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LA PRIMA GUERRA MONDIALE E LA RIVOLUZIONE RUSSA

Agli inizi del 1914, nascono due nuove grandi potenze: il Giappone e gli Stati Uniti.

Inoltre, era diffusa l'idea di un progresso inarrestabile, che avrebbe portato benessere a tutti, a causa
dello straordinario sviluppo nella produzione industriale, nel campo tecnologico e negli scambi
commerciali. Nei paesi, con l'estensione del diritto di voto, sembrava realizzarsi un processo di
democratizzazione. Tali progressi però, non riuscirono a spegnere i conflitti sociali interni ai singoli
paesi e le tensioni politiche internazionali (erano vive vecchie e nuove rivalità: tra Austria-Ungheria e
la Russia per il controllo sui Balcani; tra la Francia e la Germania per l'Alsazia Lorena; tra la Gran
Bretagna e la Germania per la corsa agli armamenti navali).

L'Europa sembrava infatti divisa in due blocchi di alleanze: da una parte AUSTRIA e GERMANIA,
dall'altra FRANCIA, RUSSIA, e GRAN BRETAGNA.

La guerra era dunque nell'aria, ma non tutti la temevano; le opinioni pubbliche nazionali valutavano la
guerra come un'opzione praticabile nella logica del confronto fra le potenze, o come dovere
patriottico, o un evento liberatorio, per altri un'opportunità di carriera, di successo, di guadagno.

Nel 1914 dunque, esistevano tutte le premesse che rendevano possibile e probabile una guerra.

In particolare, un evento scaturì il CAUS BELLI (ovvero l'occasione, il pretesto per lo scatenamento
del conflitto):

-Il 28 GIUGNO 1914 Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria, fu ucciso, insieme a sua moglie,
da due colpi di pistola da un giovane serbo a Sarajevo, capitale della Bosnia. L'attentato aveva come
principale scopo battersi affinchè la Bosnia (annessa all'Austria-Ungheria, ma abitata in maggioranza
da popolazioni slave) entrasse a far parte di una "grande Serbia" indipendente dall'impero asburgo.

-Un mese dopo, il 23 LUGLIO l'Austria invia un ULTIMATUM alla Serbia.

-Il secondo passo fu compiuto dalla RUSSIA, la quale promise sostegno alla Serbia, sua principale
alleata nei Balcani. Forte dell'appoggio russo, il governo serbo eccettò solo in parte l'ultimatum
(respingendo la clausola che prevedeva la partecipazione di funzionari austriaci alle indagini sui
mandati dall'attentato).

-L'Austria giudicò la risposta insufficiente e il 28 LUGLIO DICHIARO' GUERRA ALLA SERBIA.

-Fu immediata la reazione del governo russo che, ordinò di mobilitare le forze armate nei confronti
dell'intero confine occidentale (dichiarare la mobilitazione significava dare il via a una serie di
operazioni che costituivano la premessa di una guerra).

-La mobilitazione fu interpretata dal governo tedesco come un atto di ostilità e il 31 LUGLIO LA
GERMANIA INVIO' UN ULTIMATUM ALLA RUSSIA intimandola all'immediata sospensione dei suoi
preparativi bellici. L'ultimatun non ottenne risposta e fu seguito dalla DICHIARAZIONE DI GUERRA.

-1 AGOSTO, la FRANCIA legata alla Russia da un trattato di alleanza militare mobilitò le forze
armate.

-La Germania rispose con un altro ultimatum e con la successiva DICHIARAZIONE DI GUERRA ALLA
FRANCIA IL 3 AGOSTO.

La responsabilità della Germania fu quella di aver fatto precipitare definitivamente la situazione del
conflitto. Essa aveva come piano di guerra (elaborato da Alfred von Schlieffen), l'eventualità di una
guerra sue fronti: attaccare la Francia, che doveva essere messa fuori combattimento in poche
settimane e raggiunto tale obbiettivo le forze sarebbero state impegnate contro la Russia. Tali
obbiettivi erano racchiusi nel PIANO SCHLIEFFEN.

Il piano prevedeva inoltre che le truppe tedesche passassero attraverso il BELGIO, nonostante la sua
posizione di neutralità, garantita da da un trattato internazionale, permettendo così di puntare
direttamente sulla città di PARIGI.

-Il 4 AGOSTO, i primi contingenti tedeschi invasero il Belgio per attaccare la Francia.

La violazione della neutralità belga sconvolse l'opinione pubblica e in particolare la Gran Bretagna, la
quale lo stesso giorno DICHIARO' GUERRA ALLA GERMANIA.

