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La seconda guerra mondiale

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6. La seconda guerra mondiale

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IV media 6. La seconda guerra mondiale

1939-1941: LA PRIMA FASE DELLA GUERRA E L’ESPANSIONE TEDESCA

Il primo settembre 1939 le truppe tedesche invasero la Polonia, che fu sconfitta

in poche settimane. L’attacco provocò la reazione dei francesi e degli inglesi i quali

dichiararono guerra alla Germania il 3 settembre. Ancora una volta, dopo soli 21 anni,

l’Europa era agli inizi di un nuovo terribile conflitto. Questa volta però le dimensioni

della guerra sarebbero state ancora maggiori, coinvolgendo alla fine un gran numero di

Stati appartenenti a tutti i continenti abitati del pianeta.

La Germania attaccò la Polonia con forze soverchianti, conquistandola in sole tre

settimane. La Polonia, secondo le intese segrete del Patto di non aggressione stipulato

tra Hitler e Stalin, venne divisa: una parte alla Germania, una parte all’URSS. Negli

stessi giorni l’Italia dichiarò la sua “non belligeranza”: questo significava che, pur

restando fedele alleata della Germania, non sarebbe entrata in guerra. Di fatto l’Italia

non voleva ammettere di essere impreparata alla guerra: non aveva carri armati

pesanti, le truppe non avevano sufficienti mezzi motorizzati di trasporto e si

continuavano ad usare muli e cavalli, l’aviazione era nettamente inferiore a quella

dell’Inghilterra e della Francia, la marina aveva navi moderne ma non disponeva di

portaerei, non c’erano scorte di viveri, munizioni, divise e benzina a sufficienza.

Hitler contava sulla strategia della guerra lampo, che prevedeva attacchi massicci e

veloci, in cui l’utilizzo dei mezzi corrazzati,

dell’artiglieria e dell’aviazione era

combinato per appoggiare una rapida

avanzata della fanteria.

Nel 1940, ad aprile, la Germania attaccò

sul fronte occidentale, verso Francia e

Inghilterra. Prima invase e occupò la

Danimarca e la Norvegia, poi, in maggio

Hitler ordinò l’attacco alla Francia. Come

era accaduto pochi mesi prima con la Polonia, i Tedeschi, in totale opposizione con

ildiritto internazionale, invasero senza dichiarare guerra i Paesi Bassi, il Belgio e il


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Lussemburgo. Come nella I Guerra mondiale, essi occuparono il Belgio per invadere la

Francia aggirando le sue postazioni difensive. La manovra tedesca riuscì in pieno: il 14

giugno infatti venne presa Parigi. Il Nord della Francia venne interamente occupato

dai tedeschi; al sud invece, venne creato a Vichy un governo-fantoccio, sotto il

comando del maresciallo francese Pétain che collaborava con i nazisti.

L’unico motivo di consolazione per gli Alleati fu il fatto che l’esercito francese e le

truppe inglesi, stanziate sul continente, riuscirono a fuggire trasportate dalla flotta

britannica sulle spiagge inglesi: quasi 350 000 uomini trovano rifugio in Inghilterra,

tra questi il generale De Gaulle, che seppur in esilio divenne l’anima della Francia anti-

nazista.

I successi di Hitler spinsero l’Italia ad intervenire: il 10 giugno infatti Mussolini

dichiarò guerra a Francia e Inghilterra.

In Inghilterra, intanto, fu eletto un nuovo Primo ministro che ebbe un ruolo molto

importante: Winston Churchill. Egli fu tra i più strenui sostenitori della guerra a

oltranza contro i nazisti e impersonò lo spirito di resistenza

della popolazione inglese quando la posizione della Gran

Bretagna divenne drammatica in seguito all’invasione tedesca

della Norvegia, del Belgio, dell’Olanda, del Lussemburgo e

della Francia. In un celebre discorso davanti al parlamento

dichiarò al popolo inglese:

“Non ho altro da offrirvi che sangue, fatica, lacrime e


sudore. […] Abbiamo di fronte a noi, molti lunghi mesi di lotta
e sofferenza. […]

Se chiedete quale sia il nostro obiettivo vi rispondo con una parola: la vittoria, la
vittoria ad ogni costo, la vittoria malgrado il terrore, la vittoria per quanto lunga e
aspra possa essere la via; perché senza vittoria non vi è sopravvivenza.[…] Non ci
arrenderemo mai”.

