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Paniere risposte aperte storia

contemporanea
Storia Contemporanea
Università telematica e-Campus
21 pag.

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Risposte aperte paniere storia contemporanea
152. Che cosa fu la “Rivoluzione Parlamentare” e quando avvenne?

Tale rivoluzione rappresentò e segnò il passaggio di governo dalla Destra storica alla Sinistra storica che
avvenne il 18 marzo 1876, quando il governo di Destra Minghetti fu battuto alla Camera su un progetto di
statalizzazione delle ferrovie. In quella occasione, una buona parte della Destra stessa non appoggiò il
Presidente del Consiglio Minghetti, facendo così cadere il governo. Il Re Vittorio Emanuele II anziché
affidare l’incarico a un altro esponente della destra, affidò al capo dell’opposizione, Agostino
Depretis,l’incarico di presiedere il governo.

153. Che cos’era il “Programma Stradella”? Cosa stabiliva nei suoi punti principali?

Era il programma presentato e letto da Agostino Depretis, leader della Sinistra storica, nella città di
Stradella dopo il crollo della destra. I punti principali stabiliti erano: abolizione della tassa sul macinato (che
era stata introdotta nel 1868 con un conseguente aumento del prezzo del pane scatenando così proteste
popolari), innalzamento dell’istruzione elementare obbligatoria e gratuita sino alla seconda elementare,
allargamento del suffragio (diritto di voto ai maschi che sapevano scrivere e leggere). Decentramento
amministrativo e riforma del fisco e della magistratura e infine tassa doganale e abbandono del libero
scambio per controllare concorrenza straniera.

154. Quale dinamica di relazione fra il parlamento, il governo e il re, si affermò nel Regno d’Italia dopo
l’unificazione?

Il 17 marzo 1861, con l’unificazione del Regno d’Italia, entrò in vigore come carta fondamentale lo Statuto
Albertino (1861-1946) il quale prevedeva la centralità del Re e la divisione dei poteri. Si passò così da
Monarchia assoluta a Monarchia costituzionale. Tali poteri, seppur affidati ad organi diversi, dovevano
dipendere dal Re, al quale era affidato un ruolo centrale. Il potere legislativo era competenza del sovrano e
del Parlamento (che era bicamerale); il potere esecutivo era attribuito al Re il quale nominava e/o revocava
i ministri; il potere giudiziario veniva esercitato dalla magistratura, a sua volta nominata dal Re. La prima
classe dirigente del Parlamento italiano fu la cosiddetta “Destra Storica”, un gruppo di orientamento
liberale moderato che si riconosceva nelle sue direttrici principali, nella politica di Camillo Benso Conte di
Cavour. In opposizione vi era la “Sinistra Storica” di orientamento democratico che trovava le sue matrici
politiche in Mazzini e nell’azionismo diretto di tipo garibaldino. La Destra storica al governo, era un gruppo
omogeneo formato da membri appartenenti all’aristocrazia dei grandi proprietari terrieri e dalla grande
borghesia. Tale formazione politica portò avanti l’eredità di Cavour, realizzando una politica basata sullo
scrupoloso rispetto delle libertà costituzionali, sull’accentramento ed unificazione amministrativa e
legislativa del paese, sull’economia di tipo liberista e su un approccio laico nei rapporti tra Stato e Chiesa.

155. Quale modello di sviluppo economico per l’Italia fu definito dai governi della Sinistra Storica? E quali
furono le misure e i provvedimenti che la Sinistra Storica scelse di adottare per concretizzare tale modello?

Sotto il governo della Sinistra Storica fu considerevolmente ridotta la Tassa sul macinato, arrivando, nel
1884, ad essere completamente abolita. Allo stesso tempo, però, ci fu un aumento della spesa pubblica per
coprire le ingenti spese militari. Queste azioni favorirono il processo di industrializzazione, ma crearono un
danno nel bilancio dello Stato. In seguito ad una crisi agraria internazionale, anche l’Italia risentì gli effetti di
questa crisi. Per questo motivo, si affermò una linea di sostegno dello Stato all’industria attraverso
l’introduzione di due tariffe protezionistiche (1878-1887). La tariffa del 1887 metteva al riparo dalla
concorrenza straniera i settori più importanti dell’industria nazionale, colpendo le merci importate con
pesanti dazi. Questa tariffa ebbe anche delle conseguenze negative, infatti non proteggeva allo stesso
modo tutti i settori produttivi e aggravò ulteriormente il divario tra Nord e Sud.

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156. Che cosa fu il fenomeno del “trasformismo”?

Si tratta di una nuova pratica parlamentare introdotta da Agostino Depretis, secondo la quale si auspicava
che gli esponenti più progressisti della Destra entrassero nell’orbita della sinistra. Il sistema politico italiano
perdeva così il carattere bipartitico, finendo per gravitare intorno ad un grande centro dal quale erano
escluse le ali estreme.

157. Quali atti e fatti concretizzarono in Italia la svolta protezionistica e l’avvio del processo di
industrializzazione?

La svolta protezionistica e l’avvio del processo di industrializzazione in Italia furono portate avanti dal
governo della “Sinistra Storica” di Depretis che dovette far fronte alla crisi agricola che volle mitigare
abolendo innanzitutto la tassa sul macinato. In quegli anni, la notevole crescita della produzione cerealicola
americana aveva infatti portato in Italia un notevole aumento delle importazioni di grano a prezzi molto
contenuti e il sistema liberista inaugurato da Cavour capitolò nel luglio 1887 in seguito all'approvazione in
parlamento della nuova tariffa doganale. La misura protezionista di Depretis, che fu presentata come
misura di adeguamento al clima di concorrenza internazionale, provocò come effetto un aumento del
processo di industrializzazione al Nord, in particolar modo dei settori tessile e siderurgico. Gli anni dei
governi Depretis furono infatti caratterizzati da un notevole incremento della rete viaria e ferroviaria,
passata dai 2.700 chilometri del 1861 ai 12.000 della fine degli anni '80. I vantaggi del Nord furono
considerevoli perché Depretis, di fronte alla crisi agricola, rinunciò a mediare fra la linea liberista e
“agricolturista”, gradita ai proprietari terrieri meridionali, e la linea di Destra più incline al processo di
industrializzazione, che risultò vincente. Già nel 1882,d'altronde, la riforma elettorale aveva aumentato il
peso politico degli elettori del nord Italia, sanzionando definitivamente il successo del settentrione nella
maggioranza di Depretis.

160. Quando e dove nacque la I Associazione Internazionale dei Lavoratori? Quali caratteristiche ebbe al
momento della sua costituzione? Quali erano le sue componenti? Chi rappresentò il nascente movimento
operaio italiano al Congresso di Fondazione della I Internazionale?

La I Associazione Internazionale dei Lavoratori (detta anche I internazionale) venne costituita il 28


settembre 1864 a Londra, diretta da un comitato composto da inglesi, francesi, tedeschi (tra i quali Marx),
polacchi e svizzeri. Alla base della sua costituzione vi fu un comune desiderio degli operai inglesi e francesi
di esprimere solidarietà agli insorti polacchi contro la Russia. L’Associazione riunì al suo interno diverse
componenti (riformista, mazziniana, marxista, anarchico-libertaria) rispondendo all’esigenza di stabilire un
legame internazionale tra i diversi gruppi politici di sinistra e tra le varie organizzazioni di lavoratori, in
particolar modo gli operai. Il 4 agosto 1872 ci fu il congresso costitutivo della Federazione italiana
dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori. La crescita del movimento in Italia fu opera soprattutto di
alcuni militanti anarchici come Andrea Costa (presidente della conferenza), Carlo Cafiero (segretario) ed
Errico Malatesta.

161. Chi era Bakunin? Quale era la prospettiva della sua proposta “politica”? Verso quali settori sociali
rivolgeva interesse e attenzione per l’attuazione del suo progetto?

Michail Bakunin era un anarchico rivoluzionario russo, che sosteneva forme di governo federative della
società basate su comunità di liberi produttori ispirate al democraticismo radicale e collettivismo anarchico
e libertario. La sua proposta politica mirava all’abbattimento dell’ordine esistente e la creazione di una
società collettivista e senza classi. Per fare ciò mirava sui ceti contadini e alle masse più sfruttate, in quanto
concepiti come forze protagoniste della rivoluzione come sorta di insurrezione degli esclusi e dei miseri,
rifiutando il loro inserimento nella politica, in quanto guidata dalle classi corrotte. Ogni forma di stato era
,per lui , oppressione di classe e la sua prospettiva consisteva nell’attività di una rete di società segrete che
attraverso complotti e lotte armate, avrebbe dovuto avviare il processo rivoluzionario.

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162. Quali interessi intercettava, in via prioritaria, la politica economica protezionistica avviata dalla Sinistra
Storica?

Il protezionismo, con la crisi economica in Europa ed i primi scioperi agricoli, si tradusse nell’intervento
diretto dello Stato nel settore economico. La Sinistra Storica approvò nel 1878 l’introduzione di tariffe
doganali a protezione delle industrie del Paese. In politica economica, Crispi adottò una politica di
protezionismo commerciale diretta a difendere i prodotti nazionali dalla concorrenza straniera.

163. Illustrare i principali punti delle Legge di unificazione amministrativa del 20 marzo 1865 introdotta in
Italia nella fase di Governo della Destra Storica.

La legge del Regno d'Italia unitario conosciuta come "legge per l'unificazione amministrativa del Regno
d'Italia", emanata il 20 marzo 1865 e promossa da Lanza e Ricasoli estese la normativa dello Stato Sabaudo
al neonato Regno d’Italia. Infatti vennero estesi tutti gli aspetti amministrativi già in atto nel Regno di
Sardegna riguardanti la suddivisione amministrativa in province e l’accorpamento di diversi piccoli comuni.
Venne raddoppiata la durata delle cariche dei deputati provinciali e degli assessori comunali ed inoltre fu
previsto l'incremento del numero degli amministratori dei comuni più grandi. La “Destra Storica”, che
realizzò l’unificazione amministrativa e legislativa del paese, mirava prima di tutto a salvaguardare da ogni
tipo di pericolo reazionario le neonate istituzioni unitarie. La Destra individuò una minaccia all’Unità appena
raggiunta proprio nel fenomeno del “brigantaggio” (1861- 1864/65) nel Meridione, che univa le
rivendicazioni legittimiste dei Borboni e di quanti volevano il loro ritorno, a quelle dei ceti più poveri e
soprattutto dei contadini meridionali che percepivano come i dominatori la nuova classe dirigente
piemontese.

164. Dopo il governo di Ferruccio Parri del 1945 quale governo si costituì? Chi lo presiedette? Quali partiti
ne fecero parte e lo appoggiarono? Quali furono i principali provvedimenti attuati da questo governo?

