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La prima guerra mondiale e la storia del Novecento

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Note

Il testo da cui tratto questo compendio La violenza, la crociata e il lutto. La Grande guerra
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e la Storia
del Novecento, autori Audoin-Rouzeau e Becker. Questi appartengono alla scuola di storia Historial de la
Grande Guerre di Pronne (provincia della Somme
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, in Piccardia).

Introduzione
La loro linea interpretativa del primo conflitto mondiale quella di considerare la IWW
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come un guerra
totale e, in quanto tale, matrice dei totalitarismi seguiti a questo conflitto. Questa interpretazione non
univoca in quanto tanto il regime di Hitler quanto quello di Stalin vengono intesi come degli eccezionalismi.
La tesi del testo viene articolata su tre nuclei tematici, espressi gi nel titolo e sono: la violenza, la crociata e
il lutto. Per violenza si intende la qualit della violenza bellica tanto militare quanto civile, cio la violenza
la chiave di lettura della stessa guerra e viene intesa come manifestazione delle istanze umane pi
profonde (paura, coraggio, contraddizione, odio, etc.). La crociata la durata della violenza e il modo di
giustificarla e portarla avanti mediante la dialettica amico-nemico. Il lutto lintensit della violenza sia
durante che dopo la guerra, inteso come sentimento di dolore. La prima guerra mondiale intesa come il
primo grande conflitto di massa. Cio non solo venivano ad essere colpiti i militari ma anche le stesse
deportazioni, prigionie e lavori erano tutti massificati. Questi oltre alla caratteristica della totalit avevano
quella della brutalit, che negava la stessa civilt di coloro che combattevano e uccidevano (e non erano
solo uccisi) e metteva in dubbio quindi il fatto che il nemico fosse barbaro. La storia vista, quindi, dagli
autori non una storia asettica. Qui si considera il disastro sociale, fisico, psicologico, emotivo, economico e
storico portato dalla grande guerra. Ma quali sono state le premesse di questa guerra? Le premesse sono
state quelle delle rivoluzioni industriali del secolo XIX, le quali hanno reso possibile laccrescimento della
produzione, in questo caso bellica. Laccrescere delle armi e delle persone che le utilizzano, in quanto la
guerra e di massa ( totale), significa aumentare la capacit distruttiva in maniera esponenziale. Infatti la
produzione sotto questo aspetto era unilaterale, cio si produceva armi di distruzione, ma poco si faceva
per difendersi. Questo avanzamento tecnologico ha portato in secondo piano quello che era stato rilevante
nei conflitti precedenti, ovvero, la conoscenza della strategia e della tattica. Le armi la facevano da
padrona. Il potere distruttivo era ancora superiore a quello ricostitutivo, ovvero alla medicina. Questo un
altro paradosso del secolo XX. Infatti nonostante la medicina fosse pi avanzata in questo periodo, rispetto
al passato, si aveva meno probabilit di morire nelle guerre precedenti. Questo spiegato dalla grande
differenza di potenziale distruttivo delle armi. Nel primo conflitto mondiale le granate erano capaci di
polverizzare un uomo e, addirittura, le schegge prodotte da queste potevano aprire in due un uomo. Quindi
nonostante il grande progresso in ambito medico, vi erano ancora numerose lacune. Addirittura in questo
periodo le malattie incidevano meno rispetto al passato, per un motivo semplice: le armi erano
potentissime non lasciava tempo di ammalarsi. Ciononostante vi erano i malati, questi hanno costituito
l1/6 de morti totali, meno rispetto alle guerre passate. Lo sviluppo in ambito medico, in ogni caso, a
portato alla creazione di raggi X per localizzare le pallottole, allo sviluppo della chirurgia, dellanestesia e
della infrastrutture. Ci ha permesso un drastico calo delle amputazioni in quanto veniva curati in tempo i
numerosi casi di cancrena. Infatti frequenti erano i piedi da trincea, ovvero una malattia causata da freddo,
umidit e scarso igiene, il cui esito era, appunto, la cancrena (ovvero la morte del tessuto interessato).