Nel luglio del 1940 la Germania iniziò la più lunga campagna di bombardamento aereo

condotta sino a quel momento: la battaglia d’Inghilterra. Le città inglesi vennero

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prese di mira dall’aviazione tedesca (Luftwaffe). I piani nazisti prevedevano

l’invasione dell’isola, ma la strenua difesa degli inglesi impedì la realizzazione della

fase finale del piano.

Hitler e Mussolini avevano due interessi diversi: a Hitler interessava l’Europa

continentale mentre Mussolini guardava al Mediterraneo. Poiché l’Italia era mal

equipaggiata, all’inizio del 1941 Hitler fu costretto ad andare in suo soccorso in Africa

ed in Grecia. Questo costrinse Hitler a rimandare i piani per un’invasione dell’URSS,

concepiti nonostante il patto di non aggressione che legava i due paesi. Il 22 giugno

1941 la Germania attaccò con 3 milioni di uomini, 10’000 carri armati e 3’000 aerei

l’Unione Sovietica: era l’operazione Barbarossa. Infatti lo spazio vitale di cui Hitler

voleva appropriarsi era quello dell’Europa orientale, URSS compresa, dove avrebbe

potuto procurarsi sia materie prime sia la forza lavoro (popolazioni slave da

sfruttare). I primi mesi dell’attacco furono travolgenti: 3 milioni di soldati russi

furono uccisi o fatti prigionieri.

Sul fronte Asiatico anche il Giappone, alleato della Germania, aveva inanellato una

vittoria dopo l’altra, estendendo la sua area di influenza sia nell’entroterra asiatico,

sia sul Pacifico. Le tensioni con gli USA per il controllo di questa zona divennero

sempre più grandi: il Giappone prese infine una

decisione che pesò grandemente sull’andamento

della guerra. Il 7 dicembre 1941 aerei giapponesi

decollarono da una nave portaerei e si diressero

verso le isole Hawaii, dove la flotta della marina

americana era ormeggiata a Pearl Harbor. Senza

nessun comunicato o dichiarazione di guerra, gli aerei giapponesi attaccarono la flotta

infliggendo gravissimi danni. Il giorno successivo gli USA, governati dal Presidente

Franklin Delano Roosvelt, entrarono in guerra a fianco degli Alleati. Gli USA

d’altronde, supportavano già lo sforzo economico inglese come già era successo nel

corso della Prima guerra mondiale, vendendo, affittando e prestando armamenti bellici

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e materie prime. Nonostante l’entrata in guerra degli USA, la superiorità della

Germania e dei suoi alleati rimase indiscussa fino alla fine del 1942.

1942 – 1945: LA SECONDA FASE DELLA GUERRA E LA CONTROFFENSIVA


ALLEATA.

Il 1942 fu un anno “chiave”. Segnò la massima espansione nazista, ma anche l’inizio

della reazione degli Alleati.

Osserva la seguente cartina: quali territori in Europa erano liberi dal controllo nazista?

Alleati dei tedeschi

………………………………………………………………………………..………………………………………………………………………..

Nei territori occupati Hitler imponeva implacabilmente il suo regime attraverso

l’eliminazione sistematica degli avversari politici e dei diversi: l’Europa conobbe

l’orrore dei campi di concentramento e di sterminio. Contemporaneamente, per

reazione, nacquero movimenti clandestini di resistenza guidati dai partiti antifascisti.

