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LA PRIMA GUERRA MONDIALE

La prima guerra mondiale è percepita dai contemporanei come la 'grande guerra'. Gli storici la ritengono una
cesura della storia, in quanto essa determina l'inizio di una nuova età, quella contemporanea. La storia
moderna infatti non si esaurisce con la riv. Francese nel 1789, ma bensì nel 1914.
Il XX secolo è infatti definito come il ''secolo breve'' in quanto ha inizio nel 1914 e si conclude con la caduta
dell'URSS.

I CAMBIAMENTI PORTATI DALLA PRIMA GUERRA MONDIALE


• GEOPOLITICI: assistiamo al crollo degli imperi secolari (russo, guglielmino, tedesco, ottomano,
asburgico) e alla creazione di un'Europa nuova
• SOCIALI: è una guerra che trasforma la società in quanto 66 milioni di persone furono travolte
dall'impegno bellico. Strappando braccia da campagne e fabbriche, le donne furono alla base del
lavoro durante la guerra.
• DEMOGRAFICO: ci furono circa 10 milioni di morti, 20 milioni di feriti e 8 milioni di
dispersi/prigionieri
• TOTALITARISMI: senza prima guerra mondiale non ci sarebbe stato il fascismo, nazismo e
bolscevismo
• CULTURA: crolla la cultura occidentale europea e vi è un controllo dell'opinione pubblica attraverso
la propaganda e il condizionamento della stampa.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE:


• MONDIALE: è definita mondiale per la sua estensione geografica. Essendo nell'epoca
dell'imperialismo furono mobilitate anche le colonie, coinvolgendo nello scontro ogni continente sia
per terra che per mare. Oltre al coinvolgimento delle principali potenze europee, nel 1917 entrano in
gioco Giappone e Usa. Alcuni paesi erano però neutri come il Belgio, la Svizzera, la Spagna e i paesi
scandinavi
• TOTALE: le risorse dei paesi coinvolti non furono solo umane ma anche materiali → gran parte dei
prodotti industriali e agricoli furono indirizzati verso lo sforzo bellico. Lo stato durante il conflitto
controllava ogni aspetto dell'economia per razionare i prodotti.
• DI MASSA: più di 65 milioni di individui parteciparono alla prima guerra mondiale, di cui 41
milioni da parte dell'Intesa e 25 milioni mobilitati dagli Imperi centrali (austro-ungarico e tedesco)
• MEDIATICA: per garantire lo sforzo collettivo e ''l'unità sacra della popolazione'' nel sostegno alla
guerra, serve propaganda. Salandra (per quanto riguarda l'Italia) era consapevole di non avere il
consenso perciò utilizza la propaganda attraverso cinema, foto, manifesti. Attraverso questi strumenti
si esaltava l'eroismo dei soldati italiani e si demonizzavano i nemici.
La propaganda però descrive una guerra che non rispecchia la realtà: ad esempio il Corriere della
sera fu un megafono della politica interventista, che già dall'estate del '14 narrava una guerra che non
c'era, per spingere l'Italia ad intervenire con uno sforzo patriottico.
• EMANCIPATRICE: paradossalmente le donne ebbero la possibilità di emanciparsi nel mondo del
lavoro grazie all'assenza degli uomini. Inoltre portò ad un processo di emancipazione per le colonie:
gli uomini che avevano partecipato alla guerra, erano entrati in contatto con nuove idee e non erano
più disposti ad assoggettarsi passivamente.

CAMBIAMENTI E INNOVAZIONI DELLA GUERRA


A determinare questa guerra fu anche l'influenza della scienza e della tecnica. I progressi della seconda
rivoluzione industriale portarono a nuovi strumenti di distruzione come le mitragliatrici, i gas asfissinati, la
dinamite,i sottomarini, l'aeroplano e il carro armato.
-Iprite → era uno dei principali gas usato nelle trincee. Fu utilizzato per la prima volta ad Ypres da France
Aber (da qui deriva la formula di Aber, ovvero la quantità necessaria per uccidere un uomo)
Il peso specifico di tali armi comportò il passaggio da guerra di movimento a guerra di posizione

