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Il colpo di stato in Austria: la Germania nazista stava inseguendo due principali obiettivi in
politica estera:
1) L’opposizione verso gli accordi di Versailles;
2) La conquista di nuovi territori come l’Austria.
Nel 1934 i nazisti locali in Austria tentarono un colpo di stato che venne sventato dal cancelliere
austriaco Dollfus.
La relazione tra Hitler e Mussolini: fino al 1936 i rapporti tra l’Italia fascista e la Germania
nazista erano distanti. Mussolini temeva per la crescente potenza del nuovo regime tedesco ed era
contrario all’annessione. Un evento significativo portò il duce ad avvicinarsi alla Germania: il
rifiuto da parte di Francia e Inghilterra di approvare l’operazione che mirava all’invasione
dell’Etiopia da parte dell’Italia. Gli anglo-francesi condannarono l’impresa coloniale italiana,
mentre Hitler l’appoggiò con fermezza. Nell’ ottobre del 1936 questo sostegno si tradusse in
un’alleanza tra Germania e Italia, l’Asse Roma-Berlino. Mussolini non ebbe più alcuna
preoccupazione all’ idea che la Germania potesse annettere l’Austria sotto la sua autorità, anzi si
adopera perché essa riesca nell’impresa. L’esercito tedesco penetrò a Vienna nel marzo del 1938
e occupò il territorio austriaco.
Lo scoppio della guerra: il 1° settembre del 1939 le truppe tedesche attaccarono la Polonia e
due giorni dopo Francia e Inghilterra dichiararono ad essa guerra, mentre l’Italia proclamò un
temporaneo stato di non belligeranza, data la sua impreparazione militare. I sovietici attaccarono
la Polonia, gli Stati baltici e la Finlandia. In poche settimane i tedeschi ottennero la Danzica e la
Polonia occidentale, mentre l’Urss occupò la Polonia orientale, gli Stati baltici e la Romania
occidentale. Nel 1940 caddero sotto il domino tedesco la Danimarca e la Norvegia.
L’offensiva tedesca contro la Francia: l’esercito tedesco attraversò il Belgio e l’Olanda per
raggiungere Parigi, perché la Francia disponeva di una lunga linea difensiva detta linea Maginot.
Nel giugno del 1940 le truppe naziste giunsero a Parigi e la Francia fu costretta alla resa. La parte
settentrionale del territorio francese fu occupata dai tedeschi, mentre quella meridionale fu
amministrata dal maresciallo francese Pétain che firmò un armistizio e accettò di presiedere il
governo di Vichy (la cittadina in cui si insediò), esso collaborava attivamente con i nazisti.
Asse Berlino-Roma-Tokyo: il 10 giugno del 1940 l’alleanza tra Hitler e Mussolini fu estesa
anche al Giappone. Questo patto si basava sul principio di mutua assistenza che ciascuno dei
firmatari si impegnava a prestare nel caso che gli altri fossero stati attaccati da una qualsiasi
nazione non ancora coinvolta nel conflitto mondiale.
Secondo questa alleanza il Giappone riconosceva “la leadership di Germania e Italia nella
creazione di un nuovo ordine in Europa”, mentre a sua volta all’impero Giapponese era concesso
dominio completo sulla “Grande Asia Orientale”.
La battaglia d’ Inghilterra: in Gran Bretagna divenne primo ministro Wiston Churchill. Hitler
decise di invadere l’Inghilterra e attuò un’operazione chiamata “Leone marino” e prevedeva
massicci bombardamenti su Londra. I tedeschi bombardarono ripetutamente Londra, ma alla fine,
con l’aiuto dei radar, di cui possedevano l’esclusiva, gli inglesi ebbero la meglio.
La guerra subalterna dell’Italia: L’Italia entrò in guerra nel 1940 e cercò di effettuare una
guerra parallela a quella della Germania. Il suo intento fu disastroso perché cercò di conquistare
la Somalia e l’Egitto, sotto il controllo britannico, ma non ci riuscì e fu costretta a chiedere aiuto
agli alleati contro l’Inghilterra e solo così vinse. Un altro tentativo fallito fu la conquista della
Grecia, ma nel 1941 le truppe britanniche sbarcarono a Salonicco e sconfissero l’Italia. I tedeschi
ottennero la Jugoslavia e la Grecia.
