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Nascita e morte precoce della nuova diplomazia.

1. Una proposta di lettura.


Linizio del XX secolo vide il dominio della Gran Bretagna come impero globale e lo slancio nella politica internazionale della Germania di Guglielmo II, grazie ad un sistema economico in rapida crescita. La Germania apparve in grado di contrastare legemonia britannica (con la creazione di una flotta militare ed il progetto di costruire la linea ferroviaria Berlino-Bagdad) e questultima reag avviandosi verso la formazione di una coalizione anti-tedesca. Cos, per gioco di alleanze che vedeva Francia, Russia e Gran Bretagna nella triplice Intesa, con lItalia facente parte della Triplice Alleanza che stipulava accordi economici con Francia e Russia, mentre la Germania, isolata, veniva appoggiata solo dallImpero Austro-Ungarico. Con i nuovi schieramenti non si voleva solo favorire la Francia nel recupero dellAlsazia e della Lorena (1870-71), ma anche ad impedire lavanzata tedesca a scapito dell uomo malato dEuropa, lImpero Ottomano, su cui tutti avevano ambizioni, in particolar modo dopo la scoperta del petrolio. Nel 1895, respingendo un piano di spartizione proposto dagli inglesi, la Germania ottenne le prime concessioni per la costruzione della linea ferroviaria, da quel momento era lei a sorreggere limpero ottomano, divenendo, cos, lobiettivo della controffensiva diplomatica inglese. Indefinita la posizione dellItalia. Alla crescente fibrillazione nella zona mediorientale, si aggiunse il dilagare in Europa del Movimento Socialista e laffermazione degli USA come forza economica globale, nonch, come artefice della creazione di un nuovo ordina mondiale. Ma, se il pericolo rivoluzionario non era difficile da contenere, nulla imped agli Usa di affermarsi. Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, infatti, era gi una superpotenza economica che mirava ad eliminare alcuni elementi di insicurezza territoriale. Le questioni territoriali riguardavano la presenza spagnola a Cuba ed il controllo dei progetti riguardanti la costruzione del Canale di Panama. Le questioni ideologiche, invece, riguardavano il ruolo della politica estera americana nel mondo. Le prime questioni venero risolte nel 1898 con la guerra alla Spagna che port ad occupare Cuba, le Filippine e Guam nonch allannessione di Portorico e delle Hawaii. Nel 1903, inoltre, gli USA ottennero il diritto di occupare e controllare la navigazione della zona prossima al Canale di Panama. Gli USA furono da sempre stretti tra isolazionismo e presenza internazionale. Il successore di Roosvelt, Taft, prefer sviluppare unespansione finanziaria, diplomazia del dollaro, la cosiddetta politica della porta aperta (per esempio in Cina affluivano soldi americani per riforme al governo). Percependo la complessit della diplomazia mondiale, Taft preferiva i trattati di arbitrato, lo strumento pi utile per risolvere pacificamente controversie internazionali. Wilson medi tra le due anime ponendosi in Europa come paladino della pace. Riguardo la Prima Guerra Mondiale, egli non prese subito posizioni pensando terminasse presto. Ma, quando nel 1917 gli americani intervennero, la Guerra aveva gi offerto loro nuove prospettive commerciali e finanziarie; alla fine del conflitto risultavano tra i principali finanziatori del conflitto. Le ostilit nei confronti della Germania si rafforzarono a causa della guerra sottomarina ed il carattere disumano della guerra si scontrava con il pacifismo wilsoniano che voleva imporre con la forza delleconomia e delle pressioni politiche un nuovo ordine internazionale. I principi che Wilson espose al Senato nel gennaio 17 erano: pace senza vincitori; uguaglianza delle nazioni; lautogoverno dei popoli; la libert dei mari; una generale riduzione degli armamenti; una lega perpetua di tutte le nazioni. Al progetto wilsoniano i tedeschi reagirono con la ripresa della guerra sottomarina, mentre nel frattempo in Russia imperversava la Rivoluzione. Ora gli Usa dovevano misurarsi con le proposte comuniste, nuovo avversario da battere sul terreno ideologico. LEuropa per

non era alla vigilia della Rivoluzione, anzi, proprio la paura della sovversione accelerava lo scontro risolutivo e favoriva linfluenza wilsoniana. La scesa in campo degli USA provoc una svolta nelle operazioni militari: Germania e Austria persero pi che sul terreno bellico, su quello delle risorse economiche e su quello delle ripercussioni che le idee di Wilson provocarono. Ai 14 punti di Wilson si contrappose il Decreto per la pace di Lenin con il quale si chiedeva ai popoli dei paesi belligeranti ed ai governi limmediata apertura dei negoziati per una pace senza vincitori ne vinti, al fine di attuare la Rivoluzione proletaria. Il sistema dei Soviet era diretto contro gli stati capitalisti, quello wilsoniano esprimeva invece il modo americano di guardare allEuropa. Con il suo piano, infatti, Wilson voleva mettere in difficolt sia i nemici delle potenze occidentali sia le potenze occidentali stesse: Francia, in riferimento alla sua sicurezza futura, e Gran Bretagna, in relazione al suo sistema imperiale. Il progetto incoronava la visione di un nuovo ordine basato sugli interessi economici degli USA. Con i 14 punti gli USA precisavano di non essere entrati in guerra per interessi propri ma per far si che il mondo fosse sicuro. In generale proclamavano: fine della diplomazia segreta, libert di navigazione, soppressione delle barriere per un libero commercio, limitazione degli armamenti, e che gli interessi dei popoli colonizzati avessero lo stesso peso di quello delle potenze coloniali. Si prometteva alla Russia che i suoi territori sarebbero stati evacuati dai nemici, alla Francia Alsazia e Lorena, al Belgio lindipendenza, di rettificare le frontiere italiane, levacuazione della Romania, della Serbia e Montenegro, piena sovranit e sicurezza alle parti turche dell ex Impero Ottomano, e il controllo internazionale dei Dardanelli, indipendenza polacca con sbocco al mare e la costituzione della Societ delle Nazioni. Ma la diplomazia aperta fu unillusione: a Parigi, durante una conferenza di pace, il Consigli dei Quattro (USA, Gran Bretagna, Italia e Francia) decisero segretamente le clausole dei trattati di pace. Solo per lItalia si pose la questione del principio di nazionalit senza che ci fosse specificato per la Russia o per le colonie, n tanto meno per la questione serba e polacca, dove il principio di nazionalit era in secondo piano per la necessit di assicurare lo sbocco al mare della Polonia. Si fece poi di tutto per dissolvere lImpero Asburgico e quello Ottomano. La disgregazione di questultimo apriva al colonialismo anglo-francese il controllo del Mediterraneo orientale, lasciando per scoperta la situazione araba. Questultima zona era molto importante per gli USA vista la presenza del petrolio e la politica della porta aperta metteva alle corde la Gran Bretagna. Era linizio di un percorso che avrebbe portato gli USA a sostituirsi alla Gran Bretagna nel controllo delle risorse petrolifere medio-orientali. Circa lImpero Austro-Ungarico, italiani ed americani incoraggiavano le aspirazioni nazionalistiche dei popoli: venne creata la Grande Serbia, stato serbo-croato-sloveno, entit indipendente, era una polveriera di tensioni e conflitti tra le varie nazionalit. Nacque poi la Jugoslavia e la Cecoslovacchia, nella quale convivevano cinque nazionalit. Tali creature di Wilson avevano lo scopo di creare un cordone sanitario contro la Russia. Circa lItalia, Wilson attizz la polemica riguardo lAlto Adige/Sud Tirolo, confine orientale, respingendo le intese del Patto di Londra (1915). I francesi, invece, auspicavano alla cancellazione del pericolo tedesco, tramite la separazione della Renania. Wilson si oppose proponendo un compromesso basato sullo scambio con un trattato di garanzia cinquantennale che gli Usa e la Gran Bretagna concedevano alla Francia rispetto al pericolo tedesco. Wilson aggiunse un patto costitutivo della Societ delle Nazioni (Covenant). Egli per nellottobre19 fu colto dalla malattia e lopposizione repubblicana bocci il patto, cos gli USA non entrarono nella Societ delle Nazioni, venendo meno a tutto ci che Wilson aveva garantito. Ci non fece altro che: acuire il problema della sicurezza per la Francia, la vittoria mutilata in Italia per la mancata attuazione del Patto di Londra, la Gran Bretagna prefer lisolazionismo, i tedeschi assoggettati al diktat iniziarono a coltivare la politica revisionista, il nuovo ordine dellEuropa centro-orientale non ebbe pi

garanzia ed i Balcani iniziarono a negoziare con Mosca. I trattati furono firmati ma la pace sembrava lontana.

2. Il diagramma evemenenziale.
Nel 1914 limpero britannico occupava un terzo della superficie terrestre: dallEgitto allUnione sudafricana, LIndia, al Birmania, lAustralia, la Nuova Zelanda, il Canada, Gibilterra, Malta, Cipro, il Canale di Suez, Singapore, Hong Kong, tutte strategiche per quel che riguardava il controllo delle comunicazioni con la madrepatria. Le colonie erano allorigine del primato politico, economico e commerciale britannico. Per quanto riguarda limpero tedesco, finch Bismarck mantenne la carica di cancelliere, la politica estera fu caratterizzata dallintento di proteggere il paese dallo spirito di rivalsa francese, attraverso una fitta rete di alleanze che la vedevano legata allAustia-Ungheria (1879) e allItalia (Triplice alleanza 1882). Lintento di Bismack era principalmente quello di tener uniti i tre imperi dellEuropa Centrale, attraverso il Trattato di Controassicurazione del 1887 stipulato con la Russia per evitare un avvicinamento di questultima alla Francia. Estromesso Bismarck dal potere, per, per opera dellimperatore Guglielmo II, che intraprese una politica estera meno cauta, attenta agli interessi della grande industria. Egli, infatti, dal 93 avvi una vera e propria guerra tariffaria contro la Russia, portandola cos a stringere contatti diplomatici con la Francia. Nel 1893 questa non era pi isolata e vedeva aprirsi la strada della revanche. La Germania cessava, cos, di essere lelemento dominante delle relazioni internazionali ma continuava ad essere la potenza pi forte e dinamica dEuropa. Manifestazioni della sua forza si evidenziavano con limpegno coloniale che la port ad occupare Namibia (Africa sud-occidentale) e Tanzania (Africa orientale), lArcipelago delle Caroline e delle Marianne (nel Pacifico), divenendo anche un elemento dominante nel Medio Oriente, con lintervento della Deutsche Bank per la ferrovia Berlino-Bagdad, e con lavvento al potere dei Giovani Turchi ad Istambul, che favorirono la penetrazione tedesca in Turchia, investirono in unarea strategica per gli inglesi. Si manifest ancora con la preparazione di una grande flotta militare guidata dallammiraglio Von Tirpitz. La corsa al riarmo navale portava per la Germania a contrapporsi diplomaticamente alla gran Bretagna. Gli inglesi compresero ben presto che la Germania Guglielmina costituiva una minaccia per lEuropa. Cos, nel 1898, il ministro per le Colonie britannico, Chamberlain, propose la stipulazione di unalleanza alla Germania. Proposta che per venne accolta a Berlino con molta diffidenza. Uneventuale alleanza anglo-tedesca, infatti, avrebbe approfondito il solco che gi divideva Russia e Germania, in un momento in cui tra Gran Bretagna e Russia esistevano pessime relazioni politico-diplomatiche. Anche se lalleanza con lAustria e lItalia (appena uscita dalla sconfitta di Adua) non era sufficiente per lavvenire della politica estera tedesca, il ministro degli esteri tedesco Von Bullow lasci cadere la proposta tedesca poich quell alleanza avrebbe solo peggiorato i rapporti con la Russia senza assicurare in cambio un appoggio militare, poich la Gran Bretagna non aveva la circoscrizione obbligatoria. Anzi Bullow ritenne pi importante stringere alleanza con i russi, pensando erroneamente che le differenza tra Russia e Francia avrebbero ben presto portato alla rottura dellalleanza. Dopo questa proposta e dopo lazione congiuntamente svolta in Cina per reprimere la rivolta dei boxers, Chamberlain ripropose una nuova alleanza. Linsistenza inglese venne considerata un segno di debolezza e Bullow replic proponendo a sua volta un altro accordo per far entrare la Gran Bretagna nella triplice Alleanza, ma questa rifiut. Nel 1904 Francia e Gran Bretagna raggiunsero una completa intesa su tutte le controversie coloniali e strinsero il segreto impegno di favorire lazione francese in Marocco anche contro terze potenze. Bullow, per, ritenne di poter dimostrare alla Francia che la sua alleanza altro non era che una tigre di carta. Ci avvenne in modo teatrale durante un viaggio di Guglielmo II a

Tangeri durante il quale disse al sultano che avrebbe difeso gli interessi tedeschi in Marocco. Tutto ci proprio quando la Francia aveva intrapreso senza consultare Berlino unazione diplomatica volta a porre il Marocco sotto il suo protettorato. La Francia dovette accettare che la questione marocchina fosse discussa in una conferenza internazionale durante la quale ebbe lappoggio inglese, russo ed italiano. Ci era segno di un pericoloso isolamento tedesco che continu ad accentuarsi quando nel 1907 la Gran Bretagna si avvi verso lintesa con la Russia, raggiungendo un accordo circa lAsia, la Persia, lAfghanistan e il Tibet, portando cos ala nascita della Trilice Intesa. Intanto la Triplice Alleanza continuava a sgretolarsi, infatti nel 1908 anche lItalia, dopo che lAustriaUngheria aveva annesso la Bosnia si accord segretamente con la Russia per il mantenimento dello status quo nei Balcani.

2.1 La formazione delle alleanze contrapposte in Europa


I nuovi schieramenti furono messi alla prova nel 1908 con la crisi balcanica, ovvero quando lAustria-Ungheria decise di trasformare lamministrazione della Bosnia Erzegovina (dopo la fine della guerra russo-turca) in annessione. Ci rese evidente lidea che la situazione dei Balcani potesse essere modificata unilateralmente, violando alcune stipulazioni che vincolavano lAustria con la Russia e lItalia a non modificare senza preavviso lassetto balcanico. Tuttavia nellestate del 1903 un colpo di stato in Serbia aveva destituito la vecchia dinastia e aveva posto al trono quella rivale, che aveva intrapreso una politica nazionalistica e filorussa. Gli anni successivi furono caratterizzati dallacuirsi delle rivalit tra Russia e Austria circa la questione dellindipendenza della Bulgaria, sostenuta dagli austriaci e riguardo lipotesi di una completa annessione della Bosnia in cambio dellappoggio del governo di Vienna alle richieste russe di revisione del regime di navigazione degli Stretti. Durante un incontro tra il ministro degli esteri russo e quello austriaco un compromesso parve possibile ma, allannuncio dellannessione, il ministro russo si sent giocato e consider violati gli accordi del 1903, vi fu lappoggio tedesco e inglese, ma i serbi protestarono con tre giorni di violenza. Gli italiani, invece, considerarono violata la Triplice alleanza secondo la quale non si dovevano attuare mutamenti nei Balcani senza preventivo accordo. Rivalit, nazionalismo, spinta militaristica, e colonialismo rendevano esplosive aree come lImpero Ottomano (ci che rimaneva di esso in Europa) e la Penisola Balcanica. Ma lacuirsi della crisi ebbe luogo in Marocco quando i tedeschi inviarono nelle acque del porto marocchino una cannoniera per tutelare i loro commerci nellarea. La reazione francese fu risoluta, infatti, dopo settimane di negoziato, i tedeschi dovettero riconoscere la preminenza degli interessi francesi in Marocco, che questo diventasse un protettorato francese salvo la citt libera di Tangeri, unarea che restava sotto il controllo spagnolo, mentre la Germania ottenne concessioni coloniali nel Camerun e nel Congo francese. Il compromesso, per, lasciava sospetti e rivalit. Primo tra tutti quello italiano. Dal 1887 gli italiani si preparavano allestensione dei loro domini coloniali in Cirenaica e Tripolitania. Allinizio del secolo, anche la Francia aveva accettato i progetti di Roma, come moneta di scambio per lappoggio italiano alla questione marocchina. Conclusasi questultima, lItalia avvertiva lurgenza di dare concretezza alle sue ambizioni. Cos, il 29 ottobre 1911 ebbe luogo lazione militare italiana in Tripolitania e Cirenaica, sancita da una guerra tra Italia e Impero Ottomano. LItalia poteva fare ci poich le altre potenze avevano riconosciuto le sue aspirazioni. Ma lesercito italiano ebbe facile solo sulle coste, poi attacc Rodi e il Dodecaneso. Il governo ottomano accett la resa e cedette la Libia con il Trattato di Losanna (1912) e agli italiani rimase anche il Dodecaneso. La sconfitta acceler la disintegrazione dellImpero e avvicin sempre pi la guerra generale poich mise alla prova i contrasti tra i nazionalismi della penisola. Grecia, Bulgaria, Serbia, Montenegro e i

nazionalismi albanesi erano pronti a combattere contro limpero ottomano e a dividersi le sue spoglie. Nel marzo 1912 Serbia e Bulgaria si accordarono segretamente per dividersi la Macedonia, appoggiati dalla Russia; in magio si unirono al loro i Greci. La prima guerra balcanica inizi cos in ottobre e si concluse nel maggio del 1913 quando i turchi furono costretti a rinunciare a tutti i territori europei, tranne una striscia a ridosso degli Stretti. Erano le spoglie macedoni, per, ad accendere le tensioni: i bulgari si allearono a Costantinopoli, poich ritenevano di aver dispiegato il maggior impegno militare senza grandi risultati, dando cos vita alla seconda guerra, in cui intervennero anche greci e rumeni (senza successo) e la Bulgaria venne ridimensionata a vantaggio dei vicini e anche degli ottomani. LAlbania venne trasformata in un principato autonomo mentre Serbia e Romania uscirono rafforzate. Le due guerre ebbero numerose conseguenze: la Serbia, insoddisfatta per aver avuto lo sbocco al mare, stipul un patto con la Russia; lImpero Ottomano ottenne una solida intesa con gli Imperi Centrali; i nazionalisti serbi per combattere lAustria patrocinarono la causa della nazionalit tra gli slavi del Sud.

2.2

La penisola balcanica e limpero ottomano, palcoscenico della prova generale.

Motivo scatenante della prima guerra mondiale fu lassassinio dellArciduca ereditario austro-ungarico Francesco Ferdinando, per mano di un estremista nazionalista serbo di cittadinanza austro-ungarica. LArciduca, fautore della creazione di unentit nazionale trovata nellImpero Asburgico, mirava a contenere il nazionalismo serbo presente nellImpero. Primo motore ben identificato della guerra fu la reazione austro-ungarica al nazionalismo serbo, ma si estese per ragioni molto pi profondamente radicate nella storia dei decenni precedenti (cos da rendere molto difficile una chiara indicazione di responsabilit). Infatti, nei 14 Punti non venne esplicitata una dichiarazione di colpevolezza tedesca e dellImpero Asburgico, mentre tale colpevolezza venne sancita nel trattato di pace di Versailles (1919), con lart. 231 in cui la Germania ed i suoi alleati furono costretti a pagarne i costi. Gli austriaci non decisero subito di attaccare la Serbia aspettando lemergere reale delle responsabilit del governo di Belgrado nellattentato. Vienna chiese solidariet a Berlino e questa rispose positivamente nel caso in cui la Russia avesse appoggiato la Serbia. Vienna, senza consultare lItalia, lanci un ultimatum chiedendo entro 24 ore una dichiarazione di condanna allattentato e un impegno di procedere con rigore verso i responsabili della campagna anti-asburgica. Inoltre lultimatum conteneva richieste cos perentorie tali da provocare una risposta negativa. Belgrado accett tutto tranne il fatto che i rappresentanti austriaci partecipassero alle inchieste serbe in atto. Allo scadere dellultimatum, il 28 luglio 1914, Vienna dichiar guerra alla Serbia. Due giorni dopo la Russia decret la mobilitazione generale allo scopo di fermare austriaci e tedeschi. I tedeschi, pensando alle difficolt di reagire sul fronte franco e russo, decisero di liquidare i francesi prima che la mobilitazione russa fosse compiuta. Secondo il piano Schlieffen la guerra alla Francia doveva essere lampo e doveva prevedere lattacco del Belgio e sul fronte occidentale. Il 31 luglio il governo tedesco intim a quello russo di sospendere la mobilitazione entro 12 ore. Il rifiuto russo ebbe come conseguenza la dichiarazione di guerra della Germania: i tedeschi attraversarono il Belgio e subito dopo la Germania dichiar guerra alla Francia. Cos facendo immediata fu la risposta inglese con la dichiarazione di guerra ai tedeschi. Intanto lItalia dichiar la sua neutralit scatenando polemiche tra i partiti. Nel 1915 con il segreto Patto di Londra, lItalia si affiancava allIntesa. Cos sempre nel 15 dichiar guerra allAustria e alla Germania. I bulgari nel settembre affiancarono gli Imperi Centrali e insieme alle forze austriache sconfissero i

serbi che si rifugiarono a Corfu al riparo dalle truppe italiane. Costantinopoli si alle alla Germania e mesi dopo entr in guerra. Infatti in Medio Oriente il Sultano diede inizio alla Guerra Santa contro gli Anglo-Francesi, ma questi gli aizzarono contro i nazionalisti arabi e favorirono linsediamento degli ebrei in Palestina. Il Giappone si alle con lIntesa. Circa la guerra, loffensiva tedesca in Francia fall e le truppe si fermarono lungo il Marna. Inizi per i tedeschi una guerra di logoramento resa pi difficoltosa dal blocco commerciale attuato dalla flotta inglese. In oriente loffensiva russa venne fermata dalla vittoria tedesca in Polonia (Laghi Masuri) mentre i russi bloccavano loffensiva austriaca in Galizia, occupandola. Con lentrata in guerra dellImpero Ottomano si aprirono altri due fronti: Turco-Russo in Armenia e Anglo-Turco in Egitto. Nel Medio Oriente, gli Ottomani prevalsero sugli occidentali senza riuscire a raggiungere Suez. Intanto gli inglesi stipulavano con i ribelli arabi, promettendogli di dar vita ad un grande stato arabo indipendente. Con lingresso degli Stati Uniti in guerra, causato dalla ripresa della guerra sottomarina tedesca, intervennero anche alcuni paesi latino americani. Grecia e Cina si affiancarono allIntesa. La rivoluzione russa provoc la morte dellesercito e la frantumazione dellimpero. La dissoluzione dellesercito infatti port la Russia ad accettare il trattato di Brest-Litovsk (il governo rivoluzionario perdeva gli stati baltici, la Finlandia, la Polonia e lUcraina). Intanto per si estendevano le speranze rivoluzionarie. Ma le offerte di una pace di compromesso si contrapposero alle spinte belliche. Gi nel 17 il Papa Benedetto XV propose di mediare contro l inutile strage ma ci non valse a modificare il clima poich, frattanto, gli aiuti americani giungevano copiosi e lazione politicodiplomatica di Wilson prevedeva una pace che, sconfitta la Germania, non ne umiliasse il prestigio. Con la fine della guerra lImpero Ottomano sopravisse mentre lAustria si dissolveva ed i movimenti nazionali tendevano a proclamare lindipendenza dei loro paesi. In Germania limperatore abdic e venne proclamata la repubblica governata dal partito social-democratico guidato da Ebert e appoggiato da militari. I vincitori si accingevano a stipulare la pace con soggetti diversi da quelli contro i quali avevano combattuto.

2.3 La prima guerra mondiale: gli sviluppi militari e quelli politicodiplomatici.


Per farsi che la Prima Guerra Mondiale non diventasse tale era sufficiente che i tedeschi avessero interpretato in senso stretto lalleanza con lAustria-Unghera, poich essa attacc la Serbia in seguito ad una provocazione ed in tal caso lart. 2 dellalleanza del 79 prevedeva una benevola neutralit dellimpero tedesco. La guerra fu il frutto di sospetti e di errate percezioni, di calcoli sbagliati sulla capacit delle proprie forze di raggiungere determinai obiettivi. Non vi fu mai, per, tra tali obiettivi quello di provocare una sovversione dellordine europeo. I soli stati, in realt, che correvano rischi erano limpero ottomano e lItalia, che con lemergere del Partito Socialista e di alcuni settori del mondo cattolico nella vita politica, non godeva di una solidit istituzionale. Gli accordi tra Imperi Centrali, impero ottomano e Bulgaria riguardavano soprattutto il contenimento della Serbia ed il potenziamento delle forze militari ottomane. Queste potenze, ad eccezione della Germania che aveva mire espansionistiche in Medio Oriente, non avevano obiettivi esterni allEuropa. Il 5 settembre 14 essi sottoscrissero il comune impegno a non cercare una pace separata. Mentre, per quanto concerne le potenze dellIntesa, nel marzo del 15 fu raggiunto un accordo nel quale i britannici accettavano che la Russia conquistasse Costantinopoli e gli Stretti, mentre questa riconosceva lannessione della zona neutrale dellIran alla zona di influenza britannica anche in Egitto. I francesi intanto si assicurarono che i progetti anglofrancesi in Medio Oriente fossero riconosciuti da Mosca. Si trattava di una concessione

sbilanciata per mantenere alto il morale russo. Britannici e francesi chiarirono quali fossero le loro ambizioni nel medio Oriente con gli accordi Sykes-Picot (1916) che prebvedevano la suddivisione della mezzaluna fertile, assegnavano alla Francia sulla Siria ed il Libano e alla Gran Bretagna Iraq e Palestina. Gli accordi presupponevano poi la fine dellImpero ottomano e la nascita di un territorio arabo indipendente. Anche le aspirazioni italiane venivano soddisfatte con il Patto di Londra con il quale le vennero promesse Trentino Alto Adige, Venezia Giulia fino a Fiume, il protettorato sullAlbania e sul Dodecaneso. Invece il trattato di S. Giovanni di Mariana, con il quale lItalia accettava gli accordi di Sykes-Picot ricevendo in cambio il controllo di Smirne e un ampliamento della sua influenza in Turchia, non entr mai in vigore poich, con la rivoluzione i russi fecero mancare la loro adesione. Nel 17 il ministro degli esteri britannico assunse limpegno con un esponente sionista per la costruzione di una national home in Palestina. Tutta questa costruzione diplomatica si scontr, a partire dal 18, con i progetti wilsoniani. Per un paio danni, dopo la firma della pace di Versailles, il conflitto tra le affermazioni pubbliche di Wilson e gli accordi segreti divenne palese. Il sistema della nuova diplomazia wilsoniana si impose costringendo il governo britannico a svincolarsi dai trattati segreti stipulati durante la guerra, anche verso il Patto di Londra, scontrandosi con Vittorio Emanuele orlando, frustrando i progetti francesi e sovrapponendo loro lidea della Societ delle Nazioni.

2.4

I trattati di pace e la Societ delle Nazioni.

Alla conferenza di pace iniziata a Parigi nel gennaio 19 erano presenti i delegati di 32 nazioni o di gruppi nazionali. Wilson impose ai capi europei la propria presenza: Clemenceau, Lloyd Gorge e V.E. Orlando. Il primo punto che Wilson volle discutere riguardava il Covenant, cio il patto istitutivo della Societ delle Nazioni. Questo prevedeva (art. 26) la risoluzione dei conflitti pi semplici e nel caso in cui ci non fosse verificato sarebbe entrato in funzione un sistema di sanzioni economiche. Il tutto era affidato a tre organi: Segretariato, Assemblea e Consiglio, i quali avrebbero deliberato allunanimit. La prassi seguita dalle parti contraenti, per, mostr i limiti del wilsonismo. In primo luogo, inglesi e statunitensi si accordarono prima della conferenza affinch la flotta tedesca fosse ancorata in una baia britannica e controllata solo da Londra ed inoltre che nello Statuto della Societ delle Nazioni fosse ideata la formula del mandato, amministrazione di ex colonie tedesche o di parti turche affidata a potenze coloniali per conto della Societ delle nazioni, giustificando cos i progetti coloniali britannici. Il consiglio dei Quattro ebbe ad occuparsi in prevalenza della questione tedesca, dei confini orientali dellItalia e dei problemi relativi allAustria e allImpero Ottomano. I tedeschi speravano nella formula wilsoniana di una pace senza n vinti n vincitori ma non avevano fatto i conti con le intenzioni francesi e polacche. La Francia ottenne una garanzia anglostatunitense contro le minacce alla sua sicurezza per la restituzione di Alsazia e Lorena, per il distacco della Saar, posta sotto il controllo internazionale (francese) ma con la concessione della propriet delle miniere di carbone come riparazione, nonch la smilitarizzazione della Renania e la sua occupazione, labolizione della circoscrizione e riduzione delle forze armate. Per quel che concerne il confine orientale, la Slesia settentrionale fu affidata alla Polonia, per quella meridionale, invece, si stabil che un plebiscito ne avrebbe definito la linea di demarcazione. Per far si che la Polonia avesse uno sbocco al mare venne creato un corridoio posto sotto al sovranit polacca che spezzava la continuit territoriale fra Pomerania e Prussica, facendo di Danzica, etnicamente tedesca, una citt libera, porto della Polonia. I tedeschi, costretti a pagare le riparazioni, si piegarono al diktat e ci rafforzo le nascenti spinte revisionistiche. La pace con lAustria, invece, venne firmata a Saint Germania nel 19. LAustria rimase circoscritta

al suo territorio, abitato da popolazione tedesca. Lart. 80 del trattato di Versailles affermava linalienabilit dellindipendenza austriaca. Il trattato di pace con la Bulgheria indipendente venne firmato nel novembre del 19. Nel 1920 vennero poi stipulati gli accordi con LUngheria indipendente, che divenne uno degli stati etnicamente pi compatti della regione, ma anche uno dei paesi pi animati da spinte revisioniste. Nellagosto del 1920 venne firmata, a Sevres, la pace con limpero ottomano, il quale doveva rinunciare a tutti i territori esterni allAnatolia, alla Tracia, alle Isole Egee e a Smirne (assegnate alla Grecia). Le finanze imperiali furono poste sotto il controllo di Francia, Gran Bretagna e Italia. Gli Stretti, invece, restarono sotto lautorit del sultano. Il Trattato di Sevres, per, sub una forte revisione, poich i militari turchi non accettarono una sconfitta che non avevano subito. Prima che questo fosse firmato essi si contrapposero al sultano e combatterono una duplice guerra, luna contro lautorit imperiale, e laltra contro le potenze occidentali. Il loro progetto era quello di creare una repubblica laica; Mustaf Kemal, capo armato delle forze rivoluzionarie turche, condusse con impeto una forte controffensiva, cos americani, francesi ed italiani si ritirarono. Intanto una grande assemblea ad Ankara port alla nascita di una repubblica turca, contrapposta al sultano bench non ancora riconosciuta dalle potenze occidentali. Frattanto Kemal era riuscito a rompere lisolamento diplomatico stringendo un trattato anticoloniale con la Russia rivoluzionaria (lArmenia venne divisa tra Turchia ed URSS). Il regime di Kemal venne riconosciuto a Losanna nel 23, dove venne completamente sovvertito quanto affermato a Sevres.

