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STORIA CONTEMPORANEA II.

IL NOVECENTO

1 Guerra Mondiale> 1914-1918


Combattuta in territorio europeo ma anche in Giappone e Stati Uniti. Furono
utilizzati eserciti molto grandi, apparati industriali e tecnologie avanzate.
Essa provocò la scomparsa di 4 grandi imperi; quello russo, quello degli
Asburgo, quello tedesco e quello turco. Gli Stati Uniti presero il posto della
Gran Bretagna come superpotenza.
Causa> 28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono
d’Austria e Ungheria fu assassinato a Sarajevo. Il gesto era opera di un
gruppo irredentista slavo, così l’attentato venne preso come pretesto per dare
una lezione alla Serbia e ridimensionarla. Il 28 Luglio l’Austria- Ungheria
dichiarò guerra alla Serbia. La Russia, che sosteneva la Serbia ( per la
comune religione ortodossa e lo stesso interesse alla penisola balcanica)
mobilitò le sue truppe. La Germania il 1 agosto dichiarò guerra alla Russia e il
3 agosto alla Francia. IL 4 luglio invase il Belgio che era rimasto neutrale. A
fianco della Francia e del Belgio scese anche la Gran Bretagna. L’Italia si era
proclamata neutrale. Il 23 agosto> giappone attacca Germania.
SCHIERAMENTI PRINCIPALI: gli Imperi centrali (Germania, Austria-
Ungheria, Impero ottomano e Bulgaria) contro le potenze Alleate (Francia,
Gran Bretagna, Impero russo e Italia).
Nel trattato di pace firmato a Versailles nel 1919 si arrivò alla conclusione che
la maggior responsabilità la si deve all’Austria e alla Germania che le garantì
appoggio incondizionato

Caratteristiche della Prima Guerra Mondiale


Ci sono molti motivi per cui la Prima Guerra Mondiale è anche chiamata
“Grande Guerra”. Sono quasi tutti drammatici, e tutti contribuiscono a
rendere questa guerra uno spartiacque epocale. Eccone alcuni:

-sono coinvolti Stati e territori di gran parte del mondo


-grazie alla tecnologia, gli eserciti sono diventati più letali: i morti causati
dalla Prima Guerra Mondiale saranno più di 10 milioni
-la Prima Guerra Mondiale segnerà la fine di ben quattro grandi imperi:
russo, asburgico, tedesco, turco.
-gli Stati Uniti si affermeranno nel ruolo di superpotenza mondiale al posto
della Gran Bretagna
-la Prima Guerra Mondiale determina l’avvento definitivo della moderna
società di massa
Nessuno all’epoca si rendeva conto di che genere di cambiamenti radicali
sarebbero scaturiti da questa guerra, anche dopo che era scoppiata.
Cause della Prima Guerra Mondiale
La causa scatenante: l'assassinio di Francesco Ferdinando.Il 28 giugno del
1914 Francesco Ferdinando, erede al trono di Austria-Ungheria, viene
assassinato insieme a sua moglie a Sarajevo, dove si trovava in visita ufficiale.
L’attentatore, Gavrilo Princip, è uno studente appartenente ad un gruppo
irredentista bosniaco. Per il governo austro-ungarico, la responsabilità è in
gran parte della Serbia, un giovane stato in rapida crescita, nonché un punto
di riferimento per il nazionalismo slavo (e dunque anti-austriaco) nei Balcani.
Con l’appoggio tedesco, il 23 luglio l’Austria impone un provocatorio
ultimatum alla Serbia, chiedendo che l’’inchiesta sull’attentato sia condotta da
rappresentanti austriaci. In nome della propria sovranità nazionale, la Serbia
rifiuta, peraltro abbastanza cordialmente. Il dado è ormai tratto: il 28 luglio
l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia. È l'inizio della Prima Guerra
Mondiale.

La Russia mobilità immediatamente le proprie truppe in sostegno alla Serbia


per due ragioni: la comune fede ortodossa, l’interesse ad avere un ruolo guida
nei Balcani.
La Germania, alleata dell’Austria, chiede alla Russia di ritirarsi e alla Francia
di rimanere neutrale: entrambe le potenze rifiutano. La Germania dichiara
guerra ad entrambe all’inizio di agosto. Il 4 invade il Belgio, che si rifiutava di
far passare i soldati tedeschi
-La Gran Bretagna scende in campo in appoggio a Francia e Belgio
-L’Italia, formalmente alleata di Austria e Germania, si dichiara per il
momento neutrale
-Il Giappone dichiara guerra alla Germania il 23 agosto, perché una
minacciosa flotta tedesca si trovava in estremo oriente
A novembre, l’Impero Ottomano dichiara guerra alla Russia

Sarebbero in seguito intervenuti innumerevoli altri paesi, tra cui l’Italia, gli
Stati Uniti, la Romania e la Grecia sul fronte Russo-Francese, la Bulgaria sul
fronte Tedesco-Austriaco. Ma la Prima Guerra Mondiale coinvolge anche, tra
gli altri, l’America Latina, la Cina, il Medio Oriente ed il Portogallo.

Una guerra nuova


Il piano tedesco di offensiva del Belgio prevedeva una campagna veloce ed
efficace, ma si infrange contro le difese anglo-francesi sulla Marna, un fiume a
sud-est di Parigi, nel settembre del 1914. Presto i due schieramenti si
ritrovano impelagati in un’infinita linea di trincee e reticolati. Gli sviluppi
sono analoghi sul fronte orientale per i Russi e per gli Inglesi: già alla fine
dell’anno la Prima Guerra Mondiale è una guerra di posizione.
L'attacco dell'Intesa e la disfatta di Caporetto > Nel 1915 la Triplice Alleanza
riporta importanti successi nei Balcani, ma sul fronte Francese, nel febbraio
del 1916, i tedeschi vengono bloccati a Verdun, e poco dopo le forze anglo-
francesi riportano una vittoria sulla Somme. L’Italia era entrata in guerra nel
1915 a fianco dell’Intesa, tenendo occupati gli Austriaci sull’Isonzo, fino alla
sconfitta di Caporetto nell’ottobre del ‘17, contenuta poi sul Piave. Nell’estate
del 1918 i tedeschi tentano il tutto per tutto ancora una volta sulla Marna, e
ancora una volta vengono fermati: da quel momento l’Intesa partirà al
contrattacco, che si intensifica ad Amiens.

Novità della Grande Guerra: tutte queste battaglie avevano qualcosa in


comune:

l-e forze in campo erano spesso equivalenti: questo rendeva molto difficile
una vittoria sul campo
-i fronti rimanevano statici: veniva conquistato poco terreno
-la strategia si basava quasi sempre sull’attacco frontale, risultando in bagni
di sangue ben poco produttivi
mMa la Prima Guerra Mondiale è anche teatro di altre innovazioni, spesso
tragiche. Una di queste è il genocidio: dopo gli insuccessi bellici, il governo
turco individua nella minoranza armena un capro espiatorio ideale,
deportandone e massacrandone a centinaia di migliaia. Un’altra innovazione
è il gas asfissiante, utilizzato per la prima volta dai tedeschi nel 1915.

Costi economici, sociali e lavorativi della guerra:


Il potenziale industriale dei paesi europei, cresciuto a dismisura, viene
utilizzato per la produzione di milioni di fucili, centinaia di migliaia di
cannoni e mitragliatrici, miliardi di cartucce. I soldati e gli
approvvigionamenti vengono trasportati sulle ferrovie, come già era avvenuto
durante la guerra civile americana. Questa mobilitazione richiede sforzi
immani da un punto di vista sociale, economico ed umano. Da questo punto
di vista è determinante il blocco navale a cui la Gran Bretagna sottopone i
tedeschi: non potendo più ricevere approvvigionamenti dall’estero, un’intera
nazione è presto alla fame.

L'ingresso in guerra degli Stati Uniti, l'armistizio di Austria e


Germania, la fine della guerra di posizione
I tedeschi, proprio nel momento in cui l’Impero russo era al collasso,
reagiscono con l’utilizzo di sottomarini, provocando l’ingresso in guerra degli
Stati Uniti, che sarà determinante nella vittoria dell’Intesa. Austria e
Germania, ormai stremate, tentano una serie di offensive, ma il 4 ottobre del
1918 sono costrette a chiedere un armistizio. Si chiude un’epoca anche da un
punto di vista strettamente militare: l’ingresso in guerra del carro armato,
durante la battaglia di Amiens nell’agosto del 1918, aveva segnato la fine della
guerra di posizione.
Le condizioni economiche e sociali durante la Prima Guerra
Mondiale
Le armi potevano guastarsi, e le munizioni potevano finire: fabbricanti di
armi, acciaierie, aziende chimiche, industrie automobilistiche si mobilitano
per soddisfare l’intensa domanda di strumenti di morte. La Prima Guerra
Mondiale è dunque, in un certo senso uno stimolo per l’industrializzazione,
specie in paesi che erano rimasti indietro, come l’Italia. Per controllare al
meglio la produzione, gli Stati sono costretti ad intervenire sistematicamente
nelle proprie economie, attraverso uffici per la pianificazione della
produzione bellica, finanziamenti pubblici, e comitati governativi. In Italia, ad
esempio, la Fiat, che dal 1912 aveva introdotto la catena di montaggio, inizia a
produrre mitragliatrici ed esplosivi. L’economia, irreggimentata dalla guerra,
subisce il peso delle requisizioni di mezzi di trasporto e dei razionamenti di
cibo. Nei paesi in prevalenza agricoli, come l’Italia e la Russia, milioni di
contadini vengono chiamati alle armi, aggravando ulteriormente la scarsità di
derrate alimentari.
Questa intensificazione del rapporto tra Stati ed economie provoca un’enorme
dilatazione della burocrazia, mentre il ruolo dei parlamenti passa in secondo
piano rispetto a quello dei governi e degli eserciti. Siccome la Prima Guerra
Mondiale è molto costosa, gli Stati aumentano le tasse, provocando un calo
dei consumi, un innalzamento dei prezzi e la svalutazione del denaro: i paesi
dell’Intesa sono costretti ad indebitarsi, in particolare con gli Stati Uniti.

Se gli stati irreggimentano da una parte sempre di più le popolazioni,


dall’altra parte non possono rinunciare al loro consenso. Durante la Prima
Guerra Mondiale nascono gli uffici di propaganda, la stampa viene
rigidamente controllata e censurata. Si cerca di tenere alto il morale delle
truppe attraverso spettacoli dietro le linee, mentre volantini e manifesti
invadono le città. Le libertà individuali sono fortemente condizionate, lo stato
sta invadendo sempre di più la vita privata dei cittadini, ma al contempo si
verificano progressi nel campo dell’assistenza sociale: crescono le pensioni e
le provvidenze per invalidi, vedove, orfani e ammalati.

Ma uno degli aspetti forse più importanti introdotti dalla Prima Guerra
Mondiale è un generale inserimento della manodopera femminile nella
produzione, dato che la popolazione maschile era impegnata sul fronte.
Questo è un primo riconoscimento di metà della popolazione mondiale, che
inizia ad uscire da un secolare stato di inferiorità. Ancora prima della fine
della Grande Guerra, in Inghilterra, le donne con più di 30 anni acquisiscono
il diritto di voto.

La Prima Guerra Mondiale viene inizialmente accolta con entusiasmo, in


particolare dai ceti medi, dagli intellettuali, dagli artisti: da decenni in Europa
c’erano stati conflitti brevi e localizzati, mentre le masse si andavano
nazionalizzando, assorbendo a scuola e in caserma non soltanto i valori
nazionali, ma anche una retorica patriottica sostanzialmente ostile agli altri
popoli. Russi, Inglesi, Francesi, Italiani: ognuno aveva il proprio nemico.