Dopo il governo di Parri, il 10 dicembre 1945 divenne presidente del Consiglio Alcide De Gasperi il quale
rimase a capo del governo fino al 1953. De Gasperi era il leader della Democrazia Cristiana, ma si reggeva
sul sostegno di tutte le forze che avevano fatto parte del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) quali
PSIU, PDA, PCI, PLI e la Democrazia del Lavoro. Tutte le riforme economiche di Parri vennero rinviate, ai
prefetti nominati dal CLN nel centro-nord subentrarono dei funzionari di carriera e anche i fenomeni di
epurazione vennero moderati. Il governo De Gasperi fissò anche nella data del 2 giugno 1946 il referendum
costituzionale attraverso il quale gli italiani, per la prima volta anche le donne, avrebbero deciso se
mantenere la Monarchia o dar vita alla Repubblica ed avrebbero eletto i rappresentati da inviare
all’Assemblea costituente per redigere la nuova carta costituzionale.

165. Che cosa fu il movimento di GL (Giustizia e Libertà)? Chi erano i principali animatori di questo
movimento?

Il movimento Giustizia e Libertà fu un movimento di opposizione al fascismo, fondato nel 1929 da Carlo
Rosselli ed Emilio Lussu. Giustizia e Libertà aveva come obiettivo quello di costituire un organismo di lotta
sul modello del Partito d’azione mazziniano, per concorrere con i comunisti sul piano dell’attività
clandestina e voleva proporsi come nuova formazione di raccordo fra socialisti, repubblicani e liberali
andando a ricomporre la frattura tra liberalismo e marxismo.

166. Che cosa erano le società di mutuo soccorso? Quando si diffusero in Italia? Chi ne promosse la
politicizzazione in senso democratico?

Le società di mutuo soccorso in Italia si diffusero intorno agli anni ‘70 dell’Ottocento ed era il solo tipo di
organizzazione operaia. Tali società interclassiste sorte più o meno alla metà del secolo, erano in parte
controllate dai mazziniani (che rifiutavano la lotta di classe) ed in parte erano gestite da esponenti
moderati. Esse erano state concepite come strumento di educazione politica del popolo, con scopi di

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mutuo aiuto e solidarietà fra lavoratori, che rigettavano la lotta di classe ed escludevano quindi il ricorso
allo sciopero (ritenuto uno strumento dannoso).

167. Che cosa fu la Concentrazione d’Azione Antifascista? Quando si costituì? Chi la costituì?

La Concentrazione d’Azione Antifascista è un’organizzazione politica nata in Francia nel 1927 dagli
esponenti di vari partiti italiani emigrati all’estero allo scopo di combattere il fascismo. Essa comprendeva i
due partiti socialisti (quello riformista e quello massimalista), il partito repubblicano e anche la
confederazione generale del lavoro. La Concentrazione Antifascista fu sciolta nel 1934.

168. Illustrare quali intenti guidarono l’azione della Destra Storica, la I classe dirigente dell’Italia Unita,
nell’opera di unificazione dei Codici civili, penali e di commercio del Regno d’Italia? Venne realizzata
l’unificazione di tutti i codici o rimase qualche discrepanza?

L’intento era l’unificazione amministrativa e legislativa dello Stato, per cui venne esteso al territorio
l’ordinamento dell’ex regno di Sardegna, con l’entrata in vigore di un unico Codice civile, commerciale e
della marina mercantile per sancire il diritto di proprietà e per la tutela di individuo e famiglia. L’intento non
venne però raggiunto con il Codice penale, perché in Toscana era già stata abolita la pena di morte. I
senatori non vollero abolirla e per l’unificazione del Codice penale si dovette aspettare la Legge Zanardelli.

169. Quali erano le funzioni del prefetto secondo la Legge di unificazione amministrativa del 1865 del
Regno d'Italia?

A seguito dell’Unità d’Italia, fra i primi impegni del governo della “Destra Storica” ci fu quello di portare a
termine l’unificazione amministrativa e legislativa dello Stato, estendendo la legislazione del Regno di
Sardegna a tutto il paese, scelta che riflette il ruolo trainante dello stato piemontese liberalista di matrice
Cavouriana. La legge di unificazione amministrativa fu varata nel marzo 1865, che ricalcava le leggi Rattazzi
del 1859 sull’ordinamento comunale e provinciale con impianto centralistico e gerarchico, riconoscendo
alle Province le funzioni amministrative. Per il governo dei Comuni veniva previsto un Consiglio Comunale
eletto a suffragio ristretto e un Sindaco di nomina regia, che aveva funzione di direzione della vita politica
locale ma era controllato tramite il Prefetto. La figura di controllo delle Province era proprio il Prefetto,
funzionario tipico dell’amministrazione francese, ed era posto a capo della Deputazione Provinciale, organo
esecutivo che svolgeva funzioni politiche di tutela su tutte le amministrazioni comunali.

171. Quali erano i principali gruppi o consorterie che componevano la Destra Storica?

Subito dopo le prime elezioni nel neonato Regno d'Italia, la Destra storica si divise in due "correnti"
differenziate in base alla zona d'elezione: i piemontesi, eredi della Destra storica che aveva caratterizzato il
Regno di Sardegna, formarono una "Associazione Liberale Permanente"; i tosco-emiliani, sostenuti da
lombardi e dai politici meridionali, formarono un gruppo, chiamato dispregiativamente "Consorteria" dai
piemontesi. Con il tempo questa divisione lasciò il posto ad una divisione di tipo personale: i due principali
leader delle varie anime della Destra, Sella e Minghetti, infatti, erano impegnati in una battaglia
personale.Le Destre concordavano solo sulla necessità di raggiungere il pareggio di bilancio e sulla
sconvenienza delle riforme democratiche volute dalla Sinistra, soprattutto l'estensione del suffragio
elettorale. Non va inoltre dimenticato che al gruppo "originale" della Destra storica, formato da
settentrionali di tendenze liberali, si erano aggiunti dei "nuovi arrivati" cioè i borghesi meridionali, di
tendenze conservatrici. Le divergenze fra queste due anime saranno di non poco conto.

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172. Perché si può affermare che la Destra Storica, negli anni che fu al governo del Regno d'Italia,
mantenne la sua attitudine di "elite pedagogica"? Cosa significa questa affermazione?

La classe dirigente del paese, riunita sotto il nome di “Destra Storica” (1861-76) era di fatto un’èlite
“pedagogica” nel senso che aveva lo scopo di rappresentare la classe più capace e avanzata del paese. Gli
uomini che siedono nei banchi della destra vengono da estrazioni ed esperienze profondamente diverse
anche per ragioni storiche, viste le differenze tra i vari Stati preunitari della penisola ma si riconoscono tutti
nelle posizioni del conservatorismo moderato e del liberoscambismo economico. Dopo le prime elezioni
che coinvolgono tutta la penisola, in ogni caso, gli esponenti conservatori si dividono tra il gruppo dei
“piemontesi”, più direttamente legati alla figura di Cavour, e i “tosco-emiliani”, che ricevono il sostegno dei
deputati lombardi e meridionali. Elettoralmente, essi sono l’espressione della vittoria dei grandi proprietari
terrieri, dei pochi industriali e della forte influenza degli ambienti militari sulla vita pubblica. Questa
formazione politica diede luogo all’unificazione amministrativa e legislativa del Regno d’Italia.

173. Illustrare le principali caratteristiche della Destra Storica come classe dirigente. Quali erano le
caratteristiche sociali, politiche e di orientamento ideale che connotavano la Destra Storica? Quale
l'attitudine dei suoi esponenti verso la società italiana nel suo complesso?

La classe dirigente del paese, riunita sotto il nome di “Destra Storica” (1861-76) aveva lo scopo di
rappresentare la classe più capace e avanzata del paese. Gli uomini che siedono nei banchi della destra
vengono da estrazioni ed esperienze profondamente diverse anche per ragioni storiche, viste le differenze
tra i vari Stati preunitari della penisola ma si riconoscono tutti nelle posizioni del conservatorismo
moderato e del liberoscambismo economico. Dopo le prime elezioni che coinvolgono tutta la penisola, in
ogni caso, gli esponenti conservatori si dividono tra il gruppo dei “piemontesi”, più direttamente legati alla
figura di Cavour, e i “tosco-emiliani”, che ricevono il sostegno dei deputati lombardi e meridionali.
Elettoralmente, essi sono l’espressione della vittoria dei grandi proprietari terrieri, dei pochi industriali e
della forte influenza degli ambienti militari sulla vita pubblica. Questa formazione politica diede luogo
all’unificazione amministrativa e legislativa del Regno d’Italia, ispirandosi al criterio centralistico e
accentratore piemontese dato al Regno di Sardegna. Le scelte politiche della Destra Storica mirarono prima
di tutto a salvaguardare l’Unità da ogni tipo di pericolo reazionario legittimista o repubblicano democratico.

174. Quali furono le principali riforme introdotte dalla Sinistra Storica?

Con la Sinistra Storica vennero introdotte diverse leggi, prime fra tutte la Legge Coppino (1877) che elevava
l’obbligo dell’istruzione elementare gratuita portandola fino ai 9 anni e la riforma elettorale del 1882 che
allargò il corpo elettorale portandolo dal 2% a circa il 7%. La Sinistra aumentò la spesa pubblica e abolì la
Tassa sul macinato. Conseguentemente ad una crisi agraria internazionale che interessò anche l’Italia, si
verificò il cosiddetto “decollo industriale” e fu proprio in queste circostanze che si affermò una linea di
sostegno dello Stato alle industrie attraverso l’introduzione di due tariffe protezionistiche (1878-1887). In
politica estera la Sinistra stipulò la Triplice Alleanza nel 1882 con Austria e Germania.

