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LA PRIMA GUERRA MONDIALE

detta anche “Grande guerra” per la lunghezza e la distruttività


(estate 1914 - autunno 1918)

Evento scatentante: assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero austro-ungarico,
avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo. L’attentatore era un nazionalista serbo (abitante nella Bosnia) che si batteva
per l’indipendenza della Serbia dall’Impero austro-ungarico → Serbia accusata dall’Austria di proteggere i terroristi
(Serbia = stato canaglia)

LE CAUSE
- rivalità strategiche: competizione economica e coloniale + crescita industriale della potenza tedesca →
preoccupazione di Francia e Gran Bretagna
- corsa agli armamenti: gara navale tra Germania e Gran Bretagna + crescita della produzione delle armi “per
essere pronti ad una guerra difensiva”
NB: guerra voluta dagli industriali per lo sviluppo del settore siderurgico
- blocchi di alleanze:
● Triplice intesa per contenere la potenza tedesca:

➢ Francia: revanscismo → riconquistare l’Alsazia e la Lorena, regioni di confine che erano state annesse
al Reich dopo la guerra franco-prussiana (1870)
➢ Gran Bretagna: preoccupazione per concorrenza economica e politica della Germania
➢ Russia: preoccupazione per le mire espansionistiche della Germania + interesse per l’area balcanica
(vs Austria) + “doveri” verso la Francia, che ha fatto investimenti per la modernizzazione dello stato
● Triplice alleanza:

➢ Germania
➢ Austria: interesse per l’area balcanica (vs Russia)
➢ Italia: alleata con Germania perché aspira a conquistare territori in Africa MA irredentismo →
rivendicazione delle terre irredente, cioè non liberate dal dominio straniero (Trentino, Venezia Giulia
e Trieste, soggette all’Impero austro-ungarico)
NB: L’Impero ottomano si allea con l’Impero austro-ungarico → interessi area balcanica: la sua presenza
in essa si era ridotta a Istanbul.
- clima culturale: nazionalismo aggressivo anche tra l’opinione pubblica (→ guerra patriottica difensiva) + guerra
estera come strumento per fronteggiare le tensioni interne
- instabilità regionali: polveriera balcanica (tensioni nazionalistiche) + competizione austro-russa nei Balcani (in
seguito alla crisi dell’Impero ottomano)

L’INIZIO DELLA GUERRA A CAUSA DELLA TRAPPOLA DELLE ALLEANZE


23 luglio: l’Austria invia alla Serbia un ultimatum durissimo, in quanto pretende la partecipazione di funzionari
austriaci alle indagini sull’attentato in territorio serbo → il governo serbo rifiuta → l’Austria dichiara guerra alla
Serbia.
La Russia dello zar Nicola II, tradizionale paladina dei popoli slavi (panslavismo = solidarietà fra i popoli slavi), firma
l’ordine di mobilitazione generale MA mobilitazione generale = guerra → la Germania ordina a sua volta la
mobilitazione generale “per difendersi preventivamente da un’invasione russa” e intima al governo russo di
sospendere la propria, ma la Russia non accetta → la Germania dichiara guerra alla Russia.
“Piano Schlieffen”: sfondamento a occidente, attraverso il Belgio, per costringere la Francia alla resa e
affrontare da una posizione di forza lo scontro a oriente.
NB: il Belgio era neutrale e tutte le grandi potenze si erano dichiarate garanti della sua neutralità → i tedeschi
propongono ai belgi di lasciar passare le loro truppe in cambio di un indennizzo, ma i belgi rifiutano.
La Francia, alleata della Russia, ordina la mobilitazione; la Germania dichiara guerra alla Francia e invade il Belgio,
violando il diritto internazionale. La Gran Bretagna non può abbandonare la Francia, accettando così la prospettiva
di una Germania dominatrice → dichiara guerra alla Germania.
Tutti i piani strategici, disegnati lungamente e accuratamente a tavolino, falliscono: la Germania si ritrova impegnata
contemporaneamente sul fronte occidentale e su quello orientale, perché i russi sono passati all’offensiva in tempi
molto più rapidi del previsto.
NB: fine della guerra di movimento, perché nessuno ha la superiorità numerica necessaria per prevalere sul
nemico → guerra di trincea.

IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI


= dal greco ghénos “stirpe, razza” e dal verbo latino caedere “uccidere”: insieme di atti commessi con l’intenzione di
distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale e religioso come tale (non per quello che fa ma per
quello che è).
Armeni: forte minoranza etnica e religiosa che subì persecuzioni già negli anni precedenti il conflitto; con la guerra
furono accusati di infedeltà per aver avuto rapporti con la Russia → deportazione di intere comunità verso la Siria e la
Mesopotamia: marcia nel deserto, in condizioni intollerabili e tra violenze di ogni tipo.

L’ITALIA ENTRA IN GUERRA


Inizialmente: politica del “sacro egoismo” (= esclusivo interesse nazionale) → neutralità
MA dibattito tra:
- neutralisti → non bisogna intervenire nella guerra:
● Giolitti (e liberali giolittiani): intervenire non è solo inutile ma anche dannoso, in quanto l’Italia è
impreparata; si sarebbero potuti ottenere buoni risultati in termini territoriali ed economici contrattando
abilmente con le altre potenze;
● socialisti riformisti (Turati): linea antimilitarista e pacifista → non fare la guerra contro i proletari delle altre
nazioni, perché avrebbero tratto beneficio i capitalisti;
● cattolici: contrarietà di principio alla guerra (ideale di fratellanza), soprattutto se combattuta contro altre
nazioni cristiane (Austria);
● popolo delle campagne: guerra = mancanza di forza lavoro nei campi.

- interventisti → è vantaggioso partecipare alla guerra per affermare il prestigio dell’Italia, per completare l’unità
d’Italia e per dare impulso all’economia:
● nazionalisti, guidati da Enrico Corradini (capo della rivista Il Regno, nemico del socialismo e in conflitto con
i giolittiani, antidemocratico): intervenire in guerra per riconquistare i territori irredenti e per espandere il
dominio in Europa (nei Balcani), al fine di creare la “grande Italia”;
● irredentisti ispirati all’ideale repubblicano mazziniano, che aveva promosso le guerre di indipendenza per
liberarsi dal dominio dello straniero → prima guerra mondiale = 4 guerra di indipendenza, per riottenere i
territori irredenti;
● industriali, delle industrie degli armamenti: guerra = impulso per l’economia;

● socialisti rivoluzionari (estrema sinistra): “tanto peggio tanto meglio” = con la guerra si creerebbe una tale
confusione nello stato che permetterebbe l’avvio di una rivoluzione proletaria;
NB: un esponente del partito socialista rivoluzionario era Benito Mussolini, direttore del giornale Avanti!
sul quale aveva espresso più volte la sua idea di intervenire nella guerra → fu espulso, ma fondò Il
popolo d’Italia, un giornale socialista finanziato però dagli industriali (volevano contribuire alla
propaganda per l’intervento in guerra).
● intellettuali, tra cui D’Annunzio e Marinetti: guerra celebrata come possibilità di rinnovamento spirituale e
morale e come affermazione di vitalità e grandezza del popolo e dello stato-nazione.

