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LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Hitler attaccò la Polonia il 1° settembre 1939, con lo scopo di aggiungere nuovi territori ai domini
nell’Europa dell’Est. Intanto, il 17 settembre, mentre i tedeschi entravano in Polonia, l’armata
Rossa sovietica, attaccava il Paese da Est e poco dopo invadeva la Finlandia e i Paesi Baltici. La
Germania in poche settimane riuscì ad aver ragione delle forze polacche, tanto che Hitler stesso la
definì “Guerra lampo”. L’occupazione tedesca si rivelò subito brutale, sia nei confronti della
popolazione, che degli ebrei. L’esercito tedesco non occupò solo Stato polacco, ma anche la
Danimarca, la Norvegia, l’Olanda e il Belgio. L’intento della Germania era quello di non avere forze
nemiche attorno a lei. Non appena l’esercito tedesco invase la Polonia, Francia e Gran Bretagna
dichiararono guerra alla Germania, anche se non si opposero immediatamente; così persero del
tempo mettendo la Germania in condizione di prepararsi a un conflitto più impegnativo. Il 10
maggio 1940 Hitler attacco la Francia passando dal Belgio; i militari e politici francesi si fecero
sorprendere dalla manovra tedesca. Dal Belgio i tedeschi entrarono dalle Ardenne, una zona
francese considerata impenetrabile e che quindi non era protetta dalla linea Maginot. La Germania
poté così aggirare le forze francesi e il corpo britannico giunto in loro aiuto. Adesso, nulla
ostacolava la marcia dei tedeschi verso Parigi, che venne occupata il 14 giugno. Anche la Francia
divenne uno Stato tedesco e il territorio francese venne diviso in due: la parte comprendente
Parigi, fu amministrata direttamente dai tedeschi, mentre la restante parte del territorio fu guidata
dal maresciallo Pétain. A Londra si formò un governo democratico guidato da De Gaulle, il quale
invitava i francesi a continuare la guerra contro la Germania. l tedeschi avrebbero potuto impedire
il salvataggio delle truppe anglo-francesi, però non lo fecero perché speravano di convincere la
Gran Bretagna a una pace separata. La Gran Bretagna però voleva conservare la propria tradizione
democratico-liberale e voleva distruggere il nazismo. Perciò Hitler organizzò una violenta
campagna di bombardamenti sulla Gran Bretagna, che doveva preparare “Leone Marino”, cioè lo
sbarco delle forze tedesche sul territorio inglese. Molte città furono bombardate e distrutte come
Coventry. L’aeronautica inglese, la RAF, riuscì a infliggere pesanti perdite all’aviazione tedesca, così
lo sbarco non avvenne.
L’Italia sarebbe stata obbligata, in base al Patto d’acciaio, a intervenire in guerra al suo fianco.
Mussolini sapeva, però, che l’esercito italiano sarebbe stato impreparato, quindi rimase neutrale.
La potente Germania, del resto, non aveva avuto bisogno dell’aiuto italiano per sconfiggere la
Polonia. Mussolini capì, che se l’Italia sarebbe rimasta neutrale non avrebbe potuto guadagnare
nessun territorio, così il 10 giugno 1940 dichiarò guerra alla Gran Bretagna e alla Francia. Nello
stesso tempo Mussolini organizzo una guerra parallela quella della Germania per accrescere i
domini italiani: per prima cosa ordinò offensive in Africa orientale contro gli inglesi, fiducioso di
sconfiggerli perché erano pochi. Ma ci volle poco perché l’esercito britannico si rafforzasse e
respingesse l’attacco italiano; il duce prese anche la decisione di attaccare la Grecia. L’offensiva fu
disastrosa e mostrò la scarsità dell’esercito italiano. Furono costretti ad intervenire la Germania
che occupò la Jugoslava e la Grecia. Da quel momento così Mussolini ricevette ordini dall’alleato
tedesco. La popolazione americana considerava la nuova guerra una questione europea e non
voleva che il proprio Paese intervenisse. Gli Stati Uniti sapevano che non potevano rimanere
neutrale perché se avesse prevalso il regime dittatoriale avrebbe messo in discussione il controllo
degli Stati Uniti sull’economia e sulla politica mondiale. Fu per questo che il presidente Roosevelt
si incontrò con Churchill e firmarono un importante documento, la “Carta Atlantica”, nel quale
erano riportate le nuove regole che il mondo avrebbe adottato per assicurare la pace nelle nazioni.