Lo stesso movimento socialista in molti paesi si dichiara a favore della guerra,


con l’eccezione dei paesi inizialmente neutrali, come l’Italia. Nel mondo
Cattolico, all’aperta condanna della Prima Guerra Mondiale da parte di papa
Benedetto XV fanno fronte gli atteggiamenti favorevoli alle armi di molti
esponenti delle gerarchie ecclesiastiche. In tutta Europa, comunque, gli
oppositori vengono isolati dalle propagande governative e bollati come
‘disfattisti’: soltanto verso la fine inizierà a prevalere un sentimento critico
diffuso nei confronti della guerra, ma c’erano voluti anni prima che gli
Europei imparassero a conoscere fino in fondo i suoi orrori.

Per quanto riguarda l’Italia, abbiamo visto che il regno si mantiene all’inizio
neutrale. Ma già da subito il dibattito sull’entrata nella Prima Guerra
Mondiale era stato intenso:

Per i vecchi liberali, come Giolitti ed il primo ministro Salandra, restare


neutrali era un’opportunità
Per i democratici, come Salvemini e Bissolati, l’interventismo era legato a
sentimenti risorgimentali anti-austriaci
L’Associazione nazionalista italiana, fondata nel 1910, portava questi
sentimenti all’estremo
Tra i socialisti andava per la maggiore il neutralismo: Benito Mussolini,
inizialmente contrario alla Prima Guerra Mondiale, cambierà idea e verrà
espulso dal partito a novembre
I cattolici, ufficialmente contrari, si adeguano tuttavia all’obbedienza
patriottica
Le masse popolari, ed in particolare i contadini, non volevano l'ingresso
dell'Italia nella Grande Guerra
L'entrata in guerra dell'Italia e gli obiettivi
L’Italia entra nella Prima Guerra Mondiale il 24 maggio del 1915, contro la
maggioranza del parlamento. Gli obiettivi non sono soltanto Trento e Trieste,
ma anche un allargamento dei propri confini nazionali verso i Balcani ed il
Mediterraneo e l’ottenimento di un maggiore prestigio internazionale.

Cadorna e la disfatta di Caporetto > La gestione dell’esercito da parte del


generale Luigi Cadorna, basata su una disciplina ferrea, mette in secondo
piano le esigenze e le vite dei soldati. E tuttavia non viene messa seriamente
in discussione prima dell’ottobre del 1917, quando le linee italiane vengono
sfondate a Caporetto, al prezzo di un arretramento del fronte e della perdita
del Friuli: in questa occasione, gli alti quadri dell’esercito tentano di scaricare
la responsabilità sul ‘disfattismo’ dei soldati. Sarà Armando Diaz a sostituire
Cadorna fino alla vittoria finale, il 24 ottobre a Vittorio Veneto.
Per mantenere un minimo di consenso interno si tenta di attenuare la durezza
della vita al fronte, si intensificano l’assistenza e la propaganda, e si arriva a
promettere la terra ai contadini, ma l’estraneità popolare alla Prima Guerra
Mondiale continua a crescere. Anche perché, nel frattempo, l’inflazione è
salita alle stelle: l’Italia uscirà dalla guerra con un debito estero altissimo, in
una situazione non troppo diversa da quella dei paesi sconfitti.

La Russia nella Prima Guerra Mondiale

Già prima di entrare nella Prima Guerra Mondiale, il potere zarista in Russia
si basava su fondamenta fragili: la società era arretrata, lo sviluppo
industriale limitato ad alcune zone isolate, e le basi del potere erano radicate
su un sistema di potere semifeudale. Tutte queste contraddizioni vengono
messe a nudo sin dall’inizio, con le prime sconfitte del 1914: l’esercito era
impreparato, l’equipaggiamento insufficiente. Nel corso della Grande Guerra,
la Russia sacrificherà un numero altissimo di soldati, in gran parte contadini:
la produzione agricola diminuisce di circa un terzo. I primi scioperi iniziano
nel 1915.

La rivoluzione di febbraio > Nel marzo del 1917 a Pietrogrado, l’attuale San
Pietroburgo, alcune agitazioni sfociano in uno sciopero generale. Gli insorti
formano un consiglio (soviet) di soldati ed operai, mentre lo zar è costretto ad
abdicare. Nei mesi successivi, il parlamento legittimo (duma) forma un
governo provvisorio, tentando di portare avanti un discorso democratico e
favorevole alla continuazione della Prima Guerra Mondiale, ma a prevalere è
il radicalismo delle masse, che riconosce esclusivamente il potere dei soviet.
Alle periferie dell’impero, i soldati smettono di obbedire agli ordini e i
contadini sono in rivolte, mentre i soviet, dominati dai menscevichi
appoggiano per un po’ il governo provvisorio.

Lenin e la rivoluzione di ottobre > A questo punto emerge la figura di Lenin,


leader dei bolscevichi, secondo cui era necessario opporsi alla Prima Guerra
Mondiale e al governo provvisorio, incarnando in pieno le aspettative di
operai, soldati e contadini. A luglio c’è una sollevazione armata, seguita da
una violenta repressione dei bolscevichi. Lenin è costretto all’esilio in
Finlandia, mentre altri leader, come Trockij, vengono arrestati. C’è un
tentativo di colpo di stato controrivoluzionario, sventato anche con l’aiuto dei
bolscevichi, che a questo punto prendono il controllo di Pietrogrado e delle
campagne: per Lenin i tempi sono maturi per una rivoluzione armata. Il 25
ottobre del ‘17, che in realtà secondo il nostro calendario è il 7 novembre,
Pietrogrado si solleva nuovamente, viene proclamata la Repubblica Sovietica,
viene decretata la fine della guerra e l’assegnazione delle terre ai contadini. Il
nuovo governo dovrà sottostare a pesanti condizioni di pace imposte dalla
Germania.
L’intervento Americano nella Prima Guerra Mondiale
L'entrata in Guerra degli Stati UnitiIl presidente Woodrow Wilson, che aveva
vinto le elezioni del 1916, si apprestava ad iniziare il suo secondo mandato
sulla base di una promessa che non poteva mantenere: la neutralità degli Stati
Uniti nei confronti della Prima Guerra Mondiale. A cambiare le cose è
l’aggressiva guerra sottomarina dei tedeschi, che mette a repentaglio gli
interessi americani, violando il diritto internazionale. Nel 1917, dopo che
l’autocrazia zarista è collassata e che gli Stati Uniti sono scesi in campo, la
guerra combattuta dall’Intesa assume i connotati di una guerra democratica.

I quattordici punti di WilsonNel gennaio del 1918 Wilson espone al mondo un


programma di pace e di ordine globale, espresso in 14 punti, tra cui spiccano i
seguenti:

ridurre gli armamenti


rispettare le minoranze
rendere il commercio libero
conferire ai popoli il diritto all’autodeterminazione
formare una Società delle Nazioni in grado di risolvere pacificamente i
conflitti internazionali
La fine della Grande GuerraNel frattempo però Austria e Germania avevano
stipulato un trattato separato con la Russia, e questo le rendeva molto meno
accomodanti: per una soluzione pacifica bisognava ancora aspettare che gli
Imperi centrali arrivassero al limite estremo delle proprie forze.

Bulgaria e Turchia cedono per prime verso la fine del 1918


L’Austria si arrende il 3 novembre, dopo che la scissione da parte di Ungheria,
paesi Balcanici e Cecoslovacchia segnano la fine dell’impero
In Germania, il Kaiser aveva chiesto un armistizio ad ottobre, ma una serie di
moti rivoluzionari dal Nord fino a Berlino lo costringono ad abdicare ancora
prima di firmare la pace l’11 novembre
Finisce così l’11 novembre del 1918 la Prima Guerra Mondiale, una guerra che
sembrava dovesse durare per sempre. L’Europa ne usciva devastata. Ma quel
che è peggio è che erano state poste le basi per una serie di nuovi conflitti.
Conflitti che sarebbero sfociati, pochi decenni dopo, in una nuova guerra
mondiale.

IL DOPOGUERRA IN EUROPA

Nel gennaio del 1919 i delegati dei paesi vincitori si riunirono a Parigi per
ridisegnare l’assetto dell’Europa. Stati Uniti> Wilson, Francia> Clemenceau,
Gran Bretagna> Lloyd George, Italia> Orlando. Furono esclusi i paesi vinti.
La Germania dovette restituire l’Alsazia e la Lorena alla Francia, cedere lo
Schleswig del nord alla Danimarca, la Posnania alla Danimarca e fu costretta
a pagare 132 miliardi di marchi d’oro come riparazione ai danni della guerra.
L’Italia ottenne Trentino, Sud Tirolo, Trieste ed Istria. Venne riconosciuta
l’indipendenza dell’Austria e dell’Ungheria. Fr e Inge si spartirono il Medio
Oriente, Libano e Siria. Wilson fece introdurre nel trattato di Versailles l’atto
costitutivo della Società delle Nazioni per evitare conflitti nazionali. Ma gli St
Un non vi aderirono e rimasero nel loro isolazionismo. La questione delle
riparazioni aggravò la crisi finanziaria della Germania. Nel 1923 di fronte al
ritardo dei pagamenti, la Francia occupò il più imp bacino industriale tedesco,
quello della RUHR.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE

CAUSA SCATENANTE:
28 giugno 1914 omicidio da parte di uno studente serbo dell’arciduca
Francesco Ferdinando erede al trono austriaco e nipote dell’imperatore
Francesco Giuseppe.

ALLEANZE:

Austria e Germania (Guglielmo II) alleate contro la Serbia

Russia (zar Nicola II) - Francia - Inghilterra (Giorgio V) alleate in difesa della
Serbia contro Austria e Germania.

INIZIO GUERRA: 28 LUGLIO 1914

In Europa si diffonde la “CULTURA DELLA GUERRA” e il senso di


patriottismo porta le persone a vedere eccitante la guerra stessa. Inoltre, si
pensa che si tratti di una guerra lampo (di breve durata), invece è durata 4
anni.

L’ITALIAin un primo momento si dichiara neutrale ed entra in guerra solo un


anno dopo (24 maggio 1915) alleandosi di nascosto con Russia, Francia e
Inghilterra anche se nell’800 faceva parte della TRIPLICE ALLEANZA ed era
alleata con Austria e Germania. Gli Italiani, in effetti, erano contro l’Austria
perché volevano liberare Trento e Trieste dal dominio austriaco.

Tra gli italiani esistono due correnti di pensiero:

NEUTRALISTI (contrari alla guerra) socialisti, cattolici, liberali

INTERVENTISTI (favorevoli alla guerra) nazionalisti, grandi industrie,


irredentisti (= quelli che come D’Annunzio vogliono liberare il Friuli, il
Trentino, l’Istria e la Dalmazia dagli austriaci).
La guerra si può dividere in 5 fasi:

La Germania combatte sul Fronte Occidentale (verso la Francia) e a settembre


del 1914 le sue truppe arrivano a 25 Km da Parigi
Con la battaglia della Marna (fiume francese), durata 6 gg, la Francia blocca
l’avanzata della Germania - finisce la GUERRA LAMPO e prende inizio la
GUERRA DI TRINCEA che in un solo anno (1914 - 1915) fa 400mila morti

Il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra a fianco della Francia e


dell’Inghilterra che le promettono la liberazione delle terre occupate
dall’Austria (il re Vittorio Emanuele III dichiara guerra all’Austria) ma è
economicamente e industrialmente inferiore alle altre nazioni europee.

Le fabbriche italiane iniziano a costruire armi, i contadini e gli operari


vengono arruolati, gli stipendi e gli orari di lavoro sono insostenibili.