I primi giorni di agosto, le piazze delle grandi capitali europee si riempirono di manifestazioni in
favore della guerra. La Seconda Internazionale, nata come espressione della solidarietà fra i
lavoratori di tutti i paesi e impegnata da sempre nella difesa della pace, cessò praticamente di
esistere: fu la prima vittima della Grande Guerra.

1914-1915: DALLA GUERRA DI LOGORAMENTO ALLA GUERRA DI POSIZIONE

Si trattava di un conflitto che non aveva precedenti nelle guerre del passato, soprattutto a causa
delle ARMI MODERNE: la novità più importante fu costituita dalle MITRAGLIATRICI AUTOMATICHE.

Inoltre, l'idea comune della guerra era quella di un conflitto di breve durata, con guerre di movimento
(spostamento di ingenti masse di uomini in vista di pochi e risolutivi scontri).

Inizialmente, sul fronte francese i tedeschi riuscirono ad ottenere successi. Solo in seguito i francesi
riuscirono a lanciare un improvviso contro attacco che portò all'arresto dell'offensiva (dei tedeschi)
sulla Marna e così il piano tedesco poteva dirsi sostanzialmente fallito.

La guerra inoltre, assumeva nuovi aspetti, gli eserciti si erano attestati in TRINCEE improvvisate:
schieramenti immobili che si affrontavano in una serie di sanguinosi attacchi, con lunghi periodi di
stati.

-Il 23 AGOSTO, il GIAPPONE DICHIARA GUERRA ALLA GERMANIA, per poi impadronirsi dei
possedimenti tedeschi nel pacifico.

-Nello stesso anno la TURCHIA interviene a favore degli imperi centrali.

-Nel maggio 1915, l'ITALIA ENTRA IN GUERRA CONTRO L'AUSTRO-UNGHERIA.

-A fianco della Germania e dell'Austria interviene la BULGARIA.

-Con l'intesa si schiera poi PORTOGALLO, ROMANIA e la GRECIA.

-Nel 1917, gli STATI UNITI si schiereranno con l'Intesa, trascinandosi dietro numerosi paesi
extraeuropei quali, CINA, BRASILE. e altre Repubbliche latino-americane, il cui contributo alla guerra
fu però poco rilevante.

LA GUERRA ASSUNSE SEMPRE PIU' UN CARATTERE MONDIALE (si mondializza).

L'Italia che entra in guerra due mesi dopo a fianco dell'Intesa contro l'impero austro-ungarico fino ad
allora alleato e al suo interno vide contrapporsi due schieramenti, NEUTRALISTI e INTERVENTISTI.

Nell'agosto 1914, la guerra era appena scoppiata, il governo presieduto da Antonio Salandra aveva
dichiarato la NEUTRANILTA' DELL'ITALIA. Questa decisione era giustificata dal carattere difensivo
della Triplice Alleanza (che prevedeva l'entrata in guerra dell'Italia nel momento in cui il paese alleato
fosse stato attaccato) e sviluppava l'idea di una guerra contro l'Austria.

GLI INTERVENTISTI, volevano che l'Italia entrasse in guerra (repubblicani, radicali, socialriformisti)

I NEUTRALISTI, non volevano che l'Italia entrasse in guerra, fra cui i liberali di Giolitti. Giovanni
Giolitti, infatti, non riteneva il paese preparato alla guerra. Ostile all'intervento era anche il mondo
cattolico, il partito socialista e la confederazione italiana del lavoro mantennero una posizione di
netta condanna alla guerra, solo BENITO MUSSOLINI (che faceva parte del partito socialista) si
schierò a favore dell'intervento. Fu espulso dal partito e nel 1914 fondò un nuovo quotidiano che
divenne la voce principale dell'interventismo.

I neutralisti erano un netta prevalenza. Ma a decidere l'esito dello scontro fra neutralisti e interventisti
furono le scelte del capo del governo, del ministro degli esteri e del re.

Fin dall'autunno del 1914, Salandra e Sonnino avevano stretto ACCORDI SEGRETI CON L'INTESA.
Infine decisero di accettare le proposte di Francia, Gran Bretagna e Russia firmando il 26 APRILE
1915 IL PATTO DI LONDRA.

Le clausole principali prevedevano che l'Italia, in caso di vittoria, avrebbe ottenuto: il Trentino, il Sud
Tirolo, Venezia Giulia, l'intera penisola istrina e parte della Dalmazia e delle sue isole adriatiche.

L'Italia dichiarò così GUERRA ALL'AUSTRIA e il 24 maggio 1915 cominciarono le operazioni militari.

