenia - (24 ottobre 1917) La ritirata delle
truppe italiane divenne in breve tempo una vera e propria disfatta e l'esercito
nemico penetrò in Italia per 150 chi-lometri, causando la perdita di circa 400000
uomini (tra morti, feriti e prigionieri), con le loro armi e con molti altri materiali
bellici. Il generate Cadorna dovette lasciare il comando supremo dell'esercito e fu
sostituito dal generale Armando Diaz,/che decise di sistemare una nuova linea di
difesa sul fiume Piave dove, il 12 novembre, fa bloccata l'offensiva austriaca. 1918
Benche avessero firmato la pace di Brest-Litovsk con la Russia, la Germania e
l'Austria avvertivano sempre più chiaramente che il blocco economico, attuato
dall'Intesa, impediva di prolungare ulteriormente lo sforzo bellico. Nella primavera
del 1918 l'attacco portato dai Tedeschi sul fronte occidentale si arenò, pero, contro la
reazione delle truppe anglo- francesi, che ebbero la meglio nelle battaglie della
Masoa ediAmiens (luglio-agosto 1918). Il nuovo governo, presieduto dal
socialdemocratico Ebert, iniziò subito le trattative che portarono alla firma dell'
armistizio di Rethondes (11 novembre). E possibile stimare in 3 e 6 milioni
rispettivamente il numero delle vedove e degli orfani, tenendo conto che, nel 1919,
la Germania da sola conto 500000 vedove e più di un milione di orfani. La prima
guerra mondiale costo alla Francia il 3,5�lla popolazione residente nel 1914, e
soprattutto più del 10%
TRATTATI DI PACE
I ministri dei paesi vincitori si riunirono a Parigi il 18 gennaio 1919, in una Conferenza
per la pace: i delegati degli Stati vinti furono convocati, a cose fatte, solo per la firma
finale. I protagonisti delle trattative furono i rappresentanti delle quattro potenze
vincitrici: Clemenceau per la Francia, Lloyd George per la Gran Bretagna, Wilson per
gli Stati Uniti e Orlando per l`Italia. La Gran Bretagna voleva invece evitare la rovina
della Germania perché temeva che la Francia divenisse troppo potente: Dovette,
comunque, trovare un accordo con i Francesi per ottenere quanto le stava a cuore:
l'eliminazione della flotta tedesca e la spartizione delle colonie della Germania.
L'italia pretendeva gli ingrandimenti territoriali che le erano stati promessi da Francia
e Gran Bretagna. In un certo senso anche Wilson esprimeva gli interessi del suo
paese: l'introduzione del libero commercio e la soluzione dei contrasti attraverso
pacifiche trattative erano la via più breve per affermare la superiorità economica e
politica degli Stati Uniti. L'obiettivo della Conferenza per la pace era di trovare un
equilibrio tra la necessità di penalizzare gli sconfitti e quella di risarcire i vincitori.
Contemporaneamente occorreva rispettare i principi di nazionalità e
autodeterminazione proposti dal presidente americano Wilson nei Quattro punti Nel
corso delle trattative si scontrarono due strategie politiche: • quella di Clemenceau
che intendeva piegare la Germania per consentire alla Francia di sostituirla nel ruolo
di grande potenza europea; •quella avanzata dal presidente americano Wilson che
proponeva un modello democratico di convivenza pacifica, fondato sull'equilibrio
delle nazioni e sul rispetto dei popoli.
Questi trattati portarono malcontenti in Germania: i tedeschi sottoposti a condizioni
troppo dure. I francesi non erano soddisfatti e giudicavano insufficienti le sanzioni
imposte alla Germania. Con questi trattati morirono anche i 4 imperi e si diede vita
a nuove nazioni. Il primato europeo si era indebolito sia dal punto di vista economico
e politico. I veri vincitori della guerra furono gli stati uniti divennero la prima potenza
politica ed economica del mondo.

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