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Prima Guerra Mondiale

Circa 17 milioni di mor., la carta dell’Europa completamente ridisegnata, la vita poli.ca e


sociale sconvolta in mezzo mondo. Furono gli effe= della Prima Guerra Mondiale, un
evento che inaugurò uno dei periodi più bui della storia recente. La Prima Guerra Mondiale,
chiamata così perché fu il primo confliJo della storia che coinvolse varie aree del mondo
contemporaneamente, interessò l’Europa e par. di altri con.nen. tra il luglio 1914 e il
novembre 1918. La guerra coinvolse milioni di ciJadini manda. a combaJere, ma il suo
impaJo fu pesante anche nelle zone non interessate dalle operazioni militari e al termine
delle os.lità il mondo si trovò proieJato in una nuova epoca. Ma perché scoppiò la guerra e
come si sviluppò?

LE ORIGINI DELLA GUERRA


Non è facile definire le cause del confliJo. A scuola abbiamo imparato che la guerra scoppiò
dopo che l’erede al trono dell’Impero d’Austria, l’arciduca Francesco Ferdinando e sua
moglie, furono assassina. a Sarajevo da un ciJadino bosniaco di etnia serba, Gavrilo
Princip. reca.si in visita a Sarajevo in occasione di una parata militare. La situazione si fece
incandescente e l'Austria-Ungheria chiese di svolgere delle indagini accurate in territorio
serbo, dando quindi alla Serbia un ul.matum. Di fronte al rifiuto della Serbia per delle
indagini in territorio nazionale, il 28 luglio 1914 l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla
Serbia, avendo l'appoggio -nel corso del confliJo- della Germania. Si affermarono due
alleanze che segnarono le sor. del confliJo: la Triplice Alleanza tra Austria, Germania e
Italia (che però decise di dichiararsi neutrale) e la Triplice Intesa tra Francia, Gran Bretagna
e Russia. Ma un singolo aJentato, per quanto grave, non è sufficiente a scatenare un
confliJo di proporzioni globali. Tra le potenze europee c'erano tensioni diploma.che,
par.colarmente spinose nella penisola balcanica che era contesa tra alcuni imperi
(oJomano, russo e austriaco) e vari movimen. nazionalis. locali. Un ruolo era giocato
anche dall’Italia che rivendicava alcuni territori abita. da italiani, ma sogge= all’impero
d’Austria: Trieste, Venezia Giulia, Istria e Dalmazia. Altri mo.vi di tensione erano le colonie
europee in Africa e in Asia e il predominio sui mari. TuJavia, le controversie esisten. nel
1914, pur essendo serie, non erano più gravi di quelle degli anni preceden. che non
avevano provocato uno scontro tra grandi potenze.
In Italia, intanto, l’opinione pubblica era divisa.
Da una parte vi era chi voleva mantenere la neutralità (maggioranza) e dall’altra chi voleva
combaJere a fianco dei francesi e degli inglesi.
Fra i primi chiama. neutralis., vi erano la Chiesa con il Papa BenedeJo XV, socialis. e
parlamentari liberali. Lo stesso Gioli= (liberale) era favorevole alla neutralità, poiché
pensava che in questo modo l’Italia potesse oJenere le terre che ancora erano soJo il
dominio Austriaco.
I secondi, chiama. interven.s., volevano entrare in guerra al fianco della Triplice Intesa, fra
ques. c’erano i nazionalis., tra i quali Gabriele D’Annunzio che voleva liberare Trento e
Trieste (esercito e ambiente di corte), grandi gruppi industriali ma anche mol. democra.ci e
socialis. riformis. come Benito Mussolini, il quale era stato espulso dal PSI proprio perché
favorevole alla guerra. La decisione di entrare in guerra o no aveva anche un risvolto