CAUSE DELLA GUERRA


Al principio del Novecento, vi erano delle tensioni tra i vari stati europei:
-La Francia, seguendo gli ideali del revancismo, voleva una rivalsa sulla Germania
-Austria-Ungheria e Russia si fronteggiavano per il dominio dell'area balcanica
-Contrasto italo-austriaco per i territori irredenti
-Rivalità anglo-tedesca in campo economico, coloniale e navale
1)CRISI MAROCCHINA
Dal 1905 al 1911 si verificano le crisi marocchine, durante le quali la Francia si scontrerà con la Germania
schieratasi col Marocco.
Tale crisi si superò con la diplomazia: il Marocco diventò un protettorato francese, mentre una parte del
Congo finì nelle mani della Germania.

2)POLVERIERA BALCANICA
La crisi dell'impero ottomano fece divampare i movimenti nazionalisti nei Balcani. Tra il 1911-1912 ci
furono 2 guerre nei Balcani che pur rimanendo locali, destabilizzarono l'equilibrio precario.

3)RIVALITÀ ITALO-AUSTRIACA
Volontà del regno d'Italia di ottenere le terre irredente (Venezia Giulia, Istria, Dalmazia). Inoltre, sia Italia
che Austria erano desiderose di conquistare il principato di Albania, il quale garantiva un diretto accesso al
mare.

4)SCONTRO ANGLO-TEDESCO
Durante il governo di Bismark, l'Inghilterra ha affermato una leadership economica che però garantiva una
stabilità/equilibrio in Europa. Con l'ascesa al potere di Guglielmo II, la sua politica aggressiva si pone in
contrasto alla leadership inglese.
Questa situazione determina una perdita di equilibrio, che causa una corsa al riarmo da parte di entrambi i
paesi. La politica di Guglielmo II prese il nome di navalismo proprio perché si caratterizzò per una crescita
esponenziale della flotta navale.

L'ATTENTATO A SARAJEVO (28 GIUGNO 1914)


Dopo l'attentato di F.Ferdinando e sua moglie Sofia, organizzato dallo studente serbo-bosniaco, le tensioni
esplosero portando ad una crisi regionale che assunse dimensioni mondiali. L'Austria-Ungheria attribuì la
responsabilità alla Serbia, alla quale venne inviato un durissimo ultimatum, formulato in modo tale sa essere
sostanzialmente inaccettabile. La risposta della serbia non fu soddisfacente e il 28 giugno 1914 l'Austria
dichiarò guerra.
La Russia si affiancò alla Serbia, mentre la Germania entrò in guerra con l'Austria.
Entro il 4 agosto, tutte le grandi potenze (Francia e Inghilterra comprese) entrarono in guerra.
-IL PIANO DELLA GERMANIA: la Germania di Guglielmo II, con il piano Blitzkrieg o ''guerra lampo''
puntava alla conquista immediata della Francia, evitando che la Russia potesse intervenire in tempo. Si
prevedeva infatti che l'immenso esercito russo avrebbe impiegato molto tempo per mobilitarsi, contando che
i mezzi di trasporto erano quasi assenti. I tedeschi speravano quindi in una vittoria veloce e brillante. Questo
piano prevedeva però l'occupazione del Belgio, paese neutro. Il popolo belga resistette alla violenta
invasione tedesca, permettendo ai russi di mobilitarsi per tempo e alla Francia di elaborare una tattica di
combattimento.
-IL PIANO DELLA FRANCIA: i francesi con il piano 17, puntavano ad invadere la Germania attraverso
l'Alsazia e la Lorena. Il piano fallì in quanto la cavalleria francese fu annientata dalle mitragliatrici tedesche.
La Germania doveva però fronteggiare una battaglia su due fronti, da parte della Francia e della Russia. Con
la riconversione sul fiume Marna, le forze tedesche vennero fatte arretrare e si determinò il passaggio da
guerra lampo a guerra di trincea → sarebbe stata vinta da chi aveva più uomini e maggiore resistenza.

