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La responsabilità principale della prima guerra mondiale venne attribuita alla Germania, ma

in realtà tutta l'Europa si stava lentamente logorando ormai già da tempo. Una serie di eventi
portarono alla fine di un equilibrio che risaliva al congresso di Vienna del 1814-1815.

L'evoluzione del nazionalismo e dell'economia della seconda rivoluzione industriale


causarono un aumento della competitività per l'accaparramento di materie prime e di nuovi
mercati tra i vari stati, l'affievolirsi dell'egemonia britannica contribuì a rovesciare l'assetto
europeo e anche l'imperialismo causò continue lotte per il dominio dei territori lontani. Alla
triplice alleanza tra Germania, Austria-Ungheria e Italia stretta nel 1882, si contrappose la
Triplice intesa tra Gran Bretagna, Francia e Russia creata nel 1907.
Cominciarono a svilupparsi idee e movimenti pacifisti, facilitati dal ramificarsi delle
comunicazioni, dall’abitudine di viaggiare all’estero e dalla globalizzazione della seconda riv
industriale. Per contro, ci fu una crescita incessante degli apparati militari-industriali, e si
diffusero anche idee contrarie al pacifismo [manifesto del futurismo, conferenze per la pace,
premio nobel, fondazione della croce rossa, prime olimpiadi moderne ad Atene nel 1896].

All’alba del XIX secolo l’europa era divisa in cinque grandi imperi:
1. l’impero ottomano
2. l’impero zarista, che riprese a riarmarsi e si industrializzò velocemente
3. la Gran Bretagna, una democrazia parlamentare
4. l’impero tedesco di Giugliemo II
5. l’impero austro-ungarico, che appariva sempre più fragile
Il resto dell’Europa era formato da monarchie parlamentari con vari gradi di democrazia e da
due repubbliche: la Francia e la Svizzera.

Nella penisola balcanica il dominio ottomano si stava sciogliendo: Romania, Serbia,


Montenegro e Bulgaria vennero riconosciuti come stati indipendenti, mentre la
Bosnia-Erzegovina era stata posta all'amministrazione degli Asburgo. Nel 1912 l'Italia
conquistò la Libia e alla fine della prima guerra balcanica nel 1913 l'Albania ebbe la sua
indipendenza.

Il 28 giugno 1914 l'arciduca austriaco Francesco Ferdinando erede al trono della monarchia
austro-ungarica venne assassinato a Sarajevo da uno studente bosniaco di nazionalità
serba: Gavillo Prinzi
All'attentato seguì un mese di crisi politica internazionale: Vienna pretese una punizione
esemplare per lo stato serbo considerato complice e quando il 28 luglio, forte dell'appoggio
di Berlino, dichiarò guerra alla Serbia, il conflitto regionale si estese ad un conflitto
continentale.
L’Austria aveva dietro le spalle la Germania che le diede il famoso assegno in biaco, le
forniva cioè sostegno in qualsiasi iniziativa che il kaiser volesse portare avanti a seguito dell’
attentato. Entrarono in gioco i meccanismi delle alleanze.
Poco dopo la Germania invase il Belgio e il Lussemburgo (due stati neutrali), per marciare
su Parigi e a quel punto anche la Gran Bretagna entrò in guerra.

L’Italia, che aveva aderito alla triplice alleanza, rimase tuttavia neutrale. Il conflitto si aprì su
tre fronti:
1. a occidente sul confine tra Paesi Bassi, Germania e Francia: guerra di posizione:
artiglieria, che ha raggiunto ormai capacità di tiro e distruzione incomparabilmente
più alte di 30 anni prima grazie alle innovazioni della seconda rivoluzione industriale
2. sul confine balcanico tra Austria-Ungheria e Serbia
3. quello orientale tra i Carpazi e il Baltico dove si sfidano gli imperi centrali e i russi:
guerra di movimento dove prevale la potenza tedesca; tempi di dislocazione degli
eserciti (via ferroviaria ma anche via camion) sono a est incredibilmente dilatati
L’artiglieria pesante tedesca, addestrata ed equipaggiata, avanzi fino a 35 km da Parigi, ma
vennero fermate sulla Marna. Nel settembre del 1914 i tedeschi inflissero pesanti sconfitte
all'esercito russo.
Mentre a oriente si combatteva una guerra di movimento, il fronte occidentale era più corto e
fitto di soldati, perciò esponeva le fanterie a perdite micidiali. Cominciarono a essere scavate
trincee, e milioni di soldati iniziarono a vivere sottoterra.
Si sperimentarono carri armati, bombardieri e sottomarini, gas polmonari, lacrimogeni, si
crearono attacchi e difese organizzati, la fotografia venne usata per individuare il nemico e il
progresso della medicina salvò molti feriti. Agli strumenti d'attacco vennero affiancati quelli di
difesa: maschere antigas per i gas, mine anticarro per i carri armati e venne creato il filo
spinato.

