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Riassunto banti
1. La grande guerra
1.1. Giorni d9estate
I giornali richiamarono l'attenzione di tutti. Era la guerra. La reazione più logica sarebbe
stata una tristezza siderale. Eppure non fu così. La guerra non sembrava quasi fare paura.
Molti, specie le classi popolari, guardavano gli eventi con rassegnazione. Nelle grandi
capitali europee le folle scendevano in piazza, accompagnando le truppe in partenza. In
India Gandhi invitava i suoi connazionali ad arruolarsi nelle truppe inglesi. Il movimento
pacifista delle suffragette inglesi si spezzò e una parte maggioritaria seguì Emmeline e
Cristabel Pankhurst come sostenitrici della guerra. Anche i socialisti furono investiti dalla
febbre patriottica, votando a favore della guerra. Ciò causò la rottura della Seconda
Internazionale, l'organismo che aveva il compito di coordinare la solidarietà sovranazionale
dei vari partiti socialisti. Nell'agosto 1914 non molti avevano chiaro il tipo di guerra che ci
si apprestava a combattere. Era ancora viva l'idea della guerra come scontro cavalleresco. I
soldati erano pensati come paladini avvolti in lucenti armature. Inoltre la cultura profonda
dell'Occidente era una cultura bellica, intrisa di letture che parlavano con naturalezza ed
ammirazione di battaglia e massacri. Dalla Bibbia a Omero ad Ariosto ai romanzi storici
ottocenteschi. Inoltre la mascolinità ottocentesca si era costruita intorno alla figura
dell'uomo combattente e della donna da difendere. Senza trascurare poi gli imperativi
nazional patriottici, da cui gli stessi ideali della mascolinità bellica e del neo medievalismo
cavalleresco traevano alimento. La difesa della Patria, l'onore della nazione, l'obbligo di
sacrificarsi per la comunità nazionale erano doveri a cui era difficile sottrarsi.
1.2 La brutalità della guerra.
Col passare dei mesi apparve chiaro che la guerra non era affatto qualcosa di cavalleresco e
l'idea di guerra lampo si rivelò un grande errore di valutazione. Salvo specifiche eccezioni,
gli eserciti opposti si equivalevano e sfondare le linee avversarie sembrava impossibile. Le
trincee nemiche distavano le une dalle altre al massimo un centinaio di metri, motivo per cui
gli eserciti adottarono la tecnica dell'assalto di sfondamento, che però provocò un mare di
morti. Nonostante ciò, questa tecnica non fu abbandonata per tutta la guerra. Fu però
affiancata delle meraviglie della tecnica bellica: le mitragliatrici, i cannoni, le granate, i gas
asfissianti e infine gli aerei da combattimento. Più la guerra si faceva infernale, più la
propaganda esasperava i toni. L'appello il patriottismo aveva successo. Gli obiettori di
coscienza erano in numero di gran lunga inferiore ai volontari che si arruolavano. Contro la
brutalità della guerra, solo poche voci si fecero sentire. I pochi partiti socialisti che avevano
rifiutato la guerra e quelli dei paesi neutrali indissero due conferenze in Svizzera, una nel
settembre 1915 a Zimmerwald e l'altra nell'aprile 1916 a Kienthal. Il manifesto di
Zimmerwald invitava apertamente i proletari ad abbandonare le armi o a impugnarle per la
rivoluzione sociale. Con finalità diverse si fece sentire il papa Benedetto XV. Egli
esprimeva tutta la sua contrarietà alla guerra, facendo pervenire nell'agosto 1917 una nota ai
capi degli Stati belligeranti nella quale avanzava proposte per una pace che non avesse né
vincitori né vinti. Né Gli inviti ai socialisti né gli appelli alla pace del Papa ebbero effetto.
cosiddette terre irredente, ossia Trento e Trieste, dall'Austria-Ungheria come compenso per
l'ingresso in guerra. In secondo luogo il governo riteneva che l'esercito non fosse pronto,
essendo appena uscito dalla guerra contro l'Impero Ottomano. Infine ci si preoccupava delle
conseguenze militari di un ingresso in guerra a fianco degli Imperi Centrali. La particolare
conformazione geografica dell'Italia, con una lunghissima linea costiera, l'avrebbe esposta
immediatamente gli attacchi della marina britannica, all'epoca la più potente del mondo. Per
questi motivi il governo Salandra decise per la neutralità. Nei mesi successivi all'agosto del
1914, tuttavia, l'alternativa tra neutralità e l'intervento fu largamente duramente dibattuto
dell'opinione pubblica. Si definirono due schieramenti, uno a favore della neutralità e l'altro
favore dell'intervento. Tra i neutralisti vi erano molti i liberali fra cui lo stesso Giolitti che,
nonostante avesse lasciato il governo a Salandra da pochi mesi, raccoglieva ancora intorno
alla sua posizione la maggioranza dei deputati in Parlamento. Vi erano poi socialisti, che
assunse una posizione di neutralità assoluta, caratterizzata tuttavia alcune defezioni.
Clamorosa quella del direttore dell'Avanti, Benito Mussolini, che con un articolo pubblicato
a ottobre sul giornale manifesto i suoi nuovi orientamenti interventisti, finendo per essere
spinto a dare le dimissioni dal suo incarico di direttore del giornale e affrontarne uno nuovo,
Il Popolo d'Italia. Fra i neutralisti vi era poi una parte significativa del mondo cattolico,
incline a seguire l'orientamento espresso da poco Benedetto XV. L'aria interventista non era
meno variegata. Erano a favore dell'ingresso in guerra gli interventisti democratici, per i
quali l'Italia non poteva sottrarsi all'impegno bellico. Vi erano gli interventisti rivoluzionari,
ex sindacalisti o socialisti e anarchici, che consideravano la guerra una straordinaria
occasione per infliggere un colpo mortale alle vecchie istituzioni politiche e sociali. VIA
ROMA interventismo liberale, rappresentato in particolare da Albertini e dal giornale che
dirigeva, Il Corriere della Sera, e dallo stesso presidente del Consiglio, Salandra, ed al suo
ministro degli Esteri, Sidney Sonnino. Infine vi era un interventismo nazionalista, che
fondeva l'idea della guerra come momento cruciale di una possibile rivoluzione con più
classiche tematiche patriottiche, propria anche degli ambienti dell'interventismo liberale. A
far pendere la bilancia a favore dell'intervento coopereranno due fattori: l'orientamento del
governo e l'attivismo della propaganda interventista. Sin dall'autunno del 14 il presidente del
Consiglio, Salandra, e il ministro degli Esteri, Sonnino, avviarono trattative segrete
bilaterali con i diplomatici di entrambi gli schieramenti combattenti. L'intento era quello di
vedere da chi si potesse ricavare di più nel caso di un ingresso in guerra intanto che si
compissero i necessari preparativi che permettessero all'esercito di essere pronto. Le potenze
dell'Intesa fecero l'offerta più allettante. In caso di intervento e ovviamente di vittoria,
l'Italia avrebbe ottenuto, oltre alle terre irredente, anche il Tirolo meridionale fino al
Brennero, tutta l'Istria con eccezione di Fiume, la Dalmazia, il protettorato sull'Albania, il
possesso della base di Valona e la provincia turca di Antalya. Queste promesse vennero
formalizzate con il Patto di Londra nella primavera del 1915. Subito dopo aver firmato il
patto, il governo notificò all'Austria la disdetta della Triplice Alleanza. Il governo informa il
Consiglio dei Ministri della firma del Patto di Londra in una riunione del 7 maggio. Prima
ancora di esporsi al voto, Salandra si presentò dal re per rassegnare le proprie dimissioni. A
quel punto il dibattito politico assunzioni di un'esaltazione fino allora sconosciuta, dovuto
soprattutto all'intensa Propaganda degli interventisti. Gabriele D'Annunzio grandissima
stella della scena pubblica italiana torno in Italia dopo un periodo passato in Francia, per
nuovo governo tedesco firmarono l'armistizio con i rappresentanti delle forze dell'Intesa nel
villaggio francese di Rethondes. Era la fine della guerra.
1.8 Le conseguenze geopolitiche della guerra
I presupposti del nuovo assetto geopolitico dopo la guerra sono stati disegnati sin dal
gennaio del 1918 quando il presidente statunitense Wilson fisso i 14 punti che gli Stati Uniti
si proposero di raggiungere con il loro intervento in guerra. Fra questi 14 punti vi erano la
totale libertà di navigazione, la rinuncia alla diplomazia segreta, il disarmo generale, la
reintroduzione di accordi commerciali liberistici, l'autodeterminazione dei popoli come base
per ridisegnare la carta politica dell'Europa e la creazione di un organismo internazionale
che sopra intendesse all'applicazione di questi principi e che si occupasse di risolvere
pacificamente conflitti internazionali. Fondamento di tutto dovrebbe essere stata la
realizzazione di una pace senza vincitori. Ma i delegati delle potenze europee vincitrici non
volevano fatto una pace senza vincitori. I francesi anche i britannici volevano punire la
Germania. Interessi divergenti portarono a trattative difficili e, in certi momenti,
estremamente tesi. I risultati furono molto lontani dall'idealismo un po' utopico dei 14 punti.
La conferenza di Versailles si apri il 18 gennaio 1919 quando già l'aspetto internazionale era
condizionato da 4 eventi direttamente collegati alla guerra: 1 sin dal 1917 l'impero zarista
crollò e la Russia era diventato una repubblica socialista. 2 dal 9 novembre 1918 l'impero
tedesco non esisteva più, mentre la Germania era diventata una repubblica democratica. 3 la
fine della guerra portò con sè anche il crollo dell'Impero Austro-Ungarico. Sin dal 1916 gli
attivisti cioè che se la vita vivevano in Francia si erano riuniti in comitati che chiedevano
più larghe autonomie per le rispettive nazionalità. Nel corso del 1917 le richieste si fecero
più radicali e prefiguravano la formazione degli stati nazionali indipendenti. E disagi
economici e sociali dovuti alla guerra spinsero diversi gruppi nazionali dell'impero a dar
credito le proposte fatte dai gruppi nazionalisti radicali. A Vienna il 16 ottobre 1918 il
nuovo imperatore Carlo I d'Asburgo nominò una commissione con l'incarico di studiare una
riforma federale dell'impero. Ormai era troppo tardi e alla fine del mese di ottobre sia i cechi
che gli slavi programma della loro indipendenza. L'undici novembre 1918 l'imperatore
Carlo I abdicò: era la fine dell'impero. 4 anche l'impero ottomano venne travolto dalla
guerra. In questo caso la causa scatenante fu la ribellione di tutta l'area araba. Sin dal 1916
lo sceicco della Mecca esortò gli arabi a ribellarsi contro il sultano ottomano e a unirsi alle
forze dell'Intesa che stavano attaccando l'impero sia dell'Egitto sia del Golfo Persico, in
direzione di Baghdad. Anche l'emiro del Neged partecipò alle operazioni. Sempre con
l'obiettivo di frantumare l'impero ottomano, il governo britannico si impegna con la Grecia
finché alla fine della guerra potesse formarsi una grande Grecia che includesse anche la
Tracia e le coste occidentali della Turchia. Inoltre, il 2 novembre 1917 il ministro degli
Esteri britannico, Balfour, invia una lettera ufficiale al Lord Walter Rotschield importante
esponente della comunità ebraica britannica, con la quale lo informava che il 31 ottobre
1917 il governo britannico decideva di aiutare il movimento sionista a realizzare i suoi piani
di insediamento degli ebrei in Palestina, affinché si costruisse una "National home of the
Jewish people". In generale il governo britannico voleva poter contare sul sostegno morale,
culturale ed economico delle Comunità Ebraiche britannica e statunitense. Inoltre pensava
di poter usare la comunità ebraica palestinese come un possibile appoggio nel governo del
preparata in segreto e la rivolta generale uno scattò. Dopo una settimana di scontri, l'esercito
inglese riprese il controllo di Dublino. Nei due anni seguenti i gruppi paramilitari dei
volontari irlandesi si collegarono al partito nazionalista irlandese Sinn Fein, che ne diventa
l'espressione politica, sostenendo la necessità di una completa indipendenza per l'Irlanda. La
Chiesa cattolica irlandese diede il suo sostegno al movimento. Così, nelle prime elezioni del
dopoguerra, tenutosi nel dicembre 1918, Irlanda si verifico uno dei più radicali
capovolgimenti politici mai prodotti in una consultazione elettorale. Il partito parlamentare
irlandese, favorevole alla Home Rule nelle ultime elezioni prima della guerra aveva ottenuto
68 seggi, adesso ne ottenne solo 6. Il Sinn Fein, che prima della guerra aveva ottenuto 7
seggi, adesso ne ottenne 73. I deputati del Sinn Fein non andavano a Westmister ma,
insieme con altri dirigenti del movimento nazionalista irlandese, si riunirono in un'auto
costituita assemblea nazionale irlandese, che proclamò l'indipendenza dell'Irlanda. Dal 1919
al 1921 l'Irlanda era scossa da una guerra in cui le forze paramilitari del Sinn Fein , una
parte delle quali cominciò a chiamarsi Irish Republican Army, combatterono contro le forze
speciali antiguerriglia mandate dal governo britannico. La situazione trovò uno sbocco alla
fine del 1921, quando, dopo lunghe e complesse trattative, una delegazione dell'assemblea
irlandese, guidata da Collins, firmò col governo inglese il Trattato anglo irlandese che
fondava lo stato libero d'Irlanda. Territorialmente da questo stato libero era escluso l9Ulster.
Costituzionalmente si trattava di uno stato autonomo, anche se aveva lo status di Dominion,
cioè di entità statale che faceva parte dell'Impero Britannico. Queste clausole del Trattato
provocarono in Irlanda una grave spaccatura. Da un lato vi erano i nazionalisti irlandesi
favorevoli alla Costituzione immediata di uno stato autonomo con le limitazioni previste dal
trattato. Dall'altro vi erano i nazionalisti irlandesi che ritenevano che il trattato fosse un
tradimento degli ideali indipendentisti repubblicani e che volevano riprendere subito la
guerra contro il Regno Unito per la costituzione di una Repubblica Irlandese indipendente.
La spaccatura si tradusse ben presto in una durissima guerra civile che iniziò nel 1922. Il
governo dello stato libero d'Irlanda, che aveva l'appoggio finanziario militare del governo
britannico, riuscire a imporsi sui repubblicani oltranzisti nel corso di un conflitto che si
concluse il 1923 e produsse diverse centinaia di morti, tra cui anche lo stesso Collins. Negli
anni immediatamente seguenti alla fine della guerra civile la vita politica dello Stato
irlandese continua a essere ancora caratterizzato dal confronto tra i sostenitori un Irlanda
repubblicana è totalmente autonomo e sostenitori dello status quo, cioè dello stato libero
d'Irlanda così come prese forma col Trattato del 821.
1.8.5 La Turchia
Intanto nei territori di ciò che restava dell'Impero Ottomano la situazione era ancora del
tutto indefinita. Nel 1919 le potenze dell'Intesa sembrarono puntare a un completo
smembramento dell'impero e forse anche un'occupazione completa della Turchia. Anatolia,
un ex ufficiale ottomano, Mustafa Kemal, sin dal 1919 rilancio ideali del nazionalismo turco
e nel 1920 raduno ad Ankara le forze armate che avevano risposto al suo appello
nazionalista. Il movimento nazionalista acquistò una grande popolarità quando protesto a
gran voce contro il trattato di pace ossia il trattato di Sèvres del 10 agosto 1920. Il trattato di
Sèvres in effetti stabiliva la fine dell'Impero Ottomano, e prevedeva che gli stretti del
Bosforo e dei Dardanelli diventassero zona internazionalizzata, che Smirne e le isole
dell'Egeo venissero attribuite alla Grecia, che il Dodecaneso e Rodi fossero attribuiti
all'Italia. Per questo nella Turchia centrale il movimento nazionalista di Kemal cominciò a
imporsi come la forza politicamente militarmente dominante. L'esercito greco cominciò a
spingersi verso Ankara, con l'intenzione di sopraffare le forze armate nazionaliste e
occupare anche l'Anatolia. A partire dall'estate del 1921 Kemal decise di reagire e Longa
un'efficacissima controffensiva del suo esercito contro i greci. L'esercito greco si concentro
su Smirne e fuggi per nave dalla città il 3 settembre 1922. Le avanguardie turche arrivarono
in città. La città intanto si era riempita all'inverosimile di profughi greci fuggiti dalle regioni
interne e divenne teatro di ogni tipo di violenza. Nei mesi seguenti l'operazione cominciata
Smirne venne completata in ogni luogo della Turchia. La popolazione greca veniva cacciata
dai villaggi dell'Interno e spinta verso i porti, dove veniva in barca va in direzione della
Grecia. Sfruttando il successo militare ottenuto nell'estate, a ottobre del 22 Kemal firma un
armistizio anche con le altre forze occupanti, alle quali si riconobbe la possibilità di
mantenere qualche reggimento Istanbul, purché tutta la Turchia, Dardanelli compresi, fosse
riconosciuta parte del nuovo stato indipendente turco in via di formazione. Poco più tardi
Kemal fece votare la decadenza del sultanato ha un'assemblea riunita di Ankara. Intanto la
formazione di una Turchia indipendente veniva riconosciuta anche dal Trattato di
Losanna, che, fra l'altro, prevedeva la deportazione di alcune decine di migliaia di turchi
delle isole dell'Egeo o dalla Macedonia greca in Turchia è di 1000000 circa di Greci dalla
Turchia alla Grecia. È il primo riconoscimento formale della grande sistematica operazione
di pulizia etnica.
1.8.6 Il medio oriente
Parallelamente, tra il 1920 e il 1922, altri trattati ridisegnarono completamente la mappa
politica del Medio Oriente. Vennero formati stati indipendenti sottoposti al controllo della
Francia del Regno Unito. I nuovi Stati di Palestina, Transgiordania, Iraq e Kuwait, insieme
con aree territoriali sulla costa sud orientale della penisola arabica, furono affidati al
controllo del Regno Unito. Siria e Libano erano sotto il controllo francese. Un rapporto
diplomatico politico ed economico privilegiato legava il Regno Unito a due nuovi regni
indipendenti, l'Arabia Saudita e lo Yemen.
1.8.7 La Società delle nazioni
La pace firmata a Versailles causa attriti e terribili risentimenti che dovevano essere sedati
da una delle grandi invenzioni di Wilson, la Società delle Nazioni. L'organismo
sovranazionale venne effettivamente costituito nel gennaio del 1920 aveva sede a Ginevra.
Gli Stati aderenti si impegnarono rispettare l'integrità territoriale o l'indipendenza politica
degli altri Stati membri. La società vietava il ricorso alla guerra per risoluzione dei
contenziosi internazionali e prevedeva il suo posto il ricorso all'arbitrato internazionale. I
dello scopo della Società delle Nazioni era quello di restituire agli Stati Uniti la più
completa autonomia, senza che dovessero sentirsi permanentemente coinvolti nelle
questioni politiche europee. Ma, così facendo, i rappresentanti statunitensi privavano la
Società delle Nazioni del supporto dello Stato che tutti riconoscevano come il vero
protagonista della vittoria finale dell'intesa. In tal modo la società nacque fin da subito come
un organismo incredibilmente debole. Essa darà un non piccolo contributo alla terribile
precarietà del nuovo sistema geopolitico internazionale uscito dal carnaio della Grande
Guerra.
2. La russia rivoluzionaria
2.1 Le rivoluzioni (1916-17)
La Russia subisce il massimo di perdite umane perché i capi dell'esercito si sono
preoccupati poco di mandare i propri soldati allo sbaraglio e perché sono dotate di pessimi
armamenti. Inoltre nel 1916 si verifica una cattiva annata agricola, con il conseguente
aumento dei prezzi. All'inizio della guerra lo zar Nicola II decide di cambiare il nome di San
Pietroburgo in Pietrogrado. La città ospita i palazzi del governo e la Duma ossia il
Parlamento. Dall'inizio del 1917 gli operai cominciano ad essere in agitazione. Anche le
donne scendono in piazza per rivendicare i loro diritti. Verso la fine di febbraio il governo
sollecita lo zar a un intervento attraverso i soldati. Risultati però ammutinano e si uniscono
alla folla, distribuendo le armi. Nicola II Abdica e viene proclamata la Repubblica. Si forma
un governo di coalizione, formato da rappresentanti di diversi partiti, che ha il compito di
prendere una decisione sulla guerra. Il governo decide però di restare in guerra e
l'insoddisfazione del popolo viene raccolta nei Soviet. I soviet sono comitati di operai e uniti
nella richiesta di uscire dalla guerra. Il Soviet di Pietrogrado è quello più importante ed è
guidato dai menscevichi minoritari, mentre i bolscevichi hanno una debole influenza.
Intanto torna dall'esilio in Svizzera Lenin, dirigente dei socialisti bolscevichi. Appena
giunto a Pietrogrado, il 4 aprile 1917. Rende note le proprie posizioni con un discorso che è
stato immediatamente pubblicato nel giornale bolscevico Pravda con il titolo di tesi d'aprile.
Lenin vi delinea un programma che prevede il rovesciamento del governo provvisorio, il
trasferimento del potere ai soviet, l'uscita della Russia dalla guerra e la nazionalizzazione di
tutte le proprietà terriere. Lenin guadagna il favore del popolo e comincia a organizzare una
forza paramilitare, le Guardie Rosse. Intanto i menscevichi socialrivoluzionari entrano in
un nuovo governo provvisorio, presieduto il principe L'vov. Ministro della guerra è
Kerenskij, convinto che, per importi davvero, il governo dovrebbe ottenere una vittoria
militare. Ma l'esercito ormai non è nelle condizioni di compiere azioni militari efficaci e
l'offensiva contro gli austriaci in Galizia si rivela disastrosa. La situazione interna precipita.
Un primo tentativo di rivolta operaia fallisce. L'vov dà le dimissioni da primo ministro e lo
sostituisce proprio Kerenskij che arresta i capi bolscevichi. A questo punto, il generale
Kornilov tenta il colpo di stato e per fermarlo vengono liberati bolscevichi, che colgono
l'occasione per potenziare le Guardie Rosse. Kornilov viene bloccato è il pericolo scampato.
È giunto il momento dei bolscevichi. Nella notte tra il 24 e il 25 ottobre 1917 Insurrezione
bolscevica ha inizio. I soldati filo bolscevichi e le Guardie Rosse espugnano nel Palazzo
d'Inverno, sede del governo. Il governo va ai bolscevichi, che formano il Consiglio dei
commissari del popolo, con Trotzki come ministro degli Esteri e Stalin come ministro per le
questioni nazionali. Lenin annuncia le due misure che verranno adottate: 1 l'uscita dalla
guerra senza annessioni ne indennizzi. 2 la confisca delle proprietà terriere i possidenti alla
chiesa. I bolscevichi credono di aver conquistato il popolo. In realtà alle elezioni
dell'Assemblea Costituente sono i social rivoluzionari moderati ad ottenere la maggioranza
schiacciante. Ma nel gennaio 1918 i bolscevichi sciolgono l'Assemblea Costituente con la
posizione e nel 1929 verrà cacciato dall9Unione Sovietica. Trattamento analogo riceveranno
tutti coloro che si oppongono alle decisioni di Stalin.
2.4 Donne nuove, famiglie nuove.
Sin dal luglio 1917 le donne russe possiedono il diritto di voto. Sul piano del diritto di
famiglia lo Stato sorto dalla Rivoluzione approva una legislazione innovativa.
