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Evento scatentante: assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero austro-ungarico,
avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo. L’attentatore era un nazionalista serbo (abitante nella Bosnia) che si batteva
per l’indipendenza della Serbia dall’Impero austro-ungarico → Serbia accusata dall’Austria di proteggere i terroristi
(Serbia = stato canaglia)
LE CAUSE
- rivalità strategiche: competizione economica e coloniale + crescita industriale della potenza tedesca →
preoccupazione di Francia e Gran Bretagna
- corsa agli armamenti: gara navale tra Germania e Gran Bretagna + crescita della produzione delle armi “per
essere pronti ad una guerra difensiva”
NB: guerra voluta dagli industriali per lo sviluppo del settore siderurgico
- blocchi di alleanze:
● Triplice intesa per contenere la potenza tedesca:
➢ Francia: revanscismo → riconquistare l’Alsazia e la Lorena, regioni di confine che erano state annesse
al Reich dopo la guerra franco-prussiana (1870)
➢ Gran Bretagna: preoccupazione per concorrenza economica e politica della Germania
➢ Russia: preoccupazione per le mire espansionistiche della Germania + interesse per l’area balcanica
(vs Austria) + “doveri” verso la Francia, che ha fatto investimenti per la modernizzazione dello stato
● Triplice alleanza:
➢ Germania
➢ Austria: interesse per l’area balcanica (vs Russia)
➢ Italia: alleata con Germania perché aspira a conquistare territori in Africa MA irredentismo →
rivendicazione delle terre irredente, cioè non liberate dal dominio straniero (Trentino, Venezia Giulia
e Trieste, soggette all’Impero austro-ungarico)
NB: L’Impero ottomano si allea con l’Impero austro-ungarico → interessi area balcanica: la sua presenza
in essa si era ridotta a Istanbul.
- clima culturale: nazionalismo aggressivo anche tra l’opinione pubblica (→ guerra patriottica difensiva) + guerra
estera come strumento per fronteggiare le tensioni interne
- instabilità regionali: polveriera balcanica (tensioni nazionalistiche) + competizione austro-russa nei Balcani (in
seguito alla crisi dell’Impero ottomano)
- interventisti → è vantaggioso partecipare alla guerra per affermare il prestigio dell’Italia, per completare l’unità
d’Italia e per dare impulso all’economia:
● nazionalisti, guidati da Enrico Corradini (capo della rivista Il Regno, nemico del socialismo e in conflitto con
i giolittiani, antidemocratico): intervenire in guerra per riconquistare i territori irredenti e per espandere il
dominio in Europa (nei Balcani), al fine di creare la “grande Italia”;
● irredentisti ispirati all’ideale repubblicano mazziniano, che aveva promosso le guerre di indipendenza per
liberarsi dal dominio dello straniero → prima guerra mondiale = 4 guerra di indipendenza, per riottenere i
territori irredenti;
● industriali, delle industrie degli armamenti: guerra = impulso per l’economia;
● socialisti rivoluzionari (estrema sinistra): “tanto peggio tanto meglio” = con la guerra si creerebbe una tale
confusione nello stato che permetterebbe l’avvio di una rivoluzione proletaria;
NB: un esponente del partito socialista rivoluzionario era Benito Mussolini, direttore del giornale Avanti!
sul quale aveva espresso più volte la sua idea di intervenire nella guerra → fu espulso, ma fondò Il
popolo d’Italia, un giornale socialista finanziato però dagli industriali (volevano contribuire alla
propaganda per l’intervento in guerra).
● intellettuali, tra cui D’Annunzio e Marinetti: guerra celebrata come possibilità di rinnovamento spirituale e
morale e come affermazione di vitalità e grandezza del popolo e dello stato-nazione.
Il governo è consapevole dell’impreparazione delle forze armate italiane, già messe a dura prova dalla conquista
della Libia → cerca di attuare il progetto giolittiano, ma le trattative con gli Imperi centrali non hanno successo.
È necessario intervenire nella guerra, ma a fianco della Triplice Intesa → 26 aprile 1915: PATTO DI LONDRA
= un accordo segreto, firmato da Salandra e Sonnino, che prevedeva l’entrata in guerra dell’Italia entro 30 giorni in
cambio di concessioni territoriali in caso di vittoria (Trentino, Alto Adige, Trieste, Istria e Dalmazia, isole del
Dodecaneso; la città di Fiume è esclusa).
Il re approva il patto: il 24 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria.