Il governo è consapevole dell’impreparazione delle forze armate italiane, già messe a dura prova dalla conquista
della Libia → cerca di attuare il progetto giolittiano, ma le trattative con gli Imperi centrali non hanno successo.
È necessario intervenire nella guerra, ma a fianco della Triplice Intesa → 26 aprile 1915: PATTO DI LONDRA
= un accordo segreto, firmato da Salandra e Sonnino, che prevedeva l’entrata in guerra dell’Italia entro 30 giorni in
cambio di concessioni territoriali in caso di vittoria (Trentino, Alto Adige, Trieste, Istria e Dalmazia, isole del
Dodecaneso; la città di Fiume è esclusa).
Il re approva il patto: il 24 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria.

 Si apre un nuovo fronte, quello meridionale, suddiviso in 3 zone:


● nord: Trentino (Adamello, Rovereto, Trento) → strategia difensiva: le operazioni di attacco erano difficili su
quei territori montuosi, anche per gli alpini;
● nord-est: Cadore e Carnia → strategia difensiva;
● est: valle dell’Isonzo e altopiano del Carso → strategia offensiva: grande spallata = i soldati devono “sfondare”
per aprirsi la strada verso Trieste → 1916: presa di Gorizia (con enorme tributo di vite umane)
MA poi contrattacco austriaco: Strafexpedition = spedizione punitiva contro l’ex alleato italiano, colpevole
secondo Vienna di tradimento.

24 ottobre 1917: austriaci e tedeschi sconfiggono gli italiani a Caporetto, stabilendo la nuova linea del fronte sul
Piave. Cadorna attribuisce la responsabilità del disastro allo scarso valore dei reparti (accusati di tradimento,
ammutinamento) e alla propaganda del nemico interno (i disfattisti, accusati di aver fiaccato gli spiriti degli italiani).

NB: Cadorna aveva applicato nei reparti una disciplina militare brutale, con punizioni severissime e fucilazioni;
i soldati, giovanissimi, erano mandati al fronte come pedine, e subivano e compivano inutili carneficine; le
condizioni nelle trincee erano terribili (fango, escrementi, topi, ratti, cadaveri) → rifiuto individuale della guerra
(automutilazioni, renitenze, mancato rientro dalle licenze), traumi da bombardamento.

Cadorna viene sostituito con il generale ARMANDO DIAZ, che attua strategie diverse per superare la crisi: i reparti
vengono organizzati in modo più razionale, gli attacchi inutili e sanguinosi vengono ridotti, si ordina agli ufficiali di
trattare le truppe in modo più attento e umano (migliorando il rancio, garantendo turni di riposo effettivo,
concedendo licenze, riducendo le punizioni arbitrarie) → l’esercito italiano si rafforza.

24 ottobre 1918: dopo aver arrestato l’offensiva austriaca sul Piave (che secondo la leggenda era esondato), gli
italiani passano al contrattacco, sbaragliando gli austriaci a Vittorio Veneto.

1916-1917: GUERRA DI LOGORAMENTO


La tecnologia gioca un ruolo determinante: artiglieria pesante, mitragliatrici, gas asfissianti (iprite: cloro), carri
armati, aerei, sottomarini.
Guerra sempre più faticosa e lunga → le strategie pianificate sono inutili, perché producono solo nuove carneficine:
- febbraio 1916: battaglia di Verdun: i tedeschi lanciano sul fronte occidentale una grande offensiva MA
ottengono solo tanti altri morti.
- maggio 1916: battaglia navale dello Jutland, presso le coste danesi (Germania VS Gran Bretagna) → senza esito,
solo morti.
→ manifestazioni di dissenso contro la guerra, da parte di soldati (automutilazioni) e civili (scioperi e sommosse per
la miseria, la fame e le privazioni provocate dal conflitto). Anche papa Benedetto XV manifestò il suo dissenso con la
lettera “contro l’inutile strage” = desiderio di pace, perché la guerra non porterà né vinti né vincitori ma distruggerà
l’intera umanità. Tuttavia i tentativi di pace non hanno successo.

1917: GLI STATI UNITI ENTRANO IN GUERRA


Germania VS Gran Bretagna: guerra sottomarina, totale e illimitata = la Germania viola le leggi internazionali,
attaccando indistintamente le navi di qualunque nazionalità, militari e non (merci/civili), in rotta da e per la Gran
Bretagna.
Affondamento della Lusitania: muoiono molti civili statunitensi → aprile 1917: gli Stati Uniti, che fino a quel
momento si erano limitati a sostenere l’Intesa dal punto di vista economico, intervengono direttamente nella
guerra a fianco dell’Intesa.

1918: LA FINE DELLA GUERRA


marzo 1918: pace di Brest-Litovsk tra Russia e Germania, che può concentrare tutte le forze sul fronte occidentale
MA con l’ingresso in guerra degli USA giungono nuovi finanziamenti e nuove energie → aiuto militare + entusiasmo.
Crollo degli imperi centrali: rimasta senza alleati, stremata economicamente e militarmente, la Germania si arrende
e chiede la pace → VITTORIA DELL’INTESA
MA per l’Italia: vittoria mutilata = la città di Fiume non viene annessa all’Italia, in quanto questo non era previsto dal
Patto di Londra; tuttavia, in base al principio di nazionalità proclamato da Wilson (vedi dopo) Fiume sarebbe dovuta
passare all’Italia.
 12 settembre 1919: D’Annunzio, alla guida di un esercito formato da ex militari e arditi (volontari dei reparti
speciali d’assalto), occupò Fiume, proclamando la sua annessione all’Italia.
Il governo Nitti non si seppe opporre a questo atto di forza che minava il prestigio internazionale del paese. La
situazione fu risolta a dicembre 1920 dal governo Giolitti, che riuscì a liberare la città dopo il trattato italo-
jugoslavo di Rapallo; Fiume, dichiarata città libera, fu posta sotto la tutela della Società delle Nazioni.
27 gennaio 1924: dopo un plebiscito, Fiume venne annessa all’Italia grazie al patto italo-jugoslavo di Roma; dopo la 2
guerra mondiale, Fiume passa alla Croazia.