L’Italia subisce una grave sconfitta a CAPORETTO (disfatta di Caporetto) e il


generale Cadorna, che comandava le truppe italiane, viene sostituito dal
generale Armando DIAZ che infonde senso di patriottismo ai soldati.

Molte altre nazioni entrano in guerra: Romania, Bulgaria, Turchia, tribù


arabe, Giappone, Cina, Canada, Australia, Sud America la guerra diventa
MONDIALE!!!

Nel 1917 la Russia esce dal conflitto grazie allo scoppio della RIVOLUZIONE
RUSSA.

Nel 1917 arrivano le truppe AMERICANE (con Thomas Wilson presidente


USA) e gli Stati Uniti dichiarano guerra alla Germania e insieme a Francia e
Belgio bloccano i tedeschi.

11 novembre 1918 fine prima guerra mondiale con la firma della resa da
parte della Germania.

4 novembre 1918 l’Austria firma l’armistizio e anche per l’Italia la guerra è


finita.

DOMANDE E RISPOSTE

Quali furono le principali cause della prima guerra mondiale?

cause politiche:
spartizione dell’Africa orientale (Egitto, Etiopia, Kenia ecc) tra Germania e
Inghilterra e dell’Africa del Nord tra Francia e Italia
contrasti tra le diverse potenze europee (Germania e Inghilterra/ Germania e
Francia)
l’indebolimento dell’impero Austro-Ungarico a causa delle troppe e diverse
popolazioni che ne facevano parte

Cause economiche:

problema del riarmo

la flotta tedesca che insidia il primato inglese nei mari del nord

l’industria chimica e siderurgica tedesca che insidia il primato inglese

arretratezza della Russia

Cause filosofiche:

imperialismo

nazionalismo

colonialismo

In ultimo, la causa scatenante:

28 giugno 1914 omicidio da parte di uno studente serbo dell’arciduca


Francesco Ferdinando erede al trono austriaco e nipote dell’imperatore
Francesco Giuseppe.

Quale era lo scopo della Società delle Nazioni, da chi era stata voluta e perché,
si dice, fosse nata già “incompleta e poco adeguata”’?

Voluta dal presidente americano Wilson con sede a Ginevra, avrebbe dovuto
accogliere tutte la nazioni per garantire la pace e l’autodeterminazione dei
popoli. In realtà, fu un organismo limitato dalla mancata adesione degli USA
stessi e dall’esclusione delle nazioni uscite sconfitte dalla guerra e della Russia
comunista.

Perché molti storici sostengono che nei trattati di pace della prima guerra
mondiale si possono trovare le cause del secondo conflitto mondiale?
Perché Francia ed Inghilterra imposero una pace punitiva alla Germania e
all’Austria riducendo e suddividendo i loro territori. Questo fece crescere in
Germania un forte desiderio di rivincita fomentando idee nazionalistiche ed
imperialistiche che sfociarono nel nazismo.

Quali innovazioni scientifiche e tecnologiche furono sperimentate nel corso


del conflitto?

La tecnologia fu utilizzata soprattutto per la produzione di armi come carri


armati, mitragliatrici, lanciafiamme, sottomarini, gas asfissianti e aerei.

5. Spiega sinteticamente i seguenti termini (ponendoli il più possibile


all’interno dell’argomento trattato)

Guerra lampo: guerra che dovrebbe avere breve durata. Anche la prima
guerra mondiale venne considerata all’inizio una guerra lampo, invece durò 4
anni e fece 9 milioni di morti.

Protettorato: Stato controllato (protetto) da uno Stato più forte che ne dirige
la politica estera e la difesa. Le grande potenze europee ebbero tutte dei
protettorati in Asia E Africa.

Alcune date da ricordare:

Inizio del conflitto: 28 luglio 1914…oppure 5 agosto 1914

Entrata in guerra dell’Italia. 24 maggio 1915

Conclusione della guerra per l’Italia: 4 novembre 1918

6. Quale strategia adottò la Germania nel primo anno di guerra? E come


continuò lo svolgimento del conflitto?

La Germania voleva prima di tutto indebolire la Francia per poter, poi,


tentare di rivolgersi verso la Russia. La Germania combatte, così, sul Fronte
Occidentale (verso la Francia) e a settembre del 1914 le sue truppe arrivano a
25 Km da Parigi

Con la battaglia della Marna (fiume francese), durata 6 gg, la Francia blocca
l’avanzata della Germania - finisce la GUERRA LAMPO e prende inizio la
GUERRA DI TRINCEAche in un solo anno (1914 - 1915) fa 400mila morti.

7. Perché il 1917 fu un anno cruciale per lo svolgimento del conflitto?

Il 1917 è stato un anno decisivo del conflitto:


Nel 1917 la Russia esce dal conflitto grazie allo scoppio della RIVOLUZIONE
RUSSA.

Nel 1917 arrivano le truppe AMERICANE (con Thomas Wilson presidente


USA) e gli Stati Uniti dichiarano guerra alla Germania e insieme a Francia e
Belgio bloccano i tedeschi.

8. Spiega i trattati di pace e le loro conseguenze.

I trattati di pace furono diversi ma tre sono i più importanti, quello con la
Russia, quello di Versailles con la Germania e il trattato di Saint-Germain con
l’Austria.

Alla conferenza di pace di Parigi parteciparono solo gli Stati vincitori e fu una
pace punitiva e prevalse la decisione di umiliare la Germania e trarre da ciò
tutti i possibili vantaggi.

La Germania:

Deve restituire Alsazia e Lorena alla Francia

La Prussia orientale resta divisa dalla Germania dal “corridoio2 di Danzica


per concedere alla Polonia uno sbocco la mare

Perde tutte le colonie

Deve pagare un debito di guerra di 132 miliardi di marchi d’oro

La regione mineraria della Sahar e della Ruhr per b10 anni restano in mano
alla Francia.

L’Austria:

Viene ridotta ad una piccola Repubblica e nascono 3 nuove nazioni: Ungheria,


Cecoslovacchia e Iugoslavia.

Italia:

Viene concesso il Trentino Alto Adige, Trieste e l’Istria, ma non Fiume e la


Dalmazia

Impero Turco:
Viene diviso nelle regioni del Nord africa e del Medioriente (protettorati).
Nasce la repubblica Turca.

Cronologia principale
1914

28 giugno: l'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria viene assassinato a


Sarajevo dal nazionalista serbo Gavrilo Princip.

28 luglio: dopo l'attentato di Sarajevo e un ultimatum caduto nel vuoto (23


luglio), l'Austria-Ungheria muove guerra contro la Serbia.

1 agosto: la Germania, alleata dell'Austria e dopo la mobilitazione delle truppe


dello zar alla frontiera, dichiara guerra alla Russia.

2 agosto: i tedeschi mirano all'attuazione del Piano Schlieffen, che prevede


l'apertura di un fronte occidentale contro la Francia: occupano il territorio del
Lussemburgo e procedono verso il Belgio, violandone la neutralità.

3 agosto: dichiarazione di guerra della Germania contro la Francia, alleata


della Russia; l'Italia, pur essendo alleata nella Triplice Alleanza di Germania e
Austria, persiste nella scelta della neutralità.

4 agosto: anche la Gran Bretagna, alleata della Francia, dichiara guerra alla
Germania.

6-13 agosto: le reciproche dichiarazioni di guerra (della Serbia e della Francia


contro l'impero austro-ungarico e dell'Austria-Ungheria contro la Gran
Bretagna) definiscono il confronto tra le forze della Triplice Intesa (Gran
Bretagna, Francia, Impero russo) e della Triplice Alleanza (Austria-Ungheria,
Germania e l'Italia per ora neutrale). Il 23 agosto il Giappone dichiarerà
guerra agli Imperi centrali, ampliando la dimensione "mondiale" del conflitto.

agosto-settembre: le truppe tedesche registrano i primi successi, occupando


Bruxelles sul fronte occidentale e bloccando l'avanzata dei francesi presso il
Reno; sul fronte orientale, i generali Ludendorff e Hindenburg ottengono
considerevoli vittorie sui russi a Tannenberg (17 agosto - 2 settembre) e ai
Laghi Masuri (7 - 14 settembre).

25 agosto: la Germania bombarda Anversa e dà il via all'assedio della città.


Caduta la città, il Belgio si arrenderà a ottobre.

2 settembre: il governo francese ripara a Bordeaux, dato che l'esercito tedesco


è arrivato a 40 km da Parigi.
12 settembre: i francesi bloccano l'avanzata tedesca nella prima battaglia della
Marna; finisce la guerra di movimento (o "guerra-lampo" dal tedesco
Blitzkrieg) e si passa alla guerra di trincea. Il comando delle truppe tedesche
ad ovest passa da Von Moltke a Von Falkenhayn.

31 ottobre: anche l'Impero ottomano entra nelle ostilità, alleandosi


all'Austria-Ungheria e alla Germania.

8 dicembre: i britannici sbaragliano la flotta tedesca presso le Isole Falkland.


1915

26 aprile: dopo il fallimento delle trattative con l'Austria (cui l'Italia chiede
compensazioni territoriali per entrare in guerra a fianca degli Imperi centrali)
il governo italiano stipula segretamente e all'insaputa del Parlamento il Patto
di Londra, con il quale l'Italia accetta di entrare in guerra di lì ad un mese
alleandosi con la Triplice Intesa, ottenendo, in cambio di vittoria, il Trentino,
l'Alto Adige, l'Istria, la Dalmazia (eccetto Fiume), la base navale albanese di
Valona e il riconoscimento di sovranità sui possedimenti del 1912 nel
Dodecaneso.

3 maggio: denuncia italiana della Triplice Alleanza.

7 maggio: l'affondamento del transatlantico Lusitania, ad opera di un


sottomarino tedesco, è il primo passo per l'entrata in guerra degli Stati Uniti.

24 maggio: dopo le pressanti manifestazioni di piazza dei nazionalisti - alla


cui testa si pone Gabriele D'Annunzio - affinché l'Italia entri in guerra, si
arriva alla dichiarazione formale di guerra contro l'Austria.

giugno-dicembre: le prime quattro battaglie dell'Isonzo (23 giugno-7 luglio;


18 luglio-4 agosto; 18 ottobre-4 novembre; 10 novembre-2 dicembre) lungo il
fronte italo-austriaco portano minimi avanzamenti territoriali, ad un prezzo
altissimo in termini di vite umane.
1916

21 febbraio: i tedeschi iniziano la controffensiva contro i francesi a Verdun. Si


tratta di una delle principali battaglie sul fronte occidentale, che vede
contrapposti francesi e inglesi da una parte e tedeschi dall'altra in una
logorante guerra di posizione dagli ingenti costi umani.

11-19 marzo: quinta campagna dell'Isonzo. Nello stesso anno ne seguiranno


altre quattro (4-8 agosto, con la durissima conquista di Gorizia; 14-17
settembre; 9-12 ottobre; 31 ottobre-1 novembre).
15-31 maggio: l'esercito austriaco dà il via alla Strafexpedition (cioè
"spedizione punitiva") contro l'Italia per accerchiare le truppe schierate
sull'Isonzo. Nonostante il grande impegno di uomini, la spedizione fallisce.

31 maggio-2 giugno: scontro navale tra la flotta britannica e quella tedesca


nella storica battaglia dello Jutland.

27 agosto: la Romania dichiara guerra all'Austria-Ungheria. Il giorno


successivo l'Italia muove guerra contro la Germania e quest'ultima contro la
Romania.

21 novembre: Carlo I d'Asburgo succede a Francesco Giuseppe.


1917

3 febbraio: gli Stati Uniti, in reazione alla guerra sottomarina tedesca,


interrompono le relazioni diplomatiche e si preparano all'ingresso nelle
ostilità.