24 ottobre 1917: austriaci e tedeschi sconfiggono gli italiani a Caporetto, stabilendo la nuova linea del fronte sul
Piave. Cadorna attribuisce la responsabilità del disastro allo scarso valore dei reparti (accusati di tradimento,
ammutinamento) e alla propaganda del nemico interno (i disfattisti, accusati di aver fiaccato gli spiriti degli italiani).
NB: Cadorna aveva applicato nei reparti una disciplina militare brutale, con punizioni severissime e fucilazioni;
i soldati, giovanissimi, erano mandati al fronte come pedine, e subivano e compivano inutili carneficine; le
condizioni nelle trincee erano terribili (fango, escrementi, topi, ratti, cadaveri) → rifiuto individuale della guerra
(automutilazioni, renitenze, mancato rientro dalle licenze), traumi da bombardamento.
Cadorna viene sostituito con il generale ARMANDO DIAZ, che attua strategie diverse per superare la crisi: i reparti
vengono organizzati in modo più razionale, gli attacchi inutili e sanguinosi vengono ridotti, si ordina agli ufficiali di
trattare le truppe in modo più attento e umano (migliorando il rancio, garantendo turni di riposo effettivo,
concedendo licenze, riducendo le punizioni arbitrarie) → l’esercito italiano si rafforza.
24 ottobre 1918: dopo aver arrestato l’offensiva austriaca sul Piave (che secondo la leggenda era esondato), gli
italiani passano al contrattacco, sbaragliando gli austriaci a Vittorio Veneto.
IL PRIMO DOPOGUERRA
importanti cambiamenti
sul piano geopolitico: definizione di una nuova carta politica dell’Europa e tensioni nelle periferie coloniali
sul piano economico: evoluzione dei sistemi industriali verso la produzione di massa
sul piano politico-sociale: mobilitazione masse, inasprimento conflitti sociali, crisi istituzioni liberali
IL QUADRO GEOPOLITICO
crisi della centralità europea in favore degli STATI UNITI = potenza emergente, unici e veri vincitori: territorio intatto
+ economia fiorente + crediti presso tutti i governi europei
MA non erano ancora in grado di assumere il ruolo di baricentro economico e politico che prima aveva l’Europa,
nonostante il tentativo di Wilson:
Gennaio 1918: il presidente Wilson propose i Quattordici punti su cui fondare la politica internazionale del
dopoguerra → alcuni:
- diritto dell’autodeterminazione dei popoli (ogni popolo ha il diritto di avere una propria nazione)
- libertà di commercio e abolizione delle barriere doganali
- riduzione degli armamenti
- creazione di un organismo sovranazionale, la Società delle Nazioni (istituita nell’aprile 1919), con il compito
di regolare le controversie internazionali e di mantenere la pace MA
● esclusione di Germania (x punizione, in quanto considerata responsabile del conflitto) e URSS (x economia
differente, retta da un governo comunista)
● mancata partecipazione degli USA: il Senato non ratificò il trattato ritenendo che la Società costituisse
una violazione della sovranità nazionale americana
❖ Gennaio - giugno 1919: CONFERENZA DI PACE DI PARIGI o di Versailles, presentata come conferenza di popoli,
anche se in realtà fu dominata dai 4 grandi vincitori: Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Italia; Germania, Austria
e Russia non furono ammesse alla discussione.
- sfaldamento dell’Impero Asburgico (per il principio di autodeterminazione dei popoli)
➢ separazione di Austria e Ungheria, creazione di Cecoslovacchia, Iugoslavia, Romania, Bulgaria, Polonia
→ stati multietnici
- questione della Germania:
➢ obbligo di risarcire i danni di guerra MA cifra spropositata che avrebbe distrutto l’economia → la pace
non durerà molto
➢ perdite territoriali:
● Alsazia-Lorena, restituita alla Francia
● Saar, importante polo industriale (bacini carboniferi), ceduta temporaneamente alla Francia e poi
posta sotto l’amministrazione della Società delle Nazioni
● Schleswig (nord), ceduto alla Danimarca
● parte della Pomerania (est) e il corridoio di Danzica (la Posnania, per garantire alla Polonia un
accesso al mare e per contenere la potenza della Germania, con la Prussia Orientale separata dal
territorio centrale), cedute alla Polonia
● colonie, spartite fra i vincitori → non sono ancora indipendenti
LE VITTIME DELLA PACE - Nei nuovi stati, soprattutto nell’Europa centro-orientale e nei Balcani, le minoranze
etniche, che erano numerose, furono emarginate o espulse → nacque la figura dell’APOLIDE = uomo sprovvisto
di riconoscimento, protezione e cittadinanza.
