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Storia contemporanea

Dalla Grande Guerra a oggi

Di G. Sabbatucci e V. Vidotto

Capitolo I:
LA PRIMA GUERRA MONDIALE E LA RIVOLUZIONE RUSSA

1. VENTI DI GUERRA

Quadro generale del 1914:

Dal punto di vista politico e economico vi era un continuo sviluppo sia in Europa
(apparentemente dominante) e sia negli Stati “nascenti” come Giappone e Stati Uniti. Si
cercava di trovare e ricavare benessere per tutti tant’è che, dati i progressi, teoricamente i
conflitti o guerre dovevano essere improbabili

Dal punto di vista sociale, nonostante non vi erano conflitti da quasi 50 anni, vi erano ancora
tensioni tra i vari Paesi (es. Germania contro Gran Bretagna, Francia contro Germania,
Austrria e Ungheria contro Russia). Se si dovessero dividere questi conflitti in due macro
blocchi si dividerebbe con Germanie e Austrai contro Francia, Gran Bretagna e Russia. Inoltre
tutte le grandi potenze, nel frattempo, si erano evolute con potenti armi.

In sintesi c’erano le basi per far scoppiare un conflitto.


E queste basi dalla parte dei socialisti e dei pacifisti venivano attenuate e tamponate
mentre dalla parte delle classi dirigenti (militari, politici, industraiali e finanzieri) e dei
giovani anti-progressisti venivano totalemnte esaltate. Loro desideravano la Guerra sia
come trampolino di slancio nella propria carriera e sia come dovere patriottico e evento
liberatorio.

1.2 UNA REAZIONE A CATENA

Le premesse c’erano, si attendeva solo il casus belli (occasione) per farla scatenare.

24 giugno 1914: Il casus belli= Attentato a Sarajevo


Studente bosniaco di nome Gavrilo Princip uccise a colpi di pistola il futuro erede al trono
d’Austria, l’arciduca Francesco Ferdinando, e sua moglie mentre passeggiavano per le strade
di Sarajevo (capitale della Bosnia).
Lo scopo di questo attentato ultranazionalista era per rivendicare il fatto che, nonostante la
Bosnia fosse stata annessa all’Austria-Ungheria nel 1908, la Bosnia era ancora abitata in
maggioranza da popolazioni slave e quindi desiderava l’indipendenza dall’Austria-Ungheria,
per creare la “grande Serbia”.

Da questo attentato terroristico si scatenarono una serie di reazioni e controreazio che portò
l’Europa ad un conflitto mai preso in considerazione che alla fine, dopo 30 anni di tensioni, la
portò a perdere la propria centralità.
Come ci si mosse dopo l’attentato?

23 luglio 1914: l’Austria invia l’ultimatum alla Serbia.


L’Austria invia un ultimatum alla Serbia e la serbua, appoggiata dalla Russia (sua alleata nei
Balcani) accettò a patto che i funzionari austriaci non partecipassero all’indagine sui
mandandti dell’attentato a Sarajevo.

28 luglio 1914: l’Austria non eccetta la risposta insufficiente della Serbia e dichiara guerra
alla Serbia.
Alla dichiarazione di Guerra contro la Serbia, la Russia, il giorno dopo, mosse le proprie forze
armate a favore della Serbia lungo tutto il confine Occidentale per prevenire eventuali
risposte/attacchi da parte della Germania (che era dalla parte dell’Austria).

31 luglio 1914: la Germania invia ultimatum alla Russia per sospendere i preparativi bellici.
La Germania interpreta la “prevenzione” della Russia come gesto di ostilità e la invita a
sospendere i preparativi bellici. La Russia non accettò.

1 agosto 1914: Dichiarazione di guerra tra Russia e Germania-Austria


Dato che la Russia non rispose all’ultimatum della Germania, la Germania dichiarò guerra
alla Russia.
Nel frattempo la Francia, legata alla Russia tramite trattato di alleanza militare, mosse le sue
forze armate.

3 agosto 1914: la Germania invia ultimatum e dichiara guerra anche alla Francia (alleata con
Russia)
La Germania invia un ultimatum alla Francia che il 1°agosto 1914 aveva mosso le proprie
forze armate e successivamente dichiara guerra anche ad essa.