IL PRIMO DOPOGUERRA
importanti cambiamenti
sul piano geopolitico: definizione di una nuova carta politica dell’Europa e tensioni nelle periferie coloniali
sul piano economico: evoluzione dei sistemi industriali verso la produzione di massa
sul piano politico-sociale: mobilitazione masse, inasprimento conflitti sociali, crisi istituzioni liberali
IL QUADRO GEOPOLITICO
crisi della centralità europea in favore degli STATI UNITI = potenza emergente, unici e veri vincitori: territorio intatto
+ economia fiorente + crediti presso tutti i governi europei
MA non erano ancora in grado di assumere il ruolo di baricentro economico e politico che prima aveva l’Europa,
nonostante il tentativo di Wilson:
Gennaio 1918: il presidente Wilson propose i Quattordici punti su cui fondare la politica internazionale del
dopoguerra → alcuni:
- diritto dell’autodeterminazione dei popoli (ogni popolo ha il diritto di avere una propria nazione)
- libertà di commercio e abolizione delle barriere doganali
- riduzione degli armamenti
- creazione di un organismo sovranazionale, la Società delle Nazioni (istituita nell’aprile 1919), con il compito
di regolare le controversie internazionali e di mantenere la pace MA
● esclusione di Germania (x punizione, in quanto considerata responsabile del conflitto) e URSS (x economia
differente, retta da un governo comunista)
● mancata partecipazione degli USA: il Senato non ratificò il trattato ritenendo che la Società costituisse
una violazione della sovranità nazionale americana

IDEALI E REALTÀ: Il principio di autodeterminazione fu difficile da applicare sia in Europa, a causa


degli stati multietnici, sia nelle colonie, dove le potenze europee volevano conservare il loro
dominio. Inoltre, l’idea di una pace equilibrata e democratica in Europa si scontrò con l’interesse
dei francesi e degli inglesi a ridimensionare la potenza tedesca.

❖ Gennaio - giugno 1919: CONFERENZA DI PACE DI PARIGI o di Versailles, presentata come conferenza di popoli,
anche se in realtà fu dominata dai 4 grandi vincitori: Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Italia; Germania, Austria
e Russia non furono ammesse alla discussione.
- sfaldamento dell’Impero Asburgico (per il principio di autodeterminazione dei popoli)
➢ separazione di Austria e Ungheria, creazione di Cecoslovacchia, Iugoslavia, Romania, Bulgaria, Polonia
→ stati multietnici
- questione della Germania:
➢ obbligo di risarcire i danni di guerra MA cifra spropositata che avrebbe distrutto l’economia → la pace
non durerà molto
➢ perdite territoriali:
● Alsazia-Lorena, restituita alla Francia
● Saar, importante polo industriale (bacini carboniferi), ceduta temporaneamente alla Francia e poi
posta sotto l’amministrazione della Società delle Nazioni
● Schleswig (nord), ceduto alla Danimarca
● parte della Pomerania (est) e il corridoio di Danzica (la Posnania, per garantire alla Polonia un
accesso al mare e per contenere la potenza della Germania, con la Prussia Orientale separata dal
territorio centrale), cedute alla Polonia
● colonie, spartite fra i vincitori → non sono ancora indipendenti

- ridimensionamento della Russia


➢ creazione di Finlandia e repubbliche baltiche (Estonia, Lituania e Lettonia).

LE VITTIME DELLA PACE - Nei nuovi stati, soprattutto nell’Europa centro-orientale e nei Balcani, le minoranze
etniche, che erano numerose, furono emarginate o espulse → nacque la figura dell’APOLIDE = uomo sprovvisto
di riconoscimento, protezione e cittadinanza.

IL QUADRO ECONOMICO
Nell’immediato dopoguerra:
- gravi difficoltà economiche a causa delle spese di guerra → inflazione e pesante indebitamento pubblico
- forte disoccupazione, aggravata dalla smobilitazione e dal reinserimento nella vita civile e produttiva di milioni
di uomini che ritornavano dalla guerra.

❖ Necessità di effettuare la RICONVERSIONE PRODUTTIVA dell’apparato industriale, dalla produzione bellica a


quella civile → intervento dello stato nell’economia e modernizzazione dei sistemi industriali:
● Taylor → indagine scientifica del lavoro: occorreva scomporre le operazioni complesse di ciascuna
lavorazione nei singoli movimenti necessari a realizzarle, misurare i tempi necessari ad ogni movimento,
fissare i rapporti ottimali tra movimento/macchina, al fine di trovare dei parametri fissi in base ai quali
organizzare il lavoro
● Ford → al fine di aumentare la produttività del lavoro non bisognava costringere gli operai a lavorare di
più, ma era necessario utilizzare la catena di montaggio, secondo il principio della divisione del lavoro: i
pezzi da lavorare erano portati di fronte all’operaio, che eseguiva il suo compito ripetendo sempre la
stessa operazione, secondo il ritmo dettato dal nastro trasportatore
MA resistenze contro questi nuovi metodi, in quanto privavano il lavoro della creatività.

Conseguenze: divisione sempre più netta fra lavoro manuale (colletti blu) e intellettuale (colletti bianchi).

IL QUADRO SOCIALE
❖ TENSIONI e inasprimento dei conflitti sociali
● scioperi del movimento operaio e contadino per rivendicare aumenti salariali, riduzione dei prezzi dei
generi di prima necessità, freno ai licenziamenti
● ceti medi, privi di sicurezze economiche e riconoscimenti sociali
● donne, che stavano perdendo l’autonomia e la visibilità conquistate con l’entrata nel mondo del lavoro
durante la guerra
NB: brutalizzazione: la violenza conosciuta in guerra veniva trasferita nella lotta politica

❖ generale sfiducia e avversione nei confronti delle istituzioni parlamentari


VINCITORI E VINTI
AUSTRIA E UNGHERIA
- Novembre 1918: in entrambi i paesi venne proclamata la repubblica
NB: In Austria grande forza del Partito socialdemocratico, di orientamento riformista, mentre in Ungheria prevalenza
della sinistra rivoluzionaria MA in entrambi i paesi instabilità politica e sociale.

GERMANIA
- 9 Novembre 1918: venne proclamata la repubblica
- 11 novembre: il governo provvisorio, guidato dai socialdemocratici (Spd), firma l’armistizio con Francia e Gran
Bretagna → “criminali di novembre”, accusati di tradimento.
Grande forza dei socialdemocratici, ma profonde divergenze con:
● Corpi franchi, gruppi illegali di ex combattenti guidati da ex ufficiali dell’esercito, spinti da forti sentimenti
nazionalistici → lotta, anche con atti terroristici, per garantire l’ordine, contro i traditori e i nemici dello stato:
socialisti, comunisti, minoranze e stranieri.
● estrema sinistra, rivoluzionaria: spartachisti → programma: rivoluzione socialista, da attuarsi attraverso la presa
del potere da parte dei consigli degli operai e dei soldati
NB: poi prendono il nome di Partito comunista (Kpd), ma in seguito ad un’insurrezione tutte le organizzazioni
comuniste furono eliminate.