12 marzo: nella Russia zarista, scoppia la "rivoluzione di febbraio" (secondo il


calendario giuliano, è il 23 febbraio), che costringe Nicola II all'abidicazione e
porta all'instaurazione di un governo provvisiorio.

2 aprile: gli USA muovono guerra contro la Germania.

12-28 maggio: sull'Isonzo, si combatte la decima battaglia tra Italia e Austria.

27 giugno: anche la Grecia entra in guerra, schierandosi contro Bulgaria,


Germania, Austria-Ungheria, Impero Ottomano. Il 14 agosto la Cina dichiara
guerra alla Germania e all'Austria-Ungheria, seguita il 26 dal Brasile.

17-31 agosto: undicesima battaglia dell'Isonzo.

24 ottobre: le truppe austriache e tedesche sfondano il fronte italiano a


Caporetto (dodicesima battaglia dell'Isonzo), causando notevolissime perdite
all'esercito italiano e portando la linea dei combattimenti lungo il fiume Piave.
Si tratta del momento più drammatico per l'Italia nel corso di tutto il
conflitto.

6 novembre (24 ottobre nel calendario russo): con la "Rivoluzione di Ottobre"


i bolscevichi prendono il potere e instaurano il Congresso dei Soviet.

8 novembre: dopo la disfatta militare di Caporetto, il generale Diaz sostituisce


Cadorna, noto per i suoi duri metodi repressivi nei confronti delle truppe.

1918
8 gennaio: il presidente americano Woodrow Wilson presenta i quattordici
punti il suo programma per l'assetto mondiale post-bellico.

3 marzo: con il trattato di Brest-Litovsk, la Russia comunista firma la resa


verso gli Imperi centrali.

luglio-agosto: offensiva dell'Intesa lungo il fronte occidentale

24 ottobre-3 novembre: con un'offensiva sul Piave e sul Grappa le truppe


italiane conquistano Vittorio Veneto. L'Austria-Ungheria , stremata e al
collasso su tutti i fronti, chiede l'armistizio.

4 novembre: armistizio fra Italia e Austria-Ungheria.

11 novembre: con l'armistizio fra il resto degli alleati e la Germania, si


conclude il primo conflitto mondiale. La Conferenza di pace di Parigi (18
gennaio 1919 - 21 gennaio 1920) e il Trattato di Versailles definiranno i nuovi
assetti territoriali europei.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE (o Grande Guerra): 1914-19

INTRODUZIONE

La prima guerra mondiale scoppiò a causa dell'ASSASSINIO DI FRANCESCO


FERDINANDO (erede di Francesco Giuseppe) perpetrato a SARAJEVO (in
Bosnia)

il 28 GIUGNO 1914 da uno studente nazionalista serbo che chiedeva


l'indipendenza della Serbia dall'Austria -Ungheria.

La guerra iniziò il 28 luglio 1914 e finì l'11 novembre 1918. I trattati di pace
furono firmati nel 1919.

La guerra vide lo scontro della

TRIPLICE ALLEANZA (i cosiddetti Imperi Centrali: Germania e Austria-


Ungheria)

contro le nazioni della

TRIPLICE INTESA (Francia, Regno Unito, Russia).


Alla fine, ci fu la VITTORIA DELLA TRIPLICE INTESA.

Il conflitto si allargò successivamente a varie altre nazioni, tra cui l'impero


turco-ottomano e gli Stati Uniti. Il numero dei continenti coinvolti fu tale da
poter definire la guerra come "mondiale", la prima nella storia dell'umanità.

La rivalità tra le potenze venne esacerbata negli anni Ottanta del XIX secolo
dalla corsa alle colonie, che portò gran parte dell'Africa e dell'Asia sotto la
dominazione europea nel successivo quarto di secolo. In questo senso, si può
senz’altro dire che l'IMPERIALISMO (colonialismo economico) fu la base su
cui si preparò la prima guerra mondiale.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale inizia il NOVECENTO. Lo storico


inglese Eric HOBSBAWN ha definito il Novecento SECOLO BREVE: esso è
iniziato nel 1914 a Sarajevo con l'attentato, è finito a Berlino nel 1989 con la
caduta del Muro e risulta diviso in due dal 1945, l'anno in cui è terminata la
seconda guerra mondiale.

La prima guerra mondiale provocò 15 MILIONI DI MORTI fra morti in


combattimento (militari e civili) e per carestie ed epidemie.

Essa fu nello stesso tempo l'ultimo conflitto del passato (guerra lenta di
trincea) e il primo grande conflitto in cui si usarono tutti i mezzi moderni,
come aeroplani, mezzi corazzati, sommergibili e le armi chimiche (tra cui il
gas iprite, che prende il nome dalla città di Ypres, in Belgio, dove i tedeschi lo
utilizzarono per la prima volta).

LE OPERAZIONI MILITARI

La guerra si combatté su TRE FRONTI principali:

quello OCCIDENTALE (Francia, Inghilterra e Stati Uniti contro Germania),

quello ORIENTALE (Austria-Ungheria e Germania contro Russia) e

quello MERIDIONALE (Italia contro Austria).

Questa situazione si verificò, tale e quale, anche nella seconda guerra


mondiale, con le stesse nazioni in guerra, gli stessi vincitori, gli stessi sconfitti
e l'ITALIA sempre nella stessa situazione (inizialmente al fianco degli austro-
tedeschi, poi degli alleati).
In questo senso, la seconda guerra mondiale è, a tutti gli effetti, la
continuazione della prima.

In sintesi questo è l'elenco delle principali battaglie sui vari fronti europei:

FRONTE OCCIDENTALE

1. INVASIONE tedesca DEL BELGIO (neutrale) E DEL LUSSEMBURGO

2. ASSEDIO DI ANVERSA da parte delle truppe tedesche

3. BATTAGLIE DELLA MARNA (in Francia): i francesi resistono contro i


tedeschi

4. BATTAGLIA DI VERDUN: la più sanguinosa della Prima Guerra Mondiale

5. BATTAGLIA DELLA SOMME

6. BATTAGLIA DI PASSCHENDAELE

7. BATTAGLIA DI CAMBRAI

8. BATTAGLIA DI AMIENS

9. OFFENSIVA alleata DELLA MOSA (Francia-Belgio): la Triplice Intesa


attacca i tedeschi

10. RESA DELLA GERMANIA

Il fronte occidentale conteneva quasi 10.000 chilometri di trincee. Le quattro,


terrificanti battaglie di Verdun

(1916), della Somme (1916), di Passchendaele (1917) e di Cambrai (1917)


portarono enormi perdite di vite da entrambe le parti, ma minimi progressi
nella situazione della guerra.

La battaglia di Verdun provocò 380.000 perdite francesi e 340.000 tedesche;


la battaglia della Somme causò

420.000 perdite inglesi (55.000 morti nel primo giorno), 205.000 francesi e
500.000 tedesche; la battaglia

di Passchendaele invece fece 300.000 perdite inglesi e 180.000 tedesche; e


quella di Cambrai causò 45.000 morti francesi e altrettanti tedeschi.
FRONTE ORIENTALE

1. INVASIONE russa DELLA PRUSSIA

2. BATTAGLIA DI TANNENBERG: i tedeschi battono i russi

3. BATTAGLIA DEI LAGHI MASURI: seconda vittoria tedesca contro i russi

4. INVASIONE austriaca DELLA SERBIA

5. RITIRO DELLA RUSSIA (scoppio della rivoluzione comunista d'ottobre nel


1917)

6. PACE separata DI BREST-LITOVSK E RESA DELLA RUSSIA

Durante il conflitto i tedeschi scatenarono la guerra marina e sottomarina,


con almeno due combattimenti fondamentali: la BATTAGLIA DELLE
FALKLAND (isole al largo dell'Argentina,

1914) E quella DELLO JUTLAND (in Danimarca, 1916).

L'affondamento del transatlantico LUSITANIA provocò, nel 1917,


l'INGRESSO DEGLI STATI

UNITI IN GUERRA. Occorse del tempo prima che le forze statunitensi


fossero in grado

di contribuire significativamente sul fronte occidentale e su quello italiano,


ma indubbiamente

con l'entrata in guerra degli USA si formò un asse formidabile con l'impero
più

grande del tempo (quello britannico).

LE CARATTERISTICHE DELLA “GRANDE GUERRA” E LE TRINCEE

La percezione della guerra nel 1914 era quasi romantica, e la sua


dichiarazione venne accolta con grande entusiasmo da molte persone, anche
perché erano tutti convinti che sarebbe durata poco e finita presto. Se invece
vi fosse stata fin dall'inizio una diffusa consapevolezza che la guerra avrebbe
aperto un “abisso” nella civiltà europea, nessuno l'avrebbe intrapresa o
continuata.

Il settore bellico della ricerca tecnologica raggiunse livelli impensabili nel giro
di pochissimi anni. Le nuove armi furono numerose, tutte ugualmente letali.

I GAS TOSSICI furono utilizzati per la prima volta dai tedeschi contro i russi
ma diventarono tristemente famosi a Ypres (Belgio), quando per la prima
volta si fece uso di gas asfissianti al cloro. Il primo rimedio agli attacchi
chimici era costituito da fazzoletti bagnati con acqua e/o urina e solo in
seguito sarebbero state sperimentate le maschere antigas.

Altri armamenti rivoluzionari furono la MITRAGLIATRICE, che consentiva di


sparare centinaia di colpi al minuto agevolando la difesa delle trincee; i
LANCIAFIAMME e i CARRI ARMATI (utilizzati per la prima volta dai
britannici nella battaglia della Somme).

L'aviazione militare ottenne rapidi progressi, a partire per esempio dallo


sviluppo dei BOMBARDIERI usati contro Londra. Ancor più drammatico fu
l'uso dei SOTTOMARINI tedeschi (u-boot) contro i mercantili alleati in acque
internazionali.

La TRINCEA resta il simbolo della prima guerra mondiale. Il presupposto per


la guerra di trincea fu la nascita della LEVA DI MASSA (introdotta per la
prima volta ai tempi della rivoluzione francese).

Per quattro anni milioni di uomini furono costretti a convivere sotto terra,
esposti agli agenti atmosferici e ai bombardamenti, in condizioni igieniche
disastrose.

Le trincee costituivano il “fronte”, cioè il punto di massima avanzata


raggiunto dalle forze combattenti. Le due linee contrapposte erano separate
dalla cosiddetta TERRA DI NESSUNO, un vero e proprio ammasso di
cadaveri, feriti e crateri cui non potevano accedere nemmeno le squadre di
soccorso. Le retrovie delle trincee ospitavano i comandi militari e i centri di
assistenza medica, mentre all'interno delle trincee le truppe vivevano in
condizioni igieniche semplicemente catastrofiche.

Nelle trincee del Carso, per esempio, GIUSEPPE UNGARETTI ha scritto Il


porto sepolto, una delle più belle raccolte di poesie della letteratura italiana e
una delle testimonianze più straordinarie della brutalità e della bestialità delle
guerre.
Altro punto fondamentale che caratterizzò questo bagno di sangue fu il gran
numero di GIOVANI arruolati, tra i quali, in Italia, i "ragazzi del '99".

Fondamentale, infine, il ruolo ricoperto dalle DONNE, che si trovarono


chiamate a lavorare nelle fabbriche per sostituire gli uomini (inviati al fronte):
donne che, dunque, iniziarono ad avere (o a rivendicare) maggiore
importanza dal punto di vista socio-economico (stipendio) e politico (diritto
di voto).

LE CONSEGUENZE DELLA “GRANDE GUERRA”

Le CONSEGUENZE della Grande Guerra furono molte; e tutte


IMPORTANTISSIME.