Violenza


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A causa del gioco delle alleanze formatesi negli ultimi decenni dell'Ottocento, il conflitto vide schierarsi le maggiori
potenze mondiali, e rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Germania, Austria-
Ungheria, Impero ottomano) e la Bulgaria e dall'altra le potenze Alleate rappresentate principalmente da Francia,
Regno Unito, Impero russo e Italia (1915), Portogallo e Romania (1916), Stati Uniti e Grecia (1917).
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Fronte occidentale della Prima guerra mondiale, situato a nord-est della Francia.
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First World War, prima guerra mondiale in inglese.
Dario Cositore
Il disastro della prima guerra mondiale possibile vederlo nei numeri: 300 morti lora! Inoltre molte
pratiche, ormai lontane dallOccidente, ritornarono: cannibalismo, ingestione di urina, uomini (morti) usati
come scudi o come coperte, ingestione di acqua da pozzi saturi di morti. Nonostante il dramma della guerra
doveva essere alimentata per portare avanti il conflitto, a ci ci pensavano giornalisti, scrittori, poeti che
utilizzavano, per non far spegnere laggressivit e la violenza e portarla avanti, la dialettica nemico-amico.
Studiare la grande guerra significa studiare la violenza, ma soprattutto gli effetti di questa: malattie
psichiche, fisiche, ma soprattutto la morte. Lo studio stesso della storia : lo studio del peso dei morti sui
vivi. Questa storia della IWW una storia dei corpi, delle emozioni (spesso negative) e non meramente una
histoire bataille. Inoltre gli autori interpretano la IWW come un atto culturale (Keegan) e con come
unestensione della politica (Clausewitz). La societ viene interpretata mediante il vettore della violenza in
quanto questa mette a nudo i corpi, le paure, gli odi, le angosce e le credenze. La guerra rende visibile,
quindi, ci che di solito si sottrae allo sguardo: il potere di alcuni uomini su altri. Gi dal 1914 stato
possibile vedere la violenza, la portata e gli effetti del IWW, poderosi soprattutto allinizio del conflitto. Nel
solo primo giorno delloffensiva britannica della Somme, il 1 luglio 1916, morirono 20000 persone e 40000
furono ferite. I danni psicologici, come gi affermato, furono rilevanti: addirittura oltre il 95% dei soldati
subiva dei gravi danni dopo solo 35 giorni di combattimento. E in ogni caso il collasso psicologico era
dietro langolo dopo pochi mesi. La portata del IWW non solo numerica ma anche geometrica. Gli spazi
erano vasti, si pensi che il campo della Somma, dove si svolse una delle pi cruenti battaglie della guerra,
era 10 volte pi grande di Waterloo. La battaglie inoltre non sono brevi ne poco intense, anzi il contrario. La
battaglia della Somme dura 5 mesi, quella di Gallipoli (Stretto dei Dardanelli) dura 8 mesi e quella di Verdun
(regione della Lorena, a sud della Piccardia) 10 mesi. Durante il conflitto inoltre i morti aumento per un
altro motivo: non vengono assistiti oppure vengono assistiti con estremo ritardo. Si che valutato che 1/3
dei morti della battaglia della Somme sarebbe stato evitabile se vi fosse stato in repentino intervento
medico. La guerra, stranamente, non distrusse completamente lapparato nomotetico e culturale. Gli
uomini, infatti, prevedevano ancora il culto dei morti e la relative inumazioni. Inoltre, questo soprattutto
tra i britannici, era previsto sia larte, con spettacoli musicali, che il gioco, con il calcio. Ci che ancora
caratterizza questa guerra che il luccisione e la morte anonima. Spesso molto pi brutale quando finivano
le munizioni. Infatti, in questi casi, si utilizzavano pale di ferro, mazze, coltelli (spesso fabbricati dagli stessi
militari) oppure il proprio corpo. In questi casi nasce lo spazzino delle trincee ovvero colui che massacra
coloro, nella stessa trincea, coloro che si arrendono (a prescindere se sono feriti o meno). La violenza di
questa guerra ha anche modificato la sessualit. Cera durante la guerra un ricorso massiccio (e di gruppo)
alla masturbazione, alla prostituzione e allomosessualit. La violenza, come gi ricordato, non fu fatta solo
ai danni di militari ma di intere popolazioni. Sovente era il caso degli stupri come atto di superiorit di
quellamico rispetto a quel nemico, ci veniva svolto, in modo sistematico, da tutti i belligeranti. Contro
la donna ancora si rivolgevano costoro danneggiando i viso, i genitali e asportando i seni. Un danno,
interpretato dagli antropologi, alla doppia identit femminile: quella di individuo singolo e quella di matrice
della specie. Ancora la violenza veniva espressa dalle crocifissioni, maschili e femminili (I turchi, nel 1917,
crocifissero migliaia di donne armene). A tutto ci va sommano laumento del costo del pane e di tutti i
generi alimentari (e il peggioramento della loro qualit). Le condizioni di vita sono relativamente meno dure
in campagna che in citt dove le possibilit di lavoro sono inesistenti data la distruzione o chiusura delle
industrie (soprattutto tessili). Per sostenere la guerra quindi si fa ricorso, visto il crollo del mercato del
lavoro, al lavoro forzato. Ci veniva finanziato con gli ostaggi che erano deportati o evacuati. Questo ci
che letteralmente si chiama terrorismo. Questo tipo di lavoro viene utilizzato a partire dallinizio del
conflitto. Gi dalle prime settimane di occupazione uomini, donne, bambini e anziani lavoravano affinch
venissero ripristinate ferrovie strade e le fortificazioni danneggiate. Tali pratiche erano contrarie alle
Convenzioni dellAia, secondo cui nessun civile poteva essere impiegato contro lo sforzo di guerra della
propria patria. E inoltre, per sopperire alla mancanza di manodopera, si fa appello a volontari per lavori nei
campi o per rimettere in attivit parte delle imprese. I civili, quindi, costituivano una parte attiva nella
guerra (si mobilitavano). Contro di questi pesava soprattutto: 1. Il blocco economico; 2. I bombardamenti
(ora effettuabili da centinaia di chilometri di distanza
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). Loccupazione livella a livello psicologico, sociale e d
economico le condizioni di vita. A livello psicologico perch vi era stress per colui che occupava,

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Come nel caso di Londra devastata nel 1915, Parigi distrutta nello stesso anno e Colonia bombardata nel 1918.
La prima guerra mondiale e la storia del Novecento