FRONTE ORIENTALE
Al contrario dell'Occidente, nel fronte orientale parliamo di guerra di movimento: la Russia conquistò la
Prussia e la Galizia, per poi perderle successivamente. L'esercito dello zar dimostrò di essere inadeguato alla
guerra contemporanea

FRONTE BALCANICO
L'Austria combatte contro la Serbia, la quale però è impreparata

FRONTE MEDIO-ORIENTALE
L'Inghilterra è guidata da W.Churchill, il quale decide di attaccare l'impero ottomano (schieratosi con la
triplice alleanza) per varie motivazioni:
-unire l'Inghilterra alla Russia
-ragioni economiche
1915
IL REGNO D'ITALIA: DALLA NEUTRALITÀ ALL'INGRESSO IN GUERRA
Salandra è a capo del governo, si dichiara neutrale per vari motivi:
-impreparazione dell'esercito
-la Triplice Alleanza era un patto difensivo, il governo non si sentiva obbligato ad intervenire
-alcuni trattati avrebbero garantito la conquista delle terre irredenti
L'opinione pubblica si spaccò in due fazioni, dando vita ad un acceso dibattiti tra neutralisti e interventisti

NEUTRALISTI → coloro che non volevano prendere parte al conflitto


-CATTOLICI: seguivano l'insegnamento pacifista della Chiesa e non volevano andare in guerra contro una
potenza cattolica (Austria-Ungheria). Inoltre un gran numero di cattolici proveniva dalle campane, e la
guerra avrebbe peggiorato la loro condizione già precaria.
-SOCIALISTI RIFORMISTI: sostenevano che una guerra voluta dai potenti economici imperalisti, non
dovesse essere combattuta dai lavoratori
-GIOLITTI/LIBERALI GIOLITTIANI: l'Italia non era pronta ad uno sforzo bellico prolungato, e si
poteva ottenere molto anche senza combattere, quindi grazie alla diplomazia.

INTERVENTISTI → incitava alla partecipazione della guerra


-LIBERALI CONSERVATORI: guidati da Salandra e Sonnino, volevano che l'Italia diventasse una
potenza europea al pari delle altre. Utilizzavano strumenti di propaganda come il ''Corriere della sera''
-NAZIONALISTI: sostenevano la politica espansionistica. Credevano che la disciplina della guerra
bloccasse l'ascesa dei socialisti.
-IRREDENTISTI: convinti che la guerra avrebbe permesso all'Italia di conquistare le terre irredenti.
-SOCIALISTI RIVOLUZIONARI: guidati da Mussolini, credevano che la guerra sarebbe riuscita a
scardinare il capitalismo.

LA DECISIONE A FAVORE DELL'INTESA


Secondo i nazionalisti, a favore di una politica espansionistica, l'Italia era colpita da una crisi morale dovuta
dalle pratiche parlamentari dei liberali. I nazionalisti ricercavano dunque un governo forte e autoritario.
Nonostante tale corrente fosse in aumento, le masse popolari rimanevano contrarie all'entrata in guerra
(contadini e operai).
-LA SITUAZIONE AL GOVERNO: lo Statuto Albertino prevedeva che fosse la camera a ratificare
l'entrata in guerra. Ma in realtà l'ingresso a fianco dell'intesa fu opera del presidente del consiglio Salandra e
del ministro degli esteri Sydeny Sonnino. Già dall'autunno del 1914, avevano avviato dei contatti segreti con
l'Intesa in quanto l'Austria non si prestava agli accordi territoriali con l'Italia.
L'ingresso in guerra fu sancito dal Patto di Londra del 1915, e fu il frutto di una scelta anti-costituzionale in
quanto non vi fu la consulta del parlamento. Il patto obbligava l'Italia ad entrare in guerra entro un mese di
tempo e in cambio avrebbe ricevuto le terre irredente e la rappresentanza dell'Albania a livello
internazionale.
-RADIOSE GIORNATE DI MAGGIO: fu un termine coniato dagli interventisti con il quale si intendono
le giornate in cui in molti andavano a manifestare a favore dell'entrata in guerra. Durante queste giornate il
parlamento rischiò una crisi costituzionale in quanto la maggioranza era infatti neutrale, ed opponendosi
all'intervento, sarebbe entrata in conflitto con le scelte di Salandra e del re stesso. La camera rinunciò dunque
allo scontro istituzionale e i deputati votarono a pieni voti Salandra (fatta eccezione dei socialisti di Turati): il
24 maggio 1915, Vittorio Emanuele III annunciò agli italiani l'entrata in guerra del paese a fianco delle
potenze della Triplice Intesa (Inghilterra, Francia, Russia)

PERCHÉ SALANDRA VOLEVA LA GUERRA?