Attraverso attività di sabotaggio, azioni di guerriglia e l’aiuto ai perseguitati furono di

grande aiuto per gli eserciti alleati.

Con l’entrata in guerra degli USA gli eventi cominciarono a mutare risultato. Gli

americani riuscirono a sventare i piani giapponesi e ad arrestare per la prima volta


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l’avanzata dell’Impero nipponico. Verso la fine dell’anno, a ottobre-novembre, sul

fronte africano gli Alleati costrinsero i tedeschi a ripiegare, vincendo la battaglia di

El Alamein, vero e proprio punto di svolta nella Campagna del Nord Africa. Da quel

momento l’avanzata nel deserto di inglesi ed americani fu inarrestabile.

Anche sul fronte orientale l’avanzata delle truppe tedesche subì una battuta di

arresto. L’arrivo dell’inverno rallentò l’avanzata nazista e permise alle truppe

sovietiche di riorganizzarsi e lanciare una controffensiva.

A Stalingrado, tra il luglio del 1942 e il febbraio del 1943, si combattè la più grande

battaglia della guerra, che finì con la resa delle armate naziste, che da quel momento

cominciarono lentamente a ripiegare. Nelle difficoltà dell’esercito tedesco fu

coinvolto anche Mussolini con il suo corpo di spedizione, composto da 220 000 uomini.

Inizia così la ritirata italiana, detta “la ritirata di Russia”, dove trovano la morte

100000 uomini.

Cerchia sulla carta le città di Stalingrado e Leningrado

I nazisti riescono a conquistare Mosca ? ………………………………………….…………………………………………………….

Nel luglio 1943, debellate ormai le Potenze

dell’Asse sul continente africano, le truppe anglo-

americane diedero avvio alla lenta riconquista


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un contadino siciliano indica la strada ad un


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dell’Europa sbarcando in Sicilia con lo scopo di risalire poi tutta l’Italia. Mussolini

venne deposto e arrestato ed il governo fu affidato al maresciallo Badoglio, che in

settembre firmò un armistizio con gli americani (tra luglio e settembre regnò il caos:

nessuno sapeva se l’Italia fosse ancora in guerra). Hitler, considerando l’Italia

traditrice, reagì occupando il Centro-Nord dell’Italia (fino a Roma): ebbe così inizio la

durissima lotta per liberazione del paese, che vide contrapposte le truppe tedesche

insieme alle milizie fasciste ancora fedeli, e le truppe degli Alleati, appoggiate dai

gruppi dei partigiani italiani.

Nella notte tra il 5 ed il 6 giugno 1944 ebbe inizio l’Operazione Overlord, conosciuta

come D-Day, ovvero lo sbarco in Normandia di decine di migliaia di truppe inglesi e

americane supportate da migliaia di aerei e

imbarcazioni. L’avanzata delle truppe alleate fu

rapida: il 25 agosto 1944 fu liberata Parigi.

Sul fronte orientale l’avanzata dei comunisti fu

altrettanto rapida: tra gennaio e aprile del 1945


Sbarco di Normandia.
gli eserciti inglesi, americani e sovietici
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accerchiarono la Germania nazista con un attacco contemporaneo da ovest e da est. La

Polonia, la Cecoslovacchia e l’Ungheria vennero liberate. Intanto, bombardamenti a

tappeto sulla Germania radevano al suolo intere città.

Il mese di aprile segnò anche la fine dei due personaggi che avevano tenuto in scacco il

mondo intero.

Il 25 aprile l’Italia viene finalmente liberata; il 28 aprile Mussolini assieme all’amante

Clara Petacci vennero catturati e giustiziati dai partigiani. Il 30 aprile Hitler, con gli

alleati alle porte di Berlino, si suicidò assieme alla compagna Eva Braun nel suo bunker.

L’Armata Rossa entrò a Berlino il 2 maggio. L’8 maggio la Germania si arrese senza

porre condizioni: la guerra in Europa era finita!