Un9importante sequenza di leggi autorizza il divorzio consensuale, proclama l9eguaglianza
assoluta tra uomini e donne nel 1918 vengono aboliti la poligamia, il matrimonio delle
bambine e viene stabilita la gratuità dell9assistenza ospedaliera per le partorienti e nel 1920
viene liberalizzato l9aborto. Quindi vi è più spazio per realizzare la persona come lavoratore
o come lavoratrice. C9è anche l9idea che una maggiore destrutturazione delle relazioni
familiari possa liberare i giovani dall9influenza delle famiglie, lasciando allo stato
rivoluzionario lo spazio per plasmare le loro menti. I figli della famiglia proletaria devono
trovare nella scuola un adeguato luogo di formazione pedagogica. L9istruzione è resa
obbligatoria fino ai 15 anni. Sul terreno educativo l9obiettivo da raggiungere è la
diminuzione dell9analfabetismo. Abbiamo dunque un deragliamento nelle strutture di molti
nuclei familiari, prodotto dalla nuova legislazione e dalla guerra civile. Vi è una crescita dei
nuclei familiari incompleti e aumentano sia le vedove, sia le donne ripudiate dai mariti.
Intere famiglie si spostano verso le campagne sperando di trovare cibo e vivono da nomadi.
2.5 Paura e consenso
L9esperienza bolscevica ha preso la strada della dittatura a partito unico che viene
riconosciuto ufficialmente nella Costituzione del 1924. Una delle componenti del sistema è
la coercizione, il terrore rosso. Il sistema comunista offre dei vantaggi economici e sociali
agli operai e ai contadini che godono di condizioni economiche migliori. Durante la Nep un
numero cospicuo di contadini riesce ad arricchirsi. Le donne di estrazione operaia o
contadina vivono esperienze più ambivalenti, ci sono quelle che non hanno riconoscenza
verso il regime perché vengono travolte da disastri familiari; e chi apprezza la nuova
normativa, il diritto di voto che riescono a costruire nuclei familiari più stabili. Si sviluppa
il clientelismo d9apparato e vi è anche un9identificazione dei nemici esterni e interni. La
dinamica è imposta dalle modalità di formazione del sistema comunista, i responsabili del
partito comunista sviluppano una tecnica di governo che si basa sul sospetto e sulla ricerca
di possibili traditori. Il meccanismo rafforza la coesione di coloro che ritengono di avere
titoli per far parte della comunità comunista. La spinta della paura induce a introiettare
norme che fanno di un individuo un perfetto militante e abbiamo anche una grande
sacralizzazione del partito, il partito possiede i suoi testi sacri da cui si traggono
insegnamenti, detti morali. Una genealogia di santi e la produzione di icone di questi. Il
carattere monistico del partito si giustifica col fatto che pretende di essere l9unico che ha la
verità. Dopo la morte di Lenin su questo viene costruita la natura parareligiosa e si
imbalsama la sua salma così da poter essere messa nel mausoleo di piazza rossa a Mosca,
perché vi possano fare un pellegrinaggio.
3. Il dopoguerra dell9Occidente
3.1 Le trasformazioni economiche nel primo dopoguerra
Per i governi europei lo sforzo economico per finanziare la guerra è stato enorme. Francia,
Regno Unito e Italia soprattutto hanno contratto debiti pesanti con gli Stati Uniti per
comprare armi e rifornimenti per gli eserciti. Inoltre i paesi europei coinvolti nella guerra
hanno emesso grandi quantità di cartamoneta, al di là dei limiti consentiti dalle risorse
auree, e ciò ha comportato una violentissima inflazione. Ovviamente in Germania l9impatto
è stato maggiore. L9industria pesante (siderurgica, meccanica), che ha avuto ovunque un
grande sviluppo sollecitato dalla richiesta di armi e attrezzature per gli eserciti, deve ora
riconvertire le sue produzioni al contesto di pace. La riconversione comporta cambiamenti
organizzativi, tecnici, tecnologici che, nell9immediato, provocano una diminuzione della
produzione e di conseguenza un aumento della disoccupazione. Al tempo stesso, le imprese,
per favorire la conversione delle linee produttive, cercano di contenere o anche di diminuire
i salari operai. Ne consegue un incremento della conflittualità sindacale. Inoltre si pone il
problema dei soldati, tornati dal fronte, che cercano lavoro. Negli anni di guerra i posti di
lavoro rimasti vuoti per la loro partenza sono stati occupati dalle donne, che vengono
rimandate a casa per far posto di nuovo agli uomini. La chiave della ripresa economica, che
effettivamente si registra nella seconda metà degli anni Venti, sta nel modo in cui viene
risolto il nodo delle riparazioni di guerra che gli Stati vincitori hanno deciso di chiedere alla
Germania. La catena è: Germania paga le riparazioni a Regno Unito, Francia e Italia che a
loro volta si sdebitano con gli Stati Uniti. Ma il meccanismo è bloccato alla base in quanto
la Germania è squassata da una violenta inflazione ed è stata privata di zone
economicamente importanti, come l9Alsazia e la Lorena. Per questo non è in grado di far
fronte alla richiesta di risarcimenti. La Germania, che non trova alternativa e si scontra
anche con l9intransigenza statunitense, decide per la svalutazione del marco e di non
scaricare questo peso sulle spalle dei contribuenti. Ciò provoca un ulteriore svalutazione del
marco.
3.1 l9adozione del piano Dawes
Così nel corso della Conferenza internazionale per le riparazioni di guerra, convocata a
Parigi nel 1924, si affronta il problema della crisi tedesca. La decisione più importante è
l9adozione del Piano Dawes, dal nome del banchiere statunitense Dawes che lo ha
presentato. Il piano prevede la rivalutazione e la stabilizzazione del marco, una dilazione del
pagamento e la possibilità per la Germania di ricevere prestiti internazionali. Ciò permette
alle banche e alle aziende statunitensi di prestare denaro alla Germania, che può risarcire i
danni a Regno Unito, Francia e Italia, che, a loro volta, possono sdebitarsi con gli Stati
Uniti. Nel 1929 viene approvato il piano Young (dal nome dell9uomo d9affari
nordamericano) che prevede il pagamento rateale dei risarcimenti tedeschi per i successivi
58 anni. Tutto ciò fece registrare una buona ripresa per l9economia europea dal 1925 al
1929.Inoltre, nel 1920 le donne statunitensi ottengono il diritto al voto dopo tante dure lotte
da parte delle suffragette. Nel paese si registra anche una profonda prosperità economica.
Tale prosperità tocca soprattutto la popolazione wasp (white anglosaxon protestant, bianco
anglosassone protestante). Tra il 1921 e il 1924 nuove leggi limitano i flussi migratori in
entrata, sbarrando gli accessi a individui che vengono dai paesi dell9Europa meridionale,
sentiti come persone diverse dal buon cittadino americano wasp. Le aggressioni e le
discriminazioni a danno dei neri sono storia quotidiana e sono attivamente incoraggiate dal
Ku Klux Klan, l9associazione segreta razzista nata nel 1866 e rifondata nel 1915. Il successo
dell9associazione è notevole. I neri sono al centro del mirino dei macabri rituali
dell9associazione, ma anche gli ispanici, gli immigrati recenti o gli ebrei sono vittime di
aggressioni verbali e fisiche. Sempre in questo periodo comincia la lotta contro l9uso e la
produzione di bevande alcoliche, promossa da politici tanto repubblicani che democratici di
confessione protestante e appoggiati dal Ku Klux Klan. Si approvò poi nel 1919 e si attuò
nel 1920 il divieto di produrre, vedere e trasportare liquori. Cominciò così l9era del
proibizionismo ma anche quello delle distillerie clandestine.
3.3 I consumi culturali e gli stili di genere
Negli anni successivi alla Grande Guerra, il sentimento di paura e depressione contrasta con
la sensazione che tutto possa essere possibile. Una sorta di incontenibile desiderio di novità
si impossessa di molti. La moda femminile è in piena trasformazione, ci sono vari <tipi=
femminili: la garçonne, la flapper (emancipata) sono ragazze che esibiscono capelli corti,
gonne corte. Grande innovazione anche nel make up (es coco chanel) questo modello vuole
suggerire l9idea che le giovani donne posano fare cose mai pensate prima con più libertà. I
modelli di mascolinità sembrano confondere i loro profili. La cultura nazionalista ha
riproposto la figura di maschio combattente, inizia però il successo dell9uomo rude e
romantico insieme. La gioventù comincia ad essere un mondo a parte: hanno combattuto la
guerra, hanno lavorato nelle fabbriche e hanno acquistato consapevolezza di sé in quanto
gruppo. La gioventù comincia ad essere un modello sociale da imitare, e questi vengono
dagli stati uniti. Il medium per eccellenza è il cinema, quello americano arriva in Europa
mostrando una capacità narrativa straordinaria, propongono modelli di comportamento
avvincenti.
3.4 La prosperità statunitense
Nel 1920 le donne statunitensi conquistano il loro diritto al voto sul piano federale. Le
suffragiste devono lottare fino alla fine, il XIX emendamento viene approvato dalla camera
dei rappresentanti del congresso sin dal 1918 ma il senato ci mette due anni per approvarlo
ed è necessario un intervento della corte suprema per non limitarne l9applicazione. Nel
novembre del 1920 il partito repubblicano riconquista la presidenza con Harding che ha
come slogan <normalità= nel senso di associazioni sindacali sottoposte a repressioni. Questo
va a favorire le classi più alte e i più potenti gruppi imprenditoriali. Le tasse vengono ridotte
e tra il 1920 e il 1930 il numero delle banche si dimezza. La maggiore disponibilità di
risorse permette anche alle famiglie operaie di accedere ai beni di consumo. L9orientamento
al consumo è incoraggiato anche dalla tecnica della vendita a rate. La prosperità tocca la
popolazione bianca e i white anglosaxon protestant, nuove leggi limitano il flusso
migratorio sbarrando l9accesso a europei meridionali. Le aggressioni sono incoraggiate
dall9associazione segreta razzista con l9ideale dell9uomo forte e aggressivo. Vi è anche una
grande proibizioni all9acquisto di bevande alcoliche nocive.
sono allontanati dalla SPD sin dal 1916 è che il 30 dicembre 1918 hanno fondato il Partito
comunista tedesco, anche noto come KPD punto l'idea di Luxemburg è di costruire una
repubblica dei soviet, simile a quella che si è formata nella Russia bolscevica. Ma
l'insurrezione della Lega di Spartaco viene subito repressa dal governo socialdemocratico
che fa appello all'esercito regolare e ai Freikorps, i quali reprimono brutalmente la
rivoluzione e massacrano i capi della Lega. Infine una brevissima esperienza di rivoluzione
sovietica viene vissuta in Baviera, dove da marzo a maggio del 1919 si forma un'altra
effimera La Repubblica che proclama la sua autonomia. La Repubblica viene repressa ai
primi di maggio dell'esercito regolare tedesco coadiuvato dai Freikorps.
3.8 La Repubblica di Weimar
A Berlino dopo la repressione del tentativo spartachista il presidente provvisorio Ebert ha
convocato le elezioni per i rappresentanti dell'Assemblea Costituente. I socialdemocratici
vincono le elezioni e l'assemblea conferma Ebert come Presidente della Repubblica e
procede a preparare una costituzione, che viene promulgata nell9agosto del 19. La
Costituzione prevede che la repubblica tedesca conservi la struttura federale che già
caratterizzavano impero, che sia dotata di un parlamento eletto a suffragio universale
maschile e femminile, che abbia un presidente eletto direttamente dal corpo elettorale e che
il governo si è responsabile davanti al Parlamento. Poiché l'Assemblea Costituente si è
riunita nella città di Weimar la nuova repubblica verrà chiamata Repubblica di Weimar. I
problemi che devono essere fronteggiati dalla Repubblica sono di due tipi. 1 a che fare con
la necessità di risanare il sistema economico e di adempiere al pagamento delle riparazioni
di guerra, questioni che vengono risolte attraverso l'attuazione del piano Dawes e dal piano
Young. L'altro è il profondo disagio che attraversa aree diverse dell'opinione pubblica, le
quali manifestano una netta contrarietà alla repubblica parlamentare. Una di queste aree
continua a guardare con simpatia e partiti che vogliono ripercorrere anche in Germania il
cammino della rivoluzione sovietica, il Partito socialdemocratico indipendente di estrema
sinistra costituito nel 1917 e il partito comunista tedesco, KPD, fondato nel 1918. La fedeltà
di questi partiti alle istituzioni della Repubblica è piuttosto tenue. Infatti, dopo il tentativo
spartachista, tra il 23 e il 24 ci sono nuovi tentativi comunisti di colpi di mano per la
costituzione di autonome repubbliche sovietiche. Nonostante questi insuccessi, negli anni
seguenti comunisti continuano ad alimentare un incessante polemica contro le istituzioni
repubblicane e soprattutto contro i socialdemocratici, responsabili di aver tradito la classe
operaia per la loro collaborazione con i partiti centristi e moderati. Anche più inquieta è
l'opinione pubblica nazionalista di estrema destra che critica aspramente le istituzioni della
Repubblica, perché ritiene che essa sia nata a casa di una sorta di tradimento politico. Il
ragionamento di questa fazione sostiene che nel 1918 esercito tedesco non sia stato
veramente battuto negli eserciti stranieri siano entrati nel territorio dell'Impero tedesco e
quindi, se non ci fosse stata la rivoluzione di novembre ti ha costretto Guglielmo II alla fuga
e ha proclamato la Repubblica, forse l'esercito avrebbe anche potuto resistere. Tutto il
ragionamento non ha gran fondamento. Nel 1918 la società tedesca era i limiti delle sue
capacità di resistenza, mentre l'esercito stava comunque arretrando domani alla
controffensiva degli eserciti dell'intesa. Inoltre il fronte austro-ungarico stava crollando.
Quindi destino militare della Germania era comunque segnato. Animati da questa radicale
frustrazione nazionalista, alcuni gruppi di estrema destra organizzano dei veri e propri colpi
di Stato, che tuttavia falliscono rapidamente. Nel 1920 il governo guidato dal
socialdemocratico Muller decide che il momento di procedere allo scioglimento dei
Freikorps. La decisione provoca la reazione dei record distanza Berlino, che nel marzo del
1920 provano un colpo di Stato che però fallisce per diversi motivi. Nel novembre del 1923
a Monaco di Baviera viene tentato ancora un altro colpo di stato organizzato da Adolf
Hitler. Hitler figlio di un impiegato delle Dogane austriache, con internazionalista
antisemita, dopo la guerra torna a Monaco, dove si unisce militanti dei piccoli sono partito
dei lavoratori tedeschi fondato nel 1919. Nell'aprile del 1920 il partito dei lavoratori
tedeschi, odaf, cambia il nome e assume quello di partito nazionalsocialista dei lavoratori
tedeschi e si dota di un programma di 25 punti, tra cui la formazione di una grande
Germania, l'abolizione dei trattati di pace, la confisca totale dei redditi di guerra,
l'espulsione di tutti gli immigrati non tedeschi. Nel 1921 Hitler riesce a imporsi come
Fuhrer, cioè come il capo indiscusso del partito. Il partito nazionalsocialista dei lavoratori
tedeschi amplia il numero dei suoi militanti e si dota di un suo distaccamento paramilitare,
le SA. Nell'autunno del 23 in Baviera numerosi gruppi politici nazionalisti protestano contro
la decisione presa dal governo centrale di interrompere la resistenza per l'occupazione
francese della Ruhr. Hitler pensa di poter convincere i locali responsabili dell'esercito e le
principali autorità politiche bavaresi a cooperare per un colpo di Stato anti repubblicano. La
sera del 8 novembre 1923 è Hitler fa irruzione in una birreria di Monaco, dove era in corso
una manifestazione nazionalista a cui partecipano il capo del governo bavarese, il locale
comandante dell'esercito del capo della polizia. Hitler proclama decaduto il governo di
berline tenta di arrestare le tre autorità presenti che però riescono a fuggire. Hitler invece
viene arrestato e condannato a 5 anni di carcere, dove comincia a scrivere il Mein Kampf
nel quale espone le sue convinzioni politiche ideali. Uscito di prigione, riprende le fila della
sua azione politica.
4. Il fascismo al potere
4.1 Quadro politico italiano nell'immediato dopoguerra
Dopo il 1918 l'Italia deve affrontare problemi analoghi a quelli fronteggiate dagli Stati
europei che hanno vinto la guerra. C'è una forte inflazione da contenere, problemi di
riorganizzazione produttiva da risolvere, una larga inquietudine sociale da soddisfare una sa
dare. A queste si aggiunge un vero e proprio terremoto politico sociale. Vengono introdotte
in quei anni due nuove leggi elettorali: la prima prevede il suffragio universale maschile e la
seconda ha la rappresentanza proporzionale con scrutinio di lista. Le nuove regole
favoriscono i raggruppamenti politici che hanno struttura organizzativa e stabili è diffusa sul
territorio, capaci di condurre una propaganda capillare ed efficiente. Ma i liberali mancano
di tale organizzazione. Quando arrivano le prime elezioni, nel novembre 1919, i liberali non
hanno un partito che li sorregga. Invece altre due formazioni politiche mostrano di poster
organizzazioni solide ben strutturate. La prima formazione e il Partito Popolare Italiano,
PPI, guidato da don Luigi Sturzo. La composizione del Partito Popolare Italiano è molto
variegata, vi aderiscono sì e sostenitore della Democrazia Cristiana sia i cattolici moderati.
L'altra formazione dotata di un'ottima struttura organizzativa il Partito Socialista Italiano,
Psi, che non è un partito nuovo, ma che tuttavia si è enormemente rinnovato negli
orientamenti del suo gruppo dirigente. I nuovi socialisti si propongono di compiere al più
presto una rivoluzione sovietica. L'opinione pubblica non condivide il loro programma, ma i
liberali non sono in grado di sorreggere autonomamente un governo. Nonostante l'appoggio
esterno, i governi liberali e non hanno maggioranza solida te li sostenga in Parlamento e
sono dunque dei governi politicamente fragili. Si trovano inoltre dover gestire dei conflitti
sociopolitici di enorme gravità.
4.2 Le aree di crisi nel biennio 1919-20
La prima crisi è dovuta al sentimento nazional-patriottico che attraversa l'opinione pubblica
in disaccordo nei confronti delle condizioni di pace che si stanno elaborando a Versailles. Il
Patto di Londra aveva stabilito che nel caso di vittoria dell'intesa Alitalia, oltre a Trento e
Trieste, sarebbe toccata anche la Dalmazia. Tuttavia, la Dalmazia era una regione a
maggioranza slava e per questo assegnata alla Jugoslavia punto incerto è invece il destino
della città di Fiume, che è a maggioranza italiana ma che, al momento, è sotto l'occupazione
di una forza militare interalleata punto questo trattamento viene denunciato dei gruppi
nazionalisti italiani, che parlano di vittoria mutilata, espressione coniata da Gabriele
D'Annunzio. Ai primi di settembre del 1919 D'Annunzio si reca a Ronchi, nei pressi di
Fiume, dove è di stanza un battaglione dell'esercito italiano che, disobbedendo gli ordini
superiori, decide di leggerlo proprio capo. Affiancato da diverse centinaia di volontari,
D'Annunzio il 12 settembre 1919 marcia su fiume e mentre in città, costringendo il
contingente interalleato di allontanarsi. Nei mesi successivi i governi liberali di Nitti e poi di
Giolitti cercano di ostacolare in tutti i modi l'iniziativa di D'Annunzio, che rischia di provare
un grave incidente internazionale. Il problema viene risolto il 12 novembre 1920, quando il
governo presieduto da Giolitti firma con la Jugoslavia il Trattato di Rapallo, che
attribuisce la Dalmazia alla Jugoslavia con l'eccezione della città di Zara, assegnata all'Italia.
Giolitti ordina l'esercito regolare di attaccare le forze del governo irregolari D'Annunzio,
finché la città sia sgomberata. L'operazione non pone fine alle polemiche. La situazione è
resa difficile anche dalla fortissima conflittualità che è scoppiata nelle fabbriche e nelle
campagne. Non si tratta di una cosa insolita in questi anni. La presenza di un partito
socialista enormemente radicalizzato incoraggia i sindacati operai e contadini ad assumere
posizioni altrettanto radicali, sia nelle parole d'ordine, sia nelle modalità di realizzazione
degli scioperi. La conflittualità agraria si concentra prevalente nella Val Padana e nell'Italia
centrale. I toni sono particolarmente accesi, perché tra gli obiettivi delle leghe sindacali c'è
l'imponibile di manodopera, ovvero l'obbligo che i proprietari o gli affittuari assumano un
numero fisso di braccianti stabilito in base alle indicazioni concordate con i rappresentanti
sindacali. Intanto anche le campagne dell'Italia meridionale sono estremamente inquiete e
numerosi sono i casi di occupazione di terre incolte. Non meno tesa la situazione delle aree
industriali. Giolitti deciso di non intervenire. Le trattative tra il sindacato gli imprenditori
vanno avanti fin quando, alla fine del settembre 1920, viene raggiunto un accordo che segna
la vittoria dei lavoratori. Nonostante l'esito straordinariamente positivo del conflitto
sindacale, molto però si sentono delusi, poiché hanno interpretato l'occupazione delle
fabbriche come l'inizio di una possibile rivoluzione sovietica e non come un contenzioso
sindacale sono un po' più duro del solito. Inoltre sin da le settimane successive si capisce
subito che gli imprenditori non vogliono attivare i consigli operai dentro le loro fabbriche.
Dentro il partito socialista si è formato una corrente guidata da Bordiga, Gramsci, Togliatti,
che vuole sperimentare con maggior decisione la via rivoluzionaria è che accusa il resto dei
socialisti di non voler realizzare davvero una rivoluzione sovietica. Il 21 gennaio 1921 la
corrente rivoluzionaria decise di abbandonare il congresso del Partito Socialista Italiano e di
costituirsi in Partito Comunista d'Italia.
4.3 La nascita del fascismo
Alla fine del 1920 industriali e proprietari sono spaventati e furiosi. Hanno dovuto cedere la
libertà di gestire le loro aziende secondo i criteri che ritengono economicamente più adatti.