IL QUADRO ECONOMICO
Nell’immediato dopoguerra:
- gravi difficoltà economiche a causa delle spese di guerra → inflazione e pesante indebitamento pubblico
- forte disoccupazione, aggravata dalla smobilitazione e dal reinserimento nella vita civile e produttiva di milioni
di uomini che ritornavano dalla guerra.
Conseguenze: divisione sempre più netta fra lavoro manuale (colletti blu) e intellettuale (colletti bianchi).
IL QUADRO SOCIALE
❖ TENSIONI e inasprimento dei conflitti sociali
● scioperi del movimento operaio e contadino per rivendicare aumenti salariali, riduzione dei prezzi dei
generi di prima necessità, freno ai licenziamenti
● ceti medi, privi di sicurezze economiche e riconoscimenti sociali
● donne, che stavano perdendo l’autonomia e la visibilità conquistate con l’entrata nel mondo del lavoro
durante la guerra
NB: brutalizzazione: la violenza conosciuta in guerra veniva trasferita nella lotta politica
GERMANIA
- 9 Novembre 1918: venne proclamata la repubblica
- 11 novembre: il governo provvisorio, guidato dai socialdemocratici (Spd), firma l’armistizio con Francia e Gran
Bretagna → “criminali di novembre”, accusati di tradimento.
Grande forza dei socialdemocratici, ma profonde divergenze con:
● Corpi franchi, gruppi illegali di ex combattenti guidati da ex ufficiali dell’esercito, spinti da forti sentimenti
nazionalistici → lotta, anche con atti terroristici, per garantire l’ordine, contro i traditori e i nemici dello stato:
socialisti, comunisti, minoranze e stranieri.
● estrema sinistra, rivoluzionaria: spartachisti → programma: rivoluzione socialista, da attuarsi attraverso la presa
del potere da parte dei consigli degli operai e dei soldati
NB: poi prendono il nome di Partito comunista (Kpd), ma in seguito ad un’insurrezione tutte le organizzazioni
comuniste furono eliminate.
- Agosto 1919: venne approvata la Costituzione di Weimar (città simbolo della grandezza culturale)
➢ Germania = repubblica parlamentare federale
● parlamento (Reichstag) eletto a suffragio universale (maschile e femminile)
● potere esecutivo gestito dal governo centrale (capo: cancelliere) e dai governi regionali dei 17 Lander
in cui era suddiviso il territorio dello stato
Problemi da fronteggiare:
● sempre maggiore diffusione di violenze e tentativi di colpo di stato: nel 1923 Hitler, capo di un piccolo partito
nazionalsocialista di estrema destra (Nsdap), tentò a Monaco un colpo di stato, ma fallì.
● 1923: occupazione della Ruhr, la maggiore zona industriale tedesca, da parte della Francia, che voleva forzare il
governo tedesco a pagare i debiti di guerra MA ulteriore aggravamento della situazione economica, inflazione e
forte malcontento.
Stabilizzazione provvisoria, grazie all’intervento delle potenze occidentali, consapevoli che la crisi tedesca era molto
pericolosa per la stabilità del continente e che la ripresa dell’economia tedesca era una condizione necessaria per
consentire alla Germania di pagare i suoi debiti:
● 1924: Piano Dawes: i debiti di guerra venivano rateizzati e gli USA assicuravano ampi finanziamenti all’industria
tedesca.
● 1925: Trattato di Locarno, stipulato da Stresemann (primo ministro) con la Francia: i francesi si ritiravano dalla
Ruhr, la Germania non avrebbe violato i confini stabiliti a Versailles (Alsazia-Lorena restava a Francia) → la
Germania fu ammessa alla Società delle Nazioni, rientrando a pieno titolo nella comunità internazionale.
FRANCIA
Pesanti danni di guerra → pressioni alla Germania per la restituzione dei debiti
MA grande sforzo per la ricostruzione economica del paese, tramite l’applicazione del taylorismo statunitense →
sviluppo dell’industria pesante e automobilistica.
GRAN BRETAGNA
Declino economico, ritardo tecnologico e difficoltà nelle esportazioni, anche a causa delle riforme sociali promosse
dai laburisti.
STATI UNITI
Massima potenza economica mondiale, con ingenti crediti presso tutti gli stati europei.