Salandra sostenne l'entrata in guerra a causa di un diffuso ottimismo, ovvero era convinto che la guerra
sarebbe stata facile e veloce, e che sarebbe stata supportata dalla classe industriale. L'esercito italiano
apparve però poco preparato ed equipaggiato.
Esso fu guidato dal generale Cadorna, il quale non era informato dello svolgimento della guerra nei vari
teatri, ed era impreparato nell'affrontare i problemi della guerra di posizione. Cadorna propose una tattica
offensiva, e nonostante le molteplici sconfitte, non cambiò mai strategia, causando un calo di ottimismo che
aveva invece spinto Salandra a prendere parte al conflitto
IL FRONTE ITALIANO: il teatro di gueera italo-austriaco fu sull'Altopiano del Carso, territorio
sconosciuto all'esercito italiano. Cadorna fu quindi accusato di portare i giovani alla morte certa. Gli austriaci
tentarono di cogliere di sorpresa gli italiani ma la cosiddetta 'Strafexpedition'='la spedizione punitiva' fu
respinta.

IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI


Nell'impero ottomano troviamo un movimento politico chiamato 'i giovani turchi', i quali aspirano ad una
modernizzazione e a rendere più Europea la Turchia. Si richiedeva dunque una Turchia più moderna e
occidentale. Tutte le minoranze presenti però, minavano la realizzazione di uno stato forte. Gli armeni infatti
costituivano una minoranza religiosa (cristiani in un impero islamico).
Gli armeni hanno alle loro spalle una storia antichissima e nell'800 una parte dell'Armenia fu occupata dalla
Russia. Dobbiamo tenere conto del fatto che gli armeni all'interno dell'impero ottomano erano fortemente
discriminati dal punto di vista economico e giuridico, mentre nell'impero russo costituivano un'unità di
vantaggio e ricoprivano cariche politiche e militari importanti. Il mondo islamico inoltre rifiutava tutto ciò
che era moderno, rifiutando ad esempio la diffusione della stampa. Gli armeni invece erano colti e moderni
(erano soliti mandare i propri figli a studiare in Europa).
Nella prima guerra mondiale gli ottomani si schierarono contro i Russi e ciò portò al sospetto di un'ipotetica
ribellione armena. Nel 1915 perciò, questo sospetto condusse al genocidio di milioni di donne, anziani e
bambini armeni nelle ''marce della morte''. I soldati uomini armeni venivano invece brutalmente fucilati sul
posto.
-GENOCIDIO: Raphael Lemkin coniò il termine genocidio (1944). Egli, studiando ciò che accade agli
armeni, cominciò ad interessarsi ai crimini compiuti nei confronti di un particolare gruppo di persone. Nel
1944 pubblicò un'opera in cui parlò per la prima volta di geno/cidio (razza/uccisione).
Solo nel 1948 l'ONU inserì nei suoi trattati dei crimini identificato come ''crimini contro l'umanità''.

IL 1916
Nel 1916 tutti gli stati maggiori decisero di cambiare strategia militare passando da una guerra di posizione a
una guerra di movimento, concentrando tutte le unità in un unico punto del fronte

BATTAGLIE SUL FRONTE OCCIDENTALE


-Battaglia di Verdun (tentativo di sfondamento tedesco)
-Battaglia della Somme (francesi e inglesi respingono i tedeschi)
-Battaglia di Passchendaele (attacco ai tedeschi)
Gli italiani ottennero una vittoria difensiva e ciò consentì un arretramento dell'esercito austro-ungarico.