Grazie al Patto tripartito il Giappone era diventato un importante alleato della Germania e Italia.
Fu proprio il Giappone a provocare l’entrata in guerra degli Stati Uniti, infatti il 7 dicembre 1940 li
attaccò improvvisamente senza aver dichiarato guerra.
Hitler voleva evitare che la Germania combattesse su due fronti opposti, a est e a ovest. Eppure, il
22 giugno 1941, in violazione del patto Molotov-Ribbentrop, intraprese un’operazione chiamata
“operazione barbarossa”: l’esercito tedesco, con tanti uomini, aerei e carri armati, attaccò
L’unione Sovietica. Così vennero uccisi 3 milioni di soldati russi, mentre la Crimea, la Bielorussia,
l’Ucraina e i Paesi baltici furono occupati. L’esercito tedesco si rivelò impietoso nei confronti,
compiendo stragi e atrocità. Il risultato fu che si costituì una forte resistenza da parte della
popolazione, che appoggiò Stalin. A questo punto la Gran Bretagna e gli Stati Uniti cominciarono a
considerare la Russia un loro alleato contro la Germania. Alla fine dell’estate la vittoria non era
assicurata. I sovietici evitavano combattimenti frontali e distruggevano qualsiasi cosa. Quando
arrivò l’inverno russo, i soldati nazisti si trovarono impreparati ad affrontare un inverno così freddo
e la loro azione si fece sempre meno efficacie. Per tutto l’anno successivo le armate non fecero
scontri frontali con i sovietici. I generali tedeschi capirono che la situazione era grave e sferrarono
una grande offensiva nella città di Stalingrado. I militari vi entrarono ma incontrarono una
resistenza inaspettata. Nella città non potevano giungere rifornimenti di alcun tipo. I sovietici
riuscirono a circondare i militari tedeschi con le loro truppe, obbligandoli alla resa il 2 febbraio
1943. Era la prima grande sconfitta della Germania. Anche sul fronte africano l’esercito tedesco
finì per essere travolto. Gli italiani avevano perduto l’Etiopia, mentre avevano mantenuto la Libia
grazie all’aiuto delle truppe tedesche e che da lì erano penetrati nell’Egitto. Così l’offensiva vene
arrestata dalle truppe inglesi. La sconfitta degli italo-tedeschi segnò la loro definitiva perdita
dell’Africa.
Dopo l’invasione sovietica, il regime nazista diede luogo alla “soluzione finale”, ossia allo sterminio
degli ebrei. Si tratta della Shoah, che alcuni storici chiameranno “Olocausto”. Oltre agli ebrei,
furono perseguitati dal nazismo anche i rom e i sinti, gli omosessuali e i tedeschi di pelle scura. In
un primo tempo, gli ebrei vennero costretti a risiedere in zone della città riservate a loro,
circondate da filo spinato. In questi grandi quartieri, chiamati ghetti, venivano ammassate più
persone e poi furono costretti a portare una stella gialla sul petto, per poterli riconoscerli subito. A
partire dal 1942, gli ebrei vennero portati in dei luoghi chiamati campi di concentramento. Una
volta arrivati, gli ebrei erano accolti con brutalità dalle SS, che utilizzavano cani addestrati per
terrorizzare i prigionieri. Uomini e donne venivano subito separati. I malati e i vecchi venivano
uccisi all’instante. Solo alcuni, giudicati più forti a livello fisico, venivano risparmiati per essere
utilizzati nei campi di lavoro. Nelle baracche, dove si aspettava per essere uccisi, le condizioni di
vita erano durissime: faceva molto freddo e non c’erano riscaldamento e l’alimentazione era
minima. Arrivati al punto di morte, gli ebrei venivano ammassati in grandi stanze, le camere a gas,
nella quale veniva diffuso lo ziklon B, un gas velenoso che provocava la morte in poco tempo. In
questo modo furono uccisi più di 6 milioni di persone. I corpi uccisi in queste camere, venivano
bruciati nei forni crematori.

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