“Ruggenti anni venti”
- sviluppo della produzione di beni di consumo di massa, tramite l’applicazione estesa del taylorismo-fordismo →
crescita dei consumi anche grazie a innovative tecniche di promozione e di commercializzazione dei prodotti,
come la vendita a rate
- modernizzazione degli stili di vita, più liberi e spregiudicati
- maggiore indipendenza delle donne (flappers, giovani donne emancipate, promotrici di nuove mode e con la
passione per il ballo):
● 1920: diritto di voto
● nuovi modi di abbigliarsi e comportarsi → imposizione di un nuovo modello di femminilità, provocatoria o
mascolina, riflesso dell’effervescenza socio-culturale di quegli anni
IL NEW DEAL
Il governo repubblicano di Hoover non riuscì a fronteggiare la crisi e a contrastare gli effetti sociali. Le elezioni del
1932, vinte invece dal democratico Roosevelt che in campagna elettorale aveva presentato il New Deal, un nuovo
programma di politica economica → importante novità: intervento dello stato nella vita economica tramite la spesa
pubblica e la creazione di posti di lavoro per sostenere la domanda e l’introduzione di misure di controllo nell’attività
di imprese e banche.
I provvedimenti del 1933:
- controllo della Banca federale sul sistema bancario → contro la speculazione
- sostegno domanda: interventi a favore degli agricoltori (sussidi e fissazione dei prezzi) e assunzione di lavoratori
disoccupati in opere di conservazione e di manutenzione dell’ambiente e delle risorse naturali (es: programma
di opere idrauliche nel sud)
- stanziamenti per lavori pubblici (costruzione edifici, strade, ferrovie) + controllo delle grandi imprese (misure
per limitare la concorrenza e garantire un salario minimo) → sostegno domanda; contro i monopoli
MA problemi:
● opposizione di industriali e finanzieri (abituati al liberismo) a causa dell’intervento dello stato
● malumore dei ceti più abbienti a causa dell’aumento delle imposte
● la Corte Suprema dichiarò alcune leggi incostituzionali, in quanto lesive della libertà di impresa
1935: Roosevelt propose il secondo New Deal, con misure economiche e provvedimenti finalizzati alla sicurezza
sociale, in modo da ottenere il consenso popolare:
- riconoscimento dei diritti sindacali (compreso quello di sciopero) e proibizione dei sindacati “gialli”, organizzati
e finanziati dagli imprenditori
- introduzione delle indennità di disoccupazione, malattia, vecchiaia.
I risultati del New Deal furono inferiori alle attese, ma grazie alla massiccia opera di propaganda la popolarità di
Roosevelt cresceva (tanto che fu rieletto alla presidenza per altre 3 volte).
I PARTITI
- Partito socialista, diviso al suo interno fra:
● massimalisti (Serrati), radicali, che proponevano il “programma massimo” della rivoluzione socialista;
escludevano ogni possibilità di collaborazione con i governi borghesi e teorizzavano la dittatura del
proletariato, sull’esempio della rivoluzione bolscevica.
● riformisti (Turati), la minoranza che sosteneva la necessità di una battaglia politica e non militare per
ottenere riforme sociali e una piena democrazia politica
Benito Mussolini aveva aderito al socialismo (fu nominato direttore del quotidiano del partito, l’Avanti), ma
avendo assunto posizioni sempre più estremistiche fu espulso dal partito. Si avvicinò così al nazionalismo e
fondò il Popolo d’Italia, un quotidiano accesamente interventista finanziato dalla borghesia imprenditoriale.
In seguito alla disfatta di Caporetto sviluppò un forte sentimento di odio nei confronti dei socialisti, accusati
di essere i colpevoli della sconfitta. Intanto, mutò le sue idee riguardo la rivoluzione.
Nel dopoguerra fondò i Fasci di combattimento (1919), poi il Partito nazionale fascista (1921), conquistando il
potere con la marcia su Roma del 22 ottobre 1922.
23 marzo 1919: programma di San Sepolcro (a Milano), con misure miste, sia socialiste che nazionaliste:
● giornata lavorativa di 8 ore
● lotta contro i pescecani industriali, arricchiti durante la guerra
● equa distribuzione delle tasse
● gestione corporativa della produzione: non lotta tra operai e imprenditori, ma dialogo per giungere a un
compromesso → cooperazione tra le varie forze produttive
● esaltazione della violenza e della guerra (infatti, fasci di combattimento) come strumento per “porre
ordine al disordine” → vengono accolti i reduci di guerra e tutti coloro che avevano un odio represso da
sfogare (soprattutto verso i nemici interni, cioè i socialisti)
➢ 15 aprile 1919: assalto alla sede di Milano dell’Avanti (giornale socialista).