3. Una guerra rivoluzionaria?


La Prima Guerra Mondiale non fu rivoluzionaria solo perch contribu a creare le premesse perch scoppiasse la Rivoluzione Russa, ma anche perch venne condotta in maniera del tutto innovativa. Provoc cambiamenti economico-sociali non temporanei; fu rivoluzionario limpegno militari; fu una guerra di massa; per sei anni una generazione di giovani si consum in una inutile strage; lirruzione delle masse nella vita sociale fu traumatica poich milioni di uomini erano costretti ad esporsi al rischio divenne necessario caricare ideologicamente la guerra di motivazioni e con valori nazionali. La guerra di massa, per, signific anche movimenti e produzioni di massa: il taylorismo comport lapprofondirsi del senso di proletarizzazione dei lavoratori. La guerra divent, quindi, tanto il socialismo rivoluzionario (rinnovamento sociale) quanto lestremismo nazionalista (mito dellavanzamento nazionale). Il conflitto accentu limportanza del controllo delle materie prime (Slesia e Medio Oriente). Il conflitto, inoltre, ebbe un carattere rivoluzionario per ci che riguardava il futuro dellEuropa, dinanzi allascesa di un soggetto esterno, gli Stati Uniti, e interno, lURSS. Dietro alla special relationship tra GB e USA (rapporto di apparente collaborazione) si celava lonere degli inglesi di una scelta che si sarebbe proposta nel XX sec. Tra lappartenere allorbita americana e il recupero di un ruolo europeo. Appoggiando la coalizione pi debole, gli Usa permisero la formazione di un assetto internazionale maggiormente esposto ai condizionamenti esterni.

IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DI SICUREZZA 1. Una proposta di lettura.


Con la guerra gli imperi antichi cessavano di esistere. Al confine russo erano sorti nuovi soggetti: Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Finlandia e stati Baltici; questi, senza lImpero austro-ungarico, dovevano affrontare dure prove di sopravvivenza. La Repubblica austriaca, nata dalle ceneri del grande impero, era minata dalle aspirazioni tedesche di annetterla fra i propri territori. LUngheria, invece, restava unisola etnicamente omogenea allinterno del mondo slavo. Vincitori erano coloro che avevano contribuito a tali trasformazioni e ne avevano raccolto i frutti. Gli stati ad ovest della Russia (Finlandia, Cecoslovacchia, Polonia, Romania e Stati Baltici) dovevano la loro indipendenza alla volont di creare un cordone sanitario. Anche la Serbia (vincitrice) restava unincognita, legata al fatto se si fosse costituita o meno una grande formazione plurinazionale degli Stati del Sud. La Grecia di Costantino I (vincitrice) recuper la costa settentrionale dellEgeo, il nemico di sempre, lImpero Ottomano, era stato neutralizzato, ma doveva far fronte allostilit di Bulgaria ed Albania, e ancor pi era messa in pericolo dai Turchi rivoluzionari dopo la vittoria di Kemal. LEuropa centroorientale era, quindi, ricca di occasioni di conflitto e di crisi e si apprestava ad entrare in una lunga fase di turbolenze nazionalistiche. LItalia aveva cercato di conquistare il primato mediterraneo e balcanica; lannessione dellAlto Adige si dimostr un successo pieno di incognite ma fu la controversia sul confine orientale a dimostrare contro quali forze essa doveva scontrarsi. Nel 19 DAnnunzio occup Fiume (citt prevalentemente di lingua italiana che secondo il Patto di Londra doveva restare allImpero Austro-Ungarico) dichiarandone lannessione. Nel 1920 venne posta fine a tale questione con il Trattato di Rapallo secondo cui lItalia annetteva Gorizia e la Jugoslavi lIstria, mentre fiume veniva dichiarata citt libera per poi divenire nel 24 italiana. LItalia inoltre acquistava posizione nel Dodecaneso, ma combatteva per recuperare il controllo della Libia, in un contesto nel quale, Francia e Gran Bretagna non lasciavano spazio alle ambizioni nazionaliste italiane nel Mediterraneo, ma soltanto in unarea limitata dellAdriatico. La Francia ottenne dalla guerra risultati clamorosi: era riuscita a dettare la pace alla Germania, riotteneva Alsazia e Lorena e deteneva il mandato su Siria e Libano. Eppure proprio lei avvertiva pi delle altre il problema della sicurezza contro la rinascita del pericolo tedesco dovuto alla mancata separazione della Renania e alla decadenza del Trattato di Garanzia anglo-americano. La Germania, sconfitta politicamente, non lo fu territorialmente ed economicamente, infatti, seppur in preda a convulsioni politico-sociali, sembrava non aver perso la dinamo che le permetteva di rinascere dalle ceneri e di ergersi a paladina dellEuropa. Basti pensare che la ricostruzione militare tedesca fu favorita dagli accordi segreti tra lo stato maggiore tedesco e quello sovietico. Mentre la ricostruzione economica ci fu grazie al piano Dawes. A questo punto, lelenco dei vincitori veri si restringe a Usa, GB e Giappone. Gli Usa non vollero approfittare immediatamente delle conseguenze politiche della vittoria. La Gran Bretagna nel 19-20 raggiunse la sua massima estensione. Ai territori gi controllati si aggiunsero Palestina ed Iraq, amministrati per conto della Societ delle Nazioni, e sempre nel Medio Oriente si consolidarono le relazioni con le dinastie che avrebbero dominato la penisola arabica. Laltro vero vincitore era il Giappone. Gli anni della guerra coincisero con una imponente crescita economica e con una pi intensa presenza in Cina (in preda alla guerra civile), dominava la Corea ed aveva mandati su isole del Pacifico: Marianne, Marshall e le Caroline. La conferenza di Washington sul disarmo navale conferm la crescita del ruolo del Sol Levante, mentre GB e USA si

riconoscevano il diritto ad armamenti navali di eguali dimensioni e per il Giappone quello di detenere una flotta superiore a quella italiana. Intanto le finanze europee erano in piena crisi. Gli Usa divennero i maggiori creditori europei e Francia e Gran Bretagna ed Italia i maggiori debitori. Ci si ricollegava alla questione delle riparazioni, poich gli Stati europei per pagare i propri debiti agli Usa dovevano ricevere le riparazioni dalla Germania. Era una situazione di marasma (MERDA!!!) alla quale si tent di dare soluzione con la Conferenza di Genova (aprile 22) senza alcun risultato poich non si riusc a pervenire ad un punto dincontro tra la tesi di Lloyd George, favorevole ad una ridiscussione dei problemi europei e quella francese di Pointcar, intesa a costringere i tedeschi a mantenere i loro impegni. Intanto, i tedeschi ed i russi stipularono a Rapallo un trattato che normalizzava le loro relazioni finanziarie e gettava le basi per una collaborazione militare. La situazione divenne grave quando, nel 23, le truppe frenesie belghe occuparono il bacino carbonifero della Ruhr e ne iniziarono lo sfruttamento per sopperire delle mancate riparazioni. La resistenza passiva e la crisi finanziaria tedesca costrinsero le parti a cambiare strategia, coinvolgendo gli Usa i quali elaborarono un programma di cinque anni (piano Dawes) che prevedeva due pilastri: la ripresa dei pagamenti tedeschi secondo rate crescenti, la riorganizzazione della banca Nazionale tedesca e il cambio della moneta (il rentermark); il secondo pilastro prevedeva lemissione di un prestito. Io piano port la Germania ad una fase di ripresa economica e le preoccupazioni tedesche scemarono. Dal piano, per, fu tutto loccidente europeo a trarne benefici. Il piano scadde nel 29 e lanno dopo fu adottato il piano Young proprio nel periodo in cui la crisi finanziaria, che aveva gi investito gli USA, faceva il suo ingresso in Europa. La crisi colp prima lAustria e la Germania e poi tutto il continente europeo. Gli Usa decisero di sospendere il pagamento dei debiti e delle riparazioni. Come conseguenza di ci i paesi tentarono di rimediare ai loro problemi economici attraverso il protezionismo (in Usa: Smoot-Howley Tariff Act). La crisi offr in Germania terreno fertile ad Hitler.

2. Il problema della sicurezza europea.


La Societ delle Nazioni, la cui sede era stata posta a Ginevra, nasceva con numerose limitazioni congenite tali da comportare una non piena efficacia. La mancata partecipazione degli Usa e degli stati sconfitti, faceva si che essa fosse sotto il dominio di Francia e Gran Bretagna, con lo scarso contributo di Italia e Giappone. Riguardo la questione della sicurezza francese, il governo di Parigi poteva contare su un sistema di alleanze con Cecoslovacchia, Jugoslavia, Romania e Polonia. Paesi, questi, che facevano da contrappeso naturale alla Germania, anche se essi stesi avevano bisogno di protezione da minacce sia estere che interne. Con lavvento in Francia della destra nazionalistica di Poincar si pass alla politica della forza. Egli fece occupare la Ruhr, nel gennaio 23, con la solidariet di Mussolini. Ci provoc, invece, la reazione britannica, considerando loccupazione un errore che avrebbe provocato forti lacerazioni. E cos fu: il governo di Berlino ordin la resistenza passiva. I francesi furono cos costretti a cambiare strategia. La prima via da loro intrapresa fu quella di rafforzare la Societ delle Nazioni, dotandola di strumenti giuridici capaci di affrontare ogni rischio. Il presidente del consiglio francese, Herriot, dintesa con il premier britannico Mac Donald, firm il Protocollo di Ginevra, che sembrava essere lunico mezzo per ingabbiare in apparato giuridico ogni possibile conflitto (politica di disarmo, arbitrato obbligatorio in caso di controversie, etc.). Ma con le dimissioni di Mac Donald e lavvento al potere del conservatore Chamberlain il protocollo venne riposto tra le cose del passato. Pi efficace fu la seconda via: quello del compromesso con la Gran Bretagna. Nellagosto del 23 Stresemann divenne cancelliere

con lintento di riconquistare la fiducia delle altre potenze, mostrando il volto pacifico della Germania. Cos, a settembre, egli ordin la fine della resistenza passiva e lanci la proposta che avrebbe portato alla firma dei trattati di Locarno (ottobre 25). Con questi la Germania si impegnava a riconoscere il confine renano, a restituire lAlsazia-Lorena ai francesi, con limpegno a non modificare con la forza gli assetti pattuiti. Ma il tema della sicurezza non doveva riguardare solo larea renana, ma tutta lEuropa; i trattati di Locarno lasciavano scoperta la frontiera orientale della Germania (Polonia e Cecoslovacchia dovettero accontentarsi di un trattato di alleanza e di mutua assistenza con la Francia). LItalia, al contrario della Francia, non aveva problemi di sicurezza. Dopo lautunno del 24 Mussolini si avvicin alla pi tradizionale alleanza con la Gran Bretagna e persegu una politica di collaborazione con il governo di Londra. Alleata agli inglesi, lItalia non aveva nemici visibili nel mediterraneo, perch sia i turchi che i greci non potevano essere considerati tali. Ostili allItalia potevano essere considerati alcuni stati nati dai trattati di Parigi: la Jugoslavia,per la questione di Fiume e dellAlbania (ma Fiume fu annessa nel 24 allItalia mentre lAlbania fu allinizio un suo satellite poi suo esclusivo campo dazione). Ci spinse la Jugoslavia preoccupata ad allearsi con la Francia. Un problema per lItalia era, invece, rappresentato dallinstabilit dellAustria (la quale presentava un centro filosocialista e una campagna conservatrice) e dallipotesi dellAnschluss. Cos, la responsabilit di difendere lindipendenza austriaca fu lasciata cadere sulle spalle di Roma. Circa la Russia, lattesa chela rivoluzione si estendesse nel resto dEuropa venne delusa. In Gran Bretagna e in Francia i comunisti ebbero poco seguito e in Germania le sollevazioni vennero represse. Solo in Ungheria (la pi arretrata socialmente) sebbene per un breve lasso di tempo, i comunisti riuscirono a mantenere il potere con Belakun. Se inesistente era il problema rivoluzionario, rilevante era quello del confine occidentale dellURSS e dei rapporti con Cina e Giappone. Attraverso la Nep era evidente che i sovietici volessero costruire un nuovo regime ed un uovo sistema economico. Col trattato tedesco-sovietico di Rapallo (1922) la Russia intendeva uscire dallisolamento e le potenze occidentali fecero a gara per riconoscere lURSS. Lo fece prima la Gran Bretagna nel 24, poi lItalia e, nel 33, fu la volta degli Usa. Fra i problemi collegati al tema della sicurezza, il pi complesso era quello della Polonia. La sua indipendenza aveva un grande valore geopolitica, poich la divisione della Polonia era il punto di incontro della necessaria solidariet fra gli imperi conservatori e poich la rinascita di una Polonia indipendente era il simbolo della nascita di un nuovo ordine internazionale europeo. Delicatissima era la questione dellesatta definizione dei confini polacchi, dalla quale discendeva il futuro delle relazioni tra Germania e URSS, rispetto alle quali la Polonia poteva essere uno spartiacque solidamente capace di dividere i due vicini o la preda da conquistare non appena si presentasse loccasione per farlo. Il maresciallo polacco Pilsudski aveva raggiunto un accordo con lUcraina stabilendo una linea di confine definitiva basata sul presupposto che questa mantenesse lindipendenza.. Ci, per, espose i polacco al rischio di un attacco sovietico. Nel 21 lArmata Rossa si spinse fino a Varsavia ma fu fermata grazie allintervento francese. A Riga (21) fu sancita una pace dalla quale la Polonia usciva sovradimensionata rispetto allURSS (ci costitu unincognita per la sicurezza europea). I veri problemi europei erano, quindi: lo status dellAustria rispetto allItalia e della Polonia rispetto a Germania e URSS. Linsicurezza nasceva dallassenza di un garante esterno che potesse intervenire e risolvere le controversie politiche. La Gran Bretagna non era pi in grado di esercitare il ruolo che le fu proprio fino al 1914. Lassenza politica degli Usa venne compensata dalla sua presenza finanziaria e commerciale in Europa.

3. Il fallimento delle conferenze sul disarmo.

Lart. 8 della Carta della Societ delle Nazioni affermava che tutte le nazioni avrebbero dovuto ridurre i loro armamenti al livello pi basso, compatibilmente con la sicurezza nazionale. La questione venne divisa in due aspetti: disarmo navale e disarmo generale. Quello navale, gi discusso nel 22 alla Conferenza di Washington, fu ridiscusso nel 27 ad opera del presidente statunitense Coolidge per affrontare il problema della riduzione del naviglio militare di stazza intermedia. Ma i dissidi tra Francia e Italia fecero slittare lappuntamento a Londra nel 30. Il clima della conferenza era molto teso poich inglesi e francesi, in precedenza, avevano assunto una posizione comune riguardo il disarmo terrestre ed anche perch Mussolini avrebbe limitato gli armamenti ai livelli pi bassi solo se non fosse superato da altre potenze. Lo scontro fu inevitabile, ma inglesi, americani e giapponesi raggiunsero un accordo che confermava la quota anglo-americana ed accresceva quella giapponese. Il dissenso italo-francese, invece. rimase irrisolto. Nel 31, per fu raggiunto un compromesso con la riduzione e la regolamentazione degli armamenti navali. Per quanto riguarda il disarmo generale, la Conferenza Generale inizi a Ginevra nel 32 e stronc la speranza francese di dare qualche contenuto al progetto di sicurezza collettiva rimessa alla Societ delle Nazioni. Infatti, il governo francese guidato da Laval propose, per bocca del ministro Tardieu, un progetto che subordinava la riduzione degli armamenti alla messa in funzione di una sistema di garanzie collettive affidata alla Societ delle Nazioni. La proposta si scontr ancora con lItalia che replic di accettare solo in cambio di un revisionismo balcanica che i francesi non erano disposti ad accettare. Bruning, a sua volta, propose che la Germania fosse liberata dai vincoli di Versailles e richiedeva parit di diritti, per i tedeschi, in materia di armamenti, in cambio della rinuncia a sollevare rivendicazioni territoriali per un certo numero di anni. La proposta dovette scontrarsi con lambiguit italiana e lintransigenza francese. Bruning, travolto dagli eventi si dimise. A sostituirlo furono due governi di destra, prima quello di Von Papen e poi quello di Von Schleicher, mentre i nazisti vincevano le elezioni politiche e diventarono il fulcro della scena politica. Intanto, la Conferenza, dapprima prese decisioni ostili agli interessi tedeschi, ma in giugno fin con accettare le loro richieste. Il ritardo serv da alibi ad Hitler che lasci prima la Conferenza e poi ritir la Germania dalla Societ delle Nazioni. La sicurezza francese veniva messa in crisi e Parigi si trovava costretta a rivedere i suoi metodi di condurre la politica internazionale.

4. La prima crisi del colonialismo europeo.


Limperialismo europeo del XIX secolo era il risultato della volont di subornare territori sempre pi vasti alle esigenze produttive del mondo industrializzato. Limperialismo suscit a fine secolo un serio dibattito teorico-politico: Lenin lo defin come la fase suprema del capitalismo ed indic nella lotta per lindipendenza dei popoli il mezzo per scardinare il sistema economico dominante. Le popolazioni colonizzate erano crudelmente sfruttate: iniziarono a serpeggiare gi prima della Grande Guerra gli ideali della rivolta anticoloniale. I primi effetti dellemergere di queste opinioni si avvertirono gi agli inizi del 1900: agitazioni dei nazionalisti cinesi, indiani e turchi. I campanelli dallarme, per, non furono avvertiti, infatti, negli accordi segreti stipulati durante la guerra tra le potenze imperiali si elaborarono progetti in relazione alle colonie tedesche ed ai territori turchi. Furono solo le concezioni wilsoniane ad impedire che il colonialismo europeo ricevesse un nuovo impulso con la vittoria anglo-francese. Infatti, mediante lart. 22 della Carta fu creata un sistema di mandati da alcuni considerato una forma larvata di colonialismo ma che, in realt, costitu un primo varco nella solidit del sistema. I mandati erano di tre tipi: A, B e C. Quelli di tipo

A (relativi al Medio Oriente) riguardavano quelle comunit che avevano un grado di sviluppo tale da rendere possibile il loro riconoscimento come nazioni indipendenti, a condizione che fossero guidate in ci da una potenza mandataria scelta dalla Comunit. La formula venne applicata in favore della Francia per Siria e Libano e della Gran Bretagna per Iraq e Palestina; per questultima si adott il criterio della politica di autonomia, cio della delega del governo ad autorit locali fedeli alla Madre Patria. Per la mancata creazione di un solo stato arabo indipendente gli inglesi pagarono il loro debito verso gli Hashemiti, dinastia che li aveva appoggiati durante la guerra, affidando il governo dellIraq a Feisal Pasci (era figlio di Sherrif Hussein con il quale furono stipulati gli accordi panarabi di guerra) e quello della Giordania come emirato al secondo figlio di Hussein (Abdullah). LIraq divenne formalmente indipendente nel 32, sotto il controllo britannico; la Giordania lo divenne dopo la Seconda Guerra Mondiale, mentre in Palestina si predisponevano le iniziative che avrebbero poi provocato il conflitto arabo-palestinese. Intanto, in Africa del nord i movimenti nazionalisti si manifestavano con forza. In Egitto i nazionalisti di Wafd (partito indipendentista) spinsero gli inglesi a rinunciare al protettorato concedendo lindipendenza al paese; mentre in Libia lItalia dovette impegnarsi brutalmente per recuperare il controllo della Pirenaica, della Tripolitania e di Fezzan. In Algeria e in Marocco le forze guidate da Abd al Krim si batterono contro il dominio spagnolo e francese. Nel 31 la Gran Bretagna avvi una ristrutturazione dellimpero coloniale creando un regime doganale preferenziale allinterno del quale essa manteneva la sua posizione dominante e la sterlina era la valuta di cambio alternativa al dollaro. Nasceva il Commonwealth: una comunit di nazioni liberamente associate caratterizzate da omogeneit culturale e linguistica. La diffusione dellanticolonialismo turb soprattutto la Francia, il Belgio (Congo) e lOlanda (Indonesia).

5. La Grande Depressione e le sue conseguenze politiche internazionali.

Laffannosa ricerca della sicurezza, laffiorare di elementi di destabilizzazione interni allEuropa ed il fallimento del progetto wilsoniano di creare un nuovo ordine internazionale, spinsero gli stati europei a chiudersi al proprio interno invece di raccogliere le proposte dei paneuropeisti e di misurarsi con i cambiamenti che lascesa di USA e Giappone provocarono sul mercato mondiale. Tutto ci risult in maniera drammaticamente evidente quando la crisi finanziaria americana si fece sentire in Europa e mostr come, invece di affrontare insieme i problemi comuni, le nazione europee tendessero a creare muraglie sempre pi alte, tali da creare i presupposti per una crisi pi profonda. La crisi finanziaria americana (Borsa di Wall Street 24 ottobre 1929) si presentava come conseguenza di un eccessiva speculazione, che aveva fatto salire in modo vertiginoso le quotazioni dei titoli e della sovrapproduzione di alcuni beni allora non indispensabili o comprimibili. Due erano quindi gli aspetti della crisi: quello che riguardava il mercato finanziario e quello che riguardava il sistema produttivo. Nonostante nel 1920 il Senato americano avesse deliberato di scindere il destino politico degli USA da quello dellEuropa, la forza dei problemi finanziari li aveva ben presto risucchiati nel vecchio continente. Il piano Dawes, infatti, aveva segnato limponente accesso del capitale americano sui mercati europei e soprattutto su quello germanico. Gli investimenti degli USA nelle grandi industrie tedesche ne erano lespressione tangibile.

Cos quando nel 29 si registr un arresto del flusso dei crediti a lungo termine dagli USA in Germania si verific unimpennata inflazionistica e una crisi produttiva. Per fronteggiare la situazione, Bruning avvi una politica di restrizioni finanziarie, che spinse i socialisti allopposizione. Lasse della politica tedesca si sposto verso destra, ma a trarne vantaggio non fu il governo bens lopposizione pi estremistica, rappresentata dal Partito nazionalsocialista di Hitler. Questo partito, che in precedenza aveva avuto un peso politico trascurabile, nelle elezioni del 30 ottenne pi di 100 seggi. Bruning cerc di rimediare adottando un atteggiamento di politica estera pi risoluto, ma la sua azione ebbe risultati controproducenti, poich le banche estere e specialmente quelle americane ritirarono frettolosamente i fondi investiti in Germania ed Austria. Queste ultime, nel 30,intanto, avevano raggiunto unintesa di massima per la stipulazione di un accordo che desse vita ad una unione doganale fra i due paesi (Angleichung).Si trattava, in realt, di un modo circospetto ma tortuoso di aggirare la proibizione di Anschluss, imposta dal trattato di Versailles. Nel 31, infatti, la Corte dellAja bocci come illegittimo il progetto di unione doganale. Intanto, la principale banca austriaca, la Creditanstalt, che controllava una serie di banche minori, nel 31, si trov a dover certificare il suo fallimento. Il credito venne allora assunto dalla Societ delle Nazioni che riusc a mettere insieme una somma ingente di scellini austriaci, versandoli nelle casse austriache con gradualit. Da allora lAustria visse sotto uno stretto controllo internazionale, contrassegnato dal prevalere ora dellinfluenza francese ora di quella italiana. La crisi che era stata soltanto americana e marginalmente europea divenne la Grande Depressione mondiale. Nellestete del 31, infatti, tutto il meccanismo creato in collegamento con il problema delle riparazioni e dei debiti interalleati venne rimesso in discussione. I pagamenti vennero sospesi, gli investimenti paralizzati, le banche fallarono una dopo laltra: in America,la crisi finanziaria divenne economica e come tale raggiunse in pieno l Europa. Quando, nel 33, per iniziativa anglo-francese si riun a Londra una conferenza generale per discutere i problemi posti dalla crisi ed i metodi per affrontarli, laccordo risult impossibile: ciascuno si racchiuse nella visione pi stretta dellinteresse nazionale. Il mercato venne frantumato in tante entit ostili, nelle quali lidea di autodifesa prevalse sulla razionalit delle scelte che leconomia di mercato richiedeva. Milton Friedman, grande economista di Chicago, attribu responsabilit per lacuirsi della crisi alla decisione del governo inglese di svalutare la sterlina (Golden Standard), togliendo cos stabilit alle relazioni monetarie internazionali e mettendo a nudo le debolezze della finanza britannica. Le conseguenze della decisione ricaddero anche sugli USA, dove ancora vigeva il Golden Standard, costringendo il governo americano ad adottare la politica protezionistica, cercando cos di tutelare dalla concorrenza il mercato interno, per impedire un ulteriore aumento dei prezzi ed un aumento della disoccupazione. Durante una conferenza convocata a Ginevra nel 33 dalla Societ delle Nazioni, Roosevelt invit i paesi del mondo a mettere ordine nel loro sistema economico, solo dopo di allora gli USA avrebbero ripreso la collaborazione internazionale. Lasciati a se stessi, i paesi europei affrontarono la crisi ciascuno secondo il proprio assetto politico e finanziario. Alcuni paesi, come la Francia furono meno colpiti; altri, come la G.B., si rifugiarono nel protezionismo; in Italia, il governo Mussolini avvi la nazionalizzazione delle industrie in crisi e i primi passi della politica autarchica.

La fortezza Europa.
1. Una proposta di lettura.
La pausa che la Grande Depressione provoc rispetto allestendersi della globalizzazione apr la via ai particolarismi pi forti,a quelli che si illudevano di poter contare ancora su di un dominio imperiale non vacillante o a quelli che si basavano su un impianto produttivo che in precedenza aveva registrato primati importanti. - Particolarismo britannico: Durante il ventennio tra le due guerre e specialmente dopo laffermarsi del revisionismo tedesco,gli inglesi si tennero da parte,cercando di sviluppare un loro ruolo,immaginando di poter essere ancora gli arbitri dellequilibrio

continentale,senza valutare il fatto che la presenza americana costituisse un limite imprescindibile per il futuro dellimpero britannico. - Particolarismo francese: Dopo il 33 i francesi persero ogni illusioni sulla possibilit di risolvere collettivamente il problema della sicurezza. Si volsero verso un doppio binario politico tutto impregnato di una strategia difensiva bene illustrata:dalla decisione di costruire la linea Maginot,sistema difensivo che doveva proteggere il confine francese da un attacco tedesco, e da quella di uscire dal relativo isolamento diplomatico, stipulando nuove alleanze per costruire una specie di cordone sanitario attorno alla Germania. Si trattava di un particolarismo condannato alla sconfitta poich tutte le potenziali vittime del revisionismo tedesco (Polonia ed Italia) erano disposte a collaborare con la Germania a condizione che le loro esigenze fossero prese in considerazione. - Part. Giapponese: In Asia, il Giappone era in grado di dominare la Cina con la sua forza militare ed economica e con la propaganda avversa al colonialismo dei bianchi poteva catalizzare i nazionalisti del Pacifico. - Part. Tedesco: La Germania, in Europa, poteva fare altrettanto con molti paesi minori; poteva indicare alle classi agiate la necessit di combattere il comunismo; poteva anche catalizzare le masse non militanti nel movimento operaio, proiettando le loro energie verso lesaltazione nazionalistica.

2. Il protagonismo giapponese in Asia.


La politica giapponese in Asia acquist una valenza quasi liberatoria rispetto ai territorio verso i quali si rivolse. Si contraddistinse anche per la propensione a continuare nellazione intrapresa nel XX secolo, perseguita con lappoggio britannico in funzione antirussa e sviluppata grazie allabile sfruttamento degli spazi lasciati vacanti dalle potenze europee. Loligarchia militare che aveva governato il Giappone sino alla Prima guerra mondiale aveva ceduto il passo al governo civile, eletto nel 25 a suffragio universale maschile. Il governo civile era caratterizzato dalla dialettica fra conservatori (favorevoli ad una .politica imperialistica tradizionale) e liberali (politica di espansione commerciale) ma ci non equivaleva ad uno stato democratico. Il mondo del lavoro, infatti, era in Giappone sottoposto alle dure regole della crescita della produzione. La crisi economica influ pesantemente sulleconomia giapponese, dove gran parte della produzione era orientata verso beni per lesportazione, con serie conseguenze interne. Essa diede infatti ai gruppi nazionalistici una forza di reazione tale da soverchiare la scorza democratica del governo civile ed i metodi concilianti della politica estera. Nel 31 gli effetti di questi cambiamenti divennero evidenti. Il tema di scontro pi aspro riguardava i rapporti con la Cina e con la Manciuria, dove erano stati investiti capitali giapponesi nella costruzione della ferrovia transmanciuriana. La politica di investimenti giapponesi si scontrava, per, con i progetti del governo cinese di restituire vitalit alla struttura statale incapace di controllare i separatismi e condizionata dalla lotta politica fra lala rivoluzionaria ed il nascente Partito comunista. I tentativi cinesi di resistere alliniziativa giapponese furono per vani. Il Giappone, infatti, con un trattato del 15 con la Cina, acquist tutti i privilegi ed i diritti connessi con la ferrovia in Manciuria. A rendere pi serrata la disputa venne la decisione giapponese di invadere la Manciuria stessa, segnando cos la fine della pace nel globo. Il Giappone respinse gli inviti della Societ delle Nazioni di ripristinare lo status quo. Nel 32 la Manciuria venne dichiarata indipendente, sotto il protettorato giapponese. La commissione dinchiesta della Societ, presieduta da Lord Lytton, indic lazione giapponese come un gesto arbitrario e artificioso, cos i giapponesi risposero ritirandosi dalla Societ.

