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LA SECONDA GUERRA MONDIALE

GUERRA CIVILE SPAGNOLA La guerra civile scoppiò tra nazionalisti e repubblicani tra 1936-39, e sia Hitler
che Mussolini manderanno aiuti ai nazionalisti: l’idea di Hitler era di avere la Spagna alleata nel suo
progetto di conquista delle terre dell’est per costruire il cosiddetto spazio vitale. Ma così non fu poiché la
Spagna rimase neutrale.

LO SCOPPIO A partire dal 1935 Hitler ripudiò tutte le clausole del trattato di Versailles, e riprese il controllo
della Renania. Nel 1938 annette l’Austria e nello stesso anno si tenne tra il 29 e il 30 settembre la
conferenza di Monaco nella quale Italia, Gran Bretagna e Franci che intendevano mantenere la pace
concessero a Hitler di annettere anche la regione dei Sudeti. Ma Hitler non si fermò, e nel marzo del 39
occupò tutta la Boemia. Avanzo pretese sulla Polonia che però si rifiutò di collaborare con Hitler. Il 23
Agosto 1939 Germania e URSS stipularono il patto di non aggressione, in caso di guerra si impegnavano a
non combattersi e si sarebbero spartite il territorio della Polonia. La Polonia venne invasa il primo
settembre dai tedeschi e il 17 dai russi, e il 28 settembre non riuscendo a combattere gli invasori (anche
l’aiuto della Francia e dell’Inghilterra, che avevano dichiarato guerra alla Germania il 3 settembre, non
diede risultati concreti) Varsavia si arrese. La Polonia occidentale fu dunque annessa alla Germania, mentre
la Polonia orientale fu annessa all’URSS. La Germania inizia a espandersi, nel 40 conquista la Norvegia, la
Danimarca, l’Olanda, il Belgio e il 14 giugno l’esercito arriva a Parigi costringendo la Francia alla resa (25
giugno). Sotto piena occupazione francese rimase solo il sud con capitale Vichy e con l’incarico al
maresciallo Philippe Pétain di stendere una nuova costituzione. Nell’estate del 1940 i tedeschi attaccarono
anche l’Inghilterra, dando via alla battaglia d’Inghilterra che si svolse in una serie di lunghi scontri aerei; la
vittoria andò ai britannici poiché possedevano aerei più veloci. Non appena il governo britannico respinse le
sue proposte di giungere a un armistizio, Hitler decise di rompere il patto di non aggressione con l’URSS (13
luglio) e di attaccare la Russia procedendo alla realizzazione dello spazio vitale e sostenendo che la Russia
era abitata da slavi e guidata dai comunisti che l’avevano indebolita. Diede quindi il via all’operazione
Barbarossa, il 22 giugno 1941; fu un attacco a sorpresa in quando Stalin non credette agli avvertimenti
britannici, e le truppe tedesche riuscirono a invadere gran parte del territorio sovietico. Arrivarono a
Leningrado al nord (assediata per 900 giorni) e a Kiev al sud, ma ciò nonostante non riuscirono ad occupare
Mosca a causa dell’arrivo dell’inverno. Ma con l’arrivo della bella stagione i tedeschi ripresero l’offensiva e
raggiunsero Stalingrado (1942) che venne completamente devastata. I russi riuscirono a reagire sfondando
il fronte nord e sud della città e riuscendo a circondare 250000 tedeschi privandoli di rifornimenti e
costringendoli al freddo e alla fame e infine alla resa il 31 gennaio del 43. Hitler pensando di poter ancora
reggere lo scontro lanciò un’offensiva nella regione di Kursk ma i tedeschi furono sconfitti. E mentre
l’Armata rossa avanzava, la Germania iniziò a essere bombardata dagli alleati, inglese e poi americani
entrati in guerra nel 41. A partire dall’autunno del 43 i sovietici avanzarono sempre di più verso la
Germania; alla fine del 43 gli inglesi lanciarono una pesante offensiva a Berlino ma incontrarono una forte
resistenza tedesca. Mentre gli eserciti combattevano, Churchill, Roosevelt e Stalin erano diffidenti gli uni
dagli altri e procedettero a degli incontri.

Conferenza di Casablanca (14-24 gennaio 43) parteciparono solo Roosevelt e Churchill; presero la decisione
di non interrompere la guerra fino alla resa incondizionata della Germania e decisero di intensificare i
bombardamenti aerei sulla Germania.

Conferenza di Teheran (28 nov-1 dic) partecipò anche Stalin, fu deciso che entro il 44 sarebbe stato aperto
un nuovo fronte in Francia. Si iniziò a discutere della spartizione dell’Europa dopo la guerra: si decide che la
Polonia sarebbe passata sotto il controllo militare sovietico.

FINE DELLA GUERRA IN EUROPA Gli alleati sbarcarono sulla costa della Normandia il 6 giugno del 44, Hitler
tentò di contrastare i nemici, ma le risorse degli alleati erano infinite e la Germania invece subita perdite
sempre più elevate. Il 23 giugno anche l’Armata rossa lanciò un’offensiva comportando il crollo del settore
centrale del fronte orientale e riuscendo a invadere la Polonia, che nonostante la rivolta di Varsavia fu
costretta alla resa. In seguito venne liberata Parigi, le sconfitte tedesche aumentavano, il 20 giugno un
gruppo di alti ufficiali tedeschi sapendo che ormai la guerra era perduta, organizzò un attentato contro
Hitler da cui riuscì però a uscire illeso. All’inizio del 45, gli alleati entrarono da est e da ovest in Germania; i
soldati russi furono violenti e considerarono la Germania come preda. Il 25 aprile russi e americano si
incontrarono a Torgau a metà della Germania. Vista la situazione, il 30 aprile Hitler si tolse la vita. Il 2
maggio Berlino si arrese, e l’8 maggio del 45 in Europa la guerra era ufficialmente finita.