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paradossalmente, perch non aveva rapide possibilit per rifornirsi di armi e di cibo (tanto quanto gli
occupati) e inoltre era svantaggiato sula difesa (in quanto le retrovie erano lunghe); a livello sociale perch
non vi pi distinzione tra uomo e donna; a livello economico perch non vi pi distinzione tra il ricco e il
povero. Mettere gli uomini nellimpossibilit di combattere per trarne vantaggio il fine di ogni guerra, la
cattura dei prigionieri uso antico; per contro, dalla fine del XIX secolo con la totalizzazione della guerra
tramite lintegrazione dei civili alla sua violenza avviene mediante il ricorso ai campi. Linvenzione di tale
pratica si deve al generale spagnolo Weyler che ladotta durante la guerra ad oltranza condotta contro i
cubani (1986-1987). Costui coniuga sistematici saccheggi e distruzione di beni e di culture con ci che
chiama ri-concentrazione di civili, in seguito alla quale le morti se ne contano a migliaia. Si concentra, si
ammassa per sorvegliare e, se necessario, per uccidere. Ci avviene, preferibilmente, in luoghi chiusi. Da
qui il nome: campo di concentramento. Cos uomini, donne, anziani e bambini vengono coinvolti nella
guerra, rinchiusi e mischiati con i delinquenti. Il fenomeno concentrazionario non , per, la stessa cosa di
sistema concentrazionario. Nel primo caso, infatti, si tratta di azioni disordinate e spesso improvvisate; nel
secondo caso, invece, si tratta, appunto, levento in modo sistemico. Se si ammette che i soldati della IWW
sono in maggioranza civili in uniforme, eccetto gli ufficiali in carriera, si deduce che i campi siano composti
da civili (utilizzati come moneta di scambio), civili raggruppabili in due categorie: 1. Prigionieri militari; 2.
Civili. I prigionieri militari o militari/civili, sono soldati destinati a un retrovia il cui legame con il fronte ben
reso dallespressione inglese home front: la si svolge la loro vera vita. I civili vivendo nelle zone del conflitto
furono portati via e poi rinchiusi poich ci era stato giudicato necessario allo sforzo bellico del
catturatore. Nessuna convenzione internazionale aveva previsto linternato civile e ancora meno
deportato/internato/occupato costretto al lavoro forzato. Occorre quindi definire con precisione coloro
che, chiamati globalmente prigionieri civili, appartengono in realt a due insiemi diversi. Il primo gruppo
costituito da civili internati in paese nemico, passibili di mobilitazione (se di et compresa tra 18-45 anni). Il
fenomeno mondiale: vennero internati civili di nazioni nemiche non soltanto allinterno dei territori dei
belligeranti ma altres in tutte le colonie. I civili internati atti al reclutamento si possono definite prigionieri
militari. Ovvero il punto 1 preso in considerazione poche righe fa. La seconda categoria di civili prigionieri
quella di maggiore entit. Si tratta di tutti gli invasi/occupati sottoposti a diverse forme di alienazione e di
internamento. A seconda dei paesi migliaia di persone subiscono questo trattamento. Il CICR (Comitato
internazionale della Croce Rossa) valuta intoro a 100000 mila il numero di belgi e francesi deportati in
Germania cos come di tedeschi deportati in Russia. Il gruppo degli occupati/internati contiene ancora un
sottogruppo, quello dei rimpatriati, volontari o costretti, dalle zone invase, i quali, di nuovo nel loro paese,
si trovano lontani dalla loro zona dorigine e senza nessuna possibilit di contatto con la famiglia rimasta in
territorio occupato. La durata delloccupazione far scattare su tutti gli abitanti la trappola della reclusione.
Lesempio del fronte occidentale chiaro: La Germania ha bisogno di manodopera ma deve inoltre nutrire
la popolazioni dei popoli occupati. La deportazione e il lavoro forzato rispondevano a due imperativi: 1.
Recuperare manodopera; 2. Svuotare la citt dagli abitanti che non possono lavorare. Con gli ZAB (Zivil
Artbeiter Bataillonen), loccupante crea una nuova categoria di prigionieri civili che sono al contempo dei
lavoratori forzati. La loro uniforme ridotta alla sua pi semplice espressione, un bracciale rosso al braccio,
da cui deriva il nome brassards, ovvero il nome durante la guerra. I lavoratori forzati ritornavano spesso in
guerra: il loro lavoro era quello di scavare trincee o solidificarle, oppure veniva utilizzati come scudi umani
(anche da vivi!). Le potenze che durante la guerra, avevano pi prigionieri avevano unenorme potenziale:
in termini di produzione, di sfruttamento e di merce di scambio. Per i prigionieri erano anche psicologici,
oltre che fisici. Infatti, il prigioniero veniva inteso come un traditore o al massimo un vigliacco. Quindi nel
1914-18 essere privato della/dalla guerra voleva dire essere privato dellesistenza: lunico modo per vivere
per i soldati era morire. I prigionieri cado cos un uno stato di umore nero, che per alcuni si trasforma in
psicosi da reticolato: il rifiuto della prigionia che progressivamente genera una reale malattia psichica.
Questa violenza psicologia dallalto, per non far arrendere i prigionieri, facendoli sentire alienati dalla loro
vita, ha reso possibile, secondo Ferguson, evitare rese di massa. A costo di non diventare prigionieri i soldati
facevano di tutto per combattere e, nellevenienza, di morire. Per contro, quando i soldati preferirono la
prigionia fu perch erano consapevoli che il loro schieramento aveva perso la guerra (quindi non gli si
poteva ritorcergli contro). Levacuazione era inoltre utilizzata come strumento per non sfamare intere
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popolazioni. Paradossalmente, molte persone non volavano essere evacuate, cio preferivano essere
occupate, per paure di perde i loro averi. Questo il motivo per il quale difficile distinguere le
deportazioni dalle evacuazioni. Nei campi per garantire lefficienza si effettuavano punizioni pubbliche: in
modo tale da costituire un esempio. Cio si effettuavano vere e proprie rappresaglie dalle quali scaturivano
contro-rappresaglie (cio vi fu una resistenza interna). La rappresaglia consiste nel mandare i prigionieri al
fronte, per consolidare le trincee.