Numerosi imprenditori e numerosi agrari comincia a pensare che sia necessario ricorrere a
una forza armata privata, per allontanare o intimidire gli scioperanti oi manifestanti, è per
proteggere i lavoratori che desiderano non aderire agli scioperi. Perciò cominciano a
rivolgersi a varie formazioni politiche che dispongono di piccole forze paramilitari, e tra
queste il movimento dei Fasci di combattimento. Si tratta di un gruppo politico fondato a
marzo del 19 da Mussolini, ex esponente del Partito Socialista Italiano ed ex direttore
dell'Avanti, che nel novembre 1914 è stato espulso dal Partito Socialista per aver
manifestato opinioni favorevoli all'ingresso dell'Italia in guerra. Dopo l'espulsione dal
Partito Socialista Italiano ha sostenuto queste su opinioni sulle pagine del Popolo d'Italia, il
nuovo giornale che egli stesso ha fondato. I Fasci di combattimento sono una strana
formazione politica di carattere patriottico bellicista e ambizioni di riforma sociale. Ma il
movimento non decolla. Da questa sconfitta i fasci cominciano a cambiare natura. Mussolini
abbandona i riferimenti alle riforme sociali contenute nel primo programma, mentre accento
in forma radicale antisocialismo ed antibolscevismo della sua formazione punto nascono
così e si diffondono le squadre d'azione fascista, gruppi agguerriti, spesso composti da ex
combattenti, che iniziano una lunga e sanguinosa stagione di azioni a sorpresa, aggressioni
scontri contro socialisti, i sindacalisti, le loro sedi ei loro militanti. Nel tardo 1920 e nei due
anni successivi lo squadrismo diventa una realtà politica. Attraverso i suoi organi di stampa,
attraverso i comizi dei suoi dirigenti, e primo fra tutti Mussolini, il fascismo si presenta
come l'unico movimento che interpreta il volere della nazione, l'unico movimento capace di
raccogliere l'eredità del discorso nazional patriottico fondato nel Risorgimento. Con ciò
vuole essere una formazione che non dimentica i martiri della guerra nazionale, e non li
dimentica perché in loro nome vuole ricostruire e rilanciare la grandezza della nazione. E in
virtù di questo ragionamento che dirigenti fascisti e gli stessi squadristi possono presentare
correntemente l'azione violenza delle squadre contro i socialisti come un modo per
ristabilire l'unità e la compattezza della nazione. L'azione politica delle squadre impone alla
segreta italiano un ulteriore prezzo di sangue. Nonostante i dubbi e le sofferenze che tale
guerra civile comporta, una buona parte dell'opinione pubblica di estrazione medio è alto
borghese apprezza molto il fascismo.
4.4 La marcia su Roma
Nel maggio del 1921 alle nuove elezioni i fasci ricevono una sorta di legittimazione
politica. Un certo numero di loro candidati viene incluso nelle liste dei cosiddetti blocchi
nazionali, alleanze di vari gruppi politici che si aggregano ai liberali per tentare di fermare
l'ascesa politica del Ppi e del Psi. I risultati delle elezioni non cambiano veramente il quadro
politico creatosi del 19. Adesso, però, c'è un fatto nuovo: 38 fascisti, tra cui Benito
Mussolini, vengono eletti nelle liste dei blocchi e possono sedere alla Camera come
deputati. Il quadro politico non favorisce la stabilità dei governi che si formano dopo le
lezioni. Mentre l'area liberale non riesce a darsi una forma organizzativa permanente, il
movimento fascista accresce le sue capacità di attrazione. Nel novembre del 1921, nel corso
del congresso che si tiene a Roma, i Fasci di combattimento cambiano nomee assumono
quello di Partito Nazionale Fascista. Mussolini acclamato Duce di un partito che conserva
tutti i tratti di bellicosità simbolica e operativa che erano proprio del movimento al quale si
sostituisce. La composizione sociale dei suoi militanti mostra il carattere essenzialmente
Borghese del movimento, sebbene tra gli scritti si trovino anche numerosi operai e
contadini. Intanto il Partito Socialista continua a subire scissioni. La prima scissione, quella
del gennaio del 21, ha dato vita al Partito comunista. La seconda, i primi di ottobre del 22,
re dei socialisti riformisti guidati da Turati e Matteotti uscire dal Partito Socialista per
fondare il nuovo Partito Socialista Unitario. Questa seconda scissione indebolisce molto la
sinistra e apre nuovi scenari. Per i fascisti non c'è tempo da perdere, se vogliono mantenersi
al centro della vita politica. Mussolini decide che è arrivato il momento di tentare un audace
azione di forza. Alla fine di ottobre del 1922 e prende corpo il progetto di realizzare una
marcia su Roma. Si tratta di un vero e proprio progetto di colpo di Stato, che viene messo
in atto il 27 e 28 ottobre 1922. Sarebbe facile bloccare le camicie nere fasciste che si stanno
dirigendo a Roma. Basterebbe che il re, Vittorio Emanuele III, proclamato lo stato d'assedio
perché l'esercito venissi mobilitato contro i rivoltosi. Ma il re decide di non firmare il
decreto che proclama lo stato d'assedio. I fascisti possono entrare indisturbati a Roma.
Quando la mattina del 30 ottobre si presenta Andrea, Mussolini chiede e ottiene l'incarico di
formare il nuovo governo. Mussolini ci mette 2 giorni per formare il suo governo. È un
governo di coalizione. Mussolini sottolinea in un discorso alla Camera che questo governo
si formi in un quadro nel quale la legalità costituzionale è infranta. La Camera vota la
fiducia al governo Mussolini. Nonostante si conservino ancora elementi propri della
tradizione costituzionale, il primo governo Mussolini deve essere considerato come l'inizio
della fine del sistema liberaldemocratico.
4.5 Una fase transitoria (1922-1925)
Nel dicembre del 1922 viene formato il Gran Consiglio del Fascismo, un organo di raccordo
tra il Partito Nazionale Fascista e lo Stato, di cui sono membri diversi dignitari fascisti i
presidenti di Camera e Senato. Nel gennaio del 23 le squadre d'azione fasciste sono
trasformate nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Si tratta di un corpo
militare che rimane collegato strettamente al Partito nazionale fascista, ma che ora riceve
un'importante legittimazione istituzionale. In economia, il governo ha fatto una linea
politica liberista, concepita al Ministro delle finanze del Tesoro De Stefani. Nei rapporti
commerciali internazionali si adottano tariffe doganali leggere, che dovrebbero favorire gli
scambi all'arrivo di materia prima necessaria l'industria. I risultati economici di questo
indirizzo sono complessivamente piuttosto positivi e il Pil e in crescita. Mussolini vuole
trovare un modo per imporre definitivamente il dominio del suo partito. L'obiettivo è
raggiunto con l'approvazione nel luglio del 1923 di una nuova legge elettorale, che prevede
che la lista che raccoglie la maggioranza relativa ottengo i due terzi dei deputati alla
Camera. Le lezioni con la nuova legge si celebrano il 6 aprile 1924, in un clima di violenza
che intimidisce gli elettori e li orienta verso le liste nazionali. Il risultato è un trionfo per le
liste nazionali fasciste. Accade però che il 30 maggio 1924 il segretario del PSU, Matteotti,
pronunci alla Camera un duro e chiaro discorso nel quale denuncia le violenze le
intimidazioni che hanno caratterizzato le lezioni e pertanto ne chiede l'annullamento. 10
giorni dopo Matteotti viene rapito da un gruppo di fascistiche lo uccidono. Le opposizioni
decidono di ritirarsi dal Parlamento di riunirsi separatamente in quella che ti chiamerà la
secessione dell'Aventino. Gli oppositori sperano in un intervento del re, che ristabilisca la
legalità. Ma ciò non accade. La situazione, allora, viene sbloccata dallo stesso Mussolini,
che il 3 gennaio 1925 tiene un discorso alla Camera nel corso del quale si assume
provocatoriamente tutte le responsabilità di quanto accaduto. Il senso politico del discorso
di Mussolini e chiarissimo. La fase di convivenza del fascismo con le norme e le tradizioni
dello Stato liberale è finita lo Stato liberale stesso è finito. Ora è arrivato il momento di
portare a pieno compimento la Rivoluzione Fascista iniziata con la marcia su Roma.
4.6 Il fascismo si fa Stato (1925-29)
Nei giorni immediatamente seguenti al discorso del 3 gennaio 1925 lo strappo politico-
istituzionale viene realizzato attraverso lo scioglimento di tutte le associazioni politiche
avverse al fascismo. Non siamo ancora giunti allo scioglimento dei partiti di opposizione,
ma sono messi in condizione di non poter svolgere un'attività politica degna di questo nome.
A questa prima serie di misure e segue l'approvazione di un'importante sequenza di leggi
virgola le leggi fascistissime che prevedono, tra le altre cose, che il governo sia
responsabile solo nei confronti del re, e che abbia la facoltà di emanare autonomamente
norme di legge. Vengono inoltre dichiarati decaduti tutti i deputati dell'opposizione. La
svolta totalitaria che accompagna un mutamento di rotta della politica economica. Dal 1924
i prezzi hanno preso a salire, anche in virtù di una netta svalutazione della moneta italiana.
Per bloccare l'andamento inflazionistico e anche per esibire internazionalmente la stabilità e
la prosperità del neonato regime fascista, Mussolini decide di procedere alla rivalutazione
della lira. Questa cosa serve a mettere un freno l'inflazione a far scendere il prezzo delle
importazioni. Un altro aspetto importante l'azione economica Cervaro della bonifica
integrale, cioè l'azione di prosciugamento di messa a coltura delle aree paludose e malariche
ancora esistenti. Il completamento del ciclo di costruzione di uno stabile il regime
monopartitico passa attraverso un accordo con la Chiesa cattolica, con la sottoscrizione dei
Patti Lateranensi, che sono un trattato formale tra Chiesa e stato italiano. Gli accordi
prevedono che lo Stato italiano paga il Vaticano un'indennità come risarcimento per la
perdita del potere temporale, in cambio il papa riconosce lo Stato italiano e accetta di
esercitare la sua sovranità temporale esclusivamente sul territorio dello Stato della Città del
Vaticano. L'accordo prevede anche un concordato, con cui il regime fascista fa notevoli
concessioni alla chiesa. La religione cattolica viene confermata religione di stato, si
riconosce il valore civile del matrimonio, l'insegnamento della dottrina cattolica diventa
materia ufficiale in tutte le scuole del regno. L'Azione Cattolica è l'unica associazione non
fascista tollerata a regime fascista, ha fatto che si astenga da qualsiasi attività di tipo
politico.
culto della bandiera tricolore: il 31 gennaio 1923 si stabilisce infatti l'obbligo del saluto al
tricolore nelle scuole; e un decreto del 24 settembre 1923 stabilisce che il tricolore sia
obbligatoriamente esposto fuori degli uffici pubblici in occasioni di feste o di lutti nazionali.
La Festa della Vittoria, che è istituita il 23 ottobre 1922 e si celebra ogni 4 novembre,
diventa ben presto una celebrazione del rapporto tra il fascismo e la guerra nazionale. Altre
feste più specificamente fasciste vengono istituite negli anni seguenti: e così ogni 24 maggio
si celebra l'entrata in guerra dell'Italia; ogni 21 aprile si celebra la fondazione di Roma, che
diventa anche una sorta di festa fascista del lavoro in sostituzione dell'abolita festa del 1
maggio; e soprattutto ogni 28 ottobre si festeggia la ricorrenza della marcia su Roma. Anche
intorno al duce si crea un culto, visto come il capo della nazione, a cui qualche volta si
attribuiscono perfino capacità sovraumane.
5. Civiltà in trasformazione
5.1 Il fardello dell9occidente
Inizia a delinearsi tra i colonizzati il fatto che non sia più il peso morale che grava sui
colonizzatori, ma il peso dei colonizzatori stessi che grava sulle spalle dei colonizzati. Si
inizia a pensare che la guerra abbia fatto nascere delle potenti arme che potrebbero essere
usate contro l9occidente stesso, come il fascismo e il comunismo. Tanto che si dice che
l9Occidente fu battuto con le idee nate in Europa. Ma ogni singola esperienza di opposizione
rielabora in forma autonoma idee che vengono dall9occidente, ibridandole con tradizioni già
esistenti.
5.2 La Cina contesa
Dopo la grave situazione di conflittualità interna che si è creata dopo la proclamazione della
Repubblica Cinese, nel 1911, la Cina comincia una ripresa quando il Kuomintang, nel 1923
, ricostruisce a Canton un governo nazionale che riceve l'appoggio del Partito comunista
cinese, fondato da intellettuali marxisti tra cui Mao Tse Tung. L'autorità politica del Partito
Comunista cresce e viene lanciata la spedizione contro il Nord, per sconfiggere le fazioni
militari che detengono il potere militare e politico nelle province e i giapponesi. Nel 1928 a
Nanchino si forma un nuovo governo nazionalista che procede ad una modernizzazione
dell'economia e della società cinese, con l'ostracismo di estesi gruppi criminali. Per
finanziare l'esercito si tassano pesantemente le attività commerciali e produttive urbane.
Mao Tse Tung organizza i contadini per una possibile rivoluzione comunista cinese e cerca
di formare una Repubblica Cinese dei soviet. Intanto grava l'attacco dei giapponesi, più forti
dell'esercito cinese. Il governo nazionalista serra 5 campagne di annientamento contro i
comunisti senza successo, ma dopo per cercare di resistere ai giapponesi tenta di allearsi
comunisti per creare una comune linea di difesa contro i giapponesi, che lanciano un forte
attacco nel 1937 contro Shanghai e Nanchino.
5.3 Il Giappone imperiale
L'impero giapponese punta all'espansione territoriale, particolarmente utile per favorire gli
scambi commerciali, componente importante per l'economia giapponese. Nel 1925 viene
introdotto il suffragio universale maschile e una legge che prevede pene molto gravi per chi
intorno a sé una sorta di culto del grande capo. Molti sono contro questi cambiamenti, per
motivi di tipo nazionale religioso.
5.5.3 - La Persia: Reza Khan assume il potere e segue il modello della Turchia di Kemal. In
questi paesi regna l'idea secondo cui le cause dell'indebolimento di tali paesi sia da attribuire
alla penetrazione di idee occidentali. Per il ritorno integrale all'Islam si rilancia l'importanza
della jihad, non solo come lotta morale contro il male, ma come lotta militare contro gli
infedeli.
5.5.4 il radicalismo religioso
Contro la modernizzazione e occidentalizzazione sperimentata in Turchia e Iran, nascono
ovunque movimenti nazionalisti antioccidentali e si tenta di lanciare un nuovo radicalismo
religioso islamico che vuole fare del jihad il suo strumento d'azione per la costituzione di un
nuovo tipo di Stato integralmente islamico. Che le proposte di un ritorno integrale all'islam
possano avere un largo successo è cosa testimoniata dalla grande diffusione della
Fratellanza musulmana, associazione fondata ne1 1928 dall'insegnante egiziano Hasan al-
Bannii' (19061949). La Fratellanza è una delle più importanti organizzazioni di rilancio
dell'islam sunnita e negli anni Trenta e Quaranta. Il punto essenziale della proposta teorica e
politica di al-Banna' risiede nell'idea secondo la quale ciò che ha indebolito i paesi islamici è
stata la penetrazione delle idee occidentali: miscredenza, avidità economica, confusione nei
rapporti tra i generi. Egli rilancia l'importanza del jihad non solo come lotta morale contro il
male (jihad maggiore), ma anche come specifica lotta militare contro gli infedeli (jihad
minore). Posizioni anche più nette sono elaborate da Abu al A'la al-Mawdudi (1903-1979),
un musulmano indiano che è tra i padri fondatori della rinascita dell'islam radicale. La teoria
più importante di Mawdudi suggerisce che l'azione per la restaurazione dell'islam non deve
essere compiuta in nome del recupero di un passato ideale ma per il governo dell'uomo sotto
la sovranità di Dio che deve esplicarsi in uno Stato islamico, nel quale la sovranità popolare
espressa attraverso un Parlamento dev'essere sostituita dalla <<Sovranità di Dio» rivelata
nella sua compiuta perfezione dalla Sharia, cioè dalla legge islamica ricavata dal Corano.
Per raggiungere l'obiettivo dell'instaurazione di uno Stato islamico al-Mawdudi ritiene che
sia perfettamente legittimo ricorrere al jihad, che deve essere uno strumento di azione, da
usarsi contro tutti quei governi che impediscano la predicazione e la realizzazione del vero
islam.
5.5.5 La Palestina
Sin dai primi anni del Novecento sempre più ebrei emigrano verso la Palestina e vi si
stabiliscono formando Maria comunità. La reazione si fa sentire. Dagli anni 20 si fa un
movimento di opposizione che tenta di dare alla popolazione arabo palestinese il senso di
appartenenza ad un'unica comunità a cui spetta la terra della Palestina e fa richiamo all'Islam
come suo punto di forza contro i cristiani e gli ebrei. Negli anni 30 lo sceicco al Qassam
fonda l'associazione dei giovani musulmani per limitare l'immigrazione degli ebrei e
ritrovare la via del vero questo grazie al ricorso della forza, al via di una jihad contro ebrei e
inglesi.
5.6 Nel resto del mondo
5.6.1 L9Africa Coloniale :Con la sconfitta della Germania, i territori delle ex colonie
tedesche vengono spartiti tre vincitori. Continuano gli sfruttamenti delle popolazioni locali e
vide una legislazione razzista.
5.6.2 Il Commonwealth: Nonostante il regime duramente razzista, in Sudafrica, insieme
con Canada, Australia, Nuova Zelanda, stato libero d'Irlanda e Terranova, entra a far parte
del sistema formale del Commonwealth, un sistema formale composto da enti statali
autonomi all'interno dell'Impero Britannico. Tramite il Commonwealth, questi ottengono
piena autonomia per quanto riguarda la politica estera, sebbene nel 1932, nel corso della
conferenza di Ottawa, venga sottoscritto l'impegno tra i membri a preferirsi reciprocamente
come partner commerciali.
5.6.3 L9America Latina
La Grande Guerra modifica la rete dei rapporti economici che avvolgono i paesi
dell'America Latina. Imprese e banche del Regno Unito perdono importanza, mentre sono le
aziende e le banche statunitensi a emergere come i principali partner economici e
commerciali di tutti gli Stati dell'America centro-meridionale. Dopo la Grande Guerra gli
scambi commerciali tra Stati Uniti e America Latina crescono esponenzialmente Anche" la
commercializzazione dei prodotti è in mano a società statunitensi. Il controllo economico ha
pesanti risvolti politico-militari, articolati essenzialmente in due fasi. Fino ai primi anni
Trenta gli Stati Uniti inviano sistematicamente le proprie truppe per sostenere i regimi
politici in carica contro rivolte animate sempre più spesso da dirigenti. Dai primi anni
Trenta il governo statunitense, guidato da F.D. Roosevelt mette in atto una politica di
disimpegno militare. Un piano ha due eccezioni: da un lato restano truppe nordamericane
nella base di Guantanamo a Cuba e nella zona del Canale di Panama, a controllo della
gestione del Canale; dall'altro, in varie occasioni, consiglieri militari e adeguati
finanziamenti sono egualmente destinati a leader politici e partiti che diano garanzie di
conservazione dell'ordine sociale, e quindi di protezione degli interessi economici
statunitensi nell'area. Negli anni Trenta la crisi economica e in qualche caso l'appoggio degli
Stati Uniti favoriscono la formazione di numerose dittature militari, o consolidano quelle
già esistenti: questo è il caso del Venezuela che dal 1908 è dominato dalla dittatura di Juan
Vicente G6mez (1857-1935); di Cuba, che dal 1934 è controllata Fulgencio Batista (1901-
1973); del Perù, che dal 1933 è sotto il controllo del generale Oscar Benavides (1876-1945);
del Brasile, dove dal 1930 il potere è nelle mani di Getùlio Vargas (1882-1954), che
costruisce un sistema politico ispirato al fascismo italiano. Le più grandi eccezioni a questo
quadro sono date dal Messico e dall'Argentina
5.6.4 Il Messico
In Messico nel 1910 è scoppiata una rivoluzione guidata da Pancho Villa (1878-1923) e d
Emiliano Zapata (1879-1919), che hanno raccolto e organizzato militarmente i peones, i
contadini privi di terra. Ne segue un periodo di guerra civile e di durissimi disordini,
temporaneamente conclusi quando si impone Venustiano Carranza (1859-1920), che nel
1917 diventa presidente della Repubblica. Un'Assemblea costituzionale da lui convocata
porta all'approvazione di una nuova Costituzione 1917), dal contenuto decisamente radicale:
FDR, come Roosevelt viene chiamato, costruisce il suo consenso anche con un'altra grande
innovazione: ovvero l'uso delle fireside chats(le «Conversazioni davanti al caminetto»), con
le quali cerca di spiegare gli indirizzi e gli effetti della sua azione di governo. Questa
strategia comunicativa è permessa dalla grande diffusione della radio: Roosevelt non è il
primo presidente a utilizzare la radio. Ma è quello che lo fa nel modo più innovativo e
originale. Particolarmente importante è che sono conversazioni per le quali Roosevelt
sceglie uno stile insolito, molto amichevole e intimo, come di una persona che parla a degli
amici. Inoltre usa deliberatamente termini semplici, che gli permettono di spiegare
chiaramente questioni anche spinose o complesse: vuole risultare rasserenante, suadente,
affidabile, comprensibile. Questo è solo uno dei paradossi o delle difficoltà che
caratterizzano la politica rooseveltiana per gli afroamericani. In effetti una parte importante
della legislazione di assistenza agli strati poveri varata durante il New Deal riguarda
senz'altro la popolazione nera, e questo spiega il sostegno che un buon numero di elettori
afroamericani tributa a Roosevelt e al Partito democratico. Tuttavia il New Deal non
affronta in modo diretto la questione della discriminazione razziale. E ciò non tanto perché
Roosevelt abbia convinzioni razziste, quanto perché la sua base elettorale poggia ancora in
larga misura sull'elettorato rurale e urbano bianco degli Stati Uniti meridionali e centro-
occidentali: avviare una legislazione che sostenga esplicitamente i diritti civili della
popolazione nera esporrebbe quindi i democratici al rischio di perdere molti voti. Anche il
ruolo delle donne nel New Deal è caratterizzato da forti contrasti. Il tipo dominante di
femminilità che orienta la cultura diffusa è quello che vuole la donna come perfetta
casalinga. Ma dopo la Grande Guerra l9immagine della donna si è trasformata nel modello
della «donna-moderna», disinvolta e attraente, che sa impiegare ed esibire il suo sex appeal.
Inoltre, tra il 1910 e il 1940 il numero di donne che lavorano, tanto nei tradizionali settori
agricolo e industriale quanto nel settore in piena espansione degli impieghi privati e
pubblici. Cresce il numero di ragazze che riceve un'educazione completa ed è egualmente in
netto aumento il numero delle ragazze che completa il curriculum educativo fino al
conseguimento della laurea universitaria. La First Lady Eleanor Roosevelt svolge un'azione
politica autonoma, molto lontana dal puro compito «decorativo» della moglie che sta al
fianco del presidente nei ricevimenti e nelle cerimonie ufficiali: già prima che suo marito
diventasse presidente, Eleanor Roosevelt è attiva nella Women's Trade Union League,
un'importante organizzazione sindacale femminile; durante la presidenza del marito assume
una posizione pubblica a favore della popolazione afroamericana e a favore del movimento
per i diritti civili. È per donne come queste che negli anni Trenta si riprendono e si
rilanciano programmi di intervento a favore della maternità, già avviati sin dall'inizio del
secolo; così, per esempio, nel Social Security Act sono incluse norme che tutelano le madri
povere con figli a carico. In tal modo, nelle parole e nella politica del New Deal, molte
donne possono trovare un barlume di speranza; non sarà la speranza di diventare ricche e
affascinanti come le donne in carriera delle classi medie; ma certo è la speranza di uscire da
uno stato di disperante povertà, per riguadagnare un livello di vita accettabile. E la
straordinaria forza del New Deal di Roosevelt sta anche in questo: ridare speranza,
tranquillizzare, dare almeno la sensazione che nessuno è lasciato del tutto solo
dicembre 32, al Presidente della Repubblica von Hindenburg non resta che dare l'incarico di
primo ministro Hitler ,ovvero al capo di quello che è diventato il partito di maggioranza
relativa. Il 30 gennaio 1933 Hitler riceve il mandato e forma un governo di coalizione, in
cui i ministri nazisti sono 3 su 11. Non passa un mese che un episodio mai del tutto chiarito
offre a Hitler l'occasione per raggiungere il suo vero scopo, quello di imporre un regime
politico partito unico. Nella notte del 27 febbraio 1933 la sede del Parlamento, il Reichstag,
viene data alle fiamme. La responsabilità viene attribuita ai comunisti e subito Hitler sfrutta
l'occasione per sospendere i diritti costituzionali e per ordinare alla polizia di arrestare
dirigenti e militanti comunisti. Nel marzo del 1933 si tengono nuove elezioni, accompagnate
da pesanti intimidazioni aggressioni contro comunisti, socialdemocratici e cattolici. I nazisti
ottengono così un risultato Trionfale. Ma Hitler non vuole governare non con testo
parlamentare. Presenta così al Parlamento un decreto che gli dovrebbe concedere i pieni
poteri. Il Parlamento approva. È la fine della Repubblica di Weimar e la nascita del Terzo
Reich nazista, l'impero tedesco che succede al Sacro Romano Impero e all'impero
Guglielmino.