Nel Pacifico il conflitto continuava. Le sorti volgevano nettamente in favore degli

americani in quanto la flotta giapponese era stata distrutta e le isole del Pacifico

erano state conquistate. I Giapponesi tuttavia non avevano alcuna intenzione di

arrendersi e facevano largo uso dei kamikaze (“vento divino”), ovvero uomini e

ragazzi disposti a compiere missioni suicide.

Per sradicare celermente la resistenza e l’ostinazione giapponesi si pensò di utilizzare

una nuova e potente arma la cui sperimentazione era avvenuta solo poco tempo prima.

Il 4 agosto 1945 gli Americani gettarono sulla

città di Hiroshima 720.000 volantini con i quali

avvertivano la popolazione che la città sarebbe

stata distrutta. L’avvertimento non venne però

ascoltato. Il 6 agosto 1945 l’aereo Enola Gay


La bomba nucleare Little Boy
(nome della madre del pilota) sganciò una bomba sganciata su Hiroshima

atomica sulla città giapponese di Hiroshima

provocando una catastrofe dalle terribili conseguenze. Per la prima volta nella storia

dell’uomo un ordigno nucleare fu utilizzato in un conflitto bellico. Le prime parole del

pilota registrate dalla radio dopo l’esplosione della bomba furono “Oh mio Dio….cosa

abbiamo fatto”.

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Pur essendo a conoscenza della tragedia provocata ad Hiroshima, il 9 agosto fu

scagliata nuovamente una seconda bomba nucleare sulla città di Nagasaki.

Complessivamente le bombe causarono la morte istantanea di 150.000 persone senza

contare le vittime delle radiazioni degli anni successivi.

Tamiki Hara, morto suicida nel 1951, è stato testimone oculare della grave tragedia

che colpì la città di Hiroshima. Nel testo che segue descrive gli immediati effetti che

poté constatare dopo l’esplosione della bomba atomica.

“Mi ero alzato verso le otto di mattina quel 6 agosto 1945. Improvvisamente ricevetti

un colpo sulla testa e tutto diventò oscuro davanti ai miei occhi. Nelle tenebre non

sentivo che un sibilo di tempesta. Poi il mondo intorno ritornò visibile […]Fumate

vorticose si elevavano da tutte le case in rovina. Raggiungemmo un posto in cui le

fiamme mandavano un calore insopportabile. Gli alberi erano quasi tutti decapitati.

Improvvisamente nel cielo, al di sopra del fiume, vidi una massa d’aria

straordinariamente trasparente che risaliva la corrente. Ebbi appena il tempo di

gridare “una tromba” che già un vento terribile ci colpì. […] Risalendo la stretta

banchina che costeggia il fiume, vidi una quantità di persone completamente sfigurate.

I loro visi erano così orrendamente

gonfiati che appena si potevano distinguere gli uomini dalle donne. Erano quasi tutti

agonizzanti e i loro corpi malati erano nudi. Era l’inferno divenuto realtà. Tutto ciò che

era umano era stato cancellato.”

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Il bombardamento nucleare delle due città costrinse alla resa l’Imperatore Hiro Hito

e con esso il Giappone. Ecco in che termini l’Imperatore giapponese proclamò al

proprio popolo la decisione di deporre le armi.

“Il nemico ha cominciato ad usare un nuovo tipo di bomba, inumano. I danni che essa è

in grado di arrecare sono incalcolabili, ed esigono un tributo elevato di vite umane

innocenti.

Proseguire la guerra a queste condizioni non porterebbe soltanto all'annichilimento

della nazione, ma alla distruzione dell'intera civiltà umana”.

Con la firma dell’armistizio, il 2 settembre 1945 si concluse definitivamente la

seconda guerra mondiale, il più cruento conflitto bellico ingaggiato dall’Uomo. Si aprì

tuttavia una nuova e pericolosa era fondata sulla possesso di numerose armi nucleari

sempre più potenti in grado di sconquassare l’intero pianeta e portare alla distruzione

dell’umanità.

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