L’ITALIA IN GUERRA Il 22 maggio 1939 Hitler e Mussolini danno vita al patto d’acciaio. Consapevole dei
limiti del proprio esercito Mussolini dichiarò inizialmente la non belligeranza, ma il 10 gennaio 1940
dichiarò guerra alla Francia e al Regno Unito, convinto che l’Inghilterra si sarebbe arresa e il conflitto
sarebbe durato pochi mesi. Nell’ottobre attaccò la Grecia, ma le scarse risorse italiane, fecero sì che
l’insuccesso fu totale, accompagnato anche dall’offensiva in Libia degli inglesi. In entrambi i casi l’Italia fu
salvata dall’intervento tedesco. In Africa le truppe inglesi scatenarono una grande offensiva nei pressi di El
Alamein ricacciando indietro le truppe italiane e tedesche che dovettero arrendersi. L’Italia era diventata
una pedina nelle mani dei tedeschi; non valutando le sue scarse forze militari oltretutto impegnate in troppi
conflitti (Libia, Russia, Grecia), questo segnò la sua disfatta. Nella notte tra il 10 e l’11 Luglio del 43 gli alleati
anglo-americani attaccarono la Sicilia; impegnati a Kursk i tedeschi non furono in grado di inviare aiuti
persistenti, quindi gli alleati divennero padroni dell’isola. Il re allora decise di arrestare Mussolini e al suo
poso il 25 luglio nomina Pietro Badoglio. Il 3 settembre venne firmato l’armistizio con gli alleati. A quel
punto l’Italia fu occupata da tedeschi e Mussolini venne liberato e portato in Germania. Mussolini ottenne
da Hitler di ricostruire un piccolo stato fascista nei pressi del lago di Garda, nasce così la Repubblica Sociale
Italiana (Repubblica di Salò). Il partito fascista cercò di darsi una nuova identità convocando un congresso di
rifondazione a Verona il 14 novembre, proclamando che gli ebrei erano considerati stranieri, ovvero nemici,
i fascisti italiani offrirono la loro completa collaborazione ai nazisti nella deportazione degli ebrei italiani
(7500 deportati). I fascisti ricorsero a una violenza spietata contro qualsisi avversario che opponesse
resistenza.

LA RESISTENZA Tuttavia numerosi italiani decisero di resistere all’offensiva fascista e all’occupazione


tedesca; i primi a muoversi furono dei militari che si rifiutarono di consegnarsi ai tedeschi e di collaborare
con i fascisti e si trasferirono in montagna, nel frattempo si spostarono anche molti civili che avevano
sentimenti antifascisti. La maggior parte dei partigiani erano giovani educati al fascismo ma che lo avevano
rifiutato, la scelta di aderire al movimento di resistenza era dunque una precisa scelta di campo. Le diverse
unità si diedero un commissario politico che aveva il compito di tenere i contatti tra le unità, mantenere
l’ordine civile, amministrare la giustizia ma soprattutto svolgeva il ruolo di educatore politico diffondendo i
principi e i valori dell’antifascismo. I gruppi più efficienti e importati presero il nome di Brigate Garibaldi
(dirette dai comunisti) e brigate Giustizia e libertà (Partito d’azione). Il 9 settembre 1943 gli anglo-americani
sbarcarono a Salerno, ma i tedeschi riuscirono a organizzare un’offensiva sulla Linea Gustav. Solo ne maggio
44 i tedeschi furono costretti a ritirarsi verso nord, permettendo la liberazione di Roma. Il 4 marzo un
diplomatico sovietico fu inviato a Salerno, dove il governo si era trasferito e comunicò che l’URSS era
disponibile a riprendere i rapporti con l’Italia. Lo stesso giorno, Stalin convoca il più prestigioso leader
italiano in Russia, Palmiro Togliatti, che tornato in Italia, il 27 marzo dichiarò che il PCI era disposto a un
governo di unità nazionale rinviando la questione istituzionale. Con questo Stalin riuscì a rafforzare il peso
del PC in Italia. Alcune date: 23 marzo 1944 Strage delle Fosse Ardeatine; agosto 44 insurrezione di Firenze.
Nello stesso tempo i tedeschi riuscirono a riorganizzarsi dietro la linea gotica (sistema di difese da Carrara a
Pesaro) e attaccarono le forze partigiane e l’Italia del nord duramente. Malgrado le difficoltà il movimento
partigiano proseguì, le varie unità cercarono di unificarsi come un vero esercito di liberazione. Gli anglo-
americani iniziarono la loro ultima offensiva all’inizio di aprile 45. Scatto l’insurrezione popolare in tutte le
principali città dell’Italia settentrionale guidata dal Consiglio di liberazione nazionale alta Italia con sede a
Milano. Mussolini tentò di fuggire in svizzera ma venne arrestato il 27 aprile a Dongo e fucilato il giorno
dopo. Il 2 maggio le truppe tedesche si arresero.

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