Novembre 1919: elezioni, le prime dopo la guerra, in cui vince il Partito Socialista. Il Partito liberale perse la
maggioranza MA non accettò un’alleanza né con i socialisti, di maggioranza massimalista, né con il partito popolare
(astio per avergli sottratto molti elettori).
13 luglio 1920: incendio dell’Hotel Balkan di Trieste, dove si tenevano le riunioni delle associazioni slavofile, per
opera delle milizie fasciste + 21 novembre 1920: assalto al municipio di Bologna, Palazzo d’Accursio, durante
l’insediamento della giunta socialista
➢ avviene la metamorfosi: da movimento apartitico a orientamento anti-socialista e nazionalista, avverso alle
minoranze etniche.
1921: nascita del Partito Nazionale Fascista, che propose un programma molto diverso da quello di San sepolcro →
istanze conservatrici: difensore degli interessi della borghesia e della proprietà privata.
NB: adesione di ufficiali, ex militanti, grandi industriali, gran parte del ceto medio → gli attacchi delle squadriglie non
vennero ostacolati, in quanto considerati un tentativo di ritorno all’ordine dopo i conflitti sociali del biennio rosso.
Giolitti, rendendosi conto della decaduta del partito liberale, rimasto in minoranza, si alleò con il Partito Fascista
presentandosi alle elezioni del 1921 in liste di blocco nazionale per:
➢ rafforzare il partito liberale MA, dopo le dimissioni di Giolitti, quasi scomparse
➢ istituzionalizzare il partito fascista, che in questo modo avrebbe posto fine alla violenza.
Elezioni politiche del 15 maggio 1921: con l’entrata in parlamento il partito fascista riprese forza.
Mussolini si propose come “uomo d’ordine”: giurò fedeltà alla monarchia e alla chiesa e propose un patto di
pacificazione con i socialisti MA i capi locali, i ras (dall’appellativo dei signori feudali in Eritrea e Etiopia → come loro
esercitavano sui loro territori un potere assoluto e quasi feudale) non avevano intenzione di rinunciare al proprio
potere e alle azioni di violenza.
27-28 ottobre 1922: in varie città d'Italia le milizie di combattimento occuparono gli edifici pubblici; circa 20 mila
uomini armati marciarono verso Roma, con l’intento di fare un colpo di stato.
NB: Mussolini, scettico, non partecipò in prima persona: era pronto a fuggire in Svizzera.
Il governo dichiarò lo stato d’assedio, una misura eccezionale che affidava ampi poteri alle autorità militari di stato in
casi di grave turbamento dell’ordine pubblico.
Vittorio Emanuele III affidò a Mussolini l’incarico di formare il nuovo governo (formò un governo di coalizione) →
grazie alla minaccia delle armi fu legittimato dal sovrano.
Nel giorno dell’insediamento Mussolini pronuncia il discorso del bivacco e nonostante i toni fortemente aggressivi e
minacciosi ottiene la fiducia del parlamento.
- 1923: riforma Gentile, per ottenere l’appoggio di papa Pio XI e il consenso presso il mondo cattolico; la riforma
scolastica prevedeva agevolazioni per le scuole private, cattoliche, e l’insegnamento obbligatorio della religione
in tutte le scuole elementari.
- 1923: Legge Acerbo per la riforma elettorale: alle elezioni il partito con la maggioranza relativa (25% dei voti)
aveva diritto ai 2/3 dei seggi. Solo il Pnf avrebbe potuto raggiungere tale percentuale e dunque la maggioranza
in parlamento.
● potere assoluto di un unico partito di massa e del suo capo → no divisione dei poteri
● controllo della vita quotidiana (es: tramite associazioni sportive) e familiare → formazione ideologica
NB: poteva essere deposto solo dal re, non più dal Senato: Mussolini mantenne con il sovrano un
rapporto di fiducia → totalitarismo limitato, perché doveva rendere conto del suo operato al re.
RAPPORTI STATO-CHIESA
11 febbraio 1929: Papa Pio XI firmò i PATTI LATERANENSI, con cui avvenne una conciliazione tra Stato e Chiesa:
● l’Italia e il Vaticano si riconobbero reciprocamente come stati indipendenti
● l’Italia si prese l'incarico di pagare un indennizzo alla chiesa → stipendio ai sacerdoti (sostentati fino a quel
momento dalla beneficenza della parrocchia) + esenzione pagamento tasse sui beni immobili della Chiesa
● la religione cattolica divenne religione di Stato
L’ASCESA DI HITLER
● 1932: elezioni politiche, in cui il NSDAP ottiene il 38% dei voti → essendo il primo partito, ottenne l’incarico di
formare un nuovo governo, che ricevette il consenso di: giovani, contadini, ceto medio (impiegati e commercianti che
con la crisi si vedevano nuovamente minacciati dall’inflazione e dalla disoccupazione), ma anche élite economico-finanziarie
e militari.