175. Quali furono i principali esiti positivi conseguiti dalla politica giolittiana del primo decennio del ‘900?

Fu approvata la legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli, che offriva maggiori garanzie soprattutto in
termini di orario del lavoro di donne e minori nell’industria; fu migliorata la legge introdotta da Rudinì nel
’97-’98 relativa alle assicurazioni volontarie per vecchiaia e quelle obbligatorie per gli infortuni sul lavoro.
Nel 1902 vennero istituiti il Consiglio Superiore e l’Ufficio del Lavoro, con il compito di svolgere indagini
propedeutiche all’elaborazione dei primi provvedimenti di legislazione sociale. La più importante delle
riforme l’atteggiamento del Governo in materia di conflitti di lavoro. Giolitti decise di stare dalla parte dei

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lavoratori, decidendo di non far intervenire l’esercito in caso di manifestazioni popolari purché queste non
degenerassero in manifestazioni violente. Chiamato alla guida del governo nel 1903, dopo le dimissioni di
Zanardelli, Giolitti introdusse le prime leggi speciali per il Sud con lo scopo di incentivare la
modernizzazione dell’agricoltura. Tra il 1904 ed il 1905 avviò un processo di statalizzazione delle ferrovie, la
cui gestione era ancora, fino a quel momento, affidata a compagnie private. Nel giugno 1906 fu realizzata la
cosiddetta conversione della rendita, ossia la riduzione del tasso di interesse versato dallo Stato ai
possessori di titoli del debito pubblico. Altra legge introdotta sotto Giolitti fu una nuova riforma elettorale
riguardante il suffragio universale maschile, cioè la concessione del diritto di voto a tutti i cittadini maschi
che avessero compiuto il trentesimo anno di età. Diversamente, per accedere al voto a 21 anni era
necessario sapere leggere e scrivere oppure aver adempiuto all’obbligo di servizio militare. Nel 1913 stipulò
con l’Unione Elettorale Cattolica il patto Gentiloni e fu proprio grazie a questo patto che durante le nuove
elezioni ottenne nuovamente la maggioranza.

176. Quando si registrò in Italia un intenso processo di formazione e crescita delle organizzazioni del
lavoro? Perchè?

All’inizio del ‘900 si registrò un forte processo di formazione e crescita delle organizzazioni di lavoro,
soprattutto nel centro-nord dell’Italia. In quasi tutte le città si costituirono o ricostituirono le Camere del
Lavoro e si moltiplicarono anche le organizzazioni di categoria. Un fenomeno significativo per l’Italia fu la
nascita delle organizzazioni contadine, delle leghe, che interessò in particolar modo la Valle Padana. Nel
novembre 1901 a Bologna le leghe socialiste si riunirono e formarono la Federazione Nazionale dei
Lavoratori della Terra (FNLT), la più numerosa organizzazione sindacale dell’epoca. Lo scopo della FNLT era
la “socializzazione della terra”, ma gli obiettivi veri e propri erano l’aumento dei salari, la riduzione degli
orari di lavoro, l’istituzione di uffici di collocamento controllati dai lavoratori stessi.

177. Perché fu importante il Governo Zanardelli- Giolitti?

Questo governo fu importante perché attuò una serie di importanti riforme economiche e sociali per il
miglioramento del Paese e perché inaugurò un più liberale metodo di governo. Tra le riforme più
significative ci sono le seguenti: miglioramento delle condizioni di lavoro degli operai, diminuzione orario di
lavoro e fu stabilito un massimo di 10 ore, riorganizzazione della cassa nazionale per invalidità e vecchiaia
dei lavoratori, autorizzazione ai Comuni per la municipalizzazione dei servizi come elettricità, gas e
trasporti. Le riforme vennero istituite in un periodo durante il quale le condizioni economiche erano
favorevoli. Giolitti da Ministro degli interni, diede la libertà di far svolgere scioperi di carattere economico,
mentre represse quelli di tipo politico. Le iniziative riformatrici di questo Governo e la politica di tolleranza
verso i moti sociali portarono crescita economica ed evoluzione sociale in Italia.

178. Cosa voleva comunicare Andrea Costa scrivendo “la lettera ai miei amici di Romagna” del 1879? A chi
si rivolgeva? Quale messaggio voleva veicolare con questa lettera?

Andrea Costa, uno dei principali animatori del movimento operaio, il 27 luglio 1879 indirizzò la sua lettera
“Ai miei amici di Romagna” ai suoi compagni internazionalisti anarchici, attraverso la quale intendeva
sposare una nuova via e una nuova strategia per continuare a perseguire il mito della nuova società. Costa
nella lettera aveva lanciato la parola di “andare al popolo” indicando la necessità una svolta tattica nel
socialismo, che doveva necessariamente passare dalla “propaganda per mezzo dei fatti” ad un lavoro di
diffusione dei principi che non avrebbe avuto risultati immediati, ma avrebbe ripagato nel medio periodo.
Sottolineò la fede negli obiettivi del comunismo anarchico e quindi verso il progetto rivoluzionario, ma
indicava la necessità di individuare nuove strumenti e diverse modalità per realizzarla.

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179. In Italia quali esponenti politici, tra gli altri, furono gli autori del famoso gesto del “rovesciamento delle
urne” e perché?

Pelloux aveva presentato alla Camera un pacchetto di leggi che conteneva pesanti restrizioni ai
fondamentali diritti di libertà. Questo aveva avviato l’Ostruzionismo Parlamentare da parte dell’estrema
sinistra. Si susseguirono momenti di lotta, come l’episodio del rovesciamento delle urne avvenuto il 30
giugno 1899 per opera dei deputati socialisti Costa, Prampolini, Bissolati e De Giuffrida. Essi buttarono a
terra le urne predisposte per il voto, provocando la sospensione delle elezioni. Questo atto aveva come
obiettivo quello di non rendere possibile la votazione che avrebbe modificato il regolamento parlamentare
a favore di Luigi Pelloux.

180. Quale fu l’atteggiamento di Giolitti nei confronti della crescente pressione rivendicativa delle classi
lavoratrici? Riconosceva legittimità alle istanze di rivendicazione ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali
e politiche che di tali istanze si fecero interpreti?

Giolitti di fronte alle organizzazioni nascenti delle classi popolari, ritenne necessario indurre la classe
dirigente italiana a concepire rapporti con la classe lavoratrice secondo una visione più dinamica e
moderna. Questa sua visione era fondata sull’accettazione delle organizzazioni sindacali e politiche e sul
riconoscimento delle legittimità delle istanze di miglioramento, emancipazione e delle rivendicazioni di cui
si facevano portatrici. Secondo Giolitti ciò avrebbe portato ad una crescita della società italiana basata sul
principio di eguaglianza fra gli uomini.

181. Quando avvenne il “decollo industriale”?

Dopo i primi periodi dell’industrializzazione avvenuta negli anni ’80 dell’800, in Italia fra il 1896 ed il 1908 si
ebbe una fase di decollo industriale.

182. Quale fu il programma di governo di Ferruccio Parti nel 1945? Quali partiti sostenevano il suo
governo?

Il governo Parri si avvalse del sostegno di tutti i partiti che avevano composto il CLN e si propose
innanzitutto di riportare condizioni di normalità politica in un contesto ancora pesantemente condizionato
dal periodo di guerra. Parri annunciò tra i suoi impegni primari quello di dar corso quanto prima ad un
processo di epurazione che avrebbe dovuto coinvolgere quelle persone che avevano ricoperto alte cariche
negli apparati amministrativi e nel settore economico durante il ventennio; comunicò anche la volontà di
adottare una serie di misure che si proponevano di rivitalizzare le piccole e medie aziende, mentre si
prevedeva di tassare in maniera più consistente le grandi imprese.

183. Che cosa era la Fondazione Nazionale dei Lavoratori della Terra (FNLT)? Quando venne costituita e
dove?

È stata un’organizzazione sindacale contadina italiana di ispirazione socialista, nata nel 1901 a Bologna, che
organizzava braccianti, mezzadri e piccoli proprietari principalmente in Emilia Romagna, Lombardia e
Veneto. Fu la più numerosa organizzazione sindacale dell’epoca. Lo scopo ultimo era la “socializzazione
della terra”, ma i suoi obiettivi concreti erano l’aumento dei salari, la riduzione degli orari di
lavoro,l’istituzione degli uffici di collocamento controllati dagli stessi lavoratori. La segretaria di questa
importante federazione fu una donna, la socialista Argentina Altobelli.

184. Quali importanti personalità contava lo schieramento degli avversari di Giolitti?

Gli avversari di Giolitti erano sia di sinistra, che di destra. Lo schieramento degli avversari era formato dai
cattolici democratici come Don Romolo Murri e Don Luigi Sturzo, in quanto, secondo loro, Giolitti era
continuatore del trasformismo; vi erano i sindacalisti rivoluzionari, i liberali conservatori come Luigi
Albertini e Sidney Sonnino i quali accusavano Giolitti di tradimento verso la tradizione risorgimentale per la

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sua politica tendente ad integrare nelle istituzioni politiche componenti sovversive, mettendo a rischio
l’autorità dello Stato. Sonnino era il principale antagonista di Giolitti in campo liberale. Altro esponente fu
Gaetano Salvemini che addirittura coniò per lui l’epiteto “il ministro della malavita” criticando la politica
economica di Giolitti, colpevole di favorire l’industria protetta e di ostacolare invece quelle che avrebbero
potuto essere le migliori e più vitali energie produttive del sud. Anche Antonio De Viti De Marco e Luigi
Einaudi, economisti liberisti, furono contrari a Giolitti per la politica protezionistica che potenziava i settori
produttivi industriali gravando sulla finanza pubblica.

185. Quali caratteristiche assunse in Italia il processo di industrializzazione?

L’industrializzazione italiana è avvenuta alla fine del 1800. L’Italia ha subito un complicato processo di
unificazione politica e solo dopo essere diventata una Nazione si è industrializzata. Il ritardo rispetto ad altri
Paesi europei è legato al contesto storico caratterizzato da una serie di dualismi: quello storico-geografico
che comprende le differenze tra nord e sud e quello legato al doppio sistema economico (agricolo e
industriale). L’industrializzazione in Italia è stata guidata dall’intervento dello Stato; fu infatti necessaria una
serie di decreti atti a favorire la nascita dell’industria poiché minata dalla crisi internazionale e per via anche
della diffusione della libera circolazione dei prodotti a livello globale. Anche a causa delle concorrenze era
opportuno che il Governo aumentasse le tariffe doganali a protezione della produzione nazionale.

186. Chi animò “l’ostruzionismo parlamentare” e perché? Quali obiettivi si intendevano perseguire con la
battaglia ostruzionistica parlamentare?

Dopo Di Rudinì fu Luigi Pelloux il nuovo presidente del Consiglio, egli presentò alla Camera un pacchetto di
provvedimenti di legge che stabilivano pesanti restrizioni ai fondamentali diritti di libertà precedentemente
garantiti dallo Statuto Albertino, la carta costituzionale del Regno d’Italia. A contrastare queste leggi sui
banchi del Parlamento vi erano i gruppi dell’estrema sinistra (socialisti, radicali e repubblicani), i quali
animarono una coraggiosa battaglia finalizzata a difendere “le libertà supreme e inalienabili del cittadino”.
Se il pacchetto di leggi Pelloux fosse stato approvato sarebbe cambiata la natura del regime costituzionale
rappresentativo istituito dalla carta costituzionale. Così, la Camera dell’estrema sinistra ricorse
all’ostruzionismo parlamentare, una tattica che aveva l’obiettivo di prolungare all’infinito le discussioni in
aula per cercare di non arrivare mai alle votazioni dei provvedimenti in questione.