Fra le principali bisogna ricordare almeno:

1) TRATTATO DI VERSAILLES (che umiliò la Germania, la fece precipitare in


una crisi economica spaventosa e creò le condizioni per l’avvento del
NAZISMO).

2) RIVOLUZIONE D'OTTOBRE in Russia (caduta dello zarismo e avvento del


COMUNISMO sovietico).

3) CROLLO DEGLI IMPERI (tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo. In


Germania nasce la REPUBBLICA DI WEIMAR).

4) RUOLO DELLE MASSE E DELL'OPINIONE PUBBLICA (vedi il caso-


Lusitania) nella vita politica ed economica degli stati. Si va verso la nascita
delle prime DEMOCRAZIE MODERNE (per es, la Repubblica di Weimar in
Germania).

5) SUPREMAZIA DEGLI STATI UNITI NEL MONDO (al posto dell’Europa).

6) NASCITA DELLA SOCIETA' DELLE NAZIONI (antenata dell'ONU).

LA CONFERENZA DI PACE DI PARIGI E IL TRATTATO DI VERSAILLES

Il 28 giugno 1919 fu firmato il trattato di pace di Versailles fra Francia e


Germania.

A) l'Alsazia-Lorena (regioni bilingui di confine) vennero restituite alla


Francia;
B) la città polacca di Danzica venne resa “città libera”sotto l'autorità della
Società delle Nazioni.

Il trattato di Versailles pose anche grosse limitazioni alle forze armate


tedesche, che d'ora in avanti non avrebbero dovuto più superare le 100.000
unità.

Il trattato creò anche una commissione che avrebbe dovuto quantificare le


riparazioni di guerra (danni) pagate dalla Germania. I problemi economici
causati da questi pagamenti sono spesso citati come la principale causa della
fine della repubblica di Weimar e dell'ascesa di Hitler e del nazismo (scoppio
della II guerra mondiale).

Gli osservatori più acuti, come l'economista britannico KEYNES, criticarono


duramente il trattato: egli dimostrò che l'atteggiamento punitivo contro la
Germania avrebbe provocato solo nuovi conflitti, e così fu: vent’anni dopo,
infatti, scoppiò di nuovo la guerra, con gli stessi schieramenti in campo!

TRATTATI DI PACE

Per stabilire le condizioni di pace fu riunita la Conferenza di Parigi, che ebbe


inizio a metà gennaio 1919. Vi erano rappresentati tutti gli Stati vincitori, ma
solo alle grandi potenze – Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia,
Giappone – era riservato di deliberare su tutte le questioni, mentre i minori
intervenivano solo se direttamente interessati.

Il programma di pace britannico, sostenuto da D. Lloyd George, mirava a


rendere innocua la Germania e a prenderle le colonie; quello francese,
impersonato da G. Clemenceau, tendeva a inferire un colpo decisivo al
tradizionale nemico tedesco, che vendicasse il 1870 e desse alla Francia
durevoli garanzie; quello statunitense, propugnato da Wilson, si concretava in
una pace ispirata ai principi dei Quattordici punti, ma urtava contro una rete
d’interessi che ne rendevano difficile l’applicazione; quello italiano tendeva ad
assicurare all’Italia il confine alpino, la supremazia in Adriatico, una sfera
d’influenza balcanica, compensi coloniali. Il poco entusiasmo mostrato, in
nome dei grandi sacrifici sofferti, per i principi wilsoniani, finì con il creare
all’Italia una situazione diplomatica difficile.

Si giunse così ai vari trattati: di Versailles con la Germania (28 giugno 1919),
di Saint-Germain con l’Austria (10 settembre 1919), di Neuilly con la Bulgaria
(27 novembre 1919), del Trianon con l’Ungheria (4 giugno 1920), di Sèvres
con la Turchia (10 agosto 1920).
La Germania perse le colonie, la flotta militare e mercantile e alcuni distretti
minerari; le fu imposto l’obbligo delle riparazioni e il divieto di tenere un
esercito superiore a 100.000 uomini. Sorsero nuovi Stati: la Polonia, la
Cecoslovacchia, la Iugoslavia, la Finlandia, la Lituania, la Lettonia, l’Estonia,
l’Albania; e altri subirono profondi mutamenti di frontiere.

L’Italia ottenne il confine alpino, ma rimasero insolute la questione adriatica


con il nuovo Stato iugoslavo e quella dei compensi coloniali. Molte questioni
furono rinviate e molte decisioni vennero modificate negli anni successivi, con
conseguenti motivi di persistente agitazione e irrequietezza.

LA GUERRA CIVILE RUSSA

Dal 1918 al 1920 la Russia fu dilaniata da una guerra civile scatenata dalle
opposizioni di dx e dai socialrivoluzionari. Le requisizioni forzate di prodotti
agricoli con cui i bolscevichi cercarono di sfamare il paese suscitarono ostilità
dei contadini. Generali zaristi riuscirono ad instaurare delle dittature militari.
L’estate del 1918 fu il momento più critico per i rossi mentre i
socialrivoluzionari scatenavano un’ondata di terrorismo. Artefice dell’Armata
rossa fu Lev Trockij, ministro della guerra, riuscì a ristabilire la disciplina. Si
intensificarono le requisizioni e dal 1918 nacque il Partito comunista. Venne
reintrodotta la pena di morte. L’armata rossa era di gran lunga più potente
dei bianchi. Intorno al 1920 la guerra civile si poteva dire conclusa. Tra la G.M
e la guerra civile, tra carestie, epidemie, ci furono circa 16 milioni di morti.
Appena cessata la guerra, il malcontento popolare per la fame, la mancanza di
riscaldamento, esplose una rivolta popolare armata e alcuni scioperi operai a
Pietroburgo.

LA RIVOLUZIONE IN EUROPA E L’INTERNAZIONALE


COMUNISTA

La guerra lasciò tutta l’Europa in preda ad una conflittualità sociale. Il


numero degli scioperanti si triplicò in Inghilterra, si moltiplicò per 4 in Italia,
e per 16 in Germania. Per questo motivo il 1919-1920 fu chiamato il “biennio
rosso”. Si diffusero consigli degli operai e dei soldati che si configuravano
come una forma di rappresentanza alternativa a quella parlamentare. In
Germania, l’imperatore Guglielmo II fu costretto ad abdicare e passò
l’incarico di cancelliere a Friedrich Ebert. La Germania si stava trasformando
in una repubblica. Si svolsero le elezioni per l’Assemblea costituente, dove la
socialdemocrazia conquistò la maggioranza relativa dei voti. I consigli degli
operai e dei soldati vennero soppressi. In Austria la transazione alla
repubblica venne gestita dalla socialdemocrazia. Alle elezioni del 1920 ci fu la
maggioranza per il partito cristiano sociale, e questo causò una frattura del
paese. Nel marzo del 1919 in Ungheria il partito comunista e quello
socialdemocratico si unirono per creare un nuovo governo guidato dal Bela
Kun che proclamò la repubblica sovietica. Tentativo fallito. Nel 1919 fu
fondata una nuova organizzazione internazionale e a dirigerla fu chiamato
Grigoij Zinov’ev.

IL CASO ITALIANO

In Italia tra il 1919-20 gli scioperi operai ebbero un aumento di intensità


ottenendo importanti conquiste fra cui la giornata lavorativa di 8 ore. Ci fu
una grande crescita dei sindacati, che raggiunsero i 4 milioni di iscritti. Nel
settembre del 1920 gli operai metallurgici occuparono le officine , questo fu
una grande prova di forza decisiva, che grazie a Giolitti si concluse con un
compromesso.Grande problema > non riuscire a saldarsi in un movimento
unitario. Il socialismo italiano era diviso tra massimalisti( rivoluzionari) e i
riformisti. Questi ultimi controllavano il gruppo parlamentare, la
Confederazione generale del lavoro. Il contrasto fra i 2 gruppi impedì al
partito di operare con efficacia. Alle elezioni del 1919 oltre un quinto dei
suffragi andò al Partito popolare appena fondato da don Luigi Sturzo. PSI e
PPI avevano la maggioranza ma erano in realtà antagonisti (Anticlreicali e
aconfessionali). Questi governi, grazie a Nitti e Giolitti assunsero importanti
misure come l’introduzione del sistema elettorale proporzionale. Nel
settembre del 1919 un corpo di volontari con a capo il poeta Gabriele
d’Annunzio, occupò la città di Fiume per annetterla all’Italia. L’impresa non
produsse nessun risultato. Nel marzo del 1919 una nuova forza politica balzò
alla ribalta fondata dall’ex socialista Benito Mussolini> il fascismo. Il fascismo
si organizzò dopo l’estate 1920 in squadre paramilitari e scatenò una guerra
sociale; la rete delle organizzazioni socialiste venne distrutta in meno di 10
mesi. Il fascismo acquistò dimensioni di massa guadagnando consensi fra i
ceti medi e i liberali e i cattolici conservatori. Al XVII congresso del PSI
tenutosi a Livorno nel gennaio 1921, l’estrema sx uscì dal partito per costruire
con Amedeo Bordiga, il Partito comunista d’Italia. Rimase comunque
minoritario. Sconfitta l’opposizione di sx, si verificò nel paese un travaso di
poteri e consensi che nel 1921 il movimento dei fasci si costituì in PNF (partito
nazionale fascista) e contava 300.000 iscritti. Il Re Vittorio Emanuele III
sancì il successo della marcia su Roma rifiutando di firmare lo stato di assedio
e incaricò Mussolini di formare un nuovo governo. In realtà M commise un
colpo di stato . La camera dei deputati concesse subito i pieni poteri al
governo, del quale fecero parte anche ministri nazionalisti liberali e popolari.
Il fascismo era giunto al potere senza disporre di una maggioranza
parlamentare.
IL FASCISMO

Nasce come movimento politico fondato da Benito Mussolini nel 1919 ma, tra
il 1922 e il 1943 si trasforma in un regime totalitario. L’obbiettivo del fascismo
è di creare un’Italia più grande. Dopo la marcia su Roma ( nel 28 del 1922 M
riesce ad ottenere dal re l’incarico di fondare un governo. L’esercito italiano
lascerà passare serenamente le camice nere> fascisti<. Ricorderanno questa
marcia come un’impresa eroica) lo stato fascista cresce in fretta. Arriverà
presto ad abolire le libertà costituzionali di base e a plasmare generazioni nel
segno dell’adorazione di un unico uomo; Mussolini. Il movimento influenzerà
tantissimo la cultura, il futuro politico e una serie di movimenti tra cui il
nazismo. Iniziò una fase di ridefinizione e trasformazione delle istituzioni. I
deputati del partito erano solo 34, ma i ceti medi, e lo stesso re sono a favore
di Mussolini.
Nel 1922 viene istituito il gran consiglio del fascismo
Nel 1923 le camice nere diventano un corpo militare definito, la milizia
volontaria per la sicurezza nazionale.
Nel 1923 una nuova legge, la legge Acerbo (la coalizione a ottenere il 25 % dei
voti avrebbe ottenuto il 65 % dei seggi in parlamento)
Nel 1924 si va alle elezioni