LA GUERRA SUI MARI


Nel 1916 si aprì anche il fronte sui mari: nella penisola dello Jutland la flotta britannica si scontrò con quella
tedesca, ma nessuna delle due prevalse sull'altra.
Gli inglesi istituirono invece un blocco navale che impedì alla Germania e all'Austria di ricevere materie
prime, che purtroppo fece crollare in primis i cittadini tedeschi.
La situazione di stallo comporterà l'entrata degli USA

IL FRONTE ITALIANO
Il teatro italiano si dispiegò tra Friuli e Trentino. Gli austriaci nel maggio del 1916 tentarono di attaccare gli
italiani in Trentino con la 'Strafexpeditionis' ma fu respinta → Vienna voleva colpire Roma per il suo
tradimento

IL 1917
Il 1917 fu l'anno di svolta della prima guerra mondiale per varie ragioni:
• entrare degli USA nell'aprile del '17
• uscita della Russia nell'ottobre del '17 a causa della rivoluzione bolscevica
• diffusione del disfattismo → atteggiamento di rifiuto della guerra percepita come un'inutile
carneficina. La sofferenza è ormai diffusa sia tra i civili che tra i soldati, arrivando ad avere come
unico ideale esistente la 'solidarietà umana'
Nei confronti dei disertori furono prese delle misure durissime (fucilazioni, processi, decimazioni).
Le vie diplomatiche non erano più percorribili: i governi caddero in delle svolte autoritarie in quanto c'era in
gioco l'egemonia politica ed economica.

-POTENZE PACIFISTE: le uniche due potenze pacifiste ad opporsi furono la Chiesa e i socialisti.
➔ Papa Benedetto XV attraverso la lettera ai capi di governo chiese di mettere fine all'inutile strage'.
➔ I rappresentanti dei partiti socialisti scrissero il manifesto di Kiental nel quale affermavano che la
guerra stava producendo solo dissanguati, non c'erano più vinti e vincitori.

L'ENTRATA DEGLI USA


Gli USA dichiararono guerra alla Germania nell'aprile del 1917. Il presidente americano Wilson, eletto nel
1912, era un sostenitore dell'atteggiamento politico dell'isolazionismo che portava a non intervenire nelle
guerre degli altri paesi. Le cause che portarono all'entrata in guerra furono molteplici:
• GUERRA SOTTOMARINA → nel 1915 un sottomarino tedesco affondò il transatlantico 'Lusitania'
sul quale viaggiavano molti civili americani, richiedendo un intervento da parte dell'opinione
pubblica. Nel 1917 la Germania reagisce con una guerra sottomarina indiscriminata, affondando tutte
le navi dirette verso l'Inghilterra (anche quelle neutrali).
I tedeschi a causa del blocco delle industrie belliche erano certi della sconfitta, perciò cercarono di piegare
l'Inghilterra prima dell'arrivo degli USA.
• Sin dal 1914, gli USA furono creditori dell'Intesa: perciò dovevano essere certi di ricevere un
risarcimento al termine della guerra da quei paesi.
• Gli Stati Uniti si pongono affianco alle potenze liberali e democratiche, al fine di evitare la salita al
potere di governi autocratici che avrebbero danneggiato l'economia capitalista americana.

USCITA DELLA RUSSIA


Nell'ottobre del 1917, l'impero russo fu sconvolto dalla rivoluzione bolscevica guidata da Lenin contro lo zar
Nicola II. La salita al governo di Lenin, portò alla pace immediata firmata dalla Germania, la quale comportò
grandi perdite territoriali → (Balcani, paesi baltici e Ucraina, la quale ottenne l'indipendenza)

LA DISFATTA DI CAPORETTO
Tutti gli eventi del 1917 si ripercossero a Caporetto, teatro di guerra del Carso. Con l'uscita dell'impero russo
dalla guerra, le truppe tedesche diedero supporto alle truppe austriache che il 24 ottobre 1917 sfondarono i
territori del Carso. I soldati italiano erano logorati dagli attacchi dei mesi precedenti e furono colti alla
sprovvista. Inoltre gli ordini contraddittori degli stati maggiori italiani aggravarono la situazione. La disfatta
di Caporetto si trasformò in rotta e gli austriaci si impossessarono di una grande quantità di armamenti
bellici.
Il generale Cadorna tentò di incolpare i soldati di uno ''sciopero militare'', e per questo fu sostituito da
Armando Diaz per volontà degli altri membri della Triplice Intesa.
-LA REAZIONE DELL'ITALIA: Armando Diaz fece leva sui ragazzi del 1899, promettendo loro terre che
però non avrebbero mai ottenuto. Il nuovo esercito era composto da ragazzi appena 18enni che dimostrarono
il loro valore sul Piave, dove si stabilizzò la nuova linea difensiva: fu fermata l'avanzata austriaca.