7.2 Le strutture del regime nazista
Tra i primi mesi del 1933 e il 1934 il governo nazista mette in atto il coordinamento, una
vasta operazione che consiste in una fitta serie di leggi iniziative che disegnano la struttura
complessiva del nuovo Terzo Reich. I passi che vengono compiuti si muovono in cinque
direzioni principali: 1 repressione delle opposizioni; 2 riassetto dei poteri istituzionali; 3
ridefinizione degli equilibri interni al partito nazista; 4 costruzione di un sistema associativo
totalitario; 5 definizione dei rapporti con le chiese. 1 repressione delle opposizioni e
costruzione di un sistema a partito unico. Hitler ordina subito lo scioglimento della Spd e
dei sindacati socialisti. Altri partiti sono costretti all'auto scioglimento. La radio i giornali
vengono sottoposti al completo controllo del partito nazista. Gli oppositori vengono arrestati
e cominciano ad essere rinchiusi in luoghi appositi, i campi di concentramento. Nel 1933, a
maggio, i sindacati ancora esistenti sono costretti a confluire nell'unica organizzazioni
ammessa, la DAF, sindacato controllato dal partito nazista. A luglio Hitler emana un decreto
col quale il partito nazionalsocialista viene proclamato l'unico partito legalmente ammesso.
Nel novembre si tiene una elezione plebiscitaria sulla base di una lista unica nazista, che
ottiene un risultato forzatamente Trionfale. 2 riassetto dei poteri istituzionali. Con una serie
di leggi emanate tra il 1933 e il 1934 i governi dei diversi stati che facevano parte della
Repubblica di Weimar vengono posti sotto il diretto controllo del governo e dei funzionari
da esso nominati. In tal modo il Terzo Reich assume l'aspetto di uno Stato rigorosamente
centralista. Il 2 agosto 1934 la carica di presidente del Reich è cumulata con quella di capo
del governo e attribuita a Hitler. 3 La ridefinizione degli equilibri interni al partito nazista.
Sin dai primi anni 20 uno degli elementi peculiari del Partito Nazionalsocialista è stato il
possesso di una speciale forza paramilitare, la SA. Al fianco delle SA ,fino dal 1926, sono
state costituite le SS, la cui funzione originaria è quella di proteggere le persone di Hitler e
degli altri dirigenti il partito nazista. Progressivamente distinte dalle SA, le SS si dotano
anche di loro divise nelle quali prevale il colore nero. Dopo la conquista del potere, le SA e
il loro capo Röhm ritengono di avere un ruolo importante entro le strutture del nuovo Reich.
Hitler è in disaccordo per due motivi. In primo luogo non vuole inimicarsi quadri direttivi
dell'esercito punto inoltre teme che il potere di Röhm possa crescere troppo. Per questo alla
fine di giugno del 1934 ordina alle SS di compiere un attacco contro il quartiere generale
delle SA e di uccidere il loro capo. Ciò viene compiuto tra il 30 giugno e il 2 luglio del
1934, nel corso di un'operazione ricordata come la notte dei lunghi coltelli. Dopo aver
eliminato i dirigenti delle SA, formazione paramilitare continua a esistere, con una nuova
dirigenza fedele Hitler, ma in posizione subordinata alle SS. Le stesse controllano anche la
Gestapo e i servizi segreti. Queste due organizzazioni svolgono azioni intimidatorie nei
confronti di tutti quei settori della popolazione che continuano a nutrire sentimenti critici
ostili nei confronti del regime nazista. Fin dal 1933 è viene avviata una politica di
potenziamento dell'esercito. Viene reintrodotta la coscrizione obbligatoria e viene realizzato
un vasto piano di potenziamento delle attrezzature belliche. 4 la costruzione di un sistema
associativo totalitario. Immediatamente dopo il suo insediamento, il governo nazista
procede con la costruzione di organismi che inquadrano obbligatoriamente tutti i ragazzi e
le ragazze, con un'impostazione di tipo militare. L'organizzazione principale dei ragazzi e la
Hitlerjugend, dove essi restano dai 14 ai 18 anni. Dopo, vanno a fare il servizio militare o
vanno a svolgere un periodo di lavoro nelle sezioni maschili del servizio di lavoro del
Reich, il rad. Le ragazze dai 10 ai 14 anni sono organizzate nella Jungmadel, poi dai 14 ai
21 anni entrano a far parte della Lega delle ragazze tedesche e successivamente anche se
possono svolgere servizi di lavoro nei ranghi del rad. I lavoratori e le lavoratrici sono
inquadrati nella DAF, l'organizzazione sindacale nazista. La DAF si preoccupa di offrire
alla forza lavoro buone garanzie di impiego e retribuzione accettabili, normalmente in
cambio di un aumento degli orari di lavoro. 5 la definizione dei rapporti con le chiese. La
chiesa luterana sin da subito dà un solido sostegno al regime nazista , mentre rapporti con la
Chiesa cattolica un po' più complessi. Nel 1933 viene firmato un Concordato con la Chiesa
cattolica, che avvicina al regime molti cattolici della Germania sud occidentale. Tuttavia gli
sviluppi neopagani e razzisti inducono il Pontefice, Pio XI, a pubblicare una enciclica, mit
brennender Sorge nella quale condanna molto chiaramente l'ideologia razzista del nazismo.
Nel 1938 Pio XI hai intenzione di pubblicare un'altra enciclica ma la morte gli impedisce di
farlo e il suo successore, Pio XII, decide di non dare alcuno sviluppo a questa iniziativa.
7.3 L'edificazione della comunità nazionale
Il governo Hitler procede all'attuazione di una politica economica che ottiene straordinari
risultati. I punti essenziali di questa parte dell'azione di governo sono due, l'attivazione di un
vasto piano di lavori pubblici e l'impiego di larghe quote del bilancio statale per il rilancio
dell'industria bellica. Presupposto necessario per la realizzazione di questa politica è
l'interruzione dei pagamenti per le riparazioni che la Germania deve i paesi vincitori della
Grande Guerra. Questa è una decisione che il governo nazista prende sfruttando la
sospensione temporanea dei pagamenti concessa alla Germania nel 1932. Dal 1933 i
pagamenti per le riparazioni non vengono più ripresi e ciò consente al governo nazista di
disporre di un bilancio statale che si è liberato di una pesantissima voce passiva. I successi
di questa politica economica sono eccezionali. Il punto essenziale è che tutti gli indicatori
economici tornano positivi, la disoccupazione viene riassorbita, i salari industriali e agricoli
sono in ripresa, i prezzi crescono, sebbene non più dei salari. La produzione industriale è in
rapida crescita, così come il Pil e i profitti delle grandi imprese. Ma un sistema di questo
genere alla lunga non può reggere e infatti l'obiettivo del governo è quello di mantenere
l'economia in queste condizioni solo temporaneamente, perché le finalità vere sono quelle di
preparare la Germania alla guerra. Fin da subito appare chiaro che regime nazista intende
attuare una politica estera estremamente aggressiva. È evidente che i nazisti non hanno
voglia di risolvere gli eventuali contenziosi internazionali in altro modo se non con azioni di
guerra. Prova ne è la decisione presa dal governo nazista nell'ottobre del 33 di uscire dalla
Società delle Nazioni. In effetti già la stessa politica di ricostituzione riarmo dell'esercito
viola il trattato di pace. Così come in provocatoria violazione di uno degli articoli del
trattato è l'occupazione militare della Renania. Per poter realizzare un'ambiziosa politica di
espansione militare, c'è bisogno di una popolazione numerosa e sana. Per questo, fin dal suo
insediamento, il regime nazista avvia una politica demografica che vuole favorire la crescita
della popolazione, muovendosi in una duplice direzione. Intanto incoraggia l'aumento della
natalità nelle coppie sane di pura razza ariana, con prestiti matrimoniali alle giovani coppie,
l'introduzione di benefici fiscali per le famiglie più numerose è l'introduzione del sistema
degli assegni familiari. Inoltre intraprende un'azione per reprimere l'omosessualità maschile.
La seconda direzione verso la quale si muove la politica demografica nazista consiste nella
attuazione di misure antinataliste applicati a quegli individui che sono ritenuti incapaci di
assicurare un'adeguata riproduzione della comunità nazionale. Dal 1939 il programma
antinatalista viene integrato da un ulteriore piano che fa ricorso all'eutanasia per scopi
eugenetici. Tutti questi piani demografici chiedono la collaborazione di settori qualificati
della popolazione tedesca, ossia medici, psichiatri, infermieri e inservienti delle cliniche
nelle quali si realizza il programma di eliminazione eugenetica. Una collaborazione molto
più vasta è chiesta dall'attuazione della legislazione specificamente razziale, che è
considerato uno strumento essenziale per la costruzione di una perfetta comunità tedesca. La
politica razziale ha inizio subito dopo che Hitler ha preso il potere. Una serie di leggi del
aprile del 33 decreta l'esclusione degli ebrei dalle amministrazioni pubbliche dei medici
ebrei dalle strutture sanitarie pubbliche e degli Avvocati ebrei dall'Ordine degli avvocati.
Inoltre ti proibisce gli ebrei di praticare la professione di giornalista e si limita il numero di
bambini e ragazzi ebrei ammessi nelle scuole e nelle università. E 1935 la legislazione
diventa ancora più aspra. Con le leggi di Norimberga si stabilisce la distinzione tra
cittadini a pieno diritto e membri dello Stato privi di diritti . inoltre la legge per la
protezione del sangue e dell'onore tedesco proibisce il matrimonio e rapporti sessuali tra
ebrei e tedeschi ariani. Una nuova legge impone licenziamento definitivo di tutti i docenti
universitari, i professori, i medici, gli avvocati ei notai e ebrei che ancora siano in servizio
presso amministrazioni pubbliche. Successivamente agli ebrei è precluso lo svolgimento di
attività libero professionali. 337 il 38 altre norme pongono limiti pesanti alla gestione delle
aziende e delle imprese. Una nuova legge obbliga gli ebrei a far apporre una J su passaporti
e carte d'identità. Infine le SA scatenano un pogrom che ha luogo in tutta la Germania la
notte tra il 9 e il 10 novembre del 38, quella che sarà conosciuta come la notte dei cristalli,
perché verranno devastati e saccheggiati tutti i negozi di proprietà degli ebrei ,verranno
uccisi uomini, bruciate sinagoghe, e 26 mila ebrei verranno arrestati e internati nei campi di
concentramento. Si tratta di una svolta definitiva, sancita da una legge di pochi giorni dopo
che esclude bambini e ragazzi ebrei dalle scuole tedesche.
Costituzione che gli attribuisce poteri dittatoriali. Nel 1934 un tentativo insurrezionale
organizzato da militanti di sinistra viene represso nel sangue. Poco dopo scoppia anche un
tentativo di colpo di Stato organizzato dai nazisti austriaci che vogliono l'annessione
dell'Austria al Terzo Reich; il tentativo viene represso, ma Dolfuss viene ucciso. Il nuovo
Cancelliere, Kurt von Schuschnigg (1897 -1977) mantiene la Costituzione dittatoriale
imposta da Dolfuss.
7.6 La guerra civile in Spagna
Regime di destra che punta al piano dei lavori pubblici per migliorare la situazione
economica si sente anche in Spagna, ma senza buoni risultati. Ecco perché alle elezioni
dell'aprile 1931 vincono i partiti repubblicani e poi l'alleanza formata dai socialisti e
repubblicani di sinistra, eletta dopo l'assemblea costituente. Viene promulgata la
Costituzione che istituisce la Repubblica e introduce il suffragio universale maschile e
femminile insieme alla libertà di culto e alla separazione fra Stato e Chiesa. Inoltre vengono
espropriate e redistribuite le terre incolte. Questo porta numerosi gruppi anarchici ad
innumerevoli gesti di violenza contro le chiese e i conventi. Nelle elezioni successive vince
lo schieramento di destra che forma un nuovo governo. Così i socialisti, i repubblicani di
sinistra, i comunisti ei Anarchici si riuniscono nel Fronte Popolare. La guerra civile che ne
segue è caratterizzata da violenze frequenti e brutali contro esponenti politici, preti e
funzionari. I paesi europei inizialmente decidono di non intervenire, ma poi l'Italia e la
Germania lo fanno. L'Unione Sovietica aiuta le truppe repubblicane inviando loro materiale
bellico e recluta volontari comunisti, ma il fronte repubblicano è spezzato da pesanti rivalità
interne. Dopo la conquista di Barcellona e Madrid, il nuovo governo di Francisco Franco
aderisce all'alleanza stretta in quel momento con l'Italia e la Germania e il Giappone.
8. L9Unione Sovietica di Stalin
Tra il 1927 e il 1929 Stalin si è imposto come il dirigente indiscusso del Partito comunista
sovietico e della stessa Unione Sovietica. Dopo aver difeso il valore della Nuova politica
economica, che - introdotta nel 1921 - ha parzialmente liberalizzato gli scambi commerciali
e le attività produttive, in particolare quelle agricole, Stalin decide di cambiare
completamente linea di azione, promuovendo l'industrializzazione del sistema produttivo e
la completa collettivizzazione dell'agricoltura. Per realizzare questo progetto ricorre allo
strumento della pianificazione, ovvero della definizione di obiettivi produttivi da
raggiungere entro archi di tempo determinati, sotto il controllo e la guida degli organi
centrali di governo. Risultato complessivo: nel 1940 l'Unione Sovietica è diventata la terza
potenza industriale al mondo, con indici produttivi che sono inferiori solo agli Stati Uniti e
alla Germania. È chiaro che si tratta di un risultato eccezionale. È chiaro pure che i ritmi
accelerati con i quali è stato ottenuto hanno richiesto costi molto pesanti. Dal punto di vista
puramente sociale tutta questa operazione si basa su un'enorme compressione del tenore di
vita della popolazione. I salari sono bassi e non si muovono al passo con l'andamento dei
prezzi, che crescono più rapidamente. Le condizioni di vita nelle città sono misere e i livelli
di consumo incomparabilmente inferiori a quelli dei paesi occidentali. Sebbene questi
aspetti diano già la misura dello sforzo che l'industrializzazione accelerata costa al paese,
sono assolutamente niente quando siano confrontati col trattamento riservato ai produttori
questi luoghi sono assolutamente proibitive. La mortalità raggiunge livelli alti per le terribili
condizioni di vita cui sono costretti nei campi. Tutto questo sistema ha bisogno di un nucleo
operativo duro e fedele a Stalin. Fondamentale, in questo quadro, è l'azione svolta dalla
Direzione Politica diStato (Gpu), la polizia politica, dotata di ampi poteri, ed estremamente
disinvolta nella scelta delle tecniche di indagine e di repressione. La polizia è alle
dipendenze del Commissariato agli Affari Interni (Nkvd), che coordina e controlla le
operazioni di polizia e che fa capo allo stesso Stalin. Alla pressione violenta e intimidatrice
si affianca la costruzione di un culto della personalità, riservato a Stalin, presentato -
paradossalmente - come il vero «padre della patria sovietica». La coreografia, la
propaganda, la costruzione di statue, l'organizzazione di associazioni riservate alla gioventù,
l'indottrinamento svolto nelle scuole sono tutti momenti importanti per il consolidamento
del potere di Stalin. Intanto vengono sistematicamente scoraggiate tutte le forme di arte
sperimentale che avevano trovato un larghissimo spazio nell'Unione Sovietica degli anni
Venti. Niente più innovazioni ma un «sano e comprensibile» realismo socialista è ciò che
Stalin chiede agli artisti. L'inversione di tendenza nelle politiche artistiche è parallela
all'inversione di tendenza nelle politiche per la famiglia. Alla sperimentazione di modelli
innovativi di famiglia e a una legislazione coerentemente innovativa, tentata subito dopo la
Rivoluzione d'ottobre, negli anni Trenta si sostituisce una linea che vuole ricomporre e
rinsaldare la coesione delle famiglie. In parte è una scelta che deriva dal conservatorismo
culturale di Stalin e dei suoi collaboratori. In parte deriva dalla necessità di far fronte a un
notevole disordine nelle relazioni familiari che la legislazione sovietica degli anni Venti ha
causato. Oltre a ciò, c'è l'evidente desiderio di attuare politiche demografiche nataliste, che
controbilancino le gravissime perdite che la società sovietica ha sofferto e che continua a
soffrire. E così dal 1934 l'omosessualità è considerata un reato. Nel 1936 l9aborto viene
vietato e il divorzio viene reso molto più complesso di prima. La maternità è pubblicamente
apprezzata e incentivata con un sistema di assegni familiari. Al tempo stesso Stalin in
persona non smette di elogiare il contributo che le donne stanno dando - a suo parere - alla
crescita e alla trasformazione economica dell'Unione Sovietica. Tuttavia il contesto
economico e politico della metà degli anni Trenta non sembra aiutarle davvero. Donne
intervistate a Leningrado in questo periodo mostrano una visione molto meno ottimistica
della situazione propria e dei loro figli, e dicono: <<i bambini vanno a scuola affamati e
nemmeno lì mangiano. Vanno in giro senza stivali perché comprarli è impossibile>>;
oppure: «come si può rifiutare l'aborto quando la famiglia è formata da cinque persone e ci
sono solo 14 metri quadrati di spazio vitale?». Così stando le cose non sorprende che gli
aborti clandestini siano in aumento, mentre la natalità, dopo un breve periodo di incremento,
riprende a scendere. D'altro canto è ben difficile che le famiglie siano compatte e serene in
un contesto come quello che si vive nell'Unione Sovietica del «grande terrore», in cui mogli
e figli (anche piccolissimi) possono essere arrestati e deportati per il solo fatto di essere
parenti di condannati (e per non averli denunciati). Dal punto di vista delle relazioni
internazionali, infine, l'Unione Sovietica si trova a lungo emarginata nell'Est europeo, fuori
dai circuiti economici che collegano i paesi occidentali (e da un certo punto di vista è una
vera fortuna, perché è ciò che la salva dagli effetti della crisi del '29, che in Urss non si
fanno sentire affatto). L'unico modo che ha per esercitare una qualche influenza è attraverso
i partiti comunisti che si sono formati nei paesi occidentali. La tragedia spagnola consente
all'Unione Sovietica di rientrare nel gioco delle relazioni internazionali
9. La Seconda Guerra Mondiale
9.1 Dall' Anschluss al patto di Monaco
Non è difficile individuare causa principale che ha condotto alla seconda guerra mondiale,
vale a dire la Germania nazista. I suoi capi vogliono rimettere in discussione gli accordi di
Versailles e assicurare al Reich tedesco nuovi spazi e nuovi territori verso est. E quindi a
Berlino si vuole l'Anschluss, cioè l'annessione dell'Austria. È uno dei principali obiettivi del
partito nazista austriaco ma non condiviso da una larga parte del sistema politico e
dell'opinione pubblica. Un tentativo di colpo di stato, organizzato nel 1934 in Austria dai
nazisti locali, è stato represso. Le truppe tedesche non intervengono. Mussolini ritiene che si
tratti di una esagerazione e si oppone di conseguenza. Ma dopo l'avventura in Etiopia, si
avvicina alla Germania, firmando l'asse Roma Berlino nell'ottobre del 36. Un accordo del 37
includerà poi anche il Giappone. Mussolini non è più alla annessione dell'Austria. I nazisti
austriaci si adoperano per far cadere il regime. I continui disordini interni inducono il
cancelliere attentare il referendum per verificare l'orientamento dell'opinione pubblica. La
maggioranza dell'opinione pubblica sembra favorevole alla conservazione dell'autonomia
ma Hitler decide di tagliar corto e schiera le sue truppe al confine, pronti ad attaccare. Il
cancelliere lascia il posto i nazisti e l'esercito tedesco è libero di entrare a Vienna. Il 13
marzo 1938 si registra la formale annessione dell'Austria alla Germania. Hitler si appresta a
compiere un'altra mossa, cioè a mettere i Sudeti, territorio di confine tra Germania e
Cecoslovacchia, incluso nei confini della Repubblica Cecoslovacca ma con una popolazione
di maggioranza tedesca. Nel corso di una conferenza internazionale a cui partecipano lo
stesso Hitler, il capo del governo britannico Chamberlain è il primo ministro francese
Daladier, viene stipulato il patto di Monaco in cui viene riconosciuto alla Germania il
diritto di annettersi i Sudeti.
9.2 Dalla dissoluzione della Cecoslovacchia all9aggressione della Polonia
Si pensa che la pace sia definitivamente al sicuro, ma in realtà la Germania non è
soddisfatta. Infatti tutta la sua struttura socio-economica è costruito in funzione di
un'imminente espansione territoriale. E così, a marzo del 1939 le truppe tedesche entrano in
Cecoslovacchia. Lo stato viene smembrato, vengono istituiti il protettorato di Boemia e
Moravia e lo Stato autonomo di Slovacchia. Intanto l'Italia occupa militarmente l'Albania,
su cui da tempo esercita una sorta di protettorato diplomatico. Nel marzo 1939, mentre le
truppe naziste entrano Praga, i tedeschi chiedono al governo polacco la gestione del
corridoio di Danzica, che separa la pressione in tale dalla madrepatria tedesca. Il rifiuto del
governo polacco e lo stato di tensione che ne deriva provocano una ripresa dei contatti
diplomatici fra le varie potenze. Nel marzo 1939 Germania Italia sottoscrivono il patto
d'acciaio, che prevede che se uno dei due paesi contraenti si trova impegnato in una guerra,
anche aggressiva, l'altro contraente obbligato a intervenire militarmente in aiuto. Le
trattative sono condotte dai diplomatici tedeschi. La resistenza di Mussolini e del suo
ministro degli Esteri Galeazzo Ciano viene vinta dalle assicurazioni di Hitler che asserisce
di non avere intenzione di scatenare la guerra prima di 2-3 anni. Hitler ei suoi collaboratori
fanno una mossa veramente audace. Contando sullo stato di tensione che si è creata tra
Unione Sovietica e potenze occidentali, vengono avviate trattative tra diplomatici l'assiste
sovietici che il 23 agosto 39 portami alla firma di un patto di non aggressione tra Unione
Sovietica e Germania nazista, anche detto patto Molotov-Ribbentrop. Nel Patto l'Unione
Sovietica da carta bianca alla Germania per quanto riguarda il corridoio di Danzica, tutta la
Polonia incidente e la Lituania. La Germania riconosce l'Unione Sovietica la possibilità di
occupare Lettonia, Estonia, Polonia orientale e Bessarabia. Dopo poco più di un mese le
truppe tedesche attaccano la Polonia. Il 3 settembre Francia e Regno Unito dichiarano
guerra alla Germania. l'Italia dichiara la sua non belligeranza, motivandolo con loro
impreparazione militare. A metà settembre i sovietici attaccano la Polonia, gli Stati baltici e
la Finlandia. È l'inizio della seconda guerra mondiale.