Crociata

Uno dei problemi della IWW quello del consenso. Notevole la sfasatura attribuita al conflitto da uomini
e donne, questo gap diminuisce nel caso del secondo conflitto mondiale, in quanto vi un unico obiettivo
comune: abbattere i fascismi. Il consenso, apparso non sempre continuo e assoluto, tanto quanto la
guerra, infatti vi sono stati numerosi casi di rifiuto, ma, questi ultimi erano inferiori rispetto ai primi e
soprattutto vincolati e schiacciati da una propaganda marginalista (ovvero una propaganda che faceva
percepire linutilit di chi non combatteva o peggio cadeva prigioniero dellavversario). I sentimenti che
hanno spinto il consenso sono: nazionalismo e civilt. Tutto allinterno di una logica manichea: chi non
con noi contro di noi. La partecipazione al conflitto fu improvvisa e inattesa, cos come fu rapido il
consenso per parteciparvi. Esempio il caso degli UK. Il 2 agosto 1914, in concomitanza con la
mobilitazione generale delle altre potenze di scendere in guerra, Londra scende in piazza per una
manifestazione pacifista. Due giorni dopo, entrano in guerra con il sostegno unanime della popolazione
compresi i cattolici irlandesi. Il cambiamento avvenne della scelta degli UK avvenne il 3 agosto, quando
seppero che limpero tedesco diede lultimatum al Belgio. Globalmente, successe la medesima cosa con
tutte le nazioni, fatta eccezione delle capitali dove cera fervore guerriero. Ci che mette insieme
belligeranti e civili la patria, si annullano gli individui per un unico grande corpo: la nazione. La nazione e
ci che la costituisce, ovvero lidentit culturale, predomina sugli interessi individuali. Lentrata in guerra
dellItalia, dieci mesi dopo, costituisce un esempio inverso. Tra lestate del 1914 e lestate del 1915 la
maggioranza della popolazione si era mantenuta neutrale. Lentrata in guerra del maggio 1915 rappresent
una frattura con lopinione pubblica. Questultima estranea da ci che permea nelle altre nazioni, ovvero
dal sentimento nazionale difensivo. Occorre aspettare lottobre del 1917, data in cui il territori invaso in
seguito della sconfitta di Caporetto
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, per cambiare lattitudine dei belligeranti e dei civili nei confronti della
guerra. Fra tutte le potenze europee impegnate nel conflitto, lInghilterra lunica a non disporre della leva,
almeno fino al 1916, anno in cui viene istaurata la coscrizione obbligatoria. Fino al 1916 lInghilterra
andata avanti grazie al volontariato (britannico, australiano e neozelandese
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). Nel mondo operaio, il
volontariato raggiunse meno del 30% delle adesioni, gli skilled workers erano in percentuale superiore agli
unskilled workers e ai lavoratori occasionali. La classe media era in proporzione superiore di ogni altro ceto.
Quindi il 40% dei belligeranti erano volontari provenienti dal ceto medio, il 30% volontari del ceto basso che
avevano un lavoro professionale o meno, oppure disoccupati; mentre il restate 30% erano militari. Spesso
gli uomini partono in gruppo senza spezzare quei legami di lavoro, di svago o di vicinato che li legavano. A
formari i Pals Bataillons erano, quindi, amici di una squadra di calcio, schoolmates, amici del quartiere,
gruppi di lavoratori, etc. Lesito di questo processo pu sembrare essere impostato dallalto mediante la
propaganda, invece, , per la maggior parte spontaneo. Da un lato esistita la propaganda che effettuava
una vera e propria violenza psicologica, con pubblicit come: Dad, what did you do in the Great War? cos
come i comizi organizzati per mobilitare la gente. Dallaltro esistito la spontaneit. Il volontariato,
ovviamente, fu minore laddove prevaleva la coscrizione generale. Gli scrittori, i pittori, la giovent delle
scuole fu particolarmente sensibile al volontariato di guerra. Soprattutto gli artisti davanguardia, come
i futuristi italiani. Il volontarismo riusc addirittura a rompere la barriera del sesso, soprattutto nel mondo
slavo dove le dove si offrivano per lottare. Rimane tuttavia difficile da spiegare come sia stato possibile il
passaggio dalla guerra immaginaria alla guerra reale, infatti numerosi furono i rifiuti, ma lago della bilancia,
nonostante ci, pendeva verso il consenso. Il processo di adesione, nonch il sentimento di nazione e di
civilt, si fortifica a partire dallinizio del 1915 quando, in ogni paese belligerante, vengono pubblicati i primi

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Oggi Kamno citt situata al nord-ovest della Slovenia.
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LAustralia e la Nuova Zelanda venivano chiamate allepoca Dominions.
La prima guerra mondiale e la storia del Novecento