187. Cosa si intende per “crisi di fine secolo” in Italia?

Gli ultimi 5 anni dell’800 furono per l’Italia pieni di tensioni e furono caratterizzati da una forte crisi politica.
Nel 1896 a Di Rudinì fu affidato l’incarico di formare il nuovo esecutivo. Stipulata la pace con Menelik, tentò
di attenuare le tensioni senza però riuscirci per il desiderio di forte autoritarismo nella classe dirigente e tra
i capitalisti (interessati alla politica coloniale). Nel ’98 a Milano scoppiarono rivolte contro il carovita, il
generale Bava Beccaris sparare contro la folla uccidendo molte persone. Turati, Bissolati e Don Albertario
furono arrestati. Di Rudinì si dimise e venne sostituito da Pelloux il quale presentò un pacchetto di
provvedimenti di legge che ponevano varie restrizioni ai fondamentali diritti di libertà e che però non riuscì
mai a varare; Pelloux si dimise e Umberto I affidò l’incarico a Saracco. Il 29 luglio 1901 il Re venne ucciso
Monza per mano dell’anarchico Gaetano Bresci e gli successe Vittorio Emanuele III.

188. Quando si formò il Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna? Chi promosse la sua formazione e con
quali motivazioni?

Nell’aprile 1881 Andrea Costa assieme ad Anna Kuliscioff fondò il Partito Socialista Rivoluzionario di
Romagna. Il partito era composto da ceti artigiani, dalla piccola borghesia e dai lavoratori manuali. Il suo
programma confermava l’ipotesi della rivoluzione e lo scopo ultimo era quello di evolvere la propaganda
popolare, la promozione dell’organizzazione sindacale e cooperativa dei lavoratori per la partecipazione
alla lotta amministrativa e politica.

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189. Quali erano i principali motivi ed elementi che alimentavano la prospettiva ideale del Movimento
Internazionalista in Italia?

Il Movimento Internazionalista in Italia si diffuse seguendo le idee e le esperienze promosse da Bakunin, in


quanto si rivolgeva ai ceti rurali e si dimostrava più adatto alla ribellione contadina. Alla base di questo
movimento vi era la creazione di una nuova società e la soppressione dell’ordine esistente, attraverso una
rivoluzione in cui il ceto dei contadini non sarebbe stato protagonista. Prese vita in Italia in quanto questa
non era ancora molto sviluppata dal punto di vista industriale; la maggior parte della popolazione era
composta da contadini, così esponenti come Costa, Cafiero e Malatesta fecero crescere il movimento
internazionalista.

190. Quando nacque la II Associazione Internazionale dei Lavoratori? Quali caratteristiche aveva? Quali
caratteristiche avevano i partiti che la componevano?

La II Internazionale nacque nel 1889, essa appariva come una federazione di partiti nazionali autonomi e
sovrani. Venne stabilito un programma di misure di legislazione sociale, si sollecitarono i proletari ad
entrare nei partiti socialisti dei vari Paesi per prendere parte alla vita politica e alla conquista del potere
politico. Questa federazione svolse una funzione di coordinamento di tutto il movimento operaio, in
particolare modo attraverso i congressi. La tendenza dei partiti fu marxista, rivoluzionaria e riformista,
mentre furono espulsi gli anarchici in quanto, a priori, rifiutavano di partecipare all’attività politica
parlamentare.

191. Argomentare brevemente sul revisionismo marxista. Quali furono i principali interpreti del
revisionismo marxista?

In seguito al sviluppo dell’industria, il movimento operaio si divise fra revisionisti e marxisti ortodossi. Nello
specifico i revisionisti erano coloro i quali auspicavano una revisione della concezione rivoluzionaria
marxista alla luce dei cambiamenti avvenuti a livello politico e sociale. Essi ritenevano che l’assenza della
battaglia socialista consistesse nella mobilitazione e nell’azione operaia per ottenere riforme, i
cambiamenti graduali rimandano quindi la realizzazione socialista ad un tempo futuro e indeterminato. Il
principale interprete del revisionismo marxista ci fu il tedesco Eduard Bernstein che fu tra i primi esponenti
socialdemocratici. Bernstein pensava che la dottrina marxista non avesse carattere scientifico, ma che si
basasse su una costruzione teorica. Non attribuiva ai fattori economici l’evoluzione della storia e della
società, ma riteneva he in essa avessero un’influenza anche i fattori morali ed etici.

192. Quando si formò il Partito Operaio Italiano? Chi furono i principali esponenti del POI?

Il Partito Operaio Italiano venne costituito a Milano nel 1882 da alcune associazioni operaie in seguito ad
una divisione creatasi nell’ambito del Consolato Operaio di Milano. Il POI si presentò come una federazione
di associazioni operaie classicista, esclusivista e corporativo ed ammetteva solo i lavoratori manuali
escludendo ogni tipo di infiltrazione borghese. Tra i suoi fondatori ricordiamo Costantino Lazzari, Giuseppe
Croce e Augusto Dante.

193. Quando si costituirono le prime leghe di resistenza e le Camere del lavoro in Italia? In seguito a quali
processi sociali?

Le prime leghe di resistenza nacquero tra il 1882 e il 1885 con i primi grandi scioperi agricoli (agitazioni
contadine e bracciantili di notevole intensità), organizzati dal movimento delle boje (bolle) che protestava
per il salario basso e per le precarie e disagiate condizioni di vita e di lavoro cui erano soggetti i contadini.
Accanto alle leghe di resistenza prese parte un’altra modalità di organizzazione dei lavoratori, la camera del
lavoro, ispirandosi al modello francese delle Bourses du Travail, a partire dalla prima, la Camera del Lavoro
di Milano, fondata nel 1891. Queste erano organizzazioni sindacali territoriali territoriali che cercavano di

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offrire un rimedio ai problemi di disoccupazione e di sfruttamento a cui erano soggetti i lavoratori nel
periodo della depressione economica della fase 1887-1897.

194. Che cosa furono i Fasci Siciliani?

Il movimento dei Fasci Siciliani fu un fenomeno che si diffuse in Sicilia in particolare modo tra il 1892 e il
1893, sostenuto da una rete di organizzazioni popolari che presero appunto il nome di Fasci dei lavoratori;
con il termine “fascio” si intendeva l’unione, la lega fra i lavoratori. Alla base del movimento vi era
l’aspirazione dei contadini e delle masse rurali al possesso della terra da coltivare; vi era in oltre un
malcontento diffuso tra le classi rurali, dovuto alle conseguenze della crisi agraria. Il movimento dei Fasci
non era propriamente un movimento socialista, tuttavia aveva ispirazione democratica e socialista essendo
anche capeggiata da uomini di tendenza socialista come Rosario Garibaldi Bosco, Nicola Barbato,
Bernardino Varro e Giuseppe Di Felice Giuffrida. Il diffuso disagio che il movimento esprimeva provocò una
serie di agitazioni a carattere rivoltoso con invasioni delle terre, assalti violenti ai municipi, agli uffici
amministrativi e ai caselli daziari.

195. Quando si costituì il Partito dei Lavoratori Italiani? Quali erano i punti fondamentali della sua
piattaforma programmatica? Quando assunse la denominazione di Partito Socialista Italiano?

Il Partito dei Lavoratori Italiani si costituì nel 1892 a Genova, in seguito all’incontro, nella sala dei
carabinieri, genovesi, fra Filippo Turati, Camillo Prampolini e Anna Kuliscioff. Tra i punti fondamentali del
programma vi era l’affermazione del principio della lotta di classe, la socializzazione dei mezzi di lavoro, la
gestione sociale della produzione attraverso la lotta sindacale ed economica, il miglioramento della vita
operaia e la lotta politica elettorale. Questo partito prese il nome di Partito Socialista Italiano nel 1895.

196. Chi era Filippo Turati? Perché la sua figura riveste importanza fondamentale nella storia della Sinistra
italiana?

Nato da una famiglia dell’alta borghesia lombarda matura l’idea di aderire al marxismo. Assieme ad Antonio
Labriola sentì l’esigenza di affermare in Italia una cultura socialista ispirata ai principi del socialismo
scientifico. Così costituì la Lega Socialista Milanese, per raccogliere socialisti ed operai escludendo invece gli
anarchici. Nel 1892, a Genova, fondò il Partito dei Lavoratori Italiani diventato successivamente Partito
Socialista dei Lavoratori Italiani. Turati fu importante per la Sinistra italiana perché fu il primo a dare vita ad
un partito autenticamente socialista.

197. Quando e dove fu fondata la Federazione Italiana dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori?

In Italia per opera soprattutto di alcuni militanti anarchici come Andrea Costa, Carlo Cafiero e Errico
Malatesta fu fondata nel 1872 a Rimini la Federazione Italiana dell’Associazione Internazionale dei
Lavoratori alla quale intervennero ben 21 sezioni decisamente schierate sulla linea bakuniana. Costa,
Cafiero e Malatesta si attivarono in quegli anni nell’organizzazione di una serie tentativi e moti
insurrezionali che si rivolsero soprattutto ai ceti contadini ma il cui esito fu fallimentare. Ciò indusse Costa a
rivedere la linea seguita fino ad allora, optando per la definizione di un programma più concreto di azione,
che anzitutto prevedeva la creazione di un vero e proprio partito.

198. Quale fu la linea politica seguita da Crispi come capo del governo?

Quando Giolitti diede le dimissioni alla fine di novembre del 1893, Crispi tornò al potere il 15 dicembre
dello stesso anno. I primi atti del suo governo furono esattamente quelli che la borghesia conservatrice si
attendeva da lui, chiamato ad assumere il ruolo dell’ “uomo forte” , richiesto da una fase politica durante la
quale l’ordine pubblico pareva loro compromesso da gravi minacce insurrezionali. Crispi proclamò lo stato
d’assedio in Sicilia e operò militarmente la repressione dei Fasci Siciliani così come del movimento
anarchico in Lunigiana; i principali esponenti dei due movimenti furono imprigionati . Questa politica

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autoritaria e repressiva fu estesa arbitrariamente da Crispi contro tutte le organizzazioni operaie e
socialiste: nell’ottobre del 1894 il Partito Socialista e le organizzazioni sindacali vennero messe fuori legge.
A determinare la caduta di Crispi fu infine, non solo il riemergere delle sue responsabilità nello scandalo
della Banca Romana, ma soprattutto il fallimentare esito della guerra in Africa. Dopo che nel 1890 era stata
proclamata la Colonia Eritrea, si era infatti determinata una situazione di conflitto con il Negus Menelik
sulla questione del Trattato di Uccialli che aveva portato ad una contrapposizione tra i due paesi, tanto che
l’Italia, nel dicembre 1895, aveva subito una sanguinosa sconfitta all’Amba Alagi. Crispi, messo al centro
delle accuse dall’opposizione socialista e democratica, perseverò nella politica espansionista che nel marzo
del 1896 portò allo scontro finale tra 70.000 Etiopici e 16.000 Italiani ad Abba Garima, presso Adua, che si
risolse in un vero massacro per gli Italiani. In Italia scoppiarono così violentissime agitazioni contro il
Governo che costrinsero Crispi a rassegnare le dimissioni.