economico, infa=, l’Italia importava dall’Inghilterra le materie prime e schierarsi con
l’Austria e la Germania avrebbe significato perdere tali rifornimen..
Dopo mesi di discussione e di contras. nel paese, il 26 aprile 1915 il governo Italiano, firmò
un paJo segreto con la Francia e con l’Inghilterra impegnandosi ad entrare in guerra in
cambio della promessa di acquisire in caso di viJoria le terre del Tren.no, Alto Adige,
Trieste, Istria e della ciJà di Valona in Albania (PaJo di Londra).
Numerose ed accese furono le manifestazione di piazza per sostenere l’intervento. L’Italia
entrò in guerra il 24 maggio 1915 a fianco dell’intesa. La Germania allo scoppio della guerra
decise di raggiungere Parigi invadendo il Belgio e il Lussemburgo , che erano neutrali. Le
truppe tedesche però non riuscirono a raggiungere Parigi, perché i francesi opposero una
forte resistenza sul fiume Marna.
Svanì subito l’illusione di una guerra breve: iniziava la guerra di trincea, infa= le truppe
tedesche e quelle franco-inglesi si contrapposero lungo il Fronte Occidentale lungo 800 km
all’interno di trincee, lunghi corridoi aper. nel terreno (dove i solda. vivevano espos. alle
bombe e alle mala=e) e per ben quaJro anni la guerra fu un susseguirsi di aJacchi da una
trincea all’altra per la conquista di pochi km al prezzo di migliaia di mor..
Le ta5che militari
In genere, i solda. combaJevano nelle trincee, una sorta di lunghe buche scavate nel
terreno. Le trincee dei due schieramen. erano situate a poche cen.naia (o persino decine)
di metri l’una dall’altra. Quando il comandate ordinava l’assalto, i solda. uscivano dalla loro
trincea e si dirigevano verso quella nemica, aJraversando lo spazio intermedio (la “terra di
nessuno”) soJo i colpi delle mitragliatrici.
Durante gli assal. i mor. erano numerosissimi e, anche quando si riusciva a conquistare la
trincea nemica, si guadagnavano solo poche cen.naia o decine di metri. Perciò si dice che la
Prima Guerra Mondiale fu una guerra di posizione. Solo in pochi casi, gli eserci. riuscirono a
sfondare le difese nemiche e ad avanzare di mol. chilometri.
Solda& russi in trincea
I combaJen. erano in larga maggioranza solda. di leva, cioè semplici ciJadini richiama.
alle armi, che combaJevano perché erano obbliga. a farlo: chi rifiutava veniva severamente
punito (in genere con la fucilazione). Solo alcune minoranze parteciparono al confliJo per
spirito patrio=co.
Da una guerra di movimento si era passa. a una guerra di posizione. Il Fronte Orientale era
più lungo e più mobile. Gli austriaci e i tedeschi combaJerono duramente per fermare i
russi che tentavano di invadere la Germania (BaJaglia di Tannemberg e Masuri, 1914) e
riuscirono ad oJenere il ri.ro grazie anche all’intervento dell’esercito Turco. La Russia
perse anche il controllo della Polonia.
Sul Fronte Italiano ci furono subito impetuosi aJacchi degli italiani contro gli austriaci sul
fiume Isonzo, ma presto anche qui la guerra divenne di trincea. L’Italia affrontò la guerra in
condizioni di grave impreparazione, per mesi mol. solda. italiani non poterono avere
l’elmeJo indispensabile per la guerra di trincea. Nelle trincee si diffondevano gravi mala=e,
i rifornimen. erano difficili, il comandante generale Luigi Cadorna aveva imposto una
durissima disciplina. Egli non fidandosi dei suoi solda. fece ricorso a gravi pene per ogni
mancanza punendo i tenta.vi di diserzione con la fucilazione. Fra il maggio e il giugno del