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rapporti delle commissioni di inchiesta sulle atrocit commesse dai nemici. Nei quotidiani francesi
possibile leggere: Il saccheggio, lo stupro, lincendio e lomicidio sono pratica corrente tra i nostri nemici. I
contenuti dei quotidiani fu in seguito riprodotto su pellicola, lo shock fu notevole. La cultura era ormai
invasata di odio, e si rivolgeva anche sullodore del nemico. La sua espressione pi compiuta data dagli
studi del dottor Brillon il quale, nel 1915, pubblic un opuscolo sulla Bromidrose ftide de la race
allemande. Lautore affermava che la malignit dei tedeschi venisse espressa dalla loro puzza e
dallabbondante defecazione. A partire dal 1916, dopo le battaglie della Somme e di Verdun, si notano i
primi segni di logorio del consenso, talvolta invece di rinascita di questo. Il successo riscosso presso la
societ britannica da un film come La battaglia della Somme rappresenta uninteressante riscontro di quale
tipo di cambiamento sia in atto: lassalto del 1 luglio del 1916 era stato filmato da molti operatori. Questi
non avevano potuto filmare il combattimento vero e proprio, di conseguenza le immagini di assalto erano
state tutte ricostruite artificialmente; per contro si era potuto firmare a lungo il ritorno dei feriti. Quelle
immagini furono presentata al pubblico britannico in autunno riscuotendo un enorme successo: 19 milioni
di persone videro la pellicola nelle prime 6 settimane di proiezione. In Russia, invece, a partire dal 1917
lesercito si disgrega secondo un processo che comprende: 1. Il rifiuto di combattere; 2. La fraternizzazione
con i nemici; 3. La resa; 4. La diserzione di massa. Ci non avvenne per nel fronte occidentale. Qui, infatti,
nonostante la sofferenza resisteva il sentimento di dovere. A tuttoggi, la possibilit di tutto ci ancora
attribuita alla propaganda, soprattutto nella produzione e nel consumo (quindi nella compra-vendita) di
oggetti di propaganda. Questo oggetto renderebbe ancora pi debole la teoria che il consenso si sia
formato tramite la propaganda, e quindi dallalto. Infatti, la compra-vendita di questi oggetti viene svolto in
modo libero e dal basso. Quindi la propaganda fu tanto orizzontale quanto verticale. Tutti parteciparono
alla propaganda: scrittori, artisti, poeti, professori e sacerdoti. Nemmeno gli infanti furono avulsi dalla
propaganda. Infatti si crearono delle rappresentazioni destinate al mondo infantile in modo tale da creare
degli adulti che comprendono che dal male pu scaturire il bene. Questo modo di vedere britannico
opposto agli altri paesi belligeranti. La guerra avrebbe creato degli adulti migliori liberati dallobbligo di fare
la guerra. Al di fuori della famiglia, della scuola e della Chiesa, si proposero di fare entrare i bambini nel
cuore del conflitto. Tale costruzione permette di parlare di una mobilitazione dellinfanzia. Tale
intenzione mostra, in realt, la tensione creatasi tra le societ belligeranti. I bambini, soprattutto quelli
francesi, si sono costruiti una visione coerente della guerra. Uno degli aspetti di questi la risposta alla
guerra, caratterizzata dallorganizzazione di resistenza (a Sedan) infantili (let di questi gruppi di 10-12
anni). Il conflitto in questo modo, essendo trasversale, diventa totale: nelle persone e nei valori. Il valore
propulsore, paradossalmente, la fede
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. Infatti, funzioni religiose, amuleti, preghiere, lasciano intravedere
un religione di guerra. Per tutti i popoli belligeranti la reazione la medesima: Dio con noi. Credere in
Dio spesso indissociabile dal credere nella propria patria. I popoli che si affrontano quindi si considerano
dei popoli eletti. La guerra santa perch grande. A seconda delle varie appartenenze spirituali, essa si
declina in Imitatio Christi. Tutti i belligeranti sono convinti dellassoluta verit della propria causa. Ovunque
la partecipazione alla guerra percepita come una lotta bene-male. Quindi, chi partecipa alla guerra
diventa un essere moralmente superiore: egli fa parte dello schieramento dellumanit contro linumanit.
Limpossibilit di riconoscere nel nemico, considerato responsabile delle atrocit, un cristiano spiega
lincomprensione dei belligeranti nei confronti del papa. Eletto nel settembre del 1914 papa Benedetto XV
ebbe come scopo quello di tentare di ristabilire la pace esortando a pi riprese i popoli. La sua aspirazione
alla neutralit fu percepita come mancanza di coraggio politico. Lodio un elemento costitutivo della
crociata ma il papa non ha la possibilit di governarla perch i suoi figli si trovano sia da un lato che da un
altro. Lespressione sensibile della sacralit della guerra viene espressa su tutti i fronti con le tombe, in
modo tale da lottare contro linvisibilit della morte. Sulle tombe vennero poste croci di legno. Cos le croci
diventarono il simbolo della morte e della Grande guerra. Nelle nazioni a prevalenza cristiane, non poteva
essere altrimenti, in quanto sacrificio e resurrezione coincideva con tale intenzione. La memoria al centro
del sacrificio cristiano come recita il Nuovo testamento: Fate questo in memoria di me (I Cor. 11, 24-25).
Per i cristiani non solo i vivi imitavano ma anche i morti, in quanto questi imitano il sacrificio per la salvezza