In sintesi è stata l’iniziativa tedesca (ultimatum e appoggio incondizionato all’Austria) a far


precipitare la situazione.
La Germania voleva riscattarsi perchè da tempo soffriva di preblemi di accerchiamento da
parte delle ambizioni internazionali. Inoltre voleva mostrare la propria strategia militare
ideata dal generale Schlieffen che si basava su rapidità e sorpresa (“piano Schlieffen”)
La Germania volve sconfiggere rapidamente le forze armate francesi colpendole a sorpesa
nel loro punto debole (Parigi entrando da nord-est aka dal Belgio) per poi concentrarsi sulla
Russia, che era il problema principale e più massiccio. Il gioco-forza stava nel sapere che la
Russia era sì potentissima ma anche lentissima nel mettersi in azione. Il tutto però doveva
durare poco.

4 agosto 1914: I tedeschi invadono il Belgio per entrare nella Francia da nord-est e
allargamento del conflitto da parte della Gran Bretagna.
I tedeschi invadono il Belgio per entrare nella Francia da nord-est ma i Belgio si era
dichiarato neutrale quindi di base era uno sfregio tedesco nei confronti del Belgio. Difatti
questa violazione di neutralità scosse l’opinione pubblica e determinò l’allargamento del
conflitto.

Sempre il 4 agosto, dopo la violazione del Belgio, la Gran Bretagna non riuscì a tollelare tale
atto e dichiara guerra alla Germania. Questo non considerazione delle conseguenze fu il
primo errore tedesco compiuto nella prima Guerra Mondiale.
Agosto 1914: il Presidente del Consiglio Salandra dichiara l’Italia neutrale.
Questa decisione fu giustificata dicendo che doveva difendere la Triplice Alleanza (l’Austria
non era stata attaccata, nè aveva consultato l’Italia prima di intraprendere l’azione contro la
Serbia). L’Italia in sintesi inizialmente si tira fuori dai giochi.

Nel complesso la Guerra inizialmente, soprattutto da parte dei tedeschi e austriaci, fu vista
come sfogo nazionalista e patriottista. Anche i socialisti che avevano ambito al pacifismo, si
fecero trasportare dal clima. In Germania quasi tutta la popolazione sosteneva la guerra e la
finanziava

Questo clima fece cessare la Seconda Internazionale, ossia l’organizzazione internazionale,


solidale e pacifista tra i laboratori di tutti i paesi. (prima “vittima” della Prima Guerra
Mondiale).

1.3. 1914-15: DALLA GUERRA DI LOGORAMENTO ALLA GUERRA DI POSIZIONE

Questa fu una guerra mai vista prima, nonostante la strategia di base doveva essere molto
simile a quella utilizzata fino ad allora ossia la guerra di movimento. Essa consisteva nel
movimento consistente di tanti uomici e di pochi e risolutivi scontri nei campi. Inoltre
secondo le previsioni dove durare pochi mesi o addirittura poche settimane.

Invece non fu proprio così, fu una guerra di poisizione, di logoramento, di usura, di trincea.
Inoltre, a differenza delle precedenti, essa era sia molto numerosa (i nuovi mezi di trasporto
permisero di raggruppare molte persone in poco tempo) e sia molto distruttiva in quanto
aveva a disposizione strumenti bellici dalle potenzialità distruttive come fucili a ripetizione,
cannoni potentissimi, mitragliatrici automatiche che potevano sparare un centinaio di colpi
in un minuto.

Primi di settembre: La strategia offensiva tedesca inizia a fallire


Mentre i tedeschi attaccano la Francia sulla Marsa, i Russi cercano di invadere la Prussia
orientale e questa mossa fece distrarre i tedeschi dalla Francia. Ritennero che la minaccia
Russa fosse più seria del previsto.

6 settembre 1914: Contraccolpo della Francia e fallimento della strategia offensiva tedesca
I francesi grazie alla distrazione dei tedeschi per via dei russi li riuscirono a contrattaccare e a
quel punto i tedeschi furono costratti ad arretrare su una linea più lontana, all’altezza dei
fiumi Aisne e Somme.

