DI MONTENAVALE
1965 Sulla base di una ipotesi di riequilibrio territoriale, l’IRES avanza la proposta di
realizzazione della Pedemontana: una superstrada di collegamento dei fondovalle alpini
del nord Italia. Benché il progetto globale sia destinato a rimanere sulla carta, il successivo
sviluppo della viabilità canavesana ne risulterà comunque, come si vedrà di seguito,
pesantemente condizionato.
1983 Grande sponsor il senatore canavesano Eugenio Bozzello, viene realizzato il tratto
Colleretto-Banchette della Pedemontana. Anche questa volta l’ANAS segue il tracciato
ipotizzato nel 1965, nonostante le proteste di amministratori (in particolare del Comune di
Colleretto) e le proposte alternative (allargamento della strada provinciale parallela).
1986 È approvato il Piano Regolatore di Ivrea, che accoglie il progetto del traforo in conformità
con le indicazioni dell’ANAS.
1987 Il Consiglio Comunale di Ivrea vota in luglio il progetto di massima elaborato dall’ing.
Migliasso. Il Consiglio approva (1 contrario, 1 astenuto), ma la votazione deve essere
ripetuta in ottobre perché l’unico contrario (il consigliere di Democrazia Proletaria) ha
ottenuto l’annullamento della delibera per un vizio di forma.
1989 Il Consiglio Comunale approva una variante del progetto che elimina gli svincoli su
stradale Torino. Questa volta si astiene una metà dei consiglieri, mentre continua a
esprimere voto contrario il solo consigliere di DP che nell’occasione fa simbolico dono di
un modellino di automobile ai colleghi favorevoli.
1992 Nella seduta consiliare del 5 febbraio la mozione è riproposta e questa volta approvata
con un pronunciamento unanime per “la definizione di soluzioni alternative al traforo di
Montenavale, tenendo conto delle problematiche ambientali connesse”.
1999 Dopo alcuni anni di silenzio (tangentopoli e sacrifici per l’Europa hanno il merito di bloccare
per anni la costruzione di nuove strade) il Piano Territoriale di Coordinamento della
Provincia di Torino inserisce nuovamente il traforo tra le “opere prioritarie”. Con
simile definizione di importanza, il traforo viene inserito nel Piano Urbano del Traffico di
Ivrea. Legambiente per quanto riguarda il PTC provinciale e il Comitato per quanto
riguarda il PUT, presentano Osservazioni che propongono, in alternativa al traforo,
l’utilizzo della viabilità autostradale attraverso forme di liberalizzazione.
2002 Il Comitato cittadino contro il traforo di Montenavale presenta una Osservazione alla
Delibera Programmatica del Piano Regolatore di Ivrea chiedendo la cancellazione
dell’opera dal PRG. A sostegno dell’Osservazione vengono raccolte oltre 700 firme.
Nel novembre dello stesso anno il Consiglio Regionale approva il Piano degli investimenti
e degli interventi sulla rete stradale trasferita. Il costo stimato per la realizzazione del
traforo è di 55 milioni di euro, dichiarati però non disponibili. L’intervento è citato all’ultimo
posto in un elenco di 29 opere stradali da realizzare nella Provincia di Torino.
2004 Approvazione definitiva del nuovo Piano Regolatore da parte del Consiglio Comunale.
Nonostante l’Osservazione firmata da oltre 700 cittadini la realizzazione del traforo è
confermata.
2006 In un incontro con la Regione Piemonte, l’allora Ministro delle Infrastrutture Antonio Di
Pietro dichiara che non ci sono soldi per le 29 opere elencate nel piano regionale del
2002. Ciò nonostante la Regione stanzia 1 milione di euro per la progettazione di
massima della galleria, delegando alla Provincia la realizzazione dello studio. Nel
dicembre dello stesso anno la Commissione Trasporti della Provincia approva il progetto
preliminare. Per rispettare il “preventivo” l’opera viene divisa in 2 lotti: uno da 55 milioni di
euro, l’altro da 10.
2007 Il Comitato chiede al sindaco di Ivrea che il progetto preliminare approvato dalla Provincia
sia illustrato alla popolazione. Dopo più di sette mesi risponde l’assessore Redolfi, che
incontra il Comitato e promette l’incontro pubblico… che non sarà tuttavia mai
convocato dalla amministrazione Grijuela.
2008 In un’intervista ai Grilli Eporediesi il candidato sindaco Della Pepa dichiara: “Per le cose
studiate fino adesso le ipotesi alternative avrebbero un maggiore impatto ambientale,
tenendo conto che il passaggio a sud di Ivrea coinvolgerebbe una zona in qualche
maniera esondabile e quindi bisognerebbe prevedere una serie di ponti e di zone di
sopraelevata
che sarebbero sicuramente di impatto ambientale molto maggiore rispetto al traforo”
Affermazione incomprensibile se si considera che in caso di grave esondazione della zona
di S.Bernardo sarebbe la stessa SS26 (di altezza inferiore a quella dello svincolo) a
risultare impraticabile.
2009 Interpellanza in Provincia sulla gara per l’assegnazione della progettazione definitiva, del
costo di 5 milioni di euro.