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Sembra che ci siano riferimenti allEtica protestante e lo spirito del capitalismo di Weber.
Dario Cositore
universale. In tutti i casi la morte legata allidea della resurrezione che avverr in virt della santit della
stessa guerra. Tra il 1914 e il 1918, quel sacrificio spirituale vissuto come il supremo atto religioso, il dono
a Dio, per sua imitazione. Il miracolo operato dai combattenti consiste nel fare dei soldati Cristo e di Cristo
un soldato. La guerra segna linizio e la fine di un percorso spirituale. I convertiti del periodo 1905-13
diventavano a loro volta artefici di altre conversioni. I militanti sono convinti che nella sofferenza si
riconosce Dio. La guerra ha suscitato due atteggiamenti religiosi: per un verso la guerra percepita come
un castigo per i peccati compiuti, dallaltro fa nascere un immenso bisogno di consolazione. Il moltiplicarsi
delle devozioni non esclude le pratiche di superstizione. Preghiere, medaglie, santini e libri (per i
protestanti la Bibbia era lamuleto prediletto) accompagnano la vita dei soldati per loro stessa richiesta.
Addirittura su cuciono nelle fodere dei vestiti le immagini dei santi e portano rosari al collo. La religione
veniva utilizzata, e i sacerdoti lo sapevano, come assicurazione abbastanza ampia per la guerra totale.
Quindi allaumentare dei pericoli per la famiglia, per la patria, per se stessi, aumenta la superstizione,
aumenta la necessit di protezione. La cultura di guerra stata anche costruttrice dallinterno, di ci che
distruggeva allesterno. Quindi alcune convenzioni venivano rispettate: Convenzione di Ginevra (1864),
Negoziazione dellAia (1899 e 1907) soprattutto per i feriti e i prigionieri di guerra. Il civilizzare la guerra fu
un compito del CICR (Comitato internazionale della Croce rossa). Non sempre stato lineare ne ovvio il loro
intervento. Il CICR spesso non ha potuto svolgere alcune mansioni per poterne svolgere delle altre, in altre
parole giungeva a compromessi con le nazioni per poter svolgere il suo operato. Il compromesso era: Io ti
lascio lavorare e tu non denunci quello che vedi. Il primo impegno umanitario era rendere possibile la
comunicazione tra le vittime della guerra, prigionieri militari o civili, e le loro famiglie. Ma durante il
conflitto si giunge ad un capovolgimento: sono le famiglie che vanno verso i loro cari. Ora visto che essere
prigionieri, significava essere disertori nasceva il paradosso: farsi curare per poi farsi giustiziare oppure non
farsi curare per rischiare la vita. Dietro tutto ci vi sono gli intellettuali, cio sono loro che orchestrano a
livello ideologico la guerra. In unanalisi di Freud si pone laccento sul narcisismo, cio la guerra come un
fenomeno di narcisismo, ovvero percepire le differenze altrui cos da spingermi a percepire le mie. Infatti
mostra Freud che le differenze sono minori rispetto a quelle che invece sono le somiglianze, ma proprio
sulle sottigliezze che viene a crearsi il mito, il sentimento di nazione e civilt. Le sottigliezze sono tali per se
viste dallesterno, in quanto: non sappiamo allinterno quanto sia grande o cosa rappresenti questa
sottigliezza. I membri dellEcole di Chartres sono un esempio interessante di come gli intellettuali hanno
contribuito al nazionalismo: Dalla Chanson di Roland a Giovanna dArco, le leggende del loro paese
venivano manifestate con orgoglio per essere difese. Questo processo ha portato alla nazionalizzazione
della verit, cio il vero solo ci che la propria nazione in quanto civile. Da qui il passaggio al mito della
superiorit della razza semplice. Cos viene a denigrarsi il ruolo di una razza inferiore, quella tedesca e un
cultura altrettanto inferiore, quella di questultimi definita, appunto, Kultur. In questo caso il manicheismo
logico formulato in questo modo: universalismo francese contro particolarismo tedesco. Civilt contro
barbarie. La risposta della Germania fu di accusare la Francia di utilizzare truppe di colore, il che non era
escluse nelle lotte tra genti civilizzate, ma solo a patto che venissero disciplinati e controllati. Infatti i campi
di prigionieri non europei e russi vengono utilizzati dai tedeschi come propaganda razziale. Vengono
scattate foto e ritoccate al fine di mostrare la loro inferiorit e ferinit. La Francia non pu e non vuole
smentire tale propaganda in quanto anchessa ritiene che le genti di colore siano antropofaghe e tagliatori
di teste. La guerra , quindi, tra due razze: francese e tedesca. La distinzione e deve essere biologica
perch la razza e un tuttuno con la nazione. Ci porta al risorgere della teoria della telegonia, fomentando
cos gli stupri. Il fine della guerra sin dallinizio era la vittoria ad ogni costo si sostitu con quello di costruire
un mondo nuovo dove la guerra era assente, e ci era possibile, per i francesi, se i tedeschi lo erano.
Lescatologia quindi, ancora una volta di matrice cristiana, aveva preso il sopravvento. La guerra finisce l11
novembre 1918, solo sul fronte occidentale. Fino allinizio degli anni Venti londa durto della guerra genera
altri conflitti periferici: la guerra nel Baltico, quella russo-polacca, e quella greco-turca del 1919-22.
Larmistizio, in ogni caso, non ferma la cultura di guerra. Il rientro degli uomini, infatti, lento e
discontinuo, e non sempre facile il ricongiungimento al luogo dorigine. Si creavano, infatti, traumi dovuti
alla rottura dei rapporti con i commilitoni e il senso di colpa per essere sopravvissuto. Avevano un vero e
proprio breakdown psicologico. Al ritorno dei soldati corrisponde, poi, quello dei civili: deportati, evacuati o
rifugiati. Una volta terminata la guerra le citt non furono ricostruite ma ricostituite. Inoltre laccettazione
della sconfitta o della vittoria, avveniva in maniera differente. La Germania rifiuta la sconfitta, infatti
La prima guerra mondiale e la storia del Novecento


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nemmeno la si studiava nelle scuole. Non viene interiorizzata ne rappresentata. I soldati tedeschi, al loro
ritorno, sono accolti come vincitori sia dai civili che dalle autorit, ci che vediamo festa. La sconfitta
viene cos occultata. Per quanto riguarda i vincitori, paradossalmente, ha avuto una reazione opposta a
quella dei tedeschi. In una prima fase c la delusione, appena terminato il conflitto; in una seconda fase
(1924-25) troviamo una presa di coscienza di ci che successo ma in modo ancora lacerato; ed infine
abbiamo il terzo stadio tra gli anni Venti e Trenta dove, con uninversione radicale rispetto alla guerra, cera
il rifiuto del coraggio come pi alta forma di coraggio. Cos la Francia passo dal consenso al rifiuto.