I soldati lavoravano anche di notte e combattevano anche d'inverno: lo scopo non era quello
di conquistare un territorio, bensì quello di piegare moralmente il nemico e distruggerlo. Per
fare ciò non bastava il solo coinvolgimento della popolazione civile nello sforzo bellico, ma di
tutta la nazione, che doveva essere subordinata alla guerra poiché in gioco c'era la
sopravvivenza della nazione stessa. La marina britannica impose il blocco navale alla
Germania per spezzare i rifornimenti di materie prime e derrate alimentari verso gli imperi
centrali e la Germania decise di attaccare tutte le navi mercantili che portavano rifornimenti
all' Inghilterra.

Sul fronte orientale l'esercito russo si spostava con difficoltà e grazie all’efficienza dei sistemi
ferroviari, che movimentavano migliaia di uomini in poche ore, tra maggio e settembre 1915 i
tedeschi conquistarono la Polonia e gli stati baltici. Nel frattempo gli inglesi diedero il via alla
campagna in Mesopotamia, repingendo l'attacco ottomano, entrando in guerra con gli imperi
centrali. Occupò lo stretto dei Dardanelli, una posizione strategica per i traffici marittimi in
Russia, ma la spedizione si rivelò fallimentare.
Il Giappone invece occupava i possedimenti coloniali tedeschi sul Pacifico: era una guerra
per il mondo. Nel maggio del 1915 il governo italiano, che era alleato con Austria-Ungheria e
Germania, entrò in guerra invece a fianco della Triplice Intesa, che garantì in caso di vittoria
vantaggi territoriali. Venne aperto un fronte lungo le Alpi orientali contro gli austriaci,
causando perdite altissime. In settembre anche la Bulgaria scese in guerra a fianco
dell'Austria-Ungheria ed esattamente come avvenne per il Belgio, anche in Serbia vennero
compiute sanguinose stragi civili.

Nel 1916 vennero compiute grandi battaglie come quella navale dello Jutland, di Verdun
(l'offensiva tedesca) e Somme e la Romania e la Grecia entrarono in guerra a fianco
dell'Intesa. Nonostante non ci fosse ancora un punto di svolta per la conclusione della
guerra, tutti i fronti iniziarono a sentire il peso delle continue lotte.
Il costo materiale e umano continuò a salire, e di conseguenza ovunque tra il 1916-17
aumentarono i casi di diserzione, protesta e ammutinamento dei soldati. Anche tra la
popolazione civile ci furono manifestazioni di insofferenza per le condizioni di vita precarie.

Nel 1917 si ebbe il punto di svolta:


1. l'entrata in guerra degli Stati Uniti. L'intervento americano fu decisivo sia dal punto di
vista psicologico e ideologico, sia economicamente, perché fu grazie ai crediti di
Washington che gli alleati vinsero la guerra
2. l'uscita dal conflitto della Russia in novembre: sul fronte orientale la guerra si era
messa male per l’esercito dello zar: l’avanzamento però era lento e il governo russo
per il freddo sospendeva ogni 6 mesi le iniziative. In Russia si ebbero due rivoluzioni:
una primaverile (costituzionale, che impose allo zar un parlamento e una carta
costituzionale) e la rivoluzione bolscevica guidata da Lenin che sovvertì lo stato e
introdusse per la prima volta uno stato comunista (abolizione delle classi e della
proprietà privata). La famiglia dello zar venne arrestata e trucidata e Lenin ritirò il
paese dalla guerra. Nel marzo del 1918 fine venne firmato un trattato, il trattato di
Brest-Litovsk, nel quale venne riconosciuta l’indipendenza della Polonia, degli stati
Baltici, della Finlandia, dell’Ucraina. Dopo la rivoluzione di ottobre iniziarono una
serie di guerre (civili e sanguinose) anticomuniste e nazionaliste in varie parti della ex
Russia, che si concluderà nel 1920 con l’URSS, tra cui Ucraina, che diventerà parte
dell’Unione Sovietica
Con la fine delle ostilità a oriente nella guerra mondiale, la Germania potè spostare
uomini e mezzi su un altro fronte.
3. Battaglia di Caporetto (ottobre 1917): le divisioni tedesche smobilitate vennero
spostate su questo fronte, dove l’esercito italiano era avanzato fino a Gorizia e
avrebbe voluto ad arrivare a Vienna, ma a Caporetto vi fu una controffensiva, e l’Italia
collassò e si ritirò. Nel comunicato, Cadorna accusò i soldati italiani.