Un deputato socialista riformista, Giacomo Matteotti dopo aver denunciato le


irregolarità elettorali viene ucciso nel 1924. Le opposizioni abbandonano il
parlamento. Alla fine del 1925 gli oppositori politici verranno isolati, venne
istituito un tribunale speciale per la difesa dello stato e introdotta la pena di
morte per chi attentava alla sua sicurezza. La libertà di associazione e di
stampa vennero soppresse. Nel 1926 viene proibito lo sciopero, il tentativo è
quello di superare la lotta di classe. Nel 1928 una nuova legge elettorale
limiterà la scelta degli elettori ad una lista unica da approvare o rifiutare in
blocco. Il loro potere era ormai immenso, chiaramente l’esercito, la corona e
la chiesa non verranno mai del tutto soppressi, anzi contribuirono anche
all’affermazione del partito. A coronare l’appoggio del vaticano al regime
saranno i Patti Lateranensi del 1929 anche se continueranno ad esserci
frizioni tra il fascismo e la chiesa. Per M chi pensava con la propria testa era
un problema, tra cui gli oppositori politici, i democratici, socialisti,
monarchici. Contro i dissidenti politici erano stati istituiti tribunali speciali
che condanneranno a morte più di 40 persone e 15.000 esiliati come ad es
Antonio Gramsci. Carlo e Nello Rosselli due fratelli antifascisti verranno
uccisi a coltellate da un gruppo di sicari. Il regime non smette mai di
mobilitare le masse per nazionalizzarle, i bambini venivano incamerati in
strutture come i figli della Lupa o i Balilla dove imparavano la disciplina e
l’obbedienza. Gli universitari avevano i GUF (gruppi universitari fascisti), per
tutti ci sarà l’Opera nazionale del dopolavoro , incaricata di organizzare il
tempo libero dei lavoratori attraverso il cinema, turismo, teatro e colonie
estive. Era diventato una vera e propria religione civile per gli italiani. Ma dal
1936 con le prime politiche antiebraiche assume connotati razzisti, viene
vietato il matrimonio misto e gli ebrei italiani non potevano più ottenere
impieghi pubblici ne andare a scuola. La prima fase della politica economica
fascista è stata definita liberistica, puntava al pareggio del bilancio, puntava
sul commercio estero.Nel 1926 M si impegna a rivalutare la lira, così che le
merci italiane diventano troppo care per gli investitori stranieri. Da allora
l’economia fascista si baserà su pesanti interventi dello stato per contrastare
la crisi. Tenta anche di imprimere all’Italia una svolta di tipo agricolo con la
“battaglia del grano”.Si bonificavano le paludi per la fondazione di nuove città
per rendere l’Italia un paese più agricolo.

FASCISMO E SPORT

In questi anni lo sport ottiene un’importanza tutta nuova, ed è anche uno dei
principali veicoli della propaganda fascista. Secondo M, l’Italia aveva bisogno
di individui forti sani preparati x la guerra. Scopo> trasformare i grandi atleti
italiani in eroi popolari del fascismo> pugile Primo Carnera> lo fa arruolare
nelle camice nere. Questa attenzione speciale per lo sport riguarda anche le
donne , vengono organizzati eventi agonistici di atletica leggera e Federazioni
sportive. Ma il ruolo della donna si appiattisce presto a quello di sposa e
madre. Verrà istituito il sabato fascista che obbligava gli italiani a partecipare
a manifestazioni pubbliche.

Dal 1927 l’EIAR (ente italiano audizioni radiofoniche) inizia a curare la


programmazione nazionale via radio. Non viene trascurato il cinema. M
voleva entrare in competizione con Hollywood Viene aperto Cinecittà a Roma
.Il fascismo aveva crear un a gigantesca burocrazia per creare posti di lavoro.
Per questo motivo in Italia si sviluppa una dipendenza dal pubblico impiego.
Nel 1925 era stata creata l’Onmi, Opera nazionale maternità e infanzia,
destinata a fornire assistenza alle madri, ma anche a professionalizzare le
donne in campi come l’ostetricia e la pediatria: politiche, queste, che
aiutavano le donne, ma le relegavano anche ad un ruolo di margine, ben poco
moderno - quello di ‘addette alla riproduzione’. Il fascismo era anche
impegnato nel miglioramento delle condizioni delle città, tramite realizzazioni
architettoniche di alto livello, ma anche abbattendo zone fatiscenti e malsane.
In questo modo, tuttavia, gli appartenenti ai ceti popolari venivano trasferiti
in borgate di periferia che erano del tutto prive di servizi di base.
I principali beneficiari della politica fascista sono, in ultima analisi, gli
impiegati pubblici, i ceti medi, che potevano godere di case popolari,
domestici, vacanze in colonia, ed in cambio garantivano al regime una fedeltà
incondizionata. Quando il regime inizia a stabilizzarsi e viene ristabilito il
controllo sulla Libia, l’Italia fascista è pronta per provare a realizzare le
proprie mire espansionistiche, che saranno tuttavia condizionate dall’effettiva
debolezza del paese. Nel 1932 Mussolini assume personalmente il ruolo di
ministro degli Esteri, tentando di agire come mediatore tra la Germania e
potenze come la Francia e la Gran Bretagna, ma deve fare immediatamente i
conti con l’aggressività di Hitler.
Nell’ottobre del 1935 l’Italia attacca l’Etiopia, e lo fa in modo brutale,
bombardando le popolazioni civili e lanciando gas asfissianti.
Il fascismo proclama l’impero, rovesciando gli equilibri d’Europa. In questo
nuovo contesto, l’Italia si avvicina alla Germania di Hitler, nell’ottobre 1936
nasce l’asse Roma-Berlino. Nel 1937 dopo aver firmato un patto antisovietico
con Germania e Giappone, l’Italia esce dalla Società delle Nazioni. Nel 1939
l’Italia stipula con la Germania il patto d’acciaio, in cui Italia e Germania si
impegnavano ad entrare in guerra l’una a favore dell’altro, anche nel caso di
conflitti offensivi. Tuttavia, allo scoppio della guerra nel settembre del 1939,
l’Italia era priva di risorse per fronteggiare un serio impegno bellico: per
questo motivo, l’Italia sceglierà all’inizio la ‘non belligeranza’.

IL NAZISMO

Il nazismo è stato definito un sistema politico totalitario, ovvero che H e il


partito riuscirono a dominare in modo completo e totale la società tedesca.
H entra in contatto con il partito dei lavoratori tedeschi nel 1919 e inizia a
sviluppare doti di grande oratore. Molti tedeschi iniziarono ad iscriversi al suo
partito, nel 1921 diventa Partito Nazional Socialista dei Lavoratori Tedeschi
(56.000 membri). Tra l’8 e il 9 novembre del 1923 H tenta di coinvolgere il
governo in un impero simile alla marcia di Roma, il putsch di Monaco>
entrare nella birreria dove si stava svolgendo un comizio di Gustav von Kahr,
aizzare la folla e marciare verso Berlino . Non sapeva se poteva contare su K
ma tenta l’impresa. Vengono fermati dai poliziotti in uno scontro a fuoco. H è
ricercato per tradimento, viene arrestato. Così la sua popolarità aumenta>
rimarrà un anno in prigione e scriverà un libro “la mia battaglia”. Ebbe molto
successo anche al di fuori del partito nazista. > Era illustrata la sua ideologia e
i suoi piai futuri per la Germania. L’elemento prima era la necessità di
colonizzare altri paesi perché il popolo germanico aveva bisogno di spazio per
poter prosperare senza essere contaminato da altre razze. Il popolo ebraico
era un popolo di parassiti, così come i socialisti ed i comunisti.
La crisi del 29 aveva dimezzato la produzione industriale tedesca, creato 6
milioni di disoccupati, e il governo socialdemocratico si dimette nel 1930. Il
nuovo governo di Bruning considera i nazisti degli alleati. Il partito nazaista
non era l’unica formazione di dx, anche il Partito nazionalpopolare tedesco
stava prendendo molto piede, era ostile al movimento operaio e alla
democrazia e insieme all’esercito si illudeva di poter sfruttare H.
I 4 punti di forza del nazismo erano;
- Agire secondo le leggi> H aveva imparato che in una società di mass il
potere non si conquistava con la forza ma con il consenso delle masse e
quindi bisognava agire, almeno in apparenza, secondo le regole.
- Un’organizzazione paramilitare e violenta> I nazisti
accompagnavano le tattiche legalitarie con la violenza politica e
un’organizzazione paramilitare e gererchizzata ispirata al fascismo.
Studenti, contadini, donne, c’era un’organizzazione nazista per ognuna di
queste categorie. Esistevano organizzazioni paramilitari naziste come le SA
e le SS( guardie del corpo di Hitler).
- La propaganda > Joseph Goebbels, capodistretto del partito nazista a
Berlino, intuisce l’importanza delle nuove tecnologie di comunicazione.
Sfrutterà al massimo i nuovi media per la comunicazione di massa, in
particolare la radio
- Il carisma del leader > H riesce a farsi vare perché entra in rapporto
diretto con la massa attraverso le emozioni , la propaganda.

Nel 1931 Hitler si incontra col capo del partito nazionalpopolare, ma rimane
tra le due forze un dissenso di fondo: Hitler vuole rovesciare il potere, i
nazionalpopolari puntano soltanto ad una svolta autoritaria. Nel 1932 ci sono
le elezioni presidenziali, e la spunta il candidato nazionalpopolare, appoggiato
anche dai socialdemocratici: entrambi sperano di contenere Hitler. Ci sono
nuove elezioni, i nazisti sono il primo partito. Hitler viene nominato
cancelliere il 30 gennaio 1993.

IL TERZO REICH

In soli 6 mesi i nazisti riescono ad instaurare una dittatura fondata sul


proprio partito.
- 1 feb 1933> sciolto il parlamento
- 4 feb > vietati i giornali e le assemblee
- 27 feb> incendio del Reichstag, palazzo del parlamento a Berlino
- 28 feb> soppressa la libertà di stampa, di opinione e di associazione
- A Marzo ci sono nuove elezioni la NSDAP è al 44%. Himmler, capo delle SS
apre a Dachau un campo di concentramento

Il partito nazista può inserire i propri uomini in tutte le istituzioni tedesche,


partiti operi e sindacati vengono sciolti, gli ebrei vengono espulsi dalla
gestione delle aziende. Nel maggio del 1933 vengono bruciati i lavori di alcuni
tra gli esponenti più illustri della cultura tedesca degli ultimi due secoli.
Vengono VIETATI i partiti. Viene adottata la svastica come simbolo del
nazismo. H toglie alle SA ogni riconoscimenti militare , considerati troppo
radicali. Il 30 giungo 1934 grand parte dei dirigenti delle SA vengono
assassinati, ci furono circa 200 vittime.Date che le SA erano colpevoli di
soprusi e violenza organizzata, la popolazione vede questo episodio come una
liberazione. Nel 34 muore il presidente della repubblica, Hindenburg e H ne
assume la carica. Il dominio di H si fonda su una concezione di stato pensato
esclusivamente per i cittadini razzialmente puri. Quindi non comprendono gli
omosessuali, i criminali, i vagabondi, gli zingari, gli asociali. Il principale
obiettivo delle persecuzioni sono gli ebrei, benestanti. 1935> leggi di
Norimberga che vietano matrimoni tra ariani ed ebrei, che bengonop privati
di oggi diritto civile. Il passaggio dalla discriminazione alla persecuzione di
massa è segnato dalla cosiddetta notte dei cristalli (dalle vetrine
spaccate)in cui 200 sinagoghe vengono incendiate, 91 ebrei assassinati e
migliaia di negozi saccheggiati. Dopo questa carneficina circa 26.000 ebrei
vengono internati in campi di concentramento. Più di mezzo milione di ebrei
emigra la Geramnja, accompagnati da moltissimi oppositori politici, tra essi
Einstein, Cassirer, Fritz lang. Verranno impiegate strutture espressamente
dedicate allo sterminio. H firmò anche un ordine che autorizzava l’eutanasia
medica.