Fine novembre: La Guerra prese un’altra piega (nuova strategia e nuovi allargamenti a livello
planetario).
Gli eserciti a fine novembre si erano stabilizzati in trincee collocate lungo i 750 km che
partivano dal Mare del Nord e finivano con il confine Svizzero (confine orientale/est tra
Francia e Germania). Così comincia un nuovo tipo di guerra bastao su due schieramenti
immobili che si alternavano tra sanguonosi scontri e lunghi periodi di pausa. La superiorità
militare tedesca passa in secondo piano e viene enfatizzata la superiorità navale della Gran
Bretagna e il potenziale umano della Russia.
Inoltre molti Paesi più piccoli, per paura di un nuovo assetto nella quale potevano essere
escluse e/o sacrificate, hanno approfittato della guerra per espandere i propri territori. Molti
si sono aggregati ai macroblocchi come:
- Turchia, Italia, Portogallo, Romania, Grecia e infine gli Stati Uniti (che avevano legati Cina,
Brasile e altre Repubbliche latino-americane) con gli Imperi centrali/l’Intesa
- Bulgaria con la Germania
Ovviamente questi incorporamenti avvenirono man mano. Si ebbe così il coinvolgimento di
tutti e cinque i Continenti.

1.4. 1915: L’INTERVENTO DELL’ITALIA

Fu una scelta sofferta e contrastata tant’è che l’Italia si spaccò in due (interventisti e
neutralisti). Crebbero i sentimenti antiaustriaci (nonostante l’Austra e l’Italia facessero parte
della Triplice Alleanza) e vennero incremementati dai politici che affermavano che
dichiarando la guerra contro l’Austria, sarebbero riusciti a portare a termine il processo
risorgimentale, recuperando le terre irredente (che un tempo erano sotto il dominio
dell’Italia ma che da un po’ erano state soggetto di dominio austriaco) come il Trentino e
Venezia Giulia. Terre abitate da italiani ma sotto dominio austro-ungarico.

L’Italia era divisa in due:


- Interventisti (a favore della guerra) composti da:
> gruppi e partiti della sinistra democratica (repubblicani, radicali, socialriformisti tutti di
sinistra) convinti che una guerra contro gli Imperi Centrali avrebbe portato a democraziae
pricipio di nazionalià in Europa
> associazioni irredentiste (sx) che rivolevano i loro territori e quidi eran contro l’Austria
(Cesare Bttisti)
> estremisti del movimento operaio (sx) che volevano una “guerra rivoluzionaria2 per
sconvolgere gli equilibri sociali
> nazionalisti (dx) volevano affermare la potenza Imperialista dell’Italia
> liberal-conservatori (dx) volevano evitare che l’Italia restasse esclusa internazionalmente
e avevano paura di mettere a repentaglio il prestigio della monarchia.

- Neutralisti (contro la guerra)


> ala più consistente dei liberali guidata da Giolitti (dx). Essa non riteneva che l’Italia fosse
pronta alla Guerra e affermava che tramite la neutralità dell’Italia, in un futuro essa
avrebbe potuto ottenere buona parte dei territori rivendicati
> cattolici perchè la guerra andava contro la pace che professavano
> partito socialista (sx- Psi) perchè condannavano la guerra in nome degli ideali
internazionalisti (eccetto Mussolini che faceva parte del Psi e scriveva per l’ ”Avanti”ma fu
espulso e creò un nuovo quotidiano “il popolo d’Italia” che era pro alla guerra)
> confederazione generale del lavoro (Cgl- sx) perchè condannavano la guerra in nome degli
ideali internazionalisti

In sintesi nessuno dei due macroblocchi era veramente unito internamente tra loro ma il
fattore che fece spiccare il movimento interventista rispetto a quello neutralista fu:
- l’odio comune per la dittatura giolittiana nella speranza di sconfiggerla ed avere una nuova
politica
- la presenza di molti settori giovani a differenza dei neutralisti che erano formati
principalmente da politici e intellettuali (eccetto Gabriele D’Annunzio).

Ovviamente la decisione finale sull’entrata in guerra o meno fu presa dal capo di governo
(Salandra), dal ministro degli Esteri (Sonnino) e dal re che erano gli uomini che decidevano il
destino del paese in materia di alleanze internazionali. I primi due già nel ‘14 cercavano
segretamente qualche compromesso con l’Intesa (in teoria nemica perchè l’Italia era alleata
con l’Austria) per attestarsi qualche territorio in cambio di neutralità. Alla fine decisero però
di accettare le proposte dell’Intesa (Francia, Russia e Gran Bretagna) ed entrare in guerra
dalla loro parte.