- Agosto 1919: venne approvata la Costituzione di Weimar (città simbolo della grandezza culturale)
➢ Germania = repubblica parlamentare federale
● parlamento (Reichstag) eletto a suffragio universale (maschile e femminile)
● potere esecutivo gestito dal governo centrale (capo: cancelliere) e dai governi regionali dei 17 Lander
in cui era suddiviso il territorio dello stato
Problemi da fronteggiare:
● sempre maggiore diffusione di violenze e tentativi di colpo di stato: nel 1923 Hitler, capo di un piccolo partito
nazionalsocialista di estrema destra (Nsdap), tentò a Monaco un colpo di stato, ma fallì.
● 1923: occupazione della Ruhr, la maggiore zona industriale tedesca, da parte della Francia, che voleva forzare il
governo tedesco a pagare i debiti di guerra MA ulteriore aggravamento della situazione economica, inflazione e
forte malcontento.

Stabilizzazione provvisoria, grazie all’intervento delle potenze occidentali, consapevoli che la crisi tedesca era molto
pericolosa per la stabilità del continente e che la ripresa dell’economia tedesca era una condizione necessaria per
consentire alla Germania di pagare i suoi debiti:
● 1924: Piano Dawes: i debiti di guerra venivano rateizzati e gli USA assicuravano ampi finanziamenti all’industria
tedesca.
● 1925: Trattato di Locarno, stipulato da Stresemann (primo ministro) con la Francia: i francesi si ritiravano dalla
Ruhr, la Germania non avrebbe violato i confini stabiliti a Versailles (Alsazia-Lorena restava a Francia) → la
Germania fu ammessa alla Società delle Nazioni, rientrando a pieno titolo nella comunità internazionale.

FRANCIA
Pesanti danni di guerra → pressioni alla Germania per la restituzione dei debiti
MA grande sforzo per la ricostruzione economica del paese, tramite l’applicazione del taylorismo statunitense →
sviluppo dell’industria pesante e automobilistica.

GRAN BRETAGNA
Declino economico, ritardo tecnologico e difficoltà nelle esportazioni, anche a causa delle riforme sociali promosse
dai laburisti.
STATI UNITI
Massima potenza economica mondiale, con ingenti crediti presso tutti gli stati europei.
“Ruggenti anni venti”
- sviluppo della produzione di beni di consumo di massa, tramite l’applicazione estesa del taylorismo-fordismo →
crescita dei consumi anche grazie a innovative tecniche di promozione e di commercializzazione dei prodotti,
come la vendita a rate
- modernizzazione degli stili di vita, più liberi e spregiudicati
- maggiore indipendenza delle donne (flappers, giovani donne emancipate, promotrici di nuove mode e con la
passione per il ballo):
● 1920: diritto di voto
● nuovi modi di abbigliarsi e comportarsi → imposizione di un nuovo modello di femminilità, provocatoria o
mascolina, riflesso dell’effervescenza socio-culturale di quegli anni

MA clima politico e ideologico conservatore → chiusura isolazionista e moralismo:


- paura del comunismo, che avrebbe potuto distruggere l’economia capitalista.
- politica contro l’immigrazione per difendere la “purezza della razza americana” (uomini bianchi protestanti) →
promulgazione di una legge che riduceva drasticamente l’ammissione di immigrati provenienti dall’Europa latina
e orientale e dal Giappone
- nascita di movimenti filofascisti o razzisti (Ku klux klan) → violenze e massacri ingiusti contro gli stranieri o gli
oppositori
- proibizionismo = divieto di produrre e consumare alcolici MA corruzione, illegalità diffusa e delinquenza.

LA CRISI DEL 1929


- calo della domanda e crisi di sovrapproduzione → riduzione dei prezzi e dei profitti, fallimenti di imprese,
disoccupazione.
- problemi dell’agricoltura: dopo la guerra l’agricoltura europea si riprese, provocando minori guadagni per i
coltivatori statunitensi che avevano fatto grossi investimenti → impossibilità di restituire i prestiti, fallimento di
parecchie piccole banche.
- ondata speculativa: grandi industriali e piccoli risparmiatori iniziarono a giocare in Borsa il proprio denaro,
piuttosto che risparmiarlo o destinarlo ai consumi → l’indice della Borsa di Wall Street raddoppiò il suo valore
MA si creò una bolla speculativa, perché all’abnorme crescita del valore dei titoli azionari non corrispondeva un
aumento della ricchezza prodotta e consumata.
➢ giovedì 24 ottobre 1929: l’indice di Wall Street iniziò a scendere → gli speculatori iniziarono a vendere le loro
azioni per timore di subire perdite, ma più si vendeva più il valore delle azioni diminuiva; i risparmiatori, presi
dal panico, si precipitarono a ritirare i loro depositi.
➢ recessione economica: “grande depressione”:
● fallimenti delle banche; le poche rimaste aperte ridussero drasticamente i finanziamenti per le
attività economiche, perché mancava il denaro.
● riduzione produzione industriale → chiusura delle imprese, licenziamenti e disoccupazione.

IL NEW DEAL
Il governo repubblicano di Hoover non riuscì a fronteggiare la crisi e a contrastare gli effetti sociali. Le elezioni del
1932, vinte invece dal democratico Roosevelt che in campagna elettorale aveva presentato il New Deal, un nuovo
programma di politica economica → importante novità: intervento dello stato nella vita economica tramite la spesa
pubblica e la creazione di posti di lavoro per sostenere la domanda e l’introduzione di misure di controllo nell’attività
di imprese e banche.
I provvedimenti del 1933:
- controllo della Banca federale sul sistema bancario → contro la speculazione
- sostegno domanda: interventi a favore degli agricoltori (sussidi e fissazione dei prezzi) e assunzione di lavoratori
disoccupati in opere di conservazione e di manutenzione dell’ambiente e delle risorse naturali (es: programma
di opere idrauliche nel sud)
- stanziamenti per lavori pubblici (costruzione edifici, strade, ferrovie) + controllo delle grandi imprese (misure
per limitare la concorrenza e garantire un salario minimo) → sostegno domanda; contro i monopoli
MA problemi:
● opposizione di industriali e finanzieri (abituati al liberismo) a causa dell’intervento dello stato
● malumore dei ceti più abbienti a causa dell’aumento delle imposte
● la Corte Suprema dichiarò alcune leggi incostituzionali, in quanto lesive della libertà di impresa

1935: Roosevelt propose il secondo New Deal, con misure economiche e provvedimenti finalizzati alla sicurezza
sociale, in modo da ottenere il consenso popolare:
- riconoscimento dei diritti sindacali (compreso quello di sciopero) e proibizione dei sindacati “gialli”, organizzati
e finanziati dagli imprenditori
- introduzione delle indennità di disoccupazione, malattia, vecchiaia.

I risultati del New Deal furono inferiori alle attese, ma grazie alla massiccia opera di propaganda la popolarità di
Roosevelt cresceva (tanto che fu rieletto alla presidenza per altre 3 volte).