IL 1918
LA VITTORIA A VITTORIO VENETO:
Nel corso del 1918, il fronte fu spostato in Trentino, considerato il punto più debole degli austriaci. Qui i
soldati di Armando Diaz sconfissero gli austriaci a Vittorio Veneto, sancendo il crollo dell'impero Austro-
Ungarico. Il 3 novembre fu firmato l'armistizio a Villa Giusti.

IL CROLLO DELLA GERMANIA


Il crollo dell'esercito tedesco fu sancito con la battaglia di Amiens, e con il successivo armistizio i tedeschi si
arresero senza condizioni. Guglielmo II dovette fuggire in Olanda e il 9 novembre fu proclamata la nuova
repubblica. Da qui nacque il mito della ''pugnalata alle spalle'' in quanto alcuni pensavano che la guerra fosse
stata persa per colpa dei politici e non dei militari visto che non ci fu una battaglia risolutiva.

I TRATTATI DI PACE
La conferenza di pace iniziò a Parigi nel gennaio 1919 e le potenze che ebbero voce in capitolo furono la
Francia, il Regno Unito, gli Stati Uniti e l'Italia. Le trattative furono complesse in quanto:
-erano crollati i quattro grandi imperi (russo, austriaco, tedesco, ottomano) e bisognava ridisegnare la cartina
europea
-bisognava conciliare il principio di autodeterminazione dei popoli con le ambizioni territoriali delle
democrazie liberali
-Wilson costituì la Società delle nazioni, legando l'Intesa agli Stati Uniti
-i vincitori avevano ambizioni contrastanti e bisognava trovare un punto di sintesi tra di esse
TRATTATO DI VERSAILLES
Il trattato di Versailles dettava alla Germania delle condizioni di pace durissime, le quali suscitarono nei
tedeschi dei sentimenti di rancore poiché percepirono il trattato come un'imposizione.
Cosa prevedeva il trattato?
-Alsazia e Lorenza tornano alla Francia
-rinasce la Polonia
-nacquero quattro repubbliche indipendenti: Lettonia, Estonia, Lituania e Finlandia
Alla Germania fu inoltre imposto di riconoscersi come responsabile del conflitto e di versare 132 milioni di
marchi-oro → l'economia tedesca non avrebbe mai potuto saldare l'enorme debito nei confronti dei vincitori.
Inoltre per assicurarsi che la Germania non avrebbe più minacciato l'Europa fu deciso:
-limite dell'esercito → non poteva superare un certo numero di soldati e fu vietata la costruzione di
armamenti pesanti

IL SISTEMA DEI MANDATI


Le colonie tedesche furono spartite tra i paesi vincitori, ma per rispettare il principio di autodeterminazione
caro al presidente statunitense Wilson, si escogitò il sistema del mandato: un affidamento temporaneo che in
realtà corrisponde ad un pieno dominio coloniale.
I limiti al principio di autodeterminazione → non fu sempre possibile applicare questo principio, di
conseguenza diverse nazionalità non furono soddisfate dalla conferenza di Parigi.

LA DISSOLUZIONE DELL'AUSTRIA-UNGHERIA
L'Austria firmò il trattato di Saint-Germain-en-Laye, mentre l'Ungheria sottoscrisse il Trattato del Trianon.
Ufficialmente Austria e Ungheria erano due stati separati

LA VITTORIA MUTILATA DELL'ITALIA


L'Italia era già insoddisfatta per essere stata esclusa dalla spartizione delle colonie tedesche. Mentre l'Italia
riuscì ad ottenere Trieste e l'Istria, la Dalmazia e Fiume passarono al governo della Jugoslavia. Nonostante
queste ultime non erano incluse del Patto di Londra, si creò il mito della ''vittoria mutilata'' per via
dell'infelice conclusione della questione dalmata.
Nacquero dunque dei gravi problemi di politica estera che avrebbero gravato sull'Italia nel dopoguerra.

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