26 aprile 1915: L’Italia entra in Guerra con l’Intesa contro la Germania


L’Italia firma le proposte dell’Intesa. Questo evento verrà così chiamato il Patto di Londra.
Questo patto sosteneva che, in caso di vittoria, l’Italia avrebbe avuto il Trentino, il Sud Tirrolo
fino al “confine naturale” del Brennero, la venezia Giulia, l’intera penisola istriana e parte
della Dalmazia e delle sue isole adriatiche. Questa decisione non fu vista di buon occhio dalla
Camera (gestita da Giolitti) che respinse la decisione inducendo Salandra alle dimissioni ma
non andò proprio come Giolitti sperava. Il desiderio della Camera fu scavalcato perchè:
- il re era pro alla guerra e rifiutò le dimissioni di Salandra
- le manifestazioni in piazza si fecero più imponenti e minacciose

20 maggio 1915: L’Italia dichiara Guerra all’Austria


Per non screditare il re, la Camera fu costretta ad aderire ed ad approvare avendo contro
solo i socialisti. Così si aprì una cristi istituzionale.

24 maggio 1915: Inizio operazioni militari


Inizio operazioni militari contro l’Austria e i socialisti da soli non furono in grado di creare
una opposizione sufficiente.

1.5 I FRONTI DI GUERRA (1915-16)

IN ITALIA

All’entrata in guerra delll’Italia contro l’Austria, l’impero austro-ungarico rispose schierando


le proprie truppe lungo i fiume Isonzo e sulle alture del Carso.

1915: Le prime quattro saguinose battaglie di Isonzo


Le corso del 1915 le truppe italiane guidate dal generale Luigi Cadorna sferrarono quattro
offensive contro le truppe austro-ungariche senza ottenere nessun successo.

Giugno 1916: La spedizione punitiva (Strafexpedition) di degli austro-ungarici


Gli austro-ungarici lanciarono una improvvisa spedizione punitiva, chiamata Strafexpedition,
nei confronti degli italiani, accusandoli di tradimento (gli italiani si erano schierati contro gli
austriaci ossia contro i loro alleati nella Triplice Allenza).
Essi volevano penetrare dal Trentino per ragggiungere la pianura veneta e spezzare in due lo
schieramento italiano ma fortutatamente furono arrestiti, seppur con fatica.

Nonostante furono arrestati, lo shock psicologico del paese fu elevato ed il governo Salandra
fu costretto a dare le dimissioni. Fu sostituito da una coalizione nazionale formata da tutte le
forze politiche eccetto i socialisti. Tutto ciò fu presieduto da un anziano politico
conservatore, Paolo Boselli.

Nel corso dei mesi ci furono altre battaglie sull’Isonzo ma senza particolari successi

Agosto 1916: La presa di Gorizia (risultato simbolico importante)


Questo evento fu chiamato anchecome “sesta battaglia sull’Isonzo”

IN FRANCIA
Quasi come nell’Italia del 1915, in Francia per tutto il 1915 gli schieramenti rimasero
immobili.

Febbraio 1916: Tedeschi sferrano attacco su fronte francese a Verdun (città dove c’erano
armi, approvvigionamenti e basi mediche)
I tedeschi volevano attaccare Verdun per indebolire il nemico, per far in modo di andare a
colpire uno tra i punti più importanti di sostentamento delle truppe francesi.
La battaglia durò 4 mesi e provocò molti morti nonostante lo spazio di battaglia era
veramente limitato

Agosto 1916: confroffensiva degli anglo-francesi sul fiume Somme


Altra battaglia molto sanguinosa che portò addirittura a 1 milione di morti.

FRONTE ORIENTALE

Oltre alle vicende narrate, i pochi spostamenti tra il 1915-16 avvennero sul fronte orientale e
i pochi successi li ebbero gli Imperi Centrali (Germania e Austria)

1915: Offensiva tedesca costringe i russi ad abbandonare la Polonia

Primavera-estate 1915: Anglo-francesi tramite spedizione navale attaccano Stretto dei


Dardanelli e sbarcano a Gallipoli (Turchia) ma fallirono

Autunno 1915: Austriaci attacano la Serbia che viene invasa ed eliminata dal conflitto

Autunno 1915: Fallimento spostamento del conflitto in Turchia


Gli anglo-francesi, per allenare la pressione dei tedeschi sui russi cercarono di spostare il
conflitto in Turchia (alleata degli Imperi Centrali) ma non ci riuscirono

NB
L’unico tra i pochi successi dell’Intesa fu quello nell’offensiva russa contro gl austriaci nel
1916, allora impegnati sul fronte italiano. Ci fu un iniziale successo che convinse la Romania
ad entrare in guerra a favore dell’Intesa ma nell’autunno del 1916 gli austro-tedeschi
contattaccarono e la Romania fece la stesssa dorte della Serbia e finì in mani nemiche.