199. Perché Andrea Costa ebbe un ruolo chiave nello sviluppo del socialismo e del e del Movimento
Operaio in Italia?

Andrea Costa ebbe un ruolo chiave nello sviluppo del socialismo e del movimento operaio in Italia, in
quanto prendendo atto del caso tedesco(evoluzione del movimento operaio), rimarca l'importanza di
prendere parte alla competizione elettorale sia sul piano amministrativo sia su quello politico e indica la
necessità di un impegno assiduo di propaganda e organizzazione fra classi popolari finalizzato ad
organizzare economicamente le classi lavoratrici.

200. Illustrare le principali caratteristiche della Società di Mutuo Soccorso in Italia.

Le società di mutuo soccorso si diffusero intorno alla seconda metà dell’800 ed erano delle associazioni
volontarie con lo scopo di migliorare le condizioni materiali e morali dei ceti lavoratori. In parte controllate
dai mazziniani, in parte gestite da esponenti moderati. Erano state concepite come strumenti di educazione
politica del popolo. Queste si basavano sul reciproco aiuto, sulla solidarietà e sull’unione delle forze fra i
lavoratori per raggiungere obiettivi, però rigettavano la lotta di classe e lo sciopero poiché ritenuto
dannoso.

201. Quando nacque la I Associazione Internazionale dei Lavoratori e quali caratteristiche ebbe?

Nacque a Londra nel 1864, guidata da un comitato formato da inglesi, francesi, tedeschi, polacchi e svizzeri.
Vi erano, al suo interno, diverse componenti tra loro (riformista, mazziniana, anarchico-libertaria). Al
momento della sua costituzione il desiderio comune degli operai inglesi e francesi era quello di esprimere
solidarietà ai polacchi, andando contro i russi. Alla base vi era necessità dell’autonomia del movimento
operaio internazionale dalla democrazia borghese e la lotta contro lo sfruttamento di classe. La nascita
della I Internazionale ebbe un importante significato simbolico diventando un riferimento ideale per i
lavoratori di tutta Europa, ma anche una minaccia per i governi conservatori.

202. Indicare i principali contenuti de “Il Capitale”.

Il Capitale, il cui primo volume uscì nel 1867, si presenta come un descrizione del capitalismo e delle leggi
che regolano il funzionamento del sistema di produzione capitalistico. La base della dottrina marxista è la
teoria del valore lavoro, giungendo alla conclusione che l’essenza del sistema capitolino risiedeva nello
sfruttamento della forza lavoro: il valore delle merci, secondo Marx, era dato dalla quantità di lavoro
socialmente necessario per produrle; il profitto del capitalista consisteva di una parte di lavoro non pagato
che chiamava plusvalore. Questo plusvalore e la conseguente miseria dei lavoratori, permettono al
capitalista di realizzare ricchezza.

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203. Illustrare il fenomeno dello squadrismo fascista. Quando si sviluppò? Quali furono i suoi obiettivi e le
sue modalità d’azione?

Lo squadrismo fascista si sviluppò tra la fine del 1920 e l'inizio del 1921. Consisteva in gruppi paramilitari in
cui successivamente vennero inseriti gli ufficiali, giovani di media e piccola borghesia in cerca di
affermazione politica oppure animati dalla volontà di andare contro i nemici della patria. In pochi mesi si
diffuse nelle zone dove avviene l'organizzazione sindacale (Valle padana Toscana e Umbria). Per quanto
riguarda la mobilità d'azione era ovunque la stessa: si partiva dalle città in camion e ci si dirigeva verso la
campagna, con lo scopo di assaltare le leghe socialiste le camere del lavoro, case, cooperative, sedi dei
giornali socialisti, organizzazioni sindacali, esponenti delle amministrazioni comunali e provinciali
utilizzando armi e violenza. In un primo momento vennero considerati degli apparati statali come alleati
nella lotta contro i socialisti, con le elezioni del 1921 fecero il loro esordio in Parlamento.

204. Illustrare le circostanze delle elezioni del 1921 in Italia e gli schieramenti che si confrontarono durante
questa consultazione elettorale.

Le elezioni del 1921 in Italia furono promosse da Giolitti con lo scopo di arginare i socialisti, i moderati e le
loro richieste; infatti la camera viene sciolta e si formarono i blocchi nazionali ovvero liste di coalizione
liberali conservatori democratici e fascisti voluti da Giolitti pensando che quest'ultimi avevano un ruolo
rilevante nella società e che si sarebbero affiancati verso un senso più moderato. Purtroppo proprio in vista
delle elezioni, le violenze fasciste si intensificarono nei confronti soprattutto dei socialisti ma anche dei
comunisti e popolari per ostacolare la loro propaganda le loro manifestazioni. Nonostante il dileguare della
violenza fascista, per Giolitti il risultato delle elezioni fu deludente in quanto socialisti diminuirono il loro
consenso elettorale, i popolari incrementarono il loro seguito elettorale ed i liberali democratici, presenti ili
blocchi nazionali, recuperarono voti ma non ne ebbero tali da avere una posizione in Parlamento. Fu così
che il partito fascista fece il suo ingresso in parlamento con il suo esponente Benito Mussolini, dopo aver
ricevuto abbastanza voti per arrivare a questo.

205. Illustrare circostanze, fatti, situazioni, accadimenti delle elezioni del 1924 in Italia.

Come alle elezioni del 1921, sotto il simbolo del fascio, si era riformata l'alleanza elettorale fatta da
cattolici, fascisti e liberali, ma questa volta erano stati i fascisti ad avere un ruolo predominante. Per tutta la
durata delle lezioni lo squadrismo fascista imperversò con intimidazioni e violenze contro gli oppositori e la
vittoria fascista fu incontestabile e inevitabile. Giacomo Matteotti, leader del PSU, denunciò in Parlamento
le violenze e le illegalità dei fascisti durante tutta la campagna elettorale, ma mesi dopo fu rapito da un
gruppo di squadristi e ucciso a pugnalate. Il delitto Matteotti rappresentò un momento di vera e propria
crisi per l'ascesa di Mussolini.

206. In che cosa consistette la “Secessione dell’Aventino”?

Fu un atto di protesta attuato a partire dal 26 giugno 1924 dai deputati italiani dell'opposizione
democratica contro il governo Mussolini dopo la scomparsa di Giacomo Matteotti avvenuta 10 giugno dello
stesso anno. L'iniziativa consisteva nell'astensione dei lavori parlamentari fino a che i responsabili del
rapimento non fossero stati processati e prese il nome del colle Aventino dove, secondo la storia romana, si
ritiravano i plebei nel periodo di acuto conflitto con i Patrizi. La protesta non ebbe successo e, dopo due
anni, il 9 novembre 1926 la camera dei deputati deliberò la decadenza dei 123 deputati aventiniani.

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207. Quando venne costituita la MVSN (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale)? Perché la sua
costituzione rappresentò una grave violazione della legalità?

Nel gennaio 1923, con un decreto, venne istituita la MVSN, una organizzazione armata, posta agli ordini del
capo del governo con compiti di mantenimento dell'ordine pubblico. Il fatto grave era nella violazione della
legalità costituì costituzionale dello Stato liberale, della veste legale istituzionale concesse la costituzione di
una milizia di partito che si poneva sullo stesso livello dell'esercito delle forze di polizia alle quali
tradizionalmente era affidata la tutela dell'ordine pubblico e l'esecuzione delle leggi dello Stato.

208. In cosa consiste te la strategia di “costituzionalizzazione” perseguita da Giolitti nei confronti del
fascismo?

Giolitti pensò di sfruttare i fascisti e la violenza squadrista per contenere le richieste di socialisti popolari, al
contempo contava di rendere più moderati i fascisti in modo tale da depurarlo dalle menti di violenza e
legittimità che lo caratterizzavano, rendendolo così costituzionalizzatile. Questa ottica Giolitti indusse lo
scioglimento della camera per arrivare a nuove elezioni nel maggio 1921.

209. Perché secondo Marx la solidarietà di classe rappresentava il vero elemento di forza della classe
proletaria?

L'elemento di forza della classe proletaria era la solidarietà di classe in quanto, trovandosi a condividere la
stessa condizione di lavoro, di miseria, di subordinazione sfruttamento in fabbrica, si poteva acquistare
maggiore consapevolezza per far emergere la volontà di riscossa e forza sia sul piano nazionale che sul
piano internazionale, dato che l'interesse dei proletari era lo stesso in tutto il mondo. Solo così, secondo
Marx, si poteva arrivare al successo della lotta rivoluzionaria che avrebbe dovuto intraprendere il
proletariato.

210. Quali furono i principali provvedimenti di riforma introdotti da Francesco Crispi?

Francesco Crispi riorganizzò e razionalizzò l'apparato statale, oltre a Presidente del Consiglio si
autoproclamò Ministro degli Interni e degli Esteri. Introdusse diversi provvedimenti come la legge
comunale e provinciale, la legge di pubblica sicurezza, introdusse il nuovo Codice Penale, legge sanitaria e,
in politica estera, rinnovò l'accordo della Triplice Alleanza, con due clausole più favorevoli per l'Italia: con
l'Austria per la modifica dei territori e con la Germania che avrebbe dovuto affiancare l'Italia in caso di
eventuali conflitti.