LA DIMENSIONE INTERNAZIONALE DELLA CRISI


Crisi degli USA → interruzione del flusso di capitali americani verso l’Europa → recessione economica in tutti i paesi
industrializzati (soprattutto Germania) e aumento della disoccupazione; nel tentativo di arginare la crisi e
salvaguardare l’economia locale, i governi europei adottano politiche economiche protezionistiche.
Nasce una sfiducia generale nei confronti dei governi liberal-democratici, ritenuti incapaci di gestire la crisi
economica e sociale → diffusione di ideologie nazionalistiche, che portarono alla nascita del fascismo e del nazismo.
Alla fine degli anni 30, la democrazia sopravviveva solo in Gran Bretagna e in Francia.
Il dopoguerra italiano:
DAL REGIME LIBERALE ALLA DITTATURA FASCISTA
Grave situazione finanziaria ed economica:
- debito pubblico e inflazione → carico fiscale e aumento del costo della vita
- lo stato non era più in grado di sostenere le imprese con commesse pubbliche + problema della riconversione
produttiva → disoccupazione.
 Lotte sociali e sindacali, occupazioni delle terre incolte da parte dei contadini poveri e scioperi degli
operai → richieste di miglioramenti salariali
Il governo Nitti, liberale, preoccupato che i socialisti potessero portare la rivoluzione bolscevica in Italia, tentò di
soffocare le rivolte con la forza.

I PARTITI
- Partito socialista, diviso al suo interno fra:
● massimalisti (Serrati), radicali, che proponevano il “programma massimo” della rivoluzione socialista;
escludevano ogni possibilità di collaborazione con i governi borghesi e teorizzavano la dittatura del
proletariato, sull’esempio della rivoluzione bolscevica.
● riformisti (Turati), la minoranza che sosteneva la necessità di una battaglia politica e non militare per
ottenere riforme sociali e una piena democrazia politica

- Partito popolare italiano, fondato da don Luigi Sturzo nel 1919


● di ispirazione cattolica
● aconfessionale, cioè non legato ad una particolare ideologia politica
● interclassista, cioè rivolto a tutte le classi sociali → rifiuto della lotta di classe: pacifica convivenza e
collaborazione tra tutte le classi
● programma: rispetto della proprietà privata e difesa della piccola proprietà contadina (cura esigenze dei
ceti più deboli); sviluppo della solidarietà sociale; libertà di insegnamento; allargamento delle autonomie
locali; pace e equità sociale.
NB: adesione di massa dei contadini (forte religiosità) e dei ceti medi, che non erano tutelati dal partito
socialista.
- Partito liberale (Nitti e Giolitti): calo di consensi
- Movimento dei Fasci di Combattimento, apartitico (nessuna ideologia)
NB: fascio = simbolo del movimento, preso dalla repubblica romana; simboleggia l’unità (tanti fuscelli, da soli
deboli ma insieme difficili da spezzare)

Benito Mussolini aveva aderito al socialismo (fu nominato direttore del quotidiano del partito, l’Avanti), ma
avendo assunto posizioni sempre più estremistiche fu espulso dal partito. Si avvicinò così al nazionalismo e
fondò il Popolo d’Italia, un quotidiano accesamente interventista finanziato dalla borghesia imprenditoriale.
In seguito alla disfatta di Caporetto sviluppò un forte sentimento di odio nei confronti dei socialisti, accusati
di essere i colpevoli della sconfitta. Intanto, mutò le sue idee riguardo la rivoluzione.
Nel dopoguerra fondò i Fasci di combattimento (1919), poi il Partito nazionale fascista (1921), conquistando il
potere con la marcia su Roma del 22 ottobre 1922.

23 marzo 1919: programma di San Sepolcro (a Milano), con misure miste, sia socialiste che nazionaliste:
● giornata lavorativa di 8 ore
● lotta contro i pescecani industriali, arricchiti durante la guerra
● equa distribuzione delle tasse
● gestione corporativa della produzione: non lotta tra operai e imprenditori, ma dialogo per giungere a un
compromesso → cooperazione tra le varie forze produttive
● esaltazione della violenza e della guerra (infatti, fasci di combattimento) come strumento per “porre
ordine al disordine” → vengono accolti i reduci di guerra e tutti coloro che avevano un odio represso da
sfogare (soprattutto verso i nemici interni, cioè i socialisti)
➢ 15 aprile 1919: assalto alla sede di Milano dell’Avanti (giornale socialista).

Novembre 1919: elezioni, le prime dopo la guerra, in cui vince il Partito Socialista. Il Partito liberale perse la
maggioranza MA non accettò un’alleanza né con i socialisti, di maggioranza massimalista, né con il partito popolare
(astio per avergli sottratto molti elettori).

1919-1920: BIENNIO ROSSO


● i socialisti massimalisti erano convinti che si potesse attuare la rivoluzione del proletariato; infatti:
- al sud, contadini (leghe bianche, cattoliche) vs proprietari terrieri
- al nord, lotte sociali tra operai (leghe rosse, socialiste) e imprenditori: gli scioperi degli operai erano seguiti
dalle serrate degli imprenditori, che chiudevano la fabbrica per non permettere ai lavoratori di guadagnare
- formazione dei consigli di fabbrica (≃ soviet)
● problema dei reduci di guerra:
- non si riconoscevano in nessun partito: vs socialismo e partito popolare, contrario alla guerra
- non vedevano accolte le loro richieste, ovvero il reinserimento nel lavoro (città) e la distribuzione delle terre
promesse (campagne) → malcontento
- persistenza dei sentimenti di odio sviluppati in guerra (di cui approfitterà Mussolini)

1920: situazione troppo instabile → Giolitti fu richiamato al governo:


- risolse il problema della città di Fiume
- cercò di porre fine al biennio rosso con il metodo del non intervento, aspettando la fine delle rivolte: riuscì
infatti a concludere un accordo tra Confindustria e i sindacati (ottennero aumenti salariali e tutele sul lavoro)
➢ tra i socialisti iniziò a diffondersi l’idea che si potessero ottenere dei miglioramenti con le riforme →
socialismo di maggioranza riformista
NB: il ceto medio intanto, disinteressato ai movimenti sociali e non sentendosi più rappresentato dai liberali, aderì
sempre di più al movimento dei Fasci di combattimento.

LE ORIGINI DEL FASCISMO


Il movimento dei Fasci di combattimento aveva un proprio esercito, le squadre di azione fascista, composte da
giovani universitari o liceali animati dal desiderio di ordine e pulizia → continue rappresaglie contro la sinistra.
NB: i loro simboli: - camicia nera, indossata dagli arditi, che richiamava la morte
➢ minaccia per gli avversari + prova dello spirito guerriero del militante fascista, che
aspirava alla “bella morte” (morte con onore)
- manganello: non solo arma e mezzo di intimidazione, ma anche simbolo di forza e virilità
- saluto romano, ripreso dall’antichità classica, considerato virile e militaresco (≠ stretta di
mano, segno di eccessiva familiarità e mollezza)

13 luglio 1920: incendio dell’Hotel Balkan di Trieste, dove si tenevano le riunioni delle associazioni slavofile, per
opera delle milizie fasciste + 21 novembre 1920: assalto al municipio di Bologna, Palazzo d’Accursio, durante
l’insediamento della giunta socialista
➢ avviene la metamorfosi: da movimento apartitico a orientamento anti-socialista e nazionalista, avverso alle
minoranze etniche.
1921: nascita del Partito Nazionale Fascista, che propose un programma molto diverso da quello di San sepolcro →
istanze conservatrici: difensore degli interessi della borghesia e della proprietà privata.
NB: adesione di ufficiali, ex militanti, grandi industriali, gran parte del ceto medio → gli attacchi delle squadriglie non
vennero ostacolati, in quanto considerati un tentativo di ritorno all’ordine dopo i conflitti sociali del biennio rosso.