Ad ogni modo, mentre sulla terra i tedeschi avevano avuto molti successi, in mare non fu lo
stesso. I tedeschi tentarono di attaccare la penisola di Jutland nel maggio 1916 ma ebbero
molte più perdite degli avversari e si ritirarono. I britannici si dimostrarono più forti.

1.6. GUERRE DI TRINCEA E NUOVE TECNOLOGIE

Nonostante le battaglie la guerra si continuava a consumare nelle trincee, nate come posto
momentaneo per difendersi ma poi divenuto posto permanente. Questa permanenza nelle
trincee portò all’usura mentale e fisica sia dei soldati che della battaglia. Questa usura fu
dovuta alla sbagliata combinazione tra vecchia strategia militare (i soldati dovevano ottenere
la rottura del fronte avversario o dovevano conquistare una determinata posizione) e le
nuove tecnologie/armi automatiche
Un esempio possono essere le mitragliatrici e/o armi chimiche come i gas. Inoltre data la
necessità ingente di nuovi mezzi, negli anni della guerra si svilupparono e perfezionarono più
velocemente alcuni settori giovani come quello automobilistico (per far arrivare i soldati al
fronte più velocemente), radiofonico e aereo.

Ci furono anche altre due tecnologie molto importanti nella guerra e sono il carro armato e il
sommergibile.
Il primo è una macchina che sostituisce l’autocarro dato che quest’ultimo poteva andare
solo su strada mentre il carroarmato poteva attraversare qualsiasi tipo di terreno.
Il secondo è il sottomarino e fu usato soprattutto delle truppe tedesche sia per attaccare le
navi nemiche e sia per fare affondare i mercanti, anche di paesi neutrali, che portavano
rifornimenti ai porti dell’Intesa. Quest’ultima tecnologia si dichiarò molto efficace nella
guerra ma fu sospesa per un po’ dopo che i tedeschi nel maggio 1915 affondarono un
translatantico britannico che però trasportava anche americani. Le proteste USA furono
abbastanza pesanti da coinvincere i tedeschi a sospendere il tutto.

Come funzionava?

Nelle prime ore del mattino uno dei due schieramenti prevarava l’artiglieria prima
dell’assalto facendosi “sentire” (sparava il fuoco di preparazione). Questa strategia
teoricamente doveva creare confunsione e panico nei nemici ma in realtà non ci fu nessun
effetto-sorpresa perchè tutti sapevano cosa sarebbe successo. Tutti erano preparati a quello
che stava per accadere e puntualmente nessuno dei due schieramenti vinceva.

Così facendo in ben poco tempo svanì tutto l’entusiasmo patriottico soprattutto nei
combattenti contadini e giovani borghesi. Forse quelli con ancora un po’ di entusiasmo
erano i soldati delle truppe speciali.

I soldati quindi in ben poco tempo iniziarono a rifiutare la guerra ed a trovare qualsiasi
pretesto per non andarci (es. Resistere alla leva, procurarsi ferite e mutilazioni per essere
esclusi o veri e propri scioper militari).

Date queste situazioni i governi pensavano sempre di più ad un cedimento delle truppe ma
fecero leva sulla propaganda per motivare i cittadini.

1.7. IL “FRONTE INTERNO”

Per “fronte interno” s’intende tutta la mobilitazione sociale che si adoperò e si mosse in
funzione della guerra e che provocò parecchie trasformazioni. Milioni di uomini furono
strappati dalle loro occupazioni, i civili diedero il loro contributo (es. Donne come
capofamiglia, donne negli uffici o nelle fabbriche al posto degli uomini), persone costrette a
lasciare le proprie case perchè in quella città c’erano attacchi, stranieri residenti in un paese
che successivamente divenne nemico al proprio paese d’origine.
Per esempio per quest’ultimo caso gli stranieri erano sottoposti alla confisca dei propri beni
e tenuti costantemente sotto controllo. (per gli armeni che vivevano nella parrte russa ma
sospettati di allenaza con russia, furono sottomosti ad uno sterminio).

Oltre a queste trasformazioni sul piano umano, ci furono altre notevoli trasformazioni ma sul
piano industrale e agricolo volto sull’intento di sostenere le truppe. Si produceva di più e si
razionalizzava di più. Ci fu una pianificazione economica incredibile (soprattutto in
Germania) e si parlò addirittura di “socialismo di guerra”.