211. Quali erano i contenuti fondamentali del Manifesto del Partito Comunista?

Il manifesto Marx proponeva una concezione nuova della storia, oltre che è un programma politico. In esso
il comunismo non veniva presentato come un semplice ideale, ma come un approdo necessario di tutta la
storia umana. Nel manifesto si chiariva in maniera evidente come il primo obiettivo della classe proletaria
fosse la conquista del potere politico. Marx presentava tutta la storia come storia di lotte di classi, la società
appariva divisa in borghesia e proletariato. Il potere statale moderno, secondo Marx, non era altro che un
comitato che amministrava gli affari comuni di tutta la classe borghese. Marx evidenziava la funzione
rivoluzionaria che la borghesia aveva giocato nell'avvento della società moderna. Così facendo la borghesia
aveva fatto emergere la classe asse antagonistica, il proletariato: nella stessa proporzione in cui si sviluppa
la borghesia cioè il capitale, si sviluppa il proletariato, la classe degli operai moderni, i salariati che per
vivere sono costretti a vendere la loro forza lavoro. Con la divisione del lavoro, introdotta
dall'industrialismo, l'operaio era divenuto un semplice accessorio della macchina; il suo salario, la sua
retribuzione tendeva ad essere ridotta “ai mezzi di sussistenza dei quali egli ha bisogno per il proprio
mantenimento per la riproduzione della specie”. Marx ed Engels erano arrivati a queste conclusioni
basandosi sull'osservazione delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori inglesi degli anni 40. Avevano
evidenziato la condizione di subordinazione di questi lavoratori ai padroni e alle macchine da queste

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osservazioni avevano rilevato come la tendenza in atto fosse quella di un processo di impoverimento cui
era soggetto il proletariato. L'operaio diventa povero, questo fatto avrebbe determinato il necessario
tramonto della borghesia come classe dominante. Il ruolo “rivoluzionario" della borghesia, secondo Marx,
era venuto ormai esaurendosi, dal momento che non era più in grado di far progredire lo sviluppo
economico e sociale a vantaggio di tutti.

212. Quali furono i principali riferimenti ideali e teorici di Karl Marx?

Principali riferimenti ideali teorici di Karl Marx furono il pensiero di Hegel, gli economisti classici inglesi e il
socialismo francese. Di Hegel, Marx condivideva la visione della storia come un divenire in perenne
trasformazione guidata da un principio razionale, ma ne rifiutava l'idealismo in quanto, per Marx, il
principio che guida la storia non risiede in una provvidenza ideale che guida gli uomini, bensì la sua origine
sta nei rapporti sociali e nelle strutture economiche a cui gli uomini hanno dato vita. Dagli economisti
inglesi (Smith e Ricardo) condivise e continuò l’analisi e la descrizione dei meccanismi di funzionamento del
capitalismo moderno. Dai socialisti francesi accettò le critiche da loro mosse riguardo la struttura sociale
esistente, ma nessuno di loro fu capace di individuare nello sviluppo capitalistico la radice del suo stesso
superamento.

213. Illustrare la dottrina del materialismo storico E spiegare quale fu la sua importanza per la storia
politica, sociale e del pensiero politico dell'Ottocento e del Novecento.

La storia, secondo Marx, non è che la storia della produzione, per meglio dire dei rapporti di produzione, e
le idee dominanti sono sempre quelle della classe dominante, cioè della classe che ha a propria
disposizione i mezzi della produzione materiale. La classe dominante è costretta, anche per raggiungere il
suo scopo, a rappresentare il suo interesse come interesse comune di tutti membri della società ossia
rappresentarle come le sole razionali e universalmente valide. Anche la classe rivoluzionaria, secondo Marx,
non veniva meno a questa logica: la classe rivoluzionaria si presenta si presenta senz'altro, per il solo fatto
che si contrappone una classe, non come classe ma come rappresentante dell'intera società, appare come
l'intera massa della società di contro all'unica classe dominante. Quindi lo Stato è la forma in cui gli individui
di una classe dominante fanno valere i loro interessi comuni e in cui si riassume la società civile di un'epoca.
Per questo egli sosteneva che per abolire le contraddizioni della società borghese, si doveva procedere
all'abolizione dello Stato, e quindi delle classi.

214. Illustrare i momenti salienti della vicenda biografica di Karl Marx

Karl Marx nacque a Treviri nel 1818 da una famiglia borghese di origine ebraica. Studiò dapprima a Bonn e
poi preso il dottorato in filosofia a Berlino. Da qui entrò a far parte di un gruppo della sinistra hegeliana. Si
dedicò al giornalismo e divenne redattore della gazzetta Renata, che però fu censurato e Marx si vide
costretto a trasferirsi a Parigi dove conobbe Proudhon, Heine, Bakunin e soprattutto Engels suo
collaboratore per tutta la vita. A Parigi scrisse gli Annali franco tedeschi e i Manoscritti economico filosofici
e collaborò con l’Avanti!; quest'ultima collaborazione gli costò l'ennesima espulsione. Si trasferì così a
Bruxelles dove fondò con Engels il Comitato di Corrispondenza Comunista e aderì alla Lega dei Giusti
(successivamente chiamata Lega dei Comunisti). Questa gli chiese di scrivere un manifesto del loro
movimento ed accettò pubblicando nel 1848 il famoso Manifesto del Partito Comunista. Dopo vari
spostamenti si stabilì a Londra. E nel 1864 fondò l'associazione internazionale dei lavoratori, conosciuta
anche come la Prima Internazionale. Nel 1867 e pubblicò il primo libro de Il Capitale, mentre gli altri due
saranno postumi a cura di Engels.

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215. Perché secondo Marx la solidarietà di classe rappresentava il vero elemento di forza della classe
proletaria?

L'elemento di forza della classe proletaria era la solidarietà di classe poiché, condividendo la medesima
condizione di lavoro, di miseria, di subordinazione sfruttamento in fabbrica, era possibile acquisire
maggiore consapevolezza per far emergere la volontà di riscossa e forza sia sul piano nazionale che sul
piano internazionale, visto che l'interesse dei proletari era lo stesso in tutto il mondo. Solo così, secondo
Marx si poteva arrivare al successo della lotta rivoluzionaria che avrebbe dovuto intraprendere il
proletariato.

216. Indicare i principali contenuti dell'opera "Il Capitale”

Il Capitale, il cui primo volume uscì nel 1867, si presenta come un descrizione del capitalismo e delle leggi
che regolano il funzionamento del sistema di produzione capitalistico. La base della dottrina marxista è la
teoria del valore lavoro, giungendo alla conclusione che l’essenza del sistema capitolino risiedeva nello
sfruttamento della forza lavoro: il valore delle merci, secondo Marx, era dato dalla quantità di lavoro
socialmente necessario per produrle; il profitto del capitalista consisteva di una parte di lavoro non pagato
che chiamava plusvalore. Questo plusvalore e la conseguente miseria dei lavoratori, permettono al
capitalista di realizzare ricchezza.

217. Perché si afferma che la linea politica seguita da Francesco Crispi alla guida del governo si che
caratterizza per aspetti peculiari e contraddittori?

In quanto mette insieme elementi di autoritarismo, razionalizzazione ma anche di apertura sociale; infatti
da patriota mazziniano e garibaldino diventa sostenitore della monarchia, ma come garanzia dell'unità
Nazionale. Allo stesso tempo, ammiratore di Bismarck, adotta una politica conservativista e autoritaria, poi
temperata da una politica assistenziale (assistenza per i ceti più deboli) in chiave di paternalismo sociale
(elevazione dello Stato sociale del popolo).

218. Chi era Francesco Crispi?

Crispi, siciliano di origini albanesi, fu il primo meridionale a guidare il Governo del paese. In più aveva una
forte personalità caratterizzata da tratti particolari: era massone e fortemente anticlericale, era stato un
convinto patriota mazziniano e garibaldino per poi divenire un sostenitore della monarchia in funzione di
garanzia per l’Unità nazionale e queste peculiarità caratteriali si ripercossero sulla sua politica che presentò
aspetti contraddittori, fondendo elementi di autoritarismo, di razionalizzazione e di apertura sul piano
sociale. Sul piano politico impose il suo protagonismo tanto da concedersi, oltre alla guida del governo,
anche quella del Ministero degli Interni e degli Esteri; cercò di rafforzare il potere statale potenziando il
potere dell’esecutivo rispetto al Parlamento, attraverso una legge del 1888 che permetteva all’esecutivo di
stabilire il numero di attribuzioni e l’organizzazione interna dei vari Ministeri. Sul versante estero si adoperò
per dare all’Italia un ruolo di grande potenza in ambito coloniale, ma a causa della crisi economica che il
Paese stava attraversando e alla per sostenere la colonizzazione fu indotto alle dimissioni.

219. Illustrare la concezione di "dittatura del proletariato" nel pensiero di Karl Marx

La dittatura del proletariato era una fase di transizione in cui il potere politico stava nelle mani dei
lavoratori impegnati nella costruzione della società senza classi e senza Stato, ovvero il comunismo. Con il
concetto di dittatura del proletariato si intendeva una fase politica temporanea necessaria per la
transizione al comunismo compiuto. In questa fase il proletariato, detenendo il potere, avrebbe avuto la
possibilità di agire liberamente nella riorganizzazione dei rapporti di proprietà e di produzione della società
capitalistica. Questa fase transitoria sarebbe terminata quando si sarebbero create le condizioni utili per la
gestione comunista della società.

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220. Quale fu la strategia di espansionismo seguita da Hitler dal 1933 al 1939? Quali furono i paesi bersaglio
dei suoi progetti di espansione?

Hitler si propose innanzitutto di realizzare gli obiettivi del pangermanesimo, ovvero aspirava ad unificare
politicamente tutte le popolazioni di stirpe e lingua tedesca. Hitler, sicuro dell'appoggio dell'Italia, della
Francia e dell'Inghilterra, decise di procedere più velocemente allo svolgimento del suo programma
pangermanista che, innanzitutto, si proponeva di dissolvere l'assetto europeo stabilito dal Trattato di
Versailles per riunire tutti i tedeschi in un solo “grande Reich”, per poi procedere con l'espansione verso est
a danno della Russia. Hitler non voleva confrontarsi con le potenze occidentali nell'immediato e soprattutto
voleva evitare a tutti costi di doversi scontrare con l'Inghilterra nel perseguimento dei suoi progetti di
espansione verso l'Europa centro orientale. Nel marzo 1938 realizzò l’annessione dell’Austria al Reich
tedesco, dopo aver già tentato questa mossa nel 1934. Dopo aver risolto la questione austriaca, avanzò
un’altra rivendicazione riguardante questa volta i Sudeti, regione abitata da una maggioranza di tedeschi,
che i Trattati di ace di Versailles avevano attribuito alla Cecoslovacchia ed i cecoslovacchi furono costretti a
cedere. Nel 1939 Hitler e Mussolini firmarono il patto d'acciaio, a conferma di quanto stabilito nell'asse
Roma Berlino.