Giolitti, rendendosi conto della decaduta del partito liberale, rimasto in minoranza, si alleò con il Partito Fascista
presentandosi alle elezioni del 1921 in liste di blocco nazionale per:
➢ rafforzare il partito liberale MA, dopo le dimissioni di Giolitti, quasi scomparse
➢ istituzionalizzare il partito fascista, che in questo modo avrebbe posto fine alla violenza.
Elezioni politiche del 15 maggio 1921: con l’entrata in parlamento il partito fascista riprese forza.
Mussolini si propose come “uomo d’ordine”: giurò fedeltà alla monarchia e alla chiesa e propose un patto di
pacificazione con i socialisti MA i capi locali, i ras (dall’appellativo dei signori feudali in Eritrea e Etiopia → come loro
esercitavano sui loro territori un potere assoluto e quasi feudale) non avevano intenzione di rinunciare al proprio
potere e alle azioni di violenza.

27-28 ottobre 1922: in varie città d'Italia le milizie di combattimento occuparono gli edifici pubblici; circa 20 mila
uomini armati marciarono verso Roma, con l’intento di fare un colpo di stato.
NB: Mussolini, scettico, non partecipò in prima persona: era pronto a fuggire in Svizzera.
Il governo dichiarò lo stato d’assedio, una misura eccezionale che affidava ampi poteri alle autorità militari di stato in
casi di grave turbamento dell’ordine pubblico.
Vittorio Emanuele III affidò a Mussolini l’incarico di formare il nuovo governo (formò un governo di coalizione) →
grazie alla minaccia delle armi fu legittimato dal sovrano.
Nel giorno dell’insediamento Mussolini pronuncia il discorso del bivacco e nonostante i toni fortemente aggressivi e
minacciosi ottiene la fiducia del parlamento.

Tra novembre 1922 e gennaio 1925: FASE DI TRANSIZIONE VERSO LA DITTATURA


- 28 ottobre 1923: anniversario della marcia su Roma, proclamata festa nazionale → lo Stato si identifica con il
Partito Fascista.
- creazione del Gran Consiglio del Fascismo, che raggruppava le persone più autorevoli del Partito Fascista che
affiancavano Mussolini e spesso assumevano il ruolo del parlamento.
- legalizzazione delle squadre d’azione fasciste: Milizia volontaria per la sicurezza nazionale = esercito di
squadristi che non giuravano fedeltà al re, ma rispondevano al capo del governo, con compiti di ordine pubblico
e di lotta al dissenso ideologico → potente arma di ricatto nelle mani di Mussolini: chi è contrario al fascismo è
contrario allo stato.
- provvedimenti economici per ottenere il consenso degli imprenditori e dei ceti produttivi:
● abolizione delle tasse sui beni immobiliari e delle imposte straordinarie sui sovraprofitti di guerra
● pressione sui consumi
● riduzione dei salari

- 1923: riforma Gentile, per ottenere l’appoggio di papa Pio XI e il consenso presso il mondo cattolico; la riforma
scolastica prevedeva agevolazioni per le scuole private, cattoliche, e l’insegnamento obbligatorio della religione
in tutte le scuole elementari.
- 1923: Legge Acerbo per la riforma elettorale: alle elezioni il partito con la maggioranza relativa (25% dei voti)
aveva diritto ai 2/3 dei seggi. Solo il Pnf avrebbe potuto raggiungere tale percentuale e dunque la maggioranza
in parlamento.

Elezioni 1924: i fascisti occuparono 2/3 del Parlamento.


Matteotti, un deputato socialista (riformista) contestò la validità delle elezioni e evidenziò dei brogli da parte dei
fascisti → 10 giugno 1924: fu catturato e ucciso.
➢ secessione dell’Aventino: protesta di alcuni parlamentari in seguito all’esecuzione di Matteotti (≃ plebe
romana che, stanca dei soprusi dei patrizi, si ritirò al colle dell’Aventino). Per la gravità del fatto il re sarebbe
potuto intervenire, bloccando Mussolini e i fascisti MA non lo fece: segno di una monarchia debole e complice.
3 gennaio 1925: in un discorso alle Camere Mussolini, consapevole che il suo atto sarebbe rimasto impunito,
si assunse la responsabilità del delitto in nome della difesa dell’Italia dalle forze socialiste.
TOTALITARISMO
● presenza di un'ideologia ufficiale, assoluta e indiscutibile

● potere assoluto di un unico partito di massa e del suo capo → no divisione dei poteri

● impiego sistematico della violenza per la repressione del dissenso

● monopolio dei mezzi di comunicazione di massa (stampa, scuola, tv, radio)

● controllo della vita quotidiana (es: tramite associazioni sportive) e familiare → formazione ideologica

➢ per la creazione di una nuova società

VERSO LA FORMA TOTALITARIA


- abolizione della divisione dei poteri (infatti lo Statuto Albertino non era una costituzione rigida)
➢ 1925: legge sulle prerogative del capo del governo, che ottiene i pieni poteri:
● esautorazione (privazione dell’autorità) di Parlamento e Magistratura
● no discussioni parlamentari senza la sua autorizzazione
● potere di controllare e intervenire su tutti gli aspetti della vita dello Stato

NB: poteva essere deposto solo dal re, non più dal Senato: Mussolini mantenne con il sovrano un
rapporto di fiducia → totalitarismo limitato, perché doveva rendere conto del suo operato al re.

- 1926: LEGGI FASCISTISSIME → Stato = partito fascista:


● abolizione di tutti i partiti politici: il Pnf era l’unico partito legale → per poter partecipare alle attività
lavorative pubbliche era necessario essere iscritti al Pnf
● abolizione della libertà di stampa e dell’attività di propaganda (degli altri)
● istituzione del tribunale speciale per gli oppositori → carcere, pena di morte, confino (isolamento in
un territorio italiano particolarmente protetto, per evitare possibili attività di coordinamento fra gli
antifascisti)
La lotta al fascismo fu svolta in segreto da parte di alcuni intellettuali che attuarono un’opera di
educazione antifascista in maniera capillare.
● eliminazione della figura del sindaco (organo istituzionale eletto dai cittadini), sostituito da un podestà
(eletto dal governo)
NB: queste riforme non erano previste nel programma del Pnf, e numerosi esponenti del partito non furono
favorevoli ad esse → Mussolini temeva che il partito si potesse ribellare; per questo motivo limitò il potere
del partito stesso, attribuendogli solo funzioni di educazione e propaganda (non di governo).