1916 l’esercito austriaco si impegnò in quella che venne chiamata “la spedizione puni.va”,
in quanto gli italiani erano traditori da punire perché non avevano rispeJato la Triplice
Alleanza. Gli austriaci volevano penetrare nella pianura Padana aJraverso l’altopiano
d’Asiago. L’esercito italiano, però, respinse l’offensiva e riuscì a conquistare Gorizia
nell’agosto del 1916. Il prolungarsi della guerra iniziava a pesare, sopraJuJo sugli imperi
centrali i quali non potevano procurarsi facilmente le materie prime perché gli Inglesi
controllavano i mari. La Germania affrontò la marina inglese nella baJaglia dello Jutland ma
non bastò a soJrarre agli inglesi il dominio dei mari. Allora i tedeschi intensificarono la
guerra soJomarina contro tuJe le navi sospeJate di portare rifornimen. agli avversari.
L’affondamento del transatlan.co Lusitania causò la morte di un migliaio di persone fra cui
124 ciJadini statunitensi e ciò provocò proteste e gli Sta. Uni. entrarono nel confliJo a
fianco dell’Intesa il 6 aprile 1917.
L’affondamento del Lusitania: il 1917 fu un anno decisivo per le sor& del confli;o non solo
per l’ingresso degli Sta& Uni& in guerra. Nel mese di marzo in Russia esplose una
rivoluzione che abbaJé il regime dello zar che portò alla Rivoluzione sovie.ca di oJobre
dove il potere venne preso dai comunis. guida. da Lenin. Per evitare l’invasione del
proprio territorio, la Russia uscì dalla guerra e il 3 marzo del 1918 la pace di Brest-Litovsk
stabilì le condizioni della resa, infa= la Russia cedeva alla Germania la Polonia e i Paesi
Bal.ci e riconosceva l’indipendenza dell’Ucraina. Come conseguenza gli austriaci
spostarono le loro truppe dal fronte russo a quello italiano provocando una gravissima crisi
militare all’Italia. L’esercito austriaco così rafforzato riuscì a sfondare le linee italiane
riportando una neJa viJoria a CaporeJo vicino Gorizia il 24 oJobre 1917. L’esercito
italiano cominciò una ri.rata, il nemico caJurò decine di migliaia di prigionieri e si
impadronì di molto materiale. Con grande fa.ca si riuscì a stabilire una nuova linea di difesa
lungo il fiume Piave. Cadorna venne sos.tuito dal nuovo comandante Armando Diaz.
Intanto cresceva la disperazione per la guerra, tuJe le popolazioni, anche quelle lontane
dalle zone di comba=mento subivano privazioni e fame, il malcontento cresceva ovunque,
in Italia ci furono scioperi e scontri di piazza per la mancanza di generi alimentari. In questa
difficile situazione papa BenedeJo XV chiese ancora una volta la fine dei comba=men.,
invitava i paesi in guerra a rinunciare ai propri interessi in favore di quelli generali
dell’umanità.
Papa Benede;o XV: nella primavera del 1918 la Germania lanciò un’ul.ma e disperata
offensiva, ma anche questa volta i Francesi e gli Inglesi respinsero l’aJacco nella seconda
baJaglia della Marna, e con l’appoggio americano passarono allora all’offensiva. Anche
l’esercito italiano passò alla controffensiva oJenendo la decisiva viJoria di ViJorio Veneto.
Il 4 novembre 1918 l’Austria chiese l’armis.zio e l’Italia risultò viJoriosa (oggi si celebra in
questa data la festa delle forze armate italiane). L’11 novembre 1918 veniva firmato
l’ul&mo armis&zio con la Germania. Si chiudeva così la prima guerra mondiale, i mor.
furono circa 9 milioni, quelli italiani furono oltre 600.000. Occorreva ora giungere alla pace
defini.va e i colloqui si svolsero a Parigi e i traJa. di pace furono firma. tra il 1919 e il