La Germania era ancora segnata dalla disoccupazione, quindi per sanare ol


debito pubblico vengono stanziati 5 miliardi di marchi soprattutto nel settore
dell’edilizia, che provocheranno un netto calo della disoccupazione.
Obiettivo del regime era la totale autosufficienza. Alla fine del 1938 però,
l’economia era in deficit e l’unica alternativa era la guerra.
Nel 1938, in compenso, la disoccupazione era pressoché sparita. Le
organizzazioni sindacali erano state sostituite dal Fronte tedesco del lavoro,
che non negoziava condizioni vantaggiose per i lavoratori, ma li inquadrava
piuttosto in una struttura paramilitare: in questo modo, ad esempio, la
giornata lavorativa si allungava. Se le ferie aumentavano, il tempo libero dei
lavoratori veniva gestito dallo stato, che organizzava manifestazioni sportive e
spettacoli cinematografici. Resta l’opera di Leni Riefenstahl che realizzò u
film di propaganda> “Il trionfo della volontà”, documenta un congresso del
partito nazista. Le autorità religiose protestanti, pur prendendo le distanze
dal nazismo, ne condividevano il progetto nell’ottica di una lotta al
comunismo, mentre la chiesa cattolica, pur condannando il nazismo prima
del 1933, firmava un concordato con il regime nel luglio del 1933.

Alla base del programma nazista, così come alla base del consenso dei
tedeschi, c’era anche una politica estera fondata su un imperialismo
aggressivo, che andava a soddisfare quel bisogno di rivalsa che risaliva alla
fine della Prima Guerra Mondiale. Nell’ottobre del 1933 la Germania esce
dalla Società delle Nazioni. Un altro obiettivo di Hitler era quello di includere
nella Germania nazista tutti i tedeschi d’Europa: un primo tentativo di
annettere l’Austria fallisce nel 1934, mentre nel 1935 viene annessa la Saar,
regione occidentale ricca di carbone occupata da Britannici e Francesi,
attraverso un plebiscito. Un altro obiettivo di Hitler era quello di includere
nella Germania nazista tutti i tedeschi d’Europa: un primo tentativo di
annettere l’Austria fallisce nel 1934, mentre nel 1935 viene annessa la Saar,
regione occidentale ricca di carbone occupata da Britannici e Francesi,
attraverso un plebiscito.
LA SOCIETA’ DI MASSA

Cosa: Produzione e ceto medio


Quando: Tra fine Ottocento e vigilia del primo conflitto mondiale
Dove: Mondo industrializzato
Conseguenze: Consumismo

Cos'è la società di massa


La massa intesa come folla indifferenziata al suo interno o insieme uniforme
in cui le singolarità tendono a scomparire fu oggetto d’indagine degli
scienziati sociali sin dall’inizio dell’Ottocento. A seguito dell’evento
spartiacque della Rivoluzione francese, le classi subalterne avevano fatto
comparsa da protagoniste sulla scena politica.

È solo però tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del nuovo secolo, col
diffondersi dei fenomeni di industrializzazione e urbanizzazione nei Paesi ad
economia avanzata (Europa occidentale e Nord America), che si delinearono i
contorni di quella che oggi definiamo “società di massa”.

Appunti
Seconda rivoluzione industriale: invenzioni e scoperte mediche
Sono molte le contraddizioni interne al nuovo contesto fatto di luci e ombre: i
grandi agglomerati urbani facevano da squallido sfondo ad un sistema
atomizzato che spesso rendeva anonime e disgregate le vite degli individui.
L’elemento umano diveniva parte di un’economia di mercato regolata da leggi
molto lontane dalle piccole comunità tradizionali che avevano avuto un peso
rilevante in Europa, sino alla seconda rivoluzione industriale.

La società di massa è quindi un oggetto di studio molto complesso, anche


perché sarebbe divenuta terreno fertile per le strumentalizzazioni
novecentesche del concetto di volontà generale.

Al crepuscolo del secolo, i cambiamenti erano scanditi da un sottile intreccio


di processi economici, trasformazioni politiche e mutamenti culturali.
All’interno di uno spettro così ampio, coesistevano inevitabilmente aspetti
positivi e negativi.

Da una parte, potremmo considerare il maggiore benessere generale e


soprattutto il processo di democratizzazione quali numi tutelari del nuovo
corso, dall’altra la massificazione e la spersonalizzazione appaiono ancor oggi
come delle conseguenze nefaste, specie se esemplificate attraverso
un’immagine letteraria che per molti è la fotografia di un’epoca: ‹‹Gregor
Samsa, svegliandosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo
letto, in un enorme insetto immondo›› (Franz Kafka, La metamorfosi, 1915).
Per quel che concerne la positiva tendenza alla democratizzazione, il processo
si tradusse in un ampliamento delle basi sociali degli Stati che accrebbe in
gran misura l’importanza delle masse popolari e in particolare dei nuovi ceti
medi.

Le classi dirigenti consideravano la democrazia un processo necessarioLe


stesse classi dirigenti, che avevano fino a quel momento osteggiato la
democrazia rintracciandovi un ostacolo alla stabilità dei regimi affermati nel
corso dell’Ottocento, la considerarono – utilitaristicamente - un processo
necessario.

Razionalizzazione dell'economiaI vecchi esercizi di potere palesavano infatti


un’inadeguatezza all’amministrazione di una società in via di massificazione.
La dimensione di questi nuovi fenomeni era tuttavia in stretta connessione col
mutamento radicale dei processi di razionalizzazione dell’economia, non di
rado alienanti e quasi sempre dagli altissimi costi sociali.

Nuovo sistema produttivo e la crisi del positivismo

Il Positivismo in filosofia, riassunto


Un radicale cambiamento del sistema di produzioneL’ingresso delle masse
nella grande storia non coincise semplicemente con la loro nuova presenza
nelle istituzioni e nell’agone elettorale, ma anche con quella in un mercato il
cui allargamento aveva causato un radicale mutamento del settore produttivo.

Nel ventennio che precedette la prima guerra mondiale, l’economia europea


conobbe una crescita intensa, con la sola parentesi con segno negativo del
1907-1908. Gli anni che vanno dall’ultimo lustro dell’Ottocento al 1913 furono
segnati da un incessante sviluppo della produzione che coinvolse anche
l’Italia.

In quel periodo gli indici della produzione industriale e del commercio


mondiale segnarono un raddoppio. Crebbero anche i salari medi e il valore
pro-capite con un cospicuo aumento della popolazione.

L’allargamento del mercato si legò ad una crescente domanda che ebbe


appunto dimensioni di massa, mentre vennero avviate produzioni di beni in
serie che trovavano spazio nelle vetrine di negozi, grandi magazzini e canali di
vendita che contemplavano anche la rateizzazione come forma di pagamento.
I cartelloni pubblicitari irrompevano nella vita quotidiana di un mondo
sempre più attento ai prodotti e non ai loro creatori.

Proprio nel 1913, negli stabilimenti Ford di Detroit fu introdotta la prima


catena di montaggio. Il lavoro subiva una parcellizzazione con tempi di lavoro
drasticamente ridotti ed in cui i lavoratori divenivano parte di un ingranaggio
scientificamente razionalizzato. La rivoluzione ideata dall’ingegnere Frederick
W. Taylor fu in seguito adottata da grandi imprese americane e europee.

La teoria taylorista non si basava semplicemente sulla standardizzazione di


tutti i passaggi necessari alla produzione, bensì sul convincimento che una
maggiore gerarchizzazione della vita di fabbrica, insieme all’offerta dei premi
di produzione collegati alla produttività, avrebbero portato a una maggiore
efficienza, anestetizzando le tensioni sindacali.

Sostituzione della manodopera qualificata con lavoratori a basso costoLa


nuova produzione venne avviata prevalentemente nelle industrie dei beni di
consumo durevoli e comportò la massiccia sostituzione di manodopera
qualificata con lavoratori a basso costo, privi di specializzazioni.

Crisi del Positivismo: Paradossalmente, nel momento di espansione massima


del razionalismo economico, entrò in crisi la costruzione delle certezze
elaborata dal positivismo che aveva disegnato un profilo di mondo legato al
progresso necessario e costante, come ha ricordato lo storico Hobsbawm:
‹‹Accade a volte che il modo in cui l’uomo percepisce e struttura l’universo si
trasformi completamente in un breve periodo di tempo. I decenni che
precedettero la prima guerra mondiale sono uno di questi periodi›› (Eric J.
Hobsbawm, L’Età degli imperi 1875-1914, ed. 1987).

Borghesia e classe operaia nel 1800: valori e pensiero


Dall'ottimismo delle filosofie borghesi alle correnti di pensiero
irrazionalisteSul piano filosofico nacquero nuove correnti vitalistiche diverse
tra loro, ma tutte con un minimo comun denominatore: l’osservazione
privilegiata del tempo specifico della sfera psicologica, diverso da quello delle
scienze esatte. All’ottimismo delle filosofie borghesi faceva quindi posto un
approccio critico alle scienze esatte che contemplava l’esistenza di correnti di
pensiero irrazionaliste. Queste ultime, maturate in contesti politici diversi,
avrebbero accentuato il pessimismo nei confronti degli istituiti democratici.

Ceto medio, il soggetto principale della grande espansione- La grande


espansione economica aveva visto come maggior consumatore il ceto medio,
che era stato altresì protagonista dell’ampliamento del settore dei servizi,
conseguenza diretta della crescita degli apparati burocratici.

I ceti medi-Ad ingrossare le file di questo nuovo ceto contribuivano sia i


lavoratori dipendenti sia degli autonomi, settore nel quale si moltiplicavano
gli esercizi commerciali, mentre per quel che concerne il settore pubblico, con
l’ampliarsi delle competenze dello Stato, proliferavano le amministrazioni
locali sanitarie, istruzione, trasporti e servizi.
Crescita degli addetti al settore privato-Ancor più rapidamente si ramificava il
settore degli addetti al settore privato che non svolgevano mansioni manuali.
Erano i cosiddetti “colletti bianchi”: tecnici che con gli impiegati statali
andarono a comporre una massa abbastanza omogenea.

I salari del ceto medio-Il processo di modernizzazione produttiva dettava


d’altra parte le regole per quel concerne i salari, e nella scala dei redditi quella
massa omogenea occupava una posizione molto distante dall’alta borghesia e
fin troppo vicina – con rammarico degli appartenenti al ceto medio - agli
strati degli operai specializzati.

I comportamenti sociali-Dal punto di vista dei comportamenti sociali, le


differenze erano naturalmente enormi. I ceti medi rifiutavano
l’identificazione con la massa dei lavoratori ed erano refrattari alla
sindacalizzazione puntando al merito individuale per lanciare la scalata
sociale. Il senso della gerarchia e la sensibilità al verbo nazionalista erano
contrapposti alla coscienza di classe operaia; allo stesso modo, veniva
osteggiato il cosmopolitismo dell’alta borghesia industriale e bancaria che
aveva dei comportamenti direttamente riconducibili alle vecchie classi
aristocratiche.

Il ceto medio: ruolo di primo piano in campo economico e politicoNonostante


non avesse un’identità culturale definita, il nuovo ceto medio giocò un ruolo
sempre più importante nel campo economico nel duplice ruolo di produttore
e consumatore ed ebbe un ruolo di ago della bilancia politico tra forze
progressiste e conservatrici, sposandone le cause a seconda degli interessi
momentanei.

Prima guerra mondiale: cronologia, battaglie e protagonisti


Il ceto medio: oggetto delle forme irrazionalistiche della nuova politicaMolto
più spesso, l’appoggio che queste componenti moderate garantirono ai
governi borghesi acuì le divisioni interne del movimento operaio. Le
dimensioni di massa di questi processi di mobilitazione mutarono
radicalmente con le forme della nuova politica. Ai legami clientelari, tessuti
da fantasmi della vecchia politica, subentrarono strutture complesse,
costruite su base partitica, dotate di organi di stampa e di strumenti
propagandistici, uniti da concezioni del mondo totalizzanti.