221. Illustrare le vicende del “colpo di stato della birreria” in Germania.

Il cosiddetto colpo di stato della birreria fu un tentativo fallito di colpo di Stato, organizzati eseguito da
Hitler tra l'8 novembre ed il 9 novembre del 1923. Non fu un'operazione studiata, ma una improvvisazione.
Il tutto ebbe luogo in Baviera, dove dei gruppi politici nazionalisti si erano dati appuntamento per
contrastare la decisione del governo centrale di porre fine alla resistenza passiva per l'occupazione francese
del Ruhr. Così, con una squadra armata di S.A., fece irruzione in questa birreria Dove si stava tenendo una
manifestazione cui prendevano parte il capo del governo bavarese, il locale comandante dell'esercito e il
capo della polizia. Hitler dichiarò decaduto il governo di Berlino e tentò di arrestare le tre autorità presenti,
per indurle a collaborar e con lo Stato. Nella confusione venutasi a creare, le tre autorità riuscirono a
scappare raggiungendo una caserma. Durante uno scontro a fuoco vennero uccisi 16 nazionalsocialisti.
Hitler fu arrestato e condannato a cinque anni di carcere, ma ne sconto solo nove mesi.

222. Illustrare le principali riforme approvate in Italia negli anni ’70. Esplicitare e indicare durante quale fase
politica furono approvate tali riforme.

Negli anni ’70 un cambiamento aveva coinvolto la società italiana, vi fu in particolar modo la perdita della
chiesa del potere di influenzare i comportamenti e le scelte riguardanti la vita privata dei singoli e
specialmente delle donne, che venivano affermandosi anche nel mondo del lavoro, e quindi con un ruolo
totalmente diverso rispetto al recente passato. Il significativo cambiamento che aveva coinvolto la società
si tradusse nell'approvazione di una serie di leggi: nel 1975 venne approvata la riforma del diritto di famiglia
che stabiliva la parità giuridica fra i coniugi e venne introdotto l'abbassamento della maggiore età da 21 a
diciott'anni (a questo si collegava anche il diritto di voto); nel 1978 un fronte di forze laiche di sinistra,
contrapposto ad uno schieramento schieramento capeggiato dalla DC, votò l'introduzione di una legge che
rendeva legale e regolava l'interruzione volontaria della gravidanza.; Nello stesso anno, dopo l'uccisione di
Aldo Moro, fu approvata la riforma sanitaria che stabiliva il diritto per tutti ad accedere a cure gratuite e la
riorganizzazione della sanità pubblica con la nascita delle USL. Nel corso degli anni 70 quindi ci fu un vento
di rinnovamento e fu soprattutto il PCI a interpretare queste istanze di cambiamento e ad avvantaggiarsi di
questo generale clima che pareva svolgere volgere al progresso.

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223. In cosa consiste della formula politica della "solidarietà nazionale" in Italia?

Lo scopo era quello di fronteggiare la gravissima situazione che l’Italia stava vivendo dal punto di vista
dell’ordine pubblico a causa del terrorismo. La presa di coscienza che si verificò in larghi settori della
sinistra, dopo l’uccisione di Aldo Moro, oltre ai provvedimenti di potenziamento delle forze dell'ordine che
furono adottati dalla classe politica, consentirono allo Stato di riportare le prime vittorie nella lotta al
terrorismo. Intanto il nuovo governo di solidarietà nazionale procedette a mettere in atto provvedimenti
che miravano al risanamento dell’economia. L’inflazione scese, il deficit finanziario fu in parte sanato dopo
la riforma fiscale del 1974, che aveva riorganizzato il sistema di tassazione diretta.

224. Cosa furono i Patti Lateranensi?

I patti lateranensi furono firmati nel 1929 tra governo e Chiesa in Italia. Fu un trattato in cui la Chiesa
riconosceva Stato italiano nella sua capitale, e l'Italia della sua parte, riconosceva quel piccolo territorio
dello Stato della città del Vaticano. Dal punto di vista finanziario, l'Italia si impegnava pagare un'indennità
come riconoscimento per la perdita dei territori della Chiesa. Durante l'unità d'Italia ed infine per quanto
riguarda rapporti Stato/Chiesa. Venne coinvolta la laicità del regno d'Italia in quanto ad esempio il
matrimonio aveva subito effetti civili, La religione cattolica diventava la base dell'istruzione e infine
l'associazione cattolica continuava le sue proprie attività, ma doveva tenersi al di fuori della politica.

225. Perché si può affermare che il 1956 fu un anno di svolta sul piano internazionale? Quali furono i
principali accadimenti verificatisi durante questo anno?

Fu un anno di svolta sul piano internazionale per due accadimenti, ovvero la destalinizzazione e la rivolta
dell’Ungheria. Nel 1956 ci fu il XX Congresso del Partito Comunista Sovietico, durante il quale il segretario
del Congresso nonché Primo Ministro sovietico, Nikita Kruscev, nel suo rapporto segreto ammise la
degenerazione del sistema staliniano, ne denunciò il fenomeno delle purghe staliniane, della pratica di
limitazione della libertà ed il culto delle personalità che ispiravano il regime staliniano stesso. Il documento
doveva essere segreto e quindi rimanere nel partito, ma invece venne diffuso anche all’estero. Kruscev
cominciò così la destalinizzazione sia in URSS, sia nei suoi Paesi satelliti. Tale cambiamento portò ad un
confronto politico del partito comunista in Ungheria. I salari bassi, gli abusi dell'apparato repressivo e gli
scarsi risultati della politica economica aumentarono in Ungheria il malcontento del popolo, così anche una
manifestazione di solidarietà si trasformò in scontro armato contro la polizia. Il governo di Nagy cercò di
mediare tra sovietici ed il popolo, il quale chiedeva un governo di coalizione e senza sovietici. Si chiedeva,
inoltre, l’abolizione della polizia segreta, l’uscita dell’Ungheria dal patto di Varsavia. La crisi del Canale di
Suez, che portò al declino le potenze coloniali come Francia e Gran Bretagna, spostò l'attenzione
internazionale, così la Russia, agendo indisturbata, invase il territorio ungherese con carri armati
provocando un esodo. La libertà chiesta al congresso.

226. Quali furono le caratteristiche peculiari del movimento del '68 in Italia?

Il movimento del ‘68 nasce nei campus universitari americani, in cui i giovani volevano far sentire la propria
voce in merito a questioni importanti. In Italia questo movimento era nato all'inizio dei giovani ceto
borghese o alto borghese, ma piano piano si diffuse anche in altri settori sociali, come studenti medi o
addirittura ai lavoratori. Il movimento era nato con una connotazione ideologica marxista e rivoluzionaria,
infatti i giovani italiani condannavano il capitalismo, la cultura borghese, esaltavano la democrazia di base,
desiderosi di una società più aperta e meno autoritaria, esaltavano allo spontaneismo rifiutavano il modo di
fare politica tradizionale.

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227. In Italia quale fu la stagione del cosiddetto “Autunno Caldo”? Perché fu così importante?

L'autunno caldo è un periodo della storia d'Italia che si sviluppa nel 1969, stagione caratterizzata da lotte di
rivendicazioni sindacali avviatesi in maniera spontanea da alcune fabbriche del Nord ed ebbero come
soggetto” l'operaio massa”, quel lavoratore poco qualificato, poco pagato, emigrato al nord poco inserito
nel tessuto sociale urbano. I lavoratori, influenzati dal movimento del 68, appoggiarono le lotte di questi
anni, ma con richieste motivi propri o simili alle rivendicazioni giovanili. Fu importante in quanto si inaugurò
una fase politica che vide i sindacati nuovi protagonisti nella vita politica, diventando interlocutori del
governo. Questo rapporto fu consacrato dall'approvazione della legge dello “statuto dei lavoratori”, utile
per garantire i diritti sindacali e le libertà dei lavoratori nelle aziende.

228. In cosa consiste il documento di 14 punti di Wilson?

I 14 punti di Wilson , un documento programmatico nel quale erano elencati dei principi che alla fine del
conflitto, avrebbero dovuto ispirare la politica di pace e le nuove prospettive della politica internazionale.
Fra i punti principali, vi erano:

1. Autodeterminazione o autodecisione dei popoli

2. Abolizione della diplomazia segreta

3. Ripristino delle libertà di navigazione nei mari

4. Riduzione delle barriere doganali e degli armamenti

5. Creazione di un sistema collettivo di sicurezza

Wilson forniva anche alcune indicazioni concrete sul nuovo assetto territoriale che avrebbe dovuto
determinarsi alla fine del conflitto: il ripristino di Belgio, Serbia e Romania, l’evacuazione dei territori russi
occupati dai tedeschi, la riconsegna dell’Alsazia e della Lorena alla Francia, sviluppo autonomo dei territori
occupati dall'Impero austroungarico e quello turco, una rettifica delle frontiere italiane secondo i principi di
nazionalità. Questo documento intraprendeva la difesa dei popoli contro l'esigenza dello Stato, per questo
ebbe un'ampia adesione da parte dell'opinione pubblica.

229. Cosa fu la Società delle Nazioni? Quale fu il suo obiettivo?

Un nuovo organismo internazionale, ovvero la prima organizzazione intergovernativa a cui tutte le nazioni
avrebbero dovuto aderire per rendere possibile la risoluzione delle controversie tra nazioni. Aveva lo scopo
di accrescere il benessere e la qualità della vita degli uomini. Il suo principale impegno era prevenire la
guerra attraverso la gestione diplomatica dei conflitti e il controllo degli armamenti. Nata con la firma del
trattato di Versailles del 1919 conobbe la sua fine nel 1946 quando venne sostituita dalle Nazioni Unite
(ONU). Il maggior promotore fu Wilson (14 punti).

230. Illustrare gli avvenimenti della I guerra arabo-israeliana.

La prima guerra arabo israeliana affonda le sue radici nel processo di decolonizzazione da parte
dell'Inghilterra. In questi territori della Palestina, vi era la presenza di due culture diverse, si registrava
popolazione araba e ebrea, desiderosa quest'ultima di proprio stato. Inghilterra però, incapace di proporre
una soluzione per la spartizione delle due parti, posso il mandato all’ONU. Così la Palestina venne divisa in
due parti con Gerusalemme città libera sotto il controllo internazionale. Nel 1948 gli ebrei proclamarono la
nascita del nuovo Stato di Israele, riconosciuto sia dagli Usa, sia dall'Urss, Sia dal punto di vista
internazionale. Questo portò al riarmo della Palestina, che sostenuta dai vicini Stati arabi, Egitto Libano Siria
e Giordania, dichiarò guerra agli ebrei. Israele però, appoggiata dall'Occidente ebbe la meglio, così nel 1949
quest'ultima occupava un territorio maggiore rispetto a quanto deciso dal ONU, mentre i palestinesi dopo
la perdita dei territori abitati da loro si spostarono in Giordania.

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232. Da chi fu promossa la cosiddetta “Legge Truffa”? Quando e con quali obiettivi fu elaborata?

