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Sinistra storica

Il discorso del trasformismo è trattato anche nel" Il Gattopardo", romanzo di Giuseppe Tomasi di
Lampedusa ambientato nel Risorgimento italiano, uno dei personaggi, un nobile, dice a un altro
"se vogliamo che tutto resti com'è, bisogna che tutto cambi". Sta esortando il suo interlocutore a
"saltare sul carro del vincitore". In questo momento in cui si attua un percorso politico non
arrestabile conviene seguirlo e supportare. Si verifica poi un cambiamento significativo nel campo
dell'Istruzione. Una delle prime leggi su tale argomento risale al 1859 ed era stata emanata dalla
destra storica, la legge Casati durante il Regno di Sardegna. Questa legge prevedeva una sorta di
obbligo scolastico per i primi due anni di elementari, però non c'erano sanzioni se tale obbligo non
veniva rispettato. Le scuole elementari devono essere costruite per comuni, spesso c'erano
problemi di soldi e di numeri (soprattutto nelle campagne). Nel 1877 la sinistra emana la legge
Coppino al fine di combattere l'analfabetismo. Questa legge ribadiva i due anni obbligatori di
scuola elementare e prevedeva maggior controllo nel rispetto di tale obbligo. La sinistra storica
compie un cambiamento sull'economia che passa da una forma di liberismo a una di
protezionismo al fine di sostenere l'industrializzazione. Si verifica poi l'inizio dello sviluppo
dell'industria siderurgica.
Infatti nel 1884 c'è la nascita della acciaieria di Terni. Inoltre c'è un cambiamento nelle alleanze
internazionali infatti nel 1882 l'Italia aderisce alla triplice alleanza con la Germania e l'Austria.
Lo scopo di tale alleanza è difensivo, allearsi con la Francia non era conveniente perché il regime
politico francese non era stabile come lo erano invece le monarchie tedesca e austriaca. Nel 1887
muore Depretis e sale al potere Francesco Crispi che ha un pensiero di politica accentratrice e
autoritaria. Una delle sue figure di riferimento era Bismarck. Con lui c'è uno slancio verso una
modernizzazione del paese. La sinistra in questo caso non è progressista è espressioni degli
interessi particolari: latifondisti e industriali. Crispi era un siciliano ed era un seguace di Mazzini e
Garibaldi. Lui non era mai stato d'accordo con il modo in cui l'Italia fu unificata, prima prende una
posizione anti Sabaudia poi invece divenne un sostenitore dei Savoia (prima era un repubblicano e
poi diventò un monarchico, infatti era un trasformista). Nel 1874 prende le dimissioni da ministro
per l’accusa di bigamia perché si era sposato due donne. Possiamo vedere che Crispi era
autoritario in:

Politica interna
● lui sostiene il blocco dei latifondisti e degli industriali
● Dura repressione di ogni movimento di protesta infatti in questo periodo si diffonde il movimento
socialista degli operai e quello dei fasci siciliani che chiedevano la riforma agraria, anche i cattolici
erano organizzati in gruppi=> leghe bianche, volevano garantire assistenza alle fasce più povere.
Crispi manda l'esercito per reprimere tali movimenti
● Esalta e rafforza il potere esecutivo e mette in secondo piano il Parlamento.
In questo momento si affronta anche il problema che il potere giudiziario fosse subordinato al
governo e non indipendente.
Rafforza il ruolo dei Prefetti per avere una maggiore presa a livello locale. Nel 1878, morto Vittorio
Emanuele II, divenne re Umberto l e questo appoggia l'aspetto autoritario di Crispi (approccio
autoritario da parte di entrambi).

Nella politica estera


Si fa promotore di una politica nazionalista, vuole che il ruolo dell' Italia sia riconosciuto, ha
ambizioni coloniali. Voleva colonizzare la Tunisia, ma la Francia è stata più rapida. Crispi si
concentra sulla zona del Corno d'Africa. Già Depretis aveva iniziato la colonizzazione dell'Eritrea.
Crispi si scontra con l'Etiopia che a sua volta voleva l'Eritrea quindi nasce uno scontro tra Etiopia e
l'Italia, quest'ultima viene sconfitto nella battaglia di Adua nel 1896. Questa è anche la fine della
figura di Crispi che si dimette.
Questa sconfitta fu un'umiliazione all'epoca: un paese europeo era stato sconfitto da un africano

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