Sul piano politico non si riuscì più a distinguere il potere politico e quello militare (questo
aveva raggiunto una potenza assoluta). Si prenda per esempio il rapporto in Germania tra
capo dello Stato Paul von Hindenburg e il generale Erich Ludendorff.

Fu dunque una guerra totale percè coinvolse tutti gli ambiti della vita dei paesi belligeranti.

1.8 1917: L’ANNO DELLA SVOLTA

Ci furono due novità ad inizio 1917, una negativa (Russia in crisi perchè l’impero zar era stato
costretto a distruggersi e ci fu molta instabilità militare e gestionale) ed una positiva (enttata
in guerra degli Stati Uniti nell’Intesa)

Fine febbraio-inizio marzo 1917: Impero zarista va in crisi perchè non ha più l’appoggio delle
forze militare e viene costretto ad abdicare.
Questa situazione portò ad un collasso militare della Russia

6 aprile 1917: Gli Stati Uniti entrano in guerra a favore dell’Intesa


Gli Stati Uniti entrano in guerra contro la Germania perchè aveva ripreso la guerra
sottomarina indiscriminata che nel 1915 sospesero perchè avevano affondato una nave con
cittadini americani. La loro entrata in guerra compensò la grande mancanza della Russia in
quel periodo.

Nel complesso generale nel 1917 tutti e due gli schieramenti mostravano chiari segni di
stanchezza. I soldati si ribellavano alla guerra, il cibo era costoso e scarseggiava, la
popolazione non ce la faceva più. Si era in quella posizione di stallo senza avere particolari
riscontri. Nessuno voleva ammettere che tutta quella strage era stata sostanzialmente
inutile.

Inoltre, oltre alla posizione instabile della Russia nell’Intesa, negli Imperi Centrali la
situazione era molto simile: le aspirazioni indiendentiste delle “nazionalità oppresse” si
facevano sempre più forti tant’è che da lì a poco si formò la Jugoslavia. Gli Imperi Centrali si
stavano disgregando.

In sintesi: situazione disastrata

24 ottobre 1917: La disfatta di Caporetto.


Gli austro-tedeschi approfittarono della situazione sul fronte russo per colpire l’Italia.
Attaccarono vicino all’Isonzo ed entrarono a Caporetto. La loro strategia si basava sulla
raidità e sull’effetto sorpresa. La strategia funzionò e gli italiani furono costretti ad
abbandonare e indietreggiare.
L’esercito, nel frattempo dimezzato perchè si era perso per strada, si pose lungo la nuova
linee difensiva sul Piave, lasciando così circa 10 mila km quadrati in mano nemica. Circa 300
mila erano i prigionieri italiani e molteplici erano gli armamenti italiani lasciati in quei
territori.
A questa situazione, il generale Cadorna, addossò la responsabilità sui suoi soldati
accusandoli di aver mollato senza combattere mentre in realtà la responsabilità era di
Cadorna e degli errori dei comandi perchè si erano fatti cogliere impreparati all’attacco
sull’Isonzo.
Con la difensiva preparata sul Piave, gli austriaci furono sconfitti e gli italiani cercarono di
non allargare la catastrofe riuscendoci egregiamente.
Questa situazion, per quanto paradossale possa essere, aiutò gli italiani a ritrovare la
motivazione nella guerra. Inoltre fu costituito un nuovo governo di coalizione presieduto da
Vittorio Emanuele Orlando che parve dare maggiore concordia generale. Per giunta CAdorna
fu sotituito dal generale Armando Diaz che sembrò essere meno severo con i soldati e più
attento alle loro esigenze.
La propaganda nel complesso aiutò ad alimentare questo clima positivo spronando i soldati
e i cittadini a tener duro elencandogli i vantaggi che ognuno avrebbe avuto in caso di vittoria.
1.9. LA RIVOLUZIONE RUSSA: DA FEBBRAIO A OTTOBRE

17 marzo 1917: Abdicazione zar e crazione di un nuovo giverno provvisorio


Lo zar, non avendo più le forze militari dalla sua parte, fu costretto ad abdicare e fu istitutito
un governo provvisorio con l’intento di:
- continuare la guerra a fianco dell’Intesa
- modernizzare il Paese dal punto di vista politico e economico
Di questo nuovo governo facevano parte tre partiti importanti:
> partito dei cadetti (partito dei costituzionali-democratici della quae facevano parte anche i
liberal-moderati)
> partito dei socialisti menscevichi (ossia “minoritari”)
> partito dei social-rivoluzionari

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