POLITICA DI PROPAGANDA per ottenere il consenso delle masse


- organizzazioni per coinvolgere le masse popolari negli obiettivi del regime: Opera nazionale Balilla, Gioventù
italiana del littorio, Opera nazionale dopolavoro, Fasci femminili
- appuntamenti collettivi per la creazione di un apparato rituale:
● adunate, grandi e scenografici riti militareschi, spesso alla presenza del duce
● sabati fascisti, giochi, gare e occasioni di istruzione il sabato pomeriggio
● littoriali dello sport, gare di atletica per gli studenti universitari
- importanza all’aspetto simbolico: divisa, richiamo alla grandezza imperiale romana (saluto romano, passo
romano), introduzione del “voi” (NO “lei”, formula servile ed effeminata)
- nascita dell’Eiar (Ente italiano audizioni radiofoniche), controllato direttamente dal governo → programmi di
intrattenimento con propaganda fascista.

POLITICA DEMOGRAFICA per aumentare le nascite


- assegni familiari e sgravi fiscali per le famiglie numerose
- istituzione dell’Onmi (Opera nazionale per la maternità e l’infanzia)
- imposta sul celibato
POLITICA ECONOMICA AUTARCHICA = autonomia dalle altre nazioni
NB: preservò parzialmente l’economia italiana dalla crisi del 1929, perché poco legata all’economia
statunitense/internazionale.
- stabilizzazione finanziaria tramite la quota 90 → valore della lira mantenuto stabile
- promozione di lavori pubblici per risolvere il problema della disoccupazione
- battaglia del grano → incentivi per i produttori, bonifica di terreni paludosi nel centro Italia, modernizzazione
della produzione
NB: fu un aiuto soprattutto per il Nord, dove vi erano già grandi aziende agricole e territori favorevoli (Pianura Padana);
la produzione ortofrutticola del Sud fu danneggiata, in quanto si verificò un calo dell’esportazione di olio, vino e agrumi.
- creazione dell’Iri (Istituto per la ricostruzione industriale), con cui lo Stato diventò proprietario delle azioni della
maggior parte delle grandi aziende → controllo dell’attività economica industriale.
MA le spese erano tutte a carico dei lavoratori, i salari furono ridotti e le imposte sui beni di consumo aumentarono.

RAPPORTI STATO-CHIESA
11 febbraio 1929: Papa Pio XI firmò i PATTI LATERANENSI, con cui avvenne una conciliazione tra Stato e Chiesa:
● l’Italia e il Vaticano si riconobbero reciprocamente come stati indipendenti
● l’Italia si prese l'incarico di pagare un indennizzo alla chiesa → stipendio ai sacerdoti (sostentati fino a quel
momento dalla beneficenza della parrocchia) + esenzione pagamento tasse sui beni immobili della Chiesa
● la religione cattolica divenne religione di Stato

NB: Tra i Patti Lateranensi era previsto anche un Concordato:


- il matrimonio in chiesa assumeva anche valore civile
- i preti erano esenti dal servizio militare
- i preti apostati erano privati dei diritti politici
- proibizione dell’azione educativa in campo politico, sociale e sportivo da parte dell’Azione Cattolica.
NAZISMO
Trova le sue radici nella crisi della Repubblica di Weimar, avvenuta a causa di:
- effetti economici della pace di Versailles → pesantissime indennità di guerra
- pressione delle forze rivoluzionarie comuniste: accusavano i riformisti di aver impedito la rivoluzione
- pressione del Partito Nazionalsocialista, reazionario e ultranazionalista
- crisi dovuta al crollo della Borsa di Wall Street del 1929: la ripresa della Germania infatti dipendeva dai
finanziamenti degli USA → crollo dell’industria

LA FORMAZIONE DEL PARTITO NAZIONALSOCIALISTA


1919: fondato da un operaio, nacque come un piccolo partito di estrema destra, formato da reduci di guerra e
disoccupati.
1920: Hitler si iscrisse al partito e ne cambiò il nome, chiamandolo Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi
(NSDAP), e formò un esercito paramilitare, le Sa (squadre d’azione), con il compito di fare assalti intimidatori nelle
sedi dei partiti socialisti e in alcune aziende ebraiche.
1923: Hitler, divenuto il capo del partito grazie alle sue doti di leader e oratore, tentò un colpo di stato a Monaco di
Baviera (Putsch di Monaco), ma fallì e venne incarcerato. In prigione scrisse un libro, “La mia battaglia”, in cui
espresse le proprie idee → unione della violenza e del consenso popolare attraverso la propaganda.

LE BASI IDEOLOGICHE DEL NAZISMO


● NAZIONALISMO: “Grande Germania” = esaltazione del popolo tedesco e della sua forza, possibile solo
allontanando i nemici interni, che non avevano permesso la vittoria della grande guerra.
Hitler faceva riferimento a teorie pseudoscientifiche che vedevano il popolo tedesco come il diretto discendente
del popolo ariano, considerato superiore a tutti gli altri.
NB: termine arja (sanscrito) = nobile → popolo ariano (con precise caratteristiche fisiche: alta statura,
capelli biondi, occhi celesti), che in epoca preistorica abitava il territorio indoeuropeo; da loro avrebbe
avuto origine la lingua indoeuropea, da cui sarebbero derivate tutte le altre lingue.
Chi non appartiene alla razza ariana è inferiori e deve essere escluso dalla società → RAZZISMO e anti-
semitismo, presentato come la giusta lotta contro gli ebrei che inquinavano la purezza della razza ariana e che
avevano organizzato un complotto internazionale insieme ai bolscevichi per conquistare il mondo dal punto di
vista economico e politico (idea fomentata dai protocolli di Sion)
NB: l’antisemitismo era già presente in Germania, ma Hitler per primo lo mise alla base della sua proposta
politica, facendone uno strumento per acquisire il consenso necessario alla presa del potere e uno degli
ingredienti fondamentali della sua dittatura.
● ANTI-BOLSCEVISMO, cioè anti-socialismo