La legge stessa fu promossa da Alcide De Gasperi, in vista delle elezioni del 1953, intraprese una riforma
della legge elettorale in senso maggioritario in modo da difendere la tenuta della coalizione di governo in
caso di eventuali mutamenti degli equilibri politici. La proposta democristiana era quella di assegnare il 65%
dei seggi della Camera a quel partito o coalizione di partiti che riuscissero ad ottenere la metà più uno dei
voti. Essendo questa però alla portata della sola DC, l'opposizione ribattezzò la nuova proposta di legge
elettorale "Legge Truffa”.

233. Illustrare in cosa consistette la Cassa del Mezzogiorno in Italia. Quando fu istituita e da chi?

La cassa del mezzogiorno fu istituita dal governo De Gasperi nel 1950 e durò per circa trent'anni. Questa
riforma consisteva nella nascita di un ente statale che avrebbe promosso lo sviluppo economico e civile al
sud, grazie a dei finanziamenti statali per le infrastrutture e dei crediti agevolati qualora si volevano creare
industrie in aree povere del paese. Con questa riforma però il denaro destinato fu utilizzato per risollevare
il tenore di vita e non ad avviare un processo di modernizzazione di sviluppo economico e civile autonomo.

234. Illustrare le scelte di politica economica perseguite da Stalin in URSS.

Nel momento in cui Stalin diventò dirigente dell'Urss(1925), continuò nella sua politica economica
l'esperimento della NEP, promuovendo quindi le piccole imprese agricole, incentivando la produzione
agricola in modo da avere maggiore disponibilità di beni alimentari anche nelle città. Successivamente
vuole cambiare le risorse economiche e la forza lavoro dalla campagna alle industrie. Così con il Primo
Piano Quinquennale, programmi politici con lo scopo di velocizzare il processo di sviluppo del paese
attraverso l’industrializzazione forzata e la modernizzazione di tutti i settori produttivi. Il raggiungimento
degli incredibili successi fu determinato sia dalla potenza motivatrice di Stalin nell'incentivare lavoratori
,costretti ad orari di lavoro serratissimi, attraverso premi e onorificenze, ma nello stesso tempo, uccise
contadini e kulaki (contadini benestanti), con lo scopo di alimentare il settore industriale ed avere maggior
controllo sui processi economici.

235. Alla morte di Lenin quali esponenti politici russi si fronteggiarono per la successione? Quali idee e
progetti avevano per il futuro dell’URSS?

Gli esponenti politici che dopo la morte di Lenin(1924) si fronteggiarono la successione furono Stalin, ex
commissario alle nazionalità, e Lev Trotzkij, figura che nel gruppo dirigente bolscevico, appariva più
autorevole per il ruolo svolto nella rivoluzione e nella guerra civile. Questo criticava Stalin riguardo
all'autoritarismo con il quale avrebbe guidato il partito e metteva in luce l’arretratezza della struttura
economica rispetto agli altri stati, arretratezza che aveva portato ad una posizione di isolamento
internazionale. Quindi a suo giudizio, lo Stato sovietico doveva industrializzarsi e soprattutto diffondere il
processo rivoluzionario nell'Occidente e nelle nazioni più sviluppate, arrivando ad una rivoluzione
permanente. Stalin, di contro, promosse la teoria del socialismo “in un paese solo”, in quanto sosteneva
che in quel momento bisognava concentrare gli sforzi per la costruzione del socialismo solo nello Stato
sovietico e che questo possedeva abbastanza risorse umane e materiali per la difesa di eventuali attacchi
del mondo capitalista. La sua visione di processo rivoluzionario quindi, non era su scala mondiale, ma con
ciò dimostrò quel senso di patriottismo ,tanto che sollecitò l'opinione pubblica.

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236. In che cosa consisteva la NEP?

La NEP( Nuova Politica Economica)fu una linea politica economica che aveva il fine di incentivare la
produzione agricola, in modo da avere una maggiore disponibilità di beni alimentari anche nelle città e il
settore della piccola industria, che produceva beni di consumo anche se controllata sempre dallo stato. Così
i kulaki nelle campagne(contadini proprietari) cominciarono ad avere il controllo del mercato agricolo, la
liberalizzazione dei prodotti in campo commerciale arrivando alla nascita della nuova classe sociale i
nepmen , che si arricchirono rapidamente e le piccole imprese e i suoi operai, anche se aumentarono la
produzione, subirono gli effetti negativi di questa nuova economia perché il loro salario rimase basso.

237. Che cosa è il “Mein Kampf”?

Significa “la mia battaglia” ed è il saggio in cui Hitler aveva scritto durante i mesi di carcere, fu pubblicato
nel 1925 e successivamente divenne il vero e proprio testo sacro del nazismo. In questo volume Hitler
definì precocemente il patrimonio ideologico e gli obiettivi politici del nazismo. Già da queste pagine
emergeva, ad esempio, quello che poi sarà un aspetto centrale del nazismo, cioè il mito della razza; Hitler
aveva un disegno utopico nazionalista e razzista, credeva in una razza superiore e conquistatrice, quella
ariana, che però si era alterata nella purezza per via della mescolanza con razze e popoli che Hitler
considerava inferiori. Poiché solo i popoli nordici e soprattutto il popolo tedesco conservava i caratteri
ariani puri, allora era destinato a dominare il mondo. I tedeschi per realizzare questo piano di dominio sul
mondo dovevano innanzitutto eliminare i “nemici interni” e per primi gli ebrei in quanto popolo senza
patria. La Germania. Dopo aver fatto fuori tutti i nemici, avrebbe dovuto ricostruire la sua unità di nuovo
Stato e avrebbe dovuto respingere le clausole imposte alla Germania dal Trattato di Versailles, recuperare
le terre perdute ed espandersi verso nord.

238. Quali caratteristiche connotavano il governo dello Zar Nicola II in Russia?

Il governo dello zar Nicola II in Russia si caratterizza per il suo carattere dispotico, indirizzando la sua
politica in una linea reazionaria e conservatrice. Ispirata al binomio autocrazia-ortodossia quindi unendo
l'autoritarismo politico alla dottrina religiosa. Infatti durante la manifestazione popolare pacifica lo zar
risposte con l'azione dell'esercito, provocando una strage nota come “la domenica di sangue” E quindi
portando alla frattura tra regime zarista e popolo. Tutte queste insurrezioni però, portarono lo zar verso il
cambiamento, dall’ autocrazia russa si passò alla monarchia costituzionale. Concesse la creazione della
Duma(il Parlamento) E promise il rispetto delle libertà civili e politiche, con lo scopo però, di fare
aumentare le fratture tra l'opposizione. Tutto questo portò comunque ad una serie di insurrezioni guerre
civili, sfociate nella condanna di pena di morte per lo Zar e per la sua famiglia.

239. Illustrare gli eventi della “domenica di sangue” in Russia.

La domenica di sangue fu un eccidio avvenuto nel 1905. La sconfitta della Russia da parte del Giappone,
portò alla consapevolezza della crisi politica amministrativa e il ritardo sul piano industriale dell'impero
russo. Così un prete ortodosso, papa Gapon, Guidò una manifestazione popolare pacifica davanti alla
residenza dello zar, chiedendo la limitazione dei prezzi dei beni di consumo alimentare E soprattutto la
concessione di un parlamento, di tipo rappresentativo. Lo zar rispose con l'azione dell’esercito represse il
corteo, portando ad una definitiva rottura tra regime zarista popolo.

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240. Illustrare la Riforma Agraria di De Gasperi. Quali obiettivi aveva? Quando venne introdotta?

Venne introdotta nel 1950 e consisteva in una serie di norme che avevano lo scopo di espropriare e
suddividere una parte di grandi proprietà terriere situate su ampie aree di diverse regioni italiane (la
Maremma, la Sila, parte del Molise, della Campania, della Sardegna e buona parte della Sicilia). La riforma
voleva affrontare principalmente il problema dell’assenteismo dei grandi proprietari terrieri ed i problemi
legati al latifondismo, ma allo stesso tempo voleva andare incontro alle aspettative dei contadini del Sud
che da tempo chiedevano terra da lavorare (coltivare). La riforma aveva due obiettivi, uno era immediato e
consisteva nel sanare una situazione che era causa di disagio sociale e di mancanza di mezzi, l’altro mirava a
moltiplicare le piccole imprese agrarie anche a fini politici.

241. In cosa consisteva la formula politica del “centrismo” in Italia?

Dal 1948 al 1953 si svolse la fase politica del centrismo, cioè quel periodo in cui alla guida dello Stato vi è il
partito di DC( democrazia cristiana). Venne definito così in quanto il partito a capo occupava uno
schieramento politico di centro e in più adottarono una politica di riformismo sociale moderato che potesse
servire a mantenere i consensi fra le classi popolari.

242. Quale era la posizione assunta da Lenin nei confronti del I conflitto mondiale? Come pensava di
utilizzare l’occasione offerta dalla guerra?

Lenin era il leader dei bolscevichi(partito portatore di una linea di disfattismo rivoluzionario), secondo il
quale i partiti socialisti europei dovevano sfruttare l'occasione della guerra e dell'esasperazione provocata
da questa negli animi del popolo, per provocare più rapidamente il crollo del capitalismo. Quindi voleva
utilizzare il conflitto mondiale, come pretesto per scatenare la rivoluzione sociale su scala mondiale. In
Russia in più, il disagio diffuso con la guerra russo giapponese(1904), provocò la prima rivoluzione russa il
ritardo russo nello sviluppo economico capitalista, avrebbe permesso il salto netto dell'affermazione del
capitalismo a differenza delle altre nazioni, Dove il capitalismo si era già radicato, arrivando direttamente
alla rivoluzione sociale. Questa idea fu sostenuta anche da minoranze di sinistra estrema in Europa,
attuando così una maggiore divisione tra riformisti e rivoluzionari, divisione che con la rivoluzione russa del
1917, sarebbe stata più sanabile.

243. Quali furono le organizzazioni collaterali del PNF? Illustrare alcune tra le più importanti.

Le organizzazioni collaterali del Partito Nazionale Fascista furono molto significative. Tra le più importanti vi
sono: l’Opera nazionale dopolavoro (si occupava del tempo libero dei lavoratori, organizzando gite, gare
sportive e altre attività), il Comitato Olimpico Nazionale (CONI) quale promotore delle attività sportive, le
Organizzazioni giovanili del partito come i fasci giovanili, i gruppi universitari fascisti (GUF), Opera nazionale
Balilla (ONB) per i giovani fra i 12 ed i 18 anni ed infine i Figli della lupa per i bambini sotto ai 12 anni.

N.B.= Non ci sono le domande n°159-170 e 231. La domanda e la risposta del n°158 è uguale a
quella del n°156

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