9.3 La guerra lampo
La Germania riesci a conquistare rapidamente Danzica e la Polonia occidentale, mentre i
sovietici occupano la Polonia orientale. Nella Polonia occupata dai nazisti entrano subito in
azione i gruppi operativi che uccidono migliaia di polacchi ritenuti politicamente pericolosi.
Intanto le operazioni militari continuano. L'Unione Sovietica attacca la Finlandia non senza
difficoltà, a causa della resistenza efficiente dell'esercito finlandese. Giungono a siglare un
accordo in base al quale la Finlandia cede soltanto un piccolo lembo del suo territorio,
salvando la propria indipendenza. Contemporaneamente la Germania attacca e conquista la
Danimarca alla Norvegia. In norvegese cerca di organizzare una strenua resistenza senza per
ottenere successo. A maggio parte l'offensiva tedesca contro la Francia, che include anche
l'aggressione dell'Olanda e del Belgio. I francesi sono attestate su una lunga linea difensiva
fortificata. Essi si aspettano un'esperienza di guerra simile a quella vissuta nel 14-18, ma i
loro calcoli si rivelano sbagliati. L'esercito tedesco, attraverso Paesi Bassi e Belgio, riesce a
penetrare in Francia attraversando la foresta delle Ardenne. Il 14 giugno 1940 le truppe
tedesche giungono a Parigi. Mussolini intanto dichiara guerra alla Francia, quando essa sta
per crollare. La Francia cede i nazisti decidono di dividerla in due aree territoriali punto
l'area settentrionale è sotto la diretta amministrazione nazista. L'area meridionale affidata al
governo collaborazionista del generale Petain, che legge la sua capitale a Vichy. Le truppe
inglesi inviate in Francia i soldati francesi riescono a sfuggire all'attacco Tedesco
imbarcandosi a Dunkerque e rifugiandosi in Inghilterra. Nel Regno Unito si forma un
governo di unità nazionale guidato da Winston Churchill, che, dopo la formazione del
governo Petain, annulla gli accordi diplomatici con la Francia e muove la flotta per mettere
in atto un blocco navale antitedesco nel Mediterraneo e sull' Atlantico. Il governo nazista
reagisce attaccando il Regno Unito con l'aviazione. L'episodio più grave avviene a
Coventry, importante sede di industrie belliche, che viene bombardata per più di 11 ore e
rasa al suolo. Attacchi di questo genere si ripetono anche altrove, in particolare a Londra.
Ma i britannici riesco a organizzare un efficace sistema di evacuazione dei civili e
dispongono di ottime difese antiaeree che riescono a limitare i danni degli attacchi.
L'operazione appare fallita, anche perché la marina britannica è integra e presidia
efficacemente il canale della Manica. Hitler decide di cambiare obiettivi.
Intanto, tra il 1941 e il 1942, la guerra si fa davvero mondiale con l'intervento attivo del
Giappone e degli Stati Uniti. Nel corso del 1941 la posizione degli Stati Uniti è cambiata.
Fino allora gran parte dell'opinione pubblica e del personale politico aveva favorito la
prosecuzione di una politica isolazionista, per tenere gli Stati Uniti lontani dalla guerra
europea. Nel marzo 1941 il congresso approva una legge che prevede le concessioni di
materiale bellico ai paesi alleati a condizioni particolarmente favorevoli. Il 14 agosto del
1941 Roosevelt e Churchill sottoscrivono la Carta Atlantica, un documento che prefigura
un nuovo ordine internazionale, che deve emergere dalla sconfitta dei regimi nazifascisti e si
deve fondare su rifiuto di politiche belliciste e aggressive, sul principio di
autodeterminazione dei popoli è sul principio della libera circolazione di beni e capitali.
Roosevelt si preoccupa di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica statunitense sul
doppio pericolo corso dalle democrazie . un pericolo apparentemente remoto, quello nazista.
Un pericolo molto più vicino, quello giapponese. In effetti i giapponesi hanno molto
ampliato i loro piani di espansione asiatica. Non è solo la Cina il loro obiettivo ma l'intera
Asia sudorientale. Nel settembre del 1940 il governo giapponese invia truppe in Indocina,
che vi installano delle basi militari. Hitler incoraggia questa politica, perché vi vede un
importante diversivo che può tenere gli Stati Uniti lontani. La reazione americana non si fa
attendere. Roosevelt decide di imporre l'embargo sul petrolio e sull'acciaio statunitensi
destinati al Giappone e procede anche al sequestro dei beni giapponesi che si trovano sul
territorio degli Stati Uniti. La tensione diplomatica tra i due paesi cresce ulteriormente
perché il governo nordamericano chiede al governo giapponese di ritirare le truppe dalla
Cina dall'Indocina. La risposta del governo giapponese è affidata a qualcosa di molto più
concreto e distruttivo. Il 7 dicembre del 1941 l'aviazione giapponese attacca la flotta
statunitense del Pacifico, ancorata sulla base di Pearl Harbor, distruggendola quasi
completamente. Una volta annientata la presenza statunitense nel Pacifico l'esercito
giapponese può realizzare i suoi piani di espansione occupando Tailandia, Indonesia,
Malesia, Birmania, Filippine e Nuova Guinea. Peraltro, subito dopo Pearl Harbor, le residue
resistenze dell'opinione pubblica nordamericana vengono superate il presidente Roosevelt
dichiara guerra al Giappone. Anche il Regno Unito dichiara guerra al Giappone.
9.7 L9ordine nuovo in Asia e in Europa
Nel 1942 la Germania e Giappone controllano vasti territori in Europa e in Asia Sud
Orientale. Territori conquistati sono sottoposti a durissimi regimi di occupazione militare, la
cui finalità principale e quella di depredare le zone occupate di tutte le materie prime e di
tutte le risorse che siano necessarie allo sforzo bellico.
9.8 Lo sterminio degli ebrei
Fino all'occupazione dei territori orientali l'atteggiamento nazista nei confronti degli ebrei è
stato favorevole alla loro deportazione e dispersione fuori dai territori del Reich. La linea
anti-ebraica cambia man mano che, avanzando verso est, le truppe tedesche incontrano
comunità ebraica sempre più numerose. Nel 1939, alla conquista della parte occidentale
della Polonia, i responsabili nazisti ordinano la deportazione degli ebrei dalle aree rurali
dentro recenti appositi, i ghetti, che sono loro riservati nelle più grandi città polacche. Dal
1941 nei ghetti polacchi vengono mandati anche ebrei che provengono da altre parti
d'Europa. Le condizioni di vita nei ghetti già in origine precarie diventano ora intollerabili e
il tasso di mortalità si fa sempre più alto. Però è chiaro che l'idea di usare i ghetti polacchi
come reclusioni permanenti non può funzionare ancora a lungo. Così i nazisti adottano due
soluzioni complementari. Quando inizia l'offensiva contro l'Unione Sovietica, le SS
eseguono rastrellamenti della popolazione ebraica e fucilazioni di massa. La procedura
viene giudicata troppo poco efficiente, così che si adotta un'altra tecnica. Gli ebrei
cominciano essere deportati in massa nei campi di concentramento costruiti però ospitare
oppositori politici e soggetti alieni rispetto allo Herrenvolk. Ben presto oltre ai campi di
concentramento, dove gli internati sono costretti a lavori forzati, vengono costruiti i campi
di nuovo tipo, che hanno diversa finalità. Il 20 gennaio 1942, nel corso di una riunione,
viene approvata la soluzione finale, ossia l'idea di sterminare fisicamente tutti gli ebrei, fino
all'ultimo. Il piano adottato nei mesi seguenti prevede di destinare sei campi di nuovo tipo
all'eliminazione fisica degli ebrei sulla base di un'organizzazione tecnicamente efficiente. In
questi nuovi campi vengono progressivamente deportati tutti gli ebrei chiusi nei ghetti o nei
campi di concentramento. La gestione dei campi di sterminio destinate all'attuazione della
soluzione finale impiega così un'amministrazione numerosa è attentissima a minimizzare i
costi. Il tutto avviene sotto la supervisione di ufficiali delle SS. Gli ebrei vengono deportati
in ferrovia, dopo essere stati caricati su vagoni merci piombati, cioè saldati dall'esterno,
senza distribuzione di cibo e acqua. In questo modo le persone più deboli, come vecchi,
ammalati e bambini, muoiono già nel percorso di trasferimento. Gli altri sono comunque
eliminati Man mano, attraverso il loro trasferimento nei campi di sterminio, dove si
impiegano tecniche moderne di soppressione, capaci di uccidere moltissime persone con
l'utilizzo di un numero modesto di guardie. Il sistema è quello delle camere a gas. In qualche
raro caso ci sono stati dei tentativi di ribellione degli ebrei, alla ricerca disperata di sottrarsi
alla deportazione. L'esempio più importante è quello della ribellione del ghetto di Varsavia
avvenuta il 19 aprile 1943, quando i gruppi di ebrei che ancora restano nel ghetto della città
polacca cercano di ribellarsi al contingente militare inviato perde portarli nel campo di
sterminio. Solo pochi ebrei riescono a sfuggire al rastrellamento è l'attacco al ghetto
predisposto alle autorità naziste.
9.9 La resistenza contro le occupazioni nazifasciste
La ribellione del ghetto di Varsavia è stata possibile grazie un abbozzo di resistenza
ebraica. Maggiori spazi di azione hanno altri movimenti di resistenza. Sin dall'occupazione
della Francia il generale Charles de Gaulle a lanciare un appello ai francesi perché non si
arrendano al potere nazista. Mentre l'esercito francese sta crollando davanti all'avanzata
delle truppe naziste, devo, che fino allora ha avuto importanti incarichi di responsabilità
nell'esercito nel governo francese, trova rifugio a Londra e il 18 giugno 1940, da una
stazione radiofonica della BBC, invita i francesi a resistere ea opporsi agli occupanti nazisti.
De Gaulle ricostituisce una forza armata francese, chiamata Forces Françaises Libres e che
opera nel Regno Unito e nelle colonie francesi in Africa che si sono ribellate al governo di
Vichy. Nella Polonia devastata dalle occupazioni dal 1942 si forma un gruppo di resistenti
che si coordinano nella Armja Krajkova, fedele al governo polacco in esilio a Londra. In
Ucraina, in Bielorussia e nei paesi baltici la situazione è complicata dell'esistenza di più
piccole formazioni di resistenza direttamente nazionalista decisamente ostili ai sovietici e in
rapporti ambigui con le autorità naziste che occupa nei loro territori. Dal 1941 anche in
Grecia si costituiscono diverse formazioni partigiane, che si oppongono l'occupazione
nazista, fascista e bulgara della Grecia. L'organizzazione più ampia e animata dai membri
del partito comunista greco ed è il Fronte di liberazione nazionale. In tutta Europa le azioni
partigiane sono durissima mente represse dalle forze di occupazione nazista con una tecnica
che prende di mira soprattutto le popolazioni civili, indiscriminatamente considerate come
favorevoli ai gruppi partigiani per questo sottoposte ad arresti e ad esecuzioni sommarie di
massa.
9.10 La svolta del 1942-43
Il mutamento di equilibri che matura tra l'estate del 42 l'estate del 43 è dovuto all'andamento
della guerra combattuta su tre quadranti diversi: il quadrante dell'Oceano Pacifico, quello
russo e quello nordafricano. Nel corso del 1942 gli statunitensi hanno potuto ricostruire la
loro flotta e la loro aviazione destinate a operare nel Pacifico contro l'esercito giapponese.
Gli aerei statunitensi riescono a compiere subito un primo bombardamento su Tokyo. Manto
che segna un vero cambiamento nei rapporti di forza tra i combattenti è scandito dalla
battaglia del Mar dei Coralli, dalla battaglia delle isole Midway e dalla battaglia
dell'isola di Guadalcanal. Nel primo caso gli statunitensi riescono a bloccare lo sbarco
giapponese in Nuova Guinea. La battaglia del Mar dei Coralli è uno scontro navale ma di
nuovo tipo. Operano principalmente gli aerei che decollano dalle portaerei. Ieri e staccano le
flotte che non entrano in contatto tra loro. Lo stesso accade nella battaglia delle Midway,
quando un attacco giapponese alla base di Midway concepito per distruggere la flotta
americana viene contrastato efficacemente dagli americani. Nell'agosto del 1942 i marines
americani sbarcano nell' isola di Guadalcanal in precedenza occupata dai giapponesi. Dopo
sei mesi di combattimenti in loco, i marines costringono l'esercito giapponese ad
abbandonare l'isola. L'assedio nazista di Stalingrado, intanto, si sta trasformando in una vera
catastrofe per la VI Armata dell'esercito tedesco. Nel novembre del 1942 l'esercito sovietico
riesci a sferrare una controffensiva che circonda gli attaccanti. Hitler comanda la resistenza
a oltranza, ma i tedeschi sono costretti ad arrendersi nel febbraio del 1943. Nel frattempo in
Africa nell'autunno del 1942 l'Africa Korps di Rommel e i reparti coloniali italiani cedono
davanti al lo sentivo delle truppe britanniche guida della generale Montgomery. All'inizio di
novembre nel 1942 gli italo-tedeschi sono sconfitti a El Alamein, un centinaio di chilometri
a ovest di Alessandria d'Egitto, e ripiegano verso la Libia. Contemporaneamente, nel
novembre del 1942, in corpo di spedizione anglo americano compie uno sbarco in Marocco
e Algeria, procedendo contro le truppe italo-tedesche stanno arretrando da est. Ritiratesi
ulteriormente in Tunisia e strette fra due fuochi nel maggio del 1943, le truppe di Rommel
sono costrette ad arrendersi. Dalla Turchia gli anglo-americani possono così preparare i
piani per uno sbarco in Sicilia, che viene avviato il 10 luglio 1943.
9.11 La caduta del fascismo, la resistenza e la guerra in Italia
L'attacco alleato alla Sicilia non incontra serie resistenze. L'esercito italiano e sul punto di
disgregarsi. Mussolini ha ormai perso ogni contatto con una società che fino a pochi anni
prima era in larga misura dalla sua parte. Un'ondata di scioperi che si è diffusa nelle
fabbriche del nord Italia durante il marzo del 43 e già stato un grande segno di crisi. Adesso
la notizia che le truppe alleate sono in Sicilia sempre a chiudere la partita. Ma non è il paese
a ribellarsi. Il regime fascista crolla per un colpo di Stato al quale partecipano il re e diversi
dei massimi esponenti del fascismo. Nel corso di una riunione del Gran Consiglio del
Fascismo, tenutasi a luglio del 1943, viene approvato una soluzione proposta da Dino
Grandi, che attribuisce il comando delle Forze Armate solo ed esclusivamente al re. Questo
è il significato di una sconfessione della dirigenza di Mussolini e difatti a conclusione della
riunione Mussolini viene arrestato, mentre il re nomina il nuovo presidente del Consiglio
nella persona del generale Badoglio. Il fascismo, ma la guerra non è finita. Lo stesso
Badoglio annuncia che niente è mutato per ciò che riguarda l'impegno bellico dell'Italia. Il
governo Badoglio, mentre da un lato A non c'è fedeltà gli impegni presi a suo tempo da
Mussolini, apre le trattative segrete con gli anglo-americani che ormai dilagano in Sicilia.
Le trattative portano un armistizio, firmato il 3 settembre 1943, ma ha reso noto 5 giorni
dopo, quando gli anglo-americani stanno per sbarcare a Salerno. L'armistizio viene
comunicato da Badoglio. Non è chiaro che cosa debba fare l'esercito. La confusione reso
ancor maggiore della decisione presa dal re, da Badoglio e dagli altri membri del governo, i
quali abbandonano Roma e fuggono Brindisi, dove intanto sono sbarcate le truppe alleate.
Quasi ovunque reparti dell'esercito si sciolgono. Alcuni però decidono di opporre resistenza
alle truppe tedesche che si stanno insegnarmi tutta Italia. Gli episodi di resistenza di reparti
dell'esercito sono puniti duramente dai tedeschi, che cattura e deporta i militari italiani.
Nella penisola i tedeschi avanzano verso sud fino a schierarsi a difesa di un fronte che corre
da Gaeta alla foce del Sangro, la linea Gustav. Inoltre il 12 settembre 1943 un commando di
paracadutisti tedeschi libero Mussolini dalla prigione di Campo Imperatore sul Gran Sasso.
Trasportato a nord, il 23 settembre 1943 Mussolini annuncia la costituzione di un nuovo
stato fascista repubblicano, La Repubblica di Salò. La Repubblica dispone di un suo
esercito di sue forze di polizia ma è politicamente militarmente del tutto dipendente dalle
decisioni che vengono prese dalle autorità militari tedesche. L'Italia dunque è spezzata in
due: da una parte si trova il Regno del Sud, col governo Badoglio, sostenuto dalle forze
anglo-americane. Nel centro nord c'è la Repubblica Sociale Italiana di Mussolini, sostenuta
dalle truppe naziste. Gli stessi giorni in cui si formano il Repubblica, nell'Italia centro-
settentrionale cominciano a costituirsi gruppi armati che intendono opporsi ai tedeschi e ai
fascisti. Nasce adesso anche in Italia una resistenza contro il nazifascismo. Tra i gruppi più
significativi c'è stato quello di Giustizia e Libertà, fondato nel 1929 ispirato da ideali
liberalsocialisti. Si costituiscono anche delle formazioni composte da partigiani di simpatie
socialiste, le brigate Matteotti, e gruppi di ideali comunisti, le Brigate Garibaldi. Sin dal 9
settembre del 1943 che formato il Comitato di liberazione nazionale composto da esponenti
di 7 partiti che si sono costituiti: il partito stazione, prosecutore dell'esperienza di giustizia e
libertà. La Democrazia Cristiana, erede del Partito popolare. Il Partito Socialista Italiano di
unità proletaria, area socialista. Il Partito Repubblicano Italiano, di tradizione mazziniana. Il
Partito Liberale Italiano punto il Partito Democratico del lavoro. Il Partito comunista
italiano. Inizialmente gli esponenti di questi partiti raccolti nel Comitato di liberazione
nazionale danno voce a una metà polemica col governo bellico e col re. Una posizione di
questo genere indebolisce molto l'autorevolezza del Comitato, perché i responsabili delle
forze anglo-americane considerano solo governo Badoglio come interlocutore istituzionale e
legittimo. Lo stallo che si è creato viene superato da una mossa compiuta da Togliatti nel
marzo del 1944. Sbarcato a Napoli dopo 20 anni di esilio in Unione Sovietica, Togliatti,
dirigente del Partito comunista italiano, propone di abbandonare la polemica con Badoglio e
fare in modo che il Comitato collabori attivamente con governo. La mossa di Togliatti,
conosciuta come svolta di Salerno, apre nuove prospettive. Il 24 aprile 1944 si forma il
primo governo di unità nazionale, che è presieduto da Badoglio e comprende gli esponenti
dei partiti del Comitato di liberazione nazionale. Re Vittorio Emanuele III si impegna a
cedere provvisoriamente sui poteri al figlio Umberto. Badoglio si dimette viene sostituito da
Bonomi. contestualmente Umberto di Savoia assume la carica di luogotenente generale del
regno. Man mano che le truppe alleate avanzano verso nord della linea militare tedesca si
pone tra Toscana e l'Emilia, nella cosiddetta Linea Gotica, gli atti di ritorsione contro le
azioni partigiane colpiscono sempre più spesso e sempre più violentemente interi villaggi.
9.12 La fine della guerra
Dal 28 novembre al primo dicembre del 1943 i capi dei tre principali paesi che conducono
la guerra contro la Germania nazista, Roosevelt Churchill e Stalin, si incontrano a Teheran,
per una valutazione complessiva della situazione strategica. Stalin insiste affinché gli anglo-
americani avviino un'offensiva anche dalla Francia, in modo da impegnare l'esercito tedesco
su tutti i fronti possibili. Churchill e Roosevelt concordano, ma chiedono tempo.
L'operazione va preparata e la posizione in Italia va consolidata. Comunque è chiaro che
l'attacco decisivo alla Germania può essere realizzato solo aprendo anche il terzo fronte. Il
luogo più conveniente per lo sbarco in Normandia. All'alba del 6 giugno 1944 vengono
lanciate truppe paracadutate e poi arrivano i mezzi da sbarco. Nelle settimane seguenti un
esercito alleato composto da 380000 soldati e operativo sul territorio francese. Alla fine del
luglio 1944 le difese tedesche sono piegate. Il 25 agosto seguente le truppe angloamericane
sono a Parigi. A ottobre del 1944 i partigiani comunisti di Tito sono riuscita a entrare a
Belgrado, mentre tu prendessi stanno sbarcando in Grecia. Gli eserciti alleati non sono
ancora entrati in Germania, ma le città tedesche sono sottoposti a pesantissimi
bombardamenti. Intero città vengono rase al suolo dai bombardamenti, come nel caso di una
delle più belle città tedesche, Dresda, con mandata dal 13 al 15 febbraio 1945. Fiduciosi
della Vittoria, Roosevelt Churchill e Stalin e si incontrano di nuovo a Yalta, in Crimea, tra il
4 e il 11 febbraio del 1945. Nella conferenza di Yalta si accordano su una divisione della
Germania in 4 zone di influenza e sulla formazione di governi provvisori in Polonia,
Jugoslavia, Romania e Bulgaria. L'accordo è preso nella giusta previsione di una rapida
vittoria. In effetti nonostante Hitler abbia dato ordine di resistere a oltranza, tra febbraio e
aprile del 1945 L'esercito crolla su tutti i fronti. Alla fine di aprile del 1945 sia sovietici che
gli anglo-americani sono a Berlino. Il 25 aprile del 1945 in Italia il Comitato di Liberazione
Nazionale dell'Alta Italia fa scattare l'insurrezione generale delle truppe partigiane, che
liberano le principali città della Valle Padana prima dell'arrivo delle forze alleate. Le truppe
tedesche si ritirano dall'Italia. Mussolini cerca di fuggire in Germania con la sua amante ma
riconosciuti a Dongo, il 28 aprile del 1945 vengono entrambi fucilati da un gruppo di
partigiani. I cadaveri dei due, trasportati a Milano, sono impiccati per i piedi a piazzale
Loreto, insieme con i corpi di altri tre capi fascisti e li sono lasciati in esposizione per alcune
ore. Il luogo del macabro rituale viene scelto per ricordare che proprio in quel punto, un
anno prima, un drappello di militi della Repubblica Sociale Italiana ha giustiziato 15
Costituzione che entra in vigore nel 1950 e che pone le fondamenta per uno Stato indiano
laico e democratico.
10.6.3 Il Pakistan
Il nuovo stato pakistano è una realtà complessa poiché la sua popolazione è divisa in due
territori distinti ma anche al suo interno da gruppi etnici diversi. In mancanza di tradizioni a
cui appellarsi le élite pakistane trovano nell9islam l9elemento identitario fondamentale per
edificare questo nuovo stato. Tuttavia, da un lato ci sono le autorità religiose islamiche che
vorrebbero uno stato fondato sulla Sharia e dall9altro abbiamo gli esponenti della Lega
musulmana che vogliono uno Stato laico.