1915-16 I FRONTI DI GUERRA:

Sul fronte italiano:L'intervento italiano non servì a decidere le sorti del conflitto: Luigi Cadorna nel
corso del 1915 condusse sanguinose senza cogliere alcun successo. Nel 1916 furono gli austriaci a
lanciare un improvviso attacco che fu chiamato STRAFEXPEDITION, ossia "spedizione punitiva"
contro l'antico alleato ritenuto colpevole di tradimento. L'offensiva fu faticosamente arrestata. Ma il
governo Salandra, fu costretto a dare le dimissioni.

Nel corso di quell'anno furono combatutte altre battaglie: sull'Isonzo e la presa di Gorizia.

Sul fronte francese: In Francia si assiste ad una situazione analoga. In particolare le battaglie di
Verdun e della Somme, due dei più spaventosi massacri della storia militare, provocarono milioni di
morti, feriti, prigionieri perdite per entrambi gli schieramenti.

Sul fronte orientale: Gli imperi centrali ottennero alcuni importanti successi.

La vita nelle trincee, monotona e rischioso al tempo stesso, logorava i combattimenti nel morale oltre
che nel fisico. Bastarono i primi mesi di guerra nelle trincee a far svanire l'entusiasmo patriottico con
cui molti combattenti avevano affrontato il conflitto. La paura o l'avversione alla guerra si tradussero
in forme di rifiuto, ribellione collettiva e scioperi militari. Nella ricerca di un risultato decisivo si fece
ricorso alle risorse messe a disposizione dei progressi della scienza e della tecnologia: GAS, AEREI,
CARRI ARMATI, SOTTOMARINI.

La guerra coinvolse milioni di uomini, civili e trasformò profondamente la stessa vita delle popolazioni
dei paesi in conflitto. Si verificò un importante evento nella primavera-estate del 1915 mentre Russia
e Turchia si combattevano nel Caucaso gli armeni che vivevano nella parte turca di quella regione
furono sospettati di intesa col nemico rosso, furono sottoposti a una brutale deportazione che si
formò in uno sterminio. (LO STERMINIO DEGLI ARMENI)

In campo economico si tirato enormemente l'intervento statale, teso a garantire le risorse necessarie
allo sforzo bellico. Strettamente legate ai mutamenti dell'economia furono le trasformazioni degli
apparati statali. Il potere dei governi fu largamente condizionato da quello dei militari e, in genere,
tutta la società più soggetta a un processo di "militarizzazione".

Strumento essenziale per la mobilitazione dei cittadini era la PROPAGANDA, che non si rivolgeva
solo alle truppe ma cercava di raggiungere la popolazione civile. I governi di tutti i paesi si
impegnarono a stampare manifesti murali, organizzare manifestazioni di solidarietà ai combattimenti,
incoraggiare la nascita di comitati e associazioni per la "resistenza interna".

PROPAGANDA: con la quale in passato la Chiesa si occupava della diffusione dei principi cattolici.
Nel linguaggio contemporaneo si intende la diffusione sistematica di messaggi volti a fornire
un'immagine, positiva o negativa, di determinati fenomeni.

1917: L'ANNO DELLA SVOLTA

Nei primi mesi del 1917 due novità intervennero a mutare il corso della guerra e dell'intera storia
europea e mondiale:

-uno sciopero generale degli operai di Pietrogrado, il quale si trasformò in un imponente


manifestazione contro il regime zarista. Quando i soldati chiamati a ristabilire l'ordine rifiutarono di
sparare sulla folla e fraternizzarono coi dimostranti, lo zar abdicò e pochi giorni dopo fu arrestato con
l'intera famiglia reale. Iniziò così un processo che avrebbe portato al collasso militare della Russia e
la firma dell'armistizio.

-6 APRILE gli STATI UNITI DICHIARAVANO GUERRA ALLA GERMANIA poichè quest'ultima aveva
ripreso la guerra sottomarina indiscriminata (in precedenza sospesa proprio per le proteste
americane).

Gli avvenimenti russi incisero negativamente sul morale delle truppe: la stanchezza degli eserciti,
casi di manifestazioni contro il conflitto ed episodi di ribellione.

Per l'Italia il 1917 fu l'anno più difficile della guerra. Fra la popolazione civile si moltiplicavano i segni
di malcontento per i disagi causati dall'aumento dei prezzi e dalla carenza dei generi alimentari.