La società di massa, un campo di battaglia privilegiato per le forze


politicheAlla vigilia del primo conflitto mondiale, la società di massa diveniva
uno dei campi di battaglia privilegiati per le forze politiche che si
contendevano le folle ormai divenute ‹‹fenomeni sociali: [che] mutano nel
tempo come accade per ogni fenomeno sociale›› (Emil Lederer, Masse e
leadership, 1940).
LA CRISI DEL 29

Alla fine degli anni Venti il mondo sembrava avviato a superare i traumi della
Grande Guerra, anche perché i rapporti fra le potenze mondiali
attraversavano una fase di distensione e anche “il problema tedesco”
sembrava avviato a una soluzione equilibrata soprattutto in seguito al Patto di
Locarno del 1925.

A turbare questa distensione arrivò la crisi del 1929 che, a partire dagli Stati
Uniti d'America, si diffuse in tutto il mondoMa in questo quadro di apparente
stabilità politica e sociale, nel 1929 si abbatté, prima negli Stati Uniti e poi nel
mondo intero, una crisi economica tanto imprevista quanto catastrofica
destinata a cambiare le sorti del Novecento.

La crisi del 1929 inaugurò il periodo della cosiddetta Grande Depressione e


innescò una serie di eventi che portarono alla Seconda Guerra
MondialeQuella che avrebbe preso il nome di Grande Depressione, fece
sentire i suoi effetti sia sulla politica che sulla cultura del tempo influenzando
così lo sviluppo storico delle società occidentali. Sconvolse i vecchi assetti,
accelerò le trasformazioni già in atto e mise in moto una catena di eventi che
avrebbero presto portato a un nuovo conflitto mondiale.

La crisi del 1929 mise in ginocchio l'economia mondiale per la prima volta
nella storia del capitalismoCome ha scritto lo storico Eric Hobsbawm ne Il
secolo breve, la storia dell’economia mondiale a partire dalla Rivoluzione
industriale era stata una storia di progresso storico accelerato, di continua
crescita economica e, sebbene nel corso degli anni si fossero presentate delle
curve cicliche e fisiologiche, nel 1929 per la prima volta nella storia del
capitalismo questa fluttuazione negativa mise in ginocchio l’intero sistema
economico mondiale.

Le conseguenze della crisi economica del 1929 non furono solo


economichePer avere una stima reale delle sue conseguenze, basti pensare
che senza il crollo dell’economia del 1929 non ci sarebbe sicuramente stato
nessun Hitler e quasi certamente non ci sarebbe stato nessun Roosevelt.

Un'altra conseguenza della crisi del '29 è stata quella di considerare il sistema
sovietico come un'alternativa concreta al modello capitalistaÈ altresì molto
improbabile che il sistema sovietico sarebbe stato considerato come una seria
alternativa economica al capitalismo mondiale. La storia dell’intero pianeta
risulta dunque incomprensibile se non si comprende a pieno l’enorme
impatto che la crisi economica ha avuto da lì in poi.

Il periodo iniziale degli anni Venti rappresentava la realizazzione del famoso


sogno americano: gli Stati Uniti vivevano un momento di grande
prosperitàAgli inizi degli anni Venti, quando ormai la Prima Guerra Mondiale
era terminata, il dollaro americano era la nuova moneta forte dell’economia
mondiale e per gli statunitensi cominciò un periodo di grande prosperità che
prese il nome di Età del Jazz (1918-1929), magistralmente raccontata nei
principali romanzi di Francis Scott Fitzgerald, lo scrittore americano che in
quegli anni scriveva dell’USA gaia, ricca e spensierata dal primo dopoguerra,
vittoriosa, quando il sogno americano pareva realizzato. Tra i suoi più celebri
romanzi di quel periodo ci sono Di qua dal paradiso, Belli e dannati e Il
grande Gatsby.

Durante gli anni Venti si diffuse il fenomeno industriale della produzione in


serieDa quel momento in poi proprio dagli Stati Uniti si cominciò a diffondere
in tutto il mondo il fenomeno industriale della produzione in serie, il che
favorì notevolmente un aumento della produttività e del reddito nazionale.
Questa nuova espansione industriale portò anche notevoli mutamenti
nell’organizzazione della vita quotidiana.

Grazie a fenomeni come la diffusione della produzione in serie e la possibilità


di rateizzazione, nasceva la società dei consumiA metà degli anni Venti,
infatti, tra le strade di New York e Chicago circolavano numerose automobili
della Ford, una ogni cinque abitanti (in Europa, invece, solo una su
ottantatré) e l’uso degli elettrodomestici come radio, frigoriferi e aspirapolveri
si era largamente diffuso nelle famiglie grazie anche alla facilitazione
finanziaria della rateizzazione. Nasceva la società dei consumi.

La linea del Partito Repubblicano negli anni Venti promuoveva l'accumulo


della ricchezza privataDal punto di vista politico c’era l’egemonia del Partito
Repubblicano, che vedeva nei due presidenti che si succedettero in quegli
anni (Warren G. Harding, 1921-1923, e Calvin Coolidge, 1923-1929) i massimi
esponenti di una politica economica che promuoveva l’accumulo della
ricchezza privata a scapito di opere in favore delle classi più povere.

Le condizioni di vita degli operai comuni, degli afroamericani e degli


immigrati rimanevano misere, nonostante la crescita della prosperità
generaleCosì, mentre gli operai di alcune industrie erano favoriti sul piano
retributivo e assistenziale, assai misere restavano le condizioni di vita e di
lavoro degli operai comuni, afroamericani e immigrati.

Si diffuse un conservatorismo ideologico contro minoranze e stranieri,


colpevoli di "contaminare" la popolazione yankeeA tutto ciò si aggiunse una
diffusa ondata di conservatorismo ideologico che investì le minoranze
nazionali e razziali, con leggi limitative all’immigrazione per impedire la
contaminazione della popolazione yankee (gli americani del nord-est i cui avi
arrivarono prima del 1776) e la diffusione di ideologie sovversive europee,
come il bolscevismo.
Il caso limite della deriva xenofoba si ebbe nel 1927, con la condanna a morte
di due anarchici italianiIl punto limite di questa reazione fu il caso del
processo ai due anarchici italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, accusati
di omicidio con una montatura giudiziaria e condannati a morte nel 1927
nonostante le numerose prove della loro innocenza.

Durante gli anni Venti si diffusero violenze e delitti a causa del Ku Klux Klan e
delle faide tra gangsterContemporaneamente ci fu un’ondata discriminatoria
nei confronti della popolazione di colore, con la setta del Ku Klux Klan
espressione del razzismo più isterico. Inoltre, alcune strade delle principali
città americane vedevano quasi ogni giorno pericolosi regolamenti di conti tra
bande rivali di gangster (Al Capone, Meyer Lansky e John Dillinger). Erano
del resto anche gli anni del proibizionismo combattuto con la crescita di bar
clandestini (chiamati speak-easy) che servivano alcool di contrabbando a
volontà a chi possedeva molto denaro.

La borghesia americana nutriva una profonda fiducia nell'euforia speculativa


che regnava a Wall StreetTuttavia, questa realtà sociale così articolata e
contraddittoria, non intaccava l’ottimismo della borghesia americana e la sua
fiducia nella moltiplicazione delle ricchezze. Ma il diffuso clima di
incontenibile euforia speculativa, che aveva teatro a Wall Street sede della
Borsa di New York, poggiava su fondamenta assai fragili. Ecco perché la crisi
che presto sarebbe seguita fu il più grande terremoto mondiale che i maggiori
storici dell’economia abbiano mai registrato sulla scala Richter.

La differenza tra l'incontrollata produzione di beni di consumo e la capacità di


assorbimento del mercato provocarono un graduale crollo dei prezziLa
grande domanda di beni di consumo aveva fatto sì che l’industria producesse
quantità sproporzionate alla possibilità di assorbimento del mercato interno.
Si registrò così, in maniera costante dal 1920 in poi, un graduale crollo dei
prezzi e successivamente anche della produzione industriale. Inoltre, la più
grande economia mondiale, quella statunitense, forniva al resto del mondo
molti prodotti e poche materie prime.

Gli USA promossero la costruzione di barriere doganaliCosì facendo, aveva


riportato la propria economia indietro di almeno vent’anni, rendendola
isolata (ma non per questo immune) dalle minacce di crisi economiche
proveniente dal resto del mondo, soprattutto dall’Europa in ricostruzione (ad
esempio la Germania), attraverso la costruzione di barriere doganali, pur
sapendo che questo significava lo smantellamento del sistema mondiale del
commercio su cui si basava si fondava la loro prosperità.

Nonostante le prime avvisaglie e qualche giorno prima del crollo di Wall


Street, il presidente della National City Bank non si dichiarò preoccupato
dall'andamento della BorsaDi conseguenza, già nelle prime settimane di
settembre del 1929 i titoli di Wall Street raggiunsero i livelli più elevati.
Nonostante il diffuso clima di allerta, a cui seguirono alcune settimane di
profonda incertezza economica, il 22 ottobre, il presidente della National City
Bank dichiarò: "Non mi risulta ci sia nulla di fondamentalmente negativo nel
mercato azionario, nelle imprese e nella struttura creditizia ad esso relativa".

Il 24 ottobre del 1929 si registrò la precipitazione del valore dei titoli; il 29


ottobre ci fu il crollo definitivo della Borsa di Wall StreetIl giorno successivo
crollarono i prezzi fino a giovedì 24 ottobre, il “giovedì nero”, quando
cominciò la corsa alle vendite che causò la definitiva precipitazione di valore
dei titoli. Il 29 ottobre, invece, in quello che viene ricordato come il “martedì
nero” ci fu il crollo definitivo della Borsa di Wall Street.

Il crollo del mercato si diffuse in tutto il paese, investendo soprattutto le classi


meno abbientiSeguirono drammatici suicidi di speculatori e agenti di borsa. Il
crollo del mercato, oltre a colpire dapprincipio i ceti ricchi, ebbe conseguenze
disastrose soprattutto per i ceti meno abbienti e poi si diffuse in tutto il paese
e su tutto il sistema economico mondiale, che ormai dipendeva da quello
statunitense. La disoccupazione di massa ebbe un impatto enorme e
traumatico sulla politica dei paesi industrializzati.

La crisi economica fu uno degli eventi più disastrosi di quel periodo, secondo
solo alla Grande GuerraL’immagine più consueta all’epoca era quella delle
mense dei poveri, delle marce per il pane dei disoccupati. Una ferita profonda
che lacerò l’intero corpo politico del tempo. La più endemica, insidiosa e
corrosiva malattia di quel tempo, seconda solo alla Prima Guerra Mondiale.

Solo negli Stati Uniti persero il lavoro 14 milioni di personeLa disoccupazione


crebbe vistosamente e toccò cifre drammaticamente alte: gli Stati Uniti le
persone senza lavoro erano 14 milioni, in Europa 15 milioni, causati anche
dalla crisi del sistema bancario inglese, austriaco e tedesco. Emerse in tal
senso una sostanziale impreparazione politica ad un cataclisma di quella
portata. L’assenza di ogni soluzione a questo radicale tracollo mise in
drammatico imbarazzo i responsabili della politica economica liberale.

I primi miglioramenti si ebbero solo dopo la promozione del New Deal, il


programma per il rilancio economico del 1933Per intravedere qualche
miglioramento ci vollero altri quattro lunghissimi anni e l’avvento del
presidente Franklin Delano Roosevelt che, soprattutto dopo il 1933, avviò il
rilancio produttivo e industriale attraverso il celebre New Deal. Ma
all’orizzonte si addensavano le nuvole nere di un’insanabile crisi politica che,
nel giro di sei anni, avrebbe trascinato di nuovo il mondo intero nell’abisso di
una Seconda Guerra Mondiale.

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