● Gennaio 1933: Hitler venne nominato cancelliere → (= Mussolini) applicò la tattica di mescolare violenza e legalità:
mentre le Sa mettevano il paese a ferro e fuoco e eliminavano gli avversari, lui si proponeva con successo agli
elettori e alle classi dirigenti come l’uomo che avrebbe salvato la Germania dalla disgregazione.
● Febbraio 1933: incendio del Reichstag (Parlamento di Berlino) per opera di un esaltato MA Hitler accusò i comunisti
➢ arresto di militanti comunisti e socialisti
➢ emanazione di decreti “per la protezione del popolo tedesco”, le LEGGI ECCEZIONALI (≃ leggi fascistissime): le
libertà civili garantite dalla Costituzione furono sospese a tempo indeterminato; i sindacati furono sciolti; il
partito comunista fu dichiarato illegale e i suoi parlamentari furono privati del mandato.
Alle nuove elezioni, Hitler ottenne il 44% dei voti, che sommato all’8% dei suoi fiancheggiatori nazionalisti gli
assicurava la maggioranza assoluta in parlamento.
● 30 Giugno 1934: “NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI” – Hitler ordinò l’eliminazione del capo delle Sa e dei principali
dirigenti dell’organizzazione, legati più al partito che alla sua persona → pericolo.
Hitler apparì come colui che manteneva le sue promesse, ponendo fine alle violenze delle Sa e riportando la pace nel
paese anche a costo di colpire i suoi seguaci più fedeli. Al loro posto istituì le Ss (squadre di protezione), milizie a cui
sarà affidata la gestione dei campi di concentramento, e la Gestapo, la polizia segreta di stato.
● Agosto 1934: alla morte di Hindenburg, Hitler assunse anche la carica di capo dello stato, concentrando su di sé tutti
i poteri (→ no totalitarismo limitato), e si fece nominare FUHRER (condottiero). L’esercito tedesco adottò un nuovo
giuramento, che imponeva la fedeltà non più allo stato ma direttamente a lui.
➢ nella sua persona erano unite le cariche di capo dello stato, del governo, del partito e delle forze armate →
venne fondato il TERZO REICH
1° Reich: 962 → Sacro romano impero germanico di Ottone I
2° Reich: 1871 → unificazione della Germania con il re Guglielmo I
3° Reich: regno millenario → superiorità della razza ariana tedesca
Il simbolo del Reich è la svastica, inclinata di 45° e con gli uncini piegati a destra → carattere
oppressivo, testimonianza forza, aggressività, culto della razza e del predominio sui deboli.
Simbolo opposto a croce cristiana → fratellanza, accoglienza, perdono
ECONOMIA
● politica dirigista = lo stato controllava il mercato, regolava prezzi e salari, assegnava materie prime,
manodopera e mezzi di produzione
● politica protezionistica e autarchica, incentrata non sull’agricoltura ma sull’industria: piano economico
quadriennale (1936-39) per l’incremento della produzione bellica, al fine di essere pronti ad una guerra →
creazione di nuove industrie e di posti di lavoro
NB: l’obiettivo della piena occupazione per uscire dalla crisi e ottenere il consenso fu raggiunto.
RELIGIONE
- cattolicesimo
1933: concordato con cui la Germania si impegnava a tutelare i fedeli della Chiesa cattolica e le scuole
paritarie MA il regime violò il concordato, tentando di colpire, con provvedimenti repressivi o amministrativi,
la libertà di culto, le organizzazioni giovanili e le scuole religiose
1937: “Con cocente preoccupazione” – lettera in cui Papa Pio XI critica l’ideologia e la politica ecclesiastica
del regime
- protestantesimo → obiettivo di creare la Grande Chiesa Germanica, in cui erano riuniti tutte le confessioni
protestanti sotto il controllo di Hitler (capo della chiesa, come nell’anglicanesimo). Molti preti protestanti
aderirono a tale proposta, mentre alcuni rifiutarono l’ideologia nazista e supportarono la resistenza della Chiesa
confessante.