Limpunit favor il Giappone sino al 41,quando intrapresero una lenta penetrazione in Cina, senza incontrare reazioni del governo di Chang Kai Shek ,impegnato contro il Partito comunista, guidato da Mao. Quando, nel 38, il governo cinese respinse proposte di pace che lo avrebbero subordinato al Giappone, il governo di Tokyo riusc a costruire in Cina un governo antagonistico a quello di Chang, affidandolo a Wang Jingwei, riconosciuto anche dalla Germania, dallItalia, dalla Spagna e dalla Romania. Inoltre, la sconfitta francese in Europa (1940) offr nuove opportunit ai giapponesi che ottennero dal governo di Vichy di poter inviare una missione militare in Indocina. Nel settembre 40, in piena guerra europea venne stipulato il patto tripartito fra Giappone, Germania ed Italia. Questo riconosceva la preminenza italo-tedesca in Europa e quella giapponese in Asia; impegnava i contraenti a soccorrersi nel caso di attacco da parte di una potenza non ancora belligerante, ma stabiliva che i rapporti tra i firmatari e lUrss non fossero modificati. Ci lasciava liberi i tedeschi di continuare a collaborare con Stalin e i giapponesi di restare neutrali nei confronti dei sovietici (trattato di neutralit 1941). Lunico rapporto ancora non chiaro era quello che il Giappone aveva con gli USA, divisi da motivi di rivalit commerciale e di influenza rispetto al mondo asiatico. Le implicazioni profonde di questa rivalit ed i comportamenti che da essa dovevano seguire rimasero in Giappone maniera di dibattito. Dibattito che si concluse con la scelta di combattere il gigante addormentato.

3. La Germania di Hitler e lEuropa.


Lavvento di Hitler al potere segn il trionfo in Germania della volont di rivincita e del progetto di recupero di antichi disegni di dominazione. Hitler era nato in Austria, in un ambiente intriso di antisemitismo e pangermanesimo. Le sue idee divennero esplicite nel Mein Kampf; i 2 volumi furono dettati da Hitler durante la detenzione in carcere alla quale fu sottoposto in seguito alla partecipazione ad un fallito colpo di stato a Monaco. La lunga esposizione era concentrata su di una visione del mondo come volont di potenza perch la Germania e lEuropa fossero guidate verso la salvezza. Tale compito era assegnato alla classe dirigente tedesca, che attraverso un processo di purificazione della razza ariana avrebbe salvato la civilt europea dal dominio della finanza ebraica e plutocratica. Hitler, con il suo folle programma, riusc ad attirare verso di s i consensi di masse deliranti di nazisti ma anche lappoggio dei ceti imprenditoriali e di buona parte del mondo intellettuale tedesco. La spiegazione di ci sta nel fatto che il Fuhrer non era soltanto un esempio di carisma individuale e di sapiente manipolazione delle masse, ma anche il frutto esasperato di molte riflessioni europee sulla civilt continentale. Il regime fascista fu accolto, inoltre, con relativa calma anche in Europa poich Hitler impersonava la volont di sopravvivenza della fortezza Europa che ogni nazione aveva. LEuropa, infatti, prostrata dalla crisi economica e dallisolamento nel quale ciascun paese si era chiuso, non aveva per ancora esaurito la sua volont di potenza. Hitler non fu, dunque, solo lespressione della Germania ma anche del tentativo di sottrarre lEuropa al suo destino di decadenza. stato quindi troppo facile, dopo il 39, attribuire a un uomo la responsabilit della catastrofe. Fino al 39, infatti, Hitler fu aiutato, tollerato, blandito, nel suo disegno, da personalit che poi schierate contro di lui, sarebbero divenute esponenti della cultura democratica. Fra il 33 ed il 34, lazione politica di Hitler si concentr sul piano interno: - nel marzo 33, fece approvare una legge che gli concedeva pieni poteri e che esautorava le competenze del Parlamento;

- nel 34, morto il presidente Hindenburg, unific nella sua persona i poteri di presidente e cancelliere; - nella vita interna al Partito, egli si liber dei suoi rivali; - altra mossa per consolidare il potere interno fu quella del risanamento economico, attraverso investimenti pubblici nelle infrastrutture; - dispose un piano quadriennale di riarmo con cui riusc a riassorbire la disoccupazione. In politica estera: - al primo posto della sua strategia stava il riarmo ; - riunire alla Germania tutte le popolazione di stirpe tedesca; - costruire una rete di alleanze per far accettare alle potenze europee che la Germania divenisse la loro guida; - attacco contro le popolazioni non ariane,al mondo slavo,cos da distruggere lUrss,da strapparle lUcraina, bacino industriale ed agricolo necessario come riserva per uno scontro mondiale; - costringere la GB ad una scelta: collaborare con la Germania o mantenere il suo isolamento; - occupare l America Latina. Tutto il primo biennio di politica estera fu caratterizzato da un cauto lavoro di preparazione al piano per non accrescere lallarme che gi serpeggiava tra le varie potenze. Da principio Hitler fece proprie le tematiche gi proposte da Bruning alla Conferenza di Ginevra, affinch fosse data attuazione del principio delluguaglianza dei diritti circa il disarmo, gi concesso in linea di principio nel 32. Hitler, infatti, il 14 ottobre 34, annunci che se non fosse stato ridotto il livello degli armamenti delle altre potenze a quello allora posseduto dalla Germania, questultima si sarebbe ritirata dalla Societ delle Nazioni. E cos fu. La cautela di Hitler si manifest, inoltre, nei due settori politicamente pi delicati dellEuropa centro-orientale: in Polonia ed in Austria. Con la prima, da sempre legata alla Francia da trattati di amicizia e mutua garanzia che i trattati di Locarno avevano confermato, il governo tedesco (nel gennaio 34) sottoscrisse un accordo di non aggressione. Quanto allAustria, la moderazione di Hitler apparve in modo pi tortuoso, ma rappresent un segnale forte per lItalia. Dopo laffermazione del regime nazista in Germania, i cristiano-socialisti austriaci cercarono una via di uscita alla crisi economicopolitica che attanagliava il paese, credendo di trovarla nella stipulazione di un accordo doganale con Italia e Ungheria. Il cancelliere austriaco Dolfuss doveva, per, combattere sia contro lopposizione socialdemocratica, che egli represse; sia con i pangermanisti austriaci che, sostenuti dal Partito nazista tedesco, propagandavano lAnschluss. Momento culminante di tale campagna fu rappresentato dal tentativo di un gruppo di nazisti di impadronirsi del potere.. La situazione poteva forse incanalarsi su un piano pacifico dopo che Mussolini ed Hitler si erano incontrati a Stresa ed a Venezia per discutere le possibilit di unintesa sulla questione. Il colpo di mano del 25 luglio, durante il quale Dolfuss venne assassinato ed il potere assunto dai nazisti, mise in evidenza la doppiezza di Hitler e come lindipendenza austriaca fosse un punto cruciale delle relaziona tra Italia e Germania. Il Fuhrer, intanto, prese le distanze dai nazisti austriaci per placare le reazioni del Duce e quelle francesi ed inglesi. LEuropa cominci a reagire con vigore politico al nascente pericolo tedesco solo fra il gennaio 33 a laprile 35, periodo durante il quale le potenze si impegnarono a discutere

circa i modi per prevenire le conseguenze della politica tedesca. In tale direzione si mossero prima gli italiani, poi i francesi e poi i russi, mentre gli inglesi rimasero abbastanza defilati aprendo cos la strada al trionfo del revisionismo hitleriano. Riguardo lItalia, dal momento dellascesa del Fuhrer al potere, la sua posizione politica ebbe nel quadro europeo un ruolo determinante, poich le sue scelte in politica estera erano collegate a punti critici dellassetto europeo (indipendenza austriaca). Mussolini avvert immediatamente il mutamento della situazione europea e mostr tale consapevolezza riprendendo nelle sue mani la direzione del Ministero degli Interni. Egli, inoltre, per eludere la difficile scelta fra due potenziali schieramenti, scelse di assumere il ruolo del mediatore, dellarbitro, proponendo (marzo 33) un Patto a Quattro tra Italia, GB, Francia e Germania, che prevedeva una sorta di direttorio europeo, analogo a quello creato dagli accordi di Locarno, ma ispirato dal principio del revisionismo, piuttosto che da quello della prevenzione. Laccordo avrebbe dovuto realizzare una politica di pace e prevedeva che fosse rispettato il principio della parit dei diritti in materia di armamenti. Il progetto fu siglato nel luglio 33 dai quattro ma non venne mai ratificato. La GB, invece, non sembr preoccuparsi del revisionismo tedesco, anzi considerava da sempre un errore la proibizione dellAnschluss, nonch il modo in cui lEuropa era stata riorganizzata. I francesi ed i sovietici, al contrario, erano seriamente preoccupati dellascesa di Hitler, come dimostrarono le loro iniziative diplomatiche. In Francia, la crisi economica si fece sentire nel 32, anno in cui si susseguirono cinque governi diversi. Il 33 fu per i francesi un anno denso di incertezze e preoccupazioni. Una svolta importante si ebbe, per, nel 34, quando il Ministero degli Esteri fu occupato da Barthou, che cosciente che il vero nemico della Francia era la Germania, intavol un sistema di alleanze continentali. Nel 34, fece adottare dal governo francese un documento nel quale si dichiarava inutile negoziare con la Germania e diede avvio ad una campagna diplomatica per discutere la proposta di un patto di mutua assistenza e garanzia (Locarno Orientale), a cui avrebbe dovuto aderire anche la Germania, che non giunse mai in porto. La soluzione del problema era legata alla posizione dellUrss, alla quale Bharthou propose una convenzione speciale contro lipotesi di unaggressione tedesca, e con la quale gi dal 33 aveva stretto accordi economici. I russi, inoltre, continuarono questa politica preventiva rispetto alla Germania, accordandosi con lItalia prima sul piano economico e poi, nel settembre 33, con la firma di un patto di amicizia, non aggressione e neutralit. Coronarono la svolta entrando, nel 34, nella Societ. Il disegno di Barthou lasciava aperti due problemi: quello dellItalia e quello della GB. Questultimi reagirono alle preoccupazioni francesi con allarmante leggerezza. Invece il modo in cui Mussolini aveva reagito al colpo di stato di Vienna persuase Barthou che il Duce non era equidistante rispetto ai tedeschi, e riteneva di poter trovare con lui un compromesso riguardo la politica nei Balcani ed in Austria. Nellottobre 34, per, mentre Barthou riceveva re Alessandro I di Jugoslavia a Marsiglia, un attentato di nazionalisti croati provoc la morte dei due statisti. I suoi progetti, per, non vennero lasciati cadere. Il suo successore, Pierre Laval, infatti, si rec in Italia, dove cuore della discussione fu rappresentato dalla convergenza sul comune interesse per la difesa dellindipendenza austriaca e dalla manifestazione della disponibilit francese a lasciare mano libera allItalia in Etiopia, purch lItalia si associasse al gruppo dei paesi antirevisionisti (accordo di Roma). Il governo tedesco con tale accordo mostrava di ritenere che, dinanzi al pericolo tedesco, fosse preferibile appoggiare il revisionismo extraeuropeo dellItalia. Hitler , intanto, nel marzo 35, annunci che in contraddizione con lart. 173 del trattato di pace, in Germania veniva reintrodotta la circoscrizione obbligatoria. Si trattava della

prima palese violazione dei trattati di Parigi. Nel marzo 35, Mussolini, Laval e MacDonald si incontrarono a Stresa per esaminare le conseguenze della decisione hitleriana e concordare per contrastare il revisionismo tedesco. Risultato dellincontro fu la creazione di ci che allora venne definito un fronte unito come garanzia per la pace in Europa. Affinch la formula avesse davvero un peso politico occorreva che la Francia e la GB svolgessero unazione convergente. I due paesi, invece, si mossero in modo da rendere le loro posizioni ancora pi lontane. La Francia, infatti, nel 35, stipul un accordo di reciproca assistenza con lUrss, impegnandosi a soccorrersi nel caso di un attacco non provocato da parte di uno stato europeo. Alla stipulazione di questo fece seguito la firma di un altro accordo, quello tra lUrss e la Cecoslovacchia per mutua assistenza. Gli inglesi, invece, giudicando pi pericoloso il revisionismo italiano di quello tedesco, stipularono con la Germania un accordo navale dalla portata inquietante. Questo permetteva alla Germania di costruire una flotta sottomarina della dimensione desiderata. Il trattato anglo-tedesco apriva una crepa nel fronte unito. Con la loro scelta a favore di Hitler, gli inglesi svuotavano di contenuto gli accordi Mussolini-Laval spingendo cos i francesi ad abbandonare le promesse fatte allItalia, prima che la campagna dEtiopia avesse inizio. Intanto, Hitler, traendo profitto dalle mutate circostanze, aveva compiuto una seconda violazione del trattato di pace: rioccup la Renania e edific una linea difensiva parallela alla linea Maginot.

4. Cartine di tornasole: la conquista italiana dellEtiopia e la guerra civile di Spagna.


Laggressione italiana allEtiopia, iniziata nellottobre 35, fu lultima guerra coloniale scatenata da una potenza europea per conquistare un impero. Lazione di Mussolini non procurava allItalia vantaggi immediati, ma solo risultati dimmagine. Il mutamento del quadro europeo, per, cre al Duce inattese difficolt (mancato appoggio inglese e ripensamento francese). Su ricorso dellEtiopia, la Societ delle Nazioni impose allItalia sanzioni economiche che fornirono a Mussolini lo spunto per una grande mobilitazione nazionalistica. Intanto, i ministri degli Esteri francese, Laval, e britannico, Hoare formularono un progetto di compromesso che avrebbe consegnato gran parte dellEtiopia nelle mani italiane, ma trapelato sulla stampa, venne considerato come un premio scandaloso ad una aggressione. Hoare fu costretto a dimettersi e il progetto decadde. Il 9 maggio 36 le truppe italiane entrarono in Addis Abeba ed il Duce proclam lannessione del paese allItalia come dominio imperiale; Vittorio Emanuele II diventava cos anche imperatore dEtiopia. Dopo linsuccesso del piano Hoare-Laval, Mussolini avvi una prima fase di mutamento di rotta,schierandosi palesemente a favore della Germania. Dopo il maggio 36, la situazione nel Mediterraneo era mutata rapidamente. La Convenzione di Montreux (luglio 36) restituiva alla Turchia la sovranit in materia di navigazione negli stretti in tempo di pace ed in tempo di guerra. Contemporaneamente, nel mandato britannico in Palestina, i tentativi di definire i modi mediante i quali attuare il progetto di national home (dichiarazione di Balfoor) per gli ebre produssero solo un aggravamento della contrapposizione fra arabi ed inglesi. Il cambiamento pi vistoso ebbe, per, luogo nel Mediterraneo occidentale, in Spagna. La Spagna si avvia ad affrontare difficolt simili a quelle vissute dallItalia, e cio la trasformazione da paese agricolo a paese industrializzato. Durante la 1 guerra mondiale, questo processo si svilupp insieme ad aspri scontri politici. Sul trono sedeva Alfonso III di Borbone (regn sino al 30) il governo invece era retto dalla dittatura parafascista di Miguel Primo De Rivera, espressione dei ceti conservatori e del mondo militare. Dal 31 al 36, le forze di destra e di sinistra si alternarono al potere fin quando nelle elezioni del febbraio 36 sal al

governo Manuel Azana, esponente del Fronte Popolare, alla testa di una coalizione eterogenea di sinistra. Contro questo governo esplose nel luglio 36 un pronunciamento circoscritto ad alcuni reparti di stanza in Marocco, guidati dal generale Francisco Franco. Ebbe inizio una delle guerre civili pi dure e pi crudeli mai combattute in Europa. Il governo di Madrid chiese aiuto alla Francia, dove era al governo il Fronte popolare guidato dal socialista Leon Blum. Questultimo propose allItalia e alla GB di adottare una politica di non intervento. Nessuno respinse la proposta francese e venne costituito a Londra il Comitato internazionale di controllo per vigilare sulla conformit dei comportamenti. Tutto ci fu inutile. LUrss, infatti, invi armamenti e appoggi la formazione di brigate internazionali di volontari che dovevano infiltrarsi in Spagna per combattere il comune nemico fascista. Hitler, dal canto suo, giudicava la Spagna come unimportante riserva di materie prime e la guerra civile come unoccasione per sperimentare lefficienza dei nuovi armamenti tedeschi, soprattutto aeri da combattimento. Ma furono gli italiani quelli che lasciarono partire il maggior numero di volontari; il massiccio intervento si ricollega al timore del Duce che i due regimi di Fronte popolare francese e spagnolo, con laiuto sovietico, potessero paralizzare ulteriori ambizioni italiane nel Mediterraneo. Nel 39, dopo tre anni di guerra civile, il generale Franco assunse il potere dando inizio alla sua dittatura. La guerra spagnola fu assunta come simbolo e anticipazione dellimminente guerra mondiale nonch come il vero spartiacque della storia interna del continente europeo, come cartina di tornasole, caratterizzata dallinvenzione della frattura dellEuropa in due schieramenti antitetici:il fronte fascista e quello antifascista. In realt, nel 36, non esistevano due schieramenti opposti; lunico elemento di compattezza era il profondo anticomunismo che legava GB, Germania, Italia, Francia e la Polonia. I dati di fatto, dunque, impediscono di dare alla guerra civile spagnola una portata che essa non ebbe.

5. Lespansione della Germania e la politica di appeacement.

La guerra civile spagnolo mise in evidenza la fragilit della posizione francese:il governo parigino non riusciva pi ad elaborare proposte attive rispetto alle sempre pi gravi questioni della sua sicurezza;era ormai una potenza isolata poich n lalleanza con lUrss n quella con i paesi danubiano-balcanici la rafforzarono nei confronti della Germania. Cambiato era soprattutto il rapporto con la GB. Il governo inglese, infatti, invece di appoggiare la Francia,seguiva imperterrito una politica di accordo con la Germania e di riappacificazione con lItalia. Nel gennaio 37, infatti, GB ed Italia completarono uno scambio di note per un gentlemens agreement che, partendo dal presupposto della cessazione dellintervento italiano in Spagna, vincolava i due paesi a non modificare lo status quo nel Mediterraneo. Restava in sospeso il riconoscimento dellannessione italiana dellEtiopia, problema che si sarebbe trascinato fino allaprile del 38. Ancora pi netto fu lavvicinamento della Gran Bretagna alla Germania. Chamberlain, salito al governo nel 37, fu il continuatore ed il protagonista della politica di appeasement verso la Germania; una politica volta a mantenere la pace accettando alcune richieste del revisionismo tedesco. Nellestate del 36, Von Ribbentrop venne nominato ambasciatore tedesco a Londra, con il compito di negoziare unalleanza con gli inglesi, nella quale gli inglesi dovevano lasciare mano libera alla Germania verso oriente, mentre i tedeschi avrebbero riconosciuto il predominio coloniale e navale della GB, corretto per dalla restituzione alla Germania di alcune colonie che le erano state tolte nel 19. Ma il tentativo di Ribbentrop fin nel nulla poich gli inglesi

erano troppo ostili allassunzione di impegni precisi con qualsiasi potenza europea. Intanto nel 36 la Germania riconosceva la sovranit dellAustria e prometteva di non intervenire nella vita interna austriaca. Contemporaneamente veniva tolto il bando allesistenza in Austria del partito nazista e, anzi, 2 suoi esponenti entravano nel governo, uno dei quali come ministro degli esteri. Da satellite italiano lAustria diventava satellite della Germania. Lazione del governo di Berlino aveva due obiettivi: Tacitare la GB; Avviluppare lItalia.

Mussolini, infatti, era sensibile alle idee del suo allievo ma percepiva al tempo stesso i pericoli di unintesa troppo stretta con la Germania. Nel settembre 37, durante una visita in Germania, il Duce ader al patto Anti-Cominter firmato dalla Germania e dal Giappone nel novembre 36. erano solo parole ma esse davano ad Hitler limpressione che ormai Mussolini fosse definitivamente acquisito ai suoi progetti. Non aveva tutti i torti, infatti, Mussolini da allora non fu pi in grado di elaborare iniziative autonome per la politica estera italiana.

6. Dall <<Anschluss>> alla guerra.


Tra la fine del 37 ed i primi mesi del 38, Hitler spinse fuori dal governo ed espulse dalle gerarchie militari tutti coloro che mostrarono esitazioni nei confronti dei suoi programmi, circondandosi solo dei collaboratori che condividevano la sua determinazione militaristica. Hitler dichiar che i problemi tedeschi potevano essere risolti solo con la guerra, con la sconfitta della Francia e della GB entro il 43-45, previa distruzione degli alleati europei delle potenze occidentali: la Cecoslovacchia e lAustria, poi la Polonia. Il primo risultato della svolta fu lAnschluss. Il contesto diplomatico e politico era favorevole al programma tedesco (politica dellappeasement inglese, lincapacit politica-militare francese di reagire alle iniziative tedesche e la posizione di stallo in cui versava lItalia). Hitler con una serie di mosse diplomatiche (invi a Vienna come ambasciatore tedesco il suo predecessore von Papen) ed attraverso un incontro con il cancelliere austriaco von Schuschnigg, ottenne che il governo di Vienna fosse modificato con la nomina di un nazista, Seyss-Inquatr, a ministro degli Interni e della Sicurezza. I nazisti divennero padroni dellAustria. L11 marzo 1938 fu inviato un ultimatum al cancelliere austriaco perch cedesse il potere a Inquart. Il rifiuto del presidente della repubblica, Miklas, di piegarsi allimposizione venne seguito dalla proclamazione di un governo provvisorio diretto dallo stesso Seyss-Inquart. La prima decisione di tale governo fu quella di chiedere lintervento di truppe tedesche che attraversarono il confine austriaco quello stesso giorno. Mussolini a malincuore accett labile mossa del Fuhrer . LAustria cessava cos di essere uno stato indipendente; segnando un profondo cambiamento nella politica delle potenze. Essa spezzava la principale ragione della solidariet italo-francese e avvicinava laccordo tra Italia e Germania; esprimeva lindifferenza britannica dellEuropa centrale; apriva una controversia italo-tedesca sullo status delle popolazioni tedesche nellAlto Adige/Sud Tirolo. Nonostante ci a Londra si continuava a puntare sulla politica dellappeasement come leva per disinnescare i pericoli impliciti nellazione di Hitler, cercando di risolvere i conflitti mediante un compromesso, che facesse uscire la Germania dallermeneutica gabbia autarchica nella quale si era chiusa e la rendesse disponibili a riaprirsi al mercato mondiale. Il primo ministro Chamberlain, promotore di questa politica, conosceva i limiti della potenza

britannica ; la riluttanza dei Dominions a lasciarsi trascinare in un conflitto; il radicato pacifismo dellopinione pubblica; limpreparazione militare del proprio paese. Gli inglesi non percepivano, dunque, Hitler come un pericolo e non si rendevano conto che prima vittima della nascita di una superpotenza europea sarebbe stato proprio limpero britannico. Dopo lAustria, venne per la Germania il momento di occuparsi della Cecoslovacchia,dove nella regione dei Sudeti,abitata prevalentemente da tedeschi, forte era il movimento autonomistico, impregnato di nazismo. Hitler ed il capo dei nazisti tedeschi nei Sudeti posero dapprima la questione dellautonomia regionale poi quella dellannessione alla Germania,accompagnata da un ridimensionamento della Cecoslovacchia. Subito il ministro degli Esteri britannico chiar che la GB non avrebbe aiutato la Francia se questa, non direttamente attaccata, avesse appoggiato la Cecoslovacchia in una guerra contro i tedeschi. Anche Mussolini espresse il suo appoggio ad Hitler x la causa germanica nei Sudeti. Prima di agire militarmente, Hitler cerc di negoziare con la GB un accordo generale a spese dei cecoslovacchi, da egli accusati di nefandezze e omicidi. Laccordo prevedeva che il governo di Praga avrebbe dovuto accettare non solo la cessione dellintera regione dei Sudeti alla Germania ma anche di accogliere le rivendicazioni territoriali polacche e ungheresi. Venne cos convocata a Monaco una conferenza a cui presero parte Chamberlain, Hitler e Mussolini (nel ruolo di mediatore) senza consultare n il presidente ceco Benes n i sovietici, che sarebbero potuti intervenire in guerra qualora anche la Francia fosse entrata in guerra(come sottoscritto nel trattato del 35). Tutte le proposte del Fuhrer vennero accolte. Francesi ed inglesi si accontentarono di aggiungere le loro garanzie per lintegrit territoriale di ci che restava della Cecoslovacchia,che dovette piegarsi ad accettare tutto. La pace era x il momento salva, ma Hitler non aveva ancora ultimato il suo piano. Dopo lannessione dei Sudeti, infatti,obiettivo tedesco era ci che restava della Cecoslovacchia,facendo leva sui diss3ensi che separavano i boemi dagli slovacchi,favorendo la creazione di regioni autonome e di nuovi movimenti indipendentisti. Poi manipol gli esponenti dei governi di Praga e di Bratislava in modo da spingere i primi a chiedere lintervento tedesco e gli altri a trasformarsi in uno stato indipendente,da sottoposto alla supremazia tedesca. Frattanto Hitler aveva gi preso la decisione che avrebbero davvero portato alla guerra ovvero quella di eliminare la Polonia come fattore politico in Europa.,mediante unaltra operazione chirurgica, premessa di una guerra contro Parigi. I polacchi erano stretti in una morsa tra sovietici e tedeschi, che, dopo Monaco, iniziarono a premere per la creazione di un fronte antisovietico comune. Nellottobre 1938, Ribbentrop chiese alla Polonia la restituzione di Danzica e la costruzione di unautostrada e di una linea ferroviaria extraterritoriale, che collegasse la Pomerania alla Prussica orientale. La Polonia mostr di saper resistere alla pressione tedesca non cedendo alle loro richieste. Cos, il 28 aprile, in uno dei suoi discorsi al Reichstag, Hitler afferm che tra i due paesi non esistevano pi contatti diplomatici. Se prima il Fuhrer aveva ottenuto tutto attraverso una ricca azione di intimidazioni diplomatiche, ora lesercito tedesco era pronto a condurre e vincere una guerra lampo contro la Polonia. In un discorso del 31 marzo del 1939 Chamberlain annunci alla Camera dei Comuni che se un attacco tedesco alla Polonia ne avesse minacciato lindipendenza, la GB e la Francia sarebbero accorse in suo aiuto. La GB, se da un lato voleva tutelare lindipendenza polacca in caso daggressione, dallaltra non le prometteva garanzie dintegrit territoriale. Successivamente, Chamberlain promise alla Polonia un patto di mutua assistenza a cui avrebbe partecipato anche la Francia. Quanto alla Francia il 25/08/39, stipul un accordo con i polacchi secondo il quale lesercito francese avrebbe attaccato la Germania quindici giorni dopo loffensiva tedesca alla Polonia. Mussolini, a sua volta, scelse di allinearsi alla Germania illudendosi di formare un fronte unito con le

potenze occidentali, al quale la politica britannica toglieva ogni credibilit. Mussolini allora decise di stipulare unalleanza formale con i tedeschi per cercare di condividere con essa i frutti della politica revisionista e per accrescere la propria statura nei confronti della Germania. Oper in tale direzione in primo luogo con loccupazione dellAlbania, al fine di equilibrare le conseguenze balcaniche dellAnschluss. In due giorni, il Duce riusc ad annettere lAlbania al regno dItalia, operazione che venne giudicata da Chamberlain uninutile provocazione alle potenze occidentale. Il 22 maggio del 1939, a Berlino, lItalia e la Germania firmarono il cosiddetto Patto dacciaio, trattato che sanciva limpegno ad un continuo contatto al fine di unintesa su tutte le situazioni, e limpegno in caso di guerra a prestarsi assistenza con tutte le proprie forze di terra, mare ed aria, se una delle due parti fosse stata coinvolta in un conflitto, indipendentemente dalla natura offensiva o difensiva. Mussolini non tenne conto degli interessi specifici dellItalia. Infatti, nel patto non si chiariva che lItalia sarebbe entrata in guerra non prima di tre anni n tanto meno si parlava dellAlto Adige e della Polonia. Quanto alla Russia, stipul con la Germania con la quale deteneva collaborazioni in campo tecnologico dal 21 un patto di non aggressione, il cosiddetto Molotov-Ribbentrop. Con tale patto, Hitler metteva in evidenza di voler prima demolire la Polonia, per poi volgersi contro Francia e GB rinviando ad una fase successiva la conquista dello spazio vitale sul territorio sovietico. Laccordo comprendeva un protocollo segreto che rappresentava il prezzo pagato da Hitler a Stalin per ottenere il consenso a distruggere la Polonia. Il protocollo esplicitava in 4 artt le sfere di influenza che le due potenze si riconoscevano nellEuropa orientale. Il primo art riguardava gli Stati baltici, e stabiliva che il confine della Lituania avrebbe rappresentato il confine tra le due zone dinfluenza. Il secondo riguardava la Polonia e stabiliva che il confine tra le due aree fosse fissato lungo i fiumi Vistola e San; il terzo affermava linteresse sovietico verso la Besarabia ed il completo disinteresse tedesco verso la regione; il quarto confermava lassoluta segretezza del protocollo. Il patto capovolse la possibilit di un accordo tra GB, Francia ed URSS gi profondamente minato anche solo nelle intenzioni dalle reciproche diffidenze e dallostilit polacca nei confronti dellURSS.

