– 02/03/2021
A Norimberga, il 20 novembre 1945, inizia il processo contro i piani e i gerarchi del Terzo
Reich: furono necessarie nuove leggi per dare legalità alle accuse.
Quello che noi comunemente chiamiamo processo di Norimberga fu solo il primo di una
serie di procedimenti penali contro i nazisti, che furono in realtà 12. Essi si svolsero tutti
nel tribunale internazionale militare di Norimberga (città simbolo del nazismo, dove
vengono firmate le leggi raziali) e videro imputate in totale 185 persone, tra medici,
giuristi, SS, capi di industrie e funzionari di Stato.
Tuttavia, il primo processo, che si svolse dal 20 novembre 1945 al 1º ottobre 1946 (il 16
ottobre 1946 ci furono le impiccagioni dei condannati a morte), fu quello che fece più
clamore poiché alla sbarra mise 24 tra i massimi esponenti del Terzo Reich. Gli Alleati si
accordarono già prima della fine della guerra per processare le potenze dell'Asse
responsabili dei crimini commessi durante il conflitto.
L'8 agosto 1945 a Londra un gruppo di esperti redasse quello che sarebbe stato <l'impianto
normativo adottato a Norimberga>; ponendo al contempo le basi per una legislazione
condivisa, la Carta del Tribunale militare internazionale, sottoscritta dalle potenze alleate
il 6 ottobre dello stesso anno a Berlino. Accanto a capi d'accusa già esistenti, come "crimini
contro la pace" e "crimini di guerra", si ebbero due novità:
Non si può però affermare di aver reso giustizia a pieno alle vittime del genocidio; in primo
luogo perché non è possibile colmare un vuoto così grande. Inoltre all’appello dei nazisti
condannati mancavano almeno una cinquantina di “pezzi grossi” del Reich, da Eichmann, a
Mengele, a Priebke.
Essi approfittarono del fuggi fuggi generale già nella primavera del 1945; si unirono ai 12
milioni di profughi che dall’Europa Centrale e dalla Croazia scendevano verso l’Italia e la
Spagna. Molti passavano per il Brennero e soggiornavano nel nostro Paese, spesso ospitati
in monasteri. I criminali di guerra vissero così in un primo tempo da clandestini, protetti da
uomini di chiesa compiacenti. Trascorsi i primi 3 o 4 anni, mentre iniziava la guerra fredda,
presero contatti con persone di fiducia che fornirono loro passaporti e nuove identità. In
questo modo poterono espatriare, perlopiù in Sud America.
Oggi sappiamo che a gestire il traffico dei criminali nazisti erano in molti: il più attivo era un
prete croato, padre Krunoslav Dragonovich, dal 1945 impiegato all’Istituto croato del
Collegio di San Girolamo degli Illirici, a Roma. Come lui, diversi altri uomini di fede.
Tuttavia, al di là di singoli sacerdoti implicati, che non lavoravano per il Vaticano, ma per
altre associazioni e comitati della Chiesa cattolica, non c’è prova di una strategia vaticana
volta a salvare alti funzionari nazisti.
Ad aiutare i nazisti furono poi ex compagni di partito, che ben volentieri si prodigavano a
favore di quelli che consideravano "fratelli". E anche uomini dei servizi segreti
dell'Occidente, che si servivano degli ex nazisti, delle loro conoscenze e delle reti di contatti
per contrastare l'emergente "pericolo rosso comunista".
Negli anni '20 mentre in Europa tutte le nazioni avevano dovuto faticare per far ripartire la
propria economia, gli Stati Uniti avevano raggiunto uno sviluppo tale da renderli la nazione
più ricca del mondo. Questa crescita era dovuta alle conseguenze prodotte dalla guerra,
perchè grazie ad essa aveva goduto dei fiumi di denaro con cui gli alleati avevano saldati i
debiti contratti con essa.
Vi erano anche altri fattori che avevano contribuito ad una crescita cosi veloce:
-la manodopera meno qualificata costava pochissimo perchè era svolta dagli immigrati;
-il mercato interno si allargava a vista d'occhio perche non c'era più disoccupazione;
La situazione in America aveva creato una tale euforia da fa credere a tutti che questo
sviluppo industriale non avesse mai fine, infatti tutti compravano azioni in borsa. Verso la
fine degli anni '20, l'euforia si trasformò in un incoscienza generale perché l'America aveva
imboccato il vicolo cieco della sovrapproduzione.
Quando la popolazione cominciò ad allarmarsi ormai era troppo tardi, infatti il 24 ottobre
del 1929 ci fu il crollo di Wall Street. Nel giro di pochi minuti il titolo di tutte le azioni,crollò
a zero, trascinando nella rovina l'intero Paese. Quel giorno fu chiamato il "giovedì nero"
perché si suicidarono molte persone.
Nei giorni seguenti tutti i risparmiatori presero d'assalto le banche perche volevano ritirare
i propri risparmi, ma non fu possibile perché le banche esaurirono in pochi minuti tutto il
loro denaro liquido e non avevano più riserve per rimpiazzarlo. Questo fatto portò alla
recessione ,cioè ad un forte rallentamento della produzione.Quindi da come possiamo
capire il crollo della borsa portò ad una crisi mondiale.
Il New Deal(nuovo corso)questo era il nome del nuovo programma, che consisteva
nell'eliminare il capitalismo liberalista. Al New Deal si oppose il Welfare State (stato del
benessere )che voleva giustizia sociale. Roosevelt attuò sia il New Deal che il Welfare State
e prese questi provvedimenti :
1)svalutò il dollaro