Nel corso del 1918 le potenze dell'Intesa e gli Stati Uniti, che erano loro alleati, misero in
campo truppe addestrate e ben equipaggiate e lo stesso cercarono di fare Germania e
Austria, ma con il risultato di implodere su sè stesse. Le popolazioni civili tedesche e
austriache si ribellarono a causa delle condizioni di vita insostenibili e gli eserciti persero la
speranza di poter vincere. Alla fine di ottobre il Kaiser Guglielmo fu privato della propria
carica e l'11 novembre un governo provvisorio firmò l'armistizio che l'Austria aveva firmato il
3 novembre.

La prima guerra mondiale dissolse i quattro imperi: tedesco, austro-ungarico, ottomano e


russo.
1. Dalla dissoluzione dell’impero ottomano nacque la Repubblica turca, e in Medio
Oriente si formarono protettorati e stati autonomi
2. Dallo smembramento dell'impero austro-ungarico nacquero Austria, Ungheria,
Cecoslovacchia e Regno dei Serbi, Croati e Sloveni.
3. Dal ritiro russo nacquero estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia, Ucraina,
Georgia, Armenia e Azerbaigian.
Nel gennaio del 1918 il presidente americano Woodrow Wilson fissò in una bozza d'accordo
di pace, i famosi Quattordici punti, un nuovo equilibrio mondiale per il dopoguerra. Uno dei
punti cardine era il principio liberale di autodeterminazione dei popoli.
Fondò la Società delle Nazioni, la prima organizzazione mondiale di nazioni della storia, che
si rivelò tuttavia inutile, anche perché la più grande potenza mondiale, gli Stati Uniti, non ne
presero parte.

I trattati di Versailles del 1919 stabilirono che la responsabilità di tutti i danni e di tutte le
perdite fosse della Germania e dei suoi alleati, e di conseguenza la Germania doveva
pagare tutti i danni di guerra ai paesi occidentali, i quali a loro volta dovranno sanare i debiti
con gli Stati Uniti.
+ vedi capitolo 15

Dalla fine della guerra cominciarono a diffondersi comunismo e fascismo.


→ A San Pietroburgo, la sconfitta nella guerra russo-giapponese da parte della Russia portò
a una rivoluzione che sancì la nascita di una Duma, un’assemblea elettiva. Le condizioni
economiche pessime e l’andamento della guerra generarono un rifiuto generale per la
guerra e per il potere autocratico dello zar Nicola II, il quale abdicò e venne instaurato un
governo provvisorio. Un’insurrezione guidata dal partito bolscevico, con a capo Vladimir
Putin, instaurò nell'ottobre 1917 la “Repubblica socialista del Soviet”.
I bolscevichi introdussero il controllo della produzione e distribuzione agricola mettendo a
tacere le resistenze: la rivoluzione si trasformò in una dittatura. Le Armate rosse occuparono
l'Armenia, la Georgia, l’Azerbaigian e la Bielorussia e nacque l’Unione delle repubbliche
socialiste sovietiche. Lenin morì nel 1924 e solo grazie al suo successore Iosif Stalin venne
abbandonato il progetto di esportare il comunismo in occidente, concentrandosi invece su
una politica di collettivizzazione delle campagne e un piano quinquennale di
industrializzazione forzata.
→ Dopo la guerra scoppiarono in occidente una serie di conflitti regionali che portarono
all'indipendenza dell'Irlanda dal regno Unito, alla guerra civile in Germania e conflitti locali tra
i vari stati.Tale situazione di instabilità fu accentuata dal fatto che migliaia di prigionieri di
guerra e popolazioni divettero lasciare la propria terra per rispettare i nuovi confini nazionali.
→ Infine in Italia Benito Mussolini fondò nel 1919 a Milano i fasci di combattimento, un
movimento dai contenuti progressisti. Nel biennio rosso il fascismo divenne sempre più
aggressivo: facendo leva sulla paura del comunismo e sull'idea che i sacrifici della guerra
non fossero stati adeguatamente ripagati, vinse le elezioni del 1920, portando Mussolini al
potere nel 1922. Egli instaurò una dittatura caratterizzata da un uso politico della violenza e
dall’eliminazione fisica degli avversari.

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