10.6.5 L9Indocina
In Vietnam nel 1945 viene proclamata l9indipendenza dalla Francia e la costituzione della
Repubblica Democratica del Vietnam. Ma i francesi non riconoscono questo nuovo stato e
inizia nel 1946 una guerra che si conclude solo nel 1954 quando i francesi sono costretti ad
arrendersi. Vengono dunque siglati gli accordi di Ginevra che decretano il ritiro delle truppe
francesi dall9Indocina e la divisione del Vietnam in una repubblica comunista al nord e una
monarchia filoccidentale a Sud e la formazione di due stati indipendenti Laos e Cambogia.
10.6.6 L9Indonesia
Fin dal tardo ottocento in Indonesia si sono formati movimenti per il rinnovamento
dell9islam che si sono trasformati nel novecento in organizzazioni politiche che chiedono
l9indipendenza dall9Olanda. Questi movimenti però sono divisi nel modo di concepire il
rapporto con l9Islam: una parte sono di orientamento tradizionalista che vede gli
insegnamenti islamici come immutabili, e una parte influenzata dalle tendenze moderne. Si
formano anche il Partito comunista indonesiano e il Partito nazionale indonesiano e
quest9ultimo vuole uno stato indipendente e laico. La dominazione olandese viene spezzata
nel 1942 e tra questo anno e il 1945 sono poi i giapponesi a cercare di controllare Indonesia.
Viene poi sconfitto da Sukarno che ne approfitta per dichiarare l9Indipendenza Indonesiana
nel 1945, però non è immediata poiché l9Olanda vuole riprendere il controllo e nasce una
guerra che finisce nel 1950 quando gli olandesi vengono costretti a ritirarsi grazie alle
pressioni dell9Onu. Il quadro della popolazione è diviso in 4 movimenti e dunque si arriva a
un compromesso con 3 delle quattro e si forma uno Stato parlamentare.
Alla conferenza di Bandung partecipano anche paesi del medio oriente. L9Egitto dal 1922 è
una monarchia parlamentare semindipendente e sono nel 1936 ha ottenuto dal Regno Unito
il riconoscimento di indipendenza quasi integrale. Vi si crea un9opposizione animata da
gruppi attivi con formazioni paramilitari (fratellanza musulmana) che ambiscono alla
creazione di uno stato musulmano fondato sulla Sharia. E dall9altro abbiamo il Comitato
degli ufficiali liberi che vogliono un Egitto moderno e laico che si conquista un grande
sostegno dall9esercito egiziano guidato da Nasser che instaura una dittatura militare laica e
vagamente socialista.
Dopo la prima guerra mondiale Siria, Libano, Transgiordania, Palestina e Iraq sono sotto il
controllo di Gran Bretagna e Francia, tra le due guerre in questa area prende vita un
movimento nazionale arabo che punta all9indipendenza. L9indipendenza di questi paesi dà
vita a regimi instabili per divisioni interne di vari gruppi religiosi e politici diversi. Fin dal
1945 la Lega degli Stati arabi si forma per impedire anche la formazione di uno Stato
ebraico in Palestina.
In Palestina l9amministrazione britannica cerca di mantenere una distanza tra ebrei e arabi
che nella seconda guerra mondiale si è tradotta in risonanze etiche drammatiche poiché i
britannici impediscono l9accesso a gran parte degli ebrei. La reazione del movimento
sionista guidato da Guiron rafforza le formazioni paramilitari come: l9Irgun e la banda Stern
compiono azioni terroristiche contro arabi e britannici. Ma anche il mondo arabo è in
movimento, si dividono in due organizzazioni, ma la vera novità è la formazione della Lega
araba che dichiara di volersi adoperare a favore della formazione di uno stato palestinese.
Nel 1947 il Regno unito rinuncia al mandato sulla regione, passando la questione all9Onu.
Nello stesso anno la commissione speciale per la Palestina formula un piano che prevede la
creazione di due Stati, l9ebraico di Israele e l9arabo di Palestina con Gerusalemme come
città libera. L9Haganah (formazione sionista) inizia ad attaccare tutti i villagi inclusi nel loro
territorio e nel 1948 questa operazione diventa sistematica. Il 14 maggio del 1948 viene
dichiarato lo stato di israele che viene accettato da molti stati ma non dalla Lega araba che
attaccano il territorio di Israele iniziando una guerra che dura fino a gennaio 1949. Israele
riesce ad ampliare i confini. La questione palestinese diventa così un grande problema
politico.
11 Democrazie occidentali e comunismo tra il 1950 e il 1970
11.1 i miracoli economici dell9Occidente
Uno degli aspetti che più colpisce dopo la seconda guerra mondiale è la velocità con la
quale i paesi occidentali riescono a riprendersi economicamente. Gli anni 50 sono
caratterizzati per essere il miracolo economico per molte nazioni occidentali tra le quali
anche l9Italia. Generalmente sono 3 i fattori che hanno permesso una così veloce ripresa: il
primo è la spesa americana per il riarmo e l9impegno bellico in corea nel 950-952, queste
spese hanno rilanciato l9intero sistema produttivo americano che di conseguenza ha trainato
anche il mercato europeo; il secondo fattore è il Piano Marshall che ha fatto si che si
revitalizzassero i mercati europei i quali erano appunto direttamente dipendenti dagli Usa
apportando quindi notevoli ricchezze allo stato; infine il terzo fattore è caratterizzato dagli
accordi europei quali CEE, CECA, EURATOM i quali con il primo creano un mercato
comune con l9abbattimento dei dazi e quindi una maggiore circolazione di capitali, la CECA
da un notevole impulso alla produzione industriale ed Euratom che consente lo sviluppo di
centrali nucleari per l9approvvigionamento energetico a minor costo.
11.2 Migrazioni e mutamenti sociali
11.3 Dagli <oggetti del desiderio= al <villaggio globale=.
11.4 Il <Baby boom=
11.5 Gli Stati Uniti dal Movimento per i diritti civili alla guerra del Vietnam
Non tutti i cittadini americani godono della prosperità del miracolo economico. La parte
degli <sfortunati= è composta dalle persone di colore che vivono ancora la discriminazione
razziale. Nel 953 sale al potere il presidente Eisenhower il quale non considera ancora i neri
come un problema da risolvere ma bensì si concentra sulle popolazioni meno abbienti di
colore bianco e lo fa attraverso un nuovo Social Security Act (il primo era di fdroosevelt) il
quale comprende anche i lavoratori agricoli. È cosi che nascono i primi movimenti di
protesta della popolazione afroamericana, il primo episodio riguarda Rosa Parks che si siede
su un sedile dell9autobus riservato ai soli bianchi e non volendosi alzare verrà arrestata. Atti
di emulazione si diffonderanno in tutto lo stato (sit in) dove comunque verrà mantenuto il
carattere non violento della protesta. Queste manifestazioni vengono viste con sensibilità dal
partito democratico USA ed in particolare da John Fitzgerald Kennedy che vorrebbe un
equiparazione della comunità nera ai bianchi. Nel 1960 Kennedy vince contro Nixon e sale
al Potere, si presenta sulla scena con la promessa di un profondo rinnovamento della società
americana, teso verso una maggiore giustizia sociale e per la fine della discriminazione
razziale. Anche se non riuscirà ad attuare molto delle sue idee (il congresso gli vota contro
poi verrà assassinato) Kennedy è il primo presidente che si espone per queste tematiche.
Tuttavia la sua politica estera sarà più dinamica, a partire dalla corsa allo spazio contro
l9Urss che porterà gli americani ad essere i primi sulla luna, gli effetti più rimarcanti si
hanno a proposito della dottrina Truman. In seguito alla rivoluzione castrista del 1959 dove
Castro ha preso il potere a Cuba a discapito del filo americano Batista. Inizialmente Castro
non è era contro gli Usa ma in seguito alle sue politiche economiche di nazionalizzazione,
queste hanno urtato gli interessi americani facendo si che Castro cercasse appoggio
diplomatico ed economico dall9Urss. Kennedy nel 1961 autorizza un9operazione della Cia
che preveda lo sbarco di esuli cubani armati nella baia dei Porci. L9intento della CIA è
quello di scatenare una rivolta contro Castro per fargli perdere il potere. La spedizione si
dimostrerà un fallimento e Castro cercherà conforto nell9Urss che nel frattempo ha installato
delle basi missilistiche su suolo cubano. La cosa irrita molto gli USA che minacciano una
guerra atomica se l9URSS non rimuove i missili cosa che avverrà in breve tempo. Intanto
Kennedy sta anche considerando un intervento in Vietnam dove il Vietnam comunista del
nord ha invaso il Vietnam filoamericano del sud. La sua operazione però si limita all9invio
di materiale logistico non di truppe. Proseguono le manifestazioni delle persone di colore in
particolare si assiste al discorso di Martin Luter King, i have a dream, che in qualche misura
Kennedy condivide. Morirà il 22 Novembre 1963 nell9attentato a Dallas. Gli seguirà
Lyndon B Johnson il quale sarà determinato a fare in politica interna ciò che Kennedy non è
riuscito a terminare. Inizia con il Civil Rights Act del 964 che rappresenta una rivoluzione
sui diritti civili e dichiara Illegale qualsiasi discriminazione, amplia l9assistenza sociale agli
indigenti e vara il primo programma nazionale di assistenza sanitaria gratuita (riservato solo
agli anziani) e programmi di aiuto per le madri con figli a carico. E9 l9inizio del Welfare
americano. Ma accanto al movimento per i diritti civili si è creato anche un movimento che
vuole la separazione netta fra la società americana e quella di colore. Capitanata da Malcom
X, il movimento <separatista= si basa sull9orgoglio nero ed è sostenuto anche da formazioni
paramilitari quali il Black Panther Party che tuttavia verrà fortemente represso dall9FBI. Sia
Martin Luter King viene assassinati. Nel 964 un altro fatto sconvolge gli Usa che è lo
scontro tra unità navali avvenuto nel Golfo del Tonchino che da il pretesto agli Usa di
intervenire militarmente in Vietnam. La strategia dell9escalation, ovvero dei bombardamenti
sulle basi dei Vietcong alla fine non porterà al successo sperato ma bensì permetterà ai
vietcong di passare all9attacco e di infliggere grossi danni agli americani. Nel 968 la guerra
in vietnam si fa particolarmente dura con gli americani che ormai bombardano anche
villaggi di civili. In concomitanza con questi fatti che arrivano alle orecchie dell9opinione
pubblica americana, nascono i grandi movimenti pacifisti. Alle elezioni seguenti Johnson
non si ricandiderà più e salirà al potere Nixon, egli inizia a ritirare le truppe dal vietnam.
Nel 1973 è costretto a firmare un armistizio con il vietnam e le truppe verranno
definitivamente ritirate.
11.6 Le dinamiche politiche dell9Europa occidentale
Tra gli anni 950 e 960 l9Europa occidentale si suddivide in una maggioranza di stati con
costituzioni rappresentative e democratiche e con una minoranza dominata dalle dittature di
destra. Gli esempi più lampanti sono Portogallo ancora guidato da Salazar e Spagna ancora
sotto Franco. La scelta della neutralità nel corso della guerra ha favorito i rapporti di
collaborazione tra usa e portogallo e ciò ha permesso il suo immediato inserimento nel
piano Marshall oltre che il suo ingresso nella NATO. Nel caso della Spagna invece il
contributo dell9Italia fascista e della Germania all9instaurazione della dittatura, hanno reso
più difficile il suo inserimento nelle istituzioni del blocco occidentale. Tuttavia nel 953 verrà
accolta nell9ONU. Altro esempio è la Grecia dove nel967 attraverso un colpo di stato
militare si è insediato un governo dittatoriale di destra.
11.6.1 la Francia: l9instabilità della quarta repubblica francese diventa massima quando
scoppia la rivolta algerina. Nel 1958 di fronte alla possibilità che il governo francese ceda
alla richiesta di indipendenza dell9Algeria un gruppo di militari francesi di stanza in Algeria
sembra intenzionato a voler compiere un colpo di stato. Condizione affinché ciò non
avvenga è che l9incarico di capo di governo venga dato a Charles De Gaulle. Assunta la
presidenza De Gaulle redige subito una nuova costituzione ed è convinto che la colpa della
crisi venutasi a creare sia della cattiva architettura costituzionale che si è venuta a creare nel
946 quando egli per protesta di dimise dalla costituente. A settembre del 958 il nuovo testo
costituzionale viene sottoscritto e un referendum lo approva e subito dopo De Gaulle viene
eletto presidente di quella che è la quinta Repubblica. L9opposizione di sinistra è dominata
da un forte partito comunista che però non è in grado di ottenere molti seggi in parlamento.
parlamento (legge truffa). Approvata poco prima delle elezioni (legge fatta apposta per la
dc) dopo la vittoria della DC verrà immediatamente abrogata.
11.6.6 Il secondo ciclo politico italiano: l9insuccesso della legge determina la crisi di De
Gasperi ma non della DC che si apre ad un nuovo ciclo politico fra il 957 ed il 960. La Dc
questa volta si orienta verso i partiti di centro-destra, in particolare si apre all9inclusione del
MSI fondato dagli ex membri della RSI tra cui Almirante. Tutti i partiti lanciano critiche per
questa decisione della DC, la maggior parte infatti deriva dal CLN e dalla Resistenza.
Considerano la DC come traditrice delle basi ideali sulle quali è nata la Repubblica Italiana.
Nel 960 il pdr Gronchi (DC) dà a Tambroni (anche lui DC) il compito di formare un nuovo
governo, il quale ne forma uno tutto DC e si avvale del voto di fiducia del MSI, criticato per
questo si dimette ma Gronchi di nuovo lo designa come pdc e lui si ripresenta al
parlamento. L9episodio di maggior rilievo di questo ciclo è il tentativo di convocare un
Congresso del MSI a Genova nel 960. Il fatto che il governo Tambroni avesse dato
l9autorizzazione, fa scoppiare una violenta rivolta popolare a Genova che farà saltare il
congresso come anche Tambroni che dovrà dimettersi.
11.6.7 il terzo ciclo politico italiano: la vicenda del congresso del MSI segna una svolta
nella vita politica italiana, introducendo un terzo ciclo. Questo è caratterizzato dall9apertura
della DC al centro sinistra, in particolare al PSI, il quale è molto distante dal PCI, molto più
moderato simile in qualche modo al partito laburista inglese o ai socialdemocratici tedeschi.
Nel962 il PSI da appoggio esterno (vota solo la fiducia) ma dal 963 al 968 ministri socialisti
entrano a far parte dei governi DC guidati da Aldo Moro. Si apre così la fase del <centro
sinistra= caratterizzata da due grandi riforme, la nazionalizzazione dell9energia elettrica con
la nascita dell9Enel e l9unificazione della scuola media. Nonostante la crescita economica in
Italia, continua la lotta sindacale degli operai alimentate anche dalla presenza e dal notevole
effetto psicosociale del PCI che promette eguaglianza sociale e maggiori diritti ed altresì
riflette però l9emarginazione e la frustrazione politica dei suoi sostenitori che sono
emarginati.
11.7 il comunismo nell9Europa dell9est
La ricostruzione economica qui è trainata dalla crescita della spesa per gli armamenti. Nel
953 muore Stalin e come suo successore sale Chruscev il quale denuncia lo stalinismo ed i
brutali sistemi repressivi del regime facendo accendere enormi aspettative nei paesi satelliti
limitrofi. In Polonia scoppiano scioperi e proteste e l9Urss per andare in contro ai polacchi
rimette al potere un ex dirigente comunista Wladyslaw Gomulka il quale dopo aver giurato
fede all9Urss procede con la privatizzazione di numerose imprese e riconoscendo diritti agli
operai. Incoraggiati dall9esempio polacco anche gli ungheresi nel 956 protestano per la
mancanza di libertà imposta dal regime. L9esercito ungherese mandato per reprimere le
proteste si unisce alla popolazione e viene messo al potere Imre Nagy il quale prospetta
radicali cambiamenti per l9Ungheria annunciando di voler uscire dal Patto di Varsavia.
Questo fa intervenire l9armata Rossa sovietica che reprime la protesta e condanna a morte lo
stesso Nagy, le speranze della de-stalinizzazione muoiono con Nagy. Nel frattempo a
Berlino nel961 viene eretto un muro che divide la città, l9Urss lo fa erigere per impedire ai
cittadini della Repubblica Democratica Tedesca (ger.est) di emigrare nella Repubblica
Federale Tedesca (ger.ovest) in quanto questo testimonia il malessere generale dei suoi
abitanti. Nel 964 la parziale liberalizzazione del sistema politico sovietico avviata da
Chruscev viene interrotta dal suo spodestamento a favore di un triumvirato (Breznev-
kosygin-podgornij) il quale riprende i metodi repressivi stalinisti coadiuvati anche dalla
nascita del KGB. Un altro esempio di soffocazione sovietica si verifica in Cecoslovacchia
dove sulle orme di Chruscev viene chiesto un socialismo dal volto più umano. Si da inizio
ad una serie di riforme atte a liberalizzare la vita politica e riabilitando il partito
socialdemocratico. Questo periodo è chiamato la primavera cecoslovacca 968. L9armata
sovietica arriverà in poche settimane e soffocherà il tutto, si ricordano tuttavia i gesti degli
studenti che per protesta si dettero fuoco. Le riforme verranno cancellate ed il tutto finirà
insabbiato.
11.8 Primavere culturali e politiche (968)
Gli anni 960 costituiscono un decennio particolare, oltre agli assassinii politici (mlking, mx,
j-kennedy e r kennedy) anche le promesse di rinnovamento di Chruscev vengono stroncate.
Accade qualcosa di nuovo che proviene dagli USA, si tratta delle nuove generazioni che
favorite dal baby boom e dalla scolarizzazione completata si organizzano nelle Università
per formare gruppi di discussione favorevoli ai diritti vili e contro la guerra. Questi gruppi
(hippies) nascono nell9Uni di Berkley e creano una <controcultura= che mette assieme nuovi
modi di vivere e atteggiamenti polemici nei confronti delle istituzioni sociali quali famiglia,
scuola, società considerati strumenti di oppressione. Altresì si dichiarano pacifisti e contro
la guerra in Vietnam. Nel 967-968 l9esempio di questi movimenti arriva anche in Europa,
passa per la Francia in particolare l9episodio dell9Università di Nanterre e Sorbona dove i
manifestanti cominciano a prendere connotazioni legate all9estrema sinistra. Dilagano le
manifestazioni ed anche gli operai si uniscono a questi movimenti non trovando però
l9appoggio dei sindacati e del PC francese. Il movimento arriverà anche in Italia in
particolare si ricordano le occupazioni delle uni di Trento, Milano e Torino. Gli studenti
Italia spesso si trovano a contrasto con la polizia e quindi il movimento comincia a
militarizzarsi iniziando a considerare la violenza come un necessario strumento di lotta. Dai
movimenti studenteschi nascono una serie di gruppi politici (avanguardia operaia, servire il
popolo, potere operaio) i quali identificano anche le fabbriche come luogo dove estendere la
lotta, entreranno in contatto con gli operai con i quali daranno vita ad azioni di protesta
inedite. Questi gruppi però non trovano seguito come rappresentanza parlamentare e per
questi vengono definiti <sinistra extraparlamentare=. Polemizzeranno sia contro il PCI ormai
privo dei veri ideali sovietici e anche contro i maggiori sindacati giudicati troppo
arrendevoli. Nell9autunno del 969 saranno gli stessi sindacati a guidare un grande sciopero
dei metalmeccanici alla fine del quale otterranno un contratto unico nazionale e vari
vantaggi lavorativi.
12 Mondi postcoloniali
12.1 Uno sguardo d9insieme
Dal 1950 il processo di decolonizzazione continua, con la guerra del Vietnam che viene
persa dagli Usa si dimostra la forza del processo di autonomizzazione dall9occidente che è
in corso in tutto il globo. Tuttavia le potenze imperialiste non cessano di nutrire ambizioni
neo imperiali e per farlo intervengono in modo indiretto, cioè attraverso finanziamenti a
gruppi armati oppure attraverso il controllo economico. Le matrici concettuali politiche che
influenzano le ex colonie sono principalmente 3: il comunismo, nazionalismo e democrazia
rappresentativa; a queste matrici non si sottraggono neppure i paesi islamici i quali a partire
dagli anni950 formano stati laici guidati da élite militari.
12.2 l9Asia tra democrazia e comunismo
L9Asia post coloniale è caratterizzata da due modelli socio economici: il modello
Comunista ed il democratico con economia mista e mercato libero. I paesi comunisti furono
Cina, Corea del N, Vietnam del Nord, Indocina. I paesi invece democratici con il mercato
libero e l9economia mista furono solo due ovvero l9India ed il Giappone.
12.2.1 Il Giappone: il Giappone dopo la seconda guerra mondiale è amministrato dal
generale MacArthur il quale introduce una costituzione democratica con un parlamento
rappresentativo. L9imperatore Hiroito manterrà solamente un ruolo simbolico e si favorisce
anche un pluralismo politico, grazie anche all9epurazione di tutto il personale politico
coinvolto nella seconda guerra mondiale. A dominare la scena politica è il partito Liberal-
democratico mentre il Ps è permanentemente relegato all9opposizione, quello comunista ha
una presenza solo simbolica. Essenziale per la ripresa post-bellica del Giappone, è stato lo
stretto rapporto creatosi con gli Usa che come nella RFT non chiedono riparazioni di guerra
anzi, avviano un piano economico di finanziamento e sviluppo. Una simile mossa usa farà
crescere l9economia giapponese a ritmi mai visti, si creano gli <zaibatsu= ovvero grossi
complessi industriali/finanziari) che traineranno l9intera economia giapponese. Altresì il
tutto è favorito dai pochissimi scontri sociali, dovuti anche grazie alle caratteristiche
culturali del paese che si basa sullo scintoismo che sollecita alla lealtà ed al sacrificio in
vista del bene comune.
12.2.2 l9india di Nehru: l9India di Nehru si caratterizza per la decisiva svolta democratica,
nel950 verrà approvata la costituzione che istituisce il sistema rappresentativo democratico e
sancisce la parità giuridica tutti i cittadini e la parità dei sessi. Nehru fa parte del Partito del
Congresso nel quale a sua volta ci sono due correnti, una socialista di Nehru e una
nazionalista indù di Patel, quella che primeggerà sarà quella di Nehru. In politica economica
Nehru realizza una riforma agraria ridistribuendo parte delle terre ai contadini e finanzia la
costruzione di numerose infrastrutture, in politica estera invece è promotore della
conferenza di Bandung 955 e del movimento dei non allineati. Tuttavia si troverà ad
affrontare le ostilità cinesi nel 962 dove perderà parte del Tibet.