L’ASCESA DI HITLER
● 1932: elezioni politiche, in cui il NSDAP ottiene il 38% dei voti → essendo il primo partito, ottenne l’incarico di
formare un nuovo governo, che ricevette il consenso di: giovani, contadini, ceto medio (impiegati e commercianti che
con la crisi si vedevano nuovamente minacciati dall’inflazione e dalla disoccupazione), ma anche élite economico-finanziarie
e militari.
● Gennaio 1933: Hitler venne nominato cancelliere → (= Mussolini) applicò la tattica di mescolare violenza e legalità:
mentre le Sa mettevano il paese a ferro e fuoco e eliminavano gli avversari, lui si proponeva con successo agli
elettori e alle classi dirigenti come l’uomo che avrebbe salvato la Germania dalla disgregazione.
● Febbraio 1933: incendio del Reichstag (Parlamento di Berlino) per opera di un esaltato MA Hitler accusò i comunisti
➢ arresto di militanti comunisti e socialisti
➢ emanazione di decreti “per la protezione del popolo tedesco”, le LEGGI ECCEZIONALI (≃ leggi fascistissime): le
libertà civili garantite dalla Costituzione furono sospese a tempo indeterminato; i sindacati furono sciolti; il
partito comunista fu dichiarato illegale e i suoi parlamentari furono privati del mandato.
Alle nuove elezioni, Hitler ottenne il 44% dei voti, che sommato all’8% dei suoi fiancheggiatori nazionalisti gli
assicurava la maggioranza assoluta in parlamento.

 fine della repubblica democratica, inizio della dittatura totalitaria


● Marzo 1933: approvazione di una legge che conferiva al capo del governo i PIENI POTERI, anche quello di legiferare
in contrasto con la Costituzione → avviò il cosiddetto “allineamento”, sia politico che culturale: abolizione delle
garanzie costituzionali, di ogni libertà e di ogni possibilità di dissenso; rogo dei libri; abolizione di giornali e riviste non
conformi all’ideologia nazista; tutti i partiti furono dichiarati illegali e soppressi, salvo quello nazista.

● 30 Giugno 1934: “NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI” – Hitler ordinò l’eliminazione del capo delle Sa e dei principali
dirigenti dell’organizzazione, legati più al partito che alla sua persona → pericolo.
Hitler apparì come colui che manteneva le sue promesse, ponendo fine alle violenze delle Sa e riportando la pace nel
paese anche a costo di colpire i suoi seguaci più fedeli. Al loro posto istituì le Ss (squadre di protezione), milizie a cui
sarà affidata la gestione dei campi di concentramento, e la Gestapo, la polizia segreta di stato.

● Agosto 1934: alla morte di Hindenburg, Hitler assunse anche la carica di capo dello stato, concentrando su di sé tutti
i poteri (→ no totalitarismo limitato), e si fece nominare FUHRER (condottiero). L’esercito tedesco adottò un nuovo
giuramento, che imponeva la fedeltà non più allo stato ma direttamente a lui.
➢ nella sua persona erano unite le cariche di capo dello stato, del governo, del partito e delle forze armate →
venne fondato il TERZO REICH
1° Reich: 962 → Sacro romano impero germanico di Ottone I
2° Reich: 1871 → unificazione della Germania con il re Guglielmo I
3° Reich: regno millenario → superiorità della razza ariana tedesca

Il simbolo del Reich è la svastica, inclinata di 45° e con gli uncini piegati a destra → carattere
oppressivo, testimonianza forza, aggressività, culto della razza e del predominio sui deboli.
Simbolo opposto a croce cristiana → fratellanza, accoglienza, perdono

VIOLENZA NAZISTA – 3 direzioni fondamentali:


● repressione politica: prima acuta, poi attenuata grazie alla mancanza di un’opposizione attiva
● repressione sociale per ripulire la società tedesca dai cosiddetti asociali (zingari, vagabondi, prostitute, alcolizzati,
omosessuali)
● politica razziale per il risanamento biologico del popolo tedesco dagli esseri “subumani”, cioè di un’umanità
inferiore → antisemitismo programmato e istituzionale, finalizzato a estirpare la razza ebraica in quanto tale;
progressivamente molti tedeschi iniziarono a pensare che essere ariani fosse un valore e che gli ebrei
costituissero davvero un problema da risolvere.
➢ 1933: provvedimenti di esclusione degli ebrei da pubblica amministrazione, insegnamento e giornalismo
➢ 1935: LEGGI DI NORIMBERGA – privazione della cittadinanza per gli ebrei e divieto di matrimoni e rapporti
sessuali fra ariani ed ebrei (Legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi)
NB: in Italia le leggi razziali vengono emanate nel 1938; il modello ora diventa Hitler.
➢ 9-10 novembre 1938: “NOTTE DEI CRISTALLI” – notte di furiosa e indiscriminata violenza antisemita,
stimolata e gestita dai capi locali e centrali del nazismo: uccisioni, stupri, incendi di sinagoghe, saccheggio
di case e negozi, arresti
➢ arianizzazione dei beni e delle attività economiche degli ebrei, per spingerli a emigrare
➢ deportazioni nei campi di concentramento
➢ 1941: obbligo di portare sugli abiti la stella gialla di David (= “marchio infamante”)
➢ durante la Seconda guerra mondiale “soluzione finale del problema ebraico” – distruzione fisica di tutti gli
ebrei e di tutte le “vite indegne” (disabili fisici e psichici) → operazione T4
PROPAGANDA (≃ fascismo)
- Ministero per la Propaganda e l’Educazione popolare
- rituali collettivi: parate militari, adunate e cerimonie di giuramento di fedeltà al Fuhrer (riprese
cinematografiche: il regime curò la diffusione delle immagini delle cerimonie)
NB: spesso le adunanze propagandistiche erano a imitazione dei riti pagani e tribali di cui Hitler era
affascinato: secondo lui simboleggiavano le origini della Germania.
- controllo dei mezzi di comunicazione di massa: radio e cinematografo, libri di testo scolastici, rogo dei libri
- organizzazioni gestite dal partito: Gioventù hitleriana, Fronte del lavoro, Dopolavoro (Forza attraverso la gioia:
offriva biglietti per concerti, escursioni, attività culturali, pacchetti per vacanze)

ECONOMIA
● politica dirigista = lo stato controllava il mercato, regolava prezzi e salari, assegnava materie prime,
manodopera e mezzi di produzione
● politica protezionistica e autarchica, incentrata non sull’agricoltura ma sull’industria: piano economico
quadriennale (1936-39) per l’incremento della produzione bellica, al fine di essere pronti ad una guerra →
creazione di nuove industrie e di posti di lavoro
NB: l’obiettivo della piena occupazione per uscire dalla crisi e ottenere il consenso fu raggiunto.

RELIGIONE
- cattolicesimo
1933: concordato con cui la Germania si impegnava a tutelare i fedeli della Chiesa cattolica e le scuole
paritarie MA il regime violò il concordato, tentando di colpire, con provvedimenti repressivi o amministrativi,
la libertà di culto, le organizzazioni giovanili e le scuole religiose
1937: “Con cocente preoccupazione” – lettera in cui Papa Pio XI critica l’ideologia e la politica ecclesiastica
del regime
- protestantesimo → obiettivo di creare la Grande Chiesa Germanica, in cui erano riuniti tutte le confessioni
protestanti sotto il controllo di Hitler (capo della chiesa, come nell’anglicanesimo). Molti preti protestanti
aderirono a tale proposta, mentre alcuni rifiutarono l’ideologia nazista e supportarono la resistenza della Chiesa
confessante.

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