Nella belle époque, tra fine Ottocento e inizio Novecento, la società europea conosceva disuguaglianze
economiche e sociali, era dominata da un'élite industriale e finanziaria e vedeva crescere ideologie
irrazionalistiche (nazionalismo e razzismo).
Negli ultimi decenni dell'Ottocento le grandi potenze europee avevano costituito alleanze difensive: la Triplice
alleanza fra Germania, Austria e Italia, e la Triplice Intesa fra Gran Bretagna, Francia e Russia. Entrambi questi
blocchi contrapposti diedero vita a un'intensa corsa agli armamenti.
Dall'estate 1914 all'autunno 1918 l'Europa fu devastata dalla Prima guerra mondiale, provocata dalla conflittualità
economica e politica fra le grandi potenze europee, dall'instabilità dei Balcani, oggetto di mire espansionistiche da
parte delle potenze europee in seguito all'indebolimento dell'impero ottomano, e del crescente peso assunto dal
nazionalismo e dall'imperialismo. Le tensioni più acute si verificarono nei Balcani.
Nei Balcani esistevano cinque stati indipendenti (Grecia, Serbia, Romania, Bulgaria e Montenegro) e l'Impero
ottomano, oltre alla Bosnia-Erzegovina, amministrata dall'Austria. Nell'Impero ottomano, il movimento
nazionalista dei Giovani turchi nel luglio 1908 impose al sultano di avviare la modernizzazione politica con la
creazione di un'assemblea elettiva.
L'annessione austriaca della Bosnia-Erzegovina, provocò le guerre balcaniche (1912-1913): l'impero turco perse
quasi tutti i propri possedimenti nei Balcani; la Serbia, vittoriosa in entrambe le guerre, emerse come maggiore
potenza regionale; l'Austria impose però la creazione dello stato autonomo dell'Albania tra la Serbia e il mare.
Aumentò così la tensione fra Austria e Serbia per il controllo dei Balcani.
Dopo anni di pace fra i paesi europei, il ripetersi di crisi internazionali diffuse la convinzione che una nuova
guerra fosse probabile. Parte dell'opinione pubblica europea esaltava la guerra. In tutta l'Europa si affermarono
movimenti nazionalisti che alimentarono razzismo e antisemitismo. A questi si contrapponevano i sostenitori della
pace come socialisti.
La rivoluzione russa
La Russia era un paese arretrato dal punto di vista economico e politico. La sua economia era basta
sull'agricoltura, infatti la maggior parte della popolazione erano contadini privi di terra, i kulaki erano gli unici a
possedere piccole aziende, ed era uno stato fondato su una monarchia autocratica, lo zar aveva potere assoluto,
senza limiti costituzionali. Nel 1905, dopo la sconfitta contro il Giappone, erano scoppiati moti rivoluzionari che
portarono lo zar ad alcune concessioni politiche.
La classe dirigente russa pensò che una vittoria in guerra avrebbe risolto i problemi politici, ma non tennero in
conto che la Russia non era pronta per una guerra. Nel 1917 a Sanpietroburgo che portò lo zar Nicola II ad
abdicare.
Si formano due centri di potere:
•governo provvisorio: formato da liberali democratici che promuovono un regime parlamentare e di continuare la
guerra;
•soviet di Pietrogrado: formato dai menscevichi, che volevano una rivoluzione democratica e borghese, e dai
bolscevichi, che sostenevano una rivoluzione socialista ed erano guidati da Lenin.
Proprio Lenin propose la cessazione immediata della guerra e una riforma agraria in tempi brevi.
La protesta di contadini, soldati e operai, contro il governo provvisorio, si intensificò durante la guerra e Lenin
decise di affrettare i tempi. Quindi il 24 ottobre 1917 le guardie rosse bolsceviche occuparono il palazzo d'inverno
di Pietrogrado e il congresso dei soviet nominò un nuovo governo, guidato da Lenin. Trockij fu nominato ministro
degli esteri e Stalin commissario delle nazionalità.
Il governo firmò subito la pace con la Germania(trattato di Brest-Litovsk) rinunciando ad alcuni territori,
nazionalizzò le banche, confiscò delle grandi proprietà terriere e distribuì terre ai contadini. Il governo si trovò ad
affrontare una grave situazione economica. Dopo la rivoluzione si tennero le elezioni per l'assemblea costituente
che furono vinte dal partito socialista rivoluzionario. Lenin, a questo punto, sciolse l'assemblea e diede inizio alla
dittatura del proletariato(partito rivoluzionario).
Tra il 1918 e il 1921 ci fu una guerra civile che fu vinta dalle armate rosse ai danni delle armate bianche
antirivoluzionarie. Durente gli scontri la Russia fu colpita da una carestia e venne instaurato il comunismo di
guerra.
Alla fine della guerra civile le produzioni agricole ed industriali erano diminuite e si crearono tensioni tra il
governo e la popolazione.
Lenin, per risollevare il paese, liberalizzò il commercio interno e favorì lo sviluppo di piccole imprese. Nel 1922
nacque l'Unione delle repubbliche socialistiche sovietiche.