12.2.3 l9India di Indira Gandhi: figlia di Nehru e omonima ma non parente del mahatma
Gandhi. Indira sale al potere alla morte del padre nel 966, due sono i problemi che deve
affrontare: in politica interna il declino della forza elettorale ed in politica estera gli sgrezzi
con il Pakistan. Ad entrambe le problematiche risponde con la forza, acquisisce nella sua
carica diversi poteri portando l9India verso un regime autoritario e risponde al Pakistan
nel971 con un9invasione militare. I problemi con il Pakistan erano dovuti al fatto che la parte
orientale del paese voleva l9indipendenza dal Pakistan in quanto erano sfruttati
economicamente dal Pakistan occidentale, e così Indira invia l9esercito che in pochi mesi
farà nascere lo stato autonomo del Bangladesh. Questo episodio infastidirà molto gli Usa in
quanto il Pakistan era uno dei loro alleati nella zona così Indira si farà consolare dall9Urss e
nel frattempo si doterà anche della bomba nucleare. In politica interna Indira racchiude
entrambe le correnti politiche del partito cioè quella socialista e quella nazionalista indù nei
confronti delle quali attua diverse riforme. Nel 975 verrà giudicata colpevole da un tribunale
indiano di aver compiuto gravi irregolarità durante le elezioni e così per non perdere il
potere dichiara lo stato di emergenza che le permetterà di governare ancora. Perderà il
potere nel977 quando una coalizione di partiti ostili ad Indira riuscirà a vincere le elezioni, il
nome del partito è Janata Party.
12.2.4 la Cina: dopo la guerra civile Mao attua subito una riforma agraria e dal953 attua
anche il primo piano quinquennale, nazionalizza le maggiori industrie e punta ad una rapida
industrializzazione dell9economia cinese. Stringerà accordi con l9Urss ed altresì si impone
come stato egemone nell9asia centrale, infatti parteciperà alla guerra di Corea a sostegno dei
comunisti e conquisterà il Tibet, altresì sosterrà i vietcong. Nel 958 attuerà un piano per il
raddoppio della produzione agricola il quale tuttavia si rivelerà disastroso e a quel punto la
Cina decide di discostarsi dall9Urss che le frutterà l9accesso definitivo all9Onu (1971) al
posto della Cina nazionalista di Chang-kai shek. Uno dei problemi che si troverà però ad
affrontare è l9opposizione interna al partito che riuscirà a debellare grazie alla <rivoluzione
culturale= del 1967. Un brillante piano di manovra collettiva con il quale Mao spinge i
giovani a criticare i dirigenti comunisti a loro parere scorretti. Così facendo, grazie anche al
sostegno dell9esercito, Mao riuscirà a far fuori l9opposizione che si era creata e a questo
punto nel 969 si sbarazza senza mezzi termini dei movimenti dei giovani i quali nel
frattempo avevano preso il nome di <guardie rosse=.
Usa i quali però non vedono di buon occhio la possente riforma agraria da lui attuata a
discapito delle grandi imprese. Si rivolgerà allora all9Urss con la quale stringerà accordi e
trasformerà la sua dittatura in una dittatura comunista. Una delle figure di maggior spicco
durante tutto il periodo è Ernesto Guevara, il Chè, il quale dopo aver aiutato Castro nella sua
rivoluzione tenterà di <liberare= dal dominio occidentale anche la Bolivia dove tuttavia
verrà catturato e giustiziato nel 967. Fin da subito il Chè verrà adottato come simbolo dei
movimenti studenteschi ed altresì, l9esperienza del Chè è perfettamente coerente con la
militarizzazione dei movimenti studenteschi ed altresì rappresenta il sacrificio dell9azione
politica rivoluzionaria. Un altro colpo di stato da ricordare è quello avvenuto in Cile nel 973.
Dopo aver vinto elezioni democratiche ed aver creato un governo di <unità popolare=
comprendente socialisti e comunisti, Salvador Allende realizza un9ampia politica di
nazionalizzazione. Nel 973 appunto il governo cileno verrà rovesciato da un violento colpo
di stato ad opera di Augusto Pinochet nel quale lo stesso Allende perderà la vita. Pinochet
instaurerà una dittatura militare che guiderà il paese fino all988.
12.4 la decolonizzazione dell9Africa centro-meridionale
Tra la fine degli anni950 e 960 la maggior parte dei paesi africani conquista l9indipendenza.
Questo è dovuto al fatto che le potenze occidentali non hanno più le risorse per controllare
tutte le aree e perché i movimenti indipendentisti sono più che mai motivati a combattere.
Tuttavia la convivenza è molto difficile questo perché i nuovi paesi che nascono
racchiudono diversità etnico sociali e religiose molto diverse ed altresì mantengono ancora
l9influenza del passato coloniale testimoniato dalla stessa lingua che utilizzano. Gli stati
africani post-coloniali hanno spesso il carattere militare autoritario e sono scossi dai violenti
scontri delle tribù interne per le diversità prima citate, altresì come in america latina,
l9occidente interviene con finanziamenti alle varie élite al fine di poter continuare a sfruttare
le ricchezze dei territori. Tre esempi drammatici: Kenya, Congo Belga e Nigeria.
Kenya-> è presente una nutrita colonia di inglesi i quali hanno dato vita ad un regime
duramente razziale, dal 953 nasce un movimento indipendentista chiamato Mau Mau che
lotterà duramente contro gli inglesi i quali oppongono una violentissima resistenza militare.
Domata la ribellione gli inglesi nel 963 concedono l9Indipendenza al Kenya.
Congo Belga-> una volta ottenuta l9indipendenza dal Belgio nel960 all9interno del paese
scoppiano dure lotte civili, in particolare una corrente separatista vuole staccarsi vista la
presenza di risorse minerarie (katanga), incoraggiata anche dai belgi e dall9usa che hanno
interessi, la dura guerra civile continuerà fino al 964 quando il generale Mobutu prenderà il
potere, soffocherà il tentativo secessionista nel 964 e rinominerà lo stato Zaire.
Nigeria-> storia simile a quella del Congo Belga, anche qui vi è una corrente secessionista
che vuole staccarsi vista la presenza di grossi giacimenti petroliferi, anche qui incoraggiati
dagli Usa. Il tentativo verrà soffocato nel sangue e non vi sarà alcuna divisione dello stato.
12.5 l9islam postcoloniale
Anche in tutta la vasta area del Nord Africa negli anni 950-970 è in corso la
decolonizzazione degli stati. Qui la struttura politico sociale sarà di tipo dittatoriale-militare
Assuan con i proventi del canale il quale era amministrato da una compagnia francese che
così perde tutti i guadagni. Per di più decide anche di impedire il transito alle navi israeliane
cosi che sia Francia che Gran Bretagna e Israele hanno motivo di intervenire contro l9Egitto.
Israele invade Gaza ed il Sinai con il supporto dell9aviazione Francia e Gran Bretagna,
inoltre i parà inglesi occupano il canale di Suez. L9Urss minaccia di dichiarare guerra ai tre
stati e gli usa intimoriti da una nuova guerra, denunciano le occupazioni all9Onu che intima
il ritiro delle truppe. L9esercito israeliano si ritirerà dal Sinai e quello franco-inglese dal
canale di Suez. Lo stato di Israele è visto dal mondo arabo come un atto di superbia
dell9occidente (in particolare usa) che ha voluto stabilire una sorta di avamposto nel mondo
arabo. Il sentimento di odio nei confronti di Israele è amplificato anche dalle numerose
colonie di profughi palestinesi disseminati fra la Giordania, Gaza e Libano. Proprio in
queste zone a partire dagli anni 950 nasceranno gruppi di guerriglieri armati e finanziati
dall9Egitto che compiranno attacchi terroristici nei confronti di Israele nel 964 questi gruppi
confluiranno nell9OLP organizzazione per la liberazione della Palestina. Un altro momento
di tensione si verifica nel 967 quando in seguito alla chiusura del golfo di Aqaba da parte
degli egiziani a discapito di Israele e degli scontri diplomatici con la Siria, Israele sferra un
attacco con l9aviazione con il quale in 6 giorni riesce a sbaragliare Egitto, Giordania e Siria.
Occuperà in seguito di nuovo il Sinai, le alture del Golan, Gaza e la Cisgiordania. Questa
battaglia è ricordata come la guerra dei <sei giorni=. L9ONU mediante una risoluzione
intimerà ad Israele di restituire le terre occupate che tuttavia non lo farà. Nel 970 muore
Nasser e al posto suo sale Anwar Sadat, il quale continua con la linea dell9odio nei confronti
di Israele. Nel 972 alle Olimpiadi di Monaco vengono uccisi in un attentato terroristico
dell9OLP 11 atleti israeliani e l9anno successivo ovvero il 973 l9esercito egiziano e quello
siriano durante la festività ebraica del <Kippur= invadono e attaccano a sorpresa Israele,
Egitto nel Sinai e Siria nel Golan. Israele riesce a bloccare ed a contenere l9attacco, dopo
questa guerra tuttavia inizierà una graduale restituzione del Sinai all9Egitto. In
contemporanea con questi eventi si assiste anche alla radicalizzazione del movimento dei
Fratelli Musulmani in Egitto che ritengono Sadat un traditore mentre dall9altro canto l9Opec
provoca lo shock petrolifero per sostenere la guerra della Siria e dell9Egitto e lo fa alzando
vertiginosamente il prezzo del petrolio.
13 L9occidente dal 1970 ad oggi
13.1 La stagflazione
Negli anni 970 il circolo economico di sviluppo iniziato dopo la seconda guerra mondiale
giunge a termine. A contribuire a tutto ciò è la svalutazione del dollaro voluta da Nixon in
seguito al fatto che gli Usa non erano più in grado di convertire i dollari in oro e soprattutto
dallo shock petrolifero causato dall9Opec. Si creano quindi due fenomeni distinti la forte
inflazione dovuta alla svalutazione del dollaro ed allo shock e la stagnazione cioè il drastico
rallentamento della produzione. Questi due fenomeni compongono la <stagflazione= che a
differenza della crisi del 929 non si sono verificati contemporaneamente come nel 970 ma
disgiuntamente.
13.2 la difficoltà degli Usa
Con l9avvento degli anni970 e le conseguenti crisi (svalutazione$ e shock petrolifero) gli usa
perdono il loro primato economico e devono competere con altri paesi quali Germania e
Giappone. Le manovre dell9Opec in concomitanza con la guerra del Kippur sono atte a
colpire principalmente gli Usa che sono i maggiori alleati di Israele. Altresì il 973 per gli usa
e per il suo presidente Nixon è una pessima annata, oltre alla fine della guerra in Vietnam
con conseguente sconfitta, il colpo di stato in Cile (dove è coinvolta la Cia), la guerra del
Kippur e soprattutto lo scandalo Watergate (Nixon usava l9fbi per spiare i candidati
democratici) che porterà lo stesso Nixon alle dimissioni prima di subire l9impeachment.
Verrà sostituito temporaneamente da Ford fino alle elezioni del 976 dalle quale ne evince
Jimmy Carter. Carter otterrà un grosso successo internazionale quando farà incontrare il
presidente Sadat (Egitto) e Begin (Israele) per la firma di un trattato di pace fra le due
nazioni dopo la guerra del Kippur. Il trattato prevedeva la cessazione delle ostilità e la
restituzione del Sinai in cambio del libero accesso al canale di Suez. Per questo trattato
Sadat è stato considerato un traditore dai Fratelli Musulmani. Tuttavia il successo di Carter
crollerà di fronte alla rivoluzione in Iran dove il regime dello Shah Pahlavi sostenuto
dall9usa verrà rovesciato dall9ayatollah Khomeini. In questa occasione 52 cittadini sono
tenuti ostaggi nell9ambasciata Usa a Teheran e tutti i tentativi per liberarli saranno nulli.
L9incidente annulla la popolarità di Carter che verrà battuto alle elezioni del980 da Ronald
Reagan.
13.3 una stagione di piombo
Diversi stati sono scossi da crisi sociali ed economiche, un carattere che le accomuna tutte è
il propagarsi del terrorismo politico principalmente di due fazioni: nazionalista (Irlanda del
nord e paesi Baschi in spagna) e terrorismo eversivo di estrema destra o sinistra attivo in
Italia e Germania
13.3.1 in Irlanda: dopo la sua formazione nel 921 l9Ulster (zona a Nord) resta in mano agli
inglesi, tuttavia in quella zona vi è una minoranza irlandese-cattolica. Contro di loro nasce
nel 966 la Ulster Volunteer Force composta da protestanti che attacca sporadicamente i
cattolici irlandesi che vivono nell9Ulster. Contro la UVF nasce l9IRA Irish repubblican
Army, una movimento paramilitare formato da cattolici. Un episodio chiave è il Bloody
Sunday del 972 dove membri dell9esercito britannico di stanza nell9Ulster sparano e
uccidono dei manifestanti cattolici. Questo rilancerà l9azione dell9Ira che compirà numerosi
attacchi terroristici nei confronti sia della Gran Bretagna che degli irlandesi protestanti del
Nord. Solo nel 998 verrà firmato un accordo tra Gran Bretagna e Irlanda, rapp.ti dell9ira e
dei gruppi protestanti del nord. L9esercito britannico abbandonerà l9ulster solo nel 2007.
13.3.2 in Spagna: un'altra area investita dal terrorismo nazionalista è Il paese Basco, dove
un gruppo paramilitare chiamato ETA (paese basco e libertà) con il proposito di conquistare
l9indipendenza dalla Spagna compirà numerosi attacchi terroristici, il più clamoroso è
l9uccisione del Primo Ministro spagnolo, Carrero Blanco nel 973. Tuttavia non riusciranno
ad ottenere l9indipendenza.
13.3.3 in Germania Ovest (Repubblica Federale Tedesca): negli anni 970 nella Repubblica
Federale Tedesca opera un gruppo terroristico nato dai movimenti studenteschi che ha un
greca ed una turca. Tuttavia in Grecia si diffonde la paura di una guerra contro la Turchia e
così per attenuare la situazione si decide di dare il potere ad un dirigente politico greco
esiliato dopo il colpo di stato del 967. Subito dopo saranno tenute libere elezioni ed un
referendum istituzionale abolirà la monarchia nel 975. I partiti che si alterneranno al governo
della Grecia dopo il referendum sono il partito conservatore democratico ed i socialisti.
13.5.3 in Spagna: la crisi della dittatura si apre alla morte di Francisco Franco nel 975, il
successore designato dallo stesso Franco è il re Juan Carlos Borbone il quale fini da subito
manifesta l9intenzione di favorire una transizione verso istituzioni democratiche. Tramite un
referendum verrà chiesto ai cittadini di scegliere se voler procedere verso la democrazia o
meno. E così nel 977 si tengono le prime elezioni post Franco e l9anno successivo sempre
tramite referendum verrà approvata la nuova costituzione. Tuttavia nell981 ci sarà un
tentativo di colpo di stato da parte del colonnello Tejero che fallirà grazie alla fermezza con
la quale verrà affrontato dal Re e dalle forze armate che lo costringeranno ad arrendersi.
13.6 Politica ed Economia: dalla svolta Neoliberista ad oggi
In seguito alle crisi degli anni 970 nessun paese è in grado di attuare politiche economiche
in grado di rispondere in modo efficace alla crisi. In alcuni casi la situazione è peggiorata
dal voler tenere immutate le strutture dei vari Welfare che si sono creati. Si comincia a
pensare però che si farebbe volentieri a meno di benefici importanti (ass. sanitaria,
scuola…) ma non immediatamente visibili per ottenere benefici che siano immediatamente
visibili (abbassamento aliquote d9imposta). Su questa linea si basa il programma politico di
Margareth Thatcher appartenente al partito dei conservatori viene eletta primo ministro nel
979. La sua impronta neoliberista che si basa sulla libertà d9azione degli imprenditori, la
riduzione del Welfare, la diminuzione della spesa pubblica e dei prelievi fiscali sui redditi
più alti. Questo sistema secondo lei favorisce la messa a disposizione di nuove risorse per
gli imprenditori (vera forza dell9economia secondo lei) che possono spendere di più in
ammodernamenti e quindi rendere più produttivi gli stabilimenti, di conseguenza anche i
lavoratori ne beneficiano creando ricchezza e contribuendo alla ripresa del ciclo economico.
La sua linea pur essendo molto <dura= in quanto si scontra pesantemente con i sindacati,
porterà grandi benefici all9economia britannica e soprattutto verrà immediatamente adottata
anche dal presidente usa Reagan che la farà sua coniando il termine <reaganomics=. Come
predetto le caratteristiche della politica economica della Thatcher e di Reagan sono le stesse
ma bisogna dire che l9effetto positivo delle loro linee viene amplificato anche
dall9abbassamento dei prezzi del petrolio e dalla scoperta di nuovi giacimenti. Tuttavia nella
politica economica dei due vi sono anche degli aspetti negativi: si crea un divario sociale tra
i gruppi sociali abbienti e quelli più svantaggiati, il sistema sanitario subisce un drastico
ridimensionamento (negli usa resta solo l9assistenza medica per gli indigenti e per gli
anziani tutti gli altri se non hanno un9assicurazione non vengono curati…) e tutto il welfare
in generale ne risente. La linea neoliberista sarà a lungo il credo politico economico di tutti i
paesi Occidentali fino al 2008 quando in seguito alla crisi economica si metterà in
discussione il modello creatosi nel 979. Il presidente Obama sarà il primo a mettere in
discussione tale programma riabilitando strumenti ormai dimenticati quali l9aumento della
tassazione dei redditi più elevati, rilancio del sistema sanitario nazionale, e sostegno delle
aziende in difficoltà. Altresì l9arrivo di Obama segna anche una grande vittoria dal pdv
sociale in quanto sancisce oramai in modo inequivocabile una piena uguaglianza dei
cittadini di colore con i bianchi.
13.7 il blocco sovietico dalla crisi alla disgregazione
Anche l9Urss verrà colpita dallo shock petrolifero e dalla stagflazione che ha colpito tutti i
maggiori stati. Il sistema economico sovietico quindi di fronte a queste crisi si rivelerà
disastrosamente inefficiente, l9agricoltura mai decollata e la pesante industrializzazione
ormai obsoleta porterà ad una divaricazione della popolazione e lo stato. Per di più gli abusi
della <nomenklatura= (elite dei funzionari statali) amplificherà questo divario essendo che
gode di privilegi e vantaggi che non tutti possono avere. Il disagio complessivo deve poi
sommarsi al disagio derivante dalla decisione di invadere l9Afghanistan per sostenere il
partito comunista sostenuto più volte durante i colpi di stato che lo hanno portato al potere.
Nel 979 dunque l9Urss invade l9Afghanistan ma si troverà a scontrarsi con i ribelli
mujaheddin i quali sono segretamente finanziati dagli usa. Le forze sovietiche non
riusciranno ad imporsi nel paese e nell989 lasceranno il paese. Nel992 il governo comunista
afgano comunista filo russo viene definitivamente sconfitto dai mujahidden. Lo stato di crisi
del blocco sovietico arriva ad una svolta nell985 quando segretario del PCUS diventa Mihail
Gorbacev il quale è convinto dell9assoluta necessità di rinnovare e liberalizzare il sistema
politico ed economico. Le sue parole d9ordine sono: <glasnost e perestrojka= trasparenza e
ristrutturazione. Per trasparenza si intende una serie di misure atte a rendere appunto
trasparente la politica e ad attenuare la censura e la repressione del confronto politico, con
perestrojka invece si intente la politica economica di rinnovamento e di innovazioni
tecnologiche del sistema economico e produttivo. Nell988 Gorbacev farà approvare una
nuova costituzione ma nel 989 la situazione comincia a complicarsi in quanto gli echi delle
parole di libertà di Gorbacev arrivano anche agli stati satelliti che adesso chiedono
l9indipendenza, le prime a staccarsi saranno le repubbliche baltiche (lit,est,lettonia)1990,
Gorbacev sembra incline ad inviare le truppe ma verrà fermato dai riformisti guidati da
Eltsin. Un colpo di stato conservatore tenterà un colpo di stato per fermare la disgregazione
dello stato ma il tentativo e sventato anche perché Elstin stesso si schiera contro il colpo.
Gorbacev si dimetterà ed Eltsin ne prenderà il posto. Nei mesi seguenti tutta l9Urss inizia a
disgregarsi e tra il 90 e 91 tutte gli stati satelliti affronteranno crisi che porteranno allo
smantellamento delle istituzioni comuniste e all9introduzione di sistemi democratici
pluralisti. E la fine dell9Urss. Due casi particolari: le due <germanie= si riuniranno dopo la
caduta del muro di Berlino nell989 che rappresenterà simbolicamente la fine del regime
comunista; l9altro caso riguarda la Romania la quale sarà l9unica ad avere una transizione
democratica violenta, in quanto in seguito ad una rivolta scoppiata a Timisoara, questa si
propaga per tutto il paese sino alla capitale Bucarest dove il dittatore Ceausescu ignaro di
quanto lo aspetta cercherà di fuggire, catturato e processato da un tribunale improvvisato
verrà condannato a morte ed ucciso assieme alla moglie.
13.8 La guerra torna in Europa
Dopo l9iniziale transizione democratica pacifica dell9ex Urss il clima pacifico viene ben
presto offuscato dagli scontri etnico religioso che si verificano nelle repubbliche periferiche
in particolare in Tagikistan, Azerbaigian e Georgia. Altresì dopo che Eltsin è alla guida
della nuova Federazione Russa (di fatto l9attuale Russia) l9economia non si riprende e la
corruzione politica dilaga come la malavita organizzata. Eltsin cerca di rafforzare l9identità
nazionale intraprendendo una guerra contro la piccola Cecenia che voleva staccarsi e nel
2000 verrà sostituito da Vladimir Putin. Putin cercherà di rilanciare il prestigio
internazionale e l9autorità della Russia ma dovrà fare i conti prima con l9introduzione
dell9economia di mercato che favorirà la già netta separazione della ricchezza nello stato.
Nel 993 la Cecoslovacchia si divide in Repubblica Ceca e Slovacchia. Molto meno pacifica
sarà la divisione della Jugoslavia. Sebbene la Jugoslavia non faccia parte del blocco
sovietico la sua crisi favorisce il crearsi di movimenti nazionalisti che vogliono
l9indipendenza delle diverse regioni jugoslave. La richiesta è giustificata dalle diversità
etnico-religioso linguistiche presenti nella zona. Lo stato che più si muove contro questa
tendenza è la Serbia di Slobodan Milosevic il quale sogna una Jugoslavia guidata unita
guidata dalla supremazia serba. I primi stati che iniziano il processo di secessione sono la
Slovenia la Croazia e la Macedonia nel 991 che dichiarano l9indipendenza dallo stato
jugoslavo. Milosevic ordina di attaccare sia la Slovenia che la Croazia, nel primo caso la
guerra dura pochissimo con la vittoria e l9indipendenza della Slovenia, più difficile è la
situazione della Croazia dove vive anche una minoranza serba. La guerra durerà 4 anni è
comprenderà sistematiche operazione di pulizia etnica da parte di entrambi gli stati, solo nel
995 la Serbia riconoscerà la formazione dello stato indipendente di Croazia. Anche la
Bosnia-Erzegovina tenterà di sganciarsi ma la situazione qui è ancora più complessa e
sanguinosa. In Bosnia infatti vivono tre distinte minoranze, bosniaci, serbi e croati, quindi
alla richiesta di indipendenza della Bosnia intervengono militarmente Croazia e Serbia
creando una guerra a tre che si concluderà anch9essa nel 995 con il riconoscimento della
Bosnia però divisa al suo interno in due regioni autonome una musulmano-croata e l9altra
serba. L9ultima fase riguarda lo scontro fra Serbia e la provincia serva di Kosovo, qui lo
scontro durissimo avrà termine quando nel 999 dietro impulso di Clinton, la NATO
interverrà contro la Serbia bombardando pesantemente Belgrado fino a quando la Serbia
non si arrenderà. La sconfitta di Milosevic lo porterà ad indire libere elezioni dove verrà
sostituito dai liberaldemocratici, nel 2001 verrà processato e condannato dal tribunale
internazionale per i crimini di guerra (onu). Nel 2006 anche il Montenegro proclamerà la
sua indipendenza come anche il Kosovo nel 2008.