7. Gli anni dellira: la fase europea della seconda guerra mondiale.


Il primo settembre le forze tedesche varcarono il confine polacco. Hitler defin lazione come un operazione di polizia che non rivolta contro le potenze occidentali. Il 2 settembre lItalia dichiar la sua non belligeranza. Il 3 la GB e la Francia, secondo gli impegni assunti, dichiararono guerra alla Germania. Il 25 settembre,Varsavia era nelle mani dei tedeschi. Intanto, anche i sovietici varcarono il confine e si assediarono sulla linea stabilita dagli accordi del 23 agosto. Poco dopo gli stati baltici furono invitati a farsi proteggere dallUrss, primo passo verso la loro trasformazione in repubbliche socialiste sovietiche. Hitler aveva, in questo modo, attirato lUrss nel suo gioco pensando che questa non fosse militarmente e tecnologicamente pronta ad affrontare una guerra contro la Germania e che ci fosse ancora del tempo prima che Stalin riuscisse a trasformare la potenza inerte del suo paese in un dato di fatto. Per un anno e mezzo i fatti gli diedero ragione, poi la situazione cambi bruscamente ed in pochi mesi lattacco alla Polonia era stato il primo errore che Hitler commise nella sua vita politica. Circa i limiti delle ambizioni russe molto eloquente fu, invece, lattacco contro la Finlandia, che si risolse in una mediocre prova fornita dalle armate sovietiche. La rapidit dellaggressione in Polonia imped qualsiasi iniziativa anglo-francese. Hitler credette,allora, possibile riaprire la strada di un compromesso e inaugur unoffensiva di pace con un impudente discorso alle potenze occidentali nel quale ribad il fatto che la Germania aveva riparato ad un altro torto subito. Il Fuhrer era disposto, perci, a trattare,

purch si tenesse conto della necessit di rivedere la situazione dellEuropa meridionale e di quella centro-orientale, si costituisse una Polonia pi piccola e remissiva ed una grande coalizione antisovietica. Sia il governo francese che quello inglese ,per, respinsero la proposta, dando cos inizio ad una guerra a oltranza e tutti gli stati europei, meno la Spagna, il Portogallo, la Svezia e la Svizzera, vennero travolti dal conflitto. Il 9 aprile le truppe tedesche invasero la Danimarca e la Norvegia. Fu poi il turno di Olanda e Belgio. Il 14 giugno le forze tedesche entrarono trionfalmente a Parigi. Il 22 giugno il governo Ptain firm larmistizio (nella foresta di Compigne sulla vettura ferroviaria di Rethondes, dove era stato firmato larmistizio del 18). La Francia settentrionale venne occupata dai tedeschi,mentre quella meridionale ,retta dal governo collaborazionista del maresciallo Petain,con sede a Vichy, rimase sotto il controllo dell esercito francese ridotto a 120000 uomini. Nellarmistizio non conteneva nulla dellavvenire della Francia e delle sue colonie,secondo la logica hitleriana di non umiliare il nemico,nella speranza di averlo inseguito come alleato. La clamorosa vittoria tedesca in Francia,persuase Mussolini ad entrare in guerra accanto alla Germania. Il 10 giugno 40,lItalia dichiarava,cos,guerra a Francia e GB. Con lentrata dellItalia in guerra,il conflitto si estese alle colonie italiane,tutte circondate da eserciti nemici;si estendeva alla penisola balcanica,dove lItalia aveva poteri sovrani. Mussolini invase il territorio francese,e a distanza di pochi giorni,il governo Petain dovette firm a Roma un armistizio in cui si dichiarava vinto in una guerra praticamente non combattuta,salvo pochi scontri di frontiera. La guerra cessava di essere combattuta nellEuropa occidentale,mentre ribollivano i Balcani (polveriera dEuropa)e gli stati revisionisti,forti dellappoggio tedesco,avanzavano le loro proposte. La vittima principale fu la Romania che dovette cedere la Bassarabia allUrss, la Dobrugia alla Romania e met Transilvania allUngheria. Mussolini,intanto,(ottobre 40)volle aprire un nuovo fronte in Grecia,che mise subito in luce la fragilit della preparazione militare italiana. I greci resistettero e contrattaccarono,costringendo il Duce a chiedere aiuto alle truppe tedesche ed ungheresi,che imposero il loro armistizio e occuparono lisola di Creta. Tutta lEuropa era in mani tedesche,fatta eccezione della GB di Churchill. Nel luglio 40,dinanzi alle reazioni americane dopo il crollo della Francia e rispetto al pericolo incombente sulla GB,Hitler si persuase che il vero nemico da combattere erano gli USA,ma che essi non sarebbero entrati in guerra prima del 42. Latteggiamento americano,a sua volta,dipendeva dalle mosse giapponesi. Obiettivo finale di Hitler era quello di un sistema mondiale dominato dalla Germania,dal Giappone e ,magari in subordine,dallItalia. Fu questo lobiettivo del Patto Tripartito stipulato dai 3 paesi il 27 settembre 40.

La guerra globale e la genesi del sistema occidentale 1. Una proposta di lettura


Nel 41 la Germania da prima motore della trasformazione,divenne oggetto della politica altrui. Se il 33 stato assunto come simbolo della frattura nel sistema economico globale e come linizio del tentativo di creare una forza autarchica europea,il 41,invece,pu essere considerato come lanno durante il quale il progetto mostr la sua debolezza interna.

Infatti,solo s3e la Germania e la GB si fossero alleate,il progetto avrebbe avuto qualche probabilit di successo. La GB,per,spinta a scegliere tra i legami con gli USA e quelli politici con lEuropa dominata da Hitler, aveva scelto, infine, di lasciare il Fuhrer combattere la sua battaglia da solo. La scelta del governo di Londra non era n in dolore n facile, poich gli inglesi erano ben consapevoli che alla fine vi sarebbe stata una resa dei conti in relazione alla supremazia economica, fra la piazza di Londra e quella di New York. Dinanzi alle prime avvisaglie di crisi europea (nel 35), il Congresso americano approv degli Atti di neutralit, che proibivano agli USA di vendere armi ed effettuare prestiti ai paesi belligeranti. La situazione, per, cominci a mutare gi nel 38, quando agli USA fu ben chiaro che se le potenze occidentali avessero dovuto affrontare una guerra contro la Germania , esse avrebbero avuto bisogno dei loro capitali e dei loro rifornimenti. Si inser in tal contesto la legge Affitti e prestiti, che segn la ripresa di un ruolo attivo degli Stati Uniti verso lEuropa. La legge prevedeva che il governo americano potesse vendere, affittare o prestare, alle condizioni che avrebbe giudicato opportune, armi, munizioni, generi alimentari a quei paesi la cui tutela fosse stata giudicata vitale per gli USA. Lambasciatore tedesco a Washington afferm che la legge era un tributo di vassallaggio che la GB pagava agli USA. Quando il 22 giugno 41, le truppe tedesche iniziarono loperazione Barbarossa, cio lattacco contro lUrss, gli americani decisero di concedere aiuti anche ai sovietici, perch la sopravvivenza della Russia venne considerato di suprema importanza per la salvezza e la sicurezza degli Stati Uniti. Anche quando questi ultimi furono trascinati in guerre dallimprovviso, ma non inatteso, attacco giapponese a Pearl Harbor, tutta la strategia di guerra degli Alleati rimase immutata: il primo nemico da sconfiggere rest la Germania. Solo quando fossero state disponibili risorse sufficienti, si sarebbe potuto pensare ad una controffensiva rispetto allavanzata giapponese. In quello stesso periodo, fu istituito, su proposta del segretario di Stato Cordell Hull, un Comitato consultivo sulla politica estera post-bellica, che si occup di discutere tutti i problemi che gli USA avrebbero dovuto affrontare quando, dopo la vittoria, sarebbe caduta sulle loro spalle la responsabilit di riorganizzare la vita internazionale. Nacque in tal contesto lidea di creare un organizzazione che sostituisse la Societ delle Nazioni, ovvero lOrganizzazione delle Nazioni Unite. Il principio politico su cui si basava il progetto era la durevole intesa tra gli Alleati, secondo la teoria dei 4 poliziotti (GB,Cina,USA ed Urss). Oltre alla riorganizzazione di un sistema di sicurezza, gli americani pensavano anche alla creazione di un sistema monetario e commerciale internazionale, che rendesse impossibile il ripetersi della crisi fra le 2 guerre. Da qui la creazione di una Organizzazione internazionale sul commercio che avrebbe dovuto determinare i termini di scambio allinterno di un solido sistema commerciale. Si trattava, per, di un progetto complicato, che non sarebbe mai giunto in porto e che fu sostituito dalla proposta di dar vita ad una organizzazione dagli scopi pi limitati, il GATT, che entr in piena attivit negli anni 50,quando gli effetti della guerra fredda si fecero sentire e senza che lUrss aderisse. Per quanto riguarda la liquidit monetaria gli americani e gli inglesi diedero vita al Fondo monetario internazionale, Fmi, che creasse un sistema di cambi fissi e governati. Il Fondo doveva controllare le crisi monetarie, ma il fulcro del sistema era costituito dallimpegno americano ad accettare una parit fissa per il dollaro, che diveniva la moneta di riferimento capace di assicurare al Fondo risorse sufficienti per la sua funzione. La creazione dellOnu, del Fmi e del GATT esprimeva la vocazione di organizzare il dopoguerra secondo formule basate sulla collaborazione tra le potenze della coalizione antinazista, con evidente prevalenza degli USA. Dopo aver determinato la scelta principale, la decisione di attaccare la Germania come primo obiettivo di guerra, gli americani si rassegnarono quasi controvoglia a cogliere loccasione offerta dalla crisi monetaria e politica italiana. La crisi apparve in tutta la sua

evidenza nel 42 e spinse gli americani a superare le loro esitazioni e a collaborare con la GB per una rapida diversione nel Mediterraneo. Questultima si svilupp lungo due linee: la controffensiva britannica in Egitto per effetto della quale le forze italo-tedesche furono costrette a ritirarsi sul territorio tunisino; e lattuazione delloperazione Torch, con lo sbarco della truppe anglo-americane e di contingenti francesi ostili a Vichy (collegate al Comitato France Libre di Charles de Gaulle) sul territorio nord-africano. La fine della presenza in Africa dellautorit del maresciallo Petain spinse Hitler ad occupare quella parte della Francia lasciata libera dallarmistizio del 40. Loffensiva finale contro le truppe italotedesche in Tunisia termin nel maggio 43. Da quel momento, la via verso linvasione dell Italia era aperta e le operazioni ebbero inizio il 10 luglio, con un rapido successo degli Alleati. Il 25 luglio, con un colpo di stato, il governo Mussolini cadde e venne costituito un governo militare, capeggiato da Badoglio. Il 3 settembre 43, il nuovo governo firm un armistizio con gli Alleati, che impegnava lItalia a combattere contro i tedeschi. Nel giugno 44,quasi un anno dopo la resa italiana, le forze alleate attuarono loperazione Overlord, ovvero lo sbarco in Normandia. La Francia venne liberata in poche settimane; mentre le forze sovietiche, occupata la Polonia, avanzavano fino a Berlino. A conclusione del conflitto, si poneva per il Vecchio Continente il problema della questione tedesca. Alla Conferenza di Potsdam (luglio-agosto 45) venne deciso che la Germania sarebbe stata occupata dalle quattro potenze (GB,USA,Francia ed Urss) che lavrebbero amministrata secondo due condizioni fondamentali: tener conto delle necessit vitali dei tedeschi ed il criterio secondo il quale la Germania divisa sarebbe stata governata economicamente come un tutto unico. Laltro aspetto, quello delle riparazioni, vide i sovietici impegnati in una radicale opera di espianto dei complessi industriali che potevano essere utilizzate nellUrss. evidente che si trattava di due modi contrapposti di concepire il problema tedesco: mentre gli anglo-americani perseguivano la via di una vita politica democratica; i sovietici attuarono una politica di trasformazione economica (riforma agraria, la chiusura delle banche private, la nazionalizzazione delle industrie). Lidea che la Germania potesse essere amministrata come unentit politica unica rimase sulla carta. Su questo piano, lestremo tentativo venne fatto dal segretario di Stato (USA) Byrnes che nel febbraio 46 diffuse una proposta di un rapido trattato di pace con la Germania accompagnato da un patto di garanzia quadripartitici per impedire la rivincita di velleit militaristiche. La risposta sovietica era condizionata dallandamento dei negoziati per la concessione, da parte degli USA, di un consistente prestito e dai limiti politici che i sovietici volevano introdurre nel regime tedesco. Su tali temi si aren il progetto Byrnes. Il clima internazionale si deterior rapidamente e gli americani si persuasero dellimpossibilit di un accordo durevole e della necessit di integrare le 3 zone di occupazione anglo-francoamericana. Al posto del multilateralismo si afferm il bilateralismo Est-Ovest. Il baricentro della potenza mondiale si spostava dallEuropa agli USA, che si presentavano come la forza politico-economica capace di salvare lEuropa dai rischi che la minacciavano. Il deficit dei pagamenti, infatti, non faceva che approfondirsi e ci metteva in luce il fatto che la sterlina non poteva pi essere considerata come uno dei segni monetari necessari per il commercio mondiale. Solo il dollaro poteva salvare il sistema dei commerci internazionali da una paralizzante crisi di liquidit. Ebbe da qui origine il piano Marshall. Il dollaro divenne, quindi, la moneta mondiale e gli USA la banca centrale del mondo.

Le conferenze di pace.
Il 14/08/41 su di una nave da guerra al largo dellisola di Terranova, Churcill e Roosvelt firmarono la Carta Atlantica, un documento in otto punti in cui i due statisti sancivano: la condanna ai regimi fascisti;

le linee di un nuovo ordine democratico; il rispetto dei principi di sovranit popolare ed autodeterminazione dei popoli; il rispetto della libert di commercio e di quella dei mari; la cooperazione internazionale; la rinuncia delluso della forza nei rapporti tra stati. Il 01/01/42, si tenne la Conferenza di Whashington, dove le 26 nazioni in guerra contro lAsse si riunivano per sottoscrivere la Dichiarazione delle Nazioni Unite, frutto di un precedente incontro tra Roosvelt e Churchill. La dichiarazione si proponeva come una sorta di manifesto della lotta contro lAsse e contro il Giappone. I paesi aderenti si impegnavano a tener fede ai principi espressi nella Carta Atlantica ma soprattutto a non concludere armistizi o paci separate. Dallottobre del 43 divenne prassi consolidata convocare conferenze per affrontare la questione della riorganizzazione dellEuropa post-bellica, questione che divideva la Grande Alleanza. Conferenza di Mosca (ottobre 43): i tre ministri degli Esteri (Molotov, Eden, Hull) si incontrarono a Mosca per regolamentare ci che era accaduto in Italia, ma anche per affrontare temi pi generali. I tre ministri dovevano rimettere ordine riguardo i temi posti dalla resa italiana. Infatti, il modo secondo il quale gli anglo-americani avevano condotto il negoziato era stato approvato a malincuore dai sovietici. Venne, perci, discussa a lungo la questione delle commissioni di controllo, e cio del modo secondo il quale gli armistizi militari sarebbero stati seguiti da un controllo politico trilaterale. Nacque da qui la Commissione Consultiva Europea, che avrebbe dovuto predisporre i termini di una politica come nellEuropa liberata, ci appariva coerente con il Grand design roosveltiano, secondo il quale il dopoguerra sarebbe stato costruito sulle grandi istituzioni globali; mentre Molotov ed Eden erano pi praticamente interessati dalla questione polacca e da quella jugoslava. Conferenza del Cairo (novembre 43): Stalin, Churchill e Roosvelt si incontrarono dopo che i due leader occidentali ebbero discusso con il presidente cinese Chang Kai-Shek la situazione dellarea estremo orientale. Con la conferenza Roosvelt voleva legittimare la tesi secondo la quale esistevano quattro potenze e tra queste vi era la Cina e non la Francia. Il presidente americano promise alla Cina il suo appoggio nel recupero di ci che il Giappone le aveva sottratto e riconobbe il primato cinese nellAsia orientale. Le sole richieste che Roosvelt non accett furono quelle che avrebbero indebolito la posizione americana rispetto alla Russia, sulla base dellidea che la Mongolia ed altri territori, che la Cina intendeva occupare, potessero diventare loggetto di un negoziato per impegnare i sovietici ad entrare in guerra contro il Giappone. Conferenza di Teheran (dicembre 43): la conferenza fu loccasione durante la quale vennero prese le decisioni pi importanti per il futuro della storia del mondo. Sul piano militare, Stalin, Churchill e Roosvelt assunsero limpegno che lapertura del secondo fronte in Francia,x alleggerire la pressione tedesca sul fronte orientale,richiesto da Stalin sarebbe stata effettuata entro il 1 maggio 44. Comandante supremo alleato della missione fu Eisenhower, noto per labilit dimostrata nellesercizio del comando sulle forze in campo. Dal canto suo, lURSS si impegnava a dichiarare guerra al Giappone entro tre mesi dalla fine della guerra in Europa, condizioni da determinare. Sul piano giuridico-politico, invece, Roosvelt riprese le sue idee in ordine alla creazione dellONU, nella quale si sarebbe potuto discutere sulla pace; sulla questione coloniale e sulle Nazioni Unite, punti sui quali Stalin e Roosvelt non ebbero difficolt ad accordarsi. Le discussioni di Teheran affrontarono altri temi scottanti, tra cui la questione polacca. Churchill acconsent che i sovietici si tenessero i territori polacchi occupati nel 39,

mentre la Polonia poteva espandersi, a titolo di riparazione per la porzione di territorio perduta a danno della Germania, sino al fiume Oder. In tal modo, il principio dellindipendenza era mantenuto, quello dellintegrit molto meno. Roosvelt non acconsent subito a quanto proposto da Churchill per questioni di politica nazionale (elezioni presidenziali), per cui fu concordato con Stalin che la formalizzazione dellintesa sarebbe stata rimandata alla Conferenza di Yalta. Altra grande questione era quella della Germania che mantenne la sua integrit territoriale, fatta eccezione per il confine con la Polonia e per alcune richieste sovietiche di concessioni territoriali. La Finlandia, che aveva preso parte alla guerra affiancandosi alla Germania, invece, sarebbe dovuta ritornare ai confini del 40 (dopo la guerra dinverno, attacco sovietico). Un facile accordo, inoltre, venne raggiunto sulla necessit di aiutare economicamente lIraq, prostrata dalla guerra; su quella di dare un massiccio appoggio ai partigiani di Tito in Iugoslavia; infine, gli inglesi preannunciarono la loro intenzione di occuparsi della liberazione della Grecia. Conferenza di Casablanca (gennaio 49): Roosevelt e Churchill concordarono che,chiuso il fronte africano,lo sbarco sarebbe avvenuto in Italia. Nella stessa,Roosevelt annunci alla stampa che gli Alleati avrebbero accettato dalle potenze avversarie solo una resa incondizionata,x rassicurare i sovietici sulla seriet dellimpegno degli alleati. Conferenza di Mosca (ottobre 44): Al vertice presero parte Churchill e Stalin,senza Roosevelt impegnato nella sua quarta campagna elettorale. Da poche settimane gli Alleati erano sbarcati in Normandia mentre i sovietici si dirigevano dalla Romania verso la Bulgaria e lUngheria. Churchill giunse cos alla conclusione che fosse indispensabile porre un freno allavanzata sovietica. Churchill si mosse,quindi,in tale direzione esponendo con spregiudicatezza le percentuali di influenza delle quali avrebbero goduto nei Balcani a guerra finita:in Romania l'influenza sovietica sarebbe stata del 90%,quella occidentale del 10%;viceversa in Grecia le proporzioni si sarebbero capovolte a favore della GB;in Bulgaria l'Urss avrebbe disposto del 75% di influenza,gli occidentali del 25%;in Ungheria ed in Jugoslavia la partizione sarebbe avvenuta sulla base del 50% ciascuno. In tal modo,gli inglesi si proponevano di evitare la sovietizzazione dei Balcani e dell'Europa. Conferenza di Yalta (11 febbraio 45): Gli Alleati dilagavano verso il territorio tedesco e l'Armata Rossa occupava quasi tutti i Balcani e la Polonia,dove dai primi del 45,si costitu un governo provvisorio,il Comitato di Lublino,formato da simpatizzanti e componenti del Partito comunista polacco,il quale avrebbe dovuto sostituire il governo legittimo in esilio. Yalta rappresent una pausa di moderazione e un'occasione di inattesi compromessi tra i 3 statisti (Stalin,Churchill e Roosevelt). A Yalta,infatti, vennero prese le decisioni conclusive x la convocazione della conferenza che avrebbe varato l'Onu. Vi erano,per,alcuni temi cruciali che esigevano una soluzione politica. Il primo di questi temi riguardava il numero dei rappresentanti che l'Urss avrebbe avuto all'Assemblea generale dell'Onu. I sovietici avevano richiesto che tutte le Repubbliche dell'Urss fossero ammesse singolarmente all'Organizzazione. Si trattava di una richiesta priva di fondamento giuridico, poich nessuna delle repubbliche aveva personalit internazionale riconosciuta. Il compromesso di Yalta, dato dalla decisione di far partecipare come stati fondatori anche la Bielorussia e l'Ucraina, fu, quindi, una prova di buona volont degli Alleati. Il secondo tema, anch'esso politicamente importante, riguardava l'esigenza di escogitare un meccanismo che impedisse al Consiglio di sicurezza, organo esecutivo dell'Onu, di assumere deliberazioni contrarie ad una delle cinque potenze permanenti (Cina, URSS,

USA, GB, Francia). Il nodo venne attribuendo loro il diritto di veto, cio il potere di paralizzare le Nazioni Unite se queste si fossero rivolte contro i loro interessi. L'ultimo tema relativo allo statuto dell'Onu riguardava la questione coloniale. Venne stabilito che i paesi non ancora divenuti indipendenti e le colonie appartenenti a stati ex nemici sarebbero stati sottoposti ad Amministrazione fiduciaria sotto tutela delle Nazioni Unite. Il pi importante tema discusso a Yalta era quello della Germania. Venne adottata l'idea di creare quattro zone di occupazione (quella francese all'interno delle zone americana e britannica). Inoltre, venne stabilito che la Germania avrebbe dovuto versare, a titolo di riparazioni, 20 milioni di dollari agli Alleati. Sulla questione polacca, dopo la conferenza di Teheran ed i fatti compiuti dai sovietici, vi era poco da deliberare dal punto di vista politico. Restava il problema politico. Infatti la trasformazione del Comitato di Lublino in governo provvisorio era stato un colpo di mano difficile da digerire per gli occidentali, per i quali la difesa del governo in esilio era una questione d'onore. La definizione di un compromesso non fu facile. La formula infine escogitata prevedeva che, a guerra finita, sarebbe stato costituito a Varsavia un governo provvisorio di unit nazionale, che avrebbe dovuto indire elezioni libere, entro il pi breve possibile. L'altro tema caldo di Yalta fu la Dichiarazione sull'Europa liberata, un documento programmatico che definiva i caratteri della politica che i tre vincitori avrebbero osservato ovunque fossero giunti i loro eserciti. Erano impegni alla reciproca consultazione, alla denazificazione, ma soprattutto impegni a operare perch in ogni stato europeo fosse possibile la creazione di istituzioni democratiche, scelte mediante libere elezioni.

7. La mancata integrazione globale e la nascita dei blocchi Il ritorno degli Usa in Europa nel 41 era dettato dalla speranza di ricomporre,sulle rovine del disordine protezionistico e su quelle,meno metaforiche,provocate da bombardamenti e combattimenti che avevano raso al suolo intere citt europee,un sistema economico aperto in cui vigessero le regole del diritto internazionale. Gli USA,del resto,erano il solo paese che usciva intatto e rafforzato dal conflitto. Durante tutto il periodo staliniano,prima della guerra e dopo il 41,il filo di una robusta collaborazione tecnologica e commerciale fra l'Urss ed i paesi occidentali nn si era mai spezzato. Lo sfondo di questa collaborazione fu rappresentato dagli aiuti basati sulla legge Affitti e prestiti,ma sopratutto dall'ipotesi che gli USA fossero disposti nel dopoguerra a sovvenzionare la ricostruzione sovietica. Il prestito sarebbe stato un elemento di forte convergenza fra le 2 grandi potenze che avevano vinto la guerra. Prima della Conferenza di Yalta, il 3 gennaio 45, Molotov illustr ad Harriman, nuovo ambasciatore degli USA (protagonista di molte fasi della relazione fra i due paesi), la richiesta sovietica: un prestito di 6 miliardi di dollari, grazie al quale i sovietici avrebbero potuto effettuare ordinazioni importanti sul mercato americano. Di questo si discusse per mesi, senza grandi risultati. Nel 46, infatti, le tensioni politiche tra i USA ed URSS avevano gi raggiunto un livello tale da rendere impossibile qualsiasi accordo. I sovietici divennero sempre pi reticenti e sempre pi ostili rispetto ad ogni ipotesi americana di collaborazione. Il distacco tra Urss ed USA era, inoltre, approfondito dal modo in cui si era conclusa la guerra contro il Giappone. Il 26 luglio, infatti, GB, USA e Cina (non era presente il governo dell'Unione sovietica poich non si trovava in stato di guerra contro il Giappone) inviarono un pesante ultimatum a Tokyo, nel quale si faceva riferimento ai rischi impliciti alla prosecuzione delle ostilit. Il 6 ed 9 agosto vennero sganciati su Hiroshima e Nagasaki due ordigni nucleari, che rasero al suolo le citt e provocarono

migliaia di vittime. Ogni speranza giapponese di compromesso venne a cadere l'8 agosto, quando il governo sovietico le dichiar guerra. L'imperatore Hiroito, suprema autorit morale e religiosa del paese, annunci al Supremo Consiglio imperiale la decisione di accettare la proposta di pace degli Alleati. Le operazioni militari vennero sospese ed il 2 settembre venne firmato l'armistizio che, lungi dall'essere una resa senza condizioni, conteneva garanzie per la tutela dell'Imperatore. La vittoria americana sul Giappone influ sulla posizione sovietica per vari motivi. Stalin non venne privato di ci che gli era stato promesso a Yalta, ma l'importanza del successo americano stava altrove: nel fatto che le forze statunitensi avrebbero occupato da sole il Giappone e la Corea del Sud e nel fatto che esse dimostravano di poter dominare non solo l'Atlantico e l'Europa, ma anche l'Asia. L'altra novit di fondo rispetto ai rapporti sovietico-americani fu l'affiorare della questione nucleare. Da anni alcune delle maggiori potenze (Germania, GB, USA, URSS) avevano ingaggiato una gara serrata per la conquista del primato nucleare e gli americani giunsero per primi sul traguardo. In tal senso le Nazioni Unite nascevano sotto una cattiva stella. Nella Conferenza di San Francisco (aprile/giugno 45) fu approvata la Carta dell'ONU da 51 Stati. L'Organizzazione alla quale dava vita era analoga alla Societ delle Nazioni, ma per molti aspetti pi complessa. Compito primario dell'Onu era mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Era fatto obbligo agli stati membri di tenere permanentemente a disposizione contingenti speciali che sarebbero stati posti sotto il controllo di un Comitato di Stato Maggiore, che avrebbe operato secondo le deliberazioni del Consiglio di sicurezza. Altre parti della Carta affrontavano il tema coloniale, assumendo la definizione di territori non autonomi per tutti quei paesi che si trovavano in un regime coloniale diverso dall'amministrazione fiduciaria. L'Assemblea dell'Onu tenne la sua prima riunione a Londra nel gennaio 46 e da allora divenne teatro pi che della collaborazione internazionale, di tensioni latenti. Fra le prime risoluzioni adottate a Londra vi fu l'istituzione della Commissione per l'energia atomica che avrebbe dovuto avere il compito di definire le regole per l'uso sicuro e pacifico dell'energia nucleare. A causa, per, di reciproche diffidenze, l'ipotesi di un organismo preposto al controllo dell'uso di energia nucleare cadde miseramente. Furono necessari una ventina d'anni perch le superpotenze trovassero un primo accordo. In pochi mesi dalla fine del conflitto, dunque, si era creato un profondo senso di diffidenza reciproca tra i vincitori. L'Urss era una potenza dalle enormi dimensioni geografiche e dalle immense riserve di materie prime, ma doveva affrontare giganteschi problemi di ricostruzione materiale, e sul piano internazionale, doveva definire i suoi obiettivi globali. Mentre per gli Usa il problema della globalit non esisteva, per i sovietici doveva essere risolto attraverso alcune questioni di non facile soluzione quali: la questione tedesca, il problema dei Balcani, quello degli Stretti e dell'accesso al Mediterraneo, la possibilit di ampliare l'influenza in Asia. Stalin guid le operazioni per raggiungere tali obiettivi con mano pesante. Cos, mentre l'egemonia statunitense veniva esercitata in modo poco visibile e la sua occupazione militare dei paesi ex nemici avveniva tra la gratitudine della popolazione; l'egemonia sovietica si manifestava in maniera oppressiva (espropriazione di industrie e beni di consumo nei paesi occupati, elezioni non corrette). In Polonia, in Romania, in Bulgaria ed in Ungheria furono istituiti governi di coalizione, composti in maggioranza da comunisti. In Jugoslavia, dove gli accordi di Yalta avevano previsto un governo di unit nazionale, il maresciallo Tito, eroe della resistenza, present alle elezioni una lista di Fronte popolare che acquist oltre il 90% dei voti espressi. Da un mondo che prima della guerra era stato dominato dal latifondismo agrario e dalla piccola propriet contadina uscivano ora votazioni contraddittorie rispetto ai presupposti sociali sui quali esse avrebbero dovuto

essere basate. Questo non era altro che frutto dell'opera di stalinizzazione che i sovietici erano riusciti ad imporre. Quanto alla questione tedesca, il segretario di Stato americano Byrnes, nel febbraio 46, fece circolare l'idea di un patto venticinquennale di garanzia contro la rinascita del militarismo tedesco, ma Molotov respinse la proposta, affermando in seguito che i sovietici non accettavano alcuna forma di garanzia poich rifiutavano la presenza americana in Europa. Stalin aveva da sempre considerato le forze borghesie occidentali come avversari da combattere o con i quali collaborare temporaneamente (Come nel 39-41 aveva collaborato con i tedeschi, dal 41-51 con le potenze occidentali). Nel 46, vista l'impossibilit di accrescere ulteriormente le conquiste ottenute in guerra, cadevano le ragioni di una convergenza con l'Occidente e Stalin riprese il concetto dell'inevitabilit della guerra fra il sistema comunista e quello capitalista. L'incubazione della svolta americana, invece, richiese alcuni mesi e si espresse attraverso la dichiarazione Truman ed il piano Marshall. Il 21 febbraio 47, il governo di Londra rese nota la decisione rese nota la decisione di sospendere la convertibilit della sterlina e quella di ritirare le truppe inglesi dalla Grecia, dove esse appoggiavano il governo di Atene contro la guerriglia comunista. La crisi britannica mise in evidenza le difficolt che riguardavano tutta l'Europa occidentale. Infatti, ovunque il tentativo di ricostruzione era stato finanziato dalla esportazione e dagli aiuti americani. Si apriva, quindi, un deficit finanziario che in breve si sarebbe trasformato in una voragine. Il 12 marzo 47, inoltre, il presidente Truman annunci al Congresso la decisione di difendere la Grecia e la Turchia, entrambe sotto le pressioni sovietiche, concedendo loro un aiuto di 400 milioni di dollari ed altri aiuti in beni di consumo, per proteggere questa parte del mondo dai rischi che la minacciavano (il discorso divenne noto come Dottrina Truman). Il 5 giugno 47, il segretario di Stato Marshall, in un discorso ad Harvard, rese pubblico nelle sue linee generali il programma di aiuti all'Europa, compresa l'Urss ed i paesi ad essa vicini. Dapprima sovietici, cecoslovacchi, polacchi ed ungheresi parvero accettarlo, solo in un secondo momento Stalin, percepito il significato politico che esso avrebbe assunto, rifiut la proposta. Nel settembre 47, infatti, si tenne in Polonia una riunione dei rappresentanti dei partiti dell'Europa orientale, pi quello italiano e francese. Nel comunicato finale della conferenza, da cui nasceva la nuova Internazionale Comunista, il Cominform, con sede a Belgrado, venne ribadita la divisione del mondo in due campi avversi. Intanto, tutti i paesi occidentali, anche quelli neutrali in guerra, comprese le zone occidentali della Germania, prendevano parte alla prima organizzazione europea del dopoguerra, l'Oece (organizzazione europea di cooperazione economica).