1920. I rappresentan. delle quaJro potenze vincitrici (Italia, Francia, Gran Bretagna, Sta.
Uni.) avevano obie=vi diversi e non mancarono momen. di tensione. Il presidente
americano Wilson aveva steso un elenco di 14 pun. che riassumevano i proge= per la
futura poli.ca europea, inoltre egli dava molta importanza alla autodeterminazione delle
nazioni, cioè ogni nazione doveva essere indipendente e scegliere la propria forma di
governo. La Germania fu ritenuta responsabile della guerra e costreJa a pagare 132 miliardi
di marchi in oro come danni di guerra, inoltre venne privata delle colonie e doveJe ridurre
notevolmente l’esercito e la floJa navale. L’Italia riceve;e dall’Austria il Tren&no, l’Alto
Adige, la Venezia Giulia e Trieste. Questo provocò discussioni a Parigi, gli allea.
comportandosi da traditori, non avevano dato all’Italia quello che avevano promesso col
paJo di Londra e a questa tensione si aggiunse la difficile situazione che il nostro paese si
trovò a vivere nel dopoguerra. Finalmente il mondo uscì dalla guerra profondamente
mutato, non solo dal punto di vista poli.co ma anche economico. Gli Sta. Uni.
cominciavano a emergere come potenza mondiale, mentre l’Europa si era indebolita. La
guerra cambiò anche l’atmosfera culturale, infa=, con i suoi orrori aveva posto fine
all’o=mismo con cui il secolo era iniziato, cominciava così un periodo molto più oscuro con
numerose e gravi crisi. La Conferenza di pace si svolse a Parigi.
Che 9po di guerra è stata?
Nel corso della guerra, il primo vero confliJo totale della storia, furono sperimentate nuove
armi: i carri arma., introdo= nel 1916; gli aerei, che erano già sta. usa. in ambito bellico
negli anni preceden., ma dopo il 1914 acquisirono maggiore importanza; i gas, che negli
anni ‘20 saranno vieta. dagli accordi internazionali.
Carro britannico Mark I
Il confliJo, inoltre, coinvolse l’intera popolazione dei Paesi belligeran.. AnzituJo,
l’economia fu riconver.ta per sostenere lo sforzo bellico e le condizioni di vita peggiorarono.
Inoltre, i governi e i media facevano con.nua propaganda patrio=ca per coinvolgere quanto
più possibile i ciJadini, sia quelli che restavano a casa, sia quelli manda. al fronte. In tu= i
Paesi, il nemico era dipinto come la personificazione del male: il messaggio che doveva
passare era che, se avessero vinto i nemici, si sarebbe affermata una vera e propria
barbarie.
Cambiamen9 territoriali dopo la guerra
Il confliJo, inoltre, sconvolse la vita poli.ca di mol. Paesi. L’Italia, pur essendo tra i vincitori,
nel dopoguerra aJraversò una profonda crisi che nel volgere di alcuni anni portò
all’instaurazione della diJatura fascista; in Russia salì al potere il par.to comunista; in
Germania fu rovesciata la monarchia. Infine la guerra ebbe conseguenze profonde anche dal
punto di vista sociale. In tu= i Paesi coinvol., infa=, fu accelerata la “nazionalizzazione
delle masse”. Mol. solda., che provenivano dalle aree rurali e non conoscevano nulla al di
fuori dei loro paesini, al fronte fecero esperienza di un mondo più grande, entrarono in
contaJo con loro connazionali di altre regioni e iniziarono a interessarsi della vita pubblica e
della poli.ca.
Con la Prima Guerra Mondiale è scomparso tutto un mondo ottocentesco; è la fine di
un’epoca.
Il Congresso di Parigi: Terminata la guerra, avviene il Congresso di Parigi, il cui compito è
principalmente quello di mettere ordine in Europa.
A decidere le sorti degli stati sono i capi delle nazioni vincitrici:

1. Wilson, presidente degli Stati Uniti d’America;


2. Clemanceau, presidente francese;
3. Lloyd George, Primo Ministro d’Inghilterra;
4. Orlando, presidente del consiglio italiano.

Nel corso del congresso appaiono subito chiari i contrasti tra America ed Europa. Secondo il
presidente Wilson, infatti, che già nel gennaio del 1918 aveva divulgato un programma di
pace in Quattordici punti, il nuovo assetto europeo dovrebbe ispirarsi al principio di
nazionalità, e far leva sulle forze democratiche degli ex imperi centrali. I nuovi confini
dell’Europa dovrebbero cioè contenere quanti usano la stessa lingua, la stessa cultura ed
hanno la stessa nazionalità.
La Francia invece è intenzionata ad annientare economicamente e militarmente la
Germania, allo scopo di umiliarla. In tal modo si renderà in parte responsabile della nascita
del forte spirito nazionalista tedesco, che a sua volta darà origine alla Seconda Guerra
Mondiale.
A Ginevra nasce la Società delle Nazioni, dalla quale sono momentaneamente esclusi i vinti.
Lo scopo è quello di regolare gli accordi di pace tra le nazioni. Il patto è che tutte le
decisioni siano prese all’unanimità.
Al congresso di Parigi seguiranno cinque trattati con cui si porrà fine alla Prima Guerra
mondiale.
Trattato di Versailles, secondo cui la Germania deve rinunciare a tutte le colonie,
all’Alsazia, alla Lorena e alla Slesia. Dovrà inoltre pagare tutti i suoi debiti alle nazioni
vincitrici, il suo esercito dovrà contare 100.000 uomini e non di più, e la riva destra del Reno
sarà occupata per 15 anni da un esercito alleato mantenuto dalla Germania. La Prussia si
separa dalla Germania, e la Polonia viene dichiarata libera, e gli viene assegnato uno sbocco
verso Danzica. Questa umiliazione, l’aver escluso i vinti dalle trattative di pace e l’aver
determinato la povertà tedesca saranno resi a duro prezzo.
Trattato di Saint Germain, secondo cui il territorio austriaco viene smembrato. Si creano
dunque la Cecoslovacchia, il Regno iugoslavo (comprendente Serbia, Slovenia, Croazia,
Bosnia Erzegovina, Montenegro, Dalmazia. Esso avrà negli anni non pochi problemi di
“convivenza”) e l’Albania. L’Austria, che non può assolutamente essere unita alla Germania,
diventa stato a sé. Con il Trattato di Trianon nasce la Repubblica Ungherese, così come
nascono l’Estonia, la Lettonia, la Lituania e la Finlandia. Lo stesso trattato di Saint Gérmain
regola i rapporti tra l’Austria e l’Italia: i territori irredenti vengono ceduti all’Italia.
Trattato di Neully (1919), il quale priva la Bulgaria di ogni sbocco al mare. Gli viene tolta
anche la Macedonia, che viene invece inserita nella nascente Iugoslavia, e parte dei suoi
territori vengono annessi alla Romania.
Trattato di Sevres (1920), secondo cui la Turchia viene ridotta alla sola Penisola Anatolica.
Francia e Inghilterra si erano in precedenza spartiti in segreto le zone orientali con il Patto
di Londra generando non poca indignazione da parte della Turchia.
Sempre alla fine della Prima Guerra Mondiale si ha l’inizio della questione ebraico-
palestinese, ad opera di Francia ed Inghilterra. Da questo momento in poi la Palestina
diventerà teatro di contrasti fra gli stati del medio-oriente e tra ebrei e palestinesi.
In Italia, nel frattempo, dopo la Prima Guerra mondiale ci sono enormi problemi economici
e crisi sociali. La guerra ha infatti aumentato la crisi economica, colpendo principalmente le
classi a reddito fisso. Le grandi industrie (come l’Ansaldo) si sono invece arricchite.
Ora che la guerra è finita, occorre riconvertire la produzione da bellica in civile.
La situazione non è però facile: ci sono molti licenziamenti e la disoccupazione aumenta.
L’emigrazione italiana viene intanto frenata dagli Stati Uniti.
Crollano le industrie, crolla la Banca d’Italia, e le rivolte socialiste sono quasi all’ordine del
giorno. Non a caso il periodo tra il 1919 e il 1920 sarà noto come biennio rosso.
Nasce anche il mito della vittoria mutilata, poiché L’Italia ancora reclama tutta la Dalmazia.
Il 18 gennaio 1918 si forma anche il Partito Popolare Italiano. Esso reclama:

1. una riforma agraria;


2. terra per i contadini;
3. una gestione sociale della produzione agricola (cioè una collaborazione tra
proprietari e contadini);
4. voto alle donne;
5. elezioni non uninominali ma proporzionali, con elezioni non di lista ma di candidato;
6. decentramento politico e conseguente autonomia locale e regionale;
7. laicità dello Stato (in modo da avere finalmente l’autonomia dei cattolici rispetto al
Papa). Vi è in poche parole un’ondata interclassista, che auspica solidarietà tra i ceti
sociali.

Nel frattempo si forma un nuovo giornale socialista dal titolo “L’ordine nuovo” che ha a
capo Bordiga, Gramsci e Togliatti. Essi hanno ispirazioni rivoluzionarie sul modello
bolscevico. Lo scopo del loro impegno politico è quello di arrivare ad una dittatura
proletaria sul modello dei Soviet.

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