13.9 Un9Europa unita
Nel 1993 nasce l9Unione Europea. Alle organizzazioni tra alcuni Stati europei se ne
aggiungono altri. Dal 1979 il Parlamento europeo, i cui deputati erano designati in
precedenza dai Parlamenti dei paesi membri, viene eletto a suffragio universale diretto da
tutti i cittadini dei paesi membri. Le elezioni si tengono ogni cinque anni. Nel 1979 viene
stabilito anche un accordo monetario, che regola i rapporti di cambio tra le monete dei paesi
membri. Un altro accordo del 1986 trasforma il mercato comune in un mercato unificato,
cioè in un'area nella quale si prevede possano circolare liberamente merci e persone. Nel
1992 viene stipulato un accordo (il Trattato di Maastricht-che è la città olandese nella quale
i rappresentanti dei paesi membri sottoscrivono il patto) che fissa una nuova agenda
dell'unificazione: il trattato prevede l'introduzione di una moneta unica e di una Banca
nell9AN è più sociale mentre FI è apertamente neoliberista. Dal 994 il sistema politico
italiano si bipolarizza, si hanno due grosse coalizioni, una di centro-destra (fi-an-ln)
chiamata Polo delle Libertà poi Casa delle Libertà contro la coalizione di centro-sinistra (ds-
prc-liberaldemosocialdemo) chiamata Ulivo. Si manifesterà dunque a partire dal 994 fino al
2007 una regolare alternanza delle coalizioni, caratterizzate però da campagne di
propaganda che sfruttando anche i nuovi mezzi mediatici hanno sottolineato argomentazioni
retoriche piuttosto pesanti nei confronti dei leader (Berlusconi e Prodi). Nel 2007
Margherita e DS si fondono nel nuovo partito chiamato PD partito democratico con Veltroni
come segretario. Sul fronte opposto Berlusconi promuove una fusione tra Fi e An che nel
2008 costituiranno il Popolo delle Libertà Pdl. Le elezioni del 2008 vedranno confrontarsi
due diverse coalizioni: centro-dx Pdl e Lega, centrosx Pd e Italia dei valori di Di Pietro. Si
presenteranno da soli l9Udc guidato da Casini. Vincerà il centrodx ma in seguito alle
scissioni interne, alle crisi giudiziarie di Berlusconi ed alla crisi economica nel 2011 il
governo Berlusconi si dimette seguito dal governo tecnico di Monti.
14. DESIDERI E PAURE
Dal punto di vista delle comunicazioni i tempi cominciano a cambiare davvero dagli anni
Sessanta del XX secolo, quando la televisione si impone dovunque: prima invade le case
delle famiglie statunitensi ed euroccidentali; poi dilaga nell'Europa orientale, infine nei più
prosperi tra i paesi extraoccidentali. Gli Stati Uniti segnano la strada nel mostrare modelli
organizzativi che poi l'Europa adotta. Infatti la vera americanizzazione della cultura europea
avviene in questo periodo, tramite la trasmissione di film e programmi televisivi americani
in Europa, nei quali vengono mostrati usi e costumi di quei Paesi. Al contrario, la
produzione cinematografica di questo periodo non esce dai confini nazionali. Anche se ci
sono produzioni di musica o di letteratura di autori europei di straordinaria qualità,
prevalgono dischi e libri anglo-americani, perché le lingue italiana, o greca, o turca, o
norvegese sono scarsamente conosciute fuori dai rispettivi confini nazionali; perché i costi
di traduzione diventano, di conseguenza, più alti; e perché le case editrici anglo-americane
non hanno moltissimi motivi per tradurre libri da altre lingue, disponendo già di un esercito
di scrittori/scrittrici in lingua inglese che assicurano testi di buon livello o con le
caratteristichegiuste per diventare degli smash hits. Ma non sono i libri lo strumento di
comunicazione più potente, ma la televisione e il cinema. Questi sono mezzi che, se
modellano profondamente i confini dell'immaginario attraverso programmi di
intrattenimento o prodotti di fiction (film che raccontano storie inventate), incidono
fortemente anche sui sistemi di informazione. Accanto all'onda televisiva, un altro tsunami
tecnologico sconvolge il mondo delle comunicazioni: il computer. Negli anni Sessanta e
Settanta, per dimensioni e costi, i computer sono ancora strumenti che solo enti pubblici o
grandi aziende private possono permettersi. Ma dai primi anni Ottanta sono immessi sul
mercato modelli che hanno - grosso modo- le dimensioni degli attuali computer fissi e un
prezzo abbordabile anche per i privati. Negli anni Novanta, poi, diventano disponibili
computer fissi e portatili con prestazioni eccezionali a prezzi relativamente bassi. È un
grande cambiamento nelle modalità di elaborazione dei dati. E tale cambiamento diventa
una vera e propria rivoluzione quando - dagli inizi degli anni Novanta - internet (il sistema
integrato di interconnessione tra computer che permette la trasmissione di informazioni a
livello mondiale) diventa un sistema perfettamente efficiente e disponibile per tutti coloro
che si dotino di un modem a connessione telefonica, o di connessioni dirette a fibre ottiche.
A quel punto la metafora del «villaggio globale» diventa molto più di una metafora: con
l'uso della posta elettronica o del web, si può entrare in contatto con ogni punto del globo,
anche il più sperduto e lontano, e tutto ciò in tempo reale. Con il dilagare dell'importanza
della televisione, anche le pubblicità ancor più di prima entrano nell'immaginario di tutti.
Interessante è il fatto che le pubblicità sono ormai congegnate in modo tale da raccontar
brevi storie, a volte più esplicite, a volte più allusive, normalmente di grande impatto visivo,
in modo da convincere potenziali consumatori ad acquistare lo specifico prodotto.
Indubbiamente negli ultimi decenni del XX secolo le famiglie sono cambiate. Pur in un
quadro di grande varietà, fino agli anni Sessanta ha dominato un modello di famiglia
gerarchica, nella quale l'autorità del maschio capofamiglia raramente è stata messa in
discussione. In queste famiglie non c9era molto affetto tra genitori e figli. Dagli anni
Settanta in avanti il quadro cambia piuttosto nettamente. Protagonisti del mutamento sono
soprattutto i baby boomers, cioè le persone nate negli anni Cinquanta e Sessanta, che spesso
hanno partecipato ai movimenti giovanili, mettendo in discussione l'autorità dei propri
genitori; costoro, una volta diventati adulti e genitori, non vogliono ripetere l'errore dei loro
padri e delle loro madri e, nella grande maggioranza dei casi, non vogliono scavare un solco
che li divida dai loro figli. Naturalmente questo è un modello o una tendenza; non tutte le
famiglie vi si uniformano, specie nelle aree rurali, o tra i ceti operai; artigianali, contadini.
Inoltre le differenze di ruolo tra uomini e donne restano molto pronunciate (solo nelle
coppie di mentalità più aperta i lavori domestici non ricadono in forma esclusiva sulle spalle
della moglie o delle figlie). Tuttavia è il modello sempre più spesso echeggiato da cinema e
televisione; un modello che tende a essere identificato con qualcosa di «moderno», parola
magica che-dopo la seconda guerra mondiale-acquista il significato di «buono, perché al
passo coi tempi». Cosicché, lentamente, le famiglie che non si uniformano a questo modello
o che troppo se ne allontanano suscitano nei membri delle altre un leggero disagio, se non
un certo disprezzo. Un punto essenziale sta nell'interazione tra l'ideale della famiglia
affettiva e la rivoluzione sessuale che si sviluppa in Occidente dagli anni Settanta del XX
secolo in avanti. La rivoluzione sessuale è un mutamento radicale e molto rapido delle
pratiche sessuali. Fino agli anni Sessanta e Settanta i giovani e le giovani arrivavano al
matrimonio avendo alle spalle modeste e fuggevoli esperienze sessuali; in genere gli uomini
avevano fatto più esperimenti, non di rado ricorrendo al sesso a pagamento; quanto alle
ragazze era molto improbabile che avessero vissuto unrapporto sessuale completo. Dagli
anni Sessanta e Settanta in avanti il modello cambia completamente. La sessualità
prematrimoniale diventa la norma. A determinare ciò sono: l'evoluzione delle tecniche
anticoncezionali (protezione da malattie sessualmente trasmissibili come l9Aids e da
gravidanze non desiderate); la seconda importante trasformazione è di tipo culturale ed è
incoraggiata dai nuovi movimenti giovanili che si diffondono negli anni Sessanta e Settanta,
come il movimento studentesco, quello femminista, la cultura hippy; e uno dei principali
punti di attacco è, appunto, la possibilità di vivere in modo libero e consapevole la propria
sessualità, senza costringerla per forza subito entro le strutture del matrimonio monogamico.
L'idea che la sessualità non debba necessariamente essere legata alla riproduzione porta
molti a considerare sotto un'altra luce il concetto di perversione sessuale, e con ciò a
manifestare una maggiore tolleranza nei confronti delle identità sessuali «diverse>>,
soprattutto quelle omosessuali, non orientate verso la riproduzione; così, negli Stati
occidentali ove esistevano leggi che consideravano l'omosessualità come un reato penale
esse vengono abolite (come accade nel Regno Unito nel 1967 o in Germania nel 1969). Nel
1973 l'influente Associazione degli Psichiatri Americani decide di cancellare
l'omosessualità dal Manuale Statistico e Diagnostico delle Malattie Mentali. La rivoluzione
sessuale non distrugge affatto l'idea dominante secondo la quale la relazione affettiva
primaria debba riguardare solo una coppia di persone; semmai introduce nella relazione ·di
coppia una grande novità: infatti si diffonde un modello relazionale nel quale l'intesa
affettiva e romantica dev'essere completata da una perfetta intesa erotica, considerata come
un elemento assolutamente essenziale per il buon funzionamento di un rapporto affettivo.
Questa nuova concettualizzazione delle relazioni di coppia si trasmette anche ai rapporti
matrimoniali: dagli anni Settanta in avanti si diffonde l'idea secondo cui il matrimonio non
deve fondarsi solo sulla passione «romantica», ma deve basarsi anche su una intensa e totale
passione erotica. Il matrimonio ad alta intensità erotica si rivela però molto più fragile di
altre, più convenzionali, forme di matrimonio e spesso non regge alla prova del tempo.
Accade così che la passione svanisca presto o si indirizzi verso altri oggetti del desiderio. Le
tensioni che ne derivano si traducono in una diminuita stabilità delle coppie. Una
legislazione più tollerante, che introduce un po' ovunque il divorzio come una soluzione
legittima per la risoluzione di rapporti in crisi, fa sì che l'usura della passione tra i due
coniugi abbia spesso come facile esito un notevole aumento dei divorzi. Queste
trasformazioni danno luogo a ulteriori mutamenti, che riguardano le strutture delle famiglie.
Negli ultimi trent'anni sono emersi tre nuovi tipi di famiglie: le famiglie ricostituite, cioè
quelle nelle quali ahneno una persona viene da un matrimonio precedente; le convivenze,
cioè le unioni stabili di persone che non vogliono sposarsi; le unioni permanenti di coppie di
omosessuali. Le strutture familiari sono state poi rese più complesse dalle possibilità offerte
dalle nuove tecniche di fecondazione (fertilizzazione in vitro). CHIESA La Chiesa si apre
ad innovazioni che la rendano più vicina a un universo di fedeli che è molto tentato dalle
seduzioni del consumismo, del materialismo, del laicismo. Una delle più importanti novità
che viene introdotta è l9abbandono della messa in latino. Con Paolo VI, si ha una prima,
decisa, focalizzazione del magistero papale sulle questioni che hanno a che fare con i
mutamenti nelle relazioni familiari e nei comportamenti sessuali. Il testo chiave è l'enciclica
Humanae Vitae, datata 25 luglio 1968, nella quale il papa elogia il matrimonio, ma
condanna qualsiasi metodo anticoncezionale perché contro la riproduzione naturale. La
Humanae Vitae ha una grande importanza poiché segna uno dei fronti di intervento più
sistematici nei quali si impegna tanto Paolo VI, quanto il suo successore, Giovanni Paolo II
(1978-2005), che è l'ex arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla. Questo Papa, accoglie la
comunicazione con nuove religioni, critica i regimi comunisti, difende la famiglia come
nucleo sociale destinato alla costruzione di una relazione armonica proiettata verso la
riproduzione, è contro le pratiche o le leggi che consentono di interferire con il processo di
riproduzione naturale-dalla contraccezione all' aborto, alle tecniche di fecondazione
artificiale. Nonostante però l9impegno della Chiesa, queste pratiche non si riducono. Inoltre
lo Stato non incentiva le famiglie alla riproduzione e pertanto, siccome l9assistenza
parentale va con il tempo a dimunuire, si cerca di procreare meno o di non farlo affatto. La
paura per la morte. Prima degli ultimi decenni non è mai accaduto che si nascondesse la
morte, quella che può recare dolore, quella delle persone amate, così come si fa adesso. Ora,
invece, la rimozione della morte è la regola. Quando una persona muore, i bambini sono
tenuti lontani; la verità della morte è loro nascosta con spiegazioni che non spiegano niente.
Chi ha subìto un lutto non deve esibirlo troppo, o troppo a lungo: le manifestazioni estreme
di dolore (pianti, lamenti) sono considerate cose da plebei. I culti funebri diventano
piuttosto sbrigativi e furtivi. Le condoglianze sono diventate uno dei rituali più difficili
dell'Occidente contemporaneo: nessuno sa mai esattamente cosa dire, tanto lo spettacolo
della morte di una persona conosciuta o amata giunge ogni volta sorprendente, inaspettato,
come una sorta di tradimento alle promesse di immortalità che tutto il sistema mediatico che
pervade l'Occidente non smette di fare. È un processo che ha diverse cause possibili. Di
certo c'entra la grande nuvola di morte che ha avvolto l'Occidente tra il l939 e il l945. Nel
secondo dopoguerra ciò che si vuole davvero è dimenticare la morte, e dimenticarla al più
presto possibile. Alla rimozione della morte contribuiscono sicuramente anche gli
straordinari miglioramenti della scienza medica che permettono l'abbattimento dei tassi di
mortalità, specie di quella infantile: e così, la morte, che non colpisce più, come un tempo, i
bambini o i ragazzi, viene associata unilateralmente con la vecchiaia, con la decadenza, con
la fine di un percorso. E di nuovo si capisce meglio il perché dell'ossessiva esaltazione della
giovinezza e dell'angosciato fastidio nei confronti dell'invecchiamento. La paura della morte
può provocare aggressività, disadattamento sociale, stati depressivi. Però per la prima volta
nella storia dell'Occidente tutta questa vicenda culturale fa guardare alla guerra, e alla morte
in guerra, con occhi diversi. Anche nella nazione più bellicista dell'Occidente, gli Stati
Uniti, il ritorno delle salme dei soldati morti è un cerimoniale che si celebra con una certa
discrezione. Ma pure nell'Occidente europeo la notizia che soldati dell'esercito della propria
nazione sono morti in una qualche operazione di guerra viene accolta con stupore, con
incredulità, con disagio. Inoltre, nel secondo dopoguerra, per la prima volta vasti movimenti
pacifisti hanno preso a formarsi e a riscuotere un certo successo. La nascita di un sentimento
pacifista affonda le sue radici nel movimento giovanile americano degli anni Sessanta, che
polemizza contro una guerra orribile e, per molti, del tutto ingiustificata, una guerra che può
condurre alla morte dei propri cari.
15. Scenari della globalizzazione
15.1 Uno sguardo di lungo periodo
15.2 Sei miliardi di abitanti
15.3 Flessibilità, delocalizzazione, globalizzazione
15.4 Tigri Asiatiche
Con questo termine si fa riferimento ai paesi asiatici quali: Taiwan, Corea del Sud,
Thailandia,Malaysia, Indonesia, Singapore e Hong Kong. Il termine si riferisce al fatto che
questi paesi a partire dagli anni 990 seguendo il modello organizzativo industriale del
Giappone sono riusciti ad aumentare tantissimo il loro Pil diventando concorrenti delle
grandi potenze occidentali.
15.4.1 In Cina: alla morte di Mao avvenuta nel 976 si crea una breve lotta per la sua
successione, i soggetti coinvolti vengono denominati la <banda dei quattro= di cui parte è
anche lamoglie di Mao, Jing Qing. Verranno poi tutti arrestati ed il successore di Mao sarà
Deng Xiaoping già dirigente del PCC screditato durante la rivoluzione culturale ma poi
riaccreditato dallo stesso Mao. Deng introduce profonde riforme liberalizzando le attività
economiche sia nella proprietà che nella gestione. Questo accende nei giovani una speranza
di democratizzazione che si manifesta nell9episodio di Piazza Tienanmen nell989. Tuttavia
le manifestazioni saranno stroncate nel sangue ma l9economia negli anni seguenti assumerà
un impronta capitalistica portando la Cina ad essere una delle maggiori forze economiche
mondiali.
15.4.2 In Vietnam e in Laos: la situazione nei paesi dell9ex Indocina è più complessa.
Anche qui a partire dal975 sia in Vietnam che in Laos si è instaurato un governo di tipo
comunista che inizialmente avvia una politica di dura collettivizzazione ed impone
l9egemonia militare su tutto il territorio. A partire dall986 in entrambi i paesi si attua un
economia di tipo capitalista come quella Cinese pur all9interno di un regime comunista.
15.4.3 in Cambogia: tra il 976 ed il 978 si impone il regime comunista degli Khmer Rossi,
guidati da Pol Pot. Tutti coloro che erano sostenitori del regime precedente vengono
eliminati e si attua una linea politica di comunismo rurale assolutamente egualitario.
Vengono spostate masse di persone dalle città alle campagne, il denaro viene abolito, le
proprietà terriere collettivizzate e le istituzioni culturali e religiose distrutte. Nel 978 però il
governo di Pol Pot viene rovesciato da un governo comunista vietnamita che farà scaturire
una lunga guerra interna tra gli khmer rossi ed i vietnamiti fino al 993 quando l9esercito
vietnamita abbandona la Cambogia e si tengono votazioni per un referendum istituzionale
che reintroduce la Monarchia. In parallelo si insedia al potere un gov comunista moderato
che mette fuori legge gli Khmer rossi e nel 998 riesce a sconfiggerli definitivamente.
Nonostante ciò il paese resta poverissimo e solo ultimamente ha aperto la sua economia nei
confronti degli altri stati.
15.4.4 in India: Negli anni980 al potere in India vi è ancora il partito del Congresso con
Indira Ghandi la quale deve affrontare il tentativo secessionista del Punjab popolato dalla
minoranza Sikh che vuole l9indipendenza. Anche qui Indira reagisce con la forza uccidendo
in una tempio sikh più di 1000 indipendentisti che si erano rifugiati a protestare. Un tale
gesto le costerà la vita quando una guardia del corpo anch9esso di confessione sikh la
ucciderà. Alla guida del paese le succederà il figlio Rajiv Ghandi il quale seguendo un
ideologia neoliberista avvierà una serie di riforme. Anche Rajiv si troverà coinvolto nei
tentativi secessionisti questa volta dei Tamil, una minoranza dello Sri Lanka. Dopo essere
riuscito a siglare un accordo che riconoscesse l9autonomia dei Tamil verrà anche lui ucciso
nel 891 da un estremista Tamil che non accettava l9accordo siglato. Seguiranno altri scontri
di frontiera con il Pakistan per il controllo del Kashmir che porteranno al nulla di fatto.
15.5 Ai margini della globalizzazione
15.5.1 L9Africa sub-sahariana: quest9area è rimasta a lungo fuori dalla globalizzazione
in seguito ai suoi deficit strutturali quali gli scarsi impianti di telecomunicazioni,
musulmani sciiti dell9Iraq. Così nel 1980 decide di attaccare militarmente l9IRI (saddam era
interessato anche al petrolio iraniano) ma l9operazione non va a buon fine così per salvare la
posizione intraprende un'altra guerra questa volta contro il piccolo ma ricchissimo stato di
Kuwait. Però contrariamente alle sue aspettative, questa guerra suscita una reazione
internazionale che organizza una forza multinazionale (guidata dall9usa) che prima
bombarda e poi interviene con le truppe di terra, l9esercito iracheno si arrende. Tuttavia
Saddam non perde il potere ma anzi viene elogiato come eroe capace di sfidare le potenze
dell9occidente. Gli usa nel frattempi cavalcando l9onda del successo della guerra contro
Saddam cercano di riappacificare Israele e Palestina favorendo diversi incontri che poi
sfoceranno nella pacedi Oslo tra Rabin (israle) e Arafat (palestina). I patti però non verranno
rispettati dall9Israele che non ritira i suoi contingenti da Gaza e tantomeno i coloni israeliani
rientrano e cosi facendo parte una seconda intifada (2000) questa volta guidata da Hamas
(entusiasmo) che e una nuova organizzazione molto radicale che non riconosce in alcun
modo Israele. Bisogna però distinguere che i militanti di Hamas sono sunniti come quelli
del regime talebano in Afghanistan mentre i musulmani dell9Iran sono Sciiti come quelli
dell9Iraq.
15.8 L9islam radicale globale
Nel corso degli anni 980-90 due fenomeni tra loro collegati mutano il quadro islamico,
provocando la nascita di un movimento musulmano radicale globale. Il primo processo
consiste nella formazione di un cospicuo flusso di volontari che accorrono a combattere al
fianco di altri musulmani. Il fenomeno nasce in Afhanistan dove numerosi musulmani
accorrono in aiuto dei mujaheddin o talebani. Un movimento di queste proporzioni però ha
bisogno sia di teorici che di una struttura solida che sorregga e organizzi il tutto. Il massimo
esponente dia teorico che organizzatore è il palestinese Yusuf Azzam sunnita che vive in
Pakistan dove collabora con i mujahidden in particolare spicca un giovane un certo Osama
Bin Laden. Nel 988 è proprio in Pakistan che Azzam fonda Al Qeada che ha il compito di
istruire ed organizzare i vari gruppi islamici radicali sparsi per il mondo. La mission di Al-
Qeada è quella di creare una jihad globale per annientare tutti coloro che congiurano contro
l9islam. Nel 989 Azzam viene ucciso e verrà sostituito da Bin Laden che porterà avanti la
mission di Azzam, in particolare aggiungendo una nuova arma particolarissima cioè il
martirio nel nome dell9islam vale a dire il fenomeno dei cd kamikaze. Bin Laden sta ben
attento a distinguere il martirio dal suicidio ritenendo il primo la più alta forma di devozione
e di onore che un fedele possa compiere.
15.9 L911 settembre 2001 e le sue conseguenze
L9azione più clamorosa rivendicata da Al-qeada è appunto l9attacco dell911 settembre,
questo gesto provoca uno shock collettivo che porterà dopo un primo momento di
smarrimento all9intervento di Bush jr in Afghanistan. Otterrà l9appoggio dell9ONU, del
Pakistan e dell9Arabia Saudita e la collaborazione della Nato ed in pochi mesi riuscirà ad
abbattere il regime talebano. Nel 2003 deciderà di intraprendere una nuova guerra questa
volta contro l9Iraq con il pieno appoggio di Tony Blair e dell9esercito britannico. Le ragioni
che portano gli Usa in Iraq sono diverse, la prima è quella di punire uno stato secondo gli
Usa direttamente responsabili dell911 settembre, dare una dimostrazione di forza della