Lo sbarco in Sicilia: nel 1943 gli americani sbarcarono in Sicilia. Avvenne un colpo di stato in
cui Mussolini venne arrestato e il re nominò presidente del consiglio il generale Pietro Badoglio.
L’esercito tedesco cercò di penetrare in Italia per contrastare l’avanzata americana con cui
Badoglio aveva firmato un armistizio. Intanto molti partigiani ponevano resistenza ai tedeschi,
essi venivano uccisi e gettati nelle foibe, profonde buche, simili ad un pozzo, tipiche delle regioni
carsiche. Nella Venezia Giulia, durante e subito dopo la Seconda guerra mondiale, si diffuse
l’usanza di gettare dentro le foibe i corpi delle vittime di scontri tra partigiani e nazifascisti, e
quelli delle vittime di alcuni episodi di violenza di massa.
Molti italiani vennero anche fucilati, si ricorda che a Cefalonia, isola greca occupata dai soldati
italiani, molti oppositori furono assassinati a colpi di fucile. Il 22 settembre del 1943 i tedeschi
liberano Mussolini che si trovava in una prigione nel Gran Sasso. Il duce fondò la repubblica
sociale italiana, con capitale Salò, sul lago di Garda. Fu l’ultima incarnazione del regime fascista
e un disperato tentativo di ritorno alle origini del fascismo. La Repubblica cadde non appena
l’esercito tedesco abbandonò l’Italia, nell’aprile del 1945. Era durata 19 mesi, senza mai
esercitare un potere di fatto. Formalmente fu disciolta il 29 aprile 1945. Il giorno prima il suo
capo, Benito Mussolini, era stato ucciso da un partigiano che lo fucilò, il suo cadavere venne poi
esposto a Milano, a Piazzale Loreto, luogo divenuto simbolo dell’antifascismo.
Nel settembre del 1943 si formò il comitato di liberazione nazionale, formato dai partiti che si
erano ricostituiti. Nel 1944 Umberto di Savoia divenne re e la presidenza del consiglio fu affidata
ad Ivanoe Bonomi.
La fine della guerra: decisivo fu lo sbarco in Normandia nel 1944 da parte degli anglo-
americani che distrussero le forze tedesche. Le truppe americane e sovietiche penetrarono in
Germania e Hitler, rifugiatosi in un bunker si tolse la vita insieme alla sua amante Eva Braun. Nel
1945 il nuovo presidente americano, Truman sperimentò la bomba atomica sui giapponesi e
vennero bombardate le città di Hiroshima e Nagasaki. Il Giappone fu costretto alla resa.
L’Olocausto: fu lo sterminio di tutti gli ebrei, noto anche col termine di Shoà, in ebraico. Questo
genocidio non riguardò soltanto gli ebrei tedeschi, ma anche quelli polacchi, francesi, italiani,
russi, belgi, olandesi. Essi venivano deportati nei lager, campi di stermino (quello di Auschwitz è
uno dei più noti).
Già dalla fine del 1939, dopo che hanno conquistato in modo fulmineo la Polonia, paese dove
abitavano circa 3 milioni di ebrei, i nazisti iniziano a confinarli in ghetti. Si trattava di piccole
aree completamente isolate dal mondo circostante, spesso recintate, dove gli ebrei venivano
deportati ed obbligati a vivere in condizioni misere, senza la possibilità di lavorare. In polonia ed
in Unione Sovietica i tedeschi avrebbero istituito più di 1000 ghetti. Si trattava di una misura
provvisoria, in attesa di una strategia efficace per l’eliminazione totale. Un ghetto che è rimasto
particolarmente famoso è ad esempio quello di Varsavia, dove morirono circa 80.000 persone.
Nei ghetti, gli ebrei erano costretti ad indossare segni di identificazione, come bracciali o
targhette. Nell’autunno del 1941 gli ebrei furono obbligati ad indossare una stella di David gialla
cucita sugli abiti sin dall’età di 6 anni. Vennero studiate strutture dedicate allo sterminio,
approntate in luoghi come Auschwitz, in Polonia, dove gli ebrei furono eliminati in massa
attraverso metodi come le camere a gas. I campi di concentramento o lager annullavano gli ebrei
come persone e tutti coloro che non erano in grado di lavorare (vecchi, malati e bambini)
venivano eliminati. Il campo di Auschwitz venne liberato dai sovietici il 27 gennaio 1945.