DALLA GUERRA FREDDA ALLA COESISTENZA COMPETITIVA (19471964) 1. Una proposta di lettura.

La nascita di due campi contrapposti provoc il cambiamento delle regole delle relazioni internazionali. Dopo il 47 queste cambiarono nel senso della semplificazione e dellestensione. La semplificazione era determinata dal fatto che da allora nella vita internazionale gli interlocutori effettivi si ridussero a due: gli USA e lURSS. Gli altri potevano fare solo da coro sullo sfondo. Per qualche anno la Francia credete di poter operare ancora in modo autonomo, ma nel 54, con la sconfitta nel Vietnam e durante la conflagrazione anticoloniale dellAfrica del nord, tale illusione perse di senso. Per qualche anno, anche la Gran Bretagna, forte dei suoi ancora vasti domini coloniali, credette di poter affiancare il suo primato a quello americano, ma lumiliazione subita con il fiasco della spedizione di Suez (1956) fu la dimostrazione dellimpossibilit per i britannici di azioni non concordate con gli USA. Nessuno nel campo sovietico os contrapporsi alla direttive della potenza guida. Solo la Cina fino al 58-59. Del resto chi osava dissentire veniva escluso, come accade alla Jugoslavia del Maresciallo Tito . Esisteva un sistema tendenzialmente bipolare. Le due grandi potenze soltanto avevano la forza necessaria per condurre sino in fondo uno scontro militare; avevano il potere politico per interferire praticamente nellambito dei rispettivi sistemi; guidavano blocchi economici sostanzialmente omogenei. Guidavano due imperi di genere nuovo legati da una potente affinit ideologica. Il secondo aspetto quello dellestensione. Le relazioni internazionali divennero elaborazioni ispirate ad una visione inevitabilmente complessiva del panorama mondiale. I rapporti tra i due blocchi erano condizionati dal modo secondo il quale si era giunti alla nuova situazione. Infatti, ci era il frutto di contrapposte visioni del mondo. Le concezioni sociali, la natura dei rispettivi sistemi economici, la diversit delle ambizioni politiche e dei progetti di controllo internazionale erano altrettanti elementi che gettavano combustibile nellantagonismo tra le due superpotenze. Si attribu alla contesa la definizione di Guerra Fredda, per definire lo stato delle relazioni tra USA e URSS, che viveva una lotta combattuta con mezzi pacifici ma con una virulenza, anche propagandistica, tale da suscitare limpressione che il conflitto potesse definirsi come una guerra. Ma definire il periodo storico che va dal secondo dopoguerra alla caduta del muro di Berlino (1989) semplicistico e ingannevole. Le relazioni tra le due superpotenze non furono un continuum conflittuale ma rapporti complessi caratterizzati da fasi diverse. Il governo degli USA aveva rinunciato ai grandi progetti Roosveltiani con la politica del containment. Accettava il mancato adempimento degli impegni assunti da Stalin a Teheran, Yalta e Potsdam e subiva la sovietizzazione della zona di occupazione orientale della Germania, della Polonia e dellEuropa balcanica. La questione era di impedire, mediante una politica di contenimento, cio di efficace risposta politica a ogni iniziativa staliniana, che i sovietici ampliassero ulteriormente il loro dominio e di aspettare che le contraddizioni insiste nella natura del sistema sovietico prevalessero. Contenere significava organizzare quegli stati che erano sotto linfluenza statunitense per dare vita ad un insieme di relazioni vitali e durevoli. In tal senso, pi che dalla dottrina Truman, il ruolo fondamentale sarebbe stato svolto dal Piano Marshall, lattuazione del quale avrebbe reso possibile un completo risanamento dellEuropa e la creazione di un rapporto virtuoso tra leconomia americana e quella europea. Europa Occidentale e Stati Uniti avrebbero costituito, sotto legida americana il soggetto capace di catalizzare leconomia mondiale, sottraendola a tentazioni collettivistiche.

Il punto politicamente pi delicato consisteva nellacquisizione del consenso da parte dei governi interessati, senza esercitare coercizioni visibili. Loperazione risult abbastanza semplice tranne che per pochi casi in cui gli USA provocarono lestromissione dei partiti comunisti dalle coalizioni di governo e, solo in Italia ci ebbe un vasto eco poich le sinistre erano in quel momento giuridicamente maggioritarie nel paese. Tra il 1945 e il 1953 lEuropa Occidentale ricevette dagli USA aiuti per un ammontare di 26.365 milioni di dollari accompagnati da un progetto di evoluzione economiche che acceler il processo di integrazione europea. Il campo sovietico. Non vi fu da parte sovietica una politica di aiuti per la ricostruzione, poich la politica dellURSS doveva, in quella fase, sopportare oneri ben pi pesanti di quelli americani. Vi fu piuttosto una politica di sfruttamento delle risorse dei paesi occupati e in particolare della zona orientale della Germania. La nascita del Cominform aveva posto come primo problema la questione ideologica. Questa riguardava la distinzione tra Internazionalismo Proletario e Vie Nazionali al Socialismo. Dirigenti del comunismo polacco (Gomulka), di quello bulgaro (Kostov), di quello rumeno (Patrasan), di quello ungherese (Rajk) e di quello jugoslavo (Maresciallo Tito) propendevano verso una concezione nazionalistica del comunismo. Il chiarimento tra le due concezioni ebbe luogo a partire dalla conferenza costitutiva del Cominform e dopo di allora fu chiaro che le Vie nazionali erano uneresia. Nel 48 ebbero luogo lespulsione della Jugoslavia dal Cominform per deviazionismo ideologico e il Blocco di Berlino. Posta al centro della zona sovietica, Berlino era amministrata da unassemblea cittadina nella quale i partiti filoccidentali avevano l80% dei voti e i socialisti prosovietici il 20%. Negli accordi tecnici raggiunti dopo Potsdam erano stati definiti corridoi ferroviari, autostradali ed aerei lungo i quali americani, francesi e britannici potessero comunicare con le rispettive zone di occupazione. Queste intese richiedevano la volont sovietica di collaborare e la rinuncia di ogni tentativo di annullare linternazionalizzazione di Berlino. Invece dalle proposte emerse dalla prima guerra del 48 quando nelle tre zone occidentali si inizi a parlare di riforma monetaria, preludio allunificazione delle stesse zone di occupazione. I sovietici accusarono gli occidentali di aver violato gli accordi di Potsdam sullunita economica della Germania e alla fine del 48 bloccarono le comunicazioni tra Berlino e le zone occidentali della Germania. Il blocco venne tolto nel 49 subito dopo la firma del Patto Atlantico quando la nascita di due stati separati in Germania era sul punto di essere completata. Da allora Berlino divenne una citt simbolo della fase acuta della Guerra Fredda, della divisione dellEuropa e del modo diverso con cui i regimi occidentali e quelli dellEuropa Orientale organizzavano la loro vita pubblica e privata. Le crescenti difficolt nei governi dei paesi satelliti dellEuropa Orientale erano la spia dellimpossibilit del governo di Mosca di mantenere la coesione in un mondo cos profondamente solcato dalle diversit e dalle rivalit; il tentativo di costringere con mezzi repressivi leconomia dellEuropa Orientale a collegarsi con lUnione Sovietica e trasformarsi secondo le esigenze indicate da Mosca si scontrava contro lobiettiva difficolt di modificare modi di vita che avevano radici secolari. Durante tutta la sua storia, il blocco sovietico conobbe un solo momento di convergenza, nel 1955, quando venne firmato il Patto di Varsavia, in risposta alla creazione della Nato e al riarmo della Germania. Era comunque una convergenza imposta con la forza. Dopo lo scisma jugoslavo del 1948, nel ?53 lo sciopero generale proclamato nella Germania Est e le sollevazioni operaie vennero represse; nel 56 la crisi della destalinizzazione attravers tutta lEuropa centro-orientale, suscitando la ribellione dei polacchi, placata con mezzi pacifici, e la rivolta ungherese, risolta con una repressione sanguinosa; nel 61, il governo della Germania orientale, per

porre un argine alla fuga verso ovest di centinaia di migliaia di persone, fu spinto verso la decisione di costruire il famigerato muro di Berlino; nel 68, le truppe sovietiche e quelle del Patto di Varsavia dovevano ricondurre allordine voluto da Mosca la Cecoslovacchia, dopo il vano tentativo di instaurare nel paese un socialismo dal volto umano. Le superpotenze erano dunque presenti in Europa secondo modelli molto diseguali. Nella prima fase della guerra fredda, pressappoco fino 1955, esse operarono per il consolidamento dei blocchi rispettivi. Frattanto lUnione Sovietica conobbe il travaglio della destalinizzazione (Stalin mor il 5 marzo 1953) e lEuropa occidentale cominci ad avvertire in maniera sempre pi pesante gli effetti della decolonizzazione. Furono, quelli, gli ani in cui il conflitto tra le due superpotenze acquist rapidamente una divisione globale. Nessun continente venne risparmiato. La campagna antifrancese in Asia; quella antibritannica nel Medio Oriente; quella antiamericana nellemisfero occidentale non furono che le prime scintille di un grande incendio. Tuttavia incominciava a cambiare anche il campo della contesa. Si affacciavano temi nuovi: in primo luogo la gare per la supremazia nucleare. Dopo che, nel 49 lUnione Sovietica aveva rivelato di possedere anchessa larma atomica e di avere gi iniziato la costruzione della bomba H, gli USA si misero subito sulla stessa scia. Intanto era iniziata anche la competizione per la supremazia nella costruzione di vettori missilistici, specie di missili balistici intercontinentali e di missili capaci di lanciare missili nello spazio. Nel 1957 lUnione Sovietica tagliava per prima il traguardo con lo Sputnik , mentre gli americani nel 1969 fecero sbarcare un uomo sulla superficie lunare. Per quanto riguarda il processo di decolonizzazione americani e sovietici fecero a gara, per qualche anno, nel fornire aiuti, nellinviare tecnici, nel proporre modelli di sviluppo. Questa gara, questo periodo venne definito della coesistenza competitiva. Lampliarsi della contrapposizione costituiva, insieme alle tensioni precedenti, costituiva una miscela esplosiva. La competizione militare e missilistica esponeva lumanit ai rischi dallautodistruzione. Lequilibrio del terrore offriva molte certezze offensive ma anche una sorta di insicurezza esistenziale collettiva. Si affacciava il problema di allentare il conflitto, avviando qualche forma di distensione. Possono essere esemplari alcuni eventi: la conferenza di Ginevra (1955);la visita di Chruscev negli USA (1959); un tentato vertice di Parigi (1960); parve toccare il punto pi basso nel corso della crisi dei missili a Cuba (1962), ma dopo tale data si modific rapidamente, cos da consentire che si giungesse al Test Ban Treaty, il trattato di sospensione degli esperimenti nucleari nellatmosfera (1963), che per la prima volta segn il reciproco impegno degli stati Uniti e dellUnione Sovietica di governare insieme il pi esplosivo dei conflitti che dividevano le superpotenze, avviando linizio di una stagione di negoziati durante la quale il ricordo delle esperienze del passato perse le sue specifiche connotazioni per dare luogo a grandi speranze di distensione internazionale.

2. Levoluzione del sistema dei blocchi.


Fra il 1947 e il 1955 entrambi i blocchi vennero strutturati in maniera organizzativa molto precisa. Il Piano Marshall non era una strutturazione. LEca (European Cooperation Administration)non era unorganizzazione ma solo lorganismo mediante il quale gli Stati Uniti coordinavano gli aiuti allEuropa. Nemmeno lOece era, ai suoi inizi, unorganizzazione perch essa era stata costituita per la formulazione dele richieste europee di aiuto agli USA. Solo lUnione Europea dei pagamenti era unorganizzazione, ma dal carattere tecnico. Levolvere del sistema occidentale verso una pi rigorosa disciplina politica e, in seguito, militare, ebbe inizio nel 1948. Nel 1947 si svolse a Londra uninutile sessione del Council of Foreign Ministers, per iniziare la discussione sul trattato di pace con la Germania. In

questa occasione si pervenne alla conclusione che il pericolo di una rinascita tedesca era assai meno grave della minaccia sovietica. Lo stesso anno il ministro degli Esteri laburista inglese. Bavin, pronunci alla Camera dei Comuni un forte discorso nel quale denunci con eloquenza il carattere aggressivo della politica estera sovietica e chiam con energia i paesi europei a dare una risposta appropriata allo stalinismo (egli parlava di Unione occidentale). Come avevano gia fatto con il Piano Marshall, gli americani si dichiararono disposti a partecipare alla difesa purch questa non fosse dettata da interessi nazionali ma da una visione generale. Dagli Usa partiva un forte impulso verso la trasformazione degli ideali europeistici. Il discorso di Bavin mise in moto un rapido negoziato e un pi lungo processo politico. Nel 1948 venne firmato il Patto di Bruxelles, il primo trattato multilaterale diretto formalmente a tutelare i cinque firmatari (Gran Bretagna, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) dalla minaccia di una ripresa aggressiva della Germania o da qualsiasi situazione che potesse rappresentare una minaccia contro la pace, dovunque essa si fosse presentata. Il patto era solo il primo passo di un processo pi vasto. Parallelamente gli esponenti del movimento europeo, cio di una consociazione di organizzazioni europeiste, tennero nel 1948 allAja un congresso europeo che contribu ad assimilare il trattato di Bruxelles e i successivi negoziati per lAlleanza Atlantica con il movimento europeistico. Il congresso port alla nascita del Consiglio dEuropa, il negoziato alla stipulazione del Patto atlantico. A marzo il presidente Truman assicur che lappoggio americano non sarebbe mancato. Negli Stati Uniti prevaleva la convinzione che il Piano Marshall fosse pi che sufficiente a favorire la rinascita dellEuropa occidentale e, di conseguenza, il contenimento delle pressioni sovietiche. Era anche diffusa la persuasione che Stalin, una volta assimilata la Cecoslovacchia al campo sovietico, non nutrisse intenzioni militarmente aggressive verso il resto dEuropa. Lesito, trionfale per i partiti filoamericani, delle elezioni politiche italiane (48) rassicurava anche circa le sorti del paese pi esposto a eventuali colpi di mano provenienti dalla Jugoslavia. Questo insieme di elementi rendeva difficile per gli americani comprendere le ragioni vere delle paure europee e le conseguenti insistenze. Gli europei premevano a tal punto da avviare una serie di incontri con i capi militari americani e canadesi (noti come Pentagon Talks) per studiare la natura vera della minaccia sovietica e i mezzi tecnici per respingerla. Al Senato, Truman poteva puntare sulla presenza del senatore Vandemberg, il collaboratore pi adatto per superare quelle obiezioni che avevano la loro radice nella tradizione originaria degli USA di non sottoscrivere entangling alliances (alleanze vincolanti) allesterno dellemisfero occidentale. Le discussioni su questo temo ebbero luogo mentre a Berlino i sovietici protestavano con crescente energia e ferme minacce di ritorsione verso i progetti occidentali di cambio del marco. La risoluzione Vandemberg venne approvata lo stesso giorno nel quale i sovietici ponevano in essere le prime misure relative al blocco di Berlino. Ci che accadde poi nella ex capitale tedesca non fece poi che consolidare la determinazione che doveva portare al Patto atlantico. La risoluzione infatti concedeva la potest al presidente americano di stipulare accordi regionali o accordi collettivi concernenti la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Per gli Usa fu una svolta storica che ampliava verso lambito politico-militare limpegno che essi stavano assumendo come potenza guida del campo occidentale. Il 4 aprile 1949 a Washington fu firmato il trattato del Patto atlantico. Ma cerano tre questioni aperte riguardanti il Patto. La pi importante riguardava la natura dellimpegno che i contraenti avrebbero assunto mediante lalleanza, poich da essa sarebbe derivata la natura delle azioni che ciascuno avrebbe dovuto compiere qualora si fosse verificato il

casus foederis (levento che avrebbe provocato lentrata in funzione delle garanzie negoziate). Il cuore politico dellAlleanza era rappresentato da una garanzia difensiva contro lattacco di terzi. Ma larticolo del trattato riguardante ci non era molto esplicito. Infatti la natura delle azioni da intraprendere era lasciata ai singoli membri dellAlleanza; queste non sarebbero state necessariamente di natura militare. Questa era una garanzia indiretta per il Senato degli Usa che in questo modo non sarebbe stato espropriato del diritto costituzionale di dichiarare lo stato di guerra. Laltro aspetto cruciale del negoziato fu la definizione dei limiti geografici ai quali esso sarebbe stato esteso. Nel trattato si parlava di area dellAtlantico settentrionale: questa definizione poteva essere definito in modo diverso. La questione si pose per la Spagna e per lItalia. Contro lestensione alla Spagna esisteva lostacolo decretato dalle Nazioni Unite, che avevano posto lostracismo diplomatico alla dittatura di Franco. LItalia dal punto di vista geografico non si pu collocare nellarea settentrionale. Poi cera il problema politico del rischio militare riguardante Grecia e Turchia. Se lItalia entr a far parte del Patto atlantico fu grazie alle insistenze francesi. La Francia, infatti, si sarebbe sentita isolata dal punto di vista del retroterra politico, senza la partecipazione dellItalia, in quanto il Patto sarebbe stato letteralmente un trattato marittimo. La partecipazione dellItalia avrebbe poi dato allAlleanza un carattere pi centro-europeo. Cos il governo italiano fu invitato ad aderire ad unalleanza, il testo della quale esso non aveva contribuito a definire. Dal 1949 gli Stati Uniti diventarono il arate dello status quo nellEuropa Occidentale. Ci port ad un vincolo politico permanente tra gli USA e lEuropa occidentale. Nel 1950 ci fu lattacco della corea del Nord (filosovietica) alla Corea del Sud (filoamericana). Intanto nel 49 fu costituita la Repubblica Federale Tedesca e Adenauer fu eletto cancelliere. Sempre nello stesso anno nasceva la Repubblica Democratica tedesca sotto la guida di Ulbricht, capo del Partito Socialista (Sed). La Germania divisa era lo specchio europeo della situazione coreana. Questultima era, secondo Truman, lassaggio circoscritto delle reazioni che la violazione delle regole tacite della guerra fredda poteva provocare. Tra la fine del 49 e gli inizi del 50 inizi la competizione nucleare tra le due superpotenze. Nel 1950 il National Security Council aveva adottato una nuova ipotesi strategica: la Nsc68 (limpegno finanziario americano per spese militari passava al 20% del bilancio statale) che aggiornava le teorie prevalentemente difensive del cointainment. Lintersezione tra la revisione strategica americana e le ripercussioni della guerra di Corea rimise in discussione il problema della difesa europea. La formazione della Repubblica federale tedesca era collegata a tale revisione. La Francia aveva accettato la sua formazione solo dopo la firma del Patto Atlantico. Qualsiasi mutamento dello status giuridico e militare della Germania doveva fare i conti con lopposizione francese che voleva la garanzia che tale riarmo sarebbe servito solo alla difesa europea e non anche alla rinascita del militarismo tedesco. Sul piano economico il progetto venne elaborato da Jean Monnet e da Robert Schuman. Il piano teneva conto della robusta iniziativa europeistica lanciata dalla conferenza dellAja, secondo la quale le risorse carbosiderurgiche di Francia e Germania divenissero loccasione per una convergenza. Nel 1952 venne istituita la Ceca, nel quale confluirono Francia, Germania, Italia e i tre stati del Benelux. Veniva cos affidata allAlta autorit comunitaria un compito effettivamente soprannazionale. Pochi valutarono sino in fondo limportanza dellappoggio americano al progetto. Se prima del Patto Atlantico gli americani erano stati molto prudenti ad accreditare lipotesi che esistesse davvero una minaccia militare sovietica verso lEuropa, nel 1950 essi avevano mutato idea. La nuova strategia di difesa atlantica era basata sulla partecipazione della Germania ad un esercito europeo.

Nel 1959 gli Usa proposero la creazione, nellambito del Patto Atlantico di una struttura militare integrata, posta sotto il comando statunitense, ma della quale avrebbero dovuto far parte anche dieci divisioni tedesche. Cos il problema europeo diventava soprattutto un problema francese. Il governo di Parigi elabor dapprima il piano Pleven che prevedeva la creazione di un ministero europeo della Difesa come premessa della nascita di un esercito integrato. La proposta venne recepita tiepidamente e Parigi trovo nella formula della Ceca un modello che poteva essere ripreso con gli opportuni adattamenti, allinterno del quale il riarmo della Germania sarebbe stato diluito in modo tale da non apparire allarmante. Venne creato lesercito atlantico integrato, con sede a Parigi, posto sotto il comando del generale Eisenhower e appoggiato su una solida struttura organizzativa che in pratica divenne, dunque, lorganizzazione del Patto atlantico: la Nato. Il secondo passo i questa direzione fu la creazione dellesercito europeo integrato: La Comunit europea di difesa (Ced) venne istituita nel 1952. Ma il processo di ratifica da parte dei sei Parlamenti interessati incontr qualche scoglio, specie in Francia. Nel 1954 lAssemblea Nazionale bocci il trattato della Ced e ci fu una sconfitta cocente per gli europeisti Sempre nel 54 venne messo a punto un nuovo trattato, che istituiva lUnione europea occidentale (Ueo); questa sarebbe stata lambito organizzativo entro il quale collocare lesercito europeo con la partecipazione tedesca. Essa sarebbe stata governata da un Consiglio rappresentato dai rappresentanti dei governi. Nel 1955 il processo di ratifica era concluso. Con gli accordi di Parigi il campo occidentale aveva completato la sua organizzazione, estendendosi anche al fronte militare. Si restitu piena sovranit alla Repubblica federale tedesca e ci rendeva possibile la sua partecipazione al Patto atlantico. La sola Germania esistente fu quella governata da Adenauer e avviata ad unimpressionante rinascita non soltanto politica ma anche economica, senza che ci suscitasse allarme nel mondo. Ci che ebbe luogo nellEuropa occidentale accadde specularmene anche nel campo sovietico. Dopo lassimilazione della Cecoslovacchia e lespulsione della Jugoslavia dal Cominform , i governi dellEuropa orientale erano allineati allidea di internazionalismo proletario. Non era stato stipulato nessun accordo difensivo generale. Lunico accordo generale esistente era il Comecon (Consiglio di reciproca assistenza economica) che in un certo senso rispecchiava lOece. Una volta firmati gli accordi di Parigi sullUeo (1954), venne convocata a Mosca una conferenza alla quale parteciparono, accanto ai rappresentanti sovietici, quelli dellAlbania, della Bulgaria, della Cecoslovacchia, della Polonia, della Repubblica democratica tedesca, della Romania, dellUngheria, oltre a quelli dellURSS stessa. Allindomani della ratifica dei trattati dellUeo, il governo sovietico denunciava i trattati difensivi stipulati. I rappresentanti degli otto paesi convocati precedentemente a Mosca ci tornarono per stipulare un trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza, meglio noto come il Patto di Varsavia. Anche questo indicava il casus foederis. Non esisteva, invece, separazione tra accordo politico e accordo militare. Il trattato prevedeva che sarebbe stato creato subito un comando militare unificato. Nel 1955, si pu dire che la fase europea della guerra fredda e del confronto bipolare fosse terminata.

3. Dal confronto alla prima distensione.


Alle elezioni presidenziali americane del 1952 vinse il repubblicano Eisenhower. La sua vittoria port al potere un gruppo dirigente nuovo nel quale spiccava la figura di Dulls,

grande esperto di problemi internazionali, nominato segretario di Stato. Pochi giorni dopo linsediamento del nuovo presidente mor Stalin (5 marzo 1953). Dulls era preceduto dalla fama delle sue critiche contro la timidezza della politica estera di Truman: Altro che contenimento! Verso la politica sovietica occorreva una politica di ardimento, unazione dinamica che portasse alla ritirata sovietica, anche a costo di giungere sullorlo del conflitto. Nel 1954 Dulls preannunci un New Look cio una nuova concezione della strategia militare degli Stati Uniti. Egli esplicit la sua dottrina come massive retaliation, cio della rappresaglia massiccia, basata sul concetto che il modo migliore per prevenire laggressione era quello di basarsi in primo luogo su una capacit di risposta immediata e massiccia contro ogni gesto ostile compiuto dai sovietici. Queste enunciazioni venivano preannunciate proprio quando dal mondo sovietico venivano segnali di crisi e di apertura alla coesistenza. La dottrina della rappresaglia massiccia prevedeva che ogni aggressione sovietica fosse contrastata da una risposta tale da annientare la potenza dellavversario. Ma vi era stata, dal 45 in poi, una reale minaccia militare sovietica tale da legittimare una rappresaglia massiccia? Perci il New Look non aveva una portata diretta , relativa a ipotesi realistiche. Era pi che altro un messaggio lanciato agli europei e ai sovietici. Il messaggio di Dulls era diretto a prevenire temuti e possibili colpi di mano o, forse, a stabilire nuove condizioni di convivenza militare. In quegli anni lEuropa divenne, in un certo senso, un partner secondario degli USA. Si comprese che la svolta sanzionava la retrocessione dellEuropa da soggetto delle relazioni internazionali a oggetto della politica delle superpotenze. Jean Monnet, che nel 1952 era stato nominato presidente dellAlta Autorit della Ceca, nel 1954 annunciava la volont di riprendere la propria libert dazione in ambito europeo. Egli suggeriva la formula dellintegrazione europea per settori: trasporti, energia tradizionale, sfruttamento comune dellenergia nucleare, agricoltura. I governi si mossero in una direzione meno pratica e pi politica, discutendo lidea di una integrazione economica dellEuropa in senso generale, da costruire in due fasi: prima mediante la formazione di ununione doganale poi con lunione economica. Nel 1955 con la conferenza dei ministri degli Esteri della Ceca si ide il cosiddetto rilancio europeo. Nel 1957 nacquero i trattati di Roma relativi alla costituzione del Mercato unico europeo e dellEuratom. I due trattati furono accolti con scetticismo da alcuni paesi, guidati dalla Gran Bretagna, che, nel 1959, crearono una European Free Trade Association (Efta), intesa come contraltare del Mercato comune. Frattanto Dulls aveva dispiegato con molta energia i nuovi orizzonti della sue politica e i sovietici avevano manifestato la variet di interessi che li animava: in senso difensivo o repressivo ma anche in senso distensivo rispetto ali Stati Uniti. Nel 1953 gli Stati Uniti ripristinarono regolari relazioni diplomatiche con la Spagna, in cambio di basi militari e portuali. Nello stesso arco di tempo operarono per un riavvicinamento della Jugoslavia, diplomaticamente isolata, la Grecia e la Turchia. Nel 1954 i tre paesi firmarono un trattato di alleanza che indirettamente e provvisoriamente colleg la Jugoslavia al sistema atlantico e direttamente costrinse lItalia a rinunciare alle speranze di annettere tutto il Territorio libero di Trieste. Nellottobre 54 lItalia accett una situazione di compromesso grazie alla quale Trieste era restituita allamministrazione italiana mentre la parte orientale del previsto Territorio libero restava alla Jugoslavia. Nel 53 Dulls effettu un lungo viaggio nelle capitali del Medio Oriente per la costituzione di una fascia protettiva a sud del Caucaso in funzione antisovietica. Il primo risultato indiretto di tale missione fu la fine della crisi anglo-iraniana, aperta nel 51 dalla decisione del governo di Teheran di nazionalizzare la Anglo-Iranian Oil Company. Era linizio delle grandi contese petrolifere dei decenni successivi. Nellagosto 54 la crisi fu risolta con lestromissione di Mossadegh ma anche con la nascita di un consorzio di compagnie petrolifere il 40% delle quali americane.

