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in realtà tutta l'Europa si stava lentamente logorando ormai già da tempo. Una serie di eventi
portarono alla fine di un equilibrio che risaliva al congresso di Vienna del 1814-1815.
All’alba del XIX secolo l’europa era divisa in cinque grandi imperi:
1. l’impero ottomano
2. l’impero zarista, che riprese a riarmarsi e si industrializzò velocemente
3. la Gran Bretagna, una democrazia parlamentare
4. l’impero tedesco di Giugliemo II
5. l’impero austro-ungarico, che appariva sempre più fragile
Il resto dell’Europa era formato da monarchie parlamentari con vari gradi di democrazia e da
due repubbliche: la Francia e la Svizzera.
Il 28 giugno 1914 l'arciduca austriaco Francesco Ferdinando erede al trono della monarchia
austro-ungarica venne assassinato a Sarajevo da uno studente bosniaco di nazionalità
serba: Gavillo Prinzi
All'attentato seguì un mese di crisi politica internazionale: Vienna pretese una punizione
esemplare per lo stato serbo considerato complice e quando il 28 luglio, forte dell'appoggio
di Berlino, dichiarò guerra alla Serbia, il conflitto regionale si estese ad un conflitto
continentale.
L’Austria aveva dietro le spalle la Germania che le diede il famoso assegno in biaco, le
forniva cioè sostegno in qualsiasi iniziativa che il kaiser volesse portare avanti a seguito dell’
attentato. Entrarono in gioco i meccanismi delle alleanze.
Poco dopo la Germania invase il Belgio e il Lussemburgo (due stati neutrali), per marciare
su Parigi e a quel punto anche la Gran Bretagna entrò in guerra.
L’Italia, che aveva aderito alla triplice alleanza, rimase tuttavia neutrale. Il conflitto si aprì su
tre fronti:
1. a occidente sul confine tra Paesi Bassi, Germania e Francia: guerra di posizione:
artiglieria, che ha raggiunto ormai capacità di tiro e distruzione incomparabilmente
più alte di 30 anni prima grazie alle innovazioni della seconda rivoluzione industriale
2. sul confine balcanico tra Austria-Ungheria e Serbia
3. quello orientale tra i Carpazi e il Baltico dove si sfidano gli imperi centrali e i russi:
guerra di movimento dove prevale la potenza tedesca; tempi di dislocazione degli
eserciti (via ferroviaria ma anche via camion) sono a est incredibilmente dilatati
L’artiglieria pesante tedesca, addestrata ed equipaggiata, avanzi fino a 35 km da Parigi, ma
vennero fermate sulla Marna. Nel settembre del 1914 i tedeschi inflissero pesanti sconfitte
all'esercito russo.
Mentre a oriente si combatteva una guerra di movimento, il fronte occidentale era più corto e
fitto di soldati, perciò esponeva le fanterie a perdite micidiali. Cominciarono a essere scavate
trincee, e milioni di soldati iniziarono a vivere sottoterra.
Si sperimentarono carri armati, bombardieri e sottomarini, gas polmonari, lacrimogeni, si
crearono attacchi e difese organizzati, la fotografia venne usata per individuare il nemico e il
progresso della medicina salvò molti feriti. Agli strumenti d'attacco vennero affiancati quelli di
difesa: maschere antigas per i gas, mine anticarro per i carri armati e venne creato il filo
spinato.
I soldati lavoravano anche di notte e combattevano anche d'inverno: lo scopo non era quello
di conquistare un territorio, bensì quello di piegare moralmente il nemico e distruggerlo. Per
fare ciò non bastava il solo coinvolgimento della popolazione civile nello sforzo bellico, ma di
tutta la nazione, che doveva essere subordinata alla guerra poiché in gioco c'era la
sopravvivenza della nazione stessa. La marina britannica impose il blocco navale alla
Germania per spezzare i rifornimenti di materie prime e derrate alimentari verso gli imperi
centrali e la Germania decise di attaccare tutte le navi mercantili che portavano rifornimenti
all' Inghilterra.
Sul fronte orientale l'esercito russo si spostava con difficoltà e grazie all’efficienza dei sistemi
ferroviari, che movimentavano migliaia di uomini in poche ore, tra maggio e settembre 1915 i
tedeschi conquistarono la Polonia e gli stati baltici. Nel frattempo gli inglesi diedero il via alla
campagna in Mesopotamia, repingendo l'attacco ottomano, entrando in guerra con gli imperi
centrali. Occupò lo stretto dei Dardanelli, una posizione strategica per i traffici marittimi in
Russia, ma la spedizione si rivelò fallimentare.
Il Giappone invece occupava i possedimenti coloniali tedeschi sul Pacifico: era una guerra
per il mondo. Nel maggio del 1915 il governo italiano, che era alleato con Austria-Ungheria e
Germania, entrò in guerra invece a fianco della Triplice Intesa, che garantì in caso di vittoria
vantaggi territoriali. Venne aperto un fronte lungo le Alpi orientali contro gli austriaci,
causando perdite altissime. In settembre anche la Bulgaria scese in guerra a fianco
dell'Austria-Ungheria ed esattamente come avvenne per il Belgio, anche in Serbia vennero
compiute sanguinose stragi civili.
Nel 1916 vennero compiute grandi battaglie come quella navale dello Jutland, di Verdun
(l'offensiva tedesca) e Somme e la Romania e la Grecia entrarono in guerra a fianco
dell'Intesa. Nonostante non ci fosse ancora un punto di svolta per la conclusione della
guerra, tutti i fronti iniziarono a sentire il peso delle continue lotte.
Il costo materiale e umano continuò a salire, e di conseguenza ovunque tra il 1916-17
aumentarono i casi di diserzione, protesta e ammutinamento dei soldati. Anche tra la
popolazione civile ci furono manifestazioni di insofferenza per le condizioni di vita precarie.
Nel corso del 1918 le potenze dell'Intesa e gli Stati Uniti, che erano loro alleati, misero in
campo truppe addestrate e ben equipaggiate e lo stesso cercarono di fare Germania e
Austria, ma con il risultato di implodere su sè stesse. Le popolazioni civili tedesche e
austriache si ribellarono a causa delle condizioni di vita insostenibili e gli eserciti persero la
speranza di poter vincere. Alla fine di ottobre il Kaiser Guglielmo fu privato della propria
carica e l'11 novembre un governo provvisorio firmò l'armistizio che l'Austria aveva firmato il
3 novembre.
I trattati di Versailles del 1919 stabilirono che la responsabilità di tutti i danni e di tutte le
perdite fosse della Germania e dei suoi alleati, e di conseguenza la Germania doveva
pagare tutti i danni di guerra ai paesi occidentali, i quali a loro volta dovranno sanare i debiti
con gli Stati Uniti.
+ vedi capitolo 15