Fu in questa situazione che i comandi austro-tedeschi decisero di infliggere un colpo decisivo


all'Italia. il 24 ottobre 1917, un'armata austriaca attaccò le linee italiane nei pressi del villaggio di
Caporetto. E mettendo in atto la nuova tecnica dell'infiltrazione in territorio nemico, riuscirono le
truppe austro-tedesche ad avere la meglio (DISFATTA DI CAPORETTO). Prima di essere rimosso dal
comando supremo, il generale Cadorna gettò le colpe della disfatta sui suoi stessi soldati,
accusandoli di essersi arresi senza combattere; in realtà fu causata dagli errori dei comandi. In
seguito il nuovo governo fu presieduto da Vittorio Emanuele Orlando e Armando Diaz divenne il
nuovo capo di stato maggiore.

LA RIVOLUZIONE RUSSA: DA FEBBRAIO A OTTOBRE

La Russia, durante i primi anni del 900 viveva in una condizione di arretratezza: costituita per la
maggior parte da contadini, i quali vivevano in condizioni miserabili, la classe operaia era ancora
poco numerosa e le poche industrie presenti in Russia erano sorte grazie ai paesi stranieri. Per
quanto riguarda il campo politico, si può dire che nella Russia dei primi del Novecento vi era un
governo di tipo assolutistico, in cui il potere dello zar si pensava fosse legittimato da Dio, non vi era
un parlamento e l’attività politica era comandata dalla polizia.

Nonostante ciò, anche in Russia si formarono dei partiti politici di opposizione, quali: -il partito
costituzionale democratico (cadetti) rappresentava tutta la borghesia; -Il partito social rivoluzionario:
rappresentava i piccoli proprietari, i contadini piccoli e medi, la piccola borghesia e gli strati di operai
soggetti all'influenza della borghesia; -Il partito operaio socialdemocratico russo, il quale si divise in
due parti: i bolschevichi (significava maggioranza, sostenevano che la rivoluzione fosse necessaria
per cambiare condizioni di vita e le differenze sociali) e melschevichi (significava minoranza, erano
più moderati e sostenevano le riforme graduali accordandosi con la borghesia).

LA RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO E L’ABDICAZIONE DELLO ZAR

Nell’8 marzo del 1917 ci fu, a Pietrogrado, una rivolta degli operai e dei soldati appoggiata dalle
truppe della capitale che si rifiutarono di sparare contro i rivoltosi. Questo episodio ebbe una
conseguenza del tutto inaspettata: lo zar Nicola abdicò. Altra importante conseguenza fu la divisione
del potere tra governo provvisorio e del soviet di Pietrogrado:

-Il governo provvisorio era controllato dai liberali moderati, guidati dal principe L’vov e dal social
rivoluzionario Kerenskij. Il suo scopo era quello di continuare la guerra a fianco dell'Intesa e di
promuovere la modernizzazione, politica ed economica, del paese e di proclamare un’Assemblea
costituente;

-Il soviet (consigli) di Pietrogrado, invece, era controllato dai socialisti delle diverse correnti (social
rivoluzionari, menscevichi e bolscevichi). Mirava alla pace immediata e alla distribuzione delle terre.

Durante la rivoluzione di febbraio, Lenin ed altri dirigenti bolscevichi erano in esilio in Svizzera, così
l’egemonia del potere era nelle mani dei menscevichi.

Il 3 aprile del 1917 Lenin fece ritorno dall’esilio, tornando in patria a Pietrogrado, dove diffuse un
documento in dieci punti, le cosiddette TESI DI APRILE, in cui era contenuto il suo pensiero:

sosteneva la necessità di uscire immediatamente dalla guerra, di togliere le terre ai proprietari per
distribuirla ai cittadini e di affidare tutto il potere ai soviet. Lenin ottenne il favore dei delegati e fece
approvare la mozione.

LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE:

Le disfatte militari, la disoccupazione e la miseria dilaganti e l'appoggio delle masse spinsero i


bolscevichi alla decisione di rovesciare con la forza il governo provvisorio. A questo scopo venne
creato un apparato militare, la Guardia Rossa.

Il 24 ottobre 1917, senza spargimento di sangue, le guardie rosse occuparono i punti strategici della
capitale. Da quel momento in avanti si sarebbero eseguiti gli ordini del soviet. Il 7 novembre (25
ottobre per il calendario russo) i bolscevichi conquistarono il Palazzo d'Inverno, sede del governo
provvisorio.

Immediatamente venne aperto il Congresso Panrusso dei soviet che, come primi atti, votò:

1.decreto sulla pace: le potenze belligeranti erano invitate a una pace immediata senza annessioni
territoriali.

2.il decreto sulla terra: abolizione della proprietà privata e confisca delle grandi proprietà,
immediatamente e senza nessun indennizzo.

Un nuovo governo rivoluzionario, il Consiglio dei commissari del popolo, composto da soli
bolscevichi, venne presieduto da Lenin. Le fabbriche vennero consegnate alla gestione degli operai.