Dulls si occup anche dellAsia orientale con la firma del South Eastern Asia Treaty Organization (Seato), un trattato di mutua difesa analogo al Patto Atlantico e sottoscritto da USA, GB, FR, Australia, Nuova Zelanda, Filippine, Thailandia e Pakistan. Eisenhower prometteva, poi, al presidente del Vietnam del Sud il diretto aiuto americano. Questa pattomania di Dulls potrebbe essere interpretata come unestensione a tutto il mondo della dottrina del containment: anzich contenere, accerchiare lUnione Sovietica. La successione a Stalin fu tortuosa e tormentata. Nel 1953 la Pravda, organo del partito comunista dellUnione Sovietica (Pcus), annunci la scoperta di un complotto che port allarresto di un certo numero di persone. Stalin lasciava dietro di s uneredit imponente: Egli era riuscito a trasformare la vita sociale sovietica e a dare allUrss il ruolo di superpotenza globale. Aveva trasformato le forze armate del paese in una poderosa macchina da guerra. Tuttavia aveva creato un sistema economico pieno di contraddizioni. Le scelte di politica economica erano affidate allinsindacabile giudizio dei dirigenti del Pcus. Una burocrazia gigantesca sovrintendeva allattivit di questo sistema sulla base di criteri che mettevano in primo piano la crescita dellindustria pesante e del complesso militare a danno della produzione di beni di consumo. In questa impresa venivano sperperati immensi capitali e immense risorse materiali senza il calcolo del rapporto costi/benefici. Perci il problema dei costi di Si affront produzione era subordinato allesigenza di raggiungere obiettivi determinati quantitativamente e non qualitativamente. Il monopolio dellindustria statale completava i caratteri del sistema: isolato dal mondo, autosufficiente, autoreferenziale gi condizionato da varie contraddizioni. Dinanzi ad una politica di investimenti voluta prima politicamente che economicamente, veniva meno in esso la spinta allaccumulazione, allinnovazione, al potenziamento delle risorse umane, poich era assente un adeguato incremento di produttivit. Un paio di settimane dopo la morte di Stalin si costitu una sorta di direzione collegiale: Malenkov divenne Primo ministro, Molotov ministro degli Esteri, Barija ministro degli Interni, Bulganin ministro della Difesa, Kaganovic ministro per le Questioni economiche. Il maresciallo Vorosilov fu nominato capo dello stato. Chruscev assunse la guida del Pcus. Buona parte dei successori di Stalin ambiva ad assumerne leredit. Lo scontro dur sino al 1954 e termin con la sconfitta di Malekov e il successo di Cruscev. Malenkov aveva una visone pi aperta. Nel 53 egli, oltre a promettere un cambiamento delle priorit economiche, a favore di una maggiore produzione di beni di consumo, disse esplicitamente di essere favorevole a un miglioramento dei rapporti con lOccidente; disse di considerare una guerra nucleare come un disastro per tutta lumanit (mentre altri esponenti sovietici si dicevano sicuri che una guerra nucleare avrebbe anzitutto distrutto il sistema capitalistico). Sia Malenkov che Chruscev considerarono il dialogo con lOccidente uno dei due capisaldi della loro politica internazionale. Laltro era lallargamento del campo dazione rispetto alla tradizione staliniana. Lavvio della decolonizzazione e il linizio del movimento dei non allineati creavano opportunit del tutto nuove. Lincontro tra le prime tendenze verso lallentamento delle tensioni si ebbe gi nel 1953. Trattative portarono alla firma di un armistizio che stabiliva in Corea una linea di demarcazione dei due eserciti abbastanza vicina al 38 parallelo, dove la guerra era cominciata. Larmistizio defin una suddivisione provvisoria ma durevole. La seconda occasione di convergenza fu rappresentata dalla conferenza dei ministri degli Esteri delle quattro grandi potenze riunita a Ginevra nel 1954 per discutere della situazione europea. Si affront la discussione della situazione nel Vietnam e di un trattato di pace con la Corea, alla presenza di un rappresentante della Repubblica popolare cinese e di

rappresentanti di entrambi i governi coreani. Nulla venne concluso sulla questione coreana mentre un accordo venne raggiunto in relazione al Vietnam, al Laos e alla Cambogia. Gli accordi di Ginevra rispecchiavano anche le nuove condizioni del sistema internazionale. Dopo i trattati del 1947 fu la prima volta che tra le superpotenze si raggiungeva un compromesso su un tema di rilievo. Dopo anni di tensioni, le maggiori potenze del mondo e in particolare le superpotenze, sostituivano al primato del conflitto quello del compromesso. Si colloca esattamente nella medesima direzione la conferenza di Ginevra del 1955, A favorire la tendenza dellapertura al dialogo ci fu lesito positivo del negoziato per il trattato di pace con lAustria. Questa era ancora sotto un regime doccupazione quadripartita analogo a quello della Germania poich i sovietici condizionavano la stipulazione del trattato alla soluzione del problema tedesco. Venne firmato il trattato di stato grazie al quale la repubblica recuperava piena indipendenza , con una sola restrizione: lobbligo di inserire nella costituzione una clausola di permanente neutralit. I quattro grandi (Usa, Urss, Fr, GB) si incontrarono per discutere di quattro temi: la riunificazione della Germania; la sicurezza europea; il disarmi; lo sviluppo delle relazioni Est-Ovest. Mancarono in quella occasione risultati pratici. Dominava piuttosto la diffidenza verso i segreti progetti dellantagonista: sia lUnione Sovietica, che gli Stati Uniti mentre intessevano il dialogo, tendevano ad allargare e consolidare le loro zone di influenza. Da Ginevra iniziava la fine di tutta la guerra fredda e non solo la chiusura del confronto bipolare. Ogni crisi acuta venne seguita dal recupero delle ragioni del dialogo. In questo clima trovarono spazio due ulteriori novit: la visita di Adenauer a Mosca e il superamento della paralisi delle Nazioni Unite Per quanto riguarda la visita del cancelliere tedesco a Mosca, i sovietici intendevano spingerlo verso un dialogo pangermanico che di fatto svuotasse la recente integrazione alla Repubblica federale tedesca nel sistema atlantico; Adenauer, invece, voleva con determinazione affermare il contrario. La visita permise che tra i due paesi si stabilissero regolari relazioni diplomatiche. Per quanto riguarda invece la questione delle Nazioni Unite, nel 1955 il Consiglio di sicurezza raggiunse un accordo per lammissione di 16 nuovi membri (poich gli Stati Uniti facevano problemi per paura che gli equilibri numerici in senso allAssemblea potessero modificarsi in favore dellUrss), con i quali la consistenza numerica dellOrganizzazione saliva da 58 a 74 paesi. Anche in seno allOnu iniziava una fase di cambiamenti. Dopo Stalin il governo di Mosca si affacci o riaffacci con crescente determinazione nel Mediterraneo, in Africa, nellAmerica Latina, nellAsia meridionale e sud-orientale, in Cina e nel Pacifico. Si trattava dellaspirazione a mostrare che davvero lUrss era una superpotenza globale capace di fare presente ovunque il suo peso. I successori di Stalin inaugurarono con fervore e giovanile entusiasmo la prassi dei lunghi viaggi fuori dallUnione Sovietica. Alla fine del 1954 si recarono in Cina, Nel 1955 Chruscev si rec a Belgrado, per una grande pacificazione con il Maresciallo Tito. Tuttavia Crhuscev colse un vero successo poich la sua visita frantumava lAlleanza balcanica e spingeva Tito lontano dallintegrazione atlantica, verso il neutralismo. Sempre nel 55 Chruscev e Bulaganin visitarono in sequenza la Birmania, lAghanistan e lIndia. Il viaggio fu un vero successo poich rafforz le propensioni neutralistiche del governo indiano e mise le basi per una collaborazione economica che avrebbe provocato nefaste conseguenze per la crescita economica indiana, ma che dur sino alla crisi dellUnione Sovietica.

4. La destalinizzazione e la crisi del sistema sovietico.

Le transizioni alla guida dellUrss ebbero sempre un carattere traumatico. La morte di Stalin (53) fu uno di questi eventi. Il nuovo corso inaugurato da Malenkov si ripercosse subito nei rapporti con i paesi del Patto di Varsavia, dove gli esponenti dellestremismo stalinista furono rapidamente sostituiti. La vera e profonda innovazione si ebbe a Mosca, con lestromissione dal potere di Malenkov e lascesa politica del segretario generale del Pcus, Nikita Chruscev. Nel 1955 egli si presentava come un uomo nuovo, in ogni caso diverso da Stalin. Il suo programma politico non differiva in sostanza da quello di Malenkov. Egli, per, era riuscito a far prevalere la tesi che lUrss avrebbe giocato meglio le sue carte internazionali se si fosse preparata ad affrontare la dialettica bipolare in un clima privo di tensioni e seguita da alleati resi pi fedeli da nuove forme di coesione economica, meno opprimenti di quelle staliniane. Il momento culminante dellascesa di Chruscev e dellenunciazione del programma fu il XX congresso del Partito, tenuto a mosca nel febbraio del 1956. Egli tenne due discorsi: uno pubblico dedicato alle questioni internazionali, laltro segreto, dedicato solo ai sovietici, ma non alle delegazioni straniere, fatte poche eccezioni. Nel discorso pubblico Chruscev annunci i temi della coesistenza pacifica, le possibilit di evitare la guerra e le differenti vie di transizioni verso il socialismo ( che era, in pratica, la sconfessione dell internazionalismo proletario staliniano e lapertura al concetto di vie nazionali al socialismo). LUnione Sovietica avrebbe operato per consolidare la pace. In questo clima il socialismo avrebbe potuto fare grandi passi in avanti e conquistare pacificamente il mondo slavo nei paesi in cui la forza del capitalismo avesse reso necessaria unacuta lotta di classe rivoluzionaria. Il discorso conteneva enunciazioni importanti, ma non esplosive. Queste furono affidate al discorso segreto quasi pe intero dedicato ad una critica aspra, serrata, caricaturale dellimmagine di Stalin, della politica che egli aveva seguito, del culto della personalit che egli aveva alimentato, delle atrocit che aveva commesso, del terrore che aveva disseminato nel proprio paese, della sistematica violazione della legalit di cui si era macchiato. Era, insomma, una distruzione sistematica del mito e del ruolo di Stalin come personalit positiva nella vita sovietica. Una distruzione che coinvolgeva la persona e il sistema che questa aveva creato. Il discorso doveva restare segreto, ma venne poi lasciato trapelare e consegnato alla stampa americana, che lo rese pubblico senza che vi fossero smentite. Leco della condanna politica dellinternazionalismo proletario e, poco dopo, quella del rapporto segreto segnarono un altro momento di crisi del comunismo internazionale. La nuova linea dei comunisti sovietici dest scalpore in Cina, dove il rapporto venne considerato un primo sintomo di cambiamento in senso riformistico. Il seme del dissenso tra Mosca e Pechino era piantato. Pi estese ancora furono le conseguenze nellEuropa orientale dopo che venne soppresso il Cominform: il Pcus si avviava verso nuovi rapporti con i partiti fratelli dellEuropa orientale. La destalinizzazione ebbe effetti devastanti in Polonia; esplosero manifestazioni, scioperi, e a Poznan incidenti repressi dalla polizia: era una reazione antisovietica. Le masse polacche videro in Gomulka il simbolo delle loro speranze. Centinaia di migliaia di manifestanti riempivano le strade di Varsavia e di tutto il paese. Gomulka fu cooptato nel Comitato centrale del Partito e questa fu la conferma della sua lealt allUrss; in pi egli era un personaggio perfettamente funzionale alla soluzione della crisi. Ma lesplosione del malcontento dei polacchi dava una nuova misura della fragilit intrinseca al sistema sovietico. Ci fu poi la crisi ungherese. Se in Polonia il Partito operaio unificato polacco riusc a trovare al proprio interno il modo per superare la crisi, in Ungheria questa assunse rapidamente una portata che andava ben oltre linfluenza dei comunisti e che metteva in

gioco lesistenza stessa del regime. Fra gli intellettuali e gli studenti aveva messo radici un movimento che aveva dato vita, allinterno delle strutture comuniste, al Circolo Petofi. I dibattiti investirono la politica oppressiva di Rakosi. Leco dei fatti polacchi allarg lagitazione. Nel 1956 si cerc di trovare una soluzione analoga a quella polacca mediante il sacrificio di Rakosi e la nomina di un suo collaboratore, Erno Gero, a primo segretario del Partito. La misura era tardiva e insufficiente anche perch il Partito era spaccato i tre fazioni: gli staliniani, i moderati guidati da Kadar e i simpatizzanti di Nagy, espulso alla fine del 1955. Incominciarono manifestazioni studentesche e popolari con la richiesta che si formasse un governo, sotto la guida di Nagy. Il 23 ottobre venne convocata attorno alla statua di Petofi una grandiosa manifestazione, alla quale presero parte studenti, operai e gente comune. La manifestazione acquist un carattere incendiario; fu una vera battaglia con morti e feriti. Il Comitato centrale del Partito, consultato Chruscev, decise di nominare Nagy Primo ministro, lasciando nelle ani di Gero la guida del Partito. La folla chiedeva la partenza dei sovietici e le dimissioni di Gero. Il 25 attorno al palazzo del governo, si verificarono nuovi scontri, con decine di vittime. Da allora ebbe inizio una vera e propria guerriglia. Nagy, allora, annunci che un accordo per il ritiro dei sovietici era stato raggiunto, che la polizia politica era sciolta e che al suo posto veniva istituito un corpo di sicurezza. Subito dopo Nagy annunci la formazione di un nuovo governo. Lincertezza cresceva e il governo stentava a rafforzare la sua autorit. Nagy, allora, ottenne dal governo lapprovazione della richiesta di ritiro dellUngheria dal Patto di Varsavia. La questione diventava, da interna, internazionale. Nagy si illudeva di aver ottenuto lassenso sovietico. I sovietici avevano ritirato le loro truppe solo per riorganizzarle e rafforzarle. Kadar lasci Budapest per recarsi presso gli esponenti sovietici: da queste ricevette linvestitura a sostituire Nagy non appena le forze armate avessero ristabilito la normalit. Frattanto Andropov (allora ambasciatore sovietico a Belgrado) fingeva di discutere con Nagy i particolari del ritiro sovietico. Gli eventi precipitarono: lattacco militare sovietico fu risolutivo. Nagy era costretto a cercare rifugio presso lambasciata jugoslava ignorando che Tito aveva gi concordato con i sovietici la linea di condotta da tenere. Molti fuggirono, altri furono perseguitati; Nagy venne catturato e condannato a morte. Kadar formo un nuovo governo. Sulle sue spalle e su quelle dei sovietici cadeva un peso enorme. La rivoluzione e la repressione dimostravano lincapacit dei sovietici di stabilire nei paesi da essi controllati regimi circondati da un vero consenso sociale. Proiettato sui Partiti comunisti dellEuropa occidentale, il caso ungherese ebbe conseguenze disastrose per il Partito poich esso dimostr che i limiti dellesperienza sovietica appartenevano alla natura del socialismo reale. Ebbe inizio una crisi che a lungo avrebbe minato la credibilit del comunismo mondiale come nuovo umanesimo. Il conflitto bipolare si era spostato sul piano della coesistenza competitiva. N gli americani n i sovietici avevano interesse a modificare quella situazione. Da questo punto di vista Polonia e Ungheria erano solo un problema di Mosca.

5.
5.1

Fine dei sistemi coloniali e coesistenza competitiva.


Il contesto

La decolonizzazione fu uno degli elementi caratterizzanti le relazioni internazionali del XX secolo.

Prese lavvio subito dopo la seconda guerra mondiale e si svilupp in due fasi: nellimmediato dopoguerra e negli anni che, attorno al 1960, videro, in pratica, la fine del colonialismo e la sua condanna come illegittimo dal punto di vista del diritto internazionale. Dopo di allora si pose il problema dello scambio diseguale come ostacolo da superare. La decolonizzazione modific le regole del commercio internazionale nel sistema dei paesi ad economia di mercato, ma pose anche sfide di adattamento e di elasticit ai paesi ei sistemi economici pianificati e centralizzati. Dopo di allora il tema dei rapporti fre i paesi di recente indipendenza e vecchie potenze coloniali sub una svolta, nel senso che impose ai precedenti poteri imperiali il problema di correlarsi con le economie coloniali in termini di cooperazione verso la crescita di soggetti nuovi, politicamente autonomi, economicamente stabili e capaci di avviarsi verso una crescita virtuosa, non condizionata a priori dalle esigenze della madrepatria. Lassetto globale formatosi negli ultimi decenni del XIX sec. E rimasto in apparenza intatto sino alla met degli anni Cinquanta, divent un campo di combattimento nel quale si scontravano le speranze residue delle vecchie potenze coloniali di mantenere una loro influenza sui territori gi posseduti, le ambizioni delle superpotenze e le speranze dei governi nuovi. La decolonizzazione aveva trasformato il problema dello sviluppo da questione interna ai singoli territori coloniale in questione internazionale dalla crescente centralit. Quasi tutta lAfrica, molte parti dellAsia meridionale e mediorientale, tutta lAsia sudorientale, le isole del Pacifico, buona parte dellAmerica centrale e degli arcipelaghi caraibici e alcuni territori dellAmerica meridionale erano sotto il controllo europeo. Era una concentrazione di potenza e una convergenza di risorse, grazie alla quale pochi paesi dominavano gran parte del globo.

5.2 La natura del rapporto coloniale.


Limperialismo europeo espresse tutto il dinamismo della societ capitalistica. Le colonie furono lo strumento del loro predominio mondiale. Il mercato delle materie prime grezze era finanziato da capitale europeo Gli imprenditori erano i secondi beneficiari di questo scambio. La grande finanza era il campo di compensazione e di accumulazione dei profitti da reinvestire. Dal punto di vista delle relazioni internazionali, limperialismo contemporaneo fu lespressione di una assoluta indifferenza rispetto alla volont delle popolazioni interessate. Tale indifferenza si tradusse, secondo i casi, nellassunzione in proprio del governo diretto dei territori ai fini dellinteresse nazionale o nella ricerca di autorit tradizionali locali disponibili, in cambio del riconoscimento del loro peso politico e di alcuni vantaggi economici, a prestare la loro collaborazione alle potenze coloniali nellattuazione dei loro progetti di sfruttamento. Queste relazioni esprimevano una indiscriminata politica di potenza. Il fenomeno coloniale fu in particolare un complesso sistema di trasferimenti diseguali che invest su piani diversi le regioni colonizzate. Fu in primo luogo trasferimento di poteri politici e di modelli organizzativi. Fu poi un colossale trasferimento di merci e capitali. Il risultato di ci era la trasformazione dei territori colonizzati in societ economicamente dipendenti dal nuovo assetto produttivo. Equilibri sociali antichi venivano travolti dal cambiamento. Proletarizzazione, urbanizzazione, acculturazione creavano problemi sociali nuovi, collegati ai caratteri del mutamento. Spesso questi trasferimenti riguardavano anche cultura e tecnologia. Questi investimenti permanenti solo in teoria arricchivano i territori coloniali, poich in pratica essi erano funzionali allinteresse imperialistico.

In sintesi, il sistema degli imperi tradizionali aveva travolto culture ancestrali e provocato violente trasformazioni, piegando etnie e modi di produzione a esigenze che appartenevano allinteresse della potenza imperiale. Aveva inserito i territori colonizzati, e soprattutto lAfrica, nel processo di sviluppo capitalistico delle potenze europee, con tutte le contraddizioni che lo caratterizzavano. Il risultato fu che le forze autoctone o le sottili lite culturali che avevano assimilato dagli europei le critiche contro il sistema capitalistico si allearono contro gli europei. Anticolonialismo tradizionale e anticolonialismo rivoluzionario si allearono.

5.3 Il declino del colonialismo.


Finch il rapporto con le colonie non pose se non occasionali momenti di scontro, finch forti apparati burocratici derivavano la loro sussistenza e i loro privilegi dalle funzioni esercitate nelle colonie e finch la crescita dei profitti o il flusso dei trasferimenti di merci rec vantaggi al mercato della madrepatria le ragioni che facevano sopravvivere un sistema costruito su rapporti diseguali sopravvivevano. Ma la forza del colonialismo incominci a diminuire proprio perch si affievolirono le motivazioni che lo tenevano in pedi. Gradualmente si comprese che il sistema imperiale favoriva pochi, senza recare beneficio ai pi, e la nascita del movimento socialista mise ancora di pi in luce questa contraddizione. Poi si comprese che nemmeno il sistema industriale traeva enormi profitti dalla colonizzazione. La sconfitta degli italiani ad Adua (Etiopia) nel 1896 risuon in tutto il continente africano e oltre. La rivolta dei boxers in Cina (1900) mostro che anche in Asia legemonia europea non era scontata. Le azioni di Wilson e di Lenin diedero attualit al problema coloniale. Nel 1920 si credette di dare una prima dimostrazione di apertura con la creazione dei regime dei mandati. Tuttavia i mandati di tipo B e C non furono che colonie larvate. Solo nei mandati di tipo A (lIraq, la Palestina, il Libano e la Siria) le forze politiche locali ottennero qualche soddisfazione con lindipendenza dellIraq (1932) e con la promessa francese a Siria e Libano di una imminente indipendenza (1936).

5.4 La decolonizzazione: prima fase.


La graduale evoluzione dellimpero britannico con la creazione dei Dominions pressoch indipendenti e la nascita del Connonwealth; la reazione allattacco italiano allEtiopia; la partecipazione di consistenti reparti coloniali alla seconda guerra mondiale; il fatto che durante il conflitto i giapponesi avessero occupato molte colonie europee nellAsia orientale e nel pacifico diedero altrettanti colpi alla robustezza dei sistemi imperiali. Le crisi pi importanti della prima fase della decolonizzazione furono vissute dalla Francia. In Indovina, sin dal 1945, i francesi dovettero fronteggiare il Fonte per lindipendenza del Vietnam (Viet Minh) dominato dal Partito Comunista e guidato da Ho Chi Minh; il Laos proclam la sua indipendenza mentre i francesi controllavano solo il Vietnam meridionale e la Cambogia. Il governo di Parigi propose la concessione di una relativa indipendenza allinterno dellUnion Franaise: fra il 46 e il51 i negoziati si susseguirono agli scontri armati, sinch lindipendenza dei tre stati nellambito dellUnion Franaise venne riconosciuta. I rivoluzionari guidati da Ho Chi Minh non persero le speranza. Tra il 52 e il 53 i migliori reparti francesi, assediati dalle forze Viet Minh, vennero sconfitti duramente. Alla Conferenza di Ginevra si riconobbe lindipendenza del Laos e della Cambogia e, rispetto al Vietnam, si stabil un regime provvisorio. Il paese sarebbe stato diviso in due zone

doccupazione: a nord del 17 parallelo avrebbero governato i Viet Minh e a sud sarebbe rimasto il controllo francese (che presto venne trasferito agli americani). In quegli anni anche in Africa settentrionale messa i discussione la presenza francese. In Marocco e i Tunisia i movimenti indipendentisti avevano profonde radici politiche, culturali e religiose. La dilagante influenza del nazionalismo arabo e lesempio dellindipendenza concessa alla Libia sin dal 1950/51 furono contagiosi. In Tunisia linsurrezione dei fallaghas (contadini) port sulle soglie di una crisi generale. Il Primo ministro francese promise lindipendenza; i negoziati intrapresi nel 1954 si intrecciarono con linsurrezione algerina. Nel 1956 la Francia concesse la piena indipendenza alla Tunisia e frattanto anche il Marocco aveva ottenuto la piena indipendenza. Linsurrezione generale proclamata dal Front de Libration Nationale dellAlgeria poneva problemi di ben pi grave portata. In Algeria i coloni francesi rappresentavano il ceto dominante la vita economica. Per quasi dieci anni la crisi algerina venne combattuta come una vera e propria guerra. Il controllo della situazione sfugg dalle mani del governo civile e pass, in Algeria come in Francia, nelle mani dei militari. Da Algeri londata rivoluzionaria si trasfer i Francia, dove essa prospetto soluzioni autoritarie. La situazione era cos grave che solo il generale De Gaulle sembrava poterla risolvere. Egli fu eletto presidente della Repubblica nel 1958. Egli riusc ad avviare negoziati col Front de libration che durarono fino al 1960 e culminarono con gli accordi di Evian che creavano una repubblica algerina indipendente, con la riserva di alcuni privilegi per la Francia.

5.5 La fase culminante della decolonizzazione.


Dopo il 1956 e la crisi di Suez il processo di decolonizzazione acquist un ritmo vertiginoso. La conferenza di Bandung dei paesi non allineati promossa di Nehru, Tito, Nasser, Sukarno, con lappoggio del ministro degli Esteri cinese Zhou Enlai, aveva mostrato lintreccio tra decolonizzazione e schieramenti bipolari. Lindipendenza conquistata dai paesi nordafricani e il declino dellinfluenza britannica nel Medio Oriente avevano spinto il governo di Londra ad accelerare un processo che lo liberava dal controllo dellonere del controllo diretto di situazioni sempre meno facili da governare. Pi complicato fu il modo mediante il quale i francesi procedettero nel loro impero centraficano. De Grulle propose un progetto di Communaut che concedeva lindipendenza a tutti gli Stati membri, pur mantenendoli allinterno dellarea francese. La Francia fin per concedere la piena indipendenza a tutte le sue colonie, salvo mantenere con esse uno stretto vincolo economico. Il caso del Congo belga. Il movimento di indipendenza congolese aveva presto spinto il governo belga ad accelerare il processo di decolonizzazione. Nel 1960 venne proclamata lindipendenza del Congo ma il governo che venne creato era cos debole e diviso al suo interno che, in pochi giorni, la situazione del paese mostr tutti i segni dellingovernabilit. Venne proclamata la secessione del Katanga e il governo che era stato insediato subito dopo lindipendenza chiese aiuto al Consiglio di Sicurezza dellOnu. Da quel momento la situazione del Congo divenne il banco di prova della capacit dazione delle Nazioni Unite. Le dispute presero una piega drammatica nellautunno quando Kasavubu estromise tutte le autorit esistenti e costitu un governo militare e chiuse le ambasciate sovietica e cecoslovacca. LOnu riusc a reprimere la secessione del Katanga solo nel 1964. Durante la XII sessione dellAssemblea generale delle Nazioni Unite (1960) la nuova coalizione afro-asiatica fece approvare una risoluzione nella quale si diceva che il colonialismo era contrario alla Carta dellOnu: quindi illiceit del colonialismo e

prevalenza del principio di autodeterminazione. La fine del colonialismo chiuse per sempre lepoca del controllo europeo in vaste regioni del mondo e apr altri capitoli politici. Per gli stati nuovi, il problema era di dare a se stessi una definizione; costruire un gruppo dirigente; affrontare la sfida dello sviluppo economico, che solo avrebbe dato un senso allindipendenza. Esisteva anche il problema di correlare tali esigenze alle proposte o alle offerte che soggetti, come le superpotenze, si erano precipitati ad illustrare. Il neutralismo si era presentato subito come la via duscita pi facile rispetto ai rischi di una scelta. Dalla grande conferenza tenuta a Belgrado (1961) scatur la creazione formale del movimento dei non allineati. La sua elasticit gli permise di crescere sino a diventare la coalizione dominante lAssemblea generale delle Nazioni Unite. Ma il Terzo Mondo invece di essere davvero neutrale e di esercitare una funzione positiva rispetto ai contrasti del sistema bipolare, divenne il campo dazione per la coesistenza competitiva. Meno rischiosi ma pi impegnativi erano per i problemi dello sviluppo. Dopo lindipendenza gran parte dei paesi interessati cerco di cancellare la decolonizzazione con la creazione di complessi industriali autonomi, spesso finanziati dai sovietici, meno spesso dagli americani. Era evidente nei sistemi che si vennero a creare (protezionismo e gestione centralizzata delleconomia) in molti casi linfluenza del modello sovietico. La politica degli aiuti diventava cos il campo della competizione. Tuttavia le industrie che vennero create non riuscirono a diventare competitive e non sostituirono le esportazioni tradizionali. Gli americani intervennero soprattutto mediante le grandi multinazionali che agivano sulla base di precise idee relative alla divisione del lavoro globale. La crescita numerica dei paesi in via di sviluppo (Pvs) rafforz le idee di quegli economisti e politici che giudicavano prioritaria la modificazione delle regole stesse del commercio internazionale. Le condizioni del commercio internazionali erano determinate dal fatto che la politica degli stati industrializzati provocava la diminuzione dei prezzi delle materie prime, delle quali i Pvs erano esportatori, rispetto alla crescita dei prezzi dei prodotto finiti provenienti dai paesi sviluppati. Nel 1964 nacque lUnctad, la principale rivendicazione della quale fu la richiesta che i termini di scambio del commercio mondiale venissero modificati a favore dei prodotti dei Pvs. A rendere contraddittoria la richiesta sopravvenne il rincaro dei prezzi del petrolio, provocato da paesi appartenenti al gruppo dei non allineati. Ci nonostante, la risposta delle multinazionali e dei singoli paesi del sistema occidentali non si arrocc in un secco rifiuto ma in una serie di accordi parziali e regionali. Il Gatt accett di inserire il tema dello sviluppo tra i suoi obiettivi. Ci che non riusc ad affermarsi fu il progetto di dare vita a un Nuovo ordine economico internazionale. Il problema rimase aperto. Alcuni dei Pvs entrarono nella via dello sviluppo rapido e divennero i Paesi di nuova industrializzazione (corea del Sud, Malaysia, Taiwan, Hong Kong, Singapore); i produttori di petrolio trassero in vario modo profitto dallinatteso incremento delle loro entrate; altri rimasero condizionati dalla spirale del debito internazionale e del sottosviluppo.