Lutto

Le vecchie analisi storiografiche si sono concentrate soltanto sugli aspetti quantitativi mentre qui ci si
concentra sul dolore e sulla sofferenza. Questa sofferenza viene manifestata non solo dai comportamenti
ma anche, e soprattutto dal linguaggio. Infatti, la sofferenza psichica, elevata nel 1914-18 cos come nel
dopoguerra, rimasta muta. Cio rimasta senza parole. Durante la guerra infatti non vi sono innovazioni
semantiche, eccetto una: vedove bianche (le fidanzate di coloro che erano stati uccisi). Ma le altre relazioni
con i morti (padre, madre, figlio, cognato, etc.) non hanno un termine, quindi non vengono menzionate,
restano mute. Linglese ha, non nelle relazioni ma in generale, una maggiore peculiarit linguistica per
oggettivare il dolore: 1. Bereavement (constatazione oggettiva della perdita); 2. Grief (sofferenza psichica);
3. Mourning (lutto). Il tedesco ha il concetto di perdita (Verlust), per il resto anche le altre lingue hanno solo
la parola lutto in comune (ma certamente hanno in comune la perdita e la sofferenza psichica ma non
possono esprimerla). I grandi traumi si accompagnano sempre ad un grande silenzio. Il modo, silenzioso, di
rendere visibile e parlante la morte era costituita invece dai monumenti. Questo per dopo il conflitto, e
non durante perch secondo lantropologo Gorer al crescere del lutto diminuisce la sua manifestazione (in
proporzione). Freud, in Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte, afferma: Sopportare la vita il
primo dovere di ogni viventeanzich dire se vuoi conservare la pace preparati alla guerra dovremmo dire
se vuoi sopportare la vita preparati alla morte. Secondo il sociologo Halbwachs, vi sono due livelli di lutto,
quello individuale e quello sociale. Quindi si deve parlare di memoria e oblio individuale e memoria e oblio
collettivi. La presenza collettiva dei morti si impone mediante varie rappresentazioni, dalle parate ai
monumenti, a livello sociale; e nella famiglia o nel villaggio, a livello individuale. Questa non lunica cosa
comune tra vincitori e vinti, questi in comune ancora hanno: i luoghi della memoria (in quanto sono eretti
nel luoghi di battaglia, nei luoghi di morte e nelle rispettive nazioni). In Francia, luso di conservare un
pugno di terra di Verdun illustra come il lutto spinga ad appropriarsi dello spazio. Per la generazione
perduta stato creato un insieme tragico (cos come affermava Aristotele nella sua Poetica): 1. Unit di
tempo (11 novembre
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); 2. Unit di luogo (i monumenti ai caduti); 3. Unit dazione (cerimonie
commemorative). A seconda del paese l11 novembre diventa o no un giorno festivo, in ogni caso diventa
un momento di raccoglimento. I due minuti di silenzio nel regno unito furono limmagine pi vistosa. Gli
elementi della liturgia, infatti questunione fa sorge una religione civile, possono completarsi di fuochi
dartificio, feste e competizioni sportive. Quindi non vi pi distinzione tra la religiosit e la sacralit dei
monumenti, sia essi laici o meno. In base a come sono nominati i monumenti possibile capire come quella
cultura lo rappresenta. Il Francia si chiamano monument aux morts mentre in Gran Bretagna war memorial.
Nel primo caso si ha unaccezione particolare della guerra, il suo effetto. Nel secondo caso unaccezione
generale, che ingloba tutto. Per quanto riguarda la Francia essa ha rifiutato, a differenza di altre nazioni,
luso utilitaristico della commemorazione sotto forma di borse di studio, edificazione di stadi, biblioteche,
etc., qui inoltre solo i morti hanno diritto alliscrizione del proprio nome sui monumenti e quindi al
riconoscimento del loro eroismo. Invece, dove era presenta la tradizione del volontariato, in Gran Bretagna,
Australia e Nuova Zelanda, si possono leggere, sui monumenti, i nomi di tutti coloro che si arruolarono, non
importa se tronati vivi o morti. Il 25, anniversario dello sbarco delle truppe a Gallipoli, il giorno consacrato
ai morti e alle commemorazioni e lo si chiama lAnzac day (per la memoria dei Diggers). Le statue dei
soldati si moltiplicano, in tutte le nazioni belligeranti. Essi assumono pose da valorosi in modo tale da

