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Nel corso del congresso appaiono subito chiari i contrasti tra America ed Europa. Secondo il
presidente Wilson, infatti, che già nel gennaio del 1918 aveva divulgato un programma di
pace in Quattordici punti, il nuovo assetto europeo dovrebbe ispirarsi al principio di
nazionalità, e far leva sulle forze democratiche degli ex imperi centrali. I nuovi confini
dell’Europa dovrebbero cioè contenere quanti usano la stessa lingua, la stessa cultura ed
hanno la stessa nazionalità.
La Francia invece è intenzionata ad annientare economicamente e militarmente la
Germania, allo scopo di umiliarla. In tal modo si renderà in parte responsabile della nascita
del forte spirito nazionalista tedesco, che a sua volta darà origine alla Seconda Guerra
Mondiale.
A Ginevra nasce la Società delle Nazioni, dalla quale sono momentaneamente esclusi i vinti.
Lo scopo è quello di regolare gli accordi di pace tra le nazioni. Il patto è che tutte le
decisioni siano prese all’unanimità.
Al congresso di Parigi seguiranno cinque trattati con cui si porrà fine alla Prima Guerra
mondiale.
Trattato di Versailles, secondo cui la Germania deve rinunciare a tutte le colonie,
all’Alsazia, alla Lorena e alla Slesia. Dovrà inoltre pagare tutti i suoi debiti alle nazioni
vincitrici, il suo esercito dovrà contare 100.000 uomini e non di più, e la riva destra del Reno
sarà occupata per 15 anni da un esercito alleato mantenuto dalla Germania. La Prussia si
separa dalla Germania, e la Polonia viene dichiarata libera, e gli viene assegnato uno sbocco
verso Danzica. Questa umiliazione, l’aver escluso i vinti dalle trattative di pace e l’aver
determinato la povertà tedesca saranno resi a duro prezzo.
Trattato di Saint Germain, secondo cui il territorio austriaco viene smembrato. Si creano
dunque la Cecoslovacchia, il Regno iugoslavo (comprendente Serbia, Slovenia, Croazia,
Bosnia Erzegovina, Montenegro, Dalmazia. Esso avrà negli anni non pochi problemi di
“convivenza”) e l’Albania. L’Austria, che non può assolutamente essere unita alla Germania,
diventa stato a sé. Con il Trattato di Trianon nasce la Repubblica Ungherese, così come
nascono l’Estonia, la Lettonia, la Lituania e la Finlandia. Lo stesso trattato di Saint Gérmain
regola i rapporti tra l’Austria e l’Italia: i territori irredenti vengono ceduti all’Italia.
Trattato di Neully (1919), il quale priva la Bulgaria di ogni sbocco al mare. Gli viene tolta
anche la Macedonia, che viene invece inserita nella nascente Iugoslavia, e parte dei suoi
territori vengono annessi alla Romania.
Trattato di Sevres (1920), secondo cui la Turchia viene ridotta alla sola Penisola Anatolica.
Francia e Inghilterra si erano in precedenza spartiti in segreto le zone orientali con il Patto
di Londra generando non poca indignazione da parte della Turchia.
Sempre alla fine della Prima Guerra Mondiale si ha l’inizio della questione ebraico-
palestinese, ad opera di Francia ed Inghilterra. Da questo momento in poi la Palestina
diventerà teatro di contrasti fra gli stati del medio-oriente e tra ebrei e palestinesi.
In Italia, nel frattempo, dopo la Prima Guerra mondiale ci sono enormi problemi economici
e crisi sociali. La guerra ha infatti aumentato la crisi economica, colpendo principalmente le
classi a reddito fisso. Le grandi industrie (come l’Ansaldo) si sono invece arricchite.
Ora che la guerra è finita, occorre riconvertire la produzione da bellica in civile.
La situazione non è però facile: ci sono molti licenziamenti e la disoccupazione aumenta.
L’emigrazione italiana viene intanto frenata dagli Stati Uniti.
Crollano le industrie, crolla la Banca d’Italia, e le rivolte socialiste sono quasi all’ordine del
giorno. Non a caso il periodo tra il 1919 e il 1920 sarà noto come biennio rosso.
Nasce anche il mito della vittoria mutilata, poiché L’Italia ancora reclama tutta la Dalmazia.
Il 18 gennaio 1918 si forma anche il Partito Popolare Italiano. Esso reclama:
Nel frattempo si forma un nuovo giornale socialista dal titolo “L’ordine nuovo” che ha a
capo Bordiga, Gramsci e Togliatti. Essi hanno ispirazioni rivoluzionarie sul modello
bolscevico. Lo scopo del loro impegno politico è quello di arrivare ad una dittatura
proletaria sul modello dei Soviet.