5. Tra competizione e distensione: una scelta politicamente strategica.


Lidea che lo scontro fra sistema comunista e sistema democratico fosse dominato da motivazioni ideologiche perde senso nel momento in cui la competizione rispetto ai paesi di recente indipendenza non ebbe alcuna considerazione per la natura dei regimi esistente nei singoli paesi. Americani e sovietici appoggiavano chi era disposto a collaborare con loro, indipendentemente dalla natura dei governi interni. Gran parte dei nuovi conflitti ebbe come teatro lAfrica, lAsia o lAmerica Latina. La coesistenza competitiva dava unevidente centralit ai temi economici, intesi in senso lato: come investimenti, trasferimenti di risorse, regole del commercio internazionale,

movimenti finanziari. La competizione tra modelli di sviluppo metteva in rilievo la capacit tecnologica delle due superpotenze di fronteggiare bisogni nuovi ma elementari e, al tempo stesso, di mantenere un alto ritmo di sviluppo economico e tecnologico in patria. Aveva inizio un confronto nuovo e durevole che aveva come posta in gioco la supremazia globale e, come aspetti caratterizzanti, la competizione nel Terzo Mondo, la gara per la supremazia nucleare e spaziale, e la dimostrazione di possedere risorse tecnologiche adeguate ai tempi nuovi oltrech, in prospettiva, al superamento della crisi energetica della quale la vicenda di Suez offr, nel 56, le prime avvisaglie. Le radici della questione di Suez risalivano allascesa al potere in Egitto dei giovani ufficiali, guidati nel 52 dal generale Nequib e dal 54 dal colonnello Nasser. Questi aveva fatto propria la bandiera del nazionalismo arabo e , nel 1955, quella del neutralismo. Non era ancora una minaccia per lOccidente ne per Issale. La situazione sub una svolta quando Nasser, nellambito dei progetti di modernizzazione dellEgitto, assunse lidea di far costruire sul Nilo unimponente diga, in virt della quale il corso delle acque delle fiume avrebbe potuto essere razionalizzato in modo da rendere possibile un considerevole incremento delle terre fertili sulle sue sponde. Sebbene nel 1955 lEgitto avesse iniziato a ricevere armi dalla Cecoslovacchia, Nasser cerc di raccogliere i finanziamenti presso la Banca mondiale, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Ci cre una situazione ingarbugliata. La propaganda antisraeliana e il tono antioccidentale della sua azione internazionale suscitavano perplessit. Ma contemporaneamente affiorava lidea che se lEgitto di fosse impegnato in un processo di modernizzazione ci avrebbe distolto lattenzione degli egiziani dal conflitto con Israele. Per queste ragioni il governo americano elabor un progetto di finanziamento condizionato allimpegno egiziano di non accettare aiuti sovietici per il medesimo scopo. Nasser tergivers e i sovietici si proposero come finanziatori alternativi. Dulls comunic agli egiziani il ritiro della proposta cosicch Nasser diede lannuncio che il canale di Suez era nazionalizzato, con indennizzo agli azionisti della compagnia proprietaria, poich i proventi delle tariffe per la navigazione lungo il canale diventavano la fonte di finanziamento per la diga da costruire. La crisi divenne esplosiva quando i britannici e, soprattutto, i francesi colsero loccasione per liquidare un personaggio che minava le loro posizioni in Algeria e nel Medio Oriente. Nasser, infatti, appoggiava con armi e finanziamenti la rivolta anticoloniale algerina e tesseva una politica antibritannica in Giordania e in Iraq. Infine la situazione di Israele appariva deteriorata dalle difficolt che lEgitto, mediante il controllo della base di Sharm el-Sheikh, proiettava rispetto alla navigazione verso il porto di Elat, punto di approdo dei commerci israeliani con lOriente. Francia, Gran Bretagna e Israele firmarono a Svres un accordo segreto sulla base del quale Israele avrebbe attaccato lEgitto e forze dintervanto rapide anglo-francesi sarebbero state paracadutate a Suez, con il pretesto di garantire, rispetto ai pericoli della guerra, la libera navigazione attraverso il canale. Loperazione part immediatamente ma lazione dimostr la mediocrit delle forze armate anglo-francesi, mentre gli israeliani mostravano sia la rapidit sia limpegno tecnico necessari per occupare tutto il Sinai. I sovietici, nella speranza di conquistare linfluenza nel Medio Oriente, e gli americani, nel timore di perderla qualora si fossero esposti allaccusa di complicit con linvasore, si mossero verso il medesimo obiettivo. I primi minacciando di intervenire con armi nucleari mentre furono gli americani a prendere liniziativa politica presentando un progetto di risoluzione allAssemblea generale dellOnu che chiedeva limmediato cessate il fuoco, il ritiro dei belligeranti oltre le linee di armistizio e il blocco di tutte le operazioni militari. Inglesi e francesi furono costretti a cessare il fuoco e anche gli israeliani che ebbero come garanzia per la navigazione la costituzione dellUnef (Forza di Emergenza delle Nazioni

Unite) che avrebbe occupato la base di Sharm el-Sheikh e la striscia di Gaza per fermare lo stillicidio di scontri locali. La crisi metteva in evidenza i seguenti fatti: che le esigenze delle relazioni bipolari prevalevano rispetto a quelle della solidariet atlantica; lesistenza del problema di controllare gli impianti petroliferi sia le vie di trasporto lungo le quali il petrolio giungeva ai paesi industrializzati. Perci la crisi di Suez pu essere assunta come paradigma della confluenza di elementi nuovi nellevolvere delle relazioni internazionali del XX secolo. Gli anni tra il 1957 e il 1963 il fulcro della vita internazionale si sarebbe tradotto nella definizione dei rapporti strategici fra le superpotenze e nellaffiorare del tema della supremazia tecnologica. La combinazione fra armamenti nucleari e vettori destinati al loro lancio pose il problema della partecipazione europea non solo nel senso della dislocazione dei missili a gittata intermedia ma anche della partecipazione dei paesi europei al possesso di ordigni nucleari. Questa possibilit, che i francesi perseguirono con tenacia, specie con De Gaulle, fu seriamente discussa in vista di unestensione anche alla Repubblica federale della Germania e allItalia. Fra il 1957 e il 1958 affior lipotesi che la Germania entrasse in possesso di armi nucleari proprie. Il problema della proliferazione nucleare metteva in luce rischi che riguardavano tutta lumanit. Perci esso imponeva alle superpotenze il compito della regolamentazione e, anzi, della sospensione degli esperimenti. Liniziativa venne presa nel 57 dal delegato statunitense allOnu, Lodge, che lanci in modo formale il progetto di un negoziato per la creazione di un sistema di controllo internazionale. Il primo ostacolo era rappresentato dal timore sovietico verso il riarmo nucleare tedesco; il secondo era rappresentato dalle difficolt interne al sistema sovietico in relazione proprio allo stesso tema e, pi in particolare, alla situazione di Berlino; il terzo ostacolo era rappresentato dal fatto che i sovietici consideravano come un rischio per loro imminente la prossimit al loro territorio di basi missilistiche americane. Il superamento di questi ostacoli era la condizione per laccordo. Il primo momento critico fu rappresentato dalla crisi di Berlino aperta dal quasi ultimatum sovietico del 58 e chiusa dalla costruzione del Muro di Berlino. Cera il problema della fuga dei cittadini della Germania Est a Ovest. Ma, soprattutto, Ulbricht, allarmato dalla possibilit del riarmo della Germania Ovest, premeva su Chruscev perch prendesse su questa questione una posizione energica. Cos il leader sovietico cerco di negoziare con la superpotenza avversaria la rinuncia della nuclearizzazione della Germania occidentale. Il negoziato fu un successo per Chruscev mentre ci provoc dubbi nel blocco occidentale sulla determinazione degli americani di difendere gli europei secondo la dottrina della rappresaglia massiccia. Questa fu infatti sostituita dalla dottrina della rappresaglia flessibile. Per far cessare lo stillicidio delle emigrazioni clandestine il 13 agosto 1961 venne eretto il Muro di Berlino. Unaltra questione politica riguardava il timore sovietico rispetto alle basi americane prossime al territorio dellUrss. Era un timore giustificato. Lo stesso Eisenhower ammetteva sin dal 1959 che se il Messico o Cuba fossero diventati comunisti e avessero istallato sul loro territorio missili sovietici, gli USA avrebbero dovuto reagire. Questo caso si present proprio a Cuba nel 1962. con poche eccezioni lAmerica Latina era rimasta fuori dal conflitto bipolare, condizionata soprattutto dallegemonia degli Stati Uniti. Nel 1947 era stato firmato il Patto di Rio e nel 1948 venne creata lOrganizzazione degli Stati Americani (Osa) con sede a Washington.

Tuttavia esistevano tensioni legate alla profonda disuguaglianza esistente tra i paesi dellAmerica Latina e degli Stati Uniti. I primi segni di cambiamento si ebbero nel 1954 in Guatemala dove il governo democratico venne eliminato grazie allintervento congiunto di reparti dellesercito guatemalteco e guerriglieri sovvenzionati dai servizi segreti statunitensi. Maggior successo ebbe la lotta rivoluzionaria a cuba. Il potere politico era nelle mani di pochi proprietari terrieri, incapaci di far fronte ai cambiamenti del paese e di condurre una politica non subalterna agli USA. Cos si cre unalleanza sociale fra la piccola borghesia e il mondo proletario e contadino. Alla testa di questo movimento si pose nel giugno del 1953 Fidel Castro. Nello stesso anno, dopo un tentativo rivoluzionario non riuscito egli venne imprigionato e poi, amnistiato nel 55, si rifugi in Messico dove fond il movimento 26 luglio. Insieme ad Ernesto Che Guevara Castro tent nel 1956 uno sbarco insurrezionale a Cuba. A malapena riusc a sfuggire alla cattura e a rifugiarsi sulla Sierra Maestra con una dozzina di sopravvissuti allimpresa. Da l, in poco pi di due anni, guid la lotta contro il dittatore Batista. I compagni di Castro crebbero fino ad infiltrarsi nelle citt e a seminare il panico negli ambienti governativi. Nel 1959 Batista, incapace di resistere e privo dellappoggio americano, fugg dallAvana, dove i partigiani di Castro fecero il loro ingresso trionfale. Al suo primo apparire Castro non guidava una coalizione filocomunista. Il suo governo venne subito appoggiato dagli Stati Uniti, che auspicavano il consolidamento di un regime riformista. Tuttavia la politica di riforme e le infiltrazioni comuniste presenti nel nuovo governo cubano misero in allarme gli americani, mentre dallisola centinaia di persone ostili alla politica castrista fuggivano in Florida dove insediarono una colonia cubana sempre pi influente anche nella vita interna degli Stati Uniti. Una svolta risolutiva ebbe luogo nel 1960 quando Cuba venne visitata da l Primo Ministro sovietico, Mikojan, che firm con il governo di Castro un accordo per lacquisto di tutta la produzione saccarifera dellisola ad un prezzo di favore ma compensato dalla concessione di un prestito di 100 milioni di dollari. Da quel momento Cuba diveniva un potenziale avversario degli Stati Uniti. Tra il 60 e il 61 le relazioni dei cubani con gli statunitensi continuarono a peggiorare tanto che Castro chiese una notevole riduzione del personale dellambasciata americana: Washington decise la rottura delle relazioni diplomatiche. Nel deteriorarsi della situazione si inser un deplorevole episodio, la tentata spedizione di 1200 esuli cubani sullisola, nella Baia dei Porci, nella fiducia che lo sbarco potesse provocare uninsurrezione anticastrista, ma gli esuli vennero tutti catturati. La spedizione era finanziata dai servizi segreti americani. Il 1maggio 1961 Castro dichiar che Cuba era una repubblica socialista e da allora incominci a trasformare la vita dellisola secondo il modello del socialismo reale sovietico. Per vicinanza geografica e per situazione politica, Cuba era potenzialmente il terreno ideale per mettere alla prova la resistenza americana rispetto al sorgere, presso il territorio degli Stati Uniti, di un rischio analogo a quello che lUnione Sovietica vedeva nellesistenza i Turchia e in Italia di basi missilistiche a medio raggio.. Lidea di istallare basi missilistiche a Cuba fu partorita dal Presidium sovietico nel 1962. Raul Castro si rec a Mosca per la messa a punto del progetto. Si trattava di prevedere linvio a Cuba di 45.000 militari sovietici e di istallare nellisola cinque reggimenti specialistici capaci di lanciare complessivamente non meno si 40 missili del tipo SS-4 e SS-5 contro il territorio degli Stati Uniti. Con le basi sovietiche di Cuba lUrss avrebbe raddoppiato la sua forza nucleare anche dal punto di vista della strategia globale. I lavori di istallazione ebbero inizio e gli americani ne ebbero subito notizia. Il presidente Kennedy venne informato e da allora ebbe inizio la crisi che, per diversi giorni, ebbe tutti gli aspetti di una crisi imminente, sebbene entrambe le superpotenze non perdessero il senso delle loro relazioni. In una lettera personale di Kennedy a Chruscev il presidente

descrisse la gravit della situazione, spieg che altre navi sovietiche erano in navigazione verso Cuba, dichiar che gli Stati Uniti avevano fissato una linea di quarantena oltre la quale non avrebbero accettato il passaggio di navi sovietiche dirette a Cuba e afferm che le navi che non avessero rispettato il blocco sarebbero state fermate, ispezionate e, se necessario, respinte con la forza. I sovietici dapprima negarono, poi Chruscev ordin alle navi sovietiche di non forzare il blocco. Egli invi una prima lettera privata a Kennedy nella quale si disse pronto a revocare tutte le iniziative in corso e smantellare le basi gi insediate qualora il presidente avesse dichiarato pubblicamente che gli Usa non intendevano invadere Cuba. Il giorno dopo Chruscev invi una seconda lettera (che venne diffusa dalla radio di Mosca) nella quale il ritiro dei missili da cuba era condizionato dallo smantellamento delle basi missilistiche in Turchia. Venne raggiunto il compromesso sullo smantellamento delle basi missilistiche. Nel 1963 venne firmato da Usa, Urss e Gran Bretagna il Test Ban Treaty (trattato per la sospensione degli esperimenti nucleari nellatmosfera). Questa scelta strategica del 62-63 era per anche dominata da considerazioni interne allUnione Sovietica. Nel paese era in corso un serrato dibattito sulle scelte economiche di fondo e sulla validit del modello produttivo sovietico. Chruscev coltivava lambizione che lUrss potesse, entro il 1970, raggiungere il livello di produzione e la qualit della vita esistenti negli Stati Uniti anche nel settore privato. Ci richiedeva una diversa distribuzione degli investimenti e un ridimensionamento delle spese militari.

LEGEMONIA DI DUE IMPERI E I SUOI LIMITI. 1964-1979 1. Una proposta di lettura.


La fine del colonialismo tradizionale non permette la cancellazione della parola impero dal lessico delle relazioni internazionali. Sopravvissero, infatti, altre forme di dipendenza, caratteristiche del rapporto fra le due superpotenze con i paesi appartenenti ai blocchi di alleanze da esse guidati.. nel caso degli Stati Uniti la dipendenza era collegata al tema della difesa comune, a quello della cooperazione economica, a quello dello scambio diseguale sul piano tecnologico e, in alcuni casi, a una dose di dipendenza sul piano delle scelte politiche interne. Si pu parlare di impero in un senso nuovo, cio nel senso di coalizione di paesi economicamente organizzati come economie di mercato e politicamente governati secondo le regole dei sitemi democratici pluralistici dominanti nel mondo occidentale, legati alla potenza egemone da un rapporto di collaborazione politica e di dipendenza militare. In parte dissimile era il rapporto interno allimpero sovietico. Bisogna fare una tripartizione: i rapporti fra le repubbliche che costituivano lUnione delle Repubbliche socialiste sovietiche erano, nel loro insieme, fortemente simili ai vecchi sistemi coloniali. In questi paesi il governo sovietico perseguiva una politica di russificazione non indifferente alle specificit nazionali (investiva il sistema delleconomia e il sistema della difesa). Accanto ai popoli dellUrss vi erano quelli dei paesi del Patto di Varsavia che avevano mantenuto la loro sovranit che nel 1968 Breznev specific essere una sovranit limitata. Il terzo cerchio dellimpero sovietico era rappresentato dagli stati che, dopo aver acquisito lindipendenza, erano economicamente legati allUrss. In questo caso impossibile parlare di rapporto imperiale ma solo di espressione di una politica di potenza. I due imperi consolidarono la loro estensione tra il 1956 e il 1963. Dopo di allora acquistava prevalenza laccentrarsi dei poteri decisionali attorno allasse bipolare. Tuttavia, data lesistenza dei due imperi, era necessario che questi definissero le regole della loro convivenza. Dal 1963 al 1974, quasi senza pausa, lelaborazione delle regole del bipolarismo continu con il Non Proliferation Treaty (1968); poi con gli accordi Salt I (1972) e Salt II (1974). La conferenza di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa port, nel 1975, al modello per la definitiva pacificazione del continente. Se gli Stati Uniti avevano davvero attuato una revisione angosciosa della loro politica verso lEuropa e, dopo il 1955, avevano cessato di considerare i temi europei come centrali nella loro politica globale, restava il fatto che lazione della diplomazia americana non era stata particolarmente attenta alla sensibilit francese durante la guerra di Algeria; non aveva tenuto conto dei progetti franco-tedeschi-italiani di costruire un armamento nucleare autonomo se non per ostacolarli a favore dellaccordo con i sovietici; aveva lasciato che la costruzione del Muro di Berlino avesse luogo senza prestare troppa attenzione allo sdegno dei tedeschi e degli europei; aveva vissuto la crisi di Cuba informando e non consultando gli alleati; aveva poi affrontato il problema delle garanzie nucleari allEuropa sostituendo agli impegni con la Gran Bretagna lipotesi di una forza multilaterale; aveva assistito con diffidenza allOstpolitik di Brandt; aveva pilotato due

conflitti mediorientali, nel 1967 e nel 1973, urtando contro gli interessi dellEuropa occidentale. I governi europei nutrivano diversi gradi di irritazione, i simboli pi evidenti della quale furono laccordo De Gaulle-Adenauer del 1963, la decisione di De Gaulle, nel 1966, di ritirare la Francia dal comando integrato della Nato e la netta presa di posizione di molti governi europei rispetto alla politica degli Usa nel Vietnam. Nel 1957 lEuropa occidentale var i trattati istitutivi della Comunit Economica Europea (CEE). Attraverso il processo di integrazione, lEuropa recuper gradualmente la volont di restare una delle forze guida delleconomia mondiale, mettendo le basi anche per diventare uno dei soggetti potenzialmente diversi, anche dal punto di vista politico, dagli Stati Uniti. Si trattava del sorgere di un partner pi forte e meno rassegnato allegemonia bipolare. La decisione americana del 1971 di sospendere la convertibilit del dollaro diede energia al disegno europeistico. Non minori erano i problemi interni al blocco sovietico. Nel 1964 Chruscev fu sostituito. Sul piano economico si tentarono una serie di riforme gestionali e tecniche, che non potevano risolvere le contraddizioni connaturate nel sistema. Sul piano internazionale, il miglioramento delle relazioni con gli Stati Uniti fu pesantemente condizionato dalla crisi cecoslovacca del 1968 e dallo scontro del 1969 con la cina che poi si avvicino agli occidentali. Lalleanza con il Vietnam di Ho Chi Minh, filosovietica e anticinese e il successo della lotta antiamericana dei vietnamiti era anche un successo sovietico ma i limiti imposti dalla distensione circoscrivevano la portata del successo. Una volta raggiunta la percezione della parit e della mutua capacit di completa distruzione, lalternativa era solo la limitazione degli armamenti. Tenute presenti le difficolt finanziarie americane, la crisi che accompagn, enfatizzandola, la guerra del Vietnam e quelle derivanti dalla crisi energetica seguita dalla guerra del 1973 tra Egitto e Israele, forse i sovietici potevano pensare che i costi della distensione fossero accettabili, nella prospettiva di una successiva crescita dellUrss. Nel 1963 il pessimo raccolto costrinse il governo di Mosca a ripristinare il razionamento e la carestia fu evitata solo grazie a consistenti acquisti di grano dallestero. Ormai le previsioni sul crollo dellimpero sovietico incominciavano a circolare nella letteratura politica. I sovietici ottennero dalla distensione una limitazione dellimpegno americano in Vietnam, che dopo la vittoria di Ho Chi Minh , divenne stretto alleato di Mosca. Gli statunitensi recuperarono una maggior libert di manovra in tutto il globo e, soprattutto, ridimensionarono i rischi della recessione economica. Larco di tempo che va dal 1964 al 1973-75 pu essere descritto come una parabola durante la quale le superpotenze riuscirono a proseguire la politica di intese nucleari; nel 1975 la parabola si avvi verso la fase discendente in cui si restitu asprezza al confronto bipolare. Il problema di fondo consisteva nellimpossibilit di governare, senza consenso e solo in virt della supremazia nucleare, una pluralit di soggetti sottoposti a tensioni divergenti. Un altro aspetto del problema era laffiorare di una disuguaglianza strutturale tra le due superpotenze. Accanto alla crisi energetica, i temi critici della fase discendente della parabola furono rappresentati dal riproporsi della questione della sicurezza europea per quanto riguarda la minaccia data dal dispiegamento degli euromissili sul territorio del Patto di Varsavia. Gli Stati Uniti vivevano la crisi politica legata alle dimissioni di Nixon (1974) e al lungo, successivo periodo elettorale, culminato nellelezione di Carter alla presidenza e poco dopo alla crisi della presenza americana in Iran. I sovietici dovevano affrontare problemi nuovi: limpossibilit di mantenere le posizioni acquisite nel Medio Oriente, la crisi della loro presenza mediterranea, loffensiva del dissenso interno e le ramificazioni che questo aveva nei paesi del Patto di Varsavia o nei paesi dellEuropa occidentale; laspro scontro

con i paesi europei in relazione al dispiegamento degli euromissili e limprovvisa accelerazione delle difficolt da tempo vissute rispetto allAfghanistan, sino alla rischiosa decisione dellintervento militare del 1979. Il sistema bipolare nutriva alcuni elementi di fragilit, il principale dei quali era rappresentato dalla diversa capacit delle superpotenze di reagire alle tensioni emergenti e, in particolare, alla sfida imposta dalla crisi energetica e, comunque, incombente sui sistemi produttivi. Cos le mediate certezze del bipolarismo non durarono a lungo.

2. Il polo statunitense e i suoi problemi.


Il successo pubblicitario di Kennedy in occasione della crisi di Cuba aveva avuto ripercussioni quanto mai positive in Europa. Invece tutto il modo seguito dal presidente nel risolvere la crisi, a danno della sicurezza europea e delle ambizioni tedesche, era loggetto di serrate critiche negli ambienti militari della Nato. I gollisti francesi ritenevano che Kennedy avesse barattato la sicurezza americana con quella dellItalia e della Turchia. Lalternativa dellEuropa al lasciare la responsabilit esclusiva della sua sicurezza ad unaltra potenza era quella di partecipare alla force de frappe autonoma che i francesi stavano creando oppure di lasciarsi persuaderedagli americani e dai britannici a far parte della Forza multilaterale alla cui creazione essi lavoravano dal 1960. Il progetto si scontr con lopposizione francese. De Gaulle lo considerava come un modo surrettizio per spingere la Gran Bretagna nella CEE, con risultati paralizzanti per il suo sviluppo e lo considerava anche un mezzo perch le scelte nucleari europee restassero sempre subordinate alla strategia degli Usa. Perci egli rispose con la firma dellaccordo con Adenauer. Cos otteneva risultati visibili laltro pilastro interno al blocco occidentale: la CEE. Lazione di De Gaulle plasm non solo i rapporti militari atlantici ma anche gli sviluppi della Comunit economica europea. Nel 1968 venne stabilita la tariffa esterna comune e fu completato il processo di riduzione dei dazi interni alla Comunit. Sul piano politico, De Gaulle manifest invece la sua ostilit verso unorganizzata da burocrati privi di legittimazione politica. A suo parere, solo la nascita di una unione politica avrebbe superato questo ostacolo: egli pensava in termini di cooperazione interstatuale. Il compito della Cee non consisteva solo nella creazione di una zona di libero scambio, ma anche nellelaborazione di politiche comuni in diversi settori, primo fra tutti quello agricolo. Dal campo della demolizione delle barriere esistenti si passava al terreno della formulazione di linee politiche comuni. Il problema posto dal presidente francese riguardava la natura giuria delle istituzioni comunitarie e toccava laspetto centrale del processo di integrazione europea. Attraverso la politica della sedia vuota la Francia riusc ad ottenere che si arrivasse nel 1966 al compromesso di Lussemburgo che ribad la centralit politica del Consiglio dei ministri affermando che nessuna decisione importante sarebbe stata presa senza laccordo unanime del Consiglio stesso; in pi si concesse alla Cee di disporre di risorse proprie. Nel 1973 entrarono a far parte della Cee anche Gran Bretagna, Danimarca e Irlanda. Nel 1974 il Parlamento venne trasformato in organo elettivo sulla base del suffragio elettorale. La Cee diventava un soggetto economico e, indirettamente, politico del sistema internazionale. Nel primo decennio di vita i paesi della Comunit a sei vissero il miracolo economico. Laltro mutamento che sfuggiva al controllo bipolare riguardava la Germania. Nel 1969 fu avviata lOstpolitik promossa dal cancelliere Willy Brandt. Dato che i governatori della Germania orientale si sentivano privi di legittimit reale e perci temevano le conseguenze di una eventuale unificazione, Brandt sosteneva che che bisognava cambiare rotta e riconoscerli, per rassicurarli. Brandt proponeva di dare vita ad un nuovo sistema di

sicurezza europea, poggiato su un accordo tedesco-sovietico, anche senza il consenso degli Stati Uniti, ma grazie al quale la riunificazione sarebbe divenuta possibile. Era presente nel cancelliere tedesco la preoccupazione che la dottrina strategica della risposta flessibile spingese la Germania occidentale in prima linea, a meno che non fosse stato realizzato un completo mutamento delle relazioni con la Germania orientale e con lUnione Sovietica. Le dimissioni di Ulbricht dalla guida del Partito Socialista unificato tedesco, volute da Mosca, e la sua sostituzione con Honecker resero pi facile il dialogo. Nel 1972 fu stipulato un trattato che prevedeva relazioni di buon vicinato sulla base delleguaglianza dei diritti fra le due Germanie, un incremento delle relazioni commerciali e di quelle culturali, il mutuo rispetto delle frontiere e delle alleanze. Pochi mesi dopo entrambi gli stati tedeschi venivano ammessi allOnu. LOstpolitik non fu che unanticipazione del processo di assimilazione che sarebbe avvenuto dal 1989 in poi, senza alcun rovesciamento di alleanze. Al centro del blocco occidentale vi erano per gli Stati Uniti. Gli anni dal 1964 al 1979 furono segnati dalleredit delassassinio del presidente Kennedy, dalla contraddittoria politica del suo successore Johnson, dal fulmineo successo e poi dal crollo altrettanto fulmineo di Nixon, il presidente della grande distensione, ma anche dello scandalo del Watergate; dallelezione, nel 1976 di Carter, un presidente oscillante tra limpegno ideologico e il pragmatismo alla Truman. Questa lunga fase della politica estera degli Stati Uniti fu contrassegnata, al suo inizio, dalla guerra del Vietnam e dalle reazioni che essa provoc sul piano interno e su quello internazionale. Questa vicenda deve per essere considerata nelle sue proporzioni reali, nel senso che ebbe forti ripercussioni sullopinione pubblica e sul dibattito politico interno ma non ebbe conseguenze pratiche per i rapporti con il blocco sovietico. Fu Kennedy (1954), per primo, che cerc di manipolare la situazione vietnamita. In pochi mesi la guerra civile vietnamita si trasform in u conflitto tra Vietnam del Nord e Stati Uniti. Sullo sfondo persisteva la teoria del dominio secondo la quale la difesa del Vietnam del Sud dai comunisti era necessaria per impedire che il comunismo dilagasse in tutta lAsia sud-orientale. Nel 1964 Johnson venne riconfermato alla Casa Bianca. Nel 1967 ci fu lescalation americana che per non fu risolutiva. La sconfitta americana deriv non gi dalleccesso di impegno militare ma dallassenza di un impegno militare collegato a un progetto politico. Nei primi anni dellintervento in Vietnam Johnson ebbe lappoggio dellopinione pubblica. La situazione incominci a mutare quando la televisione mostr gli orrori di una guerra della quale non erano chiare le ragioni. Ebbe inizio allora un furioso dibattito fra oltranzisti e pacifisti; il dibattito coincise con gli anni di svolta del costume politico dei giovani americani che mettevano in dubbio la legittimit e la natura democratica della societ americana. Tutto ci si tradusse in una violenta offensiva contro il presidente. Johnson cap che doveva aprire i negoziati con i nordvietnamiti. Questi ebbero inizio nel 1968 entre la guerra continuava e le elezioni presidenziali stavano per essere inte da Nixon. Il nuovo presidente e il suo consigliere Kissinger avrebbero perso unaltra via: quella del progressivo sganciamento, della vietnamizzazione della guerra e poi del negoziato del 1973, sebbene la guerra poi continuasse tra i vietnamiti sino al 1975, quando le forze vietcong e nordvietnamite occuparono la capitale del Vietnam del Sud. Per Nixon la guerra limitata doveva essre chiusa poich i temi del dialogo bipolare la sovrastavano.

3. Il polo sovietico e i suoi problemi.

Il campo comunista presentava contraddizioni internazionali e interne ancora pi profonde e pi devastanti di quelle presenti nel campoamericano. La principale di queste contraddizioni era il mutamento di carattere del rapporto con la Cina: dalla diverenza al conflitto. Dopo laccordo nucleare sino-russo del 1957 e le critiche cinesi alla riabilitazione di Tito subentr una breve fase di bonaccia subito interrotta dalle tensioni provocate nel 1958 dalla crisi di Berlino e del sostanziale insuccesso di un viaggio di Chruscev a Pechino (1959). La tensione riprese a salire sino al punto che, nel 1960, i sovietici ritirarono i loro esperti nucleari della Cina. Questo paese era alla vigilia della lunga crisi politicoeconomica degli anni 70. nel 1962 la breve guerra con lIndia, che godeva della protezione sovietica, aggiunse combustibile al fuoco della crisi. La firma del trattato di interdizione degli esperimenti nucleari nellatmosfera (1963) al quale i cinesi non aderirono, fu considerato un altro attentato sovietico alla crescita del potenziale cinese. Nemmeno la caduta di Chruscev mut la situazione. Due accordi tra Urss e Vietnam del Nord e tra Urss e Corea del Nord completarono lisolamento della Cina nel mondo comunista. Isolamento, crisi economica e crisi politica spinsero nel 1966 Mao Zedong a promuovere la cosiddetta rivoluzione culturale, come risposta alla burocratizzazione del Partito e ai privilegi avvertiti nelle citt. Le guardie rosse di Mao colpirono persino il presidente della repubblica e il segretario del Partito Deng Xiaoping. Per un anno la Cina fu spazzata da un caotico ribollire sociale, dalla paralisi delle scuole, dalla persecuzione contro tutti coloro che erano sospettati di aver tentato una controrivoluzione. Fu un periodo di paralisi della vita economica che fece perdere alla Cina gran parte delle conquiste compiute precedentemente. Nel 1967 Mao consider chiuso lesperimento e fece intervenire il generale Lin Piao con il compito di restaurare lordine. Fu solo nel 1971 che Mao lasci che Zhou Enlai riconducesse il potere nelle mani dei civili con la collaborazione degli uomini che pi erano stati perseguitati dalle guardie rosse, primo fra tutti Deng Xiaoping. Questultimo, dopo la morte di Mao (76), vinse la lotta per la successione. Frattanto lacuirsi dello sconquasso interno aveva ulteriormente peggiorato le relazioni con lUrss. Liniziativa cinese di dare alla controversia politica, sulla delimitazione del confine sino-sovietico lungo il fiume Ussuri, un carattere militare pu essere interpretata come una misura preventiva contro legemonismo di Mosca. In questo ambito si colloca lattacco che, nel 1969, reparti cinesi portarono contro posizioni di confine sovietiche lungo il fiume, proclamando la necessit che i trattati diseguali firmati dai due paesi nel XIX sec. fossero rivisti. Le parti decisero di ricorrere ad un negoziato diplomatico svoltosi in un clima di reciproco sospetto. Il governo di Pechino si distaccava dagli antichi alleati e si preparava a diventare uno degli attori della politica estera di Nixon. La frattura sino-sovietica era solo il pi vistoso dei motivi di crisi interna del sistema imperiale sovietico. In Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia la fragilit del potere era avvertita in maniera quanto mai netta. In Polonia, dopo gli scioperi del 1971, Gomulka venne sostituito da Gierek che seppe fronteggiarli con successo. In Cecoslovacchia si ebbe invece la crisi pi profonda e pi avvertita in Occidente. Dopo il 1953 il Partito comunista aveva seguito una linea politica intransigente. Tuttavia la crisi economica del 1962, seguita dal fallimento del piano quinquennale, diede fiato alle opposizioni e apr un serrato dibattito sui temi della politica economica nazionale. I giovani economisti criticavano il culto della pianificazione e propugnavano una politica industriale basato sullautofinanziamento delle imprese per gli investimenti, da effettuare al prezzo reale di mercato. Nel 1964 venne eletto a capo del partito comunista slovacco uno dei protagonisti della lotta antinazista, un comunista di sicura fede e di grande sensibilit umana, Dubcek. Nel 1967 egli divenne segretario del Partito cecoslovacco. Attorno al

nuovo segretario nacque la speranza o il mito della Primavera di Praga. Furono eletti un nuovo presidente della repubblica, il presidente dellAssemblea nazionale e il capo di stato, i quali, assieme a Dubcek, elaborarono progetti di riforme che adombravano un ideale grandioso, affidato ad uno slogan eloquente, la creazione di un socialismo dal volto umano. Gli avversari di Dubcek e del nuovo corso cecoslovacco si preparavano ad agire poich giudicavano letale il rischio di contagio che da Praga poteva diffondersi in tutti i paesi del Patto. Dubcek contava sullaiuto di Tito e del rumeno Ceausescu, ma le sue speranze vennero tradite. I nuovi dirigenti cecoslovacchi, convocati a Mosca, furono sottoposti a un trattamento quasi carcerario, esposti a minacce e ricatti, mentre le forze del Patto di Varsavia occupavano tutta la Cecoslovacchia. Breznev chiese a Dubcek di scegliere tra un intervanto militare pi aspro e sanguinoso come rappresaglia per un anticomunismo che Dubcek non nutriva e la tacita accettazione di ci che era accaduto, con alcuni rimedi che temporaneamente attutissero il colpo. Gli esponenti del nuovo corso cecoslovacco poterono rientrare a Praga per governare la reazione contro ci che essi stessi avevano provocato. La direzione del Partito fu affidata a Husak. Dal punto di vista internazionale, questa dura prova interna al sistema sovietico, fu giustificata da Breznev sulla base della dottrina della sovranit limitata.

4. La grande distensione e i suoi limiti.


Legemonia e la subordinazione avevano le loro origini nel fatto che le superpotenze legittimavano la loro supremazia in cambio della tacita delega, loro concessa, di aasicurare la pace nel mondo, evitando di esasperare i motivi di frizione tra i due blocchie perch, superata una certa soglia di pericolo, dopo gli anni dei pi minacciosi esperimenti nucleari nellatmosfera, definissero le regole della convivenza. Quelli tra il 1968 e il 1974 furono gli anni dei grandi accordi che consentirono la grande distensione. Nel 1968 venne firmato il trattato di non proliferazione sotto legida delle Nazioni Unite. Eso prevedeva che gli stati in possesso di armi nucleari si impegnassero a non trasferire armi atomiche a chi non ne possedeva e prevedeva la rinuncia a possedere armamenti nucleari da parte di quegli stati che avessero aderito al trattato. Laccordo sanciva, ovviamente, una situazione di disuguaglianza e stabiliva legemonia permanente delle superpotenze. Il significato politico era evidente. Gli americani rinunciavano per sempre al riarmo atomico della Germania in cambio della condanna sovietica del riarmo atomico cinese. Cos come laccordo del 68 era strettamente legato allevoluzione della politica interna tedesca e allapprofondirsi del conflitto sino-sovietico, gli accordi successivi furono legati allevolvere della situazione interna americana e alle riforme tentate in quella sovietica. Tuttavia vi fu un profondo errore di valutazione delle rispettive ragioni di fondo che favorivano il dialogo. I sovietici ritennero che, fiaccati dalla guerra in Vietnam, gli Stati Uniti attraversassero una fase di crisi che non sarebbe stata rimediata a breve e giudicavano la politica di distensione un segno di relativa debolezza (e non solo come la volont di ridurre i costi della gara nucleare e spaziale). Nel 1972 Nixon si rec a Mosca dove ebbe luogo la firma del trattato Salt I. la prima parte dellintesa definiva i livelli di armamenti entro i quali ciascuna delle due potenze si impegnava a mantenersi. La seconda parte dellaccordo riguardava i missili antimissile (Abm). La definizione di grande distensione per spiegare questa fase delle relazioni tra le superpotenze e giustificata dal clima politico che circond gli accordi. Breznev e Nixon firmarono una serie di protocolli dai quali si doveva desumere che le relazioni tra i due

paesi erano non solo normalizzate ma avviate verso un radioso avvenire. Una solenne dichiarazione riguardava I principi delle relazioni tra gli Stati Uniti e lUnione Sovietica e affermava solennemente la norma suprema della coesistenza pacifica. Per renderla possibile, le parti si impegnavano a consultarsi per evitare conflitti militari e prevenire lesplosione di una guerra nucleare. Un capitolo importante degli accordi fu quello relativo agli scambi commerciali, sulla base della quale lUnione Sovietica poteva acquistare grano negli Stati Uniti. Venivano poste le basi per un accordo che avrebbe concesso allUrss la clausola di nazione pifavorita. Altri protocolli riguardavano la collaborazione culturale, quella scientifica e quella spaziale. In quelle occasioni vennero sottoscritti numerosi altri accordi di collaborazione e fu affrontato il tema del superamento del Salt I con un nuovo accordo (Salt II). Le buone intenzioni ebbero poco seguito poich Nixon venne costretto alle dimissioni (scandalo del Watergate) nel 1974 e i sovietici dovettero riprendere il dialogo con il successore, Ford. Durante lultimo vertice degli anni della grande distensione, svoltosi a Vladivostok, Ford e Breznev raggiunsero laccordo sul testo del Salt II affermando il principio della parit. Lintesa definitiva si ebbe nel 1979 quando il clima politico era completamente cambiato a causa dellinvasione sovietica dellAfghanistan. Per i sovietici la distensione era divenuta una necessit economica, anche in vista dei progetti di riforme nutriti da Kosygin e Breznev. Inoltre la politica di distensione migliorava limmagine dellUrss in Europa dopo lenunciazione della dottrina Breznev. La sicurezza in Europa bilanciava linsicurezza in Asia, dove le relazioni con la cina avevano superato il punto di rottura. Le ragioni propriamente sovietiche della distensione si incontravano, su questo punto,con le ragioni degli Stati Uniti, ai quali la guerra del Vietnam aveva imposto un nuovo modo di considerare le questioni asiatiche. Da subito Nixon aveva perseguito il disimpegno americano dalla guerra come risultato della vietnamizzazione del conflitto. Nel 1969 Nixon enunci la necessit per gli Stati Uniti di limitare la loro presenza (nellarea asiatica) tenendo conto delleffettiva capacit dazione: gli Usa non potevano fare da poliziotti del mondo ma dovevano seguire una politica di basso profilo. Forse non fu altrettanto basso il profilo della politica di Nixon verso il Giappone che, dopo il trattato di pace, era entrato in un periodo di grande crescita economica ed era diventato il gigante commerciale dellEstremo Oriente. Dal 1965 inizi una lunga contesa fra i due paesi perch il Giappone revocasse o mitigasse la legislazione protezionistica, tenuto conto del fatto che la tutela della sicurezza giapponese gravava sugli Usa. I giapponesi si dichiararono disposti a discutere, ma posero come condizione la restituzione dellarcipelago delle Ryukyu e dellisola di Okinawa oltrech la possibilit di riaprire negoziati commerciali con la Cina popolare. Intanto il governo cinese avvertiva il pericolo dellisolazionismo e comprese limportanza di uscirne nellunico modo possibile: affacciandosi sul Pacifico verso il Giappone, e ancor di pi, verso gli Usa.

5. Il Medio Oriente e la crisi energetica.


Nel 1973 scoppi la guerra dello Yom Kippur causata dallattacco a sorpresa degli egiziani contro Israele. Tre aspetti del conflitto a) la crisi come fase del conflitto arabo-israeliano. La guerra era la rivalsa egiziana rispetto alla pesante sconfitta del 1967. Nel 1966 gli americani dinanzi al progressivo affermarsi dellinfluenza sovietica nel Mediterraneo, spezzarono lequilibrio delle loro preferenze a favore degli israeliani, ai quali vendettero consistenti quantitativi di armamenti per controbilanciare le continue minacce arabe alla sicurezza di Israele. Il senso di pericolo esistente a Israele era la conseguenza della

nascita dellOrganizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) sotto la guida di Yasser Arafat. La situazione precipit quando, nel 1967, gli egiziani, per prevenire un attacco di Israele alla Siria (annunciato come imminente dai sovietici) chiesero alle Nazioni Unite il ritiro dei contingenti dellUnef. Subito dopo il governo del Cairo blocc la navigazione di navi israeliane nello Stretto di Tiran. Nel 1967 laviazione di Israele attacc di sorpresa le basi egiziane e neutralizz laviazione di Nasser prima che essa potesse levarsi in volo. Le forze di terra israeliane in pochi giorni occuparono tutta la penisola del Sinai fino alla sponda orientale del canale di Suez. Lintervento della Giordania provoc loccupazione di tutta la Cisgiordania e di Gerusalemme. Il sogno di costruire un grande stato di Israele era diventato in quel momento realt. Il governo di Tel Aviv dliber lunificazione della Gerusalemme ebraica a quella araba in una sola entit definitivamente inseparabile. Nasser super lumiliazione stringendo un rapporto pi stretto con i sovietici, che inviarono un contingente di consiglieri militari, incrementarono gli aiuti economici e, dopo la diga di Assuan, finanziarono, in Egitto e in Iraq, la costruzione di altri impianti. Per Israele, la vittoria provoc unimponente crescita della popolazione araba, una larga parte della quale proclamava la propria identit palestinese. Nel 1967 il Consiglio di Sicurezza vot allunanimit la risoluzione 242, con cui si formulava un piano di pace nel quale si prevedeva la fine dello stato di guerra fra tutti i paesi dellarea (il che presupponeva il riconoscimento arabo di Israele) ma chiedeva a Israele di ritirare le sue truppe dai territori occupati durante il recente conflitto. La geografia politica del Medio Oriente cambi, dopo il 67, in senso ulteriormente antisraeliano. Nel 1970 nor Nasser che fu succeduto da un altro dei giovani ufficiali, alSadat; frattanto in Libia un colpo di stato militare aveva portato al Gheddafi alla guida del paese; nel Sudan un colpo di stato port al potere al-Nimeiri, mentre lazione del partito socialista Baath apr la strada per lascesa al potere di Saddam Hussein in Iraq e di alAssad in Siria. Il protagonista della riscossa araba fu legiziano Sadat che chiese ai sovietici ulteriori aiuti militari che giunsero solo a partire dal 1973, anno in cui egli lanci loffensiva, nel giorno dello Yom Kippur, cogliendo di sorpresa gli israeliani, contro la sponda orientale del Sinai mentre i siriani attaccavano sulle alture del Golan. Per alcuni giorni leffetto sorpresa risult efficace; poi le forze israeliane si riorganizzarono e, guidate da Ariel Sharon, non solo fermarono lavanzata nemica, ma riuscirono a penetrare sul territorio egiziano a occidente del canale di Suez, circondando quella parte dellesercito egiziano che occupava il Sinai, ma anche approssimandosi al Cairo. La guerra era giunta al punto critico. b) la crisi come occasione per il manifestarsi del modo americano di considerare i problemi del Medio Oriente e, meno direttamente, ma in modo non meno consistente, dellEuropa. Liniziativa diplomatica blocc gli sviluppi militari. Il Consiglio di sicurezza ordin che le parti in lotta cessassero i combattimenti ma gli israeliani accettarono solo tre giorni dopo, quando la situazione dellEgitto era divenuta molto critica. In quei giorni fu Kissinger a prendere nelle sue mani con risolutezza la crisi anche per trarre da questa dei risvolti positivi per la politica americana. Gli israeliani accettarono di sospendere le operazioni in seguito alle pressioni sovietiche e allintervento americano. Nel 1974 si ebbe una conferenza a Ginevra, sotto la guida delle due superpotenze, terminata con lintesa di un disimpegno militare generalizzato. E difficile dire in modo netto che la distensione facesse scendere le sue benefiche conseguenze sul Medio Oriente: solo nella fase pi pericolosa della crisi, infatti, le

superpotenze si concertarono per trovare decisioni comuni. Limpegno di Kissinger trasform gli americani nei soli protagonisti di tutta la prima fase della crisi. Si ristabilirono relazioni diplomatiche regolari con lEgitto mentre Sadat complet il disimpegno rispetto ai sovietici. Legemonia sovietica sul Mediterraneo orientale venne quasi completamente annullata. Sotto la guida degli Stati Uniti, nel 1979 Israele ed Egitto firmarono un trattato di pace, in virt del quale le terre egiziane occupate dagli israeliani sarebbero state gradualmente liberate e la collaborazione fra i due paesi si sarebbe presentata come modello di convivenza possibile tra il mondo arabo e Israele. Proprio la crisi mediorientale mise in luce il divario creatosi tra interessi americani ed europei. Sino alla guerra del Vietnam lEuropa aveva goduto dellesistenza del sistema di Bretton Woods e del raggiungimento, nel 1958, di un accordo generale che stabiliva la convertibilit delle monete sulla base del Gold-dollar Standard, che rendeva la moneta americana riserva della finanza globale e fulcro della convertibilit in generale. Questo sistema imponeva di fatto i livelli dei prezzi americani al resto del mondo: prezzi che allora erano stabili e che, in quanto tali, creavano le condizioni per la stabilizzazione dei prezzi mondiali. Tuttavia la crescita del potenziale economico della Cee e quella del Giappone, combinata alla crescita dei prezzi delle materie prime voluta dai Pvs, mutarono i termini strutturali della situazione. Intrappolato dalla regola della parit fissa, il dollaro, prima sottovalutato, lasci il posto ad un dollaro sopravvalutato, imponendo costi pi elevati alleconomia americana. Nel sistema imperiale americano, la potenze egemone vedeva diminuire i vantaggi della propria superiorit. Le spese provocate dalla guerra del Vietnam, dagli aiuti ai Pvs, dalle esigenze strategiche, sommate al perenne andamento passivo della bilancia dei pagamenti fecero salire di molto il tasso dinflazione e quello di disoccupazione. Con lamministrazione Nixon ci fu una svolta epocale con un rovesciamento del tradizionale sistema dei cambi e come manifestazione di un protezionismo interventistico. Dopo che nel 1971, una forte ondata speculativa invest il mercato valutario americano, risult impossibile mantenere la politica del cambio fisso. Nixon annunci, cos, la sua new economic policy, il cardine della quale era la temporanea sospensione della libera convertibilit del dollaro. Laspetto centrale della manovra di Nixon fu che essa diede fondatamente motivi agli europei e ai giapponesi di pensare che egli volesse rovesciare sugli alleati le difficolt americane. Ma gi alla fine del 1971 vennero fissate le nuove parit fra il dollaro e le principali monete del mondo. Il nuovo sistema del Dollar Standard aveva sottratto, durante la crisi del 1973, alla pressione inflazionistica del cambio fisso mantenendo il ruolo del dollaro come moneta di riferimento. c) la crisi come problema delle risorse energetiche. La questione petrolifera aveva prodotto, a sua volta, la crisi politico-economica e quella finanziario-monetaria. Durante i decenni precedenti al 1972 il petrolio era stato abbondante e poco caro. Dallinizio degli anni Cinquanta, con la crisi iraniana il tema dello sfruttamento delle risorse petrolifere e delle regole che lo disciplinavano era diventato uno dei problemi centrali per il mondo occidentale industrializzato. Nel 1960 i paesi produttori costituirono lOpec (la Organization of Petroleum Exporting Countries) con il compito di coordinare le rispettive politiche energetiche. Sebbene lOpec non riuscisse mai a trasformarsi in un vero cartello monopolistico, tuttavia essa riusc ad acquistare, in un regime di oligopolio, la capacit di controllare e coordinare le regole di sfruttamento del petrolio mediorientale e di alcuni paesi africani o dellAmerica Latina.

Nel 1973 il petrolio venne usato come unarma a favore della causa palestinese, sia con una politica selettiva di esportazioni condizionata dal maggiore o minore grado di solidariet verso la causa araba sia mediante la manovra sul prezzo del greggio. Dal punto di vista economico e da quello politico lo shock petrolifero ebbe una portata incalcolabile. Il controllo delle materie prime, passato dalle mani delle potenze coloniali a quelle dei paesi indipendenti, creava problemi del tutto nuovi per il mondo industrializzato: non tanto per le superpotenze quanto per lEuropa occidentale e per i Giappone. Venne scoperto il tema dei limiti dello sviluppo e quello dei limiti delle risorse globali. Oltre alle reazioni politiche vi furono le conseguenze economico-finanziarie. Tra il 1974 e il 1979 la recessione e linflazione colpirono il mondo industrializzato. La necessit di colmare il deficit provoc il ricorso al mercato internazionale dove i petrodollari vennero riciclati mediante prestiti ai paesi industrializzati che divennero cos debitori permanenti dei produttori. Cos il dollaro divenne da moneta sovrabbondante un bene rifugio e gli Stati Uniti, che avevano gi guadagnato diplomaticamente dalla crisi mediorientale, guadagnarono anche finanziariamente poich, a dispetto di tutto, la loro moneta restava lunica ancora in grado di servire come riferimento per la liquidit internazionale. Tutto questo problema del riciclaggio dei petrodollari fu dapprima gestito dalle grandi banche internazionali (specie americane). Nel 1975 i rappresentanti dei sei paesi pi industrializzati del mondo (Usa, Gran Bretagna; Francia, Germania occidentale, Giappone e Italia) si riunirono a Parigi per discutere della nuova situazione finanziaria (G-6). Nel 1976 ci si tradusse in un emendamento allo statuto del Fmi, grazie al quale si metteva fine al ruolo delloro come tallone di riferimento per il valore delle monete e venivano consolidati i cosiddetti Diritti speciali di prelievo. A questa istituzione veniva affidato il compito di sorvegliare il sistema dei cambi e la politica economica degli stati, per controllare che essa promuovesse un sistema economico stabile ed ordinato. La crisi energetica mise in chiaro al necessit di trovare fonti alternative di energia

6. Gli accordi di Helsinki e la ripresa della tensione in Europa.


La nuova situazione creata in Europa dalla politica estera di Brandt si sovrappose alla diffusa ostilit verso lUnione Sovietica suscitata dagli avvenimenti di Praga. Le reazioni furono importanti per i partiti comunisti delleuropa occidentale, che presero ancora pi nettamente distanza dallUrss, pur senza spezzare i legami materiali esistenti. Dopo linizio degli anni Settanta, le notizie sul dilagare del dissenso interno e quelle relative allo scontro sino-sovietico trasformarono il sistema sovietico da nemico immanente in realt consistente, con la quale un approccio analogo allOstpolitik avrebbe potuto dare risultati utili, senza compromettere la stabilit del continente. Divenne perci attuale riprendere in considerazione le proposte formulate dal Patto di Varsavia per la Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in europa (Csce). Questa si tenne nel 1972 ad Helsinki e i lavori furono chiusi nel 1975 con la firma di un lungo documento chiamato Atto Finale. Latto venne sottoscritto da 33 paesi europei, dal Canada e dagli USA. Il documento era diviso in 4 parti. Il primo gruppo di accordi sanzionava il mutuo riconoscimento di tutti gli stati europei re limpegno a non modificare con la forza lassetto esistente (rafforzare la sicurezza e promuovere il disarmo). Il secondo gruppo riguardava la cooperazione economica, scientifica e ambientale.Il terzo riguardava la cooperazione nel campo culturale e umanitario etoccava il tema dei diritti umani con una serie di affermazioni che contrastavano con le effettive condizioni di vita dei paesi del socialismo reale. Il quarto gruppo prevedeva che nel 1977 una nuova conferenza, da tenere a belgrado, facesse il punto della situazione degli accordi. Gli accordi di Helsinki furono accolti con scetticismo e con diffidenza. Molti vi lessero il trionfo della teoria sovietica che li considerava come la legittimazione della politica seguita

in Europa dopo la seconda guerra mondiale. Pochi percepirono il fatto che gli impegni del terzo cesto sarebbero divenuti, al di la di ogni interpretazione limitativa, un pesante condizionamento per la libert di manovra sovietica in Europa e, anzi, la leva che avrebbe dato forza al dissenso interno alblocco sovietico. Il 1975 segn il momento pi alto della parabola dei buoni rapporti bipolari, dopo del quale ebbe inizio un rapido riaccendersi delle ragioni del conflitto sino a far parlare, nel 1979, di seconda guerra fredda. I terreni dello scontro furono lAfrica e lEuropa stessa. Loccasione di conflitto venne offerta nel 1975 dalle conseguenze del regime salazariano in Portogallo. Questo stato aveva conservato in Africa due immensi territori coloniali, lAngola e il Monzambico. Il nuovo governo democratico, guidato da Mario Soares, mosse rapidamente verso la decolonizzazione. In entrambi i paesi esplose quasi immediatamente la guerra civile. In Monzambico prese il potere il Frelimo (fronte per la liberazione del Monzambico) ma contrastato dal gruppo Renamo (Resistenza nazionale per il Monzambico) appoggiato dal Sudafrica. Anche in Angola lindipendenza port al potere forze di sinistra: il Movimento popolare per la liberazione dellAngola (Mpla) contrastati soprattutto dallUnita, sostenuto dal Sudafrica e dagli americani. Oltre a ci nel Corno dAfrica, dopo la detronizzazione di Hail Selassi, in Etisia, nel 1974, il gruppo dei militari golpisti pass, nel 1977, sotto lesclusivo controllo di Menghistu, un ufficiale di orientamento nettamente filosovietico. In tutte e tre queste situazioni i sovietici inviarono uomini e armamenti a sostegno dei movimenti o dei governi amici. La presenza di reparti cubani e sovietici in Africa erano un motivo di destabilizzazione. Per capire le ragioni che spingevano Mosca, proprio nel momento della distensione, ad impegnarsi in Africa si deve tenere presente che tra il 1974 e il 1979 i sovietici avevano perso linfluenza nel Pacifico e nel Mediterraneo orientale. Nel 1973 ci fu il colpo di stato del generale Pinochet, che aveva eliminato dal Cile il governo di Salvator Allende, fautore di una politica di ispirazione marxista, legata allesperimento cubano, e che per tale ragione aveva messo in moto la reazione della Cia e dellesercito cileno. I sovietici avevano colto loccasione della debolezza interna americana per cercare una rivalsa dove questa risultasse possibile. Le tensioni si fecero ancora pi aspre in occasione della disputa sugli euromissili. Dopo la firma degli accordi Salt I i militari sovietici avevano cominciato a premere per un soluzione meno svantaggiosa, dal punto di vista delle testate nucleari, per lUrss. Intanto, lipotesi sullautomatismo della risposta Usa era tramontata dopo lesito della crisi di Cuba. In regime di risposta flessibile tale automatismo era tuttaltro che certo. Di qui lallarme in Europa, che era per solo in parte giustificato poich gli americani stavano progettando i missili di teatro (missil di gittata intermedia che sfuggivano ai radar avversari). Il Consiglio Nato giunse nel 1979 ad una doppia decisione. Si assumeva come principio la disponibilit a discutere la riduzione reciproca dei missili di teatro sovietici in cambio della rinuncia a dispiegare quelli che gli americani erano disposti a fornire; e si esprimeva operativamente la previsione di istallare, sui territori dei paesi Nato, che avessero accettato di ospitarli, 572 missili americani a raggio intermedio. La decisione aveva un carattere pi politico che militare. Il problema riguardava il rapporto tra lEuropa e gli Stati Uniti e lacquisizione di un impegno pi persuasivo rispetto alla rappresaglia flessibile. Nel 1979-80 la crisi degli euromissili si affianc ala crisi afgana nel dare la sensazione che lera della distensione fosse finita. In Afghanistan, dopo la caduta della monarchia nel 1973, la vita politica si era trasformata in una faida tra fazioni politiche, gruppi interni ai partiti e fazioni religiose. Nel 1979 un colpo di stato ispirato dal Partito democratico del

Popolo, di orientamento marxista, aveva portato al governo Takari (che era per una politica riformista appoggiata dai sovietici) e Amin (sospettato di antisovietismo). Nella lotta fra le due fazioni ebbe la meglio Amin. La situazione interna dellAfghanistan si inseriva in un quadro asiatico in rapido mutamento (rivoluzione iraniana, guerra della Cina contro il Vietnam). Breznev, quindi, decise linvasione dellAfghanistan perch quella situazione creava seri problemi ai sovietici in quellarea. Le razioni furono dure, soprattutto da parte americana. Nel 1980 Carter propose al Senato di posporre indefinitamente la ratifica del trattato Salt II e assunse una serie di altre misure restrittive (come la sospensione delle previste vendite di grano). Liniziativa sovietica si ripercosse sulle relazioni tra Mosca e i partiti comunisti dellEuropa occidentale che interruppero gran parte dei loro rapporti istituzionali e finanziari con il Pcus e con lUrss. La crisi del 1989 avrebbe posto termine ad un intervento che avrebbe lasciato dietro di se una scia di rovine e un paese da allora in preda a poteri arbitrari. Cos larco della grande distensione culminava in una ripresa dei conflitti.

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