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La guerra inizia il 28 luglio 1914 e termina l11 novembre 1918.
Dario Cositore
rappresentare leroismo, anche quando hanno perduto la guerra. Armi e uniformi vengono rappresentate
con precisione di particolari. In Francia, in Italia e in Germania i monumenti esaltano i combattenti e i civili
delle retrovie, senza i quali sarebbe stato impossibile, materialmente e psicologicamente, reggere la guerra.
I luoghi della morte vengono trasformati in luoghi commemorativi grazie ai cimiteri militari. Lapparente
uniformit dei cimiteri militari dissimula una prima differenza: steli chiari per i morti vincitori e steli scure
per i morti sconfitti. Venne, inoltre, imposto ai vinti di seppellire i proprio morti in massa. Tutti gli ex
belligeranti voglio ossessivamente identificare le proprie tombe. Gli uni tendo a raggrupparle, come gli
americani, i quali vollero compensare con grandi cimiteri il loro ritardo nel conflitto e il loro esiguo numero
di perdite. Gli altri, invece, le disperdono e i loro morti sono ovunque. LImperial War Graves Commission
scelse di non rimpatriare oltre 1 milione di morti, dando loro sepoltura il pi vicino possibile al posto dove
sono caduti, inoltre, i britannici furono gli unici a non scegliere la croce come segno individuale di sepoltura
e a lasciare uno spazio sotto le lapidi per le dediche (in modo tale da essere presenti in un altro modo
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). I
cimiteri per rendevi uguali a quella della madre patria vennero britannizati (erba verde, fiori e piante
australiane e neozelandesi). A differenza dei britannici, i francesi e gli americano vollero che i corpi fossero
rimpatriati. Inoltre, tutti gli ex belligeranti hanno poi istituito delle giornate nazionali per il ricordo con
cenotafi
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temporanei (14 e 19 luglio 1919 a Parigi e Londra) e cenotafi definitivi (le tombe al Milite ignoto).
I funerali di Stato di un combattente di cui ignota lidentit sono celebrati da tutti gli ex belligeranti. Tale
culto per il milite ignoto rappresenta lassunzione da parte della memoria dei posteri della brutalizzazione
della guerra. A partire dall11 novembre del 1920, il rito diventa internazionale. Nel 1921 sar la volta di
Washington, di Roma e di Bruxelles. Solo in due casi non vi furono tali celebrazioni: nella Repubblica di
Weimar e la Russia bolscevica (quindi lURSS). Anche civili di territori occupati, deportati e prigionieri di
guerra non sono stati ricordati, perch durante il conflitto si trovavano sul piano geografico e simbolico
fuori del territorio nazionale. La infatti era: difendere il territorio sacro della nazione. Lo storico Winter ha
introdotto la nozione di comunit di lutto per cogliere il lutto di massa nel momento di uscita dalla guerra.
Tutte le strutture sociali presero il lutto per tutti i loro caduti: imprese, amministrazioni, scuole, facolt e
circoli sportivi. In Francia le associazioni di ex combattenti accoglievano anche chi era stato colpito dal lutto.
Il dolore chi aveva patito il lutto venne cos assunto dalla costituzione di strutture di sociabilit destinate ad
aiutare i sopravvissuti. La comunit di lutto costituita dalla cerchia del lutto. Questultima sono i morti
direttamente relazionati alle famiglie mentre, la comunit il modo indiretto di influire il lutto nella
societ. Nella cerchia del lutto gli stessi soldati sopravvissuti provvedevano alla inumazione dei compagni e
di fare visita alle tombe. La nozione di cerchia di lutto, quindi, non vuole stabilire una cerchia di dolore i
funzione di una scala di prossimit tra i morti. Cerca, invece, di precisare, attorno agli scomparsi, le
sfumature inerenti ai traumi che hanno sconvolto gli universi affettivi. Da ci nasce la domanda: Oltre ai
morti quanti quante persone hanno subito la perdita dei loro cari? Le vedove sono state circa il 30%
durante tutto il conflitto questo porta al numero di 3 milioni di vedove. Gli orfani totali sono circa 3 milioni.
I parenti in lutto solo in Francia raggiunsero il numero di 2,5 milioni. A questo conto mancano i nonni, le
nonne, i fratelli, le sorelle, zii, nipoti, cugini, generi , cognati, amici e amiche. Quindi, considerando la
comunit di lutto, per quanto riguarda il caso francese stata coinvolta quasi lintera societ. Le societ pi
danneggiate furono (in ordine): Francia, Germania, Austria-Ungheria, Gran Bretagna, Italia e Russia. La
sofferenza della guerra, il suo contenuto, stato anche costituito dallinversione naturale della morte (cio
morivano prima i giovani e poi gli anziani). Un trauma se si pensa che la vita in quel periodo si era allungata
rispetto al passato. Da studi psichiatrici americani ci si rende conto ancora di pi della gravit della
situazione. Infatti, questi affermano che il dolore pi acuto a livello psichico la perdita di un figlio, seguito
dalla perdita dei genitori. Solo i francesi, poi, dopo le richieste riuscirono ad avere i corpi, ma non gli
americani. La mancanza di notizie precise sulla sorte dei propri congiunti un altro segno distintivo del
conflitto. Le condizioni dello scontro moltiplicarono il numero degli scomparsi che dei non identificabili: gli
uni e gli altri rappresentarono in Francia un morto su due. E dunque i parenti non poterono neppure
disporre di una tomba su cui trovarsi in raccoglimento, ma soltanto ossari e il cenotafio del Milite ignoto,
questo il motivo per il quale ha avuto ed ha importanza il Milite ignoto. La simbolizzazione del morto
fondamentale. La metonimia, ovvero lo spostamento di significato dal contenuto al contenente

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Infatti per un famiglia australiana era poco probabile la visita in Europa per salutare il parente caduto.
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Dal greco tomba vuota.
La prima guerra mondiale e la storia del Novecento


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indispensabile al lutto: si sposta il significato dal cadavere al sepolcro. La grande attivit di
commemorazione degli anni Venti e Trenta pu essere considerato come lespediente trovato dai
contemporanei per vivere collettivamente il lutto alleggerendone il peso. Spesso di dimentica, per, che il
lutto stato vissuto in maniera solitaria. Finito il periodo delle lettere chi colpito dal lutto rimane solo.
Solitudine forzata, ma talvolta solitudine volontaria. Chi stato colpito dal lutto spesso vuole rimanere solo
e si rifiuta di partecipare alle grandi celebrazioni commemorative. E dubbia, in ogni caso, lefficacia della
commemorazione nei confronti del lutto individuale. Spesso le stesse famiglie eroicizzavano i propri figli o
parenti morti, costruendo un altare oppure mettendo una foto in bella mostra. Ci aumenta, invece che
diminuire, il peso del lutto. Infatti s lamato viene idealizzato si ritarda o si annulla la possibilit di superare
levento traumatico. Quindi il culto rende difficile o impossibile il distacco dal dolore da parte dei
sopravvissuti. Difficolt che cresce se si considera linterdizione al lutto, cio: avvisare di stare per morire e,
se ci accadesse, di non addolorarsi in quanto si sta per morire, o si muore per una giusta causa: la patria.
Dal 1919 al 1930 molto fu mostrato e detto sulla guerra. Ma i contemporanei hanno visto ci che
raccontano? (problema risulto allinizio del testo), e inoltre, nella ricostruzione storica delle varie nazioni
come viene rappresentata la giustizia? Ciascuno intende la giustizia secondo il metro delle proprie ferite di
guerra. Lampanti erano dunque le contraddizioni tra la volont di ristabilire il diritto e la giustizia, il
desiderio di punire e la realt del mondo postbellico. N morti, n le loro famiglie sembrano costituire la
vera posta in gioco: ci che importa la loro strumentalizzazione. Quindi alla domanda, o meglio tesi, posta
allinizio, ovvero se la guerra totale sia la matrice dei totalitarismi, si da una risposta affermativa. In quanto
la violenza politica, nonch la strumentalizzazione, rappresentarono le precondizioni per una nuova guerra
ed un nuovo regime.

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