In novembre si tennero le elezioni per l'Assemblea Costituente in cui i bolscevichi conquistarono solo
il 25% a fronte del 58% dei social rivoluzionari. I lavori dell'assemblea durarono solo un

giorno perché, il governo bolscevico la sciolse immediatamente.

In seguito a questo nuovo atto di forza il partito bolscevico concentrò nelle sue mani tutto il potere,
ridimensionando fortemente il ruolo degli stessi soviet.Nel marzo del 1918 il governo bolscevico
affrontò il problema della pace: a Brest-Litovsk venne siglata con i tedeschi una pace durissima che
imponeva alla Russia di rinunciare a terre fertili, popolose e ricche di risorse minerarie: Ucraina,
Polonia, Finlandia, Estonia Lettonia e altri vasti territori. Gravissime furono poi le conseguenze del
trattato a livello dei rapporti internazionali. L'Intesa infatti, considerava la pace un tradimento e
cominciarono ad appoggiare le forze antibolsceviche che si erano andate organizzando in varie zone
del paese (ARMATE "BIANCHE").

Ai bianchi si opponeva l'Armata Rossa, l'esercito bolscevico costituito da Lev Trockij.

La guerra civile durò fino al 1920 e costò milioni di morti, tra questi lo zar e la sua famiglia giustiziati
perché si temeva che potessero essere liberati dai controrivoluzionari. La vittoria dei bolscevichi fu
favorita dall'appoggio dei contadini che temevano, in caso di vittoria dei bianchi, di perdere quel
poco che avevano ottenuto.

1918: LA SCONFITTA DEGLI IMPERI CENTRALI

WOODROW WILSON, nel gennaio 1918 precisò le linee ispiratrici della sua politica in un programma
di pace in 14 punti. Il presidente americano, proponeva: -l'abolizione della diplomazia segreta; -il
ripristino della libertà di navigazione; -la soppressione delle barriere doganali; -la riduzione degli
armamenti. Nell'ultimo punto si proponeva infine l'istituzione di un nuovo organismo internazionale,
LA SOCIETA' DELLE NAZIONI, per assicurare il rispetto delle norme di convivenza tra i popoli.

Il 29 settembre la Bulgaria si arrese; l’Ungheria, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia si dichiararono


indipendenti dall’Austria, che dovette subire la controffensiva italiana.

Infatti il 29 ottobre 1918 l’esercito austriaco fu sconfitto nella battaglia di Vittorio Veneto e costretto
alla ritirata.

Il 3 novembre a Villa Giusti, venne firmato l’armistizio che siglava la vittoria dell’Italia. L’11 novembre
l’imperatore Carlo I abdicò e abbandonò l’Austria, dove venne proclamata la repubblica.

Il 30 ottobre si arrese la Turchia, mentre la Germania si preparava a sua volta, alla resa definitiva. Il 9
novembre l’imperatore Guglielmo II lasciò il trono e anche a Berlino fu proclamata la Repubblica. Il
nuovo governo, presieduto dal socialdemocratico Elbert, iniziò subito le trattative che portarono alla
firma dell’armistizio di Rethondes (11 novembre).

Terminava così, dopo più di quattro anni e milioni di caduti, la prima guerra mondiale.

-il 18 GENNAIO 1918, nella REGGIA DI VERSAILLES, presso Parigi, si aprirono i lavori della
CONFERENZA DELLA PACE. Vi parteciparono i rappresentanti di trentadue paesi dei cinque
continenti, rimasero invece esclusi i paesi sconfitti.

Tutte le materie più importanti vennero riservate ai "quattro grandi", ossia ai capi di governo delle
principali potenze vincitrici: -l'americano WILSON, il britannico GEORGE e l'italiani ORLANDO.

Il nuovo equilibrio doveva tener conto dei principi di democrazia e di giustizia internazionale enunciati
nei 14 punti di Wilson. Il compito di vincitori si rivelò difficilissimo: nelle dure condizioni imposte alla
Germania risultò evidente il contrasto fra l'ideale di una pace democratica e l'obiettivo francese di
una pace punitiva. La Germania, con il trattato firmato a Versailles il 28 giugno 1919, venne
riconosciuta come principale responsabile del conflitto. Pertanto: fu costretta a pagare un enorme
indennità di guerra, dovette cedere alla Francia l'Alsazia-Lorena, i bacini minerali della SAR per 15
anni, furono divise tra l'Inghilterra la Francia e il Giappone le colonie tedesche, le fu imposta la
riduzione dell'esercito.

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