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PRIMA GUERRA MONDIALE .

PRESUPPOSTI DEL CONFLITTO

In seguito all’assassinio dell’arciduca


Francesco Ferdinando (erede al trono
d’Austria-Ungheria) da parte di uno studente di
origine serba, l’Austria-Ungheria colse
l’occasione per dichiarare guerra alla Serbia il
28 luglio 1914.

- la Russia appoggiò la Serbia


- la Germania appoggiò
l’Austria-Ungheria e dichiarò guerra prima alla Russia e poi alla Francia
- la Gran Bretagna, legata al patto della Triplice Intesa, intervenne dichiarando guerra alla
Germania

La reazione al possibile scoppio della guerra provocò forte entusiasmo da parte della
popolazione anche grazie alla propaganda nazionalistica: gli uomini desideravano dimostrare il
proprio valore e difendere la propria patria.

INIZIO DEL CONFLITTO

Il piano iniziale era condurre una guerra lampo prevista dal Piano Schlieffen. La Germania
voleva invadere e conquistare la Francia passando per lo stato neutrale del Belgio, poi battere
anche la Russia prima che riuscisse a organizzare il proprio esercito.

Dopo aver invaso il Belgio, il quale oppose un’inaspettata resistenza, le truppe tedesche si
diressero verso Parigi, ma vennero fermate dai francesi nella battaglia della Marna facendo
arrestare le truppe fino alle montagne delle Argonne.
La battaglia della Marna si configurò come una guerra di posizione (trincee e fortificazioni
difensive) e cioè non avrebbe vinto la strategia militare migliore, ma chi avrebbe resistito più a
lungo fisicamente e psicologicamente.

Intanto la Russia attaccò la Germania, la quale si trovò a dover combattere su più fronti, per
entrambe si verificarono vittorie e sconfitte.

Nel novembre del 1914 intervenne in guerra l’Impero ottomano in aiuto dei tedeschi e degli
austro-ungarici.
INTERVENTO DELL’ITALIA

L’Italia, il cui governo era presieduto da Salandra, rimase inizialmente


neutrale poiché il trattato di Triplice Alleanza prevedeva l’entrata in
guerra solo in caso uno degli stati fosse stato attaccato
(l’Austria-Ungheria invece aveva dichiarato guerra).
A favore del neutralismo vi erano i liberali riformisti, i socialisti, i
sindacalisti riformisti e i cattolici.
A favore dell’interventismo vi erano i sindacalisti rivoluzionari,
diversi interventisti democratici, gli irredentisti, i liberali di destra e la
destra nazionalista.
Salandra e Sonnino strinsero con la Triplice intesa il Patto di Londra
(all’insaputa del Parlamento che era ancora per la maggior parte
neutralista) il quale avrebbe garantito all’Italia maggiori concessioni
rispetto all’alleanza con l’Austria-Ungheria.
Una volta annunciata la stipulazione del patto di Londra al Parlamento, l’Italia si divise in due sia
in Parlamento che nelle piazze (radiose giornate di maggio). Salandra si dimise e al suo posto
fu proposto il ritorno di Giolitti, il quale rifiutò poiché il popolo gli era per la maggior parte contro.
Infine Salandra ottenne dal Parlamento la concessione dei pieni poteri per l’entrata in guerra
(solo il partito socialista gli era contrario).
Tra il 23 e 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra al fianco della Francia, della Gran Bretagna e
della Russia.

1915-1916: CARNEFICINE E MASSACRI

Le battaglie di Verdun e delle Somme tra Francia e Germania non modificarono più di tanto
l’equilibrio della guerra, ma furono una perdita termini di vite umane (un milione di morti).

In quanto alle battaglie in mare, la flotta britannica era nettamente più forte di quella tedesca.
I tedeschi avevano dichiarato zona di guerra le acque intorno alle isole britanniche e silurarono
tutte le navi (anche neutrali) che passavano di lì.

Sul fronte italiano, la prospettiva di una guerra lampo lasciò posto ad un esercito poco preparato
sotto la guida Cadorna, il quale perseguì una strategia di attacchi continui ed estenuanti per le
truppe italiane. L’unico risultato raggiunto fu l’occupazione di Gorizia.

“GUERRA TOTALE”

La guerra fu una “guerra mondiale” poiché coinvolse paesi europei ed extraeuropei (30 paesi
coinvolti tra cui Stati Uniti, Giappone e Cina).
La guerra fu una “guerra mondiale” poiché coinvolse l’intera società, vi fu una mobilitazione di
massa: le donne e i ragazzi furono chiamati a sostenere lo sforzo bellico (enormi sacrifici:
prestiti di guerra, razionamento del cibo, aumenti delle tasse,…).
La guerra ebbe effetti distruttivi sia dal punto di vista umano (fisico, ma anche psicologico) che
dal punto di vista materiale.
Al fine di compattare il fronte interno, i governi fecero ampio uso della propaganda, di tecniche
di persuasione e di limitazione della libertà (es. divieto di scioperi e manifestazioni).

1917: ANNO DI SVOLTA

Dopo anni di ferocia iniziò ad affiorare la stanchezza e ci fu un calo dell’impeto sui fronti di
battaglia. Si passò da un atteggiamento offensivo ad uno difensivo.
Particolarmente grave era la situazione in Russia, in cui il malcontento era dilagato nel paese
portando ad insurrezioni e infine alla salita al potere dei bolscevichi e Lenin.
Lenin iniziò le trattative per l’uscita dalla guerra che si conclusero con un armistizio: il trattato di
Brest-Litovsk del 1918.
Il malcontento era però diffuso anche in Francia, in Germania, in Austria e in Italia.
L’uscita di scena della Russia aveva favorito gli austro-tedeschi i quali sferrarono un attacco a
Caporetto, le truppe italiane non erano preparate e i soldati nemici riuscirono a spingersi fino a
Udine.
Cadorna venne sostituito con Diaz il quale fece importanti concessioni alle truppe le quali,
maggiormente motivate, riuscirono a respingere ulteriori attacchi nemici.

Nel 1917 gli Stati Uniti intervennero in guerra soprattutto perché stava iniziando a rivelarsi un
problema per l’economia americana.

1918: LA FINE DEL CONFLITTO

I tedeschi decisero di sferrare il loro attacco definitivo a San Quintino in Francia, ma l’Intesa
riuscì a riorganizzarsi e a difendersi efficacemente arrestando l’avanzata nemica. Nell’estate del
1918 grazie al supporto dei soldati americani, l’Intesa lanciò l’offensiva decisiva contro i
tedeschi, battuti nella seconda battaglia della Marna e sconfitti nella battaglia di Amiens.

Sul fronte italiano, le truppe (ragazzi del ’99) ottennero una netta vittoria nella battaglia di
Vittorio Veneto.

Il bilancio delle morti alla fine del conflitto era tragico: 17 milioni di vittime tra soldati e civili.
Oltre a ciò si aggiunse l’epidemia di “spagnola” che fece ancora più vittime della guerra in soli
due anni (40-50 milioni).

TRATTATI DI PACE

Nel 1918 il presidente degli stati Uniti Wilson enunciò il suo


programma per la pace: “Quattordici punti“.
I punti si riferivano a questioni territoriali che si sarebbero dovute
affrontare tenendo conto degli interessi dei popoli e ai principi
generali di relazioni internazionali. Alla base del programma vi era il
principio di nazionalità e di autodeterminazione dei popoli (principio secondo cui i popoli hanno il
diritto di scegliere liberamente la propria forma di governo).
L’ultimo punto era quello che prevedeva la creazione della Società delle Nazioni:
organizzazione sovranazionale che doveva assicurare la pace e risolvere diplomaticamente le
controversie tra gli Stati membri.
La Società delle Nazioni si rivelò subito debole poiché era quasi impossibile giungere
all’unanimità nelle decisioni, inoltre gli Stati Uniti stessi non vi aderirono poiché si tornò a una
politica isolazionista.

Le potenze dell’Intesa vollero penalizzare la Germania, considerata l’unica colpevole del


conflitto.
La pace con i tedeschi fu stipulata con il trattato di Versailles e prevedeva soprattutto la
cessione di territori agli Stati vincitori e riparazioni di guerra, inoltre nel trattato erano piuttosto
severe le clausole che riguardavano il settore militare: smilitarizzazione, smantellamento quasi
totale della flotta e dell’aeronautica e riduzione degli uomini nell’esercito.

L'Impero austro-ungarico venne smembrato col trattato di Saint-Germain in: Ungheria,


Repubblica cecoslovacca e regno di Iugoslavia.
Col trattato di Sèvres la Turchia cedette alla Gran Bretagna il controllo di Palestina ed Iraq e
alla Francia il controllo del Libano e della Siria.
La pace di Brest-Litovsk venne rivisitata, ma solo l’